NON SOLO NEL LATTE PER L’INFANZIA
Sono moltissime le
tipologie e le marche
di prodotti alimentari
che hanno usato
imballaggi stampati
con Itx. Non fosse
stato per la nostra
denuncia, il caso
sarebbe rimasto
circoscritto al latte
per l’infanzia.
Quando è venuta
alla luce la
contaminazione,
ministero e aziende
hanno taciuto.
La vera storia
dell’Itx
Itx: che cos’è? Fa male?
L’isopropil tioxantone, ormai
noto con la sua abbreviazione
Itx, è un fotoionizzatore usato
in un tipo particolare di stampa
denominata off-set Uv. La sua
funzione è quella di agevolare
l’asciugatura dell’inchiostro sulle
confezioni stampate con questo sistema. È stato usato negli
imballaggi di cartone poliaccoppiato, più noto come Tetra Pak ,
dal nome della più nota azienda
produttrice, che controlla oltre
l’80% del mercato italiano, poco meno di quello europeo e ha
quasi un monopolio mondiale,
anche se il sistema di stampa
non è una sua esclusiva. La
contaminazione dell’alimento
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avviene presumibilmente a
seguito del contatto diretto tra
la superficie esterna stampata
della confezione e quella interna, durante la fase di stoccaggio
del materiale con cui saranno
realizzati gli imballaggi, quando le lunghe strisce di cartone
vengono arrotolate su se stesse in bobine. È da escludere,
dunque, una migrazione della
sostanza dall’esterno attraverso
i diversi strati che costituiscono l’imballaggio.La normativa
europea, quindi anche quella
italiana, non prevede nessuna
regolamentazione per quanto riguarda la contaminazione
da inchiostri. Si tratta, infatti, di
sostanze il cui utilizzo è autorizzato solo sulla superficie esterna delle confezioni, cioè quella
non destinata al contatto con
l’alimento. Questo tipo di contaminazione, quindi, non è contemplato e non deve avvenire. In
generale, le norme europee prevedono che gli imballaggi non
debbano trasferire ai prodotti
alimentari componenti chimici e
fisici in quantità tali da costituire
un pericolo per la salute umana
o da comportare una modifica
inaccettabile nella composizione
o nelle caratteristiche di qualità
e sapore degli alimenti. Ad oggi
poco si sa sulla pericolosità della
contaminazione da Itx. Il 7 2005
L
a vicenda del latte per l’infanzia contaminato dall’Itx, una sostanza chimica usata nella
stampa degli imballaggi in cartone poliaccoppiato, esplosa a metà novembre 2005, non era che
una goccia nel mare: la contaminazione è molto più
ampia, non riguarda soltanto alcuni singoli lotti di
latte per l’infanzia, quelli di cui si è chiesto il ritiro,
ma un intero sistema produttivo degli imballaggi,
che per anni ha usato confezioni potenzialmente a
rischio. Lo hanno denunciato le nostre analisi: nonostante sia stata attivata la rete di allerta europea, nei
negozi - oltre che nelle nostre dispense - ci sono stati
e ancora ci possono essere alimenti contaminati.
Dopo i colpevoli silenzi dei primi mesi - il problema era noto dall’estate - qualcosa si è mosso. Ma
manca ancora trasparenza e informazione chiara ai
consumatori.
Questi i fatti
L’Itx (isopropil tioxantone) è stato trovato in un latte
per l’infanzia acquistato nelle Marche, nell’ambito
di un piano di controlli messo in atto dalle Asl per
la ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici. La
scoperta risale all’estate 2005: a fine agosto sulla
base dei risultati delle analisi vengono allertati la
procura di Ascoli Piceno, il ministero della Salute e
l’azienda produttrice del latte (la Nestlé).
■ L’8 settembre le nostre autorità notificano alla
Commissione europea la presenza di questa sostanza
nel prodotto, attraverso il Sistema di allerta rapido,
la rete europea che raccoglie e pubblica sul sito della
Commissione le segnalazioni dei prodotti alimentari a rischio (senza riferimento però a marche).
■ Il 19 settembre Tetra Pak, l’azienda produttrice
dell’imballaggio fonte della contaminazione, incontra le autorità europee responsabili della sicurezza
alimentare (Dg Sanco), ammette il problema e si
impegna, in via cautelativa, a fornire imballaggi alternativi entro la fine di settembre per i prodotti destinati ai bambini, entro la fine di dicembre per gli
altri alimenti grassi. Nel corso dell’incontro Tetra
Pak fornisce alcuni dati preliminari sulla tossicità
della sostanza, secondo cui i rischi per la salute derivanti da questa contaminazione sarebbero bassi.
