NON SOLO NEL LATTE PER L’INFANZIA Sono moltissime le tipologie e le marche di prodotti alimentari che hanno usato imballaggi stampati con Itx. Non fosse stato per la nostra denuncia, il caso sarebbe rimasto circoscritto al latte per l’infanzia. Quando è venuta alla luce la contaminazione, ministero e aziende hanno taciuto. La vera storia dell’Itx Itx: che cos’è? Fa male? L’isopropil tioxantone, ormai noto con la sua abbreviazione Itx, è un fotoionizzatore usato in un tipo particolare di stampa denominata off-set Uv. La sua funzione è quella di agevolare l’asciugatura dell’inchiostro sulle confezioni stampate con questo sistema. È stato usato negli imballaggi di cartone poliaccoppiato, più noto come Tetra Pak , dal nome della più nota azienda produttrice, che controlla oltre l’80% del mercato italiano, poco meno di quello europeo e ha quasi un monopolio mondiale, anche se il sistema di stampa non è una sua esclusiva. La contaminazione dell’alimento 10 Altroconsumo 190 ı Febbraio 2006 avviene presumibilmente a seguito del contatto diretto tra la superficie esterna stampata della confezione e quella interna, durante la fase di stoccaggio del materiale con cui saranno realizzati gli imballaggi, quando le lunghe strisce di cartone vengono arrotolate su se stesse in bobine. È da escludere, dunque, una migrazione della sostanza dall’esterno attraverso i diversi strati che costituiscono l’imballaggio.La normativa europea, quindi anche quella italiana, non prevede nessuna regolamentazione per quanto riguarda la contaminazione da inchiostri. Si tratta, infatti, di sostanze il cui utilizzo è autorizzato solo sulla superficie esterna delle confezioni, cioè quella non destinata al contatto con l’alimento. Questo tipo di contaminazione, quindi, non è contemplato e non deve avvenire. In generale, le norme europee prevedono che gli imballaggi non debbano trasferire ai prodotti alimentari componenti chimici e fisici in quantità tali da costituire un pericolo per la salute umana o da comportare una modifica inaccettabile nella composizione o nelle caratteristiche di qualità e sapore degli alimenti. Ad oggi poco si sa sulla pericolosità della contaminazione da Itx. Il 7 2005 L a vicenda del latte per l’infanzia contaminato dall’Itx, una sostanza chimica usata nella stampa degli imballaggi in cartone poliaccoppiato, esplosa a metà novembre 2005, non era che una goccia nel mare: la contaminazione è molto più ampia, non riguarda soltanto alcuni singoli lotti di latte per l’infanzia, quelli di cui si è chiesto il ritiro, ma un intero sistema produttivo degli imballaggi, che per anni ha usato confezioni potenzialmente a rischio. Lo hanno denunciato le nostre analisi: nonostante sia stata attivata la rete di allerta europea, nei negozi - oltre che nelle nostre dispense - ci sono stati e ancora ci possono essere alimenti contaminati. Dopo i colpevoli silenzi dei primi mesi - il problema era noto dall’estate - qualcosa si è mosso. Ma manca ancora trasparenza e informazione chiara ai consumatori. Questi i fatti L’Itx (isopropil tioxantone) è stato trovato in un latte per l’infanzia acquistato nelle Marche, nell’ambito di un piano di controlli messo in atto dalle Asl per la ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici. La scoperta risale all’estate 2005: a fine agosto sulla base dei risultati delle analisi vengono allertati la procura di Ascoli Piceno, il ministero della Salute e l’azienda produttrice del latte (la Nestlé). ■ L’8 settembre le nostre autorità notificano alla Commissione europea la presenza di questa sostanza nel prodotto, attraverso il Sistema di allerta rapido, la rete europea che raccoglie e pubblica sul sito della Commissione le segnalazioni dei prodotti alimentari a rischio (senza riferimento però a marche). ■ Il 19 settembre Tetra Pak, l’azienda produttrice dell’imballaggio fonte della contaminazione, incontra le autorità europee responsabili della sicurezza alimentare (Dg Sanco), ammette il problema e si impegna, in via cautelativa, a fornire imballaggi alternativi entro la fine di settembre per i prodotti destinati ai