•• 22 Sp e t t a c o l i GIOVEDÌ 3 GENNAIO 2013 BOLOGNA CUL TURA/SOCI ET À IDENTIKIT Zelig in coppia Da diverse edizioni è nel cast di Zelig, in coppia con Leonardo Manera, interpretando il personaggio di Cripztak nel “Cinema Polacco” 13 gennaio Ultima replica all’Arena del Sole de “Il malanno immaginario” che ha registrato il tutto esaurito nella serata di San Silvestro Claudia Penoni (a sinistra) con Maria Vittoria Scarlattei e Vito in una scena Movievalley, iscrizioni aperte L’INTERVISTA CLAUDIA PENONI «Sono l’unica badante italica» L’attrice è nel cast de “Il malanno immaginario” MOVIEVALLEY-Bazzacinema, il festival di cortometraggi la cui seconda edizione si terrà il 17 marzo, ha aperto, fino al 4 marzo, le iscrizioni (gratuite) per i giovani registi che vogliano misurare i loro prodotti in un concorso che si svolge nell’antica Rocca dei Bentivoglio. Tre le sezioni in gara (fiction, videoclip, documentario). Dall’11 marzo in programma anche seminari su recitazione, regia, sceneggiatura, danza e canto professionale. «DI ANTONIETTA mi piace l’assoluta assenza di diplomazia, il fatto che sia diretta, che parli per citazioni, che abbia consapevolezza dei suoi diritti. Che sia convinta, cosa che ripete, che se siamo istruiti è meglio per tutti». Claudia Penoni, nota come la bruttina Cripztak di Zelig, in coppia con Petrektek, ossia Leonardo Manera, a teatro veste con soddisfazione i panni di Antonietta, la badante italiana del Malanno immaginario di Francesco Freyrie con la regia di Daniele Sala, liberamente ispirato all’omonimo testo seicentesco di Molière, in scena fino al 13 gennaio all’Arena del Sole. C’è qualcosa in lei di Antoniet- ta? «Lei è certamente più diretta di me, che in una situazione simile cercherei invece la diplomazia. E’ sensibile, intelligente. Mi riconosco nel suo essere molto scrupolosa, nel non lasciare nulla al caso, nel cercare sempre di migliorarmi, suo senso della verità. E’ una figura positiva, alla fine rimane l’unica che non approfitta del padrone, il borghese Boselli, ma cerca invece di aiutarlo, a suo stesso discapito, a stare bene. E’ l’unica che combatte per liberarlo dalle sue manie. Trovo geniale il fatto che sia una badante italiana laureata, disoccupata e tanto disperata da accettare un lavoro che neppure le extracomunitarie, oggi, con- ALL’ARENA DEL SOLE «Mi sono calata nei panni di un personaggio paradossale ma non lontano dalla realtà» sidererebbero». Badante italiana e laureata, appunto. Un paradosso... «Il regista ha avuto l’intuizione di rappresentare un fenomeno che sta emergendo, ossia la competizione tra ‘badanti’ di casa e straniere. Non per nulla Antonietta si definisce ‘l’unica badante italica’. Il fatto che sia laureata è un modo per evidenziarne la cultura, le citazioni famose, la sicurezza che nonostante il mestiere che è ‘costretta’ a svolgere nessuno può calpe- starla. Prerogative che non cozzano con il suo spirito di adattamento, virtù che ormai si è persa. La verità è che anche da noi, a breve, assisteremo a una guerra tra poveri». Qual è secondo lei, l’attualità della commedia? «Che passano i secoli, cambiano le aspettative, le ambizioni. Ma tutti, chi più, chi meno, soffriamo e abbiamo sofferto del male di vivere. A nostro modo siamo tutti ipocondriaci. E quando si ha paura di vivere ci si ammala o ci si nasconde per non uscire dalla tana. L’unica cura è buttarsi nella mischia». All’Arena siete in scena da settimane... «Siamo fortunatamente un gruppo molto affiatato. Il pubblico poi cambia tutte le sere, ride per battuta diverse. C’è sempre l’incognita, l’imprevisto. Siamo in una continua ed esaltante fase di sperimentazione e divertimento. Di giorno in giorno ci perfezioniamo divenendo più scaltri». Camilla Ghedini