PROGETTO A
DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI
FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA CIRCOSTANTE E
REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
OPERE EDILI
CAPO I - QUALITÀ, PROVENIENZA E PROVE DEI MATERIALI; MODALITÀ DI ESECUZIONE DI
OGNI CATEGORIA DI LAVORO;
PARTE I: QUALITÀ, PROVENIENZA E PROVE DEI MATERIALI
Art. 1 - PIETRAME
Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro dovranno corrispondere ai requisiti richiesti
dalle norme in vigore e dovranno essere a grana compatta ed ognuna monda da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento,
senza screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro
impiego ed offrire una resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere assoggettate.
Saranno escluse le pietre alterabili all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua corrente.
Le pietre da taglio, oltre a possedere gli accennati requisiti e caratteri generali, dovranno essere sonore alla percussione,
immuni da fenditure e litoclasi e di perfetta lavorabilità.
Il profilo dovrà presentare una resistenza alla compressione non inferiore a 1600 Kg/cm² ed una resistenza all'attrito
radente (Dorry) non inferiore a quella del granito di S. Fedelino, preso come termine di paragone.
Art. 2 – PIETRE DA TAGLIO PER BORDURE, SOGLIE E COPERTINE
Le pietre naturali da impiegarsi nella realizzazione delle bordure dovranno essere di prima qualità e rispettare le
dimensioni indicate negli elaborati grafici con la tolleranza del millimetro. L’impresa potrà approvvigionare il materiale
ove riterrà opportuno; a sua cura e spese verranno fornite, entro due mesi dalla consegna dei lavori, un campione di ogni
tipo di manufatto impiegato per la realizzazione dell’opera, con riferimento alla tavola grafica dedicata. L’approvazione
della pietra impiegata e del risultato ottenuto nella lavorazione, verrà effettuato per iscritto dalla direzione lavori. Solo a
seguito della formale approvazione di ogni campione di materiale l’impresa potrà dare avvio all’ordine di tutto il materiale.
Gli elementi lapidei dovranno essere a grana compatta ed ognuna monda da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento,
senza screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro
impiego ed offrire una resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere assoggettate.
Saranno escluse le pietre alterabili all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua corrente.
Le pietre da taglio, oltre a possedere gli accennati requisiti e caratteri generali, dovranno essere sonore alla percussione,
immuni da fenditure e litoclasi e di perfetta lavorabilità.
Art. 3 – MATERIALI LATERIZI
I laterizi da impiegare per lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere al D.M. 14 febbraio 1992, allegato 7,
ed alle norme UNI vigenti.
I mattoni pieni per uso corrente dovranno essere parallelepipedi, di lunghezza doppia della larghezza, di modello
costante, presentare sia all'asciutto che dopo prolungata immersione nell'acqua, una resistenza alla compressione idonea a
quella richiesta per il tipo di struttura e manufatto che si devono costruire. I mattoni forati, le volterrane ed i tavelloni
dovranno pure presentare una resistenza alla compressione di almeno 16 Kg per cmq di superficie premuta.
Tutti gli elementi impiegati dovranno avere una percentuale di foratura inferiore al 55%.
Art. 4 - MATERIALI FERROSI E METALLI VARI
a) Materiali ferrosi - i materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature,
brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili.
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Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste del citato D.M 14 febbraio 1992, allegati n. 1, 3, 4 ed alle norme
UNI vigenti e presentare inoltre, a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti:
Ferro - il ferro dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso
dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altra soluzione di
continuità.
Acciaio trafilato o laminato - tale acciaio, nella varietà dolce (cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà
essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà
sono richieste perfetta malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino screpolature o alterazioni; esso
dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e
finemente granulare. Per l’acciaio con funzione strutturale si rinvia alle specifiche tecniche strutturali.
Acciaio fuso in getti - L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima
qualità, esente da soffiature e da qualsiasi altro difetto.
Ghisa - La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente
lavorabile con la lima e con lo scalpello; di frattura grigia finemente granosa, e perfettamente omogenea, esente da
screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre
perfettamente modellata.
E' assolutamente escluso l'uso di ghise fosforose.
Ghisa sferoidale – i manufatti in ghisa sferoidale, per la realizzazione di chiusini, griglie e caditoie, verranno forniti,
previa approvazione della direzione lavori, insieme ai certificati che ne comprovano le resistenze meccaniche e saranno
acquistati da primarie ditte produttrici.
b) Metalli vari - il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare nelle
costruzioni devono essere delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori a cui sono destinati, e
scevri da ogni impurità o difetto che vizi la forma, o ne alteri la resistenza o la durata.
Art. 5 - TUBAZIONI
1. Tubi di acciaio - dovranno essere trafilati e perfettamente calibrati. Quando i tubi di acciaio saranno zincati dovranno
presentare una superficie ben pulita e scevra da grumi; lo strato di zinco sarà di spessore uniforme e ben aderente al
pezzo, di cui dovrà ricoprire ogni parte.
2. Tubi di cemento - dovranno essere confezionati con calcestruzzo sufficientemente ricco di cemento, ben stagionati, ben
compatti, levigati, lisci, perfettamente rettilinei a sezione interna esattamente circolare, di spessore uniforme e scevri
affatto da screpolature. Le superfici interne dovranno essere intonacate e lisciate la frattura dei tubi di cemento dovrà
essere pure compatta, senza fessure ed uniforme. Il ghiaiettino del calcestruzzo dovrà essere così intimamente
mescolato con la malta, che i grani dovranno rompersi sotto l'azione del martello senza distaccarsi dalla malta.
3. Tubi di PVC - dovranno essere ottenuti per estrusione a garanzia di una calibratura perfetta e continua e devono
soddisfare le norme UNI vigenti e risultare idonei alle prove prescritte dalla norma UNI 7448/75:
- scarichi per acque fredde: devono essere realizzati con tubi che corrispondano alla norma UNI 7443/75 ed avere gli
spessori del Tipo 3O1 e con pezzi speciali che rispettino la norma UNI 7444/75;
- condotte interrate: devono corrispondere alla norma UNI 7447/75;
I pezzi speciali destinati a queste condotte devono corrispondere alla norma UNI 7442/75.
N.B. - Tutti i materiali dovranno rispondere alle prescrizioni ed alle norme di accettazione stabilite da disposizioni di legge
o decreti in vigore od emanate durante l'esecuzione dei lavori.
Art. 6 - BITUMI
I leganti bituminosi rispetteranno quanto prescritto dal Capitolato speciale approvato dalla Giunta Regionale con
deliberazione n. 6589 in data 14.12.1979, per l'esecuzione di pavimentazioni in conglomerati bituminosi. L’approvazione
di leganti additivati, a parità di prezzo, dovrà essere sottoposta all’approvazione della direzione lavori.
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Art. 7 - PROVE DEI MATERIALI
L'Impresa e' tenuta all'osservanza delle leggi e disposizioni vigenti relative alle prove ed all'accettazione dei materiali;
all'uopo dovrà provvedere a tutte le spese di prelevamento e d'invio dei campioni agli Istituti di prova che saranno indicati
dall'Amministrazione ed a pagare le relative tasse e spese.
Potrà essere ordinata la conservazione dei campioni di sigilli a firma del Direttore dei Lavori e dell'Impresa nei modi
più adatti a garantire l'autenticità.
Per quanto riguarda in particolare, i lavori di pavimentazione, l'Impresa dovrà provvedere, su disposizione della D.L.,
alle analisi granulometriche degli aggregati caldi e delle miscele per avere la certezza che le dimensioni, le qualità e le
quantità corrispondano a quelle prescritte. L'Impresa deve inoltre, consentire, in ogni momento, libero accesso al Direttore
dei Lavori (o al suo rappresentante autorizzato) all'impianto di preparazione degli aggregati e delle miscele per la verifica
dei pesi, delle caratteristiche dei materiali e della temperatura.
Per quanto riguarda, in particolare, le tubazioni, l'Impresa dovrà presentare, a richiesta della Direzione Lavori, i
certificati di avvenute prove di resistenza e pressione eseguite in fabbrica. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di
sottoporre a prove e verifiche i materiali forniti dall'Impresa, intendendosi a totale carico di quest'ultima le spese occorrenti
per il prelevamento e l'invio dei campioni e quelle per le prove.
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PARTE II: MODALITÀ DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
Art. 8 - TRACCIAMENTI
Prima di porre mano ai lavori di sterro o riporto, l'Impresa è obbligata ad eseguire la picchettazione completa del
lavoro, in modo che risultino indicati i limiti degli scavi e dei riporti. A suo tempo dovrà pure stabilire, nei tratti che fosse
per indicare la direzione dei lavori, le modine o garbe necessarie a determinare con precisione l'andamento delle scarpate
tanto degli sterri che dei rilevati, curandone poi la conservazione e rimettendo quelli manomessi durante l'esecuzione dei
lavori.
L'Impresa dovrà procedere al tracciamento delle fondazioni relative al manufatto edilizio nonché di tutti i muri contro
terra, pure con l'obbligo della conservazione dei picchetti, ed, eventualmente, delle modine, come per i lavori in terra.
Art. 9 – INTERFERENZE CON SERVIZI TECNOLOGICI
Le principali interferenze con i servizi tecnologici (reti elettriche, telefoniche, acquedotto, fognatura, canali irrigui, ecc.)
sono evidenziate nelle tavole progettuali e risolte mediante specifici interventi da operare o da parte dell’impresa o da parte
dell’Ente preposto (AD ESEMPIO LE LINEE ELETTRICHE). In riferimento al carattere qualitativo che riveste il rilievo
delle suddette canalizzazioni (approssimazione della posizione planimetrica e impossibilità, in gran parte dei casi, di
conoscere precisamente la profondità di posa) non si escludono altre interferenze che dovranno essere risolte di volta in
volta. Nei suddetti casi l’Impresa dovrà segnalare immediatamente l’interferenza alla direzione lavori, con raccomandata a
mano o telegramma; la direzione lavori provvederà ad eseguire, entro 48 ore dal momento di arrivo della comunicazione,
un sopralluogo in cantiere per verificare la situazione e prevedere le eventuali opere di adattamento. Le eventuali opere di
adattamento verranno compensate con i prezzi di elenco, eventualmente in economia. In nessun caso l’impresa potrà
apporre riserve o chiedere maggiori compensi per mancata produzione e qualsiasi altro danno, motivandole con
interferenze impreviste che, per natura stessa dell’appalto, sono connaturate con la realizzazione dell’opera.
Art. 10 - SCAVI IN GENERE
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro a mano o con mezzi meccanici dovranno essere eseguiti secondo i disegni di
progetto e le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti o
franamenti, restando esso, oltreché, totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì
obbligato a provvedere a suo carico a spese alla rimozione delle materie franate.
Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili e non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della
Direzione, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori dalla sede del cantiere o in pubblici scarichi o su
aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere depositate in luogo adatto, accettato dalla Direzione
lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno.
In ogni caso, le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero
deflusso delle acque scorrenti in superficie.
E' assolutamente vietato lo scarico entro o sui bordi dei fiumi, dei torrenti e dei canali di qualunque tipo.
La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spesa dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle
precedenti disposizioni .
In caso di presenza di acqua l'Impresa provvederà ai drenaggi necessari in modo da evitare l'imbibimento del terreno
e procederà al suo esaurimento con pompa.
Gli oneri derivanti da scavi in presenza di acqua sono a completo carico dell'Impresa, come pure quelli derivanti da
scavi in roccia o rimozione di trovanti.
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Art. 11 - REINTERRI
Per la formazione dei reinterri si impiegheranno in generale, fino al loro esaurimento tutte le materie provenienti
dagli scavi in quanto disponibili ed all'uopo ritenute adatte, a giudizio insindacabile della Direzione lavori.
Quando venisse a mancare in tutto o in parte il materiale provenienti dagli scavi in quanto disponibili ed all'uopo
ritenute adatte, a giudizio di legge in materia di polizia mineraria e forestale.
Il riempimento di ogni tratto di trincea (curando che attraverso la proprietà privata sia rimesso a posto il terreno
coltivato e siano rifatti i fossi) non sarà fatto se non dopo la prova idraulica, se prevista.
Durante il reinterro di tubazioni, di norma il primo strato di terra attorno e sopra i tubi, di uno spessore di almeno 20
cm, dovrà essere costituito da materie terrose sane, escluse le pietre, i ciottoli, i materiali ed i detriti rocciosi. Il
riempimento sarà eseguito disponendo le materie a strati non maggiori di m 0,30 di altezza, costipandole con i
macchinari e mezzi idonei e innaffiandole abbondantemente per renderle compatte e completato da una sagomatura
esterna con il dovuto eccesso, rispetto al terreno vicino, per tenere conto del calo e della necessità di dare sgombro alla
pioggia.
Art. 12 - RILEVATI, RIPORTI E RIEMPIMENTI IN GENERE
Per la formazione dei rilevati, riporti e riempimenti saranno impiegati in generale e salvo quanto segue, fino al loro
totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi in quanto disponibili ed adatte, a giudizio insindacabile della
Direzione Lavori, per la formazione dei rilevati dopo aver provveduto alla cernita, separazione ed accatastamento dei
materiali che si ritenessero idonei per la formazione di ossature, inghiaiamenti, costruzioni murarie, ecc. ..., i quali
restano di proprietà della Amministrazione come per legge, potranno altresì essere utilizzate nei rilevati e nei riporti,
per la loro formazione, anche materie provenienti da scavi effettuati in altri cantieri, sempreché disponibili ed
egualmente ritenute idonee e previa cernita e separazione dei materiali utilizzabili di cui sopra.
Quando venissero a mancare in tutto od in parte i materiali di cui sopra si provvederanno le materie occorrenti
scavandole o, come suol dirsi, prelevandole da cave di prestito che forniscano materiali riconosciuti pure idonei dalla
Direzione Lavori.
Tali cave potranno essere aperte dovunque l'Impresa riterrà di sua convenienza, subordinatamente soltanto
all'idoneità delle materie da portare in rilevato ed al rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia di polizia
minerarie e forestale, nonché stradale nei riguardi delle eventuali distanze di escavazione lateralmente alla costruenda
strada.
Il suolo costituente la base sulla quale si dovranno impiantare i rilevati, i riporti ed i riempimenti, od opere
consimili, dovrà essere accuratamente preparato, espurgandolo da piante, cespugli, erbe, canne, radici e da qualsiasi
altra materia eterogenea e trasportando fuori della sede del lavori le materie di rifiuto.
Per rilevati, riporti e riempimenti, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, silicee o ghiaiose, restando vietato
in modo assoluto l'impiego di quelle argillose ed in generale tutte che con l'assorbimento d'acqua si rammolliscono e si
gonfiano generando spinte.
I detriti risultanti dalle demolizioni possono essere impiegati nei limiti in cui abbiano una forma che consenta
successiva rullatura per strati.
Sarà obbligo dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, assumere tutti gli accorgimenti affinché i profili, i livelli
e le quote risultino, in sede di collaudo, eguali a quanto prescritto dal progetto.
Non si potrà sospendere la formazione di rilevati, riporti e riempimenti, senza che ad essi sia stata data una
configurazione tale da assicurare lo scolo delle acque piovane. Nella ripresa del lavoro, il rilevato già eseguito dovrà
essere espurgato dalle erbe e cespugli che vi fossero nati, nonché' configurato a gradoni praticandovi inoltre dei solchi
per il collegamento delle nuove materie con quelle prima impiegate.
Per il rivestimento delle scarpate si dovranno impiegare terre vegetali per gli spessori previsti in progetto ed ordinati
dalla Direzione Lavori.
L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati,
compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, la sistemazione delle scarpate, delle banchine,
e l'espurgo dei fossi. E' altresì compreso l'eventuale ripristino e, se necessario, la sostituzione di tubi d'acquedotto
preesistenti, di attraversamenti irrigui, ecc.., nonché la semina, il ripristino e la sistemazione della cotica erbosa.
Durante l'esecuzione dei rilevati, riempimenti e riporti, l'Impresa ha l'obbligo di effettuare tutte le lavorazioni
compatibili anche ad evitare la ripetizione di scavi.
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Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza delle
prescrizioni del presente articolo, saranno a carico dell'Appaltatore.
I riempimenti a tergo di muri degli edifici dovranno essere compattati per strati di 30 cm in modo da evitare
qualsiasi possibile cedimento del terreno e conseguente deformazione dei manufatti sovrastanti (marciapiedi, bordure,
ecc.).
12.1 - RILEVATI COMPATTATI
I rilevati compattati saranno costituiti da terreni adatti, esclusi quelli vegetali, da mettersi in opera a strati non eccedenti
i 25 ÷ 30 cm costipati meccanicamente mediante idonei attrezzi (rulli a punte, o a griglia, nonché quelli pneumatici
zavorrati secondo la natura del terreno ed eventualmente lo stadio di compattazione o con piastre vibranti) regolando il
numero dei passaggi e l'aggiunta dell'acqua (innaffiamento) in modo da ottenere ancor qui una densità pari al 90% di quella
Proctor. Ogni strato sarà costipato nel modo richiesto prima di procedere a ricoprirlo con altro strato, ed avrà superiormente
la sagoma della monta richiesta per l'opera finita, così da evitare ristagni di acqua e danneggiamenti. Qualora nel materiale
che costituisce il rilevato siano incluse pietre, queste dovranno risultare ben distribuite nell'insieme dello strato: comunque
nello strato superiore sul quale appoggia l'impianto della sovrastruttura tali pietre non dovranno avere dimensioni superiori
a 10 cm.
Il terreno di impianto dei rilevati compattati che siano di altezza minore di 0,50 m, qualora sia di natura sciolta o troppo
umida, dovrà ancor esso essere compattato, previa scarificazione, al 90% della densità massima, con la relativa umidità
ottima. Se detto terreno di impianto del rilevato ha scarsa portanza lo si consoliderà preliminarmente per l'altezza giudicata
necessaria, eventualmente sostituendo il terreno in posto con materiali sabbiosi o ghiaiosi.
Particolare cura dovrà aversi nei riempimenti e costipazioni a ridosso dei piedritti, muri d'ala, muri andatori ed opere
d'arte in genere.
Sarà obbligo dell'impresa, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati, durante la loro costruzione, quelle maggiori
dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non
inferiori a quelle prescritte.
Fa parte della formazione del rilevato oltre la profilatura delle scarpate e delle banchine e dei cigli, e la costruzione
degli arginelli se previsti, il ricavare nella piattaforma, all'atto della costruzione e nel corso della sistemazione, il cassonetto
di dimensione idonea a ricevere l'ossatura di sottofondo e la massicciata.
Non si potrà sospendere la costruzione di un rilevato, qualunque ne sia la causa, senza che ad esso sia stata una
configurazione tale da assicurare lo scolo delle acque piovane. Nella ripresa del lavoro il rilevato già eseguito dovrà essere
spurgato dalle erbe e cespugli che vi fossero nati, nonché configurato a gradoni, praticandovi inoltre dei solchi per il
collegamento delle nuove materie con quelle prima impiegate.
In corso di lavoro l'impresa dovrà curare l'apertura di fossetti di guardia a monte scolanti, anche provvisori, affinché le
acque piovane non si addossino alla base del rilevato in costruzione.
Nel caso di rilevati compattati su base stabilizzata, i fossi di guardia scolanti al piede dei rilevati dovranno avere
possibilmente il fondo più basso dell'impianto dello strato stabilizzato.
La verifica della compattazione per i rilevati sui quali è prevista l'impostazione di fabbricati verrà effettuata mediante
prove di carico su piastra a completo onere dell’impresa, nel numero di 5 per ogni due strati compattati. Le prove, effettuate
con piastra diametro 60 cm, dovranno garantire un modulo di deformazione E> 800 daN/cmq tra le tensioni di 1 daN/cmq e
2 daN/cmq; nel caso di prove che dessero esito negativo la compattazione dovrà essere nuovamente eseguita fino
all’ottenimento del risultato sopra indicato.
12.2 - RILEVATI E RINTERRI ADDOSSATI ALLE MURATURE E RIEMPIMENTI DI PIETRAME
Per i rilevati ed i reinterri da addossarsi alle murature del manufatto e di altre opere qualsiasi dovranno essere impiegati
materiali aridi, sciolti od inerti, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quello argilloso ed, in genere, di tutti i
materiali che, con l'assorbimento d'acqua, si rammolliscono o si gonfiano, generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e ricoprimenti dovrà essere usata ogni diligenza, affinchè la loro
esecuzione proceda per strati orizzontali di uguale altezza da tutte le parti, disponendo contemporaneamente le materie ben
sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente la muratura su tutti i lati e da
evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico mal distribuito.
E' vietato di addossare terrapieni a muratura di fresca costruzione; tutte le riparazioni o costruzioni che si rendessero
necessarie per la mancata o imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a tutto carico
dell'Appaltatore.
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Art. 13 - CONTINUITA' DEI CORSI D'ACQUA E DELLE CANALIZZAZIONI
L'Appaltatore dovrà provvedere con diligenza ed a sua cura e spese ad assicurare la continuità dei corsi d'acqua e
delle canalizzazioni intersecati o interferenti con i lavori, anche con opere provvisionali. Dovranno essere adottati,
inoltre, tutti quegli accorgimenti necessari per evitare l'allargamento degli scavi.
Appena le opere saranno realizzate, l'Appaltatore dovrà immediatamente provvedere a mettere in ripristino il letto
del corso d'acqua interessato, eliminando le opere provvisionali eventualmente eseguite; anche tale onere è a carico
dell'Impresa.
In ogni caso l'Impresa è la sola responsabile verso terzi di tutti i danni che questi potranno subire in dipendenza
dell'eventuale interruzione del corso d'acqua interessato ai lavori.
Art. 14 - MALTE E CONGLOMERATI
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati dovranno
corrispondere alle proporzioni indicate nella descrizione delle voci di elenco prezzi.
Qualora la Direzione Lavori ritenga di variare tali proporzioni, l'Appaltatore sarà obbligato ad uniformarsi alle
prescrizioni della Direzione medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo in base alle nuove proporzioni
previste.
Nella progettazione e nell'esecuzione delle opere in conglomerato cementizio, l'Appaltatore dovrà osservare le
norme della Legge 5 novembre 1971 n. 1086 e del D.M. 30 maggio 1974, nonché quelle contenute nelle leggi,
regolamenti, decreti e circolari ministeriali in vigore o che venissero emanati durante l'esecuzione dei lavori.
Art. 15 - CALCESTRUZZI
I calcestruzzi dovranno essere confezionati con le migliori tecniche ed essere opportunamente vibrati.
Il calcestruzzo sarà messo in opera appena confezionato e disposto a strati orizzontali, ben battuto e costipato, in
modo che non resti alcun vano nella cassaforma. Finito il getto e spianato con ogni diligenza la superficie superiore, il
calcestruzzo dovrà essere lasciato rassodare per tutto il tempo che la Direzione Lavori riterrà necessario per reggere la
pressione che il calcestruzzo dovrà sopportare.
Tutti i residui dovranno essere portati a rifiuto. Nell'esecuzione degli strati, quello superiore dovrà essere gettato
prima che quello sottostante abbia fatto presa. In difetto la ripresa di getto verrà fatta precedere da accurata pulizia con
spargimento di malta fluida. Parimenti dovendosi addossare il calcestruzzo a murature già eseguite da qualche tempo,
queste saranno abbondantemente lavate, quindi asperse di malta liquida.
Quando il calcestruzzo sia gettato in presenza d'acqua, si dovranno impiegare tutti i mezzi necessari ed usare la
diligenza necessaria ad impedire che l'acqua lo dilavi e ne pregiudichi il pronto consolidamento.
Art. 16 - OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO
Nell’esecuzione delle opere in cemento armato l'Impresa dovrà attenersi strettamente a tutte le norme vigenti per
l'accettazione dei leganti idraulici e per la esecuzione delle opere in conglomerato cementizio semplice od armato,
contenute nel D.M. 14/01/2008.
Tutte le opere in cemento armato facenti parte dell’opera appaltata saranno eseguite in base ai calcoli di stabilità
accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione forniti dall’Amministrazione appaltante e allegati al contratto, e
secondo le prescrizioni fornite dalla D.L.. L’esame e verifica da parte della D.L. dei progetti delle varie strutture in
cemento armato non esonera in alcun modo l’Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le precise
pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere eseguiti dalla D.L.
nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, l’Impresa stessa rimane completa responsabile delle opere, sia per quanto
ha rapporto con la progettazione e calcolo, sia per la qualità dei materiali e la corretta esecuzione; di conseguenza essa
dovrà rispondere degli inconvenienti che avessero a verificarsi di qualunque natura, importanza e conseguenze essi
potessero risultare.
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In particolare l’impresa avrà l’obbligo di fornire, prima della denuncia dei lavori ai sensi della legge 1086/71, una
copia del progetto strutturale sottoscritto da ingegnere abilitato di fiducia: l'Appaltatore ha l'obbligo di provvedere alla
rielaborazione dei calcoli, e deve rilasciare apposita dichiarazione di aver provveduto al suddetto compito,
riconoscendo il progetto eseguibile ed assumendo l'intera ed incondizionata responsabilità. Ogni onere di carattere
amministrativo e tecnico previsto dalla legge è ad esclusivo carico dell'Appaltatore.
E’ compresa la maggiore incidenza di magrone finalizzata a formare il piano di posa della fondazione aderente alla
quota di imposta indicata nelle tavole di carpenteria.
E’ vietato all’Impresa, sotto pena di demolizione del già fatto, di iniziare i getti prima che la D.L. abbia verificato la
corrispondenza progettuale delle armature metalliche.
MATERIALI
Distanziatori
L’acciaio dovrà essere posizionato secondo i disegni progettuali con particolare attenzione al copriferro. Esso verrà
garantito mediante fornitura e posa in opera, a cura a spese dell’impresa, di un idoneo numero di distanziatori.
I distanziatori tra armatura e pareti di getto (intradosso solai) potrà essere effettuato mediante distanziatori in malta
cementizia, a sezione triangolare.
I distanziatori tra armature di acciaio e pareti in elevazione (paramenti muri, bordi solai, ecc) dovranno essere
realizzati in plastica, del tipo a stella con incavo interno per la barra.
I distanziatori tra armatura inferiore e armatura superiore delle piastre in cemento armato pieno potranno essere
realizzati mediante tralicci in acciaio di idonea dimensione e rigidezza in sostituzione dei previsti distanziatori diametro
8 mm.
Viste le implicazioni che il corretto copriferro presenta sulla resistenza al fuoco della struttura, in caso accertato di
non rispetto del copriferro minimo imposto la struttura verrà demolita e ricostruita a cura e spese dell’impresa.
Conglomerato cementizio
Il conglomerato per i getti di tutti solai a piastra dovrà provenire da almeno tre impianti di produzione differenti in
modo da garantire il completamento del getto anche in caso di rottura di un impianto. Tutti gli impianti dovranno essere
siti ad una distanza tale dal cantiere da non comportare un viaggio delle betoniere impianto-cantiere inferiore all’ora. Il
getto verrà eseguito mediante pompa e completato in giornata. L’impresa, entro due mesi dalla consegna dei lavori,
redigerà un programma dettagliato dei getti delle piastre in cemento armato, tenendo conto anche delle implicazioni
sulla sicurezza (vani per accogliere le gru, ecc.).
Le piastre potranno essere suddivise in più getti di superficie in pianta superiore a 1000 mq.
La determinazione del contenuto di cemento nel calcestruzzo indurito dovrà essere effettuata secondo le prescrizioni
della norma di unificazione: U.N.I. 6505/73 - calcestruzzo indurito - determinazione di cemento (metodo Florentin).
Dovranno su tutti i calcestruzzi, oltre alle prove di legge, su richiesta della D.L. essere effettuate, a cura
dell’Appaltatore, prove di “Slump” con il cono di Abrams per verificare la classe di consistenza.
Per le strutture verranno impiegati i seguenti tipi di calcestruzzo:
MAGRONE (rif. voce di E.P. RAVA 2011 n. S08.C20.150)
Calcestruzzo di cemento per usi non strutturali, conglomerati cementizi semplici, generalmente di sottofondazione, a
dosaggio imposto, gettato in opera, con aggregati di varie pezzature atte ad assicurare un assortimento granulometrico
adeguato alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del calcestruzzo, comprensivo
dell’eventuale getto con uso di pompa, eventuali accorgimenti per getti in presenza di acqua sia stagnante che fluente.
Sono comprese le eventuali casseforme se necessarie. Per getti di calcestruzzo di cemento tipo 32,5 R dosato a 150 kg
di cemento per metro cubo di impasto.
FONDAZIONI CONTINUE A T ROVESCIA, FONDAZIONI A PLATEA E FONDAZIONI MURI, OPERE IN
ELEVAZIONE QUALI PILASTRI, MURI, SETTI, CAPITELLI, SOLAI IN CEMENTO ARMATO PIENO E
RELATIVE OPERE COMPLEMENTARI, SCALE E ALTRI ORIZZONTAMENTI (rif. voce di E.P. RAVA 2011 n.
S08.C10.020)
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Calcestruzzo di cemento per conglomerati cementizi semplici ed armati, di caratteristiche prestazionali garantite,
classe di consistenza S4 - fluida, Slump 160/200 mm, gettato in opera, conforme alla legge n. 1086/1971 e relative
successive nome tecniche in vigore, confezionato in conformità alla norma UNI EN 206-1, con aggregati di varie
pezzature atte ad assicurare un assortimento granulometrico adeguato alla particolare destinazione del getto ed al
procedimento di posa in opera del calcestruzzo, comprensivo del getto in casseri con uso di pompa o comunque con
sollevamento meccanico, eventuale impiego di additivi di qualunque specie per migliorarne la lavorabilità e la qualità,
l'onere della vibrazione, le successive innaffiature, gli oneri di controllo e quanto altro occorre per dare l'opera finita.
Sono esclusi i ponteggi, le armature metalliche, le casseforme e le centinature. classe di esposizione XC2 in accordo
alla norma UNI 11104 - classe di resistenza C 28/35 Classe di esposizione XC2 (ambiente umido senza gelo,
fondazioni e strutture interrate in terreni non aggressivi), classe di resistenza C28/35 (Rck > 35 N/mmq)
PAVIMENTAZIONE STRADALE (rif. voce di E.P. RAVA 2011 n. S08.C10.065)
Calcestruzzo di cemento per conglomerati cementizi semplici ed armati, di caratteristiche prestazionali garantite,
classe di consistenza S4 - fluida, Slump 160/200 mm, gettato in opera, conforme alla legge n. 1086/1971 e relative
successive nome tecniche in vigore, confezionato in conformità alla norma UNI EN 206-1, con aggregati di varie
pezzature atte ad assicurare un assortimento granulometrico adeguato alla particolare destinazione del getto ed al
procedimento di posa in opera del calcestruzzo, comprensivo del getto in casseri con uso di pompa o comunque con
sollevamento meccanico, eventuale impiego di additivi di qualunque specie per migliorarne la lavorabilità e la qualità,
l'onere della vibrazione, le successive innaffiature, gli oneri di controllo e quanto altro occorre per dare l'opera finita.
Sono esclusi i ponteggi, le armature metalliche, le casseforme e le centinature. classe di esposizione XF4 in accordo alla
norma UNI 11104 - classe di resistenza C 30/35 Classe di esposizione XF4 (superfici orizzontali esposte alla pioggia ,
ambiente umido con gelo e applicazione di sali disgelanti), classe di resistenza C30/35 (Rck > 35 N/mmq)
CASSERI
Tutte le superfici a vista verranno gettate con casseri a struttura metallica sui quali è fissato un manto, che sarà a
diretto contatto con il getto, in legno multistrato protetto con resina fenolica, in modo da ottenere una superficie
perfettamente liscia. Solo i capitelli verranno casserai con pannelli o tavole in legno, tagliate a misura; il materiale
impiegato per i casseri dei capitelli sarà, in ogni caso, nuovo; le tavole saranno piallate sulla superficie e sulle coste in
modo da garantire una superficie del getto perfettamente regolare con effetto faccia a vista. Di regola l’impresa adotterà
per la realizzazione dei solai a piastra un sistema di casseri modulare: a tal fine, entro due mesi dalla consegna dei
lavori, presenterà il programma dettagliato dei getti di cui all’art. 6 delle presenti specifiche, identificando il sistema di
casseratura; gli elaborati conterranno anche i calcoli strutturali del sistema adottato con riferimento ai carichi impressi
dal getto e dalle maestranze al lavoro (sia sulle strutture che sul terreno) nonché gli accorgimenti adottati per realizzare i
previsti cambi di pendenza del solaio. Anche nel caso di impiego di casseri e puntelli in legno non modulari l’impresa
consegnerà, nel documento di cui sopra, i calcoli statici del sistema impiegato. Il tutti i casi verranno evitati gli spigoli
vivi e verranno predisposti, opportunamente fissati ai casseri, degli smussi in plastica con lato pari a 10-15 mm.
Costruito, ove occorra, il cassero per il getto, si effettuerà il versamento del conglomerato che dovrà essere
battuto fortemente, a strati di piccola altezza, finchè l'acqua affiori in superficie. Tutti i conglomerati dovranno essere
vibrati con mezzi adatti, ricorrendo anche a vibratori a piastra e a spillo nei casi in cui il passo dell’armatura in acciaio
non permetta di intervenire con vibratori normali.
Le pareti dei casseri di contenimento del conglomerato potranno essere tolte solo quando il conglomerato stesso
abbia raggiunto un grado sufficiente di maturazione da garantire che la solidità dell'opera non abbia, per tale
operazione, a soffrirne neanche minimamente.
Per quanto riguarda le forometrie necessarie al passaggio delle canalizzazioni impiantistiche e per le areazioni
l’impresa, sulla base del tracciamento di dettaglio delle suddette aperture e canalizzazioni effettuata anche sulla base
degli elaborati architettonici ed impiantistici, provvederà ad eseguire fori di dimensioni idonee in tutte le strutture
interessate; i fori verranno predisposti mediante casseri a perdere in polistirolo o impiegando tubazioni in PVC di
diametro idoneo. Prima di ogni getto si darà avviso alla direzione lavori al fine di verificare l’entità dei copriferro che
verranno in ogni caso dimensionati al fine di garantire, senza altri interventi di rivestimento, la resistenza al fuoco R90.
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VIBRATURA
La vibratura meccanica del conglomerato dovrà essere effettuata per tutti i getti strutturali e comunque nei
seguenti casi. La vibratura meccanica non potrà mai dar luogo a speciali compensi per il maggior volume d’impasto
che la vibratura stessa impone di porre in opera.
Qualora indispensabile, l’Appaltatore potrà ordinare l'impiego successivi di vibratori ad immersione e di
vibratori a parete. In questo caso la D.L. fisserà le norme di impiego particolari per i vibratori a parete.
Qualora le armature metalliche fossero costituite da barre molto ravvicinate, la vibratura dovrà essere eseguita
mediante vibratori a lama; le lame non dovranno avere lunghezza maggiori di 20 cm e la vibratura dovrà essere
condotta da personale di provata esperienza in modo da evitare che la lama vibri in contatto con l'armatura metallica,
poiché in tal caso il conglomerato verrebbe allontanato dalle armature stesse.
GETTO DEL CLS
Salvo diversa disposizione scritta del Direttore dei Lavori, tutti i getti per strutture in conglomerato cementizio
armato, sia in fondazione che in elevazione, dovranno essere effettuati esclusivamente entro casseri; pertanto è
espressamente vietato, per tali strutture, il getto di conglomerato contro il terreno, qualunque sia la natura e la
consistenza del terreno stesso; pertanto tra il terreno e la superficie di base delle strutture dovrà essere interposto un
massetto di spessore non inferiore a 10 cm, costituito da conglomerato formato, se non altrimenti disposto, con almeno
100 kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto.
MATURAZIONE DEL CALCESTRUZZO
Le strutture in conglomerato dovranno essere mantenute umide fino a sufficiente maturazione; il periodo di
innaffiamento dovrà essere tale da mantenere il conglomerato nello stato di umidità favorevole alla sua presa ed
indurimento così da raggiungere in opera una resistenza almeno uguale a quella dei campioni prelevati per il controllo;
ad ogni modo tale periodo non dovrà essere inferiore a 10 giorni.
La protezione delle strutture dal gelo dovrà essere attuata anche se la necessità si presenti fuori dall’inverno. Le
strutture dovranno essere protette dai raggi solari specialmente nella stagione estiva. Inoltre, le strutture dovranno essere
convenientemente protette dal vento e dalla pioggia violenta. In mancanza od insufficienza delle predette cure,
l’Appaltante potrà esigere dei prelievi in sito, per verificare la rispondenza del conglomerato in opera a quello dei
campioni.
Per quanto riguarda il disarmo, previa autorizzazione della D.L., valgono le seguenti tabelle:
per sponde dei casseri di travi e pilastri
per puntelli e centine di travi e per solette:
conglomerato di cemento
normale
10 gg
28 gg
ad alta resistenza
4 gg
28 gg
L’impresa, a sua cura e spese, potrà avvalersi di sistemi di casseratura modulari che consentono di rimuovere i
casseri senza togliere i puntelli che restano in tensione. In tal caso si potrà rimuovere il cassero all’intradosso 5 giorni
dopo il getto.
Art. 17 – ARMATURE IN ACCIAIO
Le armature in acciaio verranno posizionate secondo gli schemi progettuali. Per dettagli non riportati negli schemi
progettuali si farà riferimento alle soluzioni costruttive proposte dall’impresa ed accettate dalla direzione lavori.
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Per le armature diffuse delle piastre in cemento armato l’impresa potrà impiegare sistemi di prefabbricazione
delle armature, realizzando in officina tappeti di barre arrotolati. Essa provvederà al ricalcolo delle strutture così
realizzate ed all’ottimizzazione dell’armatura; tale calcolo dovrà essere effettuato da ingegnere abilitato che possa
documentare la progettazione di almeno 100.000 mq di piastre in cemento armato pieno. La variante verrà depositata, a
cura e spese dell’impresa, presso il competente Ufficio regionale, vistata dal direttore dei lavori.
Nelle voci a corpo alle quali si riferiscono le presenti specifiche sono compresi gli adattamenti delle armature
finalizzati alla realizzazione dei cambi di pendenza indicati nelle tavole di carpenteria e/o nelle tavole architettoniche.
Tali adattamenti, non riportati nelle tavole delle armature (fondazioni e solaio a piastra) in quanto scarsamente
rappresentabili in riferimento alla modesta entità delle pendenze, verranno eseguiti sagomando opportunamente le
armature in officina o piegando in opera le armature o mediante armature integrative proposte dall’impresa, comprese
nel prezzo, e accettate dalla direzione lavori. Nel prezzo a corpo sono compresi i maggiori oneri dovuti a getti parziali
di strutture, armature aggiuntive di ripresa.
Eventuali riprese di getto non eseguite secondo gli elaborati progettuali verranno realizzate dall’impresa, a sua
cura e spese, impiegando idonee resine certificate, tipo Hilti RE500. Nella voce a corpo sono, in ogni caso, compresi
tutti gli adattamenti in opera delle armature di acciaio al fine di rispettare il copriferro e ad adattarsi alla geometria di
dettaglio dei getti.
Art. 18 - MURATURE DI GETTO O CALCESTRUZZI
Il calcestruzzo da impiegarsi per qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e disposto a strati
orizzontali di altezza da 20 a 30 cm, su tutta l'estensione della parte di opera che si esegue ad un tempo, ben battuto e
costipato, per modo che non resti alcun vano nello spazio che deve contenerlo e nella sua massa. Quando il calcestruzzo
sia da collocare in opera entro cavi molto stretti od a pozzo esso dovrà essere calato nello scavo mediante secchi a
ribaltamento. Solo nel caso di scavi molto larghi, la Direzione Lavori potrà consentire che il calcestruzzo venga gettato
liberamente, nel qual caso prima del conguagliamento e della battitura deve, per ogni strato di 30 cm d'altezza, essere
ripreso dal fondo del cavo e rimpastato per rendere uniforme la miscela dei componenti. Quando il calcestruzzo sia da
calare sott'acqua, si dovranno impiegare tramogge, casse apribili o quegli altri mezzi d'immersione che la Direzione
Lavori prescriverà, ed usare la diligenza necessaria ad impedire che, nel passare attraverso l'acqua, il calcestruzzo si
dilavi con pregiudizio della sua consistenza. Finito che sia il getto, e spianata con ogni diligenza la superficie superiore,
il calcestruzzo dovrà essere lasciato assodare per tutto il tempo che la Direzione Lavori stimerà necessaria.
Art. 19 - COLLAUDI
A maturazione avvenuta la direzione lavori e/o il collaudatore in corso d’opera, se nominato, potrà ordinare delle
prove di carico; gli oneri per l’esecuzione materiale delle prove di carico saranno a completo carico dell’impresa.
Art. 20 - PARATIE O CASSERI
Le paratie o casseri in legname occorrenti per le fondazioni debbono essere formati con pali o tavoloni o palancole infissi
nel suolo, e con longarine o filagne di collegamento in uno o più ordini, a distanza conveniente, della qualità e dimensioni
prescritte. I tavoloni devono essere battuti a perfetto contatto l'uno con l'altro; ogni palo o tavolone che si spezzi sotto la
battitura, o che nella discesa devii dalla verticale, deve essere dall'Impresa, a sue spese, estratto e sostituito o rimesso
regolarmente se ancora utilizzabile. Le teste dei pali e dei tavoloni, previamente spianate, devono essere, a cura e spese
dell'Impresa, munite di adatte cerchiature in ferro per evitare le scheggiature e gli altri guasti che possono essere causati dai
colpi di maglio. Quando poi la Direzione Lavori lo giudichi necessario, le punte dei pali e dei tavoloni debbono essere
munite di puntazze in ferro del modello e peso prescritti.
Le teste delle palancole debbono essere portate regolarmente a livello delle longarine, recidendone la parte sporgente,
quando sia riconosciuta l'impossibilità di farle maggiormente penetrare nel terreno.
Quando le condizioni del sottosuolo lo permettono, i tavoloni o le palancole, anzichè infissi, possono essere posti
orizzontalmente sulla fronte dei pali verso lo scavo e debbono essere assicurati ai pali stessi con robusta ed abbondante
chiodatura, in modo da formare una parete stagna e resistente.
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Art. 21 - MURATURE DI GETTO O CALCESTRUZZI
Il calcestruzzo da impiegarsi per qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e disposto a strati orizzontali
di altezza da 20 a 30 cm, su tutta l'estensione della parte di opera che si esegue ad un tempo, ben battuto e costipato, per
modo che non resti alcun vano nello spazio che deve contenerlo e nella sua massa. Quando il calcestruzzo sia da collocare
in opera entro cavi molto stretti od a pozzo esso dovrà essere calato nello scavo mediante secchi a ribaltamento. Solo nel
caso di scavi molto larghi, la Direzione Lavori potrà consentire che il calcestruzzo venga gettato liberamente, nel qual caso
prima del conguagliamento e della battitura deve, per ogni strato di 30 cm d'altezza, essere ripreso dal fondo del cavo e
rimpastato per rendere uniforme la miscela dei componenti. Quando il calcestruzzo sia da calare sott'acqua, si dovranno
impiegare tramogge, casse apribili o quegli altri mezzi d'immersione che la Direzione Lavori prescriverà, ed usare la
diligenza necessaria ad impedire che, nel passare attraverso l'acqua, il calcestruzzo si dilavi con pregiudizio della sua
consistenza. Finito che sia il getto, e spianata con ogni diligenza la superficie superiore, il calcestruzzo dovrà essere lasciato
assodare per tutto il tempo che la Direzione Lavori stimerà necessaria.
Le murature in calcestruzzo a vista dovranno essere realizzate con l’uso di casserature con superficie piana a contatto del
getto resa liscia con piallatura delle tavole nuove da 30 mm di spessore, o con rasatura a gesso, trattate con opportuno
disarmante. Particolare cura dovrà essere dedicata all’orientamento delle tavole e alla disposizione degli scuretti che dovrà
avvenire secondo le indicazioni del progetto o su indicazione della D.L.
Art. 22 - OPERE IN MARMO-PIETRE NATURALI E ARTIFICIALI. NORME GENERALI
Le opere in marmo, pietre naturali o artificiali, dovranno in generale corrispondere esattamente alle forme e dimensioni
risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del presente Capitolato o di quelle
particolari impartite dalla D.L. all'atto dell'esecuzione.
Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori (grana, coloritura e venatura) e quelle essenziali della specie
prescelta.
Qualora il tipo di opera da eseguire richieda presenza di spigoli negli elementi, i medesimi non dovranno presentare
scheggiature.
Non saranno tollerate cavità nelle facce, tassellature, rattoppi, masticature, graffature ed altri simili rimedi di
consolidamento e di rinforzo.
Prima di cominciare i lavori, qualora non si sia provveduto in merito avanti l’appalto da parte dell’Amministrazione
appaltante, l’Impresa dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari marmi o pietre e delle loro lavorazioni, sottoporli
all’approvazione della D.L., alla quale spetterà in maniera esclusiva di giudicare se essi corrispondano alle prescrizioni.
Detti campioni, debitamente contrassegnati, resteranno depositati negli uffici della D.L., quali termini di confronto e
riferimento.
Per quanto ha riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la D.L. ha la facoltà di prescrivere
le misure dei vari elementi di un’opera qualsiasi (rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna, ecc.), la formazione
e la disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la
suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura, ecc. secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa D.L. potrà
fornire all’Impresa all’atto dell’esecuzione; quest’ultima avrà l’obbligo di uniformarsi a tali norme come ad ogni altra
disposizione circa la formazione di modanature, scorniciature, gocciolatoi, ecc.
Per tutte le opere infine è fatto obbligo all’Impresa di rilevare e controllare, a propria cura e spese, la corrispondenza
delle varie opere ordinate dalla D.L. alle strutture rustiche esistenti e di segnalare tempestivamente a quest’ultima ogni
divergenza od ostacolo, restando essa Impresa in caso contrario, unica responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi
all’atto della posa in opera. Essa avrà pure l’obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che
potessero essere richieste dalla D.L.
Art. 23 - DEMOLIZIONI
Le demolizioni dovranno essere eseguite con le necessarie precauzioni, in modo da prevenire qualsiasi infortunio
agli addetti al lavoro; l'Appaltatore determinerà, a suo esclusivo giudizio, la tecnica più opportuna, i mezzi d'opera,
l'impiego di personale e la successione dei lavori; pertanto l'Appaltatore esonera nel modo più ampio ed esplicito da
ogni responsabilità civile e penale, conseguente e dipendente dalla esecuzione dei lavori di demolizione, disfacimento o
rimozione, sia l'Appaltante che i propri organi di direzione, assistenza e sorveglianza.
La zona interessata dai lavori dovrà essere delimitata con particolare cura, sia per quanto riguarda il pubblico
transito che per quello degli addetti ai lavori.
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Nelle demolizioni l'Appaltatore dovrà procedere in modo da non deteriorare i materiali che possano ancora, a
giudizio della Direzione dei lavori, impiegarsi utilmente, sotto pena di rivalsa di danni verso l'Amministrazione, alla
quale spetta la proprietà di tali materiali, come quelli provenienti dagli scavi.
L'Appaltatore dovrà, a sua cura e spese, provvedere sia alla cernita ed accatastamento dei materiali reimpiegabili, sia
al trasporto a rifiuto dei materiali non riulizzabili.
La Direzione dei Lavori si riserva di disporre, a propria facoltà insindacabile, l'impiego dei suddetti materiali utili
per l'esecuzione dei lavori appaltati, deducendo l'importo, da valutarsi con i prezzi ad essi attribuiti in elenco.
Art. 24 - PROFILATURA DEI CIGLI E DELLE SCARPATE
Le scarpate laterali risultanti sia da scavi che da riporti saranno accuratamente rastrellate a mano in modo che a lavoro
eseguito la superficie si presenti uniforme, priva di pietre e comunque predisposta per il successivo inerbimento.
La profilatura dei cigli sarà eseguita pure a mano; in particolare si userà la massima cura nell'esecuzione del raccordo
tra il bordo superiore della scarpata in scavo ed il terreno non rimosso, in modo tale che il ciglio si presenti arrotondato e
privo di zolle sospese o comunque instabili.
Nulla è dovuto all'Impresa appaltatrice per le esecuzioni dei sopraddetti lavori essendo questi già conglobati nel prezzo
dello scavo.
Art. 25 – SISTEMAZIONI A VERDE
1 - Materiale agrario
Per "materiale agrario" si intende tutto il materiale usato negli specifici lavori di agricoltura, vivaismo e
giardinaggio (es. terreni e substrati di coltivazione, concimi, fitofarmaci, tutori, ecc), necessario alla
messa a dimora, alla cura e alla manutenzione delle piante occorrenti per la sistemazione. In relazione
alla grande quantità di terreno agrario presente sull’area di cantiere, l’Impresa si impegna, a sua cura e
spese, ad accantonare nell’ambito dell’area di cantiere, degli strati fertili del suolo destinati ad essere
impiegati per le sistemazioni a verde.
2 - Terra di coltivo riportata
L'Impresa prima di effettuare il riporto della terra di coltivo dovrà accertarne la qualità per sottoporla
all'approvazione della Direzione Lavori.
L'Impresa dovrà disporre a proprie spese l'esecuzione delle analisi di laboratorio, per ogni tipo di suolo.
Le analisi dovranno essere eseguite, salvo quanto diversamente disposto dal presente Capitolato,
secondo i metodi e parametri normalizzati di analisi del suolo, pubblicati dalla Società italiana della
Scienza del Suolo - S.I.S.S.
La terra di coltivo riportata dovrà essere priva di pietre, tronchi, rami, radici e loro parti, che possano
ostacolare le lavorazioni agronomiche del terreno dopo la posa in opera.
La quantità di scheletro con diametro maggiore di mm. 2,0 non dovrà eccedere il 25% del volume
totale.
L'Impresa dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori la terra da impiegare. Questa
comunque dovrà essere priva di agenti patogeni e di sostanze tossiche per le piante, a giudizio della
Direzione Lavori.
3 - Substrati di coltivazione
Con "substrati di coltivazione" si intendono materiali di origine minerale e/o vegetale utilizzati
singolarmente o miscelati in proporzioni note per impieghi particolari e per ottenere un ambiente di
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crescita adatto alle diverse specie che si vogliono mettere a dimora. Per substrati imballati le confezioni
dovranno riportare quantità, tipo e caratteristiche del contenuto.
In mancanza delle suddette indicazioni sulle confezioni, o nel caso di substrati non confezionati,
l'Impresa dovrà fornire, oltre ai dati sopra indicati, i risultati di analisi realizzate a proprie spese,
secondo i metodi normali dalla Società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S., da sottoporre
all'approvazione della Direzione Lavori.
I substrati, una volta pronti per l'impiego, dovranno essere omogenei e i componenti distribuiti in
proporzioni costanti all'interno della loro massa.
I substrati non confezionati o privi delle indicazioni sopra citate sulla confezione, potranno contenere
anche altri componenti, in proporzioni note, tutti chiaramente specificati, da sottoporre all'approvazione
della Direzione lavori.
L'Impresa dovrà determinare e sottoporre sempre all'approvazione della Direzione Lavori la densità
apparente e la capacità di campo dei substrati destinati alle opere pensili a verde.
4 - Concimi minerali ed organici
I concimi minerali, organici e misti da impiegare dovranno avere titolo dichiarato secondo le vigenti
disposizioni di legge ed essere forniti nell'involucro originale della fabbrica, fatta esclusione per i
letami, per i quali saranno valutate di volta in volta qualità e provenienza.
La Direzione Lavori si riserva il diritto di indicare con maggior precisione, scegliendo di volta in volta
eventualmente in base alle analisi di laboratorio sul terreno e sui concimi e alle condizioni delle piante
durante la messa a dimora e il periodo di manutenzione, quale tipo di concime dovrà essere usato.
5 - Arbusti e cespugli
Arbusti e cespugli, qualunque siano le loro caratteristiche specifiche (a foglia decidua o sempreverdi),
anche se riprodotti per via agamica, non dovranno aver portamento "filato", dovranno possedere un
minimo di tre ramificazioni alla base e presentarsi dell'altezza prescritta in progetto o in elenco prezzi,
proporzionata al diametro della chioma e a quello del fusto.
Anche per gli arbusti e cespugli l"altezza totale" verrà rilevata analogamente a quella degli alberi. Il
diametro della chioma sarà rilevato alla sua massima ampiezza.
Tutti gli arbusti e i cespugli dovranno essere forniti in contenitore o in zolla; a seconda delle esigenze
tecniche e della richiesta potranno essere eventualmente consegnati a radice nuda soltanto quelli a foglia
decidua, purchè di giovane età e di limitate dimensioni.
Il loro apparato radicale dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari. Per le
indicazioni riguardanti l'apparato radicale, l'imballo delle zolle, la terra delle zolle e dei contenitori vale
quanto esposto nel precedente articolo a proposito degli alberi.
6 - Sementi
L'Impresa dovrà fornire sementi selezionate e rispondenti esattamente a genere, specie e varietà
richieste, sempre nelle confezioni originali e sigillate munite di certificato di identità ed autenticità con
l'indicazione del grado di purezza e di germinabilità e della data di confezionamento e di scadenza
stabiliti dalle vigenti leggi.
L'eventuale mescolanza delle sementi di diverse specie (in particolare per i tappeti erbosi) dovrà
rispettare le percentuali richieste negli elaborati di progetto.
Tutto il materiale di cui sopra dovrà essere fornito in contenitori sigillati e muniti della certificazione
E.N.S.E. (ente Nazionale sementi Elette).
Per evitare che possano alterarsi o deteriorarsi, le sementi dovranno essere immagazzinate in locali
freschi e privi di umidità.
7 - Eliminazione e sostituzione delle piante morte
Le eventuali piante morte dovranno essere sostituite con altre identiche a quelle fornite in origine; la
sostituzione deve, in rapporto all'andamento stagionale, essere inderogabilmente effettuata nel più breve
tempo possibile dall'accertamento del mancato attecchimento.
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8 - Rinnovo delle parti non perfettamente riuscite dei tappeti erbosi e delle piante
Epoca e condizioni climatiche permettendo, l'impresa dovrà riseminare o piantare ogni superficie a
tappeto erboso che presenti una crescita irregolare o difettosa delle specie prative oppure sia stata
giudicata per qualsiasi motivo insufficiente dalla Direzione Lavori.
E’ richiesta la garanzia di attecchimento di ogni essenza vegetale (100% delle piante) a 90 giorni dalla
prima vegetazione successiva alla messa a dimora. L’avvenuto attecchimento delle piante deve essere
verbalizzato in contraddittorio fra la Direzione Lavori e Impresa entro 10 giorni dalla scadenza del
periodo sopra definito. L’Impresa è tenuta ad una sola sostituzione delle piante che non hanno
attecchito. Eventuali ulteriori sostituzioni di piante già sostituite una volta dovranno essere oggetto di
nuovi accordi fra le parti.
Il periodo di manutenzione a carico dell’Impresa di tutte le sistemazioni a verde (piante, arbusti e
tappeti erbosi) è di sei mesi dal certificato di ultimazione.
Art. 26 – TINTEGGIATURE
Prima di dare avvio alle operazioni di tinteggiatura l'impresa dovrà sottoporre le schede tecniche dei prodotti che
intende impiegare alla direzione lavori; in particolare verranno effettuati dei provini in numero minimo di 10 sulle murature
al fine di dare modo alla direzione lavori di scegliere la colorazione più idonea. I provini verranno effettuati con campioni
fedeli della superficie di almeno 5 metri quadri.
Solo dopo l'approvazione formale scritta delle varie tinte da adottare l'impresa provvederà alla preparazione del fondo
anche mediante stesa di primer nei casi in cui la superficie non fosse idonea a ricevere direttamente il trattamento previsto
dalla voce di prezzo.
Art. 27 – SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO
Tutti i serramenti esterni da impiegare nell'ambito della costruzione degli edifici dovranno rispettare quanto
specificato dalla norma UNI 11173. Saranno adottate serramenti in legno lamellare, essenza larice o abete rosso,
dimensionati in modo da ottemperare alle seguenti caratteristiche:
PERMEABILITA' ALL'ARIA (norma UNI 11173): Classe 2
RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO (norma UNI 11173): tenuta - Classe 3, deformazione C
TENUTA ALL' ACQUA (norma UNI 11173): Classe 4B
Il serramento dovrà essere dotato di marchiatura CE secondo la norma EN 14351-1.
Il telaio dovrà rispondere alla normativa EN ISO 10077-2 allegato E e possedere un valore Uf pari a 1,5. Le
prove atte a verificare la rispondenza delle precedenti caratteristiche dovranno essere effettuate da istituti accreditati e
notificati.
Il falso telaio dovrà avere caratteristiche di tenuta acustica e termica simili a quelle del serramento.
La posa in opera dei componenti dovrà rispondere ai requisiti della normativa UNI 10818: il fissaggio dell'infisso
deve avvenire con le modalità indicate dal produttore, verificando:
• il numero di fissaggi lungo il perimetro del telaio fisso;
• la distanza tra i fissaggi;
• la distanza tra il fissaggio e l'angolo dell'infisso;
• il posizionamento del punto di fissaggio rispetto alla cerniera dell'anta del telaio fisso.
I giunti devono essere realizzati con tecniche, metodologie e materiali come da prescrizione del produttore.
La realizzazione dei giunti deve essere effettuata per collegare il telaio con il vano sia dal lato verso l'ambiente
interno sia dal lato verso l'ambiente esterno e per separare l'ambiente interno da quello esterno nel modo più efficace
per gli aspetti termici, acustici, di tenuta all'acqua, di tenuta all'aria rispettando quanto previsto per la dilatazione
dell'intero sistema del produttore.
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I giunti da sigillare sono tra falso telaio e grezzo, tra falso telaio e serramento: entrambi dovranno avere uguali
caratteristiche di tenuta acustica, termica e all'aria.
I giunti dovranno essere sigillati sui quattro lati con nastri precompressi autoespandenti, con particolare
attenzione al giunto sul davanzale nel quale la permeabilità al vapore del piano interno dovrà essere dieci volte
superiore a quella del piano esterno.
Entro due mesi dalla consegna dei lavori l'impresa presenterà il progetto costruttivo di ogni serramento esterno
inserendo negli elaborati tutti i dati finalizzati a soddisfare le caratteristiche richieste del presente articolo.
Art. 28 – FASCIONE IN ALLUMINIO E POLIURETANO
Sui prospetti degli edifici, nella porzione sottostante lo sbalzo relativa alla copertura, occorre realizzare un
fascione composto da un telaio in alluminio e dei pannelli isolanti idoneamente rivestiti il lamiera di alluminio
preverniciata. Le dimensioni del suddetto manufatto sono evidenziate nelle tavole grafiche.
L'isolante contenuto nei pannelli avrà una conducibilità massima pari a lambda = 0.35 W/mk.
Il fascione è vincolato normalmente alla muratura esterna del fabbricato oppure, in casi particolari in presenza di
macchinari per il ricambio di aria, ad una struttura metallica realizzata “ad hoc”. È compreso nel prezzo l'onere di
realizzare all'interno dei pannelli degli fori a tenuta per inserire le griglie dei suddetti macchinari.
Il manufatto dovrà rispettare quanto specificato dalla norma UNI 11173.
Verranno inoltre garantite le seguenti caratteristiche:
PERMEABILITA' ALL'ARIA (norma UNI 11173): Classe 2
RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO (norma UNI 11173): tenuta - Classe 3, deformazione C
TENUTA ALL' ACQUA (norma UNI 11173): Classe 4B
Il serramento dovrà essere dotato di marchiatura CE secondo la norma EN 14351-1.
Il telaio dovrà rispondere alla normativa EN ISO 10077-2 allegato E e possedere un valore Uf pari a 1,5. Le
prove atte a verificare la rispondenza delle precedenti caratteristiche dovranno essere effettuate da istituti accreditati e
notificati.
I giunti devono essere realizzati con tecniche, metodologie e materiali come da prescrizione del produttore.
La realizzazione dei giunti deve essere effettuata per collegare il telaio con il vano sia dal lato verso l'ambiente
interno sia dal lato verso l'ambiente esterno e per separare l'ambiente interno da quello esterno nel modo più efficace
per gli aspetti termici, acustici, di tenuta all'acqua, di tenuta all'aria rispettando quanto previsto per la dilatazione
dell'intero sistema del produttore.
I giunti da sigillare sono tra falso telaio e grezzo, tra falso telaio e serramento: entrambi dovranno avere uguali
caratteristiche di tenuta acustica, termica e all'aria.
I giunti dovranno essere sigillati sui quattro lati con nastri precompressi autoespandenti.
Entro due mesi dalla consegna dei lavori l'impresa presenterà il progetto costruttivo del manufatto inserendo
negli elaborati tutti i dati finalizzati a soddisfare le caratteristiche richieste del presente articolo.
Il manufatto dovrà essere realizzato con profilati del sistema tipo METRA NC 72.1 STH ed estrusi nel rispetto
delle tolleranze previste dalla norma UNI EN 12020 in lega primaria d’alluminio 6060 secondo le norme UNI EN 573 allo
stato fisico T5 secondo la normativa UNI EN 515.
Il sistema richiesto dovrà essere quello denominato “a giunto aperto” con profilati a taglio termico nel rispetto
delle disposizioni previste dalla norma UNI 10680.
Lo spessore medio dei profilati dovrà essere conforme alla normativa UNI EN 755.
I vari componenti dovranno rispondere ai requisiti dalla normativa UNI 3952.
I componenti saranno realizzati in modo tale che le dilatazioni generate dalla variazione della temperatura e dalle
tolleranze e movimenti della struttura edilizia possano essere assorbite senza rumori e deformazioni dal serramento, per cui
i profilati, gli accessori e le guarnizioni dovranno essere utilizzati in modo corretto rispettando le indicazioni delle
tolleranze di taglio e di montaggio riportate sulla documentazione tecnica di lavorazione e di posa del sistema.
L’interruzione del ponte termico dei profilati dovrà essere ottenuta mediante l’inserimento di speciali barrette in
poliammide rinforzato da 34 mm poste tra i due elementi di profilato estrusi separatamente.
La particolare conformazione geometrica delle due barrette di poliammide (sezione tubolare) avrà la caratteristica
di evitare i moti convettivi dell’aria all’interno delle tubolarità del profilato.
L’assemblaggio dei profilati dovrà essere eseguito mediante rullatura meccanica previa operazione di zigrinatura
sull’estruso in alluminio .
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Il fornitore dovrà dichiarare le caratteristiche meccaniche dei profilati per le opportune verifiche statiche indotte
dal carico del vento e dal peso dei vetri.
I listelli isolanti dovranno consentire trattamenti di ossidazione e verniciatura a forno con temperature fino a 180 200° per la durata di 15 minuti senza alterazioni nella qualità del collegamento.
Il serramento a taglio termico garantirà un valore di trasmittanza Uf compreso tra 2.04 e 2.47 W/m2K secondo
EN ISO 10077/2.
Inoltre speciali guarnizioni per i vetri e di tenuta del giunto aperto garantiranno un valore di trasmittanza Uf
compreso tra 2.04 e 2.47 W/m2K.
Tali valori di trasmittanza dovranno essere certificati da laboratori riconosciuti a livello europeo.
La trasmittanza media termica del serramento, completo in ogni sua parte (alluminio + pannello isolante) dovrà
avere un coefficiente di Trasmittanza Termica Media Uw di 1,0 W/Mq°K.
CRITERI DI CALCOLO STATICO
I calcoli dovranno essere eseguiti applicando i pesi degli elementi di tamponamento indicati dai fabbricanti, i
carichi e i sovraccarichi in conformità alla normativa italiana e alle normative UNI (DM. 16/ 1 / 1996, UNI 7143, UNI
8634).
I profilati dovranno essere dimensionati in modo da non subire deformazioni in campo elastico superiori a 1/200
della distanza fra due successivi punti di vincolo alla struttura dell’edificio e comunque non superare il limite di 15 mm.
In tutti i casi dove saranno previsti vetrocamera, la freccia massima non dovrà superare il limite massimo di 1/300
della dimensione della lastra e dovrà essere comunque inferiore a 8 mm.
Le lastre di vetro dovranno essere dimensionate secondo la normativa UNI 7143.
La sigma massima ammissibile dell’alluminio è 850 Kg/cm2.
LIMITI D’IMPIEGO
Il progettista o il serramentista, nel determinare le dimensioni massime dei serramenti, dovrà considerare e
valutare, oltre le dimensioni ed il momento d'inerzia dei profilati, anche i dati tecnici degli accessori e le caratteristiche
applicative e meteorologiche quali l’altezza dal suolo, l’esposizione alla pioggia e la velocità dei venti nella zona.
Per le caratteristiche applicative, consigliamo di consultare e seguire le “Raccomandazioni UNCSAAL” elaborate
sulla base delle normative UNI, UNI-EN e UNI-CNR esistenti in merito.
