Al mio amico
Vincenzo Manolio
1
ECOTIPI DI PERO NELLA VALLE DEL SINNI
Prima parte........................................................................................................................... 4
1. Introduzione............................................................................................................. 4
2. Il quadro produttivo e commerciale (1) ................................................................ 5
Principali paesi produttori di pere ............................................................................................. 5
Focus sulla pericoltura in Italia .................................................................................................. 6
3. La situazione lucana ................................................................................................ 7
4.Caratteri botanici....................................................................................................... 9
Descrizione della pianta (4)........................................................................................................... 9
Biologia fiorale e di fruttificazione .......................................................................................... 10
5. Evoluzione varietale.............................................................................................. 10
Assetto varietale .......................................................................................................................... 10
6. Il germoplasma....................................................................................................... 12
Cosa intendiamo per germoplasma (8) .............................................................................. 12
(7)
........................................................................................................................................... 12
Il germoplasma frutticolo italiano fonte di caratteri per il miglioramento genetico moderno. 12
Conservazione e potenzialità del germoplasma .................................................................... 13
La conservazione del germoplasma di pero in Italia (11) ....................................................... 15
Leggi nazionali e regionali.................................................................................................. 17
Potenzialità offerte dal germoplasma ancora esistente................................................. 19
Cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore ............................... 19
Cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore ................................... 19
Cultivar tolleranti o resistenti alle avversità .................................................................... 20
7. Miglioramento genetico........................................................................................ 25
I programmi di breeding ........................................................................................................... 26
Seconda parte..................................................................................................................... 29
8. Recupero di germoplasma autoctono di pero in Basilicata ........................... 29
9. Materiali e metodi ( 1a parte)............................................................................... 29
Individuazione della pianta capostipite. .......................................................................... 29
Costituzione delle fonti primarie. ..................................................................................... 29
Costituzione e gestione di campi per la conservazione delle fonti primarie. ........... 30
Valutazioni degli ecotipi recuperati .................................................................................. 30
9. Materiali e metodi ( 2a parte) Scelta di ecotipi migliori ................................. 31
11. Risultati e discussioni.......................................................................................... 43
12. Conclusioni........................................................................................................... 70
Bibliografia .................................................................................................................. 72
PRIMA PARTE
1. INTRODUZIONE
Pag 1
2. PANORAMA PRODUTTIVO
Pag. 2 - 5
3. SITUAZIONE PRODUTTIVA LUCANA
Pag. 6-8
4. CARATTERI BOTANICI
Pag. 9
5.EVOLUZIONE VARIETALE ITALIANA
Pag. 10
6. GERMOPLASMA ITALIANO
Pag. 10- 20
7. MIGLIORAMENTO GENETICO IN EUROPA
SECONDA PARTE
8. GERMOPLASMA DI PERO IN BASILICATA
2
9. OBIETTIVI
10. MATERIALI E METODI
Pag. 29 - 44
11. RISULTATI E DISCUSSIONI
Pag. 45 - 60
12. CONCLUSIONI
Pag. 61 - 62
3
PRIMA PARTE
1. INTRODUZIONE
Nell’epoca dell’agricoltura multifunzionale, eco-compatibile, sostenibile, biologica, biodinamica, e tutti i
moderni tipi di agricoltura, riveste un’importante ruolo il germoplasma delle colture agrarie. Infatti
dall’utilizzo di questo si possono spiegare e creare le attuali prospettive dell’agricoltura, non intesa
esclusivamente come attività economica per la produzione di prodotti agroalimentari, ma anche come
attività ecologica-ambientale e sociale. Negli anni addietro si è cercato di costruire e impostare l’agricoltura
come una macchina produttiva perfetta, che avesse risposte economiche e produttive immediate. Ai suoi
albori invece il suo principale obbiettivo era la produzione per l’autoconsumo. In quest’ottica il
produttore era contemporaneamente: coltivatore, consumatore e selezionatore. L’agricoltore di allora non
eliminava l’ecosistema circostante per impiantare una monocoltura, ma cercava di mantenere intorno
all’azienda piante, alberi ed erbe, consapevole del fatto che erano delle risorse per alimentarsi ed
alimentare gli animali, per curarsi e per riscaldarsi. Quanto detto finora non ha l’intento di invitare le
aziende ad un ritorno all’autoconsumo, ma si può notare e si vuol far capire che con l’abbandono e
l’eliminazione di specie o ecotipi utilizzati spesso per l’autoconsumo, si è ridotta la biodiversità, si è
diventati sempre più dipendenti da altre aziende, quali quelle sementiere o vivaistiche, che hanno dato sì
un notevole impulso per lo sviluppo dell’agricoltura, ma hanno anche modificato gli equilibri che
permettevano la sopravvivenza delle culture e colture locali. Non è da attribuire esclusivamente alla
produzione di semi o piante commerciali la scomparsa di ecotipi o specie locali, ma si è invogliato
l’agricoltore a dare la propria preferenza ai prodotti commerciali abbandonando quelli che lui si produceva
da anni, solo perché erano più produttivi. Infatti prima si pensava che la cultivar più produttiva era quella
più economica, oggi dove il costo delle materie prime è notevolmente aumentato e si sta cercando di
risparmiare acqua, concimi, trattementi, ecc., ci si è accorti che non sempre quella più produttiva è quella
più economica. Allora ora bisogna prima di tutto vedere cosa ci è rimasto dopo molti anni, in mano a quei
pochi agricoltori conservatori di specie autoctone, poi gli enti preposti e i centri di ricerca li analizzano, e
infine insieme a chi ha conservato la specie si sceglie il miglior modo per non farlo scomparire ed essere
utile nel presente e anche nel futuro. L’agricoltore nell’antichità manteneva sia il prodotto che gli piaceva
di più e sia quello che gli piaceva di meno perché sapeva che aveva altre caratteristiche che compensavano
quelle dell’altro. Attualmente si stanno rivalutando molto i prodotti tipici e i prodotti di qualità, ormai sia il
legislatore che il consumatore si dirigono verso uno stile sostenibile di agricoltura. Finisco con una
domanda alla quale spero la tesi riuscirà a dare una risposta: “Come e chi rende il germoplasma utile
all’Agricoltura ?”
4
INTRODUCTION
In the epoch of multifunctional Agriculture ,eco-compatible, sustainable, organic, biodynamics, et all
moderns type of agriculture dresses an important roll the germoplasma. It is important for the imbreeding
program, biodiversity, typic crop.The pear crop is more spreands on the north-world, because are the
particulary characteristic suitable on that clima. On the sounth of world is less spreads, but is interessing
the number of kind presents on the organization national end regional, publics end private.farther the
nursey.
2. IL QUADRO PRODUTTIVO E COMMERCIALE (1)
Con oltre 19 milioni di tonnellate prodotte nel 2005 il pero è la seconda specie frutticola dei climi
temperati dopo il melo (quasi 60 milioni di tonnellate) e prima del pesco (poco meno di 16 milioni di
tonnellate).
Geograficamente le aree a maggior produzione al mondo sono tre: l’Oriente, con la Cina al primo posto
tra i paesi produttori, l’Europa, con l’Italia al secondo posto e le Americhe, con gli USA al terzo posto
nella graduatoria internazionale.
Le influenze che ciascun paese gioca sul piano produttivo, non necessariamente si riflettono a livello di
commercio globale. Infatti paesi come l’Argentina, Cile, e Sud Africa, ad esempio, destinano la quasi
totalità delle loro produzioni al mercato estero, diventando così giganti nel mercato mondiale, nonostante
i modesti livelli produttivi.
PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI DI PERE
Asia
In tutto il continente asiatico vengono prodotte oltre il 90 % delle pere, con la Cina che da sola produce il
57% della produzione mondiale. La gran parte della produzione cinese è destinata al mercato interno.
Europa
La produzione nel vecchio continente si colloca, da circa un decennio, intorno ai 2,5 milioni di tonnellate.
L’Italia è il secondo produttore in assoluto e il primo produttore europeo di pere. Dal nostro paese
proviene oltre il 35% della produzione totale europea, con una produzione fortemente concentrata in
Emilia Romagna e particolarmente nel triangolo formato dalle province di Ferrara, Modena e Bologna,
dove sono presenti il 61 % della superficie e il 68 % della produzione. La Spagna produce circa il 25% del
prodotto e percentuali che si aggirano intorno all’8% sono attribuibili all’Olanda e al Belgio.
America
La pericoltura statunitense copre il 98 % della produzione nord americana. Gli Stati Uniti sono il secondo
paese produttore di pere di tipo europeo con la varietà Bartlett che è praticamente l’unica coltivata in
California, insieme con il mutante Red Bartlett coltivato in Oregon e Washington.
5
La pericoltura nel continente sudamericano si concentra in due Paesi: Argentina e Cile che, da soli,
coprono il 91% della produzione.
L’Argentina è un paese a forte vocazionalità nella produzione di pere, favorita anche dall’assenza di
malattie, molto comuni nelle altre zone produttive (fuoco batterico e psilla), mentre in Cile la pericoltura è
in crisi, come dimostrano i dati relativi sia alle superfici che alle produzioni.
Produzione Mondiale di Pere – Media 2003/2005
FOCUS SULLA PERICOLTURA IN ITALIA
A metà degli anni ‘90 la produzione nazionale aveva raggiunto 1.000.000 di tonnellate e la quota italiana
sul totale della produzione europea (a 15 paesi) aveva superato il 40%.
Recentemente le produzioni italiane si sono però aggirate intorno alle 850.000 tonnellate; solo nel 2006 si
sono raggiunte le 970.000 tonnellate. E nel L’Abate Fetél domina incontrastata il panorama varietale della
specie: nell’ultimo quinquennio la cultivar oscilla tra 250.000 e 300.000 tonnellate, con un’incidenza salita
a circa il 33% del totale. Anche la William mantiene bene le sue posizioni, essendo ferma da quasi un
decennio su circa 180.000 tonnellate (216.000 nel 2006). Appare invece in difficoltà la Conference,
recentemente non più in grado di raggiungere le 140.000 tonnellate. In fase di abbandono si ritrovano poi
la Decana del Comizio e la Passacrassana, scese rispettivamente a 50.000 e 8.000 tonnellate. Un discorso a
parte merita la Kaiser che, dopo aver subito per un lungo periodo un processo di ridimensionamento
degli impianti, appare oggi mantenere saldamente un livello produttivo intorno alle 60.000 tonnellate
(56.000 nel 2006).
Italia Pere - Produzioni per Nazioni
6
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3. LA SITUAZIONE LUCANA
Il pero nella Basilicata, non riveste un’importanza rilevante, infatti tra le due province occupa
complessivamente 271 ha divisi tra il 58% PZ e 42% MT fig. 1 (dati 2008 I.S.T.A.T), dal punto di vista
produttivo, la sua incidenza è del 1,05 % sulla produzione totale di prodotti frutticoli ecluso che ammonta
a 9.927.280 qli (senza olio e vino), maggiore nella provincia di Potenza 0,9 % e minore in quella di Matera
circa 0,3 % (dati 2008 I.S.T.A.T). Le principali varietà di pero coltivate in Basilicata fig. 3 sono Spadona
estiva (94,58 ha), Coscia (89,40 ha), Abate Fetel (28,41 ha). Tutti questi dati ci fanno dedurre che il pero
nel panorama frutticolo lucano riveste un’importanza inferiore, sia in termini di superficie che di
produzione, alle altre specie predominanti in Basilicata, quali Drupacee e Olivo. Ciò è dovuto all’elevata
adattabilità di quelle specie e cultivar a queste aree e ad una buona specializzazione delle tecniche colturali.
La coltura di pero si è fortemente sviluppata dove le maggiori cultivar commerciali (Conference, Abate
Fatel, William, ecc.) si sono adattate meglio, cioè Emiglia-Romagna, Veneto e non certo in Basilicata dove
il maggior numero di varietà sono a maturazione estiva.
Anche se ultimamente, stanno dando risultati produttivi interessanti le cv di recente introduzione
(Carmen, Tosca, ecc).
Da indagini effettuate sul territorio di Rotondella, Valsinni, e l’area del Basso Sinni, prima dell’avvento
delle attuali colture frutticole, i contadini dell’area vendevano e avevano grandi scambi con compratori
dell’area del napoletano per quanto riguarda gli ecotipi locali di Pero, che si trovavano in elevato numero
nelle scarpate e nei terreni acclivi e poco coltivati e anche in quelli coltivati.
Dalla storia si evince che già dal 1703, vi era la presenza di piante di pero nell’area dalla dote di Vicenza
Zaccone
(2)
,ma la cosa più ecclatante è che dall’inventario del Barone Giuseppe Paolo Donnapenna
(3)
risulta che vi erano tre mulini i quali lavoravano Castagne, Pere e Noci.
7
Fig.1 RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI DI PERO IN BASILICATA
RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI DI PERO IN BASILICATA
42%
MT
PZ
58%
Fonte: Istat 2008
Fig. 2 RIPARTIZIONE DELLA PRODUZIONE DI FRUTTA IN BASILICATA
RIPARTIZIONE DELLE PRODUZIONI DI FRUTTA ( esclusi olio e vino)
-Uva da tavola
4,852%
-Limone
0,269%
-Clementina
18,290%
-Melo
1,687%
-Pero
1,059%
--Albicocca
6,841%
--Ciliegio
0,135%
--Pesco
8,483%
--Nettarina
7,909%
-Mandarino
0,124%
--Susino
1,845%
--Mandorle
0,049%
--Nocciole
0,001%
--Actinidia o kiwi
3,398%
-Melo
-Pero
--Albicocca
--Ciliegio
--Pesco
--Nettarina
--Susino
--Mandorle
--Nocciole
--Actinidia o kiwi
-Arancio
-Mandarino
-Clementina
-Limone
-Uva da tavola
-Arancio
45,058%
Fonte: Istat 2008
8
Fig. 3 SUPERFICI DELLE VARIETA’ DI PERO IN BASILICATA
SUPERFICI DELLE VARIETA' DI PERO IN
BASILICATA
100,00
94,58
89,40
90,00
abate
80,00
conference
70,00
coscia
curato
SUPERFICIE
(ha)
60,00
decana del comizio
50,00
etrusca
passacrassana
40,00
30,00
precoce di fiorano
28,41
spadona estva
23,74
20,00
william
14,75
11,61
11,15
10,00
spadona di salerno
altre pere estive
7,66
7,06
2,58
1,32
2,33
1,00
altre pere autunnali
0,00
VARIETA'
Fonte: Istat 2008
4.CARATTERI BOTANICI
DESCRIZIONE DELLA PIANTA (4)
Portamento e rami: la forma è conica nei primi anni, che poi nella maturità hanno un aspetto globulare.
