SACRESUPPELLETTILISACRIPARAMENTI
Calice & purificatoio
Patena
Palla o animetta
Corporale & borsa
Velo del Calice
Calice coperto dal velo & dalla borsa
Pisside & velo della Pisside
Teca del Santissimo & lunetta dell'Ostensorio
Ostensorio
Teca & sacchetto per il trasporto del Santissimo
Reliquiario
Ampolline OD ORCIOLI
Campanello
Leggìo
Messale
Aspersorio & secchiello per l'Acqua benedetta
Turibolo
Navicella
Brocca & bacile
Bugia
Vasetti per gli Olii Santi
Amitto
Camice
Cingolo
Manipolo
Stola
Stola pastorale
{si usa nell'amministrazione dei Sacramenti & non và incrociata
sul petto}
pianeTa [ in SoSTiTUZione Si pUo’ VSaRe LA CASVLA]
Dalmatica
[la Tunicella differisce solo perché ha maniche più lunghe e
strette]
Tunicella
Dalmatica
Piviale
Piviale
Velo omerale, berrettO [tricorno]& cotta
Cotta
Rocchetto
Mitria, pallio, chiroteche[gvanti], calze & sandali pontificali
Croce pettorale, pastorale, anello & razionale
Cappa magna
Mozzetta
Tiara & fanone del Sommo Pontefice
Svppellettilialtare
L'Altare e le sue suppellettili
Sopra la mensa, si notano le tre tovaglie,
di cui la prima è detta crismale (a diretto contatto con la pietra sacra).
Appoggiate sulla mensa, le tre cartegloria; a destra del tabernacolo, il
vasetto delle abluzioni.
Sul gradino, i sei candelieri e i vasi di fiori.
Il tabernacolo è coperto dal conopeo e sormontato dalla Croce.
La parte anteriore dell'Altare è coperta dal palliotto.
L'Altare e le sue suppellettili II
1. Corporale; 2. Borsa; 3. Calice e Palla; 4. Purificatoio; 5. Velo del Calice; 6.
Patena.
A sinistra: Messale e leggìo; dietro il Calice: cartegloria.
Sul gradino dell'Altare: Croce e candelieri.
Suppellettili per la Veglia pasquale
Il Fuoco sacro, il Cero pasquale, le Profezie, l'Exsultet, il Fonte
battesimale
La sacra suppellettile
La suppellettile liturgica è il complesso degli oggetti che servono per il
culto divino.
Si può dividere in:
indumenti e paramenti sacri destinati ai sacri ministri
vasi sacri
destinati a contenere la SS.ma Eucaristia
panni sacri
destinati a coprire i vasi sacri
l'Alba
l'Amitto
le Ampolline
anello e
razionale
Veste simile al camice ma senza scollaturA.
Panno bianco da applicare intorno al collo.
Ciuffo di crini, o piccola spugna chiusa in una sfera
metallica cava e perforata, usato per
l'aspersione con acqua benedetta.
l'Aspersorio
berrettO
borsa
Brocca e
bacile
Bugia
il calice
vasi
sacri
coppa di metallo prezioso con l'interno dorato,
destinato a contenere il Preziosissimo Sangue
durante la Messa
le calze
il Camice
il Campanello
i candelieri
Cappa magna
cartegloria
Veste per la liturgia, di stoffa bianca. In origine
soltanto di lino, normalmente stretto alla vita
da una cintura (cingolo). A seconda della
scollatura vi si può aggiungere un panno attorno
al collo (amitto). In origine, abito di base per tutti
gli inservienti in qualsiasi tipo di celebrazione;
oggi viene spesso sostituito dalla cotta,
soprattutto al di fuori della Messa e in genere
per i servizi più umili; la cotta è più corta, senza
cintura e quindi più comoda.
chiroteche
(guanti)
il Cingolo
conopeo
Cintura da cingersi alla vita sopra il camice.
Corporale. Piccolo panno di lino su cui vengono
posti il calice e la patena durante la
celebrazione della Messa, o il Santissimo
SacRamenTo peR la cUSTodia e l’eSpoSiZione.
Cotta. Sopravveste bianca, spesso ornata di pizzo,
lunga fino al ginocchio, con maniche corte e
larghe, da indossare sopra la talare. Viene
usata anche dai ministranti.
Corporale
la Cotta
la Croce
Croce
pettorale
la Dalmatica
fanone del
Sommo
Pontefice
il Leggìo
vescovo
papa
Leggio. Arredo su cui si appoggiano i libri sacri. Si
TRoVa noRmalmenTe all’ambone con il leZionaRio,
alla Sede o SUll’alTaRe con il meSSale.
il Messale
la Mitra
Mitra. Copricapo liturgico specifico, proprio del
vescovo (e di alcuni abati), che lo porta durante
le processioni, quando sta alla cattedra
episcopale, quando dà una benedizione solenne e
durante altre azioni importanti. È costituito
dalle due cornua, parti piatte, a forma di scudo (di
fronte e dietro) e da due larghi nastri ricadenti
sulle spalle (vittae).
Mozzetta
la Navicella
l'ostensorio
la Palla
pallio
Navicella. Recipiente così chiamato per la sua
foRma e deSTinaTo a conTeneRe i gRani d’incenSo.
Ostensorio. Arredo che consente di esporre il
SanTiSSimo SacRamenTo peR l’adoRaZione.
Piccola tela inamidata di forma quadrata
collocata, prima dell'offertorio, sopra la patena
dove si trova l'ostia e, dall'offertorio in poi,
sopra il calice.
Palla. Telo di lino, di forma quadrata, che serve a
coprire il calice e la patena.
ARCIVESCOVO
il pastorale
la Patena
la Pianeta
la pisside
il Piviale
vasi
sacri
Pastorale. Bastone del vescovo
Piatto rotondo di metallo usato nella messa per
contenere l'ostia sia prima che dopo la
consacrazione
È leggermente concava o ha, nel mezzo, un disco un
poco incavato.
Viene posto sopra il calice coperto dalla palla ,
sia dall'inizio della messa all'offertorio, sia dopo
la comunione.
Patena. Recipiente per le ostie; dall'originaria
forma a scodella si è ridotta, per il diffondersi
delle Messe private, a un piattino.
Pianeta. Paramento che il sacerdote celebrante
indossava sopra il camice e la stola. è
confezionato nei vari colori liturgici.
per contenere le Sacre Specie per la Comunione; ha
la forma di un calice, con la coppa più grande e
panciuta e con un coperchio sormontato da una
croce; dEve essere in metallo nobile, con l'interno
della coppa dorato
Pisside o ciborio. Contenitore per la custodia o il
trasporto della Santa Comunione sotto le specie
del pane. Originariamente una scatola provvista
di coperchio, cui nel periodo gotico si aggiunse un
sostegno rendendola sempre più simile a un calice.
Piviale. Veste liturgica usata originariamente
per le processioni (pluviale = mantello da pioggia
con cappuccio) e in seguito anche per la Liturgia
delle Ore nelle feste solenni e per la
celebrazione dei Sacramenti al di fuori della
Messa e per la benedizione col Santissimo
Sacramento.
Purificatoio
Rocchetto
i sandali
pontificali
secchiello per
l'Acqua
benedetta
la Stola
Stola. Importante insegna, che fa parte delle
vesti liturgiche, è a forma di sciarpa, dal
sacerdote e dal vescovo sul collo.
Stola diaconale. Stola propria del diacono
indossata sulla spalla sinistra.
