Anno XXIV Numero 2 Giugno 2015 ONORANZE FUNEBRI TOP MOTOR “S. Bartolomeo” NOTIZIARIO DELLA FAMIJA VINOVÈISA AUTORIPARAZIONI CENTRO REVISIONI AUTOVEICOLI MOTO E CICLOMOTORI AUTORIZZATO Periodico trimestrale d’informazione e di cultura Copia gratuita Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4463 del 1° Aprile 1992 Grande emozione ha suscitato nei vinovesi la Sua dipartita L'EDITORIALE Don Giorgio, quel sorriso carico di umanità, amore e ottimismo Pensioni: giustizia è fatta? Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del blocco per gli anni 2012 e 2013 della perequazione automatica delle pensioni di ammontare lordo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps, si è aperta e subito chiusa per il Governo la questione della corresponsione ai pensionati delle somme non percepite. Infatti per ristabilire il principio costituzionale violato dalla norma illegittima si sarebbe dovuto ricostruire il calcolo delle pensioni per gli anni dal 2012 al 2015 e rimborsare la differenza tra l’importo ricalcolato e quello già erogato, con l’aggiunta degli interessi. Invece, non essendoci nel bilancio statale le risorse necessarie per la restituzione integrale del maltolto, si è aggirato l’ostacolo con perfetto tempismo stabilendo con un decreto-legge di corrispondere una somma forfettaria una tantum (cosiddetto bonus), cioè una modesta quota della somma spettante e per giunta non a tutti gli aventi diritto. Speriamo il denaro così “risparmiato” non venga utilizzato per pagare spese gonfiate ad arte o per ripianare deficit di enti, finendo direttamente o indirettamente nelle tasche di faccendieri, come troppo spesso accade. Dall’Unità (1861) sino ai nostri giorni le cronache sono costellate di innumerevoli scandali finanziari, ed è un dato di fatto che l’Italia nel consesso delle nazioni sia considerata un paese ad alto rischio corruzione. Lo dice anche Papa Francesco. Con le risorse immense che si sono volatilizzate in tangenti, appalti gonfiati, opere pubbliche D on Giorgio Gonella è nato a Villafranca Piemonte il 25 dicembre 1931. La famiglia è stata la culla della sua fede: spesso ricordava la sapienza della mamma, la sua preghiera costante che diventava più intensa davanti ai momenti di difficoltà, alle malattie, ai lutti. È attorno agli otto anni che avverte, in modo semplice e sorprendente, il desiderio di incamminarsi verso il sacerdozio. Compie il regolare iter di studi e di formazione nei nostri Seminari: ne ricorderà la disciplina severa … che tentò di contenere la sua voglia di sorridere e di scherzare … senza successo. Diventa prete nella festa dei Santi Pietro e Paolo del 1956. Dopo un anno di Convitto ecclesiastico ed uno come Assistente in Seminario viene inviato proprio a questa Parrocchia. È il 1958 quando don Giorgio arriva a Vinovo e molti ricordano la sua attenzione ai giovani. Don Giorgio stesso raccontava quegli anni con dovizia di particolari, senza dimenticare la motocicletta con la quale scortava le gite dei gruppi giovanili. Dopo due anni è trasferito a sant’Alfonso, in Torino. A testimonianza vivente del suo servizio a Sant’Alfonso è la presenza di Mons. Danna, bambino di allora e oggi Vicario Generale dell’Arcidiocesi. Cascina Don Gerardo. Don Giorgio Gonella ringrazia per il premio ricevuto. incompiute o addirittura inutili, ecc. quante manovre economiche si sarebbe potuto varare per contrastare la crisi economica, senza ricorrere a iniqui rimedi come la sospensione sia pure temporanea della rivalutazione delle pensioni? Tuttavia i pensionati non si devono scoraggiare perché il decreto-legge deve essere ancora convertito in legge dal Parlamento e in ogni caso resta sempre aperta la via giudiziale. E’ prematuro concludere con il famoso ritornello: “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…., chi ha dato, ha dato, ha dato…… scurdàmmoce ‘o passato…..”. Il Direttore È la seconda esperienza di vicecura che lo aiuterà ad affrontare il primo di una serie di impegni gravosi. Gli viene chiesto, infatti, di essere il primo Parroco dell’erigenda parrocchia di San Giacomo in Chieri. Nella costruzione della chiesa e della comunità don Giorgio investe le sue energie migliori: crea spazi di preghiera e di tempo libero, in quella attenzione a creare le condizioni perché le persone potessero stare bene insieme che ha caratterizzato la sua vita e il suo ministero fino alla fine. A San Giacomo fa i conti con la nascita di un nuovo quartiere, con l’integrazione di famiglie di provenienza diversa … e con tutti instaura legami cordiali. Fino a quando l’Arcivescovo Anastasio Ballestrero gli chiede una collaborazione più diretta nominandolo suo vicario territoriale per il distretto Sud Est della Diocesi. Sono anni nei quali, anche attraverso il contatto con il Card. Uscita del feretro attorniato dai fedeli dalla parrocchiale S. Bartolomeo. Egli si è speso fino alla fine nel preziosissimo servizio delle confessioni e dei colloqui spirituali. Ballestrero (Don Giorgio ha deposto nel processo di beatificazione), don Giorgio affina ulteriormente la sua saggezza, la sua capacità di affrontare sfide e difficoltà con pacatezza, con decisione e con amore della verità, con autorevolezza. Al termine di questo servizio assume l’incarico di parroco di San Lorenzo in Giaveno. Anni intensissimi di lavoro pastorale e ancora una volta di grande Don Giorgio intento nella lettura. impegno – in termini di risorse umane e non solo – per il recupero di spazi incontro e di occasioni di aggregazione. La dimensione diocesana non ha impedito a don Giorgio di allargare lo squardo della sua carità: in Colombia, insieme ai suoi familiari, sostenne e permise la costruzione di una casa per le suore di Betania. È nell’estate del 2000 che don Giorgio sceglie di concludere la sua esperienza di parroco e ritorna qui a Vinovo come collaboratore delle due parrocchie e dei due parroci che, in questo tempo, si sono succeduti. Fin da subito egli ha messo a disposizione la sua competenza in molteplici campi e la sua capacità di relazione e di amicizia hanno raggiunto praticamente tutte le fa- Don Marco benedice il feretro prima della tumulazione nella tomba dei Parroci vinovesi. 2 IL VINOVESE sce di età ed i ceti sociali. Nessuno si è sentito escluso dalla sua accoglienza, anche a costo di sentire una battuta o una presa in giro capace di correggere senza offendere. La sua attenzione è andata dai fanciulli della catechesi alle coppie di fidanzati fino alla condivisione della responsabilità delle opere, soprattutto nei lavori di ristrutturazione che hanno interessato la Cascina e la Parrocchia di Garino. Un’attenzione particolare egli ha saputo averla verso la terza età, accompagnando la nascita dei due circoli dei pensionati. Negli ultimi anni il venir meno delle energie non ha rallentato il lavoro di don Giorgio. Piuttosto lo ha purificato. Egli si è speso fino alla fine nel preziosissimo servizio delle confessioni e dei colloqui spirituali, nel quale ha manifestato le virtù maturate: la mitezza e la carità. La capacità di contemplare il bene nella vita di ciascuno e di farlo emergere come motivo di speranza. Il desiderio di annunciare il Vangelo che offre uno sguardo nuovo sulla realtà e che soprattutto apre gli occhi al nostro destino di eternità. La scorsa domenica 17 maggio ha ricevuto il premio Bravo che una Associazione vinovese ogni anno assegna ad una persona che si è distinta per il suo servizio alla popolazione. Il quella circostanza gli venne regalato un bastone che ancora adesso è accanto a lui, nella bara. Don Giorgio è stato per questo popolo come quel bastone: capace di sostenere in modo discreto, senza sostituirsi alle gambe, ma efficacissimo. La sua intercessione continui a sostenerci dal cielo. Elogio a don Giorgio letto in chiesa da don Marco. antiche e la sua fondazione risale al periodo della dominazione dei Romani, i quali gli diedero il nome di Portus Delphini. Passeggiata con l'accompagnatrice. Rientro in battello a Rapallo e pranzo in ristorante. Nel primo pomeriggio proseguimento della passeggiata a Rapallo (sempre con accompagnatrice) per visitare la splendida località balneare sul golfo del Tigullio, che conserva la tipica impronta delle abitazioni liguri. Il nucleo più antico dell’abitato, in parte rinnovato, è compreso tra il mare e la ferrovia; la parte moderna, sorta in seguito allo sviluppo avvenuto a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso e soprattutto nel dopoguerra, si estende ad arco intorno all’insenatura e sulle pendici delle colline retrostanti, caratterizzate da una tipica vegetazione mediterranea. Alle ore 17.30 partenza per il viaggio di rientro in serata. Piazzetta di Portofino, salotto a cielo aperto, definito “locale storico d’Italia”. Una domenica estiva tra ieri e oggi Un itinerario tra storia e ambiente nel blu del Golfo del Tigullio La Famija Vinovèisa organizza domenica 12 luglio una gita a Portofino e Rapallo. Partenza ore 6,00 da Piazza 2 Giugno per Rapallo, imbarco sul battello per Portofino. Posta nel cuore del Tigullio, all'interno del Parco Naturale Regionale di Portofino, il borgo è una rinomata località di villeggiatura estiva, meta prediletta del jet-set internazionale. Le origini sono molto Insegna stradale all’ingresso della città. Particolare di edifici costruiti a strapiombo sul mare. Quota a persona e 65,00 Viaggio su Bus GT Chiesa, navigazione in battello, visite guidate, pranzo, bevande incluse. Le adesioni si raccolgono entro il 3 luglio p.v. presso: Giardino Fiorito di Grazia, Via Marconi 35; Erboristeria S. Bartolomeo, Via S. Bartolomeo 6 Altro scorcio suggestivo e caratteristico di Rapallo. Scultura di Stefano Bombardieri. storia di un liberale Pag. 19 Rita da Cascia, la “santa dell’impossibile”5 Ricordo di Giuseppe Bergamasco 7 Il sogno di correre 8 I borgh ëd Vineuv La compagnia delle Indie orientali la storia sabauda a stupinigi Pag.10 le “coppie d’oro” in festa Pag. 13 la CROCE DEI CADUTI Al cimitero Pag. 4 9 11 Il premio “Bravo 2014” a don Giorgio 17 I volti della Liberazione 21 Eccellenza italiana nel mondo 22 I nostri morti 27 Quando l’abito fa il monaco Pag. 6 IL VINOVESE 3 Per non dimenticare le vittime dell’ “inutile strage” La Croce dei Caduti tocca il cuore di tutti noi H o partecipato la domenica dopo il quattro novembre al piccolo corteo che dalla chiesa si è recato a rendere omaggio al monumento dei Caduti nella piazza del municipio e ho notato la fitta selva degli stendardi di tutte le organizzazioni religiose e civili del paese e le rappresentanze delle associazioni combattentistiche, dagli alpini ai bersaglieri. Scarsa era purtroppo la partecipazione dei privati, per effetto, forse, della lontananza temporale dai luttuosi avvenimenti commemorati. Mentre me ne tornavo a casa, ho ripensato agli anni della mia gioventù, quando il Parco della Rimembranza era ancora situato in via Chisola e la gente lo chiamava “Il Piave”, perché il corteo, aperto dal podestà e dal segretario del Fascio, vi si recava al suono del leggendario inno. Più tardi il Parco è stato spo- "Spose che il duol consunse - e vergini indarno fidanzate - madri che i nati videro trafitti impallidir". stato di fianco al lato ovest del Cimitero. Nel 1984 infine nella sede centrale, più dignitosa e più curata, e nell’occasione della festa dei Defunti la benemerita Amministrazione comunale ha cura di corredare ogni alberello di un mazzetto di fiori con il nastro tricolore, e tanti devoti vi depositano un fiore. Ogni anno visito quei luoghi sacri e sosto davanti alla grande croce marmorea posta nel cimitero, davanti alla quale un cavalletto sorregge i ritratti dei Caduti. Mi fermo a guardarli e quasi a parlare con loro, che non ho conosciuto, ma, rileggendo quei cognomi, così vinovesi, ricordo tante famiglie lasciate nella desolazione. Allora mi tornano in mente – inguaribile malattia di un professore di lettere! i versi del Manzoni, che evocano le tante vittime, dirette e indirette, delle guerre: “spose che il duol consunse – e vergini indarno fidanzate - madri che i nati videro trafitti impallidir” sotto i colpi dei Longobardi, la “rea progenie” progenitrice dei Tedeschi 4 IL VINOVESE Cimitero di Vinovo, Campo B. La Croce ai Caduti inaugurata nel 1919 opera dello scultore Tancredi Pozzi. moderni, disumani e spietati, “ cui fu prodezza il numero – cui fu ragion l’offesa – e diritto il sangue – e gloria il non aver pietà”. Provo allora un sordo rancore verso quei governanti che nel 1915 a cuor leggero hanno ceduto alla gazzarra di certe minoranze - nazionalisti, futuristi, interventisti di ogni tipo e razza, in primis Gabriele D’Annunzio e altri intellettualoidi che non meritano di essere citati, i quali nelle piazze d’Italia, lanciavano ingiurie sboccate e oscene contro i neutralisti e cinicamente e forsennatamente invocavano la guerra come “sola igiene del mondo”, mentre i figli della povera gente, quella che non urla ma lavora, si avviavano a lasciare la loro giovinezza tra le nevi delle Alpi, nel fango e nel gelo delle trincee tra i topi e gli scarafaggi, o sugli aridi altopiani del Carso. Inutilmente il “reazionario” e sconciamente sbeffeggiato Giolitti esortava i governanti ad accontentarsi del “parecchio” che la Triplice Intesa ci offriva in cambio della neutralità; inutilmente la Chiesa, per bocca dei suoi uomini migliori, lanciava il grido allarmato contro il crimine che si stava perpetrando (“l’inutile strage” l’avrebbe proclamato più tardi il papa Benedetto XVI). Ma spesso nella storia sulla ragione e sul cuore prevalgono gli istinti brutali, che trasformano gli uomini in belve. Allora i giovani cadono, atroce- Vinovo, 4 novembre 1984. Inaugurazione del nuovo viale della Rimembranza presso il Cimitero (a sinistra don Gerardo). mente falciati da armi sempre più micidiali, le vedove e le madri si consumano nel dolore, le case crollano colpite dalle bombe e i villaggi bruciano e fumano sotto gli occhi indifferenti, quasi compiaciuti, dei guerrafondai e dei predicatori della violenza. E non pensano, gli autori di questi crimini, che un giorno o l’altro dovranno pur presentarsi, per rendere conto del sangue di tanti innocenti, al tribunale di Dio, il quale non li giudicherà secondo i cinici e amorali schemi della politica. Lodovico Griffa Gli amici non dimenticano Piero Lo scorso mese di aprile è improvvisamente mancato Piero Vivalda. A lui avevamo dedicato un articolo nel numero di marzo del nostro giornale; oggi, immaginandolo intento a tenere in ordine il suo angolo di paradiso, desideriamo ricordarlo con il saluto degli amici, letto durante il rito funebre: “Ciao Piero, ti porto il saluto di tutti i tuoi amici, di tutti coloro ai quali sapevi rivolgerti in tono semplice e garbato. Sei entrato in punta di piedi nella nostra comunità; ti sei messo a disposizione con discrezione e umiltà, com’era nel tuo stile. Sappi che noi tutti abbiamo apprezzato i tuoi piccoli grandi gesti, il tuo saper fare senza nulla chiedere. Ora, ti sei allontanato in silenzio, senza recare disturbo, ancora una volta in punta di piedi, forse senza neppure accorgerti d’aver lasciato un’impronta dietro di te. Nel congedarci da te, nel rispetto del tuo modo di essere, ti salutiamo con un’unica semplice parola: “Grazie!”. Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito con offerte per le S. Messe e le spese sostenute, tra questi la Ditta Imberti per la lapide, il sig. Luigi Obito e il sig. Carlo Gaido (custode) per la posa e le Onoranze Funebri San Bartolomeo per il coprifossa e la foto in ceramica. Rita da Cascia la "Santa dell'impossibile" Paciera di Cristo, esempio di pazienza e perdono Santa Rita (Margherita) da Cascia, nacque nel 1381 a Roccaporena, frazione di Cascia (PG). Il primo miracolo, detto delle “Api Bianche”, le venne attribuito a soli 5 giorni dalla nascita. Mentre i genitori erano impegnati nella mietitura, le api si avvicinarono a Rita lasciata in una culla sotto ad un albero. Le api cominciano a entrare e uscire dalla sua bocca senza mai pungerla, depositandole in bocca del miele. Nei pressi un contadino, che si era ferito a una mano con la falce, lasciò il lavoro in cerca di cure. Passando davanti alla culla, e vedendo le api ronzare sopra a Rita, cercò di scacciarle con l'arto ferito, che incredibilmente guarì. Già dai primi anni dell’adolescenza Rita manifestò apertamente la sua vocazione a una vita religiosa, ma i genitori, come usanza dell'epoca, la promisero sposa a Paolo di Ferdinando Mancini, così giovanissima convolò a nozze. Lo sposo era burbero, collerico e violento, ma Rita, armata di pazienza, oltre a sopportare tutto il male ricevuto seppe portare il marito alla conversione. Dal matrimonio nacquero due bambini, ma dopo pochi anni l’unione fu interrotta dall’assassinio di Paolo, avvenuto a causa del suo passato burrascoso. Nonostante la famiglia Mancini e i suoi stessi figli bramassero vendetta, Rita non rivelò mai il nome di chi aveva compiuto l’infausto gesto, invocandone invece il perdono. Quando vide che i suoi figli, accecati dall’odio, non volevano darle retta, pregò Dio affinché allontanasse il pericolo di vederli macchiati di simili atrocità. Da lì a poco i due fratelli si ammalarono e morirono. Rimasta sola ancora giovane provò ad entrare al Monastero Agostiniano Santa Maria Madda- Immagine di S. Rita da Cascia lena, a Cascia, ma venne rifiutata per ben tre volte. Solo nel 1407 ottenne finalmente il permesso di entrare nel Monastero e vi rimase fino alla sua morte. Durante la vita monastica si distinse per la sua obbedienza. Nel giardino del monastero si custodisce ancora la "Vite miracolosa" della Santa, vale a dire la pianta germogliata da un ramo ormai secco, innaffiata per diverso tempo da Suor Rita per compiacere la propria Superiora. Tra i principali prodigi ricordiamo quello della spina della corona di Cristo sulla fronte, stigmate che portò negli ultimi 15 anni della sua vita con l'eccezione del viaggio a Roma per la canonizzazione di San Nicola, quando scomparve per poi riapparire una volta tornata a Cascia. Pochi mesi prima di morire, immobilizzata a letto, chiese che le venissero portati dei frutti e una rosa, nonostante fosse ancora inverno. La rosa, fiorita fuori stagione, divenne suo simbolo per eccellenza e tuttora si dice che, ogni qualvolta Mè pogieul... LIBERTÀ SEMPIA Cand che la vita ‘d s’òm a treuva longh ël temp ëd le giornà curte dl’invern e a stanta l’anciarm dru dël bel temp për ëslarghé j’ante scure ‘d so cheur, A sarà col orisont ch’it base minca giornà ch’a-i ven mè car pogieul ‘d vita... It saras mach na sèmpia lòbia busticà dal nèbie dl’otogn e mut, come un ròch ë Dòria. a-j fa assè avèj un cit pogieul archincà da ‘n vas ëd geranio viòla e n’ombrela da rivera për l’ombra për sent-se argalà ‘d so tòch ëd la vita. Ma quand ch’i veuj pensè ch’i veuj pensé lontan Là... Arlongh al cheur ch’a bat. Setà a l’ombra, carëssà da l’òora, co’ ij pé patta su le pianele càude, s’òm a seugna a euj sarà ‘l paradis. Rita interceda per un miracolo, accanto al suo corpo si diffonda un intenso profumo di rose. Si narra inoltre che il giorno della morte venne avvistato uno sciame di api nere (dette murarie) nel convento, che ancora oggi sono presenti vicino all'albero di vite. Il primo miracolo da defunta avvenne al momento di celebrare le sue esequie. Un falegname, da poco diventato invalido alle mani, non potendo più lavorare vedendo la salma di Rita, disse: “Oh, se non fossi 'struppiato', la farei io questa cassa!”. Il falegname guarì immediatamente, e le suore lo incaricarono della costruzione della “cassa umile”. La gente accorse numerosa per venerarla, mentre si diffondeva la voce che Rita compisse dei miracoli, tra tutti il più straordinario: il miracolo di un cieco che riebbe la vista. Successivamente, forse a causa di un incendio divampato nell’oratorio, la cassa e il corpo rimasti intatti, vennero messi nel sarcofago, conosciuto come “Cassa Solenne”. Il corpo incorrotto di Santa Rita venne poi spostato ulteriormente, fino a giungere nella bellissima cappella dentro la Basilica a lei intitolata, ove riposa in un’urna trasparente esposta alla venerazione dei fedeli. Fu proclamata Santa durante il Giubileo del 1900 da Leone XIII, dopo un lunghissimo processo di canonizzazione. È una delle figure più invocate e venerate dai cattolici e il suo culto è seguito in diversi centri d’Italia. Protettrice degli esseri umani in gravi difficoltà viene chiamata “Santa dell’impossibile”. Il 22 maggio, sua ricorrenza onomastica, durante le funzioni liturgiche, si celebra il consueto rituale della benedizione delle rose. mgb Im faso pòst an mes a Ti e Ti, come sèmper it ses lì càud e pien ëd parfum d’antan a pijé ij mè magon d’om e deme pas, come na maròta... Un ciusion ëd passaròt a lo cun-o, una nìvola ‘n cel a lo cudiss e l’aria përfumà a lo arfranca, a-i va nen tant al mond a sté bianes. Carlin Pòrta Villar Perosa (TO) Fabrizio Pignatelli Torino IL VINOVESE 5 Storia e folclore del popolo tirolese Quando l’abito fa il monaco D iscendenti dei celti, al confine tra Italia e Germania, i Tirolesi rappresentano una minoranza etnica per la quale le norme sul bilinguismo e la parità dei diritti sono effettivamente applicate. Sono un popolo abituato a vivere in montagna, capace di condividere all’interno della Comunità valori come il rispetto per l'ambiente, la solidarietà e il senso civico, ma anche il modo di esprimersi attraverso simboli, costumi e tradizioni. Perfino gli abiti tipici, alcuni dei quali risalenti al XVII secolo e il grembiule blu (proibito in epoca fascista perché ritenuto elemento d’identificazione popolare) viene indossato con un certo rigore, quasi a sottolineare quanto usanze e costumi siano una cosa seria e non soltanto folclore. Con il termine “Tirolo”, (in tedesco “Tirol”) ci si riferisce ad una zona che, dal punto di vista linguistico-culturale, copre la Baviera meridionale, l’Austria centro-occidentale, fino a giungere alla zona italiana oltre l’Adige. Oggi il gruppo linguistico tedesco gode di forte tutela, grazie all'autonomia della provincia di Bolzano. Il nome deriva da Castel Tirolo, il castello che fu la residenza della famiglia dei Conti di Tirolo e che è uno dei principali edifici fortificati dell’Alto Adige. Il Sud Tirolo, già abitato in epoca preromana, dopo la nascita dei principati vescovili di Trento e Bressanone e l’estensione dello stato feudale, passò sotto l’influenza dell’Austria. Ad opera di Maria Teresa d’Asburgo il decreto delle norme relative al Maso chiuso (già precedentemente regolamentato dal Governo del Tirolo). Il Maso chiuso è un insediamento, con allevamento di animali da reddito per il sostentamento di un ampio nucleo familiare, che ha lo scopo di salvaguardare la redditività dell’azienda agricola. Durante l’invasione napoleonica il Tirolo passò sotto la giurisdizione della Baviera, ma ciò provocò una rivolta popolare guidata dall’eroe 6 IL VINOVESE “Tirolesi”, scena di vita contadina del pittore austriaco Franz Defregger, famoso in tutto il mondo (1920 circa). Castel Tirolo nel comune di Tirolo in provincia di Bolzano. tirolese Andreas Hofer e, dopo il congresso di Vienna, il Sud Tirolo e il Trentino vennero posti all’interno dell’Impero Austro-Ungarico. Dopo l’avvento della “Grande Guerra” venne ceduto al Regno d’Italia. Il regime fascista, con la conseguente italianizzazione forzata, impose il divieto di usare il tedesco negli edifici pubblici, la chiusura di giornali in lingua tedesca, l’italianizzazione della toponomastica e dei cognomi. Quando l’Austria venne annessa al Terso Reich nacque il problema della presenza tedesca in territorio italiano; fu istituito un referendum che prevedeva il trasferimento di parte della popolazione in Germania. Dopo la fine della seconda guerra mondiale nacque la Südtiroler Volkspartei (SVP), un movimento conservatore di ispirazione democristiana che chiese immediatamente l'annessione del Sud Tirolo all'Austria. Nel '46, però, gli accordi De Gasperi-Gruber sancirono la nascita della regione a statuto speciale del Trentino-Alto Adige. Oggi il gruppo linguistico tedesco gode di forte tutela, grazie all’autonomia della provincia di Bolzano. Come già precisato, se si parla di usanze e costumi, in Alto Adige non si parla di folclore, ma di tradizioni vissute ancora oggi. Da Pasqua a Natale, dall'autunno all'estate, è un susseguirsi di ricorrenze e feste per celebrare, ricordare, invocare o semplicemente per stare insieme. Tra le tante iniziative citiamo quella promossa dagli “Schützen” (bersaglieri tirolesi), gruppi d’antichissima origine, che si occupano della conservazione della memoria storica, delle tradizioni locali e della fede cristiana. Essi si pongono come punto di riferimento culturale, nello spirito solidale e democratico che unisce le genti mitteleuropee. Derivano dall'antico ordinamento militare tirolese (milizia volontaria adibita alla difesa del territorio, insignita del titolo di “Bersaglieri Imperiali”) e, dal punto di vista giuridico, oggigiorno sono associazioni di volontariato di carattere privato. Maria Grazia Brusco SCARPE N. 21 Ti vogliamo raccontare di prodezze senza pari quando tu eroe bambino ci calzavi come ali. Pomeriggi popolati di fantastiche avventure a combattere pirati a sconfiggere creature. Ogni giorno una battaglia nel cortile e nei giardini a inventare un altro mondo come riescono i bambini. Ma del tempo tanto amato non rimane che memoria ora sei un ragazzone sempre in giro a far baldoria. Il tuo piede è così grande che le scarpe sembran navi e la mamma per ricordo... ci ha promesso portachiavi. Barbara Accosato Vinovo (TO) Anno 1960. Una folla composta di vinovesi segue la bara di Giuseppe Bergamasco preceduta da don Pietro Donadio. Foglio, terreno difficile da arare, A cinquantacinque anni dalla scomparsa Quel drammatico due maggio tra ricordi e lezioni di vita Il 2 maggio 1960 scomparve a soli 33 anni Giuseppe Bergamasco nato a Vinovo nel 1927. I funerali vennero svolti il giorno successivo. Allora si usava ancora recitare il santo rosario alla sera in casa, e in questa occasione si fermarono le giostre ed il ballo sulla vicina piazza Rey che funzionavano in quanto erano i giorni della Fiera primaverile di Vinovo. Il funerale partito dall’abitazione di via Stupinigi 2 (allora casetta privata perché non c’era ancora il palazzone) raggiunse a piedi il cimitero dove si svolsero le esequie religiose con la santa messa in San Desiderio e poi la tumulazione nella tomba di famiglia. La bara fu portata a spalla dai compagni di leva seguita da molta folla. Pino come era da tutti semplicemente conosciuto, oltre ad essere molto devoto alla Madonna di S. Desiderio, partecipava puntualmente alla messa specialmente Conclusi gli incontri alla scoperta di nuove conoscenze Il 27 maggio si è concluso il ciclo d'incontri del mercoledì pomeriggio in un'atmosfera allegra e serena. Erano iniziati ad ottobre nella ca- nella Chiesa