Tesi di PATRICIA ELZI UN CASO DI COUNSELING DELLA RIPROGRAMMAZIONE INDICE Premessa Scheda Approfondimento in chiave di Riprogrammazione o Definizione del problema Le procedure Tecniche dell'indagine o Definizione dell'obiettivo Il programma operante Inserimento del programma nella mappa Chiarificazione dell'obiettivo o La deprogrammazione L'evoluzione richiede cambiamento Tecniche o Il nuovo programma Tecniche o Le risorse Critiche e conclusione Allegato 1: schede dei setting Allegato 2: materiale di lavoro Allegato 3: materiale consegnato dal cliente Bibliografia PREMESSA Dal giorno in cui ho trovato "cosa farò da grande" e ho conosciuto questa professione non mi sono mai pentita un solo minuto …. I semi che ho piantato nella terra buona lentamente hanno fatto radici e stanno spuntando, ora non mi resta che innaffiare ciò che già sta crescendo e seminarne altri anche in futuro. SCHEDA Sebastiano Ongaro, 40 anni, pelle lentigginosa chiara, capelli rossi, occhi azzurri. Alto e snello, movimenti meccanici a scatti e leggermente gobbo. Fumatore e mangia le unghia. Sta divorziando dopo sette anni di matrimonio. Papà di Michele (6 anni) e di George (12 anni, dal primo uomo della moglie). La sua famiglia d'origine: padre e madre non divorziati, un fratello minore e una sorella minore. Attualmente disoccupato. Data di inizio: 07.10.2005 Ultimo incontro: 09.02.2006 17 incontri Crisi esistenziale perdita di valori, il matrimonio, la famiglia e la casa non è il padre che avrebbe voluto essere attacchi di ansia solitudine sconnesso con la realtà accusa la società quale causa del suo disagio volontà di andare via lontano attualmente non è in grado di tutelare sé stesso intenso disagio di essere caduto così in basso bassa autostima - ego - perdita della sua identità, chi sono ? rapporto distorto con i soldi molto incostante: la sua vita manca di un minimo di organizzazione non sa assumersi responsabilità Gli attacchi di panico sono dovuti ad un conflitto inconscio. Comparivano prima dell'udienza, quando doveva incontrare la sua ex-moglie oppure dopo episodi di mal interpretazione. Udienza e moglie rappresentavano gli oggetti della sua paura. Il primo, una situazione di conflitto verso la società, quella con cui lui non si sente in sintonia, che richiede di aumentare le sue prestazioni e che lo fa sentire trasparente; il secondo rappresenta il matrimonio e la famiglia. Sempre elementi importanti nella società che non sono riusciti né a valorizzarlo né a renderlo "qualcuno", un marito e un papà. Entrambi hanno contribuito ad una svalutazione di sé. Presenta rabbia repressa , dai suoi sguardi e dai suoi movimenti, dalla guida spericolata, dall'impulsività e l'intolleranza delle regole. Elementi che hanno aumentato gradualmente la sua aggressività ed intolleranza fino a diventare ansia o più precisamente attacchi di panico. Nella programmazione è durante la fase primaria che hanno radici queste emozioni, ha influito la frustrazione della madre. Amore rifiutato. Le tappe seguenti, quella della socializzazione infantile e quella della sessualizzazione hanno accentuato e contribuito al graduale aumento di questi disturbi fino a raggiungere la situazione esistenziale vissuta attualmente da Sebastiano. APPROFONDIMENTO IN CHIAVE DI RIPROGRAMMAZIONE DEFINIZIONE DEL PROBLEMA "ciò che mi accade è ciò che io sono" Una filosofia vera e propria attorno al denaro Aspira alla libertà, in cui può manifestarsi liberamente senza restrizioni e limitazioni. Ma la sua dipendenza dai soldi, dal giudizio esterno e la sua bassa autostima non gli permettono di raggiungerla. Da qui nasce il conflitto. Il suo star bene o male è direttamente collegato ai soldi, ma non è capace di gestirli, come anche la sua vita. Quando sta bene ("ottimista e generoso") non ha soldi. Quando sta male ("egoista, possessivo, diffidente e tirchio") avrà soldi. Patricia Elzi giugno 2006 "Valgo quando possiedo, non valgo quando non possiedo" (la quantità sostituisce la qualità). Patricia Elzi giugno 2006 LE PROCEDURE Dov'è situato il problema? nell' obiettivo? no - non a corto termine (non si tratto di scegliere tra una o l'altra cosa), si tratta di trovare una strada da percorrere vista la sua attuale situazione. A lungo termine potrebbe essere quello di trovare una professione che lo soddisfi. nella strategia? Si, non sa quale strada percorrere per ricostruire la sua esistenza. A livello bioenergetico: " l'unica posizione in cui posso stare perché non mi capiti qualchecosa o che io non combino qualche disastro è stare fermo. Ho cercato di muovermi in tutte le direzioni possibili, ma appena compio il gesto per fare un passo mi crolla la terra sotto i piedi." Con questa frase egli esprime chiaramente il suo impedimento energetico-emozionale di muoversi, di pulsione. La ripetitività (nella scelta della compagna, negli stessi sbagli) è un elemento costante nella sua vita, che ha rinforzato la sua rigidità a livello fisico ed esistenziale facendo sorgere attacchi di ansia dovuti allo stress. A livello mentale: "altrove, lontano da qui, non sei nessuno ma puoi chiedere aiuto. Qui sei qualcuno e non puoi permetterti di chiedere aiuto, perché ho paura delle conseguenze" (frase scritta su un foglio). Contraddizione espressa, come meccanismo di difesa.. Con questa frase, che è il suo pregiudizio, egli inconsciamente non permette di esprimere le sue emozioni, il suo ES, ma si fa prevalere dal Super-Io. Vedi anche primo sogno (allegato 2). A questo punto si potrebbe supporre che il problema di Sebastiano è diventato un vero e proprio conflitto esistenziale dovuto all'inflessibilità mentale che lo impedisce di trovare delle soluzioni ai suoi problemi (problem-solving). A livello spirituale: il suo modo di essere e pensare sono molto materiali, razionali e scettici che gli lasciano poco spazio alle riflessioni più vaste, spirituali e religiose.Una volta sola mi ha accennato che lui crede in Dio. I suoi valori della vita non sono limpidi, in quanto collegati ad una materia e dipendenti dall'eccessivo bisogno degli altri. nelle risorse? nella vita di Sebastiano la costanza è un elemento rifiutante (informazione). A priori già scarta e allontana ciò che richiede una determinata costanza per raggiungere un obiettivo. Inoltre, trovandosi da diverse mesi in questa situazione di disagio, ha già esaurito tutte le sue risorse (energia) per combattere. Come supporto, nei primi setting ho proposto una volta dei Fiori di Bach (vedi critiche). TECNICHE DELL'INDAGINE Sogno : emerso dopo il primo setting, in cui ha verbalizzato e consapevolizzato la sua "trasparenza", esprimendo il disagio di questo suo essere e la volontà invece di poter esprimere sé stesso, il suo vero IO- conflitto tra Es e Super-IO. Test cromatico di Lüscher: tra la prima e la seconda scelta dei colori non c'è nessuna differenza, da cui posso trarre una rigidità del suo programma (vedi allegato 2). Patricia Elzi giugno 2006 Tecnica autobiografica in terza persona: Dopo due settimane mi manda la storia: "Le disavventure economiche del signor Rossi", scritto in terza persona permettendogli momentaneamente di indagare una realtà lontana dalla sua attuale e raccontare liberamente. A Sebastiano non piace scrivere, dice di non esserne capace, ma la narrazione che mi ha inviato mi ha dato chiaramente il programma operante "tutto ciò che conquisto lo perdo, sono diverso e spontaneo", Sebastiano = denaro e la sua strategia di sopravvivenza, vivere alla giornata per godersi l'attimo di soddisfazione che scompare subito, non prendersi il coraggio di scegliere ma agire d'impulso e spontaneamente, lottare per non dipendere dagli altri e dalla società per non dover chiedere aiuto. DEFINIZIONE DELL'OBIETTIVO "l'obiettivo trascende il mio contingente" IL PROGRAMMA OPERANTE Valgo quando possiedo, non valgo quando non possiedo. Sono onesto e altruista, ma tutto ciò che conquisto lo perdo. Non valgo niente e sono un "ciula". La società non mi aiuta e mi valorizza solo se io ho soldi, se sono sposato, se ho figli e se ho un lavoro. INSERIMENTO DEL PROGRAMMA NELLA MAPPA La famiglia di Sebastiano ha contribuito a trasmettere un programma basato sull' onestà, la costanza, la fedeltà, l'autorità e la semplicità. Nella nostra società l'onestà é simbolo di minoranza, anzi oserei dire che il significato vero della parola onestà non viene più trasmesso come un'attitudine di cui essere fieri, piuttosto un segno di debolezza, che non porta né carriera né soldi (contribuisce ad una bassa autostima). La persona onesta non è retribuita e viene schiacciata. Sebastiano ha assimilato questo programma. Un'altra fonte di insicurezza è dovuta anche dal colore rosso dei suoi capelli, a cui la società attribuisce un "diverso" perché in minoranza. Diverso inteso come fuori dai paletti, emarginato e debole. Sua madre rappresenta per lui l'onestà e la sensibilità e l'incapacità di tutelare sé stessa e di dire di NO. Ma già all'interno del suo nucleo famigliare questi valori non sono rispettati. Viene tradito dala rigidità, l'autorità e l' imposizione del padre. Professionalmente entrambi i genitori sono stati dipendenti e fedeli per tutta la vita, ma agli occhi di Sebastiano questo non è stato un esempio da seguire in quanto finanziariamente non hanno raggiunto "la ricchezza". Ragione per cui lui ambisce ad una vita professionale indipendente che gli porti tanti soldi. Ha subito l'autorità del padre e ne ha ripreso il programma. Quando si è trovato lui stesso nel ruolo di padre nella sua propria famiglia questo programma ha fatto nascere disagi e conflitti. Durante tutti i setting ha spesso raccontato delle innumerevoli discrepanze e litigi con la moglie. Inoltre ha espresso anche il disagio di comportamento nei confronti dei suoi figli. Si accorgeva che si atteggiava come faceva il padre con lui, ma che non concordava con il suo desiderio di atteggiarsi. Una volta verbalizzato è stato il primo passo verso la consapevolezza. La scelta professionale è anche in contrasto con la sua personalità. Ha scelto di specializzarsi nell'informatica, laddove non sono permessi "approssimazioni" o "circa" ma è richiesta la precisione, la staticità, schemi e orari di lavoro ben precisi, altrimenti il computer o il programma non funzionano. Lui è incostante, insicuro e incoerente e tutta la sua vita manca di un minimo di organizzazione o di orario. Qual è la strategia di vita che non sta funzionando? Cosa ha spinto Sebastiano a chiedere aiuto? Sebastiano manca di credibilità. Non fa quello che vorrebbe. Così non ottiene ciò che gli spetta. Non sa realizzare ciò che dice. Non riesce ad avere soddisfazioni dalla sua vita perché non sta facendo quello che vorrebbe! Ma non Patricia Elzi giugno 2006 chiedendo e non facendo come può ricevere ciò che gli spetta? Infine come potrebbe realizzare ciò che non sa dicendo che non è credibile? (confutazione del suo pregiudizio). La sua attuale situazione esistenziale e la sua psicopatologia sono le motivazioni che lo hanno portato da me. CHIARIFICAZIONE DELL'OBIETTIVO Riuscire a gestire meglio i soldi Per aiutare me stesso a valorizzarmi senza l'influenza del denaro, dandomi così la possibilità e la libertà di "muovermi" senza combinare disastri. Portare Sebastiano a rendersi conto che si tratta di aiutare sé stesso, il proprio benessere con la volontà e la determinazione di stare meglio. Metodologia di lavoro: settimanalmente mi porta una lista contenente tutte le entrate ed uscite (intervento sulla memoria procedurale) se ci sono, scrivermi o raccontarmi gli episodi di inadeguatezza che gli capitano (intervento sulla memoria semantica) l'andamento dei setting ha richiesto l'inserimento di un' ulteriore richiesta. Fare dei patti con Sebastiano. Prima di firmare qualsiasi documento, chiamarmi (intervento sulle istruzioni nella memoria procedurale) raccontarmi eventuali sogni (l'inconscio) obiettivo finale: passaggio ad una psicoterapia La lista da consegnare, a primo acchito, potrebbe sembrare semplicistica. Ma, la frase pronunciata da Sebastiano ("così perdo la mia spontaneità, la mia disponibilità di dare agli altri") mi indica che andiamo a colpire nel segno. Attraverso la regolarità temporale della consegna, piano piano lo porterà a mettere un po' di ordine e ritmo nelle sue giornate. Lo scrivere su una lista le entrate/uscite lo aiuterà a cosapevolizzare il valore del denaro e gli permetterà di pensare prima di spendere, valutare se si tratta di una spesa necessaria e se supera la sua possibilità di liquidità. Con il secondo punto (inadeguatezza), Sebastiano consapevolizza il momento in cui mette in moto le istruzione per confermare l'essere "ciula", si mette direttamente in contatto con il suo disagio e lo aiuterà a riflettere prima di compiere un altro passo impulsivo e spontaneo. Per quanto riguarda i patti, questa metodologia insegna a Sebastiano di capire dove stanno i limiti. Per permettergli di tutelare la sua persona dai disagi causati dal suo comportamento. Infine, la psicoterapia, dal momento in cui gliel'ho proposto al momento reale in cui avverrà il passaggio, Sebastiano avrà tempo per riflettere e consapevolizzare con la sua situazione e la sua vita. Mi mette subito alla prova chiedendomi aiuto per organizzare il suo pomeriggio perché sente il disagio di dover dire di no a qualcuno ma non vuole far star male nessuno. Dopo aver scritto e calcolato i tempi per fare le cose, si rende conto che così facendo affronta il pomeriggio con meno ansia e arriva ai suoi appuntamenti in orario e più rilassato. Risultato: spostando e avendo il coraggio di dire di no, non perde niente, anzi guadagna. Memoria procedurale: prima penso fino a dove posso arrivare senza stare male e poi agisco. (trasferta positivo, attraverso l'empatia separare il primo passaggio dal secondo e immettere una variante e connettersi con il sentirsi meglio - disaggregazione). LA DEPROGRAMMAZIONE Patricia Elzi "non c'è evoluzione senza cambiamento" giugno 2006 Questa fase inizia con una fase critica, ma è utile a rinforzare il momento di deprogrammazione. Si presenta con un ritardo e facendomi arrabbiare. (in questo modo lui si permette di vivere il suo abituale programma ricevendo in risposta la mia reazione che già conosce). Il sogno: nel sogno fa un sondaggio sulla qualità dei servizi, il suo inconscio ha capito che ora inizia una fase di crescita, ora si tratta d' interpellare sé stesso ed essere in grado lui a valorizzarsi. Ma la persona a cui chiede "rantolava", sta male. Lui stesso sta male e ancora non è in grado di valorizzarsi, ma "non si innervosisce", porta pazienza per la persona che sta male. Interrompe la comunicazione con la giustificazione "per sensi di colpa" al "non ero solo". Con lui stava Rick. Cosa rappresenta per lui Rick? Un amico con famiglia, moglie, casa, lavoro indipendente ciò che lui non ha. Il conflitto è tra il bisogno di crescita e la sua strategia di sopravvivenza che si dimostra inadeguata. Si crea un dubbio: voglio andare avanti? Inconsciamente si rende conto che il responsabile della sua attuale situazione è lui. Prima del nostro prossimo incontro mi telefona chiedendomi aiuto per una situazione di inadeguatezza in cui si è di nuovo andato a cacciare. Il semplice fatto che mi abbia chiamata è un primo passo verso il cambiamento. Se lui si ricorda di chiedere aiuto, inizia a rendersi conto qual'è il momento in cui scatta la procedura di non difesa, quando le istruzioni non funzionano. (Memoria procedurale: prima agisco, poi penso) Qual'è il lato brutto dell'essere aiutato? Pregiudizio: se chiedo aiuto, devo dimostrare che non possiedo niente, sono costretto a mettermi a nudo a vedere la realtà ad essere sincero con me stesso! ( narrazione: " è diventato un maestro nell'arte di credere intensamente una cosa, in modo che non riesca più a distinguerla dalla realtà") La fase di crisi è resistente, infatti si dimentica di telefonarmi per il prossimo incontro così saltiamo una settimana. "l'evoluzione richiede cambiamento" La prima evoluzione significativa verso il cambiamento è il nuovo appartamento. Finalmente è riuscito a fare il trasloco e a portare dentro tutte le sue cose che prima erano sparse un po' ovunque, situazione che creava un disagio. Il fatto di essere riuscito a portare tutto in un solo posto è un passo molto importante, era un suo desiderio espresso. Ora si sente meno "spezzettato" e più completo. Ma, contemporaneamente questa situazione gli dà una visuale completa di cosa ha. Cosa ha, è sparso ovunque e non è granché. Questo lo rimette a disagio, lo disgusta (aspetto energetico ed emozionale). Consapevolizza di essere veramente caduto in basso ma che sta a lui mettere ordine per stare meglio là dentro. Con questo passaggio crea una sensazione liberatoria che sprona la motivazione per il cambiamento. Dice "tutto quello che prendo in mano se prima funzionava un po', dopo non funziona più del tutto". Il dopo, sta per dopo che lui ha cercato di farlo funzionare. Capisce che l'energia negativa che lo circonda parte da lui. Colgo lo spunto per approfondire questo discorso, per fargli sentire questo come un' opportunità per il cambiamento. In questo modo valorizzo la crisi. (Procedura negativa istruzioni negative risultato negativo conferma del suo Programma.) Con la frase "forse anche il mestiere dell'informatico non è adatto a me" Sebastiano apre uno spiraglio per la conoscenza di sé. La consapevolezza che la sua personalità non è in sintonia con la sua professione (rottura di un giudizio personale). Durante il primo setting nell'appartamento nuovo, avviene un'interruzione: Sebastiano ha ordinato della legna per il camino (unica fonte di riscaldamento) e alla consegna della legna non ha i soldi per pagare. Patricia Elzi giugno 2006 Chiede a me se posso imprestargli i soldi. Glieli do in mano. Più tardi me li restituisce dicendo che si fa mandare una fattura. Questo gesto è significativo a livello bioenergetico-mentale. Prima chiede aiuto, l'aiuto è disponibile e non è spregiativo, ma poi decide di risolvere lui la situazione (disaggregazione). Come avevamo convenuto, mi consegna il documento "Convenzione regolante gli effetti al divorzio" prima di firmarlo. Dopo averlo letto gli pongo una domanda: "cosa gli fa più male accettare?" mi rispose "l'autorità parentale sul figlio Lionel (1999) verrà esercitata dalla madre." Dopo essermi informata, gli dico che se lui vuole questa frase si può cambiare chiedendo "l'autorità partentale congiunta". Mi risponde che secondo lui per ora non ci sono le prerogative. Allora gli propongo di inserire una data di scadenza, dopo la quale si potrebbe ridiscutere questo punto. La sua risposta è che anche formulata in questo modo si può ridiscutere. In questo modo ho cercato di portarlo ad un livello di consapevolizzazione della responsabilità della sua decisione. Discutendone, lasciando a lui la scelta di cambiare o no ciò che gli sta più a cuore. Ci soffermiamo anche su un altro punto "dolente" della convenzione, in cui si parla di denaro. Lui ne esce sconfitto, con poche lire in tasca. Ma, non vuole cambiare né ridiscuterne. Ciò che più gli importa è non "lesionare" i figli con ulteriori discussioni. Ma, la rinuncia lo ferisce molto. Si rende conto che lui sta dalla parte debole e che non è in grado di farsi riconoscere. Dal disgusto per la sua situazione nel nuovo appartamento, intravedo un cambiamento. Mi informa che per ora non può ancora consegnarmi la lista spese perché deve prima fare ordine nei suoi classeur. Se in precedenza la giustificazione era il "computer rotto e non ho fatto la lista", ora intravedo una volontà. L'aver comperato degli armadi, ha sì fatto di nuovo una spesa, ma una spesa propositiva, costruttiva. Con l'iniziare a fare ordine dimostra un voler stare meglio lui stesso, un primo passo. Un altro passo è l'aver montato gli armadi e aver iniziato effettivamente a fare ordine. Di più, mi comunica con soddisfazione personale la decisione di fare ordine nell'ordine. Ha creato fascicoli, etichette, mappette ecc. per ogni argomento. Ha inventato un sistema sul muro per attaccarci tutte le questioni pendenti così da averle subito a portata di mano. Tutto questo gli dà la motivazione a scrivere e rispondere con presa di posizione, facendo valere il suo punto di vista e non più rinunciare o lasciarsi cadere nella commiserazione (cambiamento anche nel linguaggio scritto- digitale). L'atto dell'ordinare permette a Sebastiano di vedere più chiaro, di "fare pulizia" dentro di lui e abbassare l'ansia. Sebastiano si sta riprendendo in mano e sta costruendo. Di più. Sta cercando di ricostruire un Sebastiano in quanto persona, non in base a quanto ha in denaro. La sua professione. Sebastiano ha espresso verbalmente il dubbio sulla sua professione. Ha espresso un desiderio inconscio di cambiare mestiere. Ha creato un'apertura energetica e mentale. Inconsciamente ha separato Sebastiano da Sebastiano informatico. In questo modo ha creato un'apertura verso l'esterno, che qualcuno ha colto perché gli è stato proposto un nuovo sbocco professionale, un cambiamento, la nuova proposta non ha nessun legame con l'informatica. Sebastiano l'ha colta con i guanti. Non si è fatto coinvolgere subito e impulsivamente, ma per ora l'ha accantonata prudentemente (impulsività > responsabilità). "Vorrei poter brevettare un'idea che ho avuto. Si tratta di poter comunicare una frase carina a chi ha una faccia triste, per esempio in coda in macchina, da far rispuntare il sorriso alle persone." Da questa frase colgo l'opportunità dicendogli che con questa sua idea, chiaramente mi dimostra quanto il suo stare bene o male dipende dall'ambiente esterno. Dà la responsabilità agli altri di farlo stare bene/male. "Automobilisti felici Sebastiano felice. Automobilisti tristi Sebastiano triste." (in questo modo ho posto la persona di fronte al paradosso del non amare sé stesso - Nonsenso) Tutti questi passi verso il cambiamento non sono sufficienti a dargli una soddisfazione. Inconsapevolmente Sebastiano mi comunica la mancanza di amore, proprio a questo stadio di cambiamento in cui sta compiendo i passi per uscire dal suo disagio. Alla mia domanda se è soddisfatto di Patricia Elzi giugno 2006 ciò che sta facendo, mi risponde: "che sta facendo il suo dovere, lo fa perché deve, ma se potesse …… domani sarebbe sull'aereo dei sogni del paese dove posso essere me stesso". Il desiderio di andarsene persiste. Persegue la strategia del fallimento per fuggire. In questo modo mi vuole dimostrare che anche se sta percorrendo una strada in salita, non serve per risolvere il suo problema, dimostrandosi così più forte. Allora gli chiedo di farmi due disegni per fargli visualizzare l'emozione: a) "come sono ora" : "una faticaccia tirare avanti" (vedi allegati 2) b) "come vorrei essere" : "una vita sana e di benessere" (vedi allegati 2) Con questi due disegni lo porto a visualizzare a che punto sta e cosa sta succedendo. Infatti gli faccio notare che nel primo, ha disegnato molto più ostacoli dietro di lui che davanti a lui. Ci sono due ostacoli segnati come "buchi" a cui lui attribuisce una "trappola". Una sta dietro a lui, ed è l'appartamento in cui vive adesso. Ha scelto un appartamento molto primitivo. Manca l'acqua calda, manca il riscaldamento, manca la cucina. Ma a lui era piaciuto soprattutto per la grandezza, per portarci tutti i suoi "averi" e per il fatto che un locale è dotato di vetrina per il suo "futuro negozio". Poi, con una penna segna dove si sente il quel momento (due setting dopo aver fatto i disegni), indicando un punto blu Dopo Tutti gli ostacoli, quasi in cima alla montagna. Questo indica un altro passo importante di consapevolezza. Sebastiano si sente spiazzato dalla parola "insicurezza". Con una domanda lo conduco a fare un lavoro mentale ad alta voce per capire la differenza tra aspettativa e diritto, così da discongiungere l'insicurezza e l'aspettativa (lavoro linguistico per deprogrammare il suo pregiudizio). "Non riesce a capire. Fa confusione. Si chiede allora se nel suo caso, quando era insicuro aveva delle aspettative dagli altri. Cerca di definire la differenza tra aspettativa e diritto. Perché lui in questo momento si sente in una situazione di diritto verso molti enti .