Storia E, Dossier Anno 7 n. 1 - 2009 La raccolta di cartoline storiche dell’archivio di Bolzano Maurizio Pacchiani 128 134 Introduzione L’idea della cartolina postale, intesa per la prima volta come supporto di comunicazioni non contenute in una busta, venne intorno al 1865 al “geheimer Postrat”, alto funzionario postale tedesco, dottor Heinrich von Stephan, ma non ebbe successo, sia per le vicende politiche precedenti la nascita del Reich germanico (1871), sia per le perplessità riguardo alla mancanza di riservatezza che avrebbero avuto le comunicazioni. L’idea di brevi notizie da inviare, possibilmente a tariffa inferiore alla normale corrispondenza, era comunque valida e poteva avere molto seguito, anche perché allora il livello di istruzione della gran parte della popolazione non spingeva a lunghe pagine. Fu così che, su impulso del dottor Emanuel Herr- 128. Area dell’attuale piazza Verdi con il ponte ferroviario ed il ponte Loreto, come si presentava prima della sua distruzione per un incendio nel 1897. Visibile anche l’antico Cimitero Monumentale, nella zona dell’attuale via Alto Adige e, a fianco, a sinistra, la vecchia officina del gas. Datazione 1895-1897. A destra timbro con i dati dell’editore (AC BZ, Cart. 1). mann, il primo ottobre 1869 le imperialregie poste austriache presero l’iniziativa, introducendo in via ufficiale la prima cartolina postale, la “Correspondenzcarte”, dizione stampata al centro, sopra lo stemma imperiale con l’aquila bicipite. La cartolina era di colore bruno chiaro con una cornice decorata. Le dimensioni di questa prima versione austriaca erano di mm. 85 x 122. Il primo luglio 1870 la cartolina venne introdotta anche nei territori del futuro Reich dal von Stephan, nel frattempo diventato direttore generale delle Poste; di seguito anche gli altri Stati europei ed alcuni extraeuropei avrebbero introdotto questo nuovo mezzo di comunicazione: Gran Bretagna e Svizzera ancora nel 1870, Belgio, Olanda e Danimarca nel 1871, Svezia, Norvegia e Russia nel 1872, Stati Uniti, Francia, Serbia, Romania e Spagna nel 1873, Italia nel 1874. Seguirono, sempre negli anni ’70 del secolo, diversi accordi internazionali in materia postale e la cartolina andò standardizzandosi: in Austria dal 1876 il formato divenne 85 x 140 mm. e dal 1890 90 x 140, formato che nel seguito sarebbe diventato la misura standard nella maggior parte degli Stati. A parte qualche esempio, citato quale prima apparizione di tale genere già nel 1870, le cartoline non erano illustrate: avevano un lato riservato al solo indirizzo, che ne occupava tutta la superficie, e l’altro da riempire con le comunicazioni. Erano in generale di colore bruno chiaro, con la dizione Correspondenz-Karte, o Cartolina postale o Carte postale al centro in alto, lo stemma del Paese, lo spazio per l’indirizzo: il francobollo poteva apparirvi già prestampato. Erano comunque tollerate le iniziative private di apporre un’immagine su di un lato delle cartoline, benché le vere e proprie cartoline illustrate siano state ammesse nei territori imperialregi solo dall’ 1.1.1885 con l’autorizzazione ufficiale ad accettare le cartoline prodotte dai privati, purchè in linea con le disposizioni postali, come il formato. In Germania invece la libera produzione era possibile già dal luglio 1872. Con tali provvedimenti vari editori cominciarono una fiorente attività in questo campo. Rimaneva obbligatorio, comunque, riservare un lato all’indirizzo - in Austria fino al 1904, in Germania fino al primo febbraio 1905 - e pertanto l’illustrazione lasciava in vario modo spazio alle comunicazioni: in genere una striscia bianca sotto l’immagine o uno spazio apposito delimitato da frasi di saluto (“Gruss aus ...”) o simili. Con il 1905 sarebbero state invece ammesse le cartoline con il recto suddiviso in due parti, di cui quella a destra per l’indirizzo e quella a sinistra per le comunicazioni, talché il verso rimase interamente disponibile per le raffigurazioni. Presto questa divenne ovunque la regola. Lo sviluppo di questo mezzo espressivo fu subito evidente: nella guerra franco prussiana del 1870 venne utilizzato per la posta militare e negli anni a seguire le tirature salirono complessivamente a milioni di pezzi per giungere a miliardi al volgere del secolo. Dal 1897 al 1918, il