di Santa Croce (conosciuta come la cesa dij Batù). Al termine della cerimonia religiosa incontrava gli amici con i quali si prodigava per la riuscita delle feste paesane ed i pranzi di leva ed altre feste, conservando anche le bandiere o i labari. Era un bravo ballerino di lisco che in coppia con la moglie si faceva notare sul ballo. Grande gioia ebbe alla nascita della figlia Rosanna che col passar degli anni sarebbe stata la sua “ballerina”. Di carattere era buono, gentile onesto e leale, amico con tutti e gran lavoratore, sia in fabbrica che in cascina con i fratelli. Non faceva mancare il proprio sostegno a nessuno. Nella breve vita terrena ha lasciato un bel ricordo positivo nelle persone che lo hanno conosciuto. Anche a distanza di 55 anni il suor ricordo resta sempre vivo ed indelebile. E con grande affetto così lo ricordano la moglie Angela, la figlia Rosanna ed il genero Nerio. scina Don Gerardo, in sordina quasi come esperimento. Si è rilevato una gradita sorpresa per l'entusiasmo di chi ha partecipato. Letture, proiezioni, viaggi, storia e tanti altri argomenti sono stati trattati. Un grazie riconoscente a Don Marco che ha concesso i locali, a tutti i volontari che si sono resi disponibili perché ogni incontro fosse interessante e piacevole. Questo è il frutto dell'Amore! Grazie anche alle persone che han- no partecipato, la loro presenza è stata preziosa per questa iniziativa. Ci aguriamo di riprendere nell'autunno quando le giornate si fanno più corte e buie e la solitudine diventa compagnia. La preghiera finale è stata: "Donaci o Signore la gioia di cercare il bene e il gusto di viverlo insieme". Si Signore, ascolta la nostra preghiera perché è bello stare insieme e volersi bene. Lidia Magliano Bosco Il compianto Giuseppe Bergamasco in divisa militare. IL FOGLIO ma quando avrai seminato, guarderai le parole germogliare e con la fronte sudata dirai: “Com’è bello il mio campo di carta”Èlodie Maria Melano Castagnole Piemonte (TO) Rispettoso ringraziamento del Maresciallo Costa Alla cortese attenzione del Presidente della Famija Vinovèisa, sig. Dino Sibona e al caro padrino Gervasio Cambiano. La presente per ringraziare caramente riguardo l’articolo che riportava, nel vostro periodico, la notizia della mia nomina a Maresciallo Ispettore della Guardia di finanza. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutti coloro che, in questi tre anni di formazione non mi hanno mai fatto mancare affetto e sostegno. Con molta umiltà sono orgoglioso di avere incontrato, in questi anni di apprendistato, molti giovani colleghi pronti a portare il proprio entusiasmo e il proprio impegno per servire lo Stato e operare per la Giustizia e per l’Equità di tutti i Cittadini. Grazie per la considerazione e per l’affetto. Francesco Costa IL VINOVESE 7 Una visita alla Sindone d'altri tempi Per l’esposizione della Sindone svoltasi nel 1933 un numerosissimo gruppo di vinovesi andarono in pellegrinaggio a Torino a vedere il Sacro Sudario. Funzionava ancora la linea tramviaria Piobesi-Vinovo-StupinigiTorino con fermata in via Sacchi. Molte persone sono riconoscibili nella foto scattata sul sagrato del Duomo di Torino. In basso a sinistra con il cappello Antonio Aliberti. Al centro riconoscibile il nostro parroco don Francesco Bottino e subito dietro il vice don Tamagnone. In terza fila sulla destra un giovane don Giovanni Aghemo. Incontro con Francesco Lerose Correre dietro al sogno di correre... Per parlare del nostro concittadino Francesco Lerose dobbiamo “prenderla di corsa”! Francesco, originario di Grassano (Mt), si è trasferito a Vinovo nel 1987 e, proprio per le strade del nostro paese, è facile incontrarlo durante i suoi allenamenti. Francesco ha iniziato ad appassionarsi alla corsa durante il servizio militare, vedendo altri commilitoni allenarsi per l’atletica dell’Esercito. Dopo essersi chiesto: “Se lo fanno gli altri perché non dovrei riuscirci anch’io?” ha avuto i primi approcci con quest’attività sportiva. Terminata la naja purtroppo, a causa degli orari di lavoro, il tempo da dedicare a questa sua passione, era davvero poco. Successivamente, assunto alle dipendenze della ditta “Carello”, è entrato a far parte della società podistica aziendale. Così, a partire dal 1979-’80, il gruppo composto da 25-30 atleti si incontrava tutte le domeniche mattina per allenamenti e gare. Nel 1997 si è iscritto alla podistica vinovese, con la quale ha parteci8 IL VINOVESE pato a numerose competizioni. Nel 1998, durante il torneo dei borghi, un amico vinovese lo ha convinto ad iscriversi alla 42 km 195 m della Turin Marathon. Si trattava di affrontare, per la prima volta, una gara più lunga del solito! Partito entusiasta, ha terminato il percorso senza mai fermarsi, raggiungendo così il traguardo con grande soddisfazione. Tra le varie competizioni alle quali Francesco ha partecipato, citiamo il “Trofeo Agnelli” (quando lavorava alla Automotive Lighting), conseguito con un buon risultato e Francesco in primo piano durante l’attraversamento di Piazza Navona a Roma. che, ancora una volta, gli ha dato modo di mettere a prova la sua resistenza fisica. Inoltre dal 2003 ha partecipato a tutte le edizioni della “Tuttadritta” di Torino, ad eccezione del 2005 quando ha preso parte alla Maratona di Milano, che si svolgeva contemporaneamente. La “Tuttadritta” è una corsa unica nel suo genere, adatta a tutti. Dieci chilometri in rettilineo dal centro di Torino alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, che possono essere percorsi correndo, marciando o camminando. In totale Francesco ha partecipato a 17 maratone, l’ultima delle quali a Roma, il 22 marzo scorso. La maratona di Roma, con partenza e arrivo in via dei Fori Imperiali, è considerato il più partecipato evento sportivo d’Italia, dato l’elevato numero di atleti che vi prende parte, compresi numerosi stranieri, provenienti da diversi paesi. Il percorso è pianeggiante e attraversa il centro storico della capitale. La lunghezza del tracciato, come per tutte le maratone, è stato fissato in 42 km e 195 m dalla federazione IAAF. A caratterizzare la gara capitolina sono l’altimetria, il fondo, le condizioni atmosferiche (quest’anno piuttosto piovose), l’ampiezza del tracciato e le curve, con un unico tratto più accidentato, ossia l’isola pedonale che costeggia la Fontana di Trevi, lastricata con sanpietrini. I tempi sono cronometrati grazie a dei chip posti dietro ai pettorali e ogni 5 km sono presenti dei punti di ristoro, con dei giudici di gara. Anche in quest’occasione, Francesco, nonostante la fatica, ha raggiunto l’obbiettivo prefissato nel portare a termine la corsa, che gli ha valso, lungo il percorso, una bella medaglia unita all’attestato di partecipazione, oltre alla soddisfazione di “esserci stato”. Durante tutti questi anni l’unica delusione gli è stata data dall’Eco- maratona di Cuneo, nel 2014 a causa di una scarsa organizzazione. Il percorso che si sviluppava interamente nei boschi, lungo tratti che costeggiavano il fiume, era insufficientemente segnalato, per questo motivo oltre allo sforzo fisico è stato grande il timore di perdersi, anche se alla fine è andato tutto bene. Francesco saluta tutti i lettori con un consiglio rivolto a coloro che hanno voglia di correre un po’: “Anche se non a livello agonistico, allenatevi due volte alla settimana per circa 40 minuti: fa bene al fisico e alla mente!” mgb 'L CANTUN DEL BARBOTON 'L BARBOTON A BORBOTA NEN PERCHÉ... Una volta tanto il barboton non ha da brontolare, ma da rallegrarsi perchè il nuovo sindaco, contrariamente alle spudorate abitudini dei nostri politici, ha mantenuto la promessa, fatta in periodo elettorale, di far aprire alla domenica la Chiesa di San Desiderio. Grazie, signor Sindaco, grazie Assessore Giuseppe Alessiato e grazie anche a Carlo Gaido che vigila sulla chiesa, a nome di tanti vinovesi, che frequentando il cimitero desiderano almeno per pochi minuti entrare nel santuario. Com’è bello non aver da brontolare, ma potersi congratulare con gli amministratori della cosa pubblica! Ora aspettiamo l’adempimento di un’altra promessa: far spalmare una o due mani di impregnante conservativo sulla parte bassa del portone della Chiesa, il quale, flagellato dalle intemperie e cotto dal sole, sta inesorabilmente andando in rovina. Dopo di che, il barboton se ne starà zitto fino … alla prossima occasione. Lodovico Griffa Ël temp passà con ij mè grand A l’ha contà sicura pì che ij comand, L’esempi ‘d coma a vivìo minca dì An mia vita a l’è stàit ben scurpì. L’hai capì, an minca ocasion, come fé a spartì ‘l gram dal bon, a contesse tut, vorèisse bin, fé front an doi a gòj e sagrin. Mia granda, dlicà, comodanta Con chi a l’avìa damanca, sempe pronta a përdoné, lassé core, speté, passienté, a l’ha mostrame a travajé con passion për podej gusté le sodisfassion; a esse pront a quaich sacrifissi për gòdse antregh ij benefissi. Mè grand, quandi i j’era ‘ncor cit, a l’ha mostame la giustissia, a righé drit, a deje sempe da ment a la cossiensa e soagné la tèra con passiensa. IL BORGO del centro storico Il centro storico di Vinovo, è racchiuso nel quadrilatero costeggiato da due lati, sud ed est dalla Bealera del Molino, a nord la cascina don Gerardo ad ovest la linea via Roma - via Torta. Si tratta dell’ antico ricetto medioevale: via Marconi e via san Bartolomeo sono i due assi stradali: il cardine ed il decumano. Al loro incrocio il centro cittadino. Non per niente questo angolo era popolarmente denominato “ ‘l cantun dij barboton ” come ben ricorda nei suoi magistrali scritti il prof. Griffa. Questa curiosa denominazione era dovuta principalmente alla consuetudine che dopo messa “granda” si trovavano gli uomini a chiacchierare (e quindi a borbottare) , ma anche perché al fondo della memoria collettiva tramandata da generazione in generazione era rimasto il concetto dell’incrocio principale dei due assi stradali del Ricetto (dal latino receptum). L’attuale piazza Marconi non esisteva fino agli anni 1875/76. Al suo posto diverse piccole casette. Solo dopo l’acquisto da parte del Comune del palazzo o villa della contessa Bosco di Rufino (ex conte Costelli di Sessant ) che è l’attuale palazzo comunale, piano piano il comune acquistò le casette e realizzò la piazza. Lungimiranza dei nostri vecchi. L’Ala comunale risale al sec XVII , naturalmente era più bassa e meno elegante dell’attuale, che venne rifatta secondo il progetto del geniale Crescentino Caselli. L’edificio addossato all’Ala (casa Marchiaro dove c’è la panetteria) tra la fine del sec XVIII ed il 1860 fu sede del Comune. Il lungo edificio d’angolo tra via Marconi e via san Bartolomeo cioè le case Bertero e Ferrando sono rimaste grosso modo uguali da quando vennero Il Municipio in una cartolima dell'inizio dello scorso secolo. Ël cadò dij mè grand ‘I BORGH ËD VINEUV Beppe Sinchetto Moncalieri (TO) edificate all’ inizio del 1800. Dall’ altra parte dell’Ala e cioè il grande palazzone a 7 piani con i portici che corre fino di fianco al Palazzo municipale (e dall’altro fino quasi alla Chiesa) venne edificato tra il 1969 ed il 1972 e sostituiva un vecchio caseggiato (dove c’era il bar Stella d’Italia, il tabaccaio ed un negozio) oltre ad un paio di cascine (quella della famiglia Sarasino e quella dei Farò). Sempre per via Marconi è tutt’ora presente il vecchio Molino medioevale poi ricostruito nel sec, XVII. In direzione nord chiudono il quartiere la Chiesa Parrocchiale, la casa parrocchiale, il massiccio edificio dell’Asilo, le imponenti scuole Rey ed infine la cascina don Gerardo che fino al 1997 era di proprietà dell’ Ordine Mauriziano di Torino. Il castello della Rovere è situato come una appendice un poco isolata dal resto del centro: si tratta dell’ultimo, anzi degli ultimi due castelli “nuovi” cioè quelli edificati dai conti della Rovere all’inizio del 1500. Prima di loro nell’angolo tra la cascina don Gerardo e la chiesa di San Bartolomeo (che era molto più corta) esisteva il vecchio castello o meglio casaforte medioevale abitata da un “valvassino” insediato dai della Rovere che abitavano a Torino. La bealera citata all’inizio di questa descrizione venne fatta tutta a mano con corvè degli uomini di Vinovo nel 1402 e si stacca dall’Essa alle cosiddette “Porte neire”, che a sua volta si stacca dalla Chisola a Piobesi. Gervasio Cambiano IL VINOVESE 9 Vinovo coinvolta nel progetto di valorizzazione Nella Palazzina di caccia di Stupinigi il fascino della grande storia I l 17 aprile scorso è stato firmato il "protocollo d'intesa per l'individuazione di azioni comuni volte a valorizzare l'area di Stupinigi: palazzina di caccia, parco e poderi tra i sei comuni che circondano il parco e cioè Nichelino, Candiolo, Orbassano, Beinasco, Vinovo e None presso l'Info Point di Stupinigi. Alla cerimonia hanno preso parte tutte le autorità interessate che hanno voluto mettere in risalto tutta la potenzialità che rappresenta il complesso di Stupinigi che si può riassumere in "un tesoro sotto gli occhi e un sogno nel cassetto". Si vuol procedere ad una vera e propria "chiamata alla creatività" del pubblico e del privato, di tutte le realtà culturali ed artistiche per contribuire con idee e proposte per lavorare tutti insieme e poter concretizzare un sogno. Riassumiano i termini dell'intervista che il Sindaco Guerrini ci ha gentilmente concesso, nella quale abbiamo chiesto quali possono essere i risvolti per Vinovo di tale iniziativa. Innanzitutto ha tenuto a pecisare