Homo sapiens: una specie unica?
Nella struttura dell’occhio, nell’apparato
respiratorio e nell’apparato riproduttore
maschile si trovano esempi di
imperfezioni.
Homo sapiens: una specie unica?
L’ordine dei primati comprende scimmie che vivono
soprattutto nelle zone tropicali, ben adattate alla vita sugli
alberi delle foreste pluviali: mani e piedi prensili, occhi in
posizione frontale.
Homo sapiens: una specie unica?
Le scimmie antropomorfe
hanno braccia più lunghe
delle gambe, bacino lungo e
stretto, mani con dita ricurve
e piedi con il pollice
opponibile.
Gli uomini si sono adattati
alla postura eretta durante
la locomozione e sono
bipedi.
Homo sapiens ha un’arcata
dentaria disposta a parabola
e non a U e un cranio più
grande.
Gli ominidi
Gli ominidi
Quello degli ominidi è un cespuglio evolutivo, con tanti rami
che hanno continuato a crescere parallelamente, prima di
estinguersi.
La rappresentazione del susseguirsi lineare di una specie dopo
l’altra è inesatta.
Il genere Australopithecus
Circa quattro milioni di anni fa un
gruppo di scimmie africane del genere
Australopithecus, a seguito di
cambiamenti climatici, cominciò a
vivere nelle savane.
Dall’analisi di scheletri e orme si è
dedotto che fossero bipedi.
Il genere Homo
Circa due milioni di
anni fa ebbero
origine altri ominidi
con un cervello più
sviluppato, gli
appartenenti al
genere Homo.
Tra le varie specie del nuovo genere, Homo erectus
cominciò a colonizzare terre fuori dall’Africa.
Il genere Homo
Circa 200 000 anni fa si hanno le
prime tracce di una specie tipicamente
eurasiatica: l’uomo di Neandertal,
estintosi circa 30.000 anni fa.
Il genere Homo
Una specie nana,
Homo floresiensis, è
stata probabilmente
l’ultima a convivere
con Homo sapiens.
Un caso di nanismo
insulare.
L’origine della specie Homo sapiens
Per molto tempo i
paleoantropologi si sono
confrontati su due tesi
contrapposte circa l’origine
della specie Homo sapiens:
l’ipotesi dell’origine
multiregionale e quella
dell’origine africana.
L’origine della specie Homo sapiens
Il più alto livello di variabilità
genetica si deve trovare nel
luogo d’origine della specie.
Nel caso di Homo sapiens la
massima variabilità genetica
per il DNA mitocondriale si
trova in Africa.
Le popolazioni non africane
hanno DNA mitocondriali
meno vari.
I dati di variabilità raccolti studiando il
cromosoma Y hanno portato a risultati
analoghi.
L’origine della specie Homo sapiens
L’Africa è la culla
dell’umanità.
La carta mostra la
posizione di alcuni dei più
importanti siti della
paleoantropologia.
L’«Eva mitocondriale» sarebbe una donna africana, vissuta
circa 150 000 anni fa.
Un “intellettuale” dall’Africa
Negli scavi archeologici si
trovano utensili in pietra
lavorata in associazione al
genere Homo, sin
dall’inizio della sua
esistenza. Tra questi i
chopper, più antichi, e le
amigdale.
In tempi più recenti compaiono
composizioni pittoriche,
ornamenti e rituali di sepoltura.
Un “intellettuale” dall’Africa
Per l’evoluzione del linguaggio articolato sono state
fondamentali: la laringe (corde vocali), la faringe (camera di
risonanza) e la bocca (labbra e lingua per articolare suoni).
Rispetto agli altri mammiferi la posizione della laringe è più
bassa.
Un “intellettuale” dall’Africa
Circa 15000-10000
anni fa, iniziò
l’agricoltura, la
domesticazione di
piante e animali, e
la fondazione dei
primi villaggi
stabili.
L’emigrazione dall’Africa
Studi genetici e linguistici hanno ricostruito le migrazioni
dell’intera umanità.
Con la diffusione di Homo sapiens su tutto il pianeta si
accumularono differenze culturali e fisiche.
La diversità umana
Nonostante l’evidente diversità umana, dal
punto di vista genetico siamo tutti parenti.
Guidati dal «pregiudizio della razza» gli
antropologi hanno in passato tentato di
classificare gli esseri umani in unità
tassonomiche arbitrarie.
Homo sapiens e ambiente: un rapporto tormentato
L’emancipazione dalla natura ha
portato Homo sapiens a modificare
radicalmente gli ecosistemi naturali.
La prima grande crisi ambientale
provocata dall’uomo è dimostrata dalle
estinzioni di grandi animali.
La seconda è la conseguenza della
diffusione di agricoltura e
allevamento.
Homo sapiens e ambiente: un rapporto tormentato
Nella seconda metà del XX secolo l’urbanizzazione di grandi aree
ha inoltre contribuito all’eliminazione di molti habitat naturali.
Da quando Homo sapiens è apparso sulla Terra, il tasso di
estinzione è aumentato senza sosta: c’è chi definisce questo
fenomeno la «sesta estinzione» in massa dei viventi.
Scarica

Homo sapiens