Al mio amico Vincenzo Manolio 1 ECOTIPI DI PERO NELLA VALLE DEL SINNI Prima parte........................................................................................................................... 4 1. Introduzione............................................................................................................. 4 2. Il quadro produttivo e commerciale (1) ................................................................ 5 Principali paesi produttori di pere ............................................................................................. 5 Focus sulla pericoltura in Italia .................................................................................................. 6 3. La situazione lucana ................................................................................................ 7 4.Caratteri botanici....................................................................................................... 9 Descrizione della pianta (4)........................................................................................................... 9 Biologia fiorale e di fruttificazione .......................................................................................... 10 5. Evoluzione varietale.............................................................................................. 10 Assetto varietale .......................................................................................................................... 10 6. Il germoplasma....................................................................................................... 12 Cosa intendiamo per germoplasma (8) .............................................................................. 12 (7) ........................................................................................................................................... 12 Il germoplasma frutticolo italiano fonte di caratteri per il miglioramento genetico moderno. 12 Conservazione e potenzialità del germoplasma .................................................................... 13 La conservazione del germoplasma di pero in Italia (11) ....................................................... 15 Leggi nazionali e regionali.................................................................................................. 17 Potenzialità offerte dal germoplasma ancora esistente................................................. 19 Cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore ............................... 19 Cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore ................................... 19 Cultivar tolleranti o resistenti alle avversità .................................................................... 20 7. Miglioramento genetico........................................................................................ 25 I programmi di breeding ........................................................................................................... 26 Seconda parte..................................................................................................................... 29 8. Recupero di germoplasma autoctono di pero in Basilicata ........................... 29 9. Materiali e metodi ( 1a parte)............................................................................... 29 Individuazione della pianta capostipite. .......................................................................... 29 Costituzione delle fonti primarie. ..................................................................................... 29 Costituzione e gestione di campi per la conservazione delle fonti primarie. ........... 30 Valutazioni degli ecotipi recuperati .................................................................................. 30 9. Materiali e metodi ( 2a parte) Scelta di ecotipi migliori ................................. 31 11. Risultati e discussioni.......................................................................................... 43 12. Conclusioni........................................................................................................... 70 Bibliografia .................................................................................................................. 72 PRIMA PARTE 1. INTRODUZIONE Pag 1 2. PANORAMA PRODUTTIVO Pag. 2 - 5 3. SITUAZIONE PRODUTTIVA LUCANA Pag. 6-8 4. CARATTERI BOTANICI Pag. 9 5.EVOLUZIONE VARIETALE ITALIANA Pag. 10 6. GERMOPLASMA ITALIANO Pag. 10- 20 7. MIGLIORAMENTO GENETICO IN EUROPA SECONDA PARTE 8. GERMOPLASMA DI PERO IN BASILICATA 2 9. OBIETTIVI 10. MATERIALI E METODI Pag. 29 - 44 11. RISULTATI E DISCUSSIONI Pag. 45 - 60 12. CONCLUSIONI Pag. 61 - 62 3 PRIMA PARTE 1. INTRODUZIONE Nell’epoca dell’agricoltura multifunzionale, eco-compatibile, sostenibile, biologica, biodinamica, e tutti i moderni tipi di agricoltura, riveste un’importante ruolo il germoplasma delle colture agrarie. Infatti dall’utilizzo di questo si possono spiegare e creare le attuali prospettive dell’agricoltura, non intesa esclusivamente come attività economica per la produzione di prodotti agroalimentari, ma anche come attività ecologica-ambientale e sociale. Negli anni addietro si è cercato di costruire e impostare l’agricoltura come una macchina produttiva perfetta, che avesse risposte economiche e produttive immediate. Ai suoi albori invece il suo principale obbiettivo era la produzione per l’autoconsumo. In quest’ottica il produttore era contemporaneamente: coltivatore, consumatore e selezionatore. L’agricoltore di allora non eliminava l’ecosistema circostante per impiantare una monocoltura, ma cercava di mantenere intorno all’azienda piante, alberi ed erbe, consapevole del fatto che erano delle risorse per alimentarsi ed alimentare gli animali, per curarsi e per riscaldarsi. Quanto detto finora non ha l’intento di invitare le aziende ad un ritorno all’autoconsumo, ma si può notare e si vuol far capire che con l’abbandono e l’eliminazione di specie o ecotipi utilizzati spesso per l’autoconsumo, si è ridotta la biodiversità, si è diventati sempre più dipendenti da altre aziende, quali quelle sementiere o vivaistiche, che hanno dato sì un notevole impulso per lo sviluppo dell’agricoltura, ma hanno anche modificato gli equilibri che permettevano la sopravvivenza delle culture e colture locali. Non è da attribuire esclusivamente alla produzione di semi o piante commerciali la scomparsa di ecotipi o specie locali, ma si è invogliato l’agricoltore a dare la propria preferenza ai prodotti commerciali abbandonando quelli che lui si produceva da anni, solo perché erano più produttivi. Infatti prima si pensava che la cultivar più produttiva era quella più economica, oggi dove il costo delle materie prime è notevolmente aumentato e si sta cercando di risparmiare acqua, concimi, trattementi, ecc., ci si è accorti che non sempre quella più produttiva è quella più economica. Allora ora bisogna prima di tutto vedere cosa ci è rimasto dopo molti anni, in mano a quei pochi agricoltori conservatori di specie autoctone, poi gli enti preposti e i centri di ricerca li analizzano, e infine insieme a chi ha conservato la specie si sceglie il miglior modo per non farlo scomparire ed essere utile nel presente e anche nel futuro. L’agricoltore nell’antichità manteneva sia il prodotto che gli piaceva di più e sia quello che gli piaceva di meno perché sapeva che aveva altre caratteristiche che compensavano quelle dell’altro. Attualmente si stanno rivalutando molto i prodotti tipici e i prodotti di qualità, ormai sia il legislatore che il consumatore si dirigono verso uno stile sostenibile di agricoltura. Finisco con una domanda alla quale spero la tesi riuscirà a dare una risposta: “Come e chi rende il germoplasma utile all’Agricoltura ?” 4 INTRODUCTION In the epoch of multifunctional Agriculture ,eco-compatible, sustainable, organic, biodynamics, et all moderns type of agriculture dresses an important roll the germoplasma. It is important for the imbreeding program, biodiversity, typic crop.The pear crop is more spreands on the north-world, because are the particulary characteristic suitable on that clima. On the sounth of world is less spreads, but is interessing the number of kind presents on the organization national end regional, publics end private.farther the nursey. 2. IL QUADRO PRODUTTIVO E COMMERCIALE (1) Con oltre 19 milioni di tonnellate prodotte nel 2005 il pero è la seconda specie frutticola dei climi temperati dopo il melo (quasi 60 milioni di tonnellate) e prima del pesco (poco meno di 16 milioni di tonnellate). Geograficamente le aree a maggior produzione al mondo sono tre: l’Oriente, con la Cina al primo posto tra i paesi produttori, l’Europa, con l’Italia al secondo posto e le Americhe, con gli USA al terzo posto nella graduatoria internazionale. Le influenze che ciascun paese gioca sul piano produttivo, non necessariamente si riflettono a livello di commercio globale. Infatti paesi come l’Argentina, Cile, e Sud Africa, ad esempio, destinano la quasi totalità delle loro produzioni al mercato estero, diventando così giganti nel mercato mondiale, nonostante i modesti livelli produttivi. PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI DI PERE Asia In tutto il continente asiatico vengono prodotte oltre il 90 % delle pere, con la Cina che da sola produce il 57% della produzione mondiale. La gran parte della produzione cinese è destinata al mercato interno. Europa La produzione nel vecchio continente si colloca, da circa un decennio, intorno ai 2,5 milioni di tonnellate. L’Italia è il secondo produttore in assoluto e il primo produttore europeo di pere. Dal nostro paese proviene oltre il 35% della produzione totale europea, con una produzione fortemente concentrata in Emilia Romagna e particolarmente nel triangolo formato dalle province di Ferrara, Modena e Bologna, dove sono presenti il 61 % della superficie e il 68 % della produzione. La Spagna produce circa il 25% del prodotto e percentuali che si aggirano intorno all’8% sono attribuibili all’Olanda e al Belgio. America La pericoltura statunitense copre il 98 % della produzione nord americana. Gli Stati Uniti sono il secondo paese produttore di pere di tipo europeo con la varietà Bartlett che è praticamente l’unica coltivata in California, insieme con il mutante Red Bartlett coltivato in Oregon e Washington. 5 La pericoltura nel continente sudamericano si concentra in due Paesi: Argentina e Cile che, da soli, coprono il 91% della produzione. L’Argentina è un paese a forte vocazionalità nella produzione di pere, favorita anche dall’assenza di malattie, molto comuni nelle altre zone produttive (fuoco batterico e psilla), mentre in Cile la pericoltura è in crisi, come dimostrano i dati relativi sia alle superfici che alle produzioni. Produzione Mondiale di Pere – Media 2003/2005 FOCUS SULLA PERICOLTURA IN ITALIA A metà degli anni ‘90 la produzione nazionale aveva raggiunto 1.000.000 di tonnellate e la quota italiana sul totale della produzione europea (a 15 paesi) aveva superato il 40%. Recentemente le produzioni italiane si sono però aggirate intorno alle 850.000 tonnellate; solo nel 2006 si sono raggiunte le 970.000 tonnellate. E nel L’Abate Fetél domina incontrastata il panorama varietale della specie: nell’ultimo quinquennio la cultivar oscilla tra 250.000 e 300.000 tonnellate, con un’incidenza salita a circa il 33% del totale. Anche la William mantiene bene le sue posizioni, essendo ferma da quasi un decennio su circa 180.000 tonnellate (216.000 nel 2006). Appare invece in difficoltà la Conference, recentemente non più in grado di raggiungere le 140.000 tonnellate. In fase di abbandono si ritrovano poi la Decana del Comizio e la Passacrassana, scese rispettivamente a 50.000 e 8.000 tonnellate. Un discorso a parte merita la Kaiser che, dopo aver subito per un lungo periodo un processo di ridimensionamento degli impianti, appare oggi mantenere saldamente un livello produttivo intorno alle 60.000 tonnellate (56.000 nel 2006). Italia Pere - Produzioni per Nazioni 6 Copyright: CSO – www.csoservizi.com - © 2007 3. LA SITUAZIONE LUCANA Il pero nella Basilicata, non riveste un’importanza rilevante, infatti tra le due province occupa complessivamente 271 ha divisi tra il 58% PZ e 42% MT fig. 1 (dati 2008 I.S.T.A.T), dal punto di vista produttivo, la sua incidenza è del 1,05 % sulla produzione totale di prodotti frutticoli ecluso che ammonta a 9.927.280 qli (senza olio e vino), maggiore nella provincia di Potenza 0,9 % e minore in quella di Matera circa 0,3 % (dati 2008 I.S.T.A.T). Le principali varietà di pero coltivate in Basilicata fig. 3 sono Spadona estiva (94,58 ha), Coscia (89,40 ha), Abate Fetel (28,41 ha). Tutti questi dati ci fanno dedurre