Trento – 2006/2007
Gestione, Comando e Controllo
degli incidenti
CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
A volte
ci dimentichiamo che:
• Gli interventi si affrontano nel modo migliore
solo quando si opera
all’interno di una forte
struttura di comando e controllo…
…che va messa in atto sempre,
indipendentemente dalla complessità
dello scenario !
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Infatti:
Solo se ci abituiamo a lavorare
con un corretto schema organizzativo
anche negli interventi “piccoli”,
(quando ciò è apparentemente non
fondamentale),
risulterà più facile ed automatico
mettere in campo ed ampliare man mano
il sistema di Gestione, Comando e Controllo
durante gli interventi rilevanti
quando ciò diventa assolutamente necessario.
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Incendio piccolo
Vigile del fuoco “piccolo”
Incendio
grande…
Vigile del Fuoco
“grande”?
Dove sta il vero problema?
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Riflettiamo…
• Il “pompiere grande” non esiste…
ma gli incendi grandi esistono davvero !
E bisogna spegnerli ! (…bene, tra l’altro)
• Ovviamente occorre sempre usare tanti
“pompieri piccoli”
E c’è il rischio che qualcuno pensi che –
automaticamente- tanti “pompieri piccoli”
facciano un “pompiere grande”.
• ILLUSIONE! La cosa non è automatica
Perché?
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Perché non è automatico che tanti pompieri
riescano a lavorare come un solo pompiere?
• Perché tanti pompieri hanno tante diverse teste.
• E se la somma delle tante piccole braccia
può equivalere alla forza del “pompiere grande”,
il fatto che ci siano più teste davanti “all’incendio
grande” richiede di organizzarsi ad affrontare il
problema in modo specifico e rigoroso.
• … al fine di riuscire sempre ad offrire il miglior servizio
possibile ai Cittadini che ci chiamano.
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• Ecco che ci vuole
un sistema di comando e controllo
dell’intervento
in modo da far ragionare
il “pompiere grande”
(somma di tanti “pompieri piccoli”)
come se avesse una sola grande testa.
• All’estero questo sistema di chiama
I.M.S. – Incident Management System
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NFPA – 1561 - Standard on Emergency Services Incident Management System - 2002
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La Gestione, il Comando
ed il Controllo dell’intervento
si attuano, principalmente, mediante
• Un flusso di comunicazioni che
trasferisce le informazioni e le decisioni
tra i vari “attori” sulla scena.
• Senza questo flusso di comunicazioni
è praticamente IMPOSSIBILE
raggiungere
il massimo delle prestazioni
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Un tipico schema dei flussi
di comunicazione necessari
alla gestione dell’intervento
Sala Operativa 115
Altre Sale Operative
Altri Enti
TV-Media
Pubblico
R.O.S.
Responsabile Operazioni Soccorso
Settore 1
Squadra 1
Squadra 2
Settore 2
Squadra 3
Caposquadra
Caposquadra
Caposquadra
Autista
Autista
Autista
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Operatore
Settore 3...
Squadre...
Operatori...
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Tutti i Vigili del Fuoco
devono essere in grado di:
• attivare sempre una adeguata struttura di comando e
controllo dell’intervento
• riconoscere quando c’è in atto una struttura di comando e
quando invece manca
• inserirsi in un intervento già iniziato e portare il proprio
contributo per completare la struttura di comando
• affrontare il problema della mancanza di capacità, da parte
di alcuni colleghi e di alcuni superiori, di intervenire operando
all’interno di una struttura di comando e controllo
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Che cosa facilita l’attuazione
di un sistema di comando e controllo
sull’intervento?
• Conoscenza comune delle “regole del gioco”
(e cioè conoscenza delle procedure)
• Capacità personali e qualità “dei Capi”
• Capacità personali e qualità degli Operatori
• Fiducia tra gli Uni e gli Altri
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Perché risulta fondamentale elaborare, studiare
e applicare delle corrette Tecniche di Comando ?
Perché
una gestione strategica confusa
rovina più Vigili del Fuoco
e brucia più edifici
di quanto non possa farlo
qualsiasi altro errore
durante l'intervento.
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Una breve riflessione
prima di parlare di
un importante
Decreto Ministeriale del 1999
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Qual è l’ordine di importanza
di questi cinque fattori, al fine di
contenere i rischi per i soccorritori ?
3
1
D.P.I.
Dispositivi
Protezione
Individuale
5
Formazione
ed Informazione del
Personale
1
Automezzi
di soccorso moderni, adeguati,
ed efficienti
2
Formazione
ed Informazione del
Personale
Organizzazione
dell’intervento
(procedure e
piani)
3
D.P.I.
