IL MITO DELLA
BIGA ALATA
Dal Fedro di Platone.
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Il Fedro
E’ un dialogo scritto posteriormente alla
Repubblica, precisamente negli ultimi
anni della scrittura platonica.
 Tratta dell’uso e del valore della retorica
nel campo dell’educazione e della
filosofia, introduce il concetto
fondamentale del sistema delle idee e
descrive il metodo per raggiungere la
verità assoluta e per comunicarla.

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Il mito della biga alata
Platone, attraverso questo mito, spiega il rapporto tra l’uomo e il mondo
delle idee, inoltre paragona l’anima a una biga trainata da due cavalli, uno
nero e uno bianco. Il cavallo nero, più pesante dell’altro, tende a portare le
anime verso il mondo empirico, infatti, le anime trainate da questo cavallo
sono quelle corrotte dai sensi e che quindi nella propria vita terrena non
hanno raggiunto la conoscenza della verità assoluta; il cavallo bianco,
invece, è il portatore delle anime che in vita hanno ricercato la verità e, fra
queste, quelle che si sono avvicinate di più ad essa, avendo usato il logos,
possono godere della vista dell’iperuranio, ma solo per un breve tempo,
poiché erano di nuovo influenzate dal mondo sensibile.
Platone ritiene, che ogni anima possieda un paio di ali, che hanno la
funzione di elevare l’anima verso la dimora degli dei. Queste, per
poter svolgere il loro compito, si nutrono di sapienza, bontà, e ogni
altra virtù affine ad esse, mentre, dalla malvagità e dagli altri vizi
viene corrotta e quindi non può portare a termine la sua funzione.
Le anime che hanno ricercato, e si sono avvicinate alla verità in vita,
sono in grado di usare le proprie ali e arrivare al seguito di una
divinità, e se saranno in grado di fare sempre lo stesso, non saranno
più corrotte dai sensi. Invece, le anime che in vita non hanno cercato
la verità, e sono state corrotte dai sensi, non possono compiere
questo volo: si appesantiscono, perdono le ali in seguito a questo
peso e, infine precipitano sulla terra e si reincarnano, ricominciando
la rivoluzione circolare.
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Nel mito viene descritto anche il processo di reincarnazione delle anime,
spiegando che ad un’anima che ha cercato la verità tocca una sorte
migliore, mentre alle altre tocca una sorte peggiore. Inoltre viene spiegato
che fra le anime che hanno visto più a lungo l’iperuranio, la prima si
trapianterà in un uomo destinato a diventare un filosofo, la seconda in un
re rispettoso delle leggi, e cosi via fino ad arrivare ai tiranni.
Ogni anima non ritorna nel punto da cui era partita prima di 10000 anni e
non rimette le ali in un tempo minore, tranne coloro che hanno ricercato la
verità per almeno tre periodi di un millennio e hanno sempre scelto una
vita filosofica, in questo caso riacquistano le ali.
Allo scadere di un millennio, le anime scelgono un corpo in cui reincarnarsi
secondo il proprio volere, per far sì che l’uomo comprenda il significato di
idea, passando da un mondo sensibile a uno dettato dal logos.
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