INDICE DEGLI ARGOMENTI
INTRODUZIONE
IL
IL
SINDACO
QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO
PAG.
3
PAG.
4
PROCESSO E LE MODALITÀ DI REDAZIONE DEL PIANO GENERALE DI SVILUPPO
PAG. 6
LA
IL
DEL
DEFINIZIONE DI UN QUADRO DI FINANZA DI MANDATO
PIANO DI SVILUPPO
PAG.
8
PAG.
11
IL RACCORDO CON I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA E DI BILANCIO
IMPIEGHI
PAG.
20
PAG.
21
PAG.
24
PAG.
25
PAG.
26
PAG.
27
DELLE RISORSE FINANZIARIE DISTINTE PER AMBITI D’INTERVENTO
LA GIUNTA COMUNALE
IL CONSIGLIO COMUNALE
LE COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI
I DIRIGENTI
E I
FUNZIONARI
INTRODUZIONE DEL SINDACO
PIANO PER LO SVILUPPO DEL COMUNE DI RIVALTA DI TORINO
PER RISPONDERE SEMPRE MEGLIO ALLE NUOVE ESIGENZE
DEL SUO TERRITORIO E DEI SUOI CITTADINI
Per la prima volta anche per il nostro comune il Piano generale di sviluppo.
Il piano specifica le linee di intervento che intendiamo sviluppare nei cinque anni del
mandato amministrativo che sono coerenti con le Linee programmatiche di mandato che abbiamo approvato in Consiglio comunale il 6 agosto 2007.
Con questo strumento di programmazione vogliamo rendere espliciti gli obiettivi
della nostra politica di bilancio e gli indirizzi cui conformeremo la nostra azione nel
quinquennio. Abbiamo deciso di elaborarlo per definire in modo più chiaro le
nostre intenzioni rispetto al programma da realizzare e per rendere possibile una
maggiore trasparenza amministrativa: dire cosa può essere realizzato, con quali
soldi e con quali tempi. Esso sarà uno strumento che guiderà la nostra azione
amministrativa e un punto di riferimento per tutta la Giunta comunale. Il nostro
P.G.S. si articola in otto programmi
1 - Progetti per la qualità della vita delle persone, per realizzare una rete di
servizi sociali basata sull'idea di solidarietà, sull'attenzione nei confronti delle fasce
più deboli e sull'assicurazione del diritto alla salute.
2 - Progetti per qualità del sapere, per fare in modo che il sapere, la formazione e la cultura possano promuovere un sistema di conoscenza e di istruzione di
alto profilo per tutta la società che comprenda anche tutte le fasce dalla didattica.
3 - Progetti per qualità dell’ambiente, perché è un elemento centrale della
qualità della vita, per la tutela del sistema ecologico e della salute.
4 – Progetti per la qualità dello sviluppo economico, per promuovere lo sviluppo dell’economia locale creando le condizioni per assicurare competitività al
nostro sistema produttivo, puntando su ricerca, innovazione e servizi, e favorendo
l’insediamento di nuove imprese.
5 – Progetti per qualità dell’amministrazione, per una comunicazione più
efficace, un rapporto sistematico con tutto il territorio rivaltese, l’attivazione di
nuovi istituti di partecipazione e il miglioramento del modello organizzativo del
Comune.
6 – Progetti per qualità del territorio, per costruire un paese accogliente,
sicuro, funzionale e bello per la vita dei rivaltesi.
7 – Progetti speciali, che si configurano come strategici nel senso che da questi
possono derivare opportunità di valorizzazione, ma anche impatti da approfondire con rigore e con attenzione.
8 – Progetti per la qualità delle politiche finanziarie, per sviluppare le strategie, gli strumenti di programmazione, gestione e controllo per utilizzare in modo
efficiente ed efficace le risorse.