Lasciato libero può raggiungere 15-18m d’altezza.La corteccia dei rami di un anno è bruna, cosparsa di
lenticelle, mentre nei rami di più anni e nel tronco diventa rugosa.
Foglie: presentano il picciolo lungo e sottile, sono glabre, ovali con margine crenato, di colore verde scuro
nella pagina superiore e verde chiaro in quell’inferiore.
Gemme: sono a legno o miste, la produzione può avvenire sulle lamburde, sui rami misti e sui brindilli.
Ma la maggior parte delle cv fruttifica sulle lamburde.
Infiorescenza a fiore: l'infiorescenza è un corimbo formato da 7-10 fiori, con il fiore centrale che schiude
per ultimo. I fiori sono ermafroditi, di colore bianco, con calice formato da 5 sepali persistenti, corolla
caduca composta da 5 petali, stami in numeri di 15-30, con antere rossastre.Gli stili sono 5, filiformi e gli
stimmi sono di colore giallastro.
9
Frutto: le forme possono essere varie schiacciate, piriforme, ecc.
BIOLOGIA FIORALE E DI FRUTTIFICAZIONE
a. il pero fiorisce prima del melo nella prima o seconda decade di aprile
b. le cultivar di pero sono autoincompatibili, anche se la produzione di polline abbondante e germinabile,
in quanto si manifesta la sterilità fattoriale, per cui il tubetto pollinico si arresta a 1/3 della lunghezza
dello stilo e non riesce a fecondare l'ovulo.Si richiede l'utilizzo di cv impollinanti
c. L' impollinazione è entomofila; si richiedono 8-10 arnie nel frutteto.
Per garantire una buona impollinazione si deve:
-scegliere cv impollinatrici dotate di attitudini fecondante di fioritura contemporanea alle cv da
impollinare.
-le piante impollinatrici, in misura del 10-15%, vanno messe a file singole
d. La fecondazione è favorita da una temperatura di 15C°; il tubetto pollinico impiega 3-4 giorni per
arrivare all'ovulo.
5. EVOLUZIONE VARIETALE
ASSETTO VARIETALE
Già dalla lista varietale del 2004,
(5)
si conoscevano molte varietà infatti (erano oltre 1.700 i genotipi
conservati presso istituzioni pubbliche e private in Italia), il pero si caratterizza per una gamma varietale
piuttosto ristretta. Le sei varietà più diffuse (Abate Fétel, William, Conference, Decana del Comizio,
Kaiser, Coscia), che costituiscono quasi il 90% della produzione nazionale, sono state introdotte da
almeno un secolo e in qualche caso (William e Kaiser), da almeno due. La settima varietà in ordine di
importanza, Max Red Bartlett, è più recente, ma è comunque conosciuta da oltre mezzo secolo.
La dinamica delle produzioni indica che poche varietà, Abate Fétel, William e Conference, hanno assunto
sempre maggiore importanza; 20 anni fa queste tre varietà rappresentavano circa il 42% della produzione
totale, poi hanno costantemente incrementato la loro importanza fino a raggiungere il 56% della
produzione 10 anni fa e oltre il 66% nel 2004. Negli ultimi anni è in diminuzione Decana del Comizio,
come tutte le restanti cultivar, ad eccezione di Coscia in ripresa. La tendenza alla diminuzione è
particolarmente evidente per Kaiser, Passa Crassana e Dr. Guyot.
L’attività del gruppo di lavoro Pomacee, nell’ambito del Progetto ministeriale “Liste di orientamento
varietale dei fruttiferi” 2008 , ha come scopo l’introduzione e la valutazione, accanto alle cultivar
tradizionali, di nuove varietà licenziate dai vari programmi di breeding in corso presso i numerosi Centri di
10
ricerca in tutto il mondo. Attualmente, presso le otto Unità Operative interessate, sono in corso di
valutazione 22 genotipi di pero (Tab. 2).
Le osservazioni effettuate nel corso del 2006 hanno portato ad alcune modifiche della Lista delle varietà
consigliate: in particolare sono state eliminate dal Progetto, in quanto giudicate negativamente da tutte le
Unità operative, le cv Rosada® (nonostante mantenga in alcune realtà locali un certo interesse) e
Cascade® Lombocad*. È invece stata introdotta nel listato delle consigliate la cv Boheme*, in quanto
giudicata positivamente negli anni scorsi ed interessante perché tollerante il colpo di fuoco batterico e a
maturazione precocissima. Dall’inizio del Progetto le cultivar valutate e poi eliminate in quanto
insoddisfacenti per gli areali italiani ammontano a 25 (Tab. 2). La Tabella 3 riporta le principali cultivar
impollinatici per le varietà consigliate.
11
6. IL GERMOPLASMA
Oltre a degli studi e delle ricerche sul germoplasma, POMOLOGIA ITALIANA, dall’ideatore e
realizzatore Claudio Soldavini ha sviluppato un software sul germoplasma che qui di seguito se ne
spieghera l’ applicazione e l’utilizzo.
Cosa intendiamo per germoplasma (8)
Con il termine germoplasma si indica comunemente l’insieme di quelle varietà vegetali, e di quelle razze
animali, che rischiano l’estinzione, perché soppiantate da altre che godono di maggiore favore da parte
dell’uomo. Si tratta di varietà e razze legate a contesti geografici precisi e ad essi adattatesi.
In questa prospettiva si vuole porre anche questo lavoro che vorrebbe rendere più accessibili i dati raccolti
sulle specie da frutto italiane in via di estinzione, o che corrono il rischio di estinguersi a causa della loro
diffusione locale. Alcune di esse negli ultimi anni sono state oggetto di un rinnovato interesse, soprattutto
a livello di frutteti famigliari. Diversi vivaisti si sono quindi dedicati alle vecchie cultivar rendendole
nuovamente disponibili sul mercato.
Questo programma vorrebbe rivolgersi a tutti coloro che per diversi motivi desiderano avere a
disposizione un quadro, il più ampio possibile, sulla situazione del germoplasma italiano.
(7)
IL GERMOPLASMA FRUTTICOLO ITALIANO FONTE DI CARATTERI PER IL MIGLIORAMENTO
GENETICO MODERNO.
In Italia presso le Università, gli Istituti del Mi.P.A.F. e del C.N.R. ci sono circa 12.000 accessioni(8),
corrispondenti a circa 7.500 varietà di cui 3.000 di origine italiana. Il pero con 444 cultivar censite occupa
il 3° posto come specie con il maggior numero di specie conservate. Una delle principali utilizzazioni delle
risorse genetiche conservate presso le istituzioni di ricerca risulta essere proprio il miglioramento genetico
(il 23% del totale delle utilizzazioni). Le principali caratteristiche che si sono evidenziate riguardano
l’adattabilità alle condizioni pedoclimatiche e la tolleranza e resistenza ai diversi stress biotici (batteri,
funghi, insetti) e abiotici (siccità, asfissia radicale, salinità, calcare). Invece frequentemente sono stati
individuati caratteri qualitativi (sapore, consistenza della polpa, serbevolezza) o caratteri agronomici
particolari (architettura della pianta, idoneità alla raccolta meccanica). Alcuni esempi significativi sono le
cultivar di pero Spina Carpi, Martin Secco, Madernassa molto resistenti agli attacchi della Cacopsilla pyri.
12
CONSERVAZIONE E POTENZIALITÀ DEL GERMOPLASMA
Per la propagazione di cultivar “migliorate”
(10)
, quasi sempre imparentate tra loro, si è utilizzato un
ristretto segmento dell’ampia variabilità genetica della specie. E’ ragionevole pensare che le “ vecchie
varietà di pero” siano portatrice di caratteri di spiccata resistenza e rusticità, giacchè selezionate molto
prima della massiccia espansione dei prodotti chimici (soprattutto antiparassitari), che hanno contribuito
nelle nuove cultivar a mascherare l’eventuale presenza di questi caratteri. Fortunatamente il germoplasma
di pero esistente in Italia è ancora vasto e comprende oltre 800 tra cultivar ed ecotipi contraddistinti da
una molteplicità di caratteristiche agro-bio-pomologiche diverse e peculari. Il compito di conservare e
mantenere il patrimonio genetico in campi-catalogo compete alle istituzioni pubbliche, ma contribuisco a
questo scopo anche aziende amatoriali private. Dopo diversi tentativi del Centro Nazionale Ricerche
(CNR) di costituire a livello nazionale un centro per la conservazione del germoplasma frutticolo,
finalmente il Ministero delle Politiche Agricole e Forestale (M.I.P.A.A.F.) è riuscito nell’intento. Nel parco
Verde dell’Appia Antica in Roma il M I P A A F ha acquistato 30 ha di terreno per costituirvi il Centro
Nazionale del Germoplasma Frutticolo Italiano, affidando la sua realizzazione al CRA – Istituto
Sperimentale per la Frutticoltura di Roma. Allo stato attuale il Centro (inaugurato nell’ ottobre 2006) già
ospita a dimora 5000 accessioni delle principali specie da frutto, di cui 770 di pero, con in programma di
complementare la raccolta nei prossimi anni, raggiungendo il numero di 14.000 accessioni. In Belgio il
gruppo del dr. M. Lateur (e i colleghi e partner europei che collaborano con lui) per costituire presso il
Walloon Res.Center di Gembloux un’ampia collezione genetica, “in vitro”, abbinata ad un “database”
(Intergrated Fruit Tree Genetic Resources & Biodiversity, iniziato nel 2004) per preservare il materiale
genetico, raccogliere e offrire informazioni, dar vita ad un programma congiunto internazionale per la
creazione di nuove varietà, volta a recuperare i geni utili preservati. Francia, Italia e Spagna,
principalmente, sono molto interessate a collaborare a questa iniziativa, anche se l’Ue finora non ha
potuto sostenerla finanziariamente ( Sansavini et al., 2007 ) rivista 2008.
13
La dislocazione dei campi di conservazione del germoplasma di pero in Italia è la seguente:
CULTIVAR DI PERO CONSERVATE IN CAMPI CATALOGO PRESSO LE DIVERSE
ISTITUZIONI LOCALI
ISF FO
CNR FI
ISF RM
DCA BO
250
244 242
DCA TO
CNR SS
DO CT
200
VB CN
168
DPV MI
IF PC
146
150
ITAS PR
109
100
DAAPV PD
VBE FI
78
64
ERSA UD
60
DPV VT
45 45 45 40 38
50
28 26 24 22
16 16 14 9
DBAA AN
7 5
DV RA
AS TN
0
NA
V
BP
DA
CE
ISF CZ
DA
CE FO
PV
CR A
AP
DC
TN
AS
RA
DV AN
AA
DB T
VV
DP UD
SA
ER I
EF D
P
VB
V
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DA R
P
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PC
IF
I
VM
DP
CN
VB
CT
DO S
S
R
CN
O
AT
DC
O
AB
DC
RM
ISF I
F
R
CN
FO
ISF
DCA PA
CRPV FO
CEDA CZ
ISF CE
DABPV NA
ISF FO
Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione Operativa di Forlì
CNR FI
Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree - CNR- Scandicci (FI)
ISF RM
Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Roma
DCA BO
Dipartimento di Colture Arboree - Università di Bologna
DCA TO
Dipartimento di Colture Arboree - Università di Torino
Isituto per la Fisiologia della Maturazione e della Conservazione del Frutto delle Specie
Arboree
CNR SS
Mediterranee - CNR Sassari
DO CT
Dipartimento di Ortofloroarboricoltura,Sezione Arboricoltura - Università di Catania
VB CN
Vivai Bassi - Cuneo
DPV MI
Dipartimento di Produzioni Vegetali - Università di Milano
IF PC
Istituto di Fruttiviticoltura - Università Cattolica del Sacro Cuore - Piacenza
ITAS PR
Istituto Tecnico Agrario Statale " Fabio Bocchialini " - Parma
14
DAAPV
Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali - Università di Padova
PD
- Legnaro (PD)
VBE FI
Vivai Belfiore - Lastra a Signa - Firenze
ERSA UD
ERSA Servizio Sperimentale Agricolo - Pozzuolo del Friuli - Udine
DPV VT
Dipartimento di Produzioni Vegetali - Università della Tuscia - Viterbo
DBAA AN
Dipartimento di Biotecnologie Agrarie ed Ambientali - Università di Ancona
DV RA
Dalmonte Vivai - Brisighella (RA)
AS TN
Associazione Spadona - Ronzone (TN)
DCA PA
Dipartimento di Colture Arboree - Università di Palermo
CRPV FO
Centro Ricerche Produzioni Vegetali - Diegaro di Cesena - Forlì
CEDA CZ
Ce.D.A. - Cropani Marina - CZ
ISF CE
Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione Operativa di Caserta
Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag.
63
Da come si evince dalla tabella gli enti che custodiscono la maggior parte delle cultivar sono concentrati
tra la Toscana e l’Emiglia Romagna, invece gli enti del Sud (DBP NA, ISF CE, CEDA CZ,DCA PA)
hanno poche cultivar conservate, questo naturalmente dipende da una maggiore esigenza che hanno le
regioni e gli enti del centro nord dove, la coltura essendo importante hanno bisogno di un maggior
numero di cultivar per effettuare miglioramento genetico, ma anche da una maggiore sensibilità, anche
diffusa, verso la salvaguardia e conservazione delle varietà autoctone. Oltre a questo elenco pubblicato sul
libro “IL PERO”, vi sono tanti altri istituzioni o enti non annoverati come la Scuola Malva-Arnaldi che
in Piemonte custodisce tutto il germoplasma piemontese.
LA CONSERVAZIONE DEL GERMOPLASMA DI PERO IN ITALIA (11)
In Italia gli studi pomologici sul pero iniziano nel 1800 con Gallesio e la sua monumentale opera
“Pomona Italiana” nella quale sono descritte 327 cultivar di pero. A partire dagli anni’50 il miglioramento
genetico del pero viene portato avanti da Morettini i cui eccelenti risultati sono ancora apprezzati ai nostri
15
giorni. Nel 1957 Baldini e Scaramuzzi descrivono accuratamente 104 cultivar di pero presenti in Italia,
mentre dieci anni dopo, Morettini e collaboratori ne descrivono 123 con ampia e precisa documentazione
iconografica (Morettini et al., 1967). Nel 1964 Branzanti e Sansavini riferiscono sulla diffusione e
importanza di 116 cultivar di pero, poi nel 1976 Bellini e Scaramuzzi rendono nota una indagine
conoscitiva su 428 cultivar di pero ancora esistenti in Italia. L’abbandono delle “vecchie cultivar”
semplicemente a causa delle limitate prospettive di guadagno, origina l’impoverivento di un patrimonio di
preziose caratteristiche genetiche, delle quali potremmo avere urgente necessità in un prossimo futuro.