bambini, entro la fine di dicembre per gli altri alimenti grassi. Nel corso dell’incontro Tetra Pak fornisce alcuni dati preliminari sulla tossicità della sostanza, secondo cui i rischi per la salute derivanti da questa contaminazione sarebbero bassi. ■ In ottobre la Commissione incarica l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) di effettuare una valutazione del rischio. ■ Il 4 novembre il ministero della Salute convoca una riunione per discutere della questione: invitati esperti dell’Istituto superiore di sanità, Federalimentare, Federchimica, Assografici, Assocarta e l’Associazione italiana industriali prodotti alimentari. ■ L’8 novembre Tetra Pak informa la Commissione di aver rilevato il problema della contaminazione da Itx anche negli imballaggi dei succhi di frutta. Decide quindi di modificare il procedimento di stampa di tutti gli imballaggi per alimenti, anche quelli non grassi, entro fine gennaio 2006. Il grosso problema è che, fin qui, tutto ciò succede a porte chiuse, tra addetti ai lavori, senza informare in alcun modo i consumatori (e chissà se sarebbero stati informati mai). Due mesi, in cui si permette che i bambini bevano un latte che si sa contaminato. Per non parlare della miriade di altri prodotti consumati ogni giorno dalle famiglie. E, intanto, le scorte, in negozi e magazzini, venivano smaltite. Come arriva negli alimenti? dicembre l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha reso pubblica la sua opinione definitiva sull’argomento, cioè un documento scientifico che conclude che, sulla base dei pochissimi studi disponibili e sui dati di contaminazione forniti da Tetra Pak, sembra esclusa l’attività genotossica (ovvero la possibilità di interagire direttamente con il Dna delle cellule) di questa sostanza. Ancora non si può dire nulla, invece, su eventuali altri effetti tossici, a causa dell’assenza di dati. Insomma, al momento, non si può dire che sia nociva solo perché non ci sono studi per affermare il contrario. Allora,indispensabile affidarsi al principio di precauzione. 461&3'*$*& &45&3/"%&-$0/5&/*503& $0/5"550 53"-"5045".1"50 &45&3/0&-"50 */5&3/0 45".1" 1PNPEPSP "DRVB 3*&.1*.&/50 %&-$0/5&/*503& -BUUF GSFTDP 7JOP QPMJFUJMFOF 4USBUPQSPUFUUJWPmOBMF &45&3/0 $PNhÒGBUUP MhJOWPMVDSP -BTUSVUUVSBEFMDPOUFOJUPSF JODBSUPOFQPMJBDDPQQJBUP EJTFHOPTUBNQBUP NFUPEJEJTUBNQB nFTTPHSBmBSPUPDBMDPHSBmB PMJUPHSBmBPGGTFU -BUUF 6)5 4VDDIJ DBSUB DPOGFSJTDFSJHJEJUË BMMhJOWPMVDSP QPMJFUJMFOF *QSPEPUUJ OFM5FUSB1BL #"(/0 45&3*-*;;"/5& GPHMJPEJBMMVNJOJP TFSWFBCMPDDBSFMVDFFBSJB QPMJFUJMFOF */5&3/0 "--"%*453*#6;*0/& QPMJFUJMFOF ÒMhVOJDPNBUFSJBMFDIFWJFOF BDPOUBUUPDPOMhBMJNFOUP 'POUF5FUSB1BL Altroconsumo 190 ı Febbraio 2006 11 ALTROCONSUMO.IT Sul nostro sito, nella sezione Alimentazione, trovate ulteriori dettagli sulla vicenda Itx e anche i numeri di lotto e le date di scadenza dei prodotti che abbiamo sottoposto ad analisi. ■ La prima notizia pubblica è del 14 novembre, giorno in cui esce il comunicato stampa che annuncia il ritiro dal mercato, per ordine della Procura di Ascoli Piceno, di quattro lotti di latte per l’infanzia della Nestlé, Mio e Nidina 2. ■ Il 22 novembre telegiornali e quotidiani annunciano un maxi sequestro (30 milioni di litri) di latte per bambini della Nestlé: ritirati non solo Mio e Nidina 2, ma anche Nidina 1 e Mio cereali. ■ Ancora, il 24 novembre finiscono nel mirino degli investigatori anche i prodotti Milupa Aptamil 1 e 2, Aptamil soya 2 e Babymil. Altroconsumo indaga Dopo il primo sequestro, in occasione del voto al Parlamento europeo del regolamento Reach - che dovrebbe mettere ordine nel mondo delle sostanze chimiche in circolazione in Europa (vedi box sotto) con un comunicato stampa abbiamo ricordato l’importanza della sua approvazione, anche in relazione alla vicenda della contaminazione da Itx. Per mesi istituzioni e aziende non hanno informato i consumatori Già era evidente che si trattava di un problema attribuibile agli imballaggi di cartone poliaccoppiato. Dunque, subito abbiamo chiesto verifiche relative alla possibile contaminazione da Itx di alimenti diversi dal