COS’E’ IL “RISSEU” (la parola va letta alla francese)
1)IL
“RISSEU” È UN MOSAICO A CIOTTOLI
cioè un ACCIOTTOLATO
un tipo di pavimentazione per esterni realizzata con piccoli sassi arrotondati,
smussati e levigati alle acque di torrenti, fiumi e mari.
Può essere composto con sassi monocromi (di un solo
colore) in cui è la sola disposizione dei ciottoli a creare
una semplice decorazione
ma più spesso è costituito da sassi policromi accostati
a formare immagini e disegni anche molto ricchi e
complessi
VERI E PROPRI RICAMI DI PIETRA.
ALTRE ACCEZIONI DEL TERMINE “RISSEU”
Il termine risseu nel nostro dialetto ha altre accezioni:
2) indica il semplice ciottolo, la pietra di mare
3) per esteso indica una piazzetta ,uno spiazzo all’aperto
In dialetto si dice:
“I FENTI I ZEUGAN IN SU RISSEU”
“I BIMBI GIOCANO SULLA PIAZZETTA”
4) indica il selciato delle nostre CREUSE, dei sentieri di
campagna, eseguito con sassi grossi e non
necessariamente arrotondati
QUINDI SINTETIZZANDO
mosaico a ciottoli
ciottolo
RISSEU
piazzetta
PUO?
SIGNIFI
selciato di un sentiero di campagna
DOVE SI TROVA IL RISSEU
Il risseu è un tipo di pavimentazione usata
per le superfici esterne : vialetti, giardini, strade, piazzette,
ingressi di edifici,cortili
e
anticamente soprattutto sagrati di chiese e santuari.
strade
RISSEU IN
Vecchie
mulattiere
creuse
cortili
vialetti
giardini
sagrati di chiese
A CHE SCOPO VIENE USATO
E’ usato :
1)per MOTIVI PRATICI
 i ciottoli impediscono il dilavamento del terreno
 e il formarsi di fango in caso di pioggia
 resistono all’usura del tempo e degli agenti
atmosferici
 consolidano il suolo e lo rendono compatto
2) per MOTIVI ESTETICI
 con ciottoli di colore diverso si realizzano composizioni
artistiche di grande effetto
QUANDO E DOVE E’ NATO IL RISSEU
IL RISSEU È LA FORMA PIÙ ANTICA DI MOSAICO
Mosaici a ciottoli furono realizzati già tremila anni fa
dagli Assiri in MESOPOTAMIA,nell’attuale Iraq.
Nel II millennio a.C.,in GRECIA e nell’ISOLA
DI CRETA
si iniziò ad usare,in alternativa all’uso dei
tappeti, una pavimentazione a ciottoli che
dava maggior resistenza al calpestio e
rendeva il pavimento stesso impermeabile.
All’ VIII secolo a.C. risale invece il mosaico
a ciottoli di GORDION decorato con motivi
geometrici.
Ma è in GRECIA che questa tecnica si
diffuse maggiormente e raggiunse il
suo apice con capolavori mai superati.
È il caso dei MOSAICI DI PELLA,in
Macedonia,città natale di Alessandro
Magno, datati IV – III secolo a.C.
Sono così raffinati che sembrano dei
dipinti.
Realizzati con ciottoli piccolissimi,di circa 1 cm di diametro ,
rappresentano animali,scene di caccia,episodi della mitologia.
Qui per la prima volta si trova anche la firma dell’autore, GNOSIS.
Mosaici a ciottoli antichi si trovano un po’in tutta la GRECIA, ma
anche in Albania, Egitto, Israele,Spagna.
Col tempo per definire meglio i contorni delle immagini, si
cominciarono a inserire sottili lamine di piombo ;poi ,a poco a
poco , si diffuse il MOSAICO A TESSERE in cui eccelsero i Romani e i
Bizantini
E … LA TECNICA DEL RISSEU
LENTAMENTE CADDE IN DISUSO
QUANDO RITORNO’ DI MODA IL RISSEU?
Anche se poco usato,il mosaico a ciottoli non morì mai
definitivamente e sopravvisse per usi più pratici in ambienti minori.
Questa tecnica RIAFFIORÒ NEL XVI SECOLO, quando venne di moda
adornare le ville signorili con vasti e splendidi giardini.
Venne usata per pavimentare vialetti, piazzette e bordure attorno ai
ninfei e alle grotte artificiali che tanto andavano di moda.
Da qui il risseu si estese anche agli spazi sacri e venne usato per
impreziosire i sagrati di chiese e santuari.
La decorazione a risseu ebbe la massima fioritura tra la seconda
metà del ‘600 e la fine del XIX secolo e si sviluppò per ben 250 anni.
L’abbondanza e la facile reperibilità dei ciottoli la rese
un’ arte popolare e i sagrati si arricchirono di mosaici con trame e
simboli che facevano da tramite tra il mondo profano del paese e
quello sacro della chiesa.