Stola
pastorale
la teca
Teca del
Santissimo
la Tiara
Tunicella
Turibolo
PER ESPOSIZIONE SANTISSIMO SACRAMENTO
Turibolo. Recipiente spesso preziosamente
argentato, a cui sono fissate delle catenelle e
chiuso da un coperchio con fori. Contiene un
secondo recipiente con carboni accesi, sui quali
bruciano grani di incenso.
Velo del Calice
Velo omerale
velo della
Pisside
GLOSSARIO
ABLUZIONE
GESTO DI LAVARSI LE MANI O LE DITA FATTO DAL SACERDOTE O DAL DIACONO PRIMA
DELLA
CELEBRAZIONE DELLA MESSA, DURANTE LA MESSA NEL LAVABO E, FACOLTATIVO,
ASPERGENDO I
VASI SACRI DOPO LA COMUNIONE. L'ASPERSIONE È IL RITO CON CUI SI SPARGE L'ACQUA
BENEDETTA SU PERSONE, LUOGHI O COSE, PER PURIFICARLI E BENEDIRLI. GIÀ IN USO
TRA I PAGANI
E TRA GLI EBREI, IN ALCUNE CIRCOSTANZE PUÒ ESSERE FATTA ANCHE DAI FEDELI
LAICI.
AMPOLLE
PICCOLI RECIPIENTI DI VETRO O DI METALLO O DI ALTRA MATERIA. CONTENGONO L'UNO,
IL VINO E
L'ALTRO, L'ACQUA PER LA MESSA. SI INTENDONO ANCHE I CONTENITORI DEGLI OLII
SANTI.
BORSA
CUSTODIA QUADRANGOLARE, APERTA DA UN LATO: SERVE A CUSTODIRE IL
CORPORALE DURANTE
LA MESSA O LA DISTRIBUZIONE DELL'EUCARISTIA, O L'ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO
SACRAMENTO. PUÒ ESSERE BIANCO OPPURE DEL COLORE DEI PARAMENTI. IL SUO USO
ORA NON È
PREVISTO.
BREVIARIO
COSÌ È DETTO POPOLARMENTE IL LIBRO, IN QUATTRO VOLUMI, CHE CONTIENE LA
LITURGIA DELLE
ORE O UFFICIO DIVINO.
BROCCA
RECIPIENTE AD ANFORA, CON MANICO, USATO INSIEME AL BACILE DAL VESCOVO O DAL
PRELATO
NEI RITI LITURGICI, PER ESEMPIO NEL RITO DELLA LAVANDA DEI PIEDI. QUESTO È A
IMITAZIONE DI
CIÒ CHE FECE IL SIGNORE NELL'ULTIMA CENA, CON CUI LA SERA DEL GIOVEDÌ SANTO IL
SACERDOTE, DOPO L'OMELIA, LAVA I PIEDI A DODICI UOMINI. TALE RITO È
FACOLTATIVO,
SECONDO L'OPPORTUNITÀ. PRIMA DELLA RIFORMA IN ALCUNI LUOGHI, SI SVOLGEVA,
INDIPENDENTEMENTE DALLA MESSA, NELL'AMBITO DELLE CONFRATERNITE.
BUGIA - PALMATORIA
BASSO CANDELIERE SOPRA UN PIATTELLO CON PICCOLO MANICO E ANELLO, CHE
VENIVA USATO
FINO A POCHI DECENNI FA DURANTE LE CELEBRAZIONI SOLENNI PER LA LETTURA
DELLE
PREGHIERE LITURGICHE FATTA DAL VESCOVO O DA ALTRI PRELATI. SE NON POGGIAVA
SULL'ALTARE, VENIVA SOSTENUTA DA UN CHIERICO ALLA SINISTRA DEL CELEBRANTE.
IL NOME
DERIVA DAL FRANCESE BOUGÌE, CHE A SUA VOLTA DERIVA DALLA CITTÀ ALGERINA
BUGÌA (IN
ARABO BUGIAYA), NOTA IN PASSATO PER LA PRODUZIONE E L'ESPORTAZIONE DELLA
CERA PER
CANDELE.
CALICE
SERVE PER LA CONSACRAZIONE DEL VINO NELLA SANTA MESSA. FINO AL SEC. VI FU
SIMILE AL
BICCHIERE DI USO DOMESTICO. DOPO TALE DATA I CALICI HANNO ASSUNTO UNA VARIA
TIPOLOGIA RISPONDENTE A MOLTEPLICI FUNZIONI (CONSACRAZIONE DEL VINO,
DISTRIBUZIONE
DEL VINO CONSACRATO, ARREDO SUNTUARIO VOTIVO): FATTI DI METALLI PREZIOSI, DI
VARIA
GRANDEZZA E LAVORATI A SBALZO E CESELLO, CON FIGURE IN RILIEVO E TEMPESTATI
DI PERLE E
DI GEMME. VENUTA MENO GRADUALMENTE LA SOMMINISTRAZIONE DEL VINO
CONSACRATO AI
FEDELI A PARTIRE DAL MILLE, IL CALICE ASSUNSE LA DIMENSIONE PICCOLA E LA
FORMA COMUNE
DI OGGI (COPPA, FUSTO, BASE) ALLA FINE DEL SEC. XIII. PRIMA DI ESSERE USATO VA
CONSACRATO
DAL VESCOVO O DA UN SACERDOTE INCARICATO.
CALIGHE (CALIGAE)
CALZATURE LITURGICHE. USATE UN TEMPO DAI VESCOVI NELLE MESSE PONTIFICALI
SOLENNI. DI
SOLITO DI FORMA ALTA E DI CAMOSCIO, RICAMATE, E DEL COLORE DEL GIORNO
LITURGICO.
ALLUSIONE ALLE PAROLE DI ISACCO 52,7: "COME SONO BELLI I PIEDI SUI MONTI, DI
COLUI CHE
ARRECA LIETE NOTIZIE (EVANGELO) ".
CAMICE
TUNICA BIANCA, DI LINO, LUNGA FINO AI PIEDI IN USO NELLE SACRE FUNZIONI; È USATA
DAI
CHIERICI E, A VOLTE, IN FORME E COLORAZIONI DIVERSE, DAI MINISTRANTI, DAI
LETTORI, CORISTI,
ECC. INDICA LA VESTE CANDIDA DEL BATTESIMO, LA DIGNITÀ DEL CRISTIANO, LA
PUREZZA E LA
GRAZIA DIVINA. DAI SACRI MINISTRI È USATA SOTTO I PARAMENTI. IL CINGOLO È LA
CINTURA CHE
SI STRINGE ALLA VITA SOPRA IL CAMICE. PUÒ ESSERE DI SETA, CANAPA O COTONE,
SOLITAMENTE
DI COLORE BIANCO: È TUTTAVIA PERMESSO ANCHE DELLO STESSO COLORE DEI
PARAMENTI. PUÒ
ESSERE A FORMA DI PICCOLA FASCIA. DERIVA DAL CAMICE LA COTTA CHE DOVREBBE
SCENDERE
FINO ALLE GINOCCHIA, CON MANICHE LARGHE. E' UNA VESTE BIANCA, CORTA, CHE SI
USA SOPRA
LA TALARE. ERA CHIAMATA SUPERPELLICEUM, PERCHÉ, D'INVERNO, NEI PAESI
SETTENTRIONALI
ERA INDOSSATA SOPRA LA PELLICCIA. SE NON È PRESCRITTO IL CAMICE È INDOSSATO
NELLE
SACRE FUNZIONI DAL CLERO E PUÒ ESSERE USATO ANCHE DAI MINISTRANTI, LETTORI,
CANTORI,
ANIMATORI, SACRESTANI, ECC. DALL'EBRAICO KUTTONET, TUNICA SENZA MANICHE.