cosiddetto periodo d’oro, le cartoline vennero prodotte in quantità veramente enormi e la Germania andò assumendo un ruolo guida, avendo produttori di grande qualità e potere di diffusione. Dopo la grande guerra la qualità del prodotto andò in generale riducendosi e così anche l’interesse della cartolina quale oggetto di collezionismo: sotto tale aspetto essa avrebbe ripreso vigore solo nel secondo dopoguerra. Verso la fine degli anni ’30, infine, il formato si sarebbe definitivamente fissato al cosiddetto DIN A6, pari a un quarto di foglio A4: mm. 105 x 150. Nel corso del tempo erano anche cambiate le diverse tecniche impiegate per riprodurre le immagini da accompagnare alle cartoline, spesso abbinate fra loro per creare migliori effetti, dalla classica litografia, alle tecniche derivate: cromolitografia, fototipia, autotipia, ecc., alle tecniche fotografiche, fino al sistema offset usato per la riproduzione dagli anni ’20 del XX secolo fino ad oggi. La raccolta di cartoline dell’Archivio Storico L’archivio Storico della Città di Bolzano ha acquistato da collezionisti locali diversi lotti di cartoline storiche raffiguranti la città di Bolzano e gli immediati dintorni, per il loro interesse storico 129 129. Gries: incrocio via Fago - via Egger-Lienz. A sinistra l’allora Hotel Sonnenhof, villa Wendlandt (sul luogo dell’attuale palazzo ducale) e il connesso castelletto (oggi nel parco ducale). A destra edifici d’uso della cantina del convento di Muri, quasi tutti ancor oggi esistenti. Datazione 1895-1897, anno di viaggio. A destra dati editore, di Dresda (AC BZ, Cart. 2). 135 130 130. Come tutti i pezzi fino al 1905 un lato è tutto dedicato al solo indirizzo: il testo si divide lo spazio con l’illustrazione. Abbastanza nitidi il timbro ottagonale di partenza da Bolzano e quello di arrivo ad Innsbruck lo stesso giorno (AC BZ, Cart. 2v:). 136 e documentario, raggiungendo a tutto il 2007 i 750 pezzi. Le più antiche sono in grande maggioranza prodotte in Germania e Austria, mentre a cavallo dei secoli XIX e XX cominciano a diffondersi i produttori ed editori locali, con sede a Bolzano, come per esempio F. Gugler, Lorenz Fränzl, Johann Filibert Amonn. All’incirca fino alla prima guerra mondiale sul lato illustrato trovano posto frasi augurali e di saluto prestampate; la descrizione del soggetto raffigurato appare invece molto più piccola e discreta. Solitamente lungo la base o uno dei lati, in caratteri ancora più minuti, sono presenti i dati dell’editore e del fotografo. Negli anni seguenti facilmente si troverà solo la descrizione del soggetto, a volte posta nella cornice della fotografia, mentre il produttore verrà riportato di regola sul lato dell’indirizzo, cui si affiancheranno poi note di rito come “riproduzione vietata”, “diritti riservati” e riferimenti di legge. A Bolzano con l’avvento dell’amministrazione italiana le cartoline si adeguarono alla mutata situazione politica, recando la dizione bilingue, a volte stampata ex novo a fianco di quella preesistente in lingua tedesca, finché, con le leggi restrittive degli anni ’20, le cartoline avrebbero cominciato a circolare con la sola dizione italiana sovrastam131 131. Un vecchio con pipa è l’occasione di un saluto da Bolzano: lo spazio per il testo è evidentemente insufficiente per il mittente. Dati editore e produzione, 1899, sono sulla sinistra: si tratta del noto fotografo di Bolzano Franz Largajolli (1838-1898) (AC BZ, Cart. 12). pata: in pratica pezzi precedentemente prodotti, in cui le indicazioni in lingua tedesca erano state però cancellate mediante stampigliature scure o in altri modi che comunque le rendessero illeggibili e questo sia sul lato dell’immagine che su quello delle comunicazioni. Se si sposta ora l’attenzione sull’immagine raffigurata nelle cartoline – sia in quelle più antiche che di pochi decenni fa – si possono riconoscere più o meno facilmente ritocchi, modifiche e montaggi: fronde con fiori o frutta intorno al soggetto principale, piante esotiche nei giardini, edifici spostati, personaggi inseriti o cancellati, disegni applicati in fotografie: il tutto al fine di abbellire o rendere più accattivante il soggetto. Per esempio in alcune fotografie della nuova stazione di Bolzano (1928) il Catinaccio appare di dimensioni doppie rispetto