Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere INDAGINI SU DDT E SOSTANZE PERICOLOSE NELL’ECOSISTEMA DEL LAGO MAGGIORE PROGRAMMA 2008-2012 RAPPORTO ANNUALE 2009 a cura di Piero Guilizzoni Verbania Pallanza 2010 Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere INDAGINI SU DDT E SOSTANZE PERICOLOSE NELL’ECOSISTEMA DEL LAGO MAGGIORE PROGRAMMA 2008-2012 RAPPORTO ANNUALE 2009 a cura di Piero Guilizzoni Verbania Pallanza 2010 INDICE 1. 1 PRESENTAZIONE .................................................................................................................. (Piero Guilizzoni) 2. 4 CONTAMINANTI NELLO ZOOPLANCTON ............................................................................... (Silvana Galassi, Silvia Quadroni, Marina Manca, Roberta Bettinetti, Roberta Piscia) 3. MONITORAGGIO REGIONALE DELLE ACQUE SUPERFICIALI ANNI 2008-2009: 10 DETERMINAZIONE DEL DDT NEL TOCE E NEL LAGO MAGGIORE ................................ (Arpa Piemonte – Struttura Qualità delle Acque – A cura di Elio Sesia) 4. 18 INDAGINE SUI CAMPIONATORI PASSIVI ................................................................................ (Licia Guzzella, Claudio Roscioli, Adolfo De Paolis, Laura Calesso, Davide A.L. Vignati) 5. 38 INDAGINE SUI SEDIMENTI DEI TRIBUTARI ............................................................................ Microinquinanti organici 38 (Licia Guzzella, Claudio Roscioli, Adolfo De Paolis, Giulia Poma) Misura delle concentrazioni di mercurio e di altri elementi in traccia 55 (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese) 6. 60 CONTAMINANTI NEGLI ORGANISMI INDICATORI ................................................................ 6.1. Biomonitoraggio dei molluschi nel Lago Maggiore mediante l’analisi di un organismo indicatore (Dreissena polymorpha, mollusco bivalve) Composti organoclorurati 60 (Andrea Binelli, Marco Parolini) Metalli in traccia: determinazione analitica 84 (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese, Marina Camusso) 6.2. Indagini sul comparto ittico Campionamento e preparazione del campione 88 (Pietro Volta, Igor Cerutti, Barbara Campi, Paolo Sala) Misura delle concentrazioni di inquinanti organici 90 (Licia Guzzella, Adolfo De Paolis, Giulia Poma, Claudio Roscioli) Misura delle concentrazioni di mercurio totale 96 (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese, Adolfo De Paolis, Claudio Roscioli, Licia Guzzella) 7. 98 CONCLUSIONI ...................................................................................................................... (Piero Guilizzoni) 8. 110 GLOSSARIO .......................................................................................................................... Il presente rapporto è stato redatto dal CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, incaricato del coordinamento delle ricerche, sulla base delle relazioni dell’attività svolte dalle singole unità operative, nonchè del fattivo contributo dato dai partecipanti alle varie riunioni di lavoro. Si desidera ringraziare Andrea Ferrari e Stefano Vanetti per il valido supporto tecnico nelle operazioni di campagna. e Stefano Gerli per aver curato la parte editoriale. 1. PRESENTAZIONE (Piero Guilizzoni) Questo Rapporto Annuale riporta i risultati delle indagini che il Gruppo Operativo ha condotto nel 2009 per conto della Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo-Svizzere. L’attività condotta nel 2009 contiene quattro importanti elementi di novità. 1. Già a partire dal 2008 le ricerche sul comparto “Acqua” avevano subito delle variazione che si sono mantenute anche nel 2009. Tali variazioni tendono a privilegiare la raccolta di organismi zooplanctonici. Infatti a partire dal 2009, la raccolta dei campioni con reti da plancton a maglia idonea ha reso possibile concentrare le analisi sul materiale zooplanctonico a maggiori dimensioni, quello che rappresenta la principale base alimentare dei pesci planctivori (es. i lavarelli). Inoltre, l’utilizzo di retini con maglie di 400 µm di luce elimina dal campione la componente fitoplanctonica che in passato, con l’impiego di retini diversi, aveva determinato notevoli problemi di interpretazione dei dati. Tale approccio è di tipo funzionale, essendo mirato all’analisi delle principali vie di trasferimento dei contaminanti nel sistema pelagico. 2. Le analisi del carico solido veicolato dai fiumi Toce, Boesio e Bardello, e della frazione disciolta ad esso associata, sono state effettuate, rispettivamente, dall’ARPA Piemonte (con la collaborazione delle Regione Piemonte) e dall’ ARPA di Varese. In questo rapporto si riporteranno i dati relativi al Fiume Toce e al Lago Maggiore. Queste ricerche non sono finanziate dalla Commissione Italo-Svizzera ma rappresentano l’attività di tipo istituzionale dei due enti. 4. Dal 2009 è stata intrapresa una nuova attività, mirata alla stima della biodisponibilità dei contaminanti presenti nell’acqua. L’assunzione delle sostanze inquinanti da parte di pesci e molluschi (campionatori passivi) verrà misurata mediante l’impiego di campionatori ad hoc (tubi in polietilene) capaci di simulare le relazioni tra organismi e ambiente (acqua e sedimenti). Infine, come stabilito dal contratto, le analisi sui sedimenti lacustri è stata interrotta e verrà ripresa nel 2011 quando dallo studio di carote di sedimento si potrà descrivere in termini cronologici, con dettaglio annuale, quello che è avvenuto nel corso degli anni recenti. In sintesi, per il 2009, il presente Rapporto documenta i risultati relativi ai seguenti campi d’indagine: Comparto zooplanctonico: analisi di DDT, isomeri e metaboliti, PCBs, HCB e HCHs in quattro stazioni (Ghiffa, Pallanza, Lesa e Locarno), in campioni di zooplancton. Acqua Fiume Toce e Lago Maggiore: DDT totale, isomeri e metaboliti, HCHs e HCB. Analisi a cura di ARPA Piemonte. Campionatori passivi: istallazione all’inizio dell’anno di tali campionatori in quattro stazioni (Brebbia, Feriolo, Intra, Brissago). Analisi di DDT totale, isomeri e metaboliti, PCBs e di metalli (Ni, Cd, Pb e Cu). Sedimenti dei tributari: analisi DDT, IPAs, PBDEs, PCBs, Hg, As, Cd, Cu, Pb, Ni su sedimenti raccolti alla foce dei principali tributari (Ticino immissario e emissario, Tresa, Margorabbia, Bardello, Boesio e Toce). Organismi indicatori: o Molluschi: analisi di DDT totale, isomeri e metaboliti, PCBs, IPAs, HCHs, HCB, chlorpyrifos con il suo metabolita chlorpyrifos-oxon ed il carbaryl; Hg e metalli in traccia (As, Cd, Cr, Ni, Pb) su campioni di molluschi (Dreissena polymorpha) -1- raccolti lungo il perimetro del bacino lacustre in 8 stazioni (Brissago, Luino, Laveno, Pallanza, Suna, Baveno, Brebbia, Ranco). o Pesci: analisi DDT totale, isomeri e metaboliti, PCBs, PBDEs e Hg su 3 specie ittiche (agone, coregone lavarello, gardon) catturate stagionalmente nelle acque del Bacino di Pallanza e in centro lago. Attività di coordinamento delle ricerche: formulazione di rapporti informativi di aggiornamento sullo stato di avanzamento delle ricerche; organizzazione, stesura e redazione del rapporto conclusivo d’intesa con gli incaricati degli studi. Per una migliore comprensione del testo l’utimo capitolo è costituito da un “glossario” dei principali termini usati. Gli esecutori delle ricerche sono specificati nel seguente prospetto: Bettinetti Roberta .........Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Scienze chimiche e Ambientali, Como Binelli Andrea..............Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Biologia, Sez. Ecologia, Milano Calesso Laura...............CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Campi Barbara .............CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Camusso Marina ..........CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Cerutti Igor ..................CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza De Paolis Adolfo..........CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Galassi Silvana.............Università degli Studi di Milano, Dip. di Biologia, Milano Gerli Stefano................CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Guilizzoni Piero ...........CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Guzzella Licia ..............CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Lami Andrea ................CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Manca Marina ..............CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Marchese Gabriele .......CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Marchetto Aldo ............CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Parolini Marco .............Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Biologia, Sez. Ecologia, Milano Piscia Roberta CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Poma Giulia .................CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Quadroni Silvia ............Università degli Studi di Milano, Dip. di Biologia, Milano Roscioli Claudio...........CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Sala Paolo ....................CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza Sesia Elio.....................ARPA Piemonte, Torino Vignati Davide.............CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, Brugherio Volta Pietro..................CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza I risultati delle precedenti campagne iniziate nel 1996 sono riportati nei rapporti elencati qui di seguito ai quali si rimanda per una dettagliata analisi sulla distribuzione di DDT e altri contaminanti. Bibliografia Calderoni, A. 2000. Attività della Commissione nel quadriennio 1996-1999 e sintesi dei principali risultati delle indagini sul DDT nel comparto ittico del Lago Maggiore. In: Ricerche ed attività della Commissione italo-svizzera sulla pesca nel quadriennio 1996– 1999. Ed. Commissione italo-svizzera sulla pesca. 3: 5-17. Calderoni, A., A. Caprioglio & R. de Bernardi. 1996. Sintesi dell’attività svolta. Risultati ottenuti e programmi di studio ed intervento. Comitato tecnico-scientifico interministeriale ed interregionale “Emergenza DDT nel Lago Maggiore”: 61 pp. -2- Ceschi, M., M. De Rossa & M. Jäggli. 1996. Contaminanti organici, inorganici e radionuclidi nell’ittiofauna dei laghi Ceresio e Verbano (bacini svizzeri). Trav. Chim. Aliment. Hyg., 87: 189-211. CIPAIS. 1999. Ricerche sulla distribuzione e gli effetti del DDT nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto finale sui risultati delle indagini. Ed. Commissione internazionale per la protezione acque italo-svizzere: 81 pp. CIPAIS. 2002. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2001 – marzo 2002. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 89 pp. CIPAIS. 2003. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2002 – marzo 2003. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 68 pp. CIPAIS. 2004. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2003 – marzo 2004. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 78 pp. CIPAIS. 2005. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2004 – marzo 2005. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 76 pp. CIPAIS. 2007. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2006 – marzo 2007 e Rapporto Finale 20012007. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 102 CIPAIS. 2009. Indagini su DDT e sostanze pericolose nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale 2008. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 85. -3- 2. CONTAMINANTI NELLO ZOOPLANCTON (Silvana Galassi, Silvia Quadroni, Marina Manca, Roberta Bettinetti, Roberta Piscia,) I campionamenti dello zooplancton sono stati eseguiti in aprile, maggio, luglio, ottobre e dicembre nelle stazioni di Ghiffa, Lesa e Baveno con retino da zooplancton a bocca larga (diametro pari a 58 cm) armato con rete in nylon da 450 µm entro lo strato 0-50 m. Una parte del campione è stata filtrata su filtri in fibra di vetro (GF/C, diametro 4,7 mm) e congelata a -20 °C; l’altra parte (pari a circa un terzo del volume totale campionato) è stata fissata in alcol e conservata per la successiva determinazione, mediante analisi microscopica, del contributo dei diversi taxa alla densità di popolazione e alla biomassa totale. I risultati relativi alla determinazione del pp’DDE, pp’DDD e pp’DDT riferiti al peso secco del campione sono riportati nella figura 2.1. La contaminazione più elevata per il pp’DDT e i suoi metaboliti si è osservata in aprile nelle stazioni di Baveno e Ghiffa. Successivamente le differenze temporali sono meno evidenti e anche quelle tra stazioni si attenuano. Il metabolita pp’DDE è sempre il composto dominante. I valori massimi e minimi di contaminazione sono risultati simili a quelli dell’anno precedente ma l’andamento stagionale è stato differente. 800 700 600 pp'DDE pp'DDD pp'DDT ngngg g-1-1 p.s. 500 400 300 200 100 aprile maggio luglio ottobre Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno 0 dicembre Fig. 2.1. Contaminazione del pp’DDT e dei suoi metaboliti nello zooplancton delle tre stazioni del Lago Maggiore. Andamento stagionale. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). -4- 2 alfa- HCH gamma-HCH HCB 1,8 1,6 ngngg g-1 -1p.s. p.s. 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 aprile maggio luglio ottobre Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno 0 dicembre Fig. 2.2 Concentrazione degli esaclorocicloesani e dell’esaclorobenzene nello zooplancton delle tre stazioni del Lago Maggiore. Andamento stagionale. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). 200 180 160 -1 ng gngg p.s. -1 p.s. 140 120 100 80 60 40 20 aprile maggio luglio ottobre dicembre Fig. 2.3. PCB totali nello zooplancton delle tre stazioni del Lago Maggiore. Andamento stagionale. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). -5- Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno Ghiffa Lesa Baveno 0 50 Baveno 45 aprile maggio luglio ottobre dicembre 40 ngg p.s. ng g-1-1 p.s. 35 30 25 20 15 10 5 0 28 52 95 101 151 149 118 153 138 158 187 183 128 174 177 156 180 170 201 203 195 194 Fig. 2.4. Singoli congeneri dei PCB nello zooplancton campionato a Baveno. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). 50 Lesa 45 40 -1 -1 ng g p.s. p.s. ngg 35 aprile maggio luglio ottobre dicembre 30 25 20 15 10 5 0 28 52 95 101 151 149 118 153 138 158 187 183 128 174 177 156 180 170 201 203 195 194 Fig.2.5. Singoli congeneri dei PCB nello zooplancton campionato a Lesa. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). -6- 50 Ghiffa 45 aprile maggio luglio ottobre dicembre 40 ngngg g-1 -1p.s. p.s. 35 30 25 20 15 10 5 0 28 52 95 101 151 149 118 153 138 158 187 183 128 174 177 156 180 170 201 203 195 194 Fig. 2.6. Singoli congeneri dei PCB nello zooplancton campionato a Ghiffa. Dati espressi in g di peso secco (p.s.). Le concentrazioni di esaclorocicloesani e di HCB (Fig. 2.2) sono molto basse e spesso l’isomero dell’HCH è sotto il limite di rilevabilità analitica (0,2 ng/g di peso secco). Anche nel caso dei PCB totali i valori massimi di contaminazione nello zooplancton vengono raggiunti nel primo campionamento (aprile 2009) a Ghiffa e Baveno (Fig. 2.3). Il profilo dei congeneri (Figg. 2.4-2.6) è simile in tutte le stazioni e in tutti i periodi di campionamento. Complessivamente, si conferma l’importanza dello zooplancton nel trasferimento dei composti organoclorurati nelle reti trofiche pelagiche (Bettinetti et al., in stampa). L’analisi dei grafici relativi alla composizione del popolamento zooplanctonico nelle tre stazioni prescelte e nei quattro differenti momenti stagionali (Fig. 2.7.) consente di evidenziare alcuni punti interessanti. I campioni di aprile si caratterizzano rispetto agli altri per la rilevante importanza dei diaptomidi, in particolar modo nelle stazioni di Baveno e Ghiffa, nelle quali costituiscono il 50% circa della densità di popolazione totale dello zooplancton di rete (>450 µm). In questo periodo dell’anno la popolazione di Eudiaptomus padanus, il diaptomide predominante del Lago Maggiore, presenta il suo primo massimo riproduttivo: le femmine producono e rilasciano un numero ragguardevole di covate da 15-20 uova ciascuna (Visconti & Manca 2010). I diaptomidi sono una componente molto interessante in seno al popolamento zooplanctonico di rete: il fingerprint isotopico del carbonio sembrerebbe suggerire che essi possano funzionare in alcuni periodi dell’anno come veri e propri carrier del carbonio litorale verso il pelago del lago (Manca et al., 2009). Sarà interessante valutare se questa funzione possa spiegare anche i valori più elevati di pp’DDE, pp’DDD e pp’DDD misurati in aprile a Baveno e Ghiffa. Il mese di Aprile è anche importante per la popolazione di Daphnia: è infatti in questo periodo dell’anno che si osservano i valori massimi del numero di uova/covata, quelli che preludono al massimo sviluppo numerico della -7- popolazione, solitamente registrato a Maggio. L’analisi dei grafici in figura 2.6 consente inoltre di evidenziare un’accresciuta importanza dei cladoceri predatori in estate, in particolar modo nella stazione di Lesa, e in quella pelagica di Ghiffa in Ottobre. I campioni del periodo primaverile-estivo sono in generale quelli nei quali maggiore è l’importanza del filtratore Daphnia, mentre in quelli del secondo semestre dall’anno tende a dominare Bosmina (in prevalenza della specie Eubosmina longispina). Diaptomidi Bosmina Daphnia Diaphanosoma Ciclopidi Leptodora Bythotrephes 100% 50% Diaptomidi Bosmina GHIFFA 06/07/2009 Daphnia Diaphanosoma 06/10/2009 Ciclopidi GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA 12/05/2009 BAVENO 15/04/2009 LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO 0% 14/12/2009 Leptodora Bythotrephes 100% 50% 15/04/2009 12/05/2009 06/07/2009 06/10/2009 GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO GHIFFA LESA BAVENO LESA 0% 14/12/2009 Fig. 2.7. Composizione dei campioni zooplanctonici espressa come percentuale della densità di popolazione (in alto) e della biomassa misurate nelle diverse stazioni di prelievo e nei differenti momenti stagionali. -8- Bibliografia Bettinetti, R., S. Galassi, L. Guzzella, S. Quadroni & P. Volta. The role of zooplankton in DDT biomagnification in a pelagic food web of Lake Maggiore (Northern Italy) Environ. Sci. Pollut. Res., in stampa. Manca M., A. Visconti, A. Fadda, R. Caroni, I. Cerutti & P. Volta. 2010. Verso un approccio funzionale allo studio della diversità: risultati di una prima indagine sullo zooplancton e la rete trofica pelagica del Lago Maggiore attraverso analisi d’isotopi stabili di carbonio e azoto. Biologia Ambientale, 23: in stampa. Visconti, A. & M. Manca. 2010. The invasive appearance of Eudiaptomus gracilis (G.O. Sars 1863) in Lago Maggiore. J. Limnol., 69(2): in stampa. -9- 3. MONITORAGGIO REGIONALE DELLE ACQUE SUPERFICIALI ANNI 20082009: DETERMINAZIONE DEL DDT NEL TOCE E NEL LAGO MAGGIORE (Arpa Piemonte – Struttura Qualità delle Acque – A cura di Elio Sesia) L’ARPA Piemonte gestisce la rete di monitoraggio regionale delle acque superficiali adeguata dal 2009 alla Water Framework Directive (direttiva 2000/60/CE) sulla base delle attività di implementazione sviluppate negli anni precedenti; queste attività hanno consentito già dal 2008 un aggiornamento del programma di monitoraggio chimico per quanto riguarda le sostanze pericolose e gli altri inquinanti specifici selezionate attraverso l’utilizzo di indici di priorità basati sulla loro potenziale emissione o presenza e comportamento nell’ambiente. Riferimenti normativi La direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, prevede all’art. 4 – Obiettivi ambientali, che “gli stati membri attuano le misure necessarie […] al fine di ridurre progressivamente l’inquinamento causato dalle sostanze prioritarie e arrestare o eliminare gradualmente le emissioni, gli scarichi e le perdite di sostanze pericolose prioritarie”. La direttiva 2008/105/CE istituisce standard di qualità ambientali (SQA) per le sostanze prioritarie, definite nella decisione 2455/2001/CE, e per alcuni altri inquinanti come previsto dall’art. 16 della direttiva 2000/60/CE, al fine di raggiungere uno stato chimico buono delle acque superficiali conformemente alle disposizioni e agli obiettivi dell’art. 4 di tale direttiva. Tra le sostanze prioritarie e gli altri inquinanti per i quali sono definiti SQA nell’allegato I della direttiva 2008/105/CE sono presenti anche il DDT totale (che comprende gli isomeri di DDT, DDE, DDD), il pp’ DDT, l’esaclorobenzene e l’esaclorocicloesano. Per queste sostanze sono definiti SQA relativi sia alla media annua (SQA-AA) che alla concentrazione massima ammissibile (SQA-CMA). Nella tabella 3.1 sono indicati per queste sostanze di interesse gli standard di qualità ambientali (SQA-AA e SQA-CMA) previsti per le acque superficiali interne (corsi d’acqua e laghi). Gli standard di qualità ambientali sono espressi come concentrazioni totali nell’intero campione di acqua (acqua più particolato sospeso). Tab. 3.1. Standard di qualità ambientale (Direttiva 2008/105/CE). Sostanza DDT totale pp’DDT Esaclorobenzene Esaclorocicloesano SQA-AA (µg L-1) 0,025 0,01 0,01 0,02 SQA-CMA (µg L-1) Non applicabile Non applicabile 0,05 0,04 Per le acque superficiali interne non sono definiti SQA per sedimenti e biota anche se viene specificato che per l’esaclorobenzene, l’esaclorobutadiene e il mercurio gli SQA fissati per l’acqua possono non garantire una completa protezione contro gli effetti indiretti; per questa ragione dovranno essere fissati per queste sostanze SQA comunitari per sedimenti e biota; non ci sono invece riferimenti per il DDT. Per quanto riguarda in generale i sedimenti ed il biota, al punto 16) della direttiva 2008/105/CE viene specificato “Inoltre, gli Stati membri dovrebbero poter fissare a livello nazionale SQA per i sedimenti e/o il biota e applicare tali SQA anziché quelli per le acque di cui alla presente direttiva. Detti SQA dovrebbero essere fissati attraverso una procedura trasparente che comporti notifiche alla Commissione e agli altri Stati membri, in modo da - 10 - garantire un livello di protezione equivalente agli SQA per le acque fissati a livello comunitario. La Commissione dovrebbe riassumere tali notifiche nelle sue relazioni sull'attuazione della direttiva 2000/60/CE. Inoltre, i sedimenti e il biota rimangono matrici importanti per monitorare la presenza di alcune sostanze aventi un potenziale d'accumulo significativo. Per valutare l’impatto sul lungo periodo delle attività antropiche e le relative tendenze, gli Stati membri dovrebbero adottare misure, fatto salvo l'articolo 4 della direttiva 2000/60/CE, finalizzate a garantire che gli attuali livelli di contaminazione nel biota e nei sedimenti non aumentino in modo rilevante”. A livello nazionale il recepimento formale della direttiva 2000/60/CE è avvenuto con il D.Lgs. 152/06 anche se per alcuni aspetti è stato necessario emanare regolamenti specifici di modifica delle norme tecniche: • Decreto 16 giugno 2008 n. 131 – Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del D. Lgs. 152/06, recante: “Norme in materia ambientale”, predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 4, del decreto legislativo medesimo. • Decreto 14 aprile 2009 n. 56 – Regolamento recante i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 152/06 predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 4, dello stesso decreto. Nel Decreto 56/2009 sui criteri tecnici per il monitoraggio vengono ripresi i contenuti della direttiva 2008/105/CE riguardante gli SQA per le sostanze prioritarie (v. Decreto 56/2009, Tab 1/A); vengono definiti inoltre SQA per alcune sostanze non facenti parte dell’elenco di priorità (v. Decreto 56/2009, Tab. 1/B). Non essendo previsti Standard di Qualità Ambientali per il biota e i sedimenti nelle acque superficiali interne (corsi d’acqua e laghi), in accordo con la direttiva 2008/105/CE la tabella 1/A prevede SQA più cautelativi per esaclorobenzene, esaclorobutadiene e mercurio. Nello stesso Decreto sono individuati anche SQA nei sedimenti (v. Decreto 56/2009. Tab. 2/A) per i soli corpi idrici marino-costieri e di transizione, in aggiunta a quelli sulla colonna d’acqua, per alcune sostanze tra le quali DDT, DDE, DDD e esaclorobenzene e nel biota (v. Decreto 56/2009, Tab. 3/A) per esaclorobenzene, esaclorobutadiene e mercurio. Gli SQA individuati per i sedimenti relativamente alle acque marino costiere e di transizione sono 1µg kg-1 s.s. per il DDT (somma isomeri), 0,8 µg kg-1 s.s. per il DDD (somma isomeri), 1,8 µg kg-1 s.s. per il DDE (somma isomeri) e 0,4 µg kg-1 s.s. per l’esaclorobenzene. Non sono quindi disponibili SQA comunitari o nazionali applicabili ai sedimenti delle acque superficiali interne (corsi d’acqua e laghi). Allo stato attuale è nella fase finale di approvazione il Decreto riguardante la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali. A livello comunitario la problematica delle sostanze persistenti con spiccate caratteristiche di lipofilia, alla quale appartiene il DDT, è di attualità e in particolare si stanno affrontando gli aspetti legati ai limiti attuali nella valutazione dello stato chimico solo sulla matrice acqua anche considerando il campione totale (acqua e particolato presente). L’approfondimento dei gruppi di lavoro europei riguarda la verifica della applicabilità nella definizione dello stato chimico, anche per le acque interne, di Standard di Qualità Ambientali per questa categoria di sostanze anche nei sedimenti e/o nei solidi trasportati. - 11 - Il monitoraggio del DDT nel Fiume Toce e nel Lago Maggiore Dal 2008 è stato adeguato il programma di monitoraggio del DDT, dell’esaclorobenzene e dell’esaclorocicloesano sui corpi idrici superficiali (SWB) potenzialmente interessati dagli effetti della presenza del sito contaminato di Pieve Vergonte sul Fiume Toce. Nel corpo idrico 01SS4N830PI che si estende dalla confluenza dell’Anza alla foce e comprende l’area di interesse, ad integrazione del punto 051052 rappresentativo del corpo idrico sono stati individuati 2 punti di monitoraggio operativo (051050 e 051060) per meglio descrivere, nel primo ciclo di monitoraggio, la problematica del DDT; nella figura 3.1 è riportata la rete di monitoraggio regionale nel Bacino del Toce. Rete di Monitoraggio 2009 Adeguata alla WFD Corpi Idrici individuati Punti Rete Punti Operativi Fig. 3.1. Bacino del Toce: rete di monitoraggio regionale 2009 adeguata alla WFD. - 12 - Nella tabella 3.2 sono descritti i punti di monitoraggio dove vengono determinati il DDT e gli altri composti di interesse sul Fiume Toce; la frequenza di campionamento è mensile. Tab. 3.2. Punti di monitoraggio del DDT sul Fiume Toce. Codice punto 051050 051052 051060 Codice Corpo Idrico 01SS4N830PI 01SS4N830PI 01SS4N830PI Corso d’acqua TOCE TOCE TOCE Comune Pieve Vergonte Premosello-Chiovenda Gravellona Toce I punti di monitoraggio considerati nel biennio 2008-2009 sul Lago Maggiore, considerato un unico SWB, sono riportati in tabella 3.3; sono stati effettuati 4 campionamenti/anno a Ghiffa e 2 campionamenti/anno a Stresa e Lesa. Tab. 3.3. Punti di monitoraggio del DDT sul lago Maggiore. Codice punto 201564 201567 Codice Corpo Idrico AL-3_201PI AL-3_201PI Corpo d’acqua Lago Maggiore Lago Maggiore 201624 AL-3_201PI Lago Maggiore 201627 AL-3_201PI Lago Maggiore 201674 201677 AL-3_201PI AL-3_201PI Lago Maggiore Lago Maggiore Comune Ghiffa - Integrato tra 0 e 25 m Ghiffa - Integrato tra 50 e 360 m Stresa, golfo isole Borromee Integrato tra 0 e 25 m Stresa, golfo isole Borromee Integrato tra 50 e 250 m Lesa - Integrato tra 0 e 25 m Lesa - Integrato tra 30 e 100 m Ad aprile 2008-2009 l’ARPA Piemonte ha anche avviato un progetto specifico su incarico della Regione Piemonte finalizzato alla valutazione dell’apporto di DDT dal Fiume Toce al lago Maggiore che si è concluso ad aprile 2010. Risultati ottenuti Nel corso degli anni il protocollo analitico utilizzato nel monitoraggio ordinario per la determinazione dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee ha subito vari aggiornamenti dettati dalla evoluzione delle attività, in particolare nei limiti di quantificazione (LCL). Le modalità di applicazione degli SQA derivano dalla direttiva 2009/90/CE che stabilisce le specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque, recepito negli aspetti principali dal già citato Decreto 14 aprile 2009 n. 56. Gli standard di qualità ambientale per questi composti sono riferiti al campione tal quale, quindi acqua e solidi in sospensione; è quindi necessario tenerne conto nella applicazione dei metodi di prova adottati. I requisiti minimi di prestazione dei metodi di prova adottati nel monitoraggio indicati nella bozza di decreto prevedono: • limite di quantificazione uguale o inferiore al 30% dell’SQA; • incertezza di misura del 50% o inferiore (K=2) stimata ad un livello pari all’SQA. Su questa base, nel caso specifico del sistema Toce – Lago Maggiore, dal 2008 sono stati adeguati i limiti di quantificazione relativi al DDT (isomeri e metaboliti), all’Esaclorobenzene e all’Esaclorocicloesano utilizzati nel monitoraggio ordinario adottando LCL pari a 0,002 µg L-1. Nella determinazione dei residui di pesticidi nelle acque per i monitoraggi regionali l’incertezza estesa associata è del 44%, con fattore di copertura k=2, e deriva dall’approccio olistico di Horwitz-Thompson. L’incertezza prevista è quindi compatibile con quanto indicato - 13 - ed è stata verificata sperimentalmente con prove di ripetibilità (10 repliche) effettuate a concentrazioni prossime all’SQA. Le analisi sono state effettuate utilizzando il metodo di prova ISTISAN 07/31 compatibile con il metodo APAT-IRSA 5060. Il metodo prevede una estrazione SPE con colonne C18 o simili, l’eluizione con Etile acetato seguito da Metilene cloruro e una anidrificazione su terra di diatomee. L’estratto evaporato e ripreso con una soluzione di Standard Interno viene analizzato in GC/MS-sim; la determinazione quantitativa è effettuata utilizzando il metodo dello standard interno con una curva di taratura multilivello. Al fine di raggiungere gli LCL previsti è stato adottato un fattore di concentrazione pari a 4000 (1 L di campione portato a 250 µL di estratto finale). Il metodo è applicabile per concentrazioni di solidi sospesi inferiori a 50 mg L-1 quindi la quasi totalità dei campioni del monitoraggio ordinario. In alcuni casi l’applicabilità può essere estesa fino a 100-120 mg L-1 di solidi sospesi utilizzando più colonne SPE e riunendo gli estratti finali. Nel caso di valori superiori a 120 mg L-1 è necessario separare la fase solida. La fase solida separata è analizzata mediante estrazione con ASE e determinazione in GC/MS-sim. Nella tabella 3.4 sono indicati i composti ricercati e l’LCL adottato. Tab. 3.4. Composti ricercati e LCL. Sostanza pp’DDT op’DDT pp’DDE op’DDE pp’DDD op’DDD Esaclorobenzene Esaclorocicloesano gamma (Lindano) Esaclorocicloesano alfa Esaclorocicloesano beta LCL (µg L-1) 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 0,002 Nelle tabelle 3.5 e 3.6 sono riportati i dati ottenuti nei monitoraggi 2008 e 2009 nei tre punti considerati sul Toce. Le tabelle comprendono anche i dati relativi ai solidi sospesi, alla conducibilità e la portata media del giorno di prelievo misurata a Candoglia riferibile ai punti 051052 (Premosello Chiovenda) e 051060 (Gravellona Toce). Nel biennio sono stati analizzati complessivamente 67 campioni. - 14 - 051060 - Gravellona Toce - Ponte SS 34 051052 - Premosello Choivenda - Ponte SS 33 SOLIDI SOSPESI (mg L-1) CONDUCIBILITÀ (uS cm -1 a 20°C) Portata media giornaliera a Candoglia (mc sec-1) ESACLOROCICLOESANO gamma (Lindano) (µg L-1) 12/02/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 168 n.a. 12/03/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 124 n.a. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. ESACLOROCICLOESANO beta (µg L-1) n.a. ESACLOROCICLOESANO alfa (µg L-1) 126 ESACLOROBENZENE (µg L-1) < 10 o,p'DDD (µg L-1) < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 p,p'DDD (µg L-1) < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 o,p'DDE (µg L-1) < 0,002 p,p'DDE (µg L-1) o,p'DDT (µg L-1) 16/01/2008 p,p'DDT (µg L-1) Data prelievo 051050 - Pieve Vergonte - Megolo di Mezzo Codice Punto regionale/Località Tab. 3.5. Dati campionamenti 2008 monitoraggio regionale. 08/04/2008 n.d. < 10 229 n.a. 14/05/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 n.d. n.d. < 10 92 n.a. 10/06/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 111 n.a. 08/07/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 127 n.a. 12/08/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 113 n.a. 09/09/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 128 n.a. 14/10/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 232 n.a. 11/11/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 144 n.a. 09/12/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 177 n.a. 16/01/2008 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. < 10 267 27,0 12/02/2008 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. < 10 246 26,9 12/03/2008 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. < 10 208 23,2 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 08/04/2008 n.d. < 10 303 18,5 14/05/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 92 48,7 10/06/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 106 124,2 08/07/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 142 65,6 12/08/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 32 139 51,1 09/09/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 129 86,5 14/10/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 205 28,7 11/11/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 145 107,3 09/12/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 199 34,5 16/01/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 267 27,0 12/02/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 245 26,9 12/03/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 208 23,2 08/04/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 250 18,5 14/05/2008 n.d. < 10 129 48,7 10/06/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 106 124,2 08/07/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 139 65,6 12/08/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 48 154 51,1 09/09/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 42 132 86,5 14/10/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 77 28,7 11/11/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 144 107,3 09/12/2008 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 213 34,5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. - 15 - n.d. n.d. n.d. n.d. Data prelievo o,p'DDT (µg L-1) p,p'DDT (µg L-1) p,p'DDE (µg L-1) o,p'DDE (µg L-1) p,p'DDD (µg L-1) o,p'DDD (µg L-1) ESACLOROBENZENE (µg L-1) ESACLOROCICLOESANO alfa (µg L-1) ESACLOROCICLOESANO beta (µg L-1) ESACLOROCICLOESANO gamma (Lindano) (µg L-1) SOLIDI SOSPESI (mg L-1) CONDUCIBILITÀ (uS cm -1 a 20°C) Portata media giornaliera a Candoglia (mc sec-1) 051060 - Gravellona Toce - Ponte SS 34 051052 - Premosello Choivenda - Ponte SS 33 051050 - Pieve Vergonte - Megolo di Mezzo Codice Punto regionale/Località Tab. 3.6. Dati campionamenti 2009 monitoraggio regionale. 20/01/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 184 n.a. 09/02/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 197 n.a. 10/03/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 177 n.a. 15/04/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 12 92 n.a. 12/05/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 97 n.a. 09/06/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 101 46 n.a. 14/07/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 23 178 n.a. 10/08/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 94 110 n.a. 08/09/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 170 n.a. 13/10/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 134 n.a. 09/11/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 206 n.a. 15/12/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 226 n.a. 20/01/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 194 34,4 09/02/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 220 40,3 11/03/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 205 46,2 14/04/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 125 73,5 12/05/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 108 136,7 10/06/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 59 75 267,3 13/07/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 139 79,8 10/08/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 105 133 71,7 08/09/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 174 39,4 13/10/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 183 33,7 09/11/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 205 21,4 15/12/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 228 22,2 20/01/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 215 34,4 10/02/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 181 44,3 11/03/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 215 46,2 15/04/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 134 79,3 11/05/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 108 142,6 09/06/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 104 69 365,9 13/07/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 19 141 79,8 10/08/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 48 137 71,7 08/09/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 172 39,4 13/10/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 172 33,7 09/11/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 214 21,4 15/12/2009 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 0,002 < 10 249 22,2 - 16 - I dati evidenziano come il DDT e gli altri composti considerati non sono mai riscontrati nei campioni analizzati. Anche in presenza di solidi in sospensione misurabili, circa il 16% dei campionamenti distribuiti prevalentemente nel 2009 con un valore massimo di 105 mg L-1, il DDT risulta sempre inferiore all’LCL. In alcuni casi dall’analisi in GC/MS è stato possibile evidenziare la presenza di tracce di DDT, principalmente pp’DDT, pp’DDD e pp’DDE, comunque significativamente inferiori al limite di quantificazione adottato. Complessivamente nel biennio considerato sono stati analizzati 47 campioni di acqua del lago Maggiore. Anche in questo caso in nessun campione analizzato sono stati riscontrati residui dei composti considerati superiori al limite di quantificazione adottato di 0,002 µg L-1. Sulla base di questi dati, considerando il limite di quantificazione (LCL) adottato per il DDT (isomeri e metaboliti) e per l’esaclorobenzene, coerente con quanto richiesto dalla direttiva 2009/90/CE (inferiore o uguale al 30% dell’SQA) e gli SQA-AA e SQA-CMA indicati dalla direttiva 2008/105/CE e dal Decreto 56/2009, lo stato chimico del corpo idrico 01SS4N829PI sul Toce e del corpo idrico AL-3_201PI risulta “Buono”. La presenza del sito contaminato non sembra quindi precludere il raggiungimento dell’obiettivo di qualità per lo stato chimico al 2015 previsto dalla WFD. Questa situazione potrebbe essere considerata sostanzialmente tranquillizzante, in riferimento alla WFD, in quanto la presenza del sito contaminato e le eventuali perdite di DDT attuali non portano ad una compromissione dello stato chimico dei corpi idrici interessati. In realtà però la situazione del sistema Toce-Lago Maggiore dal punto di vista ambientale risulta più complessa e contraddittoria, rendendo necessari alcuni approfondimenti. Infatti, pur senza entrare nel dettaglio, dalle attività del progetto finalizzato alla valutazione dell’apporto di DDT dal Fiume Toce al Lago Maggiore che si è concluso ad aprile 2010, dalle analisi effettuate sul materiale trasportato raccolto in condizioni idrologiche normali e quelle su campioni prelevati durante tre eventi di piena con un trasporto solido consistente per il Toce, è emersa una presenza di DDT, in particolare di pp’DDT significativa, in molti casi superiore a 1 ng g-1. Quindi anche se i dati del monitoraggio regionale indicano uno stato chimico “Buono”, il continuo apporto al lago di materiale trasportato dal fiume caratterizzato dalla presenza di DDT deve essere valutato anche in relazione alle criticità ambientali evidenziate per l’ecosistema del Lago Maggiore nella seconda metà degli anni ‘90. Come descritto in precedenza allo stato attuale non esistono SQA per i sedimenti applicabili alle acque interne ma solo quelli per le acque di transizione e per il mare. Adottando questi standard per i sedimenti del Lago Maggiore o per i sedimenti e per i materiali trasportati dal Toce emergerebbero criticità significative. Bibliografia CIPAIS. 2007. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2006 – marzo 2007 e Rapporto Finale 20012007. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 102 - 17 - 4. INDAGINE SUI CAMPIONATORI PASSIVI (Licia Guzzella, Claudio Roscioli, Adolfo De Paolis, Laura Calesso, Davide A.L. Vignati) La valutazione della biodisponibilità di contaminanti presenti nell’acqua è stata effettuata mediante l’esposizione di campionatori passivi per gli inquinanti organici ed i metalli in traccia; tali campionatori simulano l’assunzione dei contaminanti dall’acqua da parte di pesci e molluschi. Per l’analisi dei microinquinanti organici bioaccumulabili si sono utilizzate le membrane semi-impermeabili o SPMD (Semi Permeable Membrane Devices) costituite da tubi in polietilene a bassa densità che contengono trioleina, una sostanza apolare che ha molta affinità per i composti organici, mentre per i metalli in traccia presenti in soluzione e potenzialmente biodisponibili si è ricorsi alle unità DGT (Diffusive Gradient Thin Films), costituite da un contenitore in PVC contenente al suo interno una resina chelante (tipo Chelex 100) con elevata affinità per i cationi metallici. Queste tecniche presentano il vantaggio di essere indipendenti da numerose variabili ambientali quali pH, pressione, torbidità e sono applicabili in tutti gli ambienti acquatici, anche per studiare il fenomeno della bioconcentrazione, con esclusione del contributo dovuto alla biomagnificazione e dei processi legati al metabolismo. La presenza di inquinanti biodisponibili nelle acque lacustri è stata indagata nel 2009 con le tecniche descritte in quattro stazioni collocate lungo la costa in località già selezionate per la raccolta dei molluschi (Brissago, Baveno, Pallanza e Brebbia). Per una valutazione degli andamenti temporali si è ritenuto necessario una esposizione dei campionatori per 6 volte all’anno, in modo da cogliere le differenze stagionali e condizioni idrologiche diverse. Area di indagine e campionamento Sono state selezionate lungo le sponde del lago, nei pressi di moli e cantieri nautici privati, quattro stazioni: Brebbia/Monvalle, Feriolo e Intra sul versante italiano e Brissago sul versante svizzero (Fig. 4.1). Questi siti di campionamento soddisfano i seguenti requisiti: essere in aree controllate e non disturbate, essere in punti esposti in piena corrente del lago e rappresentativi di un’ampia zona litorale. La stazione di Brebbia, dopo le prime tre esposizioni, è stata sostituita per problemi logistici con quella di Monvalle, situata in un’area limitrofa e con le stesse caratteristiche limnologiche. L’analisi degli inquinati organici con le membrane SPMD Introduzione e metodica Lo studio ha previsto sei esposizioni delle membrane a 28 giorni ciascuna, distribuite lungo l’anno nei periodi febbraio-marzo, marzo-aprile, giugno-luglio, agosto-settembre, settembre-ottobre e novembre-dicembre 2009. In ciascuna stazione una membrana SPMD è stata avvolta intorno a un supporto metallico con quattro perni di acciaio inox inserito in un contenitore sempre di acciaio e chiuso con coperchio metallico (Figg. da 4.2 a 4.4). Successivamente, il dispositivo contenente la membrana è stato legato, tramite una corda, a un opportuno sostegno (palo del molo o boa galleggiante) e immerso in acqua a una profondità di circa 2–2,5 m (Figg. 4.5 e 4.6). Terminato il periodo di esposizione (28 giorni), ogni membrana è stata prelevata e trasportata nel suo contenitore originale in laboratorio, poi conservata in freezer a -20 ºC sino al momento dell’analisi. Le procedure di posizionamento e di recupero sono state effettuate il più rapidamente possibile per evitare eventuali contaminazioni ambientali. - 18 - ©2010 – Google Map data Fig. 4.1. Rappresentazione dei siti di campionamento. Nelle quattro stazioni, al momento dell’esposizione e recupero delle membrane, sono stati misurati la temperatura e il pH dell’acqua. Inoltre, sono stati prelevati, alla stessa profondità dei campionatori, 5 L di acqua del lago. Fig. 4.2. Posizionamento membrana SPMD nel dispositivo di campionamento. - 19 - Fig. 4.3. Membrana SPMD avvolta intorno al supporto metallico all’interno del dispositivo di campionamento. Fig. 4.4. Chiusura con coperchio del dispositivo di campionamento. - 20 - Fig. 4.5. Immersione nel lago del dispositivo di campionamento. Fig. 4.6. Dispositivo di campionamento nel lago a una profondità di circa 2-2.5 m. - 21 - Le membrane SPMD (Environmental Sampling Technologies, U.S.A., distribuite in Italia da ECOTOX LDS, Cornaredo-MI), utilizzate per monitorare la presenza dei composti organoclorurati (PCB e DDT) nella matrice acquosa del Lago Maggiore, sono costituite da un tubo di polietilene a bassa densità (LDPE), sigillato termicamente alle estremità, con dimensioni standard (larghezza: 2,5 cm; lunghezza: 91,4 cm). All’interno, sotto forma di un sottile film, è contenuto 1 mL (0,915 g) di trioleina (acido-9-octadenoico 1,2,3-propanetril estere), un composto lipidico neutro diffuso negli organismi acquatici. Le membrane sono state preparate da EST Lab. in camere sterili, al fine di evitare l’assorbimento dei contaminanti presenti nell’aria in fase di vapore; dopo la preparazione sono state sigillate e inserite all’interno di contenitori lavati con solvente; i contenitori sono stati conservati in freezer a -20 °C fino al momento del loro utilizzo. La trioleina è un composto apolare che ha molta affinità per i composti organici; la sua capacità di sequestro dipende dal coefficiente di ripartizione trioleina/acqua (Ktw) di ciascun composto, che risulta strettamente correlato ai rispettivi coefficienti di ripartizione ottanolo/acqua (Kow). La sottile parete del tubo (<100 µm) è descritta come non porosa; tuttavia, movimenti termici casuali del polimero portano alla formazione di pori transitori con diametro massimo di circa 10Å, che simulano le caratteristiche strutturali di una membrana biologica. Attraverso questi pori diffondono e si concentrano nella trioleina, la fase lipidica apolare, solo molecole organiche lipofile non legate al particolato, disciolte nella fase acquosa (facilmente biodisponibili) con diametro inferiore a 1 nm e con peso molecolare inferiore a 660 Dalton (Huckins et al., 1990; Huckins et al., 1993). Tra i composti organici che vengono concentrati nella trioleina troviamo: i policlorobifenili (PCB), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), gli insetticidi organoclorurati (es. DDT), gli insetticidi piretroidi, le diossine, i furani policlorurati e molti erbicidi (Petty et al., 1995; Wang et al., 1999). Questo sistema di campionamento permette di analizzare solo la frazione dei composti che si muove per trasporto passivo e non simula né il trasporto attivo dei contaminanti dall’acqua agli organismi, né i processi di accumulo legati all’assunzione per via alimentare (biomagnificazione) (Huckins et al., 1996). I composti, una volta sequestrati, a differenza di quello che accade nel biota, non subiscono fenomeni di trasformazione metabolica. La quantità di contaminanti assorbiti dalle SPMD è funzione della concentrazione dei microinquinanti nell’acqua, della durata dell’esposizione, della presenza di biofouling sulle membrane e soprattutto del tasso di assorbimento (Rs, definito come litri di acqua estratti dalla membrana al giorno per un dato composto, L d-1 ). Il valore di Rs dipende dal peso molecolare del composto organico, dalle sue proprietà chimico-fisiche (ingombro sterico, coefficiente di ripartizione Kow, volatilità, ecc.) e dalle condizioni ambientali di esposizione (temperatura, flusso-turbolenza, ecc.). Le membrane SPMD presentano una curva di assorbimento (Fig. 4.7) che è funzione del tempo di esposizione e delle caratteristiche chimico-fisiche dei composti organici: per molecole con Log Kow > 4,9, l’uptake è di solito lineare durante i primi 30 giorni e le concentrazioni misurate sono proporzionali alle concentrazioni nell’acqua (Rantalainen et al., 1998), mentre per molecole con Log Kow < 4,9, l’equilibrio può essere raggiunto in un periodo inferiore ai 30 giorni. - 22 - Equilibr ium 1,0 Cu rv n il i r ea Lin ea r 0,5 0,0 t½ Time Fig. 4.7. Curva di assorbimento dei composti nella membrana SPMD. La stima della concentrazione in acqua dei contaminanti a partire da quella misurata nella membrana viene calcolata mediante l’uso di un modello matematico. Se il tempo di esposizione non è stato sufficiente a raggiungere l’equilibrio, l’accumulo dei contaminanti è lineare e si calcola mediante la seguente formula (Huckins et al., 1993): Cw = CSPMD Vt / Rs * t dove: Cw: concentrazione del contaminante in acqua; CSPMD: concentrazione del contaminante nella membrana; Vt: volume della trioleina espressa in grammi; Rs: tasso di assorbimento; t: tempo di esposizione della membrana. La membrana, una volta esposta, è stata spazzolata delicatamente per rimuovere eventuali incrostazioni o pellicole di biofouling; successivamente è stata lavata in una soluzione acida per rimuovere i carbonati e risciacquata con acqua Milli-Q per eliminare qualsiasi traccia di materiale particolato o altro materiale presente. La dialisi è stata effettuata, immergendo la membrana per 24h a temperatura ambiente con n-esano per pesticidi per recuperare i composti adsorbiti che sono stati successivamente analizzati. Il beaker, per facilitare il passaggio dei composti dalla membrana al solvente, per la prima ora è stato lasciato sotto agitazione tramite un agitatore magnetico. Al termine delle 24 h la membrana è stata rimossa dal contenitore e l’estratto è stato concentrato fino a 1 mL sotto flusso di azoto nell’evaporatore Turbovap II (Zymark, Massachusetts, U.S.A.) e poi purificato tramite passaggio su colonnina contenente silice acida (30% H2SO4, p/p). Il campione è stato caricato nella colonnina e poi eluito con n-esano/diclorometano 1:1 v/v fino a raccogliere un volume di 10 mL. L’eluato, dopo l’aggiunta di circa 1 mL di isottano, è stato concentrato fino a un volume di 0,1 mL sotto flusso di azoto. L’estratto in isottano è stato analizzato, utilizzando un gascromatografo TraceGC 2000, accoppiato a uno spettrometro di massa Ion-trap PolarisQ (Thermo Electron, Austin, Texas). Sono stati analizzati i seguenti composti: PCB 18, 28, 31, 44, 52, 101, 118, 149, 151, 153, 170, 180 e op’DDE, pp’DDE, op’DDD, pp’DDD, op’DDT, pp’DDT. Il segnale è stato acquisito in modalità MS/MS. Indicazione sul metodo strumentale per lo spettrometro di massa per i PCB e DDT sono riportate in Viganò et al. (2007). - 23 - La quantificazione è stata ottenuta mediante calibrazione con standard esterno (DDT Pesticides MIX 5, Dr. Ehrenstorfer, Germania e PCB MIX 19, Dr. Ehrenstorfer, Germania); lo strumento è stato calibrato per tutti i composti analizzati in un intervallo compreso tra 1 e 50 µg L-1. I campioni d’acqua sono stati estratti utilizzando il concentratore automatico SPEDEXTM 4790 Automated Extractor System prodotto da Horizon Technology, U.S.A. e commercializzato da Alfatech (Genova, Italia). Questo dispositivo permette di semplificare e automatizzare il processo di estrazione in fase solida (SPE) degli inquinanti organici da matrici acquose. Con questo sistema sono stati analizzati 5 L di campione. I composti organoclorurati sono stati concentrati con dischi Atlantic C18 e la loro determinazione è stata effettuata solo sulla frazione acquosa disciolta. Il particolato è stato rimosso sovrapponendo in serie ai dischi C18 i prefiltri Fast Flow 47 mm e i filtri GF/F, entrambi in fibra di vetro. Prima del processo di estrazione sono stati aggiunti al campione, come standard di recupero, 100 µL di una soluzione contenente [13C12] PCB 101, [13C12] PCB 153 e [13C12] DDT. Per la purificazione e l’analisi gascromatografica dei campioni è stata utilizzata la stessa metodica per gli estratti delle membrane SPMD. Risultati Le membrane sono risultate per tutto il periodo di campionamento esenti da crescite di pellicole algali, così come documentato dall’osservazione al microscopio ottico condotta a 50x ingrandimenti. La crescita della biomassa algale è stata impedita dalla presenza del coperchio metallico che ha permesso di ridurre l’esposizione delle membrane alla radiazione solare. Le temperature e il pH dell’acqua a 2–2,5 metri di profondità durante l’anno di esposizione sono illustrate nella figura 4.8. Per la temperatura, le escursioni vanno da 7 a 25°C con due massimi a inizio luglio e inizio settembre 2009. Le temperature più basse si osservano a Brissago, nella parte più a Nord del lago, quelle più alte a Brebbia/Monvalle nella parte più a Sud del lago. Il pH è stato misurato solo da luglio a dicembre 2009; i valori più elevati si osservano in estate in concomitanza con la stagione vegetativa e le maggiori densità algali del lago. - 24 - Fig. 4.8. Temperatura e pH dei campioni d’acqua di lago (2–2,5 m). Le concentrazioni osservate nei campioni d’acqua analizzati (frazione disciolta) sono riportate come media e deviazione standard per ciascuna stazione nella figura 4.9. E’ evidente come le contrazioni siano molto contenute e comprese per il DDT tra 0,02 e 0,2 ng L-1 e per i PCB 0,02 e 0,3 ng L-1; in generale le concentrazioni di PCB sono mediamente più elevate (50– 100% in più) di quelle del DDT. Nelle quattro stazioni considerate le concentrazioni di DDT e PCB non sono significativamente differenti, anche se quelle di PCB sono più elevate a Intra e Brebbia/Monvalle. Le maggiori concentrazioni osservate di PCB in queste stazioni potrebbero essere da imputare ad maggior apporto dovuto alle attività antropiche (industrializzazione, densità abitativa, ecc.) presenti lungo la costa in queste stazioni del lago. - 25 - 1,0 0,9 0,8 0,7 ngngLl-1-1 0,6 DDT 0,5 PCB 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 BRISSAGO INTRA FERIOLO BREB-MONV Fig. 4.9. Concentrazioni (ng L-1) di DDT e PCB totali nelle quattro stazioni considerate. In figura 4.10 sono riportate le concentrazioni osservate (ng g trioleina-1) nelle membrane SPMD come media e deviazione standard per ciascuna stazione e in tabella 4.1 i valori delle singole esposizioni. Per il DDT si assiste ad un netto aumento delle concentrazioni tra Brissago, Intra, Feriolo e Brebbia/Monvalle, mentre tale aumento è più contenuto per i PCB. Le concentrazioni del DDT sono da 1,5 a 9 volte più elevate di quelle dei PCB, a seconda della stazione considerata. Le differenze osservate tra le concentrazioni in acqua e quelle nelle membrane sono da ricondurre a differenze nel tasso di assorbimento (Rs). I valori di Rs calcolati a partire da un’esposizione condotta a Feriolo nel giugno 2009 in tempi differenti (7, 14 e 28 giorni) sono compresi tra 4 e 7,5 L d-1 per i diversi isomeri e metaboliti del DDT e tra 0,5 e 2 L d-1 per i congeneri dei PCB. La capacità di accumulo per i diversi DDT è quindi decisamente maggiore rispetto ai PCB, per cui tale differenza spiega le differenze osservate tra PCB e DDT. Le differenze tra stazioni sembrano essere invece legate al fatto che il valore di Rs varia in funzione della temperatura (diminuisce a temperature basse) e della velocità dell’acqua (diminuisce ad alte velocità dell’acqua) (Booij et al. 1999). 20 ng g 19 16 18 14 17 12 16 10 15 8 14 6 13 4 12 2 11 0 °C trioleina-1 18 20 DDT PCB Temp. media 10 BRISSAGO INTRA FERIOLO BREB-MONV Fig. 4.10. Concentrazioni (ng g trioleina-1) di DDT e PCB totali nelle quattro stazioni considerate e temperatura media nell’acqua. - 26 - Come si evidenzia in figura 4.10, esiste una relazione tra le concentrazioni medie nelle membrane e le concentrazioni medie osservate in acqua: Brissago che è la stazione caratterizzata dalle minori concentrazioni nelle membrane e anche quella con le più basse temperature medie dell’acqua; inoltre, è possibile ipotizzare che anche la velocità dell’acqua in questa parte del lago, dati i forti apporti idrici del Ticino, del Maggia e della Verzasca, sia maggiore. Le concentrazioni misurate nelle membrane risultano in alcuni casi (Feriolo ed Intra) correlate con quelle determinate nell’acqua (Fig. 4.11) per cui a concentrazioni maggiori nell’acqua corrispondono concentrazioni maggiori nelle membrane, mentre in altri casi (Brebbia/Monvalle e Brissago) tale relazione esiste, ma non è significativa. La distribuzione percentuale dei diversi isomeri e metaboliti del DDT (Fig. 4.12) è simile nelle quattro stazioni ed evidenzia la presenza dominante del pp’DDD e dell’op’DDD (65% in tutto), seguita da quella del DDT (23%) e del DDE (12%). -1 ngngL L-1 DDT Intra 0,20 0,18 0,16 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 0,00 y = 0,009x + 0,048 R² = 0,749 0,0 5,0 ngg-1 10,0 15,0 Fig. 4.11. Correlazione tra concentrazioni nelle membrane (ng g trioleina-1) e concentrazioni nell’acqua (ng L-1) per il DDT ad Intra. 