che il pero nel panorama frutticolo lucano riveste un’importanza inferiore, sia in termini di superficie che di produzione, alle altre specie predominanti in Basilicata, quali Drupacee e Olivo. Ciò è dovuto all’elevata adattabilità di quelle specie e cultivar a queste aree e ad una buona specializzazione delle tecniche colturali. La coltura di pero si è fortemente sviluppata dove le maggiori cultivar commerciali (Conference, Abate Fatel, William, ecc.) si sono adattate meglio, cioè Emiglia-Romagna, Veneto e non certo in Basilicata dove il maggior numero di varietà sono a maturazione estiva. Anche se ultimamente, stanno dando risultati produttivi interessanti le cv di recente introduzione (Carmen, Tosca, ecc). Da indagini effettuate sul territorio di Rotondella, Valsinni, e l’area del Basso Sinni, prima dell’avvento delle attuali colture frutticole, i contadini dell’area vendevano e avevano grandi scambi con compratori dell’area del napoletano per quanto riguarda gli ecotipi locali di Pero, che si trovavano in elevato numero nelle scarpate e nei terreni acclivi e poco coltivati e anche in quelli coltivati. Dalla storia si evince che già dal 1703, vi era la presenza di piante di pero nell’area dalla dote di Vicenza Zaccone (2) ,ma la cosa più ecclatante è che dall’inventario del Barone Giuseppe Paolo Donnapenna (3) risulta che vi erano tre mulini i quali lavoravano Castagne, Pere e Noci. 7 Fig.1 RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI DI PERO IN BASILICATA RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI DI PERO IN BASILICATA 42% MT PZ 58% Fonte: Istat 2008 Fig. 2 RIPARTIZIONE DELLA PRODUZIONE DI FRUTTA IN BASILICATA RIPARTIZIONE DELLE PRODUZIONI DI FRUTTA ( esclusi olio e vino) -Uva da tavola 4,852% -Limone 0,269% -Clementina 18,290% -Melo 1,687% -Pero 1,059% --Albicocca 6,841% --Ciliegio 0,135% --Pesco 8,483% --Nettarina 7,909% -Mandarino 0,124% --Susino 1,845% --Mandorle 0,049% --Nocciole 0,001% --Actinidia o kiwi 3,398% -Melo -Pero --Albicocca --Ciliegio --Pesco --Nettarina --Susino --Mandorle --Nocciole --Actinidia o kiwi -Arancio -Mandarino -Clementina -Limone -Uva da tavola -Arancio 45,058% Fonte: Istat 2008 8 Fig. 3 SUPERFICI DELLE VARIETA’ DI PERO IN BASILICATA SUPERFICI DELLE VARIETA' DI PERO IN BASILICATA 100,00 94,58 89,40 90,00 abate 80,00 conference 70,00 coscia curato SUPERFICIE (ha) 60,00 decana del comizio 50,00 etrusca passacrassana 40,00 30,00 precoce di fiorano 28,41 spadona estva 23,74 20,00 william 14,75 11,61 11,15 10,00 spadona di salerno altre pere estive 7,66 7,06 2,58 1,32 2,33 1,00 altre pere autunnali 0,00 VARIETA' Fonte: Istat 2008 4.CARATTERI BOTANICI DESCRIZIONE DELLA PIANTA (4) Portamento e rami: la forma è conica nei primi anni, che poi nella maturità hanno un aspetto globulare. Lasciato libero può raggiungere 15-18m d’altezza.La corteccia dei rami di un anno è bruna, cosparsa di lenticelle, mentre nei rami di più anni e nel tronco diventa rugosa. Foglie: presentano il picciolo lungo e sottile, sono glabre, ovali con margine crenato, di colore verde scuro nella pagina superiore e verde chiaro in quell’inferiore. Gemme: sono a legno o miste, la produzione può avvenire sulle lamburde, sui rami misti e sui brindilli. Ma la maggior parte delle cv fruttifica sulle lamburde. Infiorescenza a fiore: l'infiorescenza è un corimbo formato da 7-10 fiori, con il fiore centrale che schiude per ultimo. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco, con calice formato da 5 sepali persistenti, corolla caduca composta da 5 petali, stami in numeri di 15-30, con antere rossastre.Gli stili sono 5, filiformi e gli stimmi sono di colore giallastro. 9 Frutto: le forme possono essere varie schiacciate, piriforme, ecc. BIOLOGIA FIORALE E DI FRUTTIFICAZIONE a. il pero fiorisce prima del melo nella prima o seconda decade di aprile b. le cultivar di pero sono autoincompatibili, anche se la produzione di polline abbondante e germinabile, in quanto si manifesta la sterilità fattoriale, per cui il tubetto pollinico si arresta a 1/3 della lunghezza dello stilo e non riesce a fecondare l'ovulo.Si richiede l'utilizzo di cv impollinanti c. L' impollinazione è entomofila; si richiedono 8-10 arnie nel frutteto. Per garantire una buona impollinazione si deve: -scegliere cv impollinatrici dotate di attitudini fecondante di fioritura contemporanea alle cv da impollinare. -le piante impollinatrici, in misura del 10-15%, vanno messe a file singole d. La fecondazione è favorita da una temperatura di 15C°; il tubetto pollinico impiega 3-4 giorni per arrivare all'ovulo. 5. EVOLUZIONE VARIETALE ASSETTO VARIETALE Già dalla lista varietale del 2004, (5) si conoscevano molte varietà infatti (erano oltre 1.700 i genotipi conservati presso istituzioni pubbliche e private in Italia), il pero si caratterizza per una gamma varietale piuttosto ristretta. Le sei varietà più diffuse (Abate Fétel, William, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Coscia), che costituiscono quasi il 90% della produzione nazionale, sono state introdotte da almeno un secolo e in qualche caso (William e Kaiser), da almeno due. La settima varietà in ordine di importanza, Max Red Bartlett, è più recente, ma è comunque conosciuta da oltre mezzo secolo. La dinamica delle produzioni indica che poche varietà, Abate Fétel, William e Conference, hanno assunto sempre maggiore importanza; 20 anni fa queste tre varietà rappresentavano circa il 42% della produzione totale, poi hanno costantemente incrementato la loro importanza fino a raggiungere il 56% della produzione 10 anni fa e oltre il 66% nel 2004. Negli ultimi anni è in diminuzione Decana del Comizio, come tutte le restanti cultivar, ad eccezione di Coscia in ripresa. La tendenza alla diminuzione è particolarmente evidente per Kaiser, Passa Crassana e Dr. Guyot. L’attività del gruppo di lavoro Pomacee, nell’ambito del Progetto ministeriale “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi” 2008 , ha come scopo l’introduzione e la valutazione, accanto alle cultivar tradizionali, di nuove varietà licenziate dai vari programmi di breeding in corso presso i numerosi Centri di 10 ricerca in tutto il mondo. Attualmente, presso le otto Unità Operative interessate, sono in corso di valutazione 22 genotipi di pero (Tab. 2). Le osservazioni effettuate nel corso del 2006 hanno portato ad alcune modifiche della Lista delle varietà consigliate: in particolare sono state eliminate dal Progetto, in quanto giudicate negativamente da tutte le Unità operative, le cv Rosada® (nonostante mantenga in alcune realtà locali un certo interesse) e Cascade® Lombocad*. È invece stata introdotta nel listato delle consigliate la cv Boheme*, in quanto giudicata positivamente negli anni scorsi ed interessante perché tollerante il colpo di fuoco batterico e a maturazione precocissima. Dall’inizio del Progetto le cultivar valutate e poi eliminate in quanto insoddisfacenti per gli areali italiani ammontano a 25 (Tab. 2). La Tabella 3 riporta le principali cultivar impollinatici per le varietà consigliate. 11 6. IL GERMOPLASMA Oltre a degli studi e delle ricerche sul germoplasma, POMOLOGIA ITALIANA, dall’ideatore e realizzatore Claudio Soldavini ha sviluppato un software sul germoplasma che qui di seguito se ne spieghera l’ applicazione e l’utilizzo. Cosa intendiamo per germoplasma (8) Con il termine germoplasma si indica comunemente l’insieme di quelle varietà vegetali, e di quelle razze animali, che rischiano l’estinzione, perché soppiantate da altre che godono di maggiore favore da parte dell’uomo. Si tratta di varietà e razze legate a contesti geografici precisi e ad essi adattatesi. In questa prospettiva si vuole porre anche questo lavoro che vorrebbe rendere più accessibili i dati raccolti sulle specie da frutto italiane in via di estinzione, o che corrono il rischio di estinguersi a causa della loro diffusione locale. Alcune di esse negli ultimi anni sono state oggetto di un rinnovato interesse, soprattutto a livello di frutteti famigliari. Diversi vivaisti si sono quindi dedicati alle vecchie cultivar rendendole nuovamente disponibili sul mercato. Questo programma vorrebbe rivolgersi a tutti coloro che per diversi motivi desiderano avere a disposizione un quadro, il più ampio possibile, sulla situazione del germoplasma italiano. (7) IL GERMOPLASMA FRUTTICOLO ITALIANO FONTE DI CARATTERI PER IL MIGLIORAMENTO GENETICO MODERNO. In Italia presso le Università, gli Istituti del Mi.P.A.F. e del C.N.R. ci sono circa 12.000 accessioni(8), corrispondenti a circa 7.500 varietà di cui 3.000 di origine italiana. Il pero con 444 cultivar censite occupa il 3° posto come specie con il maggior numero di specie conservate. Una delle principali utilizzazioni delle risorse genetiche conservate presso le istituzioni di ricerca risulta essere proprio il miglioramento genetico (il 23% del totale delle utilizzazioni). Le principali caratteristiche che si sono evidenziate riguardano l’adattabilità alle condizioni pedoclimatiche e la tolleranza e resistenza ai diversi stress biotici (batteri, funghi, insetti) e abiotici (siccità, asfissia radicale, salinità, calcare). Invece frequentemente sono stati individuati caratteri qualitativi (sapore, consistenza della polpa, serbevolezza) o caratteri agronomici particolari (architettura della pianta, idoneità alla raccolta meccanica). Alcuni esempi significativi sono le cultivar di pero Spina Carpi, Martin Secco, Madernassa molto resistenti agli attacchi della Cacopsilla pyri. 12 CONSERVAZIONE E POTENZIALITÀ DEL GERMOPLASMA Per la propagazione di cultivar “migliorate” (10) , quasi sempre imparentate tra loro, si è utilizzato un ristretto segmento dell’ampia variabilità genetica della specie. E’ ragionevole pensare che le “ vecchie varietà di pero” siano portatrice di caratteri di spiccata resistenza e rusticità, giacchè selezionate molto prima della massiccia espansione dei prodotti chimici (soprattutto antiparassitari), che hanno contribuito nelle nuove cultivar a mascherare l’eventuale presenza di questi caratteri. Fortunatamente il germoplasma di pero esistente in Italia è ancora vasto e comprende oltre 800 tra cultivar ed ecotipi contraddistinti da una molteplicità di caratteristiche agro-bio-pomologiche diverse e peculari. Il compito di conservare e mantenere il patrimonio genetico in campi-catalogo compete alle istituzioni pubbliche, ma contribuisco a questo scopo anche aziende amatoriali private. Dopo diversi tentativi del Centro Nazionale Ricerche (CNR) di costituire a livello nazionale un centro per la conservazione del germoplasma frutticolo, finalmente il Ministero delle Politiche Agricole e Forestale (M.I.P.A.A.F.) è riuscito nell’intento. Nel parco Verde dell’Appia Antica in Roma il M I P A A F ha acquistato 30 ha di terreno per costituirvi il Centro Nazionale del Germoplasma Frutticolo Italiano, affidando la sua realizzazione al CRA – Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma. Allo stato attuale il Centro (inaugurato nell’ ottobre 2006) già ospita a dimora 5000 accessioni delle principali specie da frutto, di cui 770 di pero, con in programma di complementare la raccolta nei prossimi anni, raggiungendo il numero di 14.000 accessioni. In Belgio il gruppo del dr. M. Lateur (e i colleghi e partner europei che collaborano con lui) per costituire presso il Walloon Res.Center di Gembloux un’ampia collezione genetica, “in vitro”, abbinata ad un “database” (Intergrated Fruit Tree Genetic Resources & Biodiversity, iniziato nel 2004) per preservare il materiale genetico, raccogliere e offrire informazioni, dar vita ad un programma congiunto internazionale per la creazione di nuove varietà, volta a recuperare i geni utili preservati. Francia, Italia e Spagna, principalmente, sono molto interessate a collaborare a questa iniziativa, anche se l’Ue finora non ha potuto sostenerla finanziariamente ( Sansavini et al., 2007 ) rivista 2008. 