Prof.ssa Portas Nerina
Istituto Amsicora I.P.I.A. Olbia
LA BIOSFERA
La biosfera è suddivisa in
ecosistemi e comprende la
porzione di gas (atmosfera),
di acqua (idrosfera) e di
suolo (litosfera) in cui si
trovano gli organismi viventi.
La vita è presente solo in una fascia che si estende
dagli abissi oceanici alla prima parte della Troposfera
per un totale di 18Km. In tale fascia (Biosfera) abitano
gli esseri viventi adattati alle diverse condizioni
climatiche ai vari tipi di ambienti, ed alla maggiore o
minore disponibilità di cibo.
BIOSFERA
Concentrazione massima di
sostanza vivente. + 100 m
slm, - 100 m slm
ECOSISTEMA
Un ecosistema comprende la comunità dei
viventi e l’ambiente fisico con cui interagiscono.
E’ costituito da una parte biotica (esseri viventi)
e una abiotica (suolo,acqua,
paesaggio, clima) che interagiscono
continuamente tra di loro.
FATTORI BIOTICI
FATTORI
BIOTICI
Comprende la comunità biologica degli organismi viventi,
chiamata anche biocenosi.
IL SOLE: FONTE DI ENERGIA
La fonte primaria di Energia di un
Ecosistema naturale, essenziale
per la vita di qualunque
organismo è il Sole, la cui
radiazione viene trasformata in
energia chimica.
L’energia solare viene trasformata
attraverso la fotosintesi dalle piante
verdi in energia chimica, che a sua
volta è immagazzinata nelle varie
sostanze prodotte:
zuccheri,lipidi,proteine.
L’ENERGIA FLUISCE
NELL’ECOSISTEMA LUNGO LA
CATENA ALIMENTARE
Energia
entrante
Energia uscente
Piante
Carnivori
predatori di
erbivori e
carnivori
Erbivori
pascolanti
Carnivori
predatori di
erbivori
AMBIENTE
CATENA ALIMENTARE
Erbivori
Produttori
Carnivori
1°ordine
Decompositori
Carnivori
2° ordine
L'uomo, come
altri animali
onnivori, che si
nutrono sia di
prodotti vegetali
che di prodotti
animali, può
occupare più di
un livello, tra i
PIRAMIDE DI ENERGIA
In ogni passaggio della catena alimentare va
persa moltissima energia: circa il 90% di
quella disponibile al livello precedente.
Questa constatazione relativa al flusso
energetico spiega perché in una catena
alimentare,di solito, non vi siano più di
quattro anelli: alla fine di una
simile sequenza l’energia ancora disponibile è
così poca da non consentire la sopravvivenza
ai consumatori di ordine superiore.E ancora,
spiega come mai, in corrispondenza di ogni
anello della catena alimentare, il numero di
organismi presenti sia inferiore a quello
dell’anello precedente.
RETE ALIMENTARE
In un ambiente naturale gli organismi non sono
collegati tra di loro in una semplice catena alimentare,
ma in complesse reti alimentare.
GLI ORGANISMI SI
DISTINGUONO DAL MODO IN
CUI SI PROCURANO IL CIBO.
Autotrofo
Eterotrofo
I viventi che costituiscono la
biosfera non vivono mai isolati ma
associati a un infinito numero di
viventi, la maggior parte così piccoli
da non essere visibili ad occhio
nudo. Tale combinazione di
organismi viventi è quella che i
biologi chiamano una comunità
biologica.
Un ecosistema è
costituito da
esseri viventi di
diversa specie
chiamata:
COMUNITÀ
Una comunità è
costituita da
insiemi di
individui di una
sola specie
chiamati:
POPOLAZIONE
ECOSISTEMA
COMUNITA’
POPOLAZIONE
HABITAT
Un habitat è un luogo
dell’ecosistema dove una
specie trova le risorse
per vivere. Può essere
molto ampio come la
distesa di un mare aperto
o piccolissimo, come
quello di certi bruchi che
vivono esclusivamente
su una foglia di quercia.
NICCHIA ECOLOGICA
LA NICCHIA ECOLOGICA si trova
all’interno dell’habitat e tiene conto di tutto
ciò che l’organismo mangia, quando e come
si riproduce, le sue esigenze nei confronti
della temperatura,dell’acqua, della luce e
così via.