2-4 DDE 4-4 DDE 1% 14% 2-4 DDD 11% 9% 23% 42% 4-4 DDD 2-4 DDT 4-4 DDT Fig. 4.12. Distribuzione percentuale dei vari isomeri e metaboliti del DDT nelle membrane della stazione di Feriolo. - 27 - Tab. 4.1. Concentrazioni di DDT e PCB (ng g-1 trioleina) nelle singole esposizioni. Brissago 2-4 DDE 4-4 DDE 2-4 DDD 4-4 DDD 2-4 DDT 4-4 DDT DDT totali 9/02-9/03 0,020 0,090 1,331 3,477 0,139 0,389 5,445 PCB 18 PCB 28 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 180 PCB 170 PCB totali 0,020 0,011 0,013 0,072 0,150 0,133 0,236 0,099 0,042 0,776 Concentrazione nelle SPMD 30/3-29/4 4/6-1/7 5/8-2/9 24/9-22/10 0,005 0,005 0,005 0,005 0,011 0,005 0,074 0,098 0,038 0,016 0,316 0,077 0,013 0,022 0,428 0,069 0,016 0,005 0,132 0,005 0,005 0,014 0,302 0,227 0,089 0,067 1,257 0,481 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,022 0,005 0,062 Feriolo 2-4 DDE 4-4 DDE 2-4 DDD 4-4 DDD 2-4 DDT 4-4 DDT DDT totali 9/02-9/03 0,086 1,054 2,789 5,639 0,780 1,440 11,789 30/3-29/4 0,020 0,408 3,805 5,892 0,975 0,985 12,084 PCB 18 PCB 28 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 180 PCB 170 PCB totali 0,059 0,039 0,013 0,105 0,024 0,126 0,047 0,102 0,042 0,556 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,025 0,005 0,045 0,014 0,114 0,005 0,024 0,005 0,005 0,038 0,005 0,046 0,131 0,034 0,293 0,005 0,139 0,027 0,105 0,240 0,234 0,263 0,095 0,047 1,155 0,012 0,028 0,010 0,025 0,208 0,070 0,228 0,052 0,145 0,779 Concentrazione nelle SPMD 4/6-1/7 5/8-2/9 24/9-22/10 0,040 0,005 0,097 0,523 0,049 0,776 1,445 0,202 0,659 2,522 0,448 1,491 0,604 0,658 0,370 1,309 0,661 0,749 6,443 2,023 4,142 0,005 0,016 0,005 0,005 0,100 0,043 0,136 0,372 0,121 0,802 - 28 - 0,005 0,099 0,028 0,120 0,271 0,260 0,326 0,005 0,038 1,152 0,028 0,107 0,075 0,188 0,282 0,401 0,373 0,068 0,150 1,672 19/11-16/12 0,005 0,123 0,050 0,322 0,014 0,246 0,761 0,014 0,005 0,005 0,015 0,005 0,051 0,040 0,005 0,062 0,202 19/11-16/12 0,307 2,423 2,626 4,912 0,955 1,499 12,722 0,190 0,200 0,432 0,331 0,246 0,490 0,575 0,219 0,101 2,784 Tab. 4.1. Continua. Intra 2-4 DDE 4-4 DDE 2-4 DDD 4-4 DDD 2-4 DDT 4-4 DDT DDT totali 9/02-9/03 0,005 0,113 0,624 3,866 0,157 0,654 5,418 30/3-29/4 0,016 0,052 0,732 1,207 0,037 0,039 2,084 PCB 18 PCB 28 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 180 PCB 170 PCB totali 0,005 0,005 0,005 0,037 0,026 0,112 0,082 0,057 0,016 0,345 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,023 0,005 0,031 0,005 0,089 Brebbia/ Monvalle 2-4 DDE 4-4 DDE 2-4 DDD 4-4 DDD 2-4 DDT 4-4 DDT DDT totali 9/02-9/03 0,026 1,864 5,379 11,949 0,301 1,355 20,874 30/3-29/4 0,030 0,979 4,517 9,331 0,277 0,666 15,799 PCB 18 PCB 28 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 180 PCB 170 PCB totali 0,078 0,074 0,012 0,137 0,086 0,106 0,114 0,030 0,010 0,646 0,014 0,107 0,005 0,005 0,015 0,127 0,020 0,132 0,027 0,453 Concentrazione nelle SPMD 4/6-1/7 24/9-22/10 22/10-19/11 0,011 0,005 0,217 0,005 0,025 1,513 0,531 0,020 2,869 1,560 0,016 8,339 0,157 0,013 1,450 0,669 0,069 1,803 2,933 0,148 16,191 0,005 0,005 0,005 0,005 0,055 0,027 0,235 0,208 0,086 0,631 0,005 0,005 0,005 0,012 0,049 0,017 0,005 0,016 0,110 0,225 0,005 0,063 0,005 0,275 0,348 0,346 0,205 0,557 0,197 2,001 Concentrazione nelle SPMD 4/6-1/7 5/8-2/9 24/9-22/10 0,011 0,005 0,026 0,365 0,020 0,136 0,516 0,011 0,090 0,646 0,172 0,016 0,062 0,077 0,005 0,203 0,116 0,353 1,803 0,399 0,626 0,005 0,068 0,005 0,032 0,209 0,129 0,457 0,346 0,114 1,364 - 29 - 0,018 0,044 0,005 0,091 0,097 0,084 0,136 0,041 0,015 0,531 0,005 0,027 0,011 0,059 0,292 0,101 0,247 0,048 0,159 0,948 19/11-16/12 0,679 2,256 3,186 4,759 0,927 0,962 12,768 0,351 0,279 0,217 0,265 0,198 0,519 0,578 0,210 0,126 2,742 19/11-16/12 0,988 2,835 3,420 4,928 1,098 0,842 14,111 0,027 0,013 0,005 0,763 0,058 0,444 0,528 0,198 0,137 2,172 Utilizzo di dispositivi DGT per la determinazione dei metalli Introduzione e metodica La quantificazione degli elementi in traccia in acque naturali è spesso estremamente difficoltosa a causa della facilità con cui è possibile contaminare i campioni durante le fasi di prelievo e pretrattamento e, in alcuni casi, delle difficoltà analitiche legate alla determinazione di concentrazioni prossime ai limiti di rilevabilità degli strumenti di misura (Benoit et al., 1997; Coquery et al., 2005). Inoltre, ogni campione acquoso prelevato in maniera puntuale fornisce informazioni solo sulle concentrazioni istantanee degli elementi analizzati; informazioni che sono difficilmente utilizzabili per fornire un quadro generale delle concentrazioni di elementi in traccia in un dato corpo idrico. I campionatori passivi del tipo DGT (Diffusive Gradient in Thin Films) sono dispositivi che, grazie alle loro caratteristiche di costruzione e impiego, consentono di ovviare, almeno in parte, a questi inconvenienti. Le Unità DGT consistono in un contenitore in PVC (2,5 cm di diametro) che espone il sistema gel attraverso una finestra di 2 cm (Fig. 4.13A). Gli ioni metallici contenuti nell’acqua interstiziale passano attraverso una membrana filtrante di nitrato di cellulosa (0,45 µm), migrano per diffusione in un gel di acrilammide legandosi infine alla resina chelante imminodiacetica (tipo Chelex 100) contenuta nello strato più interno (Fig. 4.13B). Il continuo sequestro degli ioni da parte della resina mantiene un flusso degli stessi verso la resina stessa fino al raggiungimento di una situazione di equilibrio. A B Finestra Capsula Pistone Filtro a membrana Gel diffusivo Resina (Chelex) Capsula esterna con finestra Pistone Fig. 4.13. A- Schema di un’unità DGT utilizzata nel presente studio. La finestra lascia esposta la superficie di un filtro in nitrato di cellulosa con porosità 0,45µm che copre il gel diffusivo di acrilammide e la sottostante resina chelante dove vengono sequestrati e accumulati gli ioni metallici. B- vista trasversale di un’unità DGT che mostra la disposizione relativa del filtro a membrana, del gel diffusivo e della resina chelex all’interno dell’unità stessa. Dopo l’esposizione si misura il metallo accumulato dalla resina previa eluizione della stessa con HNO3 (Zhang e Davison, 1995). Il tempo di esposizione minimo per la misura diretta del flusso e della concentrazione è, in generale, un giorno; tempo minimo necessario per raggiungere le condizioni di equilibrio senza superare la capacità chelante della resina. Le resine di tipo Chelex 100 sono idonee per la determinazione analitica di elementi che, in soluzione, formano specie cationiche. Esistono anche resine tioliche specifiche per il mercurio (Decekalova & Divis, 2005), resine contenenti idrossidi di ferro per elementi che, come l’arsenico, solitamente formano specie anioniche (Panther et al., 2005) e resine di altro tipo per la determinazioni di vari analiti (si consulti il sito www.dgtresearch.com). L’impiego delle DGT rispetto alla misura diretta riduce notevolmente i rischi di contaminazione dei campioni acquosi in quanto elimina la fase di prelievo e pre-filtrazione degli stessi; mentre la preconcentrazione realizzata tramite la resina Chelex (o di altro tipo) - 30 - facilita la successiva determinazione analitica. Poiché l’unità DGT è dotata di un filtro a membrana (Fig. 4.13B) è chiaro che solo una parte delle specie metalliche presenti nella matrice acquosa (definite specie labili – Zhang & Davison, 1995) sarà accumulata dalle unità stesse. In particolare, le unità DGT accumulano le specie ioniche, i complessi inorganici e parte delle specie colloidali; come dimostrato dal confronto con tecniche più convenzionali (Gimpel et al., 2003) o con le previsioni di modelli matematici (Unsworth et al., 2005). Le specie labili sono, almeno in teoria, anche le più biodisponibili per gli organismi tanto che l’uso delle DGT come strumenti di previsione della biodisponibilità dei metalli costituisce un attivo campo di ricerca, sebbene con risultati ancora contrastanti (p.e., Tusseau-Vuillemin et al., 2004; Koster et al., 2005). Le unità DGT sono state esposte per periodi di 2–4 giorni in quattro località rappresentative delle diverse caratteristiche e gradi di pressione antropica del Verbano: Brissago (stazione di riferimento), Feriolo e Intra (Bacino di Pallanza) e Brebbia (parte meridionale del lago, sponda lombarda). L’esposizione è stata effettuata in sei diversi periodi dell’anno in base a quanto previsto dal programma (Tab. 4.2). Dopo le prime tre campagne, la stazione Brebbia è stata sostituita da Monvalle (situata un poco più a sud e sempre sulla sponda lombarda) a causa di problemi di accesso al sito Brebbia. I valori di temperatura dell’acqua sono stati sistematicamente registrati poiché il coefficiente di diffusione di ogni elemento varia in funzione di questo parametro. Tab. 4.2. Panoramica dei periodi di indagine e dei relativi tempi di esposizione in ore (Esp (h)) delle unità DGT nei quattro siti di indagine. La temperatura media (T media in °C) è stata calcolata dalle temperature rilevate all’inizio e alla fine di ogni periodo di esposizione. Località Feriolo Brissago Intra Brebbia Feriolo Brissago Intra Monvalle 09–11 Febbraio Esp. (h) T (media) 47,0 7,0 51,5 7,1 47,5 7,0 49,2 7,0 30 Marzo–1 Aprile Esp. (h) T (media) 51,0 8,5 48,0 8,2 52,0 8,2 50,0 8,7 29 Giugno–1 Luglio Esp. (h) T (media) 48,5 23,2 48,0 20,7 48,5 22,6 48,7 24,0 05–07 Agosto Esp. (h) T (media) 22–26 Ottobre Esp. (h) T (media) 16–21 Dicembre Esp. (h) T (media) 48,0 47,5 45,5 46,0 23,3 20,6 22,7 24,6 93,5 96,7 94,0 95,8 17,8 17,5 18,1 18,9 119,7 120,2 119,7 119,2 9,1 8,9 9,2 9,4 Al momento dell’esposizione, le unità DGT (conservate singolarmente in sacchetti di polietilene, al buio e a 4°C) sono state inserite su un apposito supporto sviluppato da Marina Camusso e da Luciano Previtali (IRSA-CNR) e quindi immerse ad una profondità di circa 2 m al di sotto del pelo dell’acqua. I supporti sono fissati tramite una corda di opportuna lunghezza a idonee strutture (es: moli galleggianti) esistenti nei siti di campionamento. Dopo il recupero, le unità sono state immediatamente sciacquate con acqua ultrapura e introdotte in sacchetti di polietilene dove sono stati aggiunti pochi mL di acqua ultrapura per evitare l’essiccamento. Le membrane sono state conservate al buio e a 4 °C fino al momento delle successive determinazioni analitiche. Per la quantificazione degli elementi di interesse, la capsule sono state separate dai pistoni (Fig. 4.13A) con l’aiuto di un cacciavite ricoperto con parafilm. Successivamente, i filtri e i gel diffusivi sono stati rimossi tramite una spatola in polipropilene lavata con acido nitrico e le resine trasferite in tubi di plastica precedentemente condizionati con acido nitrico. - 31 - L’eluizione dei metalli accumulati sulla resina è avvenuta tramite 2 mL di acido nitrico 1M di grado superpuro lasciano acido e resina a contatto per almeno 24 ore. La determinazione degli analiti di interesse è stata effettuata sugli eluati con o senza diluizione in base alla tecnica analitica utilizzata (si veda il paragrafo successivo). Le concentrazioni di Cd, Cu, Ni e Pb sono state determinate tramite spettrometria di assorbimento atomico con fornetto di grafite (GFAAS – Graphite Fornace Atomic Absorption Spectrometry) sugli eluati tal quali per le campagne di febbraio, aprile, giugno e agosto 2009. Per i periodi settembre e ottobre 2009, le analisi degli eluati sono state eseguite presso l’IRSA di Roma (Sig. Domenico Mastroianni) tramite ICP-MS e previa diluzione da 3 a 6 volte del campione da analizzare. La tecnica ICP-MS, pur offrendo una maggior versatilità, necessita infatti di una maggior quantità di soluzione rispetto al GFAAS. La misura della concentrazione dei metalli nell’eluato permette di determinare la quantità di metallo accumulata nella resina, in corrispondenza dei diversi tempi di esposizione tramite la relazione: VHNO 3 Vgel f e m C e (1) dove: m = massa del metallo accumulata nello strato di resina; Ce= la concentrazione del metallo nell’eluato in acido nitrico 1 M (µg L-1 ); VHNO3 = volume di acido nitrico 1 M aggiunto alla resina (2 mL); Vgel = volume della resina (0,15 mL); fe = fattore di recupero per ciascun metallo (in genere 0,8). L’apparato DGT può consentire, dopo ottimizzazione dei tempi di esposizione, la determinazione della concentrazione del metallo biodisponibile nell’acqua attraverso la formula: C DGT m Δg DAt (2) dove: m = massa del metallo accumulata nello strato di resina (vedi equazione 1) CDGT = concentrazione del metallo nell’acqua; Δg = somma dello spessore dello strato diffusivo (0,8 mm) più quello della membrana filtrante (0,14 mm); D = coefficiente di diffusione dei metalli nel gel (vedi appendice); t = tempo di esposizione; A = area di esposizione (in genere per queste unità 3,14 cm2 ). Per le analisi svolte tramite GFAAS, l’accuratezza strumentale è stata valutata tramite la soluzione certificata ICP 08/22C. Inoltre, conformemente alle buone pratiche di laboratorio, sono stati effettuati anche dei bianchi DGT consistenti nell’eluizione di resine Chelex prelevate da dispositivi DGT non esposti in campo. Infine, in due occasioni, sono state effettuate misure dirette delle concentrazioni disciolte di Ni, Cu, Cd e Pb nelle località di Feriolo e Brissago (Luglio 2009) e Intra, Feriolo e Monvalle (Ottobre 2009) insieme con i relativi bianchi di filtrazione. Queste operazioni sono state condotte utilizzando filtri a siringa - 32 - (acetato di cellulosa, porosità 0,45 µm) opportunamente lavati con una soluzione di HCl 10% v/v e sciacquati con acque ultrapura. Controlli di qualità del dato analitico L’accuratezza del dato analitico per i quattro elementi previsti dal programma è stata dell’80 – 100 per cento. Le concentrazioni di Cd, Cu, Ni e Pb nei bianchi DGT sono risultate indistinguibili da quelle misurate nell’acido nitrico ultrapuro utilizzato per l’eluizione delle resine; indicando che le procedure di smontaggio e eluizione delle unità DGT non provocano contaminazione delle soluzioni da analizzare. I livelli dei bianchi DGT (circa 1 µg L-1 per gli elementi considerati) sono compatibili con la determinazione quantitativa di Ni e Cu, ma sono dello stesso ordine di grandezza di Cd e Pb per i quali è quindi stato possibile ottenere solo indicazioni qualitative. Si rilevano, a questo stadio delle ricerche, due fattori critici per il proseguimento degli studi: - I valori di bianchi sopra riportati sono da paragonarsi alle concentrazioni misurate negli eluati e non con i valori CDGT riportati in figura 4.14. Le concentrazioni negli eluati sono solitamente 10 – 20 volte maggiori delle rispettive CDGT ed è perciò possibile, almeno per Cu e Ni, effettuare opportune correzioni dei valori analitici e ottenere risultati quantitativi. - Poiché non esistono differenze tra il contenuto di metalli nell’acido utilizzato per le eluizioni e i bianchi DGT, le concentrazioni misurate riflettono le concentrazioni di fondo quantificabili nelle condizioni di lavoro. Data l’impossibilità di disporre di una camera bianca, si cercherà di valutare se tempi di esposizione in campo più lunghi permettano un maggior accumulo di Cd e Pb nelle resine esposte e, di conseguenza, un miglior rapporto bianco/campione. Tuttavia, tempi di esposizione troppo lunghi potrebbero portare ad una saturazione della capacità complessante delle resine per Cu e Ni, con conseguente perdita di validità delle relazioni ‘1’ e ‘2’ sopra riportate. Risultati Considerando tutti i periodi di esposizione e tutte le stazioni, le concentrazioni per gli elementi previsti dal programma sono state (media ± 1 deviazione standard, n=24 per ogni elemento): Ni: 0,551 ± 0,363 µg L-1 (coefficiente di variazione percentuale – C.V. = 66) Cd: 0,038 ± 0,026 µg L-1 (C.V. = 68) Pb: 0,201 ± 0,344 µg L-1 (C.V. = 171) Cu: 0,382 ± 0,365 µg L-1 (C.V. = 96) L’elevato coefficiente di variazione percentuale per Pb e, in misura minore, Cu è dovuto alla presenza di alcuni valori marcatamente superiori a tutti gli altri nelle stazioni di Intra e Brebbia nel febbraio 2009 (Fig. 4.14). Eliminando tali valori, le concentrazioni di Pb scendono a 0,076 ± 0,072 µg L-1 e quelle di Cu a 0,253 ± 0,099 µg L-1. Le concentrazioni dei quattro elementi determinati tramite i dispositivi DGT riflettono le rispettive abbondanze relative nella crosta terrestre (Ni: 80 mg kg-1, Cd: 0.1 mg kg-1, Pb: 14 mg kg-1, Cu: 50 mg kg-1 – Alloway & Ayres, 1993) e indicano una buona coerenza geochimica dei risultati. Per i periodi luglio 2009 e ottobre 2009, il confronto tra le concentrazioni determinate tramite DGT e quelle misurate direttamente su alcuni campioni di acqua filtrati a 0,45 µm (Tab. 4.3) conferma l’ordine di grandezza delle concentrazioni pur con differenze da 2 a 5 volte. In condizioni di esposizione in campo, caratterizzate da forte variabilità spazio-temporale, tale risultato è comunque da considerarsi soddisfacente. Inoltre, sia la variabilità spaziale tra le quattro stazioni esaminate sia la variabilità temporale sui sei - 33 - periodi di campionamento nelle singole stazioni sono generalmente superiori al 50%. Queste semplici osservazioni confermano come la determinazione delle concentrazione medie degli elementi in traccia nel Lago Maggiore sia un esercizio complesso a causa delle rilevanti difficoltà analitiche e dell’alta variabilità naturale. Si noti anche che il confronto è stato possibile solo per Ni e Cu, poiché le concentrazioni di Cd e Pb nei campioni acquosi filtrati erano al di sotto dei limiti di rilevabilità analitica (0,1 µg L-1). Nichel Cadmio 0.1 Concentrazi oni (µg L ) 2.5 -1 -1 Concentrazione (µg L ) 3 2 1.5 1 0.5 0.08 0.06 0.04 0.02 0 0 Brissago Intra Feriolo Brissago Brebbia Intra Feb-09 Apr-09 Lug-09 Feb-09 Apr-09 Lug-09 Ago-09 Sett-09 Dic-09 Ago-09 Sett-09 Dic-09 Piombo Rame 0.6 Concentrazione (µg L ) 3 -1 -1 Concentrazione (µg L ) Feriolo Brebbia 0.4 0.2 2.5 2 1.5 1 0.5 0 0 Brissago Feb-09 Ago-09 Intra Feriolo Apr-09 Sett-09 Brebbia Lug-09 Dic-09 Brissago Intra Feriolo Brebbia Feb-09 Apr-09 Lug-09 Ago-09 Sett-09 Dic-09 Fig. 4.14. Variazioni spazio-temporali di Ni, Cd, Pb e Cu nei quattro siti di indagine e per i sei periodi di esposizione per l’anno 2009. I valori fuori scala per il piombo sono 2,29 µg L-1 (Intra, Feb-09) e 0,99 µg L-1 (Brebbia, Feb-09). Di particolare interesse è anche il confronto tra l’andamento spaziale e stagionale delle concentrazioni determinate tramite DGT e i risultati del biomonitoraggio con molluschi bivalvi (sezione 5), poiché le unità DGT sono spesso considerate uno strumento per la determinazione della biodisponibilità degli elementi in traccia per gli organismi acquatici. Un confronto rigorosamente quantitativo richiederebbe informazioni supplementari (specialmente - 34 - sul materiale in sospensione) non previste dal presente programma; oltre che un’esposizione continuata di unità DGT nei siti di studio per periodi più compatibili (mesi) con i tempi di esposizione dei bivalvi. Da un punto di vista qualitativo, è tuttavia possibile evidenziare quanto segue: - Nichel: le concentrazioni determinate tramite DGT per le stazioni di Intra e Feriolo sono state, a periodi, solo leggermente superiori rispetto a quelle misurate nel Bacino principale del lago (Fig. 4.14). Le unità DGT non hanno quindi registrato l’aumento delle concentrazioni di Ni osservato nei bivalvi prelevati a Baveno, Suna e Pallanza nel settembre 2009. - Cadmio (si ricordino le limitazioni analitiche): la variabilità delle concentrazioni misurate tramite DGT è molto più ampia rispetto ai risultati per i molluschi bivalvi; situazione dovuta quasi sicuramente alle basse concentrazioni di questo elemento nella fase acquosa. - Piombo (si ricordino le limitazioni analitiche): le concentrazioni determinate tramite DGT per la stazione di Brebbia/Monvalle non riflettono il forte incremento di Pb misurato in Dreissena alla stazione di Laveno; sebbene in questo caso i due siti non siano perfettamente sovrapponibili. - Rame: con poche eccezioni (Brebbia e Intra per il febbraio 2009) le concentrazioni misurate tramite DGT sono essenzialmente omogenee tra le varie stazioni, in buon accordo con i risultati per i molluschi bivalvi. La non perfetta sovrapponibilità tra i risultati per le DGT e per i molluschi bivalvi trova ampia giustificazione nel fatto che D. polymorpha è un organismo filtratore molto efficiente e ricava buona parte del suo nutrimento (e del carico inquinante da metalli) attraverso il materiale particolato fine che non è ‘campionato’ dalle unità DGT. Inoltre, il periodo di esposizione delle DGT (giorni) è molto più breve rispetto a quello delle dreissene indigene che integrano la situazione del lago nell’arco di mesi anziché di giorni. Le unità DGT potrebbero quindi non aver rilevato alcune anomale situazioni transitorie per il semplice fatto che queste ultime sono avvenute tra i periodi di esposizione delle unità stesse. Tab. 4.3. Concentrazioni (µg L-1) di nichel e rame in campioni acquosi filtrati a 0,45 µm. Il prelievo è stato effettuato manualmente sotto la superficie dell’acqua. Località Brissago Intra Feriolo Brebbia/Monvalle Luglio 2009 Ni 0,12 n.d. 0,35 n.d. Cu 0,44 n.d. 0,66 n.d. Ottobre 2009 Ni Cu n.d. n.d. 0,46 0,27 0,43 0,26 0,51 0,41 In conclusione, l’impiego delle DGT per la determinazione degli elementi in traccia nelle acque del Lago Maggiore si è dimostrato tecnicamente fattibile e facilita notevolmente la misura (sebbene talvolta solo a livello qualitativo) degli elementi in traccia che sono presenti a livelli prossimi o inferiori a 0,1 µg L-1. Più incerto invece il loro impiego come surrogati di organismi biologici a meno di non ricorrere ad una sostanziale fase di calibrazione dei dispositivi tramite indagini mirate che richiederebbero studi e finanziamenti supplementari. Dati gli incoraggianti risultati in questo primo anno di studio, si riserva il giudizio finale sull’opportunità di continuare ad impiegare questi dispositivi nei programmi delle Commissione fino alla conclusione del relativo programma prevista per il dicembre 2010. - 35 - Bibliografia Alloway, B.J. & D.C. Ayres. 1993. Chemical principles of environmental pollution, Chapman & Hall, London, 291pp. Benoit, G., K.S. Hunter & T.F. Rozan. 1997. Sources of trace metal contamination artifacts during collection, handling, and analysis of freshwater. Anal. Chem., 69: 1006–1011. Booij, K., B.L. van Drooge, H.E. Hotman, E.M. van Weerlee, & C.V. Fischer. 1999. Temperature and flow dependent exchange of organci contaminants by semipermeable membrane devices. In: Meeting SETAC Europe, Leipzog, 25–28 May. Coquery, M., A. Morin, A. Bécue, & B. Lepot. 2005. Priority substances of the European Water Framework Directive: analytical challenges in monitoring water quality. Trends in Analytical Chemistry, 24: 117–127. Docekalova, H. & P. Divis. 2005. Application of diffusive gradient in thin films technique (DGT) to measurements of mercury in aquatic systems. Talanta, 65: 1174–1178. Gimpel, J., H. Zhang, W. Davison & A.C. Edwards, 2003. 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INDAGINE SUI SEDIMENTI DEI TRIBUTARI Microinquinanti organici (Licia Guzzella, Claudio Roscioli, Adolfo De Paolis, Giulia Poma) I composti oggetto dell’indagine sono stati: DDT e relativi metaboliti e isomeri, PCB, PBDE, e IPA. Gli inquinanti organici organoclorurati sono stati oggetto anche della precedente indagine quinquennale (CIPAIS, 2007), mentre i PBDE e gli IPA sono stati considerati solo in questo nuovo progetto. Per quanto concerne sia IPA che PBDE si fa riferimento a quanto già riportato del rapporto 2008 (CIPAIS, 2009). In breve gli IPA rappresentano una vasta classe di composti idrocarburici costituiti dalla fusione di due o più anelli benzenici. Nella presente indagine sono stati considerati 20 IPA non sostituiti, contenenti da 2 a 6 anelli aromatici, e 2 IPA sostituiti del naftalene. Gli IPA vengono introdotti nell’ambiente attraverso un vasto numero di processi, riconducibili a tre principali tipologie di sorgenti: petrogeniche, pirogeniche e biogeniche (Stout et al., 2001). Gli IPA di origine petrogenica rappresentano una frazione variabile della composizione chimica dei combustibili fossili. Questa origine implica una formazione diagenetica caratterizzata da temperature relativamente basse (100-150°C) e tempi di formazione su scala geologica (milioni di anni). Carbone, petrolio grezzo e scisti bituminosi contengono elevate concentrazioni di questi composti (WHO, 1998). Eisler (1987) ritiene che lo sversamento accidentale di petrolio rappresenti la principale fonte di IPA nel comparto acquatico su scala globale, comportandone un rilascio annuo pari a circa 170000 tonnellate. Gli IPA di origine pirogenica sono, invece, generati dalla combustione incompleta o dalla pirolisi di sostanza organica in genere. Il meccanismo di formazione degli IPA durante il processo di combustione è dovuto principalmente alla ripolimerizzazione di frammenti di idrocarburo che si formano durante il processo noto come cracking, vale a dire la frammentazione in numerose parti delle molecole ad alto peso molecolare del combustibile. Le principali sorgenti fisse in cui possono avvenire simili reazioni sono: riscaldamento domestico a carbone, olio minerale o legna; impianti termoelettrici; fuochi all’aperto quali incendi boschivi o la bruciatura di stoppie; incenerimento di rifiuti solidi urbani; impianti di gassificazione e cokefazione del carbone; produzione di anodi carboniosi; produzione di alluminio mediante il processo Soederberg; altri processi termici dell’industria metallurgica, quali la produzione di ferro e acciaio; Le sorgenti mobili sono invece rappresentate dal traffico veicolare. L’emissione di IPA da veicoli a motore è considerata una delle maggiori sorgenti di questi contaminanti nelle aree urbane e dipende da fattori quali il tipo e la composizione di carburante utilizzato, la temperatura di utilizzo e la presenza di dispositivi di trattamento degli scarichi Per IPA di origine biogenica si intendono, infine, quei composti formatisi in tempi recenti tramite biosintesi ex novo o tramite diagenesi a partire da precursori di origine biologica. La biosintesi ex novo di IPA da parte di batteri aerobi o anaerobi, funghi o piante è controversa. La diagenesi rapida di alcuni IPA si ha quando composti come terpeni, chinoni e altri composti policiclici, per lo più pigmenti vegetali, sono esposti a condizioni di tipo riducente. Un chiaro esempio di questo tipo di origine è rappresentato dal perilene, per cui la formazione in situ all’interno di sedimenti anossici è considerata essere la maggiore sorgente, - 38 - soprattutto in strati sub-superficiali, non influenzati da apporti di tipo pirogenico (Silliman et al., 2001). Sebbene sia possibile un’origine naturale degli IPA (dovuta a incendi naturali, eruzioni vulcaniche, diagenesi), è largamente accettata l’idea che l‘origine antropica sia la più importante. Per quanto concerne i PBDE, questi sono ritardanti di fiamma utilizzati nell’industria tessile, elettronica e nelle materie plastiche come additivi con lo scopo di ridurre l’infiammabilità del materiale stesso. Essi sono commercializzati in tre miscele tecniche, diverse per il grado medio di bromurazione: Penta-BDE, Octa-BDE e Deca-BDE. I congeneri maggiormente presenti nella miscela Penta-BDE sono i congeneri da tri-BDE a esa-BDE (BDE-47, 99, 100, 153 e 154), mentre in quella Octa-BDE vi sono congeneri a più alto grado di bromurazione, di cui il più importante è il BDE-183. Queste due miscele sono state utilizzate in passato, ma sono state recentemente proibite a partire dal 2004 dall’Unione Europea dalla Direttiva 76/769/CEE, modificata in tal senso dalla Direttiva 2003/11/CE. La miscela commerciale Deca-BDE contiene, invece, quasi esclusivamente BDE-209 (97-98%), il decabromodifeniletere; questa miscela non fa parte delle sostanze bandite dall’UE nel 2004; tuttavia, nel 2008 la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza che ne vieta l’utilizzo nella fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, perché potenzialmente pericolosa per la salute umana e l’ambiente. I PBDE sono classificati come moderatamente tossici per l’uomo, ma caratterizzati da effetti quali per esempio quelli a carico del sistema endocrino (Endocrine-Disrupting Chemicals) in quanto interferiscono con il funzionamento della tiroide (Meerts et al., 2000). Campionamento e analisi di base Il campionamento dei fiumi è stato condotto a marzo e ottobre 2009 per il Ticino immissario, il Margorabbia, il Tresa, il Bardello, il Boesio, il Toce e il Ticino emissario e anche a luglio 2009 per il Margorabbia, il Tresa, il Bardello e il Toce. Il campionamento di tutti i fiumi, tranne che nel caso del Fiume Toce, è stato condotto con la pala meccanica da riva, raccogliendo almeno 10 sub-campioni nelle aree di sedimentazioni dei fiumi. Il Toce è stato campionato con l’utilizzo di un’imbarcazione e con una draga Ponar. Sono stati raccolti complessivamente 2 kg di materiale che è stato liofilizzato in laboratorio, setacciato sino a raccogliere la frazione fine (argilla e limo) del sedimento (< 0,05 mm). Al momento del campionamento è stato annotato il regine idrologico. Sul campione di sedimento liofilizzato è stata condotta la determinazione del carbonio organico, avvenuta per ossidazione del sedimento secco mediante bicromato di potassio ed acido solforico concentrato, secondo il metodo Walkley Black (Jackson, 1958). I risultati relativi al regime idrologico e al contenuto in carbonio organico sono riportati in tabella 5.1. Nel mese di marzo e luglio 2009 i fiumi si trovavano prevalentemente nello stato idrologico di morbida; soltanto il Margorabbia e il Tresa risultavano in entrambi i campionamenti in regine di piena o morbida/piena, mentre nel mese di ottobre 2009 in quello di magra o magra/morbida, mentre il Toce e il Ticino emissario in morbida. Per quanto concerne il contenuto in carbonio organico, le maggiori percentuali sono state misurate nei Fiumi Boesio, Margorabbia e Ticino emissario, le minori nei Fiumi Ticino immissario e Tresa. I risultati confermano quanto già evidenziato nel 2008 (CIPAIS, 2009) con la sola eccezione dei Fiumi Tresa e Bardello che risultano essere caratterizzati da un contenuto di carbonio organico più variabile negli anni considerati. Sulla base dei risultati ottenuti nel 2009, così come verificatori nel 2008 (CIPAIS, 2009), il contenuto di carbonio organico sembra essere, nella maggior parte dei casi, - 39 - inversamente proporzionale alla portata del fiume (portate elevate, infatti, favorirebbero l’allontanamento dai sedimenti della frazione più fine e più ricca di materiale organico, mentre portate in magra favorirebbero l’accumulo di materiale organico) . Tab. 5.1. Regime idrologico e contenuto in carbonio organico (% del peso secco) nei campioni di sedimento dei tributati (- = campionamento non previsto). Fiumi marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Ticino immis. Morbida - Magra/Morbida Margorabbia Piena Morbida/Piena Magra/Morbida Tresa Piena Morbida/Piena Magra/Morbida Bardello Morbida Morbida Magra Boesio Morbida - Magra/Morbida Toce Morbida Morbida Morbida Ticino emissario Morbida - Morbida Carbonio organico Ticino immis. 