CON-VIVERE CON LE RADIAZIONI Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioattività naturale ado Radon Rischi da radiazioni Paolo Montagna Ricercatore in Fisica Nucleare Università di Pavia Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica INFN Sezione di Pavia Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici Raccomandazioni ICRP e limiti di dose Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie Per la parte di radioprotezione grazie al prof. prof Piero Calvini Università di Genova http://www.ge.infn.it/~calvini/ Particelle o radiazioni? parliamo la stessa lingua… Nel linguaggio comune, comune si chiamano I t Interaz. coulombiana l bi sii o no RADIAZIONI particelle cariche e neutre particelle con massa e senza massa En.cinetica o elettromagn. massa m m 0 0 carica e 0 e 0 tipo Protone, Elettrone Neutrone nessuna Fotone velocità l ità v (<c) ( ) v (<c) ( ) c c energia Cinetica E = ½ ½mv2 Cinetica E = ½ ½mv2 Elettromagn E = hν Elettromagn E = hν (luce, raggi X …) Avvertenza: in Fisica Nucleare l’energia si misura sempre in elettronVolt: 1 eV è l’energia acquisita da un elettrone quando viene accelerato tra due punti tra cui c’è una differenza di potenziale di 1 V. Cioè (da L=qV): 1 eV = (1.6·10-19 C) · (1 V) = 1.6·10-19 J P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.2 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.3 Le radiazioni nella materia Ogni radiazione, interagendo con la materia, cede energia alla struttura atomica/molecolare del materiale attraversato. Se ll’energia energia ceduta è sufficiente (radiazioni ionizzanti: E ≥ 100 eV), si verificano nel materiale effetti distruttivi (frammentazioni rotture di legami, (frammentazioni, legami ionizzazione,...). ionizzazione ) Radiazioni ionizzanti: - elettromagnetiche (m=0, E=hν) Æ raggi X e γ - corpuscolari (m>0, E= ½ mv2) Æ particelle α, β±, p,n,... L’assorbimento delle radiazioni nella materia è un processo molto vario e complesso. I parametri importanti sono: tipo e energia della d ll radiazione d incidente, d natura del d l materiale. l P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.4 Emissione e assorbimento di radiazioni Le radiazioni emesse da una sorgente radioattiva vengono irraggiate nello spazio in tutte le direzioni. Una loro frazione, dipendente dall’angolo solido e dalla distanza (I∝Ω/r2), colpisce il gg esposto p cedendogli g soggetto energia. I danni che esso ne riceve di dipendono d d ll’ dall’energia, i dal d l tipo ti di radiazione, dagli organi che ne vengono colpiti. P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.5 Emissione di radiazioni: attività radioattiva Attività radioattiva = n. decadimenti/s (Æ “velocità” di decadimento) U ità di misura Unità i SI SI: becquerel Æ 1 Bq = 1/s dimensionalmente uguale all’hertz 1 Bq = 1 decadimento al secondo Æ unità troppo piccola Unità pratica: curie: attività di 1g di radio (d (decadimento di t α: 1 Ci = 3.7 • 234 Ra 84R Æ 230 Rn, 82R τ=1620 1620 anni) i) 1010 Bq P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.6 Radiazioni, materiali e spessori Range R (∝E) = distanza media Radiazioni R di i i α,β,γ β ... e nell corpo umano in diversi materiali... percorsa nella materia (impiego terapeutico) γ da d 60Co C γ da d elettroni l tt i protoni t i E=1.3 MeV E=25 MeV E=200 MeV P.Montagna cm 0 0 10 10 20 cm 20 Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.7 Schermi protettivi P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.8 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.9 Esposizione alle radiazioni I raggi X e γ nella materia provocano ionizzazione ionizzazione, cioè creano coppie di ioni +/- Esposizione (dose irraggiata) = misura della ionizzazione prodotta da una radiazione in un materiale Materiale di riferimento riferimento: aria (1 cm3, 0oC, 1 atm) Unità di misura: SI: C/kg pratico: Röntgen Æ 0.33•109 C in 1 cm3 di aria a 0oC, 1 atm 1 R = 2.58•10-4 C/kg g P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.10 Dose assorbita Dose = energia g assorbita per p unità di massa m = massa del materiale assorbitore, non della radiazione! D = ΔE/Δm Unità di misura: SI Æ Gray = J/kg pratico Æ rad = 100 erg/g p g g 1 Gy = 100 rad Problema: la stessa dose d dovuta t a radiazioni di i i di diverse e/o assorbita da materiali diversi produce effetti/danni diversi! P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.11 Dose equivalente Per uniformità si definisce una radiazione standard: raggi X a 200 keV Efficacia Biologica Relativa: RBE = D(X 200 keV)/DR = rapporto tra le dosi della radiazione standard e della radiazione R che producono lo stesso effetto nel materiale di riferimento. 1 Sv = 100 rem Unità di misura: SI Æ Sievert = RBE• Gray pratico Æ rem = RBE•rad BE d Al posto della RBE si usa il fattore di qualità QF che tiene conto degli effetti globali l b li di iionizzazione i i P.Montagna Radiazione QF fotoni, elettroni protoni neutroni (varie energie) particelle alfa, nuclei pesanti es. 1 5 5 20 5-20 20 1 Gy (α) = 20 Sv 1 Gy (X 200 keV) = 1 Sv Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.12 Dose efficace Ulteriore problema: la stessa dose equivalente assorbita in organi o tessuti diversi produce effetti/danni diversi! Dose efficace = dose equivalente l “ “pesata” ” a seconda del diverso impatto sugli organi: Deff = w•Deq = w•QF•D Unità di misura: ancora sievert e rem A ogni organo/tessuto si assegna un fattore di peso w. w La somma dei fattori di peso di tutti gli organi è 1 (se total body: dose efficace = dose equivalente) P.Montagna Organi g w Gonadi Midollo osseo Colon Polmone Stomaco Vescica Mammella F Fegato t Esofago Tiroide Cute superfici fi i ossee altri tessuti (tot.) 0.20 0.12 0.12 0 12 0.12 0.12 0.05 0.05 0 05 0.05 0.05 0.05 0.01 0 01 0.01 0.05 totale Gray e sievert 1.00 Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.13 Dall’irraggiatore all’irraggiato: sintesi Dall’emissione... Sorgente