latte per l’infanzia che usavano lo stesso tipo di confezioni, invitando il ministero della Salute a fornire indicazioni sulla tossicità della sostanza e sui rischi connessi al consumo anche di altri tipi di alimenti. Reach: regolare la chimica Come mai dell’Itx, benché utilizzato da anni e anni, non si sa nulla e nessuno è in grado di dire con certezza se è dannoso o no per la salute? Perché l’Itx è una delle migliaia e migliaia di sostanze chimiche, normalmente usate dall’industria per ogni sorta di prodotti di uso comunissimo, che non sono mai stati adeguatamente studiate. Riconosciuta l’inefficacia della legislazione attuale, lo scorso novembre il Parlamento europeo ha votato in prima lettura il regolamento Reach (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) che, come suggerisce l’acronimo, si occuperà di inventariare, valutare i rischi per salute e ambiente e autorizzare le 30 mila sostanze chimiche più usate dall’industria in tutti i settori, dai detersivi alle vernici, dai giocattoli all’abbigliamento, dai mobili agli apparecchi elettronici... Per quanto riguarda gli alimentari, esistono test e controlli severi su additivi e altre sostanze usate come ingredienti di cui si conoscono gli effetti tossici. Occorre però approfondire le conoscenze su tutto ciò che può venire a contatto con gli alimenti, in particolare sulle sostanze usate per gli imballaggi non ancora regolamentate o sulla dispersione delle sostanze chimiche nell’ambiente che possono entrare nella catena alimentare. Per approfondimenti, vi rimandiamo all’articolo pubblicato su Salutest di questo mese. 12 Altroconsumo 190 ı Febbraio 2006 La nostra denuncia Abbiamo quindi acquistato una prima serie di campioni di prodotti confezionati in cartone poliaccoppiato (panna e latte a lunga conservazione, latte per bambini e aromatizzato e succhi di frutta) per verificare noi stessi possibili contaminazioni da Itx, avvalendoci dell’esperienza di un laboratorio specializzato e certificato. ■ Il 29 novembre, dopo aver ricevuto i risultati dal laboratorio, con tanto di controprove, secondo i quali la sostanza era presente in 9 prodotti su 25 (in prevalenza succhi di frutta), li abbiamo comunicati a produttori, organismi di controllo e opinione pubblica, secondo una procedura che adottiamo a fronte di un potenziale pericolo diffuso per i consumatori. ■ Il 1° dicembre, la stampa riporta la notizia che due produttori, Parmalat e Granarolo, stavano procedendo al ritiro spontaneo di alcuni prodotti per problemi qualitativi non meglio specificati. Il laboratorio, però, dopo nuove analisi, ha confermato la presenza di Itx solo in uno dei 9 campioni positivi alle prime analisi (un latte per l’infanzia). Un errore del quale non ci è ancora pervenuta una spiegazione. Il 6 dicembre abbiamo comunicato a stampa e istituzioni la rettifica dei risultati, insieme agli esiti di nuovi controlli su altri campioni di succhi di frutta, che ne hanno trovati due positivi. I risultati definitivi di questo lavoro su 41 prodotti (in tabella) confermano i nostri sospetti e il cuore vero della questione: la contaminazione da Itx non è casuale e limitata a qualche lotto di prodotto ben circostanziato, ma coinvolge l’intero sistema produttivo e può essere presente in tanti alimenti diversi: sicuramente, oltre al latte per l’infanzia, anche nei succhi di frutta, ben più venduti e consumati. Non solo latte per l’infanzia. In tabella trovate i risultati dei 41 prodotti analizzati. Bisogna sapere, tuttavia, che quando si utilizzano imballaggi con Itx, la contaminazione può essere presente soltanto in alcuni prodotti e assente in altri. In altre parole, la presenza di Itx sull’imballaggio comporta il rischio concreto di contaminazione del prodotto interno, ma non è detto che questa avvenga in tutti i prodotti. Lo provano i risultati: in 11 campioni l’Itx era presente sull’esterno della confezione, in 3 casi l’abbiamo trovato anche all’interno, in altri 2 abbiamo riscontrato un valore prossimo al limite di rilevabilità del metodo. Dato questo tipo di rischio, non ha senso ritirare i lotti di singoli