Pertanto, la conservazione delle “varietà tradizionali” è un compito cui nè le istituzioni pubbliche, nè
quelle private possono sottrarsi, perché in queste varietà sono relegate caratteristiche di resistenza (es. al
freddo e alle malattie ) nonché di particolari pregi agro-pomologici e di conservabilità dei frutti che
potrebbero essere utili nei futuri programmi di miglioramento genetico (Autori Vari, 2000). L’origine delle
cultivar di pero è per oltre il 60% di origine italiana seguita poi dalla Francia (13%) Usa (9,6%) e paesi
dell’EST (5,3%).
I due sistemi di conservazione delle specie frutticole, ex situ ed in situ, sono entrambi indispensabili nel
lavoro di salvaguardia e mantenimento delle risorse genetiche dei fruttiferi. Negli istituti di ricerca italiani e
nei vivai privati, dislocati in tutta italia, sono in questo modo conservate migliaia di specie frutticole, che
spesso rappresentano un’importante fonte genetica per la costituzione di nuove varietà migliorate.
Iniziative pubbliche
In Italia sono numerose le istituzioni che operano attraverso progetti di ricerca alla conservazione del
patrimonio genetico delle principali specie frutticole, tra queste meritano di essere rammentate:
1. gli istituti di ricerca (IRSA) che partecipano alla conservazione delle risorse genetiche agrarie
attraverso il Progetto finalizzato “Risorse Genetiche “ del MIPAF. Fa capo a questo importante
progetto l’Istituto sperimentale per la Frutticoltura di roma (ISF) a cui è stato affidato il
coordinamento;
2. i Dipartimenti di Ortoflorofrutticoltura e Coltivazioni Arboree delle università di Firenze e di Bologna
che collaborano alla conservazione di numerose specie frutticole a rischio di estinzione attraverso il
progetto nazionale PRIA (Progetto di ricerca sul Pero finalizzato alla riduzione dell’impatto
ambientale e alla valorizzazione della qualità);
3. il Dipartimento di produzioni Vegetali di Viterbo insieme all’ISF, che coordina questo importante
progetto, collaborano al progetto PRAL “individuazione, recupero e caratterizzazione del
germoplasma frutticolo laziale”;
4. infine, non certo per ordine di importanza, diverse istituzioni del CNR che si occupano della raccolta
e della conservazione in situ ed ex situ (banca del germoplasma) di risorse genetiche agrarie italiane e
di tutta l’area mediterranea.
5. Iniziative private
16
Numerose sono pure le iniziative che a livello regionale tutelano le singole specie frutticole in particolari
settori. I singoli operatori (orti botanici, parchi e musei privati), vivaisti e associazioni private svolgono un
preziosissimo lavoro per la conservazione di antiche varietà attraverso io mantenimento di collezioni in
vivo. Un’iniziativa molto interessante proviene dall’Associazione Pomona che mantiene una sessantina di
varietà di diverse specie frutticole nel Parco del Ticino; inoltre i vivai Dalmonte (RA) e Bassi Vivai (CN)
propongono soprattutto ad amatori, la vendita diretta di piante e astoni di vecchie cultivar di pero con il
marchio “ Antico Pomario” . Vi sono molti altri vivai che si dedicano alle vecchie varietà. Si potrebbero
citare: Il vecchio melo (28075 Grignasco (NO), Vivaio Bartolomeo Gottero - Collezioni Varietali
Antiche, via Collegno, 51 – 10091 Alpignano (TO); Cascina Bozzola via Frassati n° 11 - Occhieppo
Inferiore (BI) .
Leggi nazionali e regionali
Il nostro Ministero per le Politiche Agricole ha recepito questo fondamentale impegno comunitario
emanando il Decreto Legislativo n. 143 del 1997 che definisce il Programma Nazionale “Biodiversità e
Risorse Genetiche”, coordinato e finanziato dallo stesso MIPAF, che prevede la salvaguardia e la
conservazione delle specie biologiche, anche attraverso la valorizzazione di prodotti locali a rischio di
estinzione. Grazie a questo sostegno, in alcune Regioni sono state emanate leggi volte alla salvaguardia e
alla tutela rurale delle varietà locali non più reperibili sul mercato. (Tab. 1)
Questa legislazione, mirata alla tutela e alla conservazione del germoplasma a rischio di erosione genetica,
ha favorito la salvaguardia integrale di vaste aree (boschi e parchi, aree naturali protette), nonché la nascita
di aziende biologiche dove le antiche varietà, anche di frutta, vengono coltivate da esperti agricoltori.
Questo tipo di conservazione desta oggi particolari interessi per il mantenimento delle tradizioni e dei
saperi delle popolazioni di zone agricole marginali. Lo sviluppo di queste strategie comporta il
mantenimento di forme di agricoltura sostenibile e la possibilità di integrare il reddito aziendale attraverso
attività complementari quali la valorizzazione di prodotti tipici.
17
Regione
N° Data
Titolo
Abruzzo
35
09-04-97
Tutela della biodiversità vegetale e la gestione dei giardini ed orti botanici.
Toscana
50
16-07-97
Tutela delle risorse genetiche autoctone.
Molise
9
23-02-99
Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona ed
incentivi alla coltivazione delle piante del sottobosco e officinali.
Veneto
5
28-01-00
Art. 39 Interventi per la tutela e la conservazione delle antiche varietà cerealicole
venete.
Lazio
15
01-03-00
Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario.
Friuli-Venezia
21
20-11-00
Disciplina per il contrassegno dei prodotti agricoli del Friuli-Venezia Giulia
Giulia
non modificati geneticamente, per la promozione dei prodotti agroalimentari
tradizionali e per la realizzazione delle Strade del vino.
Bolzano
1
22-01-00
Contrassegnazione dei prodotti geneticamente non modificati.
Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003
pag.65
Un altro progetto è stato la compilazione di inventario che ha lo scopo di documentare la situazione
attuale delle cultivar di pero esistenti presso alcune istituzioni pubbliche e private, cercando di valutare
obiettivamente le situazioni di rischi per alcune cultivar e richiamare le iniziative di tutela e gli interventi
necessari per la salvaguardia del patrimonio conservativo del pero nel nostro Paese. Le informazioni
raccolte sono state gentilmente fornite dalle istituzioni pubbliche e da alcuni vivaisti e associazioni private
che partecipano a progetti di conservazione del germoplasma in atto in Italia hanno permesso di elaborare
un’elenco delle varietà di pero tutt’oggi conservate in vivo in campi catalogo; per ciascuna cultivar sono
state riportate notizie circa il paese di origine o di diffusione in Italia (vedi grafico n° 62 ), l’istituzione che
ne garantisce la conservazione ed alcune peculiarità agronomiche ed organolettiche che potrebbero essere
riutilizzate per un’eventuale riproposizione mercantile. L’elenco di questo materiale (complessivamente 80
18
accessioni) e le relative informazioni possono essere richiesti al Dipartimento di Ortoflofrutticoltura
dell’Università di Firenze. In realtà rappresentano solo una buona parte del vasto germoplasma di pero;
ancora molto c’è da fare! L’inventario delle antiche varietà coltivate per singole regioni dovrebbe
prevedere analisi eseguite in modo capillare, soprattutto nelle zone marginali, nelle valli alpine ed
appenniniche, con particolare attenzione ai pomari familiari di vecchie ville patrizie e casolari, vecchi
chiostri di convento, orti botanici, aziende agricole a conduzione familiare dove, siamo certi, si
scoprirebbe una vasta biodiversità per i programmi di miglioramento genetico e per la tutela del
germoplasma frutticolo italiano. Infatti il programma di recupero di germoplasma serve a dare solo un
piccolo contributi all’ampia disponibilità .
Potenzialità offerte dal germoplasma ancora esistente
Il germoplasma di pero comprende cultivar ed ecotipi contraddistinti da molteplicità di caratteristiche
agro-bio-pomologiche diverse e peculiari, in grado di rispondere alle differenti esigenze dei produttori e
dei consumatori (Bellini, 1978; Scaramuzzi, 1988; Damigella e Alberghina, 1991; Ponchia, 1992; Roveri e
Ughini, 1992; Ponchia et al., 1993; Agabbio,1994 e 1998; Melegari, 2001; sartorie et al., 2001). Le
potenzialità offerte dalle numerose antiche cultivar di pero, utilizzabili nei programmi di miglioramento
genetico, consentono di suddividere il germoplasma in tre gruppi fondamentali:
•
cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore
•
cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore
•
cultivar tolleranti o resistenti alle avversità
Cultivar con caratteri pomologici innovativi per il consumatore
Da alcuni anni il consumatore è molto attento non solo all’aspetto esteriore, ma soprattutto alla qualità del
frutto, alle sue caratteristiche organolettiche e nutrizionali e alla sua genuinità e salubrità. Poiché molte
vecchie cultivar di pero sono caratterizzate da ottime qualità dei frutti accompagnata da buon sapore e
aroma e profumato della polpa, esse risultano interessanti per una riproposizione mercantile a livello
locale e per le aziende a conduzione biologiche. Vi sono ad esempio delle ottime pere da cuocere e adatte
alla trasformazione che per le loro qualità organolettiche vengono riproposte in mercati di nicchia, in
quanto apprezzate da clienti amatoriali affezionati.
Cultivar con caratteri agronomici innovativi per il produttore
Il produttore richiede invece cultivar contraddistinte da un’elevata produttività della pianta, una grossa
pezzatura dei frutti ed un’elevata resistenza alle manipolazioni ed al trasporto, caratteristiche che
consentono di abbassare i costi di esercizio e rendere i frutti più competitivi sul mercato. Altra importante
caratteristica agronomica riguarda l’epoca di maturazione. Il vasto germoplasma di pero consente di
19
coprire un’ampio periodo di maturazione che và da giugno (pere precocissime) fino a dicembre (pere
tardive o invernali).
Cultivar tolleranti o resistenti alle avversità
Alcune antiche varietà di pero sono caratterizzate da elevata rusticità e capacità di resistere alle malattie
biotiche (Tab. 2) senza l’impiego di formulati chimici. Pertanto rappresentano una fonte di materiale
genetico estremamente utile nei programmi di “ breeding”, dove vengono utilizzati come genitori
potenziali per trasferire tali caratteristiche alle cultivar commerciali, spesso suscettibili alle malattie e
povere di sapore. I risultati più significativi nell’ambito della resistenza alle malattie biotiche, riguardano
essenzialmente l’ottenimento di nuove cultivar e selezioni resistenti a tre temibili malattie: colpo di fuoco
batterico, psilla e ticchiolatura (Tab. 3). Prendendo in esame l’origine genetica delle nuove cultivar, è
possibile osservare come spesso nell’incrocio siano stati prescelti uno o ambedue i genitori resistenti a uno
specifico parassita, rappresentati da vecchie cultivar di pero europeo, a dimostrazione che il germoplasma
di pero viene ancora oggi utilizzato nei programmi d’incrocio e pertanto deve essere conservato e tutelato
in modo adeguato.
Tab. 2. Cultivar di pero tolleranti o resistenti alle principali fitopatie, alle manipolazioni, al trasposto e
all’ammezzimento
NOME FITOPATIA O RESISTENZA
NOME CULTIVAR
Cancro batterico( Pseudomonas spp. )
Butirra d’ Anjou, Butirra Hardy, Decana del Comizio,
El Dorado, Forelle,Winter Nelis
Ticchiolatura ( Venturia pyrina )
Baretta, Conference, Decana del Comizio,
Dr. J. Guyot, Favorita di Clapp, Kaiser, Kieffer,
Lombardo Bianco, Madernassa, Martin Bertun,
Martin del Bosu, Martin della Sala, Martin Saluzzo,
Martin Sec, Moru, Prusette, Tomin, Supertino,
William.
20
Colpo di fuoco batterico ( Erwinia amylovora )
Atlantic Queen, Buona Luisa d’ Avranches, Dawn,
Duchessa d’ Angouleme,El Dorado, Elliot,
Farmingdale, Garber, Giant Seckel, Harrow Delight,
Harrow Sweet, Harvest, Queen, Honeysweet, Hood,
Kieffer, Le Conte, Lee, Mac, Magness, Maxime,
Mericourt, Monterey, Moonglow, Morgan, Old Home,
Orient, Pierre Corneille, Potomac, Professor Molon,
Redspire,
Seckel, Star, Starking, Summercrisp, Tyson, Waite,
Winter Nelis.
Psilla ( Cacopsilla pyri)
Batjarka, Beurrè d’ Hardenpont, Butirra Hardy,
Honeysweet, Kajzerka,
Karaminlika, Katman, Krupan Burnusus, Lucele,
Mednik, Moonglow, Napoca, Obican Vodenac, Sierra,
Spadona,
Spina carpi, Topka, Zelinka.
Carpocapsa ( Lasperyresia pomonella )
Butirra d’ Anjou, Conference, Decana del Comizio,
Kaiser, Passa Crassana.
Oidio ( Podosphaera leucotricha )
Decana del Comizio, Winter Nelis.
Entomosporiosi ( Fabraea maculata )
Buona Luisa d’ Avranches, Butirra Diel, Decana del
Comizio, Duchessa d’ Angouleme, Favorita di Clapp,
Minister Dr. Lucius, William.
Litiasi infettiva ( Virus PSPV )
William.
Giallume delle nervature ( Virus PVYV )
Butirra d’ Anjou, Kaiser, William, Winter Nelis.
Resistenza a patogeni diversi ( cv rustiche)
Angelica, Bella di Giugno, Briaca, Brutta e Buona,
Giugnola, Lardaia, Scipiona, Tarda.
Resistenza alle manipolazioni e al trasporto
Moru, Passacrassana, Rosato, S.Giovanello, S. Nicola,
Virdifatto.
Resistenza all’ammezzimento
Porporata, Principessa di Gonzaga, Ucciardona,
Zuccherina,William.
Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag.