radioattiva Attività Æ becquerel, curie Materiale irraggiato Esposizione Æ C/kg, röntgen Assorbimento Dose assorbita Æ gray, rad Danno biologico Dose equivalente /efficace Æ sievert, rem ...all all’assorbimento assorbimento P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.14 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.15 Effetti biologici delle radiazioni ionizzanti ATOMI eccitazione ionizzazione MOLECOLE eccitazione i i ionizzazione i dissociazione STRUTTURE SUB-CELLULARI blocco biosintesi effetti genet effett genetici c effetti funzioni nucleo CELLULE blocco della divisione effetti sul metabolismo ORGANI effetti sulla crescita effetti su funzioni nervose effetti su risposta umorale P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.16 Gli effetti biologici dipendono da... P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.17 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat rale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.18 Radiazioni e vita P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.19 Radiazioni naturali e artificiali P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.20 Radioattività naturale Elementi radioattivi naturalmente presenti Sorgenti extraterrestri Æ Raggi cosmici Sorgenti terrestri Æ Radionuclidi naturali nell atmosfera nell’atmosfera nel sottosuolo nelle acque n i vegetali nei t li e n negli li animali nim li nel corpo umano circa 1000 75 5 nuclidi radionuclidi l dd ld Radionuclidi naturali p primordiali Æ famiglie g radioattive naturali Nucleosintesi delle stelle (23892U, 23592U, 23290Th) 40 K,87 Rb (nascita Sistema Solare, 4·109 anni fa) 19 37 R di Radionuclidi lidi naturali li cosmogenici i i Reazioni nucleari tra radiazione cosmica e atmosfera o terra P.Montagna Æ 1H, 3 14 6C es. n + n + Fond.Trebeschi Brescia 3 1H Æ 1H 14 N Æ 14 C 7 6 2 + p 17 febbraio 2011 pag.21 Radiazione cosmica P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.22 Radioattività nel corpo umano Elemento Contenuto in peso in un corpo di 70 Kg Radioisotopo Abbondanza isotopica Carbonio 16 Kg (23%) 14 Potassio 0.140 Kg (0.02%) 40 Torio 0.1 mg (1.4 10-7%) 232 90Th 100 % Uranio 0.1 mg (1.4 10-7%) 238 92U 99.3 % 6C 1.5•10-10 % 19K 1.17 % Il corpo umano è una “sorgente radioattiva” di attività pari a circa 8000 Bq così suddivisi: 4000 Bq (14C) + 4000 Bq (40K) + 238U e 232Th (trascurabili) pag.23 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.24 La questione del radon C’è una radioattività naturale che sale dal terreno … inodore, inodore incolore incolore, insapore… insapore così impalpabile che non ne parla nessuno! P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.25 Il radon: caratteristiche chimiche Per il contributo sul radon grazie a Alberto Panzarasa 9 E’ il gas nobile più iù pesante t (Z = 86, A = 219-222) 9 9 P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia E’ 8 volte lt più iù denso dell’aria E’ un gas incolore, inodore e insapore p 17 febbraio 2011 pag.26 Il radon: caratteristiche fisiche Si trova un po’ ovunque nell sottosuolo, tt l in particolare in alcune rocce: tufi, granito, porfido e fillade Tsolid = -71 71 oC A temperatura mp ambiente m si presenta come un gas incolore Unico gas radioattivo a temperatura ambiente Teboll = -61 61 oC gas Concentrazione: all’ aria aperta in media 5 all 5-10 10 Bq/m3 in ambienti chiusi in media 50 Bq/m3 nel sottosuolo fino a 10000 Bq/m3 P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.27 Isotopi del radon 222Rn 220Rn 219Rn Generati dalle 3 famiglie radioattive: • 238U Æ … Æ • 232Th Æ … Æ • 235U Æ … Æ 226Ra Æ 222Rn (T1/2= 3.82 3 82 g) 224Ra Æ 220Rn (T 1/2= 54.5 sec) 223Ra Æ 219Rn ( (T1/2= 3.92 sec)) Il radon è pericoloso perché: •è un g gas nobile Æ diffonde facilmente senza interagire g con altre sostanze •viene respirato e decade α Æ può provocare il cancro ai polmoni Il 220Rn e 219Rn hanno tempo di dimezzamento troppo breve e decadono prima di poter essere inspirati L’isotopo L isotopo veramente pericoloso è il P.Montagna 222Rn Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.28 I discendenti del radon α 218 α 214 βγ 214 βγ 214 α 210 Rn⎯ ⎯ → Po⎯ ⎯ → Pb⎯⎯ → Bi⎯⎯ → Po⎯ ⎯ → Pb 222 T1/2=3.82 g 238U T1/2=3.05 min T1/2=26.8 min T1/2=17.9 min Nella famiglia radioattiva del Æ… Æ 226Ra Æ 222Rn Æ 218Po 238U Æ … Æ T1/2=0.1 msec 206Pb i prodotti di decadimento del radon hanno tutti vita media breve fino al 210Pb T1/2 (Po,Pb,Bi) << T1/2 (Rn) T1/2 (210Pb) = 22 anni I “figli” del Rn sono in equilibrio secolare con il R Rn fino fi all 210Pb P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.29 Storia del radon Indizi: • Una sconosciuta malattia polmonare nei minatori europei del 1400 • Identificata nel 1879 in autopsie di minatori europei come cancro dei polmoni (lymphosarcoma) • Osservazione di morti eccessive p per cancro ai polmoni p tra i minatori di moltissime nazioni tra i minatori di miniere di uranio (USA, Cecoslovacchia, Francia, Canada…) Oggi gg il radon è di gran lunga la maggior causa di esposizione alle radiazioni z n ionizzanti. n zz n . Negli USA è la seconda causa di morte per tumore al polmone dopo il fumo. P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.30 Il radon negli edifici Il radon entra in casa attraverso fessure,, intercapedini, p , acqua,… q , e viene “aspirato” per gli scambi d’aria interno-esterno, regolati dai venti e dai moti convettivi dovuti a differenze di temperatura. Δp=10-4 atm consente un n ricambio i mbi ttotale t l di aria i in 1 ora in una n casa media! m di ! P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.31 Proteggersi dal radon L’inquinamento da radon dipende da: Produzione di radon nel terreno circostante Fl Flusso d gas che di h entra nell’edificio ll’ d f (dipende dalla permeabilità del suolo e dalle fondamenta della casa) Ventilazione della casa C Cosa non fare: f ¾ Pulire l’aria tramite filtri (diminuisce il