… ora che lui ne ha bisogno si sente il diritto di chiedere senza il senso di colpa. …per tanti anni ha dato lui, ha fatto lui, ha organizzato le feste lui, ora si sono invertiti i ruoli e lui ha bisogno". Con questo lavoro ha ammesso e si è permesso di stare nel ruolo di quello che chiede aiuto. Ha cambiato prospettiva. Dopo diversi setting, questa volta volontariamente mi consegna la lista delle entrate/uscite. Essa è organizzata meglio e completa, anche con il periodo in cui non mi ha dato niente. Per tutte le sedute da qui fino alla fine me la consegna aggiornata. Sebastiano verbalmente comunica la scissione tra stare bene/male e avere/non avere soldi.(obiettivo) "se avesse vinto una lauta somma alla lotteria, è cosciente del fatto che sì avrebbe potuto spendere a fare liberamente quello che voleva, ma che non avrebbe però risolto i suoi problemi di fondo". "Si è anche reso conto che non è importante quello che fa e quanto si spende per fare attività con i ragazzi, ma lo Stare Con loro è più importante." Anche a livello energetico sente che il suo mal di schiena è in stretta connessione con il suo disagio esistenziale. Anzi, sente che ciò che sta facendo gli farà bene anche fisicamente, si sta prendendo cura di sé (quota d'amore). "Lui, se deve fare delle cose, fa cose che hanno un inizio ed una fine. Non quelle all'infinito" Allora ho cercato di dirgli che se lui curasse il mal di schiena il dolore ha una fine, lui ha confrontato la vita come il mal di schiena dicendomi "vedrai che una volta che ho risolto tutti i miei problemi scompare anche il mio mal di schiena!". Gli chiedo di fare una separazione tra l'essere padre e le finanze, conducendolo al problema operante (la sua filosofia attorno al denaro) e facendogli fare un lavoro molto profondo legato a suo padre (il secondo Patricia Elzi giugno 2006 disegno era piuttosto bucolico, solitario. La casa grande poteva essere quella di suo padre, l'immedesimazione con suo padre). "Gli sta a cuore di riuscire a pagare il minimo degli alimenti richiesti per non fallire anche come padre. Poi io gli chiedo di lasciare da parte un attimo il lato finanziario nel ruolo di padre, e di spiegarmi cos'altro secondo lui rientra in questo ruolo." Riferendosi a suo padre, nominandolo gli vengono le lacrime agli occhi e la voce tremolante. È riuscito a sciogliere un nodo e portarlo in superficie. "Suo padre è molto aggressivo e duro. Quando era piccolo suo padre lo puniva sia verbalmente sia fisicamente solo perché non metteva gli sci assieme in parallelo! O quando faceva lezioni di guida, per un piccolo sbaglio riceveva delle fortissime legnate sulle gambe. Tutte queste botte e arrabbiature gli sembravano molto ingiuste. Ma questa ingiustizia quando lui era piccolino non la sentiva. È qualcosa che sente ora. Lui si accorge di comportarsi in modo simile a suo padre e ha molta paura di comportarsi come lui. Perché questo gli ha portato molto dolore." (dolore portato in superficie). A questo punto sarebbe molto utile consigliargli una tecnica corporea per mettersi in contatto con l'aggressività accumulata e liberarsene attraverso il movimento (vedi parte Critiche e Conclusioni). Curiosamente, il giorno del setting avevo portato con me il giornale con le proposte e lui, in contemporanea, aveva già sfogliato lo stesso giornale scegliendosi alcuni corsi. TECNICHE Paradosso (laddove c'è una resitenza, il partire, alleanza con la strategia -il rendersi conto che nessuno lo trattiene, vai pure, sei libero) Disegni Proposta per una tecnica corporea per rafforzare l'energia interna volta al cambiamento (dal "corsi per adulti" ha scelto di frequentare "sofrologia Caycediana" che potrebbe corrispondere alla nostra tecnica mentale di ripr.) IL NUOVO PROGRAMMA "il cambiamento è influente quando è significativo" A questo stadio é importante richiedere alla sua volontà e alla sua determinazione se vuole andare avanti ad esplorare nuovi orizzonti. Per questo motivo d'ora in poi lascio a lui la responsabilità di contattarmi settimanalmente per fissare un appuntamento per il setting. In questo modo metto alla prova la sua disponibilità e rafforzo la sua motivazione nel proseguire. Mi comunica una nuova percezione di sé dicendomi "ora sono un assistito, mi hanno versato la prima somma di assistenza di fr. 1'350.-". Dedica a sé stesso un'attenzione focalizzata sui suoi problemi, ammettendo di essere in una situazione di bisogno dandosi il permesso. In questo modo abbassa l'ansia di combattere questa situazione reale, "perché ora è lui nella situazione di urgente bisogno". In questo modo si aprono anche altre prospettive. Ad esempio decide di dividere i compiti tra lui e la sua ex-moglie. Trova un accordo con la padrona di casa per avviare i lavori d'installazione di un riscaldamento in casa. Mette in moto la volontà, prendendo posizione così da porre fine ad una serie di pendenze. Acquisisce la capacità di dire di no, di decidere e di valorizzare sé stesso. Con una domanda miro a farlo entrare nella dimensione dell'opposto, quella che gli fa paura. "D: se la lista dei creditori dovesse estinguersi perché tutti hanno ripagato i loro debiti verso di lui e questi soldi non sono però a sua disposizione, di fare come se non ci fossero, in quale situazione si sentirebbe? R: Mai come la Paolina! Avrei ancora molti amici per cui io anni ho fatto dei piaceri e che potrebbero aiutarmi". Inconsciamente dimostra di voler risalire la soglia, che ha già toccato il fondo e che ora sta camminando verso l'alto. Se prima non vedeva alcuna via di uscita, ora ha visto lo spiraglio e desidera raggiungerlo. Pone fine all'autocommiserazione. Patricia Elzi giugno 2006 Con un'altra domanda, questa volta sul piano professionale, cerco di stimolare il suo desidero inconscio di liberare il suo potenziale strategico ponendolo davanti ad una scelta tra l'informatico e la nuova proposta: " indipendentemente dai soldi, spontaneamente cosa sceglierebbe? R: la seconda opzione". Fa una critica alla sua attuale professione da informatico, a chi fa e chi è l'informatico, in questo modo scioglie la sua persona da questa professione creando uno spazio per qualcosa di nuovo. Far emergere le sue aspirazioni. Sebastiano si rende conto del programma operante e di come il disagio gli provoca la continua repressione di aggressività ed ansia. Sta compiendo un lavoro di consapevolezza di chi è, una critica verso il suo programma, questo rendersi conto rafforza la volontà e la determinazione. "ha dentro molta rabbia repressa. Anzi l'ha anche ammesso. Per esempio l'ultimo fine settimana quando è stato con i figli varie volte ha dovuto reprimere e non scoppiare. Dice che però così è fittizio, non gli soddisfa la situazione". Quando Sebastiano descrive la sua indole, e descrive la sua filosofia attorno al denaro, pretende da me counselor una "sorpresa" durante ogni setting. La mia risposta: " che tutto sta a lui, che io non vengo ogni volta con una sorpresa ma che se lui ne desidera una è libero di provocarla". In questo modo lo riporto a focalizzare su sé stesso, alla famosa frase "ciò che mi accade è ciò che io sono". Per quanto riguarda il primo obiettivo che abbiamo accordato, piano piano Sebastiano si sta avvicinando al traguardo. Dimostra una presa di coscienza del valore materiale del soldo. "Da questa lista si è reso conto che è costretto a risparmiare a destra e a sinistra. Sulla spesa del portatile, la benzina, uscire la sera, ecc. E vede inoltre nero su bianco che ancora le uscite superano le entrate. Quando aquista qualchecosa è cosciente della spesa che sta facendo e forse ci pensa su una volta in più prima di farlo." Questi preludi volti al cambiamento, si intensificano ed accentuano. Ad esempio a livello linguistico verbalizza il cambiamento: "sono fiero di me stesso". Assieme a questa frase davanti a me si presenta una persona cambiata, che irradia una nuova energia. Energia che lo spinge e lo motivano a prendersi cura di sé per stare meglio: finalmente può scaldare in casa, ha pulito a fondo l'appartamento, ha lavato i piatti, ha costruito dei mobili di cui aveva bisogno, ideando persino un mobile multifunzionale, ha raggiunto un pareggio con la sua lista e/u, è riuscito a fatturare un lavoro, "Tutto è fatto e si sente bene nella sua pelle". Da tutti i passi che sta compiendo l'ambiente risponde in modo positivo. Questo rafforza il suo pensiero e la convinzione che è sulla strada giusta, "è fortemente convinto che sta mettendo delle " fondamenta rinforzate alla nuova casa da costruire". Sta ristrutturando il suo livello spirituale, "sa che per aver fatto e per fare il lavoro su se stesso era necessario tagliare i ponti con gli altri. Se prima si rendeva conto che senza non era capace di stare e che dipendeva totalmente dagli altri, attualmente non ha proprio voglia di vedere altre persone ", focalizzando sull' IO SONO. Giocando anche sull'opportunismo, perché lo stare da solo ora è diventata un'opportunità per attivare le risorse interne necessarie per il superamento. Mi rendo conto che Sebastiano ha bisogno di avere molte risposte che gli fanno sentire bene. Una di queste è anche la lettura che gli faccio ad altra voce del risultato del suo test di Lüscher. (vedi allegato 2). "La ascolta attentamente e alla fine esclama: "ci metto la firma!". In questo modo gli ho fatto sentire il "piacere" di benessere di stare meglio, quota d'amore. Il ragionamento che mi fa dicendomi che ora è capace di "godere" senza che questo sia quantificato in soldi, dimostra il raggiungimento del primo obiettivo. "Anche il rapporto con i suoi figli é migliorato e spera che anche loro apprezzino questo suo essere diverso. Questo star bene con loro, dandogli semplicemente amore". Patricia Elzi giugno 2006 Apre una nuova visione al suo passato attraverso il suo stato attuale di libertà. Compie una connessione con la sua voglia di andare via ora e la sua scelta di sette anni fa. In questo modo compie un atto di responsabilizzazione e crea una nuova connessione sinaptica. La Responsabilità è la conseguenza della Libertà! "Se lui volesse andare via nessuno lo trattiene. Sarebbe libero di andarsene. E che questo andare via è nella sua indole. Ma che stranamente, sette anni fa quando è tornato dall'Australia, ha scelto di restare, ha scelto di sposarsi e di avere dei figli. Scelte molto diverse, quelle di restare qui e avere delle responsabilità qui". L'autostima sta crescendo anche nella sua visione professionale. Prima si sentiva uno "sguattero" o un "servo" incapace di dare un valore a sé stesso, ora sente di voler valorizzare la sua persona, il suo sé. Sogna di "poter stare su un'isola e coordinare l'infrastruttura, ben retribuito", incosciamente si alza di grado migliorando la sua situazione qualitativamente. Il secondo obiettivo si sta avvicinando pacificamente, preludio per intraprendere la strada di approfondimento della sua patologia, passaggio dall'IO all'ES: "Lo informo sul fatto che settimana prossima ho due incontri con due psicoterapeute, e gli chiedo se anche questo obiettivo secondo lui potrebbe essere raggiunto. Mi risponde che non lo sa cosa vuol dire andare dalla psicoterapeuta, non sa se questo può dargli un tornaconto come sta avendo con i nostri incontri, dice che se io ritengo che lui ne abbia bisogno lui ci andrà.". Rispondendo in questo modo, giä pone un primo piede verso il passaggio, ma ancora non se la sente di prendersi la responsabilità di decisione. Il passaggio alla psicoterapia gli fa timore. Inconsciamente sa che quel lavoro sulla profonda conoscenza di sé lo porterà a dover rivivere dolori. Sento questo suo timore. Con le parole, con una profonda empatia e con lo sguardo lo metto in contatto con il suo cambiamento e con l'atto d'amore verso sé stesso. L'intento è di accudirlo psicologicamente e di alleviare l'emozione dell'abbandono. Infine mi dice: "ora ho capito, è proprio quello di cui ho bisogno. Sì, non ha nessun senso vincere un milione al lotto e fuggire fin quando non metto a posto il problema alla base". L'ultimo incontro si svolge in un ambiente "colorato". Sebastiano indossa colori che fino ad ora non aveva mai indossato (color salmone e color sabbia). Anche in casa ci sono colori nuovi (verde pisello, verde e blu). Ha avuto il coraggio di firmare un documento senza farmelo leggere prima. Dal suo linguaggio analogico esprime grande soddisfazione. Quando gli chiedo di mettermi in una scala di priorità la sua situazione professionale e quella personale non sa rispondermi. Con un giro di parole mi porta su quella professionale. Inconsciamente mi comunica il desiderio di avvicinarsi alla nuova professione. Nella parte "critiche" ho approfondito questo punto. Lo stesso giorno dell'ultimo setting, qualche ora più tardi mi invia un mail. Ecco la paura dell'abbandono. Mi chiede se può incontrarmi il "giorno dopo" che lui ha fatto la prima seduta di psicoterapia. Questa volta, ho vissuto un contro-trasfert in cui non sono riuscita a sentire l'abbandono del cliente. Lui si è sentito abbandonato, ragion per cui esprime rabbia verso di me con le parole "pilotata in maniera eccellente da te". Mi sono immedesimata con il senso di colpa per l'abbandono e ho proiettato l'abbandono su di me. L'ho "abbandonato" e non gli ho risposto secondo la sua richiesta. Dopo averne parlato con il mio supervisor gli ho inviato un altro mail. Questa volta il riscontro è stato migliore. "allora grazie per avermi permesso di "pescare" ciò di cui avevo bisogno, speriamo ora che il "viaggio" continui per il verso giusto ….:o)". O era troppo tardi, o la mia risposta era comunque adeguata alla sua richiesta. Non ci sono stati più setting di counseling.Ha saltato il primo appuntamento di psicoterapia. Mi ha contattata due volte telefonicamente. La prima per comunicarmi il suo disagio con la psicoterapeuta. Non gli piace la voce e lo ascolta con le gambe incrociate, costa tantissimo e dubita dell'efficacia. La seconda volta l'impatto è migliore ed è più fiducioso. Mi aggiorna sulla sua situazione. Ha contattato il signore Patricia Elzi giugno 2006 delle pompe ad acqua (nuovo sbocco professionale), ha inoltrato alcune richieste scritte necessarie per la normale burocrazia e mi comunica la messa in atto del divorzio sulla base dell'accordo menzionato. Esprime l'emozione di sentirsi meglio nel ruolo di papà: "prima li vedevo trasparenti, ora ho da offrire. Dal punto di vista di padre mi sento padre. Prima lo ero solo sulla carta." Ora sta costruendo un nuovo rapporto con loro, partendo da sé stesso con loro ricercando un benessere personale e comune. TECNICHE Colori di Lüscher 2 (vedi allegato 2) per il resto i commenti sono da leggere nella parte "Critiche e conclusioni" LE RISORSE "non c'è cambiamento senza energia" DEFINIZIONE DELLE RISORSE DI SEBASTIANO A questo punto della consulenza, egli sta riacquistando forze. Il presentarsi in colori nuovi include tutta una serie di attività effettuate prima. Ad esempio, con un ritmo quasi regolare giorno/notte anche il discorso dell'alimentazione ha ripreso a funzionare meglio, soprattutto nella regolarità. La pulizia personale e quella dell'abitazione sono due argomenti che Sebastiano sta rivalutando. Tutta una serie d' informazioni importanti che permettono il raggiungimento dell'obiettivo. Segnali che indirizzano gradualmente la persona ad un equilibrio sia interno sia esterno. Non sono in grado di valutare se questa energia si è mantenuta anche quando ha ricominciato ad inserirsi nel tessuto sociale. L'avvio per rimettere in moto l'ho constatato. Alcuni mesi dopo ho saputo che anche la sua vita sessuale ha ripreso a gonfie vele. Questo dato sta ad indicare che la risorsa energetica si è anche rinforzata per costruire una sicurezza interna che ha saputo esprimere. Questa informazione mancava durante gran parte delle consulenze dovuta alla carenza di risorse su tutti i fronti. TECNICHE Non ho consigliato rimedi per rinforzare le sue risorse. Questo discorso l'ho approfondito nella parte "critiche" di questo lavoro. CRITICHE E CONCLUSIONE In settembre 2005 Sebastiano ha assistito alla presentazione del libro "Il counseling come riprogrammazione" di Mario Papadia, e circa un mese dopo mi ha contattata per aiutarlo. Le consulenze si sono svolte regolarmente ogni settimana, tranne due volte, per un totale di 17. A causa di una mia incapacità di interrompere, i nostri incontri sono durati sempre ben più di 50 minuti. Anzi, durante le fasi di accoglienza e indagine ho addirittura raggiunto le 2 o 3 ore. Poi piano piano sono riuscita a ridurre fino a 1 ora e mezza. Il motivo di non riuscire ad interrompere era legato alla mia insicurezza di riconoscimento. Spiego meglio: avevo la sensazione di non valere il prezzo richiesto per 50 minuti, prolungandolo mi sentivo più a posto con la coscienza. Inoltre, alla fine di ogni nostro setting, quando scrivevo il bollettino e lui mi pagava mi sono sempre sentita a disagio. Come se io togliessi a lui quel poco che aveva. Oggi sono cosciente del fatto che è importante non andare oltre l'ora di setting, perché prolungandone la durata non aumentano parallelamente né la qualità né l'aiuto. Dal primo incontro fino al 15esimo ho sempre contattato io Sebastiano per fissare l'appuntamento. Anche in questo caso si trattava di una mancanza di fiducia nel mio lavoro. Avevo timore che se non l'avessi Patricia Elzi giugno 2006 contattato io lui non si sarebbe più fatto vivo. Sono però riuscita a utilizzare questa defaillance come strumento per valorizzare il suo cambiamento e introdurlo come una sua presa di responsabilità (imput positivo). Dal mio punto di vista questo ha contribuito a valorizzare nostro lavoro. Oggi, ho imparato che se anche un giorno dovesse capitare che il cliente interrompe le consulenze per un qualsiasi motivo, posso trarne delle conseguenze positive e costruttive per la mia esperienza professionale. Il luogo dei nostri incontri non è sempre stato piacevole. Quando era possibile organizzavo un luogo neutro e non troppo lontano da lui, ma quando ciò non era possibile in un primo tempo ci si incontrava al suo posto di lavoro situato in uno scantinato sotto un negozio. Qui