13 La dislocazione dei campi di conservazione del germoplasma di pero in Italia è la seguente: CULTIVAR DI PERO CONSERVATE IN CAMPI CATALOGO PRESSO LE DIVERSE ISTITUZIONI LOCALI ISF FO CNR FI ISF RM DCA BO 250 244 242 DCA TO CNR SS DO CT 200 VB CN 168 DPV MI IF PC 146 150 ITAS PR 109 100 DAAPV PD VBE FI 78 64 ERSA UD 60 DPV VT 45 45 45 40 38 50 28 26 24 22 16 16 14 9 DBAA AN 7 5 DV RA AS TN 0 NA V BP DA CE ISF CZ DA CE FO PV CR A AP DC TN AS RA DV AN AA DB T VV DP UD SA ER I EF D P VB V AP DA R P S I TA PC IF I VM DP CN VB CT DO S S R CN O AT DC O AB DC RM ISF I F R CN FO ISF DCA PA CRPV FO CEDA CZ ISF CE DABPV NA ISF FO Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione Operativa di Forlì CNR FI Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree - CNR- Scandicci (FI) ISF RM Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Roma DCA BO Dipartimento di Colture Arboree - Università di Bologna DCA TO Dipartimento di Colture Arboree - Università di Torino Isituto per la Fisiologia della Maturazione e della Conservazione del Frutto delle Specie Arboree CNR SS Mediterranee - CNR Sassari DO CT Dipartimento di Ortofloroarboricoltura,Sezione Arboricoltura - Università di Catania VB CN Vivai Bassi - Cuneo DPV MI Dipartimento di Produzioni Vegetali - Università di Milano IF PC Istituto di Fruttiviticoltura - Università Cattolica del Sacro Cuore - Piacenza ITAS PR Istituto Tecnico Agrario Statale " Fabio Bocchialini " - Parma 14 DAAPV Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali - Università di Padova PD - Legnaro (PD) VBE FI Vivai Belfiore - Lastra a Signa - Firenze ERSA UD ERSA Servizio Sperimentale Agricolo - Pozzuolo del Friuli - Udine DPV VT Dipartimento di Produzioni Vegetali - Università della Tuscia - Viterbo DBAA AN Dipartimento di Biotecnologie Agrarie ed Ambientali - Università di Ancona DV RA Dalmonte Vivai - Brisighella (RA) AS TN Associazione Spadona - Ronzone (TN) DCA PA Dipartimento di Colture Arboree - Università di Palermo CRPV FO Centro Ricerche Produzioni Vegetali - Diegaro di Cesena - Forlì CEDA CZ Ce.D.A. - Cropani Marina - CZ ISF CE Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione Operativa di Caserta Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag. 63 Da come si evince dalla tabella gli enti che custodiscono la maggior parte delle cultivar sono concentrati tra la Toscana e l’Emiglia Romagna, invece gli enti del Sud (DBP NA, ISF CE, CEDA CZ,DCA PA) hanno poche cultivar conservate, questo naturalmente dipende da una maggiore esigenza che hanno le regioni e gli enti del centro nord dove, la coltura essendo importante hanno bisogno di un maggior numero di cultivar per effettuare miglioramento genetico, ma anche da una maggiore sensibilità, anche diffusa, verso la salvaguardia e conservazione delle varietà autoctone. Oltre a questo elenco pubblicato sul libro “IL PERO”, vi sono tanti altri istituzioni o enti non annoverati come la Scuola Malva-Arnaldi che in Piemonte custodisce tutto il germoplasma piemontese. LA CONSERVAZIONE DEL GERMOPLASMA DI PERO IN ITALIA (11) In Italia gli studi pomologici sul pero iniziano nel 1800 con Gallesio e la sua monumentale opera “Pomona Italiana” nella quale sono descritte 327 cultivar di pero. A partire dagli anni’50 il miglioramento genetico del pero viene portato avanti da Morettini i cui eccelenti risultati sono ancora apprezzati ai nostri 15 giorni. Nel 1957 Baldini e Scaramuzzi descrivono accuratamente 104 cultivar di pero presenti in Italia, mentre dieci anni dopo, Morettini e collaboratori ne descrivono 123 con ampia e precisa documentazione iconografica (Morettini et al., 1967). Nel 1964 Branzanti e Sansavini riferiscono sulla diffusione e importanza di 116 cultivar di pero, poi nel 1976 Bellini e Scaramuzzi rendono nota una indagine conoscitiva su 428 cultivar di pero ancora esistenti in Italia. L’abbandono delle “vecchie cultivar” semplicemente a causa delle limitate prospettive di guadagno, origina l’impoverivento di un patrimonio di preziose caratteristiche genetiche, delle quali potremmo avere urgente necessità in un prossimo futuro. Pertanto, la conservazione delle “varietà tradizionali” è un compito cui nè le istituzioni pubbliche, nè quelle private possono sottrarsi, perché in queste varietà sono relegate caratteristiche di resistenza (es. al freddo e alle malattie ) nonché di particolari pregi agro-pomologici e di conservabilità dei frutti che potrebbero essere utili nei futuri programmi di miglioramento genetico (Autori Vari, 2000). L’origine delle cultivar di pero è per oltre il 60% di origine italiana seguita poi dalla Francia (13%) Usa (9,6%) e paesi dell’EST (5,3%). I due sistemi di conservazione delle specie frutticole, ex situ ed in situ, sono entrambi indispensabili nel lavoro di salvaguardia e mantenimento delle risorse genetiche dei fruttiferi. Negli istituti di ricerca italiani e nei vivai privati, dislocati in tutta italia, sono in questo modo conservate migliaia di specie frutticole, che spesso rappresentano un’importante fonte genetica per la costituzione di nuove varietà migliorate. Iniziative pubbliche In Italia sono numerose le istituzioni che operano attraverso progetti di ricerca alla conservazione del patrimonio genetico delle principali specie frutticole, tra queste meritano di essere rammentate: 1. gli istituti di ricerca (IRSA) che partecipano alla conservazione delle risorse genetiche agrarie attraverso il Progetto finalizzato “Risorse Genetiche “ del MIPAF. Fa capo a questo importante progetto l’Istituto sperimentale per la Frutticoltura di roma (ISF) a cui è stato affidato il coordinamento; 2. i Dipartimenti di Ortoflorofrutticoltura e Coltivazioni Arboree delle università di Firenze e di Bologna che collaborano alla conservazione di numerose specie frutticole a rischio di estinzione attraverso il progetto nazionale PRIA (Progetto di ricerca sul Pero finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale e alla valorizzazione della qualità); 3. il Dipartimento di produzioni Vegetali di Viterbo insieme all’ISF, che coordina questo importante progetto, collaborano al progetto PRAL “individuazione, recupero e caratterizzazione del germoplasma frutticolo laziale”; 4. infine, non certo per ordine di importanza, diverse istituzioni del CNR che si occupano della raccolta e della conservazione in situ ed ex situ (banca del germoplasma) di risorse genetiche agrarie italiane e di tutta l’area mediterranea. 5. Iniziative private 16 Numerose sono pure le iniziative che a livello regionale tutelano le singole specie frutticole in particolari settori. I singoli operatori (orti botanici, parchi e musei privati), vivaisti e associazioni private svolgono un preziosissimo lavoro per la conservazione di antiche varietà attraverso io mantenimento di collezioni in vivo. Un’iniziativa molto interessante proviene dall’Associazione Pomona che mantiene una sessantina di varietà di diverse specie frutticole nel Parco del Ticino; inoltre i vivai Dalmonte (RA) e Bassi Vivai (CN) propongono soprattutto ad amatori, la vendita diretta di piante e astoni di vecchie cultivar di pero con il marchio “ Antico Pomario” . Vi sono molti altri vivai che si dedicano alle vecchie varietà. Si potrebbero citare: Il vecchio melo (28075 Grignasco (NO), Vivaio Bartolomeo Gottero - Collezioni Varietali Antiche, via Collegno, 51 – 10091 Alpignano (TO); Cascina Bozzola via Frassati n° 11 - Occhieppo Inferiore (BI) . Leggi nazionali e regionali Il nostro Ministero per le Politiche Agricole ha recepito questo fondamentale impegno comunitario emanando il Decreto Legislativo n. 143 del 1997 che definisce il Programma Nazionale “Biodiversità e Risorse Genetiche”, coordinato e finanziato dallo stesso MIPAF, che prevede la salvaguardia e la conservazione delle specie biologiche, anche attraverso la valorizzazione di prodotti locali a rischio di estinzione. Grazie a questo sostegno, in alcune Regioni sono state emanate leggi volte alla salvaguardia e alla tutela rurale delle varietà locali non più reperibili sul mercato. (Tab. 1) Questa legislazione, mirata alla tutela e alla conservazione del germoplasma a rischio di erosione genetica, ha favorito la salvaguardia integrale di vaste aree (boschi e parchi, aree naturali protette), nonché la nascita di aziende biologiche dove le antiche varietà, anche di frutta, vengono coltivate da esperti agricoltori. Questo tipo di conservazione desta oggi particolari interessi per il mantenimento delle tradizioni e dei saperi delle popolazioni di zone agricole marginali. Lo sviluppo di queste strategie comporta il mantenimento di forme di agricoltura sostenibile e la possibilità di integrare il reddito aziendale attraverso attività complementari quali la valorizzazione di prodotti tipici. 17 Regione N° Data Titolo Abruzzo 35 09-04-97 Tutela della biodiversità vegetale e la gestione dei giardini ed orti botanici. Toscana 50 16-07-97 Tutela delle risorse genetiche autoctone. Molise 9 23-02-99 Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona ed incentivi alla coltivazione delle piante del sottobosco e officinali. Veneto 5 28-01-00 Art. 39 Interventi per la tutela e la conservazione delle antiche varietà cerealicole venete. Lazio 15 01-03-00 Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Friuli-Venezia 21 20-11-00 Disciplina per il contrassegno dei prodotti agricoli del Friuli-Venezia Giulia Giulia non modificati geneticamente, per la promozione dei prodotti agroalimentari tradizionali e per la realizzazione delle Strade del vino. Bolzano 1 22-01-00 Contrassegnazione dei prodotti geneticamente non modificati. Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag.65 Un altro progetto è stato la compilazione di inventario che ha lo scopo di documentare la situazione attuale delle cultivar di pero esistenti presso alcune istituzioni pubbliche e private, cercando di valutare obiettivamente le situazioni di rischi per alcune cultivar e richiamare le iniziative di tutela e gli interventi necessari per la salvaguardia del patrimonio conservativo del pero nel nostro Paese. Le informazioni raccolte sono state gentilmente fornite dalle istituzioni pubbliche e da alcuni vivaisti e associazioni private che partecipano a progetti di conservazione del germoplasma in atto in Italia hanno permesso di elaborare un’elenco delle varietà di pero tutt’oggi conservate in vivo in campi catalogo; per ciascuna cultivar sono state riportate notizie circa il paese di origine o di diffusione in Italia (vedi grafico n° 62 ), l’istituzione che ne garantisce la conservazione ed alcune peculiarità agronomiche ed organolettiche che potrebbero essere riutilizzate per un’eventuale riproposizione mercantile. L’elenco di questo materiale (complessivamente 80 18 accessioni) e le relative informazioni possono essere richiesti al Dipartimento di Ortoflofrutticoltura dell’Università di Firenze. In realtà rappresentano solo una buona parte del vasto germoplasma di pero; ancora molto c’è da fare! L’inventario delle antiche varietà coltivate per singole regioni dovrebbe prevedere analisi eseguite in modo capillare, soprattutto nelle zone marginali, nelle valli alpine ed appenniniche, con particolare attenzione ai pomari familiari di vecchie ville patrizie e casolari, vecchi chiostri di convento, orti botanici, aziende agricole a conduzione familiare dove, siamo certi, si scoprirebbe una vasta biodiversità per i programmi di miglioramento genetico e per la tutela del germoplasma frutticolo italiano. Infatti il programma di recupero di germoplasma serve a dare solo un piccolo contributi all’ampia disponibilità . Potenzialità offerte dal germoplasma ancora esistente Il germoplasma di pero comprende cultivar ed ecotipi contraddistinti da molteplicità di caratteristiche agro-bio-pomologiche diverse e peculiari, in grado di rispondere alle differenti esigenze dei produttori e dei consumatori (Bellini, 1978; Scaramuzzi, 1988; Damigella e Alberghina, 1991; Ponchia, 1992; Roveri e Ughini, 1992; Ponchia et al., 1993; Agabbio,1994 e 1998; Melegari, 2001; sartorie et al., 2001). Le potenzialità offerte dalle numerose antiche cultivar di pero, utilizzabili nei programmi di miglioramento genetico, consentono di suddividere il germoplasma in tre gruppi fondamentali: • cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore • cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore • cultivar tolleranti o resistenti alle avversità Cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore Da alcuni anni il consumatore è molto attento non solo all’aspetto esteriore, ma soprattutto alla qualità del frutto, alle sue caratteristiche organolettiche e nutrizionali e alla sua genuinità e salubrità. Poiché molte vecchie cultivar di pero sono caratterizzate da ottime qualità dei frutti accompagnata da buon sapore e aroma e profumato della polpa, esse risultano interessanti per una riproposizione mercantile a livello locale e per le aziende a conduzione biologiche. Vi sono ad esempio delle ottime pere da cuocere e adatte alla trasformazione che per le loro qualità organolettiche vengono riproposte in mercati di nicchia, in quanto apprezzate da clienti amatoriali affezionati. Cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore Il produttore richiede invece cultivar contraddistinte da un’elevata produttività della pianta, una grossa pezzatura dei frutti ed un’elevata resistenza alle manipolazioni ed al trasporto, caratteristiche che consentono di abbassare i costi di esercizio e rendere i frutti più competitivi sul mercato. Altra importante caratteristica agronomica riguarda l’epoca di maturazione. Il vasto germoplasma di pero consente di 19 coprire un’ampio periodo di maturazione che và da giugno (pere precocissime) fino a dicembre (pere tardive o invernali). Cultivar tolleranti o resistenti alle avversità Alcune antiche varietà di pero sono caratterizzate da elevata rusticità e capacità di resistere alle malattie biotiche (Tab. 2) senza l’impiego di formulati chimici. Pertanto rappresentano una fonte di materiale genetico estremamente utile nei programmi di “ breeding”, dove vengono utilizzati come genitori potenziali per trasferire tali caratteristiche alle cultivar commerciali, spesso suscettibili alle malattie e povere di sapore. I risultati più significativi nell’ambito della resistenza alle malattie biotiche, riguardano essenzialmente l’ottenimento di nuove cultivar e selezioni resistenti a tre temibili malattie: colpo di fuoco batterico, psilla e ticchiolatura (Tab. 3). Prendendo in esame l’origine genetica delle nuove cultivar, è possibile osservare come spesso nell’incrocio siano stati prescelti uno o ambedue i genitori resistenti a uno specifico parassita, rappresentati da vecchie cultivar di pero europeo, a dimostrazione che il germoplasma di pero viene ancora oggi utilizzato nei programmi d’incrocio e pertanto deve essere conservato e tutelato in modo adeguato. Tab. 2. Cultivar di pero tolleranti o resistenti alle principali fitopatie, alle manipolazioni, al trasposto e all’ammezzimento NOME FITOPATIA O RESISTENZA NOME CULTIVAR Cancro batterico( Pseudomonas spp. ) Butirra d’ Anjou, Butirra Hardy, Decana del Comizio, El Dorado, Forelle,Winter Nelis Ticchiolatura ( Venturia pyrina ) Baretta, Conference, Decana del Comizio, Dr. J. Guyot, Favorita di Clapp, Kaiser, Kieffer, Lombardo Bianco, Madernassa, Martin Bertun, Martin del Bosu, Martin della Sala, Martin Saluzzo, Martin Sec, Moru, Prusette, Tomin, Supertino, William. 