che il protocollo è estremamente importante per un'iniziativa di lungo termine (15-20 anni) poiché vincola i sei comuni indipendentemente dalle strutture politico-amministrative che potranno seguire alle attuali. Sarà un impegno comune che supererà i possibili campanilismi. La valorizzazione del parco e della palazzina di Stupinigi, unito al futuro Centro commerciale che sta sorgendo in via Debouché non possono che avere sviluppi economici positivi per tutto il territorio circostante. Si può pensare ad un utilizzo delle cascine anche per laboratori, atelier d'arte mentre la possibilità d'inserirsi in un più ampio tour culturale (ad esempio con Venaria e Racconigi) o la realizzazione di un parcheggio camper turistici non possono che essere positivi per l'economia e l'occupazione. Lo stesso progetto di far arrivare la linea tramviaria alla Palazzina potrà essere sviluppato anche in termini di collegamento logistici sia per la città di Vinovo che per tutto il suo Castello. E a proposito del Castello "Della Rovere" abbiamo chiesto ragguagli. Il sindaco ci ha confermato che Palazzina di Stupinigi. Anno 1991. Vista aerea dal lato sud. Marmi - Pietre Graniti - Onici Lavorazioni edili e funerarie Progettazione d’Interni Arredamento Imberti geom. Antonio Erbe - Spezie Mieli Cosmetica naturale Via S. Bartolomeo, 6 Tel. 011 9 652 984 VINOVO (TO) 10 IL VINOVESE Viale Rimembranza, 23 10142 NICHELINO (TO) Tel. +39 011 680 95 16 Fax +39 011 627 28 13 www.imbertimarmi.com [email protected] P.I. 06262740019 dal 16 luglio il Castello rientrerà nella completa disponibilità del Comune di Vinovo e ha tenuto a precisare che la sua riallocazione "non sarà un problema ma un'opportunità". Bisogna quindi privilegiare il lungo termine e non avere fretta; attualmente vedrebbe bene una destinazione turistico-congressuale che naturalmente va ricercata tra gli operatori del settore. Il complesso di Stupinigi: un tesoro sotto gli occhi e un sogno nel cassetto. E ci ha anche confermato che il parco sarà sempre fruibile ai cittadini di Vinovo, ovviamente con qualche manutenzione in più rispetto all'attuale. Ci siamo permessi di richiamare l'attenzione sul fatto che nel Castello ai visitatori che chiedono informazioni sulla fabbrica delle tanto celebri porcellane del Gioanetti non è possibile dare alcuna risposta. Non si potrebbe attrezzare almeno una sala con fotografie e stampe della fabbrica da mostrare ai visitatori? Il sindaco ci ha ricordato che l'idea di presentare una mostra delle porcellane non ha potuto aver luogo per i problemi connessi alla sicurezza che attualmente sono insormonabili ma non dispera per il futuro. Ma ha promesso che comunque si studierà il modo di poter ricordare ai visitatori l'antica fabbrica di porcellane in qualche sala del Castello che si renderà libera. Mario Bernardi "La Compagnia inglese delle Indie orientali" Dai Mercanti, agli Amministratori, ai Soldati Tra il XVII e il XVIII secolo in Europa sorsero numerose compagnie commerciali privilegiate, che avevano lo scopo di promuovere e dirigere traffici a lunga distanza, specialmente con i territori d’oltremare. Nella vastissima area asiatica operarono, su scala più o meno ampia, diversi paesi del vecchio continente. I mercanti erano interessati ad associarsi per affrontare meglio i costi dei viaggi e gli assalti dei pirati, dividendosi i profitti e i rischi delle imprese, mentre i governi cercavano di favorire i propri mercanti per non dipendere dagli stranieri nell'approvvigionamento dei prodotti. Per questo motivo alle Compagnie venivano concessi diversi privilegi: monopolio dei commerci, esenzioni fiscali e spesso anche poteri sovrani sulle terre amministrate. Il buon andamento degli affari dipendeva esclusivamente dalla capacità degli agenti di mantenere relazioni amichevoli con le autorità locali. Pistola "da marinaio" lunga 39 cm con il logo della Compagnia delle Indie, Particolare del meccanismo di sparo della pistola “da marinaio”. Per questo motivo, seguendo l’esempio di altre compagnie, anche l’inglese “East India Company”, impegnata nei commerci con le Indie orientali, cioè i territori a est del Capo di Buona Speranza (Africa orientale e Asia), evitò di entrare in conflitto con le autorità locali durante i primi insediamenti, solo molto più tardi, per costa orientale dell’India. I mercati diedero ottimi profitti e l’attività venne estesa al Bengala e alla costa del Malabar, dove si cercò di riprendere il traffico del pepe. Il risultato più importante fu però l’acquisizione di Bombay, fondamentale punto di scambi commerciali. L’Inghilterra importava spezie, tè, caffè, salnitro, ma soprattut- contrastare la crescente potenza commerciale dei rivali europei, s’intromise nella politica interna degli Stati indiani. Inizialmente la Compagnia aveva concentrato i propri interessi sulla to tessuti: sete, cotone, broccati, kashmir. Ciò portò a una rivoluzione dei costumi e al diffondersi di nuove mode. Cedendo alla pressione dei produt- IL VINOVESE 11 tori locali, che vedevano minacciate le proprie attività, il Parlamento inglese introdusse una serie di misure limitative alle importazioni di cotonate dall’India. Durante i primi cinquant’anni il valore delle importazioni superava di gran lunga quello delle esportazioni, per questo fu necessario ricorrere al pagamento in oro e argento della parte eccedente. Successivamente, grazie al “Country Trade”, cioè il commercio interno e al commercio con la Cina Pistola "da ufficiale" della Compagnia delle Indie, lunga 35 cm. fu possibile ristabilire un giusto equilibrio. Anche se la Compagnia inglese godeva di fondamentali diritti concessi dal sovrano, non possedeva alcun potere militare e diplomatico. Questa situazione, nella seconda metà del XVII secolo causò non pochi problemi ai mercanti inglesi, i cui interessi vennero spesso messi in pericolo dalla sempre più grave anarchia dovuta all’indebolimento del potere moghul. Costretti a pagare dazi supplementari oltre a quelli pattuiti con le autorità centrali e coscienti della propria vulnerabilità nei confronti dei concorrenti europei i direttori della Compagnia abbandonarono la politica pacifica e iniziarono a difendere gli interessi inglesi con le armi. Dopo aver avuto la meglio sui mercanti olandesi prima e sui francesi poi, la Compagnia inglese trasformò quello che fino ad allora era stato un dominio commerciale in un vero e proprio possedimento coloniale. La Compagnia era diventata anche una fonte di corruzione della vita politica inglese; molti dei funzionari che si erano arricchiti più o meno lecitamente in terra straniera, al loro ritorno in patria cercavano di ascendere socialmente attraverso la carriera parlamenta- re negli interessi della Compagnia stessa, che puntava più al vendere prodotti indiani sul mercato europeo che a creare mercati per i prodotti inglesi in India. Agli inizi dell’età dell’imperialismo, gli inglesi, oltre all’India “perla” del loro impero, possedevano Ceylon, Hong Kong, Singapore e numerose basi nell’oceano indiano e nel Sud-Est asiatico. I tentativi di avviare un processo di modernizzazione da parte dei colonizzatori inglesi nell’arcaica società indiana provocarono violente reazioni alle quali il governo britannico rispose con una sanguinosa repressione e con la riorganizzazione della colonia. Nel 1858 la Compagnia fu soppressa e il paese passò sotto la diretta amministrazione della corona. Furono ristrutturati l’esercito e la burocrazia, costruite nuove ferrovie, incrementati gli scambi e il controllo militare e, nel 1876, a coronamento di quell’opera di riorganizzazione, la regina Vittoria fu proclamata imperatrice dell’India. Risalenti a questo periodo storico le due pistole d’ordinanza inglesi riprodotte in fotografia: una da “marinaio” (lunga 39 cm.) e l’altra da “ufficiale” (lunga 35 cm.) entrambe appartenute a membri della Compagnia delle Indie britannica. Queste armi furono prodotte a Birmingham nel XIX secolo ed hanno la caratteristica di una batteria (meccanismo di sparo) a molla avanti, ossia il cane è azionato da una molla interna, rivolta verso la bocca da fuoco. Questo sistema non era una novità per l’epoca, in quanto già adottato nella realizzazione di armi a pietra focaia nel XVIII secolo. Entrambe le pistole sono dotate di finimenti in ottone e bacchetta dell’avancarica integrata (espediente che permetteva di averla sempre a portata di mano durante i combattimenti). Interessante il logo impresso sulla canna : “il leone rampante” simbolo della Compagnia britannica. Giovanni Clerico Maria Grazia Brusco Tributo ai caduti sul lavoro Vinovo, Primo maggio, festa del lavoro. Il corteo con in primo piano la corona d’alloro portata da due vedove e gli stendardi, si avvia verso il Monumento ai caduti sul lavoro. D D Foto Grafica FOTO GRAFICA *Servizi fotografici matrimoniali *Ritratti *Fotografia per attività commerciali e produttive *Fotografia per eventi *Assistente fotografo *Promozione attività commerciali e produttive (logo, pubblicità, bigliettini da visita, volantini) *Siti web *Fotoritocco *Inviti matrimoniali www.ddfotografica.com 346-6563053 12 IL VINOVESE Nella cascina “Don Gerardo” sfilano le coppie d’oro Le coppie con un tuffo nel passato si raccontano con storie che sfidano i nostri giorni L’ A dirla tutta, avevo addirittura osato sperare che quest’anno affidasse l’incarico a qualcun altro, per il solo motivo di non correre il rischio di cadere in banali ripetizioni. Ed eccomi qui, ancora una volta a raccontare la favola delle coppie che quest’anno hanno celebrato le loro nozze d’oro e oltre. Forse il loro percorso non è sempre stato “tutto rose e fiori”, ma la complicità, la pazienza e il saper “costruire insieme” sono per tutti noi esempio e modello di vita. La bella giornata è iniziata solennemente con la celebrazione della S. Messa officiata dal nostro Prevosto don Marco. Al termine della funzione liturgica si è dato il via ai festeggiamenti nella cascina don Gerardo. Come sempre la presentazione è stata affidata a Giovanni Olivero che, vinovese di nascita, conosce aneddoti delle coppie presenti, perlomeno quelle d’antico ceppo. ha detta giusta l’amico Mario Bernardi, in occasione del pranzo sociale, riferendosi al presidente Sibona in veste di coordinatore dei redattori de “Il Vinovese”: “Ci dirige tempestivamente, come un direttore d’orchestra e quando usa la bacchetta…”. Le parole usate da Bernardi non erano proprio queste ma il “succo” del messaggio si! Infatti, prima di andare in stampa il nostro Presidente, in men che non si dica assegna i compiti, dirige i lavori, pianifica i contatti e soprattutto aspetta con ansia gli elaborati… per il giorno dopo, anzi “per ieri”. Ed eccolo arrivare, due giorni dopo il pranzo sociale (neanche il tempo di smaltire le calorie in eccesso), convinto che io abbia già provveduto alla stesura del presente articolo... cosa che non mi era neppure passata per l’anticamera del cervello. Caro don Giorgio, desideriamo ringraziarla per il grande lavoro, che con il suo ministero, fa per noi tutti. Le coppie “d’Oro” in posa sulla gradinata del Castello “Della Rovere”. La simpatica e briosa Carlotta Iossetti nei panni di “Magna Angiolina”. Parrocchia S. Bartolomeo. Foto di gruppo davanti all’altare con il Prevosto Don Marco. La giornata è stata allietata dall’intrattenimento di Carlotta Iossetti, supportata dal collaboratore Beppe Carosso. A circa metà pranzo, è stato consegnato il premio “Bravo 2014”, assegnato a don Giorgio Gonella. Le motivazioni, che hanno spinto la Famija Vinovèisa a scegliere il nostro amato Sacerdote come assegnatario del premio, sono ampiamente espresse in un articolo a parte, mentre in quest’ambito IL VINOVESE 13 7 Bruno e Gianna Agnelli Giovanni e Beatrice Alessiato Agostino e Clelia Armando Pierino e Olimpia Barbotto Caterina e Giacomo Bastonero Mario e Antonietta Cantasano Maria e Antonio Casamassa Agnese e Dino Divià 14 IL VINOVESE Mario e Margherita Alberico (65 anni) Carlotta s’intrattiene con la Companìa Tradissional Vinovèisa. Caterina e Giovanni Demichelis (57 anni) Giuseppe e Maddalena Frignani Giorgio e Enrichetta Gelli Romeo e Violetta Maneo Riccardo e Maddalena Bauducco (55 anni) Santi e Maria Menchetti Sebastiano e Rosina Piovano Ariego e Silvia Sandron Angela e Bartolomeo Valinotto Clenzio e Giulia Vecchiato Don Marco Ghiazza con i genitori al termine della S. Messa in San Bartolomeo. Ercole e Giuseppina Mortara (53 anni) Le coppie con oltre 50 anni di matrimonio nella Chiesa di S. Bartolomeo con il Prevosto don Marco Ghiazza. IL VINOVESE 15 Cecilia e Ugo Bozzone (55 anni) Livio e Margherita Sada (52 anni) Premiazione della Redazione al completo de "Il Vinovese". pubblichiamo la dedica unita agli omaggi che abbiamo avuto il piacere di donargli: “Caro don Giorgio, desideriamo ringraziarla per il grande lavoro, che con il suo ministero, fa per noi tutti. Da quando la sua vita consacrata ha incontrato la vita della nostra Comunità, abbiamo colto l’intensità della sua fede e ascoltato i suoi insegnamenti, quale “Uomo di Dio”. Preghiamo il Signore di benedirla e conservarla in buona salute”. È stato un momento particolarmente intenso e seguito con attenzione da tutti i commensali. Ringraziamo don Giorgio ancora una volta per la sua grande disponibilità e per le belle parole che ha rivolto verso tutta la nostra comunità. Il pranzo è poi proseguito tra musica, brindisi e risate. Tra una portata e l’altra sono stati presentati i componenti della redazione del nostro giornale: primo su tutti il presidente Dino Sibona, il Direttore responsabile Dottor Giovanni Ameglio, Il Professor Lodovico Griffa, il Dott. Gervasio Cambiano, la Sig.ra Vera Miletto Scuero, insegnante elementare, Mario Bernardi relatore, passo per Cucaeuv e polajere in posa con Carlotta Iossetti e Beppe Carosso. Teresa e Dino Allegro (58 anni) Maria e Luigi Biancotto (60 anni) Luciana e Giuseppe Mairo (58 anni) Due festeggiati particolari per i loro 35 anni di matrimonio: Giovanna e Fabrizio Franzoso. Angela e Giovanni Dogliotti (55 anni) Carlo e Flavia Imberti (56 anni) Rita e Giuseppe Alessiato (56 anni) Melchiorre e Concetta Vaglienti (51 anni) Liliana e Secondo Pelissetti (54 anni) Lorenzo e Maddalena Aimone (51 anni) Attilio e Giuseppina Candelo (55 anni) 16 IL VINOVESE Marilena e Dino Sibona (52 anni) Tonino e Nevina Belliero (55 anni) Carlo e Luigina Ravinale (51 anni) Vittorina e Giuseppe Raule (52 anni) gogliosi, si sono prestati per una foto ricordo. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno collaborato per una buona riuscita della manifestazione: il Prevosto don Marco, don Giorgio, l’Amministrazione Comunale, il Cucaeuv e le polajere, i coniugi Franzoso, ai quali rinnoviamo gli auguri per i loro 35 anni di matrimonio, e tutti i partecipanti che hanno avuto il piacere di unirsi a noi. Maria Grazia Brusco La spigliata Carlotta scherza con il Cucaeuv. Raimonda e Aldo Losanno (51 anni) passo, dei lavori dei “Batù” e, fanalino di coda, la sottoscritta. Una menzione particolare, da parte di tutto lo staff, va al responsabile del progetto grafico Sig. Giovanni Alessiato, colonna portante per la realizzazione de “Il Vinovese” e del calendario. Infine, poco prima del taglio della torta nuziale, sono stati omaggiati gli sposi, che belli, eleganti ed or- Don Giorgio protagonista alla festa sociale della Famija Una vita a insegnare "l'ordinaria straordinarietà del quotidiano" Questo articolo è stato scritto quando Don Giorgio era ancora tra noi; abbiamo scelto di pubblicare il testo originale senza apportare alcuna modifica, per ricordarlo sereno e sorridente in quella bella giornata e sentire ancora viva la sua presenza. Prima di trascrivere queste poche righe per esporre a tutti voi qui presenti le ragioni e le motivazioni che hanno portato quest’anno la Famija Vinovèisa alla scelta della persona, per l’assegnazione del premio BRAVO 2014, sono stato pervaso dalla paura di non essere in grado e soprattutto all’altezza di valorizzare in modo giusto le qualità del nostro personaggio…… però la Sua disponibilità, la Sua serenità e la Sua dolcezza e tenerezza mi hanno facilitato il compito. “Signore fa’ che tutti gli uomini riconoscano di essere al mondo perché chiamati da Te ad una missione d’amore…. Chiama molti a consacrarsi a Te totalmente, perché siano sale della terra e luce del mondo, a servizio Tuo e dei fratelli.“ Queste belle e profonde parole, tratte da una preghiera, ci aiutano a capire meglio e a meglio identificare il personaggio che oggi vogliamo ringraziare e festeggiare. Nasce in un paesino non molto lontano da noi a Villafranca Piemonte, il 25 dicembre di qualche decennio fa, da genitori contadini: ha la Cascina "Don Gerardo". Assegnazione del premio "Bravo 2014" a don Giorgio Gonella, consegnatoli dalla figlioccia Giulia Zerbin. possibilità di frequentare le scuole elementari di trascorrere momenti importanti per la sua crescita presso la parrocchia …ed è proprio in queste circostanze che sente forte e decisa una voce che gli dice:… “per la mia vigna, ho bisogno di Te Giorgio”. Sì, proprio Giorgio, così si chiama questa persona: finite le elementari entra in Seminario prima a Giaveno, poi a Rivoli prosegue negli studi verso la meta, l’Ordinazione sacerdotale che avviene il 29 giugno 1956, cinquantanove anni orsono, con il titolo appropriato di Don Giorgio, Don Giorgio Gonella. Due anni dopo l’ordinazione viene inviato come Vice Parroco qui a Vinovo, nella nostra parrocchia: la Sua presenza ed il Suo continuo e costante dialogare con i giovani fanno sì che l’Oratorio, rimasto un po’ fermo, riprende forza nella vita di formazione, nella vita spirituale ed entusiasmo nelle attività ricreative. A tutto questo si aggiunge l’assistenza spirituale alle persone anziane, agli ammalati, amorevolmente visitati e confortati. Dopo qualche tempo, incarichi più gravosi gli vengono affidati dai suoi Superiori, che lo chiamano a reggere la Parrocchia di S. Alfonso a Torino dove continua con efficacia e dedizione la pastorale in mezzo ai giovani ed ai ragazzi … gli uomini del domani. Dopo questo periodo, a Chieri, nella Parrocchia di San Giacomo e nella nuova Chiesa, da lui e dalla sua nuova comunità fortemente voluta e fatta costruire, continua la sua missione di Pastore di anime… fino a quando il card. Ballestrero lo chiama affidandogli un nuovo incarico di responsabilità : Vicario episcopale della diocesi per una certa parte del territorio. Un nuovo cambiamento si profila all’orizzonte: per mantenere fede al voto di obbedienza fatto al momento dell’ordinazione sacerdotale don Giorgio accetta la reggenza della parrocchia di San Lorenzo a Giaveno, che porterà avanti per alcuni anni. Dopo questo periodo, un po’ per gli anni, un po’ per la salute divenuta più cagionevole lascia questo incarico di non poca responsabilità. Non si arrende però a questa sua IL VINOVESE 17 situazione: il desiderio di continuare la sua missione di pastore di anime è ancora forte, non vuole mollare e proprio in quei momenti, ricordando i suoi primi anni di giovane sacerdote trascorsi a Vinovo, chiede di ritornare proprio in mezzo a noi. E l’allora parroco Don Beppe Marcon lo accoglie con gioia e gratitudine, perché sa con quale maestro spirituale e uomo di esperienza ha a che fare. Se durante la giornata entri in Chiesa e noti la lucina accesa del confessionale, oppure una persona sulla sinistra seduta, con un libro aperto posto su di un banco di traverso, la testa appoggiata su una mano e gli occhiali tra le dita ….. è lui, don Giorgio, immerso nella lettura per imparare, sempre disponibile però se lo chiedi per una parola di aiuto, un consiglio, per una confessione o anche per una semplice chiacchierata. E oggi, caro don Giorgio tutti noi, tutta la comunità, con le coppie che festeggiano i loro 50 anni di matrimonio, vogliamo condividere con Te questo riconoscimento che è il Premio Bravo 2014. E concludo con le Tue stesse parole, don Giorgio, dette qualche tempo fa: “Mi auguro che il buon Dio mi aiuti a continuare a cercare ogni giorno la Sua volontà, con la consolazione di sentirmi amato da Lui e con la disponibilità di donare alle anime che incontro la conoscenza di Gesù che è la forza per dare senso alla vita e all’amore per il prossimo”. E il nuovo bastone donato dalla Famija Vinovèisa sia per Te da oggi in avanti sì un sostegno per la Tua persona, ma sia anche con il Tuo spirito paterno, uno stimolarci a reagire di fronte alle difficoltà della vita. Tutti Ti abbracciamo e Ti diciamo GRAZIE DON GIORGIO…. Giovanni Olivero Santuario di N.S. di Lourdes di Forno di Coazze. Messa celebrata da don Marco Ghiazza alla Grotta di Massabielle. Nel riquadro pellegrini in marcia tra Sangonetto e Forno di Coazze. Le Parrocchie di Vinovo e Garino a Forno di Coazze Se la marcia della fede impone un altro modo di vivere Lo scorso sabato 30 maggio, come è consuetudine da molti anni, le Parrocchie di Vinovo e Garino hanno organizzato una marcia della fede da Sangonetto (Val Sangone) al Santuario di N.S. di Lourdes di Forno di Coazze. Oltre cento persone a piedi hanno partecipato al pellegrinaggio raggiungendo verso le ore 17 la Grotta della Madonna presso il Santuario. Qui erano in attesa un quarantina di persone che erano giunte con il pullman. È quindi seguita la Santa Messa officiata da don Marco Ghiazza che durante l’omelia ha ricordato con commosse parole la scomparsa di don Giorgio Gonella avvenuta appena la notte precedente. Al termine della funzione parecchie persone si sono soffermate sul posto per godersi ancora qualche momento di convivialità in amicizia. Materiali Edili DI VALLERO & C. s.n.c. VINOVO (TO) Via Parisetto, 20 - Tel. 0119 651 221 Vinovo Via Cottolengo, 22 Tel. 0119 653 617 18 IL VINOVESE ini g a m m Le i no ela v i r i s re d’autorubati ai sale per ttimi gonisti. U bri. a i l g e n prota i fotoli i tuo VERNICIATURA A FORNO BANCO DI RISCONTRO SCOCCHE VETTURA SOSTITUTIVA ADERENTE ACCORDO ANIA RECUPERO DANNI Via Tetti Grella 90/2 - VINOVO (TO) - Tel. 011 9 652 818 Piccolo mondo antico Storia di un vero liberale fuori dal coro V ogliamo ricordarlo, il dottor Ferrando, che fu un autentico liberale, non di militanza politica, ma di pensiero e di stile di vita, non un vociante antifascista di professione, ma un professionista mai venuto a compromessi con il Regime. Fu combattente nella Grande Guerra per spirito patriottico, e non per frenesia di avventura come certi interventisti precursori del fascismo; dopo il rientro nella vita civile si dedicò tutto alla sua professione umanitaria, senza simpatizzare, e tanto meno collaborare, con i beceri movimenti sovversivi e liberticidi di tutte le parti politiche. Tanto era il prestigio e la fama di integerrimo professionista, che si guadagnava giorno per giorno nell’esercizio scrupoloso della sua professione e nell’ineccepibile vita privata, che i trionfatori del 1922 non osarono attaccarlo. Eppure tutti conoscevano il suo pensiero e la sua posizione politica. Era un liberale alla Giolitti e alla Einaudi, o, se vogliamo risalire all’ Ottocento, alla Cavour o alla Alexis De Tocqueville, schivo e riservato, per cui il liberalismo non era etichetta di partito o esibizione per convenienza, ma sostanza di vita, amore per la libertà cercata sempre nella legalità e nella moderazione. Vinsero, allora, i fascisti fecero anche a Vinovo le loro ridicole, piccole, bravate, per anni celebrarono le loro vittorie con chiassose esplosioni di entusiasmo, culmi- nate nel trionfalismo della fine degli anni trenta quando, dopo la conquista dell’Etiopia, il Regime giunse al culmine della sua popolarità, coinvolgendo, come ben vide lo storico De Felice, nel consenso sia le masse sia uomini politici fino a quel momento rimasti abbastanza scettici. Fu un errore, comprensibile anche se non giustificabile, in cui cademmo un po’ tutti. Solo i contadini per il loro inna- to buon senso e qualche nobile intellettuale per la sua onestà ne furono esenti. Fra questi il dottor Ferrando. Quando tutti ci rassegnavamo alle piccole, ma tronfie, soperchierie dei gerarchetti, o per errata valutazione o per debolezza e per paura di rappresaglie (ricordo la minaccia di ritirarci il libretto di lavoro, che si faceva a noi giovani, quando sgarravamo non per opposizione politica - non sapevamo neppure che cosa significasse questa parola - ma per semplice, spensierata, indisciplina), il dottor Ferrando non concedeva nulla al Regime, non indossava la camicia nera, non partecipava ad alcun corteo fascista e a nessuna delle farsesche esibizioni di piazza volute dal populismo mussoliniano; tacito e riservato, non si curava del pericolo di essere esonerato dal suo incarico, come era capitato al dottor Camillo Norcia (Castellamonte Vinovo, via San Bartolomeo. Il dott. Ferrando accompagna la figlia Pia all'altare. Imprese Funebri Riunite di Viotto Flavio 333-9858968 Rolfo Paolo 338-7080636 Razzetti Marco 345-1145328 CARIGNANO - VINOVO - PIOBESI - LA LOGGIA - CANDIOLO - OSASIO www.onoranzefunebririunite.it [email protected] numero verde: 800 52 96 90 IL VINOVESE 19 1886 - Giaveno 1979). Da vero liberale era fermo nella sua posizione politica, ma non considerava come nemici personali quelli che non la pensavano come lui, anzi li frequentava come concittadini e amici. Di questo suo nobile comportamento purtroppo oggi non si parla. Però c’è ancora qualcuno in paese, per fortuna. che, ricorda la sua abilità di diagnostico, quasi infallibile, pur con i limitati mezzi di allora: i medici, per misurarti il respiro non disponevano che Il dottor Ferrando non concedeva nulla al Regime, non indossava la camicia nera, non partecipava ad alcun corteo fascista. delle loro orecchie appoggiate alla schiena, non sempre pulitissima, del paziente sollecitato a ripetere “trentatré”, e per auscultare il cuore usavano una semplice cannuccia di legno, che chiamavano stetoscopio. Di esami clinici e di analisi di laboratorio non si parlava neppure. E le medicine? Consistevano in un qualche miscuglio preparato in farmacia su prescrizione galenica o in qualche polverina da ingoiare avviluppata in un’ostia ammollita nell’acqua. Ancor oggi mi rivedo davanti agli occhi, con tanta tenerezza, la figura del dottor Ferrando mentre ti porgeva la sua ricetta con queste parole, in cui si poteva leggere una sottile vena di garbato e ironico UN CIT GRAND PERSONAGE Purtròp tante còse as rimando e as dësmentio facilment: ricordom-se dël Dotor Ferando ch'a l'ha curà a Vineuv tanta gent. L'era n'omlucio fait a la bon-a, dasia pöche sodisfassion, chiel a curava ògni person-a, dai cit ai giovo e a coi ën pension. Tante ancora adess a deuvo ringrassielo, anche s'a son già veciòto con ij barbis, përchè i pare andasìo a ciamelo, për feje nasse, anséma a la levatris. Da sol a cudija tut ël pais, sia le cassin-e che le borgà; ai piasìa gieughe a taròc con j'amis, ma purtròp a l'era sempre ëmpegnà. Na còsa curiosa, cola dël fumé; a tutti aj disìa it