Una prima parte delle azioni previste è stata inserita nel Bilancio di previsione per
il 2008. Certo non tutto è puntualmente preventivabile e vi potranno essere delle
modifiche da introdurre per nuove necessità che si presenteranno o per nuove
opportunità che non dovremo perdere. Il Piano, quindi, potrà essere modificato e
aggiornato. Su questo, ma soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi, potremo
fare il punto con il Consiglio comunale in occasione della verifica annuale.
Un doveroso grazie al Dirigente del settore finanziario Pierluigi Ropolo e al gruppo di funzionari che hanno reso possibile l’elaborazione del Piano. Buon lavoro a
tutti coloro che ne cureranno il monitoraggio nei prossimi cinque anni.
3
INTRODUZIONE
DEL SINDACO
IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO
Il Piano Generale di Sviluppo è previsto come documento obbligatorio dall'art. 165, comma 7, del Testo Unico degli Enti Locali 267/2000 (TUEL) e comporta il confronto delle posizioni espresse dai Consiglieri nel corso della discussione delle Linee Programmatiche con le reali possibilità operative del Comune.
Esso esprime e traduce in azioni, interventi, attività, progetti le linee d'indirizzo
ed i contenuti del programma di mandato, valutando preventivamente la disponibilità delle risorse (finanziarie, umane, strumentali), analizzando la ricaduta di
dette azioni sui bilanci futuri, approfondendo le diverse tematiche e tenendo
conto dei limiti imposti dal rispetto dei requisiti di convergenza economica
europea.
Il Piano Generale di Sviluppo è stato successivamente previsto, con l’art. 13
del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 170, come “strumento della programmazione di
mandato”, insieme con le Linee Programmatiche di cui all’art. 46 del TUEL.
Il Piano Generale di Sviluppo è poi richiamato dal Principio contabile n°1,
divulgato dall' "Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali", l’organismo istituito ai sensi dell'art. 155 del TUEL 267/2000, che ha il compito di
"promuovere l'applicazione dei principi contabili e la congruità degli strumenti
applicativi" intesi come regole che, interpretando in chiave tecnica le norme di
legge in tema di ordinamento finanziario e contabile, costituiscono il sistema
generale di bilancio, cui il legislatore ha connesso norme organizzative generali,
norme di programmazione finanziaria, di previsione, di gestione, di revisione e
di rendicontazione.
IL PIANO GENERALE
DI SVILUPPO COME
“STRUMENTO
DELLA
PROGRAMMAZIONE DI
MANDATO”
Il contenuto di tali "regole" s'ispira a principi contabili nazionali e internazionali
emanati in materia, facendo proprie le indicazioni contenute in "Preface to international public sector accounting standard" e nell' "International Public Sector
Accounting Standard", con l'obiettivo di:
- armonizzare le procedure connesse al sistema di bilancio in un'ottica di veritiera e corretta rappresentazione della situazione economico finanziaria dell'ente, anche ai fini del consolidamento dei conti pubblici previsto dall'art. 157 del
TUEL;
- accompagnare i gestori del sistema, e in particolare i responsabili dei servizi e
i revisori nell'applicazione e nell'interpretazione delle norme contabili, assistere
gli utilizzatori del sistema nell'interpretazione delle informazioni contenute nei
documenti, in conformità ai principi contabili nazionali e internazionali.
I principi contabili varati dall'Osservatorio si rifanno, per quanto riguarda la funzione informativa e partecipativa che viene ad assumere il sistema di bilancio:
- al Libro Bianco sulla Governance Europea del 2001, ove si richiamano i principi di maggior partecipazione e apertura;
- al TUEL 267/2000 che, agli artt. 6, 8 e 10 detta principi che configurano un
sistema pubblico aperto, dove sono stabiliti i criteri della partecipazione popolare, del decentramento e dell'accesso alle informazioni;
- alla Legge 59/1997, che impone di perseguire criteri di efficienza, efficacia ed
economicità nella gestione pubblica e il dovere di comunicazione interna ed
esterna.