FATTORI ECOLOGICI
La presenza ed il successo di un organismo in
un dato ambiente dipendono dalla armonica
presenza di un complesso di fattori. Tali fattori
possono essere distinti in due categorie:
risorse e condizioni. Una risorsa viene
utilizzata e, se è scarsa, può limitare il tasso di
accrescimento della popolazione (es. cibo,
energia luminosa, siti riproduttivi, ecc.).
I BIOMI TERRESTRI
I principali ecosistemi terrestri sono
raggruppati in otto biomi.
La distribuzione dei biomi dipende in gran parte
dal clima: la temperatura e le precipitazioni sono
spesso i fattori chiave che determinano il tipo di
bioma esistente in una certa regione.
Un bioma è caratterizzato da un determinato tipo
di comunità biologica e non da uno specifico
insieme di specie.
LA DISTRIBUZIONE DEGLI OTTO MAGGIORI
BIOMI TERRESTRI.
30ºN
Tropico
del Cancro
Equatore
Tropico
del Capricorno
30ºS
Foresta tropicale
Praterie delle zone temperate
Ghiacciai d’alta quota
Savana
Foreste decidue delle zone temperate
Zona polare
Deserto
Foreste di conifere
Macchia mediterranea
Tundra
LA TUNDRA
La tundra è caratterizzata
da inverni lunghi e molto
rigidi La tundra artica è
priva di alberi e
caratterizzata dal
permafrost (strato di
terreno permanentemente
gelato). Le tundre alpine si
trovano, invece, su
montagne molto elevate
La tundra si estende oltre il Circolo polare
artico:nel Canada settentrionale, in Alaska e in
(sopra il limite della
Siberia, lungo la fascia costiera che dà sul Mar
vegetazione arborea,
Glaciale Artico e lungo la costa della
anche a latitudini tropicali). Groenlandia.
LA TAIGA
Un grande bioma
caratterizzato da
grandi distese di
conifere che formano
la taiga. Una
maggiore insolazione
permette una
maggiore crescita
vegetale rispetto alla
tundra, ma il clima
ancora molto freddo
e la forte siccità non
favoriscono lo
sviluppo di alberi con
grandi foglie. Gli
animali sono adattati
a un clima rigido, con
inverni ghiacciati.
Bioma
Bioma diffuso
diffuso nelle
nelle fasce
fasce aa clima
clima freddo
freddo
dell’emisfero
dell’emisfero boreale
boreale (Siberia,
(Siberia, Russia,
Russia,
Scandinavia,Canada
Scandinavia,Canada ee Alaska).
Alaska). Confina
Confina aa nord
con
nordlacon
tundra,
la tundra,
a sud acon
sudlacon
foresta
la foresta
temperata o
la
temperata
prateria fredda
o la prateria fredda
FORESTA TEMPERATA CADUCIFOGLIE
A sud della taiga, si estende la fascia
climatica temperata. Il clima più caldo
favorisce qui lo sviluppo di una
maggiore quantità di organismi. La
vegetazione varia in base all’umidità
presente:più rigogliosa vicino al
mare (maggiore umidità),meno
nell’entroterra. Il bioma è dominato
dalla presenza di foreste ad alberi
con foglie larghe decidue, che
cadono cioè nella stagione fredda e
ricrescono in primavera (querce,
pioppi, tigli,betulle, ricco
sottobosco). La foresta caducifoglie
è diffusa in tutta l’Europa
settentrionale, nella Cina e negli Stati
Uniti orientali
PRATERIA TEMPERATA E FREDDA
Nelle fasce temperate più fredde e aride, la vegetazione è meno sviluppata rispetto
a quella delle foreste caducifoglie. Si sviluppa allora una vegetazione più
arbustiva, a volte solo erbosa(con prevalenti graminacee, grano, orzo selvatico e
coltivato). Ciò accade nelle regioni più interne dei continenti, dove l’escursione
termica è alta, il mare lontano, gli inverni sono freddi e le estati molto calde. Il
bioma della prateria fredda,chiamato anche steppa, è diffuso in Eurasia,
dall’Ungheria alla Mongolia e alla Cina. Occupa inoltre la parte centrale degli Stati
Uniti e buona parte dell’Argentina e dell’Uruguay (pampa).