■ In ottobre la Commissione incarica l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) di effettuare una valutazione del rischio.
■ Il 4 novembre il ministero della Salute convoca
una riunione per discutere della questione: invitati
esperti dell’Istituto superiore di sanità, Federalimentare, Federchimica, Assografici, Assocarta e l’Associazione italiana industriali prodotti alimentari.
■ L’8 novembre Tetra Pak informa la Commissione di aver rilevato il problema della contaminazione
da Itx anche negli imballaggi dei succhi di frutta.
Decide quindi di modificare il procedimento di
stampa di tutti gli imballaggi per alimenti, anche
quelli non grassi, entro fine gennaio 2006.
Il grosso problema è che, fin qui, tutto ciò succede a
porte chiuse, tra addetti ai lavori, senza informare in
alcun modo i consumatori (e chissà se sarebbero stati
informati mai). Due mesi, in cui si permette che i
bambini bevano un latte che si sa contaminato. Per
non parlare della miriade di altri prodotti consumati
ogni giorno dalle famiglie. E, intanto, le scorte, in
negozi e magazzini, venivano smaltite.
Come arriva negli alimenti?
dicembre l’Efsa (Autorità europea
per la sicurezza alimentare) ha reso
pubblica la sua opinione definitiva
sull’argomento, cioè un documento
scientifico che conclude che, sulla
base dei pochissimi studi disponibili e sui dati di contaminazione
forniti da Tetra Pak, sembra esclusa l’attività genotossica (ovvero la
possibilità di interagire direttamente
con il Dna delle cellule) di questa
sostanza. Ancora non si può dire
nulla, invece, su eventuali altri effetti
tossici, a causa dell’assenza di dati.
Insomma, al momento, non si può
dire che sia nociva solo perché non
ci sono studi per affermare il contrario. Allora,indispensabile affidarsi
al principio di precauzione.
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ALTROCONSUMO.IT
Sul nostro sito, nella
sezione Alimentazione,
trovate ulteriori dettagli
sulla vicenda Itx e anche i numeri di lotto e
le date di scadenza dei
prodotti che abbiamo
sottoposto ad analisi.
■ La prima notizia pubblica è del 14 novembre,
giorno in cui esce il comunicato stampa che annuncia il ritiro dal mercato, per ordine della Procura di
Ascoli Piceno, di quattro lotti di latte per l’infanzia
della Nestlé, Mio e Nidina 2.
■ Il 22 novembre telegiornali e quotidiani annunciano un maxi sequestro (30 milioni di litri) di latte
per bambini della Nestlé: ritirati non solo Mio e
Nidina 2, ma anche Nidina 1 e Mio cereali.
■ Ancora, il 24 novembre finiscono nel mirino degli investigatori anche i prodotti Milupa Aptamil 1
e 2, Aptamil soya 2 e Babymil.
Altroconsumo indaga
Dopo il primo sequestro, in occasione del voto al
Parlamento europeo del regolamento Reach - che
dovrebbe mettere ordine nel mondo delle sostanze
chimiche in circolazione in Europa (vedi box sotto) con un comunicato stampa abbiamo ricordato l’importanza della sua approvazione, anche in relazione
alla vicenda della contaminazione da Itx.
Per mesi istituzioni e aziende
non hanno informato i consumatori
Già era evidente che si trattava di un problema attribuibile agli imballaggi di cartone poliaccoppiato.
Dunque, subito abbiamo chiesto verifiche relative alla possibile contaminazione da Itx di alimenti diversi
dal latte per l’infanzia che usavano lo stesso tipo di
confezioni, invitando il ministero della Salute a fornire indicazioni sulla tossicità della sostanza e sui rischi
connessi al consumo anche di altri tipi di alimenti.