CAMPANA
STRUMENTO METALLICO A PERCUSSIONE. NELL'USO RELIGIOSO CONVOCA IL POPOLO AL
CULTO,
ESORTA IN CERTE ORE LA PREGHIERA, ALLA PREGHIERA PER UN MORIBONDO, A
SUFFRAGIO DI UN
DEFUNTO, PER SOLENNIZZARE UNA FESTA. IN ALCUNE LOCALITÀ È USATA ANCHE PER
ALLONTANARE LA GRANDINE O UN FORTE TEMPORALE, PER CHIAMARE A RACCOLTA
IN CASI DI
PUBBLICA CALAMITÀ. LE PRIME NOTIZIE DELL'USO LITURGICO SI HANNO DAL VI SECOLO
IN
FRANCIA E IN IRLANDA. E' PREVISTA LA BENEDIZIONE (CONSACRAZIONE) DELLE
CAMPANE.
CAMPANELLO
PICCOLA CAMPANA, DI FORMA E GRANDEZZA VARIA, USATA SINGOLARMENTE O A PIÙ
ELEMENTI,
DI SOLITO ALL'INTERNO DELLA CHIESA E AL MOMENTO DELL'ELEVAZIONE DELLA
MESSA (DAL XII
SECOLO), AL SANCTUS, AL GLORIA NEL PERIODO DI PASQUA, PRIMA E DOPO LA
BENEDIZIONE
EUCARISTICA.
CANDELABRO - CANDELIERE
E' IL SOSTEGNO DELLA CANDELA, CHE SI USA NEGLI ATTI DI CULTO. E' UN RIFERIMENTO
A QUELLO
A SETTE BRACCIA DEGLI EBREI, USATO CON LE CANDELE PER ILLUMINARE E
DECORARE LA
CHIESA. NELLE PIÙ ANTICHE CELEBRAZIONI SI COLLOCAVANO ATTORNO ALL'ALTARE;
NELLE
SOLENNITÀ DUE DI ESSI PRECEDEVANO IL CELEBRANTE.
CAPPA
SPECIE DI MANTELLO, DI VARIE FORME E SIGNIFICATI. IN CORO ERA IL MANTELLO CHE
D'INVERNO
COPRIVA LE SPALLE, CON O SENZA IL CAPPUCCIO, POI, RIDOTTO E CHIUSO DAVANTI, FU
DETTO
MOZZETTA, COME VESTE CORALE DEI VESCOVI E DEI CANONICI. LA CAPPA MAGNA ERA
IL
PRIVILEGIO DEI CARDINALI, DEI VESCOVI, DI ALCUNI PRELATI E CANONICI; DALLA
SOLENNITÀ DEI
SANTI A PASQUA ERA COPERTA SUL PETTO DAL PELO DI ERMELLINO. CAPPINI SONO
ANCHE DETTI
LE PICCOLE CAPPE DI VARI COLORI DI ALCUNE CONFRATERNITE.
CAPSELLA
CONTENITORE DI RELIQUIE DI SANTI CHE DURANTE IL RITO DI CONSACRAZIONE
DELL'ALTARE ERA
POSTO DENTRO LA MENSA.
CARTAGLORIA
TABELLA, CON CORNICE DI LEGNO DORATO O DI METALLO. DAL XVI SECOLO ERANO
USATE
SULL'ALTARE DURANTE LA MESSA PER AIUTARE IL SACERDOTE NEL RICORDARE IL
GLORIA, PARTE
DEL CANONE DELLA MESSA E IL SALMO.
CASULA - PIANETA
VESTE SACRA, AMPIA, CON UN'APERTURA TONDA PER LA TESTA, CHE AVVOLGE LA
PERSONA DEL
SACERDOTE (COME PICCOLA CASA) DURANTE LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA.
QUESTO
PARAMENTO LITURGICO DERIVA DALL'ANTICO MANTELLO DA VIAGGIO (PAENULA O
CASULA)
USATO ABITUALMENTE DAI PRESBITERI.
CERO PASQUALE
CANDELA DI GRANDI DIMENSIONI, USATA NELLA VEGLIA DI PASQUA. RAPPRESENTA
CRISTO
RISORTO, CENTRO DELLA STORIA E LUCE DEL MONDO. I CINQUE GRANI DI INCENSO CHE
VI
VENGONO INFISSI, IN FORMA DI CROCE, RAPPRESENTANO LE CINQUE PIAGHE DEL
RISORTO. E'
SIMBOLO PURE DELLA COLONNA DI NUBI O DI FUOCO CHE GUIDAVA GLI ISRAELITI NEL
PASSAGGIO
DEL MAR ROSSO, SIMBOLO DEL BATTESIMO. DURANTE LA VEGLIA RIMANE ACCESO AL
CENTRO
DEL PRESBITERIO, POI È COLLOCATO ACCANTO ALL'ALTARE O ALL'AMBONE PER IL
TEMPO
PASQUALE, DURANTE IL QUALE È ACCESO A OGNI CELEBRAZIONE IMPORTANTE. NEGLI
ALTRI
PERIODI È ACCANTO AL FONTE BATTESIMALE.
CHIROTECHE
GUANTI DI SETA RICAMATI, USATI NELLE SOLENNI MESSE PONTIFICALI.
CIBORIO
ANTICAMENTE ERA IL TEMPIETTO CHE SOVRASTAVA E CUSTODIVA L'ALTARE, NELLE
BASILICHE E
NELLE CHIESE PRINCIPALI, SOSTITUITO ALTROVE DA UN BALDACCHINO PENSILE.
ATTUALMENTE
PUÒ INTENDERSI IL TRONETTO CON PICCOLO BALDACCHINO PER ESPORRE
SOLENNEMENTE IL
SANTISSIMO SACRAMENTO, O LO STESSO TABERNACOLO A FORMA DI TEMPIETTO, O LA
PISSIDE
NELLA QUALE SI CONSERVA L'EUCARESTIA.
COLATOIO
E' L'UTENSILE CON CUI ORDINARIAMENTE SI FILTRAVA IL VINO DA CONSACRARE,
PERCHÈ NON VI
FOSSE NESSUNA IMPURITÀ.
CONFRATERNITA
ASSOCIAZIONE DI FEDELI, CON PROPRIO STATUTO, APPROVATO. PUÒ ESSERE PUBBLICA
O PRIVATA;
HA DI SOLITO SCOPI ASSISTENZIALI, DI CULTO, D'INSEGNAMENTO.
I MEMBRI DELLA CONFRATERNITA POSSONO PARTECIPARE CON LE LORO DIVISE E
INSEGNE AGLI
ATTI DI CULTO E, IN PARTICOLARI CIRCOSTANZE, COME FESTE PATRONALI,
PROCESSIONI, ECC.,
ANCHE CON LA PRESENZA DI UN SACERDOTE CAPPELLANO.
COPPETTA BATTESIMALE
E' IL RECIPIENTE USATO PER VERSARE L'ACQUA SUL CAPO DEL BATTEZZANDO NEL
RITO DEL
BATTESIMO PER INFUSIONE (DAL LATINO INFUNDERE = VERSARE).
CORPORALE - BORSA DI CORPORALE
PANNO BIANCO QUADRATO DI LINO INAMIDATO; DI CIRCA CM. 30 X 30. VA DISTESO AL
CENTRO
DELL'ALTARE DURANTE E AL TERMINE DELLA COMUNIONE O QUANDO SI ESPONE IL
SANTISSIMO
SACRAMENTO. DI SOLITO È PORTATO ALL'ALTARE NELLA BORSA CHE LO CONTIENE,
BIANCA O DEL
COLORE DEI PARAMENTI.