1,5 - 0,8 Margorabbia 4,6 3,1 4,1 Tresa 1,4 0,9 1,5 Bardello 1,7 3,3 3,1 Boesio 4,0 - 4,9 Toce 1,9 0,8 3,2 Ticino emissario 7,2 - 3,9 Misura delle concentrazioni di inquinanti organici Il trattamento del campione (sedimento) dopo la setacciatura è stato identico a quello riportato nel Rapporto del 2008: estrazione a caldo in Soxhlet e purificazione su colonnina contenente una fase composta da silice, allumina neutra e basica (CIPAIS, 2009); per la determinazione analitica si è seguita per gli IPA la metodica di analisi in GC-MS con acquisizione in SIM e per PCB, DDT e PBDE quella in GC-MS/MS. In figura 5.1 sono riportati i risultati relativi al pp’DDT e agli altri metaboliti e isomeri. La scala di rappresentazione grafica utilizzata nella figura 5.1 è di 10 ng g-1 per tutti i fiumi ad eccezione del Fiume Toce, per il quale è stata utilizzata una scala di 50 ng g-1, essendo queste concentrazioni cinque volte maggiori. I valori riportati per tutti i fiumi, ad eccezione del Fiume Toce e del Ticino emissario, sono contenuti e in linea con quelli osservati negli anni 2001-2007 e nel 2008 (CIPAIS, 2007 e 2009). Per questi fiumi i valori di DDT normalizzati rispetto al contenuto di sostanza organica sono inferiore a 0,1 ng mg-1 e compresi tra 0,1 e 0,2 ng mg-1 di C. org. per il Fiume Tresa e per il Ticino emissario; nel caso del Fiume Toce i valori assoluti sono compresi, invece, tra 8 e 49 ng g-1 e anche con la normalizzazione rispetto al contenuto in carbonio organico i valori (tra 0,4 e 6 ng mg-1 di C. org.) sono sempre più elevati rispetto a quelli degli altri fiumi, confermando che esiste tuttora per il Toce una fonte attiva di contaminazione da DDT. Tale affermazione è sostenuta anche da una presenza significativa del composto parentale, il pp’DDT, presenza compresa tra il 35 e il 66% del totale della somma di tutti i DDT. La media dei valori osservati per il Fiume Toce per il DDT - 40 - totale è di 32 ng g-1, 3,5 volte più elevata di quella osservata nel periodo di riferimento 20062007 e identica a quella già osservata nel 2008. Margorabbia Ticino immissario 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 pp'-DDD op'-DDD pp'-DDE op'-DDE pp'-DDT op'-DDT marzo 2009 nd luglio 2009 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 ottobre 2009 pp'-DDD op'-DDD pp'-DDE op'-DDE pp'-DDT op'-DDT marzo 2009 luglio 2009 Tresa Bardello 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 pp'-DDD op'-DDD pp'-DDE op'-DDE pp'-DDT op'-DDT marzo 2009 ottobre 2009 luglio 2009 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 ottobre 2009 pp'-DDD op'-DDD pp'-DDE op'-DDE pp'-DDT op'-DDT marzo 2009 Boesio luglio 2009 ottobre 2009 Toce 50 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 pp'-DDD pp'-DDD op'-DDD pp'-DDE 40 op'-DDD pp'-DDE 30 op'-DDE op'-DDE pp'-DDT op'-DDT pp'-DDT 20 op'-DDT 10 nd 0 marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Ticino emissario 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 nd marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Fig. 5.1. Concentrazione di DDT e relativi isomeri e metaboliti (ng g-1 peso secco) nei sedimenti dei tributari. Nelle figure 5.2, 5.3 e 5.4 e nelle tabelle da 5.2 a 5.8 sono, invece, riportati i valori di PCB, PBDE e IPA per i diversi fiumi espressi sia rispetto al peso secco del campione che rispetto al contenuto di carbonio organico misurato. Per quanto concerne i PCB (Fig. 5.2), i Fiumi Bardello, Tresa e Boesio sono, come già evidenziato in passato (CIPAIS, 2007 e 2009), i fiumi caratterizzati dalle maggiori concentrazioni, mentre il Ticino immissario da quelle più contenute; queste differenze - 41 - permangono anche dopo la normalizzazione rispetto al contenuto in carbonio organico, evidenziando la possibile presenza di fonti locali di contaminazione nei bacini di questi fiumi. Il valore particolarmente elevato osservato per il Fiume Bardello nel campionamento di ottobre 2009, eseguito in condizioni di magra, risente, oltre dalla presenza di fonti locali di contaminazione, anche del regime idrologico, per cui le concentrazioni sono relativamente più elevate di quelle osservate negli altri campionamenti eseguite in condizioni di morbida; tale considerazione era già stata rilevata relativamente ai campioni raccolti nel 2008 (CIPAIS, 2009). PCBfiumi 2009 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 nd nd Ticino immissario Margorabbia Tresa marzo 2009 Bardello luglio 2009 Boesio nd Toce Ticino emissario ottobre 2009 Fig. 5.2. Concentrazioni totali di PCB (ng g-1 peso secco) nei campioni di sedimento dei tributari. Le concentrazioni misurate di PBDE (Fig. 5.3) sono circa dieci volte maggiori di quelle dei PCB per i fiumi Bardello e Boesio. Come già pubblicato in Guzzella et al. (2008) e osservato nei campioni raccolti nel 2008, questi due fiumi sono caratterizzati da una elevata contaminazione da BDE-209, il composto decabromurato principale componente della miscela Deca-BDE, la sola miscela commerciale ancora in uso in Europa. Il congenere BDE209 rappresenta il 99% del totale dei PBDE misurati. Tutti i campioni del Fiume Bardello e del Fiume Boesio risultano elevati e, non essendo stato campionato nessun fiume in regime di piena, non si è assistito all’effetto di diluizione delle concentrazioni verificatosi nel 2008. Le concentrazioni elevate osservate andrebbero spiegate attraverso un indagine territoriale sulle fonti locali di contaminazione esistenti nei bacini fluviali, al fine stabilirne le possibili cause. Principalmente si suppone che la causa principale di tale contaminazione possa essere attribuibile a scarichi di tipo industriale, come ad industrie che utilizzano materiale tessile sintetico, materiale plastico o producano cavi elettrici o altri prodotti (es. poliuretano espanso) in cui questi additivi vengono utilizzati. - 42 - PBDEfiumi 2009 140 120 100 80 60 40 20 0 nd Ticino immissario nd nd Margorabbia Tresa Bardello marzo 2009 luglio 2009 Boesio Toce Ticino emissario ottobre 2009 Fig. 5.3. Concentrazioni totali di PBDE (ng g-1 peso secco) nei campioni di sedimento dei tributari. In figura 5.4 sono, infine, riportate le concentrazione totali di IPA nei sedimenti dei tributari. Le concentrazioni più elevate si osservano nei fiumi Margorabbia, Tresa e Bardello, oltre che nel Ticino emissario, come osservato nel 2008 (CIPAIS, 2009). I risultati sono in accordo con quanto riscontrato nei sedimenti lacustri (CIPAIS, 2009) con massimi osservati nella carota 54, campionata di fronte all’immissione del Tresa e Margorabbia e nella carota 28, campionata in uscita dal Lago Maggiore. I campioni raccolti nell’ottobre 2009 in condizioni di prevalente magra, risultano anche quelli con le massime concentrazioni osservate. I composti prevalenti sono il fluorantene, il pirene e il fenantrene. Tutti composti di origine petrogenica, anche se per il fluorantene non si può escludere l’origine naturale nei sedimenti profondi. IPA fiumi 2009 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 nd nd nd 0 Ticino immissario Margorabbia Tresa marzo 2009 Bardello luglio 2009 Boesio Toce ottobre 2009 Fig. 5.4. Concentrazioni totali di IPA (ng g-1 peso secco) nei campioni di sedimento dei tributari. - 43 - Ticino emissario Tab. 5.2. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Ticino immissario (- = campionamento non previsto). Ticino immissario PCB marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,23 0,30 0,25 0,41 0,49 0,30 0,14 <0,10 <0,10 - <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,11 0,12 <0,10 0,16 0,11 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 PCB totale 2,12 - 0,50 PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 PBDE BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 BDE 209 PBDE totale IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) <0,10 0,50 0,35 0,10 <0,10 <0,10 0,16 1,10 2,21 - <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 1,90 1,90 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 4,15 5,50 2,75 0,53 1,01 3,00 - 10,70 12,50 6,40 0,80 0,80 3,60 - 44 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,015 0,009 0,020 0,010 0,017 <0,001 0,027 0,013 0,033 0,009 0,020 <0,001 0,010 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,142 - 0,041 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 0,033 <0,001 0,023 <0,001 0,007 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,011 <0,001 0,073 0,155 0,147 0,155 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,277 0,875 0,367 1,023 0,183 0,524 0,035 0,065 0,067 0,065 0,200 0,294 Tab. 5.2. Continua. Benzo[ghi]perilene 26,58 1,75 23,45 20,15 3,25 8,33 8,48 8,02 8,51 5,11 2,34 8,15 2,38 10,40 - 11,50 0,60 7,40 7,20 3,00 3,20 3,80 4,90 3,50 3,90 5,20 2,90 1,60 2,40 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 1,772 0,941 0,117 0,049 1,563 0,605 1,343 0,589 0,217 0,245 0,555 0,262 0,565 0,311 0,535 0,401 0,567 0,286 0,341 0,319 0,156 0,425 0,543 0,237 0,159 0,131 0,693 0,196 IPA totale 153,84 - 95,90 10,256 IPA Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) - 7,845 Tab. 5.3. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Margorabbia. Margorabbia PCB marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 0,10 <0,10 0,41 0,26 0,40 0,30 0,44 0,57 0,27 0,14 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,14 <0,10 0,32 0,34 0,29 0,39 0,32 0,19 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,25 0,17 0,31 0,25 0,17 <0,10 <0,10 <0,10 PCB totale 2,89 1,99 1,15 PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 - 45 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,002 0,004 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,009 0,010 <0,001 0,006 0,011 0,006 0,009 0,009 0,004 0,007 0,013 0,007 0,010 0,010 0,006 0,012 0,006 0,004 0,006 <0,001 <0,001 0,003 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,063 0,064 0,028 Tab. 5.3. Continua. PBDE BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 BDE 209 PBDE totale IPA Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) <0,10 0,73 0,95 0,24 0,2 <0,10 0,84 8,10 11,06 <0,10 1,20 1,00 0,27 <0,10 0,11 <0,10 3,26 5,84 <0,10 0,90 0,32 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 2,92 4,14 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) Benzo[ghi]perilene 3,67 4,18 2,22 0,45 1,76 2,52 19,91 1,99 21,78 18,57 4,30 10,35 12,42 10,00 10,76 7,21 3,43 12,21 4,17 15,18 10,54 10,46 6,97 1,10 1,00 2,91 26,30 1,20 13,90 12,40 3,98 5,64 5,98 4,81 5,21 4,15 5,98 3,07 1,16 5,56 13,04 11,77 4,84 0,99 4,79 5,12 58,29 14,88 118,61 92,14 54,22 43,97 37,77 37,15 16,45 41,37 22,11 22,44 8,68 27,96 IPA totale 167,08 132,32 636,58 Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene - 46 - Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 0,016 0,038 0,022 0,021 0,032 0,008 0,005 0,009 <0,001 0,004 <0,001 <0,001 <0,001 0,004 <0,001 0,018 <0,001 <0,001 0,176 0,104 0,071 0,240 0,187 0,100 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,080 0,338 0,315 0,091 0,335 0,284 0,048 0,223 0,117 0,010 0,035 0,024 0,038 0,032 0,116 0,055 0,093 0,124 0,433 0,843 1,408 0,043 0,038 0,359 0,473 0,446 2,865 0,404 0,397 2,226 0,093 0,128 1,310 0,225 0,181 1,062 0,270 0,192 0,912 0,217 0,154 0,897 0,234 0,167 0,397 0,157 0,133 0,999 0,075 0,192 0,534 0,265 0,098 0,542 0,091 0,037 0,210 0,330 0,178 0,675 3,632 4,241 15,38 Tab. 5.4. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Tresa. marzo 2009 Tresa PCB luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,46 0,55 0,60 0,90 1,31 1,54 0,74 0,25 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,37 0,51 0,24 0,87 0,76 0,56 0,29 0,12 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,42 0,70 0,30 1,24 1,12 0,87 0,38 0,15 <0,10 PCB totale 6,34 3,72 5,17 PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 PBDE BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 BDE 209 PBDE totale IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) <0,10 0,90 0,25 0,21 0,11 <0,10 0,47 7,50 9,44 <0,10 0,37 0,31 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 21,50 22,18 <0,10 0,27 0,41 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 12,90 13,58 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 3,6 4,6 2,30 0,51 1,51 3,56 7,3 7,6 5,10 0,83 1,20 2,55 31,5 27,2 12,67 6,60 5,17 9,35 - 47 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,033 0,043 0,027 0,039 0,059 0,046 0,043 0,028 0,020 0,064 0,101 0,082 0,094 0,088 0,074 0,110 0,065 0,057 0,053 0,034 0,025 0,018 0,014 0,010 <0,001 <0,001 <0,001 0,453 0,433 0,340 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 0,064 0,043 0,018 0,018 0,036 0,027 0,015 <0,001 <0,001 0,008 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,034 <0,001 <0,001 0,536 2,500 0,849 0,674 2,579 0,893 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,259 0,849 2,072 0,331 0,883 1,788 0,164 0,593 0,833 0,036 0,096 0,434 0,108 0,140 0,340 0,254 0,297 0,615 Tab. 5.4. Continua. IPA Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Benzo[ghi]perilene IPA totale Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 25,56 1,47 17,70 14,72 7,30 7,30 8,40 8,21 6,87 7,50 7,01 7,30 2,51 9,09 147,08 19,40 1,59 29,20 24,30 14,15 14,01 13,66 13,32 10,70 13,32 11,70 9,28 3,20 12,81 215,20 91,50 24,12 136,90 124,60 23,70 57,80 71,08 59,27 36,41 67,35 47,85 53,89 15,92 80,57 983,41 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 1,826 2,256 6,020 0,105 0,185 1,587 1,264 3,395 9,007 1,051 2,826 8,197 0,521 1,645 1,559 0,521 1,629 3,803 0,600 1,589 4,676 0,586 1,549 3,900 0,491 1,244 2,395 0,536 1,548 4,431 0,501 1,360 3,148 0,521 1,079 3,545 0,179 0,372 1,048 0,649 1,490 5,300 10,51 25,02 64,70 Tab. 5.5. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Bardello. Bardello PCB marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,20 <0,10 0,17 <0,10 0,10 0,25 0,12 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,17 0,18 1,64 2,11 0,87 0,66 0,33 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,12 10,13 1,45 1,99 1,13 0,78 0,24 <0,10 PCB totale 0,83 5,96 15,84 PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 - 48 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,012 <0,001 <0,001 <0,001 0,005 0,004 0,010 0,005 0,327 <0,001 0,050 0,047 0,006 0,064 0,064 0,015 0,026 0,036 0,007 0,020 0,025 <0,001 0,010 0,008 <0,001 <0,001 <0,001 0,049 0,181 0,511 Tab. 5.5. Continua. PBDE Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) BDE 209 <0,10 0,70 0,59 0,13 <0,10 <0,10 0,40 85,00 <0,10 0,84 0,72 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 118,34 <0,10 0,27 0,31 0,11 <0,10 <0,10 <0,10 76,14 PBDE totale 86,82 119,90 76,83 BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 0,041 0,025 0,009 0,035 0,022 0,010 0,008 <0,001 0,004 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,024 <0,001 <0,001 5,000 3,586 2,456 5,107 3,633 2,478 Benzo[ghi]perilene 3,6 3,8 1,7 0,5 0,83 2,82 15,47 2,60 20,13 18,17 9,33 11,63 9,90 9,60 8,81 9,43 18,34 11,07 3,57 13,35 16,6 14,7 7,7 2,5 2,18 6,46 32,83 4,82 63,70 52,41 36,68 31,04 35,31 33,67 29,03 23,67 26,66 24,78 9,43 15,70 12,4 8,4 8,0 3,1 2,86 5,72 41,88 8,43 91,34 92,76 54,56 50,60 58,04 50,21 28,62 54,55 59,88 40,20 13,54 56,67 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,213 0,502 0,400 0,224 0,444 0,271 0,097 0,234 0,258 0,028 0,074 0,099 0,049 0,066 0,092 0,166 0,196 0,185 0,910 0,995 1,351 0,153 0,146 0,272 1,184 1,930 2,947 1,069 1,588 2,992 0,549 1,112 1,760 0,684 0,940 1,632 0,582 1,070 1,872 0,565 1,020 1,620 0,518 0,880 0,923 0,555 0,717 1,760 1,079 0,808 1,931 0,651 0,751 1,297 0,210 0,286 0,437 0,785 0,476 1,828 IPA totale 174,60 469,78 741,74 10,271 IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) - 49 - 14,236 23,927 Tab. 5.6. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Boesio (- = campionamento non previsto). marzo 2009 Boesio PCB luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 0,25 <0,10 1,20 0,30 1,60 0,40 0,57 0,40 0,24 <0,10 <0,10 - <0,10 <0,10 0,14 0,21 <0,10 0,37 0,45 0,56 0,63 0,77 0,51 0,24 0,13 <0,10 PCB totale 4,96 - 4,01 PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 PBDE BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 BDE 209 PBDE totale IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) <0,10 0,65 0,86 0,17 0,17 <0,10 <0,10 112,00 113,85 - <0,10 0,86 1,14 0,22 0,16 <0,10 <0,10 89,50 91,88 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 3,97 5,11 2,90 0,52 1,15 3,35 - 10,70 12,80 11,50 2,30 4,03 7,93 - 50 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,003 0,006 0,004 <0,001 <0,001 0,030 0,008 0,008 0,009 0,040 0,011 0,010 0,013 0,014 0,016 0,010 0,010 0,006 0,005 <0,001 0,003 <0,001 <0,001 0,124 - 0,082 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 0,016 0,018 0,022 0,023 0,004 0,005 0,004 0,003 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 2,800 1,827 2,846 1,875 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,099 0,218 0,128 0,261 0,073 0,235 0,013 0,047 0,029 0,082 0,084 0,162 Tab. 5.6. Continua. Fenantrene Benzo[ghi]perilene 21,78 1,66 17,90 17,56 3,30 7,94 8,41 7,45 8,10 7,32 6,70 8,62 5,00 11,35 - 50,28 6,97 50,27 33,05 24,25 24,84 26,91 20,05 16,69 21,07 18,59 14,30 4,62 31,51 0,545 0,042 0,448 0,439 0,083 0,199 0,210 0,186 0,203 0,183 0,168 0,216 0,125 0,284 - 1,026 0,142 1,026 0,675 0,495 0,507 0,549 0,409 0,341 0,430 0,379 0,292 0,094 0,643 IPA totale 150,09 - 392,66 3,752 - 8,013 Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Tab. 5.7. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Toce. marzo 2009 Toce PCB PCB 18 luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) PCB 209 <0,10 <0,10 <0,10 0,13 <0,10 0,27 0,18 0,18 0,19 0,20 0,20 0,12 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,18 0,11 0,46 0,40 0,41 0,53 0,48 0,33 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,22 0,11 0,39 0,46 0,48 0,62 0,96 0,40 0,20 0,12 <0,10 PCB totale 1,47 2,89 3,96 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 - 51 - marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,007 0,023 0,007 <0,001 0,013 0,003 0,014 0,057 0,012 0,009 0,049 0,014 0,009 0,051 0,015 0,010 0,067 0,019 0,011 0,061 0,030 0,011 0,041 0,013 0,006 <0,001 0,006 <0,001 <0,001 0,004 <0,001 <0,001 <0,001 0,077 0,361 0,123 Tab. 5.7. Continua. PBDE Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) BDE 209 <0,10 0,24 0,31 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 4,30 <0,10 0,67 0,61 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 8,40 <0,10 0,12 0,18 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 3,60 PBDE totale 4,85 9,68 3,90 BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene Fluorene Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Benzo[ghi]perilene IPA totale Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 5,06 5,87 3,11 0,58 0,66 3,54 15,53 1,67 14,23 12,00 2,12 5,54 6,09 5,78 5,34 5,07 4,32 5,10 2,18 7,37 111,16 9,09 7,60 4,05 1,10 0,85 1,99 20,84 1,34 25,90 19,42 6,94 9,54 5,79 6,94 6,76 6,94 0,94 3,77 1,37 7,63 148,78 18,68 17,63 10,09 1,62 1,97 4,87 32,03 3,46 35,44 27,59 15,36 15,82 20,08 16,71 9,37 15,31 66,53 12,45 2,93 17,71 345,66 - 52 - Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,001 <0,001 <0,001 0,013 0,084 0,004 0,016 0,076 0,006 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,226 1,050 0,112 0,255 1,210 0,121 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,2663158 1,136 0,582 0,3089474 0,950 0,549 0,1636842 0,506 0,314 0,031 0,138 0,051 0,035 0,107 0,061 0,186 0,249 0,152 0,817 2,605 0,998 0,088 0,167 0,108 0,749 3,237 1,104 0,632 2,427 0,860 0,112 0,868 0,479 0,292 1,192 0,493 0,321 0,723 0,625 0,304 0,868 0,521 0,281 0,846 0,292 0,267 0,868 0,477 0,227 0,118 2,073 0,268 0,471 0,388 0,115 0,171 0,091 0,388 0,954 0,552 5,851 18,598 10,768 Tab. 5.8. Concentrazioni di PCB, PBDE e IPA (ng g-1 peso secco) nei sedimenti del Ticino emissario (- = campionamento non previsto). Ticino emissario PCB PCB 18 PCB 28 PCB 31 PCB 52 PCB 44 PCB 101 PCB 149 PCB 118 PCB 153 PCB 138 PCB 180 PCB 170 PCB 194 PCB 209 PCB totale PBDE BDE 28 BDE 47 BDE 99 BDE 100 BDE 153 BDE 154 BDE 183 BDE 209 PBDE totale IPA Naftalene 2-Metilnaftalene 1-Metilnaftalene Acenaftilene Acenaftene marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,12 <0,10 0,15 <0,10 <0,10 0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,37 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,0016667 <0,001 0,0020833 <0,001 <0,001 0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,005 - <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 0,26 <0,10 0,15 0,87 0,45 0,56 <0,10 <0,10 <0,10 2,29 - <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 0,007 <0,001 0,004 0,022 0,012 0,014 <0,001 <0,001 <0,001 0,059 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) <0,10 0,50 0,35 <0,10 <0,10 <0,10 0,16 13,30 14,31 <0,001 0,007 0,005 <0,001 <0,001 <0,001 0,002 0,185 0,199 - <0,10 0,37 0,39 0,11 <0,10 <0,10 <0,10 17,40 18,27 Concentrazioni riferite al peso secco di sedimento (ng g-1) 3,12 3,67 2,06 0,88 1,10 - 25,32 25,56 13,32 6,96 2,11 - 53 - - <0,001 0,009 0,010 0,003 <0,001 <0,001 <0,001 0,446 0,468 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di carbonio organico (ng mg-1) 0,043 0,051 0,029 0,012 0,015 - 0,649 0,655 0,342 0,178 0,054 Tab. 5.8. Continua. Fluorene Fenantrene Antracene Fluorantene Pirene Benzo[a]antracene Crisene Benzo[b]fluorantene Benzo[k+j]fluorantene Benzo[e]pirene Benzo[a]pirene Perilene Indeno[1,2,3-cd]pirene Dibenzo[a,h]antracene Benzo[ghi]perilene IPA totale 3,80 27,40 3,07 37,27 34,27 18,74 23,54 28,63 22,60 23,58 19,84 13,53 25,00 9,80 35,44 337,34 - 7,02 64,30 9,09 208,38 177,62 110,34 135,65 161,54 128,66 81,68 113,31 80,48 91,49 38,15 149,12 1630,06 0,053 0,381 0,043 0,518 0,476 0,260 0,327 0,398 0,314 0,328 0,276 0,188 0,347 0,136 0,492 4,685 - 0,180 1,649 0,233 5,343 4,554 2,829 3,478 4,142 3,299 2,094 2,905 2,063 2,346 0,978 3,824 41,797 Per valutare la qualità dei sedimenti in ecosistemi d’acqua dolce e marina, negli Stati Uniti sono stati applicati valori guida (SQG: Sediment Quality Guidelines) per la stima delle concentrazioni ad effetto tossico di alcuni inquinanti prioritari. Tali valori permettono di definire la qualità dei sedimenti e di stimarne il rischio ecologico (MacDonald et al., 2000). MacDonald et al. (2000) hanno effettuato la stima degli effetti tossici sulla base del valore di PEC (Probable Effect Concentration) o concentrazione al di sopra della quale è probabile avere effetti tossici sulla fauna macrobentonica di fondo. I valori di PEC vengono superati secondo MacDonald et al. (2000) soltanto per il Fiume Toce da op’+pp’DDD, op’+pp’DDE, op’+pp’DDT. Long et al. (2006) propongono, inoltre, l’applicazione della media dei quozienti PEC, ottenuti per più sostanze, allo scopo di definire la tossicità di miscele di contaminanti contenute nel sedimento. Utilizzando questo metodo di valutazione, i campioni di sedimento sono da considerarsi non tossici se il valore di PEC-Q medio è inferiore a 0,1, mentre per valori di PEC-Q 0,5 il rischio di tossicità diventa elevato. Il valore di PEC-Q (Probable Effect Concentration Quotient) per questo gruppo di composti organici non supera mai la soglia di 0,1, ma per il Fiume Toce si attesta mediamente ad un valore di 0,07. Le concentrazioni osservate nel Toce sono quindi da considerarsi, relativamente a questi composti, debolmente tossiche per il macrobenthos acquatico. - 54 - Misura delle concentrazioni di mercurio e di altri elementi in traccia (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese) Le determinazioni del mercurio e di altri metalli in traccia (As, Cd, Cu, Ni, Pb) sono state effettuate sui medesimi campioni prelevati per l’analisi del DDT, dei suoi metaboliti e di altri microinquinanti organici. La misura del mercurio è stata effettuata direttamente su aliquote di campioni solidi (precedentemente liofilizzate e omogeneizzate tramite micromulino a biglie) utilizzando lo strumento AMA254 (Automated Mercury Analyzer, FKV, Bergamo). Per la determinazione di As, Cd, Cu, Ni e Pb, aliquote dei medesimi campioni sono state attaccate con una miscela di 3 mL di HNO3 concentrato ad elevata purezza più 1 mL di acqua ultrapura in crogioli di Teflon e mineralizzate in un forno a microonde da laboratorio (Milestone). Al termine della mineralizzazione, le soluzioni risultanti sono state diluite a 25 mL con acqua ultrapura e conservate al buio a 4 °C fino al momento dell’analisi. Arsenico, Cd, Cu, Ne e Pb sono stati quantificati tramite spettroscopia di assorbimento atomico con fornetto di grafite (GFAAS) nei campioni del marzo 2009; mentre ci si è avvalsi della collaborazione dell’IRSA di Roma (Sig. Domenico Mastroianni) per le analisi tramite ICP-MS sui campioni di luglio e ottobre. L’accuratezza delle misure è stata verificata utilizzando vari materiali di riferimento (BCR 280, GBW9/6 e S7) e le concentrazioni misurate analiticamente si sono generalmente collocate tra l’80 e il 100 % dei valori certificati per tutti gli elementi considerati. Il paragone tra le concentrazioni misurate nei sedimenti del Ticino immissario e del Ticino emissario per i periodi marzo 2009 e ottobre 2009 (Tab. 5.9) mostra due situazioni contrastanti. Nel marzo 2009, le concentrazioni degli elementi sono molto simili tra i due siti con la sola e importante eccezione del mercurio che mostra un aumento di ben 27 volte nei sedimenti del Ticino emissario rispetto all’immissario. Nell’ottobre 2009, netti incrementi di concentrazione tra i due siti si osservano invece anche per Cd (aumento di circa 12 volte), Pb e Cu (circa 4 volte), oltre che per Hg (circa 7 volte). Questo confronto conferma la costante presenza di fonti antropiche di mercurio nel Lago Maggiore, nonché una sua esportazione a valle della cuvetta lacustre. Nel caso di Cd, Pb e Cu, la situazione dell’ottobre 2009 conferma le osservazioni dell’anno precedente. D’altra parte, l’assenza di una maggiore concentrazione di elementi in traccia nei sedimenti del Ticino emissario nel marzo 2009 non può essere spiegata da situazioni particolari di regime idrologico o dalla variabilità del contenuto di carbonio organico dei sedimenti (Tab. 5.1) e deriva, con buona probabilità, da una combinazione di fattori limnologici e biogeochimici, la cui indagine esula dallo scopo della presente attività. Infine, analogamente a quanto riportato per l’anno 2008, non si osservano incrementi marcati di As e Ni tra i sedimenti del Ticino immissario ed emissario. Il quadro d’insieme delle contaminazione da elementi in traccia negli altri tributari esaminati (Tresa, Margorabbia, Bardello, Boesio e Toce) presenta moderate variazioni (aumenti di circa 1,5 – 3 volte rispetto al valore più basso) delle concentrazioni di Cd, Cu, Ni e Pb tra i siti esaminati e, con poche eccezioni (per esempio il Cd nel Bardello) una variabilità stagionale molto contenuta (Tab. 5.9). Diversa, invece, la situazione per l’arsenico le cui concentrazioni variano di circa 8 – 10 volte con i valori più bassi e più alti rispettivamente nei sedimenti del Bardello/Boesio e Tresa/Toce. Le concentrazioni del mercurio nei sedimenti del Fiume Toce, nel cui bacino sono localizzate fonti antropiche di mercurio, mostrano una variabilità piuttosto contenuta con un minimo di 0,084 mg kg-1 nell’ottobre 2009 e un massimo di poco inferiore a 0,25 mg kg-1 nel marzo dello stesso anno (Tab. 5.9). Questi livelli sono più bassi di quelli osservati nel 2008 (0,127 – 0,949 mg kg-1) a causa delle differenze nel regime idrologico del fiume nei due periodi considerati. Nel 2009, i campionamenti sono, infatti, stati condotti in condizioni di - 55 - morbida, mentre i prelievi del luglio e ottobre 2008 sono avvenuti durante delle piene. Sebbene gli eventi di piena tendano normalmente a ridurre la contaminazione dei sedimenti (Droppo & Jaskot, 1995; Vignati et al., 2003), il loro ruolo nel mobilizzare materiali sedimentario contaminato da mercurio (nonché da inquinanti organici) dal Bacino del Toce è stato ampiamente documentato nei precedenti rapporti. E’ evidente che, in presenza di aree contaminate nel bacino di un fiume, la rimobilizzazione degli inquinanti può compensare o superare il normale effetto di diluizione provocato della piene. Per gli altri tributari studiati, i livelli di mercurio si mantengono decisamente su valori di fondo e, senza significative variazioni stagionali, nei sedimenti del Ticino immissario. Nel Tresa e nel Margorabbia, le concentrazioni di Hg si attestano su valori leggermente superiori a quelli di fondo e mostrano piccole fluttuazioni stagionali in funzione del regime idrologico (Tab. 5.1 e 5.9). Tuttavia, le piene del marzo e luglio 2009 osservate per questi tributari (Tab. 5.1), pur determinando una diminuzione delle concentrazioni di mercurio nel Tresa, hanno aumentato i livelli di mercurio nel Margorabbia. Analogamente a quanto discusso per il Toce, le piene sembrano causare una diluzione di Hg antropico nei sedimenti del Tresa, mentre nel caso del Margorabbia pare avvenga una mobilizzazione di materiale leggermente più ricco in mercurio che ha, con buona probabilità, origine geologica. Più elevati, infine, i livelli di Hg nel Bardello e nel Boesio dove le concentrazioni di questo elemento sono, almeno in certi periodi, simili a quelle del Ticino emissario e del Toce; cioè indicative di apporti antropici di mercurio anche in questi bacini. Tab. 5.9. Concentrazioni dei metalli in traccia (mg kg-1 peso secco) nei sedimenti dei tributari (- = campionamento non previsto). Hg As Cd Pb Ni Cu Ticino Immissario marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 0,019 0,015 40,5 31,5 0,351 0,341 18,7 15,8 37,3 23,8 46,8 38,2 marzo 2009 0,051 41,7 0,265 40,6 24,0 43,7 Tresa luglio 2009 0,040 49,1 0,292 42,3 20,1 28,1 ottobre 2009 0,121 13,3 0,453 24,2 38,7 56,4 marzo 2009 0,124 12,6 0,358 45,6 24,2 48,1 Hg As Cd Pb Ni Cu marzo 2009 0,185 7,0 0,231 25,6 19,7 41,7 Bardello luglio 2009 0,358 5,1 0,773 45,3 30,5 68,5 marzo 2009 0,124 5,4 0,316 45,5 34,9 66,8 Boesio luglio 2009 - ottobre 2009 0,229 4,4 0,287 72,4 22,4 88,0 marzo 2009 0,248 27,0 0,414 28,6 50,9 71,9 Hg As Cd Pb Ni Cu Ticino Emissario marzo luglio ottobre 2009 2009 2009 0,502 0,111 26,4 10,3 0,339 4,13 19,0 66,8 36,1 30,0 47,6 181 ottobre 2009 0,398 4,7 0,345 44,2 29,2 67,3 - 56 - Margorabbia luglio ottobre 2009 2009 0,125 0,062 10,2 11,4 0,325 0,532 47,3 53,8 24,8 25,3 31,4 33,1 Toce luglio 2009 0,107 10,7 0,521 27,4 31,3 28,5 ottobre 2009 0,084 33,7 0,356 56,1 28,3 52,1 Al fine di valutare l’effettivo rischio della contaminazione da metalli nei sedimenti dei tributari studiati, sono stati calcolati, come per l’anno 2008 e per tutti i sedimenti analizzati, i Probable Effect Concentration Quotients (PEC-Q) (Long et al., 2006). In pratica, per un dato sito, le concentrazioni di ciascun elemento sono divise per il corrispondente criterio di qualità (si vedano i riferimenti bibliografici in Long et al., 2006). I valori così ottenuti per ogni elemento sono quindi sommati tra di loro e la sommatoria risultante è divisa a sua volta per il numero di elementi misurati. In formule si ottiene: n PEC Q Mei CB PEC i 1 n i (1) dove Mei è la concentrazione misurata nel sedimento per un dato elemento, CB-PECi è il corrispondente criterio di qualità ed n è il numero degli elementi inclusi nella sommatoria. I PEC per gli elementi esaminati sono i seguenti (in mg kg-1 peso secco): Hg = 1,06; As = 33; Cd = 4,98; Pb = 128; Ni = 48,6; Cu = 149. Il valore di PEC per il nichel deve essere interpretato con una certa cautela poiché, lungo l’arco alpino, i livelli di fondo del Ni possono essere naturalmente più elevati a causa della presenza di rocce mafiche ed ultramafiche che hanno un alto contenuto di questo elemento (Amorosi et al., 2002). All’opposto, la presenza di numerose industrie galvaniche e di lavorazione del metalli nel bacino del fiume Strona (un affluente del Toce) potrebbe a sua volta costituire un’importante fonte di contaminazione antropica. Discorso analogo per l’arsenico, presente naturalmente in alcune rocce del Bacino del Lago Maggiore (ne siano prova i livelli vicini o superiori al PEC nel Ticino immissario), ma anche utilizzato per lungo tempo nello stabilimento di Pieve Vergonte (produzione di acido solforico tramite calcinazione di pirite arsenicate)1 e quindi con una marcata componente antropica nel Bacino di Pallanza e nella parte meridionale dei bacino. Applicando l’approccio PEC-Q ai dati disponibili per i sedimenti dei tributari per l’anno 2009, si ottengono valori compresi tra circa 0,2 e 0,6 unità (Fig. 5.1). Rispetto al 2008 (CIPAIS, 2009), il valore soglia di 0,5 (corrispondente ad una probabilità di tossicità tra il 15 e il 40% per Hyalella azteca e di circa il 15% per Chironomus dilutus in test di laboratorio) è superato solo per il campione del Ticino emissario dell’ottobre 2009. Rimangono tuttavia abbastanza frequenti superamenti della soglia di 0,34 (Fig. 5.1); al di sopra della quale sono attesi effetti sulla struttura della comunità bentonica. L’inclusione del nichel nel calcolo del PEC-Q non altera in modo evidente il quadro ottenuto sulla base di As, Cd, Cu, Pb e Hg, con differenze nei valori di PEC che non superano il 10 % dei valori riportati in figura 5.5. Tra le considerazioni già espresse nel precedente rapporto (CIPAIS, 2009), si ricorda che alcune specie bentoniche potrebbero risentire degli effetti negativi della contaminazione da metalli a livelli di molto inferiori rispetto ai valori guida più comunemente utilizzati (Hewitt et al., 2009). Inoltre, è opportuno ricordare che nel caso del mercurio l’approccio PEC-Q non è adeguato alla valutazione dei rischi potenziali dovuti alla biomagnificazione di questo elemento lungo la catena trofica. 