le persone che lavoravano in negozio facevano avanti e indietro. Più in là Sebastiano ha traslocato ufficio e casa in un unico posto. In questo luogo mi sentivo fortemente a disagio per vari motivi. Avendo appena divorziato e traslocato, l'appartamento era tutt'altro che accogliente con tutte le scatole in giro. Inoltre durante l'inverno nel suo appartamento non c'era il riscaldamento e scaldava solo una stanza con il camino. In questa stanza lui dormiva e mangiava. Alcune volte la mattina, mi è capitato di svegliarlo, e il mio disagio era di dover stare nella sua "camera da letto", con lui ancora rintontito e la stanza con quell'odore di dormito e chiuso. Inoltre faceva molto freddo ed uscivo con le labbra e le unghie viola. Ora, mi sono organizzata in modo da avere a disposizione per un giorno alla settimana un locale dentro lo studio di una psicoterapeuta, che posso utilizzare quando ne avrò bisogno. Prima di ogni incontro, il giorno stesso, mi preparavo teoricamente per lo svolgimento dell'ora. Rileggevo la scheda dell'incontro precedente per individuare ed entrare nello stato in cui eravamo rimasti, per annotarmi alcuni appunti per focalizzare a che punto ci trovavamo nella riprogrammazione e quali strumenti avrei potuto utilizzare. Tutto questo iter, ricordandomi sempre che sarebbe stato il cliente a portarmi nella sua dimensione, ma la preparazione mi dava una base per aiutare il cliente verso l'obiettivo. Quando Sebastiano ha aperto il suo cuore piangendo durante i primi due setting, ho sentito la fiducia che piano piano si stava costruendo. Soprattutto dal lato della dignità di Sebastiano. In quanto lasciarsi andare in questo modo per lui significava mostrare un suo lato fragile, snudarsi davanti a me, non si è sentito compatito ma accolto. Io in quei momenti l'ho sentito veramente senza maschera e con la fiducia di potersi lasciar andare fino in fondo. Questa fase l'ho ritenuta molto importante per poter proseguire il lavoro. A volte era sorpreso della semplicità di come si potesse stare meglio e a volte si è dimostrato un po' scettico. Non si è mai rifiutato di fare i supporti tecnici che gli ho richiesto, tipo i colori di Lüscher, la narrazione, il sogno e il disegno, tranne i Fiori di Bach. (approfondisco più avanti). La narrazione: non ne ho fatto strumento diretto di colloquio! Errore, perché mi avrebbe permesso di avere informazioni più precise sulla sua filosofia di vita e mi sarebbe stato utile nella fase di deprogrammazione. Le prime consulenze erano assai caotiche. Mi hanno dato non poco filo da torcere per individuare la varie fasi. Infatti Sebastiano aveva un serbatoio pieno da svuotare e i suoi racconti erano molto sconnessi, partendo per esempio da un tema ben preciso per poi perdersi nelle sue vicissitudini con la sua ex-moglie. Quando abbiano iniziato a lavorare, si trovava in trattative con gli avvocati per il divorzio, situazione che lo metteva molto a disagio. Ogni volta che doveva presenziare un'udienza, mi descriveva il suo stato come una persona affetta da uno stato d'ansia. I sintomi erano: tremolio che partiva dalle dita e le mani, aumentando di intensità e questo malessere raggiungeva la testa e tutto il corpo fino a diventare rosso e sudato (aumento della pressione sanguigna dall'accellerazione del battito e del respiro); blocco della voce: incapacità di pronunciare parole o parlare solo a pezzi sconnessi (tensione muscolare che causa il blocco); tutto accompagnato da nausea e vomito. Solo oggi, mentre sto scrivendo questo lavoro, mi sono resa conto che tutti i sintomi descritti sono legati all'ansia come forma di paura o campanello d'allarme dell'IO. Questi erano veri e propri attacchi di panico. A lungo andare si è trasformato in ansia generalizzata. Il mio supervisor l'ha subito individuato consigliandomi la necessità di un intervento psicoterapeutico. Quando Sebastiano me ne aveva parlato, Patricia Elzi giugno 2006 aveva accennato che per questo suo malessere in un primo tempo prendeva dei medicamenti antidepressivi, ma che dopo una scatola aveva smesso di sua iniziativa. Poi si era fatto dare dal suo kinesiologo un rimedio naturale. Mi dispiace molto di non aver individuato a suo tempo chiaramente l'ansia. Questo è stato sicuramente un punto debole del lavoro. Non mi resta che sperare in un buon lavoro con la psicoterapeuta, la quale potrà individuare le cause e approfondire questo conflitto interno. Dopo i colori di Lüscher e la narrazione (qui ho avuto un attimo di crisi perché non mi ha fatto subito la narrazione e ho iniziato a dubitare sul mio operato, difficoltà a prendermi la responsabilità, i rischi e la paura di sbagliare), insieme abbiamo posto due obiettivi da raggiungere. Abbiamo individuato quale strumento potesse accompagnare i setting per il raggiungimento del primo. Mi rendo conto che sono stata un po' lenta e ho aspettato un po' troppo per questa terza fase. Ma anche qui direi che era dovuto alla difficoltà di trovare un punto d'inizio nell'enorme matassa di informazioni. Avevo comunque già assegnato qualche obiettivo a corto termine, inserito nella sua dimensione di tutti i giorni. Così ho anche potuto testare la sua disponibilità in questo senso. All'inizio, la consegna da parte sua dello strumento accordato (foglio entrate/uscite) era molto irregolare e non me lo consegnava di sua spontanea volontà ma solo su mia richiesta. Poi, per alcune volte non mi ha consegnato la lista. Non ho individuato subito questa fase di resistenza. Quando poi ha ripreso a fare la lista la sua motivazione era cambiata. Aveva iniziato a fare ordine nei suoi incarti e comperato dei classatori per ogni tema. La lista era più pulita, più organizzata e me la dava spontaneamente lui a volte anche all'inizio del nostro incontro. Verso la fine ne andava tutto fiero ed era la prima cosa che mi dava in mano prima di iniziare. Mi ha mostrato l'ufficio dove aveva riorganizzato tutto. Con scaffali, colori, mappette trasparenti, ecc. Mi spiegava che ora, se un qualsiasi ente avesse avuto bisogno di un incarto, lui l'avrebbe trovato in un secondo. Esprimeva fierezza e soddisfazione per ciò che aveva fatto. In questo modo ho capito come con uno strumento ed il raggiungimento dell'obiettivo, automaticamente sono stati coinvolti tutta una serie di disagi esistenziali della persona. Il secondo obiettivo, proposto appunto dal mio supervisor, mi ha oggi aperto una porta per capire meglio il compito ed il vantaggio di counselor e quello dello psicoterapeuta. (vedi conclusione) Fiori di Bach. Solo una volta ho provato a proporre a Sebastiano questo rimedio. Durante la fase dell'accoglienza poteva essergli di supporto un rimedio tipologico oppure un ansiolitico. Ovviamente la mia non-convizione non è riuscita a convincere lui ad accettarli. Si trattava qui di una difficoltà di scelta tra i fiori e la personalità. Difficoltà influenzata dalla mia presa di responsabilità per la scelta e l'eventuale sbaglio, ragion per cui inconsciamente spostavo il problema sulla non-convizione dell' utilità dei Fiori. Oggi, rivalutanto, avrei potuto consigliargli Scleranthus per la sua tipologia e Gentian per la sua tendenziale sfiducia e scetticismo. Stava comunque già prendendo un rimedio erboristico. Procedendo nel lavoro, anche durante la fase della deprogrammazione sarebbero stati molto utili. Ad esempio Cherry Plum, come supporto psicosomatico per la tensione e l'aggressività accumulate ed il timore che questa tensione potesse scoppiare e fargli perdere il controllo di sé. Questa tensione l'ho sentita e a suo tempo invece dei Fiori gli avevo consigliato un corso in cui potesse sfogare questa aggressività. Ho scelto la tecnica del disegno per fargli visualizzare il suo cambiamento, analizzando contemporaneamente anche i colori utilizzati. In seguito anche durante la fase del nuovo programma i Fiori potevano essere un ottimo supporto. Sono cosciente del fatto che non ero in grado di proporre altre possibili tecniche per la mia inesperienza. ragion per cui ho scelto di rifare il test di Lüscher soprattutto per fargli sentire a livello fisico il "piacere" di stare meglio e la presa di coscienza del cambiamento in atto (amore verso sé stesso). Durante questo lavoro, non avevo ancora acquisito abbastanza conoscenza con le tecniche. Oggi, esperienze dirette non le ho ancora vissute, ma teoricamente mi sento in grado di scegliere. Avrei optato per il training autogeno per creare uno stacco tra la sua ansia ed il suo metodo di comportamento e quindi anche alleviare la tensione fisica alla schiena. Poi anche la tecnica della visualizzazione puntando sul problema della creativià. Ovviamente, esiste una grande differenza tra la teoria e la pratica, ragion per cui le tecniche che oggi avrei deciso non sono necessariamente quelle giuste perché durante il setting, nello Patricia Elzi giugno 2006 spirito dell'empatia "tutto può succedere". Da ultimo ma non meno importante è: "non c'è cambiamento senza energia". Non avendola ancora trattata in classe, non ho potuto inserirla nel lavoro. Ma allora non ho finito il mio lavoro? I due obiettivo sono stati raggiunti. Per ancorare più profondamente il nuovo programma è importante non sottovalutare l'ultima fase. Può anche darsi che la libertà raggiunta del cliente lo induca a optare individualmente per una disciplina. Ciò che non è mancato è l'energia positiva tra Sebastiano e counselor. All'inizio dei nostri incontri Sebastiano spesso ricadeva nella narrazione di tutte le sue sventure vissute con la sua ex-moglie. Essendo una vicenda appena successa da una parte è comprensibile, ma ripensandoci oggi poteva essere anche una protezione o una resistenza per non andare a scoprire più in profondità la persona stessa. Infatti, inconsciamente sapeva che anche la sua persona aveva contribuito alla brutta fine del matrimonio, ma chiaramente è molto più difficile ammettere una propria colpa. Ancora più difficile è installare un rapporto di fiducia con il counselor quando tutta la società ti è nemica ed è causa dei tuoi guai. Il semplice fatto che non l'ho mai ostacolato a raccontare e che ho permesso a lui di esprimere e sputare fuori ha sicuramente aiutato a rinforzare la fiducia tra noi. Analizzando la sua vita professionale, ha trasmesso un disprezzo per la sua professione da informatico e inconsciamente è alla ricerca di uno sbocco totalmente diverso. Quando raccontava del suo lavoro di becchino, gli piaceva il ruolo di consolare e viziare le persone per renderle soddisfatte. Oppure la possibilità di uno sbocco professionale in un campo totalmente nuovo, era per lui un desiderio nascosto, ma non ha mai contattato la persona perché aveva timore di perdere questa possibilità. Nella fase del nuovo programma avrei potuto immettere una quota d'amore tramite la via della supplenza, offrendomi di telefonare la persona di contatto per fissare un appuntamento per un colloquio. Ma questo non rientrava nell'obiettivo prefissato. Mi sorge spontaneo una domanda: se alla fine del lavoro, al cliente nasce il desiderio di voler cambiare professione, abitazione, compagno o altro, questo significa che il cambiamento del nuovo programma non è stato abbastanza significativo e quindi non ha influito abbastanza su tutti gli aspetti? No. Questo a mio avviso significa invece che il cambiamento ha fatto nascere un desiderio per un cambiamento evoluzionistico. Suppongo che, a prescindere dal desiderio del cliente, si potrebbe iniziare un nuovo periodo di counseling. Nell'ambito di questo lavoro ho capito l'importanza della definizione di un obiettivo e l'inserimento di esso. Innanzitutto, l'obiettivo concreto, individuato con il cliente, adatto e tagliato su misura per lui, gli permette di visualizzare un traguardo. Se questa tappa non viene fatta, si rischia di perdersi o di lavorare su troppe cose facendogli perdere il filo e la determinazione. Infatti, procedendo con il lavoro si introducono sempre nuovi elementi, nuovi programmi e nuovi possibili obiettivi, ma il rischio é quello di non riuscire a raggiungerne neanche uno! Anche se, nella scala delle priorità può sempre darsi che ad un certo punto salta fuori un elemento forte, allora spetta al counselor decidere le modalità di procedura. Sebbene io conoscessi Sebastiano già prima del nostro primo setting, essendo lui un amico d'infanzia di mio marito, sin dal primo incontro ho cercato di ascoltarlo come se fosse la prima volta che lo vedessi. Prendendo quindi in considerazione solo gli elementi, i fatti e la persona stessa come si presentava in quel momento. Dal canto suo, il fatto che mi conoscesse come la moglie del suo amico, forse lo ha aiutato nella scelta di chiedere a me aiuto. Sicuramente anche il luogo neutro dei nostri primi due incontri ha aiutato Sebastiano ad avere fiducia. Non sono però riuscita a comunicargli il mio disappunto quando arrivava in ritardo, né a dirgli che questo tempo perso non si recuperava. Anche questo da parte miaera un segnale d' insicurezza, mentre per lui sarebbe stato un possibile aiuto in più per fargli capire dove sta il limite. Dopo ogni setting, ho rapportato il lavoro svolto in una scheda. Questo mi è stato di grande aiuto per andare a riguardare una sua frase o un suo gesto. Ma mi ha anche permesso di staccare. L' atto di scrivere ciò che era successo, mi liberava la mente per poter affrontare il prossimo incontro con nuova e profonda empatia. Patricia Elzi giugno 2006 CONCLUSIONE Piano piano sto maturando la ferma convinzione dell'utilità estremamente attuale della professione di counseling di riprogrammazione. Ora sono in grado di individuare meglio la differenza tra psicoterapeuta e counselor soprattutto valorizzando il ruolo del secondo . Dall'IO parte il processo che organizza e coordina i tre livelli bioenergetico, mentale e spirituale. L'IO è allo stesso tempo programmatore ed il risultato delle procedure programmate. Il counselor lavora sull'IO. Il setting di counseling è il luogo adatto onde far incontrare il soggetto con le sue intenzioni e disagi nel momento in cui le sta esprimendo. Gli permette di provare l'esperienza diretta di entrare in contatto con le sue modalità di comunicazione e le sue strategie utilizzate. Il counselor lo contiene e lo accompagna. Il suo intervento rispetta la personale modalità di ciascuno, enfatizzando sull'unicità e la valorizzazione del soggetto, lavorando sul qui ed ora rendendo il cliente protagonista del setting. Psicoterapia è sì l'analisi del profondo prendendo in esame l'IO e le sue anormalità. Ma inizia dallo studio dell'ES e delle sue modalità di azione. Un lavoro di analisi che parte dal profondo per portare in superficie. Il compito dell'analista, in veste di osservatore, è quello scomporre il quadro tra le differenti istanze per individuare le parti che lo compongono (l'Es, l'IO ed il Super-Io). Questo processo, tenendo conto della sua complessità, è molto più lento e meno diretto del counseling. Ed è forse anche l'ostacolo che frena tante persone a chiedere aiuto ad un psicoterapeuta. Il counselor di riprogrammazione agisce tenendo conto della persona come totalità. Lavorando sulla base di elementi espressi dal cliente durante il setting, l'IO in difficoltà. Sta al testo, non interpreta, non scava e non cerca cause ma segue ed ascolta empaticamente basandosi su elementi presenti raggiungendo così lo scopo di professione dell'aiuto. In questo modo il cliente si sente subito accolto ed aiutato e cosìcche la sua motivazione a procedere è viva. Non inventa né suppone. Le sei tappe di riprogrammazione permettono di "scomporre" (deprogrammare) e di "comporre" (nuovo programma) in prima persona l'IO che ostacola. Gli strumenti e le tecniche proposte dal counselor vengono scelte solo in base a quella specifica persona, non sono generalizzate e banalizzate. Questo permette al cliente di sentirsi unico e privilegiato, in modo da rafforzare la base di fiducia e da liberare la sua determinazione senza le quali non si può né procedere né raggiungere un obiettivo. Mi soffermo brevemente sulla specializzazione artistica che ho scelto. Questa scelta mi permette di unire i miei desideri e potenziali più intimi per aiutare alla diffusione di una visione più positiva e propositiva della vita includendo la creatività e le attività artistiche come componenti importanti e a volte anche essenziali per il benessere. Benessere inteso non solo come assenza di malattia, ma come sviluppo del potenziale di ciascuno di noi. Il counseling artistico offre al cliente significative esperienze di crescita personale coinvolgendolo con le sue proprie possibilità espressive, dando spazio liberatorio di scelta e di espressione innate in ognuno di noi e che fanno parte della personale maturazione psicologica. Valori che la società sta perdendo, ma che permettono ad ognuno di noi di esprimere le nostre emozioni, di tirare fuori il modo di essere più intimo attraverso modalità "artistiche". Questi strumenti sono centrati sul cliente e permettono di comprendere come è possibile rispondere in modo appropriato alla richiesta del cliente, che sia questa implicita o esplicita. Patricia Elzi giugno 2006 Allegato 1 - Schede dei setting Cliente: Sebastiano Ongaro - Primo incontro Data: 7.10.05 Il primo incontro con questa persona é stato molto lungo (3 ore) e .... mi capita un uomo che ha non sa più come andare avanti e ha toccato il FONDO! Sebastiano Ongaro, 41 anni. Attualmente vive da solo da 5 mesi perché sua moglie lo ha buttato fuori. Lavoricchia a destra e a sinistra ma dal mese prossimo andrà in assistenza (significa che non riceve più i soldi dalla cassa disoccupazione perché ha finito il periodo per questo diritto, ma non ha un lavoro e ha bisogno quindi di assistenza. Per il suo Ego é massacrante). Ha un figlio avuto con la sua ex-moglie (6anni) e un "figlio" che sua moglie ha avuto da un altro prima di lui, ma che non ha mai fatto il padre, e questo ragazzo ha 11 anni e chiama papà il Sebastiano (particolare che lo commuove e lo rende molto felice). Una delle sue ultime frasi testuali sono state: l'unica posizione in cui posso stare perché non mi capiti qualche cosa o che io non combino qualche disastro é stare fermo. Ho cercato di muovermi in tutte le direzioni possibili, ma appena compio il gesto per fare un passo mi crolla la terra sotto i piedi. Ma non posso stare fermo. (E questo me lo ha raccontato in piedi mostrandomi lui stesso cosa intendeva). Ha iniziato cercando di spiegarmi cosa vorrebbe cambiare. Ma si é perso nel discorso, narrandomi un'infinità di vicissitudini denigranti verso la sua persona da parte di sua ex moglie, dopo 7 anni di matrimonio. La quale é arrivata a far scrivere dal suo avvocato che Sebastiano é un potenziale pericolo per i suoi figli perché in possesso di armi da caccia. Questo per lui é stato un colpo durissimo e si chiede come ha potuto vivere 7 anni con una persona che non solo pensa ma dice in giro e lo mette in cattiva luce davanti a conoscenti e parenti rovinandolo completamente. Poi mi ha spiegato che lui già da sempre non si trova a suo agio in questa società. Mi ha descritto il suo disagio facendomi l'esempio di una festa estiva che lui organizza ogni anno nella sua casetta ai monti. Un evento che già da 20 anni fa, che gli piace immensamente organizzare per invitare le persone con cui lui ha piacere di stare. Per questa festa spende parecchi soldi, e tutte le persone a suo avviso gli hanno sempre fatto capire che é stupido (che é un ciula) da parte sua spendere così tanto, che farebbe meglio utilizzare quel denaro in un viaggio per esempio. Quello che cercava di farmi capire, é che a lui fa molto piacere e a lui piace e ama dare e far stare bene i suoi amici, e che in cambio non chiede niente, ma a suo avviso non viene capito. La società non corrisponde al suo desiderio di fare solo del bene. La società in cui vive non capisce che lui ha solo il semplice desiderio di dare tutto se stesso per far star bene l'altro, ma in cambio non Chiede niente. Si aspetta però che in cambio se non domani, l'anno prossimo o fra dieci anni, forse lui potrà avere bisogno ma non vuole sentirsi forzato a chiedere. Per esempio, quando il mese prossimo dovrà lasciare il suo appartamento perché non é più in grado di pagarlo, dice che ha una marea di amici dove potrebbe trovare un letto e qualche cosa da mangiare, ma dal dire al fare c'é di mezzo la sua dignità, Questo é cadere troppo in basso. A suo avviso in altri paesi il dare ed avere é molto più naturale, é nella indole delle persone, persino a chi possiede meno che nulla. L'apice per lui é far stare bene chi lo circonda. Lui in tutta la sua vita non ha nemici, da parte sua, se a volte gli é capitato di avere uno scontro verbale di opinione, pur di non litigare lui si tira indietro a scapito suo. Nella sua professione (informatico) ci tiene ad aiutare le persone, a metterle a loro agio, a risolvere il loro problema, ma in un qualche modo e sempre per un qual inghippo o burocratico o altro non fattura tutto il suo lavoro o solo un 100esimo di tutto quello che ha fatto. Quello che ci smena é sempre lui. In questo momento si vergogna di sé stesso. Se prima nelle lettere per una ricerca di un posto di