65
Tab. 3 Principali caratteristiche di cultiuvar di pero resistenti a tre diffuse malattie biotiche
21
Cultivar
Paese
di Anno
Origine
Epoca di Osservazioni
origine
di
genetica
maturazio
diffusi
ne
one
Potomac
USA
1993
Moonglow x + 15
Albero
Butirra
vigoria e produttività;
d’
Anjou
di
frutti
di
media
media
pezzatura e discreta
qualità
Elliot
USA
1988
Elliot n° 4 x + 20
Albero
di
vigoria
Vermont
media; produttività e
pezzatura dei frutti
elevati;
buona
la
qualità
Blake’s
USA
1998
pride
US 446 x + 21<
Albero
di
media
US 505
vigoria,
produttività
medio-elevata
frutto
giallo
polpa
con
succosa e aromatica,
conservazione 3 mesi.
Resistenti al colpo di fuoco batterico
Gourmet
USA
1988
South
+ 25
Albero
di
vigoria
Dakota F15
elevata, poco affine al
x Ewart
cotogno; produttività
e
pezzatura
buone
media,
qualità
gustative..
Harrow
Gold
Canada
1999
Harvest
Queen
- 10
x
Frutto giallo di buona
pezzatura
Harrow
succosa
Delight
sapore
polpa
e
ottimo
22
Harrow
Canada
1999
Crisp
William
x +7
Albero
di
taglia
US-56112-
media,
assurgente,
146
frutto
di
pezzatura
grossa
a
polpa
bianco-crema,
croccante con sapore
delicatamente dolce.
Harrow
Canada
1996
Sweet
William x
+ 25
Albero
di
( Old Home
vigoria,
affine
x
cotogno; produttività
Early
Sweet)
elevate
frutto
media
al
e
costante;
di
pezzatura
media, polpa dolce e
succosa
di
ottimo
di
vigore
sapore
Isolda
Germania
1998
D.J. Guyot x 0
Albero
Colorèe
medio-scarso, precoce
de
Juillet
nella messa a frutto;
poco suscettibile al
colpo di fuoco; frutti
di
buona
qualità
organolettica.
Tristan
Germania
1998
Colorèe
Juillet
de 0
x
Albero
di
medio-scarso,
Tongern
ben
colorati,
vigore
frutti
con
ottime caratteristiche
Resistenti alla ticchiolatura
organolettiche.
Manon
Germania
1998
Non nota
+ 36
Albero
di
vigore
medio, resistente al
colpo di fuoco; frutti
di grossa pezzatura ed
elevate caratteristiche
organolettiche
23
Hortensia
Germania
1998
Forelle
x + 46
Precoce
messa
Favorita
di
frutto,
produttività
Clapp
elevata
e
a
costante;
frutti a buccia rossa,
con polpa succosa e
aromatica.
Eckhard
Germania
1998
Forelle
x + 52
Precoce
Favorita
di
frutto,
Clapp
messa
a
molto
produttiva, frutti di
grossa pezzatura, di
buon sapore ed ottima
conservabilità
Uta
Germania
1998
Madame
Vertè
+ 60
x
Albero
di
vigore
medio-scarso,
con
Imperatore
produttività elevata e
Alessandro
costante,
poco
suscettibile al colpo di
fuoco; frutti di grossa
pezzatura
e
buona
conservabilità
David
Germania
1998
D.J. Guyot x + 66
Albero
Vereinsdech
medio-scarso, precoce
ant
nella messa a frutto;
frutti
di
di
vigore
ottima
conservabilità, adatti
al trasporto
Haydea
Romania
1993
Butirra
Hardy
Butirra Six
+ 25
x
Resistente al colpo di
fuoco, albero molto
produttivo affine al
cotogno, frutte grossi
di buona qualità.
24
Getica
Monica
Romania
Romania
1994
1994
Napoca
x -5
Tollerante il colpo di
Butirra
fuoco;
Precoce
interessante
Morettini
pezzatura.
Santa Maria + 25
Tollerante il colpo di
x Principe di
fuoco;
Gonzaga
medio vigore, frutto
frutto
per
la
albero
di
di grossa pezzatura, si
conserva per 3 mesi
Euras
Krasavitsa
Romania
Russia
1994
1996
Chernenko
(P.serotina x + 35
Tollerante il colpo di
O. de serres)
fuoco; frutto di media
x Decana d’
pezzatua, si conserva
Inverno
per 6 mesi.
Doch’
+ 45
Altamente
resistente
Blankovoi x
alla ticchiolatura, con
Beurrè
frutti di buona qualità
d’
Hardenpont
ed elevata pezzatura;
buona la produttività
Resistenti alla psilla
Hongxiang Cina
1996
su
Korla’s
Xiangli x Eli
+ 20
Molto resistente alla
ticchiolatura,
con
frutti a buccia rossa di
grande pezzatura, di
buona
qualità
e
conservabilità
Fonte: La conservazione del germoplasma di pero in Italia Rivista Frutticoltura ed Ortofloricoltura n° 63 2003 pag.
67
7. MIGLIORAMENTO GENETICO
Nessuna specie frutticola ha un’assetto varietale cosi stabile come il pero ( Pyrus Communis ) (6). Il grande
lavoro selettivo svolto in Europa nei secoli scorsi ci ha lasciato in eredità decine, centinaia di varietà cui si
sono aggiunte, negli ultimi decenni, nuove cultivar prodotte in centri di ricerca europei, americani,
sudamericani e sudafricani. Le varietà oggi coltivate con un qualche peso, in Europa, rimangono però
poche. Infatti solo otto varietà (compresi i loro mutanti) determinano circa l’ 80% della produzione
europea (Conference supera il 30%, William e i suoi mutanti rossi il 14%, Abate Fètel circa il 13%,
Blanquilla/Spadona il 5,4%, Dr. J. Guyot 4,2%, Coscia/Ercolini e Decana del Comizio 4% e 5%
25
rispettivamente). Anche le aree produttive sono molto circoscritte; poco più di un quarto della superficie
pero (con oltre il 35% della superficie europea) è in Italia, seguita da Spagna (col 20%) il 10% o meno in
Belgio, Francia, Olanda e meno del 7% in Portogallo (dove la pericoltura è rappresentata dalla sola cv
Rocha). Dunque, il pero è preponderante nei Paesi centro meridionali europei con limitate ramificazioni al
Sud e al Nord. Questo perché, anche verso le latitudini settentrionali, le risposte sono molto più selettive
del melo. Apprezzabile peraltro è la presenza della coltura nel Regno Unito.
Pur nella sua grande variabilità di forma ed habitus, la plasticità del menome del pero, dunque è inferiore a
quella del melo, soprattutto per ragioni climatiche: non sopporta, infatti, minime invernali troppo basse
(che il melo supera agevolmente) e nemmeno temperature estive troppo alte, che inducono squilibri alla
maturazione e possibili fisiopatie del frutto. Anche il cotogno, la specie più utilizzata come portinnesto in
Europa (non altrettanto nelle altre aree pericole), teme, ancor più del pero. Sia il freddo invernale, sia che
l’eccessivo riscaldamento estivo dell’atmosfera, tanto da indurre squilibri morfofisiologici, accrescendone,
in primo luogo la disaffinità d’ innesto, almeno in qualche varietà. Alcune varietà (es. William) mal si
adattano, ad esempio, alle regioni meridionali italiane ed altre peraltro fanno altrettanto al Nord (es.
Coscia). Ciò premesso, è evidente che il miglioramento genetico può colmare questi deficit di adattamento
climatico solo se si aumenta la variabilità genetica dei caratteri, al fine di guadagnare nuove aree di
coltivazione. Stupisce anche il fatto che il consumo di pere, in Europa, sia di gran lunga inferiore a quello
delle mele, non certo perché i frutti delle varietà più note non siano gradevoli e buoni anche per la salute,
ma per una serie di motivi tecnico organizzativi, di conservazione e post-maturazione che ne pregiudicano
il consumo. In particolare, è molto difficile offrire al consumatore frutti ben maturi, al top della qualità, e
ciò ne può ridurre l’acquisto e l’affezzione continuativa al consumo. Qualche operatore commerciale per
ovviare a ciò ha cominciato a mettere in ogni confezione le istruzioni su come gestire le pere sul piano
domestico, prima in frigo, poi fuori, per portarle al giusto grado di maturazione, come si fa in California.
I PROGRAMMI DI BREEDING
In Europa sono almeno una quindicina i programmi di breeding pubblici (più raramente privati) notti ed
operativi da molti anni e ai quali facciamo riferimento in questa breve descrizione di nuove varietà
licenziate. E’ grazie alle nuove conoscenze di biologia molecolare che i programmi di M.G. possono
essere migliorati sia nell’impostazione degli incroci (la scelta dei genitori può tener conto dell’ereditarietà
dei caratteri, specie di quelli poliallelici), sia negli obiettivi (più mirati), sia nei protocolli di selezione
(accelerandone il processo attraverso la selezione molecolare assistita – MSA) e soprattutto nel percorso
di valutazione delle piante e del frutto. Nel campo della selezione per le resistenze, recenti ricerche di
genomica hanno fatto luce sul meccanismo di reazione ospite-patogeno e all’azione di resistenza a Erwinia
amylovora ed a Venturia pyrina da parte degli organi colpiti (foglie e frutti). Conseguentemente, disponiamo
della possibilità di individuare i marcatori, cosiddetti QTL, di caratteri poligenici come sono quelli per la
26
resistenza a “ fire blinght” e altre malattie. La selezione assistita (MSA) si applica al 1°-2° anno di crescita
dei semenzali. Inoltre è stato studiato il locus S (sterilità gametofita) ed il modo di segregazione dei suoi
numerosi alleli. Sono anche state determinate – su base molecolare- le coppie di genitori interfertili e
soprattutto quelle intersterili in quanto dotate degli stessi alleli come es. Abate Fètel e Decana del
Comizio. Ricerche di biologia su pero europeo e pero giapponese (nashi) hanno recentemente elucidato il
meccanismo dell’autocompatibilità: è emerso il ruolo dell’enzima R-Nasi, stilare, nel riconoscimento e,
quindi, nel rigetto pollinico e quello di un altro enzima, la TGasi, quale determinante pollinico nel
coinvolgimento del dominio degli “Fbox” le cui proteine rendono complesso e compartecipato il
fenomeno della crescita o, all’opposto, il blocco del tubetto pollinico. Si dovrebbe cosi comprendere
perché in pratica le incompatibilità, al pari della compatibilità, non sempre sono definite in modo netto.
Altri fattori, proteici, espressi solo in certe condizioni, rafforzano o riducono il peso dei singoli alleli e,
quindi, il grado di infertilità varietale. I paesi che da decenni lavorano intorno a programmi di
miglioramento genetico sul pero sono Francia (Angers), Italia (Firenze, Bologna, Roma-Forli), Germania
(Dresda-Pillnitz), Gran Bretagna (East Malling), Belgio (Gembloux), Olanda (Wageningen), Romania
(Pitesti-Maracineni, Voinesti e Cluj) e altri ancora (Bellini et all., 2000). In tabella 2 sono riassunti i
principali obiettivi del breeding europeo, mentre nella tabella 3 sono indicate le linee di incroci e gli
obiettivi perseguiti negli ultimi venti anni all’Università di Bologna (Musacchi et all., 2006) di cui
compaiono anche i principali genitori utilizzati. Nel mondo le varietà licenziate negli ultimi quindici anni
sono 201 di pero europeo ( P. communis ), di cui 83 dotate di una o più resistenze ad avversità, e 103 di
nashi ( P. serotina o pyrifolia ) giapponese o ibridi dello stesso e di altre specie orientali, di cui una quindicina
di recente diffusione. La loro promettente introduzione in Europa quindici-venti anni fa, però, non ha
prodotto in genere risultati soddisfacenti. Così come una diffusione molto circoscritta e limitata hanno le
pere europee nei Paesi asiatici. E’ impressionante constatare come, ufficialmente, attraverso la letteratura,
siano una trentina i Paesi che hanno concorso a diffondere varietà dell’una o dell’altra specie o qualche
raro ibrido. Più di tutti si sono distinti Cina e Russia e con un certo distacco Germania, USA, Giappone,
Corea del Sud, Australia, Francia e Italia vengono dopo questi con dieci-quindici varietà ciascuna (Fig. 2).
Come è ben noto, il processo selettivo dei semenzali di pero è piuttosto lungo, causa la giovinilità e la
lentezza della messa a frutto della specie e il tempo necessario per la valutazione preliminare del grado di
affinità con i vari portinnesti, specialmente di quelli clonali (vedi cotogni). Pertanto, tutte le nuove varietà
licenziate hanno ridotte possibilità di affermazione. Quasi mai o di rado sono capaci di incidere sulla realtà
della pericoltura. Fortunatamente in questi ultimi anni il riassetto varietale è di nuovo un’opzione
praticabile, al cospetto di una maggiore offerta varietale (Sansavini et al., 2000; Castagnoli et al., 2007).
Dunque, le novità hanno qualche possibilità in più di farsi largo rispetto al passato. Tuttavia, nonostante i
sistemi di diffusione in esclusiva (grazie alla legge sulla tutela della proprietà intellettuale applicata ormai in
tutti i Paesi europei) e pertanto la possibilità di creare sistemi di protezione dell’intera filiera (l’esempio di
27
Angelys® è tuttora il più efficace) (Sansavini e Lugli, 2007), molte novità stentano, in primo luogo, ad
entrare nei cataloghi vivaisti per costruire i nuovi impianti. Oggi giorno si ritiene che non meno del 9095% delle scelte siano ogni anno orientate sulle vecchie varietà (che hanno un’età media di 100 a 250
anni!) ben note e apprezzate dai consumatori. I coltivatori sono quindi restii a cambiare varietà, anche
perché ognuna di queste ha proprie esigenze di coltivazione che si conoscono solo attraverso l’esperienza.
Le scelte, perciò, cadono in genere su varietà di cui si conosce bene anche la tecnica di coltivazione, di
potatura e difesa, la frigoconservazione dei frutti, la post-maturazione e il packaging. Sono pertanto le già
citate poche pere di sicura qualità, con caratteristiche differenziali ben visibili e/o apprezzabili, che il
pubblico dei consumatori preferisce. Nel breve esame del nuovo panorama varietale conviene tuttavia
considerare anzitutto il calendario di maturazione perché i due mesi principali della raccolta
(agosto/settembre) sono già saldamente caratterizzati da William, Conference, Abate Fètel, Decana del
Comizio, Kaiser (Beurrè Bosc), mentre nel periodo precoce (da metà giugno a tutto luglio) e tardive (con
raccolta dopo metà settembre- fino a tutto ottobre e a consumo invernale) ci sarebbero spazi virtuali
copribili da nuove varietà, di cui tutti siamo alla ricerca, ma che o si fatica ad individuare o non sono
ancora disponibli. In tabella 4 sono elencati i principali programmi di miglioramento genetico pubblici e
privati europei con le rispettive varietà licenziate e di maggiore interesse. Alcune di queste varietà sono
tuttora in corso di valutazione in Italia nell’ambito del progetto ministeriale “Liste di orientamento
varietale in frutticoltura” e le principali caratteristiche pomologiche sono raggruppate in tabella 5.