CONTROLLI
Relativamente alla qualità dei materiali forniti, alla protezione superficiale ed alle prestazioni, la D.D.LL (il
committente) si riserva la facoltà di controllo e di collaudo secondo le modalità ed i criteri previsti dalla UNI 3952 alla
voce ‘collaudo mediante campionamento’. Le caratteristiche di tenuta e di resistenza all’aria, all’acqua ed al carico del
vento ottenibili dal “sistema” dovranno essere dimostrabili con riproduzione in fotocopia dei risultati del collaudo effettuato
dal costruttore dei serramenti o, in mancanza, dal produttore del sistema:
Prova di permeabilità all’aria
Prova di tenuta all’acqua
Prova di resistenza al vento
Le prove dovranno essere eseguite secondo le normative: UNI EN 1026, UNI EN 1027, UNI EN 12211.
I controlli delle finiture superficiali potranno essere eseguiti in conformità a quanto previsto dalle direttive di
marchio QUALICOAT e QUALANOD.
Art. 29 – MANUFATTI IN METALLO
CORRIMANO IN ACCIAIO
Sono a carico dell’Impresa tutti gli adattamenti necessari per la posa dei corrimano alla conformazione di
dettaglio del supporto di posa in modo da garantire, in ogni caso, la perfetta verticalità dei montanti e il perfetto
parallelismo dei correnti e dei corrimano al suddetto supporto.
I manufatti metallici sui quali è previsto un trattamento di verniciatura saranno sottoposti ai seguenti
trattamenti:
Sabbiatura realizzata secondo la specifica SSPC-SP/10/63. Grado di pulitura SA 2.
Mano di fondo di antiruggine a base di fosfato di zinco in veicolo oleofenico, spessore 30/40 micron.
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Mano intermedia di epossivinilico da realizzare in officina o a terra in cantiere spessore 30/40 micron.
Seconda mano a finire di epossivinilico o poliuretanico da realizzare in opera dopo avere effettuato gli
opportuni ritocchi con una mano di zinco e di epossivinilico sulle superfici saldate o abrase durante le operazioni di
montaggio, spessore 40/50 micron.
Le griglie in ghisa sferoidale saranno del tipo carrabile da mezzi pesanti.
Art. 30 – TUBAZIONI IN MATERIALE PLASTICO
Tubi di PVC - Dovranno essere ottenuti per estrusione a garanzia di una calibratura perfetta e continua e
devono soddisfare le norme UNI vigenti e risultare idonei alle prove prescritte dalla norma UNI 7448/75:
1- scarichi per acque fredde : devono essere realizzati con tubi che corrispondano alla norma UNI 7443/75 ed avere gli
spessori del Tipo 3O1 e con pezzi speciali che rispettino la norma UNI 7444/75;
2- scarichi per acque calde: devono essere realizzati con tubi che corrispondono alla norma UNI 7443/75 ed avere gli
spessori del Tipo 302 e con pezzi speciali che rispettino la norma UNI 7444/75.
Essi sono adatti al convogliamento di fluidi caldi a flusso continuo e temperatura di 7O ° C, e a flusso intermittente fino
alla temperatura di 95° C, condizioni sufficienti a consentire lo smaltimento delle acque delle utenze domestiche;
3- Condotte interrate: devono corrispondere alla norma UNI 7447/75;
4- adduzione e distribuzione di acque in pressione: devono essere realizzate con tubi che corrispondano alla norma UNI
7441/75 per tipi, dimensioni, caratteristiche, e alla circolare del Ministero della Sanità n°125 del 18 luglio 1967 che
disciplina l'utilizzazione di PVC per tubazioni di acque potabili.
I pezzi speciali destinati a queste condotte devono corrispondere alla norma UNI 7442/75.
Art. 31 – VERNICIATURE
CHIUSINI E GRIGLIATI
Tutti i chiusini e i grigliati verranno realizzati mediante ghisa sferoidale e accompagnati da certificazione
attestante la carrabilità da parte di mezzi pesanti.
Art. 32 – SISTEMA DI ISOLAMENTO DELL’INVOLUCRO ESTERNO DELL’EDIFICIO
Su tutta la superficie esterna degli edifici è previsto un sistema di isolamento; come è precisato nella relativa voce
di prezzo il sistema comprende due tipologie di lavorazione:
1) cappotto;
2) facciata ventilata.
La voce di prezzo a misura compensa sia una che l'altra lavorazione.
Entrambe le lavorazioni verranno realizzate in ottemperanza alle norme ETAG; la scelta del sistema da adottare
dovrà essere univoca per tutte le superfici in modo da avere un solo fornitore per tutti i materiali necessari, qualsiasi sia il
materiale da adottare per l’isolamento (lana di roccia, XPS). Entro quattro mesi dall'avvio dei lavori l'impresa sottoporrà
alla direzione lavori il sistema da adottare per la lavorazione di cui trattasi; solo dopo l'approvazione scritta da parte della
direzione lavori l'impresa potrà avviare l'ordinativo dei materiali necessari.
Nel compenso al metro quadrato sono compresi i seguenti oneri:
1) preparazione del supporto di applicazione mediante lavaggio, anche a mezzo di acqua in pressione, di tutta la
superficie esterna dell'edificio, mazzette dei serramenti comprese.
2) Utilizzo di lastre in lana di roccia dello spessore vario, secondo le indicazioni contenute negli elaborati grafici,
conducibilità termica inferiore a 0.036 W/mK.
L’incollaggio avverrà mediante collante a base cementizia, granulometria inferiore a 1.4 mm, acqua di impasto
26% circa, resistenza a flessione 28 GG 5 N/mmq, conforme alla norma UNI EN 998-1; il collante verrà applicato su
tutta la superficie del pannello in modo da assicurare la perfetta aderenza del pannello al supporto; il montaggio verrà
condotto da basso verso l'alto, a giunti sfalsati, avendo cura di evitare l'applicazione di collante sui bordi dei pannelli, in
modo da evitare la formazione di ponti termici; i pannelli verranno battuti con frattazzo di legno o plastica in modo da
farli aderire perfettamente al supporto; la planarità dell'applicazione verrà verificata di frequente a mezzo di una
staggia.
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A partire dal basso, nei primi 100 cm, verranno posati pannelli di pari spessore in polistirolo estruso (XPS).
Tale materiale sarà utilizzato anche per la copertura, con spessori variabili in funzione di quanto contenuto
negli elaborati grafici.
Verranno altresì utilizzati degli elementi in vetro cellulare, di spessore pari a 35 cm, posizionati tra il primo
solaio e la muratura. Tali elementi potranno anche non fare parte della certificazione ETAG relativa alla parte restante
dell'involucro in quanto parte integrante della muratura di tamponamento.
A distanza di circa 1 giorno e comunque dopo l'indurimento dell'adesivo, si procederà al fissaggio meccanico
dei pannelli mediante appositi tasselli meccanici con elemento di connessione in materiale plastico; la penetrazione dei
tasselli nel supporto dovrà essere valutata in funzione del supporto; a tal riguardo l’impresa presenterà uno schema
grafico dei prospetti di intervento evidenziando il tipo di supporto e indicando i tasselli impiegati; i tasselli verranno
inseriti in ragione di almeno 6 per ogni metro quadrato di cappotto realizzato. I tasselli non fissi dovranno essere
rimossi con idonea attrezzatura e sostituiti. I tasselli saranno dimensionati da parte dell’impresa in funzione del
supporto (tipologia e spessore) e avranno la parte di ancoraggio in materiale plastico.
3) applicazione della rete di armatura immediatamente a seguito della stesura in maniera uniforme del rasante con
spatola metallica; la rete verrà posata dall'alto verso il basso, annegandola nello strato di rasante, avendo cura che il
sormonto delle strisce adiacenti sia almeno 10 cm; in corrispondenza di spigoli (del fabbricato relativi alle aperture) si
dovrà annegare ulteriori pezzi di rete con inclinazione a 45°, come rinforzo.
4) rasatura finale;
5) applicazione di finitura in pasta composta da speciali leganti acril-siliconici all'acqua che conferiscano
idrorepellenza, ma traspirabilità.
6) applicazione di finitura cromatica silossanica, colore a scelta della direzione lavori tra quelli indicati nelle tavole
grafiche, a norma DIN 18363 2.4.1 tipo KEIM Granital.
Art. 33 – COLLAUDI TUBAZIONI
Tutte le tubazioni di convogliamento di fluidi, in qualunque materiale esse siano, verranno, a cura e spese
dell’Impresa, sottoposte a collaudo. Anche per le tubazioni a gravità potranno essere richieste prove di tenuta da parte della
direzione lavori e dette prove saranno totalmente a carico dell’Impresa. L’impresa è tenuta a fornire tutte le attrezzature
necessarie, a propria cura e spese, per la realizzazione delle prove di collaudo. In caso evidente inadeguatezza ed
inaffidabilità delle attrezzature di prova fornite dall’Impresa la direzione lavori potrà pretendere l’allontanamento delle
attrezzature e attribuire, a ditta di propria fiducia, l’esecuzione delle prove stesse. In tal caso il compenso alla nuova ditta
per le sopraccitate prove verrà dedotto interamente nel certificato di pagamento relativo al successivo SAL e nel conto
finale.
Art. 34 – STRUTTURE IN CARPENTERIA METALLICA
Le strutture compensate con le voci di prezzo relative alla carpenteria metallica sono realizzate in acciaio B450C.
Sono compresi nel prezzo unitario gli oneri per la solidarizzazione dei profilati tra di loro nonché per la loro
solidarizzazione con strutture in cemento armato anche mediante tasselli chimici o meccanici. Pur mantenendo il disegno,
lo schema statico la tipologia dei profilati adottati, l’impresa potrà proporre soluzioni alternative alla saldatura per i sistemi
di solidarizzazione e giunzione dei singoli profilati, al fine di ottenere, comunque, il manufatto così come schematizzato
negli elaborati grafici. In ogni caso l’impresa è tenuta ad eseguire il calcolo di dimensionamento delle saldature e dei
sistemi di giunzione previsti.
ACCIAIO
Tutte le superfici metalliche sono trattate mediante verniciatura secondo le prescrizioni sotto riportate:
Sabbiatura realizzata secondo la specifica SSPC-SP/10/63. Grado di pulitura SA 2.
Mano di fondo di antiruggine a base di fosfato di zinco in veicolo oleofenico, spessore 30/40 micron.
Mano intermedia di epossivinilico da realizzare in officina o a terra in cantiere spessore 30/40 micron.
Seconda mano a finire di epossivinilico o poliuretanico da realizzare in opera dopo avere effettuato gli
opportuni ritocchi con una mano di zinco e di epossivinilico sulle superfici saldate o abrase durante le operazioni di
montaggio, spessore 40/50 micron.
I suddetti trattamenti dovranno essere certificati dall’officina di produzione della struttura.
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Art. 35 – SISTEMA DI ISOLAMENTO A CASSONE
• Descrizione platea
1.0 SUPPORTO TB
Il supporto è costituito da strato, di adeguato spessore, di magrone di fondazione, accuratamente lisciato in
superficie. Il supporto dovrà essere consegnato, liscio, pulito asciutto.
2.0 STRATO DI COMPENSAZIONE
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di compensazione realizzato con tessuto non tessuto di polipropilene 100% isotattico, ottenuto mediante
coesionamento meccanico per agugliatura, stabilizzato termicamente con esclusione di colle, termocoesionato, modello
SARNAFELT PP del peso di 800 g/m2. Imputrescibile, resistente ai microorganismi ed ai roditori, avente le seguenti
caratteristiche:
- resistenza a trazione media 1000 N/5cm secondo norma EN ISO 10319
- allungamento medio a carico massimo 60-100%.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 10 cm.
3.0 STRATO IMPERMEABILE (pvc)
- Fornitura
- Posa in opera
Manto impermeabile sintetico realizzato in “lega” di poliolefine flessibili (FPO), con armatura interna in velo
vetro, monostrato non prelaminato, non resistente ai raggi UV, resistente al radon, con strato segnaletico modello
SIKAPLAN WT 1200-20C spessore 2,0 mm, ottenuto in monostrato mediante procedimento di spalmatura diretta per
estrusione in unico passaggio sulle due facce dell’armatura.
Avente le seguenti caratteristiche:
- Superficie: liscia;
- Colore faccia superiore: verde chiaro (strato segnaletico);
- Colore faccia inferiore: grigio scuro;
- Difetti visibili: Conforme, secondo norma EN 1850-2;
- Rettilineità: _ 50 mm/10 m, secondo norma EN 1848-2;
- Massa areica: 1,85 (-5 / +10%) kg/m2, secondo norma EN 1849-2;
- Spessore: 2,0 (-5 / +10%) mm, secondo norma EN 1849-2;
- Tenuta all’acqua, impermeabilità: Conforme, secondo norma EN 1928 B (24h60kPa);
- Resistenza all’urto: _ 700 mm, secondo norma EN 12691:2005;
- Invecchiamento artificiale e tenuta all’acqua: Conforme, secondo norma EN 1296 (12 settimane), EN 1928 B
(24h / 60kPa);
- Esposizione agli agenti chimici liquidi e tenuta all’acqua: Conforme, secondo norma EN 1847 (28 gg, 23°C),
EN 1928 B (24h / 60kPa);
- Invecchiamento accelerato in ambiente alcalino, carico di rottura: Conforme, secondo norma EN 12311-2,
appendice C (24 settimane / 90°C);
- Compatibilità al bitume: Conforme, secondo norma EN 1548 (28gg / 70°C), EN 1928 A;
- Resistenza alla lacerazione (metodo del chiodo): _ 650 N, secondo norma EN 12310-1;
- Resistenza al taglio delle giunzioni (saldature): _ 800 N/50 mm, secondo norma EN 12317-2;
- Carico di rottura longitudinale: _ 10,0 N/mm2, secondo norma EN 12311-2;
- Carico di rottura trasversale: _ 8,5 N/mm2, secondo norma EN 12311-2;
- Allungamento a rottura longitudinale: _ 450%, secondo norma EN 12311-2;
- Allungamento a rottura trasversale: _ 450%, secondo norma EN 12311-2;
- Proprietà di trasmissione del vapore d’acqua: 90.000 (+/- 25.000), secondo norma EN 1931 (23°C / 75%
r.F.);
- Resistenza al carico statico: _ 20 kg, secondo norma EN 12730 (Metodo B (24 h / 20 kg));
- Reazione al fuoco: Classe E, secondo norma EN 13501-1;
- Stabilità dimensionale a caldo: < 0,20 %, secondo norma EN 1107-2 (6h / +80°C);
- Flessibilità a freddo: Nessuna rottura a -50°C, secondo norma EN 495-5;
- Produzione con sistema di qualità certificato secondo norma ISO 9001 e ISO 14001;
- Certificazione CE secondo norma EN 13967, soddisfa i requisiti della norma SIA V 280.
Avente elevata stabilità chimica, ampio spettro di resistenza alle sostanze di percolamento, avanzato profilo
ecologico. Esente da composti alogenati, plastificanti, bitumi e metalli pesanti.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 8 cm.
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Saldatura per termo-fusione dei sormonti mediante apporto di aria calda con sistemi Sika-Sarnafil manuali ed
automatici, previa preparazione/pulizia con Sarnafil T PREP.
Tutte le saldature manuali verranno realizzate in tre fasi:
- puntatura dei teli
- presaldatura con formazione di sacca interna
- saldatura finale a tenuta ermetica.
4.0 STRATO DI PROTEZIONE
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di compensazione realizzato con tessuto non tessuto di polipropilene 100% isotattico, ottenuto mediante
coesionamento meccanico per agugliatura, stabilizzato termicamente con esclusione di colle, termocoesionato, modello
SARNAFELT PP del peso di 800 g/m2.
Imputrescibile, resistente ai microorganismi ed ai roditori, avente le seguenti caratteristiche:
- resistenza a trazione media 1000 N/5cm secondo norma EN ISO 10319
- allungamento medio a carico massimo 60-100%.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 10 cm.
5.0 STRATO DI SEPARAZIONE e SCORRIMENTO
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di separazione e scorrimento realizzato con film di polietilene a bassa densità LDPE MICROFORATO,
ad alta traspirabilità, spessore 0,10 mm.
Avente le seguenti caratteristiche:
- valore m 3.550 ca;
- Permeabilità al vapore: 1,306 x 10-7 kg/m2s
- Microforatura a freddo in linea distanza 30 x 30 mm.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 10 cm.
Sigillatura dei sormonti con nastro monoadesivo di polietilene larghezza 5 cm.
5.0 STRATO DI PROTEZIONE MECCANICA
Formazione di cappa di protezione della stratigrafia impermeabile realizzata in calcestruzzo, avente spessore 4
- 6 cm.
La cappa deve essere dimensionata per resistere alle sollecitazioni,sia statiche che dinamiche, cui sarà
sottoposta,senza rotture o fratturazioni che possano danneggiare la stratigrafia sottostante, se necessario sarà interposta
una adeguata armatura.
Per evitare danneggiamenti del risvolto verticale dell'impermeabilizzazione, dovrà essere posizionato lungo
tutti i perimetri della cappa un elemento ammortizzante, con la funzione di assorbire i movimenti della cappa dovuti alle
dilatazioni termiche.
Tale elemento ammortizzante potrà essere realizzato con lastre di materiale espanso (previa interposizione di
strato di separazione ove necessario) dello spess. di 1-2 cm.
• Descrizione pareti
1.1 SUPPORTO
Il supporto è costituito dalle pareti in ca realizzate nello sbancamento dell'area. Il supporto dovrà essere
consegnato liscio, pulito, asciutto, con angoli e spigoli regolari.
2.1 STRATO DI COMPENSAZIONE
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di compensazione realizzato con tessuto non tessuto di polipropilene 100% isotattico, ottenuto mediante
coesionamento meccanico per agugliatura, stabilizzato termicamente con esclusione di colle, termocoesionato, modello
SARNAFELT PP del peso di 500 g/m2. Imputrescibile, resistente ai microorganismi ed ai roditori, avente le seguenti
caratteristiche:
- resistenza a trazione media 1000 N/5cm secondo norma EN ISO 10319
- allungamento medio a carico massimo 60-100%.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 10 cm.
3.1 STRATO IMPERMEABILE (pcv)
- Fornitura
- Posa in opera
Manto impermeabile sintetico realizzato in “lega” di poliolefine flessibili (FPO), con armatura interna in velo
vetro, monostrato non prelaminato, non resistente ai raggi UV, resistente al radon, con strato segnaletico modello
21
SIKAPLAN WT 1200-20C spessore 2,0 mm, ottenuto in monostrato mediante procedimento di spalmatura diretta per
estrusione in unico passaggio sulle due facce dell’armatura. Avente le seguenti caratteristiche:
- Superficie: liscia;
- Colore faccia superiore: verde chiaro (strato segnaletico);
- Colore faccia inferiore: grigio scuro;
- Difetti visibili: Conforme, secondo norma EN 1850-2;
- Rettilineità: _ 50 mm/10 m, secondo norma EN 1848-2;
- Massa areica: 1,85 (-5 / +10%) kg/m2, secondo norma EN 1849-2;
- Spessore: 2,0 (-5 / +10%) mm, secondo norma EN 1849-2;
- Tenuta all’acqua, impermeabilità: Conforme, secondo norma EN 1928 B (24h60kPa);
- Resistenza all’urto: _ 700 mm, secondo norma EN 12691:2005;
- Invecchiamento artificiale e tenuta all’acqua: Conforme, secondo norma EN 1296 (12 settimane), EN 1928 B
(24h / 60kPa);
- Esposizione agli agenti chimici liquidi e tenuta all’acqua: Conforme, secondo norma EN 1847 (28 gg, 23°C),
EN 1928 B (24h / 60kPa);
- Invecchiamento accelerato in ambiente alcalino, carico di rottura: Conforme, secondo norma EN 12311-2,
appendice C (24 settimane / 90°C);
- Compatibilità al bitume: Conforme, secondo norma EN 1548 (28gg / 70°C), EN 1928 A;
- Resistenza alla lacerazione (metodo del chiodo): _ 650 N, secondo norma EN 12310-1;
- Resistenza al taglio delle giunzioni (saldature): _ 800 N/50 mm, secondo norma EN 12317-2;
- Carico di rottura longitudinale: _ 10,0 N/mm2, secondo norma EN 12311-2;
- Carico di rottura trasversale: _ 8,5 N/mm2, secondo norma EN 12311-2;
- Allungamento a rottura longitudinale: _ 450%, secondo norma EN 12311-2;
- Allungamento a rottura trasversale: _ 450%, secondo norma EN 12311-2;
- Proprietà di trasmissione del vapore d’acqua: 90.000 (+/- 25.000), secondo norma EN 1931 (23°C / 75%
r.F.);
- Resistenza al carico statico: _ 20 kg, secondo norma EN 12730 (Metodo B (24 h / 20 kg));
- Reazione al fuoco: Classe E, secondo norma EN 13501-1;
- Stabilità dimensionale a caldo: < 0,20 %, secondo norma EN 1107-2 (6h / +80°C);
- Flessibilità a freddo: Nessuna rottura a -50°C, secondo norma EN 495-5;
- Produzione con sistema di qualità certificato secondo norma ISO 9001 e ISO 14001;
- Certificazione CE secondo norma EN 13967, soddisfa i requisiti della norma SIA V 280.
Avente elevata stabilità chimica, ampio spettro di resistenza alle sostanze di percolamento, avanzato profilo
ecologico. Esente da composti alogenati, plastificanti, bitumi e metalli pesanti.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di 8 cm.
Saldatura per termo-fusione dei sormonti mediante apporto di aria calda con sistemi Sika-Sarnafil manuali ed
automatici, previa preparazione/pulizia con Sarnafil T PREP.
Tutte le saldature manuali verranno realizzate in tre fasi:
- puntatura dei teli
- presaldatura con formazione di sacca interna
- saldatura finale a tenuta ermetica.
Descrizione dettagli
1.d SISTEMA DI ANCORAGGIO
- Fornitura
Speciale profilo waterstop di settorizzazione modello FUGENBAND AF 310/30 larghezza 310 mm, realizzato
in poliolefine, avente nr.4 particolari alette di altezza 30 mm per l'ancoraggio nel getto in calcestruzzo. Quando verrà
realizzato il getto in calcestruzzo il profilo risulterà annegato in esso, formando così il raccordo ermetico del manto
impermeabile alla struttura. Al profilo Fugenband verrà saldato per termo-fusione al manto impermeabile Sarnafil,
così da formare un raccordo di testa ermetico.
2.d STRATO DI PROTEZIONE MECCANICA
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di protezione meccanica del manto impermeabile realizzato con specifico manto in lega di poliolefine
flessibili, armato in velo di vetro, non prelaminato modello SARNAFIL T N8-20 spessore 2,0 mm, ottenuto in
monostrtato mediante procedimento di spalmatura per estrusione diretta sulle due facce dell'armatura.
Avente le seguenti caratteristiche:
- Colore: grigio scuro
- Massa: 2,0 Kg/m2
22
- Resistenza alla perforazione meccanica: 750 mm a norma SIA 280/14
- Resistenza a pressione continua: >6,0 N/mm2 a norma SIA 280/13
- Deformazione dopo ciclo termico: <0,1% a norma SIA 280/3
- Produzione con sistema di qualità certificato secondo norma ISO 9001.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di circa 8 cm, eventuale saldatura dei sormonti
3.d STRATO DI PROTEZIONE e DRENAGGIO
- Fornitura
- Posa in opera
Strato di protezione composto da geocomposito drenante antipunzonamento, formato da un’anima centrale in
filamenti di polipropilene termocoesionato nei punti di contatto e accopiato sui due lati da tessuto non tessutoin
polipropilene avente spessore min 20 mm.
Posa a secco con sovrapposizione dei teli di ca 10 cm
23
CAPO I - QUALITÀ, PROVENIENZA E PROVE DEI MATERIALI; MODALITÀ DI ESECUZIONE DI OGNI
CATEGORIA DI LAVORO; .............................................................................................................................................1
PARTE I: QUALITÀ, PROVENIENZA E PROVE DEI MATERIALI .........................................................................1
Art. 1 - PIETRAME ....................................................................................................................................................1
Art. 2 – PIETRE DA TAGLIO PER BORDURE, SOGLIE E COPERTINE ...............................................................1
Art. 3 – MATERIALI LATERIZI .................................................................................................................................1
Art. 4 - MATERIALI FERROSI E METALLI VARI ....................................................................................................1
Art. 5 - TUBAZIONI ...................................................................................................................................................2
Art. 6 - BITUMI ..........................................................................................................................................................2
Art. 7 - PROVE DEI MATERIALI ..............................................................................................................................3
PARTE II: MODALITÀ DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO .....................................................4
Art. 8 - TRACCIAMENTI ...........................................................................................................................................4
Art. 9 – INTERFERENZE CON SERVIZI TECNOLOGICI........................................................................................4
Art. 10 - SCAVI IN GENERE ....................................................................................................................................4
Art. 11 - REINTERRI................................................................................................................................................5
Art. 12 - RILEVATI, RIPORTI E RIEMPIMENTI IN GENERE .................................................................................5
Art. 13 - CONTINUITA' DEI CORSI D'ACQUA E DELLE CANALIZZAZIONI .......................................................7
Art. 14 - MALTE E CONGLOMERATI ......................................................................................................................7
Art. 15 - CALCESTRUZZI..........................................................................................................................................7
Art. 16 - OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO ..........................................................................7
Art. 17 – ARMATURE IN ACCIAIO.........................................................................................................................10
Art. 18 - MURATURE DI GETTO O CALCESTRUZZI ...........................................................................................11
Art. 19 - COLLAUDI ................................................................................................................................................11
Art. 20 - PARATIE O CASSERI................................................................................................................................11
Art. 21 - MURATURE DI GETTO O CALCESTRUZZI ...........................................................................................12
Art. 22 - OPERE IN MARMO-PIETRE NATURALI E ARTIFICIALI. NORME GENERALI...................................12
Art. 23 - DEMOLIZIONI ..........................................................................................................................................12
Art. 24 - PROFILATURA DEI CIGLI E DELLE SCARPATE ..................................................................................13
Art. 25 – SISTEMAZIONI A VERDE........................................................................................................................13
Art. 26 – TINTEGGIATURE.....................................................................................................................................15
Art. 27 – SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO........................................................................................................15
Art. 28 – FASCIONE IN ALLUMINIO E POLIURETANO......................................................................................16
Art. 29 – MANUFATTI IN METALLO .....................................................................................................................17
Art. 30 – TUBAZIONI IN MATERIALE PLASTICO ................................................................................................18
Art. 31 – VERNICIATURE .......................................................................................................................................18
Art. 32 – SISTEMA DI ISOLAMENTO DELL’INVOLUCRO ESTERNO DELL’EDIFICIO ...................................18
Art. 33 – COLLAUDI TUBAZIONI ..........................................................................................................................19
Art. 34 – STRUTTURE IN CARPENTERIA METALLICA .......................................................................................19
Art. 35 – SISTEMA DI ISOLAMENTO A CASSONE ...............................................................................................20
24
OPERE STRUTTURALI
PREMESSA
Nel presente documento vengono riportate le specifiche tecniche e le caratteristiche
prestazionali degli elementi ovvero dei materiali, componenti, parti d’opera, attrezzature e
lavorazioni previste per le opere strutturali nel presente progetto esecutivo .
PARTE A - OPERE CIVILI
“PROVENIENZA, CARATTERISTICHE E NORME DI ACCETTAZIONE
DEI MATERIALI”
A.1.
GENERALITA’
I materiali da impiegare per i lavori previsti in progetto dovranno ottemperare, come caratteristiche, a
quanto stabilito dalle leggi, regolamenti e norme ufficiali vigenti in materia ed alle specifiche riportate nel
presente documento nonché alle norme di aggiornamento, modifica od integrazione vigenti, anche se non
esplicitamente richiamate nel presente Disciplinare. I materiali proverranno da quelle località o fabbriche che
l’Appaltatore riterrà di buona qualità e risponderanno ai requisiti appresso indicati. I materiali, per regola,
saranno sottoposti all'approvazione della D.L., almeno 45 giorni prima dell'impiego e dovranno essere
soggetti ai controlli di qualità previsti dalla normativa.L'accettazione dei materiali e dei componenti è da
ritenersi definitiva solo dopo la loro posa in opera. La Direzione Lavori può rifiutare in qualunque momento
i materiali ed i componenti deperiti dopo la loro introduzione in cantiere o nel caso in cui, per qualsiasi
motivo, non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dai documenti allegati al contratto; in
questo ultimo caso l'Appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese. Le forniture
non accettate, ad insindacabile giudizio, dalla Direzione Lavori dovranno essere immediatamente allontanate
dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore e sostituite con altre rispondenti ai requisiti richiesti.Tutti i
materiali indistintamente potranno essere sottoposti a prove fisiche, chimiche, di resistenza meccanica,
durabilità e di qualità a cura della D.L. ed a spese dell’Appaltatore.La Direzione Lavori o l'organo di
collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali o
dei componenti. Le relative spese sono poste a carico dell'Appaltatore. La Direzione Lavori ha facoltà
insindacabile di richiedere la sostituzione o il rifacimento totale o parziale del lavoro eseguito, nel qual caso
l'Appaltatore dovrà provvedere, con immediatezza ed a sue spese, all'esecuzione di tali richieste, riparando
inoltre, sempre a suo carico, gli eventuali danni causati.Ove l'Appaltatore non effettui la rimozione di quanto
stabilito nel termine prescritto dalla D.L., la Stazione appaltante può provvedervi direttamente a spese
dell'Appaltatore, a carico del quale resta anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della
rimozione eseguita d'ufficio. Anche dopo l'accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti
restano fermi i diritti ed i poteri della Stazione Appaltante in sede di collaudo. L'Appaltatore, che nel proprio
interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle
prescritte nei documenti contrattuali o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei
prezzi e la contabilità sarà redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
A.2. ACQUA
L'acqua dovrà essere dolce, limpida e scevra da materie terrose: ove usata per impasti cementizi non
dovrà presentare tracce di cloruri e solfati né dovrà risultare inquinata da materie organiche o comunque
dannose. Le caratteristiche ed i limiti d'accettabilità per l'acqua di impasto sono riportati nella seguente
tabella A (requisiti prescritti nel punto 3 dell’Allegato 1 al D.M. LL.PP. 09/01/96).
TABELLA A: ACQUA DI IMPASTO
CARATTERISTICA
PH
PROVA
LIMITI DI ACCETABILITA'
Analisi chimica
da 5,5 a 8,5
1
Contenuto solfati
Analisi chimica
S04- minore 800 mg/l
Contenuto cloruri
Analisi chimica
CI- minore 300 mg/l
Contenuto acido solfidrico
Analisi chimica
minore 50 mg/litro
Contenuto totale di sali minerali
Analisi chimica
minore 3000 mg/litro
Contenuto di sostanze organiche
Analisi chimica
minore 100 mg/litro
Contenuto di sostanze solide sospese
Analisi chimica
minore 2000 mg/litro
In merito alle specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell’idoneità dell’acqua
d’impasto del calcestruzzo varrà quanto precisato nella norma UNI EN 1008:2003 “Acqua d’impasto per il
calcestruzzo – Specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell’idoneità dell’acqua, incluse le
acque di recupero dei processi dell’industria del calcestruzzo, come acqua di impasto del calcestruzzo”
Non possono essere usate acque di rifiuto, anche se limpide, provenienti da fabbriche, cliniche, da
aziende di prodotti alimentari, da concerie o da altre aziende industriali. E’ vietato l’impiego di acqua
piovana.
A.3. AGGREGATI PER MALTE
A.3.1
Generalità
Per aggregati si intendono materiali granulari utilizzati in edilizia e possono essere di tipo naturale,
industriale o riciclato.
Tali materiali dovranno essere rispondenti a quanto indicato in merito ai requisiti di qualità e di
accettazione dalle norme vigenti:
-
UNI EN 932;
UNI EN 933;
UNI EN 1097,
UNI EN 1744,
UNI EN 1367;
UNI EN 12620.
Gli aggregati naturali sono materiali di origine minerale sottoposti unicamente a lavorazione
meccanica.
Gli aggregati industriali sono materiali di origine minerale derivanti da un processo industriale che
implica una modificazione termica o di altro tipo. Gli aggregati riciclati sono materiali risultanti dalla
lavorazione di materiale inorganico precedentemente utilizzato in edilizia. La Direzione Lavori potrà
accertare in via preliminare le caratteristiche delle cave di provenienza del materiale per rendersi conto
dell’uniformità della roccia, dei sistemi di coltivazione e di frantumazione, prelevando dei campioni da
sottoporre alle prove necessarie per caratterizzare la roccia nei riguardi dell’impiego. Il prelevamento di
campioni potrà essere omesso quando le caratteristiche del materiale risultano da certificato emesso in
seguito ad esami fatti eseguire da Amministrazioni Pubbliche, a seguito di sopralluoghi nelle cave ed i
risultati di tali indagini siano ritenuti idonei dalla Direzione Lavori.
In generale, le proporzione di impurezze organiche leggere (determinate in conformità alla UNI EN
1744-1:98) non dovrebbero essere superiori ai valori di seguito riportati:
-
0,5% in massa per l’aggregato fine;
0,1% in massa per l’aggregato grosso.
Durante la fase di stoccaggio del materiale si dovrà evitarne la contaminazione e la segregazione.
2
A.3.2
Aggregato fine
Per aggregati fini, secondo quanto stabilito dalla norma UNI EN 12620:2003 (“Aggregati per
calcestruzzo”), si intendono quelli la cui dimensione superiore D è minore o uguale a 4 mm. L’aggregato
fine può provenire dalla naturale disgregazione di roccia o di ghiaia e/o dalla frantumazione di roccia o
ghiaia o dalla lavorazione di aggregati industriali.
La sabbia deve essere priva di sostanze organiche (terrose o argillose) e di solfati e deve avere
dimensione massima dei grani pari a:
!
!
!
2 mm per malta da muratura in genere;
1 mm per malta da intonaci;
0,5 mm se si tratta di colla per intonaci e malta per murature di paramento.
La sabbia deve essere costituita da particelle dure e di forma prevalentemente cubica o sferica, in ogni
aspetto. La sabbia naturale o artificiale deve risultare bene assortita in grossezza e costituita di grani
resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa, deve essere scricchiolante alla mano, non lasciare
traccia di sporco, non contenere materie organiche, melmose o comunque dannose.Nelle sabbie per
conglomerati è ammessa una percentuale massima del 10% di materiale trattenuto sul crivello 7,1 o sul
setaccio 2, a seconda che si tratti di sabbia per conglomerati cementizi o di sabbia per conglomerati
bituminosi; in ogni caso non si devono avere dimensioni inferiori a 0,05 mm.Una percentuale in peso di
almeno il 10% delle sabbie dovrà essere di tipo naturale.Il prelevamento dei campioni di sabbia per i
controlli che deve effettuare la D.L. normalmente dovrà avvenire dai cumuli sul luogo di impiego,
diversamente può avvenire dai mezzi di trasporto ed eccezionalmente dai sili. Dovranno essere definiti e
comunicati alla D.L. i metodi di prova riguardanti l’analisi granulometrica ed il peso specifico reale.
A.3.3
Aggregati per calcestruzzi alleggeriti
Gli aggregati per calcestruzzi alleggeriti sono materiali naturali e/o artificiali che presentano, per la
loro struttura porosa, una massa volumica del materiale in mucchio inferiore a 1.000 Kg/m³.
Si definiscono aggregati leggeri gli aggregati che si prestano alla preparazione di calcestruzzo leggero
come definito nella UNI 7548 parte 1. Si tratta di materiali naturali ed artificiali che, a causa della loro
struttura porosa, presentano una massa volumica del granulo e del materiale in mucchio decisamente minore
rispetto agli aggregati ordinari. Gli aggregati leggeri devono essere caratterizzati da una massa volumica del
materiale in mucchio non maggiore di 1000 kg/m³, quando per contro gli aggregati ordinari pesano da 1400 a
1800 kg/m³.
In conseguenza della loro origine possono essere classificati come:
materiali minerali non trattati termicamente (tufo,pomice,lapilli,diatomiti ecc.);
materiali minerali trattati termicamente (vermiculite, perlite, argilla espansa ecc.);
residui industriali non trattati (laterizio frantumato, ceneri volanti ecc.;
residui industriali trattati (loppe espanse, ceneri volanti espanse ecc.);
materiali organici (particelle di legno ecc.).
Questi materiali che possono essere impiegati per il confezionamento del calcestruzzo alleggerito,
massetti alleggeriti e/o isolanti, debbono corrispondere a quanto contenuto nella norma UNI 7549.
!
!
!
!
!
L’argilla espansa è formata da granuli di varie dimensioni, aventi una struttura interna cellulare
clinkerizzata ed una dura e resistente scorza esterna. Si presenta sotto forma di granulato, con grani a
struttura interna cellulare chiusa e vetrificata. Il materiale dovrà essere assolutamente inerte, libero da
sostanze organiche e combustibili, resistente alla compressione, leggero, impermeabile, refrattario,
dimensionalmente stabile. Ogni granulo, di colore bruno, deve avere forma rotondeggiante, deve essere
inattaccabile da acidi ed alcali concentrati e deve conservare le sue qualità in un largo intervallo di
3
temperatura. Le granulometrie apparterranno alle seguenti classi: fine (0,5 ÷ 3 mm), medio fine (3 ÷ 8 mm),
media (8 ÷ 15 mm), grossa (15 ÷ 20 mm).
Il coefficiente di conducibilità termica, a temperatura ambiente, sarà di circa 0,008 kcal/mh °C (93
mW/m.K). Il peso specifico dell’argilla espansa è compreso tra i 350 ed i 530 kg/m³ a seconda della
granulometria.I granuli devono galleggiare sull’acqua senza assorbirla.
A.4. LEGANTI
A.4.1
Generalità
Le caratteristiche prestazionali relative ai vari leganti devono essere rispondenti alle vigenti normative.
Il costruttore ha l’obbligo della buona conservazione dei leganti che non debbano impiegarsi
immediatamente nei lavori, curando tra l’altro che i locali nei quali essi vengono depositati siano asciutti e
ben ventilati. L’impiego di leganti (in particolare del cemento) giacenti da lungo tempo in cantiere deve
essere autorizzato dal Direttore dei Lavori.
I cementi, gli agglomeranti cementizi e le calci idrauliche in polvere saranno forniti:
!
!
!
in sacchi sigillati;
in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola che non possono essere aperti senza lacerazione;
alla rinfusa.
I sacchi debbono essere in perfetto stato di conservazione; se l’imballaggio fosse comunque
manomesso o il prodotto avariato, la merce può essere rifiutata. Se i leganti sono forniti alla rinfusa, la
provenienza e la qualità degli stessi dovranno essere dichiarate con documenti di accompagnamento della
merce. Le calci idrauliche naturali, in zolle, quando non possono essere caricate per la spedizione subito
dopo l’estrazione dai forni, debbono essere conservate in locali chiusi o in sili al riparo dagli agenti
atmosferici.
A.4.2
Cementi
Il cemento dovrà essere scelto, fra quelli considerati idonei, tenendo in considerazione:
-
le modalità di esecuzione dell’opera;
l’uso finale del calcestruzzo;
le condizioni di maturazione del calcestruzzo;
le dimensioni della struttura;
le condizioni ambientali alle quali la struttura sarà esposta;
la potenziale reattività degli aggregati agli alcali provenienti dai componenti.
I cementi dovranno essere dotati di marchio di conformità. L'attestato di conformità autorizza il
produttore ad apporre il marchio di conformità sull'imballaggio e sulla documentazione di accompagnamento
relativa al cemento certificato. Il marchio di conformità è costituito dal simbolo dell'organismo abilitato
seguito da:
a)
b)
c)
d)
e)
nome del produttore e della fabbrica ed eventualmente del loro marchio o dei marchi di identificazione;
ultime due cifre dell'anno nel quale è stato apposto il marchio di conformità;
numero dell'attestato di conformità;
descrizione del cemento;
estremi del decreto.
Ogni altra dicitura è preventivamente sottoposta all'approvazione dell'organismo abilitato.
I cementi dovranno essere rispondenti alla normativa vigente ad essi relativa ed in particolare:
!
D.M. 3 giugno 1968 così come modificato dal D.M.. 13 settembre 1993 (abrogazione di alcune
4
!
!
!
disposizioni contenute nel decreto ministeriale 3 giugno 1968, concernente nuove norme sui requisiti di
accettazione e modalità di prova);
D.M. 31/08/1972 (Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e
delle calci idrauliche);
UNI 197-1.
D.M. 12 luglio 1999, n. 314 (Regolamento recante norme per il rilascio dell’attestato di conformità per i
cementi destinati alle opere di ingegneria strutturale e geotecnica per i quali è di prioritaria importanza
il rispetto del requisito essenziale n. 1 di cui all’allegato A – resistenza meccanica e stabilità – al
decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993, n. 246).
Requisiti meccanici e fisici (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Classe
Resistenza alla compressione (N/mm2)
Resistenza iniziale
Resistenza normalizzata
28 giorni
2 giorni
7giorni
32,5
32,5 R
4,25
4,25 R
52,5
52,5 R
–
> 10
> 10
> 20
> 20
> 30
> 16
–
–
–
–
–
" 32,5
Tempo
inizio
presa
min
Espansione
Mm
# 52,5
" 42,5
# 62,5
–
" 52,5
" 60
# 10
" 45
Requisiti chimici (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Proprietà
Prova secondo
Tipo di cemento
Perdita al fuoco
Residuo insolubile
EN 196-2
EN 196-2
CEM I – CEM III
CEM I – CEM III
Solfati come (SO3)
EN 196-2
Cloruri
Pozzolanicità
EN 196-21
EN 196-5
CEM I
CEM II (2)
CEM IV
CEM V
CEM III (3)
Tutti i tipi (4)
CEM IV
Classe di
resistenza
Tutte le classi
Tutte le classi
32,5
32,5 R
42,5
42,5 R
52,5
52,5 R
Tutte le classi
Tutte le classi
Tutte le classi
Requisiti
# 5,0%
# 5,0%
# 3,5%
# 4,0%
# 0,10%
Esito positivo della
prova
1) I requisiti sono espressi come percentuale in massa
2) Questa indicazione comprende i cementi tipo CEM II/A e CEM II/B, ivi compresi i cementi Portland
compositi contenenti solo un altro componente principale, per esempio II/A-S o II/B-V, salvo il tipo CEM
II/B-T che può contenere fino al 4,5% di SO3, per tutte le classi di resistenza
3) Il cemento tipo CEM III/C può contenere fino al 4,5% di SO3.
4) Il cemento tipo CEM III può contenere più dello 0,100% di cloruri ma in tal caso si dovrà dichiarare il
contenuto effettivo in cloruri.
Valori limite (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Proprietà
Limite inferiore di
2 giorni
32,5
–
Valori limite
Classe di resistenza
32,5R 42,5 42,5R 52,5
8,0
8,0
18,0 18,0
42,5R
28,0
5
resistenza (N/mm2)
7 giorni
14,0
–
–
–
–
28 giorni
30,0 30,0 40,0 40,0 50,0
Tempo di inizio presa – Limite inferiore (min)
45
40
Stabilità (mm) – Limite superiore
11
Tipo I
Tipo II (1)
4,0
4,5
Tipo IV
Contenuto di SO3 (%)
Tipo V
Limite superiore
Tipo III/A
4,5
Tipo III/B
Tipo III/C
5,0
Contenuto di cloruri (%) – Limite superiore (2)
0,11
Pozzolanicità
Positiva a 15 giorni
(1) Il cemento tipo II/B può contenere fino al 5% di SO3 per tutte le classi di resistenza
(2) Il cemento tipo III può contenere più dello 0,11% di cloruri, ma in tal caso deve essere
dichiarato il contenuto reale di cloruri.
–
50,0
I cementi impiegati dovranno essere dotati del marchi ICITE.
A.4.3
Calce
Le calci dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento dell’esecuzione dei lavori
ed, in particolare, essere rispondenti alle norme di seguito riportate:
-
R.D. 16/11/1939, n. 2231;.
UNI 459-1;
UNI 459-2;
UNI 10319 (parametri ei criteri di accettabilità).
La calce può essere aerea (con presenza di ossidi e/o idrossidi di calcio e magnesio) oppure, in caso di
prevalenza di silicati ed alluminati di calcio, derivati dalla cottura di calcari argillosi, si definisce idraulica.
La calce aerea può essere:
!
!
!
!
calce grassa in zolle;
calce magra in zolle;
calce idrata in polvere;
calce aeree magnesia.
La calce idrata può essere:
!
!
!
!
calce idraulica in zolle;
calce idraulica naturale o artificiale in polvere (;
calce idraulica artificiale pozzolanica;
calce idraulica siderurgica.
Per le calci aeree devono essere soddisfatte le limitazioni prescritte dalla normativa.
La calce grassa in zolle (di colore pressoché bianco, prodotta dalla cottura di calcari) dovrà provenire
da calcari puri, essere recente, perfetta e di cottura uniforme, non bruciata né vitrea né lenta ad idratarsi.
Dovrà essere di qualità tale che, mescolata con la sola quantità di acqua dolce necessaria alla estinzione, si
trasformi completamente in una pasta soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5%
dovuti a parti non bene decarburate, silicose od altrimenti inerti. La calce viva in zolle al momento
6
dell’estinzione dovrà essere perfettamente anidra: non dovrà essere usata quella ridotta in polvere o sfiorita;
si dovrà quindi preparare la calce viva nella quantità necessaria e conservarla in luoghi asciutti ed al riparo
dall’umidità. Dopo l’estinzione la calce dovrà essere conservata in apposite vasche impermeabili, rivestite di
tavole o di muratura, e dovrà essere coperta con uno strato di sabbia. La calce grassa destinata agli intonaci
dovrà essere spenta da almeno sei mesi prima dell’impiego; quella destinata alle murature da almeno 15
giorni. L’estinzione delle calci aeree in zolle sarà eseguita a bagnolo o con altro sistema idoneo, mai a getto.
L’uso della calce idrata dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione dei Lavori. Le calci
idrauliche dovranno soddisfare le limitazioni prescritte dalla normativa ed in particolare i seguenti requisiti
fisico-meccanici:
Resistenze meccaniche su malta normale battuta 1:3
Prova
tolleranza del 10%
di
IN Resistenza a trazione dopo 28 giorni Resistenza a compressione dopo 28 stabilità
del
di stagionatura
giorni di stagionatura
volume
Calce idraulica naturale
5 Kg/cmq
10 Kg/cmq
Sì
o artificiale in polvere
Calce eminentemente
10 Kg/cmq
100 Kg/cmq
Sì
idraulica naturale o
artificiale
Calce
idraulica
10 Kg/cmq
100 Kg/cmq
Sì
artificiale pozzolanica
Calce
idraulica
10 Kg/cmq
100 Kg/cmq
Sì
artificiale siderurgica
CALCI
IDRAULICHE
POLVERE
Tutte le calci idrauliche in polvere devono iniziare la presa fra le 2 e le 6 ore dal principio dell’impasto
(l’inizio della presa non deve avvenire prima di un’ora) e averla già compiuta dalle 8 alle 48 ore del
medesimo, devono inoltre essere di composizione omogenea, costante e di buona stagionatura.
A.5. CONGLOMERATI CEMENTIZI
A.5.1
Generalità
Per i materiali ed i prodotti di uso strutturale si fa riferimento alle “Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui al Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 14/01/2008 ed in particolare al punto 11
“materiali e prodotti per uso strutturale” del citato Decreto.
Le caratteristiche del calcestruzzo per la realizzazione delle opere in cls o in c.a. (pavimentazioni ,
strutture in fondazione ed in elevazione) dovranno essere tali da rispondere ai requisiti richiesti nelle fasi di
esecuzione ed esercizio, garantendo altresì la prevista vita utile e durabilità dell’opera.
A tale scopo è necessario tenere presenti numerosi aspetti, tra i quali di particolare importanza:
! lavorabilità adeguata alle modalità esecutive;
! valori contenuti:
1. della temperatura massima raggiunta dal calcestruzzo per effetto dello sviluppo di calore di idratazione
durante la fase di maturazione;
2. del fenomeno di ritiro;
3. del coefficiente di dilatazione termica;
! resistenze meccaniche elevate e comunque adeguate alle prescrizioni del progetto strutturale ed alle
previste tensioni di esercizio;
! resistenza alle azioni aggressive dell'ambiente, mediante caratteristiche di elevata durabilità.
A.5.2
Caratteristiche di progetto del calcestruzzo per strutture e per pavimentazioni
7
Le caratteristiche del calcestruzzo, che costituiranno oggetto della qualifica e che verranno verificate
su impasti aventi la stessa lavorabilità successivamente impiegata per la stesa, saranno le seguenti:
! resistenza caratteristica a compressione R’ck, secondo le Norme tecniche di applicazione della Legge
1086;
! resistenza a trazione per flessione fctk,fl secondo UNI 6133/83;
! resistenza a compressione Rck(fl) sui monconi dei provini rotti per flessione (UNI 6134);
! ritiro idraulico ncs, (UNI 6555);
! tipo e dosaggio di cemento;
! rapporto acqua/cemento;
! tipo degli aggregati, cave di provenienza, frazioni granulometriche utilizzate, diametro massimo
dell'aggregato, fuso granulometrico (UNI 8520, 7163, 206-1);
! tipi e dosaggi degli additivi;
! acqua di impasto (analisi chimico-fisico);
! contenuto d'aria inglobata (UNI 6395);
! calore di idratazione del cls.
L’esecutore sarà tenuto a presentare in tempo utile, prima dell'inizio dei getti, all'approvazione della
D.L.:
!
!
!
i campioni dei materiali (aggregati, cemento, acqua ed additivi) che intende impiegare riferendone,
provenienza, tipo e qualità e relative certificazioni;
lo studio granulometrico (mix-design) per ogni tipo di calcestruzzo fatto secondo le indicazioni
contenute nella UNI 8981;
il progetto costruttivo delle strutture in c.a. sviluppato da un ingegnere di sua fiducia sulla scorta del
progetto esecutivo delle opere in cemento armato fornito dalla Stazione Appaltante.
Per l'esecuzione delle opere in calcestruzzo armato e non armato, l’esecutore dovrà attenersi alle
"Norme per l'esecuzione delle opere in conglomerato cementizio semplice ed armato" vigenti all'atto
dell'appalto e “Linee guida sul calcestruzzo strutturale emesse dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero
dei Lavori Pubblici – Dicembre 1996. Per la durabilità delle opere sono state prese in considerazione le classi
di esposizione ambientale previste dalla norma UNI EN 206-1. Per ciascuna opera, o parte di opera, la classe
di esposizione è indicata nei relativi documenti di progetto.
A.5.3
Qualifica preliminare del calcestruzzo
L'Appaltatore è tenuto a qualificare i materiali (acqua, cemento, aggregati, additivi ed eventuali
aggiunte), i mix-design e gli impasti di calcestruzzo fresco ed indurito, gli impianti di betonaggio, le
autobetoniere in tempo utile prima dell'inizio dei lavori, sottoponendo all'esame vincolante della Direzione
Lavori una certificazione di qualifica dalla quale risultino:
a) i materiali che intende impiegare, indicando provenienza, tipo e qualità dei medesimi e fornendo idonea
campionatura corredata da idonea ed esaustiva certificazione;
b) lo studio granulometrico per ogni tipo e classe di calcestruzzo;
c) marca tipo e dosaggio del cemento, il rapporto a/c, la composizione granulometrica degli aggregati e la
loro provenienza, la marca, il tipo e il dosaggio degli additivi che intende usare, tipi e caratteristiche delle
eventuali aggiunte (ceneri volanti e fumi di silice) il contenuto d'aria inglobata, il valore previsto della
consistenza misurata con il cono di Abrams (o altri metodi);
d) i risultati delle prove preliminari di resistenza meccanica sui cubetti di calcestruzzo, eseguite a 3, 7, 14, 28
giorni, con le modalità più avanti descritte;
e) lo studio dei calcestruzzi ai fini della durabilità eseguito secondo quanto precisato successivamente;
f) la conformità alle prescrizioni elencate nella scheda tecnica dei calcestruzzi e a quella dei materiali;
g) le caratteristiche dell'impianto di confezionamento ed i sistemi di trasporto, di getto e di maturazione.
I dati relativi ai punti a) e b) verranno ad integrare opportunamente la scheda dei requisiti del
calcestruzzo, nella analoga scheda redatta dall'Appaltatore, in base alla certificazione di qualifica. La
Direzione Lavori autorizzerà l'inizio dei getti di conglomerato cementizio solo dopo aver esaminato ed
8
approvato la documentazione per la qualifica dei materiali componenti, degli impianti di betonaggio, dei
mix-design e degli impasti di calcestruzzo e dopo aver effettuato, in contraddittorio con l'Appaltatore,
impasti di prova del calcestruzzo per la verifica dei requisiti.
A complemento delle prove di qualifica la Direzione Lavori potrà richiedere l'esecuzione di una prova
svolta sottoponendo i campioni a 300 cicli di gelo e disgelo, secondo UNI 7087; la conseguente variazione
delle proprietà caratteristiche dovrà essere contenuta entro i limiti sotto riportati:
!
!
!
!
!
riduzione del modulo di elasticità:
perdita di massa:
espansione lineare:
coefficiente di permeabilità prima dei cicli:
coefficiente di permeabilità dopo i cicli:
A.5.4
< 20%
< 2%
< 0,2%
< 10-9 cm\sec
< 10-8 cm\sec
Studio dell’impasto (mix design)
Il mix design dell’impasto dovrà tener conto delle prescrizioni della D.L. relative al dosaggio dei vari
componenti, alle condizioni di posa in opera dei calcestruzzi, al loro impiego per le varie parti di opera ed
alle classi di esposizione ambientale. La progettazione dell’impasto dovrà quindi tener presente:
!
!
!
!
!
!
!
tipo e classe di cemento;
rapporto acqua/cemento;
lavorabilità dell’impasto;
distribuzione granulometrica degli aggregati;
diametro massimo dell’aggregato;
eventuali aggiunte;
eventuali additivi.
Le eventuali aggiunte (microsilice, ceneri volanti ecc.) saranno fatte nel rispetto delle norme UNI 450,
451/1, 451/2. La D.L. a sua discrezione potrà richiedere la aggiunta di additivi a seconda delle necessità di
impiego e dell'eventuale aggressività dell'ambiente e/o del terreno nel quale il calcestruzzo verrà messo in
opera. L’eventuale uso degli additivi definiti dalla UNI 7101, dovrà rispettare le istruzioni e le disposizioni
contenute nelle UNI 7102/…/UNI 7120.
A.5.5
Materiali costituenti il calcestruzzo
Nei paragrafi seguenti vengono precisate alcune prescrizioni sui materiali.
a.
Aggregati per calcestruzzo
Generalità
Gli aggregati impiegati per il confezionamento del conglomerato cementizio potranno provenire da
trattamento (vagliatura e lavaggio) dei materiali alluvionali o da idonea frantumazione, vagliatura e lavaggio
di materiali di cava e dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste per la categoria A nella norma
UNI 8520 parte 2a (e successivi aggiornamenti). Si dovranno, altresì, adottare particolari cautele
nell’utilizzare aggregati esposti a rischio di reazione chimica con gli alcali contenuti nel cemento. Si dovrà
dare tempestiva comunicazione alla D.L. in merito agli accorgimenti necessari ad escludere tali fenomeni.
Sia gli aggregati fini (sabbie) che gli aggregati grossi dovranno avere una massa volumica reale non inferiore
a 2600 kg/m3 ed un assorbimento minore del 2,5%. Tutte le caratteristiche degli aggregati, previste nella
citata Norma UNI 8520 parte 2a, dovranno essere verificate con le seguenti cadenze:
!
!
!
!
alla qualificazione;
ad ogni cambio di cava o significativo cambio di fronte di scavo;
a richiesta della Direzione Lavori per giustificati motivi;
ogni 20.000 m³ di calcestruzzo confezionato.
9
La Direzione Lavori potrà eventualmente autorizzare una cadenza diversa in funzione delle
caratteristiche e della costanza dei materiali utilizzati. Se gli aggregati sono ottenuti da frantumazione di
materiale anche parzialmente proveniente da scavi in sotterraneo, dovranno essere eseguite:
! giornalmente, la determinazione del contenuto di solfati e cloruri;
! settimanalmente, una analisi mineralogica mirata a rilevare elementi potenzialmente reattivi agli alcali,
integrata da prove di potenziale reattività in presenza di alcali;
! quindicinalmente, la determinazione della perdita di massa per urto e rotolamento. Gli aggregati, sia
naturali che provenienti da frantumazione, dovranno essere lavati; in caso di pietrischi e sabbie
provenienti da frantumazione, gli aggregati dovranno essere lavati dopo l’ultima frantumazione. Gli
aggregati dovranno avere caratteristiche tali da soddisfare i requisiti della UNI 8520, in particolare per
quanto concerne il contenuto di cloruri e solfati solubili, la resistenza al gelo, il contenuto di silice
reattiva.
Gli aggregati dovranno avere caratteristiche tali da soddisfare i requisiti della UNI 8520 per la classe
A, come appresso specificato:
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
contenuto di passante al vaglio da 0,075 mm (UNI 8520 parte 7^);
contenuto di argilla e particelle friabili (UNI 8520 parte 8^);
contenuto di particelle leggere e frustoli vegetali (UNI 8520 parte 9^);
degradabilità agli attacchi di soluzioni solfatiche (UNI 8520 parte 10^);
contenuto di solfati (UNI 8520 parte 11^);
contenuto di cloruri solubili (UNI 8520 parte 12^);
massa volumica ed assorbimento superficiale (UNI 8520 parte 13 e 16^);
contenuto di sostanze organiche (UNI 8520 parte 14^);
equivalente in sabbia e valore di blu (UNI 8520 parte 15);
resistenza a compressione (UNI 8520 parte 17);
coefficienti di forma e di appiattimento (UNI 8520 parte 18);
perdita di massa per urto e rotolamento (UNI 8520 parte 19);
resistenza ai cicli di gelo e disgelo (UNI 8520 parte 20);
confronto in calcestruzzo con aggregati di caratteristiche note (UNI 8520 parte 21);
potenziale reattività in presenza di alcali (UNI 8520 parte 22).
In fase di qualifica degli impasti di calcestruzzo, l'Appaltatore dovrà sottoporre all'approvazione della
D.L. le curve granulometriche ed i fusi delle miscele impiegate; successivamente in corso d'opera tali
miscele non potranno essere modificate, salvo espressa autorizzazione della D.L..
Granulometrie degli aggregati
Gli aggregati appartenenti a diverse classi granulometriche e mescolati tra loro in adeguate
percentuali, dovranno formare miscele granulometriche costanti, tali che l'impasto fresco ed indurito abbia i
requisiti, nel seguito indicati, di consistenza, omogeneità, aria inglobata, resistenza, permeabilità e ritiro.
La distribuzione granulometrica degli aggregati del calcestruzzo deve essere tale da garantire la
massima compattezza al conglomerato cementizio. Di regola essa dovrà corrispondere ad una curva continua
assai prossima alla curva di Fuller (parabola del secondo ordine). Previo parere favorevole della D.L., potrà
essere adottata anche una curva granulometrica che, in relazione al dosaggio di cemento, compatibilmente
con gli altri requisiti prescritti, rientri in uno dei fusi granulometrici riportati nell’appendice “B” della norma
UNI 7163/79.In una singola pezzatura non dovranno essere presenti, di norma, più del 15% di frazioni
granulometriche che dovrebbero appartenere alle pezzature inferiori e superiori. Sarà facoltà della D.L.
approvare eventualmente l'adozione di granulometria discontinua con preventiva verifica che l'impasto
risponda alla prova di omogeneità.
Nel dimensionamento degli aggregati dovranno essere considerate anche le caratteristiche geometriche
della carpenteria del getto e l’ingombro delle armature metalliche. La dimensione massima degli aggregati,
per ciascuna opera o parte di opera, non deve superare il valore prescritto nei corrispondenti documenti di
progetto. Se più vincolanti, la dimensione massima degli aggregati non deve superare 1,25 volte il valore del
10
copriferro, 1/5 della minima dimensione delle strutture o il valore dell’interferro minimo. Per quanto
concerne gli aggregati fini, per la preparazione di un mix potrà essere usata una sabbia od una miscela di due
sabbie. Le caratteristiche petrografiche, granulometriche, chimiche, fisiche e meccaniche delle miscele di
sabbie dovranno rispondere ai limiti di accettazione stabiliti dalla norma UNI 8520/2^ parte per aggregati
fini di Categoria “A”, fatte salve le più stringenti specifiche di cui alle presenti norme, concernenti la massa
volumica e l’assorbimento superficiale. Nel caso in cui la miscela sia costituita da una sabbia di
frantumazione ed una sabbia naturale, i limiti di accettabilità dettati dalla norma UNI 8520/2^ p. per quanto
concerne il contenuto di passante allo 0,075 mm saranno quelli relativi al tipo di “sabbia prevalente” (ovvero
presente in maggior quantità nella miscela). Il modulo di finezza (Mf) e l’equivalente in sabbia (Es) saranno
misurati rispetto alla miscela di aggregati fini nel loro complesso. Per quanto concerne invece le singole
sabbie componenti la miscela, queste dovranno rispettare in ogni caso i seguenti limiti:
!
!
!
!
!
!
Equivalente in sabbia (Es): > 70
Valore di bleu (Vb) < 0,8 cm3 /g di fini
1,8 < Modulo di Finezza (Mf) < 3,6
Contenuto di grumi di argilla e particelle friabili < 3%
Contenuto di particelle leggere e friabili < 2%
Contenuto di sostanze organiche: colore della soluzione almeno uguale allo standard di riferimento
Individuazione delle frazioni granulometriche e del D max del mix design
Aggregato
Grosso
Fine
Misto granulom.
Residuo su D
< 10 %
<5%
<3%
Passante su d
< 15 %
Passante su 0,5 d
<5%
Nella progettazione dei mix design, le varie frazioni dovranno essere miscelate in percentuali che non
superino il 40% per gli aggregati grossi ed il 50% per le sabbie; per i calcestruzzi aventi aggregati con D.
max < 20 mm, la sabbia potrà essere dosata fino al 55%.
Non sarà ammesso in alcun modo l’impiego di singole sabbie aventi, già in fase di progettazione (o
come valore standard), un modulo di finezza Mf (secondo UNI 8520/5^) superiore a 3,4; in fase di
produzione, il valore di Mf (da verificare con frequenza stabilita dalla D.L.), per singoli campioni prelevati
all’impianto, non dovrà mai superare il valore di 3,6.
b.
Cemento
Generalità
Per le costruzioni strutturali potranno essere impiegati unicamente i cementi conformi alla norma UNI
EN 197-1 che soddisfino i requisiti di accettazione di cui alla Legge 26/05/1965, n.595 ed il Decreto del
Ministero per l'Industria, il Commercio e l'Artigianato del 13 settembre 1993 G.U. n° 22/09/93, nonchè del
D.M. 09/03/1988 n° 126; con esclusione del cemento alluminoso e dei cementi per sbarramenti di ritenuta. Il
cemento dovrà provenire da cementifici in grado di garantire la continuità di fornitura e la costanza del tipo.
Il cementificio dovrà garantire la composizione per i costituenti del Clinker specificando il metodo di misura
adottato per la determinazione nonché la costanza di:
! composizione del prodotto in relazione ai contenuti di C3A e di C4AF;
! finezza di macinazione.
I requisiti chimici e fisici del cemento e le resistenze meccaniche dovranno essere controllati
dall’Appaltatore alla qualificazione ed in corso d'opera. In particolare, in corso d’opera, l’Appaltatore dovrà
effettuare i controlli anche mediante prelievi, da eseguirsi in contraddittorio con il Fornitore, da autocisterne
piombate all’arrivo presso l’impianto-centrale di betonaggio. Per ciascun tipo di cemento utilizzato
l’Appaltatore dovrà consegnare alla Direzione Lavori, ogni 10.000 tonn utilizzate, una attestazione del
11
Cementificio che dichiari il valore medio e l’intervallo di variabilità di ciascun requisito previsto dalla
Norma UNI EN 197-1 relativi alle prove del mese precedente.
Copia di tutti i certificati di prova dovrà essere consegnata alla Direzione Lavori.
Cemento per cls armato di strutture in fondazione ed elevazione
Per il confezionamento del cls armato delle strutture in elevazione si farà uso di cemento Portland
composito (tipo II), classe 32,5 o 42,5; per le strutture di fondazione dovrà essere impiegato cemento
d’altoforno (tipo III) o pozzolanico (tipo IV/A o IV/B), come specificati nella Legge 26/05/1965 e successivi
aggiornamenti (UNI EN 196 e UNI EN 197).
