Medico Chirurgo Specialista in Ostetricia e Ginecologia Consulente in Sessuologia Clinica www.paganotti.it • Istituto Clinico Città di Brescia Dott. CLAUDIO PAGANOTTI R ivergination L’imene ripristinato La rivergination è una pratica antica di secoli, ma spesso marginalizzata o ignorata. Già nel 1100 Trotula de Ruggiero, dottoressa della Scuola Medica Salernitana, descriveva alcune procedure per ripristinare l’imene. Una di queste era di preparare una decozione di erbe con puleggio e calaminta, aggiungere zucchero, allume, bianco dell’uovo e farne una lavanda per sottoporre a ripetute abluzioni le “pudenda” prima dell’amplesso. L’obiettivo era di edemizzare o congestionare l’ostio vulvare, in modo da restringere l’aditus e quindi dare all’amplesso la sensazione della prima volta. Imene o Imeneo, dal greco Hymenaios, significa fiore della verginità delle fanciulle. Era un dio greco, figlio di Afrodite e Dioniso, che proteggeva il rito del matrimonio. Secondo una leggenda camminava alla testa del corteo 06 232 • AGOSTO13 nuziale e avrebbe perso la voce o la vita cantando alle nozze di Dioniso. L’intervento chirurgico Oggi l’intervento di rivergination è particolarmente richiesto da donne immigrate musulmane che, per ragioni culturali o religiose, hanno necessità di arrivare vergini al matrimonio, ma anche da donne occidentali per un generale ringiovanimento dei genitali o per un desiderio di una seconda “prima volta”. Altre motivazioni sono quelle quando i genitori richiedono la riparazione dell’imene della figlia perché rotto in seguito a un trauma accidentale o la ricostruzione perché nata senza imene. In casi selezionati la richiesta è di tipo psicologico per recuperare un’integrità violata senza un consenso consapevole. L’obiettivo della rivergination è di ottenere la sensazione di verginità anatomica. I frammenti imenali sono riavvicinati mediante suture, con filo riassorbibile (imenorrafia). Se i residui imenali sono insufficienti è impiegata una piccola porzione della mucosa vaginale (imenoplastica). L’operazione è eseguibile in regime day-hospital, in anestesia locale o generale e dura circa 30-60 minuti. In realtà, l’imene una volta lacerato, non può essere veramente ricostruito: quello che si può fare è ridurre l’anello imenale. Così come non c’è sempre sanguinamene nella rottura dell’imene originale è possibile che non ci sia anche dopo l’intervento. Comunque è bene rilevare che si tratta di un’operazione, con i suoi rischi e complicanze (ematomi, infezioni, difficoltà a cicatrizzare, eccessivo restringimento). La guarigione avviene nel giro di qualche settimana, quando i fili di sutura sono riassorbiti. Il ritorno alle attività quotidiane, compreso il lavoro, in genere avviene il giorno successivo. La ripresa dei rapporti sessuali dopo un mese. Le alternative In Egitto, è in voga un sapone con effetto astringente, in grado di dare la sensazione di una membrana imenale integra: il “verginity soap”. In India, una crema vaginale a base di sostanze naturali con proprietà astringenti, vasodilatanti e antiossidanti, che restituisce la verginità: la “18again”. 233