prodotti risultati positivi: bisogna ritirare tutti i prodotti in confezioni che abbiano usato Itx, la cui lista è nota solo alle aziende che li hanno fabbricati o usati e che dovrebbero renderla pubblica. E occorre cambiare il sistema di stampa, bandendo l’Itx, come Tetra Pak si è impegnata a fare entro il 31 gennaio 2006. Moltissime conferme. Molte altre analisi in queste ultime settimane sono state fatte e molte sono in corso. L’Appa, l’Agenzia per l’ambiente della provincia di Trento, a metà dicembre segnala l’indesiderata contaminazione in diversi succhi di frutta (Pfanner e Santal), alcuni con valori molto elevati. Come in Trentino, in quasi tutte le Agenzie regionali per l’ambiente, su indicazione del ministero della Salute, sono partiti esami a tappeto su tutti i prodotti confezionati in cartone poliaccoppiato. E i risultati arrivano: il Sistema di allerta rapido europeo segnala, solo per la settimana dal 19 al 23 dicembre, 12 prodotti in cui è stato trovato il famigerato Itx: si tratta ancora una volta di latte e succhi di frutta (arancia, pompelmo, ananas), ma compaiono anche besciamella, salsa di pomodoro e persino un olio extravergine di oliva. E nella corta settimana successiva (27-30 dicembre) la lista si allunga ancora: 13 nuovi prodotti, di cui 10 succhi di frutta (arancia, arancia-carota-limone, pesca, pompelmo, frutti rossi e vari frutti esotici), un latte, una panna e una panna vegetale. Nella prima settimana di gennaio, compaiono un latte al cacao e una crema al cioccolato. Tutte le segnalazioni arrivano, guarda caso, dall’Italia, l’unico Paese che, grazie anche alle nostre denunce, sta effettuando controlli, mentre il problema ha sicuramente una dimensione europea, se non mondiale. Il guaio è che nelle liste dei prodotti alimentari a rischio (contrariamente a quanto avviene per tutti gli altri prodotti pericolosi) non viene riportata nessuna indicazione che consenta di identificarli (marca, numero di lotto, data di scadenza). Davvero indispensabile sarebbe ottenere dai produttori le liste degli alimenti confezionati in imballaggi che contengono Itx: queste liste esistono, ma non c’è modo di ottenere che diventino pubbliche. Il ministero comunica tardi Forse, se non fosse stato per il magistrato marchigiano che ha ordinato al Corpo forestale di sequestrare le partite di latte Nestlé, non avremmo saputo nulla (o forse lo avremmo saputo a scorte esaurite). Ma, non fosse stato per noi, il problema sarebbe rimasto confinato al latte per l’infanzia e alla sola Italia. Rimane il fatto che, benché il problema fosse noto da mesi, produttori e istituzioni non hanno fatto nulla per impedire che i bambini bevessero latte con una sostanza “indesiderata”. ■ Il primo comunicato stampa ufficiale è del 22 novembre: il Ministero della Salute comunica di aver attivato tempestivamente tutte le misure necessarie ad affrontare l’emergenza. Tranne, viene da dire ora, avvisare i cittadini per tempo. ■ Il giorno seguente una nota ribadisce, in risposta a un’interrogazione parlamentare, che il Ministero ha fatto tutto ciò che è in suo potere, avendo segnalato il problema al Sistema di allerta rapido europeo, e ricorda che il ritiro dei lotti è compito dei produttori e delle Regioni. ■ Il 29 novembre, dopo la comunicazione dei risultati delle nostre analisi, il ministero annuncia di aver già attivato i nuclei antisofisticazione dei Carabinieri e l’Istituto superiore di sanità per i controlli. VERIFICA DELLA PRESENZA DI ITX Isopropil tioxantone (Itx) MARCA e denominazione Formato (ml) sulla confezione nel prodotto Besciamella UHT a lunga conservazione GRAN CUCINA Besciamella 500 presente assente GRANAROLO Besciamella 200 assente assente LATTE MILANO Besciamella 500 assente assente PARMALAT Besciamella CHEF 200 assente assente PARMALAT Besciamella CHEF 500 assente assente STERILGARDA Besciamella 200 assente assente Panna da cucina UHT a lunga conservazione BAYERNLAND Panna da cucina 200 assente assente CAMPO DEI FIORI Panna da cucina 200 assente assente CENTRALE DEL LATTE MILANO Panna da cucina 200 assente assente FIOR DI SPESA