PAGINA 6 APRILE 2012 Notizie idee e opinioni d a l l ’ O ra t o r i o Amici... della Corale Quanti giovani passano serate a seguire format televisivi come “Xfactor” o “Amici di Maria de Filippi”? Seduti ben comodi in poltrona sognano di poter diventare grandi star come i loro coetanei protagonisti di questi spettacoli. Purtroppo, tante volte, sembra quasi che si voglia centrare il bersaglio a ogni costo, per precostituire un successo obbligato. E così le inconsapevoli future “popstar per un anno” vengono filtrate in quel crudele imbuto che sono diventati i talent show. Nati con l’intento di dare una possibilità di emergere a chi ha particolari qualità artistiche, sono progressivamente scaduti in vere e proprie scuole di perfidia in cui ognuno è chiamato a rubare posto ad altri. Ai milioni di telespettator i, adolescenti di tutte le età, resta, a mio modesto avviso, ben poco: modelli comportamentali unicamente miranti alla notorietà televisiva lasciando al talento solo tante parole e poco spazio per poter essere dimostrato. La tensione verso il canto nei giovani chissà perché?è sempre legato a questi programmi televisivi. Penso che la musica sia invece uno dei linguaggi più comuni di questo mondo, comprensibile a tutti e, chi ama la musica. non mette confini alle diverse possibilità che gli si presentano innanzi. Detto questo perché “Amici di Maria de Filippi” incolla numerosi giovani davanti allo schermo e la nostra corale parrocchiale diminuisce di giorno in giorno delle sue voci senza averne un fresco ricambio? Entrando nella nostra Basilica durante una celebrazione solenne due elementi non passano inosservati: la bellezza architettonica e le voci del coro che riempiono spazi di silenzio prolungati con la musica del cielo. Da qualche mese ascolto numerose testimonianze di chi ha scelto di offrire il suo servizio parrocchiale presso la corale e, sempre più, mi rendo conto che la musica sacra rappresenta per la nostra Parrocchia un valido metodo alternativo per nutrire i fedeli della Parola di Dio. Penso che la Liturgia possa essere intesa come il rinnovarsi dell’evento PRIMA CONFESSIONE Domenica 25 marzo, 74 ragazzi e ragazze di III elementare hanno ricevuto il sacramento della Prima Confessione. Si sono preparati a questo evento con tanto impegno e dedizione attraverso il cammino catechistico cominciato a settembre e non ancora concluso. In Basilica tutti i presenti sono stati accolti dall'abbraccio del Padre misericordioso e gli stessi genitori hanno pregato affidando al Signore la crescita nella fede dei loro figli e figlie. La celebrazione si è conclusa con alcuni segni a richiamo del Battesimo: la luce e l'acqua benedetta. Un ringraziamento particolare alle catechiste Enrica, Chiara, Clarissa ed Eleonora. salvifico nella storia degli uomini, la porta aperta che ci mette in comunicazione diretta con la Salvezza che giunge da Cristo. Cantare questa salvezza è compito della musica liturgica che non solo è sempre sacra ma deve rispondere anche a canoni precisi dettati dalla Chiesa stessa che disciplina e sceglie l’uso della musica nella celebrazione dei misteri. La musica è il linguaggio per eccellenza che sottolinea, interpreta e traduce in modo artistico e nello stesso tempo rituale l’evento teologico vissuto. Il fine della musica sacra resta sempre il raggiungimento di una elevazione spirituale e di un rapporto interiore con Dio. In questo contesto si inserisce l’attività della nostra corale che necessita urgentemente di nuove leve: ragazzi e ragazze intonati che possano offrire del tempo e la voce allo scopo di migliorare sempre più la preghiera della nostra comunità. Sarebbe bello avere una corale di giovani a cui piace la musica e non scelgono forzatamente la strada del successo ma vivono nel servizio ad una comunità offrendo uno dei tanti talenti che il Signore ha gratuitamente donato. E perché no… non è detto che una volta che s’impara a cantare qualcuno non noti certe doti artistiche per altri lidi (penso a Elio del gruppo Elio e le storie tese che cominciò proprio a cantare in un oratorio della periferia di Milano o la cantante internazionale Enya che cominciò a cantare da bambina nella cattedrale di Gweedore in Irlanda). Forse molto meglio di me qualcun’altro, che in modi e tempi diversi ha lavorato proficuamente in questo ambito, potrebbe scrivere riguardo la storia, la tradizione e le belle cantate di una volta. Se avranno il desiderio potranno chiedere al sottoscritto un angolo del prossimo numero di “Tra Parentesi” per raccontare del passato, progettando nel presente e sperando nel futuro della nostra corale parrocchiale. Unica certezza… anche la corale “ha bisogno di voi”. Don Mario Parole “Tra Parentesi” superano le barriere e incontrano i giovani «Don Mario… sai che ogni mese, ben due facciate de “La Cordata” sono dedicate all’Oratorio?». Che bella notizia! Ogni mese foto, documenti, iniziative avranno il loro spazio e la possibilità di varcare la soglia di molte case per raggiungere anche i giovani che meno frequentano. È stato don Ermanno a pormi questa domanda e, sapete cosa vi dico, l’obbligo si è trasformato in piacere di scrivere. “Tra Parentesi” è un appuntamento a cui non rinuncio perché è un po’ come farmi raccontare quel che succede nel luogo in cui passo maggior parte della mia giornata. Certo, ne è passato del tempo… si invecchia ma “La Cordata” si è ringiovanita (almeno nella forma). Ora non ha più la veste grafica di una volta, viene “distribuita” anche attraverso internet, le foto sempre più nitide e l’impaginazione sempre più perfetta. Sono arrivato nella Parrocchia dei Ss. Antonio Abate e Francesca Cabrini giusto in tempo per godermi i primi 50 anni di vita de “La Cordata” nella sua edizione speciale di questo numero. Da parte della redazione e di coloro che si impegnano costantemente all’uscita d’ogni nuovo numero, c’è il desiderio di riportare i principali fatti che avvengono sul nostro territorio offrendone eventualmente chiavi di lettura utili e significative. In tanti (ho potuto notare in questo breve periodo trascorso con voi) leggono “La Cordata” e in queste poche pagine sentono la comunità coesa nel guardare con responsabilità e speranza il futuro di ogni cristiano. Nulla può mancare e manca a “La Cordata”: la missione della chiesa nel mondo senza dimenticarsi di valorizzare le tante sfumature territoriali di una parrocchia viva come la nostra. Inoltre non è possibile tralasciare l’inserto “Tra Parentesi”: occasione per dire anche alle nuove generazioni che l’Oratorio pensa a loro e li invita a prendere parte ad esperienze che possano aiutarli a crescere con quello sguardo da cristiani autentici. Lunga vita a “La Cordata” e a “Tra parentesi” con un applauso a chi oggi, nonostante le mille cose da sbrigare, si impegna perché il mese non venga pubblicato in ritardo e a tutti i vecchi e nuovi collaboratori. È questo l’augurio che voglio fare: che “La Cordata” e soprattutto “Tra Parentesi” continuino a proporsi come veicolo di informazione nel dialogo e che continuino ad essere un contributo per dissolvere la nebbia che c’è tra “la Chiesa e la Piazza”. Grazie di cuore a tutti i lettori. don Mario