Estremi del film
Regista: Pierfrancesco Diliberto (Pif)
Anno di produzione: 2013
Genere: Drammatico
Soggetto: Ispirato a tutte le vittime uccise dalla
mafia
Il film parla della storia di Arturo Giammarresi, ragazzo nato il 10 dicembre 1969 a
Palermo, medesimo giorno e luogo nel quale, in Via Lazio, venne assassinato il
criminale italiano Michele Cavataio. Ciò avvenne per ordine del clan dei Corleonesi. Per
arrivare al suo ufficio, i membri del clan, tranne uno, si travestirono da carabinieri.
Mentre Arturo cresce, innamorandosi sempre più di Flora, una sua compagna di classe
per la quale il protagonista nutre forte affetto, a Palermo continuano a verificarsi
continue stragi compiute dai mafiosi, tra le cui vittime ricordiamo, in data 30 aprile
1982, Pio La Torre, il quale cercò di indagare sul cospicuo patrimonio nelle mani dei
mafiosi e per tale motivazione venne assassinato. Oppure il generale Carlo Alberto
Dalla Chiesa, che cercò di troncare l’ascesa dei boss mafiosi,e venne ucciso il 3
settembre 1982. Il piccolo Arturo crede che la vera motivazione di questi assassini
siano le donne, e pensa che chiunque nutra amore nei confronti di una qualsiasi donna
sia poi costretto a morire assassinato, perché la vita degli uomini non deve in alcun
modo essere ostacolata dalla presenza della donna. Ma nonostante questo, il ragazzo
non riesce a distaccarsi dall’ amore che prova verso la bella Flora. Un giorno, mentre il
padre è impegnato a guardare la TV, Arturo vede la figura del premier Giulio Andreotti
sul piccolo schermo e, prestando molta attenzione alle sue parole, il ragazzo diviene in
breve tempo uno dei sostenitori più accaniti di Andreotti; quest’ultimo, tramite le sue
frasi piuttosto articolate, impartisce ad Arturo dei consigli sentimentali da utilizzare nei
confronti della sua amata Flora, seppur in maniera indiretta. Intanto nell’ istituto che
frequenta il protagonista, è indetto un concorso, che consiste nello svolgere un tema
avente come argomento le stragi che si stanno verificando in tutta la Sicilia e lo scrittore
del miglior testo sarà premiato avendo l’occasione di diventare giornalista per un mese,
pubblicando articoli su un famoso giornale locale. Fortunatamente, è Arturo a vincere il
concorso e, di conseguenza, il suo nome sarà pubblicato su un giornale. Come suo primo
articolo, Arturo ha deciso di intervistare il generale Dalla Chiesa, inserendosi furtivamente
nella sua dimora per evitare le guardie. Il generale, gentile, concede al “giornalista” di
fargli delle domande, purché siano semplici e rapide. Pochi giorni dopo, Arturo,
completamente pervaso dall’amore che prova per Flora, decide di spiarla (con l’ausilio di
un binocolo) nella sua stanza dal marciapiede di fronte all’abitazione della ragazza. D’un
tratto, gli si avvicina il giudice Rocco Chinnici rimproverando al ragazzo il suo scorretto
comportamento nei confronti della privacy della ragazza, ma alla fine, i due promettono
che ciò rimarrà un segreto e che non lo verrà a sapere mai nessuno. Con il passare dei
giorni, Arturo comincia a frequentare sempre più spesso la casa abbandonata dei suoi
Giulio Andreotti
nonni, fino al momento in cui non vi trovò all’interno Francesco , un giornalista che diventa
immediatamente amico di Arturo. I due, svolgendo la medesima professione, a volte si
riuniscono per discutere delle varie questioni di attualità e di politica. Dopo pochi mesi
però, Francesco è costretto a partire a causa della sua professione giornalistica, lasciando
il povero Arturo senza compagnia. A quel punto, il ragazzo decide di tentare il tutto per
tutto con Flora, invitandola al cimitero per poter passare un po’ di tempo in sua
compagnia. Flora, dapprima rifiutandosi apertamente, alla fine accetta l’invito per ragioni
che non vuole confidare subito ad Arturo. Arrivati al cimitero, Flora, che aveva acquisito un
po’ più confidenza con il protagonista, gli confessa che è costretta, contro la sua volontà, a
partire per la Svizzera. Questa notizia butta nello sconforto Arturo che, per convincerla a
Carlo Alberto
restare, scrive sotto il suo palazzo un frase d’amore rivolta a lei, ma, al momento della
partenza della ragazza, viene fatta esplodere una bomba proprio nell’abitazione della
Dalla Chiesa
ragazza. Un’ altra meschinità compiuta dai mafiosi per assassinare il giudice Chinnici. Per
fortuna, Flora si salva e parte in Svizzera per sfuggire dalla malvagità presente in Italia.