Panna per cucinare 200 assente assente 3x125 assente assente PARMALAT - CHEF Panna per cucinare Latte UHT a lunga conservazione CENTRALE DEL LATTE MILANO Latte intero 500 assente assente GRANAROLO Latte parzialmente scremato 1000 assente assente IPER Latte intero 1000 assente assente LATTE MILANO Latte intero 500 assente assente MAMMABÈ Latte di capra 500 assente assente PARMALAT Latte sviluppo Latte intero arricchito con ferro e vitamine 1000 presente (1) PARMALAT Omega 3 1000 presente assente PARMALAT Zymil - parzialmente scremato 500 assente assente PARMALAT Zymil - scremato 500 assente assente Alimento per bambini a base di latte / proteine di soia MILUPA Babymil - latte di crescita 500 presente presente NESTLÉ Mio latte per la crescita 500 assente assente NUTRICIA CRESCITA Soya babypiù 500 presente assente ALCE NERO Nettare di albicocca 3x200 assente assente CARREFOUR Frutta e latte - Pesca - Albicocca 3x200 assente assente COLIBRÌ - ACE 1000 assente assente Succo di / bevanda alla frutta DEL MONTE QUALITY Albicocca 3x200 assente assente DERBY BLUE Albicocca 6x200 assente assente IPER 100% Frutti Tropicali 1000 assente assente MELINDA JUICE 100% succo di Melinda 1000 assente assente SANTAL Up - Albicocca 3x200 assente assente SANTAL 10 vit Frutti rossi 1000 presente (1) SANTAL 100% Ananas 1000 presente assente SANTAL 100% Arancia 1000 presente presente SANTAL 100% Exotic 1000 presente assente SANTAL Arance rosse 1000 presente presente assente SANTAL Succo e polpa albicocca 1000 presente SKIPPER - ZUEGG Junior - albicocca 4x200 assente assente SOLEVITA Topical Cocktail 100% fruit 1000 assente assente VALFRUTTA Albicocca mediterranea 6x200 assente assente VIVI G Bio Albicocca 3x200 assente assente (1) Valore prossimo al limite di rilevabilità del metodo Altroconsumo 190 ı Febbraio 2006 13 Uova marce e altri misfatti: il silenzio impera Uova marce, fecondate, con muffe e parassiti usate come fresche per fare “ovoprodotti”, preparati usati da quasi tutte le industrie alimentari. In molti ci avete scritto per avere informazioni su questo scandalo. Peccato che l’unica cosa che si può affermare ora è che pressoché tutti avremo consumato biscotti, merendine, pandori e panettoni, pasta o chissà che altro fatti con ovoprodotti adulterati, con tanto di sostanze nocive dai nomi inquietanti come cadaverina, putrescina, istamina. Infatti, la comunicazione della maxi operazione dei Nas, data con tanto clamore e con immagini da brivido, si riferisce a indagini che risalgono al 2003 ed è avvenuta nel momento in cui i truffatori erano stati incastrati. Cioè quando il problema non esiste più ma è, speriamo, risolto. La cosa grave è che non si sono informati i cittadini per tempo, impedendo che consumassero cibi contaminati, con rischi per la salute. Inoltre, ad oggi, conosciamo i nomi delle aziende agricole che trattavano veri e propri rifiuti tossici per rifornire di questa materia prima le industrie, ma non è stato fatto nessun riferimento alle aziende che l’hanno acquistata e usata. Stesso copione, sempre a fine anno, per il maxi sequestro di pomodori nelle regioni del Sud: in tre mesi la Guardia di Finanza ha sequestrato quasi 1.500 tonnellate di concentrato e passata di pomodoro stoccate in condizioni igieniche L’Europa latita ■ L’Efsa, interrogata sulla questione dalla Commissione europea, il 24 novembre dichiara in un comunicato stampa che la contaminazione da Itx, benché indesiderabile, ai livelli riportati non sembra La trasparenza premia sempre Con le nostre indagini, pur tra conferme e smentite su singoli risultati, abbiamo sollevato il velo su un problema che autorità nazionali e internazionali hanno tenuto nascosto: esiste il rischio concreto e diffuso che i prodotti confezionati in poliaccoppiati siano contaminati da Itx, la sostanza chimica usata per fissare l’inchiostro. Il 16 dicembre abbiamo partecipato insieme ad altre associazioni a un incontro con il ministero della Salute, per trovare un accordo sulla gestione delle informazioni che confluiscono nel Sistema di allerta comunitario. Poiché gli stati della Ue sono liberi