Nei sagrati del SETTECENTO



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




domina lo stile barocco
c’è grande libertà espressiva
le composizioni sono ricche movimento
si adattano alle superfici più diverse,seguendo le irregolarità del
terreno
si sviluppano anche su piani differenti (gradinate e rampe)
al centro riportano una grande immagine stellare o a raggiera
inscritta in un cerchio
attorno presentano decori spesso floreali
si ispirano spesso ai motivi decorativi dei giardini spagnoli di
Granada
si sviluppano in modo
simmetrico
Nei sagrati dell’OTTOCENTO
stile definito “classico” (Franco Marmori)
stile ordinato con schema rigorosamente geometrico
regole precise e obbligate
forma circolare al centro
serie fitta di motivi geometrici più piccoli attorno ad essa
eventuale cornice sul perimetro perché i contorni chiusi si
percepiscono meglio di quelli aperti
 lunetta a mezzaluna o semipoligonale davanti all’ingresso
della chiesa






Col passare del tempo l’arte dei risseu è andata sparendo ed è usata
ora solo per qualche pavimentazione in spazi privati.
Gli autori o maestri di questa tecnica hanno lasciato un vuoto
difficile da colmare.
Gli artigiani che si occupavano di questo lavoro hanno tramandato
solo poche tradizioni orali ai loro collaboratori diretti .
I sagrati liguri non sono stati ,nel tempo,oggetto di sufficiente
salvaguardia:sono stati fatti restauri approssimativi o inadeguati e
in vari casi i risseu sono stati addirittura cementati o asfaltati.
La Regione Liguria però anni fa, consapevole del valore artistico
di queste opere, ha organizzato corsi di formazione per “MAESTRI DI
RISSEU”
Pavimenti a risseu … si cercano gli allievi
La Liguria è la regione italiana con la più alta concentrazione di pavimenti a risseu. I centri
storici dei suoi borghi, i giardini, i sagrati delle chiese sono ricchi di questo elegante arredo
che i genovesi hanno conosciuto nelle loro frequentazioni del bacino mediterraneo
mediorientale e che a partire dal XVI hanno cominciato a realizzare in patria usando ciottoli
di mare o di fiume. Purtroppo questo imponente patrimonio storico e culturale ha cominciato
ormai ad accusare l'usura del tempo e richiede urgenti interventi di restauro che molto
raramente purtroppo possono essere attuati. A parte i tempi lunghi e i costi elevati, il
problema più grosso è che ormai la figura del maestro di risseu cioè dell'artigianato capace di
realizzare a regola d'arte un restauro, sta scomparendo. In Liguria ne sono rimasti 4 o 5. Nel
corso del convegno «Ricami calpestati» organizzato dalla Provincia con il contributo della
facoltà di Architettura, è stata ribadita la necessità di avviare dei corsi di insegnamento
capaci di sfornare al più presto tecnici del restauro dei risseu. Questi corsi ,ha proposto
l'architetto Alessandra Rotta, potrebbero partire già nel prossimo autunno e avere la sede nel
Tigullio, un'area particolarmente ricca di questi ricami che riproducono un'ampia gamma di
figure.
04 giugno 2000
SICURAMENTE AD OGGI LA LIGURIA È LA REGIONE ITALIANA CON IL
PIÙ ALTO NUMERO DI MOSAICI
DI CIOTTOLI
MA QUELLA DEL RISSEU E’ UN’ARTE TIPICA
SOLO DELLA LIGURIA?
NO
pavimenti a risseu si trovano anche in altre regioni, in cui la tecnica
prende nomi diversi.
Viene chiamata:
CIACATO in Sicilia
RIZZATA in Lombardia
SALESA’ in Trentino
ACCIOTTOLATO ALLA FORLIVESE in Romagna
MA ALLORA PERCHE’ TANTI RISSEU
IN LIGURIA?
1)PER MOTIVI STORICI
I Liguri, e i Genovesi in particolare, sono stati un popolo di
navigatori.
La città di Genova infatti era una delle 4 antiche Repubbliche
Marinare Italiane , insieme a Pisa, Amalfi e Venezia.
Sicuramente, i naviganti genovesi, oltre ad instaurare scambi e
relazioni commerciali con i popoli del Mediterraneo, importarono in
patria anche la nobile arte del mosaico a ciottoli.
I Liguri entrarono in contatto con il mondo delle isole greche ma
soprattutto con la cultura spagnola ed araba .
Secondo lo studioso Franco Marmori,che si è occupato di un attento
studio dei sagrati della Liguria orientale, esistono molte somiglianze
tra i nostri risseu e quelli dei giardini di Granada ,in Spagna.
2)PER MOTIVI CONTINGENTI
IL TERRITORIO NON OFFRIVA ALTRO
“ FAR DI NECESSITA’ VIRTU’”
La Liguria è una terra rocciosa e da sempre per conquistare spazio per
le sue attività l’uomo ha dovuto eliminare sassi che ha utilizzato
intelligentemente come risorsa.
Ha accumulato così pietre di cava, di mare, di fiume per:
 delimitare confini
 costruire case e muretti a secco ( e coi muri a secco i Liguri si
sono inventati terrazze da utilizzare per l’agricoltura)
 per lastricare sentieri e strade
 per decorare spazi esterni
Ma da dove arrivano i ciottoli che compongono il risseu che decora il sagrato
della chiesa di Deiva?
Sulla spiaggia e lungo le rive del torrente si possono
notare pietre di dimensioni, forme e colori diversi.
Abbiamo cercato di capire a quale gruppo
appartengano e, grazie all’aiuto
dell’Assistente G. Bonatti della Polizia
Provinciale della Spezia laureato in
geologia abbiamo cercato di classificarli.
Le rocce nel territorio deivese
Abbiamo scoperto che per ROCCIA si intende un aggregato naturale di
minerali, particelle e solidi di vario tipo.