28
SECONDA PARTE
8. RECUPERO DI GERMOPLASMA AUTOCTONO DI PERO IN BASILICATA
Il progetto che ha avuto l’obiettivo di recuperare germoplasma(12)
per valutarne le caratteristiche
pomologiche è stato finanziato da parte delle Comunità Montana Basso Sinni. L’Azienda Pantanello
dell’Alsia oltre a curare il coordinamento ha effettuato i rilievi fenologici e pomologici degli ecotipi
recuperati.
Gli obiettivi del progetto sono stati:
1. - recupero di materiale genetico autoctono, per evitare che andasse perduto;
2. - valutazione delle caratteristiche fenologiche, agronomiche e pomologiche;
3. - conservazione in campi di germoplasma;
4. - verifica dello stato fitosanitarie;
5. - creazione di modelli organizzativi per la valorizzazione commerciale.
Il progetto è stato effettuato in collaborazione con l’Ufficio Fitosanitario, che ha curato il rispetto delle
normative vigenti in merito alla produzione di materiale viviastico, la Metapontum Agrobios, che ha
effettuato le analisi virologiche come previsto dalla legislazione e il Covil (Consorzio vivaisti lucani), che
ha propagato e posto in conservazione il materiale
9. MATERIALI E METODI ( 1A PARTE)
Nel corso degli anni gli agricoltori delle aree collinari interne hanno continuato la coltivazione di sparute
piante di peri locali che si distinguevano per particolari caratteristiche pomologiche e produttive. Per
alcuni di questi si poneva il problema della perdita, in quanto non più coltivati, pertanto si rendeva
necessario il recupero, oltre alla valutazione fenologica, pomologica e produttiva, l’analisi dello stato
fitosanitario, e la conservazione in strutture vivaistiche per rendere disponibile materiale per la
propagazione secondo quanto previsto dalle normative fitosanitarie. Il lavoro ha seguito lo schema
seguente:
Individuazione della pianta capostipite.
In pieno campo è stata individuata la pianta capostipite da cui prelevare il materiale per la costituzione
delle fonti primarie, questa viene, per alcuni anni, sottoposta a controlli allo scopo di valutare gli aspetti
pomologici e fitosanitari.
Costituzione delle fonti primarie.
Dopo avere prelevato il materiale di propagazione (marze o gemme) dalla pianta capostipite vengono
costituite in vivaio le fonti primarie. Il materiale viene innestato su portinnesti molto affini allo scopo di
29
ottenere piante vigorose, longeve e che siano in grado di produrre frutti e materiale di propagazione di
ottima qualità. Prima di essere poste in collezione le piante in vivaio vengono nuovamente controllate dal
punto di vista fitosanitario.
Costituzione e gestione di campi per la conservazione delle fonti primarie.
Le fonti primarie dal vivaio vengono successivamente poste in speciali strutture (screen-house) ed allevate
fuori terra in mastelli. Le condizioni di isolamento della screen-house vengono ottenute con un
rivestimento di rete antiafidica (16/10), con un vestibolo a doppia apertura e con un telo pacciamante che
ricopre il terreno. Queste condizioni impediscono infestazioni e contaminazioni da organismi nocivi che
possono compromettere la sanità delle piante e quindi del materiale di propagazione. Alle fonti primarie
vengono continuamente assicurati tutti quegli interventi agronomici (potatura, irrigazione, fertirrigazione,
difesa dai parassiti) necessari per favorire un regolare sviluppo delle piante. Le fonti primarie vengono
periodicamente sottoposte a controlli fitosanitari e di corrispondenza varietale.
Valutazioni degli ecotipi recuperati
Per ogni ecotipi sono state effettuate delle valutazioni fenologiche, produttive e pomologiche per
individuare i migliori ecotipi che possano avere un interesse commerciale, pertanto suscettibili di
programmi di diffusione.
Schema riassuntivo del programma di lavoro:
Fonte primaria
30
9. MATERIALI E METODI ( 2A PARTE)
SCELTA DI ECOTIPI MIGLIORI
I criteri con cui si è proceduto alla sceltà di 3 ecotipi su 12 sono stati:
-
segnalazione da parte di persone anziane presenti da tanto tempo sul territorio
-
individuazione di ecotipi che manifestavano caratteristiche richieste dal mercato
-
ecotipi che manifestano tolleranza ad alcune fitopatologie
Tra i descrittori sono stati utilizzati quelli di Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) inviatimi da
Pomologia Italiana, e poi il Pear Descriptors I.P.G.R.I (International Plant Genetic Resources Institute),
che dal 1 Dicembre 2006 cambia denominazione e si chiama INIBAP (International Network for the
Improvement of Banana and Plantain) ed è stato integrato con quello di Agroscope.
Le caratteristiche analizzate per la descrizione sono :
1. EPOCA DI FIORITURA
2. FIORI MEDI PER CORIMBO
3. % MEDIA DI ALLEGAGIONE
4. PESO MEDIO DEI FRUTTI
5. DIAMETRO MEDIO DEI FRUTTI
6. LUNGHEZZA MEDIA DEI FRUTTI
7. PEZZATURA
8. RAPPORTO LUNGHEZZA/DIAMETRO
9. FORMA DEL FRUTTO
10. EPOCA DI MATURAZIONE
11. SPESSORE BUCCIA
12. COLORE DI FONDO
13. ENTITA’ DEL SOVRACCOLORE
14. LUNGHEZZA E SPESSORE PEDUNCOLO
15. COLORE POLPA
16. DUREZZA
17. GRADO ZUCCHERINO (BRIX°)
18. PH
19. ACIDITA’ TOTALE
20. SUCCOSITA’
21. TESSITURA
22. ASTRINGENZA
31
23. SAPORE
24. RAPPORTO ZUCCHERI/ACIDI
25. UTILIZZO DEI FRUTTI
26. SENSIBILITA’ MALATTIE
1. Epoca di fioritura
L’epoca di fioritura si usato il metodo
Codice
Descrittore
Cv di rif. Per il pero
1
Estremamente precoce
P.Serrulata
3
Precoce
Passa Crassana, precoce di Trèvoux, Buona Luisa d’
Avranches
5
Intermedia
Conference, William’s
7
Tardiva
Trionphe de Vienne
2. Fiori medi per corimbo
Sono stati contati e cartellinati 20 campioni di corimbi da parte diverse della chioma, seguendo un
andamento circolare.
3. % Media di allegagione
Sono stati contati il numeri dei frutticini per ogni corimbo presegnalato, dopo 5 giorni dalla sfioritura.
4. Peso medio frutti
Tenendo presente che il frutto e costituito dalle parti riportate nella fig. 1 si è proceduto alle successive
misurazioni sul frutto.Per pesare i frutti si è utilizzato il metodo di Pomologia Italiana, con una bilancia
elettronica, affettuando una misurazione di ogni singolo frutto, con una successiva numerazione
32
Fig.1 Componenti del frutto.
5. Diametro medio frutto
Utilizzando il metodo di Pomologia Italiana, con un calibro manuale si è proceduto alla misurazione
6. Lunghezza media del frutto
Nell’ immagine che segue viene spiegato il metodo utilizzato per la misurazione.
33
.
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
7. Pezzatura del frutto
Codice Descrittore
Cv di rif. Per il pero
1
Estremamente piccolo P.calleryana
2
Molto piccolo
3
Piccolo
Moscatellina
4
Piccolo/intermedio
Tyson, Butirra Giffard
34
5
Intermedio
“ Malling “ Beth, Clapp’s Favorite
6
Intermedio/grosso
Conference, Anjou, William’s
7
Grosso
Passa Crassana, Aurora, Marton Pride
8
Molto grosso
8. Rapporto lunghezza/diametro frutto
Per classificare in base al rapporto della lunghezza con il diametro del frutto si è tenuto conto della tabella
di seguito riportata:
35
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
Lunghezza
Pere: posizione del diametro massimo
relativa
(rapporto
1=in mezzo
2= verso il calice 1= in mezzo
2= verso il calic 1= in mezzo
2= verso il calice
lunghezza:
diametro)
1= molto corta
(< 1.1 )
2= corta (1.1-1.25 )
3= media
( 1.26 – 1.50 )
4= lunga
( 1.51- 1.80 )
5= molto lunga
( > 1.80 )
9. Forma del frutto ( da Chasset )
Codice Descrittore
1
Sferoidale
2
Turbinato breve
3
Doliforme breve
4
Cidiniforme breve
Cv di rif. Per il pero
36
5
Maliforme
Rosada, Verna, Passa Crassana,
Dec. D’Inverno, Citron de Carmes
6
Turbinato appiattito
7
Doliforme
8
Ovoidale
9
Turbinato
Decana del Comizio,
Butirra duron de au,
Eletta Morettini
10
Turbinato troncato
11
Piriforme
Spadona, Dr. Guyot, Bella di giugno
Alexander Duillar
12
Piriforme troncato
13
Cidiniforme
Max Red Bartlett, Moltke, William,
Callebasse tierlemont
14
Piriforme allungato
15
Calebassiforme
16
Oblungo
Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain )
10. Epoca di maturazione
Codice
Descrittore
Cv di rif. Per il pero
1
Estremamente precoce
Kruidenier
2
Estremamente precoce/ precoce
Butirra Giffard
3
Precoce
Clapp’s Favorite
4
Precoce/Intermedia
Precoce di Trèvoux, William’s
5
Intermedia
Butirra Hardy
6
Intermedia/ tardiva
Conference
7
Tardiva
Decana del Comizio
8
Tardiva/ estremamente tardiva
Contesse de Paris
9
Estremamente tardiva
Passa Crassana
Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain )
37
11. Spessore buccia
Per misurare lo spessore della buccia abbiamo utilizzato il metodo descritto da Pomologia Italiana.
12. Colore di fondo della buccia
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
13. Sopraccolore della buccia
Codice
Descrittore
Cv di rif. Per il pero
1
Per lo più assente
Moonglow
3
Rosa
William’s
5
Rosso acceso
Red Clapp’s Favorite, Devoe
7
Rosso scuro
Max Red Bartlett
Fonte: INIBAP (International Network for the Improvement of Banana and Plantain )
14. Lunghezza e spessore peduncolo
Si è proceduti secondo le modalità scritte qui sotto:
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
38
15. Colore polpa
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
16. Durezza/consistenza
Per valutare la durezza della polpa si utilizza un penetrometro con puntale da 11 mm. Questo strumento
permette di misurare la resistenza opposta alla penetrazione di un cilindro di diametro standard da parte
2
della polpa del frutto. Questa forza viene espressa in Kg/cm . Se non abbiamo a nostra disposizione uno
strumento come questo possiamo cercare di valutare in modo empirico la compattezza della polpa
spezzando in due con le mani un frutto. Quando facciamo pressione con le dita se la polpa si schiaccia
facilmente significa che è tenera (possiamo ancora notare la quantità di succo emessa), se al contrario si
spacca in modo netto è soda o croccante.
Consistenza
1=molto tenera
3=tenera
5=media
7=soda
9=molto soda
17. Grado zuccherino
La quantità di zucchero presente nel succo può essere misurato con uno strumento che si chiama
rifrattometro. Esso si basa sul principio della rifrazione ottica, cioè del cambiamento di traiettoria subito
da un raggio di luce quando attraversa un materiale o sostanza trasparente. Cambiando la densità del
liquido, che èlegata anche alla quantità di zucchero disciolto, il raggio di luce cambia angolo di rifrazione.
Il rifrattometro è una specie di cannocchiale con una scala graduata sulla quale si può valutare la rifrazione
della luce che passa attraverso un prisma sul quale si è posta qualche goccia del liquido che si sta
analizzando.
Questo strumento ci fornisce un indice (chiamato grado zuccherino) legato alla percentuale di zucchero
presente. L’unità di misura con cui viene espresso questo indice è chiamata “grado Brix”.
39
Se non abbiamo a nostra disposizione un rifrattometro possiamo dare una valutazione sensoriale, cioè
l’impressione che abbiamo assaggiando un frutto. Per questo tipo di valutazione è opportuno compiere
un assaggio comparativo, cioè assaggiare i frutti di diverse varietà una dopo l’altra, in modo da evidenziare
le differenze.
18. pH
Il pH è un indice di acidità di una sostanza. Esso fa riferimento all’acidità potenziale (iniziali di potenziale e
hydrogenium) e non a quella reale, cioè fa riferimento alla quantità di ioni H necessari a neutralizzare la
soluzione e non alla quantità di acido presente nella stessa. Per la sua misurazione si utilizzano degli
strumenti che si chiamano pHmetri.
19. Acidità
Anche per valutare l’acidità totale, cioè la quantità di acidi presenti nel succo, esiste una procedura
strumentale. In questo caso si procede alla neutralizzazione degli acidi disciolti nel succo con una
soluzione di idrossido di sodio (NaOH) a titolazione nota (0,1). Si misura quanta soluzione neutralizzante
è necessaria per giungere a un valore prestabilito di pH. Normalmente si aggiunge al succo un liquido
indicatore (la fenoftaleina) che ha la proprietà di cambiare colore quando giunge a un valore di pH (in
questo caso 8,2). Quando inizia il viraggio, cioè il cambiamento di colore della fenoftaleina, significa che
gli acidi presenti nel succo sono stati neutralizzati. Si fa quindi una proporzione per esprimere in meq/l la
quantità di acidi presenti.
20. Succosità
Per valutare la succosità della polpa possiamo notare quando tagliamo un frutto con il coltello se gocciola
del succo. In questo caso avremo una polpa con succosità elevata. Se il coltello risulterà bagnato, ma
senza lasciar cadere gocce di succo, la succosità sarà media. Se invece il coltello, dopo il taglio, sarà quasi
asciutto, significa che la polpa è poco succosa o asciutta.