Il cemento dovrà riportare il marchio ICITE associato alla denominazione normalizzata in conformità
alla norma ENV 197. La cementeria dovrà garantire la rispondenza agli standard prescritti suddetti e
specificare il metodo di prova. Il dosaggio del cemento, per le opere oggetto del presente appalto (ad
esclusione dei magroni, sarà compreso tra i 300 ed i 380 Kg al metro cubo di calcestruzzo.
c.
Acqua
L'acqua di impasto dovrà essere conforme alla norme UNI EN 1008, avere un contenuto in sali
disciolti inferiore a 2 g per litro ed un tenore di solidi sospesi inferiore a 4 g per litro; l'Appaltatore dovrà
preventivamente sottoporre all'approvazione della D.L. le analisi fisico chimiche su campioni d'acqua che si
intende utilizzare.
d.
Aggiunte
Eventuali aggiunte di ceneri volanti o microsilice al calcestruzzo potranno essere eseguite solo se
concordate ed autorizzate in sede di prequalifica del materiale con la Direzione Lavori; particolare cura
dovrà essere prestata alla loro influenza sul rapporto A/C (richiesta d’acqua) e quindi sulla durabilità
dell’opera. Non sono ammesse aggiunte di tipo I, quali filler minerali o pigmenti, ove non espressamente
prescritte nei documenti di progetto. In caso di utilizzo di ceneri volanti e/o microsilice, come aggiunte in
sostituzione della frazione fine delle sabbie, dovranno essere soddisfatte tutte le caratteristiche fisicochimico-meccaniche dei conglomerati cementizi allo stato fresco ed indurito prescritte nei successivi punti.
In nessun caso si terrà conto dell'aggiunta di tali prodotti nel computo del dosaggio di cemento e del rapporto
A/C.
Ceneri volanti
Le ceneri volanti, costituenti il residuo solido della combustione di carbone, dovranno provenire da
centrali termoelettriche in grado di fornire un prodotto di qualità costante nel tempo e documentabile per
ogni invio, e non contenere impurezze (lignina, residui oleosi, pentossido di vanadio, ecc.) che possano
danneggiare o ritardare la presa e l’indurimento del cemento. Particolare attenzione dovrà essere prestata alla
costanza delle loro caratteristiche. Le caratteristiche delle ceneri volanti devono soddisfare i requisiti delle
UNI EN 450 che sono indicati nella tabella che segue:
Caratteristica
Unità di
Misura
Limiti di
accettazione
Tolleranze
Perdita al fuoco (p.p.c.)
(1 ora) UNI EN 196/2
%
< 5,0
+ 2,0
Cl- (cloruri) - UNI EN 196/21
%
< 0,1
+ 0,01
%
< 3,0
+ 0,5
%
< 1,0
+ 0,1
SO3 (anidride solforica ) - UNI EN
196/2
Ossido di calcio libero - UNI EN
Frequenza
prove
Ciascuna
fornitura
Mensile o 1000
ton
Mensile o 1000
ton
Settimanale
12
451/1
(*) Stabilità volumetrica (se l’ossido
di calcio libero è compreso tra 1 e
2,5%)
Prova le Chatelier UNI EN 196-3
Trattenuto al vagio da 45 micron
UNI EN 451/2
Massa Volumica Reale UNI EN
196/6
Indice di attività pozzolanica a 28
gg.
Indice di attività pozzolanica a 90
gg.
(UNI EN 196/1 - cemento di rif.
CEM I)
%
< 5,0
+ 2,0
Settimanale o
200 ton
%
< 40
± 10
Settimanale
val. medio
dichiarato
± 150
Mensile o 1000 t
> 75
> 85
-5
-5
Mensile o 1000 t
kg/m3
%
Il dosaggio delle ceneri volanti non deve superare il 25% del peso del cemento. Detta aggiunta non
sarà computata in alcun modo nel calcolo del rapporto A/C. Se si utilizzano cementi di tipo I, la quantità di
ceneri potrà essere elevata fino al 33% del peso del cemento e potrà essere computata nel dosaggio del
cemento e del rapporto A/C con la seguente proporzione (K):
CEM I 42.5 K=0.4 del loro peso
CEM I 32.5 K=0.2 del loro peso
Ove sia richiesto l’uso dei cementi resistenti ai solfati con basso tenore di C3A (alluminato tricalcico)
l’aggiunta non è consentita. La maggior richiesta d’acqua potrà essere compensata con un maggior dosaggio
di additivo. Nella progettazione del Mix design e nelle verifiche periodiche da eseguire, andrà comunque
verificato che l’aggiunta di ceneri praticata non comporti un incremento della richiesta di additivo, per
ottenere la stessa fluidità dello impasto privo di ceneri maggiore dello 0,2%.
Microsilice (fumi di silice/silica fume)
Si definisce microsilice o silica fume una silice attiva colloidale amorfa, costituita da particelle
sferiche isolate di SiO2 con diametro compreso tra 0,01 e 0,5 micron oppure da agglomerati o granuli
secondari di diametro da 1 a 5,00 micron ottenuta da un processo di tipo metallurgico, durante la produzione
di silico metallico o di leghe ferro-silicio, in un forno elettrico ad arco. La silica fume può essere fornita allo
stato naturale come ottenuta dai filtri di depurazione sulle ciminiere delle centrali a carbone oppure come
sospensione liquida di particelle con contenuto secco del 50% in massa. Si dovrà porre particolare attenzione
al controllo in corso d’opera del mantenimento della costanza delle caratteristiche granulometriche e fisicochimiche che dovranno essere comprese entro i valori indicati nella tabella seguente:
Caratteristiche
SlO2
CaO
Superficie specifica
Al2O3
Na2O + K2O
Cl
MgO
Carbone libero (da
calcinazione)
Umidità (in forno a 106 °C)
Unità di
misura
%
%
m2/gr
%
%
%
%
Limiti
di accettazione
> 85
da 70 a 85
< 1,2
< 20
da 20 a 35
da 10 a 20
< 0,4
< 4,0
< 0,2
< 0,9
%
%
< 4,0
< 1,0
Frequenza
delle prove
mensile o 100 t
13
PH
Fe2O3
Massa volumica reale
%
t/m3
6,3 - 6,8
< 0,3
2,1 - 2,4
Il dosaggio della silica fume non deve comunque superare il 7% del peso del cemento. Detta aggiunta
non sarà computata in alcun modo nel calcolo del rapporto A/C. Se si utilizzano cementi di tipo I potrà
essere computata nel dosaggio di cemento e nel rapporto A/C una quantità massima di tale aggiunta pari all’
11% del peso del cemento; l’aggiunta di silica fume sarà computata con le seguenti proporzioni K:
CEM I per A/C < 0.45 K=2 del loro peso
CEM I per A/C >= 0.45 K=2 del loro peso (*)
(*) nota: per calcestruzzi soggetti alla carbonatazione ed ai cicli di gelo e disgelo K= 1.
Per calcestruzzi in cui sia richiesto un contenuto minimo di cemento di 300 Kg/m3, non potranno
essere praticate riduzioni di dosaggio di oltre 30 Kg/m3. La maggior richiesta d’acqua potrà essere
compensata con un maggior dosaggio di additivo.
Nella progettazione del mix design e nelle verifiche periodiche da eseguire, andrà comunque verificato
che l’aggiunta di silica fume praticata non comporti un incremento della richiesta dell’additivo maggiore
dello 0,2%., per ottenere la stessa fluidità dello impasto privo di silica fume.
e.
Additivi fluidificanti e superfluidificanti.
Allo scopo di realizzare calcestruzzo impermeabile e durevole a basso rapporto acqua/cemento (a/c) e
significativo mantenimento nel tempo della prescritta lavorabilità, si farà costantemente uso di additivi
fluidificanti o superfluidificanti, che dovranno rispondere alle prescrizioni delle norme UNI da 7101 a UNI
7120 ed UNI 8145, nonché essere conformi a quanto indicato nella norma ASTM C 494-65T. L’impiego di
additivo e la sua percentuale nell’impasto dovranno essere preventivamente sperimentati e dichiarati nel mix
design della miscela di conglomerato cementizio. Sarà cura dell’Appaltatore inviare alla Direzione Lavori la
documentazione tecnica basata su un’ampia sperimentazione pratica su tipo, dosaggio ottimale ed eventuali
effetti collaterali dell’additivo sulla miscela di conglomerato cementizio. La marca, il tipo di additivo
fluidificante e la sua percentuale nell’impasto dovranno essere preventivamente approvati dalla D.L.. Per
tutti gli additivi dovrà essere presentata una specifica documentazione indicante le caratteristiche chimicofisiche nonchè la “spettrografia dell’analisi a raggi infrarossi” che attesti la totale corrispondenza del
prodotto alle specifiche dichiarate in fase di adozione dell’additivo medesimo nel mix design. Gli additivi da
utilizzarsi, eventualmente, per ottenere il rispetto delle caratteristiche delle miscele in conglomerato
cementizio, potranno essere impiegati solo dopo valutazione degli effetti per il particolare conglomerato
cementizio da realizzare e nelle condizioni effettive di impiego.
Tali prodotti dovranno essere conformi alle norme vigenti (UNI dalla 7101 alla 7120 e 8145)
preferibilmente corrispondenti alla EN 934 parte 2 e la serie collegata EN 480 parti 1÷12 relative ai metodi
di prova. Gli additivi fluidificanti e superfluidificanti dovranno essere prodotti da industrie in possesso del
Marchio di Qualità ai sensi della normativa ISO 9000 e dovranno chimicamente appartenere ad una delle
seguente famiglie:
!
!
!
!
naftalensulfonati e derivati;
melamninici;
acrilici;
eteri policarbossilati.
Salvo diversa specifica autorizzazione da parte della D.L., è tassativamente vietata la miscelazione
di additivi fluidificanti e superfluidificanti appartenenti a diverse famiglie (marca e tipo). A tal fine,
particolare attenzione dovrà essere posta, a livello impiantistico ed operativo, nelle centrali di betonaggio ove
è previsto l’impiego di diversi mix contenenti additivi di diverse famiglie; in tali casi si dovranno pertanto
avere separate cisterne di stoccaggio e dosatori, nonchè provvedere al necessario lavaggio delle tubazioni.
Nel caso di impiego di additivi fluidificanti e superfluidificanti, in particolari condizioni di posa in opera
(climi estremamente caldi, lunghe percorrenze dall’impianto di betonaggio alla bocca di getto, prevedibili
14
lunghe attese prima del getto, ecc.), ove specificatamente richiesto dall’Appaltatore, potrà essere autorizzata
dalla D.L. anche una doppia additivazione, ovvero l’aggiunta di una quantità nota di additivo residuo,
caricato all’impianto, da miscelare in cantiere; il dosaggio complessivo di additivo al mc non dovrà superare
la quantità stabilita nel mix design. L’additivo superfluidificante di prima e seconda additivazione dovrà
essere di identica marca e tipo. Nel caso in cui, il mix design preveda l’uso di additivo fluidificante come
prima additivazione, associato ad additivo superfluidificante a piè d’opera, questi dovranno essere di tipo
compatibile e preventivamente sperimentati in fase di progettazione del mix design e di prequalifica della
miscela. Dopo la seconda aggiunta di additivo, sarà comunque necessario assicurare la miscelazione per
almeno 10 minuti prima dello scarico del calcestruzzo; la D.L. potrà richiedere una miscelazione più
prolungata in funzione dell’efficienza delle attrezzature e delle condizioni di miscelamento.
f.
Additivi ritardanti e acceleranti. Additivi aeranti.
L’impiego di additivi acceleranti e/o ritardanti potrà essere consentito dalla Direzione Lavori soltanto
in condizioni particolari. Le caratteristiche dei suddetti additivi dovranno essere conformi a quanto indicato
nella norma ASTM C 494.
Additivi ritardanti
Additivi ritardanti potranno essere utilizzati, previa idonea qualifica e preventiva approvazione da
parte della DL, per:
! particolari opere che necessitano di getti continui e prolungati, al fine di garantire la loro corretta
monoliticità;
! getti in particolari condizioni climatiche;
! singolari opere ubicate in zone lontane e poco accessibili dalle centrali/impianti di betonaggio.
Additivi acceleranti
Additivi acceleranti potranno essere utilizzati solo previa qualifica ed approvazione da parte della D.L.
e dietro specifica richiesta dell’Appaltatore in funzione di particolari condizioni atmosferiche e/o di impiego
del calcestruzzo.
Additivi aeranti
In caso di conglomerati cementizi per la realizzazione di opere sottoposte a cicli di gelo e disgelo,
dovranno essere utilizzati specifici additivi aeranti al fine di garantire il rispetto delle prescrizioni di cui alla
seguente tabella (aria occlusa).
Diametro massimo Aria occlusa %
(*)
degli aggregati (mm)
10,0
8,00
12,5
7,00
20,0
6,00
25,0
5,00
40,0
4,50
(*) nota: tolleranza + 1,5 %. La relativa prova del contenuto d'aria verrà eseguita secondo la norma EN
12350-7. Tali conglomerati, qualora prescritto o richiesto dalla D. L., saranno sottoposti alla
prova di determinazione della resistenza a degradazione per cicli di gelo - disgelo secondo la
norma UNI 7087.
15
Gli additivi aeranti dovranno essere conformi a quanto indicato nella norma ASTM C 260; dovranno
essere aggiunti al calcestruzzo nella betoniera in soluzione con l'acqua d'impasto, con un sistema meccanico
che consenta di aggiungere l'additivo in quantità variabili di non più del 5% della quantità prescritta e che
assicuri la sua uniforme distribuzione nella massa del calcestruzzo durante il periodo di miscelazione. Il tipo
di additivo aerante e la sua percentuale nell'impasto dovranno essere preventivamente indicati nel mix-design
e approvati dalla D.L..
g.
Disarmanti, prodotti di curing e pulizia
Disarmanti
Come disarmanti è vietato usare lubrificanti di varia natura ed olii esausti. Dovranno invece essere
impiegati prodotti specifici, conformi alla norma UNI 8866 parti 1 e 2 per i quali sia stato verificato che non
macchino o danneggino la superficie del conglomerato cementizio indurito.
Curing e pulizia finale
I prodotti di curing hanno lo scopo di favorire la maturazione del calcestruzzo prevenendo la
formazione di fessure da ritiro plastico e migliorando l'idratazione del cemento. Il prodotto dovrà essere
impiegato nel dosaggio adeguato ed in maniera uniforme. Sarà cura dell’Appaltatore provvedere, dopo il
periodo di stagionatura del calcestruzzo, alla pulizia dell’intera superficie delle lastre per asportazione del
film di prodotto per curing, in modo tale da consentire la successiva applicazione delle vernici per la
segnaletica orizzontale, tinteggiature, ecc.
h.
Conglomerati cementizi sottoposti ad attacco chimico
All’Appaltatore compete l’onere di accertamento della presenza e concentrazione di agenti aggressivi
nel terreno e nelle acque di contatto, ai fini della valutazione dell'attacco chimico a cui potrebbero essere
sottoposti i conglomerati cementizi. In presenza di un grado di aggressività definito "molto forte" i limiti di
composizione dei cementi di cui alla norma UNI 9156 richiamati dalla norma UNI 8981 parte 2, devono
intendersi modificati nel senso che, per qualsiasi tipo di cemento, il contenuto di alluminato tricalcico (C3A)
deve essere non superiore all'1% con l’eccezione dei tipi III B e III C per i quali il C3A non deve essere
superiore al 2% e per i tipi IV A e IV B per i quali il C3A non deve essere superiore al 3,5%.
Ove richiesta una specifica resistenza ai solfati, dovrà essere rispettato quanto previsto nelle norme
UNI 9158. Il contenuto di C3A sarà verificato mediante analisi diffrattometrica dei raggi x (QRXD). Ove
richiesta una specifica resistenza al dilavamento della calce d’idrolisi presente nei cementi, dovrà essere
rispettata la UNI 9606. Per quanto attiene ad agenti chimici aggressivi non considerati nelle predette norme
UNI 8981, rimane l’obbligo dell’accertamento da parte dell’Appaltatore, della presenza di tali agenti
nell'ambiente mentre i rimedi verranno concordati anche con il progettista dell’opera e con quelli del mix
design e comunicati di volta in volta alla D.L.
i.
Campionatura e prove sui materiali
Con riferimento a quanto già specificato precedentemente, subito dopo la consegna dei lavori,
l'Appaltatore indicherà le cave presso le quali intende prelevare gli aggregati, nonché le prescrizioni
granulometriche che intende adottare e fornirà le schede di valutazione delle cave e loro potenzialità, degli
impianti di frantumazione, vagliatura e lavaggio, delle prove effettuate da laboratori ufficiali attestanti la
rispondenza dei materiali proposti ai requisiti di accettazione prescritti ai punti che precedono. La Direzione
Lavori potrà inoltre eseguire sopralluoghi nelle cave ed agli impianti di trattamento degli aggregati, per
verificare la potenzialità ed idoneità degli stessi. Il controllo della corrispondenza del materiale impiegato nel
corso del lavori ai campioni accettati ed alle prescrizioni delle Norme Tecniche, verrà effettuato dalla
Direzione Lavori mediante prelevamenti in corso d'opera.
j.
Stoccaggio dei materiali
16
L'Appaltatore dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori le disposizioni che essa
conterà di prendere per lo stoccaggio dei materiali (aggregati, acqua, cemento, additivi), nonchè le
attrezzature che intenderà utilizzare per sistemare e prelevare i materiali in deposito. Materiali granulari di
diversa pezzatura o della stessa pezzatura teorica ma di diversa provenienza dovranno essere immagazzinati
separatamente. L'approvvigionamento del cemento e la sua conservazione in cantiere dovranno essere tali da
evitare ogni alterazione del prodotto; le disposizioni a riguardo prese dall'Appaltatore dovranno essere
approvate dalla Direzione Lavori. Ogni tipo di cemento inoltre dovrà provenire, per tutta la durata del lavoro,
da un unico impianto di produzione. Tutti gli aggregati portati in sito dovranno essere mantenuti lontano dal
contatto con materiali inquinanti. L'aggregato che contiene passante al setaccio da 5 mm dovrà essere
depositato nel posto di miscelazione con un anticipo non superiore a 8 ore. La quantità dei materiali
approvvigionati in cantiere dovrà essere in ogni momento commisurata al fabbisogno di una settimana
lavorativa. Per quanto concerne gli additivi dovranno essere stoccati in apposite cisterne munite di sistema di
riscaldamento onde evitare fenomeni di alterazione delle caratteristiche fisico-chimiche degli stessi. Per
garantire l'effettiva costanza di campo di temperatura dette cisterne dovranno essere munite di termostato
attivante in modo automatico l'impianto di riscaldamento. Il mantenimento del corretto funzionamento del
sistema dovrà essere controllabile tramite un termometro registratore su carta. Sarà compito dell’Appaltatore
fornire alla D.L. tale registrazione ogni qualvolta la temperatura ambiente scenderà al di sotto di + 5°C.
A.6. ACCIAI
A.6.1
Acciaio da cemento armato normale
Le barre per armatura, in acciaio ad aderenza migliorata FeB450C controllato in stabilimento,
dovranno possedere i requisiti riportati nelle Norme Tecniche emesse con D.M. 14.01.2008 e successivi
aggiornamenti; l’accertamento di tali requisiti sarà effettuato secondo le prescrizioni di cui al punto 11.3.2
delle Norme stesse. Il diametro, la lunghezza ed il numero delle barre saranno come da elaborati grafici di
progetto.
A.6.2
Rete elettrosaldata
Dovrà essere costituita da fili elementari del diametro previsto in progetto, a maglia quadrata o
rettangolare delle dimensioni prescritte nei disegni.
La rete elettrosaldata dovrà rispondere alle caratteristiche riportate al punto 11.3.2.5 del D.M.
14.01.2008; analogamente i controlli sulle reti elettrosaldate saranno quelli previsti dal citato Decreto
Ministeriale.
A.7. PRODOTTI A BASE DI LEGNO
Si intendono per prodotti a base di legno quelli derivati dalla semplice lavorazione e/o dalla
trasformazione del legno e che sono presentati solitamente sotto forma di segati, pannelli, lastre, ecc.
In generale, i legnami, da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno
rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 ottobre 1912 e non dovranno presentare difetti
incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I legnami dovranno corrispondere alle seguenti normative U.N.I.:
- 2853-73 - nomenclatura delle specie legnose che vegetano spontanee in Italia
- 2854 (2a eduz.) - nomenclatura delle specie legnose esotiche coltivate in Italia
- 3517 - nomenclatura dimensionale degli assortimenti legnosi di produzione nazionale
- 3917 - nomenclatura commerciale dei legnami esotici di importazione.
Per quanto riguarda la misurazione e la cubatura dei legnami si applicheranno le prescrizioni della
norma di unificazione: U.N.I. 3518 - misurazione e cubatura degli assortimenti legnosi di produzione
17
nazionale. I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie dovranno appartenere, per ogni specie
legnosa, alla categoria specificata alle singole voci del presente capitolato, e comunque non presentare difetti
incompatibili con l'uso cui sono destinati.
I legnami resinosi non dovranno essere privati della resina ne prima ne dopo l'abbattimento.
Il tavolame dovrà essere ricavato dai tronchi più dritti, affinché le fibre non siano tagliate dalla sega e
non si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal vero tronco dell'albero e non dai rami; dovranno
essere sufficientemente diritti, in modo che la congiungente i centri delle due basi sia sempre interna al palo
stesso. Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate
e senza scarniture, tollerandosene l'alburno e lo smusso in misura non maggiore di 1/6 del lato della sezione
trasversale.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega con le diverse facce esattamente
spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno ne smussi di sorta e con
assenza assoluta di midollo.
Tutti i legnami per impiego strutturale dovranno essere opportunamente impregnati con trattamenti atti
a prevenire l’attacco di microrganismi xilofagi, funghi od altro, e con trattamenti atti a rendere stabile
l’umidità residua della massa legnosa.
Per i riferimenti normativi relativi all’impiego del legno con funzione strutturale, si fa riferimento alla
Norma DIN 1052 aprile 1988 ed alla Norma UNI ENV 1995-1-1, alla Norma ENV 1995-2 e prescrizioni
collegate ove applicabili. Resta negli obblighi dell’Impresa fornire tutte le certificazioni di garanzia sui
materiali impiegati e sui vari trattamenti protettivi effettuati, in assenza dei quali il materiale non sarà
accettato in cantiere.
I legnami destinati alla realizzazione di elementi costruttivi, dovranno essere di prima scelta, di
struttura e fibra compatta e resistente, non deteriorata, perfettamente sana, dritta e priva di spaccature sia in
senso radiale che circolare. Essi dovranno essere perfettamente stagionati, a meno che non siano stati
essiccati artificialmente, presentare colore e venature uniformi essere privi di alburno ed esenti da nodi,
cipollature, buchi od altri difetti.
Le caratteristiche prestazionali dei prodotti in legno dipendono dallo scopo cui sono preposti.
I segati di legno, a complemento di quanto specificato nel progetto o negli articoli relativi alla
destinazione d'uso, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
!
!
!
tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±10 mm;
tolleranze sullo spessore pari a ±2 mm;
umidità non maggiore del 15%, misurata secondo la norma UNI.
I pannelli a base di fibra di legno oltre a quanto specificato nel progetto, e/o negli articoli relativi alla
destinazione d'uso, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
!
!
!
!
tolleranza sulla lunghezza e larghezza pari a ±3 mm;
tolleranze sullo spessore pari a ±0,5 mm;
umidità non maggiore dell'8%;
massa volumica per tipo tenero minore di 350 kg/m³, per tipo semiduro tra 350 e 800 kg/m³, per tipo
duro oltre 800 kg/m³, misurate secondo la norma UNI.
I prodotti in legno dovranno altresì avere caratteristiche prestazionali, conformi alla normativa ed
adeguate alle condizioni di utilizzo, in rapporto ai requisiti di seguito riportati.
!
assorbimento di acqua;
18
!
!
!
resistenza a trazione;
resistenza a compressione;
resistenza a flessione.
La lavorazione dei pannelli di fibra dura di legno dovrà essere effettuata con utensili ed attrezzi di
ottima qualità: le seghe dovranno avere denti piccoli e le pialle dovranno essere di ottimo acciaio e ben
affilate onde evitare strappi e sbavature del materiale. Gli smussi ai bordi dovranno essere eseguiti con
speciali attrezzi. I pannelli di fibra dura di legno, 24 ore prima della posa in opera, dovranno essere inumiditi
sul rovescio, lasciando i margini asciutti per circa 10 cm. In attesa del collocamento in opera i pannelli
dovranno essere adagiati, rovescio contro rovescio sovrapponendovi poi dei pesi per mantenere orizzontali i
pannelli stessi. I pannelli di fibra dura di legno per la formazione di sportelli, ed altri simili lavori da
falegname, dovranno essere applicati su idonee intelaiature di legno mediante inchiodatura e incollaggio.
L'applicazione dei pannelli di fibra dura di legno su intonaci, murature, conglomerati, cementizi, ecc., dovrà
essere effettuata mediante incollaggio con colle a base alcolica. Per le applicazioni suddette si dovrà
spazzolare la parete con una spazzola dura; si spalmerà con colla sia la superficie della parete che quella del
rovescio del pannello da applicare. Il pannello dovrà essere steso sulla parete sostenendolo e puntellandolo
convenientemente. I pannelli applicati sui muri, intonaci, ecc. dopo il collocamento in opera dovranno essere
ripuliti con un tampone di cotone imbevuto con acquaragia e successivamente lucidati a cera o verniciati con
idonei prodotti così come è disposto dalla D.L. Sono vietate, per i pannelli di fibra dura di legno applicati
direttamente sui muri, la verniciatura e la lucidatura a spirito.
I pannelli a base di particelle di legno, oltre a quanto specificato nel progetto, dovranno essere forniti
con le seguenti caratteristiche:
!
!
!
!
tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±5 mm;
tolleranze sullo spessore pari a ±0,5 mm;
umidità del 10% ± 3%;
resistenza al distacco degli strati esterni.
I prodotti in legno dovranno altresì avere caratteristiche prestazionali, conformi alla normativa ed
adeguate alle condizioni di utilizzo, in rapporto ai requisiti di seguito riportati.
!
!
!
rigonfiamento dopo immersione in acqua: 12% massimo (oppure 16%);
assorbimento d'acqua entro i limiti;
resistenza a flessione.
I pannelli di legno compensato e paniforti a completamento di quanto specificato nel progetto,
dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
!
!
!
!
!
!
tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±5 mm;
tolleranze sullo spessore pari a: ±1 mm;
umidità non maggiore del 12%;
grado di incollaggio;
resistenza a trazione;
resistenza a flessione statica.
I termini della definizione dei pannelli di legno compensato e dei paniforti corrisponderanno alla norma di
unificazione: U.N.I. 6467-69 - pannelli di legno compensato e paniforti - termini e definizioni.
Se non altrimenti disposto dovranno essere impiegati paniforti listellari. I pannelli di compensato dovranno
essere multistrati secondo la norma U.N.I. 6470-69, se non altrimenti disposti. Le definizioni dei difetti
specifici di legno compensato e dei paniforti sono contenute nella norma di unificazione: U.N.I. 6468-69 pannelli di legno compensato e paniforti - difetti.
Le dimensioni, le tolleranze e la designazione risultano dalla norma di unificazione: U.N.I. 6470-69 pannelli di legno compensato e paniforti - dimensioni, tolleranze e designazione.
19
I requisiti di incollaggio dei pannelli di legno compensato e paniforti risultano, a seconda del loro impiego,
dalla norma di unificazione: U.N.I. 6478-69 - pannelli di legno compensato e paniforti - requisiti di
incollaggio.
La classificazione secondo l'impiego risulta dalla norma di unificazione: U.N.I. 6471-69 - pannelli di legno
compensato e paniforti - classificazione secondo l'impiego.
Per i pannelli di legno compensato e di paniforte, la determinazione della massa volumica, dell'umidità, del
grado di incollaggio, di resistenza alle muffe dovranno essere eseguite rispettivamente secondo le norme di
unificazione U.N.I. 6474-69, 6476-69, 6479-69.
Per i pannelli di legno compensato la determinazione alla resistenza allo scorrimento dovrà essere eseguita
secondo la norma di unificazione U.N.I. 6477-69.
Per i pannelli di legno compensato le prove di trazione, di impatto e di piegamento dovranno essere eseguite
rispettivamente secondo le norme di unificazione U.N.I. 6480-69, 6482-69, 6483-69.
Per i pannelli di legno compensato e paniforti la prova di flessione statica e la determinazione del modulo di
elasticità dovranno essere eseguiti secondo la norma di unificazione U.N.I. 6481-69.
Per i pannelli di legno compensato e per i paniforti da composizione, le caratteristiche e la classificazione
risultano dalla norma di unificazione: U.N.I. 6469-69 - pannelli di legno compensato e paniforti composizione, caratteristiche e classificazioni.
I pannelli di legno dei manufatti destinati ad utilizzazione all'interno degli edifici potranno essere costituiti da
lastre di paniforte o compensati o pannelli di fibre o particelle di legno, rivestiti con fogli di policroruro di
vinile plastificato di cui alle norme di unificazione U.N.I.: 5575-65 fogli di policroruro di vinile plastificato
tipo 400 - caratteristiche 5576-65 - fogli di policroruro di vinile plastificato definizioni e metodi di prova; i
fogli impiegati non dovranno presentare nessun difetto. Dovranno essere impiegati fogli di pvc lisci o
goffrati, bianchi o colorati, di spessore apparente non inferiore a 0,15 mm applicate alle lastre con idonei
adesivi.
PARTE “B” - OPERE CIVILI
“MODALITA' DI ESECUZIONE E NORME DI MISURAZIONE
DELLE VARIE CATEGORIE DI LAVORO”
LAVORAZIONI DI CARATTERE GENERALE
1.
COMPOSIZIONE DELLE MALTE E DEI CONGLOMERATI.
Per la composizione delle malte cementizie, la miscela del cemento con la sabbia si farà all'asciutto, poi si
innaffierà con acqua mescolando i componenti fino ad ottenere l'impasto perfetto ed omogeneo. La
manipolazione potrà farsi con betoniere meccaniche oppure a mano, sopra aree pavimentate in legno o in
lamiera, o in muratura giammai sul nudo terreno.
Per la confezione dei conglomerati cementizi si farà dapprima la mescolanza a secco con il cemento.
Per i conglomerati l'impasto sarà fatto con betoniere meccaniche, munite di bilancia per l'acqua, gli inerti e il
cemento.
Il tempo utile di mescolazione in betoniera, dovrà essere compreso tra i due o tre primi, escluso le operazioni
di carico e scarico, salvo variazioni che risultassero necessarie in corso dei lavori e riconosciute tali dalla
Direzione Lavori.
Le superfici di ripresa verranno accuratamente ravvivate con trattamenti di getto di acqua o di aria in
pressione, sempre che sia stato raggiunto un sufficiente grado di indurimento del calcestruzzo, asportato poi
via dalle superfici di ripresa l'acqua stagnante ed i materiali distaccati con detta operazione.
Il trasporto del calcestruzzo, dall'impianto di betonaggio ai getti, dovrà essere effettuato in modo da evitare
ogni causa di separazione degli elementi aggregati.
L'assestamento del calcestruzzo, per strati di spessore massimo di circa 50 - 60 centimetri, verrà eseguito
mediante idonei vibratori, ad alto numero di vibrazioni, di tipo ad immersione, e l'assestamento si intenderà
raggiunto alla scomparsa, quasi totale, della fuoriuscita delle bolle d'aria, mentre il calcestruzzo stesso
risulterà, al calpestio, simile ad una massa plastica gommosa, continua ed omogenea.
Dovranno essere impiegati contemporaneamente più vibratori, almeno due, posti a distanza ravvicinata.
E' vietata, nello spianamento dei getti in opera, qualsiasi proiezione a distanza del calcestruzzo, onde evitare
dannose separazioni degli elementi aggregati.
20
E' vietato mettere in opera il conglomerato a temperatura stabilmente inferiore ai due gradi centigradi sotto
zero.
I getti dovranno essere periodicamente annaffiati e comunque mantenuti umidi, in modo da favorire la
stagionatura del calcestruzzo. Nelle stagioni estive essi dovranno essere convenientemente protetti dai raggi
solari.
I casseri, che dovranno essere sufficientemente resistenti al peso del calcestruzzo, ed alle sollecitazioni
dinamiche provocate dai vibratori, non potranno venire rimossi fino a che il conglomerato non abbia
raggiunto un grado sufficiente di maturazione e, in ogni caso, non mai prima di 36 ore, salvo variazioni in
aumento che potranno essere ritenute necessarie, in base ai risultati dalle prove.
Per quanto qui non specificato si fa riferimento al R.D. 16 Novembre 1939 n° 2229.
La proporzione dei componenti le malte, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori, dovranno
risultare le seguenti:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
Malta cementizia ordinaria per murature di pietrame:
cemento tipo 325 q.li 4÷5 - sabbia grossa mc. 1,00;
Malta cementizia ordinaria per murature laterizie e per rinzaffi:
cemento tipo 325 q.li 4 - sabbia fine mc. 1,00;
Malta cementizia ordinaria per arricciature:
cemento tipo 325 q.li 5 - sabbia fine mc. 1,00;
Malta cementizia grassa per intonaci comuni:
cemento tipo 325 q.li 7 - sabbia finissima mc. 1,00;
Malta cementizia per intonaci impermeabilizzanti:
cemento tipo 325 q.li 7 - sabbia finissima mc. 1,00;
Prodotto impermeabilizzante:
la quantità prescritta dalla Casa fornitrice.
Qualora la Direzione Lavori intendesse variare tali dosaggi, oppure impiegare altri materiali, l'Impresa dovrà
uniformarsi alle prescrizioni della stessa, salvo le conseguenti variazioni di prezzo in base alle nuove
proporzioni o qualità dei componenti le malte ed i conglomerati.
Gli impasti sia di malta che di conglomerato cementizio, dovranno essere preparati soltanto nelle quantità
necessarie al loro impiego immediato, dovranno cioè essere preparati di volta in volta, e per quanto possibile,
in vicinanza al luogo d'impiego.
L'impasto appena preparato dovrà essere versato in opera, non ammettendosi in modo assoluto l'impiego di
malta e di conglomerati che avessero già fatto presa.
I residui di impasto che per qualsiasi ragione non avessero impiego immediato, dovranno essere gettati a
rifiuto.
2.
CONGLOMERATO CEMENTIZIO PER OPERE IN CEMENTO ARMATO COMUNE
(NORME AGGIUNTIVE).
Nell'esecuzione di opere in cemento armato, l'Impresa sarà tenuta alla scrupolosa osservanza delle
prescrizioni contenute nelle vigenti "Norme per l'accettazione degli agglomerati idraulici e per l'esecuzione
delle opere in conglomerato cementizio" di cui al R.D. 16 Novembre 1939, n. 2229 e alla Legge 5 Novembre
1971 n. 1086.
La Direzione Lavori potrà richiedere che dall'Impresa siano presentati i disegni ed i calcoli di stabilità delle
armature provvisorie, impalcature e casseri, centine e ponti di servizio e suggerire le modifiche che riterrà
necessarie senza che per questo vengano menomate le responsabilità dell'Impresa a termini di Legge.
Nelle casserature, se di legname, si dovranno lasciare alcuni giunti aperti di sufficiente larghezza onde
impedire che il rigonfiamento del legname prodotto dall'umidità disturbi la regolare presa del conglomerato.
Costruiti i casseri, si devono disporre le armature metalliche con le dimensioni e nella posizione risultante
dai disegni ed in conformita' alle ulteriori disposizioni che in corso di esecuzione saranno impartite dalla
Direzione Lavori.
I ferri dovranno essere legati agli incroci con filo di ferro e tenuti a posto mediante tasselli e sostegni
provvisori. I ferri dovranno essere posti in opera senza verniciatura di sorta; quelli comunque sporchi e
specialmente quelli unti dovranno essere accuratamente ripuliti.
21
Nei giunti di interruzione delle sbarre metalliche si dovranno fare le sovrapposizioni e legature prescritte
dalle vigenti leggi in materia e secondo le migliori regole d'arte.
Nessun getto di conglomerato potrà dall'Impresa essere iniziato prima che la Direzione Lavori abbia
verificato ed approvato l'armatura di ferro predisposta, nonche' la forma, i casseri, i puntelli, le centine, ecc.
Dopo il disarmo si dovranno regolarizzare le facce viste in modo da togliere eventuali risalti o sbavature, e
riempire di malta cementizia grassa le cavità rimaste nei getti.
3.
OPERE IN CEMENTO ARMATO NORMALE E PRECOMPRESSO.
Le opere in cemento armato previste nel presente appaltato saranno eseguite in base ai calcoli di stabilita'
accompagnati dai disegni esecutivi e da una relazione forniti dall'amministrazione e facenti parte integrale
dei documenti del presente appalto L'impresa dovrà verificarle a sue spese, entro 60 giorni
dall'aggiudicazione dell'appalto dovrà far pervenire alla Direzione dei Lavori le eventuali osservazioni,
trascorso tale periodo sarà completamente responsabile anche per eventuali errori di progettazione.
Per l'esecuzione di opere in cemento armato normale e precompresso non specificatamente progettate
l'Impresa dovrà attenersi strettamente a tutte le norme contenute nella L. 5 novembre 1971 n,1086 e nel D.M.
27 luglio 1985 e successive modificazioni; tali opere saranno eseguite in base ai calcoli di stabilita'
accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, redatti a cura e spese dell'impresa appaltatrice ,
secondo le prescrizioni della Direzione dei Lavori; l'esame e la verifica da parte della Direzione dei Lavori di
tali strutture non esonerano in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le
precise pattuizioni del contratto. La D.L., esaminati i calcoli ed i disegni delle opere non specificatamente
progettate comunicherà all'Impresa le proprie determinazioni prescrivendo le modifiche che ritenesse
necessarie. Di tutti questi oneri si é tenuto conto nella determinazione dei prezzi unitari del conglomerato,
del cassero e del ferro di armatura. Nessun getto di cemento dovrà essere eseguito prima che la Direzione
dei Lavori abbia verificato l'armatura del ferro predisposta e le corrispondenze di questa con i disegni
suddetti e ciò sotto pena per l'Impresa, di demolire il già fatto, ferme restando tutte le responsabilità
dell'Impresa stessa fino al collaudo. Costruiti i casseri di legno, si devono disporre le armature metalliche dei
getti in cemento armato, con le dimensioni e nella posizione risultante dai disegni ed in conformità alle
ulteriori disposizioni che in corso di esecuzione saranno impartite dalla D.L. I ferri dovranno essere legati
agli incroci con filo di ferro e tenuti a posto mediante tasselli plastici a perdere per permettere il corretto
ricoprimento delle armature metalliche e sostegni provvisori. I ferri dovranno essere posti in opera senza
verniciature di sorta; quelli comunque sporchi dovranno essere ripuliti. Nei giunti di interruzione delle sbarre
metalliche dovranno fare le sovrapposizioni e legature prescritte dalle vigenti leggi in materia e secondo le
migliori regole d'arte. Nessun getto di conglomerato potrà dall'Impresa essere iniziato prima che la Direzione
dei Lavori abbia verificato ed approvato l'armatura di ferro predisposta, nonché la forma, i casseri, i puntelli ,
le centine ecc. Il conglomerato si verserà nelle forme e vibrato a strati di piccolo spessore (10 - 15 cm.) fino
a che l'acqua affiori in superficie e curando che le armature metalliche conservino esattamente il loro posto.
La ripresa del getto di conglomerato dovrà essere evitata in quanto possibile. In caso contrario si dovrà
nettare con acqua la superficie e spalmarla poi con boiacca di cemento puro. Nel caso eccezionale in cui si
debba proseguire la gettata sopra conglomerato già indurito, la vecchia superficie dovrà essere scalpellata,
ripulita e fortemente spalmata di boiacca come sopra. Di mano in mano che una parte del getto viene
ultimata, affinché la presa possa avvenire in modo uniforme, in tutta la massa e qualora la stagione sia
asciutta, si dovrà versare acqua fortemente sulla superficie e sui fianchi del getto, predisponendo altresì
coperture e ripari per preservare l'opera dalle variazioni troppo rapide di temperatura durante la presa e
l'indurimento.
E’ fatto espresso divieto di utilizzare distanziali metallici o legature che fuoriescano dai getti per le strutture
de vasche o serbatoi anche se in seguito questi ultimi dovranno essere rivestiti con intonaci od altri materiali
idrorepellenti. La superficie delle opere sarà regolarizzata con malta cementizia. L'applicazione si farà previa
pulitura e lavatura delle superfici delle gettate e la malta dovrà essere ben conguagliata mediante cazzuola e
fratazzo, con malta cementizia forte con l'aggiunta di opportuno spolvero di cemento puro.
Si precisa che l'appaltatore rimane l'unico responsabile delle opere per la qualità dei materiali e per
l'esecuzione dei lavori, di conseguenza egli dovrà rispondere degli inconvenienti che avessero a verificarsi,
di qualunque natura, importanza e conseguenza essi potessero risultare; nonché dovrà provvedere a eseguire i
prelievi di legge , far redarre i relativi certificati da un laboratorio autorizzato e consegnare la relativa
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documentazione alla D.L. prima di quella dello stato finale. L'Impresa dovrà nominare un Direttore Tecnico
responsabile dei lavori.
Tutte le opere in conglomerato cementizio armato normale o precompresso facenti parte dell'opera appaltata
dovranno essere sottoposte, a spese dell'Appaltatore a collaudo statico ed il collaudo stesso dovrà essere
eseguito da un Ingegnere o da un Architetto, iscritto all'Albo da almeno 10 anni, che non sia interessato in
alcun modo nella progettazione, direzione od esecuzione delle opere, nominato dall'Amministrazione
appaltante.
L'appaltatore è tenuto, altresì, a curare a proprie spese, la presentazione al Genio Civile della documentazione atta al rilascio della licenza dell'uso e/o del certificato di conformità delle strutture.
Per la costruzione di vasche o di serbatoi si dovrà far uso di distanziali plastici a perdere nel getto entro cui
verrà inserito un tirante metallico che realizzerà la connessione tra le due pareti del cassero. Eseguito il
disarmo verranno sfilati i tiranti metallici ed il foro sarà colmato di opportuno sigillante di tipo poliuretanico
espansivo.
Per le riprese di getto nelle strutture di vasche o serbatoi dovranno essere messi in opera giunti di tenuta che
garantiscono l'impermeabilità della ripresa di getto. Tutti questi maggiori oneri necessari per il getto di
vasche o serbatoi si é tenuto conto nella determinazione del prezzo.
23
OPERE IMPIANTISTICHE
Nuove scuole elementari e materne di fraz. Antagnod - Ayas
Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Indice
Capitolo
pagine
1.0 -OGGETTO DELL’OPERA ..................................................................................................................................... 3
2.0 -PREMESSA SUI MATERIALI ............................................................................................................................... 3
3.0 -NORMATIVE VIGENTI ......................................................................................................................................... 5
4.0 -PRESCRIZIONI GENERALI.................................................................................................................................. 7
5.0 -IMPIANTO FORZA MOTRICE E LUCE ............................................................................................................. 8
5.1 -QUADRI GENERALI E DI PIANO .................................................................................................................................. 8
5.2 -CENTRALINI MODULARI.......................................................................................................................................... 12
5.3 -APPARECCHIATURE DI COMANDO E PRESE .............................................................................................................. 14
5.4.1Comandi (interruttori, deviatori, pulsanti e simili) e prese a spina.................................................................. 14
5.4.2Presa CEE 2P+T .............................................................................................................................................. 14
5.4.3Presa CEE 3P+N+T......................................................................................................................................... 14
5.4.4Presa 2P+T 10/16A .......................................................................................................................................... 14
5.4.5Presa 2P+T 10/16A UNEL IP55 ...................................................................................................................... 15
5.4.6Torretta a pavimento a scomparsa da 16 moduli F.M. ordinaria e Privilegiata.............................................. 15
5.4.7Pulsante comando azionamento ad impulsi di dispositivi motorizzati con inversione di direzione ................. 16
5.4.8Interruttore stagno da incasso per manovre di emergenza............................................................................... 16
5.4 -TUBAZIONI E SCATOLE ........................................................................................................................................... 16
5.5.1Tubi................................................................................................................................................................... 16
5.5.2Tubazione PVC rigida ...................................................................................................................................... 16
5.5.3Cassette di derivazione stagne IP55 ................................................................................................................. 17
5.5.4Cassette di derivazione per incasso .................................................................................................................. 17
5.5 -CANALINA METALLICA ........................................................................................................................................... 18
5.6.1Canale metallico zincato in lamiera ................................................................................................................. 19
5.6 -CAVI BT ................................................................................................................................................................. 20
5.7.1 Sezioni minime ................................................................................................................................................. 20
5.7.2 Cavi unipolari isolati in PVC .......................................................................................................................... 20
5.7.3Cavi unipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici ......................................................... 21
5.7.4Cavi multipolari isolati in gomma ................................................................................................................... 21
5.7.5Cavi multipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici ...................................................... 21
5.7.6Cavi multipolari isolati in gomma resistenti al fuoco....................................................................................... 22
6.0 -IMPIANTO DI TERRA.......................................................................................................................................... 23
6.1 -COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE ......................................................................................................................... 23
6.2 -POZZETTO ISPEZIONE 360X260X320MM ................................................................................................................. 23
6.3 -PIASTRA EQUIPOTENZIALE...................................................................................................................................... 23
6.4 -DISPERSORE A CROCE ............................................................................................................................................. 23
6.5 -TRECCIA DI TERRA 35MMQ ..................................................................................................................................... 23
6.6 -VERIFICA, INTEGRAZIONE E CERTIFICAZIONE IMPIANTO DI TERRA ......................................................................... 24
7.0 -IMPIANTO DI ALLARME MANUALE.............................................................................................................. 25
7.1 -CENTRALE DI ALLARME.......................................................................................................................................... 25
7.2 -PULSANTE DI ALLARME INDIRIZZATO ..................................................................................................................... 25
7.3 -TARGA OTTICO ACUSTICA ...................................................................................................................................... 25
7.4 -RIVELATORE OTTICO DI FUMO ................................................................................................................................ 26
7.5 -RIVELATORE TERMOVELOCIMETRICO ..................................................................................................................... 26
7.6 -RIVELATORE DI FUMO DA CANALE ......................................................................................................................... 26
7.7 -CAVO BUS DI RIVELAZIONE INCENDI....................................................................................................................... 27
7.8 -COMBINATORE TELEFONICO ................................................................................................................................... 27
7.9 -PANNELLO DI RIPETIZIONE REMOTA DI ALLARME ................................................................................................... 27
8.0 -IMPIANTO FONIA E DATI.................................................................................................................................. 28
8.1 -PUNTO DI ACCESSO ALLA RETE UTP ...................................................................................................................... 28
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – NORME TECNICHE
PAGINA 1
SC
Nuove scuole elementari e materne di fraz. Antagnod - Ayas
Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
8.2 -CAVO UTP CAT.6 ................................................................................................................................................... 28
8.3 -CAVO FIBRE OTTICHE, A 8 FIBRE IN GUAINA LSZH ................................................................................................ 28
8.4 -ARMADIO DATI A PARETE 22 UNITÀ........................................................................................................................ 28
8.5 -ARMADIO DATI A PARETE 42 UNITÀ........................................................................................................................ 29
9.0 -IMPIANTO ALLARME BAGNI........................................................................................................................... 30
9.1 -SISTEMA ALLARME BAGNO ..................................................................................................................................... 30
10.0 -IMPIANTO CITOFONICO ................................................................................................................................. 31
10.1 -IMPIANTO CITOFONICO ......................................................................................................................................... 31
11.0 -IMPIANTO TV...................................................................................................................................................... 32
11.1 -PUNTO PRESA TV+SAT........................................................................................................................................ 32
11.2 -IMPIANTO RICEZIONE TV CON AMPLIFICATORE CENTRALINO AUTOALIMENTATO FINO A 25 DB........................... 32
11.3 -ANTENNA PARABOLICA........................................................................................................................................ 32
11.4 -ANTENNA TV ....................................................................................................................................................... 32
11.5 - MODULO DI DERIVAZIONE A QUATTRO USCITE .................................................................................................... 32
11.6 -CAVO COASSIALE 75 OHM .................................................................................................................................... 33
12.0 -DATI DI PROGETTO E PER L’ESECUZIONE .............................................................................................. 34
13.0 -PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI ......................................................................................... 37
14.0 -PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI ..................................................................................... 38
14.1 -SISTEMI ELETTRICI A TENSIONE INFERIORE A 1000V C.A...................................................................................... 38
14.2 -SISTEMA IT .......................................................................................................................................................... 38
15.0 -DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI CONTRO LE SOVRACORRENTI.................................. 40
15.1 -PROTEZIONE CONTRO IL SOVRACCARICO .............................................................................................................. 40
15.2 -PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTO CIRCUITO ...................................................................................... 40
16.0 -VERIFICA DELLA CADUTA DI TENSIONE.................................................................................................. 41
17.0 -CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI E MODALITA DI INSTALLAZIONE................................... 42
18.0 -COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI............................................................................................... 43
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – NORME TECNICHE
PAGINA 2
SC
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
1.0 -
OGGETTO DELL’OPERA
L’opera in esame ha per oggetto la realizzazione di interventi di natura elettrica inerenti alla realizzazione
del nuovo complesso scolastico (Scuole Materne ed Elementari) ubicate in Fraz. Antagnod, nel comune di
Ayas.
2.0 -
PREMESSA SUI MATERIALI
I materiali che in genere occorreranno per la costruzione delle opere dovranno essere della miglior
qualità esistente in commercio ed essere accettati, previa campionatura, dalla Direzione Lavori. Di norma essi
proverranno da quelle località o fabbriche che l'Impresa Appaltatrice riterrà di sua convenienza, purché
preventivamente notificate e rispondenti ai requisiti prescritti dalle leggi, ad insindacabile giudizio della
Direzione Lavori, a norma con la certificazione di qualità della serie ISO 9000 / EN 29000 e rispondenti ai
requisiti qui di seguito riportati nella sezione di schede tecniche.
Tutti gli impianti dovranno essere eseguiti secondo gli schemi di progetto, nelle sezioni indicate e secondo le particolari
prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L. Nell'esecuzione degli impianti, posa delle tubazioni,
canalizzazioni, coibentazioni e apparecchiature, si richiede che sia particolarmente curata l'estetica dell'impianto, fatte
salve le esigenze funzionali e tecniche, ponendo particolare attenzione agli allineamenti delle tubazioni, alla loro
verticabilità, al corretto staffaggio. Per la realizzazione dovranno essere utilizzate attrezzature e mano d’opera
specializzate. La D.L. potrà far smontare e rifare tratti e/o parti di impianto che non rispondano ai requisiti di cui sopra.
Poiché la Ditta Appaltatrice dovrà assumersi integralmente la responsabilità funzionale degli impianti, dovrà verificare
con particolare attenzione le caratteristiche termofisiche nelle realizzazioni murarie.
L’impresa realizzatrice dovrà tenere conto delle Norme, Leggi, Decreti, ecc..., emanati e/o emanandi nel periodo che
intercorrerà tra il momento della consegna progetto alla Pubblica Amministrazione ed il collaudo impianti; in tale ottica
sarà perizia della D.L. provvedere alle necessarie modifiche di progetto per garantire la conformità e la sicurezza con
comunicazione al comando dei Vigili del Fuoco ed agli organi di controllo di competenza. In assenza di tali condizioni
non dovranno essere apportate modifiche agli schemi di progetto se non per specifica volontà della D.L. con supporto
documentale appropriato ed allegata richiesta di approvazione degli organi competenti. In tale situazione dovrà essere
redatto il certificato di non conformità, corredato della variante d’opera apportata, sottoscritto dalla D.L., dalla Ditta
realizzatrice e dall’Amministrazione competente.
Al termine dei lavori, in un tempo determinato dalla committenza in accordo con la D.L., ciascuna impresa dovrà
rilasciare al committente il certificato di installazione (conformità) dell’impianto di competenza completamente
compilato in ogni sua parte, comprese le tavole grafiche e le relazioni di calcolo, quindi controfirmato.
N.B.1: Sarà onere dell’Appaltatore provvedere alla restituzione cartacea e su supporto informatico della
realizzazione delle opere cantierabili corredate di tutte le certificazioni necessarie, riguardanti i collaudi
tecnici, le prove di primo impianto, in corso d’opera e finale, predisposte da tecnico abilitato (nominato dalla
stazione appaltante scelto all’interno di una terna proposta dall’Appaltatore in accordo con la D.LL.),
regolarmente iscritto ad un ordine professionale, nonché di relazioni di calcolo riguardanti le verifiche
tecniche pre e post realizzative. Tale documentazione dovrà essere restituita, in duplice copia e controfirmata
oltre che dal collaudatore anche dall’Appaltatore, dai subappaltatori e dai Direttori dei Lavori, prima della
consegna dello Stato Finale.
N.B.2: Tutte le opere qui riportate sono state valutate comprensive di assistenze murarie. Con tale affermazione si
intendono comprese tutte quelle opere edili di demolizione e ripristino, di piccola e media importanza, posa
di mensole e zanche di sostegno, il sollevamento ai piani dei diversi materiali la formazione di cassonetti
nelle murature per accogliere tubazioni, canali, ecc. secondo le disposizioni della D.L., nonché tutte le
attrezzature, la mano d’opera, i materiali ed ogni onere compreso, necessarie per consentire la posa specifica
e precipua degli impianti di cui all’oggetto; è stata fatta eccezione (e quindi computate a parte) per le opere
maggiori, valutate particolarmente invasive quali quelle di demolizione, taglio, ecc..., tali da essere riportate
nella sezione delle opere edili di competenza. Si intendono altresì escluse le opere di scavo e reinterro di tutte
le tubazioni esterne come pure le attività relative alla realizzazione delle brecce o dei tagli a sezione obbligata
in strutture armate di qualunque tipologia o di grande spessore.
N.B.3: Nel caso vengano riscontrate discordanze tra i vari documenti contrattuali sarà compito dell’Appaltatore
segnalarlo tempestivamente alla D.L. in modo da ricevere i dovuti chiarimenti in merito, in linea generale
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PAGINA 3
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
comunque le interpretazioni andranno sempre intese in favore della committenza tanto che per il solo fatto di
partecipare alla gara di appalto, l'Appaltatore ammette di conoscere perfettamente:
a) le condizioni tutte del capitolato tecnico e le condizioni locali dei luoghi su cui dovrà eseguirsi l'impianto
e la natura, le condizioni della mano d'opera e dei materiali;
b) tutte le circostanze generali e particolari di tempo, di luogo e contrattuali ed ogni qualsiasi possibilità
contingente che possa influire sulla esecuzione dell'opera;
c) tutte le circostanze generali e particolari che possano avere influito sulla determinazione dei prezzi;
Qualora fossero rilevati manifesti errori o gravi omissioni del progetto esecutivo, ogni impresa concorrente è tenuta a
segnalare immediatamente al fine di ottenere da parte del Committente disposizioni in merito. Per tutte le indicazioni
che risultassero assenti dai documenti dell’appalto, l’impresa ha l’obbligo di chiedere istruzioni dettagliate, caso per
caso, alla Direzione Lavori. L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata
conoscenza di condizioni e la sopravvenienza di elementi non valutati e non considerati a meno che tali nuovi elementi
appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore (per le quali si rimanda all’apposita parte di capitolato
speciale). Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi
necessari per procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
L’impresa è inoltre tenuta a:
- trasmettere alla Direzione Lavori una copia completa dei manuali tecnici e di manutenzione a corredo
delle apparecchiature installate;
- predisporre un dettagliato manuale d’uso relativo agli interi impianti, appositamente redatto e
indipendente dai sopra citati manuali dei singoli componenti. Tale manuale d’uso dovrà risultare
facilmente consultabile e completo in tutte le sue parti; qualora la Committenza, attraverso la D.LL.,
giudicasse tale documento di difficile comprensione tecnica, l’Appaltatore dovrà procedere alla sua
revisione fintanto che il documento non verrà giudicato di agevole utilizzo.
Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi necessari per
procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
3.0 -
NORMATIVE VIGENTI
I riferimenti alle Leggi, Decreti Ministeriali, Decreti Presidente della Repubblica e Norme di cui è oggetto l'appalto,
sono le seguenti:
Normativa di riferimento
I riferimenti alle Leggi, Decreti Ministeriali, Decreti Presidente della Repubblica e Norme di cui è oggetto l'appalto,
sono le seguenti:
Regole tecniche di Sicurezza sul Lavoro:
REGOLA
DESCRIZIONE
D.Lgs. 09/04/08 n. 81 Testo unico per la sicurezza sul lavoro
D.Lgs 03/08/2009
n°106
Disposizioni integrative e correttive del D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Regole tecniche Impianti Elettrici:
REGOLA
DESCRIZIONE
Legge 186 del 1968
Componenti elettrici ed impianti a regola d’arte
D.M. 22/01/08 n.37
Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della
legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di
installazione degli edifici” e successive integrazioni e modifiche
DPR 380/2001, capo
V
Norme per la sicurezza degli impianti
ENEL
Guida per le connessioni alla rete elettrica di Enel distribuzione
D.M. 236/89
Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adottabilità e la visibilità degli
edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del
superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche
L.R. n.17 del
28/04/1998
Norme in Materia di Illuminazione Esterna
Prevenzione Incendi:
REGOLA
DESCRIZIONE
D.M. 16.02.1982
Modificazione del D.M: del 27.09.1965 concernente la determinazione delle attività soggette
al controllo dei vigili del fuoco
D.M. 10.03.1998
Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro
D.M. 09.03.2007
Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo
nazionale de vigili del fuoco.
D.M. 26/08/1992
Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica
D.M. 01/02/1986
Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili
Norme UNI:
REGOLA
DESCRIZIONE
UNI EN 12464-1
Illuminazione artificiale del luogo di lavoro - interni
UNI EN 12464-2
Illuminazione artificiale del luogo di lavoro - esterni
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
UNI EN 1838
Illuminazione di emergenza
UNI 9795:2010
Rivelazione e segnalazione automatica d’incendio
UNI 10877
Sistemi di estinzione incendi ad estinguenti gassosi
UNI
Di pertinenza
Norme CEI:
REGOLA
DESCRIZIONE
CEI 64-8
Impianti elettrici con tensione inferiore a 1000V
CEI 17-13
Quadri elettrici
CEI 23-51
Quadretti elettrici
CEI 64-12
Impianti di terra
CEI 81-10
Protezione dai Fulmini
CEI 64-50
Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici
CEI 64-52
Edilizia ad uso residenziale e terziario - Guida per l'integrazione degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli
edifici Criteri particolari per edifici scolastici
CEI 0-16
Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT
delle imprese distributrici di energia elettrica
CEI 0-2
Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
CEI 20-22
Cavi elettrici non propaganti l’incendio
CEI EN 60529
Gradi d protezione degli involucri (codici IP)
CEI 17-13
Apparecchiature di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT)
CEI
Di pertinenza
Altre Prescrizioni:
REGOLA
DESCRIZIONE
AIDI
Raccomandazioni “Associazione Italiana di Illuminazione”
APIL
Raccomandazioni “Associazione Professionisti Illuminazione”
CIELOBUIO
Coordinamento per la protezione del cielo Notturno
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
4.0 -
PRESCRIZIONI GENERALI
Gli impianti elettrici e di servizio dovranno essere eseguiti in conformità degli schemi dell'allegato progetto.
Essi sono stati progettati considerando:
Tensione di esercizio
: 400/230 V
Sistema di distribuzione
: TT
Corrente di impiego
: In ≥ Ib
Corrente di corto circuito
: 10 kA
Nell’esecuzione degli impianti tutti i circuiti a diverso livelli di sicurezza, a diversa tensione, ed a diversa funzione
verranno segregati fisicamente viaggiando in canalizzazioni e tubazioni diverse così separate:
- circuiti normali f.m. e luce
- circuiti correnti deboli e bassa tensione
- circuiti di emergenza
- circuiti di sicurezza
- circuiti ed impianti telefonici
- circuiti ed impianti di cablaggio
- impianto di rivelazione incendi
- impianto TV
Tutti gli impianti ed i componenti dovranno essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme, scelti e
messi in opera secondo le caratteristiche dei diversi ambienti. In particolare, dovranno possedere il marchio di
conformità dei paesi membri della Comunità Europea o Internazionale.
Essi dovranno essere realizzati in conformità alle vigenti normative ed in particolare:
- alle prescrizioni di legge in materia antinfortunistica;
- alle prescrizioni di legge in materia di cliniche private;
- alle Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (C.E.I.);
- alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei V.V.F.;
- alle prescrizioni ed indicazioni degli enti fornitori di energia e servizio telefonico.
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5.0 -
IMPIANTO FORZA MOTRICE E LUCE
5.1 - Quadri generali e di piano
Specifiche tecniche e costruttive
Tensione nominale di isolamento
Tensione nominale di tenuta ad impulso
Tensione nominale di esercizio
Frequenza nominale
Sistema di collegamento a terra
Grado di protezione
Forma di segregazione
Tipo di installazione
Alimentazione
Partenze
Verniciatura e trattamento delle parti
metalliche a vista
ƒ Altitudine
ƒ Temperatura ambiente massima
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Fino a 1000V
8kV
400V
50Hz
TT
IP55/IP40
Segregato
Interno per posa fissa
Dall’alto/basso con cavi
Dall’alto/basso con cavi
RAL 7030
ƒ Temperatura ambiente minima
Fino a 1000m s.l.m.
40°C con umidità relativa 50%
20°C con umidità relativa 90%
- 20°C
Specifiche tecniche
Ogni quadro sarà completo di serratura di sicurezza a chiave. Ciascun quadro sarà corredato di certificazione. I quadri
dovranno essere posizionati in modo da non essere di intralcio alle vie di esodo e durante le operazioni di evacuazione.
Dovranno essere altresì installati in modo da non essere causa di urti accidentali.
Il quadro generale e i quadri di piano dovranno disporre di linee di alimentazione entranti e di spazio libero al loro
interno sufficienti a poter garantire, in tempi successivi al presente appalto, la distribuzione della necessaria energia
elettrica da asservire alle aule speciali una volta noti i reali arredi ed equipaggiamenti tecnologici.
I quadri dovranno essere costituiti da un insieme continuo di unità modulari verticali prefabbricate, denominate
pannelli, fissate le une alle altre tramite bulloni, in modo da realizzare una struttura rigida che possa essere sollevata a
mezzo di appositi golfari.
Ciascun pannello dovrà essere formato da una struttura metallica autoportante rigida ed indeformabile, costituita da
profilati a "C" in lamiera di acciaio con fori ad intervallo di 25 mm secondo le norme DIN 43660, racchiusa
completamente da lamiera metallica anche su fianchi e sul tetto.
Il fronte del quadro dovrà essere realizzato con porte incernierate e dotato di serrature con chiavi asportabili, unificate.
Particolare cura dovrà essere posta nello studio delle canalizzazioni per la circolazione naturale dell'aria, all'interno del
quadro, che dovrà garantire il raffreddamento delle sbarre, delle connessioni e delle apparecchiature di potenza. I
percorsi di canalizzazione dell'aria dovranno comunque garantire la compartimentazione delle celle, per evitare che
eventuale sviluppo di aria ionizzata all'interno di una cella vada ad interessare altre parti in tensione.
I componenti del quadro in plastica dovranno essere privi di alogeni e autoestinguenti secondo le norme DIN/VDE 0304
parte 3.
Gli scomparti dovranno essere realizzati in modo da permettere eventuali futuri ampliamenti sui lati del quadro, con
l'aggiunta di ulteriori scomparti.
La carpenteria, trattata a SENDZIMIR, dovrà avere lo spessore di:
- 20/10 mm per la struttura portante
- 15/10 mm per le portelle frontali
Ciascuno scomparto dovrà essere realizzato e costituito da celle contenenti i vari componenti elettrici e meccanici come
a seguito descritto e separate tra loro con lamiere di segregazione avente grado di protezione IP20; pertanto, nell'ambito
dei vari scomparti, si dovranno individuare le seguenti celle/zone tipiche:
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- Zona sbarre collettrici (principali e di distribuzione)
- Zona apparecchiature
- Zona cavi di potenza
Le celle tipiche dovranno avere le caratteristiche costruttive seguenti:
ZONA BARRE COLLETTRICI
Le barre principali e di distribuzione saranno situate sul retro del pannello per garantire :
- Possibilità di inserimento di due sistemi barre principali
- Realizzazione di un solo sistema di sbarre nelle installazioni doppio fronte.
- Equa distribuzione della corrente grazie alla alimentazione al centro delle barre di distribuzione.
Le sbarre dovranno essere accessibili dal retro e/o dal fronte dello scomparto, mediante l'asportazione di lamiere,
utilizzando adatti attrezzi.