PRATERIA ARIDA
Si estende soprattutto tra le
fasce a clima caldo secco dei
deserti tropicali e le fasce
rigogliose e piovose dei caldi e
umidi climi equatoriali. Man
mano che si passa dal deserto
alla foresta equatoriale, la
vegetazione da erbacea diventa
sempre più arbustiva e arborea.
Il clima è caratterizzato da due
stagioni: una umida delle
piogge e una molto secca. Il
risultato è una grande distesa
erbacea, con pochi arbusti e
grandi alberi isolati (i baobab,
ad esempio) o concentrati
lungo i fiumi, dov’è maggiore
l’umidità. La prateria pullula di
insetti e richiama grandi
erbivori (elefanti, zebre,
antilopi, giraffe) e piccoli e
grandi predatori. Le praterie
calde, chiamate savane
(parola che significa pianura),
sono molto diffuse in Africa, al
confine con le fasce desertiche,
ma sono presenti anche
nell’Australia del Nord, in Asia
(India) e nelle Americhe
(Messico, Brasile e Venezuela).
MACCHIA
MEDITERRANEA
È il bioma di confine tra la fascia
climatica temperata e quella calda.
È particolarmente sviluppato nella
regione costiera che borda il Mar
Mediterraneo, da cui prende nome, ma
è presente anche in California, in
Australia meridionale e nella punta
meridionale estrema dell’Africa. Le
estati molto calde e secche
favoriscono lo sviluppo di una
vegetazione in parte di caducifoglie,ma
soprattutto di arbusti sempreverdi e
piccoli alberi (ulivi, lecci oleandri,
agrumi,mandorli, ecc). Nei biomi a
clima temperato, in particolare quello
mediterraneo, la civiltà umana ha
trovato nell’antichità il maggiore
stimolo allo sviluppo, per la mitezza del
clima e la ricchezza delle risorse
alimentari.
IL DESERTO CALDO
In corrispondenza delle fasce tropicali delle
alte pressioni perenni si estendono i grandi
deserti caldi. Nella fascia del Tropico del
Cancro, nell’emisfero nord, abbiamo il
Sahara africano, il deserto arabico, il
deserto iraniano, il Rajastan indiano e i
deserti del Messico e della California.
Intorno al Tropico del Capricorno abbiamo
invece il deserto australiano il Namib e il
Kalahari in Africa e il deserto di
Atacama in Cile. Nel deserto la vita si
sviluppa con pochissime specie vegetali e
animali, molto specializzate, e si concentra
soprattutto nei punti più umidi, come le
oasi africane.
ALTA MONTAGNA
Il bioma di montagna è
presente in alcune aree
isolate della Terra,
indipendente dalla
latitudine. Con
l’altitudine diminuiscono
la temperatura e
l’umidità. Si osserva
dunque un cambiamento
della vegetazione simile
a quello che si verifica
con l’aumentare della
latitudine. Diversi tipi di
vegetazione si
sviluppano a diverse
quote.
FORESTE INTERTROPICALI
Nella fascia compresa tra i due tropici si hanno,assieme alle costanti
basse pressioni, abbondanti piogge in tutti i periodi dell’anno. In questo
ambiente si sviluppa il più fitto e rigoglioso insieme di vegetazione del
mondo: la foresta pluvialeequatoriale, chiamata anche giungla. Nella
foresta troviamo alti alberi a foglie larghe, una fitta boscaglia e un intrico
di piante rampicanti (Le liane). Il suolo è costantemente umido e ricco di
humus, tanto che spesso le radici riescono a svilupparsi all’esterno (per
esempio le mangrovie). A causa dell’elevata temperatura e della forte
piovosità, la produttività è altissima, la maggiore al mondo. Anche la
quantità di organismi, e soprattutto di specie diverse (cioè la
biodiversità),è la maggiore al mondo. Nelle foreste equatoriali,che
occupano solo il 7% della superficie terrestre, si concentra il 50% di tutte
le diverse specie viventi.
BIODIVERSITÀ La variabilità tra gli organismi viventi all’interno di una
singola specie (diversità genetica), fra specie diverse e tra ecosistemi. L’importanza della biosfera consiste nel ruolo che riveste nel mantenere
l’equilibrio dinamico della biosfera, contribuendo anche a governare i cicli
biogeochimici e a stabilizzare il clima. La biosfera di un ecosistema o specie ne
determina la capacità di reagire e adattarsi a mutamenti e perturbazioni
ambientali, quindi, in ultima analisi, ne determina la sopravvivenza. FORESTE
INTERTROPICALI
La foresta pluviale più fitta
è presente attorno
all’Equatore, tra 10° di
latitudine nord e sud: la
troviamo in Africa, India,
Indocina e Indonesia,
Filippine, in America
Centrale e, soprattutto,in
America del Sud, dove
abbiamo la più grande
foresta del mondo:
l’Amazzonia.
