Mister Obama, l’America ama la vita PRO LIFE IN PIAZZA Erano almeno trecentomila a Washington per il tradizionale appuntamento del 22 gennaio. C’erano politici, governatori di almeno cinque Stati, vip, leader di tutte le religioni e le Chiese. Ma soprattutto una folla mai vista richiamata soprattutto dalle scelte del Presidente che hanno reso evidente che il diritto alla vita è merce rara alla Casa Bianca. La Marcia è così diventata, forse per la prima volta, un caso politico. Un nodo che per Barack non sarà per niente facile sciogliere 38 febbraio 2010 Nelly Gray uno degli organizzatori della March for life 2010 P iù di trecentomila i manifestanti alla marcia per la vita che si è svolta a gennaio a Washington. Si tratta della manifestazione più grande nella storia del movimento pro life statunitense. Altre 75mila persone hanno partecipato alla manifestazione attraverso una Virtual March for life, iniziativa sponsorizzata dall’Americans united for life action. Ed un numero imprecisato è sceso in piazza in altre similari manifestazioni che hanno punteggiato le capitali dei vari Stati. La metà della moltitudine che ha partecipato alla March for life per celebrare il 37° anniversario della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di legalizzare l'aborto, era sotto i 25 anni. Da quando l’aborto è stato legalizzato nel 1973, sono quasi 50 milioni i bambini e le bambine concepite che non hanno visto la luce. Alla manifestazione hanno partecipato grandi gruppi provenienti da tutti gli States, comprese le diocesi cattoliche e le parrocchie, le organizzazioni di sacerdoti e laici, e le varie associazioni pro-famiglia e pro-life. Nellie Gray una delle organizzatrice della manifestazione ha detto che i partecipanti alla Marcia per la vita normalmente impiegano circa un'ora e mezzo per passare in un determinato Acqua Era punto, ma quest'anno ci sono voluti più di due ore e mezza, il che indica una forte crescita nei numeri. Alla domanda sul perché di una così massiccia adesione la Gray ha risposto, "credo che sia in atto una reazione nei confronti dei gruppi abortisti che hanno vinto le elezioni”. Diversi leader politici e sociali hanno partecipato alla marcia virtuale, tra cui Sarah Palin, ex governatore dell'Alaska, Michael Huckabee, ex governatore dell'Arkansas, Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, Rick Perry, governatore del Texas, Timothy Pawlenty, governatore del Minnesota, alcuni deputati del congresso, e altre personalità. La Marcia ha visto uniti anche i leader religiosi, erano infatti presenti il rabbino Yehuda Levin, il metropolita Giona della Chiesa ortodossa d'America, i cardinali Justin Rigali, Sean O'Malley e numerosi vescovi cattolici. Luke Robinson, un pastore afro-americano del Maryland, ha fatto un discorso appassionato invitando il Presidente Obama a porre fine al massacro "di bambini innocenti" soprattutto tra gli afroamericani, una comunità che ha il record degli aborti con il 34% delle interruzioni volontarie di gravidanza ed una rappresentanza del 12% rispetto alla popolazione. Robinson ha ricordato che negli ultimi 36 anni più di 17 milioni di aborti hanno colpito la comunità afroamericana e quindi “l’aborto è il killer numero uno dei neri d’America”. Il pastore del Maryland ha rivolto quindi rivolto un appello al Presidente Barak Obama affinché cambi politica e lo faccia subito. L’appello affinché il Presidente Obama abbandoni le poli- tiche favorevoli all’aborto si è diffuso rapidamente e massicciamente tra i manifestanti. Molti tra i dirigenti dei movimenti pro life si sono detti preoccupati dell’influenza di politiche antivita che l’attuale amministrazione statunitense potrebbe avere nei confronti di molti Paesi in via di sviluppo. Il successo della Marcia per la vita segna un cambiamento culturale che tocca tutti gli strati sociali e tutti gli Stati Uniti. La prima Marcia per la vita svoltasi nel 1974 aveva visto la partecipazione di sole 20mila persone, nel 2010 queste sono diventate quindici volte di più. Da un sondaggio dell'Istituto del Collegio Marista per l'Opinione Pubblica risulta inoltre che oltre il 90% degli intervistati pensano che dovrebbero essere imposte delle restrizioni all'aborto. 39 febbraio 2010 PRO LIFE IN PIAZZA T Spot pro life da 3 milioni di dollari renta secondi e 3,2 milioni di dollari per “celebrare la vita” durante il Super Bowl del 7 febbraio, la finalissima del campionato di football che batte ogni anno il record di ascolti in Tv. Si chiamano “Focus on the family” e sono un gruppo di cristiani conservatori attivi ovunque, anche a Colorado Springs: lì hanno deciso di comprare uno degli spazi pubblicitari più costosi al mondo per piazzare uno spot contro l’aborto. I 30 secondi mandati in onda in una delle pause dell’evento sportivo americano raccontano la storia di Pam e Tim Tebow: nel 1987 la ragazza era incinta quando si ammalò durante un viaggio in una missione nelle Filippine. I medici le consigliarono l’aborto, lei rifiutò. Oggi suo figlio Tim è uno dei più amati giocatori di football e gioca come quarterback nei Florida Gators. I gruppi femministi hannofatto il diavolo a quattro per chiedere che alla Cbs, l’emittente