Le sbarre omnibus di ogni singolo scomparto, dovranno essere provviste di opportuni attacchi per permetterne la
connessione alle sbarre omnibus degli scomparti limitrofi in modo tale da formare un condotto sbarre unico.
Le giunzioni delle sbarre dovranno essere trattate chimicamente per evitare l'aumento delle resistenze di contatto.
ZONA APPARECCHIATURE
La dimensione base della griglia di montaggio tridimensionale dovrà essere di 25 mm in modo da offrire le premesse
per combinare tra di loro moduli di diversa grandezza - un vantaggio di sicura utilità per future modifiche od
ampliamenti.
Un'ulteriore suddivisione della zona apparecchi per mezzo di ripiani supplementari orizzontali riduce eventuali pericoli
derivanti dalla caduta di minuteria (arco elettrico) o dal contatto con componenti vicini sotto tensione.
ZONA CAVI DI COLLEGAMENTO
La zona cavi di potenza dovra' essere posizionata nella parte laterale destra dello scomparto (in basso per gli scomparti
con interruttori aperti) e dovra' essere accessibile tramite apertura di portella incernierata e messa a terra.
Adatte feritoie di ventilazione dovranno assicurare una idonea areazione, rispettando comunque le esigenze di
compartimentazione.
Sulla sul tetto dello scomparto dovra' essere prevista un'apertura per il passaggio dei cavi di potenza negli appositi
cunicoli sottoquadro o nelle passerelle.
Il quadro dovrà essere percorso longitudinalmente da una sbarra elettrica di terra in rame solidamente imbullonata alla
struttura metallica.
Tutta la struttura e gli elementi di carpenteria dovranno essere francamente collegati fra loro mediante viti speciali, per
garantire un buon contatto elettrico fra le parti.Le porte dovranno essere collegate alla struttura metallica tramite
trecciole flessibili in rame, aventi sezione minima di 16 mmq.
La messa a terra dell'interruttore dovra' essere assicurata durante l'estrazione per mezzo di una pinza strisciante su un
pattino di rame collegata direttamente alla sbarra di terra.
Tutta la struttura metallica degli scomparti dovra' essere opportunamente trattata e verniciata in modo da offrire una
ottima resistenza all'usura.
L'aspetto delle superfici dovra' essere semilucido, satinato.Il punto di colore dovra' essere GRIGIO RAL 7032
(interno/esterno).Lo spessore minimo della finitura dovra' essere di 50 micron.
INTERRUTTORI
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche dovranno essere fra loro intercambiabili.
Il tipo di innesto tra parte mobile e parte fissa dovrà essere tale da assicurare il perfetto contatto delle superfici anche in
caso di non preciso allineamento dell'interruttore durante l'inserzione.
Per gli interruttori in esecuzione aperta, al fine di ottenere la massima sicurezza per l’operatore, dovrà essere garantito il
doppio isolamento e quindi la netta separazione tra circuiti di potenza e circuiti ausiliari.
Gli interruttori aperti dovranno inoltre garantire la totale segregazione tra le fasi e, in caso di necessità, dovrà essere
possibile ispezionare le camere di interruzione e lo stato di efficienza dei contatti principali.
Per conferire una notevole resistenza alle sollecitazioni termodinamiche in corto circuito, gli interruttori aperti
dovranno avere la struttura portante realizzata in lamiera di acciaio.
Gli interruttori di tipo SCATOLATO dovranno avere i circuiti ausiliari segregati elettricamente dai circuiti di potenza e
dovranno poter essere installati ed ispezionati dal fronte dell'apparecchio senza togliere il coperchio di protezione. I
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circuiti di potenza, e quindi le camere di interruzione, dovranno poter essere a loro volta ispezionati togliendo il
suddetto coperchio in modo da poter rendere visibile lo stato di usura dei contatti.
TIPI ED ESECUZIONI
Gli interruttori dovranno essere di tipo SCATOLATO per correnti ininterrotte nominali sino a 1250A e di tipo
APERTO per correnti ininterrotte nominali superiori, in esecuzione (salvo diversa precisazione) :
- ESTRAIBILE montati su carrello, dovranno quindi potere assumere le seguenti posizioni rispetto alla relativa parte
fissa, determinate da altrettante posizioni fisiche dell'interruttore:
- inserito: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati
- estratto: circuiti principali e circuiti ausiliari scollegati, l'interruttore è ancora nella cella
- rimosso: circuiti principali e circuiti ausiliari scollegati, l'interruttore è asportato dalla cella
La manovra di estrazione (sezionamento) di tutti gli interruttori (scatolati e aperti) in esecuzione estraibile, al fine di
garantire i più elevati livelli di sicurezza, dovrà poter essere effettuata con portella del quadro chiusa.
COMANDI
Il comando degli interruttori di tipo APERTO dovrà essere di tipo ad accumulo di energia con manovra a mezzo molle
precaricate con apposito motoriduttore.
Le manovre di chiusura ed apertura dovranno essere indipendenti dall'operatore. Tale comando dovrà essere a sgancio
libero assicurando l'apertura dei contatti principali anche se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una manovra
di chiusura; partendo da interruttore con molle cariche dovrà essere possibile il seguente ciclo senza dover effettuare la
ricarica:
- chiusura/apertura oppure
- apertura/chiusura/apertura.
Il comando degli interruttori di tipo scatolato dovrà essere di tipo manuale a leva in apertura e in chiusura a sgancio
libero indipendente dalla pressione sulla leva e dalla velocità dell’ operatore.
Dove previsto dagli schemi unifilari dovrà essere adottato apposito comando a motore
SGANCIATORI DI MASSIMA CORRENTE
Tutti gli interruttori dovranno essere dotati di sganciatori di massima corrente sulle tre fasi e, quando previsto, sul
neutro.
In particolare:
1. gli interruttori di tipo scatolato dovranno essere dotati , dove richiesto, di relè a microprocessore, avente le seguenti
funzioni:
- protezione di sovraccarico, corto circuito istantaneo.
Dovranno inoltre avere le seguenti gamme di regolazione idonee per realizzare la massima flessibilità nella protezione
dei cavi in conformità alle Norme CEI 64.8:
sovraccarico:
c.to c.to istantaneo:
0,4 .... 1 x In
1.5 .... 12 x In
T int. t1 = 3 ÷18s
Tali relè di protezione dovranno essere alimentati dai trasformatori di corrente interni all'interruttore ad accezione dei
moduli con funzione di misura e dialogo i quali potranno essere alimentati da sorgente ausiliaria.
I relè protezione a microprocessore dovranno essere conformi alle norme IEC 801/3 riguardanti l'immunità
elettromagnetica delle apparecchiature di protezione.
2. gli interruttori di tipo scatolato non dotati di relè elettronico dovranno essere equipaggiati con relè termomagnetico
avente le seguenti funzioni:
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protezione da sovraccarico
protezione da corto circuito istantaneo
Là dove richiesto dallo schema elettrico si dovrà prevedere il modulo differenziale regolabile in tempo e in corrente e
insensibile ai disturbi elettromagnetici secondo la norma IEC 801
3. gli interruttori di tipo modulare dovranno essere equipaggiati con relè termomagnetico avente le seguenti funzioni:
protezione da sovraccarico
protezione da corto circuito istantaneo
Là dove richiesto dallo schema elettrico si dovrà prevedere il modulo differenziale di taratura indicata.
Il comando degli interruttori dovrà essere del tipo diretto a mano con leva a scatto rapido avente manovra indipendente
dall’operatore conforme alle Norme CEI 16-5 e CEI 64-8/5.In particolare il comando degli interruttori di tipo scatolato
dovrà essere a manovra manuale a sgancio libero indipendente dalla pressione sulla leva e dalla velocità dell’operatore.
SERIE DI ACCESSORI PER COMPLETAMENTO QUADRI
Morsetti
Le morsettiere dovranno essere ad elementi componibili fissate su profilato.
I morsetti dovranno essere realizzati con classe di isolamento secondo IEC 85, con materiale conduttore di ottone, rame
o altro materiale ad alta conduttività e dovranno essere del tipo antiallentante.
Dovranno essere previsti setti sulle morsettiere per separare
circuiti diversi.
Targhette di identificazione
Tutte le apparecchiature dovranno essere contraddistinte da una targhetta di identificazione del circuito di appartenenza,
fissata sul quadro in corrispondenza dell'apparecchio stesso.
Inoltre, su ogni apparecchio dovrà essere riportata la sigla prevista nello schema elettrico.
Le targhette dovranno essere fissate mediante viti o con adesivi.
Sulle portelle degli scomparti dovranno essere riportate le targhette indicatrici per gli apparecchi di segnalazione e
comando.
Per le apparecchiature all'interno degli scomparti dovranno essere previste delle targhette di tipo adesivo.
I quadri dovranno riportare, in luogo ben visibile, una targa metallica indicante il nome del costruttore, il numero di
serie, la data di fabbricazione ed i dati tecnici dei quadri, quali la tensione nominale, la frequenza, la corrente delle
sbarre ed anche la corrente di corto circuito simmetrica e di picco sulle sbarre stesse.
Il quadro, inoltre, dovrà essere completo dei seguenti accessori:
- porta targhette conglobato nella mostrina dell'interruttore (modulari compresi)
- doppi ferri di sollevamento fissati in più punti della colonna
- serie di leve e di attrezzi speciali (per gli apparecchi)
- tabelle e schemi funzionali
- schemi unifilari e fronte quadro
- manuali di istruzione e di installazione del quadro e delle apparecchiature principali
- certificati di collaudo e delle prove di tipo richieste
Il costruttore dovrà fornire la seguente documentazione in fase di offerta:
-Dimensioni
-Disegno fronte quadro
-Elenco materiali
-Caratteristiche principali dei componenti
-Suddivisione per la spedizione
In fase d’ordine:
-Disegni ingombri e fondazioni (eventuali)
-Disegni fronte quadro definitivo
-Schema unifilare per circuiti di potenza
-Schema multifilare per circuiti ausiliari
-Identificazione conduttori
-Disegni delle morsettiere
-Indicazione sistema di fissaggio
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In fase di collaudo:
-Rapporto di collaudo per le seguenti prove e verifiche:
1) Verifica funzionamento e cablaggio
2) Verifica isolamento e frequenza industriale
3) Verifica misure di protezione
4) Calcolo dei limiti di sovratemperatura
5) Calcolo o tabella per la verifica della tenuta al corto circuito del sistema barre dei quadri.
-Dichiarazione di conformità alle norme
-Dichiarazione per la marcatura CE
-Cartelli monitori a corredo e tasca con schema
Gli schemi elettrici dovranno essere realizzati rispettando le indicazioni delle norme
CEI 3 - 33 ÷ 38.
COLLAUDO
Presso l’azienda costruttrice del quadro si devono effettuare le prove individuali previste dalla norma CEI EN 60439-1
anche in presenza del committente che potrà controfirmare il rapporto di collaudo.
Le prove da eseguire sono:
-Verifica della tensione d’isolamento a frequenza industriale
-Verifica delle distanze in aria e superficiali
-Verifica del funzionamento meccanico di tutte le apparecchiature
-Ispezione e controllo del cablaggio
-Prova di funzionamento elettrico di tutto il quadro
-Verifica dei mezzi di protezione e della continuità dei circuiti di protezione.
Il rapporto di collaudo deve far parte della documentazione allegata ai quadri.
5.2 - Centralini modulari
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Grado di protezione
Tipo di installazione
Moduli
Portello
Involucro
Specifiche
IP40/IP55
da incasso/da parete
n.24/36/54
In plexiglas trasparente
In materiale termoplastico
Specifiche tecniche
Ogni quadro sarà completo di serratura di sicurezza a chiave. Ciascun quadro sarà corredato di certificazione. I quadri
dovranno essere posizionati in modo da non essere di intralcio alle vie di esodo e durante le operazioni di evacuazione.
Dovranno essere altresì installati in modo da non essere causa di urti accidentali.
NORME DI RIFERIMENTO
Il costruttore dovrà eseguire l’assemblaggio del quadro seguendo tutte le indicazioni delle principali norme CEI in
vigore alla data di riferimento e precisamente:
Norma CEI 23-51
Norma CEI 17-13
LEGGI DI RIFERIMENTO
La costruzione e l’installazione del quadro dovrà rispondere alle seguenti leggi:
Decreto ministeriale DM 22/01/08 n.37
Legge 791/77 - Direttiva Comunitaria 73/23 CEE
Decreto Ministeriale DM 23/7/79
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Legge 186/68 - Direttiva Comunitaria 83/189 CEE
DPR 547 - 27/10/55
Decreto Legislativo 81/08
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5.3 - Apparecchiature di comando e prese
5.4.1
Comandi (interruttori, deviatori, pulsanti e simili) e prese a spina
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ apparecchi da impiegare
ƒ installazione
ƒ portata interruttori [A]
ƒ prese
ƒ serie
ƒ comandi e le prese
5.4.2
specifiche
da incasso modulari e componibili con altezza 45 mm
nei quadri elettrici in combinazione con gli apparecchi a modulo
normalizzato (europeo).
10
di sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di
apparecchi atti a realizzare un sistema di sicurezza e di servizi, fra cui
impianti di segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli
ambienti
consentire l’installazione di almeno 3 apparecchi nella scatola
rettangolare fino a 3 apparecchi di interruzione e 2 combinazioni in
caso di presenza di presa a spina nella scatola rotonda
installati su scatole da parete con grado di protezione IP40 e / o IP55
sulla base di quanto indicato sugli elaborati progettuali.
Presa CEE 2P+T
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
base
tipo
presa
protezione
tensione di esercizio
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
specifiche
policarbonato autoestinguente IP44
CEE interbloccata con interruttore serie industriale
16A 2P+T 220V
fusibili
230V
Specifiche tecniche
Da utilizzarsi nei locali tecnici ed in tutti gli ambienti di lavoro con presenza di utilizzatori aventi impegno di potenza
superiore a 1.5 kW.
5.4.3
Presa CEE 3P+N+T
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
base
tipo
presa
protezione
tensione di esercizio
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
specifiche
policarbonato autoestinguente IP44
CEE interbloccata con interruttore serie industriale
32A 4P+T 220V
fusibili
400V
Specifiche tecniche
Da utilizzarsi nei locali tecnici ed in tutti gli ambienti di lavoro con presenza di utilizzatori aventi impegno di potenza
superiore a 1.5 kW.
5.4.4
Presa 2P+T 10/16A
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Placca
specifiche
autoportante su scatola rettangolare da incasso a 3 posti, materiale
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scatola
n.poli
presa
tensione di esercizio
Impiego principale
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
isolante
rettangolare da incasso o a parete, a 3 posti, materiale isolante
2P+T
10/16A con schermi di sicurezza STANDARD ITALIANO
230V
In tutti i locali per utilizzo quale presa di servizio
Specifiche tecniche
Da utilizzarsi negli ambienti con presenza di utilizzatori aventi impegno di potenza non superiore a 1.5 kW.
5.4.5
Presa 2P+T 10/16A UNEL IP55
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Placca
scatola
n.poli
presa
tensione di esercizio
Impiego principale
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
specifiche
autoportante su scatola rettangolare a parete a 3 posti, materiale
isolante, per realizzare grado di protezione IP55
rettangolare da incasso o a parete, a 3 posti, materiale isolante
2P+T
10/16A con schermi di sicurezza STANDARD TEDESCO/ITALIANO
230V
In tutti i locali tecnici per utilizzo quale presa di servizio
Specifiche tecniche
Da utilizzarsi nei locali tecnici con presenza di utilizzatori aventi impegno di potenza non superiore a 1.5 kW.
5.4.6
Torretta a pavimento a scomparsa da 16 moduli F.M. ordinaria e Privilegiata
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Descrizione
specifiche
L'opera in oggetto consiste in torretta a pavimento a scomparsa così
composta:
- n°1 torretta a pavimento da 16 moduli standard completa di coperchio
pavimentabile
- n° 2 prese tipo UNEL per F.M. ordinaria
- n° 2 prese tipo UNEL per F.M. privilegiata
- n° 2 prese tipo RJ45
- dimensioni 305x270x92.5 mm
- Placca e supporto adeguato
- Scatole di derivazioni complete.
Specifiche tecniche
L'opera in oggetto sarà utilizzata nell'aula informatica del piano primo dell'ampliamento
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5.4.7
Pulsante comando azionamento ad impulsi di dispositivi motorizzati con inversione di direzione
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Descrizione
specifiche
L'opera in oggetto consiste in pulsante comando azionamento avente le
seguenti caratteristiche:
- Tubazioni in pvc autoestinguente sino al relè di pertinenza
- Cavi non propaganti l'incendio conformi alla CEI 20-22II sino al relè
di pertinenza
- Scatola portafrutti 3 moduli, supporto placca
- Pulsante unipolare NA+NA 10 A 250 V con o senza lampada di
localizzazione
- Scatole di derivazioni complete
Specifiche tecniche
L'opera in oggetto sarà utilizzata per il comando delle tapparelle motorizzate
5.4.8
Interruttore stagno da incasso per manovre di emergenza
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ materiale
ƒ dimensioni esterne
ƒ grado di protezione
ƒ colore
specifiche
corpo in policarbonato autoestinguente
porta in vetro frangibile munita di serratura di sicurezza con 2 chiavi
pittogramma autoadesivo «rompere il vetro» ed etichetta utenze
145x200x70mm
IP55
rosso RAL3000
specifiche tecniche
All’esterno dei compartimenti intercettati.
5.4 - Tubazioni e scatole
5.5.1
Tubi
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ materiale
ƒ diametro interno del tubo
5.5.2
specifiche
di protezione dei cavi
sotto intonaco
PVC pesante autoestinguente ai sensi della CEI 23-14
sotto pavimento o a vista
PVC pesante ai sensi della CEI 23-8 oppure in acciaio smaltato CEI 237 oppure in acciaio zincato UNI 3824-74
annegati nel calstruzzo
pighevoli antirinvenimento in materiale plastico colore arancione
interrati
PVC pesante CEI 23-8 o equivalenti
negli ambienti ordinari
diametro interno almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto ai
cavi contenuti con un minimo di 10 mm
negli ambienti particolari
diametro interno almeno 1,4 volte il diametro del cerchio circoscritto ai
cavi contenuti con un minimo di 16 mm
nei condotti
almeno 1,8 volte il diametro del cerchio circoscritto ai cavi contenuti
Tubazione PVC rigida
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Specifiche tecniche e costruttive
parametri
normative di riferimento
materiale
tipologia
resistenza allo schiacciamento
Marchiatura
Diametri esterni
Accessori
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
5.5.3
specifiche
CEI 23-8 e tabella UNEL 37118-72
PVC serie pesante
autoestinguente in meno di 30 sec.
750 Nm/5cm
IMQ
16-25-32-40-50 mm
manicotti, curve, squadrette ispezionabili, raccordi a T ispezionabili.
Cassette di derivazione stagne IP55
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ grado di protezione
ƒ materiale
dimensioni
ƒ colore
ƒ coperchio
5.5.4
specifiche
IP55
polimero con versioni media resistenza 75°C ed alta resistenza 115°C
per impegni speciali
100x100x50mm
120x80x50mm
150x110x70mm
190x140x70mm
240x190x90mm
grigio RAL 7035
grigio RAL 7035 oppure trasparente
Cassette di derivazione per incasso
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ grado di protezione
ƒ finestre
ƒ materiale
dimensioni
ƒ colore
ƒ coperchio
specifiche
IP40
sulle pareti e sui lati sfondabili a pressione
polistirolo
118x96x50mm
152x98x70mm
160x130x70mm
196x152x70mm
294x152x70mm
grigio RAL 7035
color avorio a vite in policarbonato antiurto ad alta resistenza 120°C
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5.5 -
Canalina metallica
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ norme specifiche di riferimento
ƒ materiale
ƒ Sezione canalina occupata
specifiche
Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e
portapparecchi e relative varianti
CEI 23-31
lamiera pressopiegata, zincata a caldo per l’immersione dopo
lavorazione, di spessore minimo 2 mm
Anche gli elementi di raccordo, giunzione, derivazione, le curve,
ecc. saranno in lamiera pressopiegata, zincata a caldo per
immersione dopo lavorazione, dello stesso spessore sopra indicato.
Eventuali curvature delle canaline non dovranno avere un raggio
inferiore ai 25 cm.
I canali e gli elementi di completamento sopracitati, dovranno
avere una adeguata protezione contro il danneggiamento chimico
ed elettrochimico.
Il materiale accessorio per la installazione, la bulloneria, gli
staffaggi, ecc. dovranno essere di acciaio zincato o cadmiato.
Le viti dovranno avere adeguata resistenza meccanica ed essere
provviste di dispositivo autoallentamento.
Il sistema di canali in argomento avrà grado di protezione minimo
IP 20.
Le derivazioni saranno realizzate con tubi del tipo flessibile
spiralato in PVC e relativi pressatubi.
I canali portacavi non dovranno essere usati come conduttore di
protezione, però, per garantire la protezione ai contatti indiretti, i
canali stessi saranno collegati ai conduttori di protezione, mentre i
vari tratti dei canali dovranno essere collegati fra di loro con
collegamenti idonei (Norma CEI 64-8).
Ogni tratto di canale e/o ogni elemento di completamento dovrà
disporre del contrassegno normalizzato indicante il punto di
collegamento del conduttore per la continuità elettrica
Secondo le disposizioni delle norme CEI, i canali in oggetto
dovranno avere dimensioni tali da garantire un rapporto tra la
sezione del canale e quella della massa di cavi elettrici in essa
contenuti non inferiore a 2
I componenti costituenti il sistema dovranno riportare in maniera chiaramente leggibile ed indelebile le indicazioni
prescritte al punto 3.1.02 della norma CEI 23-31.
L’appaltatore dovrà fornire i dati caratteristici dei canali portacavi secondo quanto indicato al punto 3.1.01 della norma
CEI 23.31
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5.6.1
Canale metallico zincato in lamiera
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
norme specifiche di riferimento
materiale
ƒ
ƒ
Marchaitura
Accessori
ƒ
Dimensioni
ƒ
Sezione canalina occupata
specifiche
Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi
CEI 23-31
- canale metallico zincato in lamiera
- A posa ultimata dovrà essere assicurata la perfetta continuità
elettrica della canalizzazione secondo i limiti imposti dalla norma IEC
EN 61537
IMQ
curve, raccordi a T, staffe, coperchi ed ogni accessorio per
l’installazione a regola d’arte.
100x75mm
150x75mm
200x75 mm
300x75 mm
Secondo le disposizioni delle norme CEI, i canali in oggetto dovranno
avere dimensioni tali da garantire un rapporto tra la sezione del
canale e quella della massa di cavi elettrici in essa contenuti non
inferiore a 2
Specifiche tecniche
Il canale sarà previsto nei corridoi di ciascun piano per la posa delle condutture principali e dei circuiti ausiliari e/o di
segnale. Qualora tra i cavi presenti in canale vi siano differenze di sezione superiori a due passi commerciali, si
dovranno inserire dei setti separatori affinché non si venga a creare la situazione descritta, con conseguente rischio di
surriscaldamento dei cavi di sezione minore.
I componenti costituenti il sistema dovranno riportare in maniera chiaramente leggibile ed indelebile le indicazioni
prescritte al punto 3.1.02 della norma CEI 23-31.
L’appaltatore dovrà fornire i dati caratteristici del canale metallico secondo quanto indicato al punto 3.1.01 della norma
CEI 23.31
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5.6 5.7.1
Cavi BT
Sezioni minime
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Specifiche
per soddisfare le esigenze di portata me resistenza ai corto circuiti e i
limiti ammessi per caduta di tensione
conduttori attivi [mmq]
Minimo 1,5 per impianti di energia
per impianti di segnalazione a correnti deboli [mmq] 0,5 in rame
rispondenza normativa di base per conduttori di terra CEI 64-8 Cap. IX:
conduttore neutro
stessa sezione del conduttore attivo fino alla sezione di 16 mmq in rame
(linee tripolari + neutro)
sezione inferiore al conduttore attivo, comunque non minore di 16
mmq, se il carico è equilibrato con neutro in grado di garantire la
portata ordinaria in servizio, sicurezza contro le sovracorrenti, stessa
sezione del conduttore di fase (linee unipolari + neutro)
conduttore di protezione
Sezione calcolata
conduttore di terra [mmq]
protetto contro la corrosione ma non meccanicamente, 16 in rame o 16
in ferro
non protetto contro la corrosione 25 in rame o 50 in ferro
conduttori equipotenziali supplementari [mmq]
fra massa e massa, uguale alla sezione del conduttore di protezione
minore
fra massa e massa estranea sezione uguale alla metà del conduttore di
protezione
fra due masse estranee o massa estranea e impianto di terra non
inferiore a 2,5 mmq in rame se protetto meccanicamente oppure 4 mmq
in rame se non protetto meccanicamente
ƒ dimensionamento
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
5.7.2
Cavi unipolari isolati in PVC
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
unipolari flessibili a filo unico od in corde di rame
450/750V
isolati in polivinilcloruro non propagante l’incendio CEI 20-22 II, CEI
20-35
1.5mmq
2.5mmq
4mmq
6mmq
IMQ
N07V-K
Specifiche tecniche
Saranno previste condutture unipolari in tubo PVC per la realizzazione della distribuzione terminale UNICAMENTE a
condizione che le stesse siano sotto traccia in strutture incombustibili.
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5.7.3
Cavi unipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ Marchiatura
Sigla
5.7.4
specifiche
unipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato
450/750V
isolati in mescola elastomerica qualità G9 non propagante l’incendio
CEI 20-22 II, a bassa emissione di fumi e gas tossici CEI 20-38 e
corrosivi CEI 20-37
1.5mmq
2.5mmq
4mmq
6mmq
IMQ
N07G9-K
Cavi multipolari isolati in gomma
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ tipologia
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
Multipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato 0.6/1kV
0.6/1kV
isolati in Gomma qualità G7 e guaina esterna in mescola elastomerica
M1 non propagante l’incendio CEI 20-22 III e a ridottissima
emissione di fumi opachi e gas corrosivi 20-37
2.5mmq
4mmq
6mmq
10mmq
16mmq
bipolare, tripolare, quadripolare, pentapolare.
IMQ
FG7 OR
Specifiche tecniche
I cavi sopra citati dovranno essere utilizzati per la realizzazione della distribuzione principale a valle del quadro
generale sino ai quadri di piano.
5.7.5
Cavi multipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ tipologia
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
Multipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato 0.6/1kV
0.6/1kV
isolati in Gomma qualità G7 e guaina esterna in mescola elastomerica
M1 non propagante l’incendio CEI 20-22 III e a ridottissima
emissione di fumi opachi e gas tossici CEI 20-38 e corrosivi 20-37
2.5mmq
4mmq
6mmq
10mmq
16mmq
bipolare, tripolare, quadripolare, pentapolare.
IMQ
FG7OM1
Specifiche tecniche
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I cavi sopra citati dovranno essere utilizzati per la realizzazione della distribuzione principale a valle del quadro
generale sino ai quadri di piano nelle zone a maggior rischio d’incendio per affollamento.
5.7.6
Cavi multipolari isolati in gomma resistenti al fuoco
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ tipologia
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
Multipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato 0.6/1kV
0.6/1kV
isolati in Gomma qualità G10 e guaina esterna in mescola
elastomerica M1 non propagante l’incendio CEI 20-22 III, a
ridottissima emissione di fumi opachi e gas corrosivi CEI 20-37, gas
tossici CEI 20-38 e resistenti al fuoco per non meno di 120 minuti CEI
20-45
2.5mmq
4mmq
6mmq
10mmq
16mmq
bipolare, tripolare, quadripolare, pentapolare.
IMQ
FG10 OM1
Specifiche tecniche
I cavi sopra citati dovranno essere utilizzati per la realizzazione della distribuzione principale a valle del quadro
generale sino ai dispositivi la cui alimentazione deve essere garantita anche in caso d’incendio.
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Nuove scuole elementari e materne di fraz. Antagnod - Ayas
Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
5.7 -
Corpi Illuminanti
Apparecchio da Incasso in controsoffitto - 3x(1x54W) - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Linea luminosa tripla lunghezza 3x(1x54W), per lampade T16,
- Reattore elettronico digitale dimmerabile;
- Profilo di alluminio estruso anodizzato naturale;
- Apparecchio di aspetto omogeneo con rifrattore in vetro acrilico
opale (PMMA),superficie esterna operata;
- L'apparecchio è composto da armatura e ottica opale in PMMA;
- Supporto apparecchiature, cablaggio e set di testate in plastica con 2
viti di fissaggio;
- Apparecchio cablato senza alogeni;
- Misure: 3325 x 72 x 100 mm;
- Peso: 10.26 kg;
- Protezione: IP40.
Apparecchio da Incasso in controsoffitto - 2x(1x54W) - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Linea luminosa doppia lunghezza 2x(1x54W), per lampade T16,
- Reattore elettronico digitale dimmerabile;
- Profilo di alluminio estruso anodizzato naturale.
- Apparecchio di aspetto omogeneo con rifrattore in vetro acrilico
opale (PMMA), superficie esterna operata.
- L'apparecchio è composto da armatura e ottica opale in PMMA,
- Supporto apparecchiature, cablaggio e set di testate in plastica con 2
viti di fissaggio.
- Apparecchio cablato senza alogeni.
- Misure: 2255 x 72 x 100 mm,
- Peso: 6.59 kg,
- Protezione: IP40
Apparecchio da Incasso in controsoffitto con ottica asimmetrica - 1x28W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Apparecchio da incasso ottica asimmetrica 1x28W; per lampade
T16,
- Reattore elettronico,
- Sottile armatura da incasso in lamiera d'acciaio verniciata
elettroforeticamente in bianco, innesto tripolare;
- Necessario uno spessore del soffitto di soli 34 mm;
- Riflettore anodizzato e satinato a emissione asimmetrica con
distribuzione wallwasher.
- Per sostituire le lampade si apre il rifrattore senza bisogno di
utensili.
- Apparecchio cablato senza alogeni.
- Modulo: 600;
- Misure 1198 x 114 x 85 mm;
- Peso: 2.8 kg.
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Apparecchio da Incasso in controsoffitto Quadrato con schermo opale IP54 - 1x26W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
APPARECCHIO:
- Apparecchio da incasso; lampade: 1x26W TC-TELI/TEL;
- Lampade in posizione orizzontale;
- Apparecchio dimmerabile 10 - 100% tramite ingresso pulsante
diretto oppure segnale DALI (non numerabile, senza canale di
ritorno);
- Riflettore in policarbonato d'alta qualità, resistente agli UV, liscio,
alluminio applicato in tecnica sputtering, brillantato e antiiridescente;
- Distribuzione a fascio largo,
- Incasso nel controsoffitto senza perdite di luce;
- Cornice di copertura in pressofusione di alluminio, colore titanio;
- Allacciamento: innesto pentapolare;
- Montaggio: telaio incasso in pressofusione di alluminio con graffe
per incasso senza bisogno di utensili in soffitti di Spessore 1-20 mm;
- Foro soffitto: 190mm x 190mm,
- Profondità incasso: 100mm;
- Peso: 1.47kg
SCHERMO:
- Vetro opale;
- Protezione IP54;
- Vetro di sicurezza opale all'interno della cornice (a filo);
- L'accessorio può essere aggiunto anche in un secondo tempo, senza
bisogno di utensili;
- Misure: 159 x 159 x 4 mm.
Apparecchio da Incasso in controsoffitto Rotondo a LED - 23W – LED
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Apparecchio da incasso LED,a filo soffitto;
- Apparecchio LED "stable white", temperatura di colore stabilizzata;
- Distribuzione simmetrica a fascio largo con illuminotecnica
ottimizzata per la massima efficienza dell'apparecchio; - Lampade: 23
W LED930 di tonalità bianco caldo,
- Temperatura di colore: tonalità calda (LED930) 3000K,
- Flusso luminoso apparecchio: >1800 lm con 23W,
- Efficienza apparecchio: fino a 81 lm/W;
- Resa cromatica: CRI RA>90; 50.000h di durata al 70% di flusso;
- Riflettore d'alta qualità fissato con attacco a baionetta sulla camera
luminosa modulare LED;
- Camera luminosa ad alta efficienza con dissipazione passiva
ottimizzata in profilo di alluminio estruso;
- Passaggio armonioso tra riflettore e camera luminosa;
- Riflettore: liscio, verniciato in colore bianco;
- Riflettore in policarbonato d'alta qualità e anti-UV;
- Anello da incasso in pressofusione di alluminio,
- Montaggio rapido dell'unità tramite attacco a baionetta semplificato;
- Profondità minima di 140mm;
- Apparecchio cablato senza alogeni;
- Collegamento: innesto pentapolare; possibilità di cablaggio passante;
- Compatibile con batteria centrale 220 DC;
- Montaggio rapido senza utensili con graffe antiscivolo,
- Per soffitti di spessore 1-25mm;
- Foro soffitto: 150mm,
- Profondità incasso: 140mm;
- Peso: 1.25 kg.
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Apparecchio da Incasso in Controsoffitto per Palestre - 4x49W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
APPARECCHIO:
- Apparecchio a plafone resistente ai colpi di pallone per 4 x T5 49 W
per lunghezza lampada.
SETTORE DI IMPIEGO:
- Apparecchio da incasso a plafone resistente ai colpi di pallone, per
palestre, campi da tennis coperti e palestre multiuso.
SISTEMA OTTICO:
- Emissione diretta.
- Riflettori speculari parabolici ad efficienza energetica, satinati, con
superficie rivestita in argento per incrementare la riflessione, fattore
di riflessione > 98%.
DIFFUSORE:
- Griglia di protezione, acciaio, bianca, verniciata a polvere.
- Resistente ai colpi di pallone a norma DIN 18032-3
- Griglia di protezione apribile e sganciabile mediante chiusura
rapida.
CORPO APPARECCHIO:
- Lamiera di acciaio, bianca, verniciata a polvere.
- Aperture a sfondare frontali per cablaggio passante.
VERSIONE ELETTRICA:
- Possibile collegamento in serie, modificabile in fase di montaggio
- Reattori elettronici.
- Grado di protezione IP20
Apparecchio da interni per sospensione a soffitto - 1x54+2x24W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Apparecchio singolo per montaggio in sospensione,
- Set per sospensione a fune, composto da 1 rosone a soffitto e 2 funi
da 1000mm, ognuna con fune trasversale,
- Ottica Comfort,
- Emissione indiretta 1/54W e diretta/indiretta 2 x 2/24W, per T16,
- Reattore elettronico,
- Armatura in alluminio, anodizzato, bordo con fuga,
- Ottica di bivergenza in alluminio puro anodizzato e semisatinato,
- Limitazione abbagliamento conf. EN12464 L < 1000 cd/m² a 65° in
ogni direzione,
- Emissione fotometrica indiretta e diretta/indiretta,
- Apparecchio cablato senza alogeni.
- Misure: 2436 mm x 98 mm x 62 mm.
- Peso: 4.5 kg
Apparecchio da interni sferico per sospensione a soffitto - 1x230W+1x8W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
APPARECCHIO:
- Montaggio : Sospensione
- Tipo di sospensione : Cavo di sospensione
- Descrizione delle lampade : 1 x MAX 230W E27 HSGS + 1 x 8W
G5T5FD Black light (Wood)
- Ambiente di utilizzo : Per interni
- Finitura : Cocoon
- Descrizione tecnica : Apparecchio di illuminazione a sospensione a
luce diffusa.
- Struttura interna in filo di acciaio verniciato a polvere.
- Diffusore in resina (cocoon) spruzzata sulla struttura, con protezione
trasparente, realizzata a spruzzo alla fine della
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
lavorazione.
- Apparecchio predisposto per connessione ad impianti elettrici con
doppia accensione.
ELETTRICHE:
- Tensione (V) : 220/240
FISICHE
- Alimentazione : Morsetto di connessione
- Lunghezza cavo (mm) : 4000
- Diametro Apparecchio (mm): 1000
- Materiali di costruzione : Cocoon, Acciaio
- Peso (kg) : 10
Apparecchio stagno con ottica darklight - IP54 - 1x28W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Plafoniera in IP54 con rifrattore trasparente e ottica darklight
1x28W,
- Lampade T16, con reattore elettronico,
- Armatura in profilo di lamiera d'acciaio preverniciato in grigio;
- Rifrattore stampato a iniezione in PMMA trasparente,
- Ottica brillantata darklight BIVERGENZ® plus; <1000cd/m2 a >=
65°;
- Recuperatore di fondo perforato lateralmente per illuminare il
soffitto;
- Fattore di manutenzione migliorato dalla protezione elevata IP54.
- Guarnizione impermeabilizzante per esigenze elevate IP 54;
- Montaggio tramite le rondelle bisellate incluse; vano per cablaggio
passante.
- Apparecchio cablato senza alogeni.
- Misure: 1220 x 120 x 92 mm;
- Peso: 2.92 kg.
Apparecchio stagno opale - IP50 - 4x14W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Plafoniera IP50 con rifrattore opale 4x14W,
- Lampade T16;
- Reattore elettronico,
- Armatura in policarbonato bianco;
- Rifrattore stampato a iniezione in PMMA opale;
- Fattore di manutenzione migliorato dalla protezione elevata IP50.
- Guarnizione in poliuretano espanso d'alta qualità;
- Montaggio su due punti tramite le rondelle bisellate
- Apparecchio cablato senza alogeni.
- Misure: 620 x 620 x 90 mm;
- Peso: 4.58 kg.
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Plafoniera fluorescente IP65 inox - FL 1x36 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
ILLUMINOTECNICHE
Rendimento luminoso >80%.
Distribuzione concentrata simmetrica.
UGR <21 (EN 12464-1).
MECCANICHE
Corpo in acciaio inox AISI 304 18/10, stampato in un unico pezzo.
Vetro trasparente non combustibile, temprato, alloggiato e bloccato
alla cornice perimetrale monoblocco in acciaio inox, guarnizione di
tenuta, apertura a cerniera tramite scrocchi in acciaio inox.
Recuperatore di flusso concentrato, sovradimensionato, in alluminio a
specchio con trattamento superficiale al titanio e magnesio, assenza di
iridescenza.
Elemento portacablaggio in acciaio zincato a caldo, verniciato a base
poliestere di colore bianco, fissato al corpo mediante dispositivi rapidi
in acciaio inox, apertura a cerniera.
Grado di protezione IP65.
Montaggio anche su superfici normalmente infiammabili. - F Resistenza meccanica 6,5 joule.
Resistenza al filo incandescente 960°C.
ELETTRICHE
Cablaggio a starter bassissime perdite EEI B1, 230V-50Hz, rifasato,
fusibile, classe I.
ENEC - IMQ.
Ingresso linea su una testata, tramite pressacavo PG 13,5 in ottone
nichelato.
Plafoniera fluorescente IP65 inox - FL 2x36 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Corpo in acciaio inox stampato in unico pezzo
- Recuperatore di flusso in alluminio a specchio con trattamento
superficiale al titanio e magnesio, rendimento superiore al 70%
- schermo frontale in vetro temprato non combustibile
- cablaggio a bassissime perdite
- Grado di protezione IP65, classe di isolamento I
Plafoniere fluorescenti IP65 - lampada FL 1x36 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- lampade fluorescenti 1x36W
- corpo in policarbonato autoestinguente V2 stampato di colore grigio
RAL 7035;
- guarnizione di tenuta iniettata ecologica antinvecchiamento;
- schermo in policarbonato autoestinguente V2, stabilizzato UV,
trasparente stampato ad iniezione con superficie esterna liscia ed
interna prismatizzata;
- riflettore portacablaggio in acciaio zincato a caldo verniciato a base i
poliestere bianco fissato al corpo mediante dispositivi rapidi con
apertura a cerniera;
- scrocchi a scomparsa filo corpo e staffe di fissaggio in accai inox;
- cablaggio elettronico
- cavi di cablaggio rigidi in PVC termoresistenti con sezione pari ad
1mm2 con pressacavo PG13.5 in dotazione
- conformità normativa alla CEI EN 60598-1
- grado di protezione IP65, classe di isolamento I
- classe di temperatura T4
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Plafoniere fluorescenti IP65 - lampada FL 2x36 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
- lampade fluorescenti 2x36W
- corpo in policarbonato autoestinguente V2 stampato di colore grigio
RAL 7035;
- guarnizione di tenuta iniettata ecologica antinvecchiamento;
- schermo in policarbonato autoestinguente V2, stabilizzato UV,
trasparente stampato ad iniezione con superficie esterna liscia ed
interna prismatizzata;
- riflettore portacablaggio in acciaio zincato a caldo verniciato a base i
poliestere bianco fissato al corpo mediante dispositivi rapidi con
apertura a cerniera;
- scrocchi a scomparsa filo corpo e staffe di fissaggio in accai inox;
- cablaggio elettronico
- cavi di cablaggio rigidi in PVC termoresistenti con sezione pari ad
1mm2 con pressacavo PG13.5 in dotazione
- conformità normativa alla CEI EN 60598-1
- grado di protezione IP65, classe di isolamento I
- classe di temperatura T4
ƒ tipologia
Plafoniere tipo reglette IP40 - lampada FL 1x49 W T5
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
CORPO: In acciaio laminato zincato a caldo, con bordi risvoltati
antitaglio e con testate in policarbonato.
VERNICIATURA: Acciaio zincato preverniciato a forno con resina
poliestere bianca, stabilizzata ai raggi UV, antingiallimento, previo
fosfatazione.
PORTALAMPADA: In policarbonato bianco e contatti in bronzo, ad
innesto rapido, con collari di protezione anticaduta della lampada.
Attacco G5.
CABLAGGIO: Alimentazione 230V/50Hz. Cavetto rigido sezione 0.50
mm² con guaina di PVC-HT resistente a 90°C secondo le norme CEI
20-20. Morsettiera 2P+T, con massima sezione dei conduttori
ammessa 2.5 mm².
DOTAZIONE: Nottolino di fissaggio, in nylon.
LAMPADA: Fluorescente lineare T5 1x49W
MONTAGGIO: A canale, direttamente a plafone o a parete.
NORMATIVA: Prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1
CEI 34-21, sono protetti con il grado IP40IK07 secondo le EN 60529.
Installabili su superfici normalmente infiammabili.
ƒ tipologia
Proiettore da parete IP40 - lampada QR111 1x100 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
Orientabilità su n.2 assi di 350°
Lampada QR111 100W
Attacco lampada G53
Alimentazione 240V
Peso 0.72 kg
Classe di isolamento II
Marcatura "F"
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Apparecchio da Incasso in controsoffitto con ottica simmetrica - 2x35W - T16
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
App. incasso con ottica luce bianca 2/35W, per T16, con reattore
elettronico, armatura da incasso in lamiera d'acciaio verniciata
elettroforeticamente in bianco, aperture per la ventilazione; innesto
tripolare, ottica in alluminio verniciato elettroforeticamente in
colore bianco, con lamelle trasversali a V per maggiore efficienza;
Apparecchio cablato senza alogeni. dati: Modulo: 600; 1498 x 200 x 56
mm; peso: 3.9 kg.
- Lampade: 2 x T16 / 35W
- Flusso luminoso totale: 6600 lm
- Efficienza apparecchio: 51 lm/W
- Indice di resa cromatica min.: 80
- Reattore: EVG Tridonic PC PRO Lp
- Potenza impegnata: 76.5 W Lambda = 0.98
- CELMA EEI: A2
Apparecchio da Incasso in controsoffitto Rotondo a LED - 23W - LED - Conf. EN 12464
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Apparecchio da incasso LED, (completo) a filo soffitto;
- apparecchio LED "stable white", temperatura di colore stabilizzata;
- distribuzione simmetrica a fascio largo con illuminotecnica
ottimizzata per la massima efficienza dell'apparecchio;
- schermatura UGR<19 per applicazioni in uffici conf. EN12464;
- lampade: 23 W LED930,
- temperatura di colore: calda (3000K).
- Flusso luminoso totale: 2000 lm.
- Efficienza apparecchio: 79 lm/W;
- resa cromatica: RA>90; 50.000h di durata al 70% di flusso;
- con reattore per comandi dimming Dali only (unità separata);
- riflettore d'alta qualità fissato con attacco a baionetta sulla camera
luminosa modulare LED;
- camera luminosa ad alta efficienza con dissipazione passiva
ottimizzata in profilo di alluminio estruso;
- passaggio armonioso tra riflettore e camera luminosa;
- riflettore: liscio, rivestito in alluminio applicato in sputtering,
brillantato e anti-iridescente; riflettore in policarbonato d'alta qualità
e anti-UV;
- anello da incasso in pressofusione di alluminio;
- montaggio rapido dell'unità tramite attacco a baionetta semplificato;
- profondità minima di 140mm;
- apparecchio cablato senza alogeni;
- collegamento: innesto pentapolare;
- possibilità di cablaggio passante;
- compatibile con batteria centrale 220 DC;
- montaggio rapido senza utensili con graffe antiscivolo,
- per soffitti di spessore 1-25mm;
- foro soffitto: 150mm,
- profondità incasso: 140mm;
- peso:1.25 kg.
- Lampade: 1 x LED_2000 / 23W
- Flusso luminoso totale: 2000 lm
- Efficienza apparecchio: 79 lm/W
- Reattore: LED_Con
- Potenza impegnata: 23 W Lambda = 0.96
- Dimming: LDE DO dimming fino a 5%
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Faretto orientabile da incasso in controsoffitto Rotondo- Lampada 1 x QR-CBC 51 max. 50 W
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Apparecchio da incasso (faretto orientabile da incasso);
- Lampada 1 x QR-CBC 51 max. 50 W;
- portalampada: GU5,3;
- tensione lampada 12V;
- armatura girevole a 360° e rientrante/estraibile di 40°/60°;
- anello da incasso verniciato in bianco;
- montaggio rapido e senza utensili del riflettore tramite chiusura a
baionetta;
- montaggio: anello da incasso in pressofusione di alluminio con molle,
- per soffitti di spessore 1-25 mm;
- foro soffitto: 100 mm,
- profondità incasso: 140 mm;
- peso: 0.25 kg
- Lampade: 1 x QR-CBC 51 / 50W
- Flusso luminoso totale: 990 lm
- Efficienza apparecchio: 19 lm/W
- Indice di resa cromatica min.: 90
- Potenza impegnata: 53 W Lambda = 1
Centralina 2 Canali per gestione della Luce su sistema BUS DALI
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Tensione nominale:230/240 V AC, 50/60 Hz
- Tensione di entrata consentita: 207/264 V AC, 50…60 Hz
- Perdita potenza: < 3 W
- Entrate: T1, T2 (pulsante) Dimming delle uscite Grp1, Grp2
- SC1 (pulsante) Chiamata scena 1
- PIR Sensore di presenza 230 V AC 50/60 Hz)
- Contr.IN (DA, DA). Collegamento di max. 8 apparecchi ED (EDCxx, ED-SDED2, ED-SENS, ED-EYE, ED-IR)
- Uscite: Grp1, Grp2 (gruppi di apparecchi di illuminazione)
- Rel. Contatto di relè 230 V, 50/60 Hz, carico resistivo ohmico Imax
16 A
- Capacità: Grp1, Grp2 in modalità DALI: rispettivamente max. 25
apparecchi di comando DALI compatibili
- Grp1, Grp2 in modalità DSI: rispettivamente max. 50 apparecchi di
comando DSI compatibili
- Grp1, Grp2 in modalità mista DALI o DSI: max. 25 apparecchi di
comando DALI compatibili o 25 apparecchi di comando DSI
compatibili per ogni uscita.
- Segnale DALI: 12 V sincronizzato codice bifase
- Segnale DSI: 12 V (codice Manchester)
- Cavo di comando DALI/DSI: NYM 2 x 1,5 mm2 (H05VV-U 2 x 1,5
mm2) max. 300 m
- Cavo di alimentazione: NYM 2 x 1,5 mm2 (H05VV-U 2 x 1,5 mm2)
- Morsetti di raccordo: 0,75/2,5 mm2
- Montaggio: su guide profilate da 35 mm in conformità a EN 50022
- Dimensioni: 4 TE da 17,5 mm, 70 x 90 x 59 mm
- Materiale alloggiamento: policarbonato autoestinguente; privo di
alogeni
- Peso: ca. 350 g
- Temperatura ambiente consentita: 0.50°C
- Protezione: IP 20
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Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Sensore per il Rilevamento della Luminosità Naturale
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
- Entrate 1 cavo DALI, corrente assorbita 4mA (2 carichi DALI)
- Segnale DALI 16V temporizzato (codice manchester)
- Morsetti di raccordo 0,5...1,5mm²
- Materiale armatura materiale sintetico, privo di alogeni
- Montaggio Avvitamento a soffitto
- Misure Ø 80mm, altezza 24mm
- Temperatura ambiente ammessa 0...+50°C
- Peso ca. 0.3kg
- Protezione IP20
- Sensibilità spettrale con filtro di correzione colori adattato all'occhio
umano
Cavo 2x0.5mmq segnale DALI di regolazione apparecchi illuminanti
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
specifiche
Fornitura, trasporto e posa in opera di cavo flessibile in rame rosso
schermato, per impianti DALI di regolazione della luce, non
propagante l'incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi (CEI 20.22
II / CEI 20.37/2), formazione 2x0,5 mmq.
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1.0 1.1 -
IMPIANTO DI TERRA
Collegamento equipotenziale
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
L'opera in oggetto consiste in materiale vario per la realizzazione di
collegamento equipotenziale supplementare a masse estranee con
conduttore di collegamento 1G6 isolato in gomma in tubo termoplastico
autoestinguente incassato o a parete. Compresi i collegamenti elettrici
alla rete equipotenziale dell´edificio ed eventuali collari per le tubazioni
ƒ Descrizione
Specifiche tecniche
I suddetti collegamenti saranno da utilizzarsi per il collegamento equipotenziale di tutte le masse estranee verso terra
conformemente alle disposizione della norma CEI 64-12.
1.2 -
Pozzetto ispezione 360x260x320mm
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
L'opera in oggetto consiste in pozzetto in materiale termoplastico per
presa di terra o derivazione completo di coperchio atto a sopportare un
carico maggiore a 12 kg/cmq con rinfiancamento laterale e sottofondo
in CLS a 200kg/mc di cemento
ƒ Descrizione
Specifiche tecniche
Costituisce l’attestamento ispezione del collegamento di terra dei dispersori verticali con quelli orizzontali secondo
modalità di cui alla norma CEI 64-12.
1.3 -
Piastra equipotenziale
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
L'opera in oggetto consiste in piastra equipotenziale a 10 morsetti
completa di accessori per il fissaggio
ƒ Descrizione
Specifiche tecniche
Ad essa faranno capo i conduttori di protezione ed equipotenziali dell’immobile secondo modalità di cui alla norma CEI
64-12.
1.4 -
Dispersore a croce
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
L'opera in oggetto consiste in dispersore a croce 50x50x3 in acciaio
zincato a caldo, altezza 1.5m, compresi morsetti di collegamento
ƒ Descrizione
1.5 -
Treccia di terra 35mmq
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Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
Treccia di rame nudo completa di accessori da 35mmq, compresa la
realizzazione di giunti a pressione. Posa entro idoneo scavo già
predisposto
ƒ Descrizione
1.6 -
Verifica, integrazione e certificazione impianto di terra
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Descrizione
specifiche
Verifica costruttiva e funzionale dell'impianto di terra esistente ed
integrazione dello stesso conformemente alle norme vigenti (DPR
547/55, CEI 64-8, CEI 64-12) e certificazione ai sensi del DPR 462/2002.
Sono compresi esami a vista, misure strumentali, sostituzione di
componenti rientranti nella straordinaria manutenzione
Specifiche tecniche
Verifica ed integrazione dell'impianto di terra del corpo esistente
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2.0 -
IMPIANTO DI ALLARME MANUALE
2.1 - Centrale di allarme
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Tipo
ƒ Descrizione
ƒ Omologazione
Specifiche
Centrale analogica 2 loop
- microprocessore 16 bit con 128 KB di Eprom, 32 KB di RAM e 128 KB
flash memory
- 2 linee analogiche
- 99 sensori + 99 moduli di uscita per ciascuna linea
- rivelazione gas tramite moduli analogici (non inclusi nella fornitura)
collegabili sul medesimo loop di rivelazione incendi
- display LCD retroilluminato con 4 righe da 40 caratteri ciscuna
- tastiera a memberan con stati funzione
- 2 interfacce seriali
- alimentatore 24 V 1.8 A
- carica batterie e batterie 24 V 2x17 Ah incorporati
- dimensioni 276x365x125
- software standard in italiano
- archivio storico di 999 eventi
- segnalazione necessità pulizia rivelatori
- segnalazione scarsa sensibilità rivelatori
- soglie di alalrme programmabili su 9 livelli
- funzione di test automatico
UNI EN 54
2.2 - Pulsante di allarme indirizzato
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
ƒ Certificazione
Specifiche
- tensione di esercizio 24Vdc
- Assorbimento a riposo 0.21 mA
- N° massimo di pulsanti installabili per ogni linea 99
- Grado di protezione IP44
EN 54
2.3 - Targa ottico acustica
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Tipo
Ancoraggi
Segnalazione
Calotta
Pannello
Specifiche
A cassonetto luminoso di tipo convenzionale
A soffitto o a parete
Acustica a doppia tonalità
In materiale autoestinguente
Rosso con scritta a norma
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2.4 - Rivelatore ottico di fumo
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
Specifiche
ƒ Descrizione
L'opera in oggetto consiste in rivelatore di fumo avente le seguenti
caratteristiche:
- conformità alla EN 54 parte 7-9, possibilità di test tramite magnete,
installazione ad innesto su base intercambiabile con altri rivelatori
analogici della stessa serie, coppia di led per segnalazione allarmi a 360
gradi, calotta asportabile e schermo antinsetti per facilitazione della
pulizia, possibilità di inserzione di 198 dispositivi per loop, (99 sensori e 99
moduli di ingresso uscita), funzione di indirizzamento attraverso selettori
rotativi
- tensione di funzionamento 15/32Vcc
- temperatura di funzionamento da -30°C a +70°C
- aggancio allo zoccolo, compreso, tramite contatti autopulenti antisismici
- assorbimento in allarme: 6.5 mA a 24 Vcc
2.5 - Rivelatore termovelocimetrico
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
Specifiche
ƒ Descrizione
L'opera in oggetto consiste in rivelatore termovelocimetrico avente le
seguenti caratteristiche:
- conformità alla EN 54 parte 7-9, possibilità di test tramite magnete,
installazione ad innesto su base intercambiabile con altri rivelatori
analogici della stessa serie, coppia di led per segnalazione allarmi a 360
gradi, calotta asportabile e schermo antinsetti per facilitazione della
pulizia, possibilità di inserzione di 198 dispositivi per loop, (99 sensori e 99
moduli di ingresso uscita), funzione di indirizzamento attraverso selettori
rotativi
- tensione di funzionamento 15/28Vcc
- temperatura di funzionamento da 0°C a +49°C
- aggancio allo zoccolo, compreso, tramite contatti autopulenti antisismici
- assorbimento in allarme: 5 mA a 24 Vcc
2.6 - Rivelatore di fumo da canale
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
Specifiche
L'opera in oggetto consiste in rivelatore di fumo da canale costituito da
camera di campionamento dell´aria circolante con all´interno un rivelatore
ottico di fumo indirizzato
Caratteristiche della camera di campionamento:
- velocità dell´aria compresa tra 2 2 20 m/s
- facilità di accesso per la sostituzione dell´elemento sensibile
- contenitore e coperchio in plastica robusta
- uscita per postazione di test remota
Caratteristiche dell´elemento sensibile
- rivelatore a microprocessore
- algoritmo di compensazione per la correzzione di errori derivanti da
accumuli di polvere
- memoria EEPROM a bordo del rivelatore in grado di memorizzare lo
storico dei dati rilevati
- tensione di funzionamento 15/32Vcc
- temperatura di funzionamento da -30°C a +70°C
- aggancio allo zoccolo, compreso, tramite contatti autopulenti antisismici
- assorbimento in allarme: 6.5 mA a 24 Vcc
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2.7 - Cavo bus di rivelazione incendi
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
Specifiche
- sezione 2x1.5 mmq
- twistato con passo 10 cm
- conduttori in rame rosso flessibile
- isolamento in PVC
- guaina antifiamma CEI 20-22II
- schermo in alluminio
2.8 - Combinatore telefonico
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
Specifiche
- 2 canali
- sintesi vocale
- tastiera e display
- alimentazione 12Vcc e 24Vcc
- conforme a Norma UNI EN 54
2.9 - Pannello di ripetizione remota di allarme
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
Specifiche
- riconoscimento evento
- tacitazione uscite
- reset allarmi
con le seguenti caratteristiche:
- display a cristalli liquidi retroilluminato con 8 linee e 40 caratteri ciascuna
- tasto frontale di prova
- tasto frontale di visualizzazione lista eventi
- segnalatore piezoelettrico di stato di allarme
- collegamento con bus RS 485 a 5 fili
- alimentazione 24 V
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3.0 -
IMPIANTO FONIA E DATI
3.1 - Punto di accesso alla rete UTP
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
Descrizione
n.2 connettori ad incastro UTP RJ45 Cat.6 e 1 modulo cieco
Possono essere montati sullo stesso Faceplate in alternativa od aggiunta altri tipi di
connettori come BNC, SC, ST, RCA, TNC, F, RJ25
Realizzato in materiale plastico e corredato di viti di fissaggio e targhette di identificazione
ai lati
Per scatola passo 503
dimensioni standard
3.2 - Cavo UTP cat.6
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
specifiche
- designazione UTP CAT. 6
- conduttore in rame rosso rigido diam 0.51 mm
- isolamento in polietilene
- twistatura a coppie
- cordatura in strati concentrici
- guaina con mescola in PVC antifiamma
- impedenza caratteristica 100 ohm tra 1 e 100 Mhz
3.3 - Cavo fibre ottiche, a 8 fibre in guaina LSZH
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
specifiche
- guaina LSZH (bassa emissione di fumi e zero alogeni)
- cavo tipo 50/125µ
- Resistenza allo schiacciamento 2000 N
- Resistenza al tiro 1000 N
- Raggio di curvatura 90 mm
Specifiche tecniche
L'elemento in oggetto sarà utilizzato per collegare i due armadi dati
3.4 - Armadio dati a parete 22 unità
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
specifiche
Il quadro in oggetto dovrà essere adatto per installazione a parete o su scrivania con
dimensioni di ingombro hxlxp pari a 700x1100x450 mm ed essere costituito dai seguenti
elementi:
- armadio chiuso da parete per raggruppare gli apparati attivi ed i pannelli di permutazione
con larghezza standard 19", modularità massima pari a 22 unità, porta frontale in vetro
temperato, colore grigio chiaro RAL 7035, pannelli laterali asportabili, ingresso cavi
inferiore e superiore, n.2 montanti forati a 19" completi di accessori di fissaggio, N. 2
piastre passacavi in materiale isolante
colore Blu RAL 5003 complete di viti di fissaggio
- n° 12 pannelli di permutazione non schermati completo di 24 connettori RJ45 a 8pin
categoria 6, per cablaggio di tipo T568B, connessione ad incisione di isolante tipo 110 su
morsettiera centrale per cavo da 22-26 AWG; completo di cartellini di identificazione sul
fronte e sul retro e di barra guidacavi per la facilitazione del cablaggio;
- n° 4 pannelli per l'organizzazione orizzontale dei cordoni di permutazione, adatto per
strutture rack 19"
- n° 1 set di alimentazione degli apparati attivi compostro da elemento a 5 prese schucko
con interruttore magnetico 1P+N, complete di staffe di fissaggio alla sturttura;
- n° 1 supporti per apparati attivi costituiti da mensola, altezza 2 unità rack;
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- n° 1 pannelli ciechi modulari 1 unità per quadri chiusi rack 10"
- set di targhette indicatrici per la segnalazione delle utenze collegate date in opera complete
di indicazioni
- completo di connessioni dagli apparati attivi e dai singoli arrivi dei punti di accesso alla
rete ai rispettivi pannelli di permutazione
Specifiche tecniche
L'elemento in oggetto sarà utilizzato per la rete dati a servizio dell'aula di informatica
3.5 - Armadio dati a parete 42 unità
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
specifiche
Il quadro in oggetto dovrà essere adatto per installazione a parete con dimensioni di
ingombro hxlxp pari a 600x2000x600 mm ed essere costituito dai seguenti elementi:
- armadio chiuso da parete per raggruppare gli apparati attivi ed i pannelli di permutazione
con larghezza standard 19", modularità massima pari a 42 unità, porta frontale in vetro
temperato, colore grigio chiaro RAL 7035, pannelli laterali asportabili, ingresso cavi
inferiore e superiore, n.2 montanti forati a 19" completi di accessori di fissaggio, N. 2
piastre passacavi in materiale isolante colore Blu RAL 5003 complete di viti di fissaggio,
completo di zoccolo e porta in vetro fumé
- n° 6 pannelli di permutazione non schermati completo di 24 connettori RJ45 a 8pin
categoria 6, per cablaggio di tipo T568B, connessione ad incisione di isolante tipo 110 su
morsettiera centrale per cavo da 22-26 AWG; completo di cartellini di identificazione sul
fronte e sul retro e di barra guidacavi per la facilitazione del cablaggio;
- n° 4 pannelli per l'organizzazione orizzontale dei cordoni di permutazione, adatto per
strutture rack 19"
- n° 2 set di alimentazione degli apparati attivi compostro da elemento a 5 prese schucko
con interruttore magnetico 1P+N, complete di staffe di fissaggio alla sturttura;
- n° 2 supporti per apparati attivi costituiti da mensola, altezza 2 unità rack;
- n° 6 pannelli ciechi modulari 1 unità per quadri chiusi rack 10"
- set di targhette indicatrici per la segnalazione delle utenze collegate date in opera complete
di indicazioni
- completo di connessioni dagli apparati attivi e dai singoli arrivi dei punti di accesso alla
rete ai rispettivi pannelli di permutazione
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4.0 -
IMPIANTO ALLARME BAGNI
4.1 - Sistema allarme bagno
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Impianto di allarme bagno costituto come segue:
- pulsante a pressione o a tirante.
- lampada di segnalazione di fuori porta
- lampada di segnalazione e tranquillizzazione
- il frutto; la scatola portafrutto
- i conduttori per alimentazione a bassissima tensione, fino al quadro
luminoso indicatore
- l'alimentatore ed il trasformatore
- i fusibili
- i quadri indicatori
- i segnali di direzione o di piano
- le segnalazioni acustiche e luminose ed inclusa la quota relativa al pulsante di
annullamento
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5.0 -
IMPIANTO CITOFONICO
5.1 - Impianto Citofonico
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Sistema composto da:
- Punto di chiamata esterno completo di pulsanti luminosi, porter esterno
con microfono e ricevitore collegato ai vari punti di ricezione,
alimentatore, mascherina e cassetta porta apparecchi;
- Punto di ricezione interno realizzato con apparecchio da parete o da tavolo
da monitor, pulsanti per varie funzioni, comunicante col posto esterno e
intercomunicante con gli altri
- linea di collegamento
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IMPIANTO TV
6.0 6.1 - Punto presa TV+SAT
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Presa TV terminale o passante, alloggiata su scatola portafrutto.
Attenuazione di segnale da stabilire in funzione degli effettivi valori di
sistema.
6.2 - Impianto ricezione TV con amplificatore centralino autoalimentato fino a 25 dB
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
- Impianto di ricezione TV con amplificatore da parete larga banda in
grado di ricevere il segnale televisivo captato da almeno tre antenne TV
VHF e/o UHF, a dieci elementi, e di servire massimo venti prese, fornito e
posto in opera
- Compresi: le antenne; il palo di altezza m 2,50; le staffe di fissaggio;
il centralino amplificato; l'alimentatore
- Microcentralino autoalimentato fino a 25 dB
6.3 - Antenna Parabolica
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Antenna parabolica di diametro fino a m 1,50. Compresi: il convertitore da
10 o 11 o 12 gHz; l'eventuale decodificatore, completo di collegamento fino
al centralino con filtro attivo automiscelato con segnale convertito UHF
6.4 - Antenna TV
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Antenna di ricezione TV VHF o UHF, fino a 10 elementi, completa dei
fissaggi e dei collegamenti all'impianto di ricezione e amplificazione
6.5 - Modulo di derivazione a quattro uscite
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
sistema
"multiswitch",
una
posizione orbitale, quattro piani di
polarizzazione compresa la parabola da cm 85 e LNB universale quattro
uscite. Compresi: le opere di fissaggio; i collegamenti all'impianto
centralizzato
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6.6 - Cavo coassiale 75 Ohm
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Caratteristiche
specifiche
Cavo coassiale per funzionamento digitale conforme alle norme CEI 46-1,
12-15 e 43-13:
- conduttore in rame rosso
- isolamento in polietilene pigmentato, con carbon black
- dielettrico polietilene espanso
- nastro alluminio/poliestere/alluminio
- treccia in filli di rame stagnato
- film di poliestere
- guaina PVC non contaminante
- tubazione in PVC pesante di contenimento
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7.0 -
DATI DI PROGETTO E PER L’ESECUZIONE
Prove dei materiali
L’Amministrazione appaltante indicherà preventivamente eventuali prove da eseguirsi in fabbrica sui materiali da
impiegarsi negli impianti oggetto dell’appalto.
