FTA Morning View giovedì 7 gennaio 2016 Dalla Redazione di FTAOnline News MERCATO USA Wall Street chiude in netto calo. Pesano petrolio, Cina e Corea del Nord A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto ribasso, ai minimi degli ultimi tre mesi. Il Dow Jones ha perso l'1,47%, l'S&P 500 l'1,31% e il Nasdaq Composite l'1,14%. A pesare sono stati una serie di fattori. Primo il possibile rallentamento dell'economia cinese. In mattinata è stato pubblicato un altro dato macroeconomico deludente mentre la People's Bank of China ha deciso di svalutare ulteriormente lo yuan. Il petrolio (Wti) è sceso sotto i 34 dollari al barile (-5,56% a 33,97 dollari). Infine da segnalare le tensioni geopolitiche dopo il test nucleare annunciato dalla Corea del Nord. Dai dati macroeconomici Usa pubblicati in giornata sono arrivate indicazioni contrastanti. La stima ADP (National Employment Report) sul mondo del lavoro ha evidenziato, nel mese di dicembre, una crescita di 257 mila nuovi impieghi. Il dato e' risultato nettamente superiore alle attese degli addetti ai lavori che si aspettavano un incremento di 192 mila posti di lavoro. Rivista al ribasso tuttavia la rilevazione precedente a 211 mila unità, da 217 mila. Nel mese di novembre la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 42,37 miliardi di dollari, in calo rispetto al disavanzo di 44,58 mld del mese precedente e inferiore ai 44 miliardi attesi dagli economisti. Markit Economics ha comunicato che a dicembre l'indice PMI dei Servizi e' sceso a 54,3 punti dai 56,1 punti del mese precedente, segnalando la peggior lettura degli ultimi 11 mesi, ma risultando comunque al di sopra della stima flash pari a 53,7 punti. L'indice ISM non manifatturiero e' sceso nel mese di dicembre a 55,3 punti dai 55,9 punti del mese precedente. Il dato e' risultato inferiore alle previsioni degli economisti fissate su un indice pari a 56 punti. Seppur a un ritmo più lento rispetto ai mesi precedenti è confermata una crescita da 71 mesi consecutivi. Nel mese di novembre gli ordini industriali sono diminuiti dello -0,2%, in linea con le attese, dopo l'incremento dell'1,3% registrato a ottobre (rivisto dal +1,5%). Sul fronte societario male il settore energetico, sugli scudi invece il comparto minerario grazie al rialzo delle quotazioni dell'oro. Tra i singoli titoli Apple -1,96%. Secondo il quotidiano giapponese Nikkei, il gruppo di Cupertino potrebbe tagliare del 30% la produzione degli iPhone 6s e 6s Plus a causa della crescita delle scorte. Smith & Wesson -4,45%. Wedbush ha tagliato il rating sul titolo del produttore di armi da fuoco a neutral da outperform. Monsanto -1,55%. Il colosso agrochimico ha annunciato una trimestrale in perdita e con ricavi in calo. Nel primo trimestre il risultato netto è stato negativo per 253 milioni di dollari contro l'utile di 243 milioni di un anno prima. Escluse le poste straordinarie la perdita per azione si è attestata a 0,11 dollari contro la perdita di 0,23 dollari indicata dal consensus. I ricavi sono diminuiti a 2,22 miliardi da 2,87 miliardi. Gli analisti avevano previsto un giro d'affari di 2,38 miliardi. Chipotle Mexican Grill -4,97%. La catena di fast food messicana ha annunciato un outlook inferiore alle attese. Per il quarto trimestre le società stima un utile per azione compreso tra 1,70 e 1,90 dollari (consensus 2,54 dollari). Yahoo -0,12%. L'investitore attivitsta Starboard Value LP ha scritto una lettera al management del colosso tecnologico chiedendo cambiamenti nel board e nelle scelte strategiche della società. MERCATI ASIATICI Nuovo sell-off e nuovo stop a Shanghai. Netto declino per le Borse dell’Asia Dura poco l’ottimismo che aveva spinto in progresso di circa il 2% gli indici di Shanghai nella seduta di mercoledì e anzi si ripete il copione di lunedì scorso, con un nuovo tracollo