Reach: regolare la chimica
Come mai dell’Itx, benché utilizzato da anni e anni, non si sa nulla e nessuno
è in grado di dire con certezza se è dannoso o no per la salute? Perché l’Itx
è una delle migliaia e migliaia di sostanze chimiche, normalmente usate
dall’industria per ogni sorta di prodotti di uso comunissimo, che non sono
mai stati adeguatamente studiate. Riconosciuta l’inefficacia della legislazione
attuale, lo scorso novembre il Parlamento europeo ha votato in prima lettura
il regolamento Reach (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals)
che, come suggerisce l’acronimo, si occuperà di inventariare, valutare i
rischi per salute e ambiente e autorizzare le 30 mila sostanze chimiche più
usate dall’industria in tutti i settori, dai detersivi alle vernici, dai giocattoli
all’abbigliamento, dai mobili agli apparecchi elettronici... Per quanto riguarda gli alimentari, esistono test e controlli severi su additivi e altre sostanze
usate come ingredienti di cui si conoscono gli effetti tossici. Occorre però
approfondire le conoscenze su tutto ciò che può venire a contatto con gli
alimenti, in particolare sulle sostanze usate per gli imballaggi non ancora
regolamentate o sulla dispersione delle sostanze chimiche nell’ambiente
che possono entrare nella catena alimentare. Per approfondimenti, vi rimandiamo all’articolo pubblicato su Salutest di questo mese.
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La nostra denuncia
Abbiamo quindi acquistato una prima serie di
campioni di prodotti confezionati in cartone poliaccoppiato (panna e latte a lunga conservazione,
latte per bambini e aromatizzato e succhi di frutta)
per verificare noi stessi possibili contaminazioni da
Itx, avvalendoci dell’esperienza di un laboratorio
specializzato e certificato.
■ Il 29 novembre, dopo aver ricevuto i risultati dal
laboratorio, con tanto di controprove, secondo i quali
la sostanza era presente in 9 prodotti su 25 (in prevalenza succhi di frutta), li abbiamo comunicati a produttori, organismi di controllo e opinione pubblica,
secondo una procedura che adottiamo a fronte di un
potenziale pericolo diffuso per i consumatori.
■ Il 1° dicembre, la stampa riporta la notizia che
due produttori, Parmalat e Granarolo, stavano procedendo al ritiro spontaneo di alcuni prodotti per
problemi qualitativi non meglio specificati.
Il laboratorio, però, dopo nuove analisi, ha confermato la presenza di Itx solo in uno dei 9 campioni
positivi alle prime analisi (un latte per l’infanzia).
Un errore del quale non ci è ancora pervenuta una
spiegazione. Il 6 dicembre abbiamo comunicato a
stampa e istituzioni la rettifica dei risultati, insieme agli esiti di nuovi controlli su altri campioni di
succhi di frutta, che ne hanno trovati due positivi.
I risultati definitivi di questo lavoro su 41 prodotti
(in tabella) confermano i nostri sospetti e il cuore
vero della questione: la contaminazione da Itx non
è casuale e limitata a qualche lotto di prodotto ben
circostanziato, ma coinvolge l’intero sistema produttivo e può essere presente in tanti alimenti diversi:
sicuramente, oltre al latte per l’infanzia, anche nei
succhi di frutta, ben più venduti e consumati.
Non solo latte per l’infanzia. In tabella trovate i
risultati dei 41 prodotti analizzati. Bisogna sapere,
tuttavia, che quando si utilizzano imballaggi con
Itx, la contaminazione può essere presente soltanto
in alcuni prodotti e assente in altri. In altre parole, la
presenza di Itx sull’imballaggio comporta il rischio
concreto di contaminazione del prodotto interno, ma
non è detto che questa avvenga in tutti i prodotti.
Lo provano i risultati: in 11 campioni l’Itx era presente sull’esterno della confezione, in 3 casi l’abbiamo trovato anche all’interno, in altri 2 abbiamo
riscontrato un valore prossimo al limite di rilevabilità del metodo. Dato questo tipo di rischio, non
ha senso ritirare i lotti di singoli prodotti risultati
positivi: bisogna ritirare tutti i prodotti in confezioni che abbiano usato Itx, la cui lista è nota solo
alle aziende che li hanno fabbricati o usati e che
dovrebbero renderla pubblica. E occorre cambiare il
sistema di stampa, bandendo l’Itx, come Tetra Pak
si è impegnata a fare entro il 31 gennaio 2006.