pulviscolo e rimangono più nuclei l i radioattivi di tti i “nudi”) “ di”) ¾ Isolare meglio la casa (non diminuisce il flusso in ingresso ma il flusso in uscita) C Cosa f fare: ¾ Aspirare dal suolo e disperdere all’esterno ¾ Indurre differenza di pressione tra suolo e casa usando aspiratori e riducendo il flusso di radon entrante ¾ Ventilare V ntil s tt il pavimento sotto p im nt pag.32 Misura di concentrazione del radon Tecniche di misura “attiva”: il campionamento del Rn è forzato Misura quasi istantanea (minuti, (minuti ore) Strumenti più costosi Tecniche di misura “passiva”: il Rn entra nel rivelatore per diffusione Misura più laboriosa (6 mesi, 1 anno) Strumenti meno costosi Monitoraggio della concentrazione di radon in una stanza Forte variabilità nello spazio e nel tempo dipendente da svariati fattori: •Terreno •Clima •Temperatura •Pressione •Grado di umidità e polverosità •Variazioni giornaliere e stagionali P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.33 Il radon nel mondo e in Italia Studio in Italia: Studi Campione di 5000 case in 200 comuni Misure in 1 anno, divise in 2 semestri MEDIA MONDIALE: 40 Bq/m3 Forte variabilità da regione a regione! i ! Nelle abitazioni italiane: 77 Bq/m3 valore medio 200 Bq/m3 il 5% delle case 400 Bq/m3 l'1% delle case 1000 Bq/m B / 3 valori l i massimi i i Casi limite in USA e UK: 10000 Bq/m3 Livello limite per radioprotezione: 500 Bq/m3 (per 2000 ore l'anno l anno in tali condizioni la probabilità di tumore è del 0.25 %) P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.34 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.35 Dose da radiazioni naturali e artificiali Fonte: SOGIN Italia 2008 Società Gestione Impianti Nucleari - Roma Fondo ambientale: circa 3 mSv/anno Radon di gran lunga l prevalente l t tra t le l radiazioni di i i naturali/ambientali Attività umane: circa 1 mSv/anno Dose media assorbita in una radiografia Addome Urografia endovenosa Colonna lombare T Torace Radioscopia 1 mGy 30 mGy 20 mGy 7 mGy G 100 mGy per min. TOTALE: circa 4 mSv/anno Incidente di Chernobyl (26/04/1986) equivalente i l t a un aumento t del d l fondo f d di radioattività naturale anche in Italia P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.36 Rischi da radiazioni: confronti interessanti… Ma la radioattività quanto è pericolosa, in confronto ad altri fattori di rischio? Rid i Riduzione aspettative tt ti di vita it 20 sigarette al giorno Fattore di risc chio Il rischio di cancro aumenta Sovrappeso del 15% di un milionesimo ogni: Al l (USA) Alcol Incidenti Í 1.4 sigarette fumate Radioattività 10 mSv/anno (cancro ai polmoni) Radioattività 3 mSv/anno Í 2 giorni passati a NewYork Pericoli naturali (i (inquinamento) i t ) Í 65 Km di guida (incidente) 0 500 1000 1500 2000 2500 Í 2500 miglia di volo (incidente) Giorni Í 6 minuti di canoa Í 0.1 0 1 mSv (una ( vita intera vicino a una Dose effettiva Rischio cancro Sigarette Km in macchina Esame medico mSv 1/1000000 equivalenti equivalenti centrale nucleare; 6 mSv/anno) Ad es. le radiazioni ricevute du nt alcuni durante l uni esami s mi medici: m di i: Per il contributo sui rischi da radiazioni grazie a Andrea Negri P.Montagna RX torace 0.03 1 9 37 TAC al cervello 0.15 6 44 166 Esami con Bario 0.54 20 148 571 Scintografia ossea 4.40 180 1300 5120 Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.37 Danno biologico per irraggiamento acuto In caso di dose assorbita su tutto il corpo in qualche ora: Dose (Sv): < 0.25 0.25 – 1 1 – 2 2 – 3 4 – 7 > 8 Effetto: nessuno lievi alterazioni sangue, raddoppio rischio l leucemia e anomalie l genetiche h notevoli alterazioni sangue, nausea, emorragie g intestinali, forte rischio leucemia e anomalie genetiche gravi emorragie, shock, stato di prostrazione morte nel 30 30-60% 60% dei casi morte nel 100% dei casi 160000 volte lt la l dose d li limite it d deii llavoratori t i professionalmente f i l t esposti! ti! P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.38 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.39 Irraggiamento esterno e contaminazione interna Irraggiamento esterno: Sorgente g esterna all’organismo g Le radiazioni incidono sul lavoratore Radiazione molto penetrante: fotoni neutroni elettroni alta energia g ((linac)) Contaminazione interna: Sorgente entra nell’organismo a seguito di ingestione, inalazione, l ferite, f … P.Montagna Radiazione poco penetrante: Particelle beta Particelle alfa Radioprotezione febbraio 2012 pag.40 Ambiente esterno ingestione inalazione Corpo umano esalazione c te cute polmoni linfonodi ferita apparato gastro intest. polmoni e liquidi intercell. tiroide ..…....... ossa fegato reni urine feci P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.41 Principi base in Radioprotezione Riduzione dei rischi da IRRAGGIAMENTO ESTERNO Schermatura: la dose diminuisce drasticamente (esponenzialmente) all’aumentare dello spessore e della densità del materiale interposto Tempo: la dose cresce proporzionalmente al tempo di esposizione (D∝ t) Distanza: la dose diminuisce proporzionalmente al quadrato della distanza (D∝ (D 1/d2) Riduzione dei rischi da CO CONTAMINAZIONE O INTERNA Non esiste praticamente altra difesa se non la PREVENZIONE P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.42 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.43 Radioprotezione: inquadramento generale Da quando le radiazioni ionizzanti sono presenti nei reattori e negli apparati che utilizzano l’energia nucleare, i progettisti di questi sistemi devono includere nei relativi progetti le schermature e la protezione dalle radiazioni sia per il personale addetto al loro funzionamento che per la popolazione nel suo insieme. Nelle strutture sanitarie la sorveglianza e il monitoraggio continuo dei livelli di radiazione sono compito dei fisici sanitari, sanitari che devono garantire la sicurezza degli operatori e del pubblico in modo che nessuno riceva