Gli studiosi classificano le rocce, in base alla loro composizione, in rocce
SEMPLICI, se sono costituite da un solo minerale, e rocce COMPOSTE, se sono
formate dall’insieme di più minerali.
Ad ambienti diversi corrispondono rocce diverse.
A seconda del processo che dà loro origine le rocce vengono
distinte in tre grandi categorie:
ROCCE MAGMATICHE
ROCCE SEDIMENTARIE
ROCCE METAMORFICHE
Sono rocce ottenute dal raffreddamento del magma; sono dette
 INTRUSIVE se si formano all’interno della crosta terrestre, con un
LENTO raffreddamento che favorisce la crescita dei cristalli al loro
interno (ad esempio granito)
 EFFUSIVE, se si formano in seguito ad un’eruzione vulcanica o a una
colata lavica, con raffreddamento RAPIDISSIMO e perciò a pasta
microcristallina, a struttura vetrosa (ad esempio basalto, porfido e
pomice)
Abbiamo trovato:
BASALTO: roccia magmatica effusiva di
colore scuro o nero formata -come il
Gabbro, che è il corrispondente intrusivoda Olivina, Plagioclasio, Pirosseni.
Il Basalto proviene da un magma
solidificatosi velocemente a contatto con
l’acqua ed è la principale roccia
costituente la parte superiore della crosta
oceanica.
GABBRO: roccia magmatica intrusiva
contenente spesso minerali femici come
Pirosseni (di colore verde), Plagioclasio (di
colore chiaro), Olivina (di colore scuro). Il
termine Gabbro fu coniato dal geologo
tedesco Von Buch che lo fece derivare dalla
città di Gabbro in Toscana.
Sono generate per sedimentazione di detriti inorganici, organici e sali
minerali consolidati. Quando il materiale sciolto nell’acqua si deposita sul
fondo di un bacino (ad esempio sul fondo del mare) per effetto della forza
di gravità avviene la cosiddetta sedimentazione: sabbia, pietrisco, fango,
ma anche piante, residui di pesci morti, ecc…, vanno a mescolarsi con il
sale e ad accumularsi sul fondo del mare: lì la pressione delle acque e il
peso stesso del materiale compattano i detriti che a lungo andare diventano
roccia.
DIASPRO ROSSO: roccia sedimentaria composta da un unico minerale, il
quarzo, e contenente spesso impurità, solitamente ferro, che conferisce
appunto la vivace colorazione rosso mattone; se invece contiene anfiboli e
pirosseni il diaspro appare verde con varie tonalità, con
ossido di manganese è giallastro o nero.
Le varietà di diaspro sono moltissime; è molto compatto e
resistente, tanto da risultare utile in passato per la
produzione di lame, punte ed utensili. Oggi si preferisce
usarlo come pietra ornamentale per realizzare tessere di
mosaico o sculture.
CALCITE: di origine sedimentaria ( ma è presente a volte
anche in rocce metamorfiche come nel caso delle Oficalciti),
è formata da carbonato di calcio e presenta spesso dei bei
cristalli.
E’ una delle specie mineralogiche più diffuse sulla Terra,
usata spesso anche per la produzione di calci e cementi.
ARENARIA: roccia sedimentaria composta di granuli delle
dimensioni medie di una sabbia. Spesso tali granuli sono di
quarzo, legati fra loro da un “cemento” detto matrice che
riempie gli spazi fra i granuli.
Le arenarie sono largamente usate in edilizia come materiale
da costruzione.
ARGILLITE: roccia sedimentaria detritica: i suoi elementi
costitutivi derivano principalmente dall’accumulo di
frammenti di altre rocce trasportati da fiumi, mari, venti,
ecc.; si può formare in qualsiasi ambiente che non sia arido,
meglio in depositi lacustri, lagunari e marini con sedimentazione in acque
tranquille.
Di colore grigio chiaro, a grana finissima (i granuli non sono distinguibili
ad occhio nudo), viene usata come materia prima per l’industria della
ceramica e dei laterizi.
Sono rocce magmatiche o sedimentarie che hanno subito cambiamenti di
pressione (quando le rocce soprastanti hanno esercitato una pressione
fortissima per il grande peso) e temperatura (ad esempio venendo in
contatto con del magma caldissimo) subendo così trasformazioni chimiche
e fisiche (ad esempio marmo e serpentinite)
Abbiamo trovato:
SERPENTINITE: roccia metamorfica che ha avuto
origine quando la Peridotite, costituita in
prevalenza da Olivina e Pirosseni, a contatto con
l’acqua si è trasformata in Serpentino, che è di
colore verde.
Nella zona di Mezzema è presente un affioramento
di breccia di elementi serpentinici di varie
dimensioni.
Molte rocce serpentiniche si prestano ad una facile lucidatura e a volte sono
perciò utilizzate per il loro bel colore verde variegato in edilizia, dove
prendono il nome di marmo verde.*
OFICALCITE: roccia metamorfica di colore rosso per la presenza di
Serpentino e Clorite rinsaldati da un “cemento”
carbonatico cristallino.
Meglio conosciuta come Marmo Rosso Levanto; anch’essa
si presta ad una facile lucidatura. *
*I geologi concordano nel definire MARMO un calcare metamorfico ricristallizzato:
questa definizione scientifica però comprende solo una ristretta categoria di rocce
ornamentali indicate come VERI MARMI.