lavoro poteva scrivere alcune qualità, tipo affidabile e gentile, paziente, ora potrebbe solo scrivere depresso, inaffidabile, un disastro, perché tutto quello che tocca si rompe e niente funziona. Si sente completamente labile e senza alcuna barriera, qualsiasi persona che si avvicina può chiedergli e fargli tutto. Non ha difese. Si rende conto che questa sua "bontà" ora gli causa una marea di problemi perché non ha più freni. (Ha espresso il desiderio di fare qualche cosa in questo senso). La sua condizione finanziaria é disastrata, non sa se ha abbastanza soldi per far benzina, dall'altra parte per vendere una sua macchina prima si fa spennare dal garagista per metterla a posto e renderla Patricia Elzi giugno 2006 vendibile. E mentre aspetta il garagista che sta lavorando, uno zingaro francese, con una mercedes ancora riesce a rifilargli tre tappeti per il prezzo di uno, e gli da ancora 200 euro per passare la dogana! Poi va in disperazione e piange fiumi di lacrime quando tocca il tasto bambini. Quando non può andare con loro in piscina perché costa troppo allora deve ripiegare su uno sciroppo e una gita la fiume. Ha parlato di maschere. Sul lavoro bisogna essere in un certo modo, a casa in un altro modo, con gli amici ancora un altro, e quando potrà essere se stesso? L'unico momento in cui dimentica e cancella momentaneamente tutto e sta "bene", é quando sta con i suoi figli. Ma anche qui di nuovo piange, perché la sua disperazione é quella che non riesce ad essere il padre che vorrebbe essere per loro. Si sente una merda, ed il suo sogno é quello che un giorno i suoi figli lo descrivono come un padre su un piedistallo. Come lui fa con suo padre. Dice che é cresciuto in un mondo irreale e che i suoi genitori non lo hanno preparato per una realtà completamente diversa, dove la bontà altrui é inesistente. Ed essendo così buono in questa società non c'é posto per i buoni. Vorrebbe andarsene da qui, lasciare tutto e partire per esempio in Perù, dove spera di trovare le persone fatte come lui. Nella sua disperazione é arrivato a dire che pur di tirare dentro qualche soldo sarebbe a questo punto anche disposto a fare il corriere per la droga. Non gliene frega più niente. Ormai non ha più niente da perdere. A volte, notavo in lui una espressione aggressiva. Può darsi che abbia paura di questa sua reazione? Che se lascia fuoriuscire questa emozione non sa cosa succede? Ha ripetuto moltissime volte il fatto che lui é uno stupido, uno che non capisce niente, che appunto é un "ciula". Ha uno strano e irreale rapporto con i soldi. Non é in grado di gestirli e dentro di lui scatta come un meccanismo che prima di guadagnarne deve spenderne, e ne spende una cifra sproporzionata. Una volta mi ha chiamata Paola, e si é subito corretto, questo é un transfert? Mi ha descritto il suo malessere fisico, che quando all'inizio della sua separazione, doveva colloquiare con la sua ex-moglie, iniziava a tremare nelle dita e le mani, poi sempre più su, fino a diventare completamente paonazzo e non riuscendo più a parlare, o parlare solo a pezzetti sconnessi; all'inizio anche con attacchi di vomito (aggressività repressa?) Circa due anni fa hanno tentato una terapia di coppia che si é conclusa in niente. Dopo la separazione é stato da uno psicologo, un psichiatra che gli aveva prescritto dei farmaci per gli attacchi epilettici (ne ha presi una scatola e poi ha smesso). Ha fatto la riflessologia plantare. Ha cercato di curarsi con l'omeopatia e l'unica cosa di cui mi ha parlato bene é stato 1 o 2 incontri con un kinesiologo, che dice che lo ha aiutato. Ma poi questa persona lo faceva gratuitamente perché era un amico, con cui poi ha avuto dei disaccordi. Volevo organizzargli una seduta con una kinesiologa che conosco bene, per aiutarlo per lunedì, ma ha rifiutato, con la scusa che da stasera fino a domenica sera aveva con lui i figli e che non avrebbe avuto tempo. Lunedì ha una udienza, e già ora inizia a preoccuparsi e sentire che questo malessere arriva. Ha paura di non riuscire a controllarsi e di dire parole che non vorrebbe o dovrebbe. Gli ho promesso che l'avrei chiamato sia sabato sia domenica . E che ci saremmo rivisti settimana prossima. Cosa posso fare di più? Gli ho anche spiegato che questi incontri sono incontri in quanto counselor in formazione-cliente,(non come amica-amico) e che tutto quello che viene detto durante i nostri incontri rimangono dentro e non uscirà niente, neanche con mio marito (Ho ritenuto importante dirglielo perché Sebastiano é un carissimo amico d'infanzia di mio marito.) Gli ho anche detto che questi incontri costano Fr. 50.-, e che ci accorderemo poi in futuro come fare avvenire il pagamento. (visto la sua situazione finanziaria disastrata!) Alla fine, era in piedi di fianco a me, e ha fatto un piccolo sospiro. Forse si é sentito per un istante Patricia Elzi giugno 2006 sollevato, leggermente più leggero, dopo tutto quello che ha tirato fuori! Da parte mia sono soddisfatta. Ho ascoltato, parlato molto poco, e rassicurato con la mano quando la disperazione era molto forte. Ho avuto molta difficoltà a trattenere le mie lacrime quando gli scorrevano a lui, ma con la scusa di andare a prender un po' di carta sono riuscita a trattenermi. E`stato un incontro INTENSO, e tu pensi che io sono in grado di aiutarlo? Ciao Mario Un abbraccio e buonanotte (Mail al Supervisor) Domanda: Ciao Mario, cosa posso consigliarli per il suo malessere fisico? Ho pensato dei fiori di Bach, visto che ha fiducia nell'omeopatia. Poi, stamattina, prima dell'udienza gli ho consigliato di fare una serie di respiri gonfiando/sgonfiando come un palloncino la pancia, per rilassarsi. Mi ha appena telefonato che é contento che non ha avuto effetti collaterali durante l'udienza. Aveva nausea quando tutto era finito, glio ho detto di bere una coca-cola. Lo so, forse non suona molto professionale, ma é quello che mi é venuto. Abbiamo fissato un prossimo incontro a giovedì. Comunque é ancora presto per parlare di psicoterapia con lui, penso che in questo momento già solo il fatto che si sente seguito lo conforti leggermente. Ne parliamo ancora meglio nel week-end se c'é tempo. OK? Se ho capito bene, durante questi tre mesi, l'obiettivo é quello di riprogrammarlo per una psicoterapia ? Lo devo avvisare sui 3 mesi previsti? Risposta: Carissima. Anzitutto un complimento grande per come hai riferito il caso. Considerata la sua complessità io direi che questa persona ha proprio bisogno di uno psicoterapeuta. Però non è preparato a questo. Direi quindi che il tuo lavoro può consistere nell'ascoltarlo e nell'aiutarlo ad accettare l'idea di una psicoterapia. Lavora con calma e datti tre mesi di tempo per giungere a questo punto di arrivo. Ciao Incontro 2 14 ottobre 2005 Prima di iniziare lo avviso che questa volta facciamo un’ ora. Dice di aver provato tanto, tutto, ma non ha trovato come stare meglio. Dice di essere una persona positiva, aggiungendo “per fortuna”, e che comunque non molla mai. Continuerà in tutte le direzioni, non si lascerà andare. Per lui il suicidio non è un tema. “Non esiste”. Neanche quando é da solo. Perché quando è solo allora incomincia a pensare, pensare. Mi informa che due giorni prima è andato dal kinesiologo, ha insistito di avere un appuntamento e alla fine ci è riuscito. Sembra soddisfatto. Gli faccio notare che questo è un buon segno, un segnale positivo che ha la volontà di guarire. Riprendo una sua riflessione della scorsa volta, quando disse che si era reso conto che è qualcosa alla base che non funziona. Alcuni problemi li aveva già anche prima di sposarsi. Riprende il discorso che qui in Ticino non si è mai sentito a suo agio. Il feed-back che gli danno gli altri è che non si sente capito e che anzi gli fanno capire che lui è fuori. Ha sempre avuto difficoltà nei contatti qui. Poi fa un esempio. Durante le feste o ad una cena lui non riesce mai ad essere una star o il “punto focale”o meglio La persona di riferimento. Si sente come trasparente, le persone gli passano davanti e non gliene importa niente di lui, indifferenza. È stufo di sempre dover rispondere “bene grazie” quando gli si Patricia Elzi giugno 2006 chiede “come stai”. Vorrebbe poter dire anche “male grazie” o non rispondere se non ha voglia. Gli chiedo di parlarmi della sua famiglia di origine. (incrocia le gambe) Incomincia da suo padre, figlio di un impiegato, “fissato” sul posto di lavoro sicuro. Molto duro nei confronti di sua madre. Mai un complimento o una parola positiva. Sua madre, un livello più alto culturalmente perché figlia di imprenditori. Molto ingenua e bonaria: “mio padre si fa fregare una volta la bici, ma poi fa buon tesoro di questa esperienza e non ripete lo stesso errore. Mia madre, neanche dopo 50 biciclette rubate reagisce né si arrabbia.” Descrive di quando suo padre rientrava dal lavoro, aveva l’abitudine di criticare. Mai è riuscito a dire una piccola frase di complimento a mia madre. Che “poverina, così minuta, con noi tre, sgobbava da mattina a sera”. Sebastiano è il primo dei tre, segue a 1 1/2 anno Mirko e ancora 1 1/2 Marina. Racconta che quando andavano al nord (sua madre è tedesca), non partivano mai i tre fratelli assieme. Facevano a turni, uno stava a casa. Altrimenti era troppo pesante da sopportare. Avendo la madre tedesca, era importante mangiare sano, andare a letto ad un orario ragionevole e andare in montagna a respirare aria pura. La madre si impegnava a fargli fare attività, per evitare che gironzolassero per la strada. Tra i suoi genitori non ci sono mai stati problemi rilevanti. Spesso dei conflitti e battibecco, ma mai così forti da mettere in crisi il matrimonio. Io gli ricordo che la volta scorsa aveva parlato del fatto che non era soddisfatto di come l’avevano “preparato” al mondo esterno. Varie volte prende l’esempio del deserto o di un luogo dove non c’è nessuno. E si chiede come mai e perché in quei posti sta bene e non in mezzo alla gente. Dice che anche i suoi genitori erano così e ora hanno risolto isolandosi su per le montagne in una casetta e un paesino che conta forse 10 abitanti. Sento la sua angoscia e dice che così lui non vuole finire. Gli ho parlato della programmazione e programma, prendendo spunto che lui è un informatico ho cercato di spiegargli che non si tratta di trovare una colpa, ma che lui è così perché è cresciuto in questo tipo di programma, ma che in quanto informatico, sa che si può cambiare programma. Lui ha fatto una smorfia e con la testa ha detto NO. Non gli piace questa cosa perché per “riprogrammare ci vuole un Master (indica con la mano in alto a sinistra) e un Slave (con la mano in basso sinistra). Poi fa l’esempio: se sullo schermo scrivi qualcosa e interrompi a metà la frase, poi te ne vai, fra due mesi è ancora allo stesso punto. Da solo non fa niente. Se lui dovrebbe fare il riprogrammatore di se stesso, dovrebbe mettersi a nudo completamente e non vede come potrebbe fare. Inoltre racconta che lui si è dato 2 anni di tempo. Allo scadere dei 2 anni lui parte. Indipendentemente se sta meglio o peggio. Dice di essere una persona possessiva, e che ha accumulato un mucchio di cose sparse in vari depositi. Per questa ragione non è pronto per partire domani, ma che lo farà piano piano. Spera di poter finire di mettere a posto la sua casetta ai monti in modo da poterla affittare e avere un’entrata fissa, che forse può permettergli di tornare in Ticino a trovare i suoi figli anche per un mese, e vedere di persona se quando gli scrivono che stanno bene, con i suoi occhi assicurarsi che lo siano veramente. Poi parla di invidia di chi riesce a farsi dentro con estrema facilità anche per quanto riguarda “l’altro sesso”. Lui, nei confronti della donna si è reso conto che sceglie ogni volta la stessa tipologia di persona e che la storia finisce perché lui non è riuscito a capire cosa fossero i suoi desideri e come poteva farla sentire bene, a suo agio. Lo stesso discorso vale anche per la sua ex-moglie, aggiunge che anche lei non capiva ciò che lui desiderava. Lui ogni tanto desiderava sole delle semplici coccole. “Coccole” è quello di cui lui ha tanto bisogno.( L’ho visto diventare un bambino piccolo, si è come rimpicciolito, e l’ha espressa come se fosse la richiesta più semplice su questa terra.) Allude a sua madre per i suoi fallimenti con le donne. “Non le capirò mai, ci vogliono più di una vita per capirle”. Quando gli ho detto che lui con questo programma evoca e attira a lui un certo tipo di persona ha capito, addolorato, ma non sa come cambiarlo. Patricia Elzi giugno 2006 Quando è al bar è bloccato, non riesce ad avvicinarsi ad una donna, si irrigidisce. Diverso invece con un uomo, non ha problemi, si apre completamente e riesce a parlargli apertamente e si apre completamente. Per quanto riguarda il suo lato professionale: dice di aver scoperto che fare il becchino è qualcosa che gli piace molto- si tratta di consolare le persone – viziarle e farle tutto il necessario affinché siano soddisfatti. Ma, qui in Ticino non è il posto giusto. Qui dovrebbe leccare il culo ai preti e potarli fuori a cena. Corromperli per farsi dare il lavoro. Per qualsiasi lavoro. A lui piace essere indipendente, ma qui devi stampare cartoline da visita e andare in giro a procacciare clienti. Lui non è disposto a questo. Aprire un negozietto con un po’ di materiale informatico e aspettare che le persone entrino. Questo è quello che dice di poter trovare altrove. Il suo sonno. Dice che non ha mai avuto problemi, ma che ora cerca di andare a letto talmente tardi che è inevitabile che si addormenta. Non gli è mai successo di addormentarsi davanti alla TV, ora gli succede. Ha terminato con due frasi molto importanti: “vorrei poter tutelare me stesso” “vorrei riuscire a capire cosa posso dare/offrire a una donna per farla stare bene”. Mi racconta il sogno “buffo”di qualche giorno fa: “ ero in mutande, a fare le mie normali attività, al mercato per strada, io mi sentivo sprofondare dalla vergogna, la gente invece mi passava davanti come se non fossi in mutande!” Gli ho proposto i Fiori di Bach, chiedendogli se li avrebbe presi ma ha detto che per il momento va bene così. Attualmente prende una pasticca al giorno di “Solevita forte, estratto di ribes, per uno stato d’animo abbattuto e agitazione interna”. Poi ha chiesto come desideravo che lui pagasse. Gli ho risposto che dopo ogni incontro poteva saldare. Ma che sapendo che era un po’ stretto, poteva pagare più in là. Invece ha pagato subito le due sessioni. Mie osservazioni: L’ansia lo rende molto debole e vulnerabile, ha paura. E molto incostante e si contraddice, si ripete e gli capita spesso di interrompere una sua riflessione per riprendere un altro discorso, saltando così di “palo in frasco”. Mi sembra che così evita di andare nel profondo. Ho l’impressione che si renda conto che il suo attuale programma è sbagliato e che proprio non ha gli strumenti adatti per cambiare. Dal fatto che lui desidera coccole, potrei dedurre che il suo amore primario sia stato insoddisfatto. Quindi sempre alla ricerca di una gratificazione senza mai averne abbastanza. Questa è una sua programmazione. Forse al prossimo incontro potrei dargli un semplice esercizio da fare una volta al giorno ? Con l’obiettivo da dargli la sensazione che veramente si sta prendendo cura di sé e poi di fargli sentire concretamente che procede a piccolissimi passi. Per esempio la mattina, prima di andare a lavorare, mettere su una canzone che gli piace e cantarla ad alta voce. Sogno: mi hai brevemente accennato che questo è un sogno ricorrente. Vorrei sapere perché gli è venuto ora. Incontro 3 21 ottobre 2005 Gli chiedo se questo fine settimana lo passerà con i suoi figli. Subito parte lo spunto da parte sua. Perché la domenica farà un’attività con il “figlio” più piccolo, un giro con le mini moto, che è stato anche l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso con Paola (moglie). Patricia Elzi giugno 2006 Da qui riapre il libro riguardo una serie di racconti e vicissitudini legate all’ultimo anno e mezzo tra lui e Paola. Ne parla quasi senza mai prendere fiato, fino a quasi soffocare. Inoltre, molto spesso tira su le calze (che sono già su e che non sono scese nel frattempo perché non ha camminato). Poi torna sul discorso dell’udienza in cui racconta che ha dimesso il suo avvocato perché è “un incapace coglione”. Allora colgo l’occasione per farmi raccontare cosa successe in realtà durante l’udienza di due settimane fa. Una richiesta che risulta molto ardua e difficile, perché parte indietro da quanto pattuito con il giudice quando uscì di casa in maggio, poi mette dentro il nuovo amico di lei (un cretino a cui dà 6 mesi fino ad 1 anno di resistenza di sopportazione) nel frattempo questo nuovo compagno quest’estate, senza che lei chiedesse a Sebastiano, ha mandato i figli con lui in vacanza, e da lì poi lui è ripartito con l’avvocato con l’intento di calmare un po’ le acque. La moglie lo minacciava e metteva fuori in strada le sue macchine, minacciava di incendiargli la casa ai monti, di denunciare la sorella di Sebastiano per come mantiene la figlia, e una serie di cose denigranti e umilianti fino a renderlo completamente “spompo” e senza più reagire. Alla fine, ho cercato di farmi ripetere varie volte cosa in realtà fosse successo all’udienza. Stando al suo racconto il suo avvocato ha ceduto alle richieste dell’avvocato di sua moglie, e in più ha accordato di prendersi i costi di questa udienza e dell’avvocato di lei. Forse neanche l’avvocato ha capito cosa volesse Sebastiano. Si tratta di capire se ci sono le basi legali per mettere in ordine perlomeno la tutela dei figli. Nel senso di capire e far valere comunque la paternità di Sebastiano e quindi di discutere assieme quando si tratta di prendere delle decisioni sui figli. Far mettere una chiara linea di discussione e dove e quando esiste l’obbligo di interpellare madre e padre, forse in presenza di una terza persona. Anche se non vivono più sotto lo stesso tetto. Gli ho chiesto l’autorizzazione di esporre il suo caso ad una avvocatessa che conosco per vedere quali possibilità ci sono. Poi Sebastiano ha di nuovo parlato della sua attuale situazione finanziaria disastrosa. Ha detto che non ha diritto all’assistenza perché a suo nome ha intestato metà casa in cui vive la moglie con i figli. Ha detto che ha smesso di fumare perché non ha più i soldi per comperarsi le sigarette. Che non ha un centesimo per pagare un avvocato, e che avrebbe bisogno di 50'000.- Franchi per cominciare un’attività. Al che gli ho chiesto se prima di spendere non fosse meglio far entrare soldi. E lui ha chiesto COME? Andando a lavorare come magazziniere per 3'000 Fr al mese? NON SONO DISPOSTO! Ha come avuto un lampo negli occhi. Questo significa cadere troppo in basso. Allora me ne vado altrove! Ha detto, arrabbiato. Ho ripreso in mano il filo, e ho cercato di semplificare la situazione contorta. Mi aveva accennato la prima volta, che aveva accumulato una serie di fatture di medici e medicamenti che non ha mai spedito alla cassa malattia per il rimborso. Gli ho proposto di farlo assieme. Ha accettato, anzi ha scritto e preso questo come compito da fare per la settimana prossima. Dopo questa decisione sembrava quasi sollevato, mi ha mostrato la mappetta già pronta con tutte le fatture. Da qualche parte della sua narrazione ho anche preso lo spunto di fargli scrivere una vicenda della sua vita in terza persona. Dapprima mi ha guardato stupito. Ha chiesto come. Se poteva sapere per chi, per come,ecc. Gli ho spiegato che si trattava di semplicemente narrare scrivendo, come se lui fosse esterno. Allora ho pensato di dargli un titolo da cui partire. “AIUTO!”