AMBIENTE MARINO
Per l’ambiente marino, il più esteso della Terra,non si può
parlare di vegetazione tipica. Anche se molte piante popolano
i fondali più bassi del mare, la produttività qui dipende dalla
presenza delle microscopiche alghe sospese nei primi 120
metri della colonna d’acqua (chiamate fitoplancton). Quasi
tutti gli organismi marini sono concentrati entro questa
profondità, fin dove cioè la luce solare riesce a penetrare, e
per questo chiamata zona fotica (dal greco photos,“luce”).
Nella zona fotica le alghe verdi, rosse e brune compiono la
fotosintesi, fornendo il cibo ai numerosi consumatori primari
e sostenendo così la catena alimentare. A profondità
maggiori possono comunque vivere altri consumatori, ma in
numero sempre minore. Gli organismi che abitano le acque
marine vengono inclusi comunemente in tre categorie: il
bentos, popolazione degli organismi che vivono a contatto
col fondale; il necton,composto dai grandi nuotatori (seppie,
calamari, pesci e mammiferi acquatici), il plancton, costituito
da tutti gli organismi erranti trascinati passivamente dai
movimenti delle acque marine.
CICLI BIOGEOCHIMICI
CICLO
DELL’ACQUA
Il motore del ciclo dell'acqua è il
Sole, senza il quale nulla sulla
Terra potrebbe sopravvivere.
L'acqua compie una sorta di
viaggio: a causa del calore del
Sole cambia di stato e si
trasforma in vapore acqueo,
poi,salendo nell’atmosfera e
incontrando temperature più
basse si condensa formando così
gocce d'acqua che unite fra loro
danno origine alle nuvole. Le
nuvole diventano sempre più
dense e pesanti, tanto che ad un
certo punto lasciano cadere le
precipitazioni atmosferiche:
pioggia, neve e grandine.
L'acqua una volta ricaduta sulla
terra può prendere varie strade:
in parte può ritornare nei fiumi,
laghi, mari e in parte può essere
assorbita dal terreno.
Quest’ultimo, a sua volta, può servire
per il nutrimento di piante, o
incomincerà un lungo viaggio verso il
sottosuolo, che servirà per alimentare
le falde acquifere.
L'acqua superficiale e
sotterranea ritorna al mare e
ricomincia un altro ciclo. CICLO DEL CARBONIO
Le piante assorbono dall’atmosfera l’anidride
carbonica che mediante la fotosintesi viene
utilizzata per produrre molecole di composti
organici (zuccheri, amido, proteine e così via). Gli
animale si cibano di vegetali, e tramite la
respirazione cellulare restituiscono all’atmosfera
anidride carbonica.
Quando gli animali e le piante muoiono,i loro corpi
marciscono; nel processo di decomposizione sono
coinvolti batteri e funghi microscopici, che si cibano
dei resti marcescenti, e poiché anch’essi respirano,
nuovamente l’anidride carbonica viene restituita
nell’atmosfera come rifiuto della respirazione. Negli
ultimi anni, l’aumento di concentrazione
dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre desta
forti preoccupazioni di carattere ecologico.
L’anidride carbonica è uno dei gas che conferiscono
all’atmosfera la capacità di intrappolare calore in
prossimità della superficie terrestre: l’effetto serra.
L’attività umana produce quantità eccessive di
anidride carbonica causando effetti preoccupanti
sull’ambiente: scioglimento dei ghiacci e degrado di
importanti ecosistemi.