La definizione commerciale entrata nell’uso comune è invece più vasta. Alla parola
marmo si è voluto dare un significato più ampio per comprendervi ogni roccia
usata a scopo ornamentale. Ciò da un lato per un richiamo all’etimologia della
parola marmo che significa risplendente, luccicante, e dall’altro per indicare le
pietre da decorazione con un solo termine, il più noto fin dall’antichità.
Per questi motivi vengono chiamati marmi anche altri materiali lapidei usati a
scopo ornamentale (comprese l’Oficalcite e la Serpentinite).
Dopo avere osservato e studiato i ciottoli li abbiamo usati per riprodurre due
particolari dei sagrati della chiesa di S. Antonio Abate a Deiva Marina e di
S. Anna a Piazza (frazione di Deiva Marina) .
Ecco le istruzioni per chi volesse seguire il nostro esempio:
Disegnare il progetto su
carta
Riportarlo su un cartone
grande quanto il risseu
che si vuole realizzare
Punzonare il perimetro
del disegno
Preparare la base
asciutta e compattata
con sabbia e calce
mescolate
Posizionare il progetto
punzonato sopra alla
base delicatamente
Spargere una polvere fine
colorata sul progetto
punzonato
Togliere con attenzione il
progetto
Unire i punti ottenuti
con una cazzuolina
Posizionare i sassi
all’interno lavorando
appoggiandosi
eventualmente con le
ginocchia su una
tavola di legno per
non rovinare il lavoro
già eseguito
Riempire gli spazi vuoti
rimasti tra i ciottoli con
della sabbia
Togliere la sabbia in
eccesso con un pennello
Spruzzare acqua sul
lavoro finito
Spruzzare acqua sul
IL SAGRATO DELLA CHIESA DI S.ANTONIO ABATE
DI DEIVA MARINA
Dall’Annuario “Angelo della Famiglia” e dall’Inchiesta Istituto
Nazionale risulta che il sagrato della chiesa di Deiva venne
realizzato nel 1766 da mastro Girolamo Queirolo.
IN SINTESI
Rappresenta un tipico esempio di sagrato barocco:
 È sito in luogo sopraelevato rispetto alla strada
 È cinto da muretti come a racchiudere quello spazio, un tempo
detto PARADISIUS, che simboleggia il
passaggio purificatore dalla vita profana del
paese a quella spirituale della Chiesa
 Ha un ramage unico per disegno ed eleganza,
semplice ma raffinatissimo
 È policromo come tutti i sagrati spezzini
(nell’altra riviera i ciottoli usati sono
soprattutto bianchi e neri)
 Si contraddistingue per la presenza di due
splendide rampe decorate ai lati
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Di forma allungata ma non rigorosamente geometrica, si estende
lungo la facciata della chiesa e ne abbraccia parte dei
lati,spingendosi poi in avanti a toccare le due rampe
laterali e la gradinata centrale.
Circondato da muretti un tempo ricoperti di lastre
d’ardesia, è sopraelevato rispetto al livello della
strada.
Vi si accede da una scalinata centrale e da due rampe
laterali decorate al centro da mattoni e ai lati da
ciottoli che compongono rami e semiruote.
Alla sommità delle rampe ,sono raffigurati due vasi da cui sporgono
rami che con volute e spirali si sviluppano con eleganza sull’intera
superficie,raggiungendo ogni più piccolo spazio .
Si distendono verso la chiesa,si allargano verso la
strada e sfiorano ai lati due semicorolle (quelle del
nostro logo). Il RAMAGE che nasce da questi vasi è
stato paragonato da alcuni studiosi a quello dei
mosaici parietali della chiesa di San Vitale
a Ravenna.
Il tipo di disegno e il colore dei ciottoli usati lo
accomunano all’antico pavimento a ciottoli
conservato nel museo di Sicione,in Grecia, attribuito
al pittore Pausia.
L’intreccio dei rami si sviluppa attorno a una rosa
dei venti posta in posizione centrale, davanti
all’ingresso della chiesa, quale omaggio
Alla tradizione marinara del luogo.
La vita dei deivesi infatti era in passato molto
legata al mare; numerosi erano i capitani
marittimi e i marinai,addirittura 50 erano nel
1700 i padroni di nave.
In quel tempo i deivesi erano così religiosi che era tradizione che
ogni bastimento , al termine di un viaggio, offrisse alla chiesa un
quarto di paga di marinaio o un quinto del prodotto pescato nei
giorni festivi.
GLI STUDIOSI LO HANNO DESCRITTO COSÌ …
 Nello spezzino va segnalata la presenza del
sagrato settecentesco di Deiva, dove intorno al
simbolo della rosa dei venti,una mossa
decorazione floreale barocca si propaga con
rara eleganza e ricca policromia
 Si distingue per la totale libertà creativa,ma la composizione
è equilibrata e di buona fattura
Presenta una rosa dei venti con ricco e simmetrico sviluppo
di volute fitomorfe che hanno origine da due vasi di colore
rosso e si estendono con dinamica esuberanza barocca ad ogni
angolo della piazza
 Riprende il motivo dei mosaici parietali di
S.Vitale a Ravenna,con vasi da cui si
espandono lunghi e sinuosi tralci
 I suoi motivi richiamano quelli dei
giardini di Granada
IL SAGRATO DELLA CHIESA DI S.ANNA DI PIAZZA
 Le sue combinazioni di volute e di rami
dilatano lo spazio con un’ armoniosa e
movimentata composizione eseguita con
sfrenata fantasia
Il sagrato di Piazza fu compiuto nel 1869, con le
ghiaie trasportate dai parrocchiani che a quel
tempo lavoravano alla costruzione della prima
linea ferroviaria a Deiva.