deuv piantè lì, ma chiel, con na cica, a tornava anvischè n'aut sigarët, andasand avanti tut ël dì. Ad un anno dalla morte di Matteo Lanfranco A l'invern da le cassin-e e le borgà a vnisìo a piélo con ël biròcc e 'l caval, con la mantlin-a, tut ëncrovatà andasìa visitè chi a l'avia mal. Per Vineuv l'é stait un personage da nen dësmentié; anche s'a dasìa pòche sodisfassion, l'era sempre prèsent; l'important a l'è ij malave saveje a curè, com'a lìha fait ël Dotor Ferando, salvand tanta gent. Aldo Artero Vinovo (TO) umorismo : “Ca vada ‘n farmacia cun ‘nbut parei” e sollevava alquanto la mano sinistra con il pollice e l’indice divaricati per indicare le dimensioni della bottiglietta necessaria. Allora tu andavi nella farmacia Sarasino, dove tota Emma prendeva il but e ti invitava a ripassare nel pomeriggio per ritirare la misteriosa medicina, più simile agli intrugli che il vecchio Catone, più di duemila anni fa, preparava di sua mano per la famiglia, che non alle medicine di oggi, studiate in laboratorio e sperimentate su ogni sorta di cavie (anche umane, dicono i maligni) e approvate da burbanzosi membri del Consiglio Superiore della Sanità, i quali si spera non facciano come i tanti garanti che ronzano nell’amministrazione statale, intenti a non garantire nulla se non le loro laute prebende. In tali condizioni, pedalando modestamente in bicicletta sullo sconnesso acciottolato del paese (come stride il paragone con gli attuali operatori della Guardia “LE SERRE” Tutti i fiori per arredare i vostri balconi, terrazzi e giardini Via G. Marconi, 90 (Strada vecchia Vinovo - Piobesi) Piobesi Torinese - Tel. 011 9 624 946 Il 2 giugno è un anno che ci ha lasciati. Il ricordo dei giorni passati insieme, ci da conforto e ci aiuta ad andare avanti con il sorriso. Il tuoi nipoti Gaia, Elia, Pietro Dott.ssa Vanessa Brunetto BIOLOGA NUTRIZIONISTA 345 6102028 [email protected] FLORICOLTURA GARDEN CENTER 20 IL VINOVESE Medica di certi comuni, viaggianti su automobili con tanto di autista accompagnatore, mentre il Servizio Sanitario affoga nell’oceano del disavanzo finanziario!), andava a svolgere la sua missione con scrupolo laicamente religioso il dottor Ferrando e, con l’aiuto della natura, guariva le malattie diagnosticate con tanta perizia. E gli ammalati non degenti, che affollavano la sua sala di attesa in via Marconi (ho ancora negli occhi la vetrinetta con le preziose ceramiche di Gioanetti !) riconoscevano e apprezzavano la sua dedizione e la sua onestà professionale, che noi anziani dovremmo sempre additare come esempio alle giovani generazioni. Lodovico Griffa Consulenze nutrizionali in caso di · · · · Alimentazione sregolata Sovrappeso Gravidanza e allattamento Allergie e intolleranze · · · · Obesità Diabete Ipertensione Patologie del tratto digerente Due manifestazioni per il 70° anniversario Per non dimenticare le storie e i volti della Liberazione A Garino manifestazione commemorativa al Monumento caduti partigiani. INNO ALLA PACE Deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti di piazza Marconi. Venticinque aprile bene arrivato Sei simbol di pace come il ramo d'olivo Sulle vie e le piazze aleggi giulivo Inviti alla pace anche l'ostile. Fischia il vento soffia la bufera Inno in tuo nome eterna primavera Scandisci le note più belle dell'ora Inneggiando alla pace appena all'aurora Ventique aprile segno di pace Debella la droga dall'Itala terra Sconfiggi il rachet che il popolo atterra Rendi giustizia senza la guerra. Venticinque aprile senza rancore Scandisci le note più belle dell'ora Cancella il crimine eterno dolore Nel popolo libero degno d'onore. Venticinque aprile negli anni a venire Simbolo di onore sempre all'aurora Sconfiggi la crisi economica e sociale Portando sul mondo un nuovo natale. Evviva la pace.... Maria Airaudo Il coro delle "Note Colorate" mentre esegue brani di canzoni patriottiche in piazza Marconi. Luserna San Giovanni (TO) LAVANDERIA SELF SERVICE Via La Loggia, 4 - VINOVO (TO) Fino a 20 Kg. di bucato velocemente lavato e asciugato. Vi aspettiamo! Aperti tutti i giorni dalle 8,00 alle 22,00 IL VINOVESE 21 Il 70 anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stato celebrato con la manifestazione svoltasi in Vinovo il giorno 25 aprile. Dopo la Santa Messa in Chiesa Parrocchiale autorità cittadine, rappresentanti delle associazioni e popolazione si sono ritrovati in piazza Marconi davanti al Monumento ai caduti. Discorso del Sindaco ai presenti e deposizione della corona di alloro. Il 30 aprile la seconda manifestazione presso il Monumento ai caduti partigiani di Garino. Partecipazione di due classi delle medie della vicina scuola. Ha parlato a nome dell’ANPI Provinciale Maria Airaudo di Pinerolo. Presenti ad entrambe le manifestazioni Carlo Petrini ottantottenne partigiano combattente delle brigate Garibaldi in Val Sesia. L'anice è un laboratorio di benefici Pianta erbacea, annuale, alta fino a 50 cm. Originaria del bacino del Mediterraneo è largamente coltivata in Sicilia e in Puglia. I semi per la riproduzione delle piante devono essere conservati durante l’inverno mescolati a sabbia umida, poiché seccandosi perdono le capacità germinative. L’aroma dell’anice è facilmente individuabile in canditi e dolci, ma anche in sciroppi e pastiglie per la tosse. Nel Medioevo era usato in casi di cefalea, asma e bronchite. In Inghilterra ai primi del trecento il re Edoardo I° decise di imporre una tassa sulla compravendita di questa erba al fine di reperire i soldi per riparare il ponte di Londra. L’anice trova impiego nella nostra cucina per la preparazione di dolci, conserve, in tipi particolari di pane. Sulla traccia di un piemontese emigrato in Brasile Eccellenza italiana, una storia senza confini Dolcetti all’anice: Ingredienti: 250 gr. farina, 150 gr. zucchero, 2 cucchiai di liquore all’anice, 3 uova, 1 limone, olio. Mescolare in una terrina la farina, lo zucchero e il liquore. Sbattere gli albumi a neve ferma con 1 cucchiaio di limone; uniteli al composto e incorporateli mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Formate delle palline che disporrete sulla teglia del forno unta di olio e spolverizzata di farina. Fatela cuocere in forno già caldo a 180° C per 30 minuti. Lidia Bosco Magliano CIÒCHE Mè cheur bat fòrt a j’afann dël temp... E doman, Se ... l’avrai paura, veurai che ‘l tamburn dla vita peussa bate con chiel. Për sente fòrt ël son e ambrassélo... Parej dël mè nòno che meuirend vorìa sente soné, le ciòche... Daniela Ponsero Torino NAFTA - GASOLII da riscaldamento e autotrazione COMBUSTIBILI Eredi ferrero c. Deposito e Uffici: Via Sestriere 41/7 VINOVO - Garino (TO) Tel. 011 9 651 443 Furono oltre due milioni i piemontesi che emigrarono, tra il 1870 e il 1970, e sono attualmente oltre sei milioni i nostri corregionali e gli oriundi piemontesi (figli e nipoti dei piemontesi emigrati) che vivono all’estero e si parla solo di coloro i quali risultano iscritti all’AIRE. Questi sono i dati forniti in occasione della prima Conferenza dei Piemontesi nel Mondo tenutasi al Lingotto di Torino nel novembre 1999. Peraltro gli stessi dati sono stati poi riconfermati nelle successive Conferenze tenutesi a Novara nel 2003 e ad Alessandria nel 2007; incontri che hanno visto la partecipazione dei delegati delle 190 Associazioni dei Piemontesi nel Mondo. L’Argentina vanta il maggior numero di piemontesi pari a tre milioni che sono residenti in particolare nelle province di Cordoba, Santa Fè, Mendoza e Buenos Aires. Seguono Brasile e Stati Uniti con 700 mila piemontesi ciascuno; in Brasile i piemontesi hanno scelto in prevalenza le città di San Paolo e Belo Horizonte mentre negli USA i piemontesi sono in maggioranza in California, a Chicago e a New York. In Europa oltre mezzo milione risiede in Francia. Seguono la Spagna con 200 mila presenze (Madrid e Barcellona), Inghilterra (Londra) e Germania (città del sud). In Australia sono oltre 300 mila e 200 mila in Venezuela, 150 mila in Cile e 100 mila in Uruguay. Presenze piemontesi minori si rilevano in Canada (30.000) e in altri paesi. Ritenere il Piemonte una regione ad elevato tasso di immigrazione deriva dalle forti immigrazioni nella regione sia dalle regioni del Nord Italia, il Veneto in ordine di tempo a seguito sia dell’alluvione del Polesine del 1951 e della tragedia del Vajont, sia dalle regioni meridionali in concomitanza con il boom economico degli anni ’60 che vide lo sviluppo delle industrie dell’allora “triangolo manifatturiero”. In tempi recenti la regione è stata la meta di immigrazioni provenienti dai Paesi dell’Africa, dell’Albania, della Cina. Analizzando le statistiche a nostra disposizione vediamo che la crescita demografica di Torino, passata da 719.300 abitanti del 1951 ad oltre un milione nel censimento del 1961, fu dovuta, per circa il 50%, al forte esodo dalle altre province del Piemonte, che portò allo spopolamento di intere frazioni delle montagne cuneesi, o al sensibile calo demografico dei paesi collinari del Monferrato, delle Langhe e del Roero. Ma se viaggiassimo in lungo ed in largo il Piemonte ad intervistare le persone nate nel primo quarto del Ventesimo secolo, in uno dei 1200 comuni del Piemonte, ci sentiremmo raccontare un pezzo della storia dell’emigrazione, dello zio emigrato in Argentina di cui non si sono più ricevute notizie, o del cugino vissuto per anni in Francia e poi ritornato al paese per morire. Quasi tutti i nuclei familiari hanno una storia d’emigrazione alle spalle e non sempre, queste narrazioni raccontano un finale fatto di successo e soddisfacimento e, tantomeno di ricchezza. MACELLERIA B RGO DEL Da Francesco Qualità e Cortesia VINOVO - Via G. Cottolengo 1/C - Tel. 0119 931 285 Ferramenta - Colori di Negro Giovanni Costruzioni - manutenzioni - ristrutturazioni Sede Legale: Via Cottolengo 96/2 10048 Vinovo (Torino) Tel./Fax 011 9 652 205 e-mail [email protected] Cod. Fisc. / P. iva 10059820018 22 IL VINOVESE Via Cottolengo, 66 10048 VINOVO (TO) Tel./Fax 011 9 624 061 Cell. 338 9 301 955 E-mail: [email protected] Carlo Bauducco, nel 1948, partì da Moncalieri, una cittadina allora alle porte di Torino, ed ora facente parte dell’Area Metropolitana della città, verso il Brasile con la sua famiglia con l’intento di portare la tradizione dolciaria italiana e piemontese nel Paese. Crede fermamente nella sua idea di poter realizzare una serie di prodotti che incontreranno il gusto della gente e che saranno venduti a prezzi alla portata di tutti. Nel 1952, dopo aver lavorato per realizzare il suo sogno di far conoscere i prodotti da forno dolci e semi dolci, fonda la prima “Il Doceira Primo Bras” e punta a far conoscere il Panettone italiano nel Paese. Padre, madre e figlio sono attenti alla conduzione dell’azienda ed a creare sempre sbocchi economici verso nuovi mercati. La moglie, Margherita, cura l’amministrazione e il figlio Luigi aiuta Carlo nella vendita e nella produzione di panettoni che stanno avendo un successo sorprendente. Decaduta la legge che imponeva agli stranieri di avere partner brasiliani, la famiglia apre finalmente il suo negozio di pasticceria nel quartiere di Bras, e sempre nel 1952 nasce il marchio del Panettone Bauducco. Con la famiglia ha sempre avuto l’obiettivo di essere un buon imprenditore ed anche di creare buoni rapporti, sotto il profilo umano, con i collaboratori e dipendenti per realizzare una forte sinergia di cooperazione. Ha fatto proprio il concetto di welfare nei confronti di chi si trovava, e si trova, in condizioni di bisogno e quindi ha “investito” anche a favore di questa categorie di persone. Mentre lo sviluppo della sua attività procedeva senza arresti, continuava a creare nuovi prodotti per incrementare fortemente le vendite. Da queste idee innovative nasce La famiglia Bauducco con sullo sfondo il logo dell’azienda. “la torta Bauducco” ricetta con uvetta e canditi, che ha guadagnato un posto d'onore sulla tavola delle famiglie brasiliane. Un panettone modello “piemontese” il cui successo è incontrastato in tutta l’America Latina e non solo. Nel 1962 da vita al primo impianto industriale a Guarulhos aumentando il volume d’affari: nello stabilimento si creano le antiche ricette della tradizione, sviluppate secondo le esigenze dei consumatori. Il business nazionale ed internazionale cresce costantemente e la linea di biscotti conquista un successo strepitoso che va ad incrementare la clientela ed il volume di ordini, vendite e produzione. Conseguentemente aumentano gli addetti in tutte le aziende. Nel 1962 inaugura la sua prima CLERICO MARCO MANUTENZIONE fabbrica Bauducco e nel 1965 il panettone Bauducco conquista il mercato in una nuova veste con una scatola di imballaggio. Nel 1972 Bauducco inizia a partecipare ad alcune trasmissioni televisive realizzando campagne pubblicitarie che associano il marchio ai maggiori prodotti chiave. La realizzazione di un filmato, con una colonna sonora d’impatto, che racconta la storia vera della famiglia, e mostra Bauducco con il figlio intenti nella preparazione dei prodotti frutto di ricette della tradizione, in un’atmosfera di amore familiare ha un impatto straordinario. Il messaggio è semplice: tutto ciò che rende Bauducco non solo un marchio ma un nome di richiamo è il “cuore della famiglia Bauducco” su cui è incentrata la famiglia stessa e l’attività lavorativa. La nuova passione nazionale diventa Chocottone frutto dell’unione tra cioccolato brasiliano e panettone che Bauducco crea nel 1978 