Accettazione
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni non potranno essere posti in opera che dopo l’accettazione da parte
dell’Amministrazione appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro sette giorni dalla presentazione dei
campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. La ditta appaltatrice non dovrà porre in
opera materiali rifiutati dall’Amministarzione appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.
VERIFICHE E PROVE IN CORSO D’OPERA DEGLI IMPIANTI
Durante il corso dei lavori l’Amministrazione appaltante si riserva di eseguire verifiche e prove preliminari sugli
impianti o parti di impianti, in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni
del Capitolato speciale di appalto.
Le verifiche potranno consistere nell’accertamento delle rispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti, nel
controllo delle installazioni secondo le disposizioni convenute (posizioni, percorsi, ecc..) nonchè le prove di isolamento
e di funzionamento ed in tutto quello che può essere utile allo scopo sopra accennato. Dei risultati delle verifiche e
prove preliminari di cui sopra si dovrà compilare regolare verbale.
PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI
Requisiti di rispondenza a norme, leggi e regolamenti
Gli impianti devono essere realizzati a regola d’arte, giusta prescrizione del D.M. 22.01.08 n°37. Le caratteristiche degli
impianti stessi nonchè dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti alla data
di presentazione dell’offerta ed in particolare essere conformi :
- alle prescrizioni del VV.FF. ;
- alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
- alle norme UNI (Ente di Unificazione Italiano).
Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
Devono essere osservate le vigenti prescrizioni del DPR 27 aprile 1955 n. 547 e successive varianti, per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro, nonchè le successive regolamentazioni e circolari inerenti prescrizioni e regolamentazioni da
ritenersi impegnative ai fini del presente lavoro non espressamente destinati a svolgimento di lavoro subordinato.
Prescrizioni riguardanti i circuiti
Cavi e conduttori.
a) isolamento dei cavi :
i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale
(Vo/V) non inferiori a 450/750 V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando
devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05.Questi ultimi, se posati
nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione
nominale maggiore;
b) Colori distintivi dei cavi :
i conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle
vigenti tabelle di unificazione CEI - UNEL 00722 - 74 e 00712. In particolare il conduttore neutro deve essere
contraddistinto esclusivamente con il colore blu chiaro ed il conduttore di protezione deve essere contraddistinto
esclusivamente con il colore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti , in
modo univoco per tutto l’impianto, dai colori : nero, grigi (cenere) e marrone;
c) sezioni minime e cadute di tensione massime ammesse :
le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti (affinché la caduta
di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto, saranno tuttavia possibili ulteriori limitazioni in funzione
delle alimentazioni specifiche, ad esempio le diagnostiche radiologiche non dovranno avere cadute di tensione superiori
a 1%) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente
ammesse, per i diversi conduttori dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni , le sezioni minime ammesse sono:
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- 1,50 mmq. per circuiti di segnalazione e telecomando;
- 1,50 mmq. per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione e per
apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 1,5 kW;
- 2,50 mmq. per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 1,5 KW e
inferiori a 3 KW;
d) sezione minima dei conduttori neutri:
la sezione dei conduttori non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in
circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq., la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella
dei conduttori di fase, con il minimo tuttavia di 16 mmq. (per conduttori in rame).
e) sezione dei conduttori di terra e protezione :
la sezione dei conduttori di terra e protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da
proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quanto di seguito riportato:
- conduttore di protezione con sezione pari a quella di fase nel caso in cui il conduttore di protezione appartenga alla
conduttura di alimentazione e pari a 6 mmq nel caso in cui sia posato in conduttura isolata.
- conduttore di terra pari a 35 mmq se in treccia di rame e 50 mmq se in treccia di alluminio.
PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DA BAGNO
Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione
I locali da bagno vengono suddivisi in 4 zone , per ognuna delle quali valgono regole particolari.
zona 0
E’ il volume delle vasca da bagno o piatto doccia : non sono ammessi apparecchi elettrici, come scalda acqua ad
immersione o simili .
zona 1
E’ il volume delle vasca da bagno o piatto doccia fino all’altezza di m. 2,25 dal pavimento : sono ammessi lo
scaldabagno (del tipo fisso, con la massa collegata al conduttore di protezione ) o altri apparecchi utilizzatori fissi ,
purchè alimentati a tensione non superiore a 25 V, cioè con la tensione ulteriormente ridotta rispetto al limite normale
della bassissima tensione di sicurezza, che corrisponde a 50 V.
zona 2
E’ il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto doccia largo 60 cm e fino ad una altezza di m. 2,25 dal
pavimento . Sono ammessi oltre allo scaldabagno e agli altri apparecchi alimentati a non più di25 V, anche apparecchi
illuminanti dotati di doppio isolamento(classe II). Gli apparecchi installati nelle zone 1 e 2 devono essere protetti contro
gli spruzzi d’accqua(grado di protezione IPX4).
Sia nella zona 1 che nella zona 2 non devono esserci materiali di installazione, come interruttori , prese a spina , scatole
di derivazione ; possono essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad altezza superiore a
m. 2,25 dal pavimento. Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l’alimentazione degli apparecchi
installati in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico, gli eventuali tratti in vista necessari
per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori (per esempio con scaldabagno) devono essere protetti con tubo di
plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante.
zona 3
E’ il volume al di fuori sella zona 2 della larghezza di m. 2,40 (e quindi 3 m. oltre la vasca o la doccia):sono ammessi
componenti dell’impianto elettrico protetti contro la caduta verticale di gocce d’acqua (grado di protezionne IPX1),
come nel caso dell’ordinario materiale elettrico da incasso IPX5 quando è previsto l’uso di getti d’acqua per la pulizia
del locale, inoltre l’alimentazione delle prese a spina deve soddisfare una delle seguenti condizioni:
a) bassissima tensione di sicurezza con limite 50 V (BTS);
b) trasformatore di isolamento per ogni singola presa a spina;
c) interruttore differenziale ad alta sensibilità con corrente differenziale non superiore a 30 mA.
Le regole date per le varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno servono a limitare i pericoli provenienti
dall’impianto elettrico del bagno stesso e sono da considerarsi integrative rispetto alle regole e prescrizioni comuni a
tutto l’impianto elettrico (isolamento delle parti attive, collegamento delle masse al conduttore di protezione, ecc.)
COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE NEI LOCALI DA BAGNO
Per evitare tensioni pericolose provenienti dall’esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in
contatto con un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1 - 2 - 3 con il
conduttore di protezione, in particolare per le tubazioni metalliche ) è sufficente che le stesse siano collegate con il
conduttore di protezione all’ingresso dei locali da bagno.
Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in particolare devono
essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni.
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Devono essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più
vicino conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dall’interruttore
differenziale ad alta sensibilità.
E’ vietata l’inserzione di interruttori e di fusibili sui conduttori di protezione.
Per i conduttori si devonno rispettare le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mmq (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi e sotto intonaci;
- 4 mmq (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.
CONDUTTURE ELETTRICHE NEI LOCALI DA BAGNO
Possono essere usati cavi isolati in PVC tipo N07V - K in tubo di plastica a parete o nel pavimento.
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8.0 -
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
Tutti i componenti elettrici devono essere protetti dai contatti diretti; le caratteristiche di protezione devono essere
possedute dagli stessi componenti ma possono essere anche realizzate in fase di installazione.
- isolamento delle parti attive: i componenti devono avere un isolamento adatto alla protezione dagli agenti atmosferici
in relazione all'ambiente in cui sono installati.
- involucri o barriere:
a) le parti attive devono essere collocate all'interno di custodie fornite di grado di protezione minimo non
inferiore a IPXXB (non accessibilità al dito di prova);
b) Le superfici orizzontali delle custodie abbiano un grado di protezione minimo non inferiore a IPXXD
(inaccessibilità al filo di prova).
c) l'apertura delle custodie deve avvenire:
* con chiave o attrezzo affidato a persona addestrata, oppure
* con sezionamento dell'alimentazione prima dell'apertura dell'involucro e ripristino solo dopo la richiusura
dell'involucro stesso (interblocco)
* esistenza di una barriera intermedia sulle parti attive avente proteione non inferiore IPXXB rimovibile
solo mediante l'uso di una chiave o attrezzo.
d) Ostacoli e distanziamenti: tale protezione è ammessa in locali accessibili solo a persone addestrate a
condizione che i luoghi siano chiaramente segnalati e che:
* le porte di ingresso permettano una facile uscita verso l'esterno con apertura da realizzare senza far uso di una chiave;
* siano rispettate le prescrizioni di cui agli articoli 481.241, 481.242 e 481.243 della norma CEI 64-8 in ordine alle
distanze minime ed alle dimensioni dei passaggi.
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9.0 -
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
9.1 - Sistemi elettrici a tensione inferiore a 1000V c.a.
L’impianto da realizzare in ragione dell’alimentazione sarà di tipologia TT, la protezione contro i contatti indiretti
verrà ottenuta per mezzo di collegamento all’impianto di terra locale che avrà valore di resistenza coordinato con le
protezioni differenziali presenti a progetto in modo da garantire una tensione di contatto limite inferiore a 50V come
prescritto dalla CEI 64-8. E’ previsto la realizzazione di una rete di terra mediante infissione di picchetti in acciaio
zincato opportunamente collegati con una treccia di rame di sezione adeguata.
I dispersori di terra, saranno costituiti da elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno in modo tale da
realizzare il collegamento elettrico con la terra. Tali dispersori dovranno avere dimensioni tali da garantire un’adeguata
resistenza meccanica e resistenza alle corrosioni del terreno .
Il conduttore di terra, se costituito da una treccia di rame, dovrà avere una sezione non inferiore a 35 mm², mentre se
costituito in acciaio zincato, la sezione minima dovrà essere di almeno 50 mm².
Il collettore di terra sarà costituito da una barra di rame o acciaio zincato posta in prossimità dell’armadio contatori.
Al collettore dovranno essere collegati i conduttori di protezione, i conduttori equipotenziali principali ed il conduttore
di terra.
La sezione dei conduttori di protezione non raggruppati alle linee di alimentazione dovrà essere pari a 2.5mm²
qualora gli stessi dispongano di una protezione meccanica e 4 mm² in caso contrario. I conduttori di protezione
aggregati alle linee di alimentazione dovranno invece avere una sezione minima pari a quella del conduttore di fase.
Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali dovranno essere numerati all’inizio ed al termine del percorso. I
collegamenti sulle tubazioni dovranno essere effettuati con appositi collari in acciaio, provvisti di bulloni di serraggio e
di appositi bulloni per le connessioni dei conduttori equipotenziali.
Per quanto non esplicitamente espresso si dovrà fare riferimento alla CEI 64-12 “ Guida per l’esecuzione
dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”.
Dovrà essere garantita la seguente disguaglianza:
Rt ≤ 50 / Idiff
Dove:
Ra Resistenza (Ω) dell'impianto di terra, compresa la resistenza dei conduttori di protezione;
50 Valore della tensione di contatto limite;
Ia valore della corrente (A) che fa intervenire le protezioni entro 5s.
9.2 -
Sistema IT
In tali sistemi si hanno due situazioni:
-1° guasto:
si deve soddisfare la relazione
Rd ≤ 50 / Id
dove:
Rd Resistenza (Ω) del dispersore;
Id corrente (A) di 1° guasto di impedenza trascurabile.
Il 1° guasto in tale sistema deve essere controllato con un dispositivo di controllo dell'isolamento (con segnale sonoro e
visivo).
2° guasto:
in tal caso le condizioni dipendono dal tipo di collegamento delle masse:
* se sono collegate a terra individualmente o per gruppi;
* se sono collegate a pezzi o collettivamente.
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Per 2° guasto, pertanto, nel caso di collegamento individuale delle masse o nel caso di masse appartenenti a gruppi
diversi, si deve soddisfare la seguente relazione (già prevista per il sistema TT):
Ra ≤ 50 / Ia
dove:
Ra Resistenza (Ω) dell'impianto di terra, compresa la resistenza dei conduttori di protezione;
50 Valore della tensione di contatto limite;
Ia valore della corrente (A) che fa intervenire le protezioni entro 5s.
Nel caso collettivo delle masse, si deve soddisfare convenzionalmente una relazione simile a quella prevista per il
sistema TN diversa a seconda che il neutro sia distribuito o meno:
Zs ≤ U0 / 2 Ia
neutro non distribuito
Z's ≤ U / 2 Ia
neutro distribuito
dove:
impedenza totale (Ω) del l'anello di guasto [FASE-PE];
impedenza totale (Ω) del l'anello di guasto [NEUTRO-PE];
tensione nominale (V) del sistema [fase/terra];
tensione nominale (V) del sistema [fase/fase];
corrente d'intervento (A) del dispositivo di protezione a massima corrente, in relazione ad un tempo
convenzionale definito dalla tabella 41A della norma CEI 64-8, che, per tensioni d'esercizio normalizzate (380/220V),
risulta pari a 0,4s per ambienti ordinari e 0,2s per locali adibiti ad uso medico [neutro non distribuito] e 0,8s per
ambienti ordinari e 0,4s per locali adibiti ad uso medico [neutro distribuito].
Zs
Z's
U0
U
Ia
Per i circuiti terminali e per i circuiti di distribuzione valgono le stesse considerazioni già previste per il sistema TN.
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10.0 -
10.1 -
DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI CONTRO LE
SOVRACORRENTI
Protezione contro il sovraccarico
Secondo quanto previsto dalle norme, le sezioni delle condutture sono state determinate in modo che la corrente di
impiego di ogni circuito risulti inferiore alla relativa portata dei cavi. Tutti i circuiti sono protetti dal sovraccarico
mediante dispositivi posti all’inizio delle condutture, in grado di soddisfare le condizioni
IB < In < IZ
dove
Ib
In
Iz
If
10.2 -
=
=
=
=
If < 1,45 Iz
Corrente di impiego del circuito
Corrente nominale del dispositivo di protezione
Portata in regime permanente della conduttura
Corrente di funzionamento del dispositivo di protezione
Protezione contro le correnti di corto circuito
La protezione contro le correnti di corto circuito sarà assicurata nelle seguenti condizioni:
- I dispositivi di protezione hanno un potere di interruzione maggiore o uguale alla corrente di corto circuito presunta
nel punto di installazione. E' ammesso l'utilizzo di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore se a
monte sarà installato un altro dispositivo di protezione avente il necessario potere di interruzione. In tale caso le
caratteristiche elettriche dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia che essi lasciano passare
non sia superiore a quella che può essere sopportata dal dispositivo posto a valle e dalle ondutture elettriche protette da
questi dispositivi;
- Tutte le correnti provocate da un corto circuito, che si presenti in un punto qualsiasi del circuito, devono essere
interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile.
Per il corto circuito di durata non superiore a 5S, il tempo necessario affinchè una data corrente di corto circuito porti i
conduttori dalla temperatura massima ammissibile, in servizio ordinario, alla temperatura limite, può essere calcolato
approssimativamente con la seguente espressione:
t =
kS
I
t = durata del fenomeno in secondi;
S = sezione del conduttore in mm2;
K = coefficiente pari a: 115 per i conduttori isolati in PVC,
145 per i conduttori isolati in gomma.
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11.0 -
VERIFICA DELLA CADUTA DI TENSIONE
La caduta di tensione sarà verificata alla fine dei lavori, fra la tensione a vuoto e la tensione che si riscontra in qualsiasi
punto degli impianti, quando sono inseriti tutti gli utilizzatori (tensione costante).
La caduta di tensione non dovrà superare il 3%, della tensione a vuoto, per gli impianti d’illuminazione ed il 4% per gli
impianti di forza motrice.
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12.0 -
CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI E MODALITA DI
INSTALLAZIONE
Apparecchi di illuminazione ordinaria e relativi comandi.
Tutti gli apparecchi di illuminazione dovranno essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi
ultimi sono combustibili, ed in particolare per faretti e piccoli proiettori le distanze devono rispettare quanto previsto
dalla norma CEI 64-8/7 art 751.04.1. In particolare le plafoniere dovranno possedere la possibilità di montaggio su
superfici normalmente infiammabili secondo CEI 34-21.
I tubi fluorescenti da impiegare, se non specificatamente indicato, avranno tonalità di colore pari a 3000 K, indice di
resa cromatica Ra=95, flusso luminoso pari a 1000 lm (18W) e 2350 lm (36W). Tutti gli apparecchi saranno
equipaggiati con reattori elettronici.
Gli interruttori e/o deviatori di comando, di tipo unipolare modulari avranno, In=16A, Vn=250 V, conformi alle norme
CEI 23-9; essi verranno installati ad una quota del pavimento di 90 cm. Detti comandi saranno contenuti in scatole da
incasso provviste di supporto in resina e placca; essi dovranno presentare un grado di protezione non inferiore a IP40.
I componenti applicati a vista devono essere di materiale resistente alla prova di cui CEI 64-8, sezione 422, con filo
incandescente a 650°C.
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13.0 -
COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI
Le modalità di collaudo per gli impianti elettrici dovranno essere quelle successivamente riportate; queste, come
richiesto dalla normativa vigente, sono relative alle indicazioni di massima e minimali applicabili sempre e comunque
per tutti gli impianti con caratteristiche generali (qualora le parti di opera riportate siano ovviamente presenti e
nell’oggetto dei lavori) ai sensi del D.M. 22/01/2008 n°37. Qualora si trattasse di impianti particolari si rimanda alle
prescrizioni dei VV.F. e/o agli organi di controllo quali ISPESL, USL, ecc....
Impianto di distribuzione forza e luce.
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione degli stessi, saranno
effettuate sugli impianti di forza/luce le verifiche e le prove sotto specificate
verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
verifica intesa ad accertare che il montaggio dei componenti sia stato accuratamente eseguito e che il funzionamento di
ciascuna parte sia regolare e corrispondente alle norme vigenti.
Il collaudo finale sarà effettuato solo se gli impianti saranno stati certificati e servirà per accertare:
il corretto funzionamento di apparecchiature, circuiti principali, circuiti ausiliari e protezioni, in conformità alla Norma
CEI 64-8
la sfilabilità dei cavi; si procederà ad estrarre un cavo dal tratto di tubo compreso tra due cassette e scatole successive e
nell'osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso. In caso di esito non favorevole fermo restando
l'obbligo per l'installatore di modificare gli impianti, la prova sarà ripetuta su un altro tratto: qualora anche la seconda
prova fornisse esito sfavorevole, la verifica della sfilabilità sarà estesa a tutti gli impianti utilizzatori
la resistenza di isolamento: la misura sarà eseguita mediante un ohmetro la cui tensione continua sia circa 125V, in caso
di misura su parti di impianto con tensione nominale superiore a 50 V. Durante le misure gli apparecchi utilizzatori
saranno disinseriti.
il collegamento alla rete di terra: allo scopo sarà seguita una misura della resistenza di terra
la corrispondenza tra fasi e loro colorazione
l'equilibratura e la ripartizione dei carichi
l'esatta taratura delle protezioni
la continuità delle grandi masse metalliche
le portate e la caduta di tensione dei conduttori.
l’idoneità della tensione nominale d’isolamento per i conduttori
la correttezza delle connessioni dei conduttori
la conformità dell’impianto elettrico nei locali contenenti bagni e docce alla Norma CEI 64-8
la conformità dell’impianto elettrico nei locali sanitari alla Norma CEI 64-8/7 V2
la conformità dell’impianto elettrico nei locali contenenti apparecchiature elettromedicali alla Norma CEI 62-5
la conformità dimensionale minima dei dispersori, conduttori di terra e delle protezione equipotenziali e supplementari
alla Norma CEI 64-8
la presenza del conduttore di protezione per tutte le masse
il rispetto delle quote di installazione delle prese
la predisposizione delle canalizzazioni telefoniche in conformità alla normativa CEI
la continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari
la funzionalità dei dispositivi di protezione a corrente differenziale
Gli impianti elettrici dovranno altresì rispondere ai seguenti requisiti:
Caduta di tensione:
la differenza tra la tensione a vuoto e la tensione che si potrà riscontrare in qualsiasi punto dell'impianto quando sono
inseriti tutti gli apparecchi utilizzatori suscettibili di funzionare simultaneamente, non deve superare il 4% della
tensione a vuoto, valgono le limitazioni per particolari classi di utilizzatori in precedenza riportate.
Portata delle condutture:
oltre ai valori relativi alle verifiche per corrente di corto circuito a fondo linea (Icc minima) e per cadute di tensione, la
sezione dei conduttori dovrà essere dimensionata applicando un coefficiente mai inferiore a 0,7, oltre ai coefficienti di
riduzione per addensamento cavi e temperatura ambiente, ai valori riportati sulle tabelle UNEL.
Sezioni minime ammesse:
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¾ 2,5 mm2 per circuiti F.E.M. e dorsali luci
¾ 1,5 mm2 per circuiti ausiliari e luce
Potere d'interruzione degli interruttori
Il potere d'interruzione degli interruttori di protezione dovrà essere verificato in funzione della potenza di corto circuito
a monte della fornitura. In ogni caso non sono ammessi interruttori con potere d'interruzione inferiore a 6 kA per
tensioni sia di 220V che di 380V.
Resistenza di isolamento
Per tutte le parti di impianto comprese tra 2 fusibili o interruttori automatici successivi, o poste a valle dell'ultimo
fusibile o interruttore automatico, la resistenza di isolamento verso terra e fra conduttori appartenenti a fasi o polarità
diverse, non deve essere inferiore a:
0,5 MΩ per sistemi a tensione nominale > 50 V
0,25 MΩ per sistemi a tensione nominale < 50 V
Resistenza di terra
Il valore della resistenza di terra deve essere coordinato con il sistema di protezione contro le folgorazioni (norme CEI
64-8) e comunque non deve essere superiore ai 20Ω (DPR 547).
Protezione contro le scariche atmosferiche
In corso d’opera dovranno essere verificate quelle parti di impianto che, a lavori ultimati, risulterebbero difficilmente
ispezionabili:
le parti metalliche dell’edificio utilizzate come conduttori dell’impianto o, comunque, i conduttori dell’impianto
appositamente installato se incorporati nella struttura stessa
tutte le connessioni fra elementi dell’impianto o fra essi e corpi metallici o masse estranee destinate ad essere inglobate
o ricoperte da materiale anticorrosivo
il fissaggio di dispositivi di ancoraggio di conduttori se destinati ad essere ricoperti con materiale di protezione
dell’edificio
le tubazioni e gli elementi metallici naturali interrati, se utilizzati come naturali dispersori
gli elementi normali del dispersore prima del loro interramento
il numero, le dimensioni e la tipologia dei dispositivi adottati per assicurare la continuità elettrica dei ferri di armatura
utilizzati come elementi naturali dell’impianto prima della gettata del cemento
i collegamenti tesi a garantire la continuità elettrica fra l’armatura e corpi o masse metalliche estranei presenti
nell’edificio
i collegamenti fra elementi delle facciate e fra queste ed i corpi o masse metalliche presenti nell’edificio
Le verifiche finali atte ad accertare, indipendentemente dalle prescrizioni di capitolato, la rispondenza dell’impianto
realizzato a regola d’arte; esse dovranno essere articolate in tre fasi:
- esame della documentazione di progetto allegata alla dichiarazione di conformità
- esame a vista
- prove di verifica
L’esame a vista intende accertare che l’impianto, conforme al progetto, sia realizzato a regola d’arte senza presentare
danni visibili che ne compromettano la sicurezza e le prestazioni; in particolare:
l’impianto dovrà essere in buone condizioni
non dovranno esistere conduttori interrotti o scollegati
le parti di impianto non dovranno essere aggredite dalla corrosione
i conduttori e i componenti dell’impianto dovranno essere ben fissati alle superfici di fissaggio e le eventuali protezioni
meccaniche dovranno essere integre
i conduttori di equipotenzialità e le giunzioni dovranno essere integri
i limitatori di tensione non dovranno presentare danni
l’edificio protetto non dovrà aver subito variazioni o alterazioni che richiedano un riesame delle protezioni
i collegamenti equipotenziali con ogni parte metallica aggiunta all’edificio, dopo l’ultimo esame a vista, dovranno
essere accertati con misure di continuità
Le prove di verifica, intese come operazioni e misure atte ad assicurare l’efficacia e l’idoneità delle misure di sicurezza
relative all’impianto in esame, si articoleranno in:
misura della resistività del terreno
misura della resistenza di terra del dispersore dell’impianto di protezione
misura della continuità elettrica degli elementi dell’impianto, ivi compresi gli elementi normali e naturali, quando non
ispezionabili a vista
Al termine della verifica finale dovrà essere redatto un verbale di verifica integrato dagli schemi e descrizioni
dell’impianto.
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Tutti gli impianti dovranno essere collaudati ai sensi della normativa vigente, con restituzione di idonea scorta
documentale.
Dovranno essere riscontrati valori in rispondenza a:
¾ protezione contro i contatti diretti
¾ protezione contro i contatti indiretti
¾ protezione contro i cortocircuiti
¾ protezione contro i sovraccarichi
¾ protezione contro il pericolo di incendi o di ustioni
¾ protezione contro le scariche elettrostatiche
¾ protezione contro gli abbassamenti di tensione
¾ protezione con comando di emergenza
¾ protezione con arresto di emergenza
¾ prescrizione per ambienti particolari (bagni, locali medici, chirurgici, ecc…)
a) Verifica provvisoria e consegna degli impianti
Durante l'esecuzione dei lavori e in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, si
effettueranno delle verifiche provvisorie (a carico dell’appaltatore) con lo scopo di consentire, in caso di esito
favorevole, l’inizio del funzionamento degli impianti ad uso degli utenti a cui sono destinati. Ad ultimazione di ciascuna
verifica provvisoria, la Stazione Appaltante, nella figura del D.L., potrà decidere la messa in funzione o meno a seguito
delle singole valutazioni con presa in consegna degli impianti o solo ed esclusivamente a seguito del rilascio del
collaudo tecnico effettuato da tecnico abilitato a discrezione della stazione appaltante scelto all’interno di una terna
proposta dall’appaltatore, nonché del rilascio del certificato di conformità corredato di elaborati grafici di cantiere AS
BUILT.
La verifica provvisoria dovrà avere la finalità (anche durante l’esecuzione dei lavori) di accertare che gli impianti siano
in condizioni di poter funzionare normalmente in condizioni sicure e che siano state effettuate e rispettate le vigenti
norme di legge per la prevenzione degli infortuni:
¾ stato di isolamento dei circuiti
¾ continuità elettrica dei conduttori
¾ grado di isolamento e sezioni dei conduttori
¾ efficienza dei comandi e delle protezioni nelle condizioni di massimo carico previsto
¾ efficienze delle prese di terra
¾ efficienza delle protezioni contro i contatti indiretti
¾ efficienza delle protezioni contro i contatti diretti
¾ resistenza del collegamento al circuito di protezione delle singole apparecchiature
¾ verifica del valore dell’impedenza dell’anello di guasto Zs
¾ rispondenza alle normative CEI relative a ciascun tipo di impianto
b) Collaudo definitivo degli impianti
Introduzione
Subito dopo l'ultimazione dei lavori ed entro il termine stabilito dal capitolato speciale di appalto ed in difetto, non oltre
sei mesi dalla data dell’emissione del certificato di regolare esecuzione, dovrà essere consegnato alla stazione
appaltante il collaudo tecnico definitivo degli impianti (a carico dell’appaltatore) in modo tale da dover accertare che i
lavori, per quanto riguarda i materiali impiegati, l’esecuzione e la funzionalità corrispondano a quanto prescritto nei
documento di appalto, tenuto conto delle eventuali modifiche concordate e certificate in sede di aggiudicazione ed in
fase di esecuzione dei lavori stessi.
In particolare, nel collaudo definitivo dovranno effettuarsi come minimo le seguenti verifiche:
verifica dell’osservazione delle norme tecniche generali
verifica della rispondenza degli impianti alle richieste e preventive indicazioni, inerenti lo specifico appalto, precisate
dalla Stazione Appaltante confermate e concordate dalla documentazione amministrativa e contabile della D.L.
verifica della rispondenza delle opere realizzate con gli elaborati progettuali
verifica della rispondenza delle opere realizzate con tutte le modifiche richieste dalla Stazione Appaltante sulla base
della documentazione comprovante tutte le varianti rispetto al progetto
verifica della bontà dei materiali impiegati nell’esecuzione degli impianti, dei quali dovranno essere stati presentati
idonei campioni ed accettati dalla stazione appaltante, con certificazione della corrispondenza degli stessi alle
campionatura
Inoltre nel collaudo definitivo dovranno essere ripetuti i controlli delle verifiche provvisorie al fine dell’accettabilità di
quanto segue:
¾ lo stato di isolamento dei circuiti
¾ il corretto coordinamento conduttori e protezioni elettriche
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¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
la continuità elettrica dei circuiti
il grado di isolamento e la sezione dei conduttori
l’efficienza dei comandi e delle protezioni nelle condizioni del massimo carico previsto
la selettività degli organi di protezione
l’efficienza delle prese di terra
la resistenza del collegamento al circuito di protezione delle singole apparecchiature e prese di corrente
il valore dell’impedenza dell’anello di guasto Zs rapportato alle caratteristiche degli interruttori di protezione
la protezione contro gli effetti termici e gli incendi
la corretta esecuzione degli impianti (esami a vista e strumentali)
l’accessibilità per gli interventi di manutenzione
i livelli di illuminamento
i collegamenti equipotenziali
gli impianti entro i locali ad uso medico
i certificati di collaudo delle varie apparecchiature principali
tutta la documentazione tecnica (documentazione finale) comprovante l’esecuzione AS BUILT e le prove
strumentali
Tale ripetuto controllo dovrà avere lo scopo di verificare se le condizioni per le quali la verifica provvisoria diede esito
favorevole non si siano alterate nel periodo intercorrente fra la verifica provvisoria ed il collaudo definitivo, mentre per
quelle condizioni per le quali nella verifica provvisoria si siano riscontrate delle deficienze, il ripetuto controllo, in sede
di collaudo definitivo, dovrà avere lo scopo di accertare se, dopo la verifica provvisoria, si sia provveduto ad ovviare
alle deficienze stesse. A maggior ragione, gli anzidetti accertamenti prescrittivi per le prove provvisorie dovranno
effettuarsi in sede di collaudo definitivo, qualora la verifica provvisoria non abbia avuto luogo o sia stata solo
parzialmente eseguita.
Anche del collaudo definitivo dovrà essere redatto regolare verbale.
In seguito alle verifiche eseguite si dovrà fornire una relazione di verifica e collaudo dove saranno riportate tutte le
verifiche ed i controlli eseguiti; dovranno essere compilate idonee schede riproducenti i valori delle verifiche
strumentali, in particolare modo relative ai locali ad uso medico (come richiesto dalle norme CEI 64-8/7 V2 e di riflesso
62/5). La documentazione di collaudo degli impianti dovrà essere consegnata alla Stazione Appaltante unitamente ai
seguenti elaborati da considerarsi scorta minima per l’accettazione:
¾ Disegni planimetrici ed in alzata degli impianti installati
¾ Schemi elettrici e dimensioni dei quadri elettrici
¾ Schemi planimetrici
¾ Schemi funzionali
¾ Certificati di collaudo delle varie apparecchiature
¾ Schede di verifica strumentale
¾ Manuali d’uso delle apparecchiature
¾ Relazione sulla tipologia degli impianti
¾ Relazione sui materiali installati
¾ Documentazione comprovante la denuncia degli impianti installati
Tutta la documentazione di fine lavori sopra elencata dovrà essere considerata parte integrante della fornitura degli
impianti in oggetto senza che per questo l’Appaltatore possa chiedere oneri aggiuntivi o variazioni di prezzi.
Norme Generali
Per le prove di funzionamento e rendimento delle apparecchiature e degli impianti, prima di iniziare, il collaudatore
dovrà verificare tutta la documentazione tradizionale proveniente dalla D.L. nonché le caratteristiche della corrente di
alimentazione, disponibile al punto di consegna (specificatamente tensione, frequenza, potenza disponibile, ecc....)
siano conformi a quelle previste nel capitolato speciale d’appalto e cioè quelle in base alle quali vennero progettati ed
eseguiti gli impianti. Qualora le anzidette caratteristiche della corrente di alimentazione all’atto delle verifiche e del
collaudo non fossero conformi a quelle contrattualmente previste, le prove stesse dovranno essere rinviate a quando sarà
possibile disporre di corrente di alimentazione delle caratteristiche contrattualmente previste, purché ciò non implichi
dilazioni delle verifiche provvisorie o del collaudo definitivo superiore ad un massimo di 15 giorni, termine oltre il
quale le prove dovranno essere comunque effettuate a seguito di documento di accettazione inoltrato dall’Appaltatore e
controfirmato per accettazione dalla D.L.. In tale situazione il collaudatore dovrà tenere conto nelle verifiche di
funzionamento e nelle determinazioni dei rendimenti, delle variazioni delle caratteristiche della corrente disponibile per
l’alimentazione, rispetto a quelle contrattualmente previste e secondo le quali gli impianti sono stati progettati ed
eseguiti.
Per tutte le operazioni di misura strumentale e verifica sarà onere dell’Appaltatore mettere a disposizione sia gli operai
che tutte le apparecchiature e strumentazioni adatte per le misure necessarie, senza poter per ciò accampare diritti a
maggiori compensi.
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Modalità di esecuzione e prove degli impianti
L’installatore dovrà produrre un programma di massima delle prove che dovrà sottoporre all’approvazione della D.L..
Variazioni apportate dovranno essere comunicate tempestivamente all’installatore, alla D.L. e con questa concordate
onde evitare problemi ove specialmente vengano coinvolti terzi. In ogni caso la comunicazione dovrà essere per iscritto,
secondo modalità da definire con congruo anticipo con la D.L., per la definizione delle date di intervento onde
approntare i luoghi ed i mezzi nonché predisporre il personale istruito di sua competenza.
Tutte le prove dovranno essere confermate dalla D.L. e per accettazione controfirmate. Le prove in cui non sarà
presente la committenza, fatte salve diverse indicazioni riportate per iscritto, dovranno essere ripetute. Qualora per
necessità particolari l’installatore dovesse mettere in tensione delle apparecchiature al di fuori delle pianificazioni
prestabilite, dovrà essere chiesto uno specifico permesso alla D.L. secondo modalità che saranno definite in luogo con
debito anticipo.
Tutte le prove preliminari per l’accertamento dei materiali, eseguite nel corso del lavoro per verificare lo stato di
manutenzione dei materiali, non possono in alcun modo essere utilizzate come prove di collaudo di accettazione.
Qualora l’impianto o l’apparecchiatura non entri in funzione o non venga consegnato immediatamente dopo
l’esecuzione delle prove, al momento dell’effettiva messa in esercizio della consegna definitiva dell’impianto dovranno
essere eseguite delle prove supplementari di verifica che, nel tempo intercorso dalle prove ufficiali, nulla è intervenuto a
cambiare o a modificare la funzionalità e la perfetta efficienza dell’impianto stesso e dei suoi componenti. L’installatore
si dovrà quindi rendere disponibile ad effettuare delle prove supplementari a richiesta della D.L. nella quantità e qualità
necessarie ed esse saranno compensate secondo modalità da concordare al momento con la D.L. solamente qualora
questa riconosca il carattere dell’eccezionalità.
Opportune cautele dovranno essere messe in atto a cura e carico dell’installatore, previa approvazione della D.L., per
conservare l’integrità degli impianti prima della loro entrata in servizio. Tali cautele potranno essere per lo meno
individuabili nell’etichettatura opportuna delle apparecchiature collaudate, emissione di permessi di lavoro per
l’esecuzione di opere interessanti apparecchi collaudati, chiusura dei locali ove siano installate apparecchiature
collaudate, ecc.....
Apparecchiature o parti di impianto predisposte operativamente per funzionare connesse con altre apparecchiature
dovranno essere provate insieme a queste ultime per garantire il perfetto funzionamento dell’insieme. Ad esempio si
riporta come unicità elettrica l’insieme di un avviatore di un motore, i relativi cavi di collegamento, il motore stesso ed
il quadro da cui prende l’alimentazione compresi gli impianti di sicurezza accessori.
I risultati di tutte le prove dovranno essere riportati su appositi formati da fornire in visione alla Direzione Lavori per
accettazione. Tali risultati dovranno essere catalogati, raccolti ed aggiornati corredati di verbale riassuntivo attestante
che il collaudo r tutte le prove sono stati eseguiti in accordo con la programmazione e con quanto richiesto dalla
Committenza
Tutte le prove dovranno essere svolte dal collaudatore assistito da personale specializzato messo a disposizione
dell’installatore a carico dello stesso. Un elenco riportante le qualifiche di detto personale dovrà preventivamente essere
sottoposto all’approvazione del collaudatore e della D.L. che si riserveranno il diritto di giudicare le qualità e le quantità
messe a disposizione.
Tutte le prove saranno eseguite con strumenti ed apparecchiature fornite dall’installatore. Un elenco di detti strumenti
sarà fornito preventivamente per un giudizio di qualità al Collaudatore ed alla D.L.. Resta in ogni caso inteso che
l’installatore dovrà in ogni caso fornire strumenti ed accessori adatti alle specifiche prove da effettuare
L’installatore dovrà fornire inoltre tutti quegli accessori e mettere in atto tutti gli accorgimenti affinché le prove siano
effettuate in sicurezza specialmente durante i periodi in cui altro personale svolgente altre attività potrebbe essere
presente nell’area nella quale si dovranno svolgere le prove stesse
I valori minimi risultanti dai collaudi dovranno essere in accordo con le istruzioni dei fabbricanti delle apparecchiature e
con le relative norme di applicazione nonché con le prescrizioni contrattuali
Le misure che daranno risultati inferiori al 25% rispetto alla media delle misure su impianti o apparecchiature simili a
quelle in questione, saranno sottoposte alla D.L. per l’approvazione specifica anche nel caso che siano migliori dei
valori minimi accettabili
Nel caso che le prove diano esiti negativi, l’installatore dovrà effettuare opportune riparazioni nel caso in cui i difetti
siano imputabili a difetti di installazione o a materiali forniti dall’installatore. A riparazioni effettuate i collaudi di
pertinenza dovranno essere ripetuti
Nel caso le prove dessero risultati inferiori ai minimi accettabili, l’installatore dovrà essere chiamato ad individuarne le
cause ed a comunicarle per iscritto al collaudatore ed alla D.L.. le correzioni di dette cause saranno a carico
dell’esecutore delle relative opere. Ove si tratti di apparecchiature complesse potrà essere richiesto l’intervento dei
relativi fornitori.
I collaudi finali saranno effettuati solo se gli impianti saranno stati certificati.
Collaudo dell’Impianto di cablaggio
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – NORME TECNICHE
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SC
Nuove scuole elementari e materne di fraz. Antagnod - Ayas
Progetto Esecutivo Impianti Elettrici
Il collaudo dell’impianto di cablaggio dovrà essere a carico dell’Appaltatore ed effettuato da tecnico abilitato esterno a
discrezione della D.L.; costui dovrà effettuare in fase di realizzazione tutte le prove previste dalla normativa vigente su
ogni 25% del 20% dell’opera realizzata per giungere al collaudo dell’impianto nella sua interezza.
Il collaudo del cablaggio dovrà soddisfare i seguenti requisiti:
specifiche degli standard TIA/EIA 568A ed ISO/IEC 11801
i cavi UTP, cavetti di permutazione e prese RJ45 dovranno essere almeno di categoria 5.
collegamenti cavi UTP secondo standard EIA/TIA 568A
cavetti di permutazione RJ45-to-RJ45 minimo di categoria 5 del tipo precablato in fabbrica
cavetti di permutazione composti da conduttori sa 24 AGW
verifica delle caratteristiche del cavo [ tipo, diametro, capacità, DCR, frequenza, attenuazione, next nom., SRL nom.,
impedenza, ecc....]
verifica delle specifiche meccaniche dei cavi in fibra ottica
verifica della rispondenza della posa secondo la buona regola dell’arte
verifica del sistema di permutazione
verifica dell’intercettazione delle singole coppie sul lato armadio e sul lato utente
verifica della corrispondenza tra numerazione e codifica sistema
Le misure dei cavi dovranno essere effettuate con uno strumento che sia rigorosamente di livello 2; in pratica dovrà
avere una accuratezza sulla misura di diafonia (NEXT) di +/- 1,6 dB su quella di attenuazione.
Dovranno essere effettuate prove in grado di soddisfare minimo la seguente tabella di attenuazioni con misure effettuate
a 20°C con cavo fisso di MAX 90 mt. ed una lunghezza dei cavi di patch dello strumento di 4 mt.
Dovranno altresì essere soddisfatti i valori della seguente tabella in riferimento alle misure di NEXT loss, per la
configurazione basic Link dove sono riportati i valori di attenuazione di un cavo di categoria 5 con il lato strumento di
misura connettorizzato
Tali prove per i cavi in rame dovranno essere conformi al test BASIC LINK e lo strumento da utilizzare dovrà essere di
tipo WAVETEK XXXXXX e Certificato ISO 9000 impostato sul test EIA/TIA 568-A TSB 36 Categoria 5 Classe D.
Per i cavi in fibra ottica, a seguito di connettoriazione, il test dovrà provvedere alla verifica dell’integrità iniziale e di
buon funzionamento; per eseguire i tests si dovrà usare uno strumento del tipo Optical Time Domain Reflectometer in
grado di fornire grafici delle misure su supporto cartaceo da allegare alla documentazione di impianto, nonché su
supporto magnetico, su cui riportare i dati specifici delle caratteristiche di attenuazione di onda e lunghezza delle
singole fibre, sia in prima finestra (850 nm) che in seconda finestra (1300nm) ed in terza. Tali misure dovranno essere
eseguite su entrambi i lati della fibra in modo da testare ambedue le giunzioni sui connettori agli estremi della tratta.
Per l’hardware dovranno essere effettuati test conformi ad ATM Forum Compliant UNI 3.0 ed UNI 3.1, ETHERNET
IEEE 802.3, 10baseT, 10baseFL e SNMP
Per il sistema di cablaggio (Cabling System) il riferimento normativo dovrà essere EIA/TIA 568-A TSB 36 Categoria 5
Classe D fino a 155 Mhz, ISO/IEC 11801, EN 50173, NEC, UL, EMI/RFI EN 55022 ed EN 50082-1.
L’edificio da cablare dovrà essere completamente numerato utilizzando la tipologia alfa numerica esistente assegnado a
ciascun locale un codice che lo identifichi in modo univoco. Analogamente tutti gli armadi dovranno essere
caratterizzati da apposita numerazione consequenziale a quella esistente così come pure tutti i patch panel all’interno di
ciascun armadio. All’interno di ciascun patch panel dovrà essere possibile identificare ciascun singola posizione che
potrà, a discrezione della D.L., essere riferita a ciascuna coppia o a gruppi di 2, 3, 4 coppie in funzione del tipo di
servizio trasportato. I patch panel dedicati alle dorsali e degli arrivi delle apparecchiature attive dovranno riportare le
scritte su apposite targhette aventi colorazioni distinte a seconda del servizio svolto. Tutti i posti di lavoro dovranno
essere numerati in maniera univoca con riferimento al faceplate. L’etichettatura dovrà essere costituita da supporto
rigido fissato in modo sicuro. Filosofia analoga per la numerazione dei singoli cavi relativi al cablaggio orizzontale
caratterizzati da etichetta indelebile leggibile. Tutte le numerazioni dovranno comunque essere concordate con la D.L..
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – NORME TECNICHE
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SC
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
indice
Capitoli
pagine
GENERALITA’ ................................................................................................................................................................ 3
1.0 - OGGETTO DELL’OPERA.................................................................................................................................... 3
2.0 - PREMESSA SUI MATERIALI ............................................................................................................................. 3
3.0 - NORMATIVE VIGENTI........................................................................................................................................ 5
IMPIANTI FLUIDOMECCANICI ................................................................................................................................. 6
4.0 - IMPIANTO IDRICO E TERMICO ........................................................................................................................ 6
Apparecchiature a Corredo Impianto Termico .......................................................................................................... 6
4.1.1 - Vaso di Espansione per Impianti Termici .......................................................................................................................6
4.1.2 - Pressostato.......................................................................................................................................................................6
4.1.3 - Manometro ......................................................................................................................................................................6
4.1.4 - Termometri .....................................................................................................................................................................7
4.1.5 - Barilotto di Sfiato Aria ....................................................................................................................................................7
4.1.6 - Condizionante per Circuiti Tecnologici ..........................................................................................................................7
4.1.6.1 - Circuiti Chiusi di Riscaldamento .............................................................................................................................7
4.2 - Corpi Scaldanti e Complementi .......................................................................................................................... 8
4.2.1 - Radiatori in acciaio a colonne .........................................................................................................................................8
4.2.2 - Pannelli radianti a pavimento ..........................................................................................................................................8
4.3 - Gruppi Elettropompa........................................................................................................................................ 10
4.3.1 - Pompe di Circolazione ..................................................................................................................................................10
4.4 - Tubazioni e Giunzioni....................................................................................................................................... 10
4.4.1 - In acciaio nero non legato Fe 330 tipo senza saldatura a norma UNI 8863 ...................................................................10
In acciaio zincato a caldo non legato Fe 330 tipo senza saldatura UNI 8863 ...........................................................................10
4.4.2 - In polietilene ad alta densità tipo 312 UNI 7611-76 e 7615-76 .....................................................................................10
4.4.3 - In polietilene duro PE hd...............................................................................................................................................11
In multistrato metallo/plastico ..................................................................................................................................................12
4.5 - Staffaggi e Supporti per Tubazioni ................................................................................................................... 12
4.6 - Coibentazione Termica per Tubazioni.............................................................................................................. 13
4.6.1 - Rete Fredda ...................................................................................................................................................................13
4.6.2 - Rete calda ......................................................................................................................................................................13
4.6.3 - Rete di scarico ...............................................................................................................................................................14
4.7 - Verniciatura Antiruggine.................................................................................................................................. 14
4.8 - Valvole, Saracinesche, Filtri e Rubinetterie ..................................................................................................... 14
4.8.1 - Valvole di Intercettazione .............................................................................................................................................14
4.8.1.1 - Rubinetto di Scarico...............................................................................................................................................14
4.8.1.2 - Valvola di intercettazione a sfera ...........................................................................................................................14
4.8.1.3 - Valvola di intercettazione a sfera flangiata ............................................................................................................14
4.8.1.4 - Valvola a Farfalla...................................................................................................................................................14
4.8.1.5 - Valvola a Farfalla per basse temperature ...............................................................................................................16
4.8.2 - Valvole di Ritegno ........................................................................................................................................................16
4.8.2.1 - Valvola di Ritegno Filettata ...................................................................................................................................16
4.8.2.2 - Valvola di Ritegno Flangiata .................................................................................................................................16
4.8.3 - Filtri ..............................................................................................................................................................................17
4.8.3.1 - Filtro a Y filettato ..................................................................................................................................................17
4.8.3.2 - Filtro a Y flangiato .................................................................................................................................................17
4.8.4 - Giunti Antivibranti ........................................................................................................................................................17
4.8.4.1 - Giunto Antivibrante attacchi filettati .....................................................................................................................17
4.8.4.2 - Giunto Antivibrante attacchi flangiati ....................................................................................................................17
4.8.4.3 - Giunto Elastico ......................................................................................................................................................18
4.9 - Targhette Indicatrici e Colorazioni Distintive per Tubazioni .......................................................................... 19
4.10 - Verniciatura.................................................................................................................................................... 22
5.0 - APPARECCHIATURE DI TERMOREGOLAZIONE ......................................................................................... 23
5.1 - Apparecchiature di termoregolazione .............................................................................................................. 23
5.1.1 - Sonda di Temperatura ad Immersione ...........................................................................................................................23
5.1.2 - Sonda Esterna................................................................................................................................................................23
5.1.3 - Servocomando Rotativo con Ritorno a Molla ...............................................................................................................23
5.1.4 - Termostato Antigelo a Due Posizioni............................................................................................................................23
5.1.5 - Servocomando Rotativo senza Ritorno a Molla ............................................................................................................24
5.1.6 - Pressostato Differenziale per Aria .................................................................................................................................24
5.1.7 - Sonda di Temperatura da Canale...................................................................................................................................24
SPECIFICHE TECNICHE
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DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
5.1.8 - Valvola a 3 Vie .............................................................................................................................................................25
6.0 - IMPIANTO DI VENTILAZIONE ....................................................................................................................... 26
6.1 - Unità di Trattamento dell’Aria ......................................................................................................................... 26
6.1.1 - Caratteristiche Generali .................................................................................................................................................26
Sezioni Ventilanti di Mandata ed Estrazione ............................................................................................................ 26
Unità di trattamento aria da 350 o 500 m³/h .............................................................................................................................26
Unità di trattamento aria da 1000 m³/h .....................................................................................................................................26
Unità di trattamento aria da 2000 m³/h .....................................................................................................................................26
Unità di trattamento aria da 4500 m³/h .....................................................................................................................................26
Sezioni Filtranti ........................................................................................................................................................ 27
Unità di trattamento aria da 350 o 500 m³/h .............................................................................................................................27
Unità di trattamento aria da 1000-2000-4500 m³/h...................................................................................................................27
Sezione Recupero del calore ..................................................................................................................................... 27
Sezione di post-trattamento ...................................................................................................................................... 27
Batteria di post trattamento ad acqua ...................................................................................................................... 27
Diffusori e Bocchette di mandata ............................................................................................................................. 28
6.1.2 - Diffusori lineari .............................................................................................................................................................28
6.1.3 - Diffusore circolare ad alta induzione tipo “Spiraljet” ...................................................................................................28
6.2 - Griglie di ripresa .............................................................................................................................................. 28
6.2.1 - Griglia Afonica .............................................................................................................................................................28
6.2.2 - Griglia di Presa Aria Esterna .........................................................................................................................................28
6.3 - Canali dell’Aria ................................................................................................................................................ 29
6.3.1 - Forma Rettangolare, in Lamiera d’Acciaio Zincata ......................................................................................................29
6.3.2 - Forma Rettangolare, in Poliuretano Espanso.................................................................................................................29
6.3.3 - Forma Circolare ............................................................................................................................................................29
6.3.4 - Condotto flessibile ........................................................................................................................................................30
6.4 - Termometro per Aria ........................................................................................................................................ 30
6.5 - Targhette Indicatrici e Distintive ..................................................................................................................... 30
6.5.1 - per Canali dell’Aria .......................................................................................................................................................30
6.6 - Sospensioni, Supporti, Ancoraggi, Rinforzi, Pezzi Speciali per Canali d’Aria ................................................ 30
6.7 - Coibentazione termica per canali..................................................................................................................... 31
6.7.1 - Canali di mandata e di ripresa .......................................................................................................................................31
6.7.2 - Canali presa aria esterna correnti interni .......................................................................................................................31
7.0 - APPARECCHI SANITARI/RUBINETTERIE/DI SICUREZZA ......................................................................... 32
7.1 - Apparecchi sanitari di tipo tradizionale ........................................................................................................... 32
7.1.1 - Lavabi ...........................................................................................................................................................................32
7.1.1.1 - Lavabo a semicolonna ...........................................................................................................................................32
7.1.2 - Vasi ...............................................................................................................................................................................32
7.1.2.1 - Vaso Sospeso Monoblocco ....................................................................................................................................32
7.2 - Rubinetterie ...................................................................................................................................................... 33
7.2.1 - Miscelatore per lavabo ..................................................................................................................................................33
7.2.2 - Rubinetto di Arresto ......................................................................................................................................................33
7.2.3 - Idrantino di Lavaggio ....................................................................................................................................................33
7.3 - Apparecchi sanitari per disabili secondo “D.P.R. 503/96 - Legge 104/92 – DPR 384/78 – DM 236/89 ........ 33
7.3.1 - Lavabo con Appoggia Gomiti, Paraspruzzi ...................................................................................................................33
7.3.2 - Vaso Monoblocco in Porcellana....................................................................................................................................34
7.4 - Apparecchiature speciali per disabili secondo “Legge 104/92 – DPR 384/78 – DM 236/89 .......................... 34
7.4.1 - Impugnature, corrimano orizzontale, barre di sostegno verticale, specchio ribaltabile, ecc.. ........................................34
7.5 - Specifiche Realizzative dell’Impianto ............................................................................................................... 34
8.0 - ANTINCENDIO ................................................................................................................................................... 35
8.1 - Estintori ............................................................................................................................................................ 35
8.1.1 - Estintori a polvere .........................................................................................................................................................35
8.2 - Cartelli indicatori ............................................................................................................................................. 35
8.3 - Idranti interni ................................................................................................................................................... 35
9.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI FLUIDOMECCANICI ............................................................ 36
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 2
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DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
GENERALITA’
1.0 - OGGETTO DELL’OPERA
L'opera ha per oggetto la realizzazione di impianti fluidomeccanici nell’ambito delle opere di demolizione e
ricostruzione delle scuole elementari e materne di frazione Antagnod con riqualificazione dell'area circostante e
realizzazione di autorimessa interrata nel Comune di AYAS.
2.0 - PREMESSA SUI MATERIALI
I materiali che in genere occorreranno per la costruzione delle opere dovranno essere della miglior
qualità esistente in commercio ed essere accettati, previa campionatura, dalla Direzione Lavori. Di norma essi
proverranno da quelle località o fabbriche che l'Impresa Appaltatrice riterrà di sua convenienza, purché
preventivamente notificate e rispondenti ai requisiti prescritti dalle leggi, ad insindacabile giudizio della
Direzione Lavori, a norma con la certificazione di qualità della serie ISO 9000 / EN 29000 e rispondenti ai
requisiti qui di seguito riportati nella sezione di schede tecniche.
Tutti gli impianti dovranno essere eseguiti secondo gli schemi di progetto, nelle sezioni indicate e secondo le particolari
prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L. Nell'esecuzione degli impianti, posa delle tubazioni,
canalizzazioni, coibentazioni e apparecchiature, si richiede che sia particolarmente curata l'estetica dell'impianto, fatte
salve le esigenze funzionali e tecniche, ponendo particolare attenzione agli allineamenti delle tubazioni, alla loro
verticabilità, al corretto staffaggio. Per la realizzazione dovranno essere utilizzate attrezzature e mano d’opera
specializzate. La D.L. potrà far smontare e rifare tratti e/o parti di impianto che non rispondano ai requisiti di cui sopra.
Poiché la Ditta Appaltatrice dovrà assumersi integralmente la responsabilità funzionale degli impianti, dovrà verificare
con particolare attenzione le caratteristiche termofisiche nelle realizzazioni murarie.
L’impresa realizzatrice dovrà tenere conto delle Norme, Leggi, Decreti, ecc..., emanati e/o emanandi nel periodo che
intercorrerà tra il momento della consegna progetto alla Pubblica Amministrazione ed il collaudo impianti; in tale ottica
sarà perizia della D.L. provvedere alle necessarie modifiche di progetto per garantire la conformità e la sicurezza con
comunicazione al comando dei Vigili del Fuoco ed agli organi di controllo di competenza. In assenza di tali condizioni
non dovranno essere apportate modifiche agli schemi di progetto se non per specifica volontà della D.L. con supporto
documentale appropriato ed allegata richiesta di approvazione degli organi competenti. In tale situazione dovrà essere
redatto il certificato di non conformità, corredato della variante d’opera apportata, sottoscritto dalla D.L., dalla Ditta
realizzatrice e dall’Amministrazione competente.
Al termine dei lavori, in un tempo determinato dalla committenza in accordo con la D.L., ciascuna impresa dovrà
rilasciare al committente il certificato di installazione (conformità) dell’impianto di competenza completamente
compilato in ogni sua parte, comprese le tavole grafiche e le relazioni di calcolo, quindi controfirmato.
N.B.1: Sarà onere dell’Appaltatore provvedere alla restituzione cartacea e su supporto informatico della
realizzazione delle opere cantierabili corredate di tutte le certificazioni necessarie, riguardanti i collaudi
tecnici, le prove di primo impianto, in corso d’opera e finale, predisposte da tecnico abilitato (nominato dalla
stazione appaltante scelto all’interno di una terna proposta dall’Appaltatore in accordo con la D.LL.),
regolarmente iscritto ad un ordine professionale, nonché di relazioni di calcolo riguardanti le verifiche
tecniche pre e post realizzative. Tale documentazione dovrà essere restituita, in duplice copia e controfirmata
oltre che dal collaudatore anche dall’Appaltatore, dai subappaltatori e dai Direttori dei Lavori, prima della
consegna dello Stato Finale.
N.B.2: Tutte le opere qui riportate sono state valutate comprensive di assistenze murarie. Con tale affermazione si
intendono comprese tutte quelle opere edili di demolizione e ripristino, di piccola e media importanza, posa
di mensole e zanche di sostegno, il sollevamento ai piani dei diversi materiali la formazione di cassonetti
nelle murature per accogliere tubazioni, canali, ecc. secondo le disposizioni della D.L., nonché tutte le
attrezzature, la mano d’opera, i materiali ed ogni onere compreso, necessarie per consentire la posa specifica
e precipua degli impianti di cui all’oggetto; è stata fatta eccezione (e quindi computate a parte) per le opere
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 3
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
maggiori, valutate particolarmente invasive quali quelle di demolizione, taglio, ecc..., tali da essere riportate
nella sezione delle opere edili di competenza. Si intendono altresì escluse le opere di scavo e reinterro di tutte
le tubazioni esterne come pure le attività relative alla realizzazione delle brecce o dei tagli a sezione obbligata
in strutture armate di qualunque tipologia o di grande spessore.
N.B.3: Nel caso vengano riscontrate discordanze tra i vari documenti contrattuali sarà compito dell’Appaltatore
segnalarlo tempestivamente alla D.L. in modo da ricevere i dovuti chiarimenti in merito, in linea generale
comunque le interpretazioni andranno sempre intese in favore della committenza tanto che per il solo fatto di
partecipare alla gara di appalto, l'Appaltatore ammette di conoscere perfettamente:
a) le condizioni tutte del capitolato tecnico e le condizioni locali dei luoghi su cui dovrà eseguirsi l'impianto
e la natura, le condizioni della mano d'opera e dei materiali;
b) tutte le circostanze generali e particolari di tempo, di luogo e contrattuali ed ogni qualsiasi possibilità
contingente che possa influire sulla esecuzione dell'opera;
c) tutte le circostanze generali e particolari che possano avere influito sulla determinazione dei prezzi;
Qualora fossero rilevati manifesti errori o gravi omissioni del progetto esecutivo, ogni impresa concorrente è tenuta a
segnalare immediatamente al fine di ottenere da parte del Committente disposizioni in merito. Per tutte le indicazioni
che risultassero assenti dai documenti dell’appalto, l’impresa ha l’obbligo di chiedere istruzioni dettagliate, caso per
caso, alla Direzione Lavori. L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata
conoscenza di condizioni e la sopravvenienza di elementi non valutati e non considerati a meno che tali nuovi elementi
appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore (per le quali si rimanda all’apposita parte di capitolato
speciale). Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi
necessari per procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
L’impresa è inoltre tenuta a:
- trasmettere alla Direzione Lavori una copia completa dei manuali tecnici e di manutenzione a corredo
delle apparecchiature installate;
- predisporre un dettagliato manuale d’uso relativo agli interi impianti, appositamente redatto e
indipendente dai sopra citati manuali dei singoli componenti. Tale manuale d’uso dovrà risultare
facilmente consultabile e completo in tutte le sue parti; qualora la Committenza, attraverso la D.LL.,
giudicasse tale documento di difficile comprensione tecnica, l’Appaltatore dovrà procedere alla sua
revisione fintanto che il documento non verrà giudicato di agevole utilizzo.
Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi necessari per
procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
SPECIFICHE TECNICHE
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3.0 - NORMATIVE VIGENTI
I riferimenti alle Leggi, Decreti Ministeriali, Decreti Presidente della Repubblica e Norme di cui è oggetto l'appalto,
sono le seguenti:
Sicurezza sul lavoro
•
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro.
Prevenzione incendi
•
D.M. 16/02/1982 - Attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
•
D.M. 26/08/1992 – Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica
Impianti meccanici
•
D.M. 1/12/1975 – Progettazione di impianti termici
•
Decreto 22/01/08 n.37 “Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a)
della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
edifici”
•
Legge 10/1991 – Risparmio energetico
•
D.P.R. 412/93 – Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione
degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia
•
D.P.R. 551/99 – Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412,
in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del
contenimento dei consumi di energia.
•
Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia
•
Decreto legislativo 29 dicembre 2006 n. 311 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell’edilizia
•
LR n° 64 del 20.08.93 - Applicazione della L. 46/90 a livello di territorio regionale della Valle d’Aosta.
•
DM 18-12-1975 “Norme tecniche aggiornate relativa all’edilizia scolastica, ivi compresi gli
indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di
opere di edilizia scolastica”.
Norme UNI
•
Norme UNI di pertinenza
Norme CEI
•
Norme CEI di pertinenza
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 5
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
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B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
IMPIANTI FLUIDOMECCANICI
4.0 - IMPIANTO IDRICO E TERMICO
Apparecchiature a Corredo Impianto Termico
4.1.1 - Vaso di Espansione per Impianti Termici
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
costruzione
capacità [l]
pressione massima di esercizio [bar]
precarica [bar]
temperatura massima d’esercizio [°C]
omologazione
Completo di
specifiche
chiuso a membrana saldato, unificato per impianti di
riscaldamento
a norma del D.M. 1/12/1975
vedere elaborati grafici
4 bar ( fino a 50 litri ) – 6 bar ( fino a 600 litri )
1,5
99
Marchiati CE
Tubazione di espansione avente le prescrizioni indicate dal D. M.
1.12.1975
4.1.2 - Pressostato
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacco
omologazione
pressione di taratura [bar]
posizionamento
di sicurezza a ripristino manuale
¼” femmina
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore a monte
di qualsiasi organo di intercettazione
4.1.3 - Manometro
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
scala
conformità
scala di misurazione [bar]
indicatore di pressione radiale
graduata in bar
I.S.P.E.S.L.
0-4, 0-6, 0-10, 0-25
ACCESSORI
ƒ ricciolo in rame cromato di tipo industriale a molla
tubolare
ƒ cassa quadrante in lega leggera rifinita con verniciatura
antiacido nera
ƒ quadrante bianco con scala graduata in [Bar]
ƒ rubinetto a tre vie
SPECIFICHE TECNICHE
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4.1.4 - Termometri
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ conformità
ƒ gambo
ƒ diametro attacchi [“]
specifiche
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
sensibile in guaina rigida di ottone immerso in pozzetto
½
ACCESSORI
ƒ quadrante in lega leggera rifinito con verniciatura antiacido
nera
ƒ costruzione stagna
ƒ scala graduata in [°C]
ƒ completi di guaina
ƒ scala 0..120°C
4.1.5 - Barilotto di Sfiato Aria
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ materiale
ƒ PN
specifiche
valvola automatica di sfogo aria
ottone stampato
10
4.1.6 - Condizionante per Circuiti Tecnologici
4.1.6.1 - Circuiti Chiusi di Riscaldamento
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ pompa di caricamento
ƒ corredo
ƒ prodotto condizionante
specifiche
sistema di condizionamento idrico per il riempimento e reintegro
di impianti per circuiti di riscaldamento ambientale, per acque
aventi durezza inferiore ai 15°Fr, conforme alla norma UNI-CTI
8065 e 8884
ad azionamento manuale per la facile e diretta introduzione dei
prodotti protettivi negli impianti di riscaldamento ad acqua calda
a circuito chiuso
per la determinazione della concentrazione di prodotto
condizionante all'interno del circuito trattato
specifico in funzione del circuito idraulico trattato
ACCESSORI
ƒ prodotto condizionante
ƒ dosaggio
Composizione bilanciata di inibitori di corrosione antincrostanti e
disincrostanti a base inorganica cationici e anionici adatta per
tutti i metalli tradizionalmente impiegati per la realizzazione degli
impianti di riscaldamento e loro circuiti compreso l'alluminio ed i
materiali sintetici, per la triplice protezione degli impianti di
riscaldamento: protezione dalle incrostazioni e graduale
risanamento degli impianti già incrostati e soggetti a fenomeni di
corrosione.