È un sagrato policromo a pianta rettangolare ,tipico esempio dello
stile CLASSICO (definizione del Marmori),eseguito nel rispetto di
rigorose regole geometriche ,con disegno elegante ed equilibrato.
IN SINTESI
 Ha uno stile ordinato con schema rigorosamente geometrico che
si sviluppa secondo regole precise e obbligate
 Presenta una forma circolare al centr
e una serie fitta di motivi geometrici
più piccoli attorno ad essa
 Si contraddistingue per una lunetta
semicircolare o semipoligonale
davanti all’ingresso della chiesa
 Ha una cornice sul perimetro perché i
contorni chiusi
si percepiscono meglio di quelli aperti
 È asimmetrico perché riporta una fascia laterale aggiunta
sulla destra che racchiude simboli religiosi
 È un sagrato “colto” perché riporta la scritta latina
“SOLI DEO ONOR ET GLORIA”
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
I gradini d’ingresso alla chiesa sono abbracciati
da una lunetta semicircolare decorata con archi
e petali o spicchi triangolari uniti come a
formare una corona o parte
di una corolla.
Al centro risalta una grande ruota a 12
spicchi,inscritta in una corona circolare
decorata a losanghe.
Ai lati sono disposte simmetricamente due girandole o corolle a 6
petali all’interno di un cerchio; seguono due fiori a 4 petali inscritti
in un rombo e altri due fiori a stella poggiati su un quadrato dagli
angoli smussati,contenuto a sua volta in un secondo quadrato.
Il sagrato è bordato da una cornice formata dal susseguirsi
di triangoli scuri.
È circondato da una cinta bassa costituita da un muretto che si apre
all’ingresso : lì due grossi riccioli a spirale
sormontano un cartiglio in cui figurano
l’anno di costruzione e la scritta latina
“SOLI DEO ONOR ET GLORIA”.
Quello di Piazza è dunque un sagrato
“COLTO”, secondo il Marmori,
perché la scritta è indice della cultura e
della raffinatezza dell’autore che ha
realizzato l’opera.
Sono stati infatti utilizzati ciottoli piccoli che hanno reso l’esecuzione
estremamente precisa.
Il suo disegno risulta asimmetrico per una fascia decorativa
aggiunta solo sul lato destro,ma questa è una caratteristica comune
a vari sagrati spezzini.
La fascia riporta tre simboli: il primo è il monogramma di Cristo,
il secondo il monogramma di Maria e l’ultimo un cuore che
rappresenta l’amore per la Madonna,figlia di Sant’ Anna
(cui è dedicata la chiesa).
HANNO DETTO DI LUI …
 È l’unico sagrato tra quelli che ho censito e studiato
nella riviera di Levante che riporti un’iscrizione latina
(Marmori)
LA CUPOLA DELLA CHIESA DELL’ASSUNTA
La chiesa dell’Assunta,dal punto di vista storico,
è l’edificio sacro forse più importante tra quelli esistenti
nel nostro comune .
Racchiude infatti al suo interno una lapide
del VII –VIII secolo che è ritenuta il monumento
più antico della nostra valle .
Riporta una presunta lettera
inviata da Gesù Cristo agli abitanti
della zona che non rispettano il riposo
domenicale . Ad essi vengono rivolte
severe parole di rimprovero
accompagnate da minacce di severe
punizioni (carestia e malattie …)
La chiesa è
circondata da un grande piazzale erboso,
lastricato di sassi nella parte che conduce
all’ingresso.
La particolarità che la contraddistingue però è da
ricercare in alto, nella cupola del suo campanile,
decorata a risseu.
Il mosaico a ciottoli è sempre stato usato
per decorare superfici orizzontali , quasi
mai come manto di copertura delle cupole.
La cupola della
Chiesa dell’Assunta è
decorata con sassi
scuri e grigi, su cui risaltano spicchi in diaspro
rosso.
Lo studioso Marmori, che si è occupato del
censimento e dello studio dei sagrati della
RISSEU DI CASA VALENTE - Via Carducci 18 Deiva M.
Risale agli anni ’30 ed è stato
realizzato sulla gradinata che conduce
all’ingresso. Riproduce un fiore
bianco inscritto in un rombo inserito
in una cornice quadrata
Sul retro della casa, all’ingresso
secondario, c’è un secondo risseu (più
piccolo di quello davanti all’ingresso
principale) di forma rettangolare con
una stella a sei punte al centro.
Questo è però visibile solo dall’interno
del cortile (di proprietà privata)
STEMMA COMUNALE - Piazzetta del municipio deiva m.
Risseu raffigurante lo stemma del Comune di Deiva Marina, con due ancore e
le due torri saracene.
Costruito nell’anno 1998 durante i lavori di rifacimento dell’edificio
RISSEU DI CASA VALENTE - Via Carducci 18 Deiva M.
Risale agli anni ’30 ed è stato
realizzato sulla gradinata che conduce
all’ingresso. Riproduce un fiore
bianco inscritto in un rombo inserito
in una cornice quadrata
Sul retro della casa, all’ingresso
secondario, c’è un secondo risseu (più
piccolo di quello davanti all’ingresso
principale) di forma rettangolare con
una stella a sei punte al centro.