1 Si ringrazia l’Ing. Amelia Alberti per i commenti forniti a valle del rapporto per l’anno 2008 su questo importante aspetto. - 57 - PEC-Q (unità arbitrarie) 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 Ticino Imm. Boesio Mar 09 Tresa Lug 09 Margo. Ott 09 Ticino Em. Tox. 15 Toce Bardello Tox. Bent. Fig. 5.5 Valori dei Probable Effect Concentration Quotients (PEC-Q) calcolati per i sedimenti dei tributari del Lago Maggiore nei diversi periodi di campionamento. I valori di PEC-Q sono stati calcolati, prendendo in considerazione le concentrazioni di As, Cd, Cu, Hg e Pb. Il nichel non è stato considerato poiché presenta molte anomalie geologiche nella zona delle Alpi (Amorosi et al., 2002; testo del presente rapporto). ‘Tox. 15’ indica il valore di PEC-Q per il quale un sedimento ha tra il 15 e il 40% di probabilità di essere tossico per H. azteca o C. dilutus in test di laboratorio. ‘Tox. Bent.’ indica il valore di PEC-Q al di sopra del quale sono attesi effetti negativi della contaminazioni dei sedimenti sul numero totale o sulla diversità degli organismi bentonici residenti. Margo = Margorabbia; Ticino Imm. = Ticino immissario; Ticino Em. = Ticino emissario. Bibliografia Alaee, M., P. Arias, A. Sjödin & Å. Bergman. 2003. An overview of commercially used brominated flame retardants, their applications, their use patterns in different countries/regions and possible modes of release. Environment International, 29: 683–689. Amorosi, A., M.C. 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Biomonitoraggio dei molluschi nel Lago Maggiore mediante l’analisi di un organismo indicatore (Dreissena polymorpha, mollusco bivalve) Composti organoclorurati (Andrea Binelli, Marco Parolini) Campionamento e determinazione analitica Con l’ausilio di un sommozzatore si sono prelevati in ciascuna delle otto diverse stazioni centinaia di esemplari di Dreissena polymorpha (mollusco bivalve), ad una profondità di 5-6 m per entrambi i periodi di campionamento (maggio e settembre 2009). Il campionamento è stato effettuato nell’arco di una sola giornata per evitare che condizioni meteorologiche o fisiologiche del bivalve potessero modificare il processo di bioaccumulo ed il successivo confronto tra i risultati. I bivalvi sono stati separati dalle rocce alle quali si trovavano adesi, lavati con acqua di lago, avvolti in carta stagnola e trasferiti in laboratorio, all’interno di borse refrigerate, dove sono stati posti in congelatore a -20 °C fino al momento delle analisi. Gli otto siti di campionamento (Fig. 6.1.1) per la valutazione dello stato di contaminazione del bacino lacustre sono stati scelti per coprire il più uniformemente possibile il perimetro del lago, con particolare riguardo al Bacino di Pallanza e zone limitrofe, ritenuta ancora oggi un’area a forte rischio ambientale. Area settentrionale: Brissago Centro: Pallanza (Villa Taranto), Luino, Laveno Bacino di Pallanza: Baveno, Suna Area meridionale: Brebbia, Ranco I composti prioritari analizzati sono stati: il pp’DDT e i cinque rispettivi composti omologhi, 14 policlorobifenili (PCB), 18 idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l’esaclorobenzene (HCB), il lindano (-HCH) con i rispettivi 3 isomeri (), oltre a due composti organofosforati: il chlorpyrifos con il suo metabolita chlorpyrifos-oxon ed il carbaryl, per un totale di 46 composti. Il campione è stato pesato, liofilizzato ed estratto mediante solventi per ottenere la frazione lipidica contenente i campioni in esame. Dopo una digestione acida ed un’opportuna purificazione su colonna si è proceduto all’analisi gas-cromatografica mediante spettrometria di massa (GC-MS/MS). L’analisi dei campioni di D. polymorpha è stata intervallata dall’analisi di campioni di bianco (uno ogni quattro campioni). Nei bianchi sono state rilevate solamente tracce di tre degli IPA più volatili (naftalene, 1-metilnaftalene e 2-metilnaftalene); per tale ragione, ai campioni sono sempre state sottratte le concentrazioni di questi 3 composti. Sia ai campioni biologici che ai bianchi è stato iniettato prima dell’estrazione uno standard interno a concentrazione nota, il DDE D8 (pp’DDE D8), al fine di monitorare eventuali perdite dovute ad errori metodologici. Sono stati accettati i campioni che mostravano un recupero superiore all’80%. I limiti di rilevabilità (LOD) e di quantificazione (LOQ) sono stati stimati in base al rapporto segnale/rumore (3:1) per ogni composto analizzato. Tutti i campioni sono stati estratti in triplo, effettuando poi due distinte iniezioni per ciascuno di essi. I risultati verranno, dunque, mostrati come media delle tre repliche. - 60 - Fig. 6.1.1. Il Lago Maggiore ed i siti di campionamento. Campagna primaverile (maggio 2009) In tabella 6.1.1 sono riportati alcune caratteristiche morfo-fisiologiche degli esemplari di D. polymorpha campionati durante la campagna primaverile 2009. Le lunghezze della conchiglia degli esemplari scelti per le analisi sono molto simili (1,90 ± 0,13 cm), in quanto è necessario che tutti gli organismi appartengano alla stessa classe di età, di modo che tutti gli organismi posseggano più o meno la stessa velocità di bioaccumulo dei composti di sintesi. Gli alti valori della percentuale lipidica indicano, inoltre, come i bivalvi fossero in periodo pre-riproduttivo. La percentuale lipidica più elevata è stata registrata nei molluschi prelevati a Ranco (15,2 ±0,4 %), mentre quella più bassa è stata riscontrata in quelli prelevati a Laveno (10,8 ±0,3 %). Considerata la discreta variabilità rilevata tra i vari campioni rispetto a quest’ultimo parametro, i risultati ottenuti dalle analisi strumentali sono stati normalizzati sulla frazione lipidica, al fine di consentire un confronto diretto tra le diverse stazioni. Tab. 6.1.1. Parametri morfo-fisiologici degli esemplari di D. polymorpha campionati a maggio 2009. Stazione di campionamento Brissago Luino Pallanza (V. Taranto) Suna Baveno Laveno Brebbia Ranco Lunghezza media dei bivalvi (cm ± d.s.) 1,9 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,8 ± 0,2 1,8 ± 0,2 1,8 ± 0,2 2,2 ± 0,2 2,0 ± 0,2 - 61 - Peso lipidico (g) Frazione lipidica (% su peso secco) 0,228 ± 0,006 0,207 ± 0,012 0,198 ± 0,046 0,183 ± 0,081 0,185 ± 0,002 0,163 ± 0,004 0,227 ± 0,043 0,229 ± 0,006 15,1 ± 0,4 13,7 ± 0,7 13,3 ± 0,6 12,1 ± 0,1 12,3 ± 0,2 10,8 ± 0,3 14,8 ± 0,4 15,2 ± 0,4 Contaminazione da DDT ng g-1 lipidi In figura 6.1.2 sono rappresentati i livelli relativi per ciascun composto analizzato in ognuno degli 8 siti di prelievo. Il valore più elevato della somma dei DDT totali è stato registrato nella stazione di Baveno, la cui contaminazione differisce in maniera significativa (Kruskal-Wallis test, p<0,05) da quella di tutti gli altri siti, ad eccezione di Suna. Il sito meno compromesso invece, è risultato essere Brebbia, con un valore medio circa otto volte inferiore rispetto a quello registrato a Baveno. Gli isomeri maggiormente rilevati in tutte le stazioni sono i pp’-sostituiti, mentre gli op’- sono meno rappresentati, anche se sempre presenti in tutti i campioni. Questa situazione è determinata dalla modalità con cui avviene la produzione del pp’DDT, che prevede la formazione anche di un 15-25% dell’isomero op’DDT, che non possiede proprietà insetticide e che in natura viene proporzionalmente trasformato nei rispettivi metaboliti (op’DDD e op’DDE). Il pp’DDE, la cui concentrazione maggiore è stata misurata a Suna, è l’omologo preponderante nella maggior parte dei siti e rappresenta mediamente il 34% (range19-52%) della contaminazione totale, seguito dal pp’DDT (21%; 9-31%) e dal pp’DDD (18%, 7-29%). Di particolare interesse è la situazione rilevata a Baveno, dove non solo il livello totale di DDT è nettamente superiore a quello delle altre stazioni (in media di circa 3 volte), ma dove risulta profondamente differente anche il pattern di contaminazione (Fig. 6.1.2). In questo sito, infatti, il pp’DDT è addirittura il composto più rappresentativo, seguito dall’op’DDT, la cui somma ammonta a circa il 52% dei DDT totali. La causa di questo valore così elevato registrato a Baveno e, soprattutto, la presenza come contaminante principale del pp’DDT è da ricercarsi in un nuovo sversamento del composto parentale avvenuto nel periodo precedente a causa delle attività di bonifica nel sito industriale di Pieve Vergonte. * * * * * * Fig. 6.1.2. Concentrazioni relative dei diversi composti omologhi del pp’DDT in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento. Campionamento primaverile. Il livello della somma dei DDT a Baveno risulta statisticamente (Kruskal-Wallis test, *p<0,05) diverso da tutti gli altri siti, ad eccezione di Suna. - 62 - Tale situazione viene anche confermata dall’analisi dei diversi rapporti isomerici, come evidenziato in tabella 6.1.2. Il rapporto tra le concentrazioni di pp’DDT e pp’DDE, infatti, è un utile indicatore sia per avere informazioni sulle trasformazioni del composto parentale, sia per poter valutare la datazione della contaminazione in quanto, se tale rapporto isomerico supera il valore soglia di 0,33, è segno di una contaminazione recente. Nel presente studio le stazioni di Luino e Suna superano di poco questo valore limite, mentre per quanto riguarda la stazione di Baveno il valore calcolato (1,58) conferma pienamente quanto affermato in precedenza in merito alla recente immissione di composto parentale nelle acque del Verbano. Queste considerazioni sono inoltre confermate anche dall’utilizzo di altri rapporti isomerici. Anche il rapporto tra DDE+DDD e ΣDDT (se <0,5 indica una contaminazione recente) conferma che il Bacino di Pallanza è tornato ad essere un’area a rischio ambientale, diversamente da quanto accade negli altri siti, dove i valori di tale rapporto isomerico sono la prova di una contaminazione ormai datata, la cui fonte è probabilmente da ricercarsi nel rilascio dei metaboliti da parte dei sedimenti lacustri, nell’invecchiamento della contaminazione già presente nel bacino e anche nel metabolismo dei diversi organismi acquatici, che sono in grado di trasformare efficacemente il composto parentale in pp’DDE. Infine, il rapporto pp'DDE/pp'DDD permette di valutare se la degradazione del pp’DDT avviene in ambiente aerobio o anaerobio: se il valore è >1 il contributo della degradazione aerobica è maggiore rispetto a quello della degradazione anaerobica. I valori ottenuti in questo lavoro (1,48-2,49) testimoniano l’evoluzione della contaminazione soprattutto attraverso una degradazione del composto parentale di tipo aerobio. La formazione di pp'DDE e pp'DDD ha, infatti, velocità e modalità differenti a seconda che la molecola si trovi segregata nel terreno o in ambiente acquatico, dove le trasformazioni avvengono più rapidamente, seppur sempre con tempi estremamente lunghi (CIPAIS, 2004). Tab. 6.1.2. Rapporti isomerici in D. polymorpha per la valutazione dello stato di contaminazione del Verbano. In rosso sono segnalati i rapporti che superano i rispettivi valori-soglia. Campionamento primaverile. Sito di campionamento pp'DDT/pp'DDE DDE+DDD/ΣDDT pp'DDE/pp'DDD Brissago 0,18 0,88 1,80 Luino 0,35 0,79 2,42 Pallanza (V.Taranto) 0,30 0,79 1,68 Laveno 0,27 0,78 2,33 Baveno 1,58 0,44 1,48 Suna 0,53 0,64 2,49 Brebbia 0,30 0,80 1,92 Ranco 0,31 0,80 1,68 L’analisi dei dati ottenuti mette, quindi, in evidenza una contaminazione da DDT datata e pressoché omogenea in tutto il bacino lacustre, ad eccezione di Baveno. Tale andamento è confermato anche dall’analisi della contaminazione effettuata suddividendo il Verbano in quattro ipotetiche aree geografiche, laddove il Bacino di Pallanza mostra concentrazioni medie quasi quattro volte più elevate e che differiscono in maniera significativa (p<0,05) rispetto alle altre zone (Fig. 6.1.3). Nonostante il Bacino di Pallanza risulti essere la zona più inquinata, i valori misurati nel resto del lago sono comunque preoccupanti, poiché sono ben più elevati rispetto a quelli considerati di background rilevati negli altri laghi subalpini italiani (Binelli & Provini, 2003). - 63 - ng g-1 lipidi 4000 * 3000 2000 1000 0 Nord Centro Bacino Sud Fig. 6.1.3. Distribuzione della contaminazione da pp’DDT e relativi omologhi in D. polymorpha nelle quattro aree geografiche. (Kruskal-Wallis test, *p<0,05). Campionamento primaverile. ng g-1 lipidi Confrontando i risultati ottenuti nella presente campagna di monitoraggio con la serie storica decennale disponibile per i siti di Baveno e Pallanza-Villa Taranto è possibile descrivere la cronistoria della contaminazione del Verbano causata dal DDT (Fig. 6.1.4). Mentre, il valore di DDT totali registrato a Pallanza continua l’andamento altalenante osservato in tutto il periodo di monitoraggio, l’anno 2009 ha mostrato un netto aumento delle concentrazioni di DDT totali a Baveno, con valori che superano addirittura quelli registrati nel 1996, anno di chiusura dell’impianto di Pieve Vergonte e di inizio del progetto di monitoraggio, e molto vicini a quelli del 2001-2002, anni successivi all’alluvione dell’ottobre 2000. Fig. 6.1.4. Andamento della contaminazione da DDT totali in D. polymorpha nel Lago Maggiore dal 1996 al 2009 nelle stazioni storiche di Baveno e Pallanza-VillaTaranto. Campionamento primaverile. - 64 - Tali disomogeneità non sono imputabili a differenze fisiologiche, né al ciclo riproduttivo dell’animale, in quanto il campionamento è avvenuto sempre nello stesso periodo dell’anno fin dal 1996. Questa recente e preoccupante evidenza mostra, invece, recenti immissioni di pp’DDT nel Bacino del Verbano, le cui fonti potrebbero essere individuate nelle attività di bonifica nel sito industriale di Pieve Vergonte. A tale riguardo, risulta essere di particolare interesse il confronto tra le percentuali medie dei diversi composti omologhi che compongono il pattern del sito di Baveno degli ultimi due anni (Fig. 6.1.5): se nel 2008 il pp’DDE era l’omologo dominante (58%), nel maggio 2009 esso rappresenta solo il 19% dell’impronta di contaminazione. La modificazione del pattern è dovuta esclusivamente al cospicuo aumento del composto parentale pp’DDT (31%) e del suo isomero op’DDT (26%), in quanto le percentuali degli altri omologhi sono rimaste pressoché invariate. Questa trasformazione è stata inoltre confermata sia dal nuovo ritrovamento di pp’DDT nei sedimenti del Fiume Toce, sia da quella di campioni d’acqua prelevati nel medesimo fiume, in cui sono state misurate concentrazioni del composto parentale superiori al limite di rilevabilità analitica. Fig. 6.1.5. Confronto biennale della composizione media del pattern di contaminazione da pp’DDT e relativi omologhi in D. polymorpha della stazione di Baveno. Campionamento primaverile. Contaminazione da PCB I dati mostrati in figura 6.1.6 mettono in luce concentrazioni totali di PCB abbastanza uniformi tra gli otto siti di campionamento, tra cui non sono state rilevate differenze statisticamente significative (p>0,05). La stazione più inquinata risulta essere Brebbia, con un livello di contaminazione quasi doppio rispetto al minimo registrato nel sito di Ranco, probabilmente dovuto ad apporti diretti del Fiume Bardello, che sfocia a lago nelle vicinanze del primo sito. Si può comunque notare un’estrema omogeneità della contaminazione da PCB all’interno della cuvetta lacustre, confermata anche dall’analisi delle concentrazioni medie di ciascuna delle quattro zone in cui è idealmente suddivisa, tra cui non sono state evidenziate differenze statisticamente significative (p>0,05). All’interno del pattern di contaminazione, il congenere più rappresentato è il CB-153, con una percentuale media del 26%, seguito dal CB138 (20%) e dai CB-170 e CB-118 (10%). - 65 - 700 600 ngng/g g-1 lip. lipidi 500 400 300 200 100 0 Brissago Luino Villa Taranto Laveno Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.6. Concentrazione dei PCB totali in D. polymorpha otto stazioni di campionamento nel maggio 2009. Utilizzando come criterio di analisi il grado di clorurazione di questi composti, è evidente che gli esa-clorosostituiti sono i più rappresentativi del pattern (Fig. 6.1.7), con una percentuale media del 79%, seguiti dagli otta- (15%). Le modeste concentrazioni dei tri- e tetra-CB (1% e 3% rispettivamente) sono probabilmente dovute all’elevata volatilità di questi composti e ad un log Kow inferiore (coefficiente di ripartizione tra organismo e acqua), mentre le basse percentuali (2%) di nona-clorosostituiti sono motivate dalla scarsa biodisponibilità di questi congeneri e dall’elevato ingombro sterico che ne diminuisce il bioaccumulo. nona2% otta15% tri1% tetra3% esa79% Fig. 6.1.7. Percentuali medie dei diversi congeneri dei PCB in D. polymorpha raggruppati secondo il grado di clorurazione. Campionamento primaverile. - 66 - ng g-1 lipide Confrontando i dati attuali con quelli ottenuti l’anno precedente nelle stesse stazioni e nello stesso periodo di campionamento (Fig. 6.1.8), si può notare come i livelli di PCB misurati siano perfettamente sovrapponibili, indicando una sostanziale stabilità di tale contaminazione, confermata anche dall’analisi statistica (Mann-Whitney U test, p>0,05) che non ha evidenziato differenze significative. Inoltre, si può osservare che anche il pattern di contaminazione è rimasto pressoché invariato, indice del fatto che non vi sono state nuove immissioni di PCB nella cuvetta lacustre. Questo dato così omogeneo rappresenta una sorta di “controllo” nei confronti dei risultati ottenuti per il pp’DDT e relativi composti omologhi, in quanto mette in evidenza come solamente tali contaminanti siano in realtà aumentati, mentre i PCB sono risultati complessivamente omogenei oramai da parecchi anni. Contrariamente a quanto precedentemente accennato per i DDT, i livelli di PCB riscontrati nel Lago Maggiore sono paragonabili a quelli misurati in altri laghi subalpini italiani (Riva et al., 2008) e notevolmente inferiori a quelli di alcuni laghi europei (Covaci et al., 2006; Voets et al., 2006) e nordamericani (Cope et al., 1999). Si tratta di valori che non dovrebbero rappresentare un pericolo né per la biocenosi né per l’uomo, anche se bisogna comunque ricordare che i PCB sono stati classificati dalla IARC come probabili cancerogeni e che nella miscela da noi misurata sono presenti almeno tre congeneri diossina- simili, il CB-170, il CB-118 e il CB180, rilevati con percentuali medie comprese tra il 5% ed il 10% dei PCB totali. Tenendo conto dell’estrema omogeneità dei dati ottenuti per i PCB negli ultimi anni, è possibile ipotizzare che non esistano più delle sorgenti puntiformi di tali contaminanti nel bacino lacustre e che, probabilmente, i livelli ormai consolidati di background derivino esclusivamente da sorgenti diffuse o da un debole rilascio da parte dei sedimenti, oltre che dal rimescolamento delle acque lacustri che avviene nel tardo inverno di ogni anno, anche se con modalità differenti. Fig. 6.1.8. Concentrazioni relative agli anni 2008-2009 dei diversi congeneri dei PCB in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento. Campionamento primaverile. - 67 - Contaminazione da IPA Uno studio condotto da Roper et al. (1997) ha dimostrato che Dreissena polymorpha è un ottimo organismo-sentinella per il biomonitoraggio degli IPA, essendo in grado di bioaccumulare questi composti nei suoi tessuti lipidici, al contrario di quanto accade negli organismi vertebrati che li biotrasformano in altri metaboliti generalmente più tossici attraverso il sistema delle mono-ossigenasi a funzione mista (MFO). La tabella 6.1.3 evidenzia una sostanziale omogeneità in tutta la cuvetta lacustre per quanto riguarda l’inquinamento da IPA, non mostrando differenze statisticamente significative né tra le varie stazioni (p>0,05) né tra le quattro aree geografiche (p>0,05). Il sito più contaminato è Suna, che ha mostrato livelli di idrocarburi aromatici che si discostano di solo il 17% rispetto a quelli rilevati nel sito meno compromesso di Ranco. In quasi tutti i campioni, il composto preponderante è il benzo(α)antracene (23%), seguito dal crisene (11%) e dal fenantrene (10%). Inoltre, sono state individuate discrete concentrazioni di naftalene (8%) in tutte le stazioni. Tab. 6.1.3. Concentrazioni medie (± dev. std.) degli IPA (2 e 3 anelli; 4 anelli; 5 anelli; 6 anelli) (ng g-1 lip.) in D. polymorpha negli otto siti di campionamento e suddivisione in quattro zone geografiche. In rosso sono segnalati i valori del rapporto LMW/HMW che superano il valore soglia. Campionamento primaverile. Brissago Luino Villa Taranto Laveno Baveno Suna Brebbia Ranco Naft 8,21±6,81 9,89±2,99 10,16±7,22 24,42±10,58 12,60±0,37 37,05±33,89 12,44±4,97 9,69±2,58 2-Metil 4,70±6,94 3,12±6,94 2,09±3,05 11,25±10,27 3,24±4,48 15,39±14,42 1,75±0,48 1,19±1,41 1-Metil 6,73±6,91 11,39±9,61 9,39±12,12 8,06±9,56 11,70±8,67 33,53±40,24 13,91±1,86 12,01±1,82 Acenaft 2,20±1,69 15,58±20,81 2,37±2,41 6,01±2,08 4,42±1,26 10,96±10,00 3,60±0,83 3,49±2,34 Acen 1,96±1,20 13,99±17,22 4,39±3,19 10,99±3,57 4,16±2,78 11,06±12,49 3,81±2,34 2,91±1,61 Fluo 1,63±1,22 5,18±3,60 2,05±2,18 4,01±1,71 3,27±1,76 12,12±12,76 2,35±0,55 1,78±0,68 Fen 9,72±5,58 20,78±9,37 10,95±9,40 23,33±3,89 18,30±1,77 54,30±49,58 12,69±3,72 10,67±2,97 Antr 5,22±1,04 9,89±8,92 4,25±3,57 11,14±7,02 9,77±7,93 21,57±17,85 4,85±0,77 3,93±0,99 Fluor 10,03±1,70 18,00±12,65 11,61±5,30 16,82±2,57 16,15±4,61 40,21±29,45 10,30±6,19 9,33±0,17 Pir 5,21±4,26 15,77±7,30 4,56±2,94 11,19±0,32 11,76±2,09 15,71±8,93 9,26±2,02 6,86±1,86 B(α)A 40,10±23,06 43,10±25,64 40,37±33,86 87,99±89,27 41,36±14,81 58,91±76,43 20,13±10,21 31,31±17,46 Cris 24,61±16,69 18,49±12,08 33,83±36,72 23,32±6,06 22,71±8,54 31,86±14,89 11,98±3,68 8,26±0,87 B(β)F 4,15±5,11 1,33±1,23 4,38±5,43 1,63±1,51 1,49±1,37 7,62±11,95 1,35±0,52 1,78±0,68 B(k)F 6,35±4,19 9,12±2,49 7,04±3,43 13,16±2,71 14,18±5,16 12,54±5,60 8,56±3,60 8,29±3,48 B(α)P 5,06±3,46 6,19±3,33 3,34±0,73 9,07±2,60 8,38±5,27 8,13±4,96 2,07±1,31 6,57±4,56 InD DB(a,h)A B(g,h,i)P ΣIPA LMW/HMW 2,74±0,99 0,53±0,48 1,38±0,24 1,09±0,56 1,34±0,22 2,38±1,59 0,50±0,14 0,78±0,17 < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. <l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. < l.r. 138,6±29,6 202,4±67,6 152,1±55,6 263,5±103,5 184,8±29,8 373,4±240,3 119,6±35,7 118,9±24,6 0,67 1,57 0,68 0,93 1,07 2,07 1,68 1,09 MEDIA NORD 138,6 CENTRO 206,00 BACINO 279,10 SUD 119,25 Legenda. Naft: nafralene; 2-Metil: 2-metilnaftalene; 1-Metil: 1-metilnaftalene; Acenaft: acenaftilene; Acen: acenaftene; Fluo: fluorene; Fen: fenantrene; Antr: antracene; Fluor: fluorantene; Pir: pirene; B(α)A: benzo(α)antracene; Cris: crisene; B(β)F: benzo(β)fluorantene; B(k)F: benzo(k)fluorantene; B(α)P: benzo(α)pirene; InD: indeno(1,2,3-cd)pirene; DB(a,h)A: dibenzo(a,h)antracene; B(g,h,i)P: benzo(g,h,i)perilene. < l.r. = minore del limite di rilevabilità analitico. - 68 - Come mostrato nella figura 6.1.9, i composti più volatili a 2-3 e 4 anelli aromatici, sono quelli che incidono maggiormente sull’impronta di contaminazione del bacino lacustre, con una percentuale media rispettivamente del 38% e del 45%, mentre gli IPA con 5 e 6 anelli sono presenti a concentrazioni decisamente più basse (9% e 8%). È bene ricordare che i composti caratterizzati da un elevato numero di anelli aromatici (4-6) sono i più pericolosi per la biocenosi e proprio per questo motivo sono stati classificati dall’USEPA (US Environmental Protection Agency) come quelli a maggior rischio cancerogenico. Tra questi, proprio il benzo(α)antracene (4 anelli condensati) è il composto che si trova con concentrazioni più elevate nel Verbano, a testimonianza del fatto che gli IPA dovrebbero essere costantemente monitorati anche in tale ambiente lacustre. Fig. 6.1.9. Percentuali medie degli IPA in D. polymorpha raggruppati in base al numero di anelli aromatici. Campionamento primaverile. È interessante notare come la stazione di Suna sia quella caratterizzata dal più elevato livello di contaminazione da IPA, seppur con valori meno elevati rispetto al 2008, anno in cui erano state registrate concentrazioni tre volte superiori a quelle misurate quest’anno (Fig. 6.1.10), anche se non in modo statisticamente significativo (p<0,05). Inoltre, a differenza dell’anno passato, anche il pattern di contaminazione di Suna risulta pressoché sovrapponibile a quello rilevato nell’intero bacino, indice di una completa omogeneizzazione dell’inquinamento da idrocarburi e della mancanza e/o scomparsa di sorgenti puntiformi di immissione in tale stazione di campionamento. E’, infatti, da sottolineare che, mentre nel maggio 2008 a Suna erano presenti numerosi natanti proprio a fianco del punto di prelievo dei bivalvi, nel 2009 tali imbarcazioni erano completamente assenti. Per quanto riguarda le altre stazioni, come supportato dall’analisi statistica, non sono state evidenziate differenze significative rispetto alla situazione del 2008 (p>0,05). - 69 - ng g-1 lipidi Fig. 6.1.10. Concentrazioni relative agli anni 2008-2009 dei diversi IPA in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento a maggio 2009. Per poter definire l'origine della contaminazione del Verbano è necessario approfondire alcuni aspetti, tra cui i meccanismi di formazione di questi composti. Infatti, è possibile suddividere gli IPA in composti di origine naturale, cioè sono prodotti da trasformazioni postdeposizione da parte di precursori biogenici, composti di origine pirogenica, formati da combustioni incomplete di materiali organici che danno vita sia ad IPA di piccole dimensione, non alchilati ed a basso peso molecolare, sia ad IPA a 6 anelli aromatici e composti di origine petrogenica, cioè quelli risultanti dallo scarico del petrolio e derivati, che contengono le più alte concentrazioni di IPA alchilati a minor peso molecolare con 2 e 3 anelli (come naftalene, acenaftilene, acenaftene). La presenza di composti alchilati a basso peso molecolare è quindi indice di una contaminazione correlata a petrolio e derivati, mentre una prevalenza di IPA ad alto peso molecolare segnala un’origine di tipo pirogenico. Secondo alcuni autori il rapporto più preciso per determinare se la fonte di contaminazione sia di origine petro- o pirogenica (Xu et al. 2007) è quello tra i composti a basso peso molecolare (Low Molecular Weight, LMW), caratterizzati da 1-3 anelli aromatici e tra quelli ad alto peso molecolare (High Molecular Weight, HMW), con 4-6 anelli. Valori inferiori all’unità, riconducibili ad un’elevata percentuale di IPA ad alto peso molecolare, stanno ad indicare una fonte pirogenica dell’inquinamento, mentre valori maggiori di 1 segnalano un’origine petrogenica. Nella tabella 6.1.3 sono riportati i valori medi dei rapporti LMW/HMW calcolati per ciascuna stazione di campionamento. Nei siti di Brissago e Pallanza-Villa Taranto questo rapporto si attesta intorno a 0,70, indicando un’origine pirogenica della contaminazione lacustre. Nelle stazioni di Baveno, Laveno e Ranco, invece, il rapporto è prossimo all’unità (0,93-1,09) e - 70 - indica la possibilità di un’origine mista della contaminazione. Infine, i valori ottenuti nelle stazioni di Luino, Suna e Brebbia superano l’unità (1,57-2,07), il che rileva una contaminazione da IPA di origine petrogenica, che avvalla l’ipotesi di un inquinamento dovuto allo sversamento a lago di petrolio e derivati. In base a tali risultati è possibile affermare che la contaminazione da IPA nel Verbano sia causata da molteplici e diversificate fonti. Contaminazione da HCH e HCB La contaminazione rilevata sia per gli HCH totali (isomeri ; Fig. 6.1.11) che per l’HCB (Fig. 6.1.12) risulta estremamente bassa e non rappresenta sicuramente un problema ambientale per il Verbano. Inoltre, tali contaminanti hanno mostrato un’impronta di contaminazione molto omogenea all’interno della cuvetta lacustre, in quanto nessuna differenza significativa è stata ottenuta tra le diverse stazioni di campionamento. Nel dettaglio, il livello di contaminazione più elevato per quanto riguarda gli HCH totali è stato registrato a Suna, con un valore superiore di circa il 15% rispetto alle concentrazioni misurate a Ranco, il sito meno contaminato. Il lindano ( HCH) è l’isomero maggiormente rappresentato in tutti i siti, con percentuali variabili tra il 39% e il 66% rispetto agli HCH totali. 