Moltissime conferme. Molte altre analisi in queste
ultime settimane sono state fatte e molte sono in
corso. L’Appa, l’Agenzia per l’ambiente della provincia di Trento, a metà dicembre segnala l’indesiderata
contaminazione in diversi succhi di frutta (Pfanner
e Santal), alcuni con valori molto elevati. Come in
Trentino, in quasi tutte le Agenzie regionali per
l’ambiente, su indicazione del ministero della Salute,
sono partiti esami a tappeto su tutti i prodotti confezionati in cartone poliaccoppiato. E i risultati arrivano: il Sistema di allerta rapido europeo segnala, solo
per la settimana dal 19 al 23 dicembre, 12 prodotti
in cui è stato trovato il famigerato Itx: si tratta ancora
una volta di latte e succhi di frutta (arancia, pompelmo, ananas), ma compaiono anche besciamella, salsa
di pomodoro e persino un olio extravergine di oliva.
E nella corta settimana successiva (27-30 dicembre)
la lista si allunga ancora: 13 nuovi prodotti, di cui
10 succhi di frutta (arancia, arancia-carota-limone,
pesca, pompelmo, frutti rossi e vari frutti esotici), un
latte, una panna e una panna vegetale. Nella prima
settimana di gennaio, compaiono un latte al cacao e
una crema al cioccolato.
Tutte le segnalazioni arrivano, guarda caso, dall’Italia, l’unico Paese che, grazie anche alle nostre
denunce, sta effettuando controlli, mentre il problema ha sicuramente una dimensione europea, se
non mondiale. Il guaio è che nelle liste dei prodotti
alimentari a rischio (contrariamente a quanto avviene per tutti gli altri prodotti pericolosi) non viene
riportata nessuna indicazione che consenta di identificarli (marca, numero di lotto, data di scadenza).
Davvero indispensabile sarebbe ottenere dai produttori le liste degli alimenti confezionati in imballaggi
che contengono Itx: queste liste esistono, ma non c’è
modo di ottenere che diventino pubbliche.
Il ministero comunica tardi
Forse, se non fosse stato per il magistrato marchigiano che ha ordinato al Corpo forestale di sequestrare
le partite di latte Nestlé, non avremmo saputo nulla
(o forse lo avremmo saputo a scorte esaurite). Ma,
non fosse stato per noi, il problema sarebbe rimasto
confinato al latte per l’infanzia e alla sola Italia.
Rimane il fatto che, benché il problema fosse noto
da mesi, produttori e istituzioni non hanno fatto
nulla per impedire che i bambini bevessero latte con
una sostanza “indesiderata”.
■ Il primo comunicato stampa ufficiale è del 22
novembre: il Ministero della Salute comunica di aver
attivato tempestivamente tutte le misure necessarie
ad affrontare l’emergenza. Tranne, viene da dire ora,
avvisare i cittadini per tempo.
■ Il giorno seguente una nota ribadisce, in risposta a un’interrogazione parlamentare, che il Ministero ha fatto tutto ciò che è in suo potere, avendo
segnalato il problema al Sistema di allerta rapido
europeo, e ricorda che il ritiro dei lotti è compito dei
produttori e delle Regioni.
■ Il 29 novembre, dopo la comunicazione dei risultati delle nostre analisi, il ministero annuncia di aver
già attivato i nuclei antisofisticazione dei Carabinieri
e l’Istituto superiore di sanità per i controlli.