Succosità
1=molto asciutta
3=asciutta
5=media
7=succosa
9=molto succosa
21. Tessitura
Rompendo con le mano, o morsicando un frutto, possiamo notare la tessitura della polpa, cioè come si
presenta la superficie della polpa nella spaccatura (non di un taglio).
Tessitura
40
1=fine
2=media
3=grossolana
4=farinosa
5=spugnosa
6=pastosa
7=morbida
8=croccante
22. Astringenza
L’astringenza è quella sensazione di “impastamento” della bocca che ci lasciano in particolare i frutti
acerbi. Questa sensazione è dovuta alla presenza di alcune sostanze, come i tannini e acidi, che fanno
contrarre, allappare le mucose e le gengive.
Astringenza
1=assente
3=debole
5=media
7=forte
9=molto forte
23. Sapore
E’ sempre difficile condensare in un semplice termine il sapore di un frutto che ha in sé diverse
componenti. Per questo abbiamo pensato a due voci. Possono però venir indicati aromi o profumi
particolari.
Polpa sapore
dolce
dolce acidulo
acidulo dolce
aromatico
41
Fonte: Agroscope Changins-Wädenswil (Svizzera) tradotto
24. Rapporto zuccheri/acidi
equilibrato
povero di zuccheri e acidi
equilibrato in media di zuccheri e acidi
equilibrato ricco di zuccheri e acidi
squilibrato per eccesso di zuccheri
25. Utilizzo dei frutti
Segnaliamo gli utilizzi conosciuti dei frutti.
Utilizzo
1=tavola
2=cuocere
3=sidro
4=aceto
5= distillazione
6= succhi
7= essiccazione
26. Sensibilità malattie
In base all’esperienza maturata in diversi anni vi invitiamo a indicarci il grado di resistenza o
tolleranza alle principali crittogamiche. Suscettibilità
poco suscettibile
mediamente suscettibile
42
molto suscettibile
resistente
.
11. RISULTATI E DISCUSSIONI
Fig. 1 N° medio di fiori per corimbo
muon
N° MEDIO DI FIORI PER CORIMBO
N° FIORI /CORIMBO
signur
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
paulina
8,7 ± 0,57
7,85 ± O,44
8,07 ± O,77
7,75 ± 0,21 7,7 ± O,43
7,55 ± 0,28
8,1 ± 0,50
8± 0,50
7,8 ± 0,58
7,05 ± 0,32
6,85 ±0,38
6,2 ± 0,34
san giuvan
sabbell
sciesciuu
pum
granet
larder
muscarell
vianov
ECOTIPI
a grapp
Analisi varianza: ad
un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
muon
20
174
8,7 1,484210526
signur
20
155
7,75 0,197368421
paulina
20
154
7,7 0,852631579
san giuvan
20
157
7,85 0,871052632
sabbell
14
113 8,071429 1,763736264
sciesciuu
20
151
7,55 0,365789474
pum
20
137
6,85 0,660526316
granet
20
124
6,2 0,589473684
larder
20
160
8 1,157894737
muscarell
20
156
7,8 1,536842105
vianov
20
162
8,1 1,147368421
a grapp
20
141
7,05 0,471052632
43
ANALISI VARIANZA
Valore di
Origine della
variazione
SQ
gdl
MQ
Tra gruppi
94,62741148
11 8,602492
In gruppi
200,2785714
222 0,902156
Totale
294,9059829
233
F
9,5354845
significatività*
F crit
4,96169E-14 1,831966061
44
Note: vi sono differenze significative tra gli ecotipi con una media di 20 campioni per ecotipo.
Tra gli ecotipi quelli che presentano un numero più elevato di fiori/corimbo sono a “ Muon” e a
“Sabbell”, che superano gli 8 fiori per corimbo. Quelli che presentano il minor numero sono a “ Granet”
45
e “ A Grapp”. I fattori che influenzano il numero di fiori/corimbo sono molteplici, sia climatici che
fisiologici. Ma tenendo conto che gli ecotipi crescono allo stato spontaneo non sono dati che ci possono
far capire le attitudini produttive degli ecotipi, possono solo essere dei dati che ci possono dire all’interno
dell’areale in cui si trovano le differenze tra gli ecotipi.
Fig. 2 Percentuale dell’allegaggione
% ALLEGAGGIONE
70,00%
64,4% ±0,54
% FIORI ALLEGAT
50,00%
60,1% ± 0,48 %
51,4% ± 0,60
60,00%
49,2% ± 0,57 %
50,6% ± 0,71
39,4% ± 0,61 %
40,00%
30,00%
48,3% ± 0,61%
34,1% ± 0,53 %
29,3% ± 0,49
26,1% ± 0,57
24,9% ± 0,64 %
20,00% 16,8% ± 0,25
10,00%
0,00%
ECOTIPI
muon
signur
paulina
san giuvan
sabell
sciesciuu
pum
granet
larder
muscarell
vianov
a grapp
46
Analisi
varianza: ad un
fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
muon
21 3,523412698 0,167781557
0,003115388
signur
20 9,839285714 0,491964286
0,014617179
paulina
21 6,142857143 0,292517007
0,011798301
san giuvan
22
0,014926586
14,1780303 0,644455923
47
sabbell
14 3,656746032 0,261196145
0,009660595
sciesciuu
20 10,11309524 0,505654762
0,023229484
pum
20 10,28214286 0,514107143
0,016213939
granet
20
0,46077381
0,019370073
larder
20 6,698881674 0,334944084
0,01476786
muscarell
20 5,475529101 0,273776455
0,024641315
vianov
21
8,55526849 0,407393738
0,017726422
a grapp
18 10,95833333 0,608796296
0,012429161
9,21547619
ANALISI
VARIANZA
Origine
della
Valore di
variazione
SQ
gdl
MQ
Tra gruppi
4,813125555
In gruppi
3,447101182
225
Totale
8,260226737
236
F
11 0,437556869 28,56031495
significatività*
F
crit
6,56563E-37 1,831384327
0,01532045
* significatività 95 %
Note: Purtroppo i dati sono stati un po’ sfalssati da attacchi di tentredine e celidonie, e hanno dimostrato
differenze significative.
Tra gli ecotipi quelli con la % più alta allegagione sono state : “A Grapp” e “ San giuvan” e quelli con %
più basse a “ Muon” e “ Sabbell”. La % di allegazione influenza la futura dimensione del frutto, infatti
ecotipi con bassa % di allegagione hanno dimostrato un buona pezzatura, come “ Muon” e “ Sabbell”,
invece quelli con elevata % di allegazione hanno dimostrato una ridotta pezzatura. Nel pero aviene una
cascola fisiologica dopo l’allegaggione nel periodo di Giugno, ma in questi ecotipo non vi è stata un ‘entità
tale da essere annotata.
48
Fig. 3 Peso medio frutti
PESO MEDIO FRUTTI
PESO MEDIO ( gr )
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
92,4 ± 6,21
68,2 ± 3,05
SIGNUR
54,0 ± 1,83
MUON
LARDER
ECOTIPI
SIGNUR
Media
Errore standard
MUON
53,981 Media
0,873708942 Errore standard
Mediana
54,3 Mediana
Moda
52,3 Moda
LARDER
92,422 Media
2,966911614 Errore standard
96,96 Mediana
#N/D
Moda
3,907345175 Deviazione standard 13,26843211 standard
Varianza
campionaria
Varianza
Asimmetria
68,185
#N/D
15,26734632 campionaria
2,599918807 Curtosi
6,526008271
Varianza
176,0512905 campionaria
42,58878395
-
Curtosi
1,459259811
Deviazione
Deviazione
standard
68,2005
0,500214375 Curtosi
-
-
1,191756013 Asimmetria
0,132345925 Asimmetria
0,126154896
0,115390767
Intervallo
16,95 Intervallo
51,43 Intervallo
24,51
Minimo
42,79 Minimo
68,01 Minimo
57,18
Massimo
59,74 Massimo
119,44 Massimo
81,69
Somma
Conteggio
1079,62 Somma
1848,44 Somma
1364,01
20 Conteggio
20 Conteggio
Più grande(1)
59,74 Più grande(1)
119,44 Più grande(1)
81,69
Più piccolo(1)
42,79 Più piccolo(1)
68,01 Più piccolo(1)
57,18
Livello di
Livello di
confidenza(95,0%) 1,828693829 confidenza(95,0%)
20
Livello di
6,209817362 confidenza(95,0%)
3,05426588
49
Analisi
varianza: ad
un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20 1079,62
53,981
15,26734632
MUON
20 1848,44
92,422
176,0512905
LARDER
20 1364,01
68,2005
42,58878395
ANALISI
VARIANZA
Origine
Valore di
della
variazione
SQ
gdl
MQ
Tra gruppi
15110,57149
2 7555,285745
In gruppi
4444,240995
57 77,96914026
Totale
19554,81249
59
F
96,90097543
significatività*
4,58672E-19
F crit
3,158843
Note: I dati hanno dimostrato differenze significative su una media di 20 campioni dei tre ecotipi.
50
Come si può notare gli ecotipi hanno un peso medio inferiore alle cultivar commerciali, infatti tutte le cv
in commercio hanno un peso superiore a 100 gr invece gli ecotipi locali estivi variano tra un minimo di 42
gr ad un max di 119 gr. Tra gli ecotipi analizzati quello che spicca di più è la “ Muon” , gli altri due “
“Signur” e “ Larder” mantengono un peso normale per delle pere estive.
Fig. 4 Diametro Medio Frutti
DIAMETRO MEDIO FRUTTI
56
53,83 ± 2,00
DIAMETRO FRUTTI (mm )
54
52,5 ± 1,25
52
SIGNUR
50
MUON
48
LARDER
46
44,9 ± 0,57
44
42
40
ECOTIPI
51
SIGNUR
Media
Errore standard
MUON
LARDER
44,9 Media
52,5 Media
0,270477161 Errore standard
0,596039561 Errore standard
53,826
0,960031907
Mediana
45 Mediana
52 Mediana
54,6
Moda
45 Moda
50 Moda
50,2
Deviazione
Deviazione
Deviazione
standard
1,209610638 standard
2,66556995 standard
Varianza
Varianza
Varianza
campionaria
1,463157895 campionaria
4,293393211
7,105263158 campionaria
18,43322526
Curtosi
0,621268537 Curtosi
0,190107319 Curtosi
0,719067088
Asimmetria
0,011895141 Asimmetria
0,713256303 Asimmetria
-0,80639484
Intervallo
4 Intervallo
10 Intervallo
16,95
Minimo
43 Minimo
49 Minimo
42,79
Massimo
47 Massimo
59 Massimo
59,74
Somma
898 Somma
1050 Somma
1076,52
Conteggio
20 Conteggio
20 Conteggio
Più grande(1)
47 Più grande(1)
59 Più grande(1)
59,74
Più piccolo(1)
43 Più piccolo(1)
49 Più piccolo(1)
42,79
Livello di
Livello di
Livello di
20
confidenza(95,0%) 0,566115203 confidenza(95,0%) 1,247525135 confidenza(95,0%) 2,009369871
Analisi
varianza: ad
un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20
898
44,9 1,463157895
MUON
20
1050
52,5 7,105263158
LARDER
20 1076,52
53,826 18,43322526
52
ANALISI
VARIANZA
Origine della
variazione
Tra gruppi
In gruppi
Valore di
SQ
gdl
927,9450133
513,03128
MQ
F
significatività
2 463,9725067 51,54935754
F crit
1,6496E-13 3,158842719
57 9,000548772
Note: I dati hanno una differenza significativa su 20 campioni dei tre ecotipi.
In base alla classificazione europea sulla commercializzazione delle pero Reg. Cee gli ecotipi locali hanno
un pezzatura non commerciale, ma essendo cv estive potrebbero essere commercializzabili.
Tra gli ecotipi solo la “ Larder” e la “ Muon” hanno una pezzatura superiore a 55 mm, la Signor invece si
mantiene sempre con pezzature intorno a 45 mm.
Fig. 5 Altezza Media dei Frutti
ALTEZZA MEDIA FRUTTI
ALTEZZA FRUTTI (mm )
80
67,7 ± 2,4
70
60
52,1 ± 1,2
49,9 ± 0,83
50
SIGNUR
40
MUON
30
LARDER
20
10
0
ECOTIPI
53
SIGNUR
MUON
Media
Errore standard
LARDER
52,1 Media
67,7 Media
0,561482999 Errore standard
1,138096287 Errore standard
Mediana
52,5 Mediana
Moda
0,3
68 Mediana
53 Moda
68 Moda
Deviazione standard
2,511028307 Deviazione standard
5,089721324 Deviazione standard
1,7
Varianza campionaria
6,305263158 Varianza campionaria
25,90526316 Varianza campionaria
3,1
Curtosi
1,320967092 Curtosi
2,411575595 Curtosi
-0,5
Asimmetria
0,147595985 Asimmetria
Intervallo
-1,070004486 Asimmetria
8 Intervallo
22 Intervallo
Minimo
48 Minimo
53 Minimo
Massimo
56 Massimo
75 Massimo
Somma
1042 Somma
1354 Somma
Conteggio
20 Conteggio
20 Conteggio
Più grande(1)
56 Più grande(1)
75 Più grande(1)
Più piccolo(1)
48 Più piccolo(1)
53 Più piccolo(1)
Livello di
Livello di
Livello di
1,17519742 confidenza(95,0%)
confidenza(95,0%)
0,1
2,382062899 confidenza(95,0%)
Analisi varianza: ad un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20
1042
52,1 6,305263158
MUON
20
1354
67,7 25,90526316
LARDER
20
998
49,9 3,147368421
ANALISI
VARIANZA
Origine della
variazione
Tra gruppi
In gruppi
Totale
Valore di
SQ
3766,933333
671,8
4438,733333
gdl
MQ
F
2 1883,46667 159,8058946
significatività*
F crit
4,26046E-24 3,158842719
57 11,7859649
59
Note: i dati non hanno differenze significative su 20 campioni dei tre ecotipi
Il diametro e l’altezza, che danno la forma al frutto, sono caratteristiche che hanno un grande peso nella
scelta del consumatore. Infatti tra le caratteristiche che influenzano la scelta del consumatore la prima è
proprio la forma. Infatti si associa alla pera una tipica forma.