. Da qui è ripartito sulla richiesta d’aiuto. Che per lui chiedere aiuto ed infine accettare aiuto non riesce. Allude al fatto che ora deve uscire dall’appartamento in cui vive perché non può pagarlo e ha chiesto ad un amico se gli affittasse una stanza del suo appartamento. L’amico glielo dava senza farsi pagare e a Sebastiano non andava bene. Gli ho illustrato che la sua richiesta d’aiuto va spesso a pari passo con un valore in soldi. Ho cercato di farlo connettere con la sua resistenza ad accettare aiuto. Ha detto che nella condizione in cui lui ora è, sprovvisto di tutto, ha paura di accettare aiuto perché sa che non può ricambiare. Ha pianto. Ha sentito questo. E poi ha scritto volontariamente sul suo foglio come terzo compito: Accettare aiuto da Sharm. Mi dice “altrove, dove non sei nessuno, puoi chiedere aiuto. Qui sei qualcuno e non puoi permetterti di chiedere aiuto perché tutto quello che faccio è sbagliato”. Ho scritto questa sua frase su un foglio. Non era d’accordo con il finale. Allora, con la penna gli ho detto di correggere come invece era giusto. Allora ha messo una parentesi da (tutto ….sbagliato.) e ha scritto “ho paura delle conseguenze”. Patricia Elzi giugno 2006 Ha detto che il suo kinesiologo gli ha dato i Fiori di Bach “Pine” da prendere. E che gli piace anche la kinesiologia, perché lì è il corpo che risponde. Gli ho detto di vedere la sua richiesta di aiuto come un’opportunità. Gli ho ricordato che è stato lui a venire da me. Incontro 4 28 ottobre 2005 Sebastiano ha iniziato col dirmi che ha spedito tutte le fatture alla Cassa Malati assieme al foglio riassuntivo che gli avevo consigliato di fare. Ho chiesto come si sentiva dopo averla spedita, ha risposto in modo vago, niente di che, normale burocrazia, terminando che sa già che non gli rimborseranno tutto. Poi ha subito iniziato a parlarmi del bellissimo appartamento che ha trovato . Un 4 1/2 locali, dove finalmente potrebbe mettere tutte le cose che ha in giro. I suoi vestiti, i suoi computer, una vetrina per il suo negozio, ecc. Ma, per averlo deve pagare 5'000 Fr. per lavori di miglioria alla persona a cui lui subentra, pagare tre mesi di anticipo affitto e tre mesi di caparra- insomma in tutto ca. 12'000 Fr. Allora, ha chiesto aiuto a suo padre,un prestito,(dicendo che sono io che gli ho detto di imparare a chiedere aiuto) e in più temporaneamente affitterà una camera ad un amico, per avere un contributo in più. Poi ha detto che una ditta l’ha chiamato per un secondo colloquio e che ha un contatto con un’altra ditta di computer. Quindi anche la sua vita professionale forse migliora. È tornato a parlare di Paola, di quando e come si sono conosciuti. Lui era appena tornato dall’Australia, aveva trovato un lavoro presso una ditta di computer ed è capitato nell’ufficio dove lavorava Paola, per un problema informatico. Nel frattempo il suo ex-capo gli procura un posto migliore presso un’altra ditta e dopo due settimane cambia lavoro. Rivede Paola ad una festa, e lui ha già perso la testa per lei. A quella festa la descrive tutta carina, femminile, pazzerella, gaia e felice e ballano per ore insieme il liscio. (Lei però sta con un altro tipo). La rivede dopo 1 o 2 settimane, stanno insieme tutta la notte a chiacchierare e a baciarsi, e lì decidono di sposarsi. Quando ne parla ai suoi amici, gli consigliano di pensarci su un po’, perché prima lui era quello del “Mai sposarsi e Mai figli”. Ma Sebastiano pensa che in fondo non ha bisogno il consenso di nessuno, e senza avvisare né i suoi famigliari o chi altro, partono per la Svezia, si sposano e tornano sposati. Dice che solo e unicamente nelle prime due occasioni ha visto Paola così spensierata e disponibile. Ma che da lì in poi è cambiata completamente e non è mai più stata la stessa. Come se tutto il passato di lei l’avesse buttato via. Si sono isolati completamente dal resto del mondo. Sebastiano vedeva questa unione come un arricchimento – lei 50 amici, lui 50 amici e insieme ne avrebbero avuti 100. Invece è successo il contrario. Si sono annullati a vicenda – e mi dice che la stessa cosa era già successo con la relazione prima. Torna sul discorso dell’appartamento. Sembra su di giri. Sento che è contento di quello che gli sta accadendo, ma sta di nuovo tornando in una turbina. Cerco di fargli capire e fargli rendere conto che “ciò che gli accade è ciò che lui è” per fargli capire che sentendosi un po’ meglio, attorno a lui evoca un’energia diversa. Ma lui si rattrista. La prende dal lato negativo. Dice: - Sì ma questo è tristissimo! Significa che tutto quello che ho fatto fino ad ora e la condizione in cui mi trovo ora me lo sono creato io. Non sono riuscito a fare niente di buono o costruttivo!(Penso che questa presa di coscienza sia importante, per costruire e cambiare programma). Riprendo il discorso dell’appartamento. Mi faccio rispiegare per filo e per segno la situazione. Salta fuori che l’appartamento dove sta ora, è iscritto a suo nome e che la persona con cui lo divide ora è la stessa persona con cui condivide un’attività nella telefonia. Questa persona gli deve Fr. 5'000. Nell’appartamento attuale Sebastiano è costretto a dormine sul divano e lascia all’altro la camera, e nel negozio Sebastiano è costretto a lavorare nello scantinato del negozio e l’altro sta su di sopra. Ha ripreso il contratto della persona che abitava nell’appartamento in cui sta ora, ciò significa che non ha il solito termine di disdetta di 3 mesi, ma che sta a lui trovare un subentrante altrimenti gli tocca continuare a pagare l’affitto anche di questo. (La situazione è complicata e rischia di esplodere con la Patricia Elzi giugno 2006 conseguenza che chi ci smena è Sebastiano: obiettivo raggiunto).Questo è il suo attuale programma. Lui non si rende conto, agisce con estrema facilità e leggerezza. Gli chiedo se è veramente così urgente cambiare ora appartamento, se invece non potrebbe fare un passo alla volta, cercando per esempio temporaneamente una stanza, (se non resiste più dov’è ora) e mettere a posto alcune situazioni finanziarie. Avere poi a disposizione una somma per muoversi e cercare con calma un posto adatto. Quello che ha trovato non è l’unico al mondo. Anzi, gli dico, per assunto ha da subito a disposizione un posto dove stare che non gli costa niente. Lui ha reagito come se non avesse sentito. Sordo. Anzi gli sono venute le lacrime agli occhi. Tasto Dolente. “Ho bisogno di ricostruirmi una dignità. Ora dove sto, sono costretto a dormine sul divano e se poi rientro tardi la notte ha qualcosa da dirmi!Non ho bisogno di qualcuno che mi dice cosa devo fare e come devo comportarmi!” “Ora non ho neanche i soldi per la benzina! A Camanoglio avrei una casa con una stanza anche per i ragazzi, ma non ho neanche i soldi per pagare la benzina ed andarci!” Gli faccio notare che però ha i soldi per cambiare appartamento! (Lacrime) Per fargli toccare la sua incoerenza e la sua scala dei valori. Gli chiedo se si rende conto che una gran parte delle sue disavventure sono legate ai soldi. Mi risponde di sì, che è proprio lì che deve cambiare. È proprio lì dove io ci smeno sempre. E apre un libro: proprio per quello che lui non riesce ad essere indipendente che quando fa un lavoro di riparazione presso qualcuno lui conta sempre sulla fiducia dell’altro non compila il blocchetto delle ricevute con le ore che ha fatto perché si sente come se non avesse fiducia de quella persona quando finalmente si era deciso di fare alcune ricevute, firmate, gli hanno rubato la borsa contenente anche questo blocchetto è successo quando ha lasciato in macchina lo zaino con computer ecc, pensava di andare veloce a mangiare una pizza dall’altra parte della strada e che non sarebbe successo niente in quel poco lasso di tempo, invece … E poi mi dico che sono il solito pirla o coglione! (Ecco qui il suo programma !) Gli ripeto esattamente con le sue parole cosa capita: “Non faccio un contratto o una ricevuta perché mi fido dell’altra persona, anzi se dovessi farlo faccio una figura di quello che non si fida –poi però mi fregano e sono io il cretino – quello che ci smena la faccia ed i soldi! “ Annuisce. Gli dico che è proprio qui che dobbiamo intervenire. Riprendo il discorso dell’appartamento, ma visto che non vuole mollare l’idea e per intervenire nel programma già avviato, gli propongo di scrivere alcune lettere per tutelarsi. Una alla persona a cui lui deve versare Fr. 5'000 Una alla persona che entrerà provvisoriamente con lui nell’appartamento Una alla persona con cui divide ora l’appartamento. Infine, gli propongo di scrivere “La storie delle mie disavventure economiche” Mi risponde che questo è difficile perché le ha cancellate gli rispondo di scrivere quelle che mi ha raccontato e che poi forse gli vengono in mente altre. Mi dice che anche il suo kinesiologo lo ha fregato. Non gli ha detto che con il suo trattamento avrebbe anche smesso di fumare! (chissà se questa è una strategia per sganciarmi per evitare che anche dal suo terapista riceve una batosta, sapendo che questo è il suo programma) Ha inoltre accennato che per il momento non vuole partire per il Perù, ma che per ora prova a stare qui. Per i suoi figli. Ma nella sua voce sentivo un doppio significato- da un lato cercava di giustificare per il fatto dell’appartamento più grande dall’altra una scusa per il figli, ma non suonava molto convinto. Dice che tra l’altro suo padre gli assomiglia per il fatto di chiedere aiuto, che anche lui piuttosto di chiedere si ammazza di fatica lui!. Gli ho chiesto di iniziare al più presto con la storia, perché ora si sente ancora in questa dinamica, e che + aspetta + lascia andare… Gli ho fatto i colori di Lusher. Mie riflessioni: Patricia Elzi giugno 2006 dipende dagli altri non possiede gli strumenti per gestirsi sia a livello finanziario, a livello organizzativo, a livello emotivo, a livello di vita esistenziale. Il suo obiettivo: dirsi che è cretino. La sua strategia: agire sulla fiducia per raggiungere l’obiettivo del cretino In pratica si rivela lo stesso programma di sua madre. Anche lei sempre con la totale fiducia dell’altro per poi farsi fregare la bicicletta anche 50 volte! A livello bioenergetico: comportamenti affettivi simili Abitudine di arrivare sempre in ritardo, e sempre un ritardo oltre il limite, di 1 o più ore. Debiti sopra debiti Crediti sopra crediti A livello mentale: non chiedo aiuto. Questo è un mio principio. Il suo approccio linguistico verso di me: spesso mi dice, ma non capisci…/non vedi che… come se cercasse di convincere anche me e in cerca di approvazione. Ha ingaggiato un altro avvocato. Uno che è riuscito in un altro divorzio a tenere testa alla moglie e far “vincere” il marito. Penso che un punto di forza è la regolarità con cui ci vediamo, sempre lo stesso giorno alla stessa ora. Questa costanza a cui non è abituato, che si ripresenta sempre. E sempre io che lo contatto per accordarci. Lui comunque, dopo ogni incontro paga la sua ora. Io dal prossimo incontro gli faccio una ricevuta dal blocchetto di ricevute! Incontro 5 4 novembre 2005 Questa volta a differenza delle altre, non ho letto, non ho preparato e non mi sono posta nessun obiettivo da raggiungere volendo farmi guidare dall’incontro. Quando, stamattina ho letto il mail con il compito che avevo dato a Sebastiano da fare, mi sono venute le lacrime agli occhi! Mi sono commossa, perché ho avuto una piccola conferma che il lavoro che stiamo facendo non è campato in aria, non è inutile ma invece procede, a piccolissimi passi, ma procede. WAOW! Fisicamente mi è parso più stanco di settimana scorsa. Scrivo ora (il giorno dopo), ciò che più mi è rimasto impresso: la riga in fronte, più accentuata delle altre, che rimaneva più a lungo delle altre, poco sopra le sopraciglia. quando parla del “qualcuno” (ora non la chiama più per nome Paola) ri-racconta tutta una serie di eventi vissuti, ma accorciando le frasi e limitandole a sole due parole, però tutto di fila senza prendere respiro fino a quando deve poi fermarsi perché non ha più ossigeno (Ansia) quando parla dei suoi figli, immancabilmente i suoi occhi si riempiono di lacrime quando riassumo ciò che lui ha detto per fargli sentire più intensamente l’emozione che sta dietro a ciò, pone una forte resistenza, il suo sguardo cambia totalmente, non mi guarda ma rivolge lo sguardo in su, e anche se non tappa le orecchie con le mani sento che diventa come sordo per finire, ho sempre questa sottile sensazione che mi nasconde qualcosa, oppure che non mi racconta fino in fondo qualcosa oppure che persino dentro di lui non sa bene dove finisce la realtà e dove comincia la fantasia (ma questa sensazione ripeto,è molto sottile, non so bene come prenderla, la lascio lì, perché non vorrei farmi sopraffare da un giudizio che potrebbe rovinare il nostro lavoro) Oggi non mi sento di scrivere per filo e per segno ciò che lui ha raccontato. Scrivo alcune cose. Patricia Elzi giugno 2006 Principalmente si è parlato molto dell’importanza di trovare un limite per tutelare la sua persona. Pian piano, si rende conto che scrivere le ore di lavoro che fa per una tal persona, (bollettino firmato) sia importante sia per avere in mano una conferma per quando scrive la fattura, sia per una sua tranquillità interna. Veramente, si rende conto che mettere per iscritto accordi, promesse, contratti o accordi verbali, sia effettivamente importante per tutelare sé stesso indi avere poi dei fraintesi che invece rovinano tutto. Ho avuto anche la possibilità di ribadire, per fargli rendere conto, che se ora lui sta avendo dei riscontri professionali positivi, è grazie a lui, e solo a lui stesso. Di come si pone verso l’esterno, e che il suo porsi viene colto da una da una determinata tipologia di persona e non da altri. Che il nocciolo da cui parte tutto è LUI. Ho avuto modo di spiegargli che un cambiamento non avviene così improvvisamente. Se lui da ora inizia a dire di no, o a dire più tardi o domani, è chiaro che il suo abituale interlocutore all’inizio rimane spiazzato perché non abituato a ricevere da lui una simile risposta. Che da un suo cambiamento di questo tipo, attorno a lui avvengono svariate reazioni, perché lui le provoca. Ma che queste reazioni non per forza devono essere solo negative, ci sono anche quelle positive. Con un simile cambiamento, a catena ne seguiranno altre. Per esempio, la sua attuale difficoltà di gestire il tempo, si risolve perché lui pianifica in modo diverso, a partire dalle ore che fa da qualcuno scrivendole, e quindi automaticamente si rende conto che in quelle ore non può promettere altri tre impegni diversi, che poi comunque non riesce a mantenere, arrivando poi con varie ore di ritardo e trovandosi un cliente irritato. Mi esprime la sua paura nel senso che in fondo non ha fatto una rivoluzione ma che attorno a lui al momento gli arrivano stimoli positivi, e ha paura di esaltarsi troppo perché ad una prossima batosta non è pronto, non ha energia sufficiente ad affrontare un tonfo. Laddove sento una forte resistenza è con la gestione dei figli. Gli vengono le lacrime agli occhi perché trova che ha perso tanto tempo in cui non si è dedicato a loro, ora sta cercando di recuperare questo tempo perso, facendo con loro ogni volta un programma colmo di attività, divertimento e costoso. Ho cercato di fargli capire che i bambini non misurano questo tempo perso né misurano con il divertimento e altro la qualità di stare con loro padre. Ma che anche il semplice stare CON loro, per quanto semplicistico possa sembrare ed essere, è molto ricco per loro. È stare con loro padre che a loro importa più di tutto, e non cosa fanno con loro padre. Ma questo messaggio NON passa! Dopo aver terminato, mi sono fatta accompagnare a vedere il “famoso” appartamento dove lui fra un mese andrà ad abitare. Mi ha fatto sentire come la “consigliera” e come la persona che può dargli un punto di vista dall’esterno se è veramente così grande e bello come lui pensa che sia(ciò mi dimostra che comunque mi stima in quanto counselor e che mi permette di farsi aiutare). Dal compito che mi ha scritto, comunque, mi sembra che stia capendo e consapevolizzando. Ti spedirò un’analisi più approfondita nei prossimi giorni. Mario, ti chiedo questo: ho l’impressione che per fare un cambiamento non basta tutta la volontà che lui sta mettendo. Ma che serva un sentimento più profondo attraverso una tecnica che lo faccia reagire molto forte! Reagire anche al di fuori dei nostri incontri. Tipo, un rifiuto sentito nelle viscere. So che questo si può raggiungere con un’ intensiva per esempio. Ma, per ora non ho la possibilità di proporgli questa tecnica. (faremo il master di intensiva?) Conoscendo la persona, se gli dessi un “compito” a livello fisico o altri supporti naturali, non ha la costanza di farli. A livello fisico era per dargli un sollievo alla sua schiena, nella quale si annidano tutte le sue tensioni causandogli dolori. Allora ho pensato di fargli fare una visualizzazione. Qui però ho bisogno di una mano da parte tua. Riusciamo a parlarne durante il prossimo week-end? Poi, se ben ti ricordi, l’obiettivo di questi incontri era quello di accompagnarlo dolcemente ad iniziare una psicoterapia. Penso che verso l’ottavo o nono incontro sarà opportuno toccare l’argomento, rassicurandolo che se lui vuole, sarà possibile continuare ad incontrarci anche quando lui inizierà la psicoterapia. OK? Patricia Elzi giugno 2006 Incontro 6 11 novembre 2005 Primo impatto: molto nervoso - continua a grattarsi molto forte l'attacco dell'unghia del pollice sinistro. (noto che ha le unghie morsicate). Nel suo sguardo c'è un misto fra rabbia - dolore - stanchezza. Inizia col dire che non ha fatto niente. Come se si sentisse lo studente che non ha fatto i compiti. Io stupita gli chiedo cosa avrebbe dovuto fare? È appena stato dal suo avvocato, con cui ha discusso cosa mettere per iscritto in quanto pretese e accordi da regolare con Paola. In questa dinamica sputa fuori di nuovo una marea di frasi colmi di vicissitudini con lei, e sempre e continuamente collegate ai soldi. Esprime un'intensa delusione mista a rabbia e sconfitta. Durante la sua narrazione, ogni tanto inserisce una frase tipo "ah, tra l'altro, oggi ho comperato il regalo di Natale per i bimbi". Senza portarlo sui sensi di colpa o altro, gli chiedo interessata cosa ha preso. Mi risponde un Miniquad. E immediatamente si giustifica cercando di convincermi e auto-convincersi che non ha fatto una cazzata, ma che secondo lui è un acquisto pensato e utile. "Un regalone per tutti e due basta. Invece di tutti quei pacchetti e pacchettini inutili". Gli chiedo perché disprezza così tanto i pacchetti, come festeggiava lui a casa con i suoi genitori. Mi risponde "mia mamma è tedesca". Come dire, lei amava la montagna di pacchetti e pacchettini. Poi svia il discorso sui Natali passati con Paola. Inoltre disprezza chi fa regali inutili e costosi, ma molto meglio un week-end o una giornata in un parco. Tira in ballo suo padrino, che non gli soddisfavano i suoi regali (alludendo indirettamente anche a Enrico, che è padrino di Michele). Poi mi mostra due formulari firmati da lui, e su uno promette Fr. 5'000.- per la ripresa del "nuovo" appartamento. Aggiunge che li avrebbe pagati solo al momento che avrebbe avuto in mano i giustificativi di cosa pagasse. (convinto che se non fosse d'accordo potesse non pagare, pagare solo una parte o tirarsi indietro). Ma dalla mia reazione si spaventa, e si rende conto di avere fatto una cazzata. Esprime rabbia per il fatto che lui si è trovato un strada - ha ricominciato da 0 e che lei ha ancora il coraggio di pretendere delle cose da lui. Tipo, aggiustare il computer che non funziona più. La tiene a distanza perché non ha voglia di rientrare in contatto con la dinamica. "Ah, tra l'altro ho comperato il nuovo programma per computer XY". Alla fine, gli consegno le prime cinque ricevute, le prende e dice che così ha i giustificativi e che se non avrò più niente so dove ho speso i soldi! "Guarda il mio ultimo acquisto; un set di attrezzi per il camino nella casa nuova" Mie riflessioni: Sebastiano è incoerente e irresponsabile! L'intero incontro si svolge come in superficie. Uscendo gli chiedo di non pagare quei 5'000.