e il conseguente stop alle contrattazioni per i mercati della Cina continentale. Shanghai e Shenzhen hanno infatti di nuovo terminato gli scambi con largo anticipo, dopo che Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno toccato una perdita superiore al 7% (rispettivamente il 7,32% e il 7,21%), livello che porta all’automatica interruzione delle contrattazioni per il resto della giornata. Lo Shenzhen Composite ha fatto persino peggio, segnando un declino dell’8,34% prima di venire fermato. E la sfiducia si è fatta sentire anche a Hong Kong, con l’Hang Seng che perde oltre il 3% avvicinandosi alla chiusura (mentre l’Hang 1 Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica, sfiora un declino del 5%). Intanto la China Securities Regulatory Commission ha dichiarato che impedirà ai grandi azionisti (detentori di quote superiori al 5%) di vendere sul mercato più dell’1% del flottante di una quotata nell’arco dei prossimi tre mesi. Gli investitori dovranno anche comunicare all’autorità di mercato cinese i propri piani di riduzione delle partecipazioni con 15 sedute di anticipo. Ad appesantire i corsi a Shanghai e Shenzhen, oltre ai venti di guerra in arrivo da Pyongyang (la Corea del Nord ha comunicato di avere condotto con successo il test di esplosione di una bomba all’idrogeno miniaturizzata), è stato l’ennesimo deprezzamento dello yuan da parte della People's Bank of China, con l’obiettivo di spingere l’export, nel declino più deciso tra due fixing consecutivi dallo scorso agosto e nell’ottava seduta di fila in cui la valuta è stata tagliata nei confronti del dollaro. La tendenza ribassista era partita da Wall Street (i tre principali indici Usa avevano perso oltre l’1% mercoled’), a causa delle tensioni geopolitiche (Corea del Nord ma anche Iran-Arabia Saudita) e dell’ennesimo declino dei corsi del greggio (il Brent viaggia intorno a 33 dollari al barile, ai minimi dal 2004), e complice il nuovo sell-off cinese si è trasferita in Asia. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è in declino di oltre il 2% ai minimi dallo scorso settembre. A Tokyo, il Nikkei 225 ha chiuso con una perdita del 2,33% trascinata al ribasso dai grandi esporatori Toyota, Nissan, Sony (in arretramento del 2-4%), nonostante l’ulteriore indebolimento dello yen nei confronti del dollaro Usa. A Seoul, sono stati soprattutto i titoli tecnologici (Samsung Electronics, Samsung Sdi e Sk Hynix) a perdere terreno e il Kospi ha registrato una flessione dell’1,10% al termine della seduta. Performance simile anche per Sydney, con l’S&P/ASX 200 che chiude in declino del 2,20% mentre il dollaro australiano scivola ai minimi degli ultimi due mesi sulla valuta Usa. PREAPERTURA ITALIA/EUROPA Future sugli indici azionari europei in forte ribasso rispetto alle quotazioni delle 17:30 della seduta precedente: Eurostoxx 50 -2,8%, DAX -3%, CAC 40 -2,6%, FTSE 100 -1,9%. Le chiusure dei principali indici europei della seduta precedente: Eurostoxx 50 -1,22%, Francoforte (DAX) -0,93%, Parigi (CAC 40) -1,26%, Londra (FTSE 100) -1,04%, Milano (FTSE Mib) -2,67%. Future sugli indici azionari americani in calo dello 1,5-1,6 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -1,31%, Nasdaq Composite -1,14%, Dow Jones Industrial -1,47%. In forte ribasso Tokyo con il Nikkei 225 a -2,33%. Nuovo crollo per le borse cinesi: a Shanghai l'indice CSI 300 termina a -6,93%, a Hong Kong l'Hang Seng al momento segna -2,8% circa. Euro in recupero. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0810 dopo aver sfiorato quota 1,07 negli ultimi due giorni. Apertura positiva per i future obbligazionari eurozona. Il Bund future segna +0,16% a 159,93 punti. Il BTP future sale dello 0,06% a 139,07 punti. Petrolio su minimi pluriennali. Attualmente il future sul Brent segna 33,05 $/barile circa dopo aver toccato i 32,76, il WTI oscilla in area 32,85 $/barile da 32,53. Oro in netto rialzo. Le quotazioni al momento oscillano in area 1099 $/oncia dopo aver toccato i 1102,50, massimo da circa due mesi. DATI MACRO ATTESI Giovedì 7 gennaio 2016 08:00 GER Ordini all'industria nov; 10:00 ITA Tasso di disoccupazione nov; 11:00 EUR Indice fiducia economica dic; 11:00 EUR Indice fiducia industria dic; 11:00 EUR Indice fiducia servizi dic; 11:00 EUR Indice fiducia consumatori (finale) dic; 11:00 EUR Tasso di disoccupazione dic; 11:00 EUR Vendite al dettaglio dic; 14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione. HEADLINES 2 Germania: in crescita gli ordinativi industriali a novembre +1,5% m/m Il Dipartimento dell'Economia e della Tecnologia tedesco ha reso noto che a novembre gli ordinativi industriali sono aumentati dell'1,5% rispetto al mese precedente, battendo stime degli analisti che avevano calcolato un incremento pari allo 0,1%. A ottobre gli ordinativi erano cresciuti dell'1,7%. Cina: nuove limitazioni in arrivo per la vendita di titoli La China Securities Regulatory Commission ha dichiarato che impedirà ai grandi azionisti (detentori di quote superiori al 5%) di vendere sul mercato più dell’1% del flottante di una quotata nell’arco dei prossimi tre mesi. Gli investitori dovranno anche comunicare all’autorità di mercato cinese i propri piani di riduzione delle partecipazioni con 15 sedute di anticipo. L’annuncio è arrivato in vista della scadenza venerdì 8 gennaio di una simile misura introdotta l’estate scorsa in seguito al pesante sell-off abbattutosi sui mercati cinesi. E soprattutto dopo che dall’inizio del 2016 per due volte gli scambi sono stati interrotti a Shanghai a Shenzhen dopo che i listini avevano raggiunto una perdita del 7% in una seduta, livello dopo il quale le contrattazioni vengono fermate per il resto della giornata. Volkswagen potrebbe essere costretta a ricomprarsi 115.000 vetture in Usa Secondo quanto riporta il quotiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, Volkswagen potrebbe a essere costretta a riacquistare circa 115.000 automobili in Usa, come conseguenza dello scandalo per la manipolazione dei test sulle emissioni dei motori diesel che ha colpito Wolfsburg in settembre. Scandalo globale che però sta avendo una particolare risonanza dall’altra parte dell’Atlantico, dopo che lunedì lo U.S. Justice Department ha depositato una causa contro Wolfsburg che prevede sanzioni potenziali fino a 48 miliardi di dollari per la violazione di normative ambientali. Volkswagen, che si è detta fiduciosa di potere ricondurre il circa mezzo milione di sue vetture diesel in circolazione in Usa al rispetto delle leggi sulle emissioni, potrebbe però essere costretta a riacquistarne oltre un quinto (o in alternativa offrire nuove vetture ai clienti con significativi sconti). Volkswagen aveva chiuso in flessione dell’1,07% la seduta di mercoledì a Francoforte. Yahoo! prepara taglio dell’organico del 10% Secondo quanto riporta Business Insider, Yahoo! sarebbe pronta a presentare un piano di ristrutturazione che prevederebbe il taglio di almeno il 10% del suo organico complessivo. Gli oltre 1.000 licenziamenti potrebbero iniziare già questo mese. Il board di Yahoo! è sotto pressione da tempo, con il chief executive Marissa Meyer che non sembra riuscire a ottenere risultati dal turnaround in corso ormai da anni. L'investitore attivista Starboard Value, in una lettera inviata al board di Yahoo! mercoledì, ha chiesto una revisione radicale di strategia e struttura manageriale dell’azienda californiana. Il titolo Yahoo! dopo avere chiuso in perdita dello 0,12% la seduta di mercoledì a Wall Street guadagnava circa lo 0,40% nel mercato esteso (nell’ultimo anno Yahoo! si è deprezzata di ben oltre il 30% al Nasdaq). 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