VERIFICA DELLA PRESENZA DI ITX
Isopropil tioxantone (Itx)
MARCA e denominazione
Formato (ml)
sulla
confezione
nel
prodotto
Besciamella UHT a lunga conservazione
GRAN CUCINA Besciamella
500
presente
assente
GRANAROLO Besciamella
200
assente
assente
LATTE MILANO Besciamella
500
assente
assente
PARMALAT Besciamella CHEF
200
assente
assente
PARMALAT Besciamella CHEF
500
assente
assente
STERILGARDA Besciamella
200
assente
assente
Panna da cucina UHT a lunga conservazione
BAYERNLAND Panna da cucina
200
assente
assente
CAMPO DEI FIORI Panna da cucina
200
assente
assente
CENTRALE DEL LATTE MILANO Panna da cucina
200
assente
assente
FIOR DI SPESA Panna per cucinare
200
assente
assente
3x125
assente
assente
PARMALAT - CHEF Panna per cucinare
Latte UHT a lunga conservazione
CENTRALE DEL LATTE MILANO Latte intero
500
assente
assente
GRANAROLO Latte parzialmente scremato
1000
assente
assente
IPER Latte intero
1000
assente
assente
LATTE MILANO Latte intero
500
assente
assente
MAMMABÈ Latte di capra
500
assente
assente
PARMALAT Latte sviluppo
Latte intero arricchito con ferro e vitamine
1000
presente
(1)
PARMALAT Omega 3
1000
presente
assente
PARMALAT Zymil - parzialmente scremato
500
assente
assente
PARMALAT Zymil - scremato
500
assente
assente
Alimento per bambini a base di latte / proteine di soia
MILUPA Babymil - latte di crescita
500
presente
presente
NESTLÉ Mio latte per la crescita
500
assente
assente
NUTRICIA CRESCITA Soya babypiù
500
presente
assente
ALCE NERO Nettare di albicocca
3x200
assente
assente
CARREFOUR Frutta e latte - Pesca - Albicocca
3x200
assente
assente
COLIBRÌ - ACE
1000
assente
assente
Succo di / bevanda alla frutta
DEL MONTE QUALITY Albicocca
3x200
assente
assente
DERBY BLUE Albicocca
6x200
assente
assente
IPER 100% Frutti Tropicali
1000
assente
assente
MELINDA JUICE 100% succo di Melinda
1000
assente
assente
SANTAL Up - Albicocca
3x200
assente
assente
SANTAL 10 vit Frutti rossi
1000
presente
(1)
SANTAL 100% Ananas
1000
presente
assente
SANTAL 100% Arancia
1000
presente
presente
SANTAL 100% Exotic
1000
presente
assente
SANTAL Arance rosse
1000
presente
presente
assente
SANTAL Succo e polpa albicocca
1000
presente
SKIPPER - ZUEGG Junior - albicocca
4x200
assente
assente
SOLEVITA Topical Cocktail 100% fruit
1000
assente
assente
VALFRUTTA Albicocca mediterranea
6x200
assente
assente
VIVI G Bio Albicocca
3x200
assente
assente
(1) Valore prossimo al limite di rilevabilità del metodo
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Uova marce e altri misfatti: il silenzio impera
Uova marce, fecondate, con muffe e parassiti usate come fresche per fare “ovoprodotti”, preparati usati da quasi tutte le industrie
alimentari. In molti ci avete scritto per avere
informazioni su questo scandalo. Peccato
che l’unica cosa che si può affermare ora
è che pressoché tutti avremo consumato
biscotti, merendine, pandori e panettoni, pasta o chissà che altro fatti con ovoprodotti
adulterati, con tanto di sostanze nocive dai
nomi inquietanti come cadaverina, putrescina, istamina. Infatti, la comunicazione
della maxi operazione dei Nas, data con
tanto clamore e con immagini da brivido,
si riferisce a indagini che risalgono al 2003
ed è avvenuta nel momento in cui i truffatori
erano stati incastrati. Cioè quando il problema non esiste più ma è, speriamo, risolto.
La cosa grave è che non si sono informati i
cittadini per tempo, impedendo che consumassero cibi contaminati, con rischi per la
salute. Inoltre, ad oggi, conosciamo i nomi
delle aziende agricole che trattavano veri
e propri rifiuti tossici per rifornire di questa
materia prima le industrie, ma non è stato
fatto nessun riferimento alle aziende che
l’hanno acquistata e usata. Stesso copione,
sempre a fine anno, per il maxi sequestro di
pomodori nelle regioni del Sud: in tre mesi
la Guardia di Finanza ha sequestrato quasi
1.500 tonnellate di concentrato e passata di
pomodoro stoccate in condizioni igieniche
L’Europa latita
■
L’Efsa, interrogata sulla questione dalla Commissione europea, il 24 novembre dichiara in un
comunicato stampa che la contaminazione da Itx,
benché indesiderabile, ai livelli riportati non sembra
La trasparenza premia sempre
Con le nostre indagini, pur tra conferme e smentite su singoli risultati,
abbiamo sollevato il velo su un problema che autorità nazionali e internazionali hanno tenuto nascosto: esiste il rischio concreto e diffuso che i
prodotti confezionati in poliaccoppiati
siano contaminati da Itx, la sostanza
chimica usata per fissare l’inchiostro.
Il 16 dicembre abbiamo partecipato
insieme ad altre associazioni a un
incontro con il ministero della Salute,
per trovare un accordo sulla gestione
delle informazioni che confluiscono
nel Sistema di allerta comunitario.