una dose pericolosa o non necessaria per esposizione alle radiazioni. criteri te per pe il progetto p ogetto de delle e schermature sc e atu e e l’applicazione app ca o e delle de e misure su e d di s sicurezza cu e a Ic sono basate sulle conoscenza aggiornata dei rischi dovuti alle radiazioni ionizzanti e degli effetti che esse provocano sull’uomo. Nel corso degli anni, con ll’aumentare aumentare delle conoscenze in questo campo, la percezione della “pericolosità” delle radiazioni è andata aumentando e le norme di sicurezza adottate su scala mondiale sono diventate sempre più restrittive. g di irraggiamento gg cronico a Il fondo ambientale di radiazioni costituisce una sorgente basso rateo di dose e può influire sulla risposta dei sistemi viventi all’esposizione acuta a radiazioni ionizzanti. Gli effetti non sono conosciuti in maniera esauriente. Sebbene sia tendenza comune l’associare alle radiazioni sempre e comunque un danno alla salute, salute c c’è è chi avanza ll’ipotesi ipotesi che le piccole dosi di radiazioni del fondo naturale abbiano avuto effetti benefici sugli esseri viventi e sulla loro evoluzione. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.44 Danni indotti da radiazioni: un po’ di storia Gli effetti dannosi delle radiazioni divennero evidenti solo alla fine dell’800 quando, in seguito alla scoperta dei raggi X (Roentgen) e della radioattività (Becquerel), furono disponibili intense sorgenti di radiazione. radiazione Solo un mese dall’annuncio della scoperta dei raggi X da parte di Roentgen (1896) un costruttore e sperimentatore di tubi sotto vuoto mostrò lesioni alla cute e alle mani che oggi indichiamo come dermatite subacuta da raggi X. Quelle lesioni erano il risultato di esposizioni ad alte dosi avvenute manipolando apparecchi a raggi X, prima ancora del riconoscimento dei raggi X da parte di Roentgen. q mostrò eritema della cute in corrispondenza p della tasca del vestito Nel 1901 Becquerel nella quale aveva tenuto per qualche tempo una fiala di vetro contenente sali di Radio. Poco dopo Pierre Curie si provocò intenzionalmente un eritema da radio sulla cute del braccio ed ebbe l’idea che le radiazioni potessero avere proprietà terapeutiche. Molti malcapitati ricevettero come ricostituente iniezioni di materiali contenenti radio e torio e furono successivamente colpiti da tumore. Nel 1903 fu scoperto che l’esposizione ai raggi X poteva indurre sterilità negli animali d llaboratorio; da b i pochi hi annii d dopo ffu annunciato i che h gli li embrioni b i i di uova di rospo fertilizzate con sperma irradiato con raggi X presentavano anomalie di tipo genetico. Nel 1904 furono segnalate le prime anemie e le prime leucemie indotte da raggi X e già nel 1902 si constatò che un carcinoma cutaneo si era sviluppato su precedente dermatite da raggi. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.45 Danni indotti da radiazioni: un po’ di storia Nel 1911 furono messi in evidenza 94 casi di tumori indotti da raggi X, 50 dei quali in radiologi. Nel 1922 fu stimato che almeno 100 radiologi morirono come risultato di cancro indotto da radiazioni. radiazioni Entro circa dieci anni dalla scoperta di Roentgen e Becquerel una gran parte delle patologie da dosi elevate ed intense di esposizione a radiazioni ionizzanti era stata riconosciuta e sommariamente descritta. Le lesioni da ingestione di sostanze radioattive furono scoperte attorno agli anni ’20 quando si manifestarono necrosi e tumori ossei al mascellare di operaie che durante la prima guerra mondiale erano state addette a dipingere le lancette ed il quadrante di orologi luminescenti con vernici contenti sali di radio: esse avevano ingerito le vernici facendo la punta ai piccoli pennelli inumidendoli con le labbra, gesto frequentemente ripetuto durante il lavoro. (www.nytimes.com/library/national/science/100698sci-radium.html ) Inoltre si notò che i minatori che lavoravano nelle miniere di cobalto della Sassonia e nelle miniere di pechblenda di Joachimsthal (Slovacchia), entrambe contenenti grosse percentuali di uranio, soffrivano di cancro ai polmoni con una percentuale 30 volte più elevata che il resto della popolazione: oggi è noto che questi lavoratori erano vittime di esposizione interna al gas radon ed ai suoi figli, prodotti di decadimento dell’uranio: la concentrazione di Radon emesso dalle pareti dei tunnel nell’aria respirata, soprattutto a causa della scarsa ventilazione, è estremamente elevata in miniera. Oggi per legge è imposta una ventilazione forzata delle miniere e turni di lavoro limitati per i minatori. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.46 Danni indotti da radiazioni: un po’ di storia Sempre verso la fine degli anni ’20 si manifestò un altro genere di effetti: durante i suoi studi di genetica Muller mostrò che raggi X e raggi gamma producono mutazioni genetiche e cromosomiche nel moscerino dell dell’aceto, aceto, mutazioni che vengono trasmesse ai discendenti secondo le leggi dell’ereditarietà biologica. La radioprotezione si occupò in maniera rilevante degli effetti genetici solo dopo la seconda g guerra mondiale,, quando q questi q furono considerati come le più p gravi g e insidiose conseguenze dell’esposizione alle radiazioni. In questi anni aumentano le conoscenze anche sui cosiddetti effetti tardivi (costituiti in gran parte da tumori maligni) che compaiono in una piccola frazione delle persone di una popolazione sottoposta a dosi anche non elevate di radiazioni. Alla International Conference on Pacific Uses of Atomic Energy (Ginevra, 1955) Tzuzuki riportò la notizia che tra i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki erano stati osservati circa 200 casi di leucemia, leucemia un numero enormemente più alto di quello atteso in base alle caratteristiche endemiche della malattia. Negli anni seguenti si osservarono tra i sopravvissuti altre forme di tumori in misura molto superiore alle attese. Intanto venivano resi noti i risultati di indagini epidemiologiche sull sull’incremento incremento di tumori maligni tra i pazienti curati con radiazioni per forme morbose non tumorali. Court, Brown e Dale nel 1957 dimostrarono un aumento della frequenza di leucemie nelle cause di morte di pazienti trattati con roentgenterapia per dolori dovuti ad artrosi vertebrale. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.47 Danni indotti da radiazioni: un po’ di storia A cavallo del 1960, a causa delle ricadute radioattive (fallout) conseguenti alle esplosioni nell’atmosfera di ordigni bellici nucleari di prova iniziò purtroppo anche il fenomeno di piccole dosi annue ricevute costantemente da vastissime popolazioni di interi continenti (prevalentemente per contaminazione interna) e si cominciò a parlare di “dose collettiva” ricevuta da un insieme di persone esposte. Già negli anni ’50 era stato studiato un altro campo di effetti delle radiazioni: i danni riguardanti lo sviluppo embrionale e fetale. Furono soprattutto le ricerche sistematiche dei coniugi Russel che mostrarono le capacità lesive delle radiazioni sulla organogenesi che si verifica nell’embrione umano nei primi mesi dal concepimento, anche per dosi non elevate. elevate Nasce così una speciale forma di protezione per le donne durante la gravidanza ed in generale per le donne in età fertile. OGGI l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare (in particolare a scopi medici) è senza dubbio l’attività con il maggiore e più severo controllo sui rischi dei lavoratori e della popolazione P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.48 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.49 ICRP Le conoscenze sui danni generati dalla radiazione sull’uomo derivano da: • • • • studi sui sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki studi sulle popolazioni esposte ai test nucleari conseguenze di terapie mediche conseguenze di incidenti nucleari (Chernobyl 1986 Æ Fukushima 2011) • esperimenti su animali www.icrp.org Esiste un organismo mondiale e indipendente International Commission on Radiological Protection che h sulla ll base b d l scarsi dati degli d sperimentali l disponibili d bl (e nell’impossibilità di averne altri se non per motivi accidentali) si occupa di aggiornare le valutazioni che permettono di collegare ll il danno d i d tt alla indotto ll dose d equivalente. i l t Le sue “raccomandazioni annuali” ICRP Recommendations sono recepite dalla legislazione di tutti i Paesi P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.50 Curva dose-effetto Come fa l’IRCP a stabilire gli standard di radioprotezione? PROBLEMA: nella zona a basse dosi gli effetti sono immisurabili Dai dati sperimentali ?? dose equivalente L’ICRP assume prudenzialmente che una dose, dose comunque piccola, piccola produca (probabilità di) danno: non vi è soglia g (la curva dose-effetto passa per l’origine) P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.51 Raccomandazioni ICRP: in sintesi nessuna attività umana che esponga a radiazioni deve essere 1 accolta, a meno che la sua introduzione produca un beneficio netto e dimostrabile ogni esposizione alle radiazioni deve essere tenuta 2 tanto bassa quanto è ragionevolmente ottenibile in base a considerazioni sociali ed economiche principio “ALARA”: As Low As Reasonably Achievable quiv l nt di d dose s aii sin singoli li individui n non nd deve v 3 l’l equivalente superare i limiti raccomandati I tre principi devono essere applicati in sequenza: si passa cioè al secondo quando si sia verificato il primo, e al terzo quando si sia verificato anche il secondo. secondo P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.52 Indice di rischio globale (RIM) Sulla base dei dati sperimentali relativi ad alte dosi equivalenti (Sv) e assumendo una relazione lineare dose equivalente-effetto, si ricava l’i di l’indice di rischio i hi globale l b l (RIM) RIM = 1.65⋅10-2 eventi gravi per Sv ricevuto distinto rispettivamente in: 1.25⋅10-2 Sv-1 per la cancerogenesi, 0.4⋅10-2 Sv-1 per gli effetti ereditari Esempio: p Un tecnico radiologo che lavora in un servizio di radiologia ospedaliero assume in media 0.2 mSv/anno: qual è la probabilità P che entro la fine del suo periodo lavorativo egli contragga una grave malattia? La dose equivalente totale assunta nell’intero periodo lavorativo (40 anni) varrà: à Deq = [0.2 mSv/anno]·[40 anni]= 8 mSv = 8·10-3 Sv. La probabilità di ammalarsi (utilizzando il RIM specifico per la cancerogenesi) risulta: P = Deq · RIM canc= 8·10-3 · 1.25·10-2 = 1 · 10-4 Cioè, in media, solo un tecnico su 10000 si ammala per la dose ricevuta! (… il rischio è pari a quello di aver fumato in tutta la vita circa 150 sigarette…) P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.53 Limiti di dose annua L’ICRP distingue due categorie: i lavoratori professionalmente esposti e la popolazione generica Limite per i lavoratori professionalmente esposti: 20 mSv all’anno Supponendo un periodo lavorativo di 50 anni (!), il lavoratore alla fine della attività potrà al massimo aver assorbito 1 Sv. Poichè il RIM g p globale è 1.65⋅10-2 eventi gravi per Sv ricevuto, questo lavoratore avrà una probabilità dello 1.65% di contrarre una malattia grave (anche con effetti ereditari) e che dipenda dalla sua intera attività lavorativa (50 anni). Ed è solo una probabilità, non una certezza! Limite per la popolazione: 1 mSv all’anno Questo valore è comparabile con la dose imputabile alla radioattività naturale (raggi cosmici, 222Rn, 40K, 14C, … ), stimata tra 1.3 e 2.5 mSv/anno e variabile in base a molti fattori. La probabilità di contrarre durante l’intera vita (es. 70 anni) una grave malattia per esposizione naturale a dosi di 1 mSv/anno è P = 1.25 . 10-2 . 10-3 . 70 = 8.75 . 