Dispositivi
Protezione
Individuale
2
Organizzazione
dell’intervento
(procedure e
piani)
4
Attrezzature
adeguate e
capacità
di impiego
4
Attrezzature
adeguate e
capacità
di impiego
5
Automezzi
di soccorso moderni, adeguati,
ed efficienti
CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
Decreto del Ministero dell’Interno
14 giugno 1999, n. 450
(G.U. 2 dicembre 1999, n. 283)
Art. 1, comma 3
Fatto salvo il dovere di intervento degli
appartenenti alla Polizia di Stato e al Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco anche in situazioni
di personale esposizione al pericolo,
il predetto personale deve adottare le misure di
sicurezza e di protezione anche individuale
predisposte per lo specifico impiego.
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La lettera-circolare
EM4270/4146
del 24 settembre 1998
Applicazione
del D.L.vo 626/94
al Personale Operativo del C.N.VV.F. Ambito degli interventi di soccorso
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ordine di
priorità
per
aumentare
la
sicurezza
nell’attività
di
soccorso
1
Formazione ed informazione
del Personale
2
Pianificazione ed organizzazione dell’intervento
3
Scelta ed impiego dei mezzi
di protezione individuale
4
Uso delle attrezzature
5
Impiego degli automezzi
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1
ordine
di
2
priorità
3
Formazione ed informazione
del Personale
Pianificazione
ed organizzazione
dell’intervento
Cioè… Sistema di Comando e
Scelta ed impiego dei mezzi di
protezione individuale
4 Uso
delle attrezzature
Procedure
Operative
Standard
intervento
5 diImpiego
degli automezzi
CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
Decreto del Ministero dell’Interno
14 giugno 1999, n. 450
(G.U. 2 dicembre 1999, n. 283)
Art. 1, comma 3
Fatto salvo il dovere di intervento degli
appartenenti alla Polizia di Stato e al Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco anche in situazioni
di personale esposizione al pericolo,
il predetto personale deve adottare le misure di
sicurezza e di protezione anche individuale
predisposte per lo specifico impiego.
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Gli obbiettivi principali
del lavoro di strutturazione
delle Procedure Operative Standard sono:
 Assemblare un corpo di procedure operative
per gli interventi di soccorso tecnico urgente
che rappresentino il “distillato”
dell’esperienza operativa delle diverse strutture
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
e pertanto costituiscono lo stato dell’arte
della tecnica di gestione ed esecuzione
degli interventi ordinari e di protezione civile.
(SEGUE)
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(segue) Gli obbiettivi principali del lavoro di strutturazione
delle Procedure Operative Standard sono:
 Uniformare i livelli di qualità nell’erogazione dei
servizi su tutto il territorio nazionale, consentendo
nel contempo il giusto adattamento delle
procedure sulla base delle particolari esigenze
locali.
 Garantire omogenei livelli standard di sicurezza
e salute per gli operatori VV.F., per la Cittadinanza
e per gli altri Enti coinvolti
 Costituire un sistema di riferimento per l’attività
informativa, formativa ed addestrativa
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T italian S.O.P: model
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Revisione critica
dell’intervento e note
per l’addestramento
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• I Comandi Provinciali sono stati dotati
di Linee guida per l’elaborazione
Quali
delle procedure operative standard
azioni
sulla base delle quali ogni Comando
sono
ha iniziato ad elaborare
state
le proprie procedure.
attivate • La procedure rappresenteranno
in
lo”stato dell’arte” dell’approccio
Italia?
interventistico per quella determinata
categoria di incidenti
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• Nei Corsi per Capi Squadra
e Capi Reparto è stata da anni
inserita la materia
“Strategia e tattica di intervento”
Quali
azioni
sono
state
attivate • Nei corsi di ingresso
per Vigile del Fuoco è stata inserita
in
la materia”gestione dell’intervento e
Italia?
procedure operative standard”
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Che cosa serve ancora?
• Serve un grande cambio di mentalità.
• Da “giovani pompieri”, molti anni fa ci
insegnavano che gli “interventi sono uno
diverso dall’altro”,
mentre in realtà sono gli scenari che cambiano
ma le metodologie di risposta
tendono ad assomigliarsi ed è quindi possibile
determinare approcci standard.
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Che cosa serve ancora?
• Serve inoltre ricostituire un approfondito
specifico percorso formativo per tutte le figure
che esercitano ruoli di comando sull’intervento;
• In pratica andrà rafforzata ed ampliata
la cosiddetta “Scuola di Comando”
CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
Vi ringraziamo
per la cortese attenzione
Gianmario Gnecchi, Valentino Graiff, Luciano Roncalli
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