Inoltre, in ossequio al contenuto della Legge Costituzionale n. 3 dell'ottobre
2001, tali principi chiariscono la portata delle disposizioni di legge vigenti, pre-
4
IL QUADRO
DI RIFERIMENTO
NORMATIVO
standosi ad ogni successiva integrazione dipendente da modifiche legislative, nell'interesse degli enti locali.
Con l'emanazione del Principio contabile n°1 dedicato alla "programmazione e
previsione nel sistema di bilancio", l'Osservatorio ha voluto sottolineare l'inscindibilità di questi due momenti - programmazione e previsione - per garantire una corretta e congruente azione di governo tra indirizzi politico amministrativo e gestione.
Ne consegue che:
- il PGS, in ordine al programma politico della Coalizione, esprime ciò che
può essere realisticamente realizzato, sulla cui base sono formulate le
programmazioni concrete e le previsioni contabili da inserire nei documenti di
bilancio.
- il Bilancio assume non solo più una valenza contabile, ma una centralità
programmatoria per assolvere, contemporaneamente, funzioni di tipo politico amministrativo (come sistema di scelte) e funzioni di tipo economico finanziario (come insieme di valori).
IL
PGS ESPRIME CIÒ
CHE PUÒ ESSERE
REALISTICAMENTE
REALIZZATO
IL BILANCIO ASSUME
VALENZA
PROGRAMMATORIA,
POLITICO/
AMMINISTRATIVA
ED ECONOMICO/
FINANZIARIA
X
IL QUADRO
DI RIFERIMENTO
NORMATIVO
5
IL PROCESSO E LE MODALITA’ DI REDAZIONE
DEL PIANO GENERALE DI SVILUPPO
Il Sindaco, sentita la Giunta Comunale, ha presentato al Consiglio Comunale,
nella seduta del 6 agosto 2007, le Linee programmatiche di mandato per il periodo 2007-2012 conseguenti al programma politico del Sindaco, a sensi dell’art. 46
del TUEL.
Le azioni ed i progetti prodotti in quella sede, insieme con le indicazioni a quel
proposito pervenute, costituiscono il punto di partenza del Piano Generale di
Sviluppo – PGS – da intendere quale documento che definisce le azioni politiche
da realizzare nel corso del mandato.
La redazione del PGS si inserisce in una metodologia di lavoro, innovativa per il
Comune, che ha preso avvio con la realizzazione del Bilancio di Mandato relativo al quinquennio 2002-2007. Tale strumento ha evidenziato l’importanza di una
programmazione sempre più puntuale, anche per assolvere alla funzione valutativa periodica e complessiva relativa agli obiettivi di mandato.
La prima fase del processo di costruzione del PGS, che rappresenta l’evoluzione dello schema di redazione del bilancio già attualmente in uso, si è concretizzata nella definizione del palinsesto del PGS, articolato in programmi, progetti
ed azioni.
In questa prima fase, cui hanno partecipato direttamente il Sindaco, gli
Assessori, la Direzione Generale, la Dirigenza, con il fattivo apporto dei Servizi
Finanziari, sono stati riorganizzati, con una declinazione più aderente agli obiettivi delle linee programmatiche, i programmi e progetti, compresa l’attività istituzionale dell’ente.
Nella seconda fase, attraverso il confronto tra i decisori politici e gli organi tecnici dell’ente, i programmi ed i progetti sono stati puntualizzati nelle azioni che
dovranno consentire il raggiungimento degli obiettivi definiti.
Partendo dalla descrizione dettagliata degli obiettivi, realizzata dall’organo esecutivo, si è giunti ad una definizione puntuale delle singole azioni programmatiche.
Nella terza fase sono state individuate, quantificate ed imputate le risorse disponibili, sulla base delle priorità definite, da impiegare per l’attuazione del Piano
Generale di Sviluppo, dettagliatamente assegnate ai diversi progetti.