20 Colpo di fuoco batterico ( Erwinia amylovora ) Atlantic Queen, Buona Luisa d’ Avranches, Dawn, Duchessa d’ Angouleme,El Dorado, Elliot, Farmingdale, Garber, Giant Seckel, Harrow Delight, Harrow Sweet, Harvest, Queen, Honeysweet, Hood, Kieffer, Le Conte, Lee, Mac, Magness, Maxime, Mericourt, Monterey, Moonglow, Morgan, Old Home, Orient, Pierre Corneille, Potomac, Professor Molon, Redspire, Seckel, Star, Starking, Summercrisp, Tyson, Waite, Winter Nelis. Psilla ( Cacopsilla pyri) Batjarka, Beurrè d’ Hardenpont, Butirra Hardy, Honeysweet, Kajzerka, Karaminlika, Katman, Krupan Burnusus, Lucele, Mednik, Moonglow, Napoca, Obican Vodenac, Sierra, Spadona, Spina carpi, Topka, Zelinka. Carpocapsa ( Lasperyresia pomonella ) Butirra d’ Anjou, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Passa Crassana. Oidio ( Podosphaera leucotricha ) Decana del Comizio, Winter Nelis. Entomosporiosi ( Fabraea maculata ) Buona Luisa d’ Avranches, Butirra Diel, Decana del Comizio, Duchessa d’ Angouleme, Favorita di Clapp, Minister Dr. Lucius, William. Litiasi infettiva ( Virus PSPV ) William. Giallume delle nervature ( Virus PVYV ) Butirra d’ Anjou, Kaiser, William, Winter Nelis. Resistenza a patogeni diversi ( cv rustiche) Angelica, Bella di Giugno, Briaca, Brutta e Buona, Giugnola, Lardaia, Scipiona, Tarda. Resistenza alle manipolazioni e al trasporto Moru, Passacrassana, Rosato, S.Giovanello, S. Nicola, Virdifatto. Resistenza all’ammezzimento Porporata, Principessa di Gonzaga, Ucciardona, Zuccherina,William. Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag. 65 Tab. 3 Principali caratteristiche di cultiuvar di pero resistenti a tre diffuse malattie biotiche 21 Cultivar Paese di Anno Origine Epoca di Osservazioni origine di genetica maturazio diffusi ne one Potomac USA 1993 Moonglow x + 15 Albero Butirra vigoria e produttività; d’ Anjou di frutti di media media pezzatura e discreta qualità Elliot USA 1988 Elliot n° 4 x + 20 Albero di vigoria Vermont media; produttività e pezzatura dei frutti elevati; buona la qualità Blake’s USA 1998 pride US 446 x + 21< Albero di media US 505 vigoria, produttività medio-elevata frutto giallo polpa con succosa e aromatica, conservazione 3 mesi. Resistenti al colpo di fuoco batterico Gourmet USA 1988 South + 25 Albero di vigoria Dakota F15 elevata, poco affine al x Ewart cotogno; produttività e pezzatura buone media, qualità gustative.. Harrow Gold Canada 1999 Harvest Queen - 10 x Frutto giallo di buona pezzatura Harrow succosa Delight sapore polpa e ottimo 22 Harrow Canada 1999 Crisp William x +7 Albero di taglia US-56112- media, assurgente, 146 frutto di pezzatura grossa a polpa bianco-crema, croccante con sapore delicatamente dolce. Harrow Canada 1996 Sweet William x + 25 Albero di ( Old Home vigoria, affine x cotogno; produttività Early Sweet) elevate frutto media al e costante; di pezzatura media, polpa dolce e succosa di ottimo di vigore sapore Isolda Germania 1998 D.J. Guyot x 0 Albero Colorèe medio-scarso, precoce de Juillet nella messa a frutto; poco suscettibile al colpo di fuoco; frutti di buona qualità organolettica. Tristan Germania 1998 Colorèe Juillet de 0 x Albero di medio-scarso, Tongern ben colorati, vigore frutti con ottime caratteristiche Resistenti alla ticchiolatura organolettiche. Manon Germania 1998 Non nota + 36 Albero di vigore medio, resistente al colpo di fuoco; frutti di grossa pezzatura ed elevate caratteristiche organolettiche 23 Hortensia Germania 1998 Forelle x + 46 Precoce messa Favorita di frutto, produttività Clapp elevata e a costante; frutti a buccia rossa, con polpa succosa e aromatica. Eckhard Germania 1998 Forelle x + 52 Precoce Favorita di frutto, Clapp messa a molto produttiva, frutti di grossa pezzatura, di buon sapore ed ottima conservabilità Uta Germania 1998 Madame Vertè + 60 x Albero di vigore medio-scarso, con Imperatore produttività elevata e Alessandro costante, poco suscettibile al colpo di fuoco; frutti di grossa pezzatura e buona conservabilità David Germania 1998 D.J. Guyot x + 66 Albero Vereinsdech medio-scarso, precoce ant nella messa a frutto; frutti di di vigore ottima conservabilità, adatti al trasporto Haydea Romania 1993 Butirra Hardy Butirra Six + 25 x Resistente al colpo di fuoco, albero molto produttivo affine al cotogno, frutte grossi di buona qualità. 24 Getica Monica Romania Romania 1994 1994 Napoca x -5 Tollerante il colpo di Butirra fuoco; Precoce interessante Morettini pezzatura. Santa Maria + 25 Tollerante il colpo di x Principe di fuoco; Gonzaga medio vigore, frutto frutto per la albero di di grossa pezzatura, si conserva per 3 mesi Euras Krasavitsa Romania Russia 1994 1996 Chernenko (P.serotina x + 35 Tollerante il colpo di O. de serres) fuoco; frutto di media x Decana d’ pezzatua, si conserva Inverno per 6 mesi. Doch’ + 45 Altamente resistente Blankovoi x alla ticchiolatura, con Beurrè frutti di buona qualità d’ Hardenpont ed elevata pezzatura; buona la produttività Resistenti alla psilla Hongxiang Cina 1996 su Korla’s Xiangli x Eli + 20 Molto resistente alla ticchiolatura, con frutti a buccia rossa di grande pezzatura, di buona qualità e conservabilità Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag. 67 7. MIGLIORAMENTO GENETICO Nessuna specie frutticola ha un’assetto varietale cosi stabile come il pero ( Pyrus Communis ) (6). Il grande lavoro selettivo svolto in Europa nei secoli scorsi ci ha lasciato in eredità decine, centinaia di varietà cui si sono aggiunte, negli ultimi decenni, nuove cultivar prodotte in centri di ricerca europei, americani, sudamericani e sudafricani. Le varietà oggi coltivate con un qualche peso, in Europa, rimangono però poche. Infatti solo otto varietà (compresi i loro mutanti) determinano circa l’ 80% della produzione europea (Conference supera il 30%, William e i suoi mutanti rossi il 14%, Abate Fètel circa il 13%, Blanquilla/Spadona il 5,4%, Dr. J. Guyot 4,2%, Coscia/Ercolini e Decana del Comizio 4% e 5% 25 rispettivamente). Anche le aree produttive sono molto circoscritte; poco più di un quarto della superficie pero (con oltre il 35% della superficie europea) è in Italia, seguita da Spagna (col 20%) il 10% o meno in Belgio, Francia, Olanda e meno del 7% in Portogallo (dove la pericoltura è rappresentata dalla sola cv Rocha). Dunque, il pero è preponderante nei Paesi centro meridionali europei con limitate ramificazioni al Sud e al Nord. Questo perché, anche verso le latitudini settentrionali, le risposte sono molto più selettive del melo. Apprezzabile peraltro è la presenza della coltura nel Regno Unito. Pur nella sua grande variabilità di forma ed habitus, la plasticità del menome del pero, dunque è inferiore a quella del melo, soprattutto per ragioni climatiche: non sopporta, infatti, minime invernali troppo basse (che il melo supera agevolmente) e nemmeno temperature estive troppo alte, che inducono squilibri alla maturazione e possibili fisiopatie del frutto. Anche il cotogno, la specie più utilizzata come portinnesto in Europa (non altrettanto nelle altre aree pericole), teme, ancor più del pero. Sia il freddo invernale, sia che l’eccessivo riscaldamento estivo dell’atmosfera, tanto da indurre squilibri morfofisiologici, accrescendone, in primo luogo la disaffinità d’ innesto, almeno in qualche varietà. Alcune varietà (es. William) mal si adattano, ad esempio, alle regioni meridionali italiane ed altre peraltro fanno altrettanto al Nord (es. Coscia). Ciò premesso, è evidente che il miglioramento genetico può colmare questi deficit di adattamento climatico solo se si aumenta la variabilità genetica dei caratteri, al fine di guadagnare nuove aree di coltivazione. Stupisce anche il fatto che il consumo di pere, in Europa, sia di gran lunga inferiore a quello delle mele, non certo perché i frutti delle varietà più note non siano gradevoli e buoni anche per la salute, ma per una serie di motivi tecnico organizzativi, di conservazione e post-maturazione che ne pregiudicano il consumo. In particolare, è molto difficile offrire al consumatore frutti ben maturi, al top della qualità, e ciò ne può ridurre l’acquisto e l’affezzione continuativa al consumo. Qualche operatore commerciale per ovviare a ciò ha cominciato a mettere in ogni confezione le istruzioni su come gestire le pere sul piano domestico, prima in frigo, poi fuori, per portarle al giusto grado di maturazione, come si fa in California. I PROGRAMMI DI BREEDING In Europa sono almeno una quindicina i programmi di breeding pubblici (più raramente privati) notti ed operativi da molti anni e ai quali facciamo riferimento in questa breve descrizione di nuove varietà licenziate. E’ grazie alle nuove conoscenze di biologia molecolare che i programmi di M.G. possono essere migliorati sia nell’impostazione degli incroci (la scelta dei genitori può tener conto dell’ereditarietà dei caratteri, specie di quelli poliallelici), sia negli obiettivi (più mirati), sia nei protocolli di selezione (accelerandone il processo attraverso la selezione molecolare assistita – MSA) e soprattutto nel percorso di valutazione delle piante e del frutto. Nel campo della selezione per le resistenze, recenti ricerche di genomica hanno fatto luce sul meccanismo di reazione ospite-patogeno e all’azione di resistenza a Erwinia amylovora ed a Venturia pyrina da parte degli organi colpiti (foglie e frutti). Conseguentemente, disponiamo della possibilità di individuare i marcatori, cosiddetti QTL, di caratteri poligenici come sono quelli per la 26 resistenza a “ fire blinght” e altre malattie. La selezione assistita (MSA) si applica al 1°-2° anno di crescita dei semenzali. Inoltre è stato studiato il locus S (sterilità gametofita) ed il modo di segregazione dei suoi numerosi alleli. Sono anche state determinate – su base molecolare- le coppie di genitori interfertili e soprattutto quelle intersterili in quanto dotate degli stessi alleli come es. Abate Fètel e Decana del Comizio. Ricerche di biologia su pero europeo e pero giapponese (nashi) hanno recentemente elucidato il meccanismo dell’autocompatibilità: è emerso il ruolo dell’enzima R-Nasi, stilare, nel riconoscimento e, quindi, nel rigetto pollinico e quello di un altro enzima, la TGasi, quale determinante pollinico nel coinvolgimento del dominio degli “Fbox” le cui proteine rendono complesso e compartecipato il fenomeno della crescita o, all’opposto, il blocco del tubetto pollinico. Si dovrebbe cosi comprendere perché in pratica le incompatibilità, al pari della compatibilità, non sempre sono definite in modo netto. Altri fattori, proteici, espressi solo in certe condizioni, rafforzano o riducono il peso dei singoli alleli e, quindi, il grado di infertilità varietale. I paesi che da decenni lavorano intorno a programmi di miglioramento genetico sul pero sono Francia (Angers), Italia (Firenze, Bologna, Roma-Forli), Germania (Dresda-Pillnitz), Gran Bretagna (East Malling), Belgio (Gembloux), Olanda (Wageningen), Romania (Pitesti-Maracineni, Voinesti e Cluj) e altri ancora (Bellini et all., 2000). In tabella 2 sono riassunti i principali obiettivi del breeding europeo, mentre nella tabella 3 sono indicate le linee di incroci e gli obiettivi perseguiti negli ultimi venti anni all’Università di Bologna (Musacchi et all., 2006) di cui compaiono anche i principali genitori utilizzati. Nel mondo le varietà licenziate negli ultimi quindici anni sono 201 di pero europeo ( P. communis ), di cui 83 dotate di una o più resistenze ad avversità, e 103 di nashi ( P. serotina o pyrifolia ) giapponese o ibridi dello stesso e di altre specie orientali, di cui una quindicina di recente diffusione. La loro promettente introduzione in Europa quindici-venti anni fa, però, non ha prodotto in genere risultati soddisfacenti. Così come una diffusione molto circoscritta e limitata hanno le pere europee nei Paesi asiatici. E’ impressionante constatare come, ufficialmente, attraverso la letteratura, siano una trentina i Paesi che hanno concorso a diffondere varietà dell’una o dell’altra specie o qualche raro ibrido. Più di tutti si sono distinti Cina e Russia e con un certo distacco Germania, USA, Giappone, Corea del Sud, Australia, Francia e Italia vengono dopo questi con dieci-quindici varietà ciascuna (Fig. 2). Come è ben noto, il processo selettivo dei semenzali di pero è piuttosto lungo, causa la giovinilità e la lentezza della messa a frutto della specie e il tempo necessario per la valutazione preliminare del grado di affinità con i vari portinnesti, specialmente di quelli clonali (vedi cotogni). Pertanto, tutte le nuove varietà licenziate hanno ridotte possibilità di affermazione. Quasi mai o di rado sono capaci di incidere sulla realtà della pericoltura. Fortunatamente in questi ultimi anni il riassetto varietale è di nuovo un’opzione praticabile, al cospetto di una maggiore offerta varietale (Sansavini et al., 2000; Castagnoli et al., 2007). Dunque, le novità hanno qualche possibilità in più di farsi largo rispetto al passato. Tuttavia, nonostante i sistemi di diffusione in esclusiva (grazie alla legge sulla tutela della proprietà intellettuale applicata ormai in tutti i Paesi europei) e pertanto la possibilità di creare sistemi di protezione dell’intera filiera (l’esempio di 27 Angelys® è tuttora il più efficace) (Sansavini e Lugli, 2007), molte novità stentano, in primo luogo, ad entrare nei cataloghi vivaisti per costruire i nuovi impianti. Oggi giorno si ritiene che non meno del 9095% delle scelte siano ogni anno orientate sulle vecchie varietà (che hanno un’età media di 100 a 250 anni!) ben note e apprezzate dai consumatori. I coltivatori sono quindi restii a cambiare varietà, anche perché ognuna di queste ha proprie esigenze di coltivazione che si conoscono solo attraverso l’esperienza. Le scelte, perciò, cadono in genere su varietà di cui si conosce bene anche la tecnica di coltivazione, di potatura e difesa, la frigoconservazione dei frutti, la post-maturazione e il packaging. Sono pertanto le già citate poche pere di sicura qualità, con caratteristiche differenziali ben visibili e/o apprezzabili, che il pubblico dei consumatori preferisce. Nel breve esame del nuovo panorama varietale conviene tuttavia considerare anzitutto il calendario di maturazione perché i due mesi principali della raccolta (agosto/settembre) sono già saldamente caratterizzati da William, Conference, Abate Fètel, Decana del Comizio, Kaiser (Beurrè Bosc), mentre nel periodo precoce (da metà giugno a tutto luglio) e tardive (con raccolta dopo metà settembre- fino a tutto ottobre e a consumo invernale) ci sarebbero spazi virtuali copribili da nuove varietà, di cui tutti siamo alla ricerca, ma che o si fatica ad individuare o non sono ancora disponibli. In tabella 4 sono elencati i principali programmi di miglioramento genetico pubblici e privati europei con le rispettive varietà licenziate e di maggiore interesse. Alcune di queste varietà sono tuttora in corso di valutazione in Italia nell’ambito del progetto ministeriale “Liste di orientamento varietale in frutticoltura” e le principali caratteristiche pomologiche sono raggruppate in tabella 5. 28 SECONDA PARTE 8. RECUPERO DI GERMOPLASMA AUTOCTONO DI PERO IN BASILICATA Il progetto che ha avuto l’obiettivo di recuperare germoplasma(12) per valutarne le caratteristiche pomologiche è stato finanziato da parte delle Comunità Montana Basso Sinni. L’Azienda Pantanello dell’Alsia oltre a curare il coordinamento ha effettuato i rilievi fenologici e pomologici degli ecotipi recuperati. Gli obiettivi del progetto sono stati: 1. - recupero di materiale genetico autoctono, per evitare che andasse perduto; 2. - valutazione delle caratteristiche fenologiche, agronomiche e pomologiche; 3. - conservazione in campi di germoplasma; 4. - verifica dello stato fitosanitarie; 5. - creazione di modelli organizzativi per la valorizzazione commerciale. Il progetto è stato effettuato in collaborazione con l’Ufficio Fitosanitario, che ha curato il rispetto delle normative vigenti in merito alla produzione di materiale viviastico, la Metapontum Agrobios, che ha effettuato le analisi virologiche come previsto dalla legislazione e il Covil (Consorzio vivaisti lucani), che ha propagato e posto in conservazione il materiale 9. MATERIALI E METODI ( 1A PARTE) Nel corso degli anni gli agricoltori delle aree collinari interne hanno continuato la coltivazione di sparute piante di peri locali che si distinguevano per particolari caratteristiche pomologiche e produttive. Per alcuni di questi si poneva il problema della perdita, in quanto non più coltivati, pertanto si rendeva necessario il recupero, oltre alla valutazione fenologica, pomologica e produttiva, l’analisi dello stato fitosanitario, e la conservazione in strutture vivaistiche per rendere disponibile materiale per la propagazione secondo quanto previsto dalle normative fitosanitarie. Il lavoro ha seguito lo schema seguente: Individuazione della pianta capostipite. In pieno campo è stata individuata la pianta capostipite da cui prelevare il materiale per la costituzione delle fonti primarie, questa viene, per alcuni anni, sottoposta a controlli allo scopo di valutare gli aspetti pomologici e fitosanitari. Costituzione delle fonti primarie. Dopo avere prelevato il materiale di propagazione (marze o gemme) dalla pianta capostipite vengono costituite in vivaio le fonti primarie. Il materiale viene innestato su portinnesti molto affini allo scopo di 29 ottenere piante vigorose, longeve e che siano in grado di produrre frutti e materiale di propagazione di ottima qualità. Prima di essere poste in collezione le piante in vivaio vengono nuovamente controllate dal punto di vista fitosanitario. Costituzione e gestione di campi per la conservazione delle fonti primarie. Le fonti primarie dal vivaio vengono successivamente poste in speciali strutture (screen-house) ed allevate fuori terra in mastelli. Le condizioni di isolamento della screen-house vengono ottenute con un rivestimento di rete antiafidica (16/10), con un vestibolo a doppia apertura e con un telo pacciamante che ricopre il terreno. Queste condizioni impediscono infestazioni e contaminazioni da organismi nocivi che possono compromettere la sanità delle piante e quindi del materiale di propagazione. Alle fonti primarie vengono continuamente assicurati tutti quegli interventi agronomici (potatura, irrigazione, fertirrigazione, difesa dai parassiti) necessari per favorire un regolare sviluppo delle piante. Le fonti primarie vengono periodicamente sottoposte a controlli fitosanitari e di corrispondenza varietale. Valutazioni degli ecotipi recuperati Per ogni ecotipi sono state effettuate delle valutazioni fenologiche, produttive e pomologiche per individuare i migliori ecotipi che possano avere un interesse commerciale, pertanto suscettibili di programmi di diffusione. Schema riassuntivo del programma di lavoro: Fonte primaria 30 9. MATERIALI E METODI ( 2A PARTE) SCELTA DI ECOTIPI MIGLIORI I criteri con cui si è proceduto alla sceltà di 3 ecotipi su 12 sono stati: - segnalazione da parte di persone anziane presenti da tanto tempo sul territorio - individuazione di ecotipi che manifestavano caratteristiche richieste dal mercato - ecotipi che manifestano tolleranza ad alcune fitopatologie Tra i descrittori sono stati utilizzati quelli di Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) inviatimi da Pomologia Italiana, e poi il Pear Descriptors I.P.G.R.I (International Plant Genetic Resources Institute), che dal 1 Dicembre 2006 cambia denominazione e si chiama INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain) ed è stato integrato con quello di Agroscope. Le caratteristiche analizzate per la descrizione sono : 1. EPOCA DI FIORITURA 2. FIORI MEDI PER CORIMBO 3. % MEDIA DI ALLEGAGIONE 4. PESO MEDIO DEI FRUTTI 5. DIAMETRO MEDIO DEI FRUTTI 6. LUNGHEZZA MEDIA DEI FRUTTI 7. PEZZATURA 8. RAPPORTO LUNGHEZZA/DIAMETRO 9. FORMA DEL FRUTTO 10. EPOCA DI MATURAZIONE 11. SPESSORE BUCCIA 12. COLORE DI FONDO 13. ENTITA’ DEL SOVRACCOLORE 14. LUNGHEZZA E SPESSORE PEDUNCOLO 15. COLORE POLPA 16. DUREZZA 17. GRADO ZUCCHERINO (BRIX°) 18. PH 19. ACIDITA’ TOTALE 20. SUCCOSITA’ 21. TESSITURA 22. ASTRINGENZA 31 23. SAPORE 24. RAPPORTO ZUCCHERI/ACIDI 25. UTILIZZO DEI FRUTTI 26. SENSIBILITA’ MALATTIE 1. Epoca di fioritura L’epoca di fioritura si usato il metodo Codice Descrittore Cv di rif. Per il pero 1 Estremamente precoce P.Serrulata 3 Precoce Passa Crassana, precoce di Trèvoux, Buona Luisa d’ Avranches 5 Intermedia Conference, William’s 7 Tardiva Trionphe de Vienne 2. Fiori medi per corimbo Sono stati contati e cartellinati 20 campioni di corimbi da parte diverse della chioma, seguendo un andamento circolare. 3. % Media di allegagione Sono stati contati il numeri dei frutticini per ogni corimbo presegnalato, dopo 5 giorni dalla sfioritura. 4. Peso medio frutti Tenendo presente che il frutto e costituito dalle parti riportate nella fig. 1 si è proceduto alle successive misurazioni sul frutto.Per pesare i frutti si è utilizzato il metodo di Pomologia Italiana, con una bilancia elettronica, affettuando una misurazione di ogni singolo frutto, con una successiva numerazione 32 Fig.1 Componenti del frutto. 5. Diametro medio frutto Utilizzando il metodo di Pomologia Italiana, con un calibro manuale si è proceduto alla misurazione 6. Lunghezza media del frutto Nell’ immagine che segue viene spiegato il metodo utilizzato per la misurazione. 33 . Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto 7. Pezzatura del frutto Codice Descrittore Cv di rif. Per il pero 1 Estremamente piccolo P.calleryana 2 Molto piccolo 3 Piccolo Moscatellina 4 Piccolo/intermedio Tyson, Butirra Giffard 34 5 Intermedio “ Malling “ Beth, Clapp’s Favorite 6 Intermedio/grosso Conference, Anjou, William’s 7 Grosso Passa Crassana, Aurora, Marton Pride 8 Molto grosso 8. Rapporto lunghezza/diametro frutto Per classificare in base al rapporto della lunghezza con il diametro del frutto si è tenuto conto della tabella di seguito riportata: 35 Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto Lunghezza Pere: posizione del diametro massimo relativa (rapporto 1=in mezzo 2= verso il calice 1= in mezzo 2= verso il calic 1= in mezzo 2= verso il calice lunghezza: diametro) 1= molto corta (< 1.1 ) 2= corta (1.1-1.25 ) 3= media ( 1.26 – 1.50 ) 4= lunga ( 1.51- 1.80 ) 5= molto lunga ( > 1.80 ) 9. Forma del frutto ( da Chasset ) Codice Descrittore 1 Sferoidale 2 Turbinato breve 3 Doliforme breve 4 Cidiniforme breve Cv di rif. Per il pero 36 5 Maliforme Rosada, Verna, Passa Crassana, Dec. D’Inverno, Citron de Carmes 6 Turbinato appiattito 7 Doliforme 8 Ovoidale 9 Turbinato Decana del Comizio, Butirra duron de au, Eletta Morettini 10 Turbinato troncato 11 Piriforme Spadona, Dr. Guyot, Bella di giugno Alexander Duillar 12 Piriforme troncato 13 Cidiniforme Max Red Bartlett, Moltke, William, Callebasse tierlemont 14 Piriforme allungato 15 Calebassiforme 16 Oblungo Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain ) 10. Epoca di maturazione Codice Descrittore Cv di rif. Per il pero 1 Estremamente precoce Kruidenier 2 Estremamente precoce/ precoce Butirra Giffard 3 Precoce Clapp’s Favorite 4 Precoce/Intermedia Precoce di Trèvoux, William’s 5 Intermedia Butirra Hardy 6 Intermedia/ tardiva Conference 7 Tardiva Decana del Comizio 8 Tardiva/ estremamente tardiva Contesse de Paris 9 Estremamente tardiva Passa Crassana Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain ) 37 11. Spessore buccia Per misurare lo spessore della buccia abbiamo utilizzato il metodo descritto da Pomologia Italiana. 