CRISMA
OLIO MISTO A BALSAMO O AD ALTRA SOSTANZA PROFUMATA, CONSACRATO DAL
VESCOVO NELLA
MESSA DEL CRISMA, LA MATTINA DEL GIOVEDÌ SANTO O IN UNO DEI PRIMI TRE GIORNI
DELLA
SETTIMANA SANTA. E' USATO PER LO PIÙ NELLE CONSACRAZIONI, NELLE ORDINAZIONI
EPISCOPALI
E PRESBITERALI, NEL BATTESIMO ECC. E' IL PIÙ SACRO DEGLI OLI SANTI ED È
CONSERVATO IN UNA
DECOROSA AMPOLLA.
CROCE
FORMATA DA DUE ASSI, VERTICALE E ORIZZONTALE, INTERSECANTESI FRA LORO, E
DIVENUTA,
CON O SENZA IL CROCIFISSO, IL SEGNO O IL SIMBOLO PRINCIPALE DEL CRISTIANO. NELLE
CELEBRAZIONI LITURGICHE È DI SOLITO IL SEGNO PRINCIPALE, CUI SI FA SPESSO
RIFERIMENTO. DI
VARIE DIMENSIONI, LA CROCE DEVE ESSERE PRESENTE SOPRA O ACCANTO
ALL'ALTARE DURANTE
LA MESSA, NELLE PROCESSIONI, NELLA CELEBRAZIONE DELLA MORTE DEL SIGNORE AL
VENERDÌ
SANTO E IN ALTRI RITI.
CROCE ASTILE
E' LA CROCE ISSATA SU DI UN ASTA PER ESSERE PORTATA IN PROCESSIONE; PER
QUESTA SUA
FUNZIONE VIENE ISTORIATA DA AMBEDUE LE PARTI.
LE CROCI "ASTILI" PIÙ ANTICHE SONO STATE ORNATE SECONDO CANONI ICONOGRAFICI
RICORRENTI: SUL RECTO (PARTE ANTERIORE) IL CRISTO INCHIODATO ALLA CROCE,
VIVENTE, E NEL
VERSO (PARTE POSTERIORE) IL CRISTO MORTO. L'IMMAGINE DEL CROCIFISSO COMPARE
INTORNO
AL SEC. IX. IN SEGUITO IL CRISTO CROCIFISSO È RAPPRESENTATO IN RILIEVO SULLA
PARTE
ANTERIORE E INCISO O GRAFFITO SULLA PARTE POSTERIORE.
NELLE PROCESSIONI, DI SOLITO, QUESTE CROCI PRECEDONO I MINISTRANTI E IL CLERO.
CROCE D'ALTARE
LA CROCE, EVOCANTE LA MORTE DI CRISTO, DIVENNE IL SEGNO DISTINTIVO DEI
CRISTIANI FIN DAL
TEMPO DELLE PERSECUZIONI. IL SUO CULTO SI DIFFUSE IN SEGUITO ALLA "PACE
COSTANTINIANA"
E AL RITROVAMENTO, DA PARTE DI SANT'ELENA DELLA CROCE SULLA QUALE FU
INCHIODATO
GESÙ. L'USO LITURGICO DELLA CROCE D'ALTARE È ALQUANTO DIFFUSO NEL SEC. IX: È
POSTA SU
UN SOSTEGNO GENERALMENTE A FIANCO DELL'ALTARE TALVOLTA DIETRO O DAVANTI
AD ESSO.
DAL SEC. XIV SI HANNO CROCI D'ALTARE CON L'IMMAGINE DEL CROCIFISSO: IMMAGINE
RESA
OBBLIGATORIA POI PER LA CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA DAL MESSALE DI PIO
V (1570).
FINO ALLA RIFORMA LITURGICA, VOLUTA DAL CONCILIO VATICANO II, VENIVA POSTA SU
DI UN
GRADINO DELL'ALTARE RIVOLTA ALLA PARETE. IN SEGUITO ALLA RIFORMA, È
COLLOCATA SULLA
MENSA DELL'ALTARE RIVOLTO ALL'ASSEMBLEA O A FIANCO DI ESSO.
CUCCHIAIO
NON È BENE IDENTIFICATA LA FUNZIONE DEI CUCCHIAI EUCARISTICI NEL VI SECOLO. SI
PUÒ
RITENERE CHE FOSSERO USATI PER LA DISTRIBUZIONE DELL'EUCARESTIA. ALTRI USI,
COME
QUELLO DI INFONDERE L'ACQUA NEL CALICE DEL VINO DA CONSACRARE, O
RACCOGLIERE
FRAMMENTI DI OSTIE CONSACRATE, PER NON TOCCARLI DIRETTAMENTE CON LE MANI,
SONO
POSTERIORI DI VARI SECOLI. I CUCCHIAI DI PICCOLE DIMENSIONI SONO IN GENERE USATI
DAL
CERIMONIERE NELLE SOLENNI MESSE PONTIFICALI PER PRENDERE DAL CALICE IL VINO
DA
CONSACRARE, CHE DEGUSTAVA PER ACCERTARE CHE FOSSE GENUINO ED ESENTE DA
IMPURITÀ.
DALMATICA - TUNICELLA
VESTE LITURGICA, PROPRIA DEL DIACONO. DERIVATA DALLA TUNICA BIANCA,
ACCORCIATA FINO
AL GINOCCHIO, CON AMPIE MANICHE E POI APERTA AI LATI. FU SEGNO DI NOBILTÀ E
DISTINZIONE;
INDOSSATA ANCHE SOTTO LA PIANETA DAI VESCOVI NEI PONTIFICALI. E' USATA DAI
DIACONI
NELLA MESSA SOLENNE, NELLE PROCESSIONI E BENEDIZIONI.
FALIDSTORIO
PAROLA DERIVANTE DAL FRANCO FALDISTÒL (SEDIA PIEGHEVOLE), TRADOTTO DAL
LATINO
MEDIOEVALE CON FALDISTORIUM. E' UN SEGGIO SENZA SPALLIERA
CONVENIENTEMENTE
RIVESTITO, USATO DAL VESCOVO NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE, O PER
APPOGGIARE LE
BRACCIA QUANDO È INGINOCCHIATO A TERRA SUL CUSCINO. UTILIZZATO COME SEDIA
DAL
VESCOVO NON DIOCESANO, O DALL'ORDINARIO QUANDO ASSISTE A UNA CELEBRAZIONE
PRESIEDUTA DA UN CARDINALE.
FONTE BATTESIMALE - BATTISTERO
DOVE SI CONFERISCE IL BATTESIMO. QUANDO SI BATTEZZAVA PER IMMERSIONE, I
BATTISTERI
ERANO COSTRUITI FUORI DALLA CHIESA, CON AL CENTRO LA VASCA, VERSO LA QUALE
SI
SCENDEVA. ERANO RISERVATI DAPPRIMA, SOLO ALLE CHIESE VESCOVILI, DOPO,
FURONO
CONCESSE ANCHE ALLE CHIESE PARROCCHIALI. LA VASCA ERA SPESSO COPERTA DA
UN CIBORIO
SORMONTATO DA UNA PICCOLA IMMAGINE DI SAN GIOVANNI BATTISTA ED ERA CHIUSA
DA UNA
CANCELLATA; NELLA PARETE UN PICCOLO TABERNACOLO CON GLI OLI E UN'APERTURA
CON LA
VASCHETTA A PERDERE (SACRARIO) PER VERSARVI L'ACQUA BENEDETTA E GLI OLI
USATI. PER
RAGIONI SIMBOLICHE, QUASI SEMPRE, NELLE CHIESE PARROCCHIALI, SI TROVA PRESSO
LA PORTA,
A DESTRA DEL TEMPIO, A SINISTRA DI CHI ENTRA. AL DI FUORI DEL TEMPO PASQUALE
VI SI
CONSERVA ACCANTO IL CERO PASQUALE.