Tale fase si è concretizzata con la definizione del quadro della finanza di mandato che ha permesso di evidenziare, da un lato, le risorse finanziarie occorrenti
per l’espletamento dei servizi di ordinaria gestione e quelli da istituire o migliorare, e dall’altro lato, l’impiego delle risorse attraverso aggregati di spesa, già
noti alla programmazione del Comune, che evidenziano l’uso dei fattori produttivi a beneficio di tutti i progetti.
Analogamente, a fronte della programmazione degli investimenti, è stato definito il quadro delle risorse occorrenti ottenibili.
Sono stati anche evidenziate le disponibilità dell’ente in termini di indebitamento, anche se, allo stato attuale, il prospettato quadro della finanza di mandato
non prevede il ricorso ad operazioni finanziare.
In tale ambito è stata valutata anche la compatibilità dei riflessi finanziari deri-
6
PRIMA FASE
X
SECONDA FASE
TERZA FASE
IL PROCESSO E
LE MODALITÀ DI
REDAZIONE DEL
PIANO GENERALE
DI SVILUPPO
vanti dall’attuazione del Piano Generale di Sviluppo con le norme dettate ai fini
del controllo della finanza pubblica, anche se sarà necessario seguire le novità
legislative che potrebbero verificarsi nei prossimi anni compromettendo la compatibilità dei nostri bilanci con gli obiettivi posti ai fini del Patto di Stabilità
La quarta fase rappresenta lo sviluppo in itinere della metodologia avviata con il
PGS. Essa sarà costituita dalla verifica costante della compatibilità tra le risorse
e gli obiettivi definiti, che consentirà di aggiornare progressivamente il programma cronologico di attuazione delle azioni con i bilanci di previsione annuali e pluriennali e con gli altri strumenti di programmazione dell’attività dell’ente.
QUARTA FASE
IL PROCESSO E
LE MODALITÀ DI
REDAZIONE DEL
PIANO GENERALE
DI SVILUPPO
7
LA DEFINIZIONE DI UN QUADRO DI FINANZA
DI MANDATO
La predisposizione del Piano Generale di Sviluppo ha richiesto l'approfondimento di una serie di elementi di carattere economico finanziario; in particolare:
A - le risorse finanziarie da destinare alla spesa corrente per la prestazione dei
servizi previsti per legge o già forniti ai cittadini;
B - la possibilità di espansione della spesa corrente per lo sviluppo dei servizi,
data da risorse finanziarie aggiuntive;
C – la spalmatura delle risorse sui fattori produttivi da utilizzare per la realizzazione dei programmi e dei progetti;
D - l'indicazione degli oggetti delle spese di investimento, delle relative necessità finanziarie;
E - la disponibilità all'indebitamento;
F - la compatibilità con le disposizioni del patto di stabilità interno.
Le Tabelle che seguono illustrano in maniera più dettagliata il quadro complessivo delle risorse e degli impieghi, cominciando da quelli di parte corrente.
RISORSE
DELL’ATTIVITÀ
FINANZIARIA
DESTINATE
AD IMPIEGHI
CORRENTI
X
X
IMPIEGHI
CORRENTI
LA DEFINIZIONE
DI UN QUADRO
DI FINANZA
DI MANDATO
8
A seguire le tabelle riguardanti le fonti di finanziamento ed i rispettivi impieghi
per i movimenti di parte capitale.
RISORSE
DELL’ATTIVITA’
FINANZIARIA
DESTINATE
AD INVESTIMENTI
IMPIEGHI IN
INVESTIMENTI
PER FONTE DI
FINANZIAMENTO
L'art. 204 del D.Lgs. 267/2000 pone un limite agli enti locali per l'assunzione di
nuovi mutui. La regola, come modificata dalla Legge Finanziaria 2007, impone un
limite all’importo complessivo degli interessi passivi derivante da mutui nella
misura del 15% rispetto alle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio
chiuso. Ne risulta quanto segue:
9
LA DEFINIZIONE
DI UN QUADRO
DI FINANZA
DI MANDATO
LA DISPONIBILITÀ
ALL’INDEBITAMENTO
L’istituto del patto si stabilità, originatosi dal trattato di Maastricht del 1992 per
contenere i cosiddetti “deficit eccessivi” della Unione Europea, viene esteso al
mondo delle autonomie locali con la legge finanziaria del 1999, legge 23 dicembre 1998, n. 448, nell’intento di far concorrere le stesse “alla realizzazione degli
obiettivi di finanza pubblica che il paese ha adottato con l'adesione al patto di
stabilità e crescita, impegnandosi a ridurre progressivamente il finanziamento in
disavanzo delle proprie spese e a ridurre il rapporto tra il proprio ammontare
di debito e il prodotto interno lordo”.