54
0,8
Fig. 6 Lunghezza Media del Peduncolo
LUNGHEZZA MEDIA PEDUNCOLO
45
LUNGHEZZA ( mm )
40
39,2 ± 2,5
38 ± 3,9
35
30
25
SIGNUR
23,1 ± 2,1
MUON
20
LARDER
15
10
5
0
ECOTIPI
SIGNUR
Media
Errore standard
MUON
LARDER
38 Media
23,1 Media
1,732050808 Errore standard
0,924361642 Errore standard
Mediana
40 Mediana
22 Mediana
Moda
40 Moda
27 Moda
Deviazione
Deviazione
5,477225575 standard
2,923088169 standard
Varianza
Varianza
Varianza
30 campionaria
1,093414631
38,5
37
Deviazione
standard
campionaria
39,2
8,544444444 campionaria
3,457680661
11,95555556
-
Curtosi
3,263227513 Curtosi
-1,5853333 Curtosi
1,374159225
Asimmetria
2,028602065 Asimmetria
0,544519156 Asimmetria
Intervallo
16 Intervallo
Minimo
25 Minimo
20 Minimo
35
Massimo
41 Massimo
27 Massimo
44
Somma
Conteggio
380 Somma
10 Conteggio
7 Intervallo
0,353988067
231 Somma
10 Conteggio
9
392
10
55
Più grande(1)
41 Più grande(1)
27 Più grande(1)
44
Più piccolo(1)
25 Più piccolo(1)
20 Più piccolo(1)
35
Livello di
Livello di
Livello di
confidenza(95,0%)
3,918171133 confidenza(95,0%)
2,091051304 confidenza(95,0%)
2,473475735
Analisi varianza:
ad un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
10
380
38
30
MUON
10
231
23,1 8,544444444
LARDER
10
392
39,2 11,95555556
ANALISI
VARIANZA
Origine della
Valore di
variazione
Tra gruppi
SQ
1608,866667
In gruppi
Totale
454,5
2063,366667
gdl
MQ
F
2 804,4333333 47,78811881
significatività*
F crit
1,34873E-09 3,354130829
27 16,83333333
29
* significatività 95 %
Note: I dati non dimostrano differenze significative su 10 campioni dei tre ecotipi.
Rispetto ’altezza media alla forma sono tutti peduncoli medi. La lunghezza media dei peduncoli non è
superiore a 40 mm.
56
Fig. 7 Spessore medio del peduncolo
SPESSORE MEDIO PEDUNCOLO
3,5
2,9 ± 0,53
SPESSORE ( mm )
3
2,5
2,09 ± 0,09
2,01 ± 0,02
2
SIGNUR
MUON
1,5
LARDER
1
0,5
0
ECOTIPI
SIGNUR
MUON
Media
2,01 Media
Errore standard
0,01 Errore standard
LARDER
2,9 Media
0,233333333 Errore standard
2,09
0,040688519
Mediana
2 Mediana
3 Mediana
2
Moda
2 Moda
3 Moda
2
Deviazione
Deviazione
Deviazione
standard
0,031622777 standard
0,737864787 standard
Varianza
Varianza
Varianza
campionaria
0,001 campionaria
0,544444444 campionaria
-
Curtosi
Asimmetria
Intervallo
Minimo
Massimo
Somma
10 Curtosi
3,16227766 Asimmetria
0,1 Intervallo
2 Minimo
2,1 Massimo
20,1 Somma
0,128668394
0,016555556
-
0,733622895 Curtosi
0,811932538
0,165950431 Asimmetria
1,009305922
2 Intervallo
2 Minimo
4 Massimo
29 Somma
2
2,3
20,9
Conteggio
10 Conteggio
Più grande(1)
2,1 Più grande(1)
4 Più grande(1)
2,3
Più piccolo(1)
2 Più piccolo(1)
2 Più piccolo(1)
2
Livello di
Livello di
confidenza(95,0%) 0,022621572 confidenza(95,0%)
10 Conteggio
0,3
10
Livello di
0,52783667 confidenza(95,0%) 0,092043824
Analisi varianza:
ad un fattore
57
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
10
20,1
2,01
0,001
MUON
10
29
2,9 0,544444444
LARDER
10
20,9
2,09 0,016555556
ANALISI
VARIANZA
Valore di
Origine della
SQ
variazione
Tra gruppi
gdl
4,848666667
In gruppi
5,058
Totale
9,906666667
MQ
F
2 2,424333333 12,94128114
significatività*
F crit
0,00011447 3,354130829
27 0,187333333
29
* significatività 95 %
Note: I dati non dimostrano differenze significative su 10 campioni dei tre ecotipi.
Solo a “ Muon” ha uno spessore rilevante, le altre due più contenuto.
fig. 7 Durezza media frutti
DUREZZA MEDIA FRUTTI
DUREZZA ( puntale 8 mm )
4,5
4,2 ± 0,51
4
3,3 ± 0,42
3,5
3
2,8 ± 0,30
SIGNUR
2,5
MUON
2
LARDER
1,5
1
0,5
0
ECOTIPI
SIGNUR
Media
Errore standard
MUON
4,247 Media
0,242631516 Errore standard
LARDER
2,7875 Media
0,143677041 Errore standard
Mediana
4,1 Mediana
2,9 Mediana
Moda
4,2 Moda
2,2 Moda
Deviazione
1,085081127 Deviazione
0,642543261 Deviazione
3,3325
0,200665832
3,275
4,1
0,897404884
58
standard
standard
standard
Varianza
Varianza
Varianza
campionaria
0,412861842 campionaria
1,177401053 campionaria
-
-
0,460676571 Curtosi
0,404939518 Curtosi
Curtosi
0,805335526
1,055249227
Asimmetria
0,516260828 Asimmetria
0,309630309 Asimmetria
Intervallo
Minimo
3,95 Intervallo
2,3 Intervallo
2,1 Minimo
Massimo
Somma
1
3,7 Massimo
84,94 Somma
Conteggio
3,9
1,4 Minimo
6,05 Massimo
4,9
55,75 Somma
20 Conteggio
-0,6223468
66,65
20 Conteggio
20
Più grande(1)
6,05 Più grande(1)
3,7 Più grande(1)
4,9
Più piccolo(1)
2,1 Più piccolo(1)
1,4 Più piccolo(1)
1
Livello di
Livello di
Livello di
confidenza(95,0%) 0,507833599 confidenza(95,0%) 0,300719502 confidenza(95,0%) 0,419998413
Analisi varianza: ad
un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20
84,94
4,247 1,177401053
MUON
20
55,75
2,7875 0,412861842
LARDER
20
66,65
3,3325 0,805335526
ANALISI VARIANZA
Origine della
variazione
Tra gruppi
In gruppi
Totale
Valore di
SQ
21,75650333
45,51637
67,27287333
gdl
MQ
F
2 10,87825167 13,62279868
significatività
F crit
1,45995E-05 3,158842719
57 0,798532807
59
La durezza degli ecotipi rispetto a quelle commerciali e molto bassa vicino al valore di consumo, tra gli
ecotipi la “Signur” e quella con il valore più alto. La durezza è un buon indice di raccolta ma per pere
come queste che a maturazione estiva questo indice non ha la stessa valenza di cultivar commerciali dove
viene effettuata la frigoconservazione, ma ci dà un’idea del momento ideale per il consumo a breve
periodo, infatti da come evince dalla tabella del CRIOF
59
Fig. 8 Grado Zuccherino
GRADI ZUCCHERINI ( brix °)
GRADO ZUCCHERINO MEDIO DEI FRUTTI
20
19,5
19
18,5
18
17,5
17
16,5
16
15,5
15
19,75 ± 0,55
SIGNUR
17,32 ± 0,50
16,8 ± 0,69
MUON
LARDER
ECOTIPI
60
Analisi varianza:
ad un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20
336
16,8 2,168421053
MUON
20
395
19,75 1,407894737
LARDER
20
346,5
17,325 1,138815789
ANALISI
SIGNUR
VARIANZA
MUON
LARDER
Origine della
Media
variazione
Errore standard
Tra gruppi
Mediana
In gruppi
Moda
Valore di
16,8 Media
19,75 Media
17,325
F crit
SQ
gdl
MQ
F
significatività
0,329273523 Errore standard
0,265320065 Errore standard
0,238622693
99,05833333
2 49,52916667 31,51290638 6,06884E-10 3,158842719
16,5 Mediana
19,5 Mediana
17
89,5875
57 1,571710526
18 Moda
19 Moda
16
Deviazione
Totale
standard
Deviazione
188,6458333
59
1,472555959 standard
Varianza
campionaria
1,186547402 standard
2,168421053 campionaria
1,407894737 campionaria
1,138815789
-
-
1,130482073 Curtosi
1,067153124
Varianza
Varianza
Curtosi
Deviazione
0,714185159 Curtosi
0,828936088
0,249421267 Asimmetria
0,401409224
Asimmetria
Intervallo
0,167025702 Asimmetria
5 Intervallo
4 Intervallo
Minimo
14 Minimo
18 Minimo
Massimo
19 Massimo
22 Massimo
Somma
336 Somma
395 Somma
3,5
16
19,5
346,5
Conteggio
20 Conteggio
20 Conteggio
Più grande(1)
19 Più grande(1)
22 Più grande(1)
19,5
Più piccolo(1)
14 Più piccolo(1)
18 Più piccolo(1)
16
Livello di
Livello di
Livello di
20
confidenza(95,0%) 0,689177402 confidenza(95,0%) 0,555321277 confidenza(95,0%) 0,499443035
61
Il grado brix è un parametro molto importante al consumo, questi ecotipi superano tutte le varietà
commerciali, e si dimostrano ecotipi zuccherini.
ACIDO MALICO
(NAOH X O,67 ) meq/l
ECOTIPI LOCALI PERO
1,89
1,9
1,88
1,86
1,84
1,82
SIGNUR
1,84
1,82
LARDER
MUON
1,8
1,78
1,76
ECOTIPI'
L’acidità è ben al di sotto di quella delle cultivar commerciali, per questo
62
DIAMETRO MEDIO TORSOLO
DIAMETRO ( mm )
30
25
20
24,8 ± 1,03
23,6 ± 1,21
18,3 ± 0,66
SIGNUR
15
MUON
LARDER
10
5
0
ECOTIPI
63
Analisi varianza: ad un fattore
RIEPILOGO
Gruppi
Conteggio
Somma
Media
Varianza
SIGNUR
20
472
23,6 6,673684211
MUON
20
366
18,3 2,010526316
LARDER
20
496
24,8 4,905263158
SIGNUR
Media
Errore standard
Mediana
Moda
MUON
LARDER
23,6 Media
18,3 Media
0,577654058 Errore standard
0,317058852 Errore standard
23,5 Mediana
22 Moda
Deviazione
25
18 Moda
25
Deviazione
Deviazione
2,583347482 standard
1,417930293 standard
Varianza
Varianza
Varianza
6,673684211 campionaria
0,495240505
18 Mediana
standard
campionaria
24,8
2,010526316 campionaria
2,214782869
4,905263158
-
Curtosi
Asimmetria
0,564473548 Curtosi
-0,00224667 Curtosi
0,122441119
-
-
-
0,198635322 Asimmetria
0,593249711 Asimmetria
Intervallo
11 Intervallo
Minimo
18 Minimo
15 Minimo
20
Massimo
29 Massimo
20 Massimo
28
Somma
472 Somma
5 Intervallo
0,656274268
366 Somma
8
496
Conteggio
20 Conteggio
20 Conteggio
20
Più grande(1)
29 Più grande(1)
20 Più grande(1)
28
Più piccolo(1)
18 Più piccolo(1)
15 Più piccolo(1)
20
Livello di
Livello di
Livello di
confidenza(95,0%)
1,209043836 confidenza(95,0%)
0,663611803 confidenza(95,0%)
1,036550288
ANALISI VARIANZA
64
Origine della
variazione
Tra gruppi
In gruppi
Totale
Valore di
SQ
gdl
478,5333333
MQ
F
significatività
2 239,2666667 52,82029435
258,2
F crit
1,05295E-13
3,158842719
57 4,529824561
736,7333333
59
Note: Il torsolo è la parte non edibile del frutto, tra i tre ecotipi quello che ha il minor diametro è la
“Muon” che anche quello di maggior pezzatura.
SIGNUR
Media
Errore standard
MUON
0,526334238 Media
0,01337001 Errore standard
Mediana
0,522727273 Mediana
Moda
0,488888889 Moda
Deviazione
LARDER
0,473466257 Media
0,464630868
0,010069073 Errore standard
0,014147208
0,480769231 Mediana
0,458715596
0,5 Moda
Deviazione
Deviazione
standard
0,061269082 standard
0,046142287 standard
Varianza
Varianza
Varianza
campionaria
Curtosi
0,0037539 campionaria
0,066390738 Curtosi
#N/D
0,064830651
0,002129111 campionaria
0,004203013
1,736172178 Curtosi
1,164501344
-
-
Asimmetria
0,136117041 Asimmetria
1,137311618 Asimmetria
0,518060777
Intervallo
0,244444444 Intervallo
0,184067797 Intervallo
0,287345937
0,355932203 Minimo
0,343642612
Minimo
0,4 Minimo
Massimo
0,644444444 Massimo
Somma
11,05301899 Somma
Conteggio
21 Conteggio
0,54 Massimo
9,942791397 Somma
21 Conteggio
0,630988549
9,757248222
21
Più grande(1)
0,644444444 Più grande(1)
0,54 Più grande(1)
0,630988549
Più piccolo(1)
0,4 Più piccolo(1)
0,355932203 Più piccolo(1)
0,343642612
Livello di
confidenza(95,0%)
Livello di
Livello di
0,027889352 confidenza(95,0%) 0,021003717 confidenza(95,0%) 0,029510559
65
DIAMETRO TORSOLO/DIAMETRO FRUTTO
TORSOLO/FRUTTO
60,00%
52,56% ± 2,8 %
46,07% ± 3,0 %
50,00%
40,00%
34,86% ± 2,1 %
SIGNUR
MUON
30,00%
LARDER
20,00%
10,00%
0,00%
ECOTIPI
Note: questo è un’importante indice che ci indica quant’è la parte edibile, è naturalmente inversamente
proporzionale al diametro del torsolo, come era normale pensare a “ Muon” che ha il rapporto diametro
torsolo/diametro frutto più basso ha più parte edibile e maggiore pezzatura.
NUMERO MEDIO DI SEMI
12
11
9,9
N° SEMI
10
8
SIGNUR
6
4
MUON
LARDER
3,3
2
0
ECOTIPI
Note: Il numero di semi può darci un’orientamento sulla fertilità degli ecotipi. Tra gli ecotipi si distacca
notevolmente la “Signur” dagli altri due, perché ha solamente 3,3 semi/frutto ma c’è da dire che nel caso
66
della “Signur” quest’anno non era un’annata di buona produzione, per questo potrebbe aver influenzato
lo sviluppo dei semi.