Il prodotto esplica la sua azione sia in impianti fermi come in
impianti in funzione
1 kg di prodotto ogni 200 l di acqua contenuti nell'impianto,
immissione mediante apposita pompa manuale o sistema di
dosaggio centralizzato
SPECIFICHE TECNICHE
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4.2 - Corpi Scaldanti e Complementi
4.2.1 - Radiatori in acciaio a colonne
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Rendimento
salto termico
temperatura di mandata [°C]
quote distanziali [mm]
valutato secondo UNI 6514 con ∆Tm di 40 °C
di 10 °C
65
Dal muro: 25
Dal pavimento: 100
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Mensole
Tappi
Riduzioni
valvola termosifone termostatica antimanomissione
valvolina di sfogo dell’aria
detentore cromato
comando termostatico per valvole radiatori termostatiche,
sensore incorporato con elemento sensibile a liquido, scala
graduata per la regolazione da 0 a 5 corrispondente ad un
campo di temperatura da 0 a 30 °C, con adattatore
verniciatura antiruggine
finitura in smalto
piastrina coprimuro in ABS di colore bianco
ACCESSORI
ƒ
ƒ
ƒ
4.2.2 - Pannelli radianti a pavimento
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Tipologia di pannelli
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Sistema di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento così composto:
- PANNELLO:
Pannello in polisterene espanso ed elasticizzato adatto all'isolamento termico e
all'isolamento acustico (in particolare rumori da calpestio), rivestito superficialmente
con film plastico dello spessore di 0.4 mm. per protezione all'umidità e per maggiore
resistenza alla deformazione. Conducibilità termica 0.038 W/(m*K) EN 12939, spessore
isolante 30 mm., spessore totale 58 mm., spessore totale equivalente 38.2 mm., resistenza
termica secondo EN 1264 1.00 (mq*K)/W, densità 23 Kg/mc secondo UNI EN 1602,
attenuazione del livello sonoro da calpestio 26 dB secondo UNI EN 12354-2. Dotato di
incastri sui quattro lati per un ottimale accoppiamento, superficie superiore sagomata
con rialzi di 27 mm. per l'alloggiamento dei tubi in polietilene reticolato Ø17 mm. ad
interassi multipli di 8,3 cm. Conformazione della parte inferiore con funzione
fonoassorbente che permette adattabilità ai sottofondi.
- TUBO IN PE-XC 17MM
12 m di tubo (pari alla quantità di tubo necessaria per un passo del tubo di 8 cm)
Tubo in polietilene ad alta densità reticolato nella sua massa per via elettrofisica, con
barriera antiossigeno, prodotto in conformità alle normative DIN EN 15875 e DIN 4726,
garanzia di reticolazione omogenea e permanentemente stabile senza rischio di
discontinuità per il mantenimento delle caratteristiche nel tempo. Diametro 17 mm,
spessore 2 mm.
- COLLETTORE PREASSEMBLATO
Collettori in ottone per la distribuzione dei tubi nei locali, provvisti di misuratori di
portata e di temperatura autopulenti per singolo circuito, raccordi iniziali con pozzetti e
termometri andata e ritorno [0-60°C]; completi di valvole di intercettazione [predisposte
per la testina elettrotermica], detentori micrometrici con individuazione dei locali,
gruppi di sfiato e scarico impianto a sfera con portagomma e tappi, staffe disassate con
gommini antivibranti per inserimento in armadietto o fissaggio a muro, raccordi per il
tubo in polietilene 20-16
-ARMADIETTO PER COLLETTORI (CON SERRATURA)
Costruzione in acciaio zincato, spessore 8 cm., piedini registrabili, altezza cm. 72:78
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ƒ Passo di installazione
dotato di: rete sullo schienale, falsi fori per entrate laterali, guide per coppia staffe
disassate, coperchio di protezione per intonaci, controtelaio e portina metallica bianca
verniciata a polveri con serratura e chiave di sicurezza.
-CORNICE PERIMETRALE
Con funzione di assorbimento delle dilatazioni del pavimento ed isolamento
termoacustico delle pareti. Realizzata in polietilene espanso a struttura cellulare al
100% chiusa, dotata di banda autoadesiva su un lato e di foglio in polietilene accoppiato
per evitare infiltrazioni di malta tra cornice e pannello. Spessore 5 mm., altezza 150 mm.
-CURVE DI SOSTEGNO
In materiale plastico, con funzione di sostenere verticalmente i tubi in prossimità dei
collettori e proteggerli da eventuali urti.
-CLIPS AD UNCINO
In materiale plastico, per fissare il tubo sul pannello COVER.
- ADDITIVO TERMOFLUIDIFICANTE
Additivo termofluidificante per CLS riduttore d'acqua, conferisce maggiore lavorabilità
e compattezza all'impasto del massetto migliorandone le caratteristiche meccaniche e la
conducibilità termica. Prodotto in conformità alle norme UNI EN 934-2/2002. Dosaggio
3 lt/mc.
- TESTINE ELETTROTERMICHE CON MICRO
Testina elettrotermica per comando del singolo circuito tramite termostato ambiente,
dotata di micro di fine corsa. Funzionamento 230V e 24V.
-CLIPS DI FISSAGGIO
In materiale plastico, per fissare il tubo sul pannello base e per il bloccaggio della rete
elettrosaldata antiritiro.
- ADDITIVO
Additivo per impianti di riscaldamento. Trattamento preventivo contro incrostazioni
delle parti metalliche, applicabile anche in impianti con componenti in alluminio.
Elimina i problemi di circolazione dovuti alla presenza di scaglie, fanghi e residui di
lavorazione. Controlla la crescita microbiologica. Adatto a tutti gli impianti. Dosaggio al
2% sull'acqua dell'impianto.
- RETE ANTIRITIRO IN FOGLI
Rete in acciaio zincato con funzione antiritiro e rinforzo del massetto. Realizzata con filo
Ø 2 mm.e maglia 75x75 mm.
Indicato sugli elaborati grafici
SPECIFICHE TECNICHE
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4.3 - Gruppi Elettropompa
4.3.1 - Pompe di Circolazione
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
corpo
testata
albero
parte terminale dell’albero
girante
tenuta meccanica
giunto
installazione
montaggio con motore verso il basso
funzionamento motore
a spirale in ghisa o bronzo con bocche in linea
dotata di anello di tenuta sostituibile in acciaio inox/teflon
cilindrico in acciaio inox
foro per passaggio spina di fissaggio
in acciaio inox DIN W. N°1.4301
Widia/carbonio
in due parti rigide di ghisa o metallo sinterizzato
su tubazioni verticali o orizzontali
VIETATO
con possibilità di variare la velocità tramite selettore 3
velocità
ACCESSORI
ƒ per i circolatori in esecuzione gemellare, kit di due moduli
relè e cavo di collegamento per protezione, comunicazione
ed alternanza
ƒ per i circolatori convoglianti acqua refrigerata,
coibentazione realizzata in gomma sintetica con finitura il
lamierino di alluminio di spessore pari a 6/10 di mm
4.4 - Tubazioni e Giunzioni
4.4.1 - In acciaio nero non legato Fe 330 tipo senza saldatura a norma UNI 8863
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro DN [mm]
ƒ curve
ƒ giunzioni
Specifiche
- fino a DN 50 UNI 8863;
- oltre DN 50 UNI 7287-86
stampate in acciaio
saldate con saldatura elettrica o ossiacetilenica
In acciaio zincato a caldo non legato Fe 330 tipo senza saldatura UNI 8863
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro DN [mm]
ƒ curve
ƒ giunzioni
specifiche
fino e oltre 50
in ghisa malleabile
vite manicotto
4.4.2 - In polietilene ad alta densità tipo 312 UNI 7611-76 e 7615-76
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
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ƒ diametro DN [mm]
ƒ curve e giunzioni
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
peso specifico [Kg/dm3]
resistenza a trazione limite di snervamento [Kg/cm2]
allungamento alla rottura [%]
allungamento allo snervamento
durezza Shore D
coefficiente di dilatazione termica lineare [mm/m°C]
conducibilità termica [kcal/hm°C]
classe
vedansi elaborati grafici di progetto
saldabili di testa con fattore > 0,9
con raccordi plasson
0,95
240
800
16
63
0.20
0,37
PN 16
4.4.3 - In polietilene duro PE hd
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
diametro DN [mm]
curve e giunzioni
peso specifico [Kg/dm3]
resistenza a trazione limite di snervamento [Kg/cm2]
allungamento alla rottura [%]
allungamento allo snervamento
durezza Shore D
coefficiente di dilatazione termica lineare [mm/m°C]
modulo di elasticità [Kg/cm2]
conducibilità termica [Kcal/hm°C]
vedansi elaborati grafici di progetto
saldabili di testa con saldatrice a specchio
0,95
220 a norma DIN 53455
> 800
15
60
0.17
9000
0,43
SPECIFICHE TECNICHE
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In multistrato metallo/plastico
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro DN [mm]
ƒ curve e raccorderia
ƒ giunzioni
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ruvidità superficie interna tubo [µ]
coefficiente di dilatazione termica lineare [mm/m°C]
conduttività termica [W/m°K]
temperatura di esercizio con acqua [°C]
temperatura di punta di breve durata [°C]
pressione di esercizio consentita [bar]
specifiche
vedansi elaborati grafici di progetto
in ottone
a pressione radiale, composte oltre che da raccordo in ottone e
tubazione da raccordare, da rondella in PE-LD per evitare la
corrosione dall’elettrolisi e da O-Ring in EPDM
7
0,026
0.43
0...70
95
10
4.5 - Staffaggi e Supporti per Tubazioni
I supporti dovranno altresì essere previsti in prossimità di valvole, cambi di direzione o in tutte le altre
soluzioni tecnologiche che potrebbero dare luogo a flessioni.
Nell’installazione dei compensatori di dilatazione i supporti dovranno essere realizzati secondo le
raccomandazioni del costruttore.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
materiale
fissaggio con saldatura
distanziatori
punti fissi
appoggi
prefabbricato in serie oppure costruiti in cantiere
profilati di acciaio zincato
VIETATO
a T oppure a sella
realizzati con profilati in ferro saldati
supporti a rullo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
DN 15 - 32
DN 40 - 80
DN 110 - 150
oltre DN 150
DISPOSIZIONE INTERASSI
SPECIFICHE TECNICHE
2,5 m
3,0 m
4,5 m
5,5 m
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4.6 - Coibentazione Termica per Tubazioni
4.6.1 - Rete Fredda
Tutte le tubazioni convoglianti acqua refrigerata ed acqua sanitaria nonché il valvolame dovranno essere
coibentate con isolante tubolare in gomma sintetica a cellule chiuse avente caratteristiche qui di seguito riportate.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ campo di applicazione
ƒ tipo
ƒ conduttività termica utile a tm 0 °C
ƒ fattore di controllo della diffusione del vapore µ
ƒ classe di reazione al fuoco
ƒ Marchio
ƒ temperatura d'impiego
ƒ posa in opera
ƒ finitura con lamierino in alluminio
specifiche
- spessore del coibente pari al 100% del diametro esterno del
tubo in tutti i tratti correnti all’esterno;
- spessore del coibente pari al 50% del diametro esterno del tubo
per le tubazioni di distribuzione all’interno dei locali tecnologici
e pe rle dorsali distributive principali ;
- spessore del coibente pari 6 mm per le tubazioni dell’impianto
idrico
isolante altamente flessibile in gomma sintetica espansa a celle
chiuse
</= 0,036 W/mK
≥ 7000 (secondo DIN 52615)
1 con omologazione da parte del Ministero dell’Interno (in
conformità a UNI 8457 e UNI 9174)
di conformità e/o dichiarazione di conformità (D.M. 26/06/84,
art. 2.6-2.7)
da -200 °C a +105 °C (per lastre +85 °C)
per infilaggio; dove ciò non fosse materialmente possibile
attraverso taglio longitudinale, con successivo ripristino
mediante adesivo prescritto dal produttore, nei punti di
giunzione di testa incollare ogni terminale di isolante sulla
tubazione stessa ed incollare fra di loro le parti terminali
dell'isolante utilizzando sempre collante prescritto dal
produttore
in centrale frigorifera e nei tratti a vista
4.6.2 - Rete calda
Tutte le tubazioni convoglianti acqua calda dovranno essere coibentate con isolante in coppelle per tubazioni
avente forma cilindrica e di caratteristiche qui di seguito riportate.
Le dorsali di distribuzione del vapore dovranno essere coibentate secondo quanto precedentemente descritto
per la rete dell’acqua calda tecnologica.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ campo di applicazione secondo la legge 10
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
materiale
disposizione delle fibre
trattamento
norma di riferimento
classe di comportamento al fuoco
conducibilità termica lineare λ [W/(m°K)]
finitura con lamierino in alluminio
finitura con pellicola
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
- spessore del coibente pari al 100% del diametro esterno del
tubo nei locali tecnologici, cantine, garages, tubazioni esterne,
cunicoli esterni;
- spessore del coibente pari al 50% del diametro esterno del tubo
nelle pareti perimetrali;
- spessore del coibente pari al 30% del diametro esterno del tubo
nella sottotraccia tra piani riscaldati e pareti non comunicanti
con l’esterno;
lana di vetro con fibre di vetro
concentrica
con speciale legante a base di resine termoindurenti
DIN 52613
0 secondo procedura ISO DIN 1182.2
in funzione dei diametri, mediamente 0,042
in centrale termica e nei tratti esterni
isogenopak
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4.6.3 - Rete di scarico
Tutte le tubazioni convoglianti acqua destinata alla rete di scarico, realizzata in polietilene duro, potranno
essere ulteriormente coibentate con fogli aventi caratteristiche qui di seguito riportate
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
materiale
lamina in piombo
foglio in polietilene
foglio in schiuma sintetica
spessore 1 mm
di tipo espanso a cellule chiuse
4.7 - Verniciatura Antiruggine
Le tubazioni, gli staffaggi e la carpenteria non zincata dovranno essere protette da due mani di antiruggine.
Il primo strato di vernice dovrà essere rosso, mentre il secondo strato (a vista) dovrà essere grigio.
Gli staffaggi e tubazioni non coibentate dovranno essere verniciati a due mani a finire con i colori distintivi.
Gli staffaggi realizzati in cantiere dovranno essere verniciati in azzurro chiaro
4.8 - Valvole, Saracinesche, Filtri e Rubinetterie
Generalmente previsti per una pressione nominale pari ad una volta e mezzo la pressione di esercizio.
4.8.1 - Valvole di Intercettazione
4.8.1.1 - Rubinetto di Scarico
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ attacco
ƒ dotazione
specifiche
rubinetto di scarico in materiale metallico
filettato ½”
tappo, attacco porta gomma e guarnizione
4.8.1.2 - Valvola di intercettazione a sfera
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
sfera
guarnizioni
a sfera
filettati
in ottone cromato duro
16
in acciaio cromato
in P.T.F.E.
4.8.1.3 - Valvola di intercettazione a sfera flangiata
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
sede e sfera
otturatore
a sfera
flangiati
in ghisa
16
in acciaio inox
in ghisa rivestito di gommatura
4.8.1.4 - Valvola a Farfalla
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
farfalla
a farfalla
flangiati
in ghisa
16
in cupro-alluminio
SPECIFICHE TECNICHE
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4.8.1.5 - Valvola a Farfalla per basse temperature
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
attacchi
PN
temperatura di funzionamento
ingombro
parzializzazione
corpo e disco
asta superiore ed inferiore
manicotto
bussola
O-ring
vite
tappo
bussola
specifiche
a farfalla idonea per l'installazione su impianti
condizionamento e refrigerazione (acqua refrigerata)
flangiati
10
da - 20 °C a + 120 °C
minimo
del flusso
in ghisa G25
in acciaio inox AISI 420
in E.P.D.M.
in bronzo
NBR
TCEI DIN 916
acciaio zincato
bronzo
di
4.8.2 - Valvole di Ritegno
4.8.2.1 - Valvola di Ritegno Filettata
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
corpo
PN
valvola
molla
attacchi
in ottone
16
Rilsan
in acciaio inossidabile
filettati
4.8.2.2 - Valvola di Ritegno Flangiata
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
corpo
PN
valvola
molla
attacchi
in ottone
16
Rilsan
in acciaio inossidabile
flangiati
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4.8.3 - Filtri
4.8.3.1 - Filtro a Y filettato
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
retina filtrante
pressione di esercizio [bar]
aY
filettati
in bronzo
intercambiabile in acciaio inox, sezione 0,65 mm²
16
4.8.3.2 - Filtro a Y flangiato
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
retina filtrante
sezione maglia [mm²]
aY
flangiati
in ghisa
in acciaio inox,
da DN 50 a DN 65 ==> 0,2
da DN 80 a DN 125 ==> 0,8
da DN 150 a DN 250 ==>2
16
con controflange UNI 2278
ƒ pressione di esercizio [bar]
ƒ accoppiamento
4.8.4 - Giunti Antivibranti
4.8.4.1 - Giunto Antivibrante attacchi filettati
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ attacchi
ƒ materiale
ƒ bocchettoni
specifiche
giunto antivibrante per impianti di pompaggio e di distribuzione
di acqua
filettati
policloroprene
in ghisa galvanizzati
4.8.4.2 - Giunto Antivibrante attacchi flangiati
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
attacchi
flange
materiale
PN
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
giunto antivibrante per impianti di pompaggio e di distribuzione
di acqua (anche potabile)
flangiati
in acciaio galvanizzato
policloroprene
16 fino al DN 150, 10 oltre il DN 200 compreso
pagina n° 17
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DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
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B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
4.8.4.3 - Giunto Elastico
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ applicazioni
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
funzione
corpo
bulloni ed anima
attacchi
PN
temperatura
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
giunto elastico per impianti idrici, di condizionamento e di
riscaldamento
industriali ed agricole ed impianti di pompaggio, adatto anche
per acqua salata ed acidi leggeri
antivibrante e di assorbimento del rumore
in E.P.D.M.
in acciaio
flangiati DIN 2501
10
da - 10 °C a +100 °C
pagina n° 18
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4.9 - Targhette Indicatrici e Colorazioni Distintive per Tubazioni
Una volta completata la coibentazione di tutte le tubazioni è necessario procedere ad un’accurata operazione di finitura
che prevede:
l’applicazione di targhette indicatrici sulle tubazioni, sulle apparecchiature e sulle valvole; queste dovranno
essere posizione in ragione di almeno una ogni 6 metri di linea in vista, realizzate in lastra di alluminio
con lettere incise e dovranno essere avvitate o saldate alle tubazioni; dovranno essere accuratamente
indicate le posizioni che dovranno assumere le valvole, gli interruttori, i selettori, ecc...., nella stagione
estiva ed in quella invernale; tali targhette dovranno inoltre consentire una chiara interpretazione del
funzionamento e guidare le manovre di gestione anche da parte di personale non esperto;
l’applicazione di fasce colorate per il riconoscimento del fluido convogliato;
l’applicazione di frecce indicanti la direzione del flusso.
Sulle tubazioni in vista non coibentate è richiesta una verniciatura avente le suddette colorazioni.
Frecce direzionali per l’identificazione del flusso saranno applicate su tutte le tubazioni nei tratti sopraindicati.
Uno o più pannelli riportante i colori con l’indicazione dei corrispondenti fluidi dovrà essere installato nelle centrali
tecnologiche.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ posizionamento
ƒ fissaggio
specifiche
almeno ogni 6 metri di linea in vista
avvitate o saldate alle tubazioni
Con riferimento alla norma UNI 5634-65P (colori distintivi delle tubazioni convoglianti fluidi liquidi o gassosi), la
tabella di seguito riportata fornisce sinteticamente i colori distintivi per diversi fluidi.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 19
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COLORI
COLORI
BASE
Verde
Acqua
Grigio
Vapore ed acqua surriscaldata
Marrone
Oli minerali, oli vegetali, oli animali e combustibili
liquidi
Giallo ocra
Gas allo stato gassoso o liquefatti escluso l’aria
Violetto
Acidi e alcali
Azzurro chiaro
Aria
Nero
Altri liquidi
Rossi
Estinzione incendi
Giallo
Con bande nere oblique per pericolo
Azzurro
Assieme al colore di base verde, per
contraddistinguere le tubazioni convoglianti acqua
dolce, sia essa potabile o no
DI SICUREZZA
Di seguito sono riportati i colori distintivi per tubazioni convoglianti fluidi diversi secondo le norme ISO.
1) Acqua – colore base: verde
potabile
verde uniforme
non potabile e di spurgo
verde con barre nere
per riscaldamento
verde con barre gialle
per raffreddamento
verde con barre bianche
calda per lavorazione
verde con barre arancio
distillata (o condensata)
verde con barre azzurre
2) Aria – colore base: azzurro
condizionamento
azzurro uniforme
per trasporti o comandi
azzurro con barre gialle
compressa
azzurro con barre rosse
sotto vuoto
azzurro con barre bianche
di raffreddamento
azzurro con barre verdi
di scarico
azzurro con barre nere
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 20
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3) Vapore – colore base: rosso
bassa pressione
rosso uniforme
alta pressione
rosso con barre gialle
surriscaldato
rosso con barre bianche
per riscaldamento
rosso con barre verdi
sotto vuoto
rosso con barre azzurre
di scarico
rosso con barre nere
4) Gas – colore base: giallo
di città
giallo uniforme
acetilene
giallo con barre arancio
idrogeno
giallo con barre rosse
ossigeno
giallo con barre bianche
azoto
giallo con barre verdi
metano
giallo con barre marroni
di scarico
giallo con barre nere
5) Acidi e basi – colore base: viola
solforico
viola con barre rosse
cloridrico
viola con barre arancione
nitrico
viola con barre bianche
soda caustica
viola con barre gialle
ammoniaca
viola con barre azzurre
di scarico
viola con barre nere
6) Oli – colore base: marrone
lubrificazione
marrone con barre viola
comandi oleodinamici
marrone con barre gialle
emulsionanti
marrone con barre verdi
nafta
marrone con barre arancio
minerali, esplosivi
marrone con barre rosse
di scarico
marrone con barre nere
SPECIFICHE TECNICHE
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4.10 - Verniciatura
Caratteristiche tecniche e costruttive
tubazioni, staffaggi e carpenteria non zincata
due mani di antiruggine
prima mano rossa
seconda mano grigia
staffaggi e tubazioni non coibentate
due mani a finire con i colori distintivi
staffaggi realizzati in cantiere
colorazione in azzurro chiaro
SPECIFICHE TECNICHE
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5.0 - APPARECCHIATURE DI TERMOREGOLAZIONE
5.1 - Apparecchiature di termoregolazione
5.1.1 - Sonda di Temperatura ad Immersione
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
campo d’impiego [°C]
elemento sensibile
costante di tempo [s]
collegamento
pressione nominale
lunghezza della guaina
grado di protezione
-30...130
T1
20
2 fili
PN 10
6,5 x 107 mm
IP 42
ACCESSORI
ƒ guaina in ottone
5.1.2 - Sonda Esterna
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
campo d’impiego [°C]
elemento sensibile
costante di tempo
collegamento
grado di protezione
-35...50
T1
< 10 min.
2 fili
IP 43
5.1.3 - Servocomando Rotativo con Ritorno a Molla
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ utilizzo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
indicatore
stop
campo di lavoro
sgancio
custodia
cavo di connessione
coppia nominale [Nm]
sezione serrande [m2]
rotazione angolare
tempo di corsa 90°
ƒ grado di protezione
specifiche
per guida dello stelo auto centrante ø 8...25 mm, sede di passaggio
6...18 mm
di posizione
meccanico
regolabile fra 0 e 90 °C
manuale, tramite apposito tasto
in alluminio pressofuso
di lunghezza pari a 0,9 m
16
fino a 3
90°
apertura motorizzata: 90 s;
ritorno a molla: 15 s
IP 54
5.1.4 - Termostato Antigelo a Due Posizioni
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ tipo
ƒ utilizzo
ƒ uscita
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
termostato antigelo a capillare, lunghezza del capillare 3000 o
6000 mm
supervisione della temperatura lato aria su batterie di
riscaldamento in impianti di ventilazione e condizionamento come
protezione antigelo
contatto pulito, SPDT
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ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
portata dei contatti
grado di protezione
scala di regolazione [°C ]
differenziale di temperatura [K]
lunghezza del capillare attivo
fluido
montaggio
250 V AC 10 (2) A
IP 65
-5...15
+/- 2
circa 0,3 m
aria
libero
ACCESSORI
ƒ supporto per il fissaggio del capillare
5.1.5 - Servocomando Rotativo senza Ritorno a Molla
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ utilizzo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
indicatore
stop
campo di lavoro
segnale di posizionamento
sgancio
base
custodia
cavo di connessione
coppia nominale [Nm]
sezione serrande [m2]
rotazione angolare
tempo di corsa 90°
grado di protezione
specifiche
per guida dello stelo auto centrante ø 8...16 mm, sede di passaggio
6...12,7 mm
di posizione
meccanico
regolabile fra 0 e 90 °C
3 punti o modulante 0...1 0V
manuale, tramite apposito tasto
in acciaio
in plastica
di lunghezza pari a 0,9 m
5
max 0,8
90°
150 s
IP 54
5.1.6 - Pressostato Differenziale per Aria
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
tipo
portata del contatto
pressione di funzionamento [mbar]
coperchio
custodia
montaggio
grado di protezione
per aria, utilizzato per il monitoraggio dei filtri o della portata
250 V AC
50 max
in ABS + policarbonato
in fibra di vetro rinforzato
verticale con connessioni verso il basso
IP 54
ACCESSORI
ƒ 2 tubi in PVC della lunghezza di 2 m, forniti di serie
5.1.7 - Sonda di Temperatura da Canale
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
Tipo
Campo d’impiego [°C]
Elemento sensibile
Costante di tempo
Collegamento
Guaina
Dimensioni (LxHxP) [mm]
grado di protezione
Lunghezza di immersione [mm]
sonda di temperatura da canale dell’aria
-20...+80
T1
< 30 s
2 fili
ad immersione in lega VO alluminio/ABS
71x71x54
IP 43
120
SPECIFICHE TECNICHE
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5.1.8 - Valvola a 3 Vie
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
tipo
attacchi
utilizzo
fluido
corsa [mm]
pressione di esercizio [kPa]
trafilamento
trafilamento del by-pass
temperatura del fluido [°C]
caratteristica
corpo valvola
sede ed otturatore
valvola a 3 vie con corsa lineare ottimizzata per basse regolazioni
filettati a norma ISO228/1
per il controllo di unità terminali e soffitti raffreddati
acqua calda e refrigerata
2,5
175
max 0,5% del valore del Kvs
via 1->2 max 2% del valore del Kvs
2...120 °C
lineare
bronzo RG5
acciaio/ottone CrNi
Saranno da intendersi compresi nella realizzazione dell’impianto di termoregolazione le prestazioni di
programmazione, supervisione all’installazione elettrica, messa in servizio e fornitura dei manuali operativi
comprendenti: studio e determinazione delle morsettiere dei quadri elettrici e contenimento dei relativi moduli; fornitura
degli elaborati prodotti e documentazione delle apparecchiature fornite; visite di controllo da parte di un Tecnico
Specializzato della casa costruttrice durante la fase di installazione e collegamento delle apparecchiature costituenti il
sistema; verifica del buon funzionamento e della rispondenza dei collegamenti delle morsettiere dei moduli; messa in
servizio delle apparecchiature. Dovrà essere effettuato un corso di istruzione del personale da svolgersi in loco nelle fasi
finali dell’avviamento e comprendente: visione generale del sistema, set di istruzioni, programmi di utilità, analisi e
familiarizzazione con la configurazione specifica del sistema in atto, programmi applicativi ed addestramento all’uso.
SPECIFICHE TECNICHE
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6.0 - IMPIANTO DI VENTILAZIONE
6.1 - Unità di Trattamento dell’Aria
6.1.1 - Caratteristiche Generali
Unità di di recupero del calore prefabbricate costituite da sezioni ventilanti, sezioni filtranti e sezione di trattamento.
Pannellatura in acciaio su isolante in lana di roccia per le macchine da 350 e 500 m³/h o in materiale poliuretanico per le
unità da 1000-2000-4500 m³/h.
Sezioni Ventilanti di Mandata ed Estrazione
Unità di trattamento aria da 350 o 500 m³/h
parametri
ƒ tipo ventilatore
ƒ portata [m3/h]
specifiche
mandata
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
ripresa
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
MOTORE ELETTRICO
ƒ potenza elettrica installata/assorbita [kW]
ƒ Alimentazione elettrica – V/ph/Hz
ƒ Grado di protezione IP
0.17 / 0.35
230/1/50-60
44
0.17 / 0.35
230/1/50-60
44
Unità di trattamento aria da 1000 m³/h
parametri
ƒ tipo ventilatore
ƒ portata [m3/h]
specifiche
mandata
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
ripresa
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
MOTORE ELETTRICO
ƒ potenza elettrica installata/assorbita [kW]
ƒ Alimentazione elettrica – V/ph/Hz
ƒ Grado di protezione IP
0.3
230/1/50
55
0.3
230/1/50
55
Unità di trattamento aria da 2000 m³/h
parametri
ƒ tipo ventilatore
ƒ portata [m3/h]
specifiche
mandata
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
ripresa
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
MOTORE ELETTRICO
ƒ potenza elettrica installata/assorbita [kW]
ƒ Alimentazione elettrica – V/ph/Hz
ƒ Grado di protezione IP
0.55
230/1/50
55
0.55
230/1/50
55
Unità di trattamento aria da 4500 m³/h
parametri
ƒ tipo ventilatore
ƒ portata [m3/h]
specifiche
mandata
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
ripresa
Radiale a pale rovesce
vedasi elaborati grafici
MOTORE ELETTRICO
ƒ potenza elettrica installata/assorbita [kW]
ƒ Alimentazione elettrica – V/ph/Hz
ƒ Grado di protezione IP
SPECIFICHE TECNICHE
1.5
400/3/50
55
1.5
400/3/50
55
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Sezioni Filtranti
Unità di trattamento aria da 350 o 500 m³/h
Sezioni filtranti posizionati sulla presa aria esterna e sull’estrazione dell’aria ambiente.
composizione
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
setto filtrante
telaio di supporto
Rete di protezione
Classe di efficienza
specifiche
Materiale sintetico classe F1
acciaio zincato
Filo in acciaio zincato elettrosaldato
G4
Unità di trattamento aria da 1000-2000-4500 m³/h
Sezione filtranti posizionata sulla presa aria esterna.
composizione
ƒ setto filtrante
ƒ telaio di supporto
ƒ Classe di efficienza
specifiche
Polipropilene a bassa perdita di carico
acciaio zincato
F7
Sezione filtrante posizionata sull’estrazione dell’aria ambiente.
composizione
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
setto filtrante
telaio di supporto
Rete di protezione
Classe di efficienza
specifiche
Materiale sintetico classe F1
acciaio zincato
Filo in acciaio zincato elettrosaldato
G4
Sezione Recupero del calore
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ tipo
ƒ materiale
ƒ Efficienza nel recupero del calore
A flussi incrociati in controcorrente
in polipropilene
Oltre il 90%
Sezione di post-trattamento
Batteria di post trattamento ad acqua
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ costruzione
ƒ Tipologia batteria
ƒ Potenza erogata
Corpo in lamiera di acciaio zincato
Batteria ad acqua calda con alette in alluminio
vedasi elaborati grafici
SPECIFICHE TECNICHE
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Diffusori e Bocchette di mandata
6.1.2 - Diffusori lineari
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Tipo
specifiche
DIFFUSORE LINEARE Tratto 1m
Diffusore lineare a feritoie, adatto per l'installazione a soffitto.
Diffusore in alluminio estruso anodizzato naturale; deflettori in
alluminio.
6.1.3 - Diffusore circolare ad alta induzione tipo “Spiraljet”
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
dimensioni
utilizzo
materiale
fissaggio
specifiche
DIFFUSORE AD ALTA INDUZIONE TIPO SPIRALJET D25
Diffusore ad alta induzione caratterizzato come segue:
- n°16 ugelli al metro lineare di canale
- velocità aria ideale per diametro 400 mm (3,5-4 m/s)
- forato per il montaggio di ugelli di lancio in gomma siliconica
nera con sezione di passaggio aria dn. 25 mm., ad inclinazione
fissa ruotabile a 360° rispetto al piano del canale.
- Possibilità di otturare parte dei fori con tappi in gomma
siliconica nera in modo da ridurre il numero degli ugelli e di
conseguenza le portate.
- Portata nominale ugelli da 10 a 20 mc/h cad.
- Possibilità di utilizzare il diffusore anche in ripresa montando gli
ugelli rivolti verso l'interno del canale inclinati nella direzione del
fluido.
COMPRESA:
verniciatura in officina con colorazioni RAL a discrezione
della D.L., un campione di ogni tipo di canale dovrà essere
fornito in cantiere per la sua accettazione da parte della
direzione lavori. (Il colore secondo le tabelle RAL selesionao è
indicato sugli elaborati grafici esecutivi.
Condotto circolare di varie dimensioni in funzione della portata
Mandata e ripresa
Acciaio zincato
Con staff aggio a soffitto
6.2 - Griglie di ripresa
6.2.1 - Griglia Afonica
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
alette
profondità della cassa [mm]
rete
griglia afonica in acciaio zincato
rivestite nella parte anteriore con materiale fono assorbente
305
antitopo per evitare l'ingresso di corpi estranei
ACCESSORI
ƒ canotto di collegamento in lamiera d’acciaio zincato
6.2.2 - Griglia di Presa Aria Esterna
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
inclinazione delle alette
passo [mm[
fissaggio
rete
ad alette in acciaio zincato fisse
45°
75
mediante controtelaio
antitopo maglia 12 x 12 mm
SPECIFICHE TECNICHE
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6.3 - Canali dell’Aria
6.3.1 - Forma Rettangolare, in Lamiera d’Acciaio Zincata
I canali dell'aria dovranno essere eseguiti in lamiera zincata (sistema Sendzimir) secondo le norme ASHRAESMACNA, con giunzioni ad innesto semplice, aggraffatura Button Punch Snap Lock o con guarnizione in gomma
EPDM a doppio labbro e classe di tenuta B. Le caratteristiche delle lamiere dovranno rispettare le norme UNI 5753/75.
La consistenza della zincatura sarà pari a 125 g/m2 di zinco su entrambi i lati; lo spessore della lamiera impiegata nella
costruzione dei canali varierà in funzione delle dimensioni dei canali stessi secondo la tabella di seguito riportata.
6.3.2 - Forma Rettangolare, in Poliuretano Espanso
Canali rettangolari specifici per usi aeraulici realizzati con pannelli sandwich auto portanti in classe 1 di
reazione al fuoco secondo in D.M. 26-06-1984, realizzati in lamierino di alluminio con spessore minimo di 80 µm,
goffrato all’esterno e liscio all’interno, accoppiato con una pellicola anticorrosione in poliestere di spessore pari a 13
µm, con interposizione di espanso termoisolante in poliisocianurato con spessore pari a 20 mm e densità pari a 48 +/-2
kg/m³, conduttività 0,023 W/(mK).
I canali dovranno essere costruiti ed assemblati in maniera tale da garantire un'adeguata tenuta meccanica e
pneumatica utilizzando per la flangiatura appositi profili con baionetta di giunzione a scomparsa, in alluminio o in PVC
e ove necessario dovranno essere provvisti di speciali sistemi di rinforzo (tubetti animati in alluminio con relativi
dischi) . Qualora installati all'esterno, tutti i tratti esposti dovranno essere adeguatamente protetti ed impermeabilizzati.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ materiale
ƒ caratteristiche coibente
ƒ assemblaggio
specifiche
lamierino di alluminio con spessore minimo di 80 µm, goffrato
all’esterno e liscio all’interno, accoppiato con una pellicola anti
corrosione in poliestere di spessore pari a 13 µm, con
interposizione di espanso termoisolante in poliisocianurato con
spessore pari a 20 mm
densità pari a 48 +/-2 kg/m³, conduttività 0,023 W/(mK)
mediante flangiatura con appositi profili con baionetta di
giunzione a scomparsa, in alluminio o in PVC
RINFORZI
ƒ tipologia
ƒ tratti esposti all’esterno
tubetti animati in alluminio con relativi dischi
adeguatamente protetti ed impermeabilizzati
6.3.3 - Forma Circolare
In lamiera d’acciaio zincata del tipo spiroidali a semplice graffatura. I canali circolari saranno costituiti a partire da
nastri di lamiera aggraffati longitudinalmente. L’aggraffatura dovrà essere esterna e la superficie interna dovrà risultare
assolutamente liscia. Le lunghezze standard delle verghe saranno da 3 a 6 metri. I raccordi ed i pezzi speciali saranno
realizzati mediante assemblaggio di pezzi di lamiera dello stesso materiale dei canali ed adeguatamente tagliati. Tale
assemblaggio verrà effettuato mediante innesto semplice.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ materiale
indeformabilità fino a [Pa]
caratteristiche della lamiera
spessori minimi
aggraffatura
zincatura [µm]
raccordi
dimensioni:
ƒ a) da 71 a 90 mm di diametro
ƒ b) da 100 a 280 mm di diametro
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
lamiera in acciaio zincata (sistema Sendzimir) su entrambe i
lati: FORMA CIRCOLARE
1500
St.02 Z DIN 59232 SIS 4010-57-S
secondo DIN 24145 (EUROVENT/76)
esterna
19 tipo Z275
mediante assemblaggio di pezzi di lamiera con guarnizione
spessore 4/10 mm
spessore 6/10 mm
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ƒ c) da 300 a 560 mm di diametro
ƒ d) da 600 a 900 mm di diametro
ƒ e) da 1000 a 1600 mm di diametro
spessore 8/10 mm
spessore 10/10 mm
spessore 12/10 mm
ESECUZIONE
ƒ innesto
ƒ classe di tenuta
ƒ spessori minimi
semplice
a norma EUROVENT
norma DIN 24145 (EUROVENT/76)
6.3.4 - Condotto flessibile
Condotto circolare flessibile per aria, costituito internamente da alluminio/poliestere con spirale di acciaio armonico,
isolamento in fibra di vetro di densità 18 kg/m3 e spessore 25 mm e condotto esterno in alluminio/poliestere. Classe 0 di
reazione al fuoco (D.M. 03/09/01 art. 1 punto 4). Temperatura d’impiego tra -30 °C e +250 °C. Velocità massima
dell’aria 30 m/s. Pressione operativa massima 3.000 Pa. Completo di fascette stringitubo in acciaio inox AISI 430
complete di dispositivo di trazione in acciaio temperato e galvanizzato.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ costruzione
ƒ coibentazione
ƒ spessore [mm]
specifiche
Condotto circolare flessibile per aria
interna in alluminio/poliestere con spirale di acciaio armonico,
parete esterna in alluminio/poliestere
con materiale in fibra di vetro
25
ACCESSORI
ƒ fascette stringitubo
in acciaio inox AISI 430 complete di dispositivo di trazione in
acciaio temperato e galvanizzato
6.4 - Termometro per Aria
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
struttura
diametro del quadrante [mm]
guaina
elemento sensibile
campo di misura
specifiche
termometro per aria adatto alla misurazione degli impianti di
climatizzazione
con gambo lungo 15-20 cm per inserimento in canale d'aria
100
in ottone filettata 1/2"M
a spirale bimetallica di precisione
10Ÿ
Ÿ60°C
6.5 - Targhette Indicatrici e Distintive
6.5.1 - per Canali dell’Aria
È prevista l’installazione di targhette indicatrici che permettano la corretta individuazione dei circuiti e dei
componenti. Inoltre dovranno essere accuratamente indicate le posizioni che dovranno assumere le componenti, gli
interruttori, i selettori, ecc...., nella stagione estiva ed in quella invernale. Tali targhette dovranno consentire una chiara
interpretazione del funzionamento e guidare le manovre di gestione anche di personale non esperto. Le targhette
dovranno essere in lastra di alluminio con lettere incise. Le targhette dovranno essere avvitate o saldate
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ aspirazione aria esterna
ƒ mandata aria
ƒ estrazione e/o espulsione aria viziata
ƒ ricircolo (eventuale)
specifiche
verde
viola chiaro (rosso chiaro per sola aria calda) (blu chiaro per sola
aria fredda)
giallo
arancione
6.6 - Sospensioni, Supporti, Ancoraggi, Rinforzi, Pezzi Speciali per Canali d’Aria
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipologie
sospensioni supporti ancoraggi
supporti percorsi orizzontali
supporti percorsi verticali
in ferro a forte zincatura
profilati posti sotto i canali sospesi con tenditori a vite regolabili
collari con l'interposizione di spessori ad anelli in gomma o
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 30
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
materiale analogo
prevista l'interposizione di uno spessore di materiale elastico onde
evitare trasmissioni di vibrazioni
pezzi speciali (curve, raccordi, disgiunzioni,
raggio minimo interno uguale al lato del canale complanare al
restringimenti) curve
raggio di curvatura, o al diametro
alette deflettrici in lamiera zincata e/o serrandine captatrici di tipo dinamico atte al mantenimento di un flusso d’aria
ad alette multiple
sufficientemente ordinato per contenere le perdite di carico in
riferimento al dimensionamento di progetto
serrande
del tipo a comando dall’esterno
dispositivi di manovra
sporgente dall’eventuale rivestimento coibente dei canali
condotti collegati a sezioni di ventilazione
giunto flessibile(del tipo in tela olona)
condotte installate su staffaggi realizzati con profilati in
tiranti di sostegno in tondino di acciaio zincato ancorati ai solai
acciaio zincato
mediante tasselli o profilati
fissaggio delle staffe ai tiranti effettuato sull’estremità inferiore
con possibilità di regolazione in altezza delle staffe
portine di ispezione a tenuta
punti in cui sarà prevista la misura della portata del canale fori
protetti da tappi forniti di tubetto di estensione
misure delle pressioni statiche a parete del canale a monte fori con tubetto di estensione e beccuccio portagomma con
e a valle dei ventilatori
chiusura
ƒ canali attraverso pareti
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
6.7 - Coibentazione termica per canali
La coibentazione termica dovrà essere realizzata su tutti i canali di mandata e ripresa correnti all’esterno, in C.T.A (50
mm), in intercapedini/cavedio e all’interno dell’edificio(25/15 mm). Tutti i canali che daranno luogo a condensazioni
superficiali dovranno prevedere un rivestimento isolante anticondensa adeguato. La coibentazione termica dovrà essere
realizzata esclusivamente sulla faccia esterna dei canali.
6.7.1 - Canali di mandata e di ripresa
Caratteristiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
isolamento esterno
trattamento
rivestimento
materassino con feltro in fibre di vetro o foglio polietilene adesivo
resine termoindurenti
su una faccia, con foglio di alluminio retinato e rinforzato con rete
in filo di vetro e foglio kraft autoestinguente
mediante apposito adesivo alla superficie del canale
sigillati con nastro adesivo in alluminio
15-25-50
in funzione della temperatura(mediamente 0,041)
incollaggio
bordi
spessore nominale dell’isolante [mm]
conducibilità termica lineare λ [W/(m°K)]
6.7.2 - Canali presa aria esterna correnti interni
L’isolamento dovrà essere installato in modo da consentire la manovrabilità delle serrande, l’apertura delle portine e
l’accesso ad eventuali apparecchiature quali termometri, sonde, ecc..., installati sui condotti stessi. I fori per
l’installamento degli strumenti (tubi di Pitot) dovranno avere un’adeguata prolunga, per sporgere dall’isolamento
termico ed un adeguato diametro per poter inserire gli strumenti.
Caratteristiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
coibentazione
posa
rivestimento esterno
spessore isolante [mm]
conducibilità termica lineare λ [W/(m°K)] a 20°C
fattore di controllo della diffusione del vapore µ
stabilità dimensionale
classe di reazione al fuoco
gomma sintetica a cellule chiuse
incollate con apposito collante
lamierino di alluminio
25
mediamente 0,040
> 2500 secondo DIN 52615
in base al dimensionamento di progetto
1
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 31
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E
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Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
7.0 - APPARECCHI SANITARI/RUBINETTERIE/DI SICUREZZA
7.1 - Apparecchi sanitari di tipo tradizionale
Gli apparecchi sanitari dovranno essere conformi alle norme UNI 4542 e UNI 4543 per quanto concerne sia i
requisiti di collaudo che di accettazione.
7.1.1 - Lavabi
7.1.1.1 - Lavabo a semicolonna
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
Materiale
Predisposizioni
Altezza da terra [mm]
Elementi di montaggio
Barre filettate
Placca
Raccordi
porcellana vetrificata
per rubinetteria a monocomando
790
in acciaio zincato
M12 di fissaggio
regolabile in altezza per il fissaggio della rubinetteria
da ½”
7.1.2 - Vasi
7.1.2.1 - Vaso Sospeso Monoblocco
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
tipo
Materiale
Scarico
Larghezza [mm]
Lunghezza [mm]
Altezza da terra [mm]
Attacco scarico [mm]
Altezza scarico [mm]
Sedile
cassetta di scarico
vaso monoblocco con cassetta incorporata
porcellana vetrificata
a parete
365
660
4000
102
180
in plastica
in ceramica incorporata che garantisce il risciacquo completo
con soli 7 litri di acqua, con comando pneumatico a bordo
ACCESSORI
ƒ staffe di supporto a “L” con bulloneria di montaggio
ƒ raccordo di scarico
SPECIFICHE TECNICHE
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E
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Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
7.2 - Rubinetterie
7.2.1 - Miscelatore per lavabo
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
tipo
finiture
bocca
cartuccia
scarico
dotazione
ACCESSORI
ƒ monocomando a leva lunga
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Specifiche
monocomando miscelatore
Cromate
con mousseur
a dischi ceramici
a saltarello
limitatore di portata e di temperatura
7.2.2 - Rubinetto di Arresto
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
materiale
installazione
cappuccio
rubinetto di arresto da incasso
bronzo
ad incasso
cromato
7.2.3 - Idrantino di Lavaggio
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ rubinetto
ƒ attacco
specifiche
idrantino di lavaggio per installazione a muro
di erogazione
porta gomma
7.3 - Apparecchi sanitari per disabili secondo “D.P.R. 503/96 - Legge 104/92 – DPR 384/78 – DM
236/89
7.3.1 - Lavabo con Appoggia Gomiti, Paraspruzzi
Caratteristiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
materiale
appoggia gomiti
dimensioni [mm]
scarico
miscelatore
finiture
autochiusura
blocco temperatura
rompigetto
pressioni dimamiche
erogazione regolabile
bocca
anello di miscelazione
sporgenza [mm]
flessibili
valvola
rubinetti
porcellana vitreous china, ergonomico antropometrico
antispruzzo
670 x 600
ad incasso
monocomando per lavabo da ½”
cromate
a tempo e funzione di arresto economizzatore
acqua calda
e limitatore di portata a 6 l/min.
da 1,2 bar
da 5 a 45 secondi
fissa
satinato
114
di collegamento rivestiti in acciaio
di ritegno
a squadra
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
ƒ maniglia
per disabili
7.3.2 - Vaso Monoblocco in Porcellana
Caratteristiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
materiale
sifone
scarico
sedile
dimensioni medie [mm]
vaschetta di scarico
funzione economizzatrice
comando
porcellana vitreous china con apertura anteriore
incorporato funzionante a cacciata
a parete
in plastica pesante
660 x 365 x h 400
incorporata, in porcellane
per il risciacquo, con soli 7 litri d’acqua
pneumatico da incasso per installazione a parete
ƒ
7.4 - Apparecchiature speciali per disabili secondo “Legge 104/92 – DPR 384/78 – DM 236/89
7.4.1 - Impugnature, corrimano orizzontale, barre di sostegno verticale, specchio ribaltabile, ecc..
Caratteristiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
materiale
rivestimento
comportamento al fuoco
diametro [mm]
fissaggio
telaio in nylon e anima in acciaio zincato e metallo pressofuso
nylon poliammide estruso senza saldatura
autoestinguente
35
a muro con tasselli e rosette
7.5 - Specifiche Realizzative dell’Impianto
Gli apparecchi sanitari che dovranno essere installati saranno del tipo tradizionale in ceramica per installazione
sospesa.
I vasi, saranno dotati di vaschetta di scarico per installazione ad incasso, placca di azionamento a parete, tubo di
cacciata interno alla parete.
In generale, tutta la rubinetteria dovrà essere del tipo monocomando cromato.
Dovranno essere realizzati dei locali adibiti a servizio igienico specifici per l’utilizzo da parte di persone disabili.
Tali locali dovranno essere attrezzati con appositi ausili, come pure dovranno avere determinate caratteristiche gli
apparecchi sanitari.
Il vaso, del tipo a pavimento con scarico a pavimento/parete, apertura anteriore, dovrà avere un’altezza compresa tra
450 e 500 mm; il filo anteriore dovrà distare da un minimo di 750 ad un massimo di 800 mm dalla parete posteriore. la
vaschetta di scarico, per installazione ed incasso, dovrà essere munita di pulsante pneumatico di comando a
posizionamento libero per installazione ad incasso a parete. Sarà accessoriato con apposito miscelatore termostatico per
installazione a parete con tubo flessibile e doccetta con pulsante di erogazione e gancio di fissaggio a muro.
Il lavabo, antropometrico e dotato di mensola reclinabile pneumaticamente, dovrà essere corredato di scarico ad
incasso, in modo tale da permettere l’avvicinamento con una sedia a rotelle, mentre il miscelatore, del tipo
monocomando con leva lunga, dovrà essere dotato di bocchello estraibile.
Dovranno inoltre essere installati appositi corrimano di sostegno concordemente con quanto riportato dagli elaborati
grafici progettuali, realizzati con un'anima d'acciaio zincato e metallo pressofuso rivestita in Nylon poliammide estruso
senza saldatura, autoestinguente, di diametro pari a 35 mm.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 34
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8.0 - ANTINCENDIO
8.1 - Estintori
8.1.1 - Estintori a polvere
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
estintori a polvere
capacità estinguente
serbatoio
valvola di sicurezza
conformità
per classi di fuochi di tipo A/B/C
non inferiore a 34A e 144B/C
in acciaio FeP 11 UNI 5867
tarata a 20/24 bar
alla prova dielettrica a 35 kV prevista dal D.M. 20/12/1982
8.2 - Cartelli indicatori
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ cartelli indicatori
materiale
realizzazione e caratteristiche
specifiche
regolamentari
alluminio
rispondenti alle vigenti normative
8.3 - Idranti interni
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ realizzazione
ƒ idranti interni
ƒ cassetta
lastra
ƒ lancia UNI 45
ƒ manichetta in tubo flessibile [m]
ƒ raccordo
ƒ diametro rubinetto idrante in ottone [“]
ƒ rete distributiva
specifiche
secondo normative vigenti
UNI 45
al fine del contenimento delle apparecchiature, da incasso in
lamiera di acciaio zincato verniciato grigio, con telaio in alluminio
anodizzato, dimensioni h x l x p 565 x 355 x 155 mm
in materiale plastico perfettamente trasparente preformattato alla
rottura
a più effetti con dispositivo di commutazione, costruzione in
alluminio con canna rivestita di PVC, diametro ugello 11 mm,
altezza 400 mm
20, completa di raccordi, struttura in nylon gommato, a norma
UNI 9487
per il collegamento allo sbocco dell’idrante
1" ½, con volantino di azionamento
realizzata con tubazioni di acciaio zincato
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
9.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI FLUIDOMECCANICI
Le modalità di collaudo per gli impianti tecnologici, ed in particolare di quello di condizionamento, dovranno essere
quelle successivamente riportate; queste, come richiesto dalla normativa vigente, sono relative alle indicazioni di
massima applicabili sempre e comunque per tutti gli impianti con caratteristiche generali (qualora le parti di opera
riportate siano ovviamente presenti e nell’oggetto dei lavori) ai sensi della legge 46/90. Per gli impianti di
condizionamento, dovrà essere fatto riferimento a quanto previsto dalla Norma UNI-CTI 5104.- Qualora si trattasse di
impianti particolari si rimanda alle prescrizioni dei VV.F. e/o agli organi di controllo quali I.S.P.E.S.L., USL, ecc....
a) Impianto termico e di condizionamento
Durante l'esecuzione dei lavori e in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, si
effettueranno le seguenti verifiche e prove preliminari:
• verifica intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti corrisponda alle prescrizioni
contrattuali, che gli impianti siano stati ben completati, che i relativi impianti elettrici siano in ordine, che gli
ambienti siano chiusi e che le apparecchiature si possano avviare
•
verifica dei gruppi elettropompe relativamente alle curve caratteristiche, al corretto montaggio, che i giunti
antivibranti siano stati installati a dovere, che l’allineamento motore pompa sia perfetto, che i cuscinetti siano
lubrificati, che la rotazione sia nel verso giusto e senza impedimenti, che sia possibile misurare le pressioni a
monte e a valle e che i valori di temperatura e pressione all’aspirazione rientrino in valori che evitino fenomeni di
cavitazione
•
prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi, della chiusura delle tracce e della
costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti, ad una pressione di una volta e mezzo superiore a quella
corrispondente alla pressione massima di esercizio per 12 ore.
•
verifica che i circuiti siano stati pressati, scaricati e di nuovo riempiti, che siano state eliminate le sacche d’aria,
che sia perfetto il funzionamento dei gruppi automatici di riempimento, che tutte le valvole di sicurezza siano state
opportunamente tarate, che le valvole manuali e automatiche siano completamente aperte per le successive
operazioni di bilanciamento, che la pressione dei vasi di espansione sia come da indicazioni di progetto e
accertamento che l’intero impianto sia corredato di tutte quelle apparecchiature di misura e controllo della
temperatura, pressione, portata ecc... e che siano facilmente raggiungibili e manovrabili. Si ritiene positivo l'esito
della prova quando non si siano verificate fughe o deformazioni permanenti.
•
verifica intesa ad accertare che il montaggio degli apparecchi, rubinetterie, ecc... sia stato accuratamente
eseguito, che la tenuta sia perfetta e che il funzionamento di ogni singolo apparecchio sia regolare e corrisponda ai
dati prescritti.
•
verifica della procedura di bilanciamento con gruppi di pompaggio in stand by ed operativi a pieno regime
•
verifica delle caldaie, della loro installazione, della corretta posa in opera e della presenza di tutti gli accessori
necessari quali termometri e manometri, messa a punto del sistema.
•
Il collaudo finale dell'impianto termico avrà luogo:
- se la consegna avviene entro il 15 settembre:
entro il 31 gennaio dell'anno seguente
- se la consegna avviene dopo tal data:
entro il 31 dicembre dell'anno seguente.
Il collaudo dell’impianto di climatizzazione/condizionamento avrà luogo:
- se la consegna avviene entro il 30 giugno:
entro il 30 settembre dell'anno in corso;
- se la consegna avviene dopo tal data:
entro il 31 dicembre dell'anno seguente.
Durante il collaudo si dovrà verificare che tutte le condizioni di progetto e le clausole contrattuali siano state
rispettate. Se il collaudo parziale non desse esito favorevole, verrà ripetuto entro un mese, sempre che le condizioni
climatiche lo consentano. Nell'intervallo di tempo l'Assuntore dovrà provvedere a tutte le modifiche e sostituzioni
necessarie per ottenere la dichiarazione di collaudabilità e ciò senza alcun speciale compenso. Se queste modifiche
non potessero essere eseguite in tempo utile in rapporto alla stagione, il collaudo verrà rimandato all'inverno
successivo. Il collaudo definitivo avrà anche lo scopo di esaminare accuratamente gli impianti al fine di constatarne
la perfetta consistenza e la piena efficienza di ogni loro parte agli effetti della consegna definitiva. L'esito del
collaudo sarà verbalizzato.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 36
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B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
N.B.: Come predisposto dal regolamento della Legge 10 e dalla Legge 46/’90 dovrà essere espressamente incaricato
“un responsabile dell’esercizio e della manutenzione” degli impianti in oggetto, il cui nominativo, completo di recapito
telefonico e reperibilità, dovrà essere esposto sul libretto di centrale, sul libretto di impianto e sul registro degli
interventi (da conservarsi in apposito locale). Tale soggetto dovrà provvedere come minimo ad effettuare tutte le
operazioni di manutenzione indicate nel presente capitolato con completamento delle fasi di manutenzione secondo
quanto espressamente predisposto dalla committenza e secondo quanto espressamente riguardante la buona tecnica
manutentiva riportata dalle norme UNI 10224, UNI 10144 ÷ 10148 e CEE 92/50 “Direttiva sulla manutenzione delle
opere di Ingegneria”. Qualora le specifiche non fossero comprese nelle predette prescrizioni saranno applicate le
direttive dell’USL competente.
b) Impianto idro-sanitario
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate. Le modalità di esecuzione dei lavori e delle verifiche saranno
conformi alle norme UNI vigenti e comprenderanno:
•
La verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti,
qualitativamente e quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
•
Una prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi e della chiusura delle tracce e,
possibilmente, prima della costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti, ed in ogni modo, per le
condutture dell'acqua calda ad impianto ultimato prima di effettuare le prove di cui ai seguenti punti 3 e 4 ad una
pressione di 400 KPa superiore a quella corrispondente alla pressione normale di esercizio e mantenendo tale
pressione per 12 ore. Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verificheranno perdite o deformazioni
permanenti.
•
Una prova di tenuta a caldo e di dilatazione per controllare gli effetti della dilatazione nelle condutture degli
impianti di acqua calda, con una temperatura di 60°C. e mantenendovela per tutto il tempo necessario per l'accurata
ispezione delle condutture e dei serbatoi. Si riterrà positivo il risultato quando le dilatazioni non abbiano dato luogo
a perdite e deformazioni permanenti.
•
Una prova di circolazione dell'acqua calda, dopo effettuata quella di cui al precedente punto 3, ad una
temperatura del fluido uguale a quella di regime. Si riterrà positivo l'esito della prova quando, a tutte
indistintamente le utenze di erogazione degli impianti, l'acqua calda arriverà alla temperatura prescritta.
•
Una prova di circolazione dell'acqua fredda. Si riterrà positivo l'esito della prova quando l'acqua arriva a tutte
indistintamente le utenze degli impianti nelle quantità prescritte.
•
Una verifica intesa ad accertare che il montaggio degli apparecchi, rubinetterie, intercettazioni, ecc., con le
condutture sia perfetta e che il funzionamento di ciascuna parte di ogni singolo apparecchio, rubinetto, presa, ecc.
sia regolare e corrispondente ai dati prescritti.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite da degli incaricati della D.L., in contraddittorio con la Ditta
installatrice e di esse e dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
c) Impianto di termoregolazione
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
•
verifica preliminare intesa ad accertare il corretto montaggio, cablaggio e interfacciamento delle differenti
componenti dell’intero sistema per verificarne le prescrizioni contrattuali.
•
prova di autodiagnostica funzionale del sistema operativo mediante immissione dati di input con controllo dei
risultati di output
•
ciclo di prova della gestione delle differenti funzioni operative dell’intero circuito in condizione di carico
massimo.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite da degli incaricati della D.L., in contraddittorio con la Ditta
installatrice e di esse e dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
d) Impianto elettrico
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
• verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
• verifica intesa ad accertare che il montaggio dei componenti sia stato accuratamente eseguito e che il
funzionamento di ciascuna parte sia regolare e corrispondente alle norme vigenti.
Ÿ Il collaudo finale servirà per accertare:
∗ il corretto funzionamento di apparecchiature, circuiti principali, circuiti ausiliari e protezioni
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 37
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E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Meccanici
∗ la sfilabilità dei cavi; si procederà ad estrarre un cavo dal tratto di tubo compreso tra due cassette e scatole
successive e nell'osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso. In caso di esito non favorevole
fermo restando l'obbligo per l'installatore di modificare gli impianti, la prova sarà ripetuta su un altro tratto:
qualora anche la seconda prova fornisse esito sfavorevole, la verifica della sfilabilità sarà estesa a tutti gli
impianti utilizzatori
∗ La resistenza di isolamento: la misura sarà eseguita mediante un ohmetro la cui tensione continua sia circa 125V,
in caso di misura su parti di impianto con tensione nominale superiore a 50 V. Durante le misure gli apparecchi
utilizzatori saranno disinseriti.
∗ Il collegamento alla rete di terra: allo scopo sarà seguita una misura della resistenza di terra
∗ La corrispondenza tra fasi e colorazione
∗ L'equilibratura e la ripartizione dei carichi
∗ L'esatta taratura delle protezioni
∗ La continuità delle grandi masse metalliche
∗ La caduta di tensione.
e) Impianto antincendio
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
• La verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
• Una prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi e della chiusura delle tracce e,
preferibilmente, prima della costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti ad una pressione di 1000 KPa.
Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verifichino perdite o deformazioni permanenti.