IL PATTO
DI STABILITÀ
E CRESCITA
La storia di questi nove anni di applicazione delle regole del “patto” sta a dimostrare come non sempre il loro rispetto ha effettivamente concorso al raggiungimento degli obiettivi europei. Soprattutto ha dimostrato come, nonostante
l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, la cosiddetta “legge La
Loggia”, abbia assunto il rispetto delle regole del patto di stabilità a parametro
per l’attestazione della “sana amministrazione” di ciascun ente soggetto, di fatto
la sana amministrazione ha potuto perseguirsi comunque, indipendentemente
dalla normativa succedutasi in materia di “patto”.
Uno strumento che avrebbe dovuto porsi come guida sicura verso il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, di fatto si è dimostrato soprattutto un
esercizio neo-centralista di controllo, non sempre sistematico e non sempre
illuminato, della finanza degli enti locali. Soprattutto si è dimostrata deleteria l’aleatorietà delle norme, cambiate quasi tutti gli anni, esattamente tutti meno uno,
che hanno continuamente spostato gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli:
ora la cassa, ora la competenza, ora il tetto di spesa, ora il saldo tra entrate e
spesa, prima senza gli investimenti, poi con gli investimenti.
In questo contesto, la programmazione locale ha perso ogni supporto normativo, adattandosi, di anno in anno, a quelli che autorevoli commentatori hanno
definito “capricci del potere centrale”.
Anche il presente Piano di Sviluppo sconta la convinzione che le regole per il
2008-2010, assunte a base della programmazione, saranno verosimilmente
aggiornate, se non addirittura sconvolte, nel prossimo futuro, magari già a partire dall’esercizio 2009.
Ciò non di meno, consolidando nel 2011 e 2012 i parametri 2010, le prospettive del nostro Comune sono orientate al rispetto del “saldo di competenza
mista” introdotto con l’art. 1, comma 379, della finanziaria 2008, legge 24
dicembre 2007, n. 244, per ciascun esercizio, così come risulta dal prospetto
che segue.
10
LA DEFINIZIONE
DI UN QUADRO
DI FINANZA
DI MANDATO
IL PIANO DI SVILUPPO
PROGRAMMA
1
QUALITÀ DELLA VITA
DELLE PERSONE
IL PIANO
DI SVILUPPO
11
PROGRAMMA
2
QUALITÀ DEL SAPERE
IL PIANO
DI SVILUPPO
12
SEGUE...
PROGRAMMA
2
QUALITÀ DEL SAPERE
IL PIANO
DI SVILUPPO
13
PROGRAMMA
QUALITÀ
3
DELL’AMBIENTE
IL PIANO
DI SVILUPPO
14
PROGRAMMA
QUALITÀ
4
DELLO SVILUPPO
ECONOMICO
IL PIANO
DI SVILUPPO
15
PROGRAMMA
QUALITÀ
5
DELL’AMMINISTRAZIONE
IL PIANO
DI SVILUPPO
16
PROGRAMMA
QUALITÀ
6
DEL TERRITORIO
IL PIANO
DI SVILUPPO
17
PROGRAMMA
7
PROGETTI SPECIALI
IL PIANO
DI SVILUPPO
18
PROGRAMMA
QUALITÀ
8
DELLE POLITICHE
FINANZIARIE
IL PIANO
DI SVILUPPO
19
IL RACCORDO CON I DOCUMENTI DI
PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA E DI BILANCIO
In considerazione del fatto che l’attività di programmazione si realizza attraverso diversi livelli temporali, lungo, medio e breve periodo, al fine di garantire la
coerenza del Piano Generale di Sviluppo con gli altri strumenti della programmazione e di bilancio, è stato necessario armonizzare gli strumenti di programmazione, avendo come riferimento le linee programmatiche per azioni e progetti presentate dal Sindaco al Consiglio Comunale.