12. Colore di fondo della buccia Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto 13. Sopraccolore della buccia Codice Descrittore Cv di rif. Per il pero 1 Per lo più assente Moonglow 3 Rosa William’s 5 Rosso acceso Red Clapp’s Favorite, Devoe 7 Rosso scuro Max Red Bartlett Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain ) 14. Lunghezza e spessore peduncolo Si è proceduti secondo le modalità scritte qui sotto: Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto 38 15. Colore polpa Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto 16. Durezza/consistenza Per valutare la durezza della polpa si utilizza un penetrometro con puntale da 11 mm. Questo strumento permette di misurare la resistenza opposta alla penetrazione di un cilindro di diametro standard da parte 2 della polpa del frutto. Questa forza viene espressa in Kg/cm . Se non abbiamo a nostra disposizione uno strumento come questo possiamo cercare di valutare in modo empirico la compattezza della polpa spezzando in due con le mani un frutto. Quando facciamo pressione con le dita se la polpa si schiaccia facilmente significa che è tenera (possiamo ancora notare la quantità di succo emessa), se al contrario si spacca in modo netto è soda o croccante. Consistenza 1=molto tenera 3=tenera 5=media 7=soda 9=molto soda 17. Grado zuccherino La quantità di zucchero presente nel succo può essere misurato con uno strumento che si chiama rifrattometro. Esso si basa sul principio della rifrazione ottica, cioè del cambiamento di traiettoria subito da un raggio di luce quando attraversa un materiale o sostanza trasparente. Cambiando la densità del liquido, che èlegata anche alla quantità di zucchero disciolto, il raggio di luce cambia angolo di rifrazione. Il rifrattometro è una specie di cannocchiale con una scala graduata sulla quale si può valutare la rifrazione della luce che passa attraverso un prisma sul quale si è posta qualche goccia del liquido che si sta analizzando. Questo strumento ci fornisce un indice (chiamato grado zuccherino) legato alla percentuale di zucchero presente. L’unità di misura con cui viene espresso questo indice è chiamata “grado Brix”. 39 Se non abbiamo a nostra disposizione un rifrattometro possiamo dare una valutazione sensoriale, cioè l’impressione che abbiamo assaggiando un frutto. Per questo tipo di valutazione è opportuno compiere un assaggio comparativo, cioè assaggiare i frutti di diverse varietà una dopo l’altra, in modo da evidenziare le differenze. 18. pH Il pH è un indice di acidità di una sostanza. Esso fa riferimento all’acidità potenziale (iniziali di potenziale e hydrogenium) e non a quella reale, cioè fa riferimento alla quantità di ioni H necessari a neutralizzare la soluzione e non alla quantità di acido presente nella stessa. Per la sua misurazione si utilizzano degli strumenti che si chiamano pHmetri. 19. Acidità Anche per valutare l’acidità totale, cioè la quantità di acidi presenti nel succo, esiste una procedura strumentale. In questo caso si procede alla neutralizzazione degli acidi disciolti nel succo con una soluzione di idrossido di sodio (NaOH) a titolazione nota (0,1). Si misura quanta soluzione neutralizzante è necessaria per giungere a un valore prestabilito di pH. Normalmente si aggiunge al succo un liquido indicatore (la fenoftaleina) che ha la proprietà di cambiare colore quando giunge a un valore di pH (in questo caso 8,2). Quando inizia il viraggio, cioè il cambiamento di colore della fenoftaleina, significa che gli acidi presenti nel succo sono stati neutralizzati. Si fa quindi una proporzione per esprimere in meq/l la quantità di acidi presenti. 20. Succosità Per valutare la succosità della polpa possiamo notare quando tagliamo un frutto con il coltello se gocciola del succo. In questo caso avremo una polpa con succosità elevata. Se il coltello risulterà bagnato, ma senza lasciar cadere gocce di succo, la succosità sarà media. Se invece il coltello, dopo il taglio, sarà quasi asciutto, significa che la polpa è poco succosa o asciutta. Succosità 1=molto asciutta 3=asciutta 5=media 7=succosa 9=molto succosa 21. Tessitura Rompendo con le mano, o morsicando un frutto, possiamo notare la tessitura della polpa, cioè come si presenta la superficie della polpa nella spaccatura (non di un taglio). Tessitura 40 1=fine 2=media 3=grossolana 4=farinosa 5=spugnosa 6=pastosa 7=morbida 8=croccante 22. Astringenza L’astringenza è quella sensazione di “impastamento” della bocca che ci lasciano in particolare i frutti acerbi. Questa sensazione è dovuta alla presenza di alcune sostanze, come i tannini e acidi, che fanno contrarre, allappare le mucose e le gengive. Astringenza 1=assente 3=debole 5=media 7=forte 9=molto forte 23. Sapore E’ sempre difficile condensare in un semplice termine il sapore di un frutto che ha in sé diverse componenti. Per questo abbiamo pensato a due voci. Possono però venir indicati aromi o profumi particolari. Polpa sapore dolce dolce acidulo acidulo dolce aromatico 41 Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto 24. Rapporto zuccheri/acidi equilibrato povero di zuccheri e acidi equilibrato in media di zuccheri e acidi equilibrato ricco di zuccheri e acidi squilibrato per eccesso di zuccheri 25. Utilizzo dei frutti Segnaliamo gli utilizzi conosciuti dei frutti. Utilizzo 1=tavola 2=cuocere 3=sidro 4=aceto 5= distillazione 6= succhi 7= essiccazione 26. Sensibilità malattie In base all’esperienza maturata in diversi anni vi invitiamo a indicarci il grado di resistenza o tolleranza alle principali crittogamiche. Suscettibilità poco suscettibile mediamente suscettibile 42 molto suscettibile resistente . 11. RISULTATI E DISCUSSIONI Fig. 1 N° medio di fiori per corimbo muon N° MEDIO DI FIORI PER CORIMBO N° FIORI /CORIMBO signur 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 paulina 8,7 ± 0,57 7,85 ± O,44 8,07 ± O,77 7,75 ± 0,21 7,7 ± O,43 7,55 ± 0,28 8,1 ± 0,50 8± 0,50 7,8 ± 0,58 7,05 ± 0,32 6,85 ±0,38 6,2 ± 0,34 san giuvan sabbell sciesciuu pum granet larder muscarell vianov ECOTIPI a grapp Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza muon 20 174 8,7 1,484210526 signur 20 155 7,75 0,197368421 paulina 20 154 7,7 0,852631579 san giuvan 20 157 7,85 0,871052632 sabbell 14 113 8,071429 1,763736264 sciesciuu 20 151 7,55 0,365789474 pum 20 137 6,85 0,660526316 granet 20 124 6,2 0,589473684 larder 20 160 8 1,157894737 muscarell 20 156 7,8 1,536842105 vianov 20 162 8,1 1,147368421 a grapp 20 141 7,05 0,471052632 43 ANALISI VARIANZA Valore di Origine della variazione SQ gdl MQ Tra gruppi 94,62741148 11 8,602492 In gruppi 200,2785714 222 0,902156 Totale 294,9059829 233 F 9,5354845 significatività* F crit 4,96169E-14 1,831966061 44 Note: vi sono differenze significative tra gli ecotipi con una media di 20 campioni per ecotipo. Tra gli ecotipi quelli che presentano un numero più elevato di fiori/corimbo sono a “ Muon” e a “Sabbell”, che superano gli 8 fiori per corimbo. Quelli che presentano il minor numero sono a “ Granet” 45 e “ A Grapp”. I fattori che influenzano il numero di fiori/corimbo sono molteplici, sia climatici che fisiologici. Ma tenendo conto che gli ecotipi crescono allo stato spontaneo non sono dati che ci possono far capire le attitudini produttive degli ecotipi, possono solo essere dei dati che ci possono dire all’interno dell’areale in cui si trovano le differenze tra gli ecotipi. Fig. 2 Percentuale dell’allegaggione % ALLEGAGGIONE 70,00% 64,4% ±0,54 % FIORI ALLEGAT 50,00% 60,1% ± 0,48 % 51,4% ± 0,60 60,00% 49,2% ± 0,57 % 50,6% ± 0,71 39,4% ± 0,61 % 40,00% 30,00% 48,3% ± 0,61% 34,1% ± 0,53 % 29,3% ± 0,49 26,1% ± 0,57 24,9% ± 0,64 % 20,00% 16,8% ± 0,25 10,00% 0,00% ECOTIPI muon signur paulina san giuvan sabell sciesciuu pum granet larder muscarell vianov a grapp 46 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza muon 21 3,523412698 0,167781557 0,003115388 signur 20 9,839285714 0,491964286 0,014617179 paulina 21 6,142857143 0,292517007 0,011798301 san giuvan 22 0,014926586 14,1780303 0,644455923 47 sabbell 14 3,656746032 0,261196145 0,009660595 sciesciuu 20 10,11309524 0,505654762 0,023229484 pum 20 10,28214286 0,514107143 0,016213939 granet 20 0,46077381 0,019370073 larder 20 6,698881674 0,334944084 0,01476786 muscarell 20 5,475529101 0,273776455 0,024641315 vianov 21 8,55526849 0,407393738 0,017726422 a grapp 18 10,95833333 0,608796296 0,012429161 9,21547619 ANALISI VARIANZA Origine della Valore di variazione SQ gdl MQ Tra gruppi 4,813125555 In gruppi 3,447101182 225 Totale 8,260226737 236 F 11 0,437556869 28,56031495 significatività* F crit 6,56563E-37 1,831384327 0,01532045 * significatività 95 % Note: Purtroppo i dati sono stati un po’ sfalssati da attacchi di tentredine e celidonie, e hanno dimostrato differenze significative. Tra gli ecotipi quelli con la % più alta allegagione sono state : “A Grapp” e “ San giuvan” e quelli con % più basse a “ Muon” e “ Sabbell”. La % di allegazione influenza la futura dimensione del frutto, infatti ecotipi con bassa % di allegagione hanno dimostrato un buona pezzatura, come “ Muon” e “ Sabbell”, invece quelli con elevata % di allegazione hanno dimostrato una ridotta pezzatura. Nel pero aviene una cascola fisiologica dopo l’allegaggione nel periodo di Giugno, ma in questi ecotipo non vi è stata un ‘entità tale da essere annotata. 48 Fig. 3 Peso medio frutti PESO MEDIO FRUTTI PESO MEDIO ( gr ) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 92,4 ± 6,21 68,2 ± 3,05 SIGNUR 54,0 ± 1,83 MUON LARDER ECOTIPI SIGNUR Media Errore standard MUON 53,981 Media 0,873708942 Errore standard Mediana 54,3 Mediana Moda 52,3 Moda LARDER 92,422 Media 2,966911614 Errore standard 96,96 Mediana #N/D Moda 3,907345175 Deviazione standard 13,26843211 standard Varianza campionaria Varianza Asimmetria 68,185 #N/D 15,26734632 campionaria 2,599918807 Curtosi 6,526008271 Varianza 176,0512905 campionaria 42,58878395 - Curtosi 1,459259811 Deviazione Deviazione standard 68,2005 0,500214375 Curtosi - - 1,191756013 Asimmetria 0,132345925 Asimmetria 0,126154896 0,115390767 Intervallo 16,95 Intervallo 51,43 Intervallo 24,51 Minimo 42,79 Minimo 68,01 Minimo 57,18 Massimo 59,74 Massimo 119,44 Massimo 81,69 Somma Conteggio 1079,62 Somma 1848,44 Somma 1364,01 20 Conteggio 20 Conteggio Più grande(1) 59,74 Più grande(1) 119,44 Più grande(1) 81,69 Più piccolo(1) 42,79 Più piccolo(1) 68,01 Più piccolo(1) 57,18 Livello di Livello di confidenza(95,0%) 1,828693829 confidenza(95,0%) 20 Livello di 6,209817362 confidenza(95,0%) 3,05426588 49 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 1079,62 53,981 15,26734632 MUON 20 1848,44 92,422 176,0512905 LARDER 20 1364,01 68,2005 42,58878395 ANALISI VARIANZA Origine Valore di della variazione SQ gdl MQ Tra gruppi 15110,57149 2 7555,285745 In gruppi 4444,240995 57 77,96914026 Totale 19554,81249 59 F 96,90097543 significatività* 4,58672E-19 F crit 3,158843 Note: I dati hanno dimostrato differenze significative su una media di 20 campioni dei tre ecotipi. 