10-4 . In media un individuo su 1142 dovrebbe ammalarsi per la radiazione naturale ! P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.54 Limiti di dose annua Dosi efficaci annue in mSv Dosi efficaci annue in mSv Raggi cosmici Radiazi ne terrestre Radiazione Radionuclidi naturali nel corpo Radon e suoi discendenti 0.39 0 46 0.46 0.23 1.3 Attività ciclo nucleare 2.9 Attività altra industria 09 0.9 Attività diagnosi/terapia medica 0.5 TOTALE rad.naturali 2.4 MEDIA in attività con radiazioni 1.1 Rad.diagnostica medica (paesi industrializzati 0.33 1 1 ) 1.1 Radiazioni z D Dose media m popolazione Radiazioni z Dose media D m lavoratori Limiti di dose annua per radiazioni artificiali: popolazione normale 1 mSv/anno lavoratori esposti 50Æ20 mSv/anno (normativa sempre più cautelativa) P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.55 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.56 Classificazione dei lavoratori P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.57 Classificazione dei lavoratori I lavoratori esposti sono tutti coloro che, durante l’attività lavorativa, siano suscettibili di una esposizione alle radiazioni ionizzanti superiore a uno qualsiasi dei limiti fissati per le persone del pubblico. pubblico Tutti gli altri sono ovviamente lavoratori non esposti. I lavoratori esposti, a loro volta, sono classificati in categoria A se sono suscettibili di un’esposizione superiore, in un anno, a uno dei d i seguenti ti valori: l i . 6 mSv di dose efficace; . i tre decimi di uno qualsiasi dei limiti di dose equivalente: per il cristallino (150 mSv/anno), per pelle, mani, avambracci, piedi e caviglie (500 mSv/anno) I lavoratori esposti non classificati in categoria A sono classificati in categoria B. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.58 Classificazione degli ambienti di lavoro La normativa prescrive al datore di lavoro di classificare e segnalare gli ambienti in cui è presente il rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti e regolamentarne l’accesso. Zona classificata è un ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. Le zone classificate possono essere - zone controllate ll - zone sorvegliate E zona controllata ogni area di lavoro in cui possono E’ essere superati in un anno i limiti stabiliti per i lavoratori; tali aree devono essere delimitate da opportuna segnaletica, e l’accesso deve essere regolamentato. E' zona sorvegliata un ambiente di lavoro in cui può essere superato in un anno uno dei pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico e che non è zona controllata. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.59 L’esperto qualificato L’accertamento delle condizioni che portino alla classificazione dei lavoratori è di competenza esclusiva dell’esperto qualificato; al datore di lavoro compete, ovviamente, i solo l lla d definizione fi i i d delle ll attività i i à che h i lavoratori l id devono svolgere. l L’esperto qualificato deve fornire al datore di lavoro indicazioni affinché: - gli ambienti di lavoro in cui sussista un rischio da radiazioni vengano individuati delimitati, individuati, delimitati segnalati segnalati, classificati in zone e ll’accesso accesso ad essi sia adeguatamente regolamentato; - i lavoratori interessati siano classificati ai fini della radioprotezione; - siano forniti ai lavoratori, ove necessario, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione; - siano resi edotti i lavoratori nell’ambito di un programma di formazione finalizzato alla radioprotezione. p P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.60 Sorveglianza fisica e medica Sorveglianza fisica La legge prevede che i datori di lavoro che esercitano attività che comportano la classificazione degli ambienti di lavoro in una o piu zone controllate o sorvegliate oppure la classificazione degli addetti interessati come lavoratori esposti, assicurino la sorveglianza fisica per mezzo di esperti qualificati iscritti in elenchi nominativi presso l’Ispettorato medico centrale del lavoro. Sorveglianza g medica I datori di lavoro che esercitano attività che comportano la classificazione degli addetti interessati come lavoratori esposti devono assicurare la sorveglianza medica per mezzo di medici autorizzati iscritti in elenchi nominativi presso l’Ispettorato medico centrale del lavoro nel caso di lavoratori esposti di cat.A e per mezzo di medici autorizzati o medici competenti nel caso di lavoratori esposti di cat.B. Sono prescritte visite mediche preventive (all’assunzione del lavoratore) e visite mediche periodiche (annuali per Cat Cat. B e semestrali per cat cat. A) A). P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.61 Radioprotezione annuale Radioprotezione p annuale: comunicazione d i iindividuali dosi di id li P.Montagna Fond.Trebeschi Brescia 17 febbraio 2011 pag.62 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.63 Strumenti per il controllo dosimetrico Obbligo di monitoraggio costante d ll’ dell’esposizione i i alle ll radiazioni di i i nelle zone controllate e sorvegliate e sui lavoratori esposti Æ Rivelatori di radiazione Dosimetri ambientali Dosimetri personali Rivelatori a gas Camera a ionizzazione Contatore geiger Emulsioni fotografiche Dosimetri a termoluminescenza P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.64 Rivelatori a gas Rivelatori a gas: principio fisico La radiazione ionizza le molecole del gas di riempimento. Gli ioni + e gli elettroni – sono accelerati da un campo elettrico interno al rivelatore e raccolti dalle armature di un condensatore di capacità C. Dalla misura di d.d.p. ΔV = Q/C ai capi del condensatore si risale alla carica Q, e quindi all’esposizione. Contatori Geiger Camere ad ionizzazione Penne dosimetriche individuali P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.65 Emulsioni fotografiche Emulsioni fotografiche: principio fisico Una emulsione fotografica irradiata viene impressionata come nel caso della luce visibile e “annerisce”: l’annerimento è