Questo è però visibile solo dall’interno
del cortile (di proprietà privata)
STEMMA COMUNALE - Piazzetta del municipio deiva m.
Risseu raffigurante lo stemma del Comune di Deiva Marina, con due ancore e
le due torri saracene.
Costruito nell’anno 1998 durante i lavori di rifacimento dell’edificio
Piazza del pozzo – deiva marina
Chiamata “Piazza del pozzo” proprio per l’antico e profondo pozzo tuttora
esistente che i lavori di rifacimento del 2003 hanno riportato alla vista di tutti.
E’ lastricata in pietra e decorata con cerchi concentrici di ciottoli bianchi.
Reca incisi i versi della celebre poesia di Eugenio Montale “Cigola la carrucola nel
pozzo”
GIA RUSSA (curva rossa) – strada provinciale
deiva piazza
Enorme bancata di diaspro rosso che incombe sul tornante che da essa prende il nome di Gia
Russa (curva rossa). E’ stata oggetto di studio da parte di varie università.
Ciottoli di diaspro rosso caratterizzano i nostri sagrati,la nostra zona è infatti molto ricca di
questo minerale e Una celebre cava a cielo aperto si trova nella vicina Valle del Vara, nel
Comune di Maissana.
Nella Cava di Lagorara sono stati trovati numerosi reperti di epoca molto antica segno che
l’uomo primitivo utilizzava il diaspro rosso per produrre armi ed utensili.
Allestimento mostra
Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di
mettere a nostra disposizione la “torre saracena” situata
proprio di fronte al sagrato della chiesa di S. Antonio
Abate a Deiva Marina (il principale bene da noi studiato).
La nostra richiesta è stata accolta con entusiasmo, così
abbiamo allestito proprio nel suggestivo ambiente
dell’antico edificio recentemente restaurato il punto
museale.
L’interno del museo (piano terra) durante i lavori di allestimento
della mostra
A piano terra si può conoscere la storia
dei risseu e scoprire la relazione di
quest’arte con il territorio ligure(cartelloni
1 e 2).
A seguire si trovano informazioni sulla
tecnica di costruzione, sui ciottoli che li
compongono (classificazione
mineralogica) e due esempi di risseu
realizzati da noi con l’uso della sinopia
secondo le regole degli antichi maestri
artigiani: gli alunni di V hanno riprodotto in
scala alcuni particolari dei sagrati
osservati, hanno elaborato dei progetti ed
hanno coordinato l’azione degli altri
bambini durante l’ esecuzione delle
opere(cartelloni 3, 4, 5).
Procedendo in senso orario si può osservare una riproduzione su
larga scala del depliant da noi elaborato con gli otto punti del
nostro percorso, con gli originali delle nostre cartine, i progetti di
logo, la locandina. (cartelloni 6, 7, pannello A e B).
A destra si incontrano i due presepi in ciottoli ispirati dal motivo
dei nostri sagrati.
Nello stesso locale sono poste diverse teche contenenti raccolte di minerali, libri antichi, una
collezione privata di “uffisieu” (ceri artistici tipici della nostra zona usati in passato dai bambini
il giorno dei morti), esempi dei lavoretti natalizi a tema (ad es. il “portasapone a risseu”) prodotti
dagli alunni.
Al primo piano grazie ai racconti dei
nonni si possono conoscere: momenti
di vita religiosa sul sagrato
(cartellone8), il ruolo del sagrato nel
tempo (cartellone 9), la descrizione
dettagliata dei due sagrati (cartellone
10), i giochi antichi sui risseu
(cartelloni 11 e 12 più dispensa a cura
dei bambini di III, IV e V), mostra
fotografica a più pannelli (foto
d’epoca).
Nello stesso locale è presente e ben segnalata
un’area multimediale con le indicazioni
necessarie per visualizzare le presentazioni PP
create dagli alunni (Rocce e Risseu; Giochi
antichi sui risseu e…); è solo necessaria un po’
di pazienza: il computer non più giovane ha
bisogno di tempo!
Nelle feritoie nelle mura della torre, in questa
sala esposizione di antichità (ricordi delle fiere di
un tempo, giocattoli artigianali, prezioso
graduale del 1600 e oggetti di uso ecclesiastico
gentilmente prestati dal parroco).
Prima di tornare a piano terra è
d’obbligo una piccola sosta al punto
panoramico che consente di
ammirare dall’alto il prezioso sagrato
barocco del 1766.
Vicino all’uscita si trova un’esposizione di
oggetti ricordo realizzati dagli alunni:
matite, calamite, carta da lettera, puzzle,
memory, calendari da tavolo e da parete,
portamatite, soprammobili… prodotti
artigianalmente a scuola, magliette, tazze
e borse per la spesa con il logo del
museo gentilmente offerti da uno sponsor
locale
MOMENTI RELIGIOSI VISSUTI SUL SAGRATO
La tradizione vuole che sul sagrato della chiesa di Deiva dedicata a
S. Antonio Abate avvenissero numerose manifestazioni religiose;
alcune di queste purtroppo nel tempo sono andate perse.
Le diverse “feste religiose” richiamavano tutta la popolazione a
partecipare a questi momenti di vita comune e lo svolgimento delle
funzioni iniziava o terminava proprio sul sagrato .