televisiva che ha accettato lo spot, di ripensarci e di cancel- 40 febbraio 2010 Il sondaggio è stato condotto per i Cavalieri di Colombo dall'Istituto del Collegio Marista per l'opinione pubblica tra il 24 settembre e il 3 ottobre 2009 e mirava a paragonare il punto di larlo. Il Women’s Media Center di New York ha chiesto alla Cbs di togliere lo spot dalla programmazione perché “divide gli americani invece di unirli”. Il gruppo femminista ha inviato una lettera particolarmente violenta all’emittente, scrivendo che l’avere lasciato spazio a un’associazione no-choice durante il Super Bowl danneggerà la sua reputazione e farà perdere ascoltatori. Dal canto suo la Cbs ha risposto che manderà in onda lo stesso i 30 secondi di Focus on the family. Uno spot che i vertici del canale tv hanno esaminato con attenzione senza trovare motivi per rifiutarlo, dal momento che “celebra la famiglia”. I soldi per pagare la messa in onda non sono dell’associazione cristiana, ma arrivano da “alcuni amici generosi”. “So che a qualcuno non piacerà – ha detto Tim Tebow – ma io sono contro l’aborto perché oggi non sarei qui se non fosse stato per il coraggio di mia madre”. vista degli elettori cattolici con quello dell'elettorato in generale. La ricerca ha chiesto agli intervistati di dichiarare quale di sei dichiarazioni si avvicinava di più alla loro opinione sull'aborto. Tim Tebow stella del football americano che ha accettato di testimoniare nello spot pro life trasmesso durante il Super Ball Solo l'8% degli statunitensi ha scelto la dichiarazione che afferma che l'aborto dovrebbe essere disponibile per le donne in qualunque momento della gravidanza. Il 7 marzo anche la Spagna sarà in piazza I l "popolo della vita" in Spagna non si arrende di fronte al disegno di legge che riforma, in senso più permissivo, la legge sull'aborto. Con il titolo "Spagna vita sì", la marcia internazionale per la vita si terrà il 7 marzo, in piena presidenza spagnola dell'Unione europea, un periodo decisivo nel dibattito parlamentare sul progetto di legge sull'aborto. Diritto a vivere (Dav), piattaforma impegnata nella difesa della vita, consegnerà un milione di firme contrarie al progetto legislativo, il prossimo 28 gennaio, alla Camera. L'anno scorso, il 29 marzo, è stata organizzata la prima marcia per la vita, per protestare contro l'iniziativa del Governo spagnolo di riforma della legge sull'aborto che introduce l'aborto indiscriminato a partire dalle ragazze di 16 anni, restrizioni all'obiezione di coscienza del personale sanitario e l'introduzione di tecniche abortiste come materie nelle facoltà di medicina. Gli enti organizzatori della marcia vorrebbero rendere stabile la tradizione della La stessa percentuale ha affermato che l'aborto dovrebbe essere permesso solo nei primi sei mesi di gravidanza. Il 24% optava per limitarlo ai primi tre mesi. Il 32% degli intervistati ha scelto la dichiarazione per cui l'aborto dovrebbe essere permesso solo in caso di violenza, incesto o per salvare la vita della madre. Il 15% ha infine scelto la quinta opzione, che l'aborto dovrebbe essere permesso solo per salvare la vita della madre, mentre il 13% ha affermato che non dovrebbe essere mai permesso. Il sondaggio ha indicato che anche tra coloro che si dichiarano a favore dell'aborto il 71% auspica una sua restrizione. Il 43% di questi lo limiterebbe al primo trimestre, il 23% ai soli casi di violenza, incesto o per salvare la vita della madre. ANTONIO GASPARI marcia nel mese di marzo. Quest'anno la marcia per la vita si celebrerà contemporaneamente in circa un centinaio di città, sia spagnole che europee in generale e americane. La marcia ha anche come obiettivo di chiedere al Governo il referendum sulla proposta governativa. A Madrid la marcia per la vita partirà alle 12 del 7 marzo e avrà un carattere gioioso e festoso, con carrozze, musica e uno spettacolo extra di giovani, con la presenza di leader di opinione e di celebrità. Sin da ora e fino al 7 marzo saranno organizzati eventi in tutto il Paese per far conoscere la marcia per la vita. Sono già tante le adesioni alla marcia; tra gli altri: Rete europea di Istituti di politica familiare, Istituto di politica familiare di Spagna, Università Francisco de Vitoria, Professionisti per l'etica, Federazione di piattaforme civiche in difesa della famiglia, Libri liberi, Religione nella libertà, Piattaforma Maestà non firmi, Forum liberale, Associazione per le libertà e i diritti civili, Fondazione "Educatio Servanda". Zapatero Per quanto ancora il governo spagnolo potrà continuare ad ignorare le richieste della società civile? E se ci lasciaste vivere? Una domanda che vale il futuro dell’Europa E se ci lasciaste vivere?” hanno urlato all'unisono una mamma e il suo bambino in pancia. Questo è stato lo slogan della VI Marcia europea per la vita di Parigi per l'anno 2010, organizzata dal coordinamento “En marche pour la Vie” (in Marcia per la vita), che raggruppa le maggiori associazioni provie francesi. La risposta è stata quella di 25mila persone, in gran parte giovani, che hanno marciato per la vita nella capitale francese domenica 17 gennaio. Nascono nuove associazioni, si rinforzano quel- 41 febbraio 2010