CICLO DELL’AZOTO
L’azoto è un importante elemento chimico per gli esseri
viventi, in quanto componente essenziale per la costruzione
delle proteine e del DNA. Si trova abbondantemente
nell’aria come gas. Ma in questa forma non riesce a essere
utilizzato né dalle piante né dagli animali, che riescono ad
assimilarlo solo sotto forma di sali, detti nitrati. Alcuni
microrganismi, presenti nel suolo e nelle acque: i batteri
fissatori, trasformano l’azoto atmosferico in ammoniaca
(NH3): questo processo di trasformazione viene chiamato
fissazione dell’azoto. Altri batteri, detti batteri nitrificanti,
trasformano poi l’ammoniaca nei Sali nitrati. I nitrati vengono
prelevati dal suolo per costruire le proteine. Le proteine
vengono assimilate dai consumatori, fluendo nelle catene
alimentari. Alla morte dei consumatori,l’azoto presente nelle
sostanze organiche viene restituito al terreno dai
decompositori. un altro tipo di batteri, detti denitrificanti,
capaci di trasformare i nitrati di nuovo in azoto gassoso
restituisce, in parte, l’azoto all’atmosfera.
LE INTERAZIONI TRA GLI ORGANISMI
Competizione
Predazione
Parassitismo
Mutualismo
Commensalismo
Mimetismo
COMPETIZIONE
La competizione è un fenomeno
assai diffuso tra gli organismi viventi.
Può avvenire tra membri di una
stessa specie,
Competizione intraspecifica,
o fra membri di specie diverse
competizione interspecifica.
La competizione nasce quando una
stessa risorsa ambientale è
insufficiente per tutti.
Numerose osservazioni su comunità
naturali hanno confermato che se
due specie diverse competono
direttamente per una risorsa limitata,
una sola di esse sopravviverà
(principio di esclusione
competitiva).
PREDAZIONE
Un predatore per vivere deve
nutrirsi direttamente del corpo
della preda: per i leoni africani
sono ottime prede le gazzelle e
altri grandi mammiferi. Per la
lince, la lepre e così via. Nella
comunità di un ecosistema, il
rapporto tra prede e predatori
oscilla nel tempo intorno a un
valore di equilibrio: quando
aumentano le prede,
aumentano anche i predatori,
che tendono a limitarne la
proliferazione. Se però
diminuiscono troppo le prede,
anche i predatori ne
risentiranno negativamente.
PARASSITISMO
Condizione di vita di un
organismo animale o
vegetale che si nutre, per
un tempo più o meno
lungo, a spese di un altro
organismo vivente dal
quale trae un beneficio
alterando la biologia
dell'ospite e arrivando in
alcuni casi anche a
ucciderlo.
MUTUALISMO
Rapporti di collaborazione
tra due specie, che
traggono vantaggio
reciproco dalla convivenza.
Per esempio il pesce
pagliaccio ossigena le parti
interne dell'anemone con il
suo movimento e lo
ripulisce dagli scarti di cibo
e dalle impurità ed allo
stesso tempo l'attinia, con i
suoi tentacoli urticanti, offre
un sicuro rifugio e
protezione a questo piccolo
pesce.
SIMBIOSI
La simbiosi è la situazione in cui due
organismi di specie diverse vivono in
stretto contatto fra loro, con scambio
permanente di sostanze minerali o di
prodotti del metabolismo.
I licheni sono organismi risultanti
dalla simbiosi di un fungo ed un‘alga
questa, grazie al processo di fotosintesi è
responsabile della produzione di tutte le
biomolecole quali il DNA, l'RNA, i
carboidrati ecc. necessarie ai processi
all'interno di questo sistema simbiontico.
La parte fungina (funghi) svolge una
funzione di protezione e sostegno dando
così all‘alga una struttura solida che la
protegge dai fattori esterni; e conferisce a
questo organismo simbiotico una sorta di
serbatoio dove l'acqua viene accumulata
per i periodi di siccità più brevi; data la
capacità del lichene di sviluppare "uno
stato di sonno" dove i processi biologici
vengono bloccati senza conseguenze
COMMENSALISMO
Si parla invece di
commensalismo
quando un organismo
vive con un altro dal
quale trae beneficio, ma
senza favorirlo né
danneggiarlo. Tra le
piante abbiamo le
orchidee epifite delle
foreste fluviali. Tra gli
animali, un tipico
commensale è un
minuscolo pesciolino, la
remora,che si attacca al
corpo di grandi predatori
come gli squali,
mangiando i rimasugli
delle prede.