proporzionale alla dose. Si ottiene la misura della dose integrale durante l’intero periodo di esposizione. Film badge: da portare sempre al seguito. Una volta letti, costituiscono un documento stabile ed archiviabile della dose ricevuta P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.66 Dosimetri a termoluminescenza Dosimetri a termoluminescenza: principio fisico Alcuni particolari materiali isolanti (CaF2, LiF, BeO, CaSO4, Li2B4O7) se riscaldati emettono luce (termoluminescenza). L’energia ricevuta dalla radiazione cambia lo stato di alcuni elettroni di valenza, che rimangono intrappolati in uno stato di diverso fi hé con il riscaldamento, finché, i ld t riescono i a rientrare i t nello stato normale emettendo luce. La luce emessa è proporzionale al numero di elettroni intrappolati e quindi alla a a do dose a assorbita. o b a P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.67 Dispositivi di protezione e monitoraggio it i iindividuali di id li P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.68 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.69 Le radiazioni nell’attività sanitaria Senza a entrare a nei dettagli, d ag , per p i quali qua si rimanda a da ai a corsi o specialistici di ciascun corso di laurea, si presentano ora alcuni aspetti di base di radioprotezione che si incontrano normalmente nei principali ambiti delle attività sanitaria che utilizzano radiazioni ionizzanti: - Radiografia tradizionale con raggi X - Mammografia - Medicina nucleare - Radioimmunologia P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.70 Attività radiologica: fonti di rischio Nella produzione di raggi X mediante tubo a raggi X, il rischio di irraggiamento esterno deriva da: - fascio p primario di raggi gg X (1) ( ) - radiazione diffusa nell’ambiente (2) - radiazione di fuga alla produzione (3) 3 2 L irradiazione dipende da: L’irradiazione materiale interposto distanza tempo di esposizione 1 P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.71 Rischio da irraggiamento esterno La definizione e la quantificazione del rischio da irradiazione esterna non può prescindere da tre elementi fondamentali: 1. tempo (durata dell’esposizione): determina in maniera lineare, a parità di condizioni di esposizione, l’intensità dell’esposizione e conseguentemente del rischio h radiologico; d l 2. distanza: la dose di radiazioni segue la legge dell’inverso del quadrato della distanza rispetto al punto di emissione: D1r12 = D1r12 dove D1 è l’intensità di dose alla distanza r1 dalla sorgente e D2 è l’intensità di dose alla distanza r2 dalla sorgente (es.: passando dalla distanza di 1 m a quella di 2 m, l’intensità di dose si riduce di un fattore 4) 3. disponibilità di schermature: la radiazione viene attenuata a seguito dell’interazione con il materiale con cui interagisce; pertanto, la dose da radiazione in un punto viene ridotta interponendo del materiale tra la sorgente e il punto d’interesse. La quantità e il tipo di materiale necessario dipende dal tipo della radiazione: ad esempio le radiazioni X sono penetranti e, nel caso di energie elevate, richiedono spessori considerevoli di piombo (Pb) P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.72 Radiografie e TAC Per il personale addetto alle radiografie, l’uso di un grembiule in gomma piombifera di spessore equivalente a 0.25 mm, riduce da 10 a 20 volte l d la dose assorbita bit e conseguentemente t t il rischio i hi professionale; f i l l’uso l’ di occhiali anti-X, quando prescritto, porta a livelli trascurabili la dose assorbita dal cristallino. Durante l’attivita radiologica tradizionale, il personale staziona normalmente in un box comandi schermato: un progetto ottimizzato di una sala radiologica garantisce che la dose efficace assorbita dall’operatore sia mediamente dell’ordine di 0.1 μSv/radiogramma. Anche utilizzando RX portatili per esami su pazienti allettati si può stimare un campo p di radiazioni dovuto alla radiazione diffusa variabile da 0.4 a 1 μSv/radiogramma a 1 m. Anche nella TAC, che per i pazienti è fonte di alte dosi, per il personale alla console l di una TAC la l tomografia fi computerizzata i non rappresenta una significativa fonte di rischio. Solo in esami particolari, in cui e’ necessario lo stazionamento nelle vicinanze del gantry, il personale è interessato a campi di radiazioni rilevanti (da 5 a 20 μGy/strato). P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 Mammografia e radiografia dentale Sia nella mammografia che nelle procedure di radiologia dentale, con apparecchiature dedicate ep procedure ocedu e ott ottimizzate ate le esposizioni lavorative risultano di assoluta irrilevanza radioprotezionistica. radioprotezionistica P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.74 Radioimmunologia Occorrono particolari precauzioni nell’impiego di sostanze radioattive in forma non sigillata a scopo terapeutico P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.75 Dotazione di un laboratorio di radioimmunologia Ai fini della protezione dei lavoratori in esso operanti, un Laboratorio RIA (radioimmuno-assay: dosaggio d radioimmunologico) d l ) deve d essere dotato d d di: -un sistema di ventilazione adeguato a tipo e quantità di sostanze radioattive utilizzate; - una cappa -pavimenti a sguscio e superfici lavabili per facilitare le operazioni di decontaminazione; -adeguata adeguata strumentazione di monitoraggio della contaminazione superficiale (mani e piedi) - deposito per lo stoccaggio e il decadimento di rifiuti liquidi e solidi radioattivi prima del loro smaltimento Di solito il rischio di irradiazione esterna è praticamente trascurabile in tali attività a meno che non si utilizzino beta emettitori di alta energia; g ; ai fini della p protezione dai rischi di irradiazione interna è indispensabile utilizzare tutti i dispositivi di protezione individuali disponibili e in particolare guanti monouso da utilizzare durante la manipolazione del tracciante. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.76 Medicina Nucleare La Medicina nucleare si occupa dello studio della morfologia e della funzionalità di alcuni organi del corpo umano, utilizzando sorgenti γ da emittenti non sigillate (energia dei fotoni emessi: da 100 a 400 keV circa). Nella e a sc scintigrafia t g a a viene e e so somministrata st ata a al pa paziente, e te, p principalmente c pa e te pe per via a endovenosa, una sostanza radioattiva legata ad un composto chimico (tracciante) diverso a seconda dell'organo che si desidera studiare. Alla base della formazione di una immagine scintigrafica è la possibilita, accostando al corpo del paziente un rivelatore di radiazioni, di rivelare i l i fotoni f t i emessii dalla d ll sostanza t somministrata; i segnali prodotti dal rivelatore, opportunamente processati da un sistema elettronico,, forniscono a video l’immagine g della distribuzione del tracciante. L’insieme costituito dal rivelatore e dal sistema elettronico di elaborazione del segnale viene i chiamato hi t comunemente t gamma camera. came a P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.77 Esempi di dosi in Medicina Nucleare Un lavoratore di cat.A cat A con esposizione CONTINUA di 40 h settimanali riceverebbe 0.5 μSv/ora. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.78 Misure di prevenzione e protezione in Medicina Nucleare La protezione dei lavoratori, in un Servizio di Medicina nucleare, si fonda in larga misura su accorgimenti progettuali. Un Servizio di medicina nucleare deve infatti essere caratterizzato da: sistemi di ventilazione che convoglino l’aria dalle zone fredde alle zone calde e garantiscano adeguati ricambi di aria; un locale apposito per la manipolazione di radionuclidi (camera calda); pavimenti i ti a sguscio i e superfici fi i lavabili l bili per facilitare f ilit le l operazioni i i di decontaminazione; percorsi differenziati in ingresso e in uscita dal reparto e una zona di decontaminazione; adeguata g strumentazione di monitoraggio gg della contaminazione superficiale p (monitor mani - piedi, monitor per contaminazioni superficiali) un deposito p per p lo stoccaggio gg e il decadimento di rifiuti liquidi q e solidi radioattivi, prima del loro smaltimento. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.79 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.80 Rifiuti radioattivi Nell’esercizio delle attività di diagnostica in vivo vengono prodotti, di norma, solo rifiuti radioattivi in forma solida e liquida, liquida a condizione che: a) i vapori o gas radioattivi, peraltro prodotti normalmente in piccole quantità vengano filtrati prima della loro immissione in ambiente da parte quantità, degli impianti di ventilazione e/o condizionamento di cui sono normalmente dotate le strutture di medicina nucleare; b) si provveda alla sostituzione programmata dei filtri assoluti e/o a carbone attivo dei servizi di medicina nucleare al fine di mantenerne inalterata la funzionalità e il potere filtrante. filtrante I rifiuti vanno controllati e conservati in attesa del loro decadimento Possono essere smaltiti nel rispetto delle leggi quando la loro attività specifica p (Bq/kg) ( q/ g) è scesa sotto solo q ai livelli previsti dalla normativa europea vigente. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.81 Rifiuti radioattivi solidi I rifiuti solidi derivanti dall’uso di sostanze radioattive a scopo diagnostico in vivo sono principalmente costituiti da: • siringhe, provette e contenitori vuoti di sostanze radioattive; • materiale di medicazione;; • biancheria contaminata; • materiale venuto a contatto con escreti di pazienti sottoposti ad esame scintigrafico (pannoloni, teli, cateteri, sondini, etc); • materiale di consumo utilizzato in camera operatoria e venuto a contatto con pazienti portatori di radioattivita sottoposti a intervento chirurgico • materiali utilizzati per operazioni di lavaggio e decontaminazione; • filtri degli impianti di estrazione dell’aria dei servizi di Medicina nucleare P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.82 Rifiuti radioattivi liquidi I principali rifiuti liquidi derivanti dall’uso di sostanze radioattive non sigillate a scopo diagnostico in vivo, vivo sono costituiti da: • residui di soluzioni somministrate, costituiti da piccoli volumi con attivita’ inferiore, attivita inferiore in genere genere, al centinaio di MBq. MBq • acque utilizzate per il lavaggio di vetrerie o altri oggetti contaminati, con un volume non precisabile e attività massima dell dell’ordine ordine di qualche kBq; • acque d di lavagg lavaggio od di b biancheria ancher a contam contaminata, nata, con volume non precisabile e attività non stimabili a priori ma comunque estremamente contenute; • escreti dei pazienti, di solito raccolti in sistemi di vasche. P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.83 …per non perderci… Le radiazioni in natura e nella vita umana Radiazioni e materia Dosimetria Effetti biologici delle radiazioni Radioatti ità naturale Radioattività nat ale Radon Rischi da radiazioni Primi elementi di radioprotezione Contaminazione interna ed esterna Dati sperimentali e cenni storici R Raccomandazioni d i i ICRP e limiti li iti di dose d Classificazione dei lavoratori e degli ambienti Dosimetri Attività sanitaria con radiazioni Rifiuti radioattivi Basi di radioprotezione nelle attività sanitarie P.Montagna Radioprotezione Febbraio 2012 pag.84 Radioprotezione di base in… P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.85 Radioprotezione di base in… P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.86 Radioprotezione di base in… P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.87 Radioprotezione di base in… P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.88 Radioprotezione di base in… P.Montagna Radioprotezione febbraio 2012 pag.89