Con il passare degli anni, Flora ritorna a Palermo, dove Arturo ha
trovato lavoro come giornalista. Flora, dopo aver incontrato Arturo, gli
offre l’incarico di fare il giornalista di Salvo Lima, il superiore di Flora
del quale lei è segretaria. Il ragazzo accetta molto volentieri il lavoro,
ma, dopo un paio di giorni, le confessa che ha accettato solo per
passare del tempo con lei. A quel punto, credendo di essere stata presa
in giro per tutto il tempo, Flora decide di chiudere tutti i rapporti con
Arturo. Nel frattempo, Salvo Lima, che si trovava su un’auto in data 12
gennaio 1992, venne assassinato da due uomini in motocicletta.
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso e il 31 gennaio 1992 fu
istituito il Maxi-Processo, grazie al quale i giudici Falcone e Borsellino
riuscirono ad incastrare centinaia e migliaia di boss mafiosi,
mandandoli in gattabuia, tra questi Totò Riina, accusato dell’attentato
di Lima. Sembra troppo bello per essere vero, ma, il 23 maggio 1992,
a Capaci, viene posizionata una bomba con lo scopo di assassinare il
giudice Giovanni Falcone e il 19 luglio 1992 tocca anche a Paolo
Borsellino, in Via D’Amelia, fare la stessa fine. Ciò provoca un’ondata
rivoluzionaria da parte della popolazione palermitana, la quale grida
marciando per le strade” Mafia fuori dallo Stato”. E’ in tale circostanza
che Arturo e Flora si scambiano il primo bacio. Passano tanti anni e,
finalmente, i due innamorati mettono alla luce un figlio, al quale
trasmettono gli insegnamenti di tutti coloro che si schierarono contro la
mafia: da Dalla Chiesa a Chinnici.
Giovanni Falcone
Paolo Borsellino
-Il narratore che descrive i vari avvenimenti e le varie peripezie per
tutto il corso del film è interno alla vicenda. E’ infatti il protagonista
della storia, ovvero Arturo Giammarresi. Egli si presenta come “voce
narrante” sino alla fine. Ciò ha la funzione di inserire nella storia dei
flashback o delle anticipazioni, evitando di seguire uno schema
cronologico
- Il regista ha voluto inserire all’interno del film delle immagini e filmati
d’epoca per rievocare e per mettere al corrente gli spettatori il clima di
forte tensioni venutosi a creare nel Sud Italia in quegli anni nei quali
dominavano terrore e tristezza a causa della mafia
-Pif, mentre inquadra Flora con la telecamera, spiega che lei è la
donna, a suo parere, più bella che esista e che tutte le mattine passa
sotto il suo palazzo per poterla osservare e per ammirare la sua
bellezza sovrumana, seguendola sino al suo luogo di lavoro.
-Il regista ha fatto ricorso per gran parte del film alla comicità per mettere al
corrente i lettori di tutte le malefatte dei mafiosi, divertendosi allo stesso
tempo. Quindi è una sorta di attrazione per suscitare attenzione.