- prima di ricevere una lista per che cosa paga, anche se l'altra persona gli dice che è sul lastrico e non ha soldi per comperarsi da mangiare. Perché ora è a lui stesso che deve pensare. Si tratta di aiutare sé stesso. Mi ribadisce che sa che è proprio lì che non va bene. Incontro 7 18 novembre 2005 Questa volta inizio a parlare io e gli spiego che, dagli incontri avuti con lui, dalla lettura della sua narrazione e da tutto ciò che lui mi ha raccontato, si è focalizzato un obiettivo. Quello di riuscire a gestire meglio i soldi. Gli chiedo se è d'accordo con questo obiettivo. Mi risponde di sì. Mi conferma questo suo problema e mi guarda un po' perplesso. Come evocare sì una volontà, ma anche una ansia. Poco prima di iniziare mi aveva già accennato di un ennesimo episodio di "equivoco" che gli ha causato di nuovo turbamenti nello stomaco. Patricia Elzi giugno 2006 L'ennesimo episodio, in cui lui ha fatturato ad un amico delle effettive ore di lavoro che lui ha svolto per l'amico e che invece l'amico pensava che fosse un gesto di amicizia e che quindi non costasse! Gli spiego meglio come penso che si possa raggiungere questo obiettivo. Lui, automaticamente prende carta e penna e annota: - mi porta settimanalmente una lista di tutte le entrate ed uscite (lui mi guarda da sotto a sopra con un leggero ghigno sulla bocca). Io puntualizzo il fatto che questo lavoro e questa lista rimarrà tra di noi, che fa parte del rapporto di fiducia che abbiamo e che se anche lui dovesse capire (facendo la lista) che una spesa che ha fatto non andava fatta, di non esitare a scriverla, perché è molto importante che si possa lavorare su una lista completa! (già pensando che facendo questa lista potrebbero sorgere dei rimorsi di coscienza e che forse me li nasconderà). - scrivermi gli episodi di inadeguatezza che potrebbe vivere (riferendomi alla frase che lui ha detto e al mal di stomaco che ha spesso) - di raccontarmi dei sogni Gli dico che per questo lavoro necessitiamo di circa 6/8 incontri. Poi gli dico anche che, tenendo conto della sua situazione personale, il suo vissuto, il divorzio, ecc. a mio avviso dovrebbe poi incominciare una psicoterapia. (io sinceramente avevo un po' di paura a proporgli questo) Sebastiano invece ha reagito molto bene all'idea della psicoterapia. Anzi, mi ha detto che si sente sollevato e che gli fa molto piacere che io abbia intravisto questo, perché lui sotto sotto lo intuiva ma non sapeva come affrontarla. Dopo tutta questa lista fa un sospiro. Dice che sa che deve fare questo. Che deve farlo se vuole cambiare. Dice che però "perdo la mia spontaneità, la mia disponibilità di dare agli altri". Che se ora deve calcolare tutto, scrivere tutto, è come se gli si toglie la voglia impulsiva di aiutare gli altri. Ne discutiamo a lungo. Poi abbiamo concretamente lavorato e organizzato il suo pomeriggio, perché aveva accennato che era un caos e non sapeva come fare tutto senza dire di no a nessuno. Ha scritto su un foglio gli orari massimi a cui poteva dedicarsi a fare una cosa, di contattare la persona se non poteva risolvere il tal problema entro una tal ora e quindi di fare un appuntamento per settimana prossima. Abbiamo calcolato il tempo rimanente fino a quando avrebbe dovuto andare a prendere i suoi figli, portarli a cena e allo spettacolo al circo. Alla fine ha visto che comunque l' altro impegno non poteva inserirlo nel tempo rimanente perché sarebbe arrivato in ritardo dai figli, per poi stressarsi e forse incazzarsi con loro per ulteriori contrattempi, anziché passare con loro una piacevole e rilassante serata. Ha apprezzato molto, ha visto che anche spostando e dicendo di no, non Perde niente, anzi Guadagna! Infine, visto che ora cambia cassa malattia, gli ho detto di assicurarsi che la nuova cassa copra anche le sedute di psicoterapia e che io mi impegno a trovare una persona autorizzata e riconosciuta dalla cassa malattia (franchigia a 1'000 o 1'500?). Sono MOLTO soddisfatta di come si è svolto questo incontro. Incontro 8 25 novembre 2005 Prima di incominciare sono un po' arrabbiata perché Sebastiano è arrivato con 25 min di ritardo. Mi fa vedere l'offerta di una cassa malattia a cui ora si affilia, aggiornata con le cure naturali e anche il rimborso per una psicoterapeuta. Sembra soddisfatto. Prende in mano i due fogli che mi ha dato. Uno con le entrate/uscita della settimana e l'altro con una bozza di sogno. Patricia Elzi giugno 2006 Dice che questa settimana gli è andata ancora bene, perché ha incassato una fattura di un lavoro di pompe funebri fatta già parecchi mesi indietro. Poi, prendo in mano il foglio con il sogno e mi faccio spiegare meglio quanto descritto perché non mi è tutto chiaro. SOGNO. Prendo in mano il foglio del sogno e mi faccio spiegare più in dettaglio. (Vedi foglio) Riprendo in mano il foglio con le spese. Gli chiedo se è soddisfatto. Noto una curiosa spesa, ospiti nonni = Fr. 0.00 Di solito se non ci sono né uscite né entrate non si annota la voce, ma lui ha voluto come sottolineare il GRATIS. Tutto d'un tratto parla di viaggi, paesi lontani - secondo lui è ridicolo ciò che facciamo noi qui- di nuovo una forte voglia di evadere ….accentuando il suo già espresso disagio qui, la gente è strana, la gente non si gode la vita e ciò che fanno è assurdo. Ora mi viene veramente da dire che Sebastiano sfugge la responsabilità. La nasconde e la cela con il "suo" ottimismo e con le frasi che dice cercando di convincere anche me! E, concludo quindi che non è il suo ottimismo a causare la sua perdita di liquidità, ma una sua irresponsabilità e incoerenza. SFUGGE e SPENDE Al nostro prossimo incontro gli chiederò di ripetermi l'obiettivo che abbiamo assieme fissato.per FOCALIZZARE. Martedì 29 novembre Mi ha telefonato disperato. è stato all'ufficio disoccupazione dove gli hanno confermato la fine del versamento di indennizzo. Non ne ha più diritto. Poi è stato all'ufficio Assistenza Sociale, dove ha potuto pianificare i passi per il futuro. Poi, è ormai approdato che deve pagare Fr. 5'000.- per il nuovo appartamento. È andato all'associazione inquilini con il creditore, e lì hanno confermato la validità della pretesa. Era Disperato. Non sapeva cosa fare. Io gli consiglio di fare una controproposta di pagamento a rate. Lui dice che può farsi prestare i soldi dal papà, ma vuole essere sicuro che non siano buttati fuori dalla finestra! Tutta questa conversazione al telefono avviene circa mezz'ora prima di incontrare il creditore. In fondo, sta cercando una via per non pagare questi Fr. 5'ooo!!! Ha rabbia e si sente fregato, vorrebbe ribellarsi. Dopo l'incontro mi richiama. L'altra persona accetta un primo pagamento di Fr. 3'000.-, ma gli ha fatto firmare una dichiarazione che Sebastiano salda il debito entro il 15.01.2006. Al che io gli chiedo se pensa di poter tenere questo accordo, e lui risponde con un secco NO. Si è ritrovato di nuovo con le spalle al muro - e mi dice, se no perché ho comperato i tappeti? Durante la prima telefonata cerco di mettere assieme gli elementi per vedere se non può trovare un'altra soluzione. Ma poi mi dice, che non ha senso perché ha già pagato l'affitto fino a febbraio 2006. Allora un po' mi arrabbio, perché se lui non mi dice tutto, come posso io aiutarlo nella soluzione? In più questa settimana non possiamo incontrarci, si dimentica di chiamarmi. Sento che mi sta sfuggendo. Giovedì sera mi ha telefonato scusandosi che non mi ha chiamata- ha traslocato e stava comperando la colla per il pavimento. Aveva intenzione di andare avanti tutta la notte! Ho cercato di fargli capire che è necessario che lui ritrovi un ritmo nella vita, per potersi presentare riposato dai clienti e per poter pianificare come procedere nel lavoro. Incontro 9 6 dicembre 2005 Patricia Elzi giugno 2006 Questa volta ci incontriamo la mattina presto. Per la prima volta nel suo nuovo appartamento, senza riscaldamento, con un locale riscaldato elettrico, ma molto freddo! Incomincia con annunciarmi il rifiuto da parte della cassa malati. Non lo accettano per le sue attuali condizioni di salute. Altro duro colpo! Mi consegna la lista delle entrate/uscite non aggiornata. Ha problemi con il computer. Glie chiedo, come mai, perché me l'ha già detto altre volte, quando va da un cliente dove pensa di aggiustare in 1/2 ore il problema, spesso invece passa l'intera giornata e a fine giornata ancora non funziona come dovrebbe. Il risultato è che non se la sente di fatturare tutte le ore, quindi come sempre lui ci rimette. Se è un errore di valutazione legato all'informatica o cosa capita. Lui mi risponde che ovviamente è lui che emana una energia negativa. Che tutto quello che prende in mano, se prima funzionava un po', dopo non funzione più del tutto. Su questo punto mi soffermo a lungo. Vorrei fargli capire che se affronta con atteggiamento negativo la realtà, il risultato non può essere che negativo, a conferma del suo atteggiamento. Tra le righe, mi dice anche che forse dovrebbe cambiare mestiere. Che questo mestiere non è fatto per lui. (questo potrebbe essere un prossimo problema e obiettivo da risolvere, ma penso che ora sia prematuro.) Durante il nostro incontro veniamo interrotti da una persona che porta la legna per il camino. Mi chiede in prestito 100.- Fr. per pagarlo. Poi alla fine me li restituisce perché costa di più e allora si fa spedire un bollettino. Quando gli parlo del patto che vorrei concludere con lui, sembra molto ben disposto e sollevato. Mi accorgo, che comunque riesco a ragionare meglio con lui sulle cose pratiche. Segue il senso di un discorso più approfondito, ma fa resistenza. Il fatto che ora si trova nell'appartamento con tutte le sue cose sparse in vari luoghi, forse gli fa avere una maggior consapevolezza del caos in cui vive. Della non organizzazione. (informandomi personalmente se la cassa malattia di base copre i costi di psicoterapia, scopro che vengono coperti solo se ci si rivolge all'organizzazione psicosociale cantonale, con varie sedi a livello regionale. Nr. tel a Bellinzona: 091 814 31 51 - Nr. tel a Mendrisio 091 816 44 51 , via Beroldigen 9) Se invece ci si rivolge ad un altro psicoterapeuta, sempre riconosciuto, allora si passa alla complementare. Ma Sebastiano non ha incluso nella sua complementare questa voce!) Oltretutto mi sembra che lui sia già stato da uno del cantone, con cui ha litigato e ha visto una sola volta. Devo chiedere. Incontro 10 16 dicembre 2005 Seconda volta a casa sua. Fa sempre freddo e il caos non è migliorato! Mi presenta la "CONVENZIONE REGOLANTE GLI EFFETTI ACCESSORI AL DIVORZIO". Questo accordo dovrebbe essere quello definitivo che lui dovrà firmare entro il 23 dicembre, ultimatum che gli ha dato la sua ex-moglie. Dopo questa data lei minaccia di buttare all'aria tutto. Sebastiano, si abbassa e si "rimpicciolisce". Lui non è d'accordo con tutti i punti di questo accordo, ma pur di non ricominciare e di poter metterci su una pietra e di non avere più a che fare con Paola è disposto a tutto. Patricia Elzi giugno 2006 Gli ricordo del nostro accordo. Gli dico che lo rileggerò con calma e che ne discuterò ancora con una mia amica avvocato. La lista delle spese non me l'ha più presentata. Ha sempre una scusa pronta, una scusa reale ed esistente, che così lo esonera dal consegnarmela. Questa volta è andato in tilt il suo computer! Per quanto riguarda il rimborso costi di una psicoterapeuta, ho appurato che la sua franchigia è talmente alta, e che quindi in ogni caso dovrebbe pagarla lui. Nei prossimi giorni rimaniamo in contatto telefonico per l'accordo. Incontro 11 22 dicembre 2005 Questa settimana ho chiarito alcuni punti dell'accordo con Sebastiano. Quando gli chiesi dove lui non era d'accordo, cosa gli faceva più male accettare, lui mi indicò: "l'autorità parentale sul figlio Michele (1999) verrà esercitata dalla madre." Mi sono informata se questo si può cambiare, in effetti si può chiedere "l'autorità parentale congiunta", se ci sono delle prerogative: se i genitori non abitano troppo lontano l'uno dall'altro e se vanno d'accordo. Secondo Sebastiano per ora non vanno d'accordo e quindi non si può cambiare questo accordo per ora, ma che il presente accordo non è definitivo per sempre. Se cambiano i rapporti tra loro, si può ridiscutere tale frase. Io gli ho proposto di mettere una data di scadenza, dopo la quale si riprende il discorso, per puntualizzare che questa decisione non è definitiva e si può ridiscutere. Secondo il suo avvocato anche così si può ridiscutere. Poi, su un altro punto ci sono veramente molti dubbi. Sebastiano cede la sua metà di casa a Paola, e come contropartita lei rifonde all'istituto di previdenza del Sebastiano l'importo di Fr. 30'000.-. La casa è stata acquistata per un dato prezzo, con tutte le ristrutturazioni e le migliorie che sono state fatte, la casa ha aumentato di valore, e sul plusvalore Sebastiano non riceve niente! Questo è un altro tasto dolente, ma dice che se si dovesse ridiscutere questo punto, saltano fuori altri punti e discussioni che secondo lui vanno a "lesionare" i figli, e quindi preferisce rinunciare. Insomma, l'accordo rimane così. Per quanto riguarda la lista spese, il suo computer è stato aggiustato ma prima deve fare ordine nei suoi classeur. Ha comperato degli armadi di seconda mano che durante le feste rimonta così da mettere ordine nei suoi incarti. Sebastiano è molto stanco, un po' tirato e scocciato. Ha passato quasi tutta la notte in bianco con degli amici "anche loro poveracci come me" a discutere e parlare scoprendo stessa situazione stessi interessi stessi sogni. Nel suo garbuglio di contatti, macchine in prestito ecc., mi parla di una nuova possibilità di lavoro. Una persona anziana che pian piano vorrebbe smettere e da cui lui potrebbe riprendere l'attività. Si tratta di un nuovo mestiere, nell'ambito di pompe ad acqua, sistemi fatti su misura per esigenze ben precise. Da una parte potrebbe essere un buono sbocco professionale, proprio per cogliere questa occasione e cambiare mestiere. Sicuramente questo tipo di lavoro richiede molta costanza, molta serietà, molta affidabilità e molta precisione. E Sebastiano in tutto questo?? Incontro 12 29 dicembre 2005 Ancora i conti non consegnati. Sebastiano dice che si rende conto che è estremamente difficile tenere il conto giornaliero delle spese che se non sta dietro giornalmente si dimentica - deve tenere i bigliettini e le ricevute di tutto e scrivere su un taccuino gli aggiornamenti. Mi promette che al nostro prossimo incontro mi porta la lista spese. Patricia Elzi giugno 2006 Nel frattempo ha montato gli armadi, sta ordinando tutto. Ha fatto dei fascicoli con incarti suddivisi per tema, per il lavoro, il divorzio, i certificati, ecc. Ha intenzione di riscrivere una lettera al signor Anchora, in risposta alla sua sollecitazione che il debito che Sebastiano deve a lui non intende né prolungare il termine, né annullarlo. Sebastiano sostiene che Anchora gli ha fatto delle promesse non mantenute, tipo la mancanza di acqua calda, il camino che cade a pezzi, il pavimento di una camera non tiene il peso del letto e di un armadio e quindi non può utilizzarlo, il muro che si sta scrostando in vari punti,ecc. Lo complimento per aver portato a termine vari impegni che gli richiedevano intere giornate. Gli chiedo se lui è soddisfatto. Mi risponde che sta facendo il suo dovere, lo fa perché deve, ma se potesse …… domani sarebbe sull'aereo dei sogni del paese "dove posso essere me stesso". Ricorda il termine che si è dato di 2 anni. Se poi la situazione non è cambiata se ne va. "Qui ho bisogno di una maschera per ogni situazione" " alla Corner, 25 persone erano d'accordo con me che il capo era un incompetente. Io gliel'ho detto e mi ha licenziato! Non posso dire cosa penso e subito mi buttano fuori!""Qui non posso vivere il benessere - un equilibrio- Non posso - non si puo`- sono sempre controcorrente - qui non mi è permesso di esserlo!" Abbiamo una lunga parlata su questo tema, lui cerca di convincermi che le persone non sono più umane, manca il contatto, manca il bisogno primario, manca la contentezza. "Vorrei poter brevettare un'idea che ho avuto. Si tratta di poter comunicare una frase carina a chi ha una faccia triste, per esempio in coda in macchina, da far rispuntare il sorriso alle persone." Io cerco di fargli rendere conto che è come se il suo stato d'animo dipendesse dall'espressione di chi lo circonda. Felici Sebastiano felice. Tristi Sebastiano triste. Alla fine dell'incontro gli chiedo di farmi due disegni: Come sono ora… e Come vorrei… con gli otto colori di Lüscher. Quando mi da in mano i disegni sorride e dice che si sente veramente imbarazzato e infantile ad esprimere con il disegno. (Sotto le righe, oggi, ma già anche prima, esprime un intenso bisogno di coccole e anche di più, un appagamento sessuale. Direi che potrebbe avere anche una difficoltà a livello sessuale). Incontro 13 12 gennaio 2006 Appuntamento alle 9.00. Quando arrivo ancora dorme! Ha appena trascorso 1 settimana intera con George e Michele. Da lunedì ha ricominciato a completare e stare al passo con i tempi per quanto riguarda le fatture, le lettere da scrivere, ha incontrato la padrona di casa, ha scritto la lettera al Sig. Anchora, ha telefonato all'ufficio assegni per i figli (da cui aveva ricevuto una raccomandata) e senza perdere le staffe è riuscito a svolgere tranquillamente la telefonata. Gli sta a cuore di riuscire a pagare il minimo degli alimenti richiesti per non fallire anche come padre. Poi io gli chiedo di lasciare da parte un attimo il lato finanziario nel ruolo di padre, e di spiegarmi cos'altro secondo lui rientra in questo ruolo. Mi spiega che quando passa del tempo con loro è molto più stanco, che loro richiedono una grande attenzione, che quando sono a casa sua non può permettersi di vivere come quando sta da solo. I ritmi cambiano completamente. Il frigo dev'essere fornito con cibo, bisogna cucinare perché hanno fame, bisogna sparecchiare e lavare i piatti perché non ci sono abb. stoviglie e perché c'è un solo tavolino. Quando è da solo si può permettere di alzarsi quando vuole, mangiare quando e cosa vuole. Lui cerca di fare il massimo, di dare il massimo a loro quando ci sono, di essere completamente a loro disposizione e ha paura che quando tornano a casa da Paola chissà cosa raccontano. Dice che George non dice le cose direttamente. Io gli chiedo cosa di particolare gli disturba o gli fa paura che raccontano. Lui per esempio mi dice che quando ci sono George e Michele da lui, ci sono sempre anche altri amici e altre persone. Fa un esempio di quest'estate: Paola gli riferisce telefonicamente che George si è lamentato perché quando sono ai Monti ci sono sempre Patricia Elzi giugno 2006 altre persone, grigliate, cene, ecc. Allora Sebastiano, da quel momento ha fatto in modo di non più invitare altri quando venivano da lui. Poi ha detto che George si annoiava. Allora Sebastiano gli ha riferito della conversazione che ha avuto con Paola e George si è sentito a disagio ma ha detto che preferisce quando non sono soli. Allora gli ho chiesto se lui stesso si sente a disagio con loro e solo con loro. Gli ho chiesto cosa a lui disturba in tutto questo. Allora ha detto che visto che quando ci sono loro, è molto più velocemente esaurito e stanco, la sua mancanza di energia gli fa fare e dire delle cose ai figli che in fondo non vorrebbe. Episodio del telefono con Michele. Episodio del gioco con George. Si è arrabbiato un po' più del dovuto e se ne è pentito profondamente. Anche perché poi questi episodi capitano verso la fine del soggiorno e quindi lui ha l'impressione che tornano a casa amareggiati, scontenti e chissà cosa raccontano a Paola. (la paura che lei lo minaccia di non più darglieli!) L'ho accompagnato durante questo discorso cercando di rassicurarlo che sta facendo il ruolo di padre, in questa situazione di divorzio, e che ha anche lui come tutti il diritto di essere stanchi e nervosi. Ma poi finalmente è arrivato al PUNTO: ha nominato suo padre. Lacrime agli occhi e voce tremolante. Suo padre è molto aggressivo e duro. Quando era piccolo suo padre lo puniva sia verbalmente sia fisicamente solo perché non metteva gli sci assieme in parallelo! O quando faceva lezioni di guida, per un piccolo sbaglio riceveva delle fortissime legnate sulle gambe. Tutte queste botte e arrabbiature gli sembravano molto ingiuste. Ma questa ingiustizia quando lui era piccolino non la sentiva. È qualcosa che sente ora. E lui in pratica si accorge di comportarsi in modo simile a suo padre o ha molta paura di comportarsi come lui. Perché questo gli ha portato molto dolore. Gli ho detto che è stato molto bravo. Ha fatto un ottimo lavoro di profondità. Poi è successa una cosa molto curiosa. Io da casa avevo portato con me una copia del giornale "corsi per adulti" con l'intenzione di guardare assieme un corso serale tipo Training autogeno o qualcosa di simile. Poi, considerando questa sua rabbia e aggressività latente che è uscita oggi, non sarebbe male poter sfogarsi con il movimento. Lui, dallo stesso giornale ha tirato fuori un corso sulla stessa pagina, "sofrologia Caycediana 1" e uno di "Tai-Chi". È come se mi avesse letto nel pensiero! Bene. Dice di sentirsi leggermente meglio, che sente che riesce ad affrontare i doveri più "difficili" con una certa calma. Sa che potrebbe ancora migliorare parecchio, per esempio invece di guardarsi un film di due ore, scrivere lettere per la ricerca di lavoro, compito richiesto sia dall'ufficio disoccupazione, sia dall'assistenza sociale e dall'ufficio assegni familiari. Ma lui non ha intenzione di lavorare per 3'000 Fr. al mese, altrimenti non avrebbe preso quell'appartamento con negozio e vetrina. Lui vuole perseguire quella sua attività indipendente. Ma non è ancora pronto. L'AVS pretende un pre-versamento di Fr. 18'000 per iniziare l'attività, e altre piccole pretese burocratiche. Mi ha accennato che pulendo il culetto di Michele ha scoperto un'emorroide neanche troppo piccolo. Ha tentennato a lungo se e come dirlo a Paola per evitare un battibecco nel senso "ma come, alla sua età ancora gli pulisci il culetto?". Invece di telefonare ha deciso di scriverle un Mail per informarla e ha cercato di metterla un po' sul ridere. Le ha chiesto di farlo vedere comunque ad un medico, Sembrava preoccupato. Mi ha anche raccontato un ultimo (spera) battibecco avuto con Paola il giorno di Natale. Riguardo al regalo che Sebastiano ha comperato per George e Michele: il Quad. Gli ha fatto la ramanzina, della serie che è un incosciente, che se si fanno male…. Ha accennato e minacciato sul fatto che questo motivo potrebbe essere un movente per l'avvocato di Paola per esigere una "sorveglianza" quando i ragazzi sono con lui. Ribadisce il tanto male che lei ha fatto a lui. Lui aspetterà da lei delle scuse o anche una discussione, una spiegazione o qualcosa che comunque gli faccia capire il motivo di tanta cattiveria verso di lui. Per finire, mi dice una frase che mi lascia comunque un po' perplessa. Dice che il Quad è come un tappabuchi, un aiuto a fare una attività poco costosa con i ragazzi ma con cui si divertono molto. Un oggetto da veri maschi, per fare i duri, per farsi qualche graffio da far vedere e raccontare a scuola. Patricia Elzi giugno 2006 Incontro 14 19 gennaio 2006 Appuntamento alle 9.00 e quando arrivo ancora dorme! Il fatto che lui dorma quando io arrivo mi da fastidio, mi indispone trovarmi di fronte ad una persona che balza fuori dal letto, con l'alito che sa di dormito, gli occhi gonfi e la voce impastata. Comunque, si comincia. Sebastiano inizia a raccontarmi che ieri ha accompagnato Michele a calcio, e