INCENSO - INCENSAZIONE
E' UNA RESINA GOMMOSA RICAVATA DALLA CORTECCIA DI ALCUNE PIANTE
(TEREBINTO, ECC)
DELL'ETIOPIA E DELL'ARABIA. GIÀ IN USO TRA I PAGANI, FRA GLI EBREI COSTITUIVA
UN'OFFERTA
PARTICOLARE IN ALCUNI SACRIFICI E SI FACEVA AL MATTINO E ALLA SERA. NEL III
SECOLO LO SI
ADOPERAVA SOLO SULLE SEPOLTURE. DAL IV SECOLO A POCO A POCO ENTRÒ NELL'USO
LITURGICO. DAPPRIMA VENIVA BRUCIATO SU UN SUPPORTO FISSO, POI SU QUALCOSA DI
MOBILE:
IL TURIBOLO. IL PROFUMO CHE EMANA, BRUCIANDO, INDICA IL "BUON PROFUMO DI
CRISTO" (2
COR. 2,15). INDICA ANCHE IL SACRIFICIO CHE SI CONSUMA E SALE GRADITO A DIO, LA
PREGHIERA,
LA PURIFICAZIONE E L'ONORE DOVUTO. DI SOLITO LO SI USA PER DARE MAGGIORE
SOLENNITÀ.
DOPO LA RECENTE RIFORMA L'USO È FACOLTATIVO.
LANTERNA - LAMPIONE
LAMPADA A CERA, SOSTENUTA DA ASTE, PROTETTE E RICOPERTE DA INVOLUCRO DI
LEGNO
DORATO O DI METALLO INCORNICIANTE ALCUNE SFACCETTATURE DI VETRO. E' USATA
DURANTE
LE PROCESSIONI.
LAVABO
IL TERMINE HA UN DUPLICE SIGNIFICATO: SERVE AD INDICARE IL RITO DELL'ABLUZIONE
DELLE
MANI DEL SACERDOTE, DOPO L'OFFERTORIO NELLA SANTA MASSA (IL TERMINE
LAVABO È LA
PRIMA PAROLA DEL SALMO 25, CHE RECITAVA IL SACERDOTE, MENTRE SI LAVAVA LE
MANI
"LAVABO...MANUS MEAS" LAVERÒ ....LE MIE MANI) ED ANCHE IL SERVIZIO, COSTITUITO
DA UNA
BROCCA E DA UN BACILE PER L'ABLUZIONE DELLE MANI DEL VESCOVO NELLA LITURGIA
EUCARISTICA.
LEGGIO
SUPPORTO IN LEGNO, METALLO O PIETRA SU CUI SI POSA IL LIBRO DELLE LETTURE. A
VOLTE È
SOSTENUTO DA UN PIEDISTALLO O DA UN'ASTA REGOLABILE. PUÒ ESSERE RICOPERTO
DA UN
DRAPPO DEL COLORE LITURGICO. A PARTIRE DAL XIII SECOLO, IL MESSALE VENIVA
POGGIATO SU
DI UN CUSCINO SOPRA L'ALTARE, SOSTITUITO, SUCCESSIVAMENTE, DALLA FINE DEL
MEDIOEVO,
DA UN LEGGIO TRASPORTABILE.
MANIPOLO
PICCOLA MAPPA, PEZZUOLA. INSEGNA LITURGICA DELLA MESSA, ORA NON PIÙ USATA.
SI PORTAVA
PENDENTE DA ENTRAMBE LE PARTI SUL BRACCIO SINISTRO, DAL SACERDOTE E, NELLA
MESSA
SOLENNE, DAL DIACONO E DAL SUDDIACONO. PRESSO I ROMANI ERA SEGNO
DELL'AUTORITÀ DEI
CONSOLI. IL ROMANO PONTEFICE LO CONSEGNAVA AL SUDDIACONO PER DARE IL
SEGNALE DI
INIZIO AL CORTEO DI INGRESSO E DEL CANTO D'INTROITO NELLA MESSA PAPALE.
DIVENNE POI
MANIPULUS FLETUS ET DOLORIS CIOÈ SEGNO DELLA FATICA (SUDARIO) DEL DOLORE
REDENTIVO E
MERITORIO.
MESSALE
E' IL LIBRO LITURGICO CHE CONTIENE TUTTO CIÒ CHE SI RECITA O SI CANTA NELLA
MESSA,
COMPRENDE ANCHE LE ANNOTAZIONI SUL SUO SIGNIFICATO E LE REGOLE PER LA SUA
CORRETTA
CELEBRAZIONE (RUBRICHE). DOPO LA RECENTE RIFORMA, CON L'AUMENTO DEI
FORMULARI E
SPECIALMENTE DELLE LETTURE, SI RESE NECESSARIO SCORPORARE DAL MESSALE LE
LETTURE E
RACCOGLIERLE IN UN ALTRO LIBRO, IL LEZIONARIO. QUESTO A SUA VOLTA È DIVISO IN
DIVERSI
VOLUMI, PER I GIORNI FESTIVI, PER QUELLI FERIALI, A SECONDA DEI TEMPI LITURGICI,
DELLE
MESSE RITUALI, PER LE DIVERSE NECESSITÀ E PER LE MESSE DELLA BEATA MARIA
VERGINE.
L'EDIZIONE TIPICA DEVE ESSERE QUELLA IN LINGUA LATINA; QUELLE NELLE VARIE
LINGUE
DEVONO ESSERE APPROVATE DALLE RISPETTIVE CONFERENZE EPISCOPALI E DALLA
SANTA SEDE.
MITRA VESCOVILE
E' IL COPRICAPO DI FORMA ALLUNGATA E BICUSPIDALE, CHE I VESCOVI PORTANO
NELLE
CELEBRAZIONI SOLENNI. SE NE CONOSCE L'USO DAL VIII SECOLO.
DAPPRIMA A FORMA CONICA, DIVISA PIÙ TARDI NEL MEZZO A FORMA DI DUE PUNTE
(CÒRNUA). FU
POI CONCESSA, OLTRE CHE AD ALCUNI VESCOVI, ANCHE AI CARDINALI ED IN SEGUITO
AD ALCUNI
ABATI. LE DUE BENDE PENDENTI (VITTAE) FURONO AGGIUNTE NEL XII SECOLO. E' DI
COLORE
BIANCO. PUÒ ESSERE ORNATA (CON RICAMI, A VOLTE GEMME), DI TELA D'ORO
(AURIFREGIATA),
SEMPLICE (DI PANNO BIANCO), A SECONDA DEI VARI RITI O PARTI DI ESSI. SIMBOLO DI
AUTORITÀ
SACRA, DELLA PIENEZZA DEL SACERDOZIO E DELLA MISSIONE DI SANTIFICARE.
NAVICELLA - NAVICULA - ACERRA
E' IL CONTENITORE DELL'INCENSO DESTINATO A ESSERE MESSO SUI CARBONI ARDENTI
DEL
TURIBOLO. ASSUNSE POI LA FORMA DI PICCOLA NAVE, CON UN GAMBO E UN PIEDE E
FORNITA DI
CUCCHIAINO. VIENE PORTATA DAL TURIFERÀIO INSIEME AL TURIBOLO. L'USO DI UN
CONTENITORE
PER L'INCENSO A FORMA DI NAVE SI DIFFUSE NEI SECC. XIV E XV E SOSTITUÌ L'USO DI
ALTRI
CONTENITORI, IN PARTICOLARE DELL'ACERRA A FORMA DI COPPA.