L’armonizzazione ha comportato la revisione della struttura della relazione previsionale e programmatica e del bilancio pluriennale, articolando i programmi,
intesi come insieme coordinato di attività per il raggiungimento di un fine prestabilito, e i progetti, in modo tale che corrispondessero con quelli previsti nel
piano generale di sviluppo.
In tal modo ne deriva un efficace sistema di monitoraggio dell’attività amministrativa e contabile di attuazione del programma politico, che consente la verifica costante della compatibilità tra gli obiettivi di mandato ed i documenti di
programmazione, previsione e gestione finanziaria dell’Ente.
Successivamente con la definizione del piano esecutivo di gestione sarà necessario correlare gli “obiettivi gestionali” assegnati ai responsabili di servizio con
gli “obiettivi strategici” definiti nel piano generali di sviluppo con la formulazione delle azioni programmatiche.
Coerentemente con i compiti che l’attuale ordinamento assegna al Consiglio
Comunale, le indicazioni del presente Piano Generale di Sviluppo hanno valore
di manifestazione di indirizzo dell’attività che nella fase della gestione resta di
competenza degli organi esecutivi e della struttura tecnica che attraverso le
scelte operative e strumentali dovrà dare attuazione agli obiettivi indicati.
VERIFICA DELLA
COMPATIBILITÀ
TRA GLI OBIETTIVI
DI MANDATO
ED I DOCUMENTI DI
PROGRAMMAZIONE,
PREVISIONE
E GESTIONE
FINANZIARIA
Le modifiche al Piano Generale di Sviluppo saranno contenute negli atti di
aggiornamento annuale, da assumere in concomitanza con gli atti di programmazione da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale.
IL RACCORDO
CON I DOCUMENTI
DI PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
E DI BILANCIO
20
IMPIEGHI DELLE RISORSE FINANZIARIE DISTINTE
PER AMBITI D’INTERVENTO
I prospetti seguenti illustrano gli impieghi delle risorse finanziarie tra i vari programmi e i relativi progetti elencati nel capitolo “Ambiti d’intervento”. Non vengono evidenziati i progetti per i quali non sono stati destinati risorse finanziarie
in quanto trattasi di ambiti d’intervento di tipo esclusivamente politico.
PROGRAMMA
1
QUALITÀ DELLA VITA
DELLE PERSONE
PROGRAMMA
2
QUALITÀ DEL SAPERE
IMPIEGHI DELLE
RISORSE
FINANZIARIE
DISTINTE PER AMBITI
DI INTERVENTO
21
PROGRAMMA
QUALITÀ
3
DELL’AMBIENTE
PROGRAMMA
QUALITÀ
4
DELLO SVILUPPO
ECONOMICO
PROGRAMMA
QUALITÀ
5
DELLE POLITICHE
AMMINISTRATIVE
IMPIEGHI DELLE
RISORSE
FINANZIARIE
DISTINTE PER AMBITI
DI INTERVENTO
22
PROGRAMMA
QUALITÀ
6
DEL TERRITORIO
PROGRAMMA
7
PROGRAMMA
8
PROGETTI SPECIALI
QUALITÀ
DELLE POLITICHE