di decidere il livello di trasparenza di queste informazioni, riteniamo che sia opportuno rendere identificabili i prodotti a rischio segnalati, come già avviene in altri paesi, per esempio la Gran Bretagna. I consumatori devono poter contare sulla certezza che tutto quello che acquistano e che mangiano è sicuro, dall’altra devono essere sempre correttamente e tempestivamente informati. In conclusione, per quanto riguarda l’Itx, riteniamo indispensabile: 14 Altroconsumo 190 ı Febbraio 2006 – vietarne l’uso per gli imballaggi destinati ad alimenti e colmare il vuoto normativo che riguarda l’utilizzo di inchiostri negli imballaggi alimentari; – ritirare dal mercato non solo i prodotti dei lotti positivi alle analisi, ma tutti i prodotti confezionati in imballaggi che contengano Itx; infatti, anche se Tetra Pak, dal 31 gennaio, ha bandito l’Itx, potrebbero esserci in vendita (o nelle nostre case) prodotti confezionati precedentemente: non ci risulta siano state prese misure; – che l’industria renda note le liste di prodotti che usano imballaggi che contengono Itx. Per quanto riguarda, in generale, la prevenzione dei rischi alimentari, i produttori devono essere i primi a vigilare sulla catena produttiva, tenendone sotto controllo ogni fase. I controlli pubblici, in Italia, seppur numerosi sono insufficienti e non sempre efficaci. Il problema sta soprattutto nello scarso coordinamento tra gli enti cui è affidato il controllo della catena alimentare e nella mancanza di una strategia di comunicazione trasparente dei rischi. spaventose, pronte per essere “ripulite” e messe in commercio. Anche in questo caso, silenzio assoluto sui marchi coinvolti. Così come si tace sulle aziende di destinazione delle partite di grano duro contaminate da micotossine tossiche e vietate, approdate recentemente in Puglia e commercializzate. Tanto per fare un altro esempio, non si conoscono i nomi dei prodotti contenenti Sudan, il colorante cancerogeno, usato nei sughi pronti, la cui presenza è ancora oggi segnalata nei rapporti del Sistema di allerta rapido. Per lo stesso problema, in Gran Bretagna è stato allestito un sito governativo con l’elenco dei prodotti da evitare, con tanto di nomi e marche. rappresentare un rischio immediato per la salute: riscontri preliminari suggeriscono l’assenza di effetti genotossici. Su quelli tossici nulla si sa. ■ Il 1° dicembre, però, la stessa Autorità ha bacchettato ufficialmente le aziende Tetra Pak e Nestlé per aver utilizzato la sua comunicazione per rassicurare (ingiustificatamente) i consumatori. L’attesa opinione definitiva (un documento scientifico che espone lo stato delle conoscenze), annunciata per la primavera 2006, è arrivata, con largo anticipo il 7 dicembre: sulla base dei pochi studi disponibili sembra escludersi l’attività genotossica dell’Itx, mentre nulla si può dire su altri effetti tossici della sostanza. Nella stessa opinione compare (inaspettatamente) a dosi inferiori un’altra sostanza (EHDBA), utilizzata insieme all’Itx, rilevata in alimenti di diversa natura. Non proprio in linea con le argomentazioni articolate esposte nell’opinione, il comunicato stampa dell’Autorità che taglia corto parlando di basso rischio per la salute. Un tono rassicurante poco credibile, tanto che la Procura di Milano (che ha affiancato quella di Ascoli per competenza territoriale) ha disposto una consulenza tecnica, incaricando il professor Silvio Garattini, responsabile del centro di ricerche farmacologiche Mario Negri, di fare accertamenti sulla nocività dell’Itx. Il 30 novembre, si è svolta a Bruxelles una riunione del Comitato permanente sulla catena alimentare e la salute degli animali che, sulla sola base delle indicazioni preliminari fornite dall’Efsa, ha concluso che non è necessario adottare alcuna precauzione sul territorio comunitario, come il ritiro dal mercato dei prodotti contaminati. Insomma, la Ue minimizza il problema e sembra più interessata a difendere gli immensi interessi economici in gioco piuttosto che ad adottare, almeno, un sano principio di precauzione a tutela della salute dei cittadini.