Poiché gli stati della Ue sono liberi
di decidere il livello di trasparenza di
queste informazioni, riteniamo che
sia opportuno rendere identificabili
i prodotti a rischio segnalati, come
già avviene in altri paesi, per esempio la Gran Bretagna. I consumatori
devono poter contare sulla certezza
che tutto quello che acquistano e che
mangiano è sicuro, dall’altra devono
essere sempre correttamente e tempestivamente informati.
In conclusione, per quanto riguarda
l’Itx, riteniamo indispensabile:
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– vietarne l’uso per gli imballaggi destinati ad alimenti e colmare il vuoto
normativo che riguarda l’utilizzo di inchiostri negli imballaggi alimentari;
– ritirare dal mercato non solo i
prodotti dei lotti positivi alle analisi,
ma tutti i prodotti confezionati in imballaggi che contengano Itx; infatti,
anche se Tetra Pak, dal 31 gennaio,
ha bandito l’Itx, potrebbero esserci in
vendita (o nelle nostre case) prodotti
confezionati precedentemente: non
ci risulta siano state prese misure;
– che l’industria renda note le liste
di prodotti che usano imballaggi che
contengono Itx.
Per quanto riguarda, in generale, la
prevenzione dei rischi alimentari, i
produttori devono essere i primi a
vigilare sulla catena produttiva, tenendone sotto controllo ogni fase.
I controlli pubblici, in Italia, seppur
numerosi sono insufficienti e non
sempre efficaci. Il problema sta soprattutto nello scarso coordinamento
tra gli enti cui è affidato il controllo
della catena alimentare e nella mancanza di una strategia di comunicazione trasparente dei rischi.
spaventose, pronte per essere “ripulite” e
messe in commercio. Anche in questo caso,
silenzio assoluto sui marchi coinvolti. Così
come si tace sulle aziende di destinazione
delle partite di grano duro contaminate da
micotossine tossiche e vietate, approdate
recentemente in Puglia e commercializzate. Tanto per fare un altro esempio, non si
conoscono i nomi dei prodotti contenenti
Sudan, il colorante cancerogeno, usato nei
sughi pronti, la cui presenza è ancora oggi
segnalata nei rapporti del Sistema di allerta rapido. Per lo stesso problema, in Gran
Bretagna è stato allestito un sito governativo con l’elenco dei prodotti da evitare, con
tanto di nomi e marche.
rappresentare un rischio immediato per la salute:
riscontri preliminari suggeriscono l’assenza di effetti
genotossici. Su quelli tossici nulla si sa.
■ Il 1° dicembre, però, la stessa Autorità ha bacchettato ufficialmente le aziende Tetra Pak e Nestlé
per aver utilizzato la sua comunicazione per rassicurare (ingiustificatamente) i consumatori.
L’attesa opinione definitiva (un documento scientifico che espone lo stato delle conoscenze), annunciata
per la primavera 2006, è arrivata, con largo anticipo
il 7 dicembre: sulla base dei pochi studi disponibili sembra escludersi l’attività genotossica dell’Itx,
mentre nulla si può dire su altri effetti tossici della
sostanza. Nella stessa opinione compare (inaspettatamente) a dosi inferiori un’altra sostanza (EHDBA),
utilizzata insieme all’Itx, rilevata in alimenti di diversa natura. Non proprio in linea con le argomentazioni articolate esposte nell’opinione, il comunicato stampa dell’Autorità che taglia corto parlando
di basso rischio per la salute. Un tono rassicurante
poco credibile, tanto che la Procura di Milano (che
ha affiancato quella di Ascoli per competenza territoriale) ha disposto una consulenza tecnica, incaricando il professor Silvio Garattini, responsabile del
centro di ricerche farmacologiche Mario Negri, di
fare accertamenti sulla nocività dell’Itx.
Il 30 novembre, si è svolta a Bruxelles una riunione
del Comitato permanente sulla catena alimentare
e la salute degli animali che, sulla sola base delle
indicazioni preliminari fornite dall’Efsa, ha concluso
che non è necessario adottare alcuna precauzione sul
territorio comunitario, come il ritiro dal mercato dei
prodotti contaminati. Insomma, la Ue minimizza
il problema e sembra più interessata a difendere gli
immensi interessi economici in gioco piuttosto che
ad adottare, almeno, un sano principio di precauzione a tutela della salute dei cittadini.
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Allegato di Altroconsumo