7 6 ngng/g g-1 lipidi lipidi 5 4 3 2 1 0 Brissago Luino Villa Taranto Laveno Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.11. Andamento della somma degli HCH in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento. A maggio 2009. L’esaclorobenzene è immesso nell’ambiente dalle industrie manifatturiere e dalla combustione, così come dall’applicazione in ambito agricolo. L’HCB, infatti, non è solo contenuto in parecchi pesticidi (come il pentaclorofenolo e il dimetil-tetraclorotereftalato), ma è anche un sottoprodotto della produzione di composti contenenti cloro, dell’industria metallurgica e di combustioni incomplete. Nel campionamento di maggio 2009 abbiamo ottenuto una distribuzione omogenea, anche per quanto riguarda la stazione di Baveno che, nel maggio 2008, aveva invece mostrato una differenza significativa con le altre stazioni di campionamento. - 71 - 7 6 ngng/g g-1 lipidi lipidi 5 4 3 2 1 0 Brissago Luino Villa Taranto Laveno Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.12. Andamento della somma dell’HCB in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento. A maggio 2009. Contaminazione da composti organo-fosforati I livelli rilevati nel Verbano sia per il chlorpyrifos, con il suo metabolita, che del carbaryl sono risultati al di sotto del limite di rilevabilità in tutti i siti di prelievo, indicando come tali composti attualmente non costituiscano un problema per questo bacino. Campagna autunnale (settembre 2009) In tabella 6.1.4 sono riportati i principali valori morfometrici degli esemplari di D. polymorpha prelevati nel Verbano nel mese di settembre 2009. Come si può osservare, a fronte di una lunghezza media del tutto paragonabile a quella degli esemplari campionati nel mese di maggio, il valore delle frazioni lipidiche è inferiore, in quanto oscilla tra il 7,40 ± 0,46 % ed il 9,43 ± 0,42 %. Tali valori, sempre inferiori al 10%, indicano come i bivalvi abbiano oramai terminato l’espulsione dei gameti ed inizino la fase post-riproduttiva autunnale. A causa del calo della percentuale lipidica, dovuta all’espulsione dei gameti, ricchi appunto in lipidi, ci aspettiamo anche una conseguente diminuzione dei livelli dei diversi contaminanti rispetto a maggio 2009, almeno di quelli le cui concentrazioni all’interno dei bivalvi risultavano più alte. Infatti, la “depurazione biologica” effettuata mediante l’espulsione gametica, dovrebbe eliminare gran parte dei contaminanti dall’organismo. Visto che successivamente all’evento riproduttivo, i bivalvi tornano ad arricchirsi di lipidi “puliti”, occorrerà un certo periodo di tempo per raggiungere una nuova condizione di equilibrio con la colonna d’acqua. Questo vale ovviamente soprattutto per i contaminanti maggiormente presenti nell’organismo, in quanto i bassi livelli rilevati per alcuni di essi potrebbero essere raggiunti nuovamente in poco tempo. - 72 - Tab. 6.1.4. Parametri morfo-fisiologici degli esemplari di D. polymorpha campionati a settembre 2009. Stazione di campionamento Lunghezza media dei bivalvi (cm ± d.s.) Peso lipidico (g ± d.s.) Frazione lipidica (% su peso secco ± d.s.) Brissago Luino Pallanza (V. Taranto) Suna Baveno Laveno Brebbia Ranco 2,0 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,8 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,9 ± 0,2 1,7 ± 0,1 2,0 ± 0,2 0,102 ± 0,001 0,099 ± 0,002 0,090 ± 0,005 0,101 ± 0,003 0,105 ± 0,003 0,105 ± 0,002 0,095 ± 0,004 0,112 ± 0,001 8,4 ± 0,1 8,2 ± 0,2 7,4 ± 0,5 8,4 ± 0,2 8,6 ± 0,3 8,6 ± 0,1 9,4 ± 0,4 9,3 ± 0,1 Contaminazione da DDT ng/g lipidi ng g-1 lipidi I livelli di DDT totali riscontrati nel settembre 2009 (Fig. 6.1.13) risultano molto omogenei nelle otto stazioni di campionamento, in quanto non è stata ottenuta alcuna differenza significativa. Baveno e Suna sono comunque risultati i siti con una concentrazione di DDT totali maggiore, superiore di circa il 60% rispetto al valore più basso misurato a Luino. In generale, anche a settembre il composto maggiormente ritrovato in tutti i siti è stato il pp’DDE, con percentuali variabili tra il 53% ed il 68%, a testimonianza del fatto che durante il periodo estivo non si è assistito a nessuno sversamento di pp’DDT nel Verbano. A conferma di ciò, il composto parentale è presente mediamente per il 6% (1-19%), superato anche dal pp’DDD (16-22%). Gli isomeri op’- sono, come al solito, sempre più bassi rispetto ai corrispondenti isomeri pp’-. 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Brissago Luino op'DDE pp'DDE Villa Taranto Laveno op'DDD Baveno pp'DDD Suna op'DDT Brebbia pp'DDT Fig. 6.1.13. Concentrazioni relative dei diversi composti omologhi del pp’DDT in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento misurate nel settembre 2009. - 73 - Dal confronto tra i valori di DDT totali nei due periodi di campionamento 2009 (Fig. 6.1.14) si evince un netto calo delle concentrazioni misurate nel periodo post-riproduttivo, come d’altra parte atteso. Abbiamo, infatti, ottenuto differenza statisticamente significative (p<0,05) per tutti i punti di prelievo, a testimonianza del rilascio di gameti contenenti tali composti. Particolarmente interessante è il brusco calo osservato a Baveno, in quanto a settembre la concentrazione di DDT totali è risultata assolutamente paragonabile a quella delle altre stazioni, al contrario di quanto visto nel mese di maggio. Ciò depone a favore del fatto che il probabile nuovo sversamento di pp’DDT, avvenuto precedentemente al maggio 2009, è risultato limitato nel tempo, tanto che a distanza di soli quattro mesi non ne esiste più alcuna traccia, almeno negli esemplari di D. polymorpha. Fig. 6.1.14. confronto tra i livelli di DDT totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009. *p<0,05; ** p<0,01. Contaminazione da PCB I livelli di PCB osservati nel settembre 2009 (Fig. 6.1.15) non sono così omogenei come quelli misurati nel mese di maggio, in quanto le due stazioni di Brissago e Luino sono risultate statisticamente differenti (p<0,05) rispetto a Laveno, che rappresenta il sito di prelievo maggiormente interessato dalla contaminazione da parte di questi inquinanti di origine industriale. Concentrazioni mediamente più elevate rispetto alle altre, anche se non statisticamente significative, sono state riscontrate a Baveno e Suna. Il fatto che la zona centrale del Verbano sembra essere leggermente più contaminata rispetto a quelle settentrionale e meridionale non è confermata dal confronto con i dati ottenuti a maggio 2009 (Fig. 6.1.16). - 74 - 400 ng ng/g g-1 lipidi lipidi 300 200 * * Brissago Luino 100 0 Villa Taranto Laveno Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.15. confronto tra i livelli di PCB totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel settembre 2009. La differenza statistica (*p<0,05) si riferisce al confronto tra i diversi siti e quello di Laveno. Dal confronto stagionale si evince una differenza significativa (p<0,05) solamente per tre stazioni: Brissago, Luino e Ranco. Comunque, anche se meno evidente rispetto ai dati ottenuti per i DDT, i livelli di PCB riscontrati a settembre 2009 sono anch’essi tendenzialmente inferiori rispetto a quelli del maggio 2009. 700 600 ngng/g-1g lipidi lipidi 500 400 ** * ** 300 mag-09 set-09 200 100 0 Brissago Luino Laveno Villa Taranto Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.16. Confronto tra i livelli di PCB totali misurati in D. polymorpha a maggio 2009 e settembre 2009. *p<0,05; **p<0,01. Il pattern di contaminazione osservato cambia leggermente rispetto a quello di maggio 2009, in quanto gli esa-PCB calano mediamente del 10%, a favore degli otta-clorosostituiti, dei tetra-PCB e dei tri-PCB che aumentano tutti del 3% (Fig. 6.1.17). Questo potrebbe anche indicare che il fenomeno di “depurazione biologica”, effettuato tramite l’espulsione gametica, potrebbe selettivamente eliminare alcune classi di PCB e toccare solo marginalmente le altre. - 75 - nona2% otta19% tri- tetra4% 6% esa69% Fig. 6.1.17. Percentuali medie dei diversi congeneri dei PCB raggruppati secondo il grado di clorurazione misurati in D. polymorpha nel mese di settembre 2009. Contaminazione da IPA La contaminazione da IPA osservata nel settembre 2009 (Fig. 6.1.18) risulta ancora molto omogenea, come già osservato nel maggio 2009, in quanto non si è osservata nessuna differenza statisticamente significativa tra le otto diverse stazioni. Il sito più contaminato è risultato Luino, seguito da Suna, mentre le stazioni meno contaminate sono risultate Brissago e Ranco, il sito più settentrionale e meridionale, rispettivamente. Tutti i campioni sono caratterizzati da un’alta percentuale di benzo(α)antracene (36%), superiore alla media osservata nel maggio 2009, seguito dal crisene (10%) e dal fenantrene (10%). Ricordiamo che il benzo(α)antracene è uno degli IPA con una maggiore capacità carcinogenica. L’impronta di contaminazione ricalca quella osservata durante la campagna primaverile, in quanto gli IPA con 2, 3 e 4 anelli condensati rappresentano ben l’85% del totale, mentre gli IPA più condensati (5-6 anelli) sfiorano il 15%. Se però prendiamo in considerazione il rapporto LMW/HMW la situazione risulta essere leggermente differente rispetto al campionamento precedente, in quanto in tutte le stazioni è stato riscontrato un valore inferiore all’unità (0,190,79), a testimonianza di un’origine esclusivamente pirogenica della contaminazione. - 76 - 1000 900 800 -1 lipidi ng gng/g lipidi 700 600 500 400 300 200 100 0 Brissago Luino Laveno Pallanza Baveno Suna Brebbia Ranco Fig. 6.1.18. Concentrazioni medie degli IPA totali misurate in D. polymorpha nelle otto stazioni di prelievo nel settembre 2009. Dal confronto tra i due periodi di campionamento (Fig. 6.1.19) si può notare un evidente aumento della concentrazione di IPA nel mese di settembre in tutte le stazioni con differente statisticamente significative (p<0,05), ad eccezione della stazione di Suna. Tenendo conto che il campionamento di settembre è stato effettuato all’inizio del mese, quando le condizioni atmosferiche non erano tali da prevedere un ingresso di IPA nel Verbano a causa di un utilizzo degli impianti di riscaldamento, tale aumento potrebbe essere legato ad un maggior impiego di fuochi ad uso alimentare e/o ad un maggiore uso di barche da diporto legati alla maggior presenza turistica nel periodo estivo, tenendo anche conto che l’impronta di contaminazione di settembre è esclusivamente pirogenica, derivante quindi da combustioni incomplete di idrocarburi e non da sversamenti diretti a lago. Il dato ottenuto a settembre 2009 è in controtendenza rispetto a quello ottenuto per gli altri contaminanti prioritari, in quanto si è osservato un aumento dei livelli di IPA, non seguendo l’atteso andamento tardoestivo, caratterizzato dalla diminuzione dei composti di sintesi a seguito della “depurazione biologica” già descritta in precedenza. La ragione di ciò è sconosciuta, anche perché il confronto dei livelli degli IPA riscontrati nei due periodi di prelievo 2008 non ha mostrato questo aumento significativo (CIPAIS, 2008). - 77 - 1000 ** lipidi ng ng/g g-1 lipidi 800 ** ** ** * 600 * ** 400 200 0 Brissago Luino Laveno Villa Taranto maggio Baveno Suna Brebbia Ranco settembre Fig. 6.1.19. Confronto tra le concentrazioni di IPA misurate in D. polymorpha a maggio e settembre 2009 nelle otto stazioni di campionamento. (*p<0,05; **p<0,01). Contaminazione da HCH e HCB Come nel mese di maggio 2009, anche nel periodo post-riproduttivo, i livelli di HCH totali sono risultati del tutto trascurabili, con concentrazioni inferiori addirittura a 4 ng g-1 lipidi. Anche nel settembre 2009, inoltre, l’isomero maggiormente presente è stato il lindano. Dal confronto tra i due periodi riproduttivi (Fig. 6.1.20) è possibile notare come anche in questo caso si osservi un calo tendenziale delle concentrazioni di HCH totali nel mese di settembre, con differenze significative (p<0,05) per Brissago, Laveno, Baveno e Suna. Tale diminuzione ricalca da vicino quella osservata nel 2008, anno in cui le concentrazioni di tali composti erano addirittura inferiori a quelle misurate nel 2009 (CIPAIS, 2008). 6 ngng/g g-1 lipidi lipidi 5 * * ** * 4 3 2 1 0 Brissago Luino Laveno Villa Taranto mag-09 Baveno Suna Brebbia Ranco set-09 Fig. 6.1.20. Confronto tra le concentrazioni di HCH totali misurate in D. polymorpha a maggio e settembre 2009 nelle otto stazioni di campionamento. (*p<0,05; **p<0,01). - 78 - I risultati ottenuti per l’HCB nel mese di settembre 2009 sono quasi del tutto identici o minori rispetto al maggio 2009 (Fig. 6.1.21), anche se differenze statisticamente significative (p<0,05) sono state ottenute per le stazioni localizzate più a nord (Brissago e Luino). Se confrontiamo i dati ottenuti nel 2009 con quelli osservati l’anno precedente (CIPAIS, 2008) possiamo notare come il confronto stagionale si sia del tutto ribaltato. Infatti, nel 2008 gli unici punti con differenze stagionali non significative sono risultati proprio Brissago e Luino, mentre si è assistito ad un calo repentino della concentrazione di HCB negli altri siti di prelievo. Comunque, in questi due anni, i livelli di HCB misurati nei tessuti molli di D. polymorpha sono risultati del tutto trascurabili e non rappresentano sicuramente un problema per la biocenosi del Verbano. 7 6 ng g-1 lipidi lipidi ng/g 5 * 4 ** 3 2 1 0 Brissago Luino Baveno Pallanza mag-09 Suna Laveno Brebbia Ranco set-09 Fig. 6.1.21. Confronto tra le concentrazioni di HCB misurate in D. polymorpha a maggio e settembre 2009 nelle otto stazioni di campionamento. (*p<0,05; **p<0,01). Contaminazione da composti organo-fosforati Anche nel mese di settembre i livelli rilevati nel Verbano sia per il chlorpyrifos, con il suo metabolita, che del carbaryl sono risultati al di sotto del limite di rilevabilità in tutti i siti di prelievo. Bibliografia Binelli, A. & A. Provini. 2003. DDT is still a problem in developed Countries: the heavy pollution of Lake Maggiore. Chemosphere, 52(4): 717-723. CIPAIS. 2004. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2003 – marzo 2004. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 78 pp. CIPAIS. 2009. Indagini su DDT e sostanze pericolose nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale 2008. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 85. Cope, W.G., M. Bartsch, R.G. Rada, S.J. Balogh, J.E. Rupprecht, R.D. Young & D.K. Johnson. 1999. Bioassessment of mercury, cadmium, polychlorinated biphenyls and - 79 - pesticides in the upper Mississippi River with Zebra mussels (Dreissena polymorpha). Environmental, Science & Technology, 33: 4385-4390. Covaci, A., A. Gheorghe, O. Hulea & P. Schepens. 2006. Levels and distribution of organochlorine pesticides, polychlorinated biphenyls and polybrominated diphenyl ethers in sediments and biota from the Danube Delta, Romania. Environmental Pollution, 140: 136-149. Riva, C., A. Binelli & A. Provini. 2008. Evaluation of several priority pollutants in Zebra mussels (Dreissena polymorpha) in the largest Italian subalpine lakes. Environmental Pollution, 151: 652-662. Roper, J.M., D.S. Cherry, J.W. Simmers & H.E. Tatem. 1997. Bioaccumulation of PAHs in the Zebra mussel at Times Beach, Buffalo, New York. Environmental Monitoring and Assessment, 46: 267-277. Voets, J., W. Talloen, T. De Tender, S. Van Dongen, A. Covaci, R. Blust & L. Bervoets. 2006. Microcontaminant accumulation, physiological condition and bilateral asymmetry in Zebra mussels (Dreissena polymorpha) from clean and contaminated surface waters. Aquatic Toxicology, 79: 213-225. Xu, J., Y. Yong, W. Ping, G. Weifeng, D. Shugui, & S. Hongwen. 2007. Polyciclic aromatic hydrocarbons in the surface sediments from Yellow River, China. Science Direct, 67: 1408-1414. - 80 - ALLEGATI ng g-1 peso secco Per completezza d’informazione, nei seguenti allegati vengono mostrati i confronti stagionali tra i diversi composti analizzati, espressi come peso secco. ng g-1 peso secco Allegato 6.1. Confronto tra i livelli di DDT totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009 normalizzati sul peso secco. Allegato 6.2. Confronto tra i livelli di PCB totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009 normalizzati sul peso secco. - 81 - ng g-1 peso secco ng g-1 peso secco Allegato 6.3. Confronto tra i livelli di IPA totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009 normalizzati sul peso secco. Allegato 6.4. Confronto tra i livelli di HCH totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009 normalizzati sul peso secco. - 82 - ng g-1 peso secco Allegato 6.5. Confronto tra i livelli di HCB totali misurati in D. polymorpha nelle otto stazioni di campionamento nel maggio e settembre 2009 normalizzati sul peso secco. - 83 - Metalli in traccia: determinazione analitica (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese, Marina Camusso) Determinazione analitica Le analisi degli elementi in traccia sono state eseguite sui medesimi campioni utilizzati per i microinquinanti organici. Si rimanda quindi alla sezione relativa a tali composti per le procedure di campionamento e pretrattamento del materiale. Aliquote di campioni liofilizzati (circa 0,1 g) sono state pesate in crogioli in Teflon e sottoposte a mineralizzazione acida (3mL HNO3 concentrato + 1mL di acqua ultrapura) in forno a microonde da laboratorio (Milestone). In ogni serie di campioni mineralizzati sono stati inclusi un bianco procedurale e un materiale di riferimento del Bureau Communautaire de Référence (BCR278 – mussel tissue). Al termine della mineralizzazione, le soluzioni risultanti sono state diluite a 25mL con acqua ultrapura e analizzate per il contenuto di As, Cd, Cr, Ni e Pb secondo quanto previsto dal programma. Il contenuto di mercurio è stato determinato su altre aliquote di campioni liofilizzati utilizzando un apparecchio AMA254 (Automated Mercury Analyzer, FKV, Bergamo). In base ai risultati ottenuti sul materiale di riferimento, l’accuratezza delle misure si è generalmente attestata tra l’80% e il 120% dei valori certificati per gli elementi di interesse. Concentrazioni nel Bacino di Pallanza Le concentrazioni di metalli in individui di Dreissena polymorpha campionati nelle stazioni di Baveno, Suna e Pallanza-Villa Taranto (da qui in avanti Pallanza) non presentano variazioni di rilievo per As e Cd in entrambi i periodi di campionamento (coefficiente di variazione – CV – tra le tre stazioni inferiore al 15%; Tab. 6.1.5). Anche Hg e Pb mostrano fluttuazioni piuttosto contenute tra i due periodi di campionamento pur evidenziando una maggior variabilità tra le stazioni (CV: 20 – 35 %; Tab. 6.1). Cromo e nichel presentano invece una marcata variabilità sia tra le tre stazioni del Bacino di Pallanza sia tra le due campagne effettuate; con concentrazioni anche di un ordine di grandezza più elevate nel settembre 2009 rispetto al maggio 2009. Questi dati sembrano quindi indicare l’esistenza di apporti antropici durante il periodo estivo. Poiché i sedimenti del fiume Toce (vedere la sezione 4) non mostrano differenze sostanziali rispetto a quelli di altri tributari per il contenuto di Cr e Ni, gli apporti di questi elementi potrebbero essere avvenuti direttamente in fase disciolta; ipotesi compatibile con scarichi accidentali di bagni di cromatura o da altre attività di lavorazione dei metalli. Si tratta di un’ipotesi difficile da verificare in relazione al fatto che gli studi effettuati tramite DGT (sezione YY) non mostrano anomalie nella concentrazione acquosa di Ni a livello della stazione di Feriolo; anch’essa situata nella Bacino di Pallanza. Tale discrepanza può comunque essere legata ai diversi periodi di esposizione per gli organismi (mesi) e per le unità DGT (giorni). Al fine di fugare ogni possibile dubbio, sono in fase di preparazione indagini aggiuntive per una verifica supplementare dei dati analitici in modo da assicurare un’adeguata comprensione del livello di contaminazione da Cr e Ni in D. polymorpha durante il 2009. Le concentrazioni di As, Cd e Pb sono paragonabili a quelle misurate per l’anno 2008 e con i dati pregressi disponibili (Camusso et al., 2001; Zambon, 2005); mentre i livelli di Ni e Cr si confermano più elevati rispetto ai dati pregressi (almeno su base stagionale e talvolta – è il caso del nichel – in modo marcato). Da segnalare inoltre la tendenza all’aumento per le concentrazioni del mercurio che, nelle stazioni di Baveno e Suna nel maggio 2009, tornano vicine al valore medio di 0,158 ± 0,007 mg kg-1 misurato nel 1996 per le stazioni di Pallanza e Baveno (Camusso et al., 2001). L’aumento del contenuto di Hg in D. polymorpha tra il 2008 e il 2009 è evidente nel periodo tardo primaverile (0,060 ± 0,015 mg kg-1 per il maggio 2008 - 84 - vs. 0,129 ± 0,045 mg kg-1 per il maggio 2009), mentre le fluttuazioni tra i due anni sono più contenute in settembre: 0,069 ± 0,007 mg kg-1 per il 2008 vs. 0,081 ± 0,018 mg kg-1 per il 2009. Questo dato, confrontato anche con quelli degli organismi prelevati lungo l’asse nordsud del lago (Tab. 6.1.6 e sezione successiva), conferma quindi la persistenza di apporti di Hg a livello del Bacino di Pallanza; soprattutto in periodo primaverile quando è più elevato il rischio dell’incorporazione del mercurio nelle reti trofiche (Harris et al., 2007). Tab. 6.1.5. Concentrazioni di elementi in traccia (in mg kg-1 di peso secco) in individui di Dreissena polymorpha prelevati nelle tre stazioni del Bacino di Pallanza nei periodi di maggio 2009 e settembre 2009. Baveno Suna Pallanza Mag 10,1 8,04 8,35 As Sett 5,35 5,23 5,11 Mag 3,85 3,70 3,88 Cd Sett 3,19 3,21 4,12 Mag 5,75 2,30 4,84 Cr Sett 49,3 21,8 12,8 Mag 57,5 30,1 42,3 Ni Sett 201 132 87 Mag 1,22 1,30 0,681 Pb Sett 3,16 2,91 1,52 Hg Mag Sett 0,173 0,097 0,132 0,084 0,083 0,062 Media Dev. St. CV (%) 8,82 1,10 12,5 5,23 0,12 2,27 3,81 0,09 2,41 3,51 0,53 15,1 4,30 1,79 41,6 27,9 19,0 67,9 43,3 13,7 31,6 140 57,4 41,0 1,07 0,34 31,6 2,53 0,89 35,0 0,129 0,045 35,0 0,081 0,018 22,0 Concentrazioni lungo l’asse Nord-Sud Le concentrazioni di Cr, Ni e Hg lungo l’asse nord–sud (Tab. 6.1.6) sono risultate relativamente omogenee (CV < 25%); mentre As, Cd e Pb hanno mostrato, almeno su base stagionale, fluttuazioni più marcate. La contaminazione da cromo e nichel osservata nel Bacino di Pallanza per il settembre 2009 non sembra essersi propagata all’asse principale del lago. Analogamente al 2008, la stazione di Laveno mostra un picco di concentrazione di piombo nettamente superiore a quello di tutte le altre località in entrambi i periodi di campionamento. Il fenomeno sembra avere carattere strettamente locale poiché le concentrazioni di Pb misurate nelle dreissene prelevate nelle vicine stazioni di Brebbia e Ranco non si discostano in modo marcato dai livelli misurati nella parte più settentrionale del lago (Brissago e Luino, Tab. 6.1.6). Le unità DGT esposte nella stazione di Brebbia – Monvalle a partire dall’ottobre 2009 – (sezione YY) non hanno rilevato concentrazioni di Pb marcatamente diverse rispetto a quelle misurate nelle altre località. Questi risultati confermano che la contaminazione di Pb, per quanto manifesta, non sembra estendersi dal sito di Laveno alle altre zone del lago. Tab. 6.1.6. Concentrazioni di elementi in traccia (in mg kg-1 di peso secco) in individui di Dreissena polymorpha prelevati lungo l’asse nord–sud del Lago Maggiore nei periodi di maggio 2009 e settembre 2009. Brissago Luino Laveno Brebbia Ranco Mag 7,70 11,1 7,58 5,30 7,99 As Sett 4,89 11,0 6,08 4,25 4,74 Cd Mag. Sett. 3,74 4,50 2,33 3,03 3,51 4,19 1,27 2,51 3,22 3,02 Mag. 3,07 3,37 4,64 3,10 3,78 Sett. 7,52 8,51 6,80 9,18 9,11 Mag. 30,2 28,8 43,9 30,6 35,4 Sett. 52,3 61,3 55,4 56,1 67,3 Mag. 0,51 0,955 9,57 0,533 0,353 Sett. 0,889 2,56 42,0 0,478 1,42 Mag. 0,071 0,055 0,097 0,058 0,060 Sett. 0,047 0,050 0,051 0,043 0,055 Media Dev. St. CV (%) 7,94 1,86 23,4 6,19 2,47 40,0 2,81 0,91 32,4 3,59 0,58 16,3 8,22 0,93 11,3 33,8 5,56 16,4 58,5 5,27 9,01 2,38 3,60 151 9,48 16,3 172 0,068 0,015 22,60 0,049 0,004 8,42 3,45 0,76 22,0 Cr Ni - 85 - Pb Hg Confronto tra il Bacino di Pallanza e il Bacino principale del lago -1 Concentrazione (mg kg ) Le concentrazioni medie negli organismi prelevati nel Bacino di Pallanza e nel bacino principale del Lago Maggiore non evidenziano differenze di rilievo tra le due zone per As e Cd in entrambi i periodi di studio (Fig. 6.1.21 e 6.1.22). Nel caso di Cr, Ni e Pb, si osservano invece, almeno su base stagionale, alcune differenze che riflettono la presenza di apporti di Cr e Ni al Bacino di Pallanza e di Pb per il sito di Laveno. I livelli di mercurio sono statisticamente più elevati (p < 0,01 – Tukey test con correzione per campioni con diverso numero di misure) nel Bacino di Pallanza rispetto all’asse nord-sud del lago in entrambi i periodi di campionamento. Statisticamente significativa è anche la differenza tra le concentrazioni di Hg misurate nel Bacino di Pallanza in maggio e settembre 2009. 60 50 40 30 20 10 0 As Cd Cr Bacino Pallanza Ni Pb Hg Bacino principale -1 Concentrazione (mg kg ) Fig. 6.1.21. Concentrazioni degli elementi in traccia (in mg kg-1 peso secco) in individui di Dreissena polymorpha prelevati nelle stazioni del Bacino di Pallanza e del bacino principale del Lago Maggiore (asse nord–sud) nel maggio 2009. Si vedano le tabelle 6.1 e 6.2 per il dettaglio dei risultati delle singole stazioni. I valori di Hg sono moltiplicati per un fattore 100. 60 50 40 30 20 10 0 As Cd Cr Bacino Pallanza Ni Pb Hg Bacino principale Fig. 6.1.22. Concentrazioni degli elementi in traccia (in mg kg-1 peso secco) in individui di Dreissena polymorpha prelevati nelle stazioni del Bacino di Pallanza e del bacino principale del Lago Maggiore (asse nord–sud) nel settembre 2009. Si vedano le tabelle 6.1 e 6.2 per il dettaglio dei risultati delle singole stazioni. I valori di Hg sono moltiplicati per un fattore 100; il picco di Ni fuori scala per il Bacino di Pallanza è di 140 mg kg-1 peso secco. - 86 - Conclusioni generali sul biomonitoraggio dei metalli con D. polymorpha Le indagini con Dreissena polymorpha forniscono il quadro di un bacino caratterizzato da diverse sorgenti di contaminanti metallici e confermano che il Bacino di Pallanza è ancora influenzato da una contaminazione da mercurio. Da segnalare anche, almeno su base stagionale, differenze talvolta marcate tra le stazioni situate nel Bacino di Pallanza e quelle lungo l’asse principale del lago. Queste differenze riguardano elementi di cui sono conosciute possibili sorgenti antropiche nel Bacino del Toce (Hg) e/o dei suoi affluenti (Cr e Ni). La situazione è quindi diversa rispetto al 2008 quando non erano state osservate variazioni di rilievo tra le due zone (CIPAIS, 2009). Inoltre, le concentrazioni di mercurio nei campioni del maggio 2009 sono, per le stazioni di Baveno e Suna, paragonabili a quelle misurate da Camusso et al. (2001) in campioni prelevati nel 1996. Questo dato conferma sia la persistenza della contaminazione da mercurio nel Lago Maggiore sia la necessità di avviare programmi di ricerca fondamentale mirati alla comprensione del ciclo biogeochimico del mercurio nella cuvetta lacustre e nel bacino del lago. Rispetto al 2008, si segnalano anche alcune variazioni stagionali a livello delle singole stazioni. Poiché tali variazioni non sono comuni a tutti gli elementi studiati, esse non sono riconducibili al diverso stato fisiologico degli organismi nei due periodi di campionamento, ma ad apporti antropici distinti sia in termini temporali che in termini di fonti. Bibliografia Camusso, M., R. Balestrini & A. Binelli. 2001. Use of zebra mussel (Dreissena polymorpha) to assess trace metal contamination in the largest Italian subalpine lakes. Chemosphere, 44: 263–270. CIPAIS. 2009. Indagini su DDT e sostanze pericolose nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale 2008. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 85. Harris, R., D.P. Krabbenhoft, R. Mason, M.W. Murray, R. Reash & T. Saltman (Eds.). 2007. Ecosystem responses to mercury contamination. CRC press, Boca Raton, 216 pp. Zambon, S. 2005. Dreissena polymorpha e sedimenti quali indicatori della contaminazione da metalli nel Lago Maggiore. Tesi di laurea dell’Università degli Studi di Milano, 152pp. - 87 - 6.2 Indagini sul comparto ittico Campionamento e preparazione del campione (Pietro Volta, Igor Cerutti, Barbara Campi, Paolo Sala) Il campionamento della fauna ittica si è svolto come da programma nei mesi di aprile, luglio, ottobre e dicembre. Sono state campionate le seguenti specie: coregone lavarello (Coregonus lavaretus), agone (Alosa fallax lacustris) e gardon (Rutilus rutilus). I campionamenti sono stati effettuati con reti branchiali volanti (non ancorate) e reti da fondo (ancorate) costituite da pannelli con maglie di diversa misura (da 25 a 50 mm). Le prime due specie sono state catturate in zona pelagica nell’area lacustre antistante l’abitato di Ghiffa mentre i gardon sono stati catturati in zona litorale nel Golfo di Pallanza. I pesci sono stati misurati (lunghezza totale LT), pesati (peso totale PT) e ne è stato determinato il sesso mediante eviscerazione. Per ogni esemplare è stato prelevato un campione di 5 scaglie per la determinazione dell’età; le scaglie sono state posizionate tra due vetrini portaoggetto e successivamente analizzate utilizzando un visore a basso ingrandimento (Fig. 6.2.1A). Poiché nel Lago Maggiore sono presenti due forme di coregone (lavarello e bondella C. macrophthalmus), non distinguibili con certezza su base fenotipica, è stato necessario asportare da ogni coregone catturato anche il primo arco branchiale per il conteggio delle branchiospine (Fig. 6.2.1B), unico carattere meristico che permette, unito ai dati di accrescimento ed età, di discriminare, le due forme. A parità di età, il coregone lavarello ha infatti una lunghezza significativamente maggiore rispetto alla bondella (Fig. 6.2.2) e un numero medi odi branchiospine minore (31 contro 37). A) B) Fig. 6.2.1. Scaglia (a) e primo acrco branchiale (b) di coregone lavarello.