che martedì ha passato la giornata a Balerna a parlare con Paola. Ha detto che non ci sono state particolari tensioni, e l'argomento di discussione era quello dell'intenzione di Paola di partire un anno per la Spagna con i due ragazzi Michele e George. Si tratta di un lavoro che lei dovrebbe fare e si è già informata per le possibilità scolastiche. Sebastiano non ha niente in contrario, anzi appoggia pienamente la richiesta e in più i ragazzi hanno la possibilità di imparare lo spagnolo ed il tedesco perché forse frequentano una scuola tedesca. Poi l'argomento si è spostato su Sebastiano. Gli ho chiesto se si è iscritto ai corsi di Tai-Chi e di sofrologia. Gli ho proposto di fargli io un rilassamento ed una esercitazione invece di fare il corso di sofrologia. Ha detto che andrà a vedere le persone che frequentano il corso e se gli piace. Ha risposto che sì, non ha niente in contrario di fare il rilassamento e altro, purchè non sia una cosa che poi lui deve continuare da solo tutti i giorni. Non è nel suo carattere, per esempio ha spesso avuto e ha ancora un intenso mal di schiena. Sa che potrebbe migliorare ed attenuare il dolore con pochi minuti di esercizio al giorno. Ma non li farà mai. Fa già abbastanza cose necessarie per sopravvivere tipo andare fuori a prendere la legna ed accendere il camino perché se non fa freddo, ma non è nella sua indole questo tipo di regolarità. Anzi, lui tende piuttosto a non alzarsi la mattina e lavorare durante gli orari notturni, e ritorna sul discorso che qui in questo paese già non può essere e fare tutto secondo il ritmo che vorrebbe, altrove invece ….. Lui, se deve fare delle cose, fa cose che hanno un inizio ed una fine. Non quelle all'infinito. Allora ho cercato di dirgli che se lui curasse il mal di schiena il dolore ha una fine, lui ha confrontato la vita come il mal di schiena. Poi, mi spiega il motivo perché stamattina non si è alzato è perché da quando abbiamo fissato l'appuntamento (lunedÌ) ad oggi è passato già troppo tempo. Se invece sa che ha un appuntamento si alza. Allora gli ho risposto che d'ora in poi sarà lui a chiamarmi per fissare un appuntamento. Perché, fino ad ora sono sempre stata io a contattarlo per fissare una data e un'ora. Mi rendo conto che questo non è l'iter giusto. Quindi più volte gli puntualizzo che d'ora in poi sarà lui a chiamarmi.E lui mi sorride. Tiro fuori i suoi disegni, gli faccio notare che dietro di lui ha disegnato molti più ostacoli che davanti a lui. Gli chiedo cosa rappresentano i due buchi neri. Mi risponde che sono una trappola. Gli chiedo qual'è la trappola che sta dietro di lui. Mi risp. che è l'appartamento. Quello attuale, che gli causa una marea di problemi. Poi gli chiedo cosa vede nei due ostacoli davanti a lui, lui prende in mano una penna e mi indica che ora, oggi si sente più in alto alla montagna, ancora sulla salita ma Dopo TUTTI gli ostacoli. Gli chiedo di segnarmi il punto giusto. Quando parlavamo della sua schiena, avevamo già davanti a noi il disegno, e io gli dico che la linea che sta per la montagna in fondo potrebbe essere anche una schiena! Gli ho chiesto dove sono situati i maggiori dolori quando ci sono. Mi dice che a volte sono in alto, sulla cervicale, a volte a metà, ma non in fondo alla schiena. Ad un certo punto ci ritroviamo a parlare della pretesa e le aspettative che ha sempre Paola delle persone che la circondano. Si chiede come mai lei è così e non capisce. Gli spiego che questo potrebbe essere un segnale di insicurezza, il non lasciare libera la persona di agire e fare come vuole ma di aspettarsi qualcosa da lei e di essere sempre ed eternamente delusa dal risultato. La parola insicurezza spiazza Sebastiano. Non riesce a capire. Fa confusione. Si chiede allora se nel suo caso, quando era insicuro aveva delle aspettative dagli altri. Fa un processo mentale e cerca di fare una differenza tra aspettativa e diritto. Perché lui in questo momento si sente in una situazione di diritto verso molti enti. Verso il comune che gli versa una indennità, verso la proprietaria dell'appartamento perché ci sono molte cose che non funzionano, ecc.Lui per tanti anni ha pagato fior di tasse al comune di Balerna, e ora che lui ne ha bisogno si sente il diritto di chiedere senza il senso di colpa. Lui è così che funziona, per tanti anni ha dato lui, ha fatto lui, ha organizzato le feste lui, ora si sono invertiti i ruoli e lui ha bisogno, ma si sente a posta con la Patricia Elzi giugno 2006 coscienza perché lui ha dato in passato. Comunque sento che sta facendo piccoli passi alla volta, è più prudente e si sta organizzando per vivere meglio. Mi trasmette un suo benessere e una sua conquista quando mi spiega che per ogni incarto e ogni pendenza ha creato una mappa e che quando si tratta di chiamare in causa un tal incarto lui è pronto e ha subito sotto mano la cosa giusta. Vedo che questo gli crea una "goduria" di cui va fiero. Senza che io la chiedessi mi stampa fuori la lista delle spese, e anzi mi dice che l'ha migliorata e organizzata meglio. Anche questo lo dice con fierezza. Gli faccio i complimenti. Bravo! Durante la seduta mi dice testualmente che anche se avesse vinto una lauta somma alla lotteria, è cosciente del fatto che sì avrebbe potuto spendere a fare liberamente quello che voleva, ma che non avrebbe però risolto i suoi problemi di fondo. Anche qui gli faccio notare un suo cambiamento in merito. Che è riuscito a scindere il stare bene/male dal avere/non avere soldi. Si è anche reso conto che non è importante quello che fa e quanto si spende per fare attività con i ragazzi, ma lo Stare Con loro è più importante. Poi gli chiedo se va bene per lui se io gli propongo una psicoterapeuta oppure se preferisce trovarne una lui. Lui mi risp. che va bene una mia proposta purché non sia troppo lontana per non spendere troppo in spostamenti in auto e benzina. Poi, sulla soglia della porta mi dice sorridendo "vedrai che una volta che ho risolto tutti i miei problemi scompare anche il mio mal di schiena!". Incontro 15 26 gennaio 2006 Avevo lasciato Sebastiano con il compito di contattarmi lui. E cosi' ha fatto. Ci siamo visti a casa sua alle 14 del pomeriggio. La prima cosa che mi dice "ora sono un assistito, mi hanno versato la prima somma di assistenza di fr. 1'350.-". Questa somma, assieme al pagamento del premio della cassa malati è cio`che gli viene versato al mese. Per tre mesi è automatico, poi bisogna di nuovo annunciarsi. Lui, come controprestazione deve riuscire almeno a lavorare e guadagnare Fr. 1'000.- al mese. Sebastiano comincia a farmi un riassunto dei giorni passati. Anzi, subito si alza e va a prendere due liste. Una con le entrate e uscite del mese e l'altra con il totale dei suoi debiti e il totale dei suoi crediti. Si rassicura dicendo che almeno anche lui non è solo debitore ma anche creditore di fr. 29'000.- Così, se ne dovrebbe avere bisogno può andare a riscuotere perché questa volta è lui nella situazione di urgente bisogno. Mi racconta che dopo un'assidua insistenza e dopo che si è alterato un po' finalmente la padrona di casa gli paga 1/2 del lavoro per l'installazione di una stufa a nafta. Poi, è passato dall'associazione inquilini a prendere un contratto di subaffitto e ha chiesto info a proposito del debito che il sig. Anchora pretende da lui. Secondo loro, prima di tutto non è di loro competenza perché si tratta di una causa privata del sig. Anchora e così dev'essere trattata. Poi Anchora l'ha fregato sul contratto perché non gli ha detto che lui è un subentrante e che quindi il contratto non viene adeguato ma Sebastiano lo prende con le stesse condizioni. Oggi ha parlato al telefono con Paola la quale aveva bisogno di due documenti originali: l'atto di famiglia e l'atto di matrimonio. Per l'atto di famiglia se ne occupa Sebastiano e glielo spedisce, l'altro bisogna richiederlo a Stoccolma, luogo del matrimonio. Secondo Sebastiano è giusto dividere i compiti, lui ne ha procurato uno, l'altro se lo procura lei. Anche perché è il pretore che lo richiede per valutare il divorzio e visto che per Sebastiano è uguale se divorzia o no, o se rimane nella situazione attuale anche per 50 anni, dovrà occuparsene lei. Poi mi spiega la situazione della cassa malati. Nei prossimi giorni ha intenzione di andare a Lugano e prenderli un attimo per il cravattino. Pretendono da lui versamenti anche se lui ha disdetto e non gli disdicono la complementare. Ha spostato la base presso un'altra cassa e visto che la complementare non paga il suo omeopata, non paga le cure naturale che lui ha fatto, non pagano neanche i cinque incontri che lui ha avuto con una cretina di psicoterapeuta …è piuttosto incazzato. Patricia Elzi giugno 2006 Infine anche Claudio, che prima era il suo socio con il negozio della Sunrise, non paga indietro il suo debito. Ma lui ha comunque in mano il coltello dalla parte del manico perché se non paga ci mette poco ad andare al suo vecchio appartamento e far cambiare le serrature in modo da lasciarlo in strada. L'inizio dei racconti sono tranquilli e tutti quanti finiscono con un alterazione da parte di Sebastiano. Gli cambia totalmente l'espressione in viso, la sua gestualità diventa dura e a scatti, e si agita più intensamente: quanta aggressività e ansia che sta reprimendo! Parla della sua indole, che lui non riesce a fare le cose o a passare una giornata senza che abbia uno scopo. Alla fine della giornata, della settimana e del mese tutto deve avere un senso. Negativo o positivo, ma non un boh? finale. Il boh? non è accettabile. Quindi anche dopo i nostri incontri, lui deve sentire un tornaconto, perché se invece diventa un boh? allora smette. Gli chiedo se dopo uno dei nostri incontri ha avuto una volta la sensazione di boh? Mi dice di no, che però si è accorto che ogni tanto va meno bene, in discesa, non ci sono sorprese. Allora gli dico che tutto sta a lui, che io non vengo ogni volta con una sorpresa ma che se lui ne desidera una è libero di provocarla! Lavoro. Ha in sospeso due strade da percorrere. Sa che dovrebbe muoversi ma ….. Una opzione è iniziare seriamente il negozio (tra l'altro già arredato con il mobilio e tutto) e quindi riempirlo di materiale per i clienti, fare pubblicità e tenerlo aperto. L'altra opzione è quella del discorso delle pompe dell'acqua. Un mestiere totalmente nuovo, in cui dovrebbe introdursi piano piano, imparare da questo signore che vorrebbe smettere e poi eventualmente riprendere la ditta da lui. Gli chiedo, indipendentemente dai soldi, spontaneamente cosa sceglierebbe? Mi risponde la seconda opzione. Spiegandomi che ormai un informatico oggigiorno fa molta fatica a campare, ce ne sono in giro molti, con i bilaterali vengono anche dall'estero e quindi costano sempre meno. L'informatico una volta stupiva la gente perché ne sapeva un pochino in più della media, ora neanche quello. Fare il pirla che si occupa principalmente delle password che i collaboratori dimenticano e sottostare ad un capo deficiente non è la sua ambizione! (Tanta rabbia negli occhi) Gli chiedo allora perché non contatta questo signore. Dopo un lungo giro di parole ammette di avere timore. Della risposta negativa, che o non gli interessa di lavorare con Sebastiano o che ha già trovato qualcun d'altro e visto che il 2006 è cominciato così bene non vorrebbe rovinarlo! Infine salta anche fuori che Sebastiano personalmente ancora non ha MAI parlato con la persona direttamente interessata ma solo con la figlia che ha fatto da tramite. Dice di sapere che dovrebbe fare delle cose, ma lui è molto agile nel non affrontarle. Ha messo altre priorità e sa come evitare quelle che gli pesano. Sta cercando di costruire un' esistenza accettabile, anche se questa assolutamente non gli soddisfa, perché non è nella sua indole vivere come vivono qui in questa società. Lui si sente diverso, è fiero di esserlo, non tollera l'intolleranza e l'individualismo con cui si caratterizza questa società. Qui, mai e poi mai si permetterà di trovarsi nella situazione disperata. Altrove si, in Australia, Nuova Papua Guinea ecc, ma QUI MAI. Piuttosto va a fare il tagliaboschi in montagna e va a vivere dai suoi genitori. È come se per lui, toccare il fondo non sia questa sua personale situazione, ma che ci sono persone molto peggio e più in basso di lui dove lui non arriverà mai. Lui non è in una situazione disperata! Alludendo al prestito di Fr. 500.- che ha fatto alla signora Vicenzina. Se non l'avesse fatto si sarebbe comportato come il 98% delle persone qui. Abbiamo avuto una lunga discussione, perché il prestito che ha fatto risulta poi un debito che Claudio deve a lei, ma se gli dico che lui ha pagato un debito per Claudio non accetta. Per assunto allora gli chiedo: se la lista dei creditori dovesse estinguersi perché tutti hanno ripagato i loro debiti verso di lui, e questi soldi non sono però a sua disposizione, di fare come se non ci fossero, in quale situazione si sentirebbe? Mai come la Vicenzina! Avrei ancora molti amici per cui io anni ho fatto dei piaceri e che potrebber aiutarmi. (Io dico: come dire sono nella merda fino al collo ma ancora non mi entra dalla bocca!) Mi rendo conto che Sebastiano non si rende conto veramente e realisticamente in che situazione si trova, oppure non vuole rendersi conto. Non insisto su questo punto. Non è mio compito. L'obiettivo di tenere aggiornata la lista delle entrate ed uscite la sta raggiungendo. Da questa lista si è reso conto che è costretto a risparmiare a destra e a sinistra. Sulla spesa del portatile, la benzina, uscire la sera, ecc. E vede inoltre nero su bianco che ancora le uscite superano le entrate. Quando acquista qualche cosa è cosciente della spesa che sta facendo e forse ci pensa su una volta in più prima di farlo. Infine Sebastiano fa tutta una teoria sull'inutilità delle vacanze come sono vissute qui. Patricia Elzi giugno 2006 Una persona suda, fatica e lavora sodo per mettere via abbastanza soldi e partire in vacanza. Ma non basta la vacanza dai famigliari in Puglia, perché allora sei un poveraccio. No, sei costretto a passare le tue vacanze in Sardegna perché fa fico! E se poi in vacanza anziché godertela con la moglie ed i figli devi ancora farti le menate per tal e tal altra persona non sono più vacanze. Non me ne frega un bel niente degli altri e cosa fanno e cosa pensano durante le mie vacanze. In più se quando torni dalla costosa vacanza e l'unico ricordo è quello di quanta fatica hai fatto per permettertele allora diventano ancora più inutili. (Sto cercando di ricordarmi per quale motivo Sebastiano ha parlato di questo.) Comunque ha dentro molta rabbia repressa. Anzi l'ha anche ammesso. Per esempio l'ultimo fine settimana quando è stato con i figli varie volte ha dovuto reprimere e non scoppiare. Dice che però così è fittizio, non gli soddisfa la situazione. significato di vacanza per lui Incontro 16 2 febbraio 2006 Non appena ci incontriamo inizia subito a parlare. Sebastiano irradia una nuova energia. Mi dice "sono fiero di me stesso". Gli chiedo se sa dirmi dove nel suo corpo sente questa emozione. Non ci riesce, Scuote la testa e non lo sa. Subito mi dice a raffica la lista di cose che ha fatto in questi ultimi giorni. Finalmente ha una stufa a nafta e fa più caldo. La lista delle entrate di questo mese è pareggiato. Non ha neanche una fattura non pagata. È stato da un cliente per cui ha potuto fatturare le sue ore di lavoro. Ha pulito e rimesso a posto la casa e ha costruito i mobili di cui aveva bisogno. Ha lavato i piatti. Tutto è fatto. Si sente bene nella sua pelle. E questo si vede subito. Poi gli leggo la mia lettura dei colori di Lüscher. (con qualche piccola modifica) La ascolta attentamente e alla fine esclama: "ci metto la firma!" Si identifica perfettamente con ciò che gli ho letto. Mi racconta che ha parlato a lungo con sua madre. Anche lei dice che vede un cambiamento in lui. (riprendo il discorso di sua madre più in là, ma si sofferma poco sul tema). Da una parte è molto soddisfatto e responsabile della sua attuale situazione. Anzi, dice che al più presto intende annullare il debito che sta facendo lo stato verso di lui versandogli l'assistenza. Poi, dice una cosa molto importante. Sa che per aver fatto e per fare il lavoro su se stesso era necessario tagliare i ponti con gli altri. Altrimenti sarebbero stati capaci di toglierlo da questo impegno, distraendolo, togliendogli il tempo di cui dispone ora. Se prima si rendeva conto che senza non era capace di stare e che dipendeva totalmente dagli altri, attualmente non ha proprio voglia di vedere altre persone.Sa che questa è una situazione transitoria, ma si rende conto che questo momento è molto utile per soffermarsi a pensare a lui stesso. Ad essere egoista ma in modo positivo. In questo momento è a posto come la media con la società. Non deve niente e nessuno può pretendere da lui. Ha fatto tutti i suoi doveri. Anche il rapporto con i suoi figli e migliorato e spera che anche loro apprezzino questo suo essere diverso. Questo star bene con loro, dandogli semplicemente amore. E poi un'altra cosa molto importante. Lui ha questa indole che ogni giornata deve avere reso qualche cosa. Come premio o come contentino aveva l'abitudine di regalarsi qualche cosa. Infatti il suo stile di vita di prima era molto alto. Un premio sempre legato al soldo. Ora, costretto a vivere con il minimo indispensabile e dovendo contare minuziosamente prima di spendere, pian piano gli riesce di "godere" anche da una cosa non legata al soldo. Il semplice gesto, la soddisfazione di essere riuscito a portare a termine la lista dei suoi doveri giornalieri già gli porta qualcosa di "godereccio" che però non è tangibile in soldi. (a mio avviso questo può essere l'inizio di una riprogrammazione). Lui però, non capisce come e cosa sia veramente avvenuto e cosa sta accadendo. Da un lato è molto timoroso, ma è anche fortemente convinto che sta mettendo delle " fondamenta rinforzate alla nuova casa Patricia Elzi giugno 2006 da costruire". Sa e lo dice anche che si rende conto che questo è necessario per poi salire pian piano. Che se fosse andato via, sarebbe partito con il fango fino alla bocca, e altrove non sarebbe riuscito a togliere il fango ma che probabilmente sarebbe affondato ancora di più. Parlando del suo obiettivo di fra due anni. Si è soffermato anche su un altro punto importante. Se lui volesse andare via nessuno lo trattiene. Sarebbe libero di andarsene. E che questo andare via è nella sua indole. Ma che stranamente, sette anni fa quando è tornato dall'Australia, ha scelto di restare, ha scelto di sposarsi e di avere dei figli. Scelte molto diverse, quelle di restare qui e avere delle responsabilità qui. Utopicamente ancora sogna di poter andare a lavorare su un'isola, ma non a fare lo sguattero, possibilmente a fare poco niente, a coordinare che tutta l'infrastruttura sull'isola funzioni e con la possibilità di tornare una volta al mese a promuovere viaggi per l'isola e vedere i figli. Chiaramente ben retribuito! Perché lui non si vede su di una nave crociera per esempio dove sarebbe uno dei tanti impiegati, per una paga da fame con la cabina nel posto più sfigato di tutta la nave, vicino ai motori dove fa un caldo insopportabile. (Sebastiano ha bisogno di saltare fuori dal mazzo, in più di essere retribuito lautamente). Lo informo sul fatto che settimana prossima ho due incontri con due psicoterapeute, e gli chiedo se anche questo obiettivo secondo lui potrebbe essere raggiunto. Mi risponde che non lo sa cosa vuol dire andare dalla psicoterapeuta, non sa se questo può dargli un tornaconto come sta avendo con i nostri incontri, dice che se io ritengo che lui ne abbia bisogno lui ci andrà. Con la chiara premessa che: veda di nuovo una fine in questo e non una cosa all'infinito, non può costargli di più di quanto sta spendendo ora con me. Gli faccio notare che una seduta da uno psicoterapeuta costa il doppio che con me. (Come leggo questo segnale? Forse il normale timore di lasciare me (counselor)?) Gli dico che gli farò sapere. (Ora si tratta di decidere da chi mandarlo senza dargli la sensazione di scaricarlo. Forse faccio bene e a dirgli che noi due ci incontreremo ancora due volte). Incontro 17 9 febbraio 2006 La prima cosa che noto, Sebastiano oggi indossa dei colori. Pantaloni color salmone, maglione color sabbia, ciò lo rende meno "pesante". Finalmente la sua casa è più calda (solo un locale!). Con stupore e piacere noto che ha inserito colore anche in casa. (verde, verdino, blu). Il tavolo dove ci sediamo già mi accoglie con una brocca calda di tè e due tazze. Sebastiano prima mi racconta brevemente dell'incontro con la padrona di casa avvenuto ieri.Si è un po' alterato. Mi sottopone un foglio, in cui lei tra le altre cose si prende l'impegno di mettere a posto un pavimento in una stanza, e lo ha obbligato a firmare. Solo alla fine del nostro incontro mi dice: "ho disubbidito" (alludendo al fatto che ha firmato il foglio senza farmelo leggere, come avevamo accordato qualche settimana fa, per evitare che si mettesse in un altro pasticcio finanziario). Gli chiedo di mettermi in una scala di priorità la sua situazione professionale e la sua situazione personale. Quale