 L’anno liturgico aveva inizio con la benedizione e l’accensione
del cero pasquale nella notte che
precedeva la domenica di Pasqua.
La celebrazione aveva inizio alle
ore 22.30 sul sagrato: c’era un
grande pentolone di rame pieno
d’acqua, il parroco dava la
benedizione e accendeva il fuoco
recitando in latino. Il cero
pasquale, segno di luce per la
resurrezione di Cristo,veniva esposto sull’altare maggiore e
il parroco incideva una croce,alfa e beta,principio e fine.
Tale cero era molto alto e aveva 5 buchi, ad ogni canto
veniva inserita in ogni buco una pallina dorata a forma
di uomo con le immagini del Signore.
 Le processioni che si svolgevano per il
Corpus Domini,Via Crucis,
 S. Giovanni Battista, Madonna della
Guardia e Madonna del Rosario
avevano come punto di partenza e
d’arrivo il sagrato .
Le persone dovevano disporsi seguendo un
ordine ben preciso:
in testa dovevano esserci i bambini della 1^ comunione quindi
tutti gli altri bambini; le donne divise in due file,
le PICCOLISSIME,
le BENIAMINE
e le SOSPIRANTI con le catechiste,
poi le altre donne; dietro di loro c’erano gli uomini, la cassa del
Santo o della Madonna e tutti i parroci.
Per mantenere ben dritte le due file di persone, al centro si trovava
un uomo con un lungo bastone che procedeva seguendo il corso della
processione. Si portavano stendardi e lanterne sorrette da bastoni
molto lunghi(FANE’).
Le persone che le reggevano indossavano delle mantelline.
In alcuni casi si facevano delle aste e chi offriva di più aveva l’onore
di portare il Cristo o il Santo venerato.
I ragazzi cercavano di accaparrarsi il Cristetto per farlo portare alla
propria fidanzata : era motivo di orgoglio infatti sfilare con quello
in processione.
A Mezzema a settembre si metteva all’asta il grano e in un paese
vicino la legna tagliata nel bosco dai ragazzi.
 La processione del Corpus Domini si faceva al mattino, si
raccoglievano i fiori e alcuni giorni dopo, esattamente 8,
si ripeteva la processione.
 In occasione delle feste patronali ,sia a Deiva che nei paesi
vicini ,c’erano le bancarelle .Alcune vendevano giocattoli (fionde,
yo -yo ,palline imbottite di segatura…),altre vendevano MARUNSINI
(biscotti speciali),lupini, caramelle, croccante, gelati , granite
ricavate da un grande pezzo di ghiaccio e soprattutto collane fatte
con le nocciole chiamate “RESTE.”
La RESTA era il simbolo della festa e tutti la compravano.
I ragazzi la regalavano alle fidanzate come pegno d’amore
e augurio di felicità.
 Sul sagrato di Deiva,in occasione della festa di S. Antonio
veniva fatta la benedizione degli animali .
 Un’altra cerimonia particolare erano le ROGAZIONI, cioè la
benedizione dell’agricoltura il
giorno di S. Marco.
Questa a Deiva veniva effettuata verso tre
direzioni: C. Mirò-Castagnole-Mare e tutto
ciò avveniva una settimana prima
dell’Ascensione.
Prima della partenza della processione si
faceva il giro del campanile e, in tempo di
epidemie, si bruciava il timo benedetto per
“far passare” le malattie.
 La presenza di una croce su uno dei
muretti vicini al sagrato sta ad
indicare il passaggio dei seminaristi che venivano a Deiva ogni
5 anni, pregavano sull’altare,poi lasciavano il paese e non
potevano più tornarci.
 Un tempo, quando si celebrava un battesimo era il parroco ad
andare a ricevere il bambino sul sagrato e in alcuni paesi i
parenti lanciavano confetti.
 Un altro momento comune vissuto sul sagrato era ed è ancora
oggi il festeggiamento riservato agli sposi dopo il rito religioso:
un tempo gli amici sparavano qualche colpo di fucile, i parenti
lanciavano il riso simbolo di fortuna e prosperità e i fiori
simbolo di felicità. Gli sposi invece lanciavano confetti per
dimostrare gratitudine. Oggi è rimasta l’usanza di lanciare
riso e confetti.
 Ancora oggi come un tempo, i bimbi della 1^ comunione escono
dall’oratorio preceduti dal parroco e dalla catechista,
attraversano il vicolo e passano sul sagrato, entrano in chiesa
accompagnati dagli sguardi affettuosi di parenti ed amici.
 Per la cerimonia della Cresima i “cresimandi” ricevevano il
Vescovo sul sagrato e qui, recitavano in suo onore alcune poesie.
 La mattina della domenica delle Palme esattamente 15 minuti
prima dell’inizio della messa, sul sagrato avveniva la
benedizione dei palmieri e dei canestrelli: il parroco prima di
uscire dalla chiesa batteva con un bastone sulla porta che
veniva spalancata e tutti andavano sul sagrato dove si
benedicevano i palmieri. La messa delle palme era molto lunga
e veniva celebrata in latino.
 +Natale, quando loro erano piccoli, sul sagrato veniva
rappresentato il Presepe Vivente e i
bambini recitavano poesie.
 Un altro racconto riguarda un fatto
avvenuto nel dopoguerra (seconda
guerra mondiale): alcuni ragazzi del
paese trovarono una bomba a mano
inesplosa, la raccolsero e giocarono a
palla sul sagrato incuranti del
pericolo, poi la fecero scoppiare vicino
all’oratorio.