(Coregonus lavaretus) I numeri sulla scaglia evidenziano il numero di stagioni di accrescimento. Sull’arco branchiale sono ben visibile le branchiospine. - 88 - Lunghezza totale (cm) 60 50 40 30 20 10 0 0 1 2 3 4 Età (anni) C.bondella 5 6 7 8 C. lavarello Fig. 6.2.2. Curve di crescita (lunghezza-età) di coregone lavarello e coregone bondella nel Lago Maggiore. Per ogni pesce è stato prelevato il filetto (pelle esclusa) nella regione caudale (tra la pinna anale e la pinna caudale) da entrambi i lati del corpo. I filetti sono stati omogeneizzati (Ultra-Turrax, Janke & Kunkel, Germania) e l’omogeneizzato è stato posto in recipienti di vetro e congelato. Le caratteristiche dei campioni sono presentate nella tabella 6.2.1. Tab. 6.2.1. Caratteristiche dei campioni del 2009. f= femmina, m=maschio, LT= lunghezza totale, PT= Peso totale. SPECIE n. Coregone lavarello 10 (5f, 5m) 10 (9f, 1m) 10 (6f, 4m) Agone Gardon APRILE 2009 LT (cm) PT (cm) (media ± dev.st.) (media ± dev.st.) Età (anni) (media ± dev.st.) n. Branschiopine (media ± dev.st.) 32,4 ± 2,9 24,8 ± 3,6 107,7 ± 46,9 1,9 ± 0,6 28,4 ± 2,0 147,0 ± 27,3 2,1 ± 0, 4 25,2 ± 3,0 193,1 ± 92,1 3,8 ± 0,9 LUGLIO 2009 Coregone lavarello Agone Gardon 10 (4f, 6m) 10 (6f, 4m) 10 (5f, 5m) 33,5 ± 3,5 253,4 ± 88,9 2,5±0,7 24,3 ± 2,1 97,1 ± 20,0 1,7±0,8 21,6 ± 2,1 103,5 ± 32,5 2,7±0,7 32,1 ± 2,5 OTTOBRE 2009 Coregone lavarello Agone Gardon 10 (5f, 5m) 10 (5f, 5m) 10 (5f, 5m) 33,5 ± 3,5 253,4 ± 88,9 2,3±0,8 24,3 ± 2,1 97,1 ± 20,0 1,7±0,8 23,3 ± 3,2 154,3 ± 88,0 2,5±0,9 31,1 ± 2,3 DICEMBRE 2009 Coregone lavarello Agone Gardon 10 (5f, 5m) 10 (5f, 5m) 10 (7f, 3m) 32,5 ± 3,5 223,4 ± 88,9 2,1 ± 0,6 23,3 ± 2,1 77,1 ± 17,0 1,8 ± 0,9 24,3 ± 3,2 174,3 ± 88,0 2,5 ± 0,8 - 89 - 33,1 ± 1,3 Misura delle concentrazioni di inquinanti organici (Licia Guzzella, Adolfo De Paolis, Giulia Poma, Claudio Roscioli) L’omogenizzato di tessuto muscolare è stato liofilizzato avendo cura di calcolare il peso fresco del campione prima di disidratarlo. L’estrazione dei PCB, DDT e PBDE è stata eseguita mediante estrattore Soxhlet automatizzato. L’estratto concentrato è stato purificato tramite passaggio su colonnina contenente silice acida, silicato di potassio e Florisil attivato. Il campione è stato poi eluito e concentrato fino a piccolo volume. L’analisi dei composti organici è stata condotta in GC-MS/MS, utilizzando per la quantificazione una retta esterna di calibrazione e uno standard di siringa per verificare la bontà dell’iniezione. La validazione del metodo è stata effettuata analizzando il materiale certificato fornito dal NIST (National Institute of Standard and Technology) SRM 1947 Lake Michigan Fish Tissue. La misura della percentuale di grassi è stata effettuata mediante determinazione gravimetrica su un’aliquota estratta con la stessa procedura, ma separatamente. L’estratto è stato in questo caso essiccato sotto flusso di azoto e portato a peso costante a 105 ºC. I risultati relativi alle percentuali di grasso sono riportati in tabella 6.2.2. Tab. 6.2.2. Percentuale lipidica nelle differenti specie ittiche del Lago Maggiore. agone lavarello gardon marzo 2009 3,50 0,68 0,67 luglio 2009 4,73 2,31 0,74 ottobre 2009 5,9 3,45 1,62 dicembre 2009 6,43 1,72 0,65 I tenori lipidici presentano un andamento simile in tutte le tre specie considerando l’interazione tra il fattore stagionale e il periodo riproduttivo. I valori minori si registrano nel periodo di fine inverno (marzo) o nel periodo post riproduttivo (in luglio per l’agone), mentre i valori più elevati si registrano alla fine della stagione trofica (indicativamente in autunno). Come da precedenti indagini (CIPAIS, 2007 e 2009) l’agone risulta essere il pesce più ricco di lipidi per tutte e quattro i periodi considerati con una media di 5,14±1,30%, seguito dal lavarello (2,04±1,16%) e dal gardon (0,92±0,47). Le concentrazioni di DDT sia totali che dei singoli congeneri e metaboliti sono riportate in figura 6.2.3. La normativa italiana prevede che, per il consumo umano, la concentrazione del composto non possa superare i 100 ng g-1 peso fresco per i pesci con più del 5% di grassi e i 50 ng g-1 peso fresco per i pesci con meno del 5% di grassi. I campioni di agone di marzo, ottobre e dicembre 2009 si avvicinano molto a tale limite, mentre il campione di luglio 2009 lo supera, avendo un valore di DDT totale pari a 63,7 ng g-1 peso fresco e un contenuto lipidico di 4,73%. Quest’ultimo campione risulta quindi non accettabile per il consumo umano. L’andamento delle concentrazioni nelle specie ittiche è simile per lavarello e gardon con massimi a marzo e ottobre 2009, tale andamento era già stato evidenziato nel 2008 (CIPAIS, 2009), mentre le concentrazioni nell’agone risultano in aumento rispetto al 2008, anche se la contaminazione rispecchia l’andamento del contenuto lipidico, quindi più il pesce è ricco in lipidi più è contaminato da DDT; tale corrispondenza non si evidenzia, invece, per le altre due specie ittiche. Ciò è imputabile al fatto che durante l’inizio dell’estate, gardon e lavarello hanno un tasso di accrescimento molto rapido, che consente con tutta probabilità una diluizione dei contaminanti maggiore rispetto a quanto assunto mediante i processi di bioaccumulo. Al contrario l’agone proprio all’inizio dell’estate, riducendo la propria attività alimentare e fermando, se pur temporaneamente, l’accrescimento in concomitanza dei processi - 90 - Agone 100 7 6 80 5 pp'DDT op'DDT 60 4 3 40 pp'DDE op'DDE pp'DDD 2 20 1 0 op'DDD % lipidi 0 marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 dicembre 2009 Lavarello 50 4 3,5 40 30 20 10 0 3 pp'DDT 2,5 op'DDT 2 pp'DDE 1,5 op'DDE 1 pp'DDD 0,5 op'DDD 0 % lipidi marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009 dicembre 2009 Gardon 50 2 40 1,5 pp'DDT op'DDT 30 1 20 pp'DDE op'DDE 0,5 10 pp'DDD op'DDD 0 0 % lipidi marzo 2009 luglio 2009 ottobre 2009dicembre 2009 Fig. 6.2.3. Concentrazioni di DDT totale (ng g-1 peso fresco ) nelle specie ittiche del Lago Maggiore. - 91 - riproduttivi, diluisce in misura minore i contaminanti accumulati. Le concentrazioni totali di DDT sono in termini assoluti differenti nelle tre specie: la media è pari a 70,5 ng g-1 p. f. per l’agone, valore superiore del 25% rispetto a quello misurato nel 2008, a 22,5 ng g-1 p. f. per il lavarello e a 6,0 ng g-1 p. f. per il gardon. L’agone ha quindi un contenuto di DDT tre volte maggiore rispetto a quello del lavarello e il gardon, invece, pari ad un terzo circa di quello del lavarello. Interessante risulta essere anche la distribuzione dei composti presenti nel muscolo: è evidente nell’agone la presenza di una frazione di pp’DDT, composto parentale non ancora degradato, che nel campione di dicembre 2009 raggiunge il 24% del totale, mentre i metaboliti pp’DDE e pp’DDD sono presenti in concentrazioni simili; il lavarello è caratterizzato da una maggiore concentrazione di pp’DDE rispetto al pp’DDD e al pp’DDT, mentre nel caso del gardon, l’unico composto presente è il pp’DDE e sono praticamente assenti pp’DDT e pp’DDD. Tali differenze potrebbero essere riconducibili ad una diversa distribuzione spaziale (lavarello e agone più pelagici e gardon più litorale) o ad una differente dieta. Le concentrazioni di PCB e PBDE nelle tre specie ittiche sono riportate nelle tabelle 6.2.3, 6.2.4 e 6.2.5. Per i PCB sono stati quantificati 14 congeneri principali: le concentrazioni di PCB totali non sono particolarmente elevate in tutte e tre le specie ittiche, ma sono in termini assoluti differenti. La media è pari a 34,5 ng g-1 p. f. per l’agone, a 17,8 ng g-1 p. f. per il lavarello e a 8,5 ng g-1 p. f. per il gardon; anche per i PCB quindi l’agone risulta più contaminato, segue il lavarello ed infine il gardon. La somma dei PCB indicatori (somma di PCB 28+52+101+138+153+180) non supera per questi organismi giovani (2–3 anni) il valore di 70 ng g-1 p.f., valore considerato soglia per un eventuale superamento anche dei valori di PCB diossina-simili in TEQ equivalenti pari a 8 pg g-1 p. f., valore raccomandato dal Regolamento CE n. 1881/2006 che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentare. E’ tuttavia in corso di approfondimento la problematica con l’esecuzione di un ricerca per il 2010 dedicata ai PCB diossina-simili che prevede l’analisi di individui più maturi, oltre a quelli della presente indagine, con campionamenti anche in altre aree del lago. La normalizzazione delle concentrazioni rispetto al contenuto lipidico non elimina le differenze osservate tra i vari campionamenti, imputabili quindi ad un differente equilibrio tra uptake e rilascio dei composti e ad un differente stato fisiologico degli organismi (fase pre e post riproduttiva), ma diminuisce le differenze osservate tra le specie, per cui agone, lavarello e gardon risultano egualmente contaminati. Per quanto concerne i PBDE le concentrazioni sono al momento inferiori a quelle dei PCB e mediamente pari a 6,7 ng g-1 p. f. per l’agone, a 1,9 ng g-1 p. f. per il lavarello e a 1,0 ng g-1 p. f. per il gardon; non si osservano elevate differenze tra i quattro campionamenti e i congeneri prevalenti sono i pentabromodifenileteri: BDE-47, BDE-99 e BDE-100. - 92 - Tab. 6.2.3. Concentrazioni di PCB e PBDE nell’agone del Lago Maggiore. I risultati sono espressi in ng g-1 di peso fresco e ng g-1 di lipidi. marzo 2009 luglio 2009 ottobre dicembre 2009 2009 luglio 2009 ottobre dicembre 2009 2009 PCB 18 <0,05 <0,05 <0,05 0,13 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) <0,05 <0,05 <0,05 2,05 PCB 28 <0,05 <0,05 <0,05 0,25 <0,05 <0,05 <0,05 3,89 <0,05 <0,05 5,91 PCB Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) marzo 2009 PCB 31 <0,05 <0,05 <0,05 0,38 <0,05 PCB 52 0,17 0,11 0,2 0,75 4,86 2,33 3,39 11,66 PCB 44 <0,05 0,14 0,85 0,58 <0,05 2,96 14,41 9,02 PCB 101 2,2 0,78 2,8 5,47 62,86 16,49 47,46 85,07 PCB 149 3,5 3,9 4,6 5,90 100,00 82,45 77,97 91,76 PCB 118 3,1 2,5 1,9 4,10 88,57 52,85 32,20 63,76 PCB 153 9,7 12,2 9,9 10,23 277,14 257,93 167,80 159,10 PCB 138 8,7 9,4 8,4 11,50 248,57 198,73 142,37 178,85 PCB 180 2,3 0,67 1,3 3,76 65,71 14,16 22,03 58,48 PCB 170 0,4 0,88 1,9 2,01 18,60 32,20 31,26 PCB 194 <0,05 0,45 0,36 0,53 11,43 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 0,01 <0,05 6,10 <0,05 8,24 PCB 209 9,51 <0,05 PCB totale 30,07 31,03 32,21 45,60 859,14 656,03 545,93 709,20 PBDE Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) 0,15 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) BDE-28 0,16 0,36 0,39 0,10 4,6 7,6 6,6 1,56 BDE-47 3,80 2,90 3,70 3,01 0,0 61,3 62,7 46,81 BDE-99 1,02 1,30 1,52 1,25 108,6 27,5 25,8 19,44 BDE-100 0,83 0,79 0,88 0,53 29,1 16,7 14,9 8,24 BDE-154 0,21 0,40 0,49 0,19 23,7 8,5 8,3 2,95 BDE-153 0,29 0,13 0,21 0,25 6,0 BDE-183 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 8,3 2,7 <0,05 3,6 <0,05 3,89 <0,05 BDE-184 <0,10 <0,10 <0,10 <0,10 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-209 PBDE totale 2,10 <0,10 <0,10 60,0 <0,05 <0,05 8,41 5,88 7,19 240,3 124,3 121,9 5,33 - 93 - 82,9 Tab. 6.2.4. Concentrazioni di PCB e PBDE nel lavarello del Lago Maggiore. I risultati sono espressi in ng g-1 di peso fresco e ng g-1 di lipidi. PCB 18 <0,05 <0,05 <0,05 0,08 PCB 28 <0,05 <0,05 <0,05 0,14 PCB 31 <0,05 <0,05 <0,05 0,11 marzo luglio ottobre dicembre 2009 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) <0,05 <0,05 <0,05 4,65 <0,05 <0,05 <0,05 8,14 <0,05 <0,05 <0,05 6,40 PCB 52 0,05 0,2 0,76 0,25 <0,05 8,70 22,35 14,53 PCB 44 <0,05 0,18 0,66 0,19 7,35 7,83 19,41 11,05 PCB 101 0,50 0,74 2,1 1,22 73,53 32,17 61,76 70,93 PCB 149 0,11 1,06 4,5 1,03 16,18 46,09 132,35 59,88 PCB 118 0,6 0,95 3,7 1,04 88,24 41,30 108,82 60,47 PCB 153 1,2 2,9 11 2,34 176,47 126,09 323,53 136,05 PCB 138 1,2 8,1 11,3 2,50 176,47 352,17 332,35 145,35 PCB 180 0,4 0,32 2,5 0,75 58,82 13,91 73,53 43,60 PCB 170 0,11 0,34 3,5 0,41 16,18 14,78 102,94 23,84 PCB 194 <0,05 0,16 1,5 0,19 <0,05 <0,05 <0,05 0,03 6,96 <0,05 44,12 <0,05 11,05 PCB 209 -<0,05 <0,05 PCB totale 4,17 14,95 41,52 10,28 613,24 650,00 1221,18 597,67 PCB PBDE marzo luglio ottobre dicembre 2009 2009 2009 2009 Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) 1,74 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) BDE-28 <0,05 0,18 0,21 <0,05 <0,05 7,83 6,18 <0,05 BDE-47 0,84 0,51 0,66 0,55 123,53 22,17 19,41 31,98 BDE-99 0,73 0,96 1,18 0,61 107,35 41,74 34,71 35,47 BDE-100 0,23 0,19 0,26 0,2 33,09 7,65 BDE-154 0,06 <0,05 0,11 <0,05 8,82 8,26 <0,05 11,63 <0,05 BDE-153 0,09 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-183 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-184 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-209 PBDE totale 0,29 <0,05 <0,05 2,23 1,84 2,42 1,36 - 94 - <0,05 3,24 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 42,65 <0,05 327,94 80,00 12,50 <0,05 <0,05 <0,05 71,18 79,07 Tab. 6.2.5. Concentrazioni di PCB e PBDE nel gardon del Lago Maggiore. I risultati sono espressi in ng g-1 di peso fresco e ng g-1 di lipidi. PCB 18 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 marzo luglio ottobre dicembre 2009 2009 2009 2009 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 PCB 28 <0,05 <0,05 <0,05 0,06 <0,05 <0,05 <0,05 9,23 PCB 31 <0,05 <0,05 <0,05 0,06 <0,05 <0,05 <0,05 9,23 0,13 <0,05 31,43 13,13 19,23 15,71 23,75 22,15 PCB PCB 52 marzo luglio ottobre dicembre 2009 2009 2009 2009 Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) <0,05 0,22 0,21 PCB 44 <0,05 0,11 0,38 0,14 <0,05 PCB 101 0,7 0,7 1,8 0,60 102,94 100,00 112,50 92,31 PCB 149 0,49 0,77 1,9 0,67 72,06 110,00 118,75 103,08 PCB 118 0,9 0,79 1,3 0,51 132,35 112,86 81,25 78,46 PCB 153 2,3 1,8 3,5 1,44 338,24 257,14 218,75 221,54 PCB 138 1,9 1,0 3,4 1,46 279,41 142,86 212,50 224,62 PCB 180 1,0 0,22 1,1 0,61 147,06 31,43 68,75 93,85 PCB 170 0,4 0,23 1,2 0,27 58,82 32,86 75,00 41,54 PCB 194 <0,05 0,11 0,39 0,13 <0,05 <0,05 <0,05 0,03 15,71 <0,05 24,38 <0,05 20,00 PCB 209 <0,05 <0,05 PCB totale 7,69 5,95 15,18 6,11 1130,88 850,00 948,75 939,85 PBDE Concentrazioni riferite al peso fresco (ng g-1) 4,62 Concentrazioni normalizzate sul contenuto di lipidi (ng g-1) BDE-28 0,06 0,05 0,07 <0,05 8,96 7,14 4,38 <0,05 BDE-47 0,96 0,33 0,44 0,36 143,28 47,14 27,50 55,38 BDE-99 <0,05 0,48 0,61 0,2 <0,05 68,57 38,13 30,77 BDE-100 0,18 <0,05 0,15 <0,05 0,07 BDE-154 0,09 <0,05 <0,05 26,87 <0,05 12,86 <0,05 9,38 <0,05 10,77 <0,05 BDE-153 0,08 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-183 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 11,94 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-184 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 BDE-209 PBDE totale <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 1,28 0,95 1,27 191,04 135,71 79,38 0,63 96,92 Non esiste attualmente un valore soglia per i PBDE nel muscolo dei pesci, ma esiste uno standard di qualità ambientale (Direttiva 2008/105/CE) come media annuale dei BDEpentabromurati di 500 ng L-1 nei campioni acquosi di corpi idrici superficiali. - 95 - Misura delle concentrazioni di mercurio totale (Davide A.L. Vignati, Gabriele Marchese, Adolfo De Paolis, Claudio Roscioli, Licia Guzzella) La misura del mercurio totale nei campioni di coregone lavarello (Coregonus lavaretus), agone (Alosa fallax lacustris) e gardon (Rutilus rutilus) è stata effettuata utilizzando uno strumento AMA254 (Automated Mercury Analyzer, FKV, Bergamo). Per i quattro periodi di indagine previsti dal programma, i campioni sono stati analizzati in triplo e il coefficiente di variazione (deviazione standard/valore medio) è risultato uguale o inferiore al 5% cinque per cento con l’eccezione dei campioni di agone del luglio 2009 (7%). L’accuratezza delle misure è stata verificata tramite il materiale di riferimento T13 per il quale è stato ottenuto un valore medio (n = 4) di 0,192 ± 0,007 mg kg-1 a fronte di un valore certificato di 0,188 ± 0,007 mg kg-1. Le concentrazioni di mercurio misurate nei campioni di lavarello e agone durante il 2009 (Fig. 6.2.4) sono paragonabili alle corrispondenti serie storiche per il periodo 2001– 2007 (si ricorda che la raccolta dei dati sul gardon è iniziata soltanto a partire dal 2008). I livelli medi di mercurio per il lavarello sono inoltre perfettamente confrontabili tra gli anni 2008 e 2009 (0,096 ± 0,001 vs. 0,098 ± 0,015 mg Hg per kg di peso fresco; media dei campioni dei quattro periodi di indagine per ciascun anno). Da segnalare invece, tra il 2008 e il 2009, l’aumento delle concentrazioni medie (in mg Hg per kg di peso fresco) nell’agone (0,174 ± 0,024 per il 2008 vs. 0,200 ± 0,036 per il 2009) e nel gardon (0,083 ± 0,003 per il 2008 contro 0,106 ± 0,035); sebbene tali differenze non siano risultate statisticamente significative al t di Student dopo verifica dell’omogeneità delle varianza. L’andamento stagionale delle concentrazioni di mercurio è abbastanza simile per lavarello e gardon, mentre l’agone mostra un massimo di concentrazione nel periodo primaverile per poi stabilizzarsi intorno agli 0,2 mg Hg kg-1 peso fresco per il resto dell’anno (Fig. 6.2.4). Inoltre, il gardon mostra un incremento di concentrazione nel periodo ottobre – dicembre 2009. Poiché il gardon ha abitudini più litorali rispetto alle altre due specie esaminate, è possibile che esso risponda in modo diverso alle variazioni delle concentrazioni di mercurio negli organismi inferiori che costituiscono la sua dieta. Indagini supplementari sulle concentrazioni di mercurio in campioni di seston2 prelevati nel maggio 2009 hanno evidenziato concentrazioni di Hg totale (in mg kg-1 peso secco) più elevate in località Baveno (0,137 ± 0,003 mg kg-1; n = 3) rispetto a Ghiffa (0,063 ± 0,002 mg kg-1; n = 3) e Lesa (0,076 ± 0,002 mg kg-1; n = 3). Anche le concentrazioni di mercurio misurate in Dreissena polymorpha in maggio e settembre 2009 sono risultate più elevate in località Baveno e Suna rispetto a quelle misurate nelle altre zone di campionamento (si veda la sezione 6.1). Poiché è noto (Harris et al., 2007) che le concentrazioni di mercurio negli organismi planctonici possono fluttuare notevolmente in intervalli di tempo molto brevi (con conseguenti ripercussioni ai livelli più alti della catena trofica) si cercherà, nei limiti del possibile (costi, disponibilità di materiale da analizzare e aspetti logistici) di proseguire lo studio del contenuto di mercurio nella componente planctonica accanto al previsto programma su Dreissena polymorpha. 2 Queste analisi sono state svolte su campioni gentilmente forniti dalla Prof. Silvana Galassi,Università degli Studi di Milano. - 96 - 0,25 0,2 Lavarello Agone Gardon Hg totale (mg kg -1 peso fresco) 0,3 0,15 0,1 0,05 0 Marzo 2009 Luglio 2009 Ottobre 2009 Dicembre 2009 Fig. 6.2.4. Concentrazioni medie di mercurio in tre specie ittiche del Lago Maggiore nel marzo, luglio, ottobre e dicembre 2009. I risultati sono espressi in mg Hg kg-1 di peso fresco. Le barre di errore rappresentano ± 1 deviazione standard. Dal punto di vista normativo, le concentrazioni di mercurio nella fauna ittica restano sempre al di sotto dei limiti di legge per i prodotti destinati al consumo umano (0,5 mg kg-1 peso fresco). Si ricordano tuttavia le considerazioni già formulate nel rapporto 2008: - una persona di 70 kg che consumi una porzione di agone da 200 g assumerebbe (sulla base dei dati 2009) dal 28 all’ 82 % della dose massima settimanale di mercurio (la percentuale varie in base alla soglia di sicurezza utilizzata – si veda il rapporto 2008); - la rilevanza per la salute pubblica dei calcoli sopra illustrati dipende dalle abitudini alimentari (tipo e quantità di pesce, frequenza di consumo) del consumatore stesso. Inoltre, si ricorda che il campionamento effettuato nel corso del presente programma è stato sviluppato per monitorare lo stato ecologico del comparto ittico nel Lago Maggiore e non come supporto specifico per la valutazione dei rischi per il consumatore. Approfittando delle indagini supplementari finanziate dalla Commissione per l’analisi dei PCB-diossina simili nei prodotti ittici, si effettueranno (per il momento a titolo gratuito) analisi integrative di mercurio in pool di pesci più rappresentativi per la valutazione di quest’ultimo aspetto. Infine, si ricorda che il maggior rischio (eco)tossicologico derivante dal mercurio è collegato all’esistenza nell’ambiente e nei pesci della forma metilata di questo elemento. La letteratura concorda sul fatto che tale forma costituisce una frazione maggioritaria del mercurio totale nelle specie ittiche. E’ tuttavia evidente che una verifica sperimentale delle concentrazioni di metilmercurio (sia in specie ecologicamente rappresentative sia in quelle di maggior consumo) dovrà essere introdotta nel programma in corso o pianificata in quelli futuri. Bibliografia CIPAIS. 2007. Monitoraggio della presenza del DDT e di altri contaminanti nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale aprile 2006 – marzo 2007 e Rapporto Finale 20012007. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 102 CIPAIS. 2009. Indagini su DDT e sostanze pericolose nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale 2008. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 85. Harris, R., D.P. Krabbenhoft, R. Mason, M.W. Murray, R. Reash, & T. Saltman (Eds.) 2007. Ecosystem responses to mercury contamination. CRC press, Boca Raton, 216 pp. - 97 - 7. CONCLUSIONI (Piero Guilizzoni) I risultati prodotti dalle ricerche effettuate nel 2009, e presentati con estremo dettaglio nelle precedenti pagine di questo rapporto, mettono in luce alcuni rilevanti aspetti dell’evoluzione della contaminazione da sostanze pericolose nel Lago Maggiore, emersi anche grazie a importanti novità nella pianificazione delle attività di ricerca, prima fra tutte quella sul comparto acqua/zooplancton. In generale, il metabolita pp’DDE rappresenta il composto dominante tra i metaboliti del DDT rinvenuti nello zooplancton di rete. Le analisi su questo importante costituente della rete trofica pelagica, basate su campionamenti in tre diverse stazioni e nei quattro momenti stagionali, hanno messo in evidenza come la contaminazione da pp’DDT e dai suoi metaboliti risulti massima nelle stazioni di Baveno e Ghiffa in aprile, quando i campioni di materiale zooplanctonico sono in massima parte costituiti dai diaptomidi e, in misura minore, dal filtratore di grossa taglia Daphnia. Nei periodi successivi, le differenze temporali e quelle tra stazioni sono apparse poco evidenti. La contaminazione misurata in aprile potrebbe essere almeno in parte spiegata dal fatto che i diaptomidi possano agire come veri e propri carrier del carbonio litorale al pelago lacustre. A suggerire questa interpretazione sono i dati del segnale isotopico del carbonio di questi organismi, caratterizzato da una forte componente litorale, anche in individui prelevati da acque pelagiche (Manca et al., 2009). In futuro sarà interessante valutare se questa ipotesi sia verificata, e fino a che punto essa possa contribuire a spiegare apparenti anomalie nella concentrazione di sostanze tossiche in campioni zooplanctonici, che in alcuni periodi dell’anno presentano i massimi valori di concentrazione di pp’DDE, pp’DDD e pp’DDD, più elevati anche di quelli misurati in organismi appartenenti a livelli trofici superiori. Le analisi dei campioni d’acqua del Fiume Toce, prelevati in tre stazioni durante il 2008- 2009 hanno evidenziato l’assenza del DDT e degli altri composti considerati (esaclorobenzene, esaclorocicloesano). Anche quando i solidi in sospensione sono in quantità elevate, fino a un valore massimo di 105 mg L-1, le concentrazioni di DDT risultano inferiori al limite di quantificazione (0,002 µgL-1). Solamente in alcuni casi, l’utilizzo di metodiche specifiche con maggior sensibilità analitica (GC/MS) ha permesso di individuare composti del DDT, principalmente pp’DDT, pp’DDD e pp’DDE presenti in tracce e in ogni caso in quantità di gran lunga inferiori al limite di quantificazione per le analisi di routine sopra menzionato. Alla luce di questi risultati è legittimo affermare che, relativamente al comparto acqua, come le condizioni chimiche del Fiume Toce e quelle del Lago Maggiore risultino buone. Tale situazione potrebbe essere considerata sostanzialmente tranquillizzante in quanto, allo stato attuale, la presenza del sito contaminato e di eventuali perdite di DDT non sembrano portare ad una compromissione dello stato chimico dell’acqua nei corpi idrici interessati. In realtà, tuttavia, la situazione ambientale del sistema Toce-Lago Maggiore è nettamente più complessa e contraddittoria, tale da rendere necessario un approfondimento. Analisi sul materiale solido trasportato in condizioni idrologiche normali e durante eventi di piena nei quali gli apporti a lago attraverso il Fiume Toce sono stati consistente, hanno evidenziato una presenza significativa di DDT (in particolare, di pp’DDT), in molti casi superiore a 1 ng g-1. Tale risultato suggerisce come occorra tenere nel debito conto il ruolo del continuo apporto a lago di materiale trasportato dal fiume e delle criticità ambientali evidenziate per l’ecosistema del Lago Maggiore fin dalla seconda metà degli anni ‘90, anche in presenza di condizioni cha appaiono mediamente “buone” sulla base dei dati di monitoraggio di ARPA Piemonte. - 98 - Purtroppo, allo stato attuale non esistono Standard di Qualità Ambientale per i sedimenti lacustri; essi sono stati definiti solamente per i sedimenti di acque di transizione e marine. Tuttavia, l’applicazione di questi ultimi ai sedimenti del Lago Maggiore e ai solidi sospesi veicolati dal F. Toce consente di mettere in luce criticità significative (v. più avanti). Nel 2009 si è dato l’avvio a una nuova ricerca, finalizzata alla stima della biodisponibilità dei contaminanti presenti nell’acqua mediante l’esposizione di campionatori passivi (vale a dire membrane semi-impermeabili e dispositivi in PVC con resina chelante comunemente noti come DGT). L’utilizzo di tali campionatori ha lo scopo di simulare l’assunzione da parte di pesci e molluschi dei contaminanti (sostanze organiche e metalli) presenti nell’acqua. Il sistema di campionamento adottato permette di analizzare solo la frazione dei composti che si muove per trasporto passivo e dunque non simula, né il trasporto attivo dei contaminanti dall’acqua agli organismi, né i processi di accumulo legati all’assunzione per via alimentare (biomagnificazione). Così come visto per il Fiume Toce, anche nei campioni d’acqua di lago (frazione disciolta) le concentrazioni di tossici organici risultano molto contenute, per il DDT comprese tra 0,02 e 0,2 ng L-1 e per i PCB tra 0,02 e 0,3 ng L-1. Più elevate (50–100% in più), e generalmente più omogenee nelle diverse stazioni, sono le concentrazioni di PCB. In pochi casi, queste ultime risultavano più elevate a Intra e Brebbia/Monvalle, con tutta probabilità in conseguenza del maggior apporto di inquinanti di origine antropica (industrializzazione, densità abitativa, ecc…). Le concentrazioni di DDT misurate nelle membrane invece tendono ad aumentare in direzione Nord-Sud, con un netto gradiente Brissago-Intra-Feriolo-Brebbia/Monvalle; tale aumento è apparso più contenuto nel caso dei PCB. Le concentrazioni di DDT sono più elevate di quelle dei PCB (da 1,5 a 9 volte) in dipendenza della stazione considerata. Le differenze tra le concentrazioni misurate in acqua e quelle nelle membrane sono da ricondurre a differenze nel tasso di assorbimento (Rs). Le differenze di concentrazione tra PCB e DDT stanno ad indicare che la capacità di accumulo nelle membrane dei diversi DDT é nettamente superiore a quella dei PCB. Le differenze tra stazioni sembrano invece legate alla dipendenza di Rs dalla temperatura (diretta) e dalla velocità di corrente (inversa). In due siti (Feriolo e Intra) le concentrazioni nelle membrane risultavano anche correlate con quelle nell’acqua. La distribuzione percentuale dei diversi isomeri e metaboliti del DDT è simile nelle quattro stazioni; si evidenzia la dominanza di pp’DDD e op’DDD (65% in totale), e una minore importanza di pp’DDT (23%) e pp’DDE (12%). Le concentrazioni dei metalli (Cd, Cu, Ni e Pb) nei diversi periodi di esposizione e nelle differenti stazioni riflettono le percentuali di abbondanza di questi elementi sulla crosta terrestre, indicando una buona coerenza geochimica dei risultati, ma nel contempo, una forte variabilità spazio-temporale. I risultati ottenuti attraverso questa nuova attività di monitoraggio confermano come determinare delle concentrazioni medie di elementi in traccia nel Lago Maggiore sia un problema complesso, a causa dell’elevata variabilità naturale, e delle rilevanti difficoltà analitiche derivanti da presenza concentrazioni che nei campioni d’acqua filtrata (per metalli quali Cd e Pb) sono spesso al disotto del limite di rilevabilità analitica (di 0,1 µg L-1). L’utilizzo dei campionatori passivi del tipo DGT è spesso finalizzato a determinare la biodisponibilità degli elementi in traccia per gli organismi acquatici. E’ dunque estremamente importante il confronto tra i risultati sopra brevemente ricordati e quelli ottenuti attraverso il biomonitoraggio in molluschi bivalvi (v. oltre). Da detto confronto è possibile evidenziare i punti seguenti: - In alcun i casi non sono facilmente interpretabili le relazioni tra i vari composti organici misurati nell’acqua, nelle membrane e nei tessuti di Dreissena, a testimonianza del fatto che - 99 - numerosi sono i fattori sia chimico-fisici che biologici che determinano le discrepanze osservate; - diversamente da quanto osservato nei campionatori passivi, le concentrazioni di Ni e Cr risultano molto variabili nei bivalvi prelevati dalle stazioni del Bacino di Pallanza rispetto a quelli provenienti dal bacino principale del lago; - fatte salve due eccezioni (Brebbia e Intra nel febbraio 2009), i risultati delle analisi del rame sui molluschi bivalvi confermano la sostanziale omogeneità tra le diverse stazioni rilevata dai campionatori passivi. - nel caso del cadmio, la maggiore variabilità delle concentrazioni nei campionatori passivi rispetto a quella misurata nei molluschi bivalvi può essere dovuta alle basse concentrazioni di quest’elemento nella fase acquosa; - il forte incremento di Pb in Dreissena della stazione di Laveno risulta in disaccordo con il dato relativo alle concentrazioni misurate nella stazione di Brebbia/Monvalle e questo non è spiegabile solamente a partire da una non completa sovrapponibilità dei due siti di campionamento; La non perfetta sovrapponibilità tra i risultati dell’unità DGT e quelli dei molluschi bivalvi trova ampia giustificazione nel fatto che Dreissena polymorpha è un filtratore molto efficiente, che ricava buona parte del suo nutrimento (e del carico inquinante da metalli) dal materiale particolato fine che non è ‘campionato’ dalle unità DGT. Inoltre, la durata dell‘esposizione delle DGT era dell’ordine dei giorni, un tempo molto più breve di quello dell’integrazione da parte di Dreissena, dell’ordine dei mesi. Le unità DGT potrebbero anche non aver rilevato anomale situazioni transitorie avvenute nell’intervallo compreso tra due successive fasi di esposizione delle unità stesse. Dal confronto emerge come la tecnica dei campionatori passivi, senza dubbio promettente, necessiti di ulteriori affinamenti prima di poter essere considerata come un efficace surrogato del monitoraggio su organismi biologici. Di grande rilevanza sono i risultati ottenuti dall’analisi dei sedimenti dei tributari del Lago Maggiore. Fatta eccezione per il Toce e del Ticino emissario, le concentrazioni dei composti organici nel 2009 risultano contenute e in linea con quelle del periodo 2001-2008. Come già rilevato in precedenti indagini, i sedimenti del Fiume Toce hanno concentrazioni cinque volte maggiori di quelle rilevabili in altri fiumi (Ticino