MIMETISMO
Con mimetismo si intende la capacità di ingannare per trarne un vantaggio, che
può essere:nascondersi da un predatore confondendosi cromaticamente nello
sfondo ambientale (mimetismo criptico difensivo); nascondersi alla preda
durante l'avvicinamento, confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale
(mimetismo criptico offensivo) dissuadere un predatore, imitando animali o
esseri viventi o parti di animali o altri esseri viventi che possano incutere timore
per la loro nota pericolosità o che permettano di non essere individuati
(mimetismo batesiano); imitare un'altra specie pericolosa o disgustosa per
dimezzare le predazioni. Ad esempio le vespe imitano le api, così un predatore
prederà solamente la metà degli individui di ogni specie. Alcune orchidee, per
favorire l'impollinazione, imitano l'addome della femmina della vespa, affinché il
maschio intinga il proprio corpo nel polline.
DINAMICA DELLE POPOLAZIONI
Una popolazione può subire nel tempo variazioni delle sue dimensioni
(fluttuazioni): può aumentare in seguito all'eccedenza delle nascite rispetto ai
decessi o in seguito all'immigrazione di nuovi individui, oppure può diminuire in
seguito all'eccedenza dei decessi rispetto alle nascite o in seguito
all'emigrazione di una parte degli individui. Una popolazione si mantiene stabile
se la natalità è bilanciata dalla mortalità. In un ecosistema, le dimensioni di una
popolazione tendono a mantenersi stabili grazie a meccanismi di equilibrio
demografico, che si instaurano tra il potenziale biotico della popolazione e la
resistenza ambientale. Il potenziale biotico è la capacità di incremento
massimo di una popolazione: ogni individuo ha la capacità di lasciare una
progenie numerosa, quindi la popolazione tende spontaneamente a crescere in
modo costante, o esponenziale secondo il linguaggio statistico, cioè il numero
degli individui si moltiplica a ogni generazione. La crescita esponenziale in
realtà è solo teorica, in quanto lo sviluppo della popolazione è limitato
dall'ambiente: ogni ecosistema possiede infatti una capacità biologica specifica,
che esprime il numero massimo di individui che l'ecosistema può sostenere per
un lungo intervallo di tempo. La capacità biologica è determinata dalla quantità
delle risorse disponibili, come cibo, spazio, luce, che sono ovviamente sempre
limitate.
DINAMICA DELLE POPOLAZIONI
EQUILIBRIO DEMOGRAFICO
Una popolazione si mantiene stabile se la natalità è bilanciata dalla mortalità. In
un ecosistema, le dimensioni di una popolazione tendono a mantenersi stabili
grazie a meccanismi di equilibrio demografico, che si instaurano tra il potenziale
biotico della popolazione e la resistenza ambientale.
Il potenziale biotico è la capacità di incremento massimo di una popolazione: ogni
individuo ha la capacità di lasciare una progenie numerosa, quindi la popolazione
tende spontaneamente a crescere in modo costante, o esponenziale secondo il
linguaggio statistico, cioè il numero degli individui si moltiplica a ogni
generazione. La crescita esponenziale in realtà è solo teorica, in quanto lo
sviluppo della popolazione è limitato dall'ambiente: ogni ecosistema possiede
infatti una capacità biologica specifica, che esprime il numero massimo di
individui che l'ecosistema può sostenere per un lungo intervallo di tempo. La
capacità biologica è determinata dalla quantità delle risorse disponibili, come
cibo, spazio, luce, che sono ovviamente sempre limitate.
Per conservarsi stabile, una popolazione deve essere mantenuta al di sotto o a
livello della capacità biologica dalla resistenza ambientale, definita come l'insieme
di tutti i fattori che si oppongono alla crescita di una popolazione, causandone la
riduzione della natalità o l'aumento della mortalità: possono essere fattori fisici,
indipendenti dalla densità di popolazione, come le variazioni climatiche, o biotici
come le interazioni tra le popolazioni , e quindi dipendenti dalla densità di
popolazione.
La capacità
capacità
La
Portante di un
Portante
di un
ambiente è il
ambiente
è il
numero di
numero
individuidi
di una
individui
di una
popolazione
che
popolazione
quell’ambiente
che
può sostenere.
quell’ambiente
può sostenere
IL POPOLAMENTO UMANO
Fino al 1800 abbiamo una
crescita della popolazione
sostenibile,con la
rivoluzione industriale e la
rivoluzione agricola, nel
giro di un solo
secolo (dal 1850 al 1950)
l’umanità passa da 1
miliardo e 200 milioni di
individui a ben 2 miliardi e
800 milioni. Negli ultimi 50
anni, infine, c’è stata una
vera e propria esplosione
demografica: la
popolazione è balzata
oltre a 6 miliardi di
persone, con la
prospettiva,entro il nuovo
secolo di salire a 10
miliardi.