al reale, in alcuni altri pezzi le montagne paiono in posizione diversa dal vero per inserirne di famose o per evitare uno sfondo troppo pesante. Altre volte si tratta invece di nascondere parti dell’immagine reale per dare più evidenza al soggetto principale o per eliminare elementi di disturbo, come cartelli stradali o segnaletici nei pressi di monumenti storici. La cartolina può essere fonte di informazioni di vario genere, anche per interessi tra loro fortemente diversi. Come oggetto in sé: d’arte, prodotto economico, mezzo di espressione culturale e sociale, o ancora testimonianza storica. Ma anche come elemento della storia postale, della filatelia, della storia militare, con gli annulli di posta militare. Ancora si pensi alle vicende belliche del secolo scorso: le cartoline portano spesso i timbri degli uffici di censura. Interesse storico può derivare dall’identità di mittenti e destinatari e quindi dal contenuto delle comunicazioni. La cartolina può essere infine valida documentazione della storia urbana, può mostrare – come e più della semplice fotografia del privato, per il suo ruolo rappresentativo – aspetti salienti della vita di una città e del suo divenire nel tempo. A questo proposito la serie di pezzi raccolti dall’Archivio Storico della Città di Bolzano si propone di illustrare al cittadino e all’appassionato l’immagine dell’abitato dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del secolo scorso; in questo senso si integra bene con altri fondi in possesso dell’Archivio, per esempio quello dell’Ufficio Lavori Pubblici, con le fotografie dell’ufficio tecnico. Nella raccolta sono rappresentati un po’ tutti i quartieri di quella che poi sarebbe divenuta la città, inglobando anche i centri contigui originariamente autonomi e isolati, come Gries. Si può seguire attraverso le immagini - ed il modo in cui sono proposte nelle cartoline - lo sviluppo della vocazione delle varie zone: Gries come centro turistico e di cura, le fiorenti e verdeggianti zone agricole intorno al nucleo di Bolzano, quelle poi a poco a poco occupate durante il secolo XX dai nuovi quartieri residenziali o popolari, la zona industriale. 132 132. Cartolina con aquila imperiale bicipite e tirolese, in rilievo. Il testo trova spazio solo su questo lato. Pezzo databile 1898 - 1904, anno di viaggio. L’editore è Metz di Tübingen (AC BZ, Cart. 73). 137 138 Le vedute di Gries rappresentano senz’altro la fotografati, in ogni caso il cittadino potrà ritrovare maggioranza nel primo quarto di secolo, e que- in questa collezione d’archivio tanti angoli famisto non a caso. Esse permettono di osservare i liari della sua vita e dell’infanzia ora irrimediabilgrandi cambiamenti intervenuti nel quartiere ed mente scomparsi o trasfigurati, percorrendo una in particolare nella zona intorno all’attuale via specie di viaggio nel tempo che comunque non Fago. Alberghi e pensioni che appaiono nel loro lascia indifferenti. pieno splendore possono oggi essere a volte ancora E anche l’altra faccia dei pezzi non rimane estranea riconosciuti in qualche villa prestigiosa tuttora im- a questo percorso, ma ne costituisce un naturale mersa nel verde; in altri casi gli antichi fasti sono complemento, con le frasi, le scritte, la successione del tutto scomparsi a favore di un’edilizia minore di timbri e francobolli che testimoniano le vicendi privato prestigio e pubblico sconforto. de movimentate che ha attraversato nel tempo la Un osservatorio particolarmente favorevole per i nostra terra. panorami cittadini è costituito dal promontorio del Virgolo, dal quale sono state scattate diverse fotografie nelle quali si possono seguire i cambiamenti urbanistici, in 133 primo piano le modifiche della zona dell’attuale piazza Verdi e stazione e le zone intorno a viale Trento, com’erano prima dei bombardamenti del 1943. E ancora diversi interni di storici locali pubblici, vedute di monumenti, con la loro carica simbolica. Le conquiste tecnologiche per rendere accessibili le vicine località di villeggiatura o comunque di ristoro occupano anch’esse un posto privilegiato: funicolari, cremagliere e teleferiche 133. Negli ampi caratteri della formula di saluto trovano posto sono un soggetto spesso ritratto e con diverse vedute della città, mentre il cartiglio ospita lo spazio per le evidente orgoglio. comunicazioni. Datazione 1900 - 1904. L’editore è Lehrburger di Ma oltre i singoli soggetti illustrati o Norimberga (AC BZ, Cart. 76). 