immissario, Margorabbia, Tresa, Bardello, Boesio, Toce e Ticino emissario). Le concentrazioni di DDT nel Fiume Toce sono comprese tra 8 e 49 ng g-1, più elevate rispetto a quelli degli altri fiumi, anche quando normalizzate sul carbonio organico sedimentario tale risultato conferma il permanere nel F. Toce di una fonte attiva di contaminazione da DDT. Tale interpretazione è anche sostenuta dalla presenza del composto parentale, il pp’-DDT, in percentuali comprese tra il 35 e il 66% del totale della somma dei composti del DDT. In media, la concentrazione di DDT totale nel Fiume Toce è di 32 ng g-1, 3,5 volte più elevata di quella osservata nel periodo di riferimento 2006-2007 e identica a quella già osservata nel 2008. Come già evidenziato in passato, i livelli più elevati di contaminazione da PCB si ritrovano nei fiumi Bardello, Tresa e Boesio, mentre quelli misurati nel Ticino immissario sono i più contenuti. Il valore di concentrazione eccezionalmente alto misurato nel Fiume Bardello nell’ottobre 2009 si spiega, oltreché per le fonti locali di contaminazione, anche per il particolare regime idrologico (condizioni di magra). A quest’ultimo sono anche ascrivibili i valori più bassi misurati negli altri campionamenti. Nei fiumi Bardello e Boesio, le concentrazioni di PBDE risultano circa dieci volte maggiori di quelle dei PCB. Come già osservato in precedenza, questi due fiumi sono caratterizzati da un’elevata contaminazione da BDE-209, il composto decabromurato principale componente della miscela Deca-BDE, l’unica ancora in uso in Europa. Il congenere BDE-209 costituisce il 99% del totale dei PBDE misurati. Elevate concentrazioni sono state - 100 - misurate in tutti i campioni prelevati dai fiumi Bardello e Boesio. Non essendo stato campionato alcun fiume in regime di piena, non si è potuto osservare alcun effetto di diluizione pari a quello descritto nel 2008. Per stabilire le cause delle elevate concentrazioni rilevate nel 2009 sarebbe necessaria un’indagine territoriale sulle fonti locali di contaminazione esistenti nei bacini fluviali. Allo stato attuale possiamo solamente ipotizzare che la causa principale della contaminazione siano gli scarichi di tipo industriale, quali quelli d’industrie che utilizzano materiale tessile sintetico e materiale plastico, che producono cavi elettrici o prodotti (es. poliuretano espanso) in cui sono utilizzati questi additivi. Analogamente a quanto osservato nel 2008 e in accordo con le misure effettuate nei sedimenti lacustri, le concentrazioni totali di IPA nei sedimenti sono più elevate nei fiumi Margorabbia, Tresa e Bardello e nel Ticino emissario. Le concentrazioni sono massime anche in campioni raccolti nell’ottobre 2009, in condizioni di magra prevalente. I composti principali sono il fluorantene, il pirene e il fenantrene, tutti di origine petrogenica (es. sversamento di petrolio), sebbene non si possa escludere anche un’origine naturale nei sedimenti profondi per il fluorantene. Due quadri contrastanti emergono dal confronto tra le concentrazioni dei metalli nei sedimenti di Ticino immissario e Ticino emissario per i mesi di marzo e ottobre 2009. Nel marzo 2009, le concentrazioni nei due siti sono molto simili per tutti gli elementi, ad eccezione del mercurio, 27 volte più elevato nei sedimenti del Ticino emissario rispetto a quelli dell’immissario. Nell’ottobre 2009, un incremento delle concentrazioni nel Ticino emissario è evidente anche per il Cd, con un aumento di circa 12 volte e per il Pb e il Cu (di circa 4 volte), oltre che per il Hg (di circa 7 volte). Il confronto tra i due siti conferma la presenza costante di fonti antropiche di mercurio nel Lago Maggiore, nonché una sua esportazione a valle della cuvetta lacustre. Situazioni particolari di regime idrologico o legate alla variabilità del contenuto di carbonio organico nei sedimenti non sono sufficienti a spiegare il mancato aumento nelle concentrazioni di elementi in traccia nei sedimenti del Ticino emissario a marzo 2009; con buona probabilità, a determinarlo è stata una combinazione di fattori limnologici e biogeochimici, la cui indagine esula dallo scopo della presente attività. Analogamente a quanto riportato per l’anno 2008, non si sono osservati incrementi marcati nel contenuto di As e Ni dei sedimenti del Ticino immissario rispetto a Ticino emissario. Moderate variazioni nel livello di contaminazione da elementi in traccia sono emerse per gli altri tributari esaminati (Tresa, Margorabbia, Bardello, Boesio e Toce), con valori di Cd, Cu, Ni e Pb da 1,5 a 3 volte superiori di quelli più bassi misurati e, con poche eccezioni (quali ad esempio il Cd nel F. Bardello), con una variabilità stagionale molto contenuta. Diversa, è la situazione per l’arsenico, le cui concentrazioni nel Tresa/Toce risultano circa 8 – 10 volte superiori a quelle misurate nel Bardello/Boesio. Le concentrazioni di mercurio nei sedimenti del Fiume Toce, nel quale sono localizzate fonti antropiche di questo elemento, mostrano una variabilità annuale piuttosto contenuta, con un minimo di 0,084 mg kg-1 nell’ottobre 2009 e un massimo di poco inferiore a 0,25 mg kg-1 nel marzo dello stesso anno. Tali livelli sono più bassi di quelli misurati nel 2008 (0,127 – 0,949 mg kg-1 ), in conseguenza delle differenze nel regime idrologico del fiume nei due anni; i campionamenti del 2009 sono infatti avvenuti in regime di morbida, mentre i prelievi del luglio e dell’ottobre 2008 erano stati effettuati durante delle piene. Sebbene durante gli eventi di piena si osservi in generale una riduzione del livello di contaminazione dei sedimenti, in conseguenza del prevalere di un effetto di diluizione, a volte tale riduzione non viene osservata. Al contrario si osserva un arricchimento, determinato dal prevalere dell’effetto di mobilizzazione di materiale sedimentario del F. Toce, contaminato da mercurio e da inquinanti organici. Tale effetto è stato ampiamente documentato nei precedenti rapporti. Nell’insieme, i dati relativi a questo aspetto dimostrano dunque come, in presenza di aree - 101 - contaminate nel bacino di un fiume, la rimobilizzazione degli inquinanti possa ampiamente compensare, e arrivare a superare, il normale effetto di diluizione provocato della piene. Negli altri tributari studiati, i livelli di mercurio si sono mantenuti nel corso del 2009 su valori di base, senza importanti variazioni stagionali. Una lieve eccezione è costituita dai fiumi Tresa e Margorabbia, nei quali le concentrazioni sono apparse leggermente al di sopra di quelle di fondo, con anche piccole fluttuazioni stagionali in funzione del regime idrologico. In occasione dei due eventi di piena a marzo e a luglio 2009, una diminuzione nella concentrazione di mercurio nel Tresa è stata controbilanciata da un aumento nel Margorabbia. Le piene sembrerebbero causare una diluizione di Hg antropico nei sedimenti del F. Tresa (similmente a quanto sopra ipotizzato per il Fiume Toce), mentre nel caso del Margorabbia sembrerebbe prevalere la mobilizzazione di materiale leggermente più ricco in mercurio, con buona probabilità di origine geologica. I livelli di Hg risultano più elevati nel Bardello e nel Boesio con valori di concentrazione in taluni periodi dell’anno simili a quelle del Ticino emissario e del Toce, indicativi di apporti antropici di mercurio anche in questi bacini. Con una certa cautela vanno interpretate le concentrazioni talvolta elevate di nichel: lungo l’arco alpino, i livelli di fondo del Ni possono infatti essere più elevati per cause del tutto naturali, conseguenti alla presenza di rocce mafiche e ultramafiche, ad elevato tenore di questo elemento. Nel caso del Fiume Strona (un affluente del Toce), a questa componente di origine naturale si somma l’esistenza di un’importante fonte di contaminazione antropica, dovuta alla presenza di numerose industrie galvaniche e di lavorazione dei metalli. Discorso analogo vale per l’arsenico, presente naturalmente in alcune rocce del bacino del Lago Maggiore (ne siano prova i livelli vicini o superiori al PEC (Probable Effect Concentration, o concentrazione al di sopra della quale è probabile avere effetti tossici) nel Ticino immissario, ma anche per lungo tempo utilizzato nello stabilimento di Pieve Vergonte per la produzione di acido solforico tramite calcinazione di pirite arsenicata e dunque, con un marcato apporto antropico aggiuntivo nel Bacino di Pallanza e nella parte meridionale del lago. Applicando l’approccio PEC-Q (Probable Effect Concentration Quotients) ai dati disponibili per i sedimenti dei tributari per l’anno 2009, si ottengono valori compresi tra circa 0,2 e 0,6 unità. Rispetto al 2008, il valore soglia di 0,5 (corrispondente ad una probabilità di tossicità tra il 15 e il 40% per Hyalella azteca e di circa il 15% per Chironomus dilutus in test di laboratorio) è superato solo per il campione del Ticino emissario dell’ottobre 2009. Rimane abbastanza frequente il superamento della soglia di 0,34 al di sopra della quale sono attesi effetti sulla struttura della comunità bentonica. L’inclusione o meno del nichel nel calcolo del PEC-Q non altera in modo evidente il quadro ottenuto sulla base dei dati di As, Cd, Cu, Pb e Hg. Risulta quindi confermato quanto già espresso nel precedente rapporto (CIPAIS, 2010), riguardo alla possibilità che specie bentoniche possano risentire degli effetti negativi della contaminazione da metalli a livelli anche di molto inferiori rispetto a quelli di riferimento comunemente accettati., E’ opportuno inoltre ricordare come, l’approccio PEC-Q non sia adeguato alla valutazione dei rischi potenziali da mercurio, poiché esso non tiene conto della biomagnificazione di questo elemento lungo la catena trofica. La campagna primaverile del 2009 e le successive analisi di molluschi bivalvi (Dreissena polymorpha) hanno messo in evidenza un’elevata contaminazione da DDT nelle stazioni del Bacino di Pallanza (Baveno e Suna). In particolare, l’elevata presenza di DDT “fresco” a Baveno (pp’DDT, con valori che superano addirittura quelli registrati nel 1996), fa pensare a un recente sversamento di composto dal sito industriale di Pieve Vergonte. Per le altre stazioni del lago l’analisi dei dati ha invece evidenziato una contaminazione da DDT pregressa e pressoché omogenea in tutto il bacino lacustre. Se ipotizziamo di suddividere il lago in quattro aree geografiche (cfr. capitolo 6.1), possiamo osservare come il Bacino di Pallanza presenti concentrazioni medie quasi quattro volte più elevate rispetto alle altre tre. - 102 - Tuttavia, i valori misurati nelle altre tre zone sono comunque allarmanti, poiché sono ben più elevati rispetto a quelli rilevati negli altri laghi subalpini italiani e considerati di background. Sempre in riferimento al campionamento primaverile di molluschi, si osserva che le concentrazioni totali di PCB sono abbastanza uniformi negli otto siti di campionamento, molto simili a quelle degli anni precedenti e paragonabili a quelle di altri ambienti lacustri. Una certa disomogeneità è comunque osservabile nel campionamento del settembre 2009. Mentre in primavera, la stazione più inquinata è quella di Brebbia, con un livello di contaminazione quasi doppio rispetto al minimo registrato nel sito di Ranco, probabilmente a seguito di apporti diretti del Fiume Bardello, che sfocia a lago nelle vicinanze del primo sito, a settembre i siti più contaminati sono quelli di Suna e Baveno Studi precedenti hanno dimostrato che Dreissena polymorpha è un ottimo organismosentinella per il biomonitoraggio degli IPA, essendo in grado di bioaccumulare questi composti nei suoi tessuti lipidici. I dati da noi ottenuti nella campagna di monitoraggio del 2009 evidenziano una sostanziale omogeneità in tutta la cuvetta lacustre relativamente all’inquinamento da IPA, non mostrando differenze statisticamente significative né tra le varie stazioni né tra le quattro aree geografiche. Il sito più contaminato è risultato quello di Suna. Tra i composti più volatili, il benzo(α)antracene (uno dei più pericolosi per la biocenosi) è quello rinvenuto a concentrazioni più elevate nel Verbano, a testimonianza del fatto che gli IPA dovrebbero essere costantemente monitorati anche in questo ambiente lacustre. La contaminazione da HCH totali e HCB, così come quella da composti organofosforati, quali chlorpyrifos e carbaryl, risulta estremamente bassa e non rappresenta sicuramente un problema ambientale per il Verbano. Nel campionamento di settembre 2009, il composto maggiormente presente nei molluschi in tutti i siti è risultato il pp’DDE, a testimonianza del fatto che durante il periodo estivo non si è assistito a nessuno sversamento di pp’DDT nel Verbano. Baveno e Suna si confermano le stazioni più contaminate. Come atteso, si osserva un netto calo delle concentrazioni di DDT totali e degli altri composti nel periodo post-riproduttivo; soltanto gli IPA risultano aumentare sensibilmente a settembre. Poiché l’impronta di contaminazione è in questo caso esclusivamente pirogenica, derivante da combustioni incomplete di idrocarburi e non da sversamenti diretti a lago, essa potrebbe derivare da un maggior impiego di fuochi ad uso alimentare e/o da un accresciuto uso di barche da diporto in conseguenza della maggior presenza turistica nel periodo estivo. Le indagini sui metalli in traccia in D. polymorpha forniscono un quadro di un ambiente lacustre caratterizzato da diverse sorgenti di contaminazione e confermano che il Bacino di Pallanza è ancora influenzato da una contaminazione da mercurio. Da segnalare anche come differenze talvolta marcate tra le stazioni situate nel Bacino di Pallanza e quelle lungo l’asse principale del lago, dipendano dalla stagione. Tali differenze riguardano elementi per i quali sono note possibili sorgenti antropiche nel Bacino del Toce (Hg) e/o dei suoi affluenti (Cr e Ni). La situazione del 2009 è apparsa quindi diversa anche rispetto al 2008, quando non erano state osservate variazioni di rilievo tra le due zone. Inoltre, nelle stazioni di Baveno e Suna, le concentrazioni di mercurio nei campioni del maggio 2009 sono risultate paragonabili a quelle misurate nel lontano 1996. Tale dato conferma sia la persistenza della contaminazione da mercurio nel Lago Maggiore, sia la necessità di avviare programmi di ricerca fondamentale mirati alla comprensione del ciclo biogeochimico del mercurio nell’ecosistema lacustre. Sono anche da segnalare alcune variazioni stagionali in singole stazioni rispetto al 2008. Poiché tali variazioni non sono comuni a tutti gli elementi studiati, esse non possono essere ricondotte al diverso stato fisiologico degli organismi nei due periodi di campionamento, ma piuttosto ad apporti antropici distinti per tempo e zona di provenienza. - 103 - Le analisi dei composti organici nelle tre specie ittiche campionate, coregone lavarello (Coregonus lavaretus), agone (Alosa fallax lacustris) e gardon (Rutilus rutilus) evidenziano per l’agone concentrazioni di DDT molto prossime al limite di legge (50 ng g-1 peso fresco, per pesci con meno del 5% di grassi), ma al di sopra di esso solamente nel campione di luglio. Relativamente al 2008, le concentrazioni misurate sono simili nel lavarello e nel gardon, mentre risultano aumentate nell’agone. In termini assoluti, le concentrazioni totali di DDT sono differenti nelle tre specie, con valori mediamente più alti nell’agone (70,5 ng g-1 p. f., valore superiore del 25% rispetto a quello misurato nel 2008), rispetto a lavarello (22,5 ng g-1 p. f.) e gardon (6,0 ng g-1 p. f. ). L’agone risulta avere quindi un contenuto di DDT tre volte maggiore rispetto a quello del lavarello, mentre la concentrazione del gardon, è circa un terzo di quella del lavarello. A differenza delle altre specie, l’agone presenta concentrazioni talvolta elevate del composto parentale pp’DDT. Le concentrazioni di PCB totali non sono particolarmente elevate nelle tre specie ittiche e in termini assoluti sono più elevate nell’agone. La normalizzazione rispetto al contenuto lipidico, pur riducendo l’intervallo di variabilità, non sembra eliminare le differenze e tra i vari campioni. Negli individui considerati nella presente indagine, quindi, giovani (2–3 anni di età), la somma dei PCB indicatori non supera il valore di 70 ng g-1 p.f., valore considerato dal Canton Ticino (Svizzera) come valore soglia anche per i PCB diossina-simili. Per quest’ultimi, il valore limite è pari a 8 pg g-1 p. f. TEQ equivalenti, valore riportato dalla normativa CE n. 1881/2006 come il tenore massimo di questi contaminanti per i prodotti ittici. Questa problematica è in via di approfondimento nell’ambito di una ricerca “ad hoc”avviata nel 2010 sui PCB diossina-simili in individui più maturi, campionati anche in altre aree del lago. Le concentrazioni dei PBDE risultano in generale inferiori a quelle dei PCB. I livelli di mercurio misurati nei campioni di lavarello e agone durante il 2009 sono paragonabili a quelli del periodo 2001–2007 (si ricordi a questo proposito che la raccolta dei dati sul gardon venne avviata solamente a partire dal 2008). In media, le concentrazioni di mercurio nel lavarello appaiono perfettamente confrontabili negli anni 2008 e 2009 (valore medio di 0,096 ± 0,001 e di 0,098 ± 0,015 mg Hg per kg di p. f. nei due anni, rispettivamente). Da segnalare come, al contrario, negli ultimi due anni si sia avuto un aumento delle concentrazioni medie nell’agone (0,174 ± 0,024 per il 2008 vs. 0,200 ± 0,036 per il 2009) e nel gardon (0,083 ± 0,003 per il 2008 contro 0,106 ± 0,035 del 2009). L’andamento stagionale delle concentrazioni di mercurio è abbastanza simile per lavarello e gardon, mentre l’agone mostra un massimo di concentrazione nel periodo primaverile per poi stabilizzarsi intorno agli 0,2 mg Hg kg-1 p. f. per il resto dell’anno. Il gardon mostra invece un incremento di concentrazione da ottobre a dicembre 2009. E’ verosimile che tali differenze rispecchino le diverse esigenze alimentari delle tre specie esaminate. Dal punto di vista normativo, le concentrazioni di mercurio nella fauna ittica del Lago Maggiore restano sempre al di sotto dei limiti di legge previsti per i prodotti destinati al consumo umano (0,5 mg kg-1 p. f.). Tuttavia, occorre sottolineare come ulteriori indagini sarebbero necessarie per la valutazione dei rischi sanitari. A tal fine, parallelamente agli studi supplementari previsti nel 2010, e finanziati dalla Commissione per l’analisi dei PCB-diossina simili nei prodotti ittici, si prevede di effettuare analisi integrative – a costo zero - di mercurio nei pesci più rappresentativi. Il maggior rischio (eco)tossicologico derivante dal mercurio è infatti collegato all’esistenza nell’ambiente, e nei pesci, della forma metilata di questo elemento, che è anche la più tossica. La letteratura concorda sul fatto che tale forma costituisce una frazione maggioritaria del mercurio totale nelle specie ittiche. E’ tuttavia evidente che una verifica sperimentale delle concentrazioni di metilmercurio (sia in specie - 104 - ecologicamente rappresentative sia in quelle di maggior consumo) dovrebbe essere prevista nei futuri programmi di ricerca. Bibliografia CIPAIS. 2009. Indagini su DDT e sostanze pericolose nell’ecosistema Lago Maggiore. Rapporto annuale 2008. Ed. Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere: 85. Manca, M., A. Visconti, A. Fadda, R. Caroni, I. Cerutti & P. Volta. 2010. Verso un approccio funzionale allo studio della diversità: risultati di una prima indagine sullo zooplancton e la rete trofica pelagica del Lago Maggiore attraverso analisi d’isotopi stabili di carbonio e azoto. Biologia Ambientale 2010 (2): in stampa. - 105 - 8. GLOSSARIO ANOVA (analisi della varianza): tecnica statistica che permette di confrontare due o più gruppi di dati comparando la variabilità interna a questi gruppi con la variabilità tra i gruppi. Bacino imbrifero: è quella parte di territorio che circonda il lago e che, a causa della sua pendenza, fa da imbuto di raccolta delle acque piovane. Lo spartiacque è la parte più alta del bacino imbrifero per cui le precipitazioni atmosferiche che cadono oltre lo spartiacque non scendono superficialmente verso il lago. Bioaccumulo: processo attraverso cui sostanze tossiche (per esempio il DDT) si accumulano all'interno di un organismo in concentrazioni crescenti man mano che si sale di livello trofico. Biocenosi: è l’insieme di flora e fauna che vive in un ecosistema. Bivalvi: molluschi appartenenti al Phylum dei Mollusca. Sono caratterizzati da un corpo protetto da una conchiglia formata da due parti, dette valve. Biotrasformazione: conversione di una sostanza in altri composti da parte di organismi; comprende la biodegradazione. Condizione riducente: in riferimento a determinate condizioni dell’acqua e del sedimento di un corpo d’acqua in cui l’ossigeno è assente o molto scarso. DDD (diclorodifenildicloroetano): della famiglia degli organoclorurati (OC). Prodotto di degradazione del DDT con proprietà chimico-fisiche simili. DDE (diclorodifenildicloroetilene): della famiglia degli organoclorurati. Prodotto di degradazione del DDT con proprietà chimico-fisiche simili. DDT (diclorodifeniltricloroetano): della famiglia degli organoclorurati. E’ una sostanza incolore altamente idrofobica usata come potente antiparassitario. Diatomee: microalghe unicellulari provviste di una parete silicea formata da due gusci dette teche o valve. Diagenesi: termine che deriva della geologia e che sta ad indicare la trasformazione chimica, fisica e biologica di un tipo di sedimento nel corso del tempo. In questo studio il termine diagenetico viene utilizzato per indicare una trasformazione chimica di una determinata sostanza organica. Diossine: le diossine (dibenzo-p-diossine, PCDD e dibenzofurani, PCDF) sono gruppi di sostanze estremamente stabili e persistenti, presenti nel suolo, nell’aria, nei vegetali, negli animali, negli alimenti (in particolare quelle di origine animale come latte e latticini, pesce, carne e uova) e negli esseri umani. Le diossine possono venire prodotte come molecole indesiderate durante processi di combustione (es. fuochi all’aperto, inceneritori di vecchia generazione) e industriali (es. produzione di sostanze chimiche) e da fenomeni naturali (es. attività vulcaniche). Dreissena polymorpha: mollusco bivalve d’acqua dolce. Organismo originario del Mar Nero e della zona del Mar Caspio; specie tra le più invasive comunemente ritrovabile nei corpi d’acqua dell’Europa centrale, America del nord e in molti laghi italiani (es. Como, Garda). Epilimnio: è lo strato d'acqua superiore di un lago termicamente stratificato; è situato sopra il termoclinio (vedi termoclinio) o metalimnio, che lo separa dagli strati profondi (vedi ipolimnio). Esaclorobenzene: vedi HCB. Esaclorocicloesano: vedi HCH. Fingerprint: si riferisce a sostanze o elementi; indicatore specifico di inquinamento. Gamete: cellula riproduttiva o germinale matura. - 106 - Gas-cromatografia: analisi che si basa sulla diversa ripartizione di sostanze tra una fase stazionaria ed una fase mobile, in funzione dell'affinità di ogni sostanza con la fase mobile, costituita da un gas inerte. HCB (esaclorobenzene): pesticida della famiglia degli organoclorurati. Idrocarburo polialogenato, tossico. HCH (esaclorocicloesano): pesticida della famiglia degli organoclorurati. Idrocarburo polialogenato, tossico. IARC ((International Agency for Research on Cancer): organismo internazionale che si occupa delle ricerche sulle cause di incidenza delle malattie di cancro sulla popolazione umana. Fa parte del WHO (World Health Organization) delle nazioni Unite. IPA (idrocarburi policiclici aromatici): sono idrocarburi costituiti da due o più anelli aromatici, quali quello del benzene uniti fra loro, in un’unica struttura generalmente piana. Si ritrovano naturalmente nel carbon fossile e nel petrolio. La loro formazione per cause antropiche avviene nel corso di combustioni incomplete di combustibili fossili, legname, grassi, tabacco, incenso e prodotti organici in generale, quali i rifiuti urbani. Isomero: sono detti isomeri due composti aventi stessa formula bruta e stessa composizione percentuale di atomi, ma aventi proprietà fisiche, e spesso anche comportamento chimico, differenti. Ipolimnio: la parte più profonda di un lago stratificato termicamente, che non subisce l'azione del vento (vedi anche epilimnio). Lindano: insetticida appartenente alla stessa famiglia chimica del DDT. Lipide: della famiglia dei grassi, molecole organiche, presenti in natura, raggruppate sulla base delle loro proprietà comuni di solubilità: sono insolubili in acqua (idrofobici). Livello o stato trofico: è lo stato di un lago in cui a seconda delle concentrazioni di nutrienti, di ossigeno, di trasparenza e di produzione biologica può essere classificato in oligotrofo (poco produttivo), mesotrofo (mediamente produttivo ed eutrofo (molto produttivo). Mediana: termine statistico che sta ad indicare una media di posizione e rappresenta il valore centrale della distribuzione quando i dati sono ordinati. La mediana non è influenzata dai valori estremi della distribuzione ed inoltre, se la distribuzione è molto asimmetrica, il valore mediano è più appropriato della media aritmetica per esprimere un valore sintetico della distribuzione di valori. Metabolita: ogni molecola che partecipa attivamente al metabolismo. Anche di sostanza derivata da un’altra. Oocita: è la cellula uovo che fondendosi con lo spermatozoo da luogo all'embrione durante la fecondazione. Organoclorurati: famiglia di composti organici formatisi per reazione con il cloro. Possono essere prodotti direttamente o indirettamente dall'uomo, tra questi si annoverano le diossine, i furani, il DDT e i PCB. Per contro, i processi naturali formano un numero molto limitato di composti organoclorurati e in quantità trascurabili. Organofosforati (OP): costituiscono un’alternativa ai pesticidi organoclorurati aventi le seguenti caratteristiche: persistenza nell’ambiente di breve durata; alta tossicità per l’uomo e gli altri mammiferi; si concentrano nei tessuti adiposi ma vengono decomposti velocemente, quindi non sono reperibili nelle catene alimentari. PBDE (difenileteri polibromurati): sono ritardanti di fiamma cioè composti usati per evitare o ritardare l’estendersi di fiamme in caso di incendio. Sono comunemente utilizzati in molti settori industriali tra cui quello tessile, elettronico e per la produzione di materiale plastico. PCB (policlorobifenili): della famiglia degli organoclorurati. Classe di composti organici (= congeneri) considerati inquinanti e persistenti dalla tossicità paragonabile a quella della - 107 - diossina. I PCB venivano utilizzati in passato nella sintesi di antiparassitari, erbicidi, preservanti del legno, vernici, solventi, disinfettanti, come plastificanti nella produzione di adesivi e come fluidi dielettrici nei condensatori e nei trasformatori elettrici, ed ancora oggi utilizzati per alcuni processi industriali. I policlorodifenili costituiscono una famiglia di 209 congeneri diversi che possono essere suddivisi in due gruppi in base alle loro proprietà tossicologiche. Un gruppo, composto da 12 congeneri, possiede proprietà tossicologiche analoghe alle diossine e viene pertanto denominato gruppo di “PCB diossino-simili” (DL-PCB); si tratta di sostanze che sono state incluse nella “Valutazione del rischio di diossine e PCB diossino-simili negli alimenti” effettuata dal comitato scientifico dell’alimentazione umana dell’Unione europea. Gli altri PCB, denominati “PCB non diossino-simili” (NDL-PCB), non sono stati valutati in passato dal comitato scientifico dell’alimentazione umana o dall’EFSA. Entrambi i gruppi di PCB (sia NDL che DL) si trovano comunemente nei mangimi e negli alimenti. I dati sulla presenza dei NDL-PCB negli alimenti e nei mangimi sono stati rilevati con modalità diverse, per esempio come somma di tre congeneri di PCB (PCB 138, 153, e 180), come somma ddi sei congeneri di PCB (PCB 28, 52, 101, 138, 153, 180), spesso nominati PCB indicatori, o come somma di sette congeneri (somma dei sei PCB indicatori più il PCB 118). Questa mancanza di uniformità spesso compromette il confronto diretto dei dati di concentrazione. PEC: Probable Effect Concentration. Concentrazione al di sopra della quale è probabile avere effetti tossici sulla fauna macrobentonica. PEC-Q: Probable Effect Concentration Quotient: concentrazioni misurate per ciascun elemento divise per il corrispondente valore guida. 0,3-0,5: valori soglia al di sopra dei quali è probabile riscontrare effetti tossici sulla fauna bentonica (Long, E.R., C.G. Ingersoll & D.D. MacDonald. 2006. Calculation and uses of mean sediment quality guideline quotiets: a Critical review. Environ. Sci. Technoli., 40:1726-1736). pg: picogrammo, 10-12 grammi, miliardesimo di milligrammo. Pirolisi: la pirolisi è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante (normalmente ossigeno). Seston: frazione particellata delle acque lacustri trattenuta da un filtro con maglie di 126 µm. Stratificazione termica: fenomeno che si manifesta nei laghi con lo sviluppo di due strati discreti di acqua a temperatura diversa fra loro ma relativamente omogenea all’interno dello strato. Suscettività magnetica: misura il grado di magnetizzazione di un materiale (es. sedimento lacustre) in corrispondenza di un campo magnetico. E’ molto elevata in minerali ferromagnetici trasportati dai fiumi e soprattutto in rocce vulcaniche. TEC (Threshold Effect Concentration): livello soglia di concentrazione oltre al quale si ha un effetto sul metabolismo degli organismi. TEF (Toxic Equivalent Factor): indice che consente di confrontare la tossicità relativa fra differenti composti (il TEF è relativo alla diossina più pericolosa la TCDD, 2,3,7,8tetraclorodibenzo-p-diossina). TEQ: concentrazione tossica equivalente o concentrazione equivalente di tossicità calcolata quale somma delle concentrazioni misurate dei singoli congeneri PCDD e PCDF, nonché PCDD, PCDF e DL-PCB, moltiplicata per WHO (97)-TEF. Torbida (o torbidite): l'insieme dei materiali minuti, come argille e sabbia, trasportati in sospensione dalla corrente, e sedimentati sul fondo dei laghi. Termoclinio o metalimnio: quella regione della colonna d’acqua in cui si ha un gradiente di temperatura maggiore di 1 °C per metro. E’ situato tra epilimnio e ipolimnio. - 108 -