ha più importanza per lui. Non è in grado a rispondermi. E questa non è la prima volta che si blocca. Inizia a farmi un giro di parole, a ritirare in ballo il signore delle pompe ad acqua, il negozio ecc. Dice che finalmente ha ricevuto la risposta dall'AVS di essere indipendente, ciò significa che gli versano ca. 30'000 Fr. di LPP. Ma la gran parte di questi soldi non gli verranno versati, rimarranno bloccati su un conto. Una parte gli serviranno per avviare la sua attività da indipendente. Gli faccio notare che è come se lui acquistasse forza quando ha in mano dei soldi, che senza si sente niente ma non fa niente per guadagnarne. Attorno a questo discorso si discute parecchio. Prendiamo per assunto che finalmente ha questa somma, dice che allora investirà in scritte sulla macchina, sul negozio potrà rifornire il negozio di materiale. Gli chiedo se forse prima di investire in materiale non sia più prudente assicurarsi la clientela. Mi risponde che con quei soldi potrebbe anche permettersi di lavorare per pochi soldi con il signore delle pompe ad acqua per imparare il mestiere, e poi essere già pronto a investire o a dividere le spese. Insomma il fattore professionale è caotico. Una cosa è certa: se dovesse trovare lavoro come magazziniere o simile, non lo accetterebbe per niente al mondo. Sarebbe pagato troppo poco! Ma quello Patricia Elzi giugno 2006 che è assurdo, che anche ora guadagna poco niente, e in più si sta indebitando verso lo stato, in quanto questi gli versa l'assistenza ogni mese! Gli chiedo di elencarmi la professione dei suoi sogni. Anche a questa domanda non riesce ad rispondermi. Alla fine lo dice molto chiaramente: lui non è fatto per lavorare. Anzi si corregge e dice noi. Noi esseri umani, vivevamo altrettanto bene quando ci si scambiava la merce, patate per carote, per la semplice sopravvivenza. Ora invece, qui, ognuno deve creare un bisogno per poter soddisfare il proprio bisogno! E prende l'esempio della bibita fresa. Ritornano sempre i due Fil rouge: io mi sento un pesce fuor d'acqua in questa società, io devo solo tenere duro due anni e poi finirà tutto, me ne andrò.. Gli parlo della psicoterapeuta che ho incontrato. Lo informo sul costo e sulle varie possibilità che lui ha. Se dovesse ritenere di non riuscire a finanziare una seduta tutte le settimane, può anche incontrarsi ogni 15-20 giorni. Scadenze meno frequenti. Del luogo accogliente e della persona competente. Mi guarda con occhi perplessi. Sento che sotto ha qualcosa ma ancora non riesce ad esprimersi. Poi spesso utilizza le parole "lo so, non è giusto" oppure "avrei potuto", come la sensazione che si giudica in continuazione oppure come se sopra di lui c'è qualcuno (ad esempio suo padre) che lo punisce e lo sgrida in continuazione. Io ritorno sul discorso della psicoterapia. Gli spiego di non prenderla come se io volessi scaricarlo a qualcun d'altro, anzi gli propongo anche la possibilità di lavorare in parallelo se lui lo desidera. Sebastiano ancora non mi pone la domanda, anche se sento che ce l'ha sulla punta delle lingua. Poi mi parla tutto entusiasta del nuovo programma di contabilità che ha imparato al corso di adulti. Con fierezza mi spiega e descrive le varie possibilità dell'IVA, ecc. e che lui ha ora suddiviso in due contabilità la sua privata e quella della ditta. Quando riprendo in mano il discorso della psicoterapia e gli dico che sarà suo compito contattarla, finalmente mi pone la domanda: perché dovrebbe farla? Allora, gli ricordo prima di tutto una sua frase che lui stesso aveva pronunciato all'inizio dei nostri incontri, quando gli esposi i nostri obiettivi, quando gli dissi della psicoterapia lui ne fu molto felice e sollevato. Lo rassicuro, dicendogli che non si tratta di ricominciare e che il suo timore è più che legittimo. Gli spiego che io non ho la competenza di operare nel campo del suo profondo, che ciò che lui mi disse durante una delle nostre sedute, era che voleva capire perché ha subito questo fallimento e capire come mai. Che la psicoterapia gli permette di conoscere sé stesso nel suo profondo, di percorrere le varie tappe della sua vita e di capire come mai ha agito in tal o tal altro modo. Mentre parlo e gli spiego, mi vengono le lacrime agli occhi. Anche a lui brillano gli occhi e dopo che ho finito di spiegare mi dice dal profondo del suo cuore: ora ho capito, è proprio quello di cui ho bisogno. Sì, non ha nessun senso vincere un milione al lotto e fuggire fin quando non mette a posto il problema alla base. Sembra soddisfatto e mi ringrazia per la mia "pazienza" e per la mia fiducia che gli ho dato. Alcune ore dopo, lo stesso giorno arriva il seguente mail: Inizio messaggio inoltrato: Da: "Sebastiano Ongaro" <Sebastiano@xxxxx .ws> Data: 9 febbraio 2006 17:07:12 GMT+0xxxxx:00 A: "Counselor" <[email protected]> Oggetto: Prosimo appuntamento Ciao "counselor", la psicoterapeuta mi ha fissato l’appuntamento per mercoledì 22.2. Che ne dici se ci vediamo il giorno dopo? E a proposito, sono molto poco “esultante” per la mia situazione attuale, che mi rendo conto è stata sostenuta e “pilotata” in maniera eccellente da te. Ma io mi trovo ancora al piede della famosa scala, sento di aver “costruito” una bella base, come ce ne siamo compiaciuti giovedì scorso. Il mio atteggiamento però, è di chi si rende conto che è presto per dire ce l’ho fatta… Patricia Elzi giugno 2006 Ciò non toglie che hai tutto il mio appoggio per la tua nuova professione, che ritengo molto valida. Conta su di me per quanto possa esserti di aiuto, direttamente o indirettamente, per renderla migliore. Sono felice che come tuo primo cliente, abbia ottenuto pieno successo dalla terapia. E che possa cosi esserti da “testimonial” pienamente soddisfatto e riconoscente. I miei complimenti, hai scelto la cosa giusta, avanti cosi! Un abbraccio forte, Seba Telefonata venerdì 3 marzo 2006 Sebastiano mi telefona raccontandomi del suo primo incontro con la psicoterapeuta. Il primo appuntamento l'ha perso. Per una ragione di disfunzione del suo telefonino, nella quale ha l'agenda, non si è ricordato dell'app. Ha rifatto l'appuntamento. La prima cosa che mi chiede al telefono è se io ho visto la psicoterapeuta. Gli rispondo di sì, e gli chiedo perché. Se ho visto come si siede, a gambe incrociate, con una voce …… Mi è parso molto scettico. (effettivamente la sua voce potrebbe non piacere, lo stesso effetto l'ha fatto anche a me al telefono, ma quando poi le ho parlato personalmente non mi disturbava più). Poi mi dice: sai, una seduta da lei dura 40 minuti e costa Fr. 140.Se non avvisa 48 ora prima che non può venire, anche se i figli finiscono sotto una macchina. dovrà pagare comunque la seduta, Che si rende conto quanto era fortunato di lavorare con me. Tutta un'altra cosa. Non sa se riuscirà a pagare questi incontri. Allegato 2 - Materiale di lavoro NARRAZIONE (novembre 2005) "Le disavventure economiche del signor Rossi" Vi voglio raccontare il difficile rapporto con la moneta o per lo meno con la gestione di essa da parte del signor rossi: La sua gestione “patrimoniale” è come tutto quanto lui fa e pensa, molto a corto termine. Quindi se oggi ce n’è lui “compra”, se domani non ce n’è lui “non comprerà” più. E talvolta ottimisticamente come sempre, compra prima che arrivino i soldi, o quando i soldi arrivano tende ad usarli più volte…. (incassa 100.- e finalmente si permette 100 di cibo più 80 di benzina e magari anche 90 di piacere, …..) Nella sua vita non ha mai risparmiato praticamente nulla, si è sempre permesso ciò che poteva, ma spesso ha dovuto fare delle “forti” rinunce per questo. Non è un affarista, raramente ha acquistato qualche cosa che nel tempo gli abbia fruttato qualche cosa, ma persevera nel acquistare oggetti di vario genere, che danno piacere ma richiedono tempo che non ha, e spesso vengono accantonate fin che poi “scompaiono”….. Si è tolto delle grosse soddisfazioni, questo non lo può negare, ma il prezzo che dovuto pagare per ottenerle spesso lo ha lasciato con un senso di frustrazione ed inadeguatezza. È fortemente convinto che la vita vada vissuta a “piene mani”, che ogni “lasciata è persa”, che è inutile “piangere sul latte versato”, e cerca di “predicare” queste semplici teorie in ogni contesto ed approfittando Patricia Elzi giugno 2006 di ogni opportunità. Ma talvolta (spesso) manca di credibilità, lui per primo no fa quello che vorrebbe, non ottiene ciò che gli spetta, non sa realizzare ciò che dice, ecc…. Ora il fatto che da qualche tempo è particolarmente “sfortunato”, che abbia guadagnato negli ultimi anni come non mai, senza ottenere quei risultati che fortemente auspicava. Non fa altro che confermare il fatto che un diverso approccio al problema, è d’obbligo. Essere ottimista e generoso è positivo, ma se questo causa delle mancanze di “liquidità” per far fronte alle “inevitabili” insidie della vita. Forse è tempo che anche il signor Rossi si ri-programmi quel tanto che basta ad essere più egoista, meno possessivo, più diffidente, più tirchio….. Il signor Rossi, gode quando può aiutare, offrire, far felice il prossimo. In compenso fatica a farsi aiutare, farsi consigliare, ad ammettere di essere in difficoltà…. Questo non in tutto e con tutti, ma a parte con alcune persone e in ambiti particolari, preferisce far credere agli altri il falso, piuttosto che correre il rischio di essere aiutato. È diventato un maestro nell’arte di credere intensamente una cosa, in modo che non riesca più a distinguerla dalla realtà. Per fortuna è circondato da molte persone che lo stimano e rispettano, e che riescono a farlo ragionare, senza aggredirlo o offenderlo. E cosi continua a fare alti e bassi, allontanandosi ed avvicinandosi alla realtà, rendendosi conto una volta delle fortune che ha e ha avuto, la volta dopo delle sfortune…. Quest’anno è riuscito a perdere tutto in pochissimo tempo, dalla salute alla famiglia alla casa ai risparmi e senza che ci fosse stato un motivo particolare per tutto ciò. Nello stesso momento si è trovato a dover avviare cause legali nei confronti di assicurazioni, garagisti, venditori, ecc.. Con il risultato che non è riuscito a vincere nessuna battaglia, ha praticamente perso quel poco che gli era rimasto…. Ma se è ancora in “piedi” vuole dire che non era troppo, che ha ancora sufficiente salute, voglia di vivere, e di ricominciare. Un po mal concio è, ma sta meglio, non economicamente ma con se stesso. Cerca di fare ciò che dice, di non volere troppo, di essere ottimista ma non troppo, ed il futuro gli sembra già tangibilmente più sereno….. Per ora è tutto, Luke La mia analisi Ha scritto in tanti piccoli paragrafi. Ho l'impressione di leggere a scatti. Ha preso come nome il Signor Rossi, che guarda caso, è il colore che ha preferito nel test dei colori di Luscher. Varie volte non finisce il paragrafo con un punto ma con dei puntini. Mi fa come sentire che non vuole entrare in profondità a narrare, ma che lascia ai puntini il resto. Lui preferisce passare ad un altro tema e stare in superficie. Elenco le parole da lui scritte tra virgolette, e quindi messe in risalto: - patrimoniale soldi - compra soldi - non comprerà soldi - forti rinunce - scompaiono oggetti Patricia Elzi giugno 2006 - piene mani la vita - lasciata è persa opportunità - piangere sul latte versato sé stesso - predicare sé stesso - sfortunato soldi - liquidità soldi - inevitabili insidie della vita - piedi non caduto Ha utilizzato due estremità corporee (mani e piedi) per descrivere come vive e come sta. I vocaboli piangere e predicare potrebbero essere collegati alla religione. Infatti, ogni tanto accenna alla sua credenza, ma molto sommariamente e veloce. Forse potrei approfondire questo discorso con lui, per capire meglio il mondo in cui è vissuto, il suo lato spirituale. Quando è stato frustrato e inadeguato = aveva soldi Se è ottimista e generoso = non ha soldi Se sarà egoista, possessivo, diffidente e tirchio = avrà soldi Sebastiano misura le sue emozioni in base a quanto ha o non ha materialmente. Questa è la sua limitazione o "ingnoranza" verso i sentimenti interiorizzati durante la sua infanzia. Questo è il suo conteso culturale. Forse è qui che io sento maggiore difficoltà. Nel comunicare con lui a questo livello. Nell'evocare dal suo mondo la sua soluzione. Mi rendo conto ora, che durante il nostro ultimo incontro ho dato un punto di vista dal mio mondo, e forse per quello mi ha fatto resistenza. Controtransfert. Quando parla dei suoi figli e gli vengono le lacrime, inizio ad avere qualche difficoltà. E ora mi rendo conto che il punto di vista sui figli-padre era un controtransfert. Con la frase - "un po' malconcio è, ma sta meglio, non economicamente ma con se stesso." potrei azzardare a dire che ha scisso la star bene dai soldi. Termina la narrazione con un'apertura, lasciando ai puntini la continuazione. Test di Lüscher Sebastiano Ongaro, 28 0ttobre 2005. 3 2 1 4 5 6 0 7 Prima scelta 3 2 1 4 5 6 0 7 Seconda scelta Immediatamente posso osservare una rigidità di atteggiamento ed una inflessibilità di natura affettiva. Il rosso come primo colore scelto sta ad indicare una forte necessità di ottenere dei risultati attraverso il suo impulso verso l’agire attivamente, anche come impulso sessuale. Seguito dal verde, che richiede un bisogno di considerazione , di avere il pieno possesso della sua decisione di agire a modo suo contro ogni opposizione e resistenza. Non ci sono ansie o compensazioni particolari. Il vero problema è +3 –7 : il comportamento che deriva dal problema è una lotta contro la restrizione e la limitazione e insiste nel manifestarsi liberamente come risultato dei propri sforzi. I gruppi: +3 +2 il modus operandi: insegue il suo obiettivo con intensità e non si permette di deflettere dal suo scopo. Vuole sopraffare gli ostacoli con cui è fronteggiato e raggiungere uno speciale riconoscimento e uno speciale livello dal suo successo. x1 x4 situazione attuale: volenteroso e adattabile. Si sente in pace solo se intimamente legato ad una persona, gruppo, organizzazione su cui possa riversare fiducia. =5 =6 risorsa: egocentrico, perciò facile ad offendersi. Capace di ottenere soddisfazione fisica Patricia Elzi giugno 2006 dall'attività sessuale, tende, tuttavia, a non lasciarsi coinvolgere emotivamente. -0 –7 rifiuto: fisiologica: pronunciata suscettibilità a stimoli esterni. psicologica: desidera vincere una sensazione di vuoto e colmare il senso di isolamento che lo separa dagli altri. Ansioso di sperimentare tutti gli aspetti della vita, di esplorarne tutte le possibilità e di vivere la vita pienamente; si risente di qualsiasi restrizione o limitazione impostagli e insiste a voler essere libero e non ostacolato. Il nero il ultima posizione è comune, rappresenta un desiderio più o meno normale di non dover rinunziare a niente, di avere il controllo delle proprie azioni o decisioni. Il rosso in prima posizione indica la volontà che la sua attività gli porti intensità di esperienza e pienezza di vita.Dal punto di vista sessuale suggerisce una spinta sessuale più o meno controllata, con la possibilità di scopi occasionali di esperienza sessuale, impulsiva, non controllata. Significato strutturale: 3/7: desiderio esagerato o drammatizzato. Il normale desiderio del rosso è reso compulsivo e rafforzato dal nero. Mia considerazione: Data la sua rigidità, diventa anche molto difficile cambiare programma in quanto non risulta una persona flessibile. Questa sua inflessibilità la riscontro anche nei suoi movimenti, meccanici, rigidi. Il movimento della sua testa, il suo modo di parlare è caratterizzato da scatti più che da movimenti morbidi. La persona stessa è alta, magra e un po' legnosa. Risulta essere una persona estroversa, quindi con tutte le attenzioni rivolte all'esterno. Al suo mondo circostante, da cui dipende fortemente. Non ama la solitudine nel senso che ha bisogno di avere al suo fianco una figura femminile materna. E`attivo e autonomo. Difficilmente si adatta ad un suo superiore. Mira piuttosto alla libertà di fare e agire di testa sua o a trasgredire. Ma proprio qui si inceppa. Non è una persona sicura con una stabile autostima, di conseguenza la libertà a cui mira gli mette piuttosto i bastoni fra le ruote. Inoltre è dipendente dal giudizio che viene dall'esterno, e allo stesso influenzabile e suscettibile. DISEGNI Incontro 12, 29 dicembre 2005 1) COME SONO ORA ha utilizzato due colori: il marrone per l'ambiente e la scritta "una faticaccia tirare avanti …." ed il viola/rosso per indicare e puntualizzare (con freccia) sé stesso. 2) COME VORREI ha utilizzato il verde per la montagna e gli alberi, ancora il marrone per il tronco la barchetta e le case, il grigio per il fumo che esce dal camino ed il sentiero (quasi invisibile), il blu per l'acqua, la scritta "una vita sana e di benessere" e sé stesso, assieme al rosso/viola per sé stesso. Manca il nero, il rosso, il giallo. DISEGNI Incontro 12, 29 dicembre 2005 1) COME SONO ORA ha utilizzato due colori: il marrone per l'ambiente e la scritta "una faticaccia tirare avanti …." ed il viola/rosso per indicare e puntualizzare (con freccia) sé stesso. Patricia Elzi giugno 2006 2) COME VORREI ha utilizzato il verde per la montagna e gli alberi, ancora il marrone per il tronco la barchetta e le case, il grigio per il fumo che esce dal camino ed il sentiero (quasi invisibile), il blu per l'acqua, la scritta "una vita sana e di benessere" e sé stesso, assieme al rosso/viola per sé stesso. Manca il nero, il rosso, il giallo. Test di Lüscher 2 Sebastiano Ongaro, 26 gennaio 2006. 3 4 1 5 2 6 0 7 Prima scelta 3 4 5 2 1 6 0 7 Seconda scelta Rosso: Prima posizione Vuole che la sua attività gli porti intensità di esperienza e pienezza di vita. Forte spinta sessuale. (chi si sottopone a costrizione ma vorrebbe evadere - così si crea un cerchio). Viola: terza posizione Indice di immaturità, emozioni instabili, bisogno di tenerezza e comprensione. Blu: quinta posizione è significativo quando non appare nelle prime quattro posizioni Gruppi: +3+4 strategia - obiettivo rosso/giallo Cerca successo, stimoli e una vita piena di esperienze; vuole manifestarsi liberamente e scuotere via i rimasugli e le briciole del dubbio, della sfiducia in se stesso per vincere e per vivere intensamente. Ama i contatti con gli altri ed è entusiasta per natura. Recettivo a tutto ciò che è nuovo, moderno e difficile. Ha molto interesse e vuole espandere i suoi campi di attività. È ottimista sul futuro. x5 x2 sit. attuale viola/verde Lavora per migliorare la sua immagine agli occhi degli altri in modo da ottenere la benevolenza e il benestare ai suoi bisogni e desideri. = 1 = 6 risorsa blu/marrone Capace di ottenere soddisfazione fisica dall’attività sessuale, è però portato a ritirarsi dall’impegno emotivo – affettivo; ciò gli impedisce di stabilire un rapporto valido. – 0 – 7 rifiuto grigio/nero Interpretazione fisiologica: pronunciata suscettibilità a stimoli esterni. Interpretazione psicologica: desidera vincere una sensazione di vuoto e Patricia Elzi giugno 2006 colmare il senso di isolamento che lo separa dagli altri. Ansioso di sperimentare tutti gli aspetti della vita, di esplorarne tutte le possibilità e di vivere la vita pienamente; si risente di qualsiasi restrizione o limitazione impostagli e insiste a voler essere libero e non ostacolato. In breve: Determinazione piena di attese. Problema: +3–7 rosso/nero Lotta contro la restrizione e la limitazione e insiste nel manifestarsi liberamente come risultato dei propri sforzi. Elemento Strutturale 3/7 rosso/nero Il normale desiderio del rosso è reso compulsivo e rafforzato dal nero. Lettura: Come risulta anche dai nostri incontri, Sebastiano è molto ottimista sul futuro. Sta cercando di riacquistare la fiducia in sé stesso per ricominciare e trovare nuovi sbocchi sia a livello di contatti, messi in sospeso, sia professionalmente. Il fatto che attualmente si senta isolato dagli altri, e lui invece di indole predilige il contatto con gli altri, lo mette a disagio. E qui subentra anche il discorso sessuale, il quale ora non gli dà la possibilità di sfogo e soddisfazione necessarie, ne deriva una doppia delusione e rabbia. Si sente in gabbia. Ha lui stesso espresso il disagio per la costrizione che lui stesso s'impone, questa situazione non lo soddisfa affatto, ma per ora non ha altra scelta. Sebastiano sta bene quando niente e nessuno lo ostacola, quando può essere sé stesso libero sia professionalmente sia nella società. Nella situazione attuale però, è cosciente del fatto che non ha raggiunto soddisfazioni in questo modo e che anzi ha perso di autostima. Per questa ragione attualmente si sta fortemente impegnando a lavorare su se stesso per poter cambiare. Bibliografia Papadia Mario, La riprogrammazione esistenziale, Armando Editore Papadia Mario, Il counseling come riprogrammazione, Armando Editore Alberto Oliverio e Anna Oliverio Ferrarsi, Le età della mente, BUR Mariangela Falabella, ABC della psicopatologia, Edizioni Magi Anna Freud, L'IO e i meccanismi di difesa, G. Martinella & C. s.a.s. Firenze Max Lüscher, Il test dei colori, Casa Editrice Astrolabio Dr. Med. Bach, I rimedi dei fiori di Bach. Patricia Elzi giugno 2006