PACE
ERA DETTA COSÌ LA "PIETÀ", PERCHÉ FINO AI PRIMI DECENNI DEL NOVECENTO
DURANTE LA SANTA
MESSA, PRIMA DELLA COMUNIONE, VENIVA OFFERTA AL BACIO DEL CLERO IN SEGNO DI
QUELLA
"PACIFICAZIONE" DEGLI ANIMI, VOLUTA DAL CRISTO PRIMA DELL'OFFERTA DEL
SACRIFICIO, DA
LUI INVOCATA NELLA PREGHIERA DELL'ULTIMA CENA E OTTENUTA DAL SUO
SACRIFICIO IN
CROCE. IL BACIO È UN ATTO DI OMAGGIO, DI RICONCILIAZIONE E DI AMORE FRATERNO.
NELLE
AZIONI LITURGICHE ERANO FREQUENTI: PORGENDO UN OGGETTO VENIVA BACIATO
PRIMA
QUESTO POI LA MANO DEL CELEBRANTE E RICEVENDOLO SI BACIAVA PRIMA LA MANO
E POI
L'OGGETTO. ATTUALMENTE IL CELEBRANTE E I CONCELEBRANTI BACIANO L'ALTARE
ALL'INIZIO E
FACOLTATIVAMENTE AL TERMINE DELLA MESSA.
PALIOTTO (ANTEPENDIO)
IL TERMINE DERIVA DAL LATINO PALLIUM (DRAPPO) ED INDICA UN RIVESTIMENTO
MOBILE
DELL'ALTARE FATTO DI METALLI PREZIOSI O DI STOFFE SONTUOSE O RICAMATE ANCHE
CON
SIMBOLI E SACRE IMMAGINI (COME È ATTESTATO DAI MOSAICI RAVENNATI DI
SANT'APOLLINARE
IN CLASSE, DEL SEC. VI). L'USO DI RIVESTIRE L'ALTARE DA OGNI LATO FINO ALLA BASE,
VENNE
MENO DOPO IL SEC. XI QUANDO GLI ALTARI FURONO ACCOSTATI ALLA PARETE. IL
PALLIO
D'ALTARE LO SI USA IN ALCUNI LUOGHI PER LE GRANDI SOLENNITÀ.
PARAMENTI
TUTTO CIÒ CHE SERVE A ORNARE E RIVESTIRE PERSONE, COSE O OGGETTI SACRI. PER
LO PIÙ SONO
DI STOFFA, SPESSO PREZIOSA E RICAMATA. PER SACRI PARAMENTI, PIÙ
SPECIFICATAMENTE, SI
INTENDONO LE VESTI SACRE CHE I SACRI MINISTRI INDOSSANO SOPRA IL CAMICE O LA
COTTA
(STOLA, PIANETA, CASULA, DALMATICA, PIVIALE, ECC.).
IL COLORE LITURGICO DEI PARAMENTI SACRI È PRESCRITTO PER UNA DETERMINATA
SOLENNITÀ,
FESTA, MEMORIA O DURANTE IL TEMPO PARTICOLARE DELL'ANNO LITURGICO, O PER
ALCUNI RITI.
SONO BIANCO, ROSSO, VERDE, VIOLACEO (ROSACEO) E NERO. IL BIANCO È USATO NELLE
FESTE DEL
SIGNORE, DELLA MADONNA DEI SANTI NON MARTIRI, NEL TEMPO DI NATALE E DI
PASQUA, NELLA
SOLENNE ADORAZIONE E PROCESSIONE EUCARISTICA, NEL RITO DEL BATTESIMO, ECC.
INDICA
GIOIA MAESTÀ, PUREZZA, VITA ETERNA. IL ROSSO È USATO NEL GIORNO DI
PENTECOSTE, NELLA
DOMENICA DELLE PALME E NEL VENERDÌ SANTO, NELLA FESTA DELLA CROCE, NELLE
CELEBRAZIONI DEI MARTIRI, NELLE MESSE VOTIVE DELLO SPIRITO SANTO, SI PUÒ
USARE ANCHE
NELLA CONFERMAZIONE, ECC. INDICA MARTIRIO, AMORE EROICO, EFFUSIONE DEL
SANGUE PER
CRISTO. IL VERDE È USATO NELLE DOMENICHE E NEI GIORNI FERIALI
INFRASETTIMANALI DEL
TEMPO ORDINARIO PER ANNUM, INDICA LA SPERANZA DELLA VITA ETERNA DI CHI È IN
CAMMINO
NEL TEMPO. IL VIOLACEO È USATO IN AVVENTO E IN QUARESIMA, NELLE MESSE E NEI
RITI A
CARATTERE PENITENZIALE E INDICA L'UMILTÀ CONSAPEVOLE DELLA PROPRIA
MISERIA
DESIDEROSA DI PENTIMENTO E PURIFICAZIONE NELL'ATTESA DELLA REDENZIONE;
VIENE INOLTRE
USATO, IN MOLTI LUOGHI, NEI RITI DI SUFFRAGIO AD INDICARE LA NECESSITÀ DELLE
OPERE DI
SUFFRAGIO E PER LE ANIME DEI DEFUNTI. IL NERO PUÒ ESSERE USATO NELLE MESSE
DA REQUIEM
E NEI RITI DI ESEQUIE E DI SUFFRAGIO; INDICA LA CADUCITÀ DELLA VITA TERRENA E
DEL MONDO,
AL PURGATORIO E ALLA NECESSITÀ DEL SUFFRAGIO.
I SACRI MINISTRI E I CHIERICI, SECONDO LE PROPRIE MANSIONI, INDOSSANO LE VESTI
LITURGICHE
NELLA CELEBRAZIONE DEI SACRI RITI. SONO: AMITTO, CAMICE, CINGOLO, STOLA;
PIANETA O
CASULA; PIVIALE (PLUVIALE); TUNICELLA, DALMATICA, E PROPRIE DEL VESCOVO
MITRA (O
MITRIA), (GUANTI E CALZARI PONTIFICALI), E PER GLI ARCIVESCOVI METROPOLITI IL
PALLIO.
DALLA STOLA IN POI VENGONO ANCHE DETTI PARAMENTI SACRI: LA COTTA (O IL
CAMICE) PER I
CHIERICI E I MINISTRANTI, IL ROCCHETTO (VESTE CORTA CON MANICHE STRETTE) PER I
CANONICI.
TRA I PARAMENTI SONO PROPRI DELLA MESSA: STOLA PIANETA O CASULA. PER CHI
PRESIEDE LA
CELEBRAZIONE DI UN SACRAMENTO O SACRAMENTALE, LA STOLA E, PER SOLENNITÀ,
IL PIVIALE.
NELLA CELEBRAZIONE PUBBLICA DELLA LITURGIA DELLE ORE È SUFFICIENTE LA
COTTA O IL
CAMICE E, PER SOLENNITÀ, IL PIVIALE; PER MAGGIOR SOLENNITÀ POSSONO ANCHE
INDOSSARE IL
PIVIALE I SACRI MINISTRI CHE ASSISTONO IL CELEBRANTE NELLA LITURGIA DELLE
ORE. DURANTE
UN'AZIONE LITURGICA, IL SACERDOTE O IL DIACONO, CHE PRONUNCIA UN'OMELIA PUÒ
INDOSSARE
ANCHE LA STOLA SECONDO L'USO LOCALE. NELLA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI I
SACRI
MINISTRI POSSONO, SECONDO L'USO LOCALE, INDOSSARE I PARAMENTI SECONDO IL
GRADO DEL
SACRAMENTO DELL'ORDINE. LA DALMATICA O TUNICELLA È INDOSSATA DAL DIACONO
(O DAI DUE
DIACONI) CHE SERVONO ALL'ALTARE NELLA MESSA SOLENNE; ANCHE DAI DUE DIACONI
E DAI DUE
SACERDOTI CHE ASSISTONO IL CELEBRANTE NELLA BENEDIZIONE O NELLE
PROCESSIONI SOLENNI.