50 Come si può notare gli ecotipi hanno un peso medio inferiore alle cultivar commerciali, infatti tutte le cv in commercio hanno un peso superiore a 100 gr invece gli ecotipi locali estivi variano tra un minimo di 42 gr ad un max di 119 gr. Tra gli ecotipi analizzati quello che spicca di più è la “ Muon” , gli altri due “ “Signur” e “ Larder” mantengono un peso normale per delle pere estive. Fig. 4 Diametro Medio Frutti DIAMETRO MEDIO FRUTTI 56 53,83 ± 2,00 DIAMETRO FRUTTI (mm ) 54 52,5 ± 1,25 52 SIGNUR 50 MUON 48 LARDER 46 44,9 ± 0,57 44 42 40 ECOTIPI 51 SIGNUR Media Errore standard MUON LARDER 44,9 Media 52,5 Media 0,270477161 Errore standard 0,596039561 Errore standard 53,826 0,960031907 Mediana 45 Mediana 52 Mediana 54,6 Moda 45 Moda 50 Moda 50,2 Deviazione Deviazione Deviazione standard 1,209610638 standard 2,66556995 standard Varianza Varianza Varianza campionaria 1,463157895 campionaria 4,293393211 7,105263158 campionaria 18,43322526 Curtosi 0,621268537 Curtosi 0,190107319 Curtosi 0,719067088 Asimmetria 0,011895141 Asimmetria 0,713256303 Asimmetria -0,80639484 Intervallo 4 Intervallo 10 Intervallo 16,95 Minimo 43 Minimo 49 Minimo 42,79 Massimo 47 Massimo 59 Massimo 59,74 Somma 898 Somma 1050 Somma 1076,52 Conteggio 20 Conteggio 20 Conteggio Più grande(1) 47 Più grande(1) 59 Più grande(1) 59,74 Più piccolo(1) 43 Più piccolo(1) 49 Più piccolo(1) 42,79 Livello di Livello di Livello di 20 confidenza(95,0%) 0,566115203 confidenza(95,0%) 1,247525135 confidenza(95,0%) 2,009369871 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 898 44,9 1,463157895 MUON 20 1050 52,5 7,105263158 LARDER 20 1076,52 53,826 18,43322526 52 ANALISI VARIANZA Origine della variazione Tra gruppi In gruppi Valore di SQ gdl 927,9450133 513,03128 MQ F significatività 2 463,9725067 51,54935754 F crit 1,6496E-13 3,158842719 57 9,000548772 Note: I dati hanno una differenza significativa su 20 campioni dei tre ecotipi. In base alla classificazione europea sulla commercializzazione delle pero Reg. Cee gli ecotipi locali hanno un pezzatura non commerciale, ma essendo cv estive potrebbero essere commercializzabili. Tra gli ecotipi solo la “ Larder” e la “ Muon” hanno una pezzatura superiore a 55 mm, la Signor invece si mantiene sempre con pezzature intorno a 45 mm. Fig. 5 Altezza Media dei Frutti ALTEZZA MEDIA FRUTTI ALTEZZA FRUTTI (mm ) 80 67,7 ± 2,4 70 60 52,1 ± 1,2 49,9 ± 0,83 50 SIGNUR 40 MUON 30 LARDER 20 10 0 ECOTIPI 53 SIGNUR MUON Media Errore standard LARDER 52,1 Media 67,7 Media 0,561482999 Errore standard 1,138096287 Errore standard Mediana 52,5 Mediana Moda 0,3 68 Mediana 53 Moda 68 Moda Deviazione standard 2,511028307 Deviazione standard 5,089721324 Deviazione standard 1,7 Varianza campionaria 6,305263158 Varianza campionaria 25,90526316 Varianza campionaria 3,1 Curtosi 1,320967092 Curtosi 2,411575595 Curtosi -0,5 Asimmetria 0,147595985 Asimmetria Intervallo -1,070004486 Asimmetria 8 Intervallo 22 Intervallo Minimo 48 Minimo 53 Minimo Massimo 56 Massimo 75 Massimo Somma 1042 Somma 1354 Somma Conteggio 20 Conteggio 20 Conteggio Più grande(1) 56 Più grande(1) 75 Più grande(1) Più piccolo(1) 48 Più piccolo(1) 53 Più piccolo(1) Livello di Livello di Livello di 1,17519742 confidenza(95,0%) confidenza(95,0%) 0,1 2,382062899 confidenza(95,0%) Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 1042 52,1 6,305263158 MUON 20 1354 67,7 25,90526316 LARDER 20 998 49,9 3,147368421 ANALISI VARIANZA Origine della variazione Tra gruppi In gruppi Totale Valore di SQ 3766,933333 671,8 4438,733333 gdl MQ F 2 1883,46667 159,8058946 significatività* F crit 4,26046E-24 3,158842719 57 11,7859649 59 Note: i dati non hanno differenze significative su 20 campioni dei tre ecotipi Il diametro e l’altezza, che danno la forma al frutto, sono caratteristiche che hanno un grande peso nella scelta del consumatore. Infatti tra le caratteristiche che influenzano la scelta del consumatore la prima è proprio la forma. Infatti si associa alla pera una tipica forma. 54 0,8 Fig. 6 Lunghezza Media del Peduncolo LUNGHEZZA MEDIA PEDUNCOLO 45 LUNGHEZZA ( mm ) 40 39,2 ± 2,5 38 ± 3,9 35 30 25 SIGNUR 23,1 ± 2,1 MUON 20 LARDER 15 10 5 0 ECOTIPI SIGNUR Media Errore standard MUON LARDER 38 Media 23,1 Media 1,732050808 Errore standard 0,924361642 Errore standard Mediana 40 Mediana 22 Mediana Moda 40 Moda 27 Moda Deviazione Deviazione 5,477225575 standard 2,923088169 standard Varianza Varianza Varianza 30 campionaria 1,093414631 38,5 37 Deviazione standard campionaria 39,2 8,544444444 campionaria 3,457680661 11,95555556 - Curtosi 3,263227513 Curtosi -1,5853333 Curtosi 1,374159225 Asimmetria 2,028602065 Asimmetria 0,544519156 Asimmetria Intervallo 16 Intervallo Minimo 25 Minimo 20 Minimo 35 Massimo 41 Massimo 27 Massimo 44 Somma Conteggio 380 Somma 10 Conteggio 7 Intervallo 0,353988067 231 Somma 10 Conteggio 9 392 10 55 Più grande(1) 41 Più grande(1) 27 Più grande(1) 44 Più piccolo(1) 25 Più piccolo(1) 20 Più piccolo(1) 35 Livello di Livello di Livello di confidenza(95,0%) 3,918171133 confidenza(95,0%) 2,091051304 confidenza(95,0%) 2,473475735 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 10 380 38 30 MUON 10 231 23,1 8,544444444 LARDER 10 392 39,2 11,95555556 ANALISI VARIANZA Origine della Valore di variazione Tra gruppi SQ 1608,866667 In gruppi Totale 454,5 2063,366667 gdl MQ F 2 804,4333333 47,78811881 significatività* F crit 1,34873E-09 3,354130829 27 16,83333333 29 * significatività 95 % Note: I dati non dimostrano differenze significative su 10 campioni dei tre ecotipi. Rispetto ’altezza media alla forma sono tutti peduncoli medi. La lunghezza media dei peduncoli non è superiore a 40 mm. 56 Fig. 7 Spessore medio del peduncolo SPESSORE MEDIO PEDUNCOLO 3,5 2,9 ± 0,53 SPESSORE ( mm ) 3 2,5 2,09 ± 0,09 2,01 ± 0,02 2 SIGNUR MUON 1,5 LARDER 1 0,5 0 ECOTIPI SIGNUR MUON Media 2,01 Media Errore standard 0,01 Errore standard LARDER 2,9 Media 0,233333333 Errore standard 2,09 0,040688519 Mediana 2 Mediana 3 Mediana 2 Moda 2 Moda 3 Moda 2 Deviazione Deviazione Deviazione standard 0,031622777 standard 0,737864787 standard Varianza Varianza Varianza campionaria 0,001 campionaria 0,544444444 campionaria - Curtosi Asimmetria Intervallo Minimo Massimo Somma 10 Curtosi 3,16227766 Asimmetria 0,1 Intervallo 2 Minimo 2,1 Massimo 20,1 Somma 0,128668394 0,016555556 - 0,733622895 Curtosi 0,811932538 0,165950431 Asimmetria 1,009305922 2 Intervallo 2 Minimo 4 Massimo 29 Somma 2 2,3 20,9 Conteggio 10 Conteggio Più grande(1) 2,1 Più grande(1) 4 Più grande(1) 2,3 Più piccolo(1) 2 Più piccolo(1) 2 Più piccolo(1) 2 Livello di Livello di confidenza(95,0%) 0,022621572 confidenza(95,0%) 10 Conteggio 0,3 10 Livello di 0,52783667 confidenza(95,0%) 0,092043824 Analisi varianza: ad un fattore 57 RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 10 20,1 2,01 0,001 MUON 10 29 2,9 0,544444444 LARDER 10 20,9 2,09 0,016555556 ANALISI VARIANZA Valore di Origine della SQ variazione Tra gruppi gdl 4,848666667 In gruppi 5,058 Totale 9,906666667 MQ F 2 2,424333333 12,94128114 significatività* F crit 0,00011447 3,354130829 27 0,187333333 29 * significatività 95 % Note: I dati non dimostrano differenze significative su 10 campioni dei tre ecotipi. Solo a “ Muon” ha uno spessore rilevante, le altre due più contenuto. fig. 7 Durezza media frutti DUREZZA MEDIA FRUTTI DUREZZA ( puntale 8 mm ) 4,5 4,2 ± 0,51 4 3,3 ± 0,42 3,5 3 2,8 ± 0,30 SIGNUR 2,5 MUON 2 LARDER 1,5 1 0,5 0 ECOTIPI SIGNUR Media Errore standard MUON 4,247 Media 0,242631516 Errore standard LARDER 2,7875 Media 0,143677041 Errore standard Mediana 4,1 Mediana 2,9 Mediana Moda 4,2 Moda 2,2 Moda Deviazione 1,085081127 Deviazione 0,642543261 Deviazione 3,3325 0,200665832 3,275 4,1 0,897404884 58 standard standard standard Varianza Varianza Varianza campionaria 0,412861842 campionaria 1,177401053 campionaria - - 0,460676571 Curtosi 0,404939518 Curtosi Curtosi 0,805335526 1,055249227 Asimmetria 0,516260828 Asimmetria 0,309630309 Asimmetria Intervallo Minimo 3,95 Intervallo 2,3 Intervallo 2,1 Minimo Massimo Somma 1 3,7 Massimo 84,94 Somma Conteggio 3,9 1,4 Minimo 6,05 Massimo 4,9 55,75 Somma 20 Conteggio -0,6223468 66,65 20 Conteggio 20 Più grande(1) 6,05 Più grande(1) 3,7 Più grande(1) 4,9 Più piccolo(1) 2,1 Più piccolo(1) 1,4 Più piccolo(1) 1 Livello di Livello di Livello di confidenza(95,0%) 0,507833599 confidenza(95,0%) 0,300719502 confidenza(95,0%) 0,419998413 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 84,94 4,247 1,177401053 MUON 20 55,75 2,7875 0,412861842 LARDER 20 66,65 3,3325 0,805335526 ANALISI VARIANZA Origine della variazione Tra gruppi In gruppi Totale Valore di SQ 21,75650333 45,51637 67,27287333 gdl MQ F 2 10,87825167 13,62279868 significatività F crit 1,45995E-05 3,158842719 57 0,798532807 59 La durezza degli ecotipi rispetto a quelle commerciali e molto bassa vicino al valore di consumo, tra gli ecotipi la “Signur” e quella con il valore più alto. La durezza è un buon indice di raccolta ma per pere come queste che a maturazione estiva questo indice non ha la stessa valenza di cultivar commerciali dove viene effettuata la frigoconservazione, ma ci dà un’idea del momento ideale per il consumo a breve periodo, infatti da come evince dalla tabella del CRIOF 59 Fig. 8 Grado Zuccherino GRADI ZUCCHERINI ( brix °) GRADO ZUCCHERINO MEDIO DEI FRUTTI 20 19,5 19 18,5 18 17,5 17 16,5 16 15,5 15 19,75 ± 0,55 SIGNUR 17,32 ± 0,50 16,8 ± 0,69 MUON LARDER ECOTIPI 60 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 336 16,8 2,168421053 MUON 20 395 19,75 1,407894737 LARDER 20 346,5 17,325 1,138815789 ANALISI SIGNUR VARIANZA MUON LARDER Origine della Media variazione Errore standard Tra gruppi Mediana In gruppi Moda Valore di 16,8 Media 19,75 Media 17,325 F crit SQ gdl MQ F significatività 0,329273523 Errore standard 0,265320065 Errore standard 0,238622693 99,05833333 2 49,52916667 31,51290638 6,06884E-10 3,158842719 16,5 Mediana 19,5 Mediana 17 89,5875 57 1,571710526 18 Moda 19 Moda 16 Deviazione Totale standard Deviazione 188,6458333 59 1,472555959 standard Varianza campionaria 1,186547402 standard 2,168421053 campionaria 1,407894737 campionaria 1,138815789 - - 1,130482073 Curtosi 1,067153124 Varianza Varianza Curtosi Deviazione 0,714185159 Curtosi 0,828936088 0,249421267 Asimmetria 0,401409224 Asimmetria Intervallo 0,167025702 Asimmetria 5 Intervallo 4 Intervallo Minimo 14 Minimo 18 Minimo Massimo 19 Massimo 22 Massimo Somma 336 Somma 395 Somma 3,5 16 19,5 346,5 Conteggio 20 Conteggio 20 Conteggio Più grande(1) 19 Più grande(1) 22 Più grande(1) 19,5 Più piccolo(1) 14 Più piccolo(1) 18 Più piccolo(1) 16 Livello di Livello di Livello di 20 confidenza(95,0%) 0,689177402 confidenza(95,0%) 0,555321277 confidenza(95,0%) 0,499443035 61 Il grado brix è un parametro molto importante al consumo, questi ecotipi superano tutte le varietà commerciali, e si dimostrano ecotipi zuccherini. ACIDO MALICO (NAOH X O,67 ) meq/l ECOTIPI LOCALI PERO 1,89 1,9 1,88 1,86 1,84 1,82 SIGNUR 1,84 1,82 LARDER MUON 1,8 1,78 1,76 ECOTIPI' L’acidità è ben al di sotto di quella delle cultivar commerciali, per questo 62 DIAMETRO MEDIO TORSOLO DIAMETRO ( mm ) 30 25 20 24,8 ± 1,03 23,6 ± 1,21 18,3 ± 0,66 SIGNUR 15 MUON LARDER 10 5 0 ECOTIPI 63 Analisi varianza: ad un fattore RIEPILOGO Gruppi Conteggio Somma Media Varianza SIGNUR 20 472 23,6 6,673684211 MUON 20 366 18,3 2,010526316 LARDER 20 496 24,8 4,905263158 SIGNUR Media Errore standard Mediana Moda MUON LARDER 23,6 Media 18,3 Media 0,577654058 Errore standard 0,317058852 Errore standard 23,5 Mediana 22 Moda Deviazione 25 18 Moda 25 Deviazione Deviazione 2,583347482 standard 1,417930293 standard Varianza Varianza Varianza 6,673684211 campionaria 0,495240505 18 Mediana standard campionaria 24,8 2,010526316 campionaria 2,214782869 4,905263158 - Curtosi Asimmetria 0,564473548 Curtosi -0,00224667 Curtosi 0,122441119 - - - 0,198635322 Asimmetria 0,593249711 Asimmetria Intervallo 11 Intervallo Minimo 18 Minimo 15 Minimo 20 Massimo 29 Massimo 20 Massimo 28 Somma 472 Somma 5 Intervallo 0,656274268 366 Somma 8 496 Conteggio 20 Conteggio 20 Conteggio 20 Più grande(1) 29 Più grande(1) 20 Più grande(1) 28 Più piccolo(1) 18 Più piccolo(1) 15 Più piccolo(1) 20 Livello di Livello di Livello di confidenza(95,0%) 1,209043836 confidenza(95,0%) 0,663611803 confidenza(95,0%) 1,036550288 ANALISI VARIANZA 64 Origine della variazione Tra gruppi In gruppi Totale Valore di SQ gdl 478,5333333 MQ F significatività 2 239,2666667 52,82029435 258,2 F crit 1,05295E-13 3,158842719 57 4,529824561 736,7333333 59 Note: Il torsolo è la parte non edibile del frutto, tra i tre ecotipi quello che ha il minor diametro è la “Muon” che anche quello di maggior pezzatura. SIGNUR Media Errore standard MUON 0,526334238 Media 0,01337001 Errore standard Mediana 0,522727273 Mediana Moda 0,488888889 Moda Deviazione LARDER 0,473466257 Media 0,464630868 0,010069073 Errore standard 0,014147208 0,480769231 Mediana 0,458715596 0,5 Moda Deviazione Deviazione standard 0,061269082 standard 0,046142287 standard Varianza Varianza Varianza campionaria Curtosi 0,0037539 campionaria 0,066390738 Curtosi #N/D 0,064830651 0,002129111 campionaria 0,004203013 1,736172178 Curtosi 1,164501344 - - Asimmetria 0,136117041 Asimmetria 1,137311618 Asimmetria 0,518060777 Intervallo 0,244444444 Intervallo 0,184067797 Intervallo 0,287345937 0,355932203 Minimo 0,343642612 Minimo 0,4 Minimo Massimo 0,644444444 Massimo Somma 11,05301899 Somma Conteggio 21 Conteggio 0,54 Massimo 9,942791397 Somma 21 Conteggio 0,630988549 9,757248222 21 Più grande(1) 0,644444444 Più grande(1) 0,54 Più grande(1) 0,630988549 Più piccolo(1) 0,4 Più piccolo(1) 0,355932203 Più piccolo(1) 0,343642612 Livello di confidenza(95,0%) Livello di Livello di 0,027889352 confidenza(95,0%) 0,021003717 confidenza(95,0%) 0,029510559 65 DIAMETRO TORSOLO/DIAMETRO FRUTTO TORSOLO/FRUTTO 60,00% 52,56% ± 2,8 % 46,07% ± 3,0 % 50,00% 40,00% 34,86% ± 2,1 % SIGNUR MUON 30,00% LARDER 20,00% 10,00% 0,00% ECOTIPI Note: questo è un’importante indice che ci indica quant’è la parte edibile, è naturalmente inversamente proporzionale al diametro del torsolo, come era normale pensare a “ Muon” che ha il rapporto diametro torsolo/diametro frutto più basso ha più parte edibile e maggiore pezzatura. NUMERO MEDIO DI SEMI 12 11 9,9 N° SEMI 10 8 SIGNUR 6 4 MUON LARDER 3,3 2 0 ECOTIPI Note: Il numero di semi può darci un’orientamento sulla fertilità degli ecotipi. Tra gli ecotipi si distacca notevolmente la “Signur” dagli altri due, perché ha solamente 3,3 semi/frutto ma c’è da dire che nel caso 66 della “Signur” quest’anno non era un’annata di buona produzione, per questo potrebbe aver influenzato lo sviluppo dei semi. LUNGHEZZA MEDIA DEI SEMI LUNGHEZZA SEMI (mm) 11,5 11 11 10,5 9,9 10 SIGNUR MUON 9,5 9,2 LARDER 9 8,5 8 ECOTIPI Note: La lunghezza e la larghezza dei semi danno la forma al seme stesso. L’ecotipo “ Muon” ha semi più lunghi, invece “Signur” e Larder” più o meno simili. LARGHEZZA MEDIA DEI SEMI 6,5 LARGHEZZA SEMI (mm) 7 6 5,6 5,1 5 SIGNUR 4 MUON 3 LARDER 2 1 0 ECOTIPI Note: Come detto prima da la forma insieme alla lunghezza anche in questo caso la “ Muon” ha semi più larghi. Per questo si deduce che i semi della “ Muon” sono più grandi di quelli degli altri due ecotipi. 