continuando a catturare sempre più palati, e soprattutto tra i giovani, si diffonde una vera e propria “mania”. Oggi il Chocottone è uno dei prodotti più importanti dell'azienda Nel 1979 c’è l’espansione dal Brasile nel mondo. La Bauducco panettoni ha iniziato, per la prima volta nel 1979, negli Stati Uniti le sue esportazioni di prodotti dolciari e soprattutto del panettone. Con questo prodotto, la tradizione natalizia italiana si è diffusa in tutto il mondo. Oggi l’azienda Bauducco esporta panettoni in più di 50 paesi. Nel 1990 la BAUDUCCO ha aperto un secondo stabilimento. La produzione è aumentata a tal punto che, negli anni novanta, Bauducco cambiato il suo marchio aziendale, che unisce il logo rosso con lo sfondo giallo, affinché sia più facile per i consumatori riconoscere i prodotti nei supermercati. Nel 2000, Bauducco apre il suo più grande impianto a Minas Gerais e, otto anni dopo, la fabbrica deve essere raddoppiata per consentire la realizzazione di nuovi prodotti. Nel 2011 la produzione dei panettoni assomma a ben 60.000.000 di pezzi e, nello stesso anno, l’azienda supera ogni suo precedente record produttivo. Nel 2012 viene inaugurata la prima “Casa Bauducco” un punto di vendita con esposizione di tutti i prodotti che offre panettoni appena sfornati tutto l’anno. “Casa Bauducco” è anche un centro d’incontro degli amanti dei dolci e dei prodotti da forno dell’azienda. L’azienda E’ diventata, nel corso degli anni, la più grande industria di prodotti Servizi per la sicurezza industriale ESTINTORI Via G. Cottolengo, 28 - 10048 VINOVO (TO) - Tel. 333.375.37.12 C.F. CLR MRC 85A16 B791K IL VINOVESE 23 da forno del Paese e il più grande produttore di panettoni al mondo ed una delle aziende alimentari più importanti del Brasile, con una capacità produttiva pari a più di 200 tonnellate all'anno. Oltre ad essere produttrice dei marchi Bauducco, Visconti e Tommy, ha una joint venture con Hershey, il più grande produttore di cioccolato in America del Nord, ed è il distributore del marchio Ovomaltina. Tra le principali categorie di prodotti esportati vi sono i panettoni bassi del tipo piemontese che viene chiamato “pandurata”, i panettoni , i biscotti per la colazione, il pane per toast, torte, pasticceria secca per il tè e cioccolatini. Il tocco personale è la ricetta del successo Nonostante sia il primo marchio di panettoni in Brasile, con oltre il 40% di quota di mercato, la ricetta base per la realizzazione dei prodotti è la stessa che realizzò dopo il suo arrivo in Brasile: riunire i migliori ingredienti, lasciare lievitare la pasta a fermentazione naturale e dedicare 52 ore per la produzione di ogni unità. Insieme a Visconti, sono circa 65 milioni di panettoni prodotti annualmente oltre a quelli cosiddetti “da forno”. Unione di Grandi Marche Nel 2001, ha acquistato la fabbrica Visconti in Brasile ed i marchi di Yo-yo Granuli Crem e Visconti, e l'anno successivo ha iniziato la produzione dei prodotti a livello locale adattandoli sia dal punto di vista dei componenti che da quello del confezionamento, al gusto del consumatore brasiliano. Dal 2008, dopo aver siglato una joint venture con l’Americana USA Hershey, leader nel settore cioccolato in Nord America, ha altresì assunto il Ovomaltina linea di distribuzione in Brasile. Sviluppo in ambito Nazionale e Internazionale Attualmente, “la pandurata” è prodotta da una serie di stabilimenti industriali più avanzati in America Latina, con 12 linee di produzione e la più grande è la linea del pane tostato in fetta che sta avendo successo nel mondo. I suoi 3000 dipendenti fissi e 1600 temporanei lavorano in quattro stabilimenti che si trovano a: Itapegica, Endres, Bonsucesso e Extreme. Con dodici filiali e 7 centri di distribuzione a livello nazionale, “la pandurata” si trova in più di 150.000 punti vendita dove si possono acquistare anche tutti i prodotti della catena alimentare “Bauducco”. Oltre al Brasile, altri 50 paesi nel mondo sono stati conquistati dai prodotti di quest’azienda che primeggia non solo nella qualità della produzione ma anche nel livello di tecnologia gestionale produttiva che è all’avanguardia. Con l'aumento del volume delle esportazioni, l'azienda ha deciso di avviare l'operazione di due controllate estere: Cibi Bauducco - Miami / USA e pandurata Argentina - Buenos Aires / AG. Un uomo di successo che somiglia molto ad un altro piemontese, o meglio albese, che ci ha lasciato da poco e che ha fatto conoscere il Piemonte in tutto il Mondo: Michele Ferrero. I nostri emigrati si identificano nei suoi prodotti, simbolo di tradizione e del gusto italiano esattamente come si identificano nei prodotti Bauducco. listi Gianfranco Bianco e Paolo Girola con operatore Stefano Rogliatti, un documentario realizzato per conto dell’Associazione – Federazione associazioni Piemontesi nel Mondo, con finanziamento della Regione Piemonte. Le comunità di Piemontesi in questo Paese sono molte composte sia dai nostri corregionali che da numerosi discendenti già di terza generazione. Nel documentario vengono raccontate, con approfondimenti e ricordi, molte storie di fortune raggiunte e di normalità acquisite. In Brasile ci sono due Associazioni di Piemontesi che operano in collaborazione con le Istituzioni Locali e Piemontesi e tra loro ricordiamo la Società Italiana Di Castello Compagnia Radici Città Di Torino che si trova a Castelo nello Stato di Espirito Santo e soprattutto l’Associazione Piemontesi nel Mondo di Sao Paulo il cui presidente è Giorgio, Giovanni Manassero, e mail [email protected] Sito Internet: www.piemonte.com.br che da anni realizza una serie di iniziative a livello nazionale ed internazionale non solo per la Comunità Piemontese ed Italiana ma, più in generale, per l’intera Comunità Paulista. Molto interessante ed aggiornato è il sito su cui si trovano anche articoli che offrono uno spaccato dell’emigrazione piemontese non solo in Brasile ma nel mondo. Un punto di riferimento molto importante quindi anche per chi volesse avere informazioni sulla logistica industriale e sulle possibilità di creare joint venture nel Paese. Il Brasile è un Paese sempre in movimento, la cui popolazione è giovane ed ha grandi risorse economiche anche se vi sono altrettante contraddizioni. I nostri giovani ne sono attratti e quindi, oggi, è una delle mete preferite cui indirizzarsi per trovare non solo una sistemazione economica ma anche una propria identità di persona che riveste un ruolo attivo nella società; ed è appunto questo che manca attualmente, per la maggioranza di loro, in Italia. Paola Taraglio LA PÉNDOLA La péndola ch’a l’era già ‘d mè cé, për tuta la famija a marca l’ore da pì ‘d sent ani sensa mai chité, sensa mai tardé, sensa mai core. A ca ‘d mè cé, da masnà, im amusava A controlé a tute le ore ij bòt, ma ‘l moment ëd conté mai arivava e a smiava ch’a ‘ndeissa ‘n po’ adagiò. Adess che la péndola il l’hai mi, vate a savej, tuti ij moment a son-a e l’ore as coro apress sensa fërmesse Me Pais Tropical e l’Associazionismo Piemontese in Brasile Sulla storia dell’emigrazione piemontese in Brasile e sulla Comunità di piemontesi ed oriundi è stato realizzato dai giorna- come se’l temp vurèissa ‘n po’ scursesse për rivé ‘n pressa a la mira bon-a ëd dime che për mi a l’è tan tòst fini... Vittorio Gullino Racconigi (CN)) TAGLIANDI E GARANZIE FRENI E AMMORTIZZATORI DIAGNOSI MULTIMARCA RICARICA CLIMATIZZATORI ASSISTENZA IMP. GAS VETTURA SOSTITUTIVA GENUO ST VA IO NE FOCO COSTRUZIONI di Geom. 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Così il 5 maggio (qualcuno ancora si ricorda di “ei fù…?”) in Sala Consigliare, presenti il Sindaco Guerrini, gli Assessori Mairo e Midollini e il funzionario comunale Marcolin, ci si è riuniti per un saluto ed una verifica su quanto svolto. C’era lo sciopero della scuola e forse per questo non si sono visti gl’insegnanti, ma i giovani tutor erano quasi tutti presenti, fornendo così un bell’esempio di serietà. Purtroppo continuano a brillare per le loro assenze anche gli allievi ed i loro genitori cui peraltro l’iniziativa è dedicata. Siamo al 3° anno di questa esperienza che molti tutor affrontavano per la prima volta; ma dai loro brevi racconti traspare la soddisfazione per il rapporto instaurato con gli alunni delle medie, giovanissimi che chiedono un aiuto od una spiegazione, e loro nella inedita veste di dispensatori di sapere. Già ma cos’è questo progetto noto come “Spazio Compiti”? Da un’idea della Banca del Tempo di Vinovo, con la fattiva collaborazione del Comune e della Scuola Media Gioanetti, si sono unite le disponibilità degli studenti delle Superiori, sparsi nel circondario visto che Vinovo non potrà mai ospitarne una, ed assistere gli allievi della Scuola Media di Vinovo Inaugurazione della sede della Banca del Tempo in piazza 2 Giugno. L'Assessore Maria Teresa Mairo, il sindaco Guerrini, Adriana Lovera, Francesca Paraboschi, l’ing. Guandalini e Francesco Viotto. Benedizione della sede della Banca del Tempo da parte del Prevosto don Marco. Benso Legnami nell’esecuzione dei compiti. Così il Comune si è preoccupato di contattare gli studenti delle Scuole Superiori del circondario tramite le dirigenze scolastiche, per avere la disponibilità dei tutor, e la Scuola di Vinovo ha messo a disposizione i locali ed indicato gli allievi bisognosi di un “aiutino”. Il martedì ed il venerdì, quest’anno anche a Garino, e sotto la supervisione dei Senior della Banca del Tempo, che vigilano sull’organizzazione e sulla regolarità delle “lezioni”, si riuniscono tutor ed allievi per un simpatico momento di aggregazione attorno a nozioni, teoremi e babele di lingue a volte difficili da assimilare. La serietà dimostrata si rivela in un miglioramento per gli allievi ed in crediti scolastici e punti per la pyou card per i tutor. Seguendo un calendario ormai consolidato da due anni di esperienza, anche per questo anno scolastiico 2014-15, ci si è incontrati da novembre a maggio presso le sedi scolastiche preposte e dopo le iniziali logiche diffidenze si è instaurato un rapporto simpatico e collaborativo tra i 18 tutor e gli oltre 50 allievi (come le onde del mare questi ultimi vanno e vengono!) ed i senior a “sorvegliare”, a volte ad aiutare. Il tutto si è concluso dinanzi ad una varietà di pizze, in un più disinvolto conversare, con la speranza di ritrovarci in autunno per una nuova e consolidata avventura (purtroppo le buone idee corrono veloci e sono numerosi i tentativi d’imitazione!). Considerato il notevole impegno della Banca del Tempo, la maturità e serietà dei tutor, la favorevole accoglienza degli allievi, sarebbe auspicabile una maggiore partecipazione degli insegnanti e dei genitori, anche per avere riscontri al nostro operare; ma forse è chiedere troppo alla Provvidenza! Ah già, quasi si dimenticava! F.C.F. FABBRO Lavorazioni in ferro battuto Carpenteria in ferro Via Chisola 6 - VINOVO (TO) Tel. 011 9 654 866 Vendita legna da ardere Via Umberto I, 79 Vigone (TO) Cell. 335.8042230 (Luca) Cell. 339.2619745 (Guido) Tel. 011 9801195 Via S. Giovanni Bosco, 5 10048 Vinovo (TO) Tel. 011 9 651 515 - Fax 011 9 938 694 IL VINOVESE 25 Grazie all’Amministrazione Comunale, abbiamo una nuova e più spaziosa sede in piazza 2 Giugno, inaugurata il 23 maggio scorso, finalmente dotata anche di un servizio, (nel 2015 a volte è una novità) ed al piano terra, utile per gli ultra 70enni, ciò ci consentirà di svolgere agevolmente i programmi in corso e quelli in divenire, finchè le vulcaniche menti dei soci continueranno a sforgiarne. Il sindaco Guerrini ha tagliato il nastro, insieme all’assessore sig.a Mairo alla presenza del comitato direttivo e di un folto pubblico, quindi Don Marco ha proceduto alla benedizione dei locali. La Presidente ha ringraziato le autorità e i presenti, ha ricordato come l’impegno di tutti ha permesso l’allestimento dei locali che si presentano freschi e ben organizzati pronti per l’impegno che l’associazione profonde nelle iniziative a favore degli studenti delle Scuole Medie Gioanetti. La Famija Vinoveisa formula i migliori auguri per il proseguimento dell’attività. Adriana Lovera Banca del Tempo Promozione al camilliano di Vinovo Il sacro attraverso l’ordinario Roberta Alagna (ex Majorette) e Gian Luigi Manzo, genitori di Gianmarco, fanno il bis con un bel fiocco rosa. È nata Marianna. Tanti auguri a Marianna ... un viso meraviglioso, due occhi chiari, un biondo caschetto e sì che sei proprio un vivace angioletto. Di mamma e papà sei il primo pensiero del mattino e poi tutto il giorno ti stanno vicino... ... per mostrarti la prima farfalla, il primo arcobaleno... con tanta serenità e senza sosta ti aiuteranno a diventare grande e forte. Tutti quanti facciamo gli auguri a Marianna affinché la sua vita sia la cornice di poesia per un quadro di musica melodica. Maria Luisa Pergola L’EREDITÀ ËD MÈ BËCCÉ ‘D CRIMEA Padre Mario Ramello mentre celebra la S. Messa. Il nostro caro amico don Mario Ramello padre camilliano, (ordinato sacerdote a Vinovo nel 1989), dopo oltre 11 anni trascorsi come Cappellano presso l’ Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, è stato trasferito a Roma presso la Casa Generalizia dei Padri Camilliani, per svolgere l’impegnativo servizio di Economo locale presso questa Comunità. Sarà quindi in stretta collaborazione con l’Economo Generale dell’ Ordine e naturalmente con il Superiore generale per le molteplici ed impegnative incombenze burocratiche ed economiche che comporta tale