NEI VESPRI PONTIFICALI I DUE MINISTRI CHE ASSISTONO IL VESCOVO, INDOSSANO
TUNICELLE O
DALMATICHE. LA MOZZETTA È UNA MANTELLINA CON CAPPUCCIO APPENA
ACCENNATO E
ABBOTTONATA DAVANTI. LA INDOSSANO, CON COLORI LORO PROPRI, IL PAPA, I
CARDINALI, I
VESCOVI, ALCUNI ABATI E ALTI PRELATI E CANONICI. DAPPRIMA ERA SEGNO DI
GIURISDIZIONE.
L'ABITO ECCLESIASTICO CHE SCENDE FINO AL TALLONE, IL TALARE (DA CUI IL NOME) È
PRESCRITTO AI CHIERICI E AI SACRI MINISTRI NELL'ESERCIZIO DEL LORO MINISTERO
LITURGICO E
PASTORALE. E' NECESSARIO PER POTER INDOSSARE LA COTTA. NELLE AZIONI
LITURGICHE VIENE A
VOLTE SOSTITUITA DAL CAMICE.
PASTORALE
E' IL BASTONE DI PASTORE USATO DAL VESCOVO NEI RITI SOLENNI O DI PARTICOLARE
IMPORTANZA. IN LATINO ERA DETTO BÀCULUS E VENIVA USATO IN ORIGINE DAGLI
ABATI
ORIENTALI. I PIÙ ANTICHI TERMINAVANO CON UNA PALLA O UNA CROCE A FORMA DI
TAU, POI FU
DATA LA TERMINAZIONE A CURVA. DI PER SÉ LO USA IL VESCOVO NELLA SUA DIOCESI
E UN TEMPO
NON VENIVA USATO NELLE CELEBRAZIONI DI SUFFRGIO. LA PARTE SUPERIORE, CURVA,
INDICA LA
SOLLECITUDINE DEL PASTORE CHE INCITA AL BENE E SI RITRAE DAL MALE MENTRE LA
PARTE
MEDIA INDICA L'APPOGGIO NELLA FATICA DI DIRIGERE E GUIDARE I FEDELI E QUELLA
INFERIORE,
LO STIMOLO NEL PUNIRE IL MALE E NELL'INCITARE AL BENE.
PATENA
PAROLA DI ORIGINE LATINA (PATENA = PIATTO). INDICA UN PICCOLO PIATTO
METALLICO USATO
PER PORVI L'OSTIA NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA, DALL'OFFERTORIO ALLA
COMUNIONE.
NELLA TEOLOGIA LITURGICA SI RICOLLEGA AL PIATTO IN CUI FU SPEZZATO IL PANE
NELL'ULTIMA
CENA DA GESÙ. ATTUALMENTE È PER LO PIÙ DI FORMA ROTONDA E DORATA.
PIANETA
VESTE LITURGICA USATA DAL SACERDOTE PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA.
VENIVA ANCHE
CHIAMATA PAENULA O CÀSULA E DERIVAVA DALL'ANTICO MANTELLO DA VIAGGIO.
DAL XIII
SECOLO SI COMINCIÒ, PER RENDERE PIÙ LIBERE LE BRACCIA, AD ACCORCIARLA AI
FIANCHI,
FINCHÉ NEL XVII SECOLO SI GIUNSE A RIDURLA A DUE BANDE RICADENTI DAVANTI E
DIETRO:
TALE FORMA POI PRESE IL NOME SPECIFICO DI PIANETA, MENTRE CÀSULA ORA È
CHIAMATA
QUELLA PIÙ ANTICA, SIA ROMANICA CHE GOTICA. E' PREVISTA ANCHE PER I
CONCELEBRANTI.
PIATTO
NEL SEC. VI HA UNA FUNZIONE LITURGICA SPECIFICA CHE È QUELLA DELLA
CONSACRAZIONE DEL
PANE E DELLA SUA DISTRIBUZIONE AI FEDELI. OGGI È IL PIATTO, DI SOLITO OVALE, DI
METALLO
DORATO, CHE I FEDELI TENGONO SOTTO IL MENTO, O VIENE LORO POSTO DA UN
MINISTRANTE, AL
MOMENTO DI COMUNICARSI, PERCHÉ LA PARTICOLA, QUALORA CADESSE, NON VADA A
TERRA E
PER ACCOGLIERE EVENTUALI FRAMMENTI.
PISSIDE
PAROLA GRECA CHE SIGNIFICA "SCATOLA". VASO SACRO DESTINATO A CONTENERE LE
SACRE
PARTICOLE PER LA COMUNIONE DEI FEDELI. VA BENEDETTO PRIMA DELL'USO. LA
FORMA VARIA
MOLTO A SECONDA DEI TEMPI E DEI LUOGHI. ANTICAMENTE ERA DI LEGNO DI BOSSO. LA
FORMA
ATTUALE PIÙ COMUNE È QUELLA DI UN CALICE LARGO CON PIEDE E COPERCHIO.
QUANDO
CONTIENE IL SANTISSIMO SACRAMENTO È BENE SIA COPERTA CON UN VELO BIANCO DI
SETA.
PISSIDE-CRISMATORIO
OGGETTO DIFFUSO IN ALCUNE NAZIONI EUROPEE, SPECIALMENTE IN GERMANIA.
ASSOLVE DUE
FUNZIONI: CUSTODIRE LE OSTIE CONSACRATE (PISSIDE) E CONSERVARE IL SACRO
CRISMA, USATO
PER IL CONFERIMENTO DEL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE (CONTENITORE
SOTTOSTANTE). PRESENTA FORME VARIE. LA PIÙ FREQUENTE È LA FORMA DI CROCE,
LA CUI PARTE
CENTRALE SERVIVA PER LA CUSTODIA DELL'EUCARISTIA E QUELLA INFERIORE
FUNGEVA DA
RECIPIENTE PER IL SACRO CRISMA.
PIVIALE - PLUVIALIS (CAPPA)
DERIVA DALL'ANTICO MANTELLO PER RIPARARSI DALLA PIOGGIA, PLUVIA. A
DIFFERENZA DELLA
CASULA È APERTO DAVANTI E, UN TEMPO, DOTATO DI CAPPUCCIO TRASFORMATO POI
IN UNA
SPECIE DI SCUDO APPLICATO ALLE SPALLE. DAL X SECOLO, ACCORCIATO E CON
CAPPUCCIO, FU
L'ABITO DEI CANTORI, A VOLTE DEI CONCELEBRANTI E DEI CANONICI MA ORA VIENE
USATO DAL
CELEBRANTE NEI RITI SOLENNI AL DI FUORI DELLA MESSA: BENEDIZIONI, PROCESSIONI,
ECC.