67 SIGNUR MUON LARDER 1. PROFILO 2. POSIZIONE DEL DIAMETRO M 3. COLORE BUCCIA 4. COLORE DI FONDO 5. SOVRACOLORE 6. RUGGINOSITA’ 7. COLORE DELLA POLPA 8. TESSITURA 9. SUCCOSITA 10. SAPORE 11. ASTRINGENZA 12. UTILIZZO DEI FRUTTI 13. QUALITA’ GUSTATIVE 14. SENSIBILITA’ MALATTIE 68 SPESSORE MEDIO DELLA BUCCIA SPESSORE BUCCIA (mm) 3,5 3,20 3,3 3 2,5 2 SIGNR 2 MUON 1,5 LARDER 1 0,5 0 ECOTIPI Note: Lo spessore della buccia di regola non viene tanto utilizzato per caratteristiche qualitative, ma in questo caso di questi ecotipi è una caratteristica distinguibile, che gli permette di avere una carattere tipico e qualitativo da non sottovalutare. Tra tutti e tre spicca il basso spessore della buccia dell’ ecotipo “Signur”, indistinguibile anche tra gli ecotipi stessi. 69 12. CONCLUSIONI Dal lavoro finora svolto è emerso che solo alcuni ecotipi hanno caratteristiche commerciali e morfologiche tali da giustificare ulteriori studi, che consentano di sviluppare informazioni utili alla valorizzazione e promozione del prodotto, sia sotto l’aspetto agronomico che economico. Tra questi vi sono: “ Signur”, “Larder”, “Muon” e il ceppo di “Muscarell”, trovato esclusivamente nell’azienda della famiglia Abbruzzese, che sono state oggetto di studio della tesi; la mancanza della descrizione analitica del ceppo di Muscarell è dovuto al fatto che si è verificata, quest’anno, l’annata di scarica. Ai fini della tesi, ho svolto un’indagine sul territorio di Valsinni per verificare la preferenza dei consumatori confrontando due degli ecotipi in questione: “ Signur” e “ Larder”. Alla fine ho osservato che più del 60% dei consumatori ha preferito l’ecotipo “ Signur” e l’altro 40% entrambi. In seguito ho svolto un’ulteriore indagine per valutare il livello di gradimento dell’ecotipo “Signur”, nel quale si chiedeva i consumatori di assaggiare ed esprimere un giudizio di gradimento su una scala di valutazione che andava da sufficiente ad eccellente. Da questa ultima indagine è evinto che circa il 50% dei consumatori ha espresso un giudizio ottimo, il 43% eccellente e l’altro 7% buono. Quindi l’ecotipo “ Signur ” ha riscontrato un notevole successo tra i consumatori, ciò significa che ha delle caratteristiche che piacciono e quindi degno di maggiore attenzione e studio al fine della sua valorizzazione. C’è da dire che un frutto come questo, molto deperibile e di ridotta pezzatura, all’interno di un gruppo di prodotti, come quelli maggiormente presenti dal fruttivendolo, non viene notato e di conseguenza difficilmente chi non lo conosce lo acquisterebbe. Visto il periodo estivo in cui matura il miglior modo per promuoverlo è mostralo singolarmente o in abbinamenti giusti (formaggio, cioccolato, ecc.), in fiere, mostre, degustazioni, sagre. Degli ecotipi fino ad ora studiati la mia attenzione è stata principalmente rivolta a quelli che hanno caratteristiche diverse da quelle standard e soprattutto hanno un’epoca di maturazione che non coincide con quelle delle maggiori varietà standard, infatti i quattro ecotipi hanno un’ epoca di maturazione che và dalla prima decade di luglio alla seconda decade di agosto. Tengo a soffermarmi sull’ ecotipo “Signur” per determinate caratteristiche: elevato sovraccolore, ottimo sapore e dolcezza; inoltre il vero prodotto tipico che si ottiene da tale ecotipo sono le pere secche le quali contengono elevate ed inconfondibili qualità di aroma e sapore. Tenendo presente le misure agro-ambientali, dettate dal nuovo PSR 2007-2013, nell’asse 3, misura 214 contenente l’elenco delle specie a rischio di erosione genetica, in cui si attende l’inclusione di alcuni ecotipi. La recente legge che si impegna per tutelare e salvaguardare le risorse genetiche autoctone e i lori prodotti trasformati. Mi auguro che si tenga presente del lavoro da me svolto, affinché la ricerca scientifica e la produzione possano interagire anche con la collaborazione di enti pubblici per la valorizzazione delle risorse umane-colturali-culturali. Il mio impegno è stato, inoltre, quello di reperire e descrivere le accessioni, per ampliare quelle che da ora si presentano, come “Gamdonna” e “I pir all’acet” . Le potenzialità produttive economiche e sociali che possono scaturire dalla coltivazione o vendita degli ecotipi locali in questione è ancora da studiare, ma sicuramente daranno un maggiore e migliore 70 contributo allo studio della biodiversità lucana.. Spero che con il supporto dell’Unibas e in particolare il Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente, delle istituzioni locali pubbliche (A.L.S.I.A., Comuni, Province, Regione, ecc.) proseguano insieme e coordinatamente al fine di avere informazioni utili da trasferire ai potenziali produttori in quanto il germoplasma delle colture autoctone ha bisogno di essere reso applicabile ed economicamente valido, altrimenti si parlerà di culture e colture abbandonate. Penso che prodotti molto delicati dal punto di vista qualitativo ed economico hanno bisogno di essere seguiti e studiati fin dall’inizio della loro promozione e valorizzazione. E’ impensabile costituire comitati o consorzi di tutela senza aver a disposizione persone specifiche per ogni settore, produttivo, commerciale e/o di trasformazione; infine il settore della promozione e del marketing. Giustamente non si può pretendere che il singolo agricoltore riesca a sopperire alle varie figure, ma sarebbe auspicabile una collaborazione con le figure professionali tecniche (Agronomi, Tecnologi Alimentari, esperto Marketing, ecc.) che nella nostra Università e Regione sono presenti, anche se non si riesce a giustificare le presenza di tali figure in realtà aziendali, come appunto quelle lucane, mediopiccole. Il nodo della questione è prettamente economico, ma anche dell’offerta professionale che si offre alle aziende, in quanto pochi professionisti intendono offrire percorsi alternativi, quali stesura e applicazione di tecniche adoperate a partire dall’esperienza degli agricoltori e non solo da manuali di agricoltura. La valorizzazione della produzione e della commercializzazione deve essere attuata, come già detto, da persone qualificate e professionali, perché spesso l’acquisizione di un marchio non è sintomo di una buona valorizzazione e riuscita economica del prodotto stesso. Il mio oggetto di studio , “ Ecotipi locali di pero “ della Valle del Sinni, non deve essere l’unico prodotto ad essere valorizzato, ma ha bisogno di essere affiancato da altri e alti prodotti di qualità, quali formaggi, fichi, ecc. Se offriamo un paniere di qualità che associ la storia e la tradizione al territorio, forse riusciremo, finalmente, a fare promozione del territorio con le persone del territorio. Infatti la Valle del Sinni, oltre ad avere il germoplasma di cui vi ho parlato, ne ha altri tipi come quello di olivo, fico e mandorlo, uniti nella nostra tradizione; infatti l’essicazione delle pere avviene sugli stessi antichi essiccatoi tradizionali “ i cannizz “ con i quali si seccano i fichi e le olive; le mandorle, invece, servono per riempire i fichi secchi. Tutto questo servirebbe per muovere la ruota dell’ingranaggio: promozione e valorizzazione che scaturirebbero interessanti risposte all’economia locale, che specialmente tra Valsinni, Tursi e Metaponto è indirizzata sul turismo il quale offrirebbe diversificazione enogastronomica . 71 BIBLIOGRAFIA d(1) DOSSIER PERE 2007 Dalla caratterizzazione merceologica del prodotto, all’andamento produttivo, agli scambi con l’estero, per finire con un quadro aggiornato sui consumi in Italia. A cura di CSO Centro Servizi Ortofrutticoli – Ferrara Ottobre 2007 (2) Archivi Notarili del Distretto di Lagonegro, 1 Versamento del notaio Francesco Antonio Tarantino di Favale, vol. 989,cc 50v-52v. (3) Redatto nel 1778 dal notaio Francesco Jacobino di Tursi (Tratto dall’Archivio di Stato di Matera ,Archivio Notarile, Comune di Tursi, Scheda 2, Notaio Francesco Jacobino, f. 671, cc. 25-32. (4) BARGIONI G., 2004 - L’evoluzione della frutticoltura italiana nel XX secolo. 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Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Via Fioranello, 52 00134 Roma Conferenza Nazionale Ecotipi Vegetali Italiani: una preziosa risorsa di variabilità genetica Progetto SCRIGNO (Sviluppo e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche Native in Ortofrutticoltura) (10) Agabbio M. (a cura di ), 1994- elenco di cultivar autoctone italiane. Consiglio Nazionale delle Ricerche, Difesa delle Risorse Genetiche delle specie Legnose da Frutto. Carlo Delfino editore, Sassari. Agabbio M. (a cura di) 1998 Atti del 4° Convegno Nazionale Biodiversità Germoplasma Locale e a sua Valorizzazione. Alghero, 8-11- settembre 1998. Consiglio Nazionale delle Ricerche. Autori Vari, 2000- FruttAntica. Recupero e valorizzazione di varietà locali di frutta antica. Progetto Finalizzato SO.PR.I.P. 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Consiglio Nazionale delle Ricerche Gruppo Nazionale Difesa delle Risorse Genetiche delle Specie Legnose. (12) C.Mannone 1, Greco P.D. 2 , Lauria A. 3 , Mattatelli B. 4 , Mele D. 5 , Vitelli V. 6 1 AASD Pantanello-Alsia ; 2 Metapontum Agrobios; 3 Comunità Montana Basso Sinni- Tursi; 4 Ufficio Fitosanitario Regione Basilicata; 5 Libero professionista; 6 COVIL. Atti in fase di deposizione al “ PIANTE MEDITERRANEE 3° CONVEGNO NAZIONALE – LE PIANTE MEDITERRANEE NELLE SCELTE STRATEGICHE PER L’AGRICOLTURA E L’AMBIENTE – Bari 27 Settembre- 1 Ottobre 2006 – Fiera Del Levante “ (12) 6 CAPITOLO della collana FRUTTICOLTURA ANNI 80 “IL PERO” a cura di G. Tonini ( 5 ) Brown G.K. , Harvest Mechanization Status for Horticultural Crops, ASAE paper n. 80-1532, ASAE St. Joseph Michigan. ( 8 ) GERHARDD F. , A comparison of the ripenin g of attached and detached apple and pears fruits, U. S. Department of Agricoltural. Proceedings Forty-Third Annual Meeting, 1948. 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Tutti i compagni Unibas Canio Abbate, Paolo Giglio, Alessandra Grasso, Alessandro Fontana, Rosario Lamanna, Giuseppina Trupo, Stefania, Grazio Antonio Quinto, Pasqualina&Felicia Lavorgna, A gli amici: Silvia Mattia, Maria Filomena Mattia&Adriano Villano, Gianfranco Panzardi, Rossella Annicchiarico&Donato, Francesca Lancellotti&Sergio e Elisa Lancellotti&Famiglia, Francesco Carangelo&Francesca & Famiglia, Roberta Lionetti, Caterina Fidanza&Famiglia, Michela Amoroso&Piero, Sara E Luca, Maria Valerio&Mimmo Cardilli, e amici stranieri Aglaia Teofanoidy&Famiglia, Mustafa& Famiglia Tutti i compagni Gi.Fra: Valeria, Mario,Andreina, Stefania, Angela, Antonello, Carmine, Tutti i compagni Cl: Monica, Mariantonietta&Donato, Stefania, Gianluca, Lorenzo, Peppino Tutti gli amici di Valsinni: Salvatore Verde, Giuseppe Morano, Carola Italiano, Fabiola Arcuri&Antonio Corizzo, Salvatore Corizzo, Domenico Abbruzzese, Francesco Pugliese, Manuela Truncellito& Rocco che non c’è più Alle persone di Valsinni: Eleonora Ledonne& Giuseppe Rago e Famiglia, Albino Torinese& Famiglia. Tutti i soci G.I.P.A. Fabiano Abbruzzese, Alberto Manolio, Francesco Altieri, Claudia Cantile, Teresa Manzi, Vincenzo Claps, Erminio Vita, Gaetano Carbone, Pietro Valicenti, Fabio Liguori, Giuseppe 76 Morano, Carmelo Mennone e il personale dell’A.L.S.I.A. di Pantanello, Biagio Mattatelli che non c’è più ma mi ha aiutato prima ed ora& alla famiglia Mattatelli Angelica e la piccola Giulia, al Prof. Paolo Falcone, Claudio Soldavini dimostratosi indispensabile per la riuscita della Tesi e per le future collaborazioni che Ci aspetteranno, Prof. Bruno Marangoni dimostratosi disponibilissimo nel tirocinio a spiegarmi il suo lavoro svolto sui portinnesti di pero Dott. Pierluigi Marioti dell’I.V.A.L.S.A. per la sua gentilissima concessione di immagini della Moscatellina, e di invio di materiale utilissimo ai fini della tesi Dott.Ssa Donatella Battaglia disponibilissima alla determinazione di danni ai frutticini di pero. Amiche di mamma (Maria, Scolastica,Ecc.) chi non ha creduto in me e mi ha ostacolato perche’ mi ha dato la possibilita’ di arrivare fino a questo obbiettivo, Mariantonietta Raco Patriza&Famiglia, Tutti gli agricoltori di Valsinni e d’intorni che hanno voluto parlare di agricoltura con me. . 77