FINANZIARIE
IMPIEGHI DELLE
RISORSE
FINANZIARIE
DISTINTE PER AMBITI
DI INTERVENTO
23
LA GIUNTA COMUNALE
NEIROTTI Amalia
SUSSOLANO Claudio
BAROVETTI Carla
BOERI Anna
CERRATO Nicoletta
MURO Sergio
SOTTILE Alma
ZECCHINATO Alessandro
SINDACO
VICESINDACO
COMMERCIO E MERCATI
AGRICOLTURA, CASA
URBANISTICA, EDILIZIA PRIVATA
PROGETTI SPECIALI
POLITICHE EDUCATIVE
PARI OPPORTUNITA’
CULTURA, BIBLIOTECHE
GIOVANI, PACE
AMBIENTE, COMUNICAZIONE
POLITICHE SOCIALI, LAVORO
LAVORI PUBBLICI, PATRIMONIO
TRASPORTI, PROTEZIONE CIVILE
LA GIUNTA
COMUNALE
24
IL CONSIGLIO COMUNALE
Gruppi consiliari
DI MAGGIORANZA
Partito Democratico
“Con Amalia per Rivalta”
“Insieme per Rivalta”
Comunisti Italiani
Unità Socialista SDI
Moderati
DI MINORANZA
Forza Italia
Alleanza Nazionale
“Rivalta Sostenibile”
Gruppo Misto
NEIROTTI Amalia
Sindaco
ABBATICOLA Carlo
ARGYROS Constantin
RUSCASSO Mauro
Capogruppo
SCOLFARO Beatrice
STRAMAZZO Massimo
TRABUCCO Giuseppe
LAMAGNA Ferdinando Capogruppo
RESIO Alessandro
FORNARO Francesco
Capogruppo
FALSONE Giovanni
Capogruppo
LISAI Giovanni
COLACI Michele
LARDONE Valerio
LOVATO Corrado
CATOZZI Andrea
Capogruppo
Capogruppo
Capogruppo
CIPRIANI Gioacchino
Capogruppo
CALZOLARI M. Emilio
Capogruppo
MARINARI Mauro
Capogruppo
MULATERO G. Massimo
VITTORI Maria Rita
IL CONSIGLIO
COMUNALE
25
COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI
“SERVIZI GENERALI ED AL CITTADINO”
Ferdinando LAMAGNA
Maria Rita VITTORI
Francesco FORNARO
Beatrice SCOLFARO
Mario Emilio CALZOLARI
“POLITICHE FINANZIARIE E DI CONTROLLO”
Constantin ARGYROS
Corrado LOVATO
Mauro RUSCASSO
Alessandro RESIO
Gian Massimo MULATERO
Valerio LARDONE
Giovanni LISAI
Carlo ABBATICOLA
Mauro RUSCASSO
Mauro MARINARI
“URBANISTICA E AMBIENTE”
“LAVORI PUBBLICI - PATRIMONIO E PROTEZIONE CIVILE”
Giovanni FALSONE
Andrea CATOZZI
Michele COLACI
Beatrice SCOLFARO
Gioacchino CIPRIANI
COMMISSIONE SPECIALE DI INDAGINE
PER “REVISIONE NORME STATUTARIE”
Valerio LARDONE
Gioacchino CIPRIANI
Francesco FORNARO
Mauro MARINARI
Alessandro RESIO
Massimo STRAMAZZO
26
COMMISSIONI
CONSILIARI
PERMANENTI
FUNZIONARI E DIRIGENTI
COSTAMAGNA Rossella
DEL VISCOVO Anna
DEMARIA Carla Antonietta
FACCHINI Giulio
GILI Francesco
GUGLIELMO Lorenzo
LANZETTI Susanna
MALACARNE Giuseppe
MARTINO Valter
MIRETTI Mara
MORREALE Salvatore
NIGRA Elena
OITANA Giacomo
OLIVERO Paola
PEDRANI Chiara
QUARANTA Mirella
RAMBAUDI Fiorella
RICHIARDONE Barbara
RONCO Fabio
ROPOLO Pierluigi
ROSA Bianca Maria
RUFFINATTO Giovanni
RUSSO Mariano
SALERNO Tonino
SANTI Simona
27
FUNZIONARI
E DIRIGENTI
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citta settembre_06v2 - Comune di Rivalta di Torino