PONTIFICALI
SI INTENDONO QUELLE FUNZIONI SOLENNI CHE IL VESCOVO COMPIE IN ALCUNE
SOLENNITÀ O
CIRCOSTANZE PARTICOLARI, MESSA, VESPRI, LODI, ECC. DURANTE LE QUALI SI USANO
TUTTI I
PARAMETRI PROPRI DEL PONTEFICE. SONO DETTE COSÌ ANCHE LE FUNZIONI SOLENNI
CHE ALCUNI
ABATI O PRELATI CELEBRANO NELLE LORO CHIESE IN ALCUNE CIRCOSTANZE.
RELIQUIARIO
E' LA CUSTODIA (SCATOLA, COFANO, VASO, PICCOLO OSTENSORIO, QUADRO, ECC.) DI
SOLITO
PREGIATA, DELLE RELIQUIE, LE QUALI SONO RESTI DEI CORPI DEI SANTI O COSE
APPARTENENTI O
LEGATE LLA PERSONA DI CRISTO (LA CROCE), DELLA MADONNA O DI SANTI.
SECCHIELLO (ASPERSORIO)
PICCOLO RECIPIENTE CHE CONTIENE L'ACQUA BENEDETTA. E' USATO INSIEME
ALL'ASPERSORIO
CHE È LO STRUMENTO CON CUI SI ASPERGE L'ACQUA: È A FORMA DI SFERETTA CAVA E
BUCHERELLATA CON SPUGNA INTERNA E MANICO.
STOLA
INSEGNA LITURGICA DEL DIACONO, DEL PRESBITERO E DEL VESCOVO. IL DIACONO LA
PORTA
SULLA SPALLA SINISTRA SCENDENTE SOTTO IL FIANCO DESTRO DOVE SI RICONGIUNGE:
INDICA
CHE LA DESTRA DEVE ESSERE LIBERA PER SERVIRE. ANTICAMENTE IN ORIENTE, E ORA
NEL RITO
GRECO, È PORTATA SIA DAVANTI CHE DIETRO PENDENTE DALLA SPALLA SINISTRA. E'
DI COLORE
BIANCO. IL PRESBITERO LA PORTA DAL COLLO PENDENTE A DUE BANDE SUL DAVANTI;
DALL'ANTICO USO SPAGNOLO (VII SECOLO) VENIVA INCROCIATA SUL PETTO, ORA LA SI
PORTA
PENDENTE A MENO CHE L'USO DELLA PIANETA NON CONSIGLI DI INCROCIARLA. IL
VESCOVO, ORA
L'INDOSSA COME IL SACERDOTE. LA STOLA NON È SPECIFICATAMENTE SEGNO DEL
GRADO
DELL'ORDINE STESSO MA DELL'ESERCIZIO IN PERSONA CHRISTI DELL'ORDINE STESSO.
QUINDI VA
INDOSSATA DAL SACRO MINISTRO QUANDO PRESIEDE UN AZIONE LITURGICA, QUANDO
CONCELEBRA, AMMINISTRA UN SACRAMENTO O UN SACRAMENTALE O COMPIE
UN'AZIONE
LITURGICA SPECIFICA, COME LA PROCLAMAZIONE DEL VANGELO O LA PREDICAZIONE.
NELLE
PROCESSIONI LA USA SOLTANTO CHI PRESIEDE; SECONDO GLI USI FA ECCEZIONE
QUELLA DEL
CORPUS DOMINI, IN CUI OGNUNO PORTA L'INSEGNA DEL SUO ORDINE.
TABERNACOLO
PER GLI EBREI ERA LA "TENDA DEL CONVEGNO", IN CUI SI MANIFESTAVA LA SPECIALE
PRESENZA
DI DIO. ATTUALMENTE È IL LUOGO SACRO E APPARTATO IN CUI SI CUSTODISCE LA
SANTISSIMA
EUCARISTIA DOPO LA MESSA. FINO AL X SECOLO L'EUCARISTIA SI CUSTODIVA IN
QUALCHE
ARMADIO A MURO, PRESSO O DIETRO L'ALTARE O IN SACRESTIA, O SOSPESA IN UN
RECIPIENTE A
FORMA DI COLOMBA O IN UNA PICCOLA TORRE SOVRASTANTE L'ALTARE. DAL XVI
SECOLO SI
CUSTODÌ SOPRA L'ALTARE MAGGIORE. NELLE GRANDI CHIESE, CATTEDRALI O
COLLEGIATE, È
CUSTODITA IN UNA CAPPELLA APPOSITA. IL TABERNACOLO DEVE ESSERE IN UN LUOGO
DECOROSO, BEN CUSTODITO, ACCESSIBILE ALLA DEVOZIONE DEI FEDELI. VI SI
CONSERVA LA
PISSIDE E, RARAMENTE, ANCHE LA TECA CON L'OSTIA GRANDE PER EVENTUALI
ADORAZIONI
SOLENNI O PROCESSIONE EUCARISTICA. LA PRESENZA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
È INDICATA
DI SOLITO DAL CONOPEO (PICCOLA TENDA O CORTINA) O DA ALMENO UNA LAMPADA, A
OLIO O A
CERA, CHE ARDE CONTINUAMENTE. IL CONOPEO PUÒ ESSERVI NEI TABERNACOLI DI
NOTEVOLE
VALORE ARTISTICO O PER ALTRI MOTIVI. PER RISPETTO AL SANTISSIMO SOPRA IL
TABERNACOLO
NON SI POSSONO COLLOCARE IMMAGINI O SCULTURE, NÉ TANTOMENO VASI CON FIORI. IN
ALCUNE
CIRCOSTANZE VI SI PUÒ COLLOCARE IL TRONETTO PER L'ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO
SACRAMENTO, O LA RELIQUIA DELLA CROCE.
TECA (DA VIATICO)
SCATOLA ROTONDA, DORATA INTERNAMENTE. SERVE A CONTENERE L'OSTIA MAGNA
PER UNA
PROSSIMA ESPOSIZIONE NELL'OSTENSORIO. PUÒ ESSERE DA VIATICO QUANDO VIENE
USATA DAL
SACERDOTE AD ESEMPIO PER IL CONFERIMENTO DELLA COMUNIONE AI MALATI.
TURIBOLO
UTENSILE DI METALLO FORMATO DA UNA COPPA CON COPERCHIO SOLLEVABILE
MEDIANTE
CATENELLE, SORRETTO DA UN PICCOLO COPERCHIO. VI SI BRUCIA L'INCENSO USATO
NELLE
FUNZIONI SOLENNI, PER ONORARE IL SANTISSIMO, L'ALTARE E CIÒ CHE È OGGETTO DI
CULTO
DIRETTO MA ANCHE PER ONORARE IL CELEBRANTE, IL CLERO E IL POPOLO; L'INCENSO È
SIMBOLO
DI VENERAZIONE E ADORAZIONE.
VASI SACRI
IN SENSO STRETTO SONO LA PATENA, IL CALICE, LA PISSIDE, L'OSTENSORIO, LA TECA E
LA
LUNETTA (O LUNULA). COME SUPPELLETTILE SACRA SI POSSONO INTENDERE ANCHE IL
CORPORALE, LA PALLA, IL PURIFICATOIO, IL MANUTERGIO, LE AMPOLLINE, IL VASETTO
PER LE
PURIFICAZIONI, IL TURIBOLO, LA NAVICELLA, IL PIATTINO PER LA COMUNIONE, IL
SECCHIELLO E
L'ASPERSORIO, LA BORSA DEL COPRPORALE, IL VELO DEL CALICE, IL CAMPANELLO, I
TRE VASETTI
O AMPOLLE CHE CONTENGONO GLI OLI SACRI (OLIO DEI CATECUMENI, SACRO CRISMA,
OLIO DEGLI infeRmi),eTc…
Scarica

SACRE SUPPELLETTILI SACRI PARAMENTI - Una Voce