• Una verifica finale intesa ad accertare che il montaggio degli idranti e delle condutture sia correttamente eseguita e
che sia garantita la portata e la pressione prevista in progetto.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite dalla D.LL., in contraddittorio con la Ditta installatrice e di esse e
dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 38
PROGETTO B
REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI
EDIFICI COMUNALI
OPERE IMPIANTISTICHE
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
Indice
Capitoli
pagine
GENERALITA’ ................................................................................................................................................................ 4
1.0 - OGGETTO DELL’OPERA.................................................................................................................................... 4
2.0 - PREMESSA SUI MATERIALI ............................................................................................................................. 4
3.0 - NORMATIVE VIGENTI........................................................................................................................................ 6
IMPIANTI FLUIDOMECCANICI ................................................................................................................................. 8
4.0 - IMPIANTO IDRICO E TERMICO ........................................................................................................................ 8
4.1 - Generatori di calore ........................................................................................................................................... 8
4.2 - Scambiatori di calore ......................................................................................................................................... 9
4.3 - Volano termico ................................................................................................................................................... 9
4.4 - Scarico fumi caldaia a cippato 450x300 mm.................................................................................................... 11
4.5 - Scarico fumi caldaia a gasolio - 250 mm ....................................................................................................... 11
Apparecchiature a Corredo Impianto Termico ........................................................................................................ 12
4.5.1 - Valvole di Sicurezza .....................................................................................................................................................12
4.5.2 - Vasi di Espansione per Impianti Termici ......................................................................................................................12
4.5.3 - Pressostati .....................................................................................................................................................................12
4.5.4 - Manometri .....................................................................................................................................................................13
4.5.5 - Termometri ...................................................................................................................................................................13
4.5.6 - Termostati .....................................................................................................................................................................13
4.5.7 - Valvola di scarico termico.............................................................................................................................................14
4.5.8 - Valvola di intercettazione del combustibile ..................................................................................................................14
4.5.9 - Impianto di adduzione gasolio ......................................................................................................................................14
4.5.10 - Serbatoio gasolio da 12 m3 ..........................................................................................................................................14
4.5.11 - Barilotto di Sfiato Aria ................................................................................................................................................14
4.5.12 - Condizionante per Circuiti Tecnologici ......................................................................................................................14
4.5.12.1 - Circuiti Chiusi di Riscaldamento .........................................................................................................................14
4.6 - Gruppi Elettropompa........................................................................................................................................ 16
4.6.1 - Pompe di Circolazione Circuiti Primari Generatori di Calore .......................................................................................16
4.6.2 - Elettropompa Rete di Teleriscaldamento ......................................................................................................................16
4.7 - Tubazioni e Giunzioni....................................................................................................................................... 16
4.7.1 - In acciaio nero senza saldatura a norma UNI 10255 .....................................................................................................16
In acciaio zincato a caldo tipo senza saldatura UNI 10255 ......................................................................................................16
4.7.2 - In polietilene ad alta densità PE 100 secondo UNI 10910.............................................................................................16
4.7.3 - Tubazione singola preisolata flessibile per teleriscaldamento .......................................................................................17
4.7.4 - Tubazione doppia preisolata flessibile per teleriscaldamento........................................................................................17
4.7.5 - Scavo in trincea per Tubazioni ......................................................................................................................................17
4.7.6 - Pozzetti d’ispezione ......................................................................................................................................................17
4.7.7 - Chiusini .........................................................................................................................................................................17
4.7.8 - Staffaggi e Supporti per Tubazioni................................................................................................................................18
4.8 - Coibentazione Termica per Tubazioni.............................................................................................................. 19
4.8.1 - Rete Calda e Fredda ......................................................................................................................................................19
4.9 - Verniciatura Antiruggine.................................................................................................................................. 20
4.10 - Valvole, Saracinesche, Filtri e Rubinetterie ................................................................................................... 20
4.10.1 - Valvole di Intercettazione ...........................................................................................................................................20
4.10.1.1 - Rubinetto di Scarico.............................................................................................................................................20
4.10.1.2 - Valvola di intercettazione a sfera .........................................................................................................................20
4.10.1.3 - Valvola di intercettazione a sfera flangiata ..........................................................................................................20
4.10.1.4 - Valvola a Farfalla.................................................................................................................................................20
4.10.2 - Valvole di ritegno........................................................................................................................................................21
4.10.2.1 - Valvola di Ritegno Filettata .................................................................................................................................21
4.10.2.2 - Valvola di Ritegno Flangiata ...............................................................................................................................21
4.10.3 - Filtri ............................................................................................................................................................................22
4.10.3.1 - Filtro a Y filettato ................................................................................................................................................22
4.10.3.2 - Filtro a Y flangiato ...............................................................................................................................................22
4.10.4 - Giunti Antivibranti ......................................................................................................................................................22
4.10.4.1 - Giunto Antivibrante attacchi flangiati ..................................................................................................................22
4.10.5 - Valvole di regolazione ................................................................................................................................................22
4.10.5.1 - Valvola miscelatrice ............................................................................................................................................22
4.10.5.2 - Valvola di regolazione della portata agli scambiatori di calore ...........................................................................22
4.11 - Targhette Indicatrici e Colorazioni Distintive per Tubazioni ........................................................................ 24
5.0 - APPARECCHIATURE DI TERMOREGOLAZIONE ......................................................................................... 27
SPECIFICHE TECNICHE
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5.1 - Apparecchiature di termoregolazione .............................................................................................................. 27
5.1.1 - Sonda di Temperatura ad Immersione ...........................................................................................................................27
5.1.2 - Sonda Esterna................................................................................................................................................................27
5.1.3 - Pressostato Differenziale per Acqua .............................................................................................................................27
5.1.4 - Regolatore modulante pressione differenziale...............................................................................................................27
5.1.5 - Regolatore di temperatura modulante ...........................................................................................................................28
5.1.6 - Impianto di supervisione impianto termico ...................................................................................................................29
5.1.7 - Cavo Bus .......................................................................................................................................................................31
5.1.8 - Cavidotto .......................................................................................................................................................................31
6.0 - IMPIANTO IDRICO ............................................................................................................................................ 32
6.1 - Centrale idrica ................................................................................................................................................. 32
6.2 - Gruppo di caricamento impianto ..................................................................................................................... 32
6.3 - Unità di misura e allarme................................................................................................................................. 33
7.0 - ANTINCENDIO ................................................................................................................................................... 34
7.1 - Estintori ............................................................................................................................................................ 34
7.1.1 - Estintori a polvere .........................................................................................................................................................34
7.2 - Cartelli indicatori ............................................................................................................................................. 34
7.3 - Idranti interni ................................................................................................................................................... 34
7.4 - Sprinkler ........................................................................................................................................................... 34
8.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI FLUIDOMECCANICI ............................................................ 35
IMPIANTI ELETTRCI ................................................................................................................................................. 38
9.0 - PREMESSA .......................................................................................................................................................... 38
10.0 - FORZA MOTRICE E LUCE .............................................................................................................................. 39
10.1 - Quadri Generali ............................................................................................................................................. 39
10.2 - Centralini Modulari........................................................................................................................................ 43
10.3 - Apparecchiature di comando e prese ............................................................................................................. 44
10.3.1 - Comandi (interruttori, deviatori, pulsanti e simili) e prese a spina ..............................................................................44
10.3.2 - Quadro gruppo prese preassemblato IP65 ...................................................................................................................44
10.3.3 - Interruttore stagno per manovre di emergenza ............................................................................................................44
10.4 - Tubazioni e Scatole......................................................................................................................................... 44
10.4.1 - Tubi .............................................................................................................................................................................44
10.4.2 - Tubazione PVC rigida .................................................................................................................................................45
10.4.3 - Cassette di derivazione stagne IP55 ............................................................................................................................45
10.5 - Passerella portacavi a filo .............................................................................................................................. 45
10.6 - Cavi BT ........................................................................................................................................................... 46
10.6.1 - Sezioni Minime ...........................................................................................................................................................46
10.6.2 - Cavi unipolari isolati in PVC ......................................................................................................................................46
10.6.3 - Cavi multipolari isolati in gomma ...............................................................................................................................47
10.6.4 - Cavi unipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici.....................................................................47
10.6.5 - Cavi multipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici .................................................................47
11.0 - IMPIANTO DI TERRA ...................................................................................................................................... 48
11.1 - Collegamento equipotenziale ......................................................................................................................... 48
11.2 - Verifica ed integrazione impianto di terra esistente ....................................................................................... 48
12.0 - IMPIANTO DI ALLARME MANUALE E RIVELAZIONE INCENDIO ......................................................... 48
12.1 - Rivelatore Termovelocimetrico ...................................................................................................................... 48
12.2 - Pulsante allarme indirizzato ........................................................................................................................... 48
12.3 - Targa ottico-acustica...................................................................................................................................... 49
12.4 - Cavo Bus rivelazione incendi ......................................................................................................................... 49
13.0 - IMPIANTO FONIA E DATI .............................................................................................................................. 49
13.1 - Punto di accesso alla rete............................................................................................................................... 49
13.2 - Cavo UTP Cat. 6E .......................................................................................................................................... 49
14.0 - APPARECCHI ILLUMINANTI......................................................................................................................... 50
14.1 - Plafoniere fluorescenti IP65 - lampada FL 2x36/58 W .................................................................................. 50
14.2 - Plafoniera fluorescente d’emergenza IP40 tipo SE ....................................................................................... 50
14.3 - Plafoniera fluorescente d’emergenza IP40 tipo SA con pittogramma .......................................................... 50
14.4 - Modulo di Emergenza installato a bordo lampada ........................................................................................ 50
15.0 - DATI DI PROGETTO E PER L’ESECUZIONE ................................................................................................ 51
16.0 - PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI............................................................................................ 54
17.0 - PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI........................................................................................ 55
17.1 - Sistemi elettrici a tensione inferiore a 1000V c.a. .......................................................................................... 55
17.2 - Sistema IT ....................................................................................................................................................... 55
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18.0 - DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI CONTRO LE SOVRACORRENTI....................................... 57
18.1 - Protezione contro il sovraccarico .................................................................................................................. 57
18.2 - Protezione contro le correnti di corto circuito ............................................................................................... 57
19.0 - VERIFICA DELLA CADUTA DI TENSIONE.................................................................................................. 58
20.0 - CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI E MODALITA DI INSTALLAZIONE........................................ 58
21.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI ELETTRICI ........................................................................... 59
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GENERALITA’
1.0 - OGGETTO DELL’OPERA
L'opera ha per oggetto la realizzazione di una centrale di teleriscaldamento a cippato a servizio di edifici comunali nella
frazione di Antagnod, sita nel Comune di Ayas.
2.0 - PREMESSA SUI MATERIALI
I materiali che in genere occorreranno per la costruzione delle opere dovranno essere della miglior
qualità esistente in commercio ed essere accettati, previa campionatura, dalla Direzione Lavori. Di norma essi
proverranno da quelle località o fabbriche che l'Impresa Appaltatrice riterrà di sua convenienza, purché
preventivamente notificate e rispondenti ai requisiti prescritti dalle leggi, ad insindacabile giudizio della
Direzione Lavori, a norma con la certificazione di qualità della serie ISO 9000 / EN 29000 e rispondenti ai
requisiti qui di seguito riportati nella sezione di schede tecniche.
Tutti gli impianti dovranno essere eseguiti secondo gli schemi di progetto, nelle sezioni indicate e secondo le particolari
prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L. Nell'esecuzione degli impianti, posa delle tubazioni,
canalizzazioni, coibentazioni e apparecchiature, si richiede che sia particolarmente curata l'estetica dell'impianto, fatte
salve le esigenze funzionali e tecniche, ponendo particolare attenzione agli allineamenti delle tubazioni, alla loro
verticalità, al corretto staffaggio. Per la realizzazione dovranno essere utilizzate attrezzature e mano d’opera
specializzate. La D.L. potrà far smontare e rifare tratti e/o parti di impianto che non rispondano ai requisiti di cui sopra.
Poiché la Ditta Appaltatrice dovrà assumersi integralmente la responsabilità funzionale degli impianti, dovrà verificare
con particolare attenzione le caratteristiche termofisiche nelle realizzazioni murarie.
L’impresa realizzatrice dovrà tenere conto delle Norme, Leggi, Decreti, ecc..., emanati e/o emanandi nel periodo che
intercorrerà tra il momento della consegna progetto alla Pubblica Amministrazione ed il collaudo impianti; in tale ottica
sarà perizia della D.L. provvedere alle necessarie modifiche di progetto per garantire la conformità e la sicurezza con
comunicazione al comando dei Vigili del Fuoco ed agli organi di controllo di competenza. In assenza di tali condizioni
non dovranno essere apportate modifiche agli schemi di progetto se non per specifica volontà della D.L. con supporto
documentale appropriato ed allegata richiesta di approvazione degli organi competenti. In tale situazione dovrà essere
redatto il certificato di non conformità, corredato della variante d’opera apportata, sottoscritto dalla D.L., dalla Ditta
realizzatrice e dall’Amministrazione competente.
Al termine dei lavori, in un tempo determinato dalla committenza in accordo con la D.L., ciascuna impresa dovrà
rilasciare al committente il certificato di installazione (conformità) dell’impianto di competenza completamente
compilato in ogni sua parte, comprese le tavole grafiche e le relazioni di calcolo, quindi controfirmato.
N.B.1: Sarà onere dell’Appaltatore provvedere alla restituzione cartacea e su supporto informatico della
realizzazione delle opere cantierabili corredate di tutte le certificazioni necessarie, riguardanti i collaudi
tecnici, le prove di primo impianto, in corso d’opera e finale, predisposte da tecnico abilitato (nominato dalla
stazione appaltante scelto all’interno di una terna proposta dall’Appaltatore in accordo con la D.L.),
regolarmente iscritto ad un ordine professionale, nonché di relazioni di calcolo riguardanti le verifiche
tecniche pre e post realizzative. Tale documentazione dovrà essere restituita, in duplice copia e controfirmata
oltre che dal collaudatore anche dall’Appaltatore, dai subappaltatori e dai Direttori dei Lavori, prima della
consegna dello Stato Finale.
N.B.2: Tutte le opere qui riportate sono state valutate comprensive di assistenze murarie. Con tale affermazione si
intendono comprese tutte quelle opere edili di demolizione e ripristino, di piccola e media importanza, posa
di mensole e zanche di sostegno, il sollevamento ai piani dei diversi materiali la formazione di cassonetti
nelle murature per accogliere tubazioni, canali, ecc. secondo le disposizioni della D.L., nonché tutte le
attrezzature, la mano d’opera, i materiali ed ogni onere compreso, necessarie per consentire la posa specifica
e precipua degli impianti di cui all’oggetto; è stata fatta eccezione (e quindi computate a parte) per le opere
maggiori, valutate particolarmente invasive quali quelle di demolizione, taglio, ecc..., tali da essere riportate
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nella sezione delle opere edili di competenza. Si intendono altresì incluse le opere di scavo e reinterro di tutte
le tubazioni esterne.
N.B.3: Nel caso vengano riscontrate discordanze tra i vari documenti contrattuali sarà compito dell’Appaltatore
segnalarlo tempestivamente alla D.L. in modo da ricevere i dovuti chiarimenti in merito, in linea generale
comunque le interpretazioni andranno sempre intese in favore della committenza tanto che per il solo fatto di
partecipare alla gara di appalto, l'Appaltatore ammette di conoscere perfettamente:
a) le condizioni tutte del capitolato tecnico e le condizioni locali dei luoghi su cui dovrà eseguirsi l'impianto
e la natura, le condizioni della mano d'opera e dei materiali;
b) tutte le circostanze generali e particolari di tempo, di luogo e contrattuali ed ogni qualsiasi possibilità
contingente che possa influire sulla esecuzione dell'opera;
c) tutte le circostanze generali e particolari che possano avere influito sulla determinazione dei prezzi;
Qualora fossero rilevati manifesti errori o gravi omissioni del progetto esecutivo, ogni impresa concorrente è tenuta a
segnalare immediatamente al fine di ottenere da parte del Committente disposizioni in merito. Per tutte le indicazioni
che risultassero assenti dai documenti dell’appalto, l’impresa ha l’obbligo di chiedere istruzioni dettagliate, caso per
caso, alla Direzione Lavori. L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata
conoscenza di condizioni e la sopravvenienza di elementi non valutati e non considerati a meno che tali nuovi elementi
appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore (per le quali si rimanda all’apposita parte di capitolato
speciale). Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi
necessari per procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
L’impresa è inoltre tenuta a:
- trasmettere alla Direzione Lavori una copia completa dei manuali tecnici e di manutenzione a corredo
delle apparecchiature installate;
- predisporre un dettagliato manuale d’uso relativo agli interi impianti, appositamente redatto e
indipendente dai sopra citati manuali dei singoli componenti. Tale manuale d’uso dovrà risultare
facilmente consultabile e completo in tutte le sue parti; qualora la Committenza, attraverso la D.LL.,
giudicasse tale documento di difficile comprensione tecnica, l’Appaltatore dovrà procedere alla sua
revisione fintanto che il documento non verrà giudicato di agevole utilizzo.
Con la partecipazione alla gara, l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi necessari per
procedere alla esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e secondo la migliore regola tecnica.
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3.0 - NORMATIVE VIGENTI
I riferimenti alle Leggi, Decreti Ministeriali, Decreti Presidente della Repubblica e Norme di cui è oggetto l'appalto,
sono le seguenti:
Sicurezza sul lavoro
•
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro.
Prevenzione incendi
•
D.M. 16/02/1982 - Attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
Impianti meccanici
•
D.M. 1/12/1975 – Progettazione di impianti termici
•
Decreto 22/01/08 n.37 “Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a)
della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
edifici”
•
Legge 10/1991 – Risparmio energetico
•
D.P.R. 412/93 – Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione
degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia
•
D.P.R. 551/99 – Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412,
in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del
contenimento dei consumi di energia.
•
Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia
•
Decreto legislativo 29 dicembre 2006 n. 311 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell’edilizia
•
LR n° 64 del 20.08.93 - Applicazione della L. 46/90 a livello di territorio regionale della Valle d’Aosta.
Impianti elettrici
•
D.M. 1/12/1975 – Progettazione di impianti termici
•
Legge 186 del 1968 - Componenti elettrici ed impianti a regola d’arte
•
D.M. 22/01/08 n.37 – Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a)
della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
edifici” e successive integrazioni e modifiche
•
DPR 380/2001, capo V – Norme per la sicurezza degli impianti
•
ENEL – Guida per le connessioni alla rete elettrica di Enel distribuzione
•
L.R. n.17 del 28/04/1998 – Norme in Materia di Illuminazione Esterna
Norme UNI
•
UNI EN 12464-1 – Illuminazione artificiale del luogo di lavoro – interni
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•
UNI EN 12464-2 – Illuminazione artificiale del luogo di lavoro – esterni
•
UNI EN 1838 – Illuminazione di emergenza
•
UNI 9795:2010 – Rivelazione e segnalazione automatica d’incendio
•
Norme UNI di pertinenza
Norme CEI
•
CEI 64-8 – Impianti elettrici con tensione inferiore a 1000V
•
CEI 17-13 – Quadri elettrici
•
CEI 23-51 – Quadretti elettrici
•
CEI 64-12 – Impianti di terra
•
CEI 0-2 – Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
•
CEI 20-22 – Cavi elettrici non propaganti l’incendio
•
CEI EN 60529 – Gradi di protezione degli involucri (codici IP)
•
CEI 17-13 – Apparecchiature di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT)
•
Norme CEI di pertinenza
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IMPIANTI FLUIDOMECCANICI
4.0 - IMPIANTO IDRICO E TERMICO
4.1 - Generatori di calore
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Caldaia a biomassa da 300kw
Caldaia a cippato realizzata in acciaio saldato di alta qualità
adatto a sopportare elevate temperature. Caldaia a quattro giri di
fumo, con ampie superfici di scambio termico. Bruciatore adatto
alla combustione di cippato di legno, pellet di legno, scarti di
potatura altri biocombustibili.
Dati tecnici:
- Potenza termica nominale: 300,0 kW
- Potenza termica al focolare:333,0 kW
- Temperatura massima di esercizio: 120,0 °C
- Pressione massima di esercizio: 4,0 bar
- Dimensioni esterne: L: 1080,0 mm
P: 2270,0 mm
H: 1640,0 mm
- Massa: 2200,0 kg
- Volume camera di combustione: 1,3 m³
- Diametro attacco fumi: 200,0 mm.
Completa di:
- Basamento ceneri.
- Bruciatore a griglia mobile completo di tre ventilatori aria
comburente e due attuatori lineari per movimentazione della
griglia mobile.
- Impianto di aspirazione fumi composto da ventilatore con
girante in acciaio, gestione a velocità variabile tramite inverter e
sensore di depressione, adattatore per filtro fumi e filtro fumi.
- Sistema di alimentazione bruciatore composto da coclea DN 160
lunga 600 mm, tramoggia di collegamento e sicurezza contro il
ritorno di fiamma, motoriduttore per coclea di alimentazione,
sensore di livello combustibile e serranda meccanica tagliafuoco.
- Fondo silo estrattore a balestre articolate composto da estrattore
a balestre articolate elastiche rotanti DN 5m mosse da un
motoriduttore dedicato, coclea di estrazione aperta da 2,3 m e
chiusa da 1 m DN 130 mm, motoriduttore dedicato per coclea di
estrazione.
- Impianto antincendio con estintore a polvere per pellet, sistema
di sicurezza contro il ritorno di fiamma con estintore a polvere,
termostato contro il ritorno di fiamma (0 - 100°C).
- Quadro elettrico di regolazione e controllo. Quadro basato su
sistema PLC con interfaccia a pannello touch screen 90 X 50 mm.
Il quadro gestisce: Silo a balestre a bracci articolati, Coclea di
alimentazione del bruciatore, Movimentazione della griglia mobile
del bruciatore, Ventilatori aria comburente del bruciatore a
velocità variabile con inverter, Ventilatore estrattore fumi a
velocità variabile con inverter pilotato da sensore di depressione,
Segnali di errore da motori in campo, Termostati contro ritorno
di fiamma, Interruttori di posizione delle coclee, Sensore
sovrappressione camera di combustione, Arresto di emergenza,
Allarme di sovratemperatura fumi, Termostato controllo di
fiamma, Pressostato di sicurezza, Termostato di sicurezza,
Sistema di estrazione cenere, Analisi controllo residuo tramite
sonda Lambda.
pagina n° 8
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DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
parametri
ƒ Tipo
specifiche
Caldaia a gasolio da 255 kw
Caldaia in acciaio ad aria soffiata a tre giri di fumo a tre stelle.
Dati tecnici:
- Potenza termica utile 244.8 kW.
- Potenza termica al focolare 255 kW.
- Rendimento alla potenza nominale 96%.
- Rendimento a carico ridotto 97.9%.
- Altezza 1450 mm.
- Larghezza 850 mm.
- Lunghezza 1660 mm.
- Raccordi di mandata/ritorno impianto d. 2"1/2.
- Attacco diametro fumi 250 mm.
- Peso netto 215 kg.
Completa di bruciatore di gasolio bistadio a basse emissioni
inquinanti.
Dati tecnici:
- Portata kg/h 14/19 : 30.
- Alimentazione elettrica monofase.
- Peso con imballo 41 kg.
4.2 - Scambiatori di calore
parametri
ƒ Tipo
specifiche
Scambiatore di calore a piastre smontabile. Piastre in acciaio inox
AISI 316 L di spessore 0.5 mm, guarnizioni in EPDM con
temperatura massima di esercizio 140 °C. Telaio in acciaio al
carbonio verniciato con polveri epossidiche.
DIMENSIONI TELAIO:
- Lunghezza 340 mm / lunghezza 180 mm
- Altezza 780 mm / Altezza 480 mm
- Spessore 30 mm / Spessore 14 mm
DIMENSIONI PIASTRE:
- Superficie di scambio 1300 cmq / superficie di scambio 340 cmq
- Lunghezza guide 350 mm / lunghezza guide 250 mm
4.3 - Volano termico
parametri
ƒ Tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Volano termico da 3000 litri
• Alta qualità e lunga durata
• Ottimizzazione dell’isolamento termico
• Coibentazione termica ottimale, rimovibile per semplificare il
trasporto
• Migliore sfruttamento del combustibile grazie alla combinazione
di caldaia e impianto ad energia solare
• Possibilità di combinare velocemente più serbatoi a
stratificazione per mezzo di tubi di collegamento flessibili ondulati
• Alto rendimento solare e grado di efficienza ottimale del sistema.
• Coibentazione in espanso morbido da 100 mm con rivestimento
in polistirolo
Dati tecnici:
-Capacità l 3000
-Diametro con isolamento mm 1490
-Diametro senza isolamento mm 1250
-Altezza con isolamento mm 2515
-Altezza senza isolamento mm 2465
-Misura di ribaltamento mm 2525
-Peso kg 237
pagina n° 9
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
-Press. di esercizio riscaldamento ammessa bar 3
-Temp. di esercizio riscaldamento ammessa ° C 95
-Attacchi 1"1/2.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 10
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.4 - Scarico fumi caldaia a cippato 450x300 mm
parametri
ƒ Tipo
specifiche
Sistema di scarico fumi ovale in acciaio inox AISI 316 L BA
costituito da:
- Elemento rettilineo ovale.
- Piastra di base con scarico.
- Coppia di supporti per piastra base.
- Pezzo speciale "T".
- Curve a 45°.
- Ispezione ovale con sportello rettangolare.
- Controllo fumi e temperatura.
- Cappello terminale parapioggia.
- Faldale per superamento tetti piani o inclinati.
- Collare a tenuta per fissaggio.
4.5 - Scarico fumi caldaia a gasolio - 250 mm
parametri
ƒ Tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Canale da fumo a parete doppia d.250.
Camino a parete singola completo di isolante, costituito da
elementi modulari di sezione circolare, marcati CE in conformità
alla norma EN 1856-1, realizzati in acciaio inossidabile AISI 316L
(DIN 1.4404) con finitura esterna lucida (BA) e spessore pari a
4/10mm (60÷250mm), 5/10mm (300÷350mm), 6/10 (400÷550mm),
8/10mm (600mm) e 10/10mm (700÷900). La saldatura
longitudinale è realizzata con processi LASER e TIG in atmosfera
protetta.
Giunto di connessione di tipo maschio – femmina, con profilo
conico, senza fascetta di bloccaggio elementi e senza
guarnizione di tenuta siliconica; la connessione meccanica fra gli
elementi avviene mediante battitura dell’ultimo elemento
installato.
Gli elementi modulari sono idonei a funzionare nelle seguente
condizioni:
Temperatura d’esercizio
- temperatura d’esercizio fino a 200°C, senza isolamento;
- temperatura d’esercizio fino a 600°C, se isolato ed inserito in una
contro canna non combustibile.
Sicurezza al contatto umano:
- è necessario che la parete esterna del camino sia adeguatamente
protetta da eventuali contatti accidentali con
opportuni schermi o griglie, o ne deve essere indicato il potenziale
rischio;
Tenuta alla pressione:
- sia con pressioni negative (tiraggio naturale) che con pressioni
positive (sino a 200Pa);
Resistenza alla condensa:
- sia con funzionamento a secco che ad umido;
Combustibili:
- con combustibili gassosi e liquidi, sia a secco che ad umido, e con
combustibili solidi, unicamente a secco;
Distanza dai materiali combustibili:
- 30 mm: se la temperatura d’esercizio non è superiore a 200°C e
non è previsto il possibile incendio della fuliggine (p.e. con
combustibili gassosi e liquidi);
- 75mm (dalla superficie esterna del materiale isolante): se la
temperatura d’esercizio non è superiore a 450°C ed è previsto il
possibile incendio della fuliggine (p.e. con combustibili solidi);
Ubicazione:
- installato sia all’interno dell’edificio (solo per diametri fino al
400mm) sia in una contro canna non combustibile, di classe “0”
di reazione al fuoco: in entrambi i casi ventilato su tutta la sua
lunghezza; se la temperatura d’esercizio dei fumi è superiore a
pagina n° 11
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
200°C, il condotto deve essere inoltre coibentato con materiale
isolante.
Isolante:
-Lana minerale, densità minima: 110kg/m3, spessore minimo:
25mm, conducibilità termica massima: 0.056 W/mK.
Designazione: T600-P1-W-V2-L50040-G(75).
Accessori:
-Coppa raccogli condensa
-Portello ispezione
-Allacciamento 90°/87°
-Raccordo JI-KI
-Foro prelievo fumi
-Piastra intermedia
-Faldale inclinato (25-45°)
-Fascetta antintemperie
-Terminale antintemperie.
Apparecchiature a Corredo Impianto Termico
4.5.1 - Valvole di Sicurezza
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
Specifiche
tipo
qualificata e tarata
sovrappressione di scarico
pressione di chiusura
taratura [bar]
raccordo tubazione
raccordo scarico
completa di
posizionamento
valvola di sicurezza a membrana
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
minore del 10 %
minore del 20 %
vedere elaborati grafici
vedere elaborati grafici
vedere elaborati grafici
imbuto per scarico a vista con curva orientabile
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore a monte
di qualsiasi organo di intercettazione
4.5.2 - Vasi di Espansione per Impianti Termici
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Tipo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
costruzione
capacità [l]
pressione massima di esercizio [bar]
precarica [bar]
temperatura massima d’esercizio [°C]
omologazione
Completo di
specifiche
chiuso a membrana saldato, unificato per impianti di
riscaldamento
a norma del D.M. 1/12/1975
vedere elaborati grafici
4 bar ( fino a 50 litri ) – 6 bar ( fino a 600 litri )
1,5
99
Marchiati CE
Tubazione di espansione avente le prescrizioni indicate dal D. M.
1.12.1975
4.5.3 - Pressostati
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacco
omologazione
pressione di taratura [bar]
posizionamento
di sicurezza a ripristino manuale
¼” femmina
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore a monte
di qualsiasi organo di intercettazione
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
attacco
omologazione
pressione di taratura [bar]
posizionamento
di minima a ripristino manuale
¼” femmina
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore a monte
di qualsiasi organo di intercettazione
4.5.4 - Manometri
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
scala
conformità
scala di misurazione [bar]
indicatore di pressione radiale
graduata in bar
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
0-4, 0-6, 0-10, 0-25
ACCESSORI
ƒ ricciolo in rame cromato di tipo industriale a molla
tubolare
ƒ cassa quadrante in lega leggera rifinita con verniciatura
antiacido nera
ƒ quadrante bianco con scala graduata in [Bar]
ƒ rubinetto a tre vie
4.5.5 - Termometri
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ conformità
ƒ gambo
ƒ diametro attacchi [“]
specifiche
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
sensibile in guaina rigida di ottone immerso in pozzetto
½
ACCESSORI
ƒ quadrante in lega leggera rifinito con verniciatura antiacido
nera
ƒ costruzione stagna
ƒ scala graduata in [°C]
ƒ completi di guaina
ƒ scala 0..120°C
4.5.6 - Termostati
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
attacco
omologazione
Temperatura di taratura
posizionamento
Di sicurezza a ripristino manuale
½”
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore
monte di qualsiasi organo di intercettazione
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
attacco
omologazione
posizionamento
Di regolazione a ripristino automatico
½”
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore
monte di qualsiasi organo di intercettazione
SPECIFICHE TECNICHE
a
a
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.5.7 - Valvola di scarico termico
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
omologazione
attacchi
Pressione di esercizio
Temperatura di taratura
posizionamento
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
0.3 – 10 bar
99 °C
Sulla tubazione di mandata di ogni generatore di calore a monte
di qualsiasi organo di intercettazione
4.5.8 - Valvola di intercettazione del combustibile
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
omologazione
attacchi
Temperatura di taratura
corpo
I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ) (D. M. 1.12.1975)
vedere elaborati grafici
98 °C
In ottone
4.5.9 - Impianto di adduzione gasolio
parametri
ƒ Tipo
specifiche
Impianto di adduzione gasolio completo dal serbatoio di
stoccaggio al singolo bruciatore, costituito da gruppo di
pescaggio completo di aspirazione e ritorno gasolio, valvola di
fondo, valvola di intercettazione rapida, attacco per indicatore
pneumatico di livello, leva per comando a distanza della valvola
di intercettazione rapida completa di cavetto in acciaio e guaina,
filtro di linea a 2 vie per gasolio completo di rubinetto
sull'andata e valvola di ritegno sul ritorno, tazza smontabile per
prelievo campioni, 2 raccordi flessibili al bruciatore, tubazioni
in rame rivestito di PVC di diametro adeguato per andata e
ritorno gasolio.
4.5.10 - Serbatoio gasolio da 12 m3
parametri
ƒ Tipo
specifiche
Serbatoio in acciaio per gasolio, olio combustibile, acqua e
liquidi in genere, di forma cilindrica ricoperto esternamente a
caldo con catramatura spessa 3 mm, completo di passo d'uomo,
coperchio flangiato, pozzetto in acciaio direttamente saldato al
serbatoio, con chiusino carrabile, attacchi vari, tappo ermetico
di carico, tubo di sfiato con cuffia di protezione, attrezzature per
l'addescamento ed i controlli di livello, tabella e asta metrica,
certificato di collaudo alla pressione interna di 1,0 bar. Sono
incluse le opere di scavo e reinterro. Capacita': C (l). Spessore
della lamiera d'acciaio: S (mm). Diametro interno indicativo: D
(mm). C = 12000 litri - S = 5 mm - D = m 2,50.
4.5.11 - Barilotto di Sfiato Aria
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ materiale
ƒ PN
specifiche
valvola automatica di sfogo aria
ottone stampato
10
4.5.12 - Condizionante per Circuiti Tecnologici
4.5.12.1 - Circuiti Chiusi di Riscaldamento
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
ƒ tipo
ƒ pompa di caricamento
ƒ corredo
ƒ prodotto condizionante
sistema di condizionamento idrico per il riempimento e reintegro
di impianti per circuiti di riscaldamento ambientale, per acque
aventi durezza inferiore ai 15°Fr, conforme alla norma UNI-CTI
8065 e 8884
ad azionamento manuale per la facile e diretta introduzione dei
prodotti protettivi negli impianti di riscaldamento ad acqua calda
a circuito chiuso
per la determinazione della concentrazione di prodotto
condizionante all'interno del circuito trattato
specifico in funzione del circuito idraulico trattato
ACCESSORI
ƒ prodotto condizionante
ƒ dosaggio
Composizione bilanciata di inibitori di corrosione antincrostanti e
disincrostanti a base inorganica cationici e anionici adatta per
tutti i metalli tradizionalmente impiegati per la realizzazione degli
impianti di riscaldamento e loro circuiti compreso l'alluminio ed i
materiali sintetici, per la triplice protezione degli impianti di
riscaldamento: protezione dalle incrostazioni e graduale
risanamento degli impianti già incrostati e soggetti a fenomeni di
corrosione.
Il prodotto esplica la sua azione sia in impianti fermi come in
impianti in funzione
1 kg di prodotto ogni 200 l di acqua contenuti nell'impianto,
immissione mediante apposita pompa manuale o sistema di
dosaggio centralizzato
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.6 - Gruppi Elettropompa
4.6.1 - Pompe di Circolazione Circuiti Primari Generatori di Calore
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ corpo
in ghisa grigia con rivestimento realizzato mediante
cataforesi
in acciaio inossidabile X46 Cr13 con cuscinetti radenti in
carbonio impregnato di metallo.
in PP rinforzato FV
con possibilità di variare la velocità tramite inverter
ƒ albero
ƒ girante
ƒ funzionamento motore
4.6.2 - Elettropompa Rete di Teleriscaldamento
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
pressione massima operativa [bar]
Temperatura massima del liquido [°C]
alimentazione elettrica
corpo
pressione massima d’esercizio [bar]
grado di protezione
funzionamento motore
posizionamento
Pompa centrifuga a motore ventilato di tipo inline
16
140
trifase 400 V, 50 Hz
In ghisa con rivestimento realizzato mediante cataforesi
16
IP55
con possibilità di variare la velocità tramite inverter
Fissaggio su basamento in cemento
4.7 - Tubazioni e Giunzioni
4.7.1 - In acciaio nero senza saldatura a norma UNI 10255
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Specifiche
ƒ diametro DN [mm]
DN 20 a DN 125
ƒ curve
ƒ giunzioni
stampate in acciaio
saldate con saldatura elettrica o ossiacetilenica
In acciaio zincato a caldo tipo senza saldatura UNI 10255
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro DN [mm]
ƒ curve
ƒ giunzioni
specifiche
DN 20 a DN 50
in ghisa malleabile
vite manicotto
4.7.2 - In polietilene ad alta densità PE 100 secondo UNI 10910
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
diametro esterno De [mm]
curve e giunzioni
peso specifico [Kg/dm3]
resistenza a trazione limite di snervamento [Kg/cm2]
allungamento alla rottura [%]
allungamento allo snervamento
durezza Shore D
coefficiente di dilatazione termica lineare [mm/m°C]
conducibilità termica [kcal/hm°C]
classe
De 32 e De 63
saldabili di testa con fattore > 0,9 con raccordi plasson
0,95
240
800
16
63
0.20
0,37
PN 16
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 16
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.7.3 - Tubazione singola preisolata flessibile per teleriscaldamento
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro nominale DN [mm]
ƒ Tubazione interna
ƒ Isolamento termico
ƒ Pellicola
ƒ Mantello esterno
specifiche
DN 65 e DN 125
in polietilene reticolato (PE-Xa) dotato di barriera contro la
diffusione ad ossigeno
in schiuma poliuretanica a cellule chiuse per il 90%, priva di
CFC ed espansa con gas pentano che rende il Coefficiente di
dispersione termica l = 0,0216 [W/ m °C]
film di PE per il contenimento della schiuma in fase di reazione.
in polietilene (LDPE) estruso in continuo di colore nero e privo
di giunzioni
4.7.4 - Tubazione doppia preisolata flessibile per teleriscaldamento
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ diametro nominale DN [mm]
ƒ Tubazione interna
ƒ Isolamento termico
ƒ Pellicola
ƒ Mantello esterno
specifiche
DN 50
due tubi in polietilene reticolato (PE-Xa) dotato di barriera
contro la diffusione ad ossigeno
in schiuma poliuretanica a cellule chiuse per il 90%, priva di
CFC ed espansa con gas pentano che rende il Coefficiente di
dispersione termica l = 0,0216 [W/ m °C]
film di PE per il contenimento della schiuma in fase di reazione.
in polietilene (LDPE) estruso in continuo di colore nero e privo
di giunzioni
4.7.5 - Scavo in trincea per Tubazioni
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ Profondità do scavo
ƒ Materiale di copertura tubazione
ƒ Sottofondo
ƒ Ripristino manto di copertura
vedere elaborati grafici
sabbia fine debitamente compattata e costipata
mediante posa di pietrisco, spessore come indicato sugli
elaborati grafici
vedere elaborati grafici
4.7.6 - Pozzetti d’ispezione
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ tipo
Pozzetti in calcestruzzo gettato in opera di classe di esposizione
XF2 in accordo alla UNI 11104 – classe di resistenza C25/30,
rapporto massimo acqua/cemento pari a 0,50, dosaggio minimo
di cemento pari a 340 kg/mc, aggregati resistenti al gelo tipo F2
o MS25 conformi alla norma UNI EN 12620, di diametro
massimo pari a 32 mm,volume minimo di aria conglobata pari a
l 4%, calcestruzzo impermeabile e copriferro minimo pari a 40
mm, idonei al contenimento di apparecchiature idrauliche ed
elettroidrauliche, all’interruzione di pressioni e flussi idrici, al
raccordo di canali irrigui e di scarico, ad ispezioni di tubazioni
in genere, alla raccolta e al convogliamento di acque reflue e di
scarico, ecc. secondo quanto previsto in progetto;
Dimensioni indicate sulle tavole progettuali.
4.7.7 - Chiusini
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ tipo
SPECIFICHE TECNICHE
In ghisa sferoidale
pagina n° 17
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.7.8 - Staffaggi e Supporti per Tubazioni
I supporti dovranno altresì essere previsti in prossimità di valvole, cambi di direzione o in tutte le altre
soluzioni tecnologiche che potrebbero dare luogo a flessioni.
Nell’installazione dei compensatori di dilatazione i supporti dovranno essere realizzati secondo le
raccomandazioni del costruttore.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
tipo
materiale
fissaggio con saldatura
distanziatori
punti fissi
appoggi
prefabbricato in serie oppure costruiti in cantiere
profilati di acciaio zincato
VIETATO
a T oppure a sella
realizzati con profilati in ferro saldati
supporti a rullo
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
DN 15 - 32
DN 40 - 80
DN 110 - 150
oltre DN 150
DISPOSIZIONE INTERASSI
SPECIFICHE TECNICHE
2,5 m
3,0 m
4,5 m
5,5 m
pagina n° 18
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.8 - Coibentazione Termica per Tubazioni
4.8.1 - Rete Calda e Fredda
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ campo di applicazione
ƒ tipo
ƒ conduttività termica utile a tm 0 °C
ƒ fattore di controllo della diffusione del vapore µ
ƒ classe di reazione al fuoco
ƒ Marchio
ƒ posa in opera
ƒ finitura con ODPLQDLQ39&ULJLGR
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
- spessore del coibente pari al 100% del diametro esterno del
tubo in tutti i tratti correnti all’esterno;
- spessore del coibente pari al 50% del diametro esterno del tubo
per le tubazioni di distribuzione all’interno dei locali tecnologici
e per le dorsali distributive principali ;
isolante altamente flessibile in gomma sintetica espansa a celle
chiuse
</= 0,036 W/mK
≥ 7000 (secondo DIN 52615)
1 con omologazione da parte del Ministero dell’Interno (in
conformità a UNI 8457 e UNI 9174)
di conformità e/o dichiarazione di conformità (D.M. 26/06/84,
art. 2.6-2.7)
per infilaggio; dove ciò non fosse materialmente possibile
attraverso taglio longitudinale, con successivo ripristino
mediante adesivo prescritto dal produttore, nei punti di
giunzione di testa incollare ogni terminale di isolante sulla
tubazione stessa ed incollare fra di loro le parti terminali
dell'isolante utilizzando sempre collante prescritto dal
produttore
nei tratti a vista
pagina n° 19
A) DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE DI FRAZIONE ANTAGNOD CON RIQUALIFICAZIONE
DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
E
B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
4.9 - Verniciatura Antiruggine
Le tubazioni, gli staffaggi e la carpenteria non zincata dovranno essere protette da due mani di antiruggine.
Il primo strato di vernice dovrà essere rosso, mentre il secondo strato (a vista) dovrà essere grigio.
Gli staffaggi e tubazioni non coibentate dovranno essere verniciati a due mani a finire con i colori distintivi.
Gli staffaggi realizzati in cantiere dovranno essere verniciati in azzurro chiaro
4.10 - Valvole, Saracinesche, Filtri e Rubinetterie
Generalmente previsti per una pressione nominale pari ad una volta e mezzo la pressione di esercizio.
4.10.1 - Valvole di Intercettazione
4.10.1.1 - Rubinetto di Scarico
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ attacco
ƒ dotazione
specifiche
rubinetto di scarico in materiale metallico
filettato ½”
tappo, attacco porta gomma e guarnizione
4.10.1.2 - Valvola di intercettazione a sfera
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
sfera
guarnizioni
a sfera
filettati
in ottone cromato duro
16
in acciaio cromato
in P.T.F.E.
4.10.1.3 - Valvola di intercettazione a sfera flangiata
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
sede e sfera
a sfera
flangiati
in ottone
16
in ottone cromato duro
4.10.1.4 - Valvola a Farfalla
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
PN
farfalla
a farfalla
flangiati
in ghisa
10/16
in cupro-alluminio
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 20
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4.10.2 - Valvole di ritegno
4.10.2.1 - Valvola di Ritegno Filettata
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
corpo
PN
valvola
molla
attacchi
in ottone
16
Rilsan
in acciaio inossidabile
filettati
4.10.2.2 - Valvola di Ritegno Flangiata
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
corpo
PN
valvola
molla
attacchi
in ottone
16
Rilsan
in acciaio inossidabile
flangiati
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 21
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4.10.3 - Filtri
4.10.3.1 - Filtro a Y filettato
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
retina filtrante
pressione di esercizio [bar]
aY
filettati
in bronzo
intercambiabile in acciaio inox, sezione 0,65 mm²
16
4.10.3.2 - Filtro a Y flangiato
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
retina filtrante
pressione di esercizio [bar]
accoppiamento
aY
flangiati
in ghisa
in acciaio inox, sezione 0,5 mm²
16
con controflange UNI 2278
4.10.4 - Giunti Antivibranti
4.10.4.1 - Giunto Antivibrante attacchi flangiati
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ attacchi
ƒ flange
ƒ PN
specifiche
giunto antivibrante per impianti di pompaggio e di distribuzione
di acqua (anche potabile)
flangiati
in acciaio galvanizzato
16 fino al DN 150, 10 oltre il DN 200 compreso
4.10.5 - Valvole di regolazione
4.10.5.1 - Valvola miscelatrice
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
tipo
attacchi
corpo
stelo
otturatore
kvs
servomotore
Comando elettrico
Temperatura massima del fluido
Miscelatrice e tre vie
Filettati
ghisa
Acciaio inox
Ottone
40 m3/h
Lineare con azionamento manuale
A 3 punti ( comune-apre-chiude )
130 °C
4.10.5.2 - Valvola di regolazione della portata agli scambiatori di calore
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Ad otturatore e tre vie
pagina n° 22
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ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
attacchi
corpo
Stelo ed otturatore
Sede
kvs
servomotore
Comando elettrico
Temperatura massima del fluido
SPECIFICHE TECNICHE
Filettati
Ottone
Acciaio
Acciaio
Kvs 10 m3/h per DN25, kvs 25 m3/h per DN40
Lineare con azionamento manuale
A 3 punti ( comune-apre-chiude ) o progressivo 0-10V
120 °C
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4.11 - Targhette Indicatrici e Colorazioni Distintive per Tubazioni
Una volta completata la coibentazione di tutte le tubazioni è necessario procedere ad un’accurata operazione
di finitura che prevede: l’applicazione di targhette indicatrici sulle tubazioni, sulle apparecchiature e sulle
valvole; queste dovranno essere posizione in ragione di almeno una ogni 6 metri di linea in vista, realizzate
in lastra di alluminio con lettere incise e dovranno essere avvitate o saldate alle tubazioni; dovranno essere
accuratamente indicate le posizioni che dovranno assumere le valvole, gli interruttori, i selettori, ecc...., nella
stagione estiva ed in quella invernale; tali targhette dovranno inoltre consentire una chiara interpretazione del
funzionamento e guidare le manovre di gestione anche da parte di personale non esperto;
l’applicazione di fasce colorate per il riconoscimento del fluido convogliato;
l’applicazione di frecce indicanti la direzione del flusso.
Sulle tubazioni in vista non coibentate è richiesta una verniciatura avente le suddette colorazioni.
Frecce direzionali per l’identificazione del flusso saranno applicate su tutte le tubazioni nei tratti
sopraindicati.
Uno o più pannelli riportante i colori con l’indicazione dei corrispondenti fluidi dovrà essere installato nelle
centrali tecnologiche.
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ posizionamento
ƒ fissaggio
specifiche
almeno ogni 6 metri di linea in vista
avvitate o saldate alle tubazioni
Con riferimento alla norma UNI 5634-65P (colori distintivi delle tubazioni convoglianti fluidi liquidi o
gassosi), la tabella di seguito riportata fornisce sinteticamente i colori distintivi per diversi fluidi.
SPECIFICHE TECNICHE
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COLORI
COLORI
BASE
Verde
Acqua
Grigio
Vapore ed acqua surriscaldata
Marrone
Oli minerali, oli vegetali, oli animali e combustibili
liquidi
Giallo ocra
Gas allo stato gassoso o liquefatti escluso l’aria
Violetto
Acidi e alcali
Azzurro chiaro
Aria
Nero
Altri liquidi
Rossi
Estinzione incendi
Giallo
Con bande nere oblique per pericolo
Azzurro
Assieme al colore di base verde, per
contraddistinguere le tubazioni convoglianti acqua
dolce, sia essa potabile o no
DI SICUREZZA
Di seguito sono riportati i colori distintivi per tubazioni convoglianti fluidi diversi secondo le norme ISO.
1) Acqua – colore base: verde
potabile
verde uniforme
non potabile e di spurgo
verde con barre nere
per riscaldamento
verde con barre gialle
per raffreddamento
verde con barre bianche
calda per lavorazione
verde con barre arancio
distillata (o condensata)
verde con barre azzurre
2) Aria – colore base: azzurro
condizionamento
azzurro uniforme
per trasporti o comandi
azzurro con barre gialle
compressa
azzurro con barre rosse
sotto vuoto
azzurro con barre bianche
di raffreddamento
azzurro con barre verdi
di scarico
azzurro con barre nere
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
3) Vapore – colore base: rosso
bassa pressione
rosso uniforme
alta pressione
rosso con barre gialle
surriscaldato
rosso con barre bianche
per riscaldamento
rosso con barre verdi
sotto vuoto
rosso con barre azzurre
di scarico
rosso con barre nere
4) Gas – colore base: giallo
di città
giallo uniforme
acetilene
giallo con barre arancio
idrogeno
giallo con barre rosse
ossigeno
giallo con barre bianche
azoto
giallo con barre verdi
metano
giallo con barre marroni
di scarico
giallo con barre nere
5) Acidi e basi – colore base: viola
solforico
viola con barre rosse
cloridrico
viola con barre arancione
nitrico
viola con barre bianche
soda caustica
viola con barre gialle
ammoniaca
viola con barre azzurre
di scarico
viola con barre nere
6) Oli – colore base: marrone
lubrificazione
marrone con barre viola
comandi oleodinamici
marrone con barre gialle
emulsionanti
marrone con barre verdi
nafta
marrone con barre arancio
minerali, esplosivi
marrone con barre rosse
di scarico
marrone con barre nere
SPECIFICHE TECNICHE
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5.0 - APPARECCHIATURE DI TERMOREGOLAZIONE
5.1 - Apparecchiature di termoregolazione
5.1.1 - Sonda di Temperatura ad Immersione
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
campo d’impiego [°C]
elemento sensibile
collegamento
pressione nominale
lunghezza della guaina
grado di protezione
-0...100
NTC 10 Kohm
2 fili
PN 10
7 x 68 mm
IP 54
5.1.2 - Sonda Esterna
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
campo d’impiego [°C]
elemento sensibile
costante di tempo
collegamento
grado di protezione
-40...+40
NTC 1 Kohm
10 min.
2 fili
IP 54
5.1.3 - Pressostato Differenziale per Acqua
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
tipo
grado di protezione
Potenza assorbita
Temperatura del fluido
Sovrappressione massima
Tensione massima di esercizio
Uscita di corrente
per acqua, utilizzato per la regolazione del gruppo di pompaggio
IP 54
1.5 W
Da 0 a 70 °C
25 bar
15 – 30 VDC
4 – 20 mA
5.1.4 - Regolatore modulante pressione differenziale
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Quadro di comando per fissaggio a parete.
Quadro di comando per la regolazione digitale, modulante delle
prestazioni di un sistema di pompaggio con pompa singola
oppure con più pompe (fino a 4 pompe in parallelo) dello stesso
modello e dotate di regolatore elettronico integrato e comando
con segnale analogico 0...10 V per l'adattamento delle prestazioni
impianto in base alle seguenti grandezze di comando
programmabili:
- Differenza di pressione - costante (dp-c)
- Differenza di pressione - variabile (dp-v)
Dotazione di serie:
- Unità di comando a microprocessore, disply LCD
retroilluminato e diodi LED per la segnalazione "Pronto",
"Blocco", "Funzionamento"; "pulsante rosso" (Dtasto rotante)
per la parametrazione del regolatore, conferma dati di ingresso,
riarmo blocchi, inserimento dati e selezione modo esercizio
Manule-0-Automatico per ogni pompa.
- Interruttore generale On/Off
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
- Parte di potenza per ogni pompa composta da interruttore
automatico di potenza e morsetti di collegamento
- Interruttore di revisione Rete-Emergenza per ogni pompa
- Armadio a muro in lamiera di acciaio verniciato con colore RAL
7032 struttura, unità completamente cablata, grado di protezione
IP 54, fissaggio a muro.
Funzioni di regolazione e comando:
- punto di lavoro liberamente selezionabile con limitazione del
carico max. pompa
- Regolatore PID
- Scambio pompe automatico e ottimizzazione dei tempi di
esercizio per gli impianti con più pompe
- Contaore esercizio singolo e globale
- Visualizzazione stati pompe
- Memoria errori con 9 segnalazioni di errore
- Addizione pompa automatico per 1 fino a 3 pompa(e) di punta
- Scambio pompe automatico in caso di blocco sulla pompa(e) in
attesa
- Breve avviamento di prova della(e) pompa(e) durante i periodi
di inattività, ogni 6 ore
- Rilevamento Live-Zero per il riconoscimento dell'interruzione
dei conduttori (ingresso sensore)
Comando e segnalazione a distanza degli stati di funzionamento:
- Spegnimento prioritari On/Off *)
- Segnalazione cumulativo blocco pompe
- Segnalazione blocco/funzionamento cumulativo con contatto in
commutazione libero da potenziale
- Contatto in apertura libero da pot. a cura del committente.
Quadro di comando adatto per il collegamento a reti trifase 3 x
400 V/50/60 Hz secondo IEC 60038
-Retri monofase 1x230 V/50/60 Hz secondo IEC 60038 (Fare
attenzione all'alimentazione delle pompe installate).
Completo di:
- Alimentatore (adatto per il montaggio a parete) per il
trasduttore di segnale quando utilizzato in abbinamento al
selezionatore di segnale.
- Amplificatore di segnale del sensore con linee superiori a 250 m.
5.1.5 - Regolatore di temperatura modulante
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Regolatore di temperatura modulante oppure on-off a 2 stadi.
GENERALITA'
Adatto alla regolazione PI di una temperatura a punto fisso con
eventuali limiti minimo e massimo di mandata. Comando
modulante a 3 punti oppure On-Off a 2 stadi. Comunicazione con
sistemi di telegestione mediante collegamento parallelo .
Sonde essenziali:
1 sonda regolazione principale.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Alimentazione: 230 V ~
Assorbimento: 3 VA.
Contenitore modulare DIN 53 x 115.
Protezione: IP 40.
Programmazione per mezzo di 4 tasti operativi e display numerico
a 3 cifre.
Comando modulante valvola con servomotore reversibile a 3
punti oppure comando On-Off a 2 stadi.
Limiti minimo e massimo temperatura di mandata.
Commutazione stagionale da contatto esterno.
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
5.1.6 - Impianto di supervisione impianto termico
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Inseritore pompe gemellari
ƒ Amplificatore e convertitore C-Bus ad alta potenza
ƒ Regolatore per sottostazioni di teleriscaldamento,
ad un solo scambiatore predisposto alla telegestione
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Alternanza automatica del funzionamento delle pompe
Inserzione automatica della pompa di riserva in caso di anomalia
di quella in funzione.
DATI TECNICI
Alimentazione : 230V AC±10% 50...60Hz
Potenza assorbita : 3VA
Portata contatti senza potenziale : 250V AC, 5(1)A
Montaggio : su binario DIN
Protezione : IP 40
Ingressi digitali :
– 1 x attivazione comando
– 2 x contatto anomalia/blocco pompe
Uscite digitali : 2 x comando pompe
Sistemi di comunicazione: Bus: per telegestione
Amplificazione della linea Bus e collegamento di:
– 1 computer locale di telegestione in modo diretto o in alternativa
con scheda ad innesto ACX 232
– 1 modem con collegamento RS 232
– 1 apparecchiatura con collegamento RS 232
DATI TECNICI
Alimentazione : 230V AC±10% 50...60Hz
Potenza assorbita : 5 VA
Montaggio : su binario DIN
Protezione : IP 40.
Regolazione della temperatura di mandata del circuito
secondario:
– a punto fisso
– compensata con la temperatura esterna
– in base alla richiesta dei regolatori collegati in C-Ring
– limiti di minima e massima.
Chiusura forzata della valvola del circuito primario:
– limite di minima apertura
– limite di minima portata circuito primario (da contatore di
colare). Limitazione apertura valvola del circuito primario:
– limite di massima apertura
– limite di massima portata/energia circuito primario (da
contatore di calore)
– limite di massima differenza di temperatura di ritorno primario
e secondario
– limite di massima temperatura di ritorno primario.
Comando pompa secondario in base alla richiesta di carico
termico. Cambio ora solare/legale.
Ingresso ON-OFF allarme o misura di portata per limitazioni
Ingresso ON-OFF allarme generico o per sonda rilevamento
perdite acqua. Ingresso ON-OFF allarme o per funzione "Tele
acceso" Allarmi per anomalie impianto, apparecchiatura, sonde
Funzione "Collaudo" per la verifica dei collegamenti elettrici agli
ingressi/uscite
DATI TECNICI
Alimentazione : 230V AC±10% 50...60Hz
Potenza assorbita : 5VA
Portata contatti senza potenziale : 250V AC, 5(1)A
Montaggio : su binario DIN
Protezione : IP 40
Ingressi analogici :
– 4 x NTC 10kȍ
– 1 x NTC 1kȍ
– 2 x Pt 1kȍ
Ingressi digitali :
– 1 x allarme o misura portata ad impulsi
– 1 x allarme o rilevazione perdita acqua
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B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
ƒ Contatori volumetrici ad ultrasuoni con lanciaimpulsi
ƒ Contatori volumetrici a turbina getto multiplo con
lanciaimpulsi
ƒ Contatori volumetrici a turbina woltmann con
lanciaimpulsi
ƒ Integratore elettronico di energia
ƒ Programma per supervisione
SPECIFICHE TECNICHE
– 1 x allarme o funzione "Teleacceso"
Uscite digitali :
– 2 x servomotore valvola circuito primario
– 1 x comando pompa circuito secondario
– 1 x segnalazione intervento limitazioni valvola
– 1 x segnalazione perdita acqua.
Completo di plug-in per comunicazione via BUS.
Alimentazione : 3,6VDC da integratore.
Pressione nominale : PN 16 / 25 bar
Attacchi filettati PN16 ;
Temperatura fluido 20÷130°C
Protezione IP 54
Cavo di collegamento : 4 x 0,5 mm2 x 2,5 m
Montaggio : indifferente
Certificazione : MID DE-07-MI004-PTB022
Classe di precisione : EN 1434 classe 2
Portate nominali: 6 – 20 m3/h
Misurazione della portata d'acqua nell'impianto
Da collegare agli integratori elettronici per il conteggio
dell'energia termica e/o frigorifera,del consumo dell'acqua calda
e/o fredda, omologati classe A
Pressione nominale : PN16
Protezione : IP 68
Lanciaimpulsi : a contatto reed
Cavo di collegamento : 2 x 0,5 mm2 x 2 m
Attacchi bocchettoni filettati maschio
Portata nominale 10 m3/h
Misurazione della portata d'acqua nell'impianto, da collegare agli
integratori elettronici per il conteggio dell'energia termica e/o
frigorifera, del consumo dell'acqua calda e/o fredda
Montaggio: orizzontale o verticale; Omologati CEE 75/33 in classe
B.
Pressione nominale : PN16
Protezione : IP 68
Lanciaimpulsi : a contatto reed
Cavo di collegamento : 2 x 0,5 mm2 x 3 m
Attacchi : flangiati
Portate nominale 15 – 32 m3/h
Misura della portata rilevata da contatori volumetrici.
Misura delle temperature di mandata e ritorno con 2 sonde a
corredo e calcolo della differenza di temperatura. Calcolo
dell'energia termica e/o frigorifera. Disponibilità di 2 uscite ad
impulsi relative all'energia e alla portata. Commutazione
automatica della contabilizzazione in funzione del tipo di fluido
caldo o freddo. Allarmi per anomalie e/o per manomissione della
apparecchiatura.
DATI TECNICI
Alimentazione : 230V / 24V AC; +10%-15%; 50...60Hz; con pila
tampone al litio.
Potenza assorbita : 0,35VA
Montaggio : su binario DIN, a parete, sulla tubazione
Protezione : IP 54
Sonde di mandata e ritorno : 2 x Pt 1kȍ fornite in coppia
Ingressi e uscite : vedere tabella sotto
Sistemi di comunicazione : Bus: per telegestione
Telegestione di tutte le apparecchiature di comando e di
regolazione presenti negli impianti in modo:
– diretto
– tramite linea telefonica (fissa, GSM)
– rete ETHERNET
Acquisizione e memorizzazione degli allarmi e rilancio degli stessi
in forma vocale a telefoni fissi, e/o SMS a cellulari, ad altri
computer.
Visualizzazione, memorizzazione, elaborazione delle misure
(temperature, livelli, pressioni, ecc.) e degli eventi (stati, comandi)
Gestione da 1 a 239 apparecchiature con Bus per ogni unità
periferica.
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
5.1.7 - Cavo Bus
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
specifiche
- sezione 2x1.5 mm2
- twistato
- conduttori in rame rosso flessibile
- isolamento in PVC
- guaina antifiamma CEI 20-22II
- schermo in alluminio
ƒ tipo
5.1.8 - Cavidotto
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
specifiche
Cavidotto corrugato a doppia parete, parete interna liscia per
facilitare lo scorrimento dei cavi, realizzato in polietilene ad alta e
bassa densità non autoestinguente, conformità alla CEI EN 50086.
Resistenza alla compressione pari a 450N. Comprensivo di
manicotti di giunzione ed ogni ulteriore accessorio necessario alla
posa DE 110.
Saranno da intendersi compresi nella realizzazione dell’impianto di termoregolazione le prestazioni di
programmazione, supervisione all’installazione elettrica, messa in servizio e fornitura dei manuali operativi
comprendenti: studio e determinazione delle morsettiere dei quadri elettrici e contenimento dei relativi moduli; fornitura
degli elaborati prodotti e documentazione delle apparecchiature fornite; visite di controllo da parte di un Tecnico
Specializzato della casa costruttrice durante la fase di installazione e collegamento delle apparecchiature costituenti il
sistema; verifica del buon funzionamento e della rispondenza dei collegamenti delle morsettiere dei moduli; messa in
servizio delle apparecchiature. Dovrà essere effettuato un corso di istruzione del personale da svolgersi in loco nelle fasi
finali dell’avviamento e comprendente: visione generale del sistema, set di istruzioni, programmi di utilità, analisi e
familiarizzazione con la configurazione specifica del sistema in atto, programmi applicativi ed addestramento all’uso.
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
6.0 - IMPIANTO IDRICO
6.1 - Centrale idrica
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Inseritore pompe gemellari
specifiche
Centrale idrica diametro 3/4" composta dai seguenti elementi:
- n°2 Manometri campo di misurazione da 0 a 16 bar. Attacco da
3/8". Posizione radiale. Completi di rubinetto manometro campione. Pressione massima di esercizio 15 bar. Campo di
temperatura 5/90°C. Completi di riccio ammortizzatore in rame
cromato da 3/8".
- n°1 Riduttore di pressione con cartuccia estraibile d.3/4", corpo
in lega antidezincificazione, attacchi maschio a bocchettone,
pressione massima a monte 25 bar, pressione di taratura a valle
da 0.5 a 6 bar, temperatura massima di esercizio 80°C, completo
di manometro a valle del riduttore.
- n°1 Filtro autopulente manuale d.3/4" per acqua potabile per un
filtraggio di corpi estranei fino a 90 micron. Sistema di pulizia
manuale a espulsione dei corpi.
- raccordi: 3/4";
- portata massima: 3,5 m³/h;
- finezza di filtrazione: 90 µm;
- pressione di lavori min/max: 2/16 bar;
- n°6 Valvole a sfera d.3/4" a passaggio totale in ottone, attacchi
filettati, sfera in ottone cromato duro, guarnizioni P.T.F.E..
- n°2 Valvole a sfera d.1/2" a passaggio totale in ottone, attacchi
filettati, sfera in ottone cromato duro, guarnizioni P.T.F.E. per
prelievo campione acqua.
- n°1 Valvola di ritegno a molla con corpo in ottone, molla in
acciaio inossidabile.
- n°5 mt di tubo in acciaio zincato serie media a norma EN 10255,
compresa la raccorderia in ghisa malleabile zincata, i pezzi
speciali, le staffe di sostegno, giunzioni e saldatura, verniciatura
dove necessario ed ogni altro onere.
Completo di isolamento flessibile in schiuma di gomma con
struttura a celle chiuse, per l’isolamento di tubazioni nei settori
climatizzazione ed industria del freddo. La struttura a celle chiuse
e la impermeabilità al vapore acqueo del materiale impediscono la
formazione d’acqua di condensazione sulle tubazioni fredde e
garantiscono un durevole risparmio d’energia. Conforme alla
legge 10/91. Spessore 19 mm.
- Lamina in PVC rigidoauto avvolgente con superficie liscia di
colore grigio. La lamina aderisce perfettamente a tutte le superfici
cilindriche preisolate. Leggerezza e maneggevolezza sono
prerogative pratiche di questo prodotto autoestinguente che non
gocciola e protegge l’isolamento migliorandone l’aspetto. Spessore
0.35 mm.
6.2 - Gruppo di caricamento impianto
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Inseritore pompe gemellari
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Gruppo compatto di caricamento automatico con disconnettore
tipo BA. Attacchi 3/4" M a bocchettone. Temperatura massima di
esercizio 65°C. Pressione massima di esercizio 10 bar. Fluido di
impiego acqua. Composto da:
-Disconnettore a zona di pressione ridotta controllabile, tipo BA,
conforme EN 12729. Corpo in lega antidezincificazione,
membrana e guarnizioni di tenuta in EPDM. Molla in acciaio
inox. Completo di imbuto di scarico con collare di fissaggio alla
tubazione di scarico;
pagina n° 32
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-Gruppo di riempimento pretarabile. Corpo, asta di comando e
parti mobili in ottone. Coperchio in PA66G30. Membrana e
tenute in NBR. Campo di regolazione 0,2÷4 bar. Completo di
rubinetto, filtro in acciaio inox con luce passaggio filtro Ø 0,28
mm e ritegno. Manometro con scala 0÷4 bar;
-Valvola di intercettazione a sfera in lega antidezincificazione.
Sfera in ottone. Tenute idrauliche in EPDM. Manopola a leva in
PA66G30;
-Filtro a monte con luce passaggio filtro Ø 0,4 mm;
-Coibentazione in EPS, densità 33 kg/m3.
6.3 - Unità di misura e allarme
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Inseritore pompe gemellari
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Unità di misura e allarme delle perdite idrauliche e della pressione
su impianti di riscaldamento e condizionamento. Adatto alla
misura delle microperdite e delle perdite più significative. Viene
misurata l'acqua, immessa nell'impianto del gruppo di carico
idraulico, con un misuratore di portata ad elevata sensibilità.
Contemporaneamente viene misurata con continuità la pressione
del'impianto. Tutte le misure possono generare allarmi locali e
telematici. Alimentazione 230 V, assorbimento 5 VA, protzione IP
40. Completo di sonda multipla che rileva portata e pressione.
pagina n° 33
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7.0 - ANTINCENDIO
7.1 - Estintori
7.1.1 - Estintori a polvere
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
parametri
specifiche
estintori a polvere
capacità estinguente
serbatoio
valvola di sicurezza
conformità
per classi di fuochi di tipo A/B/C
non inferiore a 33A e 89 B/C
in acciaio FeP 11 UNI 5867
tarata a 20/24 bar
alla prova dielettrica a 35 kV prevista dal D.M. 20/12/1982
7.2 - Cartelli indicatori
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ cartelli indicatori
materiale
realizzazione e caratteristiche
specifiche
regolamentari
alluminio
rispondenti alle vigenti normative
7.3 - Idranti interni
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ realizzazione
ƒ idranti interni
ƒ cassetta
lastra
ƒ lancia UNI 45
ƒ manichetta in tubo flessibile [m]
ƒ raccordo
ƒ diametro rubinetto idrante in ottone [“]
ƒ rete distributiva
specifiche
secondo normative vigenti
UNI 45
al fine del contenimento delle apparecchiature, da incasso in
lamiera di acciaio zincato verniciato grigio, con telaio in alluminio
anodizzato, dimensioni h x l x p 565 x 355 x 155 mm
in materiale plastico perfettamente trasparente preformattato alla
rottura
a più effetti con dispositivo di commutazione, costruzione in
alluminio con canna rivestita di PVC, diametro ugello 11 mm,
altezza 400 mm
20, completa di raccordi, struttura in nylon gommato, a norma
UNI 9487
per il collegamento allo sbocco dell’idrante
1" ½, con volantino di azionamento
realizzata con tubazioni di acciaio zincato
7.4 - Sprinkler
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ Ugello
ƒ Omologazione
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Ugello erogatore per impianti sprinkler a umido
Elemento sensibile a bulbo di vetro da 8 mm, finitura di colore
bianco con rosone del medesimo colore per installazione a vista
Approvato dal Concordato Italiano Incendi, a norma UNI 9491
pagina n° 34
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8.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI FLUIDOMECCANICI
Le modalità di collaudo per gli impianti tecnologici, ed in particolare di quello di condizionamento, dovranno essere
quelle successivamente riportate; queste, come richiesto dalla normativa vigente, sono relative alle indicazioni di
massima applicabili sempre e comunque per tutti gli impianti con caratteristiche generali (qualora le parti di opera
riportate siano ovviamente presenti e nell’oggetto dei lavori) ai sensi della legge 46/90. Per gli impianti di
condizionamento, dovrà essere fatto riferimento a quanto previsto dalla Norma UNI-CTI 5104.- Qualora si trattasse di
impianti particolari si rimanda alle prescrizioni dei VV.F. e/o agli organi di controllo quali I.N.A.I.L. ( ex I.S.P.E.S.L. ),
USL, ecc....
a) Impianto termico e di condizionamento
Durante l'esecuzione dei lavori e in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, si
effettueranno le seguenti verifiche e prove preliminari:
• verifica intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti corrisponda alle prescrizioni
contrattuali, che gli impianti siano stati ben completati, che i relativi impianti elettrici siano in ordine, che gli
ambienti siano chiusi e che le apparecchiature si possano avviare
•
verifica dei gruppi elettropompe relativamente alle curve caratteristiche, al corretto montaggio, che i giunti
antivibranti siano stati installati a dovere, che l’allineamento motore pompa sia perfetto, che i cuscinetti siano
lubrificati, che la rotazione sia nel verso giusto e senza impedimenti, che sia possibile misurare le pressioni a
monte e a valle e che i valori di temperatura e pressione all’aspirazione rientrino in valori che evitino fenomeni di
cavitazione
•
prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi, della chiusura delle tracce e della
costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti, ad una pressione di una volta e mezzo superiore a quella
corrispondente alla pressione massima di esercizio per 12 ore.