incarico. Dopo le esperienze di apostolato sempre nel campo assistenziale ospedaliero-sanitario che è la specificità dell’Ordine camilliano di Genova, Haiti, Torino, padre Mario è ora a Roma. Gli amici di Vinovo non possono che rallegrarsi e mandargli tramite “Il Vinovese” molti cordiali auguri. Gervasio Cambiano TOP MOTOR di D’Urzo Basilio “Da trent’anni con voi con la passione di sempre” AUTORIPARAZIONI CENTRO REVISIONI AUTOVEICOLI MOTO E CICLOMOTORI AUTORIZZATO Presa e consegna a domicilio del vostro veicolo Via La Loggia, 49-51 VINOVO (TO) - Tel./Fax 011 965 13 67 e-mail: [email protected] 26 IL VINOVESE I veuj crijelo a tuti fòrt e ciàir: “Ij Piemontèis ch’a parlo an piemontèis!” Ij Piemontèis a devo avej fierëssa ëd parlé e scrive costa nòbil lenga, ch’a l’é l’istessa lenga che Broferi a dovrava për scrive soe canson setà an su ‘n taborèt ëd soa përzon, ch’a l’é l’istessa lenga che Giandoja a dòvra për pijé an gir ij prepotent, la lenga dij bajèt mòrt a Noara quand che ‘l Piemont a l’ha sfidà n’imperi, la lenga dël rè Tòjo a Vilafranca, la lenga parlà ‘dcò da mè bëccé quand a l’han spedilo lassù an Crimea e a l’ha vagnà cola midaja ‘d guera për porté àut ël drapò dël Piemont. Sercoma d’arcordess-lo noi ch’i soma ij novod ësgairà ëd cola gent gajarda, sërcoma ‘dcò ‘d mostrelo ai nòsti fieuj përchè la scòla a l’ha nen veuja ëd dijlo che nòsta patria unìa, costa Italia, a l’han creala an parland piemontèis. Gianfranco Ribolzi Torino Onestà, rispetto, puntualità, esperienza, riservatezza e professionalità sono le garanzie dei servizi funebri svolti dall’Agenzia “S. Bartolomeo” di Anna Maria Celano e Domenica Dileo con sede in Via Cottolengo, 58/1 tel.: 011 9 623 936 - 348 9 304 299 - 349 8 326 659 Si effettuano cerimonie funebri di tipo economico, classico e di prestigio. Il servizio funebre viene concordato con i famigliari dando la possibilità di scegliere e di affrontare la spesa più adatta alle loro esigenze. I prodotti ed i materiali usati sono tutti rigorosamente italiani. CI HANNO LAsciati... Lo scorso 17 aprile è improvvisamente venuto a mancare Luigi Menichelli di anni 69 mentre era intento a eseguire lavori nell’orto in via Carignano. Era nativo di Treia (Macerata) e dopo il servizio militare svolto nell’arma dei carabinieri, con molti mesi distaccato presso il grande aeroporto militare di Ghedi, si era trasferito in Piemonte. Aveva quindi lavorato presso la famiglia dei marchesi Thaon di Revel sia a Torino che nella grande tenuta di Ternavasso. Poi nel 1971 il matrimonio a Vinovo con la sig.ra Ermanna e l’abitazione in piazza Rey. In seguito era Luigi Menichelli entrato come sorvegliante alla Lancia ed alla Fiat Avio. Dei due figli, la figlia Erika era stata brava majorettes negli anni novanta. Luigi molto conosciuto nel paese era iscritto a diverse associazioni. Naturalmente la sezione di Vinovo dei carabinieri in congedo e poi il Nucleo della Aviazione nato due anni fa. Collaborava con la Pro Loco ed il Gruppo Anziani. Di carattere buono e sereno era stimato e benvoluto da tutti. Nella bella stagione era facile vederlo intento ai lavori nell’orto che tanto amava e teneva con grande cura. La Famija Vinoveisa porge sentite condoglianze alla sig.ra Ermanna ed a tutta la famiglia. Lo scorso mese di aprile è mancata Teresa Bertero, nata a Vinovo il 5 ottobre 1944. Teresa era un volto molto conosciuto nel nostro paese, in quanto “figlia della Nevina”, commerciante in centro paese negli anni passati e commerciante lei stessa. Nel 1963 Teresa si unì in matrimonio con Roberto Tuninetto, presso la parrocchia San Bartolomeo; dalla loro unione nacque il figlio Massimo. Nel 1973, dopo la chiusura del piccolo negozio di commestibili di mamma Nevina, Teresa con i genitori e il marito, avviarono il supermercato A&O di via Teresa Bertero Cottolengo. Insieme gestirono l’attività di famiglia fino al 1982. Ammalatasi nel 2011, per gravi problemi al cuore, è stata sottoposta a frequenti ricoveri, amorevolmente assistita dal marito Roberto. Si è spenta l’8 aprile presso l’ospedale Molinette di Torino. Ai suoi cari le più sincere condoglianze dalla Famija Vinovèisa e dal direttivo de “Il Vinovese”. Il 23 maggio è serenamente mancata a 79 anni, presso l’Ospedale di Carmagnola Lucia Piumatti in Lettario. Era nata a Savigliano ma visse la gioventù a Saluzzo e quando convinse la famiglia a trasferirsi nella Frazione Brillante di Carignano lei trovò lavoro con la sorella presso la Ditta Garis. Quindi scelse di stabilirsi a Vinovo dove conobbe il futuro marito Giuseppe Lettario. Dall’unione avvenuta nel 1960 nacquero Adriano, che allietò la coppia per poche ore e Graziella. Perse la mamma prematuramente e come da promessa fattale, sostenne il padre Lucia Piumatti e i fratelli. Durante la sua vita subì parecchi interventi chirurgici per i quali, grazie al carattere forte e solare, non si è mai arresa sostenuta dall’affetto della famiglia e trovando conforto nella preghiera. Proprio per un intervento delicato dovette lasciare il lavoro in fabbrica e colse l’occasione per mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti in gioventù, quindi svolse quello di sarta con passione e professionalità. Era molto affezionata e dolce con le due nipoti, Silvia e Selene, che contraccambiavano questi sentimenti con grande attaccamento fin da bambine. Nel 2010 festeggiò con la Famija Vinovèisa l’anniversario delle nozze d’oro. Infine un pensiero speciale va rivolto al marito Giuseppe che durante tutti i 55 anni di matrimonio ed in particolare negli ultimi anni della malattia invalidante, l’ha accompagnata nella Sua quotidianità giornaliera con affetto e molta premura. Il 7 febbraio 1930 nasce a Vinovo Lucia Appendini nell’abitazione-negozio in via San Bartolomeo 4 (adiacente alla Chiesa dei Battuti) dove i genitori Lorenzo e Carolina fanno i panettieri. Cresce in mezzo alla farina con il fratello Giuseppe (Pendin ‘l panaté), aiutando in negozio e lavorando presso una fornace spostando mattoni. Frequenta la scuola fino alla 2ª Ginnasio e poi lavora in FIAT come segretaria. Conosce Giovanni (di Giuseppe Curletto e Maria Bracco) classe 1926, di Nichelino, con cui si sposa nel marLucia Appendini zo del 1950 e va a vivere nella di lui ved. Curletto famiglia, nella casa che sorgeva davanti al Municipio (oggi Piazza Di Vittorio). Qui, il 23 dicembre 1951, nasce il primogenito Giuseppe mentre, nella casa natia di Vinovo, il 9 luglio 1953 il secondogenito Lorenzo. Lascia il lavoro, per dedicarsi a tutta la numerosa famiglia (6 persone) e così farà per tutta la vita di ogni membro, non lesinando l’aiuto ed il conforto anche agli altri parenti, amici e conoscenti. Fino allo stremo delle forze, anche psichiche, ha accudito al suo amato Giovanni (mancato nel gennaio del 2011) staccandosi, poi, dal resto del mondo con sempre maggior celerità, eccezion fatta per le funzioni religiose, a cui ha sempre partecipato anche attivamente, col canto. Gli acciacchi ed una improvvisa (o forse trascurata) malattia, l’hanno portata alla morte l’8 maggio scorso, nella ricorrenza della Festa della Mamma. ONORANZE FUNEBRI Fondata da Servidio Nicola opera su tutto il territorio nazionale. Tuttora la moglie Annamaria Celano, con la socia Domenica Dileo in collaborazione con Roberto Sciarrino gestiscono I principi di grande moralità garantiscono un servizio in modo esemplare di assoluta correttezza verso la propria clientela. l’agenzia sita in Disponiamo di auto funebre di ultima generazione, Vinovo via Cottolengo 58/1, di un locale per l’esposizione dei feretri. garantendo sempre Offriamo la nostra professionalità per il disbrigo di tutte le pratiche. il massimo della Svolgiamo funerali completi dalla vestizione della salma alla foto ceramica. sensibilità e umanità di cui sono capaci. Dal 2010 siamo l’unica agenzia a svolgere Funerali Comunali e recupero S. BARTOLOMEO delle salme su tutto il territorio vinovese S. Bartolomeo Cerimonie di estremo saluto Vinovo via Cottolengo 58/1 I nostri recapiti telefonici 24 ore su 24 Ufficio: Tel. 011 9623936 Cellulari: 348 9304299 349 8326659 [email protected] IL VINOVESE 27 Giovedì 2 aprile, nella Comunità di Corato in provincia di Bari, ci ha lasciato Suor Graziana, al secolo Zavattero Maria. Ne hanno dato l’annuncio la Superiora e le Consorelle dell’Istituto, suore di San Giuseppe di Pinerolo, insieme ai fratelli Antonio, Arnaldo, Bruno, Giulio e Ilario e le sorelle Elsa, Silvia e Vittoria, cognati e parenti, affidandola alla bontà di Dio e alla preghiera di quanti l’hanno amata e stimata. Era nata a Teolo (Padova) il 6 maggio 1933, consacrandosi nelle Suore Giuseppine giovanisSuor Graziana sima. Molti di noi, nati tra il 1975 e il 1997, la ricordano con gratitudine soprattutto per la sua attenta e affettuosa opera di insegnante di scuola materna presso l’Asilo Infantile di Vinovo, dove ha prestato servizio dal settembre del 1979 all’agosto del 2000. Sfogliando l’archivio fotografico dell’Asilo la ritroviamo in una foto che la ritrae sorridente con i suoi piccoli alunni all’inizio del suo primo anno scolastico e, anno dopo anno, lo stesso sorriso ricompare a saluto ed incoraggiamento per tutti i suoi bambini nelle foto di fine anno. Qualcuno ricorderà come con lo stesso sorriso e la stessa francescana letizia, che costituivano la sua caratteristica più evidente, Suor Graziana abbia accolto anche il suo nuovo incarico che, dopo anni di vita vinovese, la portava ad operare nel Napoletano. Certamente la pazienza e la dolcezza che contraddistinguevano il suo insegnamento sono stati un punto di riferimento per i genitori che le hanno affidato con fiducia i figli durante i suoi 21 anni di servizio presso l’Asilo Infantile di Vinovo. Il suo attaccamento all’Asilo e ai bambini è d’altra parte confermato dal fatto che sia stata proprio Suor Graziana ad avviare la “scuola” di ricamo e cucito poi proseguita per parecchi anni presso i locali dell’Asilo Infantile. Ma non erano soltanto queste le sue occupazioni, dedicando infatti parecchie ore della sua giornata a servizi meno “apparenti” ma certo non meno importanti: non è infatti possibile dimenticare la sua costante presenza e guida durante i rosari mariani e quelli per i defunti della Comunità e tutte le visite e le opere caritative svolte a favore degli ammalati e delle persone sole di Vinovo che certo ne serberanno, così come tutti coloro che l’hanno conosciuta, un vivo e caro ricordo. L’AVIS VINOVO DOMENICA 5 LUGLIO Aut. Prelievi Plasma SABATO 25 LUGLIO Prelievi in Sede DOMENICA 23 AGOSTO Prelievi in Sede NUOVA V.A.I. s.n.c VINOVO AFFARI IMMOBILIARI Servizi Immobiliari L’11 maggio è mancata, all’età di 88 anni, Druetta Maria, nata a Orbassano il 29 maggio 1926, da una modesta famiglia di operai Lancia. Era la seconda di 6 fratelli/sorelle; visse la sua gioventù nella borgata di Tetti Griffa. Al temine della guerra, nel 1945, conobbe il giovane Peretto Andrea, cittadino di Vinovo e lo sposò nel 1947. Maria era una persona di profonda fede e grande lavoratrice. Condusse una vita semplice e riservata, aiutando il marito in campagna, sbrigando le faccende domestiche, accudendo i genitori anziani ed allevando le due figlie: Lucia e Maria Druetta ved. Peretto Domenica. Infine collaborò nella crescita dei nipoti. Negli ultimi mesi del 2014 si acutizzarono i malanni della vecchiaia, con la perdita progressiva della memoria e della mobilità. Dopo un breve ricovero nell’ospedale di Carmagnola, volò verso la Gerusalemme celeste per raccogliere le ricompense del suo lavoro e della sua bontà. Noi tutti famigliari, amici e conoscenti la ricordiamo e la ringraziamo per le sue opere con profondo affetto. Lo scorso 14 maggio è mancata dopo un periodo di tempo la cui salute era andata diminuendo, Lucia Cambiano di anni 89. Era nata in una delle più vecchia famiglie di Vinovo ed aveva sempre abitato nella casa di famiglia di via San Desiderio. Si era sposata con Giovanni Mellano nel 1953. Madre di due figlie e nonna di 5 nipoti rimase vedova del caro “Giuanin” nel 1990. Era molto devota della Madonna, specialmente del Santuario di Forno di Coazze come lo sono i vinovesi del vecchio ceppo. Di carattere gentile e riservato, fino allo scorso inverno si poteva Lucia Cambiano incontrarla alla S. Messa accompagnata dalla ved. Mellano figlia maggiore. Alle due figlie, generi e nipoti porge sentite condoglianze la redazione de “Il Vinovese”. La Famija Vinovèisa unitamente alla redazione de “Il Vinovese” porge le più sentite condoglianze alle famiglie dei defunti. MÈ POGIEUL DL’ ARCÒRD A-i é na canson ant la memòria ch’am disìa tante còse, ch’a j’ero cole dle soe paròle. Mi i j’era giovo, giovo e an cola neuit d’istà ant la cort dle vacanse un a cantava “Ti voglio bene assai...”: e mi i j’era an-namorà. L’aria a l’era tëbbia e mi pogià a cola lòbia, tra le feuje ‘d l’uva bianca, i guardava anàns ant la scurità e la cantava an silensi, an pensand a chila, tut për mè cont, con sentiment. Giuseppe Bertola Torino Direttore responsabile: Giovanni Ameglio Redazione: Gervasio Cambiano, Vera Miletto Scuero, Mario Bernardi, Maria Grazia Brusco, Giovanna Franchino, Fabrizio Franzoso, Michelina Alessiato, Tersilla Sola, Rino Visconti. Progetto grafico: Giovanni Alessiato Via G. Cottolengo, 3 - 10048 VINOVO (TO) Tel. 011 9 623 615 Editore: Famija Vinovèisa Onlus Fotocomposizione: Foehn s.n.c.- Torino Presidente: Dino Sibona www.famijavinoveisa.it e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia Artigiana Vinovese