-Il regista ha deciso di dare questo titolo al film perché, in una celebre parte
dell’opera, il padre rassicura ad Arturo che la mafia uccide solo quando è
estate e, visto che in quel momento era inverno, il ragazzo non avrebbe
dovuto aver paura di essere ucciso.
-I mafiosi sono irresponsabili nelle proprie azioni, non danno importanza
alle vite altrui e, nel caso di Riina, appaiono ignoranti e privi di cultura.
-Boris Giuliano, Dalla Chiesa e Rocco Chinnici appaiono come uomini
sensibili, generosi ed eroici, perché, oltre a voler salvare Palermo e l’Italia
dalla presenza della mafia, hanno da sempre combattuto per i diritti umani e
per una migliore condizione di vita della popolazione.
-Qualcuno ha definito il film un susseguirsi di risate perché in molte scene
del film sono presenti scene comiche ed esilaranti, alla pari dei film
divertenti. Io non condivido tale affermazione perché nel film sono inserite
queste scene solo per avvicinare gli spettatori, come già detto in precedenza.
-Degli esempi di stragi di mafia che irrompono nella vita cittadina sono l’attentato che ha
subito Salvo Lima il 12 gennaio 1992 oppure la strage di Capaci e Via D’Amelia, che hanno
come vittime Borsellino e Falcone
-La fase iniziale di perplessità riguardo all’esistenza della mafia viene stroncata dal continuo
susseguirsi di attentati compiuti dai boss mafiosi. L’indifferenza emerge quando gli attentati si
fanno sempre più numerosi e diventa ormai quasi normale vedere mafiosi uccidere persone. La
scoperta del male e decidere da che parte stare emergono quando si verifica la strage di Capaci
e di Via D’Amelia.
-Il personaggio di Flora, partendo dal rifiuto nei confronti di Arturo, da bambina, è arrivata ad
amarlo, dopo litigi e altre varie situazioni.
-Arturo porta suo figlio sui luoghi dedicati alle vittime della mafia per poter insegnargli che alla
fine. Anche se sono sempre le persone corrette ad avere la peggio contro la malvagità del
mondo esterno, la mafia è un nemico che va combattuto con la vita, senza aver timore.
-Sembra un messaggio di speranza, perché lui crede ancora nella possibilità di un futuro
migliore, senza mafia. E impartisce al figlio un importante lezione di vita dicendogli che, forse,
con l’aiuto di tutti si riuscirebbe a sopprimere i mafiosi e liberare Palermo dalla malvagità.
Del film mi è piaciuta la parte nella quale Pif narra al figlio la storia di tutti gli eroi che
si sono schierati contro la mafia e che, per l’ideale di un mondo migliore e privo di
malvagità, sono stati assassinati. Questo momento mi è piaciuto perché in quei pochi
secondi di ripresa, si è riusciti a riassumere l’intera storia della mafia e dei suoi
nemici oltre alla storia degli eroi che hanno sacrificato la propria vita per salvare
quella degli altri. Ho apprezzato molto il momento del bacio con Flora perché amo le
storie che si concludono con un lieto fine, ma ho poco apprezzato le scene violente di
spari presenti un po’ dappertutto nel corso del film, perché le scene di sangue mi
spaventano e mi impressionano . Non avrei cambiato alcuna parte del film, poiché mi
è sembrato tutto perfetto e curato nei minimi particolari. Stesso discorso vale anche
per le scene che mi hanno infastidito, perché non sarebbe stato realistico se esse non
fossero state presenti. Mi hanno annoiato le scene nelle quali i personaggi si sono
riuniti nell’ufficio di Flora, non essendoci stato alcun avvenimento particolare.
Durante la visione ho provato una sensazione di totale incanto verso questo
capolavoro di Pierfrancesco Diliberto e, soprattutto nelle scene finali, ho provato un
sentimento di commozione verso i protagonisti del racconto.
Pif
Scarica

File