A Deiva, come a Mezzema e a Piazza, si faceva l’OTTAVARIO,ossia il
giro della chiesa e la benedizione dei morti.
A Mezzema, passando sul sagrato i bambini della
1^ comunione portavano un mazzolino di fiori .
Per la benedizione delle palme i fedeli uscivano dalla chiesa per
fare il giro di “Ponzio Pilato”e , una volta rientrati ,si dava inizio
al canto della Passione di Gesù.
Le strofe cantate dal parroco sull’altare si alternavano a quelle del
corista che si trovava accanto all’organo. Le feste patronali di
Mezzema erano quelle di
S. Michele, S. Michelino e S. Bernardo.
CERIMONIE PARTICOLARI SUL SAGRATO DI MEZZEMA
 La commemorazione dei caduti della prima guerra
mondiale: il sacerdote leggeva ad alta voce i nomi dei
caduti del paese.
 Una particolare cerimonia avvenne quando il parroco
organizzò un piccolo rinfresco ai giovani del paese per
ringraziarli della buona azione compiuta: il 16 luglio 1944
un aereo della seconda guerra mondiale lanciò sul paese due
bombe che rimasero inesplose. Vennero scaricate dagli
artificieri e i giovani ne portarono una in chiesa e la misero
davanti alla Madonna in segno di gratitudine per lo
scampato pericolo.
CERIMONIE PARTICOLARI SUL SAGRATO DI PIAZZA
Le feste patronali di Piazza erano quelle di S.Anna
e dell’Assunta.
Si faceva l’asta per portare il Cristetto e la cassa del santo o della
Madonna e
il 15 agosto si festeggiava sul grande sagrato in Pian delle Rose.
Per l’occasione si era soliti indossare un vestito nuovo.
IL SIGNIFICATO DEL SAGRATO NEL CORSO DEL TEMPO
Nell’antichità il sagrato,per oltre un millennio,ha avuto un
significato molto profondo perché ha svolto la funzione di legame
tra la vita civile,culturale e religiosa della città.
Era lo spazio che divideva la vita del paese dalla spiritualità
dell’edificio sacro,era come un luogo di purificazione.
Possiamo dire che il sagrato esiste da sempre:
inizialmente era un ATRIO,poi divenne uno spazio a
cielo aperto.
I templi più antichi avevano sempre un ATRIO e fu così
anche per le prime basiliche cristiane.
IL PARADISIUS
Davanti all’edificio sacro esisteva uno spazio chiuso o
un porticato che aveva al suo interno come una specie di cortile
aperto per poter vedere il
cielo garantendo aria
limpida e luce:era uno
spazio raccolto, delizioso, con
aiuole , fontane e getti
d’acqua, luogo di pace che
predisponeva all’ incontro
con Dio.
Per questo nell’antichità questo spazio veniva
chiamato PARADISIUS, che vuol dire GIARDINO.
Il PARADISIUS era ritenuto così importante che era vietato costruire
chiese che ne fossero prive.
IL SAGRATO
Nel Medioevo rimase solo lo spazio aperto davanti alla chiesa, distinto
da pochi gradini o da uno steccato inizialmente ligneo: venne
chiamato SAGRATO proprio per indicare il collegamento con l’edificio
sacro.
Veniva spesso destinato alla sepoltura dei battezzati.
Godeva degli stessi privilegi della chiesa: in esso non si potevano
commettere violenze, non si potevano appoggiare armi contro i suoi
muri, non si potevano tenere affari, processi, sentenze o contratti. Si
tenevano solo cerimonie a carattere religioso: funzioni dedicate ai
penitenti e rappresentazioni teatrali sacre, che in qualche città sono
ancora in uso.
A quel tempo venivano utilizzate per raccontare al popolo analfabeta
episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Poi lentamente nel tempo il sagrato perse il suo significato puramente
religioso per trasformarsi in un luogo d’incontro, di saluti e di
rappresentazioni di vario genere.
LE NUOVE LEGGI DI NAPOLEONE
Nel periodo storico dominato da
Napoleone esso divenne area
esclusivamente pubblica.
Venne proibita la sepoltura nelle chiese
e negli spazi antistanti; i defunti
dovevano essere sepolti in luoghi
appositi, i “cimiteri”, lontani dalle
chiese e dalla città,e le lapidi dovevano
essere uguali per tutti. Vennero anche
confiscati conventi, chiese e sagrati:
era il periodo della “laicità”e la
funzione del sagrato era
definitivamente cambiata.
Solamente dopo il Concilio Vaticano II si sentì l’esigenza di
ripristinare il vero significato del sagrato e così, ieri come oggi, il
sagrato è il luogo in cui si intrecciano usi religiosi e laici.
Questo luogo di pace aperto al sociale e al religioso , messo così in
ombra nelle città contemporanee, chiede di essere riscoperto.
A OGNI CHIESA IL SUO SAGRATO
E’ per questo che la C.E.I, nel 1993, ha evidenziato la necessità di
prevedere sempre la costruzione del sagrato davanti a ogni nuova
chiesa da edificare, sagrato che per il suo valore di ACCOGLIENZA e
PASSAGGIO DAL MONDO PROFANO al MONDO SACRO deve essere poi
curato,restaurato e mantenuto in ordine .
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Diapositiva 1 - Comune di DEIVA MARINA