134 134. Confluenza Talvera-Isarco dal Virgolo. Pezzo prodotto nel 1906/07, viaggiato nel 1910. I due grandi edifici lungo il fiume sono caserme austroungariche antecedenti il 1890, non più esistenti. È presente il ponte ferroviario, manca ancora il ponte Druso, del 1931 (AC BZ, Cart. 116). 135 136 135. Conquiste tecnologiche: suggestiva fotografia del viadotto della linea della Mendola. Databile tra il 1905 ed il 1908. Ormai il testo è sul lato dell’indirizzo e l’immagine può prendersi tutto lo spazio. L’editore è ancora germanico (Dresda) (AC BZ, Cart. 149). 136. Funivia elettrica del Colle, inaugurata il 28.6.1908: prima cabina. Si celebrano i primati locali, stavolta tramite l’editore di Bolzano Johann Filibert Amonn. Sono moltissime le cartoline con i nuovi mezzi di trasporto locali: funicolari, cremagliere, teleferiche. Databile tra il 1908 ed il 1909 (AC BZ, Cart. 171). 137 137. Scarsa qualità d’immagine, soggetto molto spesso proposto: la fontana di re Laurino, nel sito originario del 1907 (passeggiata Lungo Talvera), da cui venne rimossa nel 1934; donata al Museo della Guerra di Rovereto nel 1936 fu riportata a Bolzano nel 1991 e collocata, il 7 novembre 1994, nello spiazzo antistante il palazzo Widmann della Provincia. È stata aggiunta la descrizione, seppur sommaria, in italiano. Il pezzo potrebbe essere stato prodotto intorno al 1920. Editore Fränzl di Bolzano (AC BZ, Cart. 400). 139 139 139. Cartolina vistata dalla censura del Reich. Il timbro rosso con l’aquila e la svastica recita: “Oberkommando der Wehrmacht. Geprüft”. Fine degli anni Trenta, spedita nel 1940; le scritte sono da tempo solo in italiano. Editore Lorenz Fränzl di Bolzano (AC BZ, Cart. 553v:). 138 140 138. Zona dell’attuale via Defregger con stazione a valle della funicolare del Guncina, inaugurata nel 1912, chiusa nei primi anni Sessanta. Nel tracciato è visibile l’ansa per l’incrocio delle vetture. Databile tra il 1912 ed il 1915, ha viaggiato nel 1917. Editore di Bolzano: Gerstenberger & Müller (AC BZ, Cart. 358). ABSTRACT Die Sammlung historischer Ansichtskarten des Stadtarchivs Die Idee war bereits älter als ihre Verwirklichung, als die kaiserlich-königliche Österreichische Post am 1. Oktober 1869 die „Correspondenzcarte” einführte. Es handelte sich um eine hellbraun getönte Postwertkarte im normierten Ausmaß von 85 zu 122 mm, die als offizielles Erkennungszeichen den zweiköpfigen Reichsadler führte. Ihr Siegeszug war unaufhaltsam, und rasch wurde die Postkarte zum bestimmenden Kommunikationsmedium der internationalen Post. Illustrierte Karten wurden im Gebiet der österreichisch-ungarischen Monarchie erst 1885 zugelassen: Bis 1905 mussten sie eine Seite für die Adressierung freihalten, so dass etwaige schriftliche Mitteilungen auf der Ansichtsseite Platz zu finden hatten. Die ältesten Bozner Ansichtskarten wurden in ganz überwiegender Zahl in Deutschland und Österreich hergestellt. Erst an der Wende vom 19. zum 20. Jahrhundert begannen zusehends auch lokale Fotoverlage, in Bozen etwa Johann Filibert Amonn, mitzumischen. Mit der italienischen Verwaltung nach dem Ersten Weltkrieg tauchen auch erstmals zweisprachige Bildbeschriftungen auf, die allerdings rasch auf Grund der faschistischen Zwangsmaßnahmen der 1920er Jahre einer einsprachig italienischen Diktion weichen mussten. Der Sammlungsbestand des Stadtarchivs umfasst mehr oder weniger alle Viertel und Ortsteile Bozens, mit eingeschlossen das erst 1925 eingemeindete Gries. Die Ansichtskarten bieten darum eine wertvolle Dokumentation zur städtebaulichen Entwicklung von Südtirols Landeshauptstadt. Die Grieser Ansichten überwiegen im ersten Viertel des vergangenen Jahrhunderts, was auf die Stellung der Marktgemeinde als Kurort mit zahlreichen Hotels, Pensionen und Villen zurückzuführen ist. Ebenso waren auch die neuen Transportmittel wie Seil-, Tram- und Zahnradbahnen, die Bozen und Gries innerstädtisch erschlossen und mit den nahegelegenen Ausflugszielen verbanden, ein beliebtes Motiv. Mancher Betrachter wird auf den Fotos verloren gegangene Stadtansichten entdecken, die ihn zu einer ganz persönlichen Zeitreise verleiten mögen.