LUNGHEZZA MEDIA DEI SEMI
LUNGHEZZA SEMI (mm)
11,5
11
11
10,5
9,9
10
SIGNUR
MUON
9,5
9,2
LARDER
9
8,5
8
ECOTIPI
Note: La lunghezza e la larghezza dei semi danno la forma al seme stesso. L’ecotipo “ Muon” ha semi più
lunghi, invece “Signur” e Larder” più o meno simili.
LARGHEZZA MEDIA DEI SEMI
6,5
LARGHEZZA SEMI (mm)
7
6
5,6
5,1
5
SIGNUR
4
MUON
3
LARDER
2
1
0
ECOTIPI
Note: Come detto prima da la forma insieme alla lunghezza anche in questo caso la “ Muon” ha semi più
larghi. Per questo si deduce che i semi della “ Muon” sono più grandi di quelli degli altri due ecotipi.
67
SIGNUR
MUON
LARDER
1. PROFILO
2. POSIZIONE DEL DIAMETRO M
3. COLORE BUCCIA
4. COLORE DI FONDO
5. SOVRACOLORE
6. RUGGINOSITA’
7. COLORE DELLA POLPA
8. TESSITURA
9. SUCCOSITA
10. SAPORE
11. ASTRINGENZA
12. UTILIZZO DEI FRUTTI
13. QUALITA’ GUSTATIVE
14. SENSIBILITA’ MALATTIE
68
SPESSORE MEDIO DELLA BUCCIA
SPESSORE BUCCIA (mm)
3,5
3,20
3,3
3
2,5
2
SIGNR
2
MUON
1,5
LARDER
1
0,5
0
ECOTIPI
Note: Lo spessore della buccia di regola non viene tanto utilizzato per caratteristiche qualitative, ma in
questo caso di questi ecotipi è una caratteristica distinguibile, che gli permette di avere una carattere tipico
e qualitativo da non sottovalutare. Tra tutti e tre spicca il basso spessore della buccia dell’ ecotipo
“Signur”, indistinguibile anche tra gli ecotipi stessi.
69
12. CONCLUSIONI
Dal lavoro finora svolto è emerso che solo alcuni ecotipi hanno caratteristiche commerciali e
morfologiche tali da giustificare ulteriori studi, che consentano di sviluppare informazioni utili alla
valorizzazione e promozione del prodotto, sia sotto l’aspetto agronomico che economico. Tra questi vi
sono: “ Signur”, “Larder”, “Muon” e il ceppo di “Muscarell”, trovato esclusivamente nell’azienda della
famiglia Abbruzzese, che sono state oggetto di studio della tesi; la mancanza della descrizione analitica del
ceppo di Muscarell è dovuto al fatto che si è verificata, quest’anno, l’annata di scarica. Ai fini della tesi, ho
svolto un’indagine sul territorio di Valsinni per verificare la preferenza dei consumatori confrontando due
degli ecotipi in questione: “ Signur” e “ Larder”. Alla fine ho osservato che più del 60% dei consumatori
ha preferito l’ecotipo “ Signur” e l’altro 40% entrambi. In seguito ho svolto un’ulteriore indagine per
valutare il livello di gradimento dell’ecotipo “Signur”, nel quale si chiedeva i consumatori di assaggiare ed
esprimere un giudizio di gradimento su una scala di valutazione che andava da sufficiente ad eccellente.
Da questa ultima indagine è evinto che circa il 50% dei consumatori ha espresso un giudizio ottimo, il
43% eccellente e l’altro 7% buono. Quindi l’ecotipo “ Signur ” ha riscontrato un notevole successo tra i
consumatori, ciò significa che ha delle caratteristiche che piacciono e quindi degno di maggiore attenzione
e studio al fine della sua valorizzazione. C’è da dire che un frutto come questo, molto deperibile e di
ridotta pezzatura, all’interno di un gruppo di prodotti, come quelli maggiormente presenti dal
fruttivendolo, non viene notato e di conseguenza difficilmente chi non lo conosce lo acquisterebbe.
Visto il periodo estivo in cui matura il miglior modo per promuoverlo è mostralo singolarmente o in
abbinamenti giusti (formaggio, cioccolato, ecc.), in fiere, mostre, degustazioni, sagre. Degli ecotipi fino ad
ora studiati la mia attenzione è stata principalmente rivolta a quelli che hanno caratteristiche diverse da
quelle standard e soprattutto hanno un’epoca di maturazione che non coincide con quelle delle maggiori
varietà standard, infatti i quattro ecotipi hanno un’ epoca di maturazione che và dalla prima decade di
luglio alla seconda decade di agosto. Tengo a soffermarmi sull’ ecotipo “Signur” per determinate
caratteristiche: elevato sovraccolore, ottimo sapore e dolcezza; inoltre il vero prodotto tipico che si ottiene
da tale ecotipo sono le pere secche le quali contengono elevate ed inconfondibili qualità di aroma e
sapore. Tenendo presente le misure agro-ambientali, dettate dal nuovo PSR 2007-2013, nell’asse 3, misura
214 contenente l’elenco delle specie a rischio di erosione genetica, in cui si attende l’inclusione di alcuni
ecotipi. La recente legge che si impegna per tutelare e salvaguardare le risorse genetiche autoctone e i lori
prodotti trasformati. Mi auguro che si tenga presente del lavoro da me svolto, affinché la ricerca
scientifica e la produzione possano interagire anche con la collaborazione di enti pubblici per la
valorizzazione delle risorse umane-colturali-culturali. Il mio impegno è stato, inoltre, quello di reperire e
descrivere le accessioni, per ampliare quelle che da ora si presentano, come “Gamdonna” e “I pir all’acet”
. Le potenzialità produttive economiche e sociali che possono scaturire dalla coltivazione o vendita degli
ecotipi locali in questione è ancora da studiare, ma sicuramente daranno un maggiore e migliore
70
contributo allo studio della biodiversità lucana.. Spero che con il supporto dell’Unibas e in particolare il
Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente, delle istituzioni locali pubbliche
(A.L.S.I.A., Comuni, Province, Regione, ecc.) proseguano insieme e coordinatamente al fine di avere
informazioni utili da trasferire ai potenziali produttori in quanto il germoplasma delle colture autoctone ha
bisogno di essere reso applicabile ed economicamente valido, altrimenti si parlerà di culture e colture
abbandonate. Penso che prodotti molto delicati dal punto di vista qualitativo ed economico hanno
bisogno di essere seguiti e studiati fin dall’inizio della loro promozione e valorizzazione. E’ impensabile
costituire comitati o consorzi di tutela senza aver a disposizione persone specifiche per ogni settore,
produttivo, commerciale e/o di trasformazione; infine il settore della promozione e del marketing.
Giustamente non si può pretendere che il singolo agricoltore riesca a sopperire alle varie figure, ma
sarebbe auspicabile una collaborazione con le figure professionali tecniche (Agronomi, Tecnologi
Alimentari, esperto Marketing, ecc.) che nella nostra Università e Regione sono presenti, anche se non si
riesce a giustificare le presenza di tali figure in realtà aziendali, come appunto quelle lucane, mediopiccole. Il nodo della questione è prettamente economico, ma anche dell’offerta professionale che si offre
alle aziende, in quanto pochi professionisti intendono offrire percorsi alternativi, quali stesura e
applicazione di tecniche adoperate a partire dall’esperienza degli agricoltori e non solo da manuali di
agricoltura.
La valorizzazione della produzione e della commercializzazione deve essere attuata, come già detto, da
persone qualificate e professionali, perché spesso l’acquisizione di un marchio non è sintomo di una
buona valorizzazione e riuscita economica del prodotto stesso. Il mio oggetto di studio , “ Ecotipi locali
di pero “ della Valle del Sinni, non deve essere l’unico prodotto ad essere valorizzato, ma ha bisogno di
essere affiancato da altri e alti prodotti di qualità, quali formaggi, fichi, ecc. Se offriamo un paniere di
qualità che associ la storia e la tradizione al territorio, forse riusciremo, finalmente, a fare promozione del
territorio con le persone del territorio. Infatti la Valle del Sinni, oltre ad avere il germoplasma di cui vi ho
parlato, ne ha altri tipi come quello di olivo, fico e mandorlo, uniti nella nostra tradizione; infatti
l’essicazione delle pere avviene sugli stessi antichi essiccatoi tradizionali “ i cannizz “ con i quali si
seccano i fichi e le olive; le mandorle, invece, servono per riempire i fichi secchi. Tutto questo servirebbe
per muovere la ruota dell’ingranaggio: promozione e valorizzazione che scaturirebbero interessanti
risposte all’economia locale, che specialmente tra Valsinni, Tursi e Metaponto è indirizzata sul turismo il
quale offrirebbe diversificazione enogastronomica .
71
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e-mail:
[email protected]
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FIDEGHELLI C., PIAZZA M.G., IZZO M. Istituto Sperimentale per la Frutticoltura - Via
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C.Mannone 1, Greco P.D. 2 , Lauria A. 3 , Mattatelli B. 4 , Mele D. 5 , Vitelli V. 6
1 AASD Pantanello-Alsia ; 2 Metapontum Agrobios; 3 Comunità Montana Basso Sinni- Tursi; 4 Ufficio
Fitosanitario Regione Basilicata; 5 Libero professionista; 6 COVIL. Atti in fase di deposizione al “
PIANTE MEDITERRANEE 3° CONVEGNO NAZIONALE – LE PIANTE MEDITERRANEE
NELLE SCELTE STRATEGICHE PER L’AGRICOLTURA E L’AMBIENTE – Bari 27 Settembre- 1
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75
Un ringraziamento a:
Prof. Cristos Xilojannis
Prof. Bartolomeo Dichio
E tutto il gruppo di Arboricoltura
Noemi Dauria&Antonio, Michela e Donato, Giovana Labella, Fiorella Ferzuglio, Marta Di Leo, e tutti gli
Un ringraziamento speciale a:
Cristo, Madonna, San Giuseppe, Padre Pio, San Francesco, San Fabiano, San Nicola e tutti santi, Don
Tonino Bello, Piergiorgio Frassati, Giovanni Paolo Secondo, Luigi Giussani, mia madre, mio padre, zio
Francesco, zia Antonietta, zia Rita, zio Peppe, zia Lena, zio Vincenzo, zia Vincenza, zio Vincenzo, zia
Chiara, zio Umberto, zia Concetta, zio Luciano, zia Melina, zio Antonio, i miei cugini: Francesco
Cersosimo, Francesco Giangreco, Mario&Elita, Maria Carmela&Vincenzo Paoletta ed Marilena,
Dominga&Francesco, Maria Carmela&Giuseppe e il piccolo/a che deve arrivare, Luca e Martina,
Domenico&Kadigia e Rosa, Domenico e Nicola e Antonella e Carmen e Anna, Fabiola, nonno
Francesco e nonna Luigia, nonna Carmela e nonno Domenico che non c’è più, la madrina Maria e il
padrino Mario che non c’è più, Pina&Mario e Rosa e zio Vincenzo, padrino di cresima Salvatore&Rita
Nicolino e Donato, zio Nicola Favoino e zia Carmela zia Lidia, Pasquale&Milena e Nicola; Pasqualina
Rinaldi e Giuseppina Rinaldi&Filippo& Famiglia.
Tutti i compagni Unibas Canio Abbate, Paolo Giglio, Alessandra Grasso, Alessandro Fontana, Rosario
Lamanna, Giuseppina Trupo, Stefania, Grazio Antonio Quinto, Pasqualina&Felicia Lavorgna,
A gli amici: Silvia Mattia, Maria Filomena Mattia&Adriano Villano, Gianfranco Panzardi, Rossella
Annicchiarico&Donato, Francesca Lancellotti&Sergio e Elisa Lancellotti&Famiglia, Francesco
Carangelo&Francesca
&
Famiglia,
Roberta
Lionetti,
Caterina
Fidanza&Famiglia,
Michela
Amoroso&Piero, Sara E Luca, Maria Valerio&Mimmo Cardilli, e
amici stranieri Aglaia Teofanoidy&Famiglia, Mustafa& Famiglia
Tutti i compagni Gi.Fra: Valeria, Mario,Andreina, Stefania, Angela, Antonello, Carmine,
Tutti i compagni Cl: Monica, Mariantonietta&Donato, Stefania, Gianluca, Lorenzo, Peppino Tutti gli
amici di Valsinni: Salvatore Verde, Giuseppe Morano, Carola Italiano, Fabiola Arcuri&Antonio Corizzo,
Salvatore Corizzo, Domenico Abbruzzese, Francesco Pugliese, Manuela Truncellito& Rocco che non c’è
più
Alle persone di Valsinni: Eleonora Ledonne& Giuseppe Rago e Famiglia, Albino Torinese& Famiglia.
Tutti i soci G.I.P.A. Fabiano Abbruzzese, Alberto Manolio, Francesco Altieri, Claudia Cantile, Teresa
Manzi, Vincenzo Claps, Erminio Vita, Gaetano Carbone, Pietro Valicenti, Fabio Liguori, Giuseppe
76
Morano, Carmelo Mennone e il personale dell’A.L.S.I.A. di Pantanello, Biagio Mattatelli che non c’è più
ma mi ha aiutato prima ed ora& alla famiglia Mattatelli Angelica e la piccola Giulia, al Prof. Paolo Falcone,
Claudio Soldavini dimostratosi indispensabile per la riuscita della Tesi e per le future collaborazioni che Ci
aspetteranno,
Prof. Bruno Marangoni dimostratosi disponibilissimo nel tirocinio a spiegarmi il suo lavoro svolto sui
portinnesti di pero
Dott. Pierluigi Marioti dell’I.V.A.L.S.A. per la sua gentilissima concessione di immagini della Moscatellina,
e di invio di materiale utilissimo ai fini della tesi
Dott.Ssa Donatella Battaglia disponibilissima alla determinazione di danni ai frutticini di pero. Amiche di
mamma (Maria, Scolastica,Ecc.) chi non ha creduto in me e mi ha ostacolato perche’ mi ha dato la
possibilita’ di arrivare fino a questo obbiettivo, Mariantonietta Raco Patriza&Famiglia,
Tutti gli
agricoltori di Valsinni e d’intorni che hanno voluto parlare di agricoltura con me.
.
77
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tesi 2 - gipa giovani idee e proposte in agricoltura