CONSUMO DELLE RISORSE
Per risorsa s’intende ciò che serve
all’uomo per soddisfare una sua
esigenza vitale. Ogni materiale naturale,
vivente e non vivente, fa parte di un
ciclo. Il tempo necessario a una risorsa
per riformarsi è detto tempo di
rigenerazione. Le risorse che hanno un
breve tempo di rigenerazione sono
chiamate rinnovabili;quelle con un
lungo tempo di rigenerazione non
rinnovabili. Il legname, ad esempio, è
una risorsa rinnovabile. Il petrolio,
World Factbook della Cia ha stilato
invece, che impiega milioni di anni a Iluna
lista dei paesi con le maggiori
formarsi, è una risorsa non
“riserve sicure”… e stima in 54 anni la
durata media delle riserve dei primi 17
rinnovabile.
paesi di questa classifica, guidata da
Arabia Saudita, Canada e Iran.
SVILUPO SOTENIBILE
All’attuale ritmo di crescita
industriale,e considerata
l’esplosiva crescita demografica,
cioè l’aumento del numero di
abitanti del nostro pianeta, il
consumo di risorse è destinato ad
aumentare in modo vertiginoso. A
questa velocità, molte risorse non
rinnovabili sono destinate a
esaurirsi in breve tempo e il
pianeta che ci ospita rischia di non
riuscire più a mantenerci tutti. Se
sfruttiamo troppo l’ambiente e le
sue risorse, se consumiamo
troppo,producendo di
conseguenza molti rifiuti e molto
inquinamento, la qualità della
nostra vita non potrà, alla lunga,
che peggiorare. Ciò significa
adottare un comportamento che
alla lunga eviti un possibile
tracollo ecologico,mantenendo in
equilibrio i consumi e le risorse
disponibili.
LE RISORSE
DISPONIBILI
SUL NOSTRO
PIANETA NON
SONO ILLIMITATE,
UNO SVILUPPO
INCONTROLLATO
PONE SERI
PROBLEMI.
L’uomo è dotato di
intelligenza e di forza
creativa per accrescere ciò
che gli è stato dato; ma fino
ad ora egli, invece di creare,
non ha fatto altro che
distruggere. Non c’è minima
compassione né per i
boschi, né per gli uccelli, né
per gli animali, né per i
propri simili…per nessuno.
Bisogna essere barbari
insensati per
distruggere ciò che non
possiamo creare.
Anton Čechov
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
Un primo livello di
attenzione deve essere
rivolto alla necessità di
prevenire la formazione dei
rifiuti. Con un insieme di
politiche volte a
penalizzare
economicamente o
addirittura vietare la
produzione di materiali e
manufatti a ciclo di vita
molto breve e destinati a
diventare rifiuti senza
possibilità di riuso. Soggetti
interessati possono quindi
essere tanto le imprese
quanto i comuni cittadini,
sollecitati a ridurre la
produzione dei rifiuti, ad
effettuare la raccolta
differenziata. Oltre ad uno
stimolo "etico", tali soggetti
possono anche essere
incentivati da una riduzione
della TARI.
Il passaggio successivo riguarda
l'esigenza di riutilizzare i prodotti
(es. bottiglie, con il vuoto a rendere)
e, se non è possibile il riuso,
riciclare i materiali (es. riciclaggio
della carta). Infine, solo per quanto
riguarda il materiale che non è stato
possibile riutilizzare e poi riciclare
(come ad esempio i tovaglioli di
carta e la frazione in piccoli pezzi
indistinguibili e quindi non
riciclabili di rifiuti, che rappresenta
circa il 15% del totale), si pongono
le soluzioni del recupero energetico
tramite sistemi a freddo o a caldo,
come la bio-ossidazione e l'incenerimento oppure l'avvio allo
smaltimento in discarica. Da un
punto di vista ideale il ricorso
all'incenerimento ed alle discariche
indifferenziate dovrebbe essere
limitato al minimo indispensabile.
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
I rifiuti domestici
sono
un’indivisibile
mescolanza di
una gran varietà
di materiali che
non avrebbero
dovuto finire
nello stesso
bidone della
spazzatura.
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LA BIOSFERA