•
verifica che i circuiti siano stati pressati, scaricati e di nuovo riempiti, che siano state eliminate le sacche d’aria,
che sia perfetto il funzionamento dei gruppi automatici di riempimento, che tutte le valvole di sicurezza siano state
opportunamente tarate, che le valvole manuali e automatiche siano completamente aperte per le successive
operazioni di bilanciamento, che la pressione dei vasi di espansione sia come da indicazioni di progetto e
accertamento che l’intero impianto sia corredato di tutte quelle apparecchiature di misura e controllo della
temperatura, pressione, portata ecc... e che siano facilmente raggiungibili e manovrabili. Si ritiene positivo l'esito
della prova quando non si siano verificate fughe o deformazioni permanenti.
•
verifica intesa ad accertare che il montaggio degli apparecchi, rubinetterie, ecc... sia stato accuratamente
eseguito, che la tenuta sia perfetta e che il funzionamento di ogni singolo apparecchio sia regolare e corrisponda ai
dati prescritti.
•
verifica della procedura di bilanciamento con gruppi di pompaggio in stand by ed operativi a pieno regime
•
verifica delle caldaie, della loro installazione, della corretta posa in opera e della presenza di tutti gli accessori
necessari quali termometri e manometri, messa a punto del sistema.
•
Il collaudo finale dell'impianto termico avrà luogo:
- se la consegna avviene entro il 15 settembre:
entro il 31 gennaio dell'anno seguente
- se la consegna avviene dopo tal data:
entro il 31 dicembre dell'anno seguente.
Il collaudo dell’impianto di climatizzazione/condizionamento avrà luogo:
- se la consegna avviene entro il 30 giugno:
entro il 30 settembre dell'anno in corso;
- se la consegna avviene dopo tal data:
entro il 31 dicembre dell'anno seguente.
Durante il collaudo si dovrà verificare che tutte le condizioni di progetto e le clausole contrattuali siano state
rispettate. Se il collaudo parziale non desse esito favorevole, verrà ripetuto entro un mese, sempre che le condizioni
climatiche lo consentano. Nell'intervallo di tempo l'Assuntore dovrà provvedere a tutte le modifiche e sostituzioni
necessarie per ottenere la dichiarazione di collaudabilità e ciò senza alcun speciale compenso. Se queste modifiche
non potessero essere eseguite in tempo utile in rapporto alla stagione, il collaudo verrà rimandato all'inverno
successivo. Il collaudo definitivo avrà anche lo scopo di esaminare accuratamente gli impianti al fine di constatarne
la perfetta consistenza e la piena efficienza di ogni loro parte agli effetti della consegna definitiva. L'esito del
collaudo sarà verbalizzato.
SPECIFICHE TECNICHE
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B) REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO A SERVIZIO DI EDIFICI COMUNALI
Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
N.B.: Come predisposto dal regolamento della Legge 10 e dalla Legge 46/’90 dovrà essere espressamente incaricato
“un responsabile dell’esercizio e della manutenzione” degli impianti in oggetto, il cui nominativo, completo di recapito
telefonico e reperibilità, dovrà essere esposto sul libretto di centrale, sul libretto di impianto e sul registro degli
interventi (da conservarsi in apposito locale). Tale soggetto dovrà provvedere come minimo ad effettuare tutte le
operazioni di manutenzione indicate nel presente capitolato con completamento delle fasi di manutenzione secondo
quanto espressamente predisposto dalla committenza e secondo quanto espressamente riguardante la buona tecnica
manutentiva riportata dalle norme UNI 10224, UNI 10144 ÷ 10148 e CEE 92/50 “Direttiva sulla manutenzione delle
opere di Ingegneria”. Qualora le specifiche non fossero comprese nelle predette prescrizioni saranno applicate le
direttive dell’USL competente.
b) Impianto idro-sanitario
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate. Le modalità di esecuzione dei lavori e delle verifiche saranno
conformi alle norme UNI vigenti e comprenderanno:
•
La verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti,
qualitativamente e quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
•
Una prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi e della chiusura delle tracce e,
possibilmente, prima della costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti, ed in ogni modo, per le
condutture dell'acqua calda ad impianto ultimato prima di effettuare le prove di cui ai seguenti punti 3 e 4 ad una
pressione di 400 KPa superiore a quella corrispondente alla pressione normale di esercizio e mantenendo tale
pressione per 12 ore. Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verificheranno perdite o deformazioni
permanenti.
•
Una prova di tenuta a caldo e di dilatazione per controllare gli effetti della dilatazione nelle condutture degli
impianti di acqua calda, con una temperatura di 60°C. e mantenendovela per tutto il tempo necessario per l'accurata
ispezione delle condutture e dei serbatoi. Si riterrà positivo il risultato quando le dilatazioni non abbiano dato luogo
a perdite e deformazioni permanenti.
•
Una prova di circolazione dell'acqua calda, dopo effettuata quella di cui al precedente punto 3, ad una
temperatura del fluido uguale a quella di regime. Si riterrà positivo l'esito della prova quando, a tutte
indistintamente le utenze di erogazione degli impianti, l'acqua calda arriverà alla temperatura prescritta.
•
Una prova di circolazione dell'acqua fredda. Si riterrà positivo l'esito della prova quando l'acqua arriva a tutte
indistintamente le utenze degli impianti nelle quantità prescritte.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite da degli incaricati della D.L., in contraddittorio con la Ditta
installatrice e di esse e dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
c) Impianto di termoregolazione
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
•
verifica preliminare intesa ad accertare il corretto montaggio, cablaggio e interfacciamento delle differenti
componenti dell’intero sistema per verificarne le prescrizioni contrattuali.
•
prova di autodiagnostica funzionale del sistema operativo mediante immissione dati di input con controllo dei
risultati di output
•
ciclo di prova della gestione delle differenti funzioni operative dell’intero circuito in condizione di carico
massimo.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite da degli incaricati della D.L., in contraddittorio con la Ditta
installatrice e di esse e dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
d) Impianto elettrico
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
• verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
• verifica intesa ad accertare che il montaggio dei componenti sia stato accuratamente eseguito e che il
funzionamento di ciascuna parte sia regolare e corrispondente alle norme vigenti.
Ÿ Il collaudo finale servirà per accertare:
∗ il corretto funzionamento di apparecchiature, circuiti principali, circuiti ausiliari e protezioni
∗ la sfilabilità dei cavi; si procederà ad estrarre un cavo dal tratto di tubo compreso tra due cassette e scatole
successive e nell'osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso. In caso di esito non favorevole
fermo restando l'obbligo per l'installatore di modificare gli impianti, la prova sarà ripetuta su un altro tratto:
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
∗
∗
∗
∗
∗
∗
∗
qualora anche la seconda prova fornisse esito sfavorevole, la verifica della sfilabilità sarà estesa a tutti gli
impianti utilizzatori
La resistenza di isolamento: la misura sarà eseguita mediante un ohmetro la cui tensione continua sia circa 125V,
in caso di misura su parti di impianto con tensione nominale superiore a 50 V. Durante le misure gli apparecchi
utilizzatori saranno disinseriti.
Il collegamento alla rete di terra: allo scopo sarà seguita una misura della resistenza di terra
La corrispondenza tra fasi e colorazione
L'equilibratura e la ripartizione dei carichi
L'esatta taratura delle protezioni
La continuità delle grandi masse metalliche
La caduta di tensione.
e) Impianto antincendio
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, saranno
effettuate le verifiche e le prove sotto specificate:
• La verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
• Una prova idraulica delle condutture, prima dell'applicazione degli apparecchi e della chiusura delle tracce e,
preferibilmente, prima della costruzione dei pavimenti e dei rivestimenti delle pareti ad una pressione di 1000 KPa.
Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verifichino perdite o deformazioni permanenti.
• Una verifica finale intesa ad accertare che il montaggio degli idranti e delle condutture sia correttamente eseguita e
che sia garantita la portata e la pressione prevista in progetto.
Le verifiche e le prove di cui sopra saranno eseguite dalla D.LL., in contraddittorio con la Ditta installatrice e di esse e
dei risultati ottenuti si compilerà di volta in volta regolare verbale.
SPECIFICHE TECNICHE
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IMPIANTI ELETTRCI
9.0 - PREMESSA
Gli impianti elettrici e di servizio dovranno essere eseguiti in conformità degli schemi dell'allegato progetto.
Essi sono stati progettati considerando:
Tensione di esercizio
: 400/230 V
Sistema di distribuzione
: TT
Corrente di impiego
: In ≥ Ib
Corrente di corto circuito
: 10 kA
Nell’esecuzione degli impianti tutti i circuiti a diverso livelli di sicurezza, a diversa tensione, ed a diversa funzione
verranno segregati fisicamente viaggiando in canalizzazioni e tubazioni diverse così separate:
- circuiti normali f.m. e luce
- circuiti correnti deboli e bassa tensione
- circuiti di emergenza
- circuiti di sicurezza
- circuiti ed impianti telefonici
- circuiti ed impianti di cablaggio
- impianto di rivelazione incendi
- impianto TV
Tutti gli impianti ed i componenti dovranno essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme, scelti e
messi in opera secondo le caratteristiche dei diversi ambienti. In particolare, dovranno possedere il marchio di
conformità dei paesi membri della Comunità Europea o Internazionale.
Essi dovranno essere realizzati in conformità alle vigenti normative ed in particolare:
- alle prescrizioni di legge in materia antinfortunistica;
- alle prescrizioni di legge in materia di cliniche private;
- alle Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (C.E.I.);
- alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei V.V.F.;
- alle prescrizioni ed indicazioni degli enti fornitori di energia e servizio telefonico.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 38
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10.0 - FORZA MOTRICE E LUCE
10.1 - Quadri Generali
Specifiche tecniche e costruttive
Tensione nominale di isolamento
Tensione nominale di tenuta ad impulso
Tensione nominale di esercizio
Frequenza nominale
Sistema di collegamento a terra
Grado di protezione
Forma di segregazione
Tipo di installazione
Alimentazione
Partenze
Verniciatura e trattamento delle parti
metalliche a vista
ƒ Altitudine
ƒ Temperatura ambiente massima
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Fino a 1000V
8kV
400V
50Hz
TT
IP55/IP40
Segregato
Interno per posa fissa
Dall’alto/basso con cavi
Dall’alto/basso con cavi
RAL 7030
ƒ Temperatura ambiente minima
Fino a 1000m s.l.m.
40°C con umidità relativa 50%
20°C con umidità relativa 90%
- 20°C
Specifiche tecniche
Ogni quadro sarà completo di serratura di sicurezza a chiave. Ciascun quadro sarà corredato di certificazione. I quadri
dovranno essere posizionati in modo da non essere di intralcio alle vie di esodo e durante le operazioni di evacuazione.
Dovranno essere altresì installati in modo da non essere causa di urti accidentali.
Il quadro generale e i quadri di zona dovranno disporre di linee di alimentazione entranti e di spazio libero al loro
interno sufficienti a poter garantire, in tempi successivi al presente appalto, la distribuzione della necessaria energia
elettrica da asservire alle aule speciali una volta noti i reali arredi ed equipaggiamenti tecnologici.
I quadri dovranno essere costituiti da un insieme continuo di unità modulari verticali prefabbricate, denominate
pannelli, fissate le une alle altre tramite bulloni, in modo da realizzare una struttura rigida che possa essere sollevata a
mezzo di appositi golfari.
Ciascun pannello dovrà essere formato da una struttura metallica autoportante rigida ed indeformabile, costituita da
profilati a "C" in lamiera di acciaio con fori ad intervallo di 25 mm secondo le norme DIN 43660, racchiusa
completamente da lamiera metallica anche su fianchi e sul tetto.
Il fronte del quadro dovrà essere realizzato con porte incernierate e dotato di serrature con chiavi asportabili, unificate.
Particolare cura dovrà essere posta nello studio delle canalizzazioni per la circolazione naturale dell'aria, all'interno del
quadro, che dovrà garantire il raffreddamento delle sbarre, delle connessioni e delle apparecchiature di potenza. I
percorsi di canalizzazione dell'aria dovranno comunque garantire la compartimentazione delle celle, per evitare che
eventuale sviluppo di aria ionizzata all'interno di una cella vada ad interessare altre parti in tensione.
I componenti del quadro in plastica dovranno essere privi di alogeni e autoestinguenti secondo le norme DIN/VDE 0304
parte 3.
Gli scomparti dovranno essere realizzati in modo da permettere eventuali futuri ampliamenti sui lati del quadro, con
l'aggiunta di ulteriori scomparti.
La carpenteria, trattata a SENDZIMIR, dovrà avere lo spessore di:
- 20/10 mm per la struttura portante
- 15/10 mm per le portelle frontali
Ciascuno scomparto dovrà essere realizzato e costituito da celle contenenti i vari componenti elettrici e meccanici come
a seguito descritto e separate tra loro con lamiere di segregazione avente grado di protezione IP20; pertanto, nell'ambito
dei vari scomparti, si dovranno individuare le seguenti celle/zone tipiche:
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
- Zona sbarre collettrici (principali e di distribuzione)
- Zona apparecchiature
- Zona cavi di potenza
Le celle tipiche dovranno avere le caratteristiche costruttive seguenti:
ZONA BARRE COLLETTRICI
Le barre principali e di distribuzione saranno situate sul retro del pannello per garantire :
- Possibilità di inserimento di due sistemi barre principali
- Realizzazione di un solo sistema di sbarre nelle installazioni doppio fronte.
- Equa distribuzione della corrente grazie alla alimentazione al centro delle barre di distribuzione.
Le sbarre dovranno essere accessibili dal retro e/o dal fronte dello scomparto, mediante l'asportazione di lamiere,
utilizzando adatti attrezzi.
Le sbarre omnibus di ogni singolo scomparto, dovranno essere provviste di opportuni attacchi per permetterne la
connessione alle sbarre omnibus degli scomparti limitrofi in modo tale da formare un condotto sbarre unico.
Le giunzioni delle sbarre dovranno essere trattate chimicamente per evitare l'aumento delle resistenze di contatto.
ZONA APPARECCHIATURE
La dimensione base della griglia di montaggio tridimensionale dovrà essere di 25 mm in modo da offrire le premesse
per combinare tra di loro moduli di diversa grandezza - un vantaggio di sicura utilità per future modifiche od
ampliamenti.
Un'ulteriore suddivisione della zona apparecchi per mezzo di ripiani supplementari orizzontali riduce eventuali pericoli
derivanti dalla caduta di minuteria (arco elettrico) o dal contatto con componenti vicini sotto tensione.
ZONA CAVI DI COLLEGAMENTO
La zona cavi di potenza dovrà essere posizionata nella parte laterale destra dello scomparto (in basso per gli scomparti
con interruttori aperti) e dovrà essere accessibile tramite apertura di portella incernierata e messa a terra.
Adatte feritoie di ventilazione dovranno assicurare una idonea areazione, rispettando comunque le esigenze di
compartimentazione.
Sulla sul tetto dello scomparto dovrà essere prevista un'apertura per il passaggio dei cavi di potenza negli appositi
cunicoli sottoquadro o nelle passerelle.
Il quadro dovrà essere percorso longitudinalmente da una sbarra elettrica di terra in rame solidamente imbullonata alla
struttura metallica.
Tutta la struttura e gli elementi di carpenteria dovranno essere francamente collegati fra loro mediante viti speciali, per
garantire un buon contatto elettrico fra le parti. Le porte dovranno essere collegate alla struttura metallica tramite
trecciole flessibili in rame, aventi sezione minima di 16 mmq.
La messa a terra dell'interruttore dovrà essere assicurata durante l'estrazione per mezzo di una pinza strisciante su un
pattino di rame collegata direttamente alla sbarra di terra.
Tutta la struttura metallica degli scomparti dovrà essere opportunamente trattata e verniciata in modo da offrire una
ottima resistenza all'usura.
L'aspetto delle superfici dovrà essere semilucido, satinato. Il punto di colore dovrà essere GRIGIO RAL 7032
(interno/esterno).Lo spessore minimo della finitura dovrà essere di 50 micron.
INTERRUTTORI
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche dovranno essere fra loro intercambiabili.
Il tipo di innesto tra parte mobile e parte fissa dovrà essere tale da assicurare il perfetto contatto delle superfici anche in
caso di non preciso allineamento dell'interruttore durante l'inserzione.
Per gli interruttori in esecuzione aperta, al fine di ottenere la massima sicurezza per l’operatore, dovrà essere garantito il
doppio isolamento e quindi la netta separazione tra circuiti di potenza e circuiti ausiliari.
Gli interruttori aperti dovranno inoltre garantire la totale segregazione tra le fasi e, in caso di necessità, dovrà essere
possibile ispezionare le camere di interruzione e lo stato di efficienza dei contatti principali.
Per conferire una notevole resistenza alle sollecitazioni termodinamiche in
dovranno avere la struttura portante realizzata in lamiera di acciaio.
SPECIFICHE TECNICHE
corto circuito, gli interruttori aperti
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
Gli interruttori di tipo SCATOLATO dovranno avere i circuiti ausiliari segregati elettricamente dai circuiti di potenza e
dovranno poter essere installati ed ispezionati dal fronte dell'apparecchio senza togliere il coperchio di protezione. I
circuiti di potenza, e quindi le camere di interruzione, dovranno poter essere a loro volta ispezionati togliendo il
suddetto coperchio in modo da poter rendere visibile lo stato di usura dei contatti.
TIPI ED ESECUZIONI
Gli interruttori dovranno essere di tipo SCATOLATO per correnti ininterrotte nominali sino a 1250A e di tipo
APERTO per correnti ininterrotte nominali superiori, in esecuzione (salvo diversa precisazione) :
- ESTRAIBILE montati su carrello, dovranno quindi potere assumere le seguenti posizioni rispetto alla relativa parte
fissa, determinate da altrettante posizioni fisiche dell'interruttore:
- inserito: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati
- estratto: circuiti principali e circuiti ausiliari scollegati, l'interruttore è ancora nella cella
- rimosso: circuiti principali e circuiti ausiliari scollegati, l'interruttore è asportato dalla cella
La manovra di estrazione (sezionamento) di tutti gli interruttori (scatolati e aperti) in esecuzione estraibile, al fine di
garantire i più elevati livelli di sicurezza, dovrà poter essere effettuata con portella del quadro chiusa.
COMANDI
Il comando degli interruttori di tipo APERTO dovrà essere di tipo ad accumulo di energia con manovra a mezzo molle
precaricate con apposito motoriduttore.
Le manovre di chiusura ed apertura dovranno essere indipendenti dall'operatore. Tale comando dovrà essere a sgancio
libero assicurando l'apertura dei contatti principali anche se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una manovra
di chiusura; partendo da interruttore con molle cariche dovrà essere possibile il seguente ciclo senza dover effettuare la
ricarica:
- chiusura/apertura oppure
- apertura/chiusura/apertura.
Il comando degli interruttori di tipo scatolato dovrà essere di tipo manuale a leva in apertura e in chiusura a sgancio
libero indipendente dalla pressione sulla leva e dalla velocità dell’ operatore.
Dove previsto dagli schemi unifilari dovrà essere adottato apposito comando a motore
SGANCIATORI DI MASSIMA CORRENTE
Tutti gli interruttori dovranno essere dotati di sganciatori di massima corrente sulle tre fasi e, quando previsto, sul
neutro.
In particolare:
1. gli interruttori di tipo scatolato dovranno essere dotati , dove richiesto, di relè a microprocessore, avente le seguenti
funzioni:
- protezione di sovraccarico, corto circuito istantaneo.
Dovranno inoltre avere le seguenti gamme di regolazione idonee per realizzare la massima flessibilità nella protezione
dei cavi in conformità alle Norme CEI 64.8:
sovraccarico:
c.to c.to istantaneo:
0,4 .... 1 x In
1.5 .... 12 x In
T int. t1 = 3 ÷18s
Tali relè di protezione dovranno essere alimentati dai trasformatori di corrente interni all'interruttore ad accezione dei
moduli con funzione di misura e dialogo i quali potranno essere alimentati da sorgente ausiliaria.
SPECIFICHE TECNICHE
pagina n° 41
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
I relè protezione a microprocessore dovranno essere conformi alle norme IEC 801/3 riguardanti l'immunità
elettromagnetica delle apparecchiature di protezione.
2. gli interruttori di tipo scatolato non dotati di relè elettronico dovranno essere equipaggiati con relè termomagnetico
avente le seguenti funzioni:
protezione da sovraccarico
protezione da corto circuito istantaneo
Là dove richiesto dallo schema elettrico si dovrà prevedere il modulo differenziale regolabile in tempo e in corrente e
insensibile ai disturbi elettromagnetici secondo la norma IEC 801
3. gli interruttori di tipo modulare dovranno essere equipaggiati con relè termomagnetico avente le seguenti funzioni:
protezione da sovraccarico
protezione da corto circuito istantaneo
Là dove richiesto dallo schema elettrico si dovrà prevedere il modulo differenziale di taratura indicata.
Il comando degli interruttori dovrà essere del tipo diretto a mano con leva a scatto rapido avente manovra indipendente
dall’operatore conforme alle Norme CEI 16-5 e CEI 64-8/5.In particolare il comando degli interruttori di tipo scatolato
dovrà essere a manovra manuale a sgancio libero indipendente dalla pressione sulla leva e dalla velocità dell’operatore.
SERIE DI ACCESSORI PER COMPLETAMENTO QUADRI
Morsetti
Le morsettiere dovranno essere ad elementi componibili fissate su profilato.
I morsetti dovranno essere realizzati con classe di isolamento secondo IEC 85, con materiale conduttore di ottone, rame
o altro materiale ad alta conduttività e dovranno essere del tipo antiallentante.
Dovranno essere previsti setti sulle morsettiere per separare
circuiti diversi.
Targhette di identificazione
Tutte le apparecchiature dovranno essere contraddistinte da una targhetta di identificazione del circuito di appartenenza,
fissata sul quadro in corrispondenza dell'apparecchio stesso.
Inoltre, su ogni apparecchio dovrà essere riportata la sigla prevista nello schema elettrico.
Le targhette dovranno essere fissate mediante viti o con adesivi.
Sulle portelle degli scomparti dovranno essere riportate le targhette indicatrici per gli apparecchi di segnalazione e
comando.
Per le apparecchiature all'interno degli scomparti dovranno essere previste delle targhette di tipo adesivo.
I quadri dovranno riportare, in luogo ben visibile, una targa metallica indicante il nome del costruttore, il numero di
serie, la data di fabbricazione ed i dati tecnici dei quadri, quali la tensione nominale, la frequenza, la corrente delle
sbarre ed anche la corrente di corto circuito simmetrica e di picco sulle sbarre stesse.
Il quadro, inoltre, dovrà essere completo dei seguenti accessori:
- porta targhette conglobato nella mostrina dell'interruttore (modulari compresi)
- doppi ferri di sollevamento fissati in più punti della colonna
- serie di leve e di attrezzi speciali (per gli apparecchi)
- tabelle e schemi funzionali
- schemi unifilari e fronte quadro
- manuali di istruzione e di installazione del quadro e delle apparecchiature principali
- certificati di collaudo e delle prove di tipo richieste
Il costruttore dovrà fornire la seguente documentazione in fase di offerta:
-Dimensioni
-Disegno fronte quadro
-Elenco materiali
-Caratteristiche principali dei componenti
-Suddivisione per la spedizione
In fase d’ordine:
-Disegni ingombri e fondazioni (eventuali)
SPECIFICHE TECNICHE
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-Disegni fronte quadro definitivo
-Schema unifilare per circuiti di potenza
-Schema multifilare per circuiti ausiliari
-Identificazione conduttori
-Disegni delle morsettiere
-Indicazione sistema di fissaggio
In fase di collaudo:
-Rapporto di collaudo per le seguenti prove e verifiche:
1) Verifica funzionamento e cablaggio
2) Verifica isolamento e frequenza industriale
3) Verifica misure di protezione
4) Calcolo dei limiti di sovratemperatura
5) Calcolo o tabella per la verifica della tenuta al corto circuito del sistema barre dei quadri.
-Dichiarazione di conformità alle norme
-Dichiarazione per la marcatura CE
-Cartelli monitori a corredo e tasca con schema
Gli schemi elettrici dovranno essere realizzati rispettando le indicazioni delle norme
CEI 3 - 33 ÷ 38.
COLLAUDO
Presso l’azienda costruttrice del quadro si devono effettuare le prove individuali previste dalla norma CEI EN 60439-1
anche in presenza del committente che potrà controfirmare il rapporto di collaudo.
Le prove da eseguire sono:
-Verifica della tensione d’isolamento a frequenza industriale
-Verifica delle distanze in aria e superficiali
-Verifica del funzionamento meccanico di tutte le apparecchiature
-Ispezione e controllo del cablaggio
-Prova di funzionamento elettrico di tutto il quadro
-Verifica dei mezzi di protezione e della continuità dei circuiti di protezione.
Il rapporto di collaudo deve far parte della documentazione allegata ai quadri.
10.2 - Centralini Modulari
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Grado di protezione
Tipo di installazione
Moduli
Portello
Involucro
Specifiche
IP40/IP55
da incasso/da parete
n.24/36/54
In plexiglas trasparente
In materiale termoplastico
Specifiche tecniche
Ogni quadro sarà completo di serratura di sicurezza a chiave. Ciascun quadro sarà corredato di certificazione. I quadri
dovranno essere posizionati in modo da non essere di intralcio alle vie di esodo e durante le operazioni di evacuazione.
Dovranno essere altresì installati in modo da non essere causa di urti accidentali.
NORME DI RIFERIMENTO
Il costruttore dovrà eseguire l’assemblaggio del quadro seguendo tutte le indicazioni delle principali norme CEI in
vigore alla data di riferimento e precisamente:
Norma CEI 23-51
Norma CEI 17-13
LEGGI DI RIFERIMENTO
La costruzione e l’installazione del quadro dovrà rispondere alle seguenti leggi:
SPECIFICHE TECNICHE
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
Decreto ministeriale DM 22/01/08 n.37
Legge 791/77 - Direttiva Comunitaria 73/23 CEE
Decreto Ministeriale DM 23/7/79
Legge 186/68 - Direttiva Comunitaria 83/189 CEE
DPR 547 - 27/10/55
Decreto Legislativo 81/08
10.3 - Apparecchiature di comando e prese
10.3.1 - Comandi (interruttori, deviatori, pulsanti e simili) e prese a spina
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ apparecchi da impiegare
ƒ installazione
ƒ portata interruttori [A]
ƒ prese
ƒ serie
ƒ comandi e le prese
specifiche
da incasso modulari e componibili con altezza 45 mm
nei quadri elettrici in combinazione con gli apparecchi a modulo
normalizzato (europeo).
10
di sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di
apparecchi atti a realizzare un sistema di sicurezza e di servizi, fra cui
impianti di segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli
ambienti
consentire l’installazione di almeno 3 apparecchi nella scatola
rettangolare fino a 3 apparecchi di interruzione e 2 combinazioni in
caso di presenza di presa a spina nella scatola rotonda
installati su scatole da parete con grado di protezione IP40 e / o IP55
sulla base di quanto indicato sugli elaborati progettuali.
10.3.2 - Quadro gruppo prese preassemblato IP65
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Caratteristiche
ƒ Gradi di Protezione
ƒ Materiale
ƒ Tensione di esercizio
specifiche
Quadro gruppo prese preassemblato composto da:
- n.2 Prese IEC309 2P+T 16A;
- n.1 Presa IEC309 3P+N+T 16A;
- n°1 presa UNEL 10-16A IP55
- n.1 Interruttore 4P 16A 400V 6kA 0.03mA Curva C.
IP55
Termoplastica
400V 50Hz
Specifiche tecniche
Da utilizzarsi nei locali tecnici
10.3.3 - Interruttore stagno per manovre di emergenza
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ materiale
ƒ dimensioni esterne
ƒ grado di protezione
ƒ colore
specifiche
corpo in policarbonato autoestinguente
porta in vetro frangibile munita di serratura di sicurezza con 2 chiavi
pittogramma autoadesivo «rompere il vetro» ed etichetta utenze
145x200x70mm
IP55
rosso RAL3000
Specifiche tecniche
All’esterno dei compartimenti intercettati.
10.4 - Tubazioni e Scatole
10.4.1 - Tubi
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
di protezione dei cavi
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ƒ materiale
ƒ diametro interno del tubo
sotto intonaco
PVC pesante autoestinguente ai sensi della CEI 23-14
sotto pavimento o a vista
PVC pesante ai sensi della CEI 23-8 oppure in acciaio smaltato CEI 237 oppure in acciaio zincato UNI 3824-74
annegati nel calstruzzo
pighevoli antirinvenimento in materiale plastico colore arancione
interrati
PVC pesante CEI 23-8 o equivalenti
negli ambienti ordinari
diametro interno almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto ai
cavi contenuti con un minimo di 10 mm
negli ambienti particolari
diametro interno almeno 1,4 volte il diametro del cerchio circoscritto ai
cavi contenuti con un minimo di 16 mm
nei condotti
almeno 1,8 volte il diametro del cerchio circoscritto ai cavi contenuti
10.4.2 - Tubazione PVC rigida
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
normative di riferimento
materiale
tipologia
resistenza allo schiacciamento
Marchiatura
Diametri esterni
Accessori
specifiche
CEI 23-8 e tabella UNEL 37118-72
PVC serie pesante
autoestinguente in meno di 30 sec.
750 Nm/5cm
IMQ
16-25-32-40-50 mm
manicotti, curve, squadrette ispezionabili, raccordi a T ispezionabili.
10.4.3 - Cassette di derivazione stagne IP55
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ grado di protezione
ƒ materiale
dimensioni
ƒ colore
ƒ coperchio
specifiche
IP55
polimero con versioni media resistenza 75°C ed alta resistenza 115°C
per impegni speciali
100x100x50mm
120x80x50mm
150x110x70mm
190x140x70mm
240x190x90mm
grigio RAL 7035
grigio RAL 7035 oppure trasparente
10.5 - Passerella portacavi a filo
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipo
ƒ norme specifiche di riferimento
ƒ materiale
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Sistemi di passerella a filo metallico e loro accessori ad uso
portacavi e relative varianti
CEI 23-31
Filo di acciaio saldato, pressopiegato, zincato a caldo per
l’immersione dopo lavorazione.
Anche gli elementi di raccordo, giunzione, derivazione, le curve,
ecc. saranno in filo di acciaio saldato, pressopiegato, zincato a caldo
per immersione dopo lavorazione. Eventuali curvature delle
passerelle non dovranno avere un raggio inferiore ai 25 cm.
Le passerelle e gli elementi di completamento sopracitati, dovranno
avere una adeguata protezione contro il danneggiamento chimico
ed elettrochimico.
Il materiale accessorio per l’installazione, la bulloneria, gli
staffaggi, ecc. dovranno essere di acciaio zincato o cadmiato.
Le viti dovranno avere adeguata resistenza meccanica ed essere
provviste di dispositivo autoallentamento.
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ƒ Accessori
ƒ Dimensioni
I canali portacavi non dovranno essere usati come conduttore di
protezione, però, per garantire la protezione ai contatti indiretti, i
canali stessi saranno collegati ai conduttori di protezione, mentre i
vari tratti dei canali dovranno essere collegati fra di loro con
collegamenti idonei (Norma CEI 64-8).
Ogni tratto di canale e/o ogni elemento di completamento dovrà
disporre del contrassegno normalizzato indicante il punto di
collegamento del conduttore per la continuità elettrica
curve, raccordi a T, staffe, coperchi ed ogni accessorio per
l’installazione a regola d’arte.
150x60mm
I componenti costituenti il sistema dovranno riportare in maniera chiaramente leggibile ed indelebile le indicazioni
prescritte al punto 3.1.02 della norma CEI 23-31.
L’appaltatore dovrà fornire i dati caratteristici dei canali portacavi secondo quanto indicato al punto 3.1.01 della norma
CEI 23.31
10.6 - Cavi BT
10.6.1 - Sezioni Minime
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Specifiche
per soddisfare le esigenze di portata me resistenza ai corto circuiti e i
limiti ammessi per caduta di tensione
conduttori attivi [mmq]
Minimo 1,5 per impianti di energia
per impianti di segnalazione a correnti deboli [mmq] 0,5 in rame
rispondenza normativa di base per conduttori di terra CEI 64-8 Cap. IX:
conduttore neutro
stessa sezione del conduttore attivo fino alla sezione di 16 mmq in rame
(linee tripolari + neutro)
sezione inferiore al conduttore attivo, comunque non minore di 16
mmq, se il carico è equilibrato con neutro in grado di garantire la
portata ordinaria in servizio, sicurezza contro le sovracorrenti, stessa
sezione del conduttore di fase (linee unipolari + neutro)
conduttore di protezione
Sezione calcolata
conduttore di terra [mmq]
protetto contro la corrosione ma non meccanicamente, 16 in rame o 16
in ferro
non protetto contro la corrosione 25 in rame o 50 in ferro
conduttori equipotenziali supplementari [mmq]
fra massa e massa, uguale alla sezione del conduttore di protezione
minore
fra massa e massa estranea sezione uguale alla metà del conduttore di
protezione
fra due masse estranee o massa estranea e impianto di terra non
inferiore a 2,5 mmq in rame se protetto meccanicamente oppure 4 mmq
in rame se non protetto meccanicamente
ƒ dimensionamento
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
10.6.2 - Cavi unipolari isolati in PVC
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
unipolari flessibili a filo unico od in corde di rame
450/750V
isolati in polivinilcloruro non propagante l’incendio CEI 20-22 II, CEI
20-35
1.5mmq
2.5mmq
4mmq
6mmq
IMQ
N07V-K
Specifiche tecniche
SPECIFICHE TECNICHE
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Saranno previste condutture unipolari in tubo PVC per la realizzazione della distribuzione terminale UNICAMENTE a condizione
che le stesse siano sotto traccia in strutture incombustibili
10.6.3 - Cavi multipolari isolati in gomma
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ tipologia
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
Multipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato 0.6/1kV
0.6/1kV
isolati in Gomma qualità G7 e guaina esterna in mescola elastomerica
M1 non propagante l’incendio CEI 20-22 III e a ridottissima
emissione di fumi opachi e gas corrosivi 20-37
2.5mmq
4mmq
6mmq
10mmq
16mmq
bipolare, tripolare, quadripolare, pentapolare.
IMQ
FG7 OR
10.6.4 - Cavi unipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ Marchiatura
Sigla
specifiche
unipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato
450/750V
isolati in mescola elastomerica qualità G9 non propagante l’incendio
CEI 20-22 II, a bassa emissione di fumi e gas tossici CEI 20-38 e
corrosivi CEI 20-37
1.5mmq
2.5mmq
4mmq
6mmq
IMQ
N07G9-K
10.6.5 - Cavi multipolari isolati in gomma a bassa emissione di fumi e gas tossici
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ tipologia
ƒ tensione di riferimento Vo/V
ƒ materiale
ƒ sezioni
ƒ tipologia
ƒ Marchiatura
Sigla
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
Multipolari flessibili a filo unico od in corde di rame stagnato 0.6/1kV
0.6/1kV
isolati in Gomma qualità G7 e guaina esterna in mescola elastomerica
M1 non propagante l’incendio CEI 20-22 III e a ridottissima
emissione di fumi opachi e gas tossici CEI 20-38 e corrosivi 20-37
2.5mmq
4mmq
6mmq
10mmq
16mmq
bipolare, tripolare, quadripolare, pentapolare.
IMQ
FG7OM1
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11.0 - IMPIANTO DI TERRA
11.1 - Collegamento equipotenziale
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Descrizione
specifiche
L'opera in oggetto consiste in materiale vario per la realizzazione di
collegamento equipotenziale supplementare a masse estranee con
conduttore di collegamento 1G6 isolato in gomma in tubo termoplastico
autoestinguente incassato o a parete. Compresi i collegamenti elettrici
alla rete equipotenziale dell´edificio ed eventuali collari per le tubazioni
Specifiche tecniche
I suddetti collegamenti saranno da utilizzarsi per il collegamento equipotenziale di tutte le masse estranee verso terra
conformemente alle disposizione della norma CEI 64-12
11.2 - Verifica ed integrazione impianto di terra esistente
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
ƒ Descrizione
specifiche
Verifica costruttiva e funzionale dell'impianto di terra esistente ed
integrazione dello stesso conformemente alle norme vigenti (DPR
547/55, CEI 64-8, CEI 64-12) e certificazione ai sensi del DPR 462/2002.
Sono compresi esami a vista, misure strumentali, sostituzione di
componenti rientranti nella straordinaria manutenzione
Specifiche tecniche
Da eseguirsi per gli esistenti impianti di terra a servizio degli immobili in cui si ricaveranno i locali tecnici per le
sottostazioni della rete di teleriscaldamento.
12.0 - IMPIANTO DI ALLARME MANUALE E RIVELAZIONE INCENDIO
12.1 - Rivelatore Termovelocimetrico
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
Specifiche
L'opera in oggetto consiste in rivelatore termovelocimetrico avente le
seguenti caratteristiche:
- conformità alla EN 54 parte 7-9, possibilità di test tramite magnete,
installazione ad innesto su base intercambiabile con altri rivelatori
analogici della stessa serie, coppia di led per segnalazione allarmi a 360
gradi, calotta asportabile e schermo antinsetti per facilitazione della
pulizia, possibilità di inserzione di 198 dispositivi per loop, (99 sensori e 99
moduli di ingresso uscita), funzione di indirizzamento attraverso selettori
rotativi
- tensione di funzionamento 15/28Vcc
- temperatura di funzionamento da 0°C a +49°C
- aggancio allo zoccolo, compreso, tramite contatti autopulenti antisismici
- assorbimento in allarme: 5 mA a 24 Vcc
12.2 - Pulsante allarme indirizzato
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Descrizione
ƒ Certificazione
SPECIFICHE TECNICHE
Specifiche
- tensione di esercizio 24Vdc
- Assorbimento a riposo 0.21 mA
- N° massimo di pulsanti installabili per ogni linea 99
- Grado di protezione IP44
EN 54
pagina n° 48
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12.3 - Targa ottico-acustica
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Specifiche
Tipo
Ancoraggi
Segnalazione
Calotta
Pannello
A cassonetto luminoso di tipo convenzionale
A soffitto o a parete
Acustica a doppia tonalità
In materiale autoestinguente
Rosso con scritta a norma
12.4 - Cavo Bus rivelazione incendi
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
Specifiche
ƒ Descrizione
- Twistatura: passo =100mm circa
- Sezione: 2x1.5mmq
- Conduttori: rame rosso flessibile
- Guaina: resistente al fuoco, LS0H
- Schermo: on alluminio con filo di drenaggio
- Resistenza al fuoco min: 30 minuti
- ISolamento 450-750 V (grado 3)
- Conformità: CEI 20-36, CEI 20-45, CEI 20-22, CEI 20-37, UNI 9795
13.0 - IMPIANTO FONIA E DATI
13.1 - Punto di accesso alla rete
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
dimensioni standard
specifiche
n.2 connettori ad incastro UTP RJ45 Cat.6 e 1 modulo cieco
Possono essere montati sullo stesso Faceplate in alternativa od aggiunta altri tipi di
connettori come BNC, SC, ST, RCA, TNC, F, RJ25
Realizzato in materiale plastico e corredato di viti di fissaggio e targhette di identificazione
ai lati
Per scatola passo 503
13.2 - Cavo UTP Cat. 6E
Specifiche tecniche e costruttive
parametri
Descrizione
SPECIFICHE TECNICHE
specifiche
- designazione UTP CAT. 6
- conduttore in rame rosso rigido diam 0.51 mm
- isolamento in polietilene
- twistatura a coppie
- cordatura in strati concentrici
- guaina con mescola in PVC antifiamma
- impedenza caratteristica 100 ohm tra 1 e 100 Mhz
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14.0 - APPARECCHI ILLUMINANTI
14.1 - Plafoniere fluorescenti IP65 - lampada FL 2x36/58 W
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Grado IP
ƒ Corpo
ƒ Lampada
specifiche
IP 65
- corpo in policarbonato autoestinguente V2 stampato di colore grigio RAL 7035;
- guarnizione di tenuta iniettata ecologica antinvecchiamento;
- schermo in policarbonato autoestinguente V2, stabilizzato UV, trasparente stampato ad
iniezione con superficie esterna liscia ed interna prismatizzata;
- riflettore portacablaggio in acciaio zincato a caldo verniciato a base i poliestere bianco fissato
al corpo mediante dispositivi rapidi con apertura a cerniera;
- scrocchi a scomparsa filo corpo e staffe di fissaggio in accai inox;
- cablaggio elettronico
- cavi di cablaggio rigidi in PVC termoresistenti con sezione pari ad 1mm2 con pressacavo
PG13.5 in dotazione
- conformità normativa alla CEI EN 60598-1
- classe di isolamento I
- classe di temperatura T4
2x36W – 2X58W
14.2 - Plafoniera fluorescente d’emergenza IP40 tipo SE
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
specifiche
Grado di protezione
Classe di isolamento
Corpo
Tipo
Autonomia
Flusso nominale
IP 40
II
policarbonato autoestinguente
SE (solo emergenza)
1 ore
600lm
14.3 - Plafoniera fluorescente d’emergenza IP40 tipo SA con pittogramma
Specifiche tecniche e costruttive
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Parametri
Specifiche
Grado di protezione
Classe di isolamento
Corpo
Tipo
Autonomia
IP 40
II
policarbonato autoestinguente
SE (solo emergenza)
1 ore
14.4 - Modulo di Emergenza installato a bordo lampada
Specifiche tecniche e costruttive
Parametri
ƒ Grado di protezione
ƒ Tipo
ƒ Autonomia
Specifiche
Modulo di emergenza a bordo lampada per l'implementazione della funzione di apparecchi
SE (Solo Emergenza) all'interno di apparecchio dedicato all'illuminazione ordinaria, il
modulo dovrà avere caratteristiche adatte alla realizzazione dell'illuminazione di emergenza
in termini di tempo di ricarica, durata in emergenza, e flusso luminoso reso all'apparecchio
illuminante in maniera tale da rispondere a quanto prescritto dalla Norma UNI EN 1838.
SE (solo emergenza)
1 ore
Specifiche tecniche
Questo modulo verrà installato all’interno degli apparecchi non dotati di serie di modulo per la conversione da luce
ordinaria ad emergenza (Tipologia S.E.) al fine di renderli compresivi di tale funzionalità.
SPECIFICHE TECNICHE
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DELL'AREA CIRCOSTANTE E REALIZZAZIONE DI AUTORIMESSA INTERRATA
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Progetto Esecutivo Impianti Tecnologici
15.0 - DATI DI PROGETTO E PER L’ESECUZIONE
Prove dei materiali
L’Amministrazione appaltante indicherà preventivamente eventuali prove da eseguirsi in fabbrica sui materiali da
impiegarsi negli impianti oggetto dell’appalto.
Accettazione
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni non potranno essere posti in opera che dopo l’accettazione da parte
dell’Amministrazione appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro sette giorni dalla presentazione dei
campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. La ditta appaltatrice non dovrà porre in
opera materiali rifiutati dall’Amministrazione appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.
VERIFICHE E PROVE IN CORSO D’OPERA DEGLI IMPIANTI
Durante il corso dei lavori l’Amministrazione appaltante si riserva di eseguire verifiche e prove preliminari sugli
impianti o parti di impianti, in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni
del Capitolato speciale di appalto.
Le verifiche potranno consistere nell’accertamento delle rispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti, nel
controllo delle installazioni secondo le disposizioni convenute (posizioni, percorsi, ecc..) nonché le prove di isolamento
e di funzionamento ed in tutto quello che può essere utile allo scopo sopra accennato. Dei risultati delle verifiche e
prove preliminari di cui sopra si dovrà compilare regolare verbale.
PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI
Requisiti di rispondenza a norme, leggi e regolamenti
Gli impianti devono essere realizzati a regola d’arte, giusta prescrizione del D.M. 22.01.08 n°37. Le caratteristiche degli
impianti stessi nonché dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti alla data
di presentazione dell’offerta ed in particolare essere conformi :
- alle prescrizioni del VV.FF. ;
- alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
- alle norme UNI (Ente di Unificazione Italiano).
Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
Devono essere osservate le vigenti prescrizioni del DPR 27 aprile 1955 n. 547 e successive varianti, per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro, nonché le successive regolamentazioni e circolari inerenti prescrizioni e regolamentazioni da
ritenersi impegnative ai fini del presente lavoro non espressamente destinati a svolgimento di lavoro subordinato.
Prescrizioni riguardanti i circuiti
Cavi e conduttori.
a) isolamento dei cavi :
i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale
(Vo/V) non inferiori a 450/750 V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando
devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05.Questi ultimi, se posati
nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione
nominale maggiore;
b) Colori distintivi dei cavi :
i conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle
vigenti tabelle di unificazione CEI - UNEL 00722 - 74 e 00712. In particolare il conduttore neutro deve essere
contraddistinto esclusivamente con il colore blu chiaro ed il conduttore di protezione deve essere contraddistinto
esclusivamente con il colore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti , in
modo univoco per tutto l’impianto, dai colori : nero, grigi (cenere) e marrone;
c) sezioni minime e cadute di tensione massime ammesse :
le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti (affinché la caduta
di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto, saranno tuttavia possibili ulteriori limitazioni in funzione
delle alimentazioni specifiche, ad esempio le diagnostiche radiologiche non dovranno avere cadute di tensione superiori
a 1%) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente
ammesse, per i diversi conduttori dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL.
SPECIFICHE TECNICHE
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Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni , le sezioni minime ammesse sono:
- 1,50 mmq. per circuiti di segnalazione e telecomando;
- 1,50 mmq. per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione e per
apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 1,5 kW;
- 2,50 mmq. per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 1,5 KW e
inferiori a 3 KW;
d) sezione minima dei conduttori neutri:
la sezione dei conduttori non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in
circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq., la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella
dei conduttori di fase, con il minimo tuttavia di 16 mmq. (per conduttori in rame).
e) sezione dei conduttori di terra e protezione :
la sezione dei conduttori di terra e protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da
proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quanto di seguito riportato:
- conduttore di protezione con sezione pari a quella di fase nel caso in cui il conduttore di protezione appartenga alla
conduttura di alimentazione e pari a 6 mmq nel caso in cui sia posato in conduttura isolata.
- conduttore di terra pari a 35 mmq se in treccia di rame e 50 mmq se in treccia di alluminio.
PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DA BAGNO
Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione
I locali da bagno vengono suddivisi in 4 zone , per ognuna delle quali valgono regole particolari.
zona 0
E’ il volume delle vasca da bagno o piatto doccia : non sono ammessi apparecchi elettrici, come scalda acqua ad
immersione o simili .
zona 1
E’ il volume delle vasca da bagno o piatto doccia fino all’altezza di m. 2,25 dal pavimento : sono ammessi lo
scaldabagno (del tipo fisso, con la massa collegata al conduttore di protezione ) o altri apparecchi utilizzatori fissi ,
purché alimentati a tensione non superiore a 25 V, cioè con la tensione ulteriormente ridotta rispetto al limite normale
della bassissima tensione di sicurezza, che corrisponde a 50 V.
zona 2
E’ il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto doccia largo 60 cm e fino ad una altezza di m. 2,25 dal
pavimento . Sono ammessi oltre allo scaldabagno e agli altri apparecchi alimentati a non più di25 V, anche apparecchi
illuminanti dotati di doppio isolamento(classe II). Gli apparecchi installati nelle zone 1 e 2 devono essere protetti contro
gli spruzzi d’acqua(grado di protezione IPX4).
Sia nella zona 1 che nella zona 2 non devono esserci materiali di installazione, come interruttori , prese a spina , scatole
di derivazione ; possono essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad altezza superiore a
m. 2,25 dal pavimento. Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l’alimentazione degli apparecchi
installati in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico, gli eventuali tratti in vista necessari
per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori (per esempio con scaldabagno) devono essere protetti con tubo di
plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante.
zona 3
E’ il volume al di fuori sella zona 2 della larghezza di m. 2,40 (e quindi 3 m. oltre la vasca o la doccia):sono ammessi
componenti dell’impianto elettrico protetti contro la caduta verticale di gocce d’acqua (grado di protezione IPX1), come
nel caso dell’ordinario materiale elettrico da incasso IPX5 quando è previsto l’uso di getti d’acqua per la pulizia del
locale, inoltre l’alimentazione delle prese a spina deve soddisfare una delle seguenti condizioni:
a) bassissima tensione di sicurezza con limite 50 V (BTS);
b) trasformatore di isolamento per ogni singola presa a spina;
c) interruttore differenziale ad alta sensibilità con corrente differenziale non superiore a 30 mA.
Le regole date per le varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno servono a limitare i pericoli provenienti
dall’impianto elettrico del bagno stesso e sono da considerarsi integrative rispetto alle regole e prescrizioni comuni a
tutto l’impianto elettrico (isolamento delle parti attive, collegamento delle masse al conduttore di protezione, ecc.)
COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE NEI LOCALI DA BAGNO
Per evitare tensioni pericolose provenienti dall’esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in
contatto con un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1 - 2 - 3 con il
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conduttore di protezione, in particolare per le tubazioni metalliche ) è sufficiente che le stesse siano collegate con il
conduttore di protezione all’ingresso dei locali da bagno.
Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in particolare devono
essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni.
Devono essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più
vicino conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dall’interruttore
differenziale ad alta sensibilità.
E’ vietata l’inserzione di interruttori e di fusibili sui conduttori di protezione.
Per i conduttori si devono rispettare le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mmq (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi e sotto intonaci;
- 4 mmq (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.
CONDUTTURE ELETTRICHE NEI LOCALI DA BAGNO
Possono essere usati cavi isolati in PVC tipo N07V - K in tubo di plastica a parete o nel pavimento.
SPECIFICHE TECNICHE
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16.0 - PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
Tutti i componenti elettrici devono essere protetti dai contatti diretti; le caratteristiche di protezione devono essere
possedute dagli stessi componenti ma possono essere anche realizzate in fase di installazione.
- isolamento delle parti attive: i componenti devono avere un isolamento adatto alla protezione dagli agenti atmosferici
in relazione all'ambiente in cui sono installati.
- involucri o barriere:
a) le parti attive devono essere collocate all'interno di custodie fornite di grado di protezione minimo non
inferiore a IPXXB (non accessibilità al dito di prova);
b) Le superfici orizzontali delle custodie abbiano un grado di protezione minimo non inferiore a IPXXD
(inaccessibilità al filo di prova).
c) l'apertura delle custodie deve avvenire:
* con chiave o attrezzo affidato a persona addestrata, oppure
* con sezionamento dell'alimentazione prima dell'apertura dell'involucro e ripristino solo dopo la richiusura
dell'involucro stesso (interblocco)
* esistenza di una barriera intermedia sulle parti attive avente protezione non inferiore IPXXB rimovibile
solo mediante l'uso di una chiave o attrezzo.
d) Ostacoli e distanziamenti: tale protezione è ammessa in locali accessibili solo a persone addestrate a
condizione che i luoghi siano chiaramente segnalati e che:
* le porte di ingresso permettano una facile uscita verso l'esterno con apertura da realizzare senza far uso di una chiave;
* siano rispettate le prescrizioni di cui agli articoli 481.241, 481.242 e 481.243 della norma CEI 64-8 in ordine alle
distanze minime ed alle dimensioni dei passaggi.
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17.0 - PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
17.1 - Sistemi elettrici a tensione inferiore a 1000V c.a.
L’impianto da realizzare in ragione dell’alimentazione sarà di tipologia TT, la protezione contro i contatti indiretti
verrà ottenuta per mezzo di collegamento all’impianto di terra locale che avrà valore di resistenza coordinato con le
protezioni differenziali presenti a progetto in modo da garantire una tensione di contatto limite inferiore a 50V come
prescritto dalla CEI 64-8. E’ previsto la realizzazione di una rete di terra mediante infissione di picchetti in acciaio
zincato opportunamente collegati con una treccia di rame di sezione adeguata.
I dispersori di terra, saranno costituiti da elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno in modo tale da
realizzare il collegamento elettrico con la terra. Tali dispersori dovranno avere dimensioni tali da garantire un’adeguata
resistenza meccanica e resistenza alle corrosioni del terreno .
Il conduttore di terra, se costituito da una treccia di rame, dovrà avere una sezione non inferiore a 35 mm², mentre se
costituito in acciaio zincato, la sezione minima dovrà essere di almeno 50 mm².
Il collettore di terra sarà costituito da una barra di rame o acciaio zincato posta in prossimità dell’armadio contatori.
Al collettore dovranno essere collegati i conduttori di protezione, i conduttori equipotenziali principali ed il conduttore
di terra.
La sezione dei conduttori di protezione non raggruppati alle linee di alimentazione dovrà essere pari a 2.5mm²
qualora gli stessi dispongano di una protezione meccanica e 4 mm² in caso contrario. I conduttori di protezione
aggregati alle linee di alimentazione dovranno invece avere una sezione minima pari a quella del conduttore di fase.
Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali dovranno essere numerati all’inizio ed al termine del percorso. I
collegamenti sulle tubazioni dovranno essere effettuati con appositi collari in acciaio, provvisti di bulloni di serraggio e
di appositi bulloni per le connessioni dei conduttori equipotenziali.
Per quanto non esplicitamente espresso si dovrà fare riferimento alla CEI 64-12 “ Guida per l’esecuzione
dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”.
Dovrà essere garantita la seguente disuguaglianza:
Rt ≤ 50 / Idiff
Dove:
Ra Resistenza (Ω) dell'impianto di terra, compresa la resistenza dei conduttori di protezione;
50 Valore della tensione di contatto limite;
Ia valore della corrente (A) che fa intervenire le protezioni entro 5s.
17.2 - Sistema IT
In tali sistemi si hanno due situazioni:
-1° guasto:
si deve soddisfare la relazione
Rd ≤ 50 / Id
dove:
Rd Resistenza (Ω) del dispersore;
Id corrente (A) di 1° guasto di impedenza trascurabile.
Il 1° guasto in tale sistema deve essere controllato con un dispositivo di controllo dell'isolamento (con segnale sonoro e
visivo).
2° guasto:
in tal caso le condizioni dipendono dal tipo di collegamento delle masse:
* se sono collegate a terra individualmente o per gruppi;
* se sono collegate a pezzi o collettivamente.
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Per 2° guasto, pertanto, nel caso di collegamento individuale delle masse o nel caso di masse appartenenti a gruppi
diversi,
si
deve
soddisfare
la
seguente
relazione
(già
prevista
per
il
sistema
TT):
Ra ≤ 50 / Ia
dove:
Ra Resistenza (Ω) dell'impianto di terra, compresa la resistenza dei conduttori di protezione;
50 Valore della tensione di contatto limite;
Ia valore della corrente (A) che fa intervenire le protezioni entro 5s.
Nel caso collettivo delle masse, si deve soddisfare convenzionalmente una relazione simile a quella prevista per il
sistema TN diversa a seconda che il neutro sia distribuito o meno:
Zs ≤ U0 / 2 Ia
neutro non distribuito
Z's ≤ U / 2 Ia
neutro distribuito
dove:
impedenza totale (Ω) del l'anello di guasto [FASE-PE];
impedenza totale (Ω) del l'anello di guasto [NEUTRO-PE];
tensione nominale (V) del sistema [fase/terra];
tensione nominale (V) del sistema [fase/fase];
corrente d'intervento (A) del dispositivo di protezione a massima corrente, in relazione ad un tempo
convenzionale definito dalla tabella 41A della norma CEI 64-8, che, per tensioni d'esercizio normalizzate (380/220V),
risulta pari a 0,4s per ambienti ordinari e 0,2s per locali adibiti ad uso medico [neutro non distribuito] e 0,8s per
ambienti ordinari e 0,4s per locali adibiti ad uso medico [neutro distribuito].
Zs
Z's
U0
U
Ia
Per i circuiti terminali e per i circuiti di distribuzione valgono le stesse considerazioni già previste per il sistema TN.
SPECIFICHE TECNICHE
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18.0 - DIMENSIONAMENTO DELLE PROTEZIONI CONTRO LE SOVRACORRENTI
18.1 - Protezione contro il sovraccarico
Secondo quanto previsto dalle norme, le sezioni delle condutture sono state determinate in modo che la corrente di
impiego di ogni circuito risulti inferiore alla relativa portata dei cavi. Tutti i circuiti sono protetti dal sovraccarico
mediante dispositivi posti all’inizio delle condutture, in grado di soddisfare le condizioni
IB < In < IZ
dove
Ib
In
Iz
If
=
=
=
=
If < 1,45 Iz
Corrente di impiego del circuito
Corrente nominale del dispositivo di protezione
Portata in regime permanente della conduttura
Corrente di funzionamento del dispositivo di protezione
18.2 - Protezione contro le correnti di corto circuito
La protezione contro le correnti di corto circuito sarà assicurata nelle seguenti condizioni:
- I dispositivi di protezione hanno un potere di interruzione maggiore o uguale alla corrente di corto circuito presunta
nel punto di installazione. E' ammesso l'utilizzo di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore se a
monte sarà installato un altro dispositivo di protezione avente il necessario potere di interruzione. In tale caso le
caratteristiche elettriche dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia che essi lasciano passare
non sia superiore a quella che può essere sopportata dal dispositivo posto a valle e dalle condutture elettriche protette da
questi dispositivi;
- Tutte le correnti provocate da un corto circuito, che si presenti in un punto qualsiasi del circuito, devono essere
interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile.
Per il corto circuito di durata non superiore a 5S, il tempo necessario affinché una data corrente di corto circuito porti i
conduttori dalla temperatura massima ammissibile, in servizio ordinario, alla temperatura limite, può essere calcolato
approssimativamente con la seguente espressione:
t =
kS
I
t = durata del fenomeno in secondi;
S = sezione del conduttore in mm2;
K = coefficiente pari a: 115 per i conduttori isolati in PVC,
145 per i conduttori isolati in gomma.
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19.0 - VERIFICA DELLA CADUTA DI TENSIONE
La caduta di tensione sarà verificata alla fine dei lavori, fra la tensione a vuoto e la tensione che si riscontra in qualsiasi
punto degli impianti, quando sono inseriti tutti gli utilizzatori (tensione costante).
La caduta di tensione non dovrà superare il 3%, della tensione a vuoto, per gli impianti d’illuminazione ed il 4% per gli
impianti di forza motrice.
20.0 - CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI E MODALITA DI INSTALLAZIONE
Apparecchi di illuminazione ordinaria e relativi comandi.
Tutti gli apparecchi di illuminazione dovranno essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi
ultimi sono combustibili, ed in particolare per faretti e piccoli proiettori le distanze devono rispettare quanto previsto
dalla norma CEI 64-8/7 art 751.04.1. In particolare le plafoniere dovranno possedere la possibilità di montaggio su
superfici normalmente infiammabili secondo CEI 34-21.
I tubi fluorescenti da impiegare, se non specificatamente indicato, avranno tonalità di colore pari a 3000 K, indice di
resa cromatica Ra=95, flusso luminoso pari a 1000 lm (18W) e 2350 lm (36W). Tutti gli apparecchi saranno
equipaggiati con reattori elettronici.
Gli interruttori e/o deviatori di comando, di tipo unipolare modulari avranno, In=16A, Vn=250 V, conformi alle norme
CEI 23-9; essi verranno installati ad una quota del pavimento di 90 cm. Detti comandi saranno contenuti in scatole da
incasso provviste di supporto in resina e placca; essi dovranno presentare un grado di protezione non inferiore a IP40.
I componenti applicati a vista devono essere di materiale resistente alla prova di cui CEI 64-8, sezione 422, con filo
incandescente a 650°C.
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21.0 - COLLAUDO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
Le modalità di collaudo per gli impianti elettrici dovranno essere quelle successivamente riportate; queste, come
richiesto dalla normativa vigente, sono relative alle indicazioni di massima e minimali applicabili sempre e comunque
per tutti gli impianti con caratteristiche generali (qualora le parti di opera riportate siano ovviamente presenti e
nell’oggetto dei lavori) ai sensi del D.M. 22/01/2008 n°37. Qualora si trattasse di impianti particolari si rimanda alle
prescrizioni dei VV.FF. e/o agli organi di controllo quali ISPESL, USL, ecc....
Impianto di distribuzione forza e luce.
Durante l'esecuzione dei lavori ed in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione degli stessi, saranno
effettuate sugli impianti di forza/luce le verifiche e le prove sotto specificate
verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura dei materiali costituenti gli impianti, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali.
verifica intesa ad accertare che il montaggio dei componenti sia stato accuratamente eseguito e che il funzionamento di
ciascuna parte sia regolare e corrispondente alle norme vigenti.
Il collaudo finale sarà effettuato solo se gli impianti saranno stati certificati e servirà per accertare:
il corretto funzionamento di apparecchiature, circuiti principali, circuiti ausiliari e protezioni, in conformità alla Norma
CEI 64-8
la sfilabilità dei cavi; si procederà ad estrarre un cavo dal tratto di tubo compreso tra due cassette e scatole successive e
nell'osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso. In caso di esito non favorevole fermo restando
l'obbligo per l'installatore di modificare gli impianti, la prova sarà ripetuta su un altro tratto: qualora anche la seconda
prova fornisse esito sfavorevole, la verifica della sfilabilità sarà estesa a tutti gli impianti utilizzatori
la resistenza di isolamento: la misura sarà eseguita mediante un ohmetro la cui tensione continua sia circa 125V, in caso
di misura su parti di impianto con tensione nominale superiore a 50 V. Durante le misure gli apparecchi utilizzatori
saranno disinseriti.
il collegamento alla rete di terra: allo scopo sarà seguita una misura della resistenza di terra
la corrispondenza tra fasi e loro colorazione
l'equilibratura e la ripartizione dei carichi
l'esatta taratura delle protezioni
la continuità delle grandi masse metalliche
le portate e la caduta di tensione dei conduttori.
l’idoneità della tensione nominale d’isolamento per i conduttori
la correttezza delle connessioni dei conduttori
la conformità dell’impianto elettrico nei locali contenenti bagni e docce alla Norma CEI 64-8
la conformità dell’impianto elettrico nei locali sanitari alla Norma CEI 64-8/7 V2
la conformità dell’impianto elettrico nei locali contenenti apparecchiature elettromedicali alla Norma CEI 62-5
la conformità dimensionale minima dei dispersori, conduttori di terra e delle protezione equipotenziali e supplementari
alla Norma CEI 64-8
la presenza del conduttore di protezione per tutte le masse
il rispetto delle quote di installazione delle prese
la predisposizione delle canalizzazioni telefoniche in conformità alla normativa CEI
la continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari
la funzionalità dei dispositivi di protezione a corrente differenziale
Gli impianti elettrici dovranno altresì rispondere ai seguenti requisiti:
Caduta di tensione:
la differenza tra la tensione a vuoto e la tensione che si potrà riscontrare in qualsiasi punto dell'impianto quando sono
inseriti tutti gli apparecchi utilizzatori suscettibili di funzionare simultaneamente, non deve superare il 4% della
tensione a vuoto, valgono le limitazioni per particolari classi di utilizzatori in precedenza riportate.
Portata delle condutture:
oltre ai valori relativi alle verifiche per corrente di corto circuito a fondo linea (Icc minima) e per cadute di tensione, la
sezione dei conduttori dovrà essere dimensionata applicando un coefficiente mai inferiore a 0,7, oltre ai coefficienti di
riduzione per addensamento cavi e temperatura ambiente, ai valori riportati sulle tabelle UNEL.
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Sezioni minime ammesse:
¾ 2,5 mm2 per circuiti F.E.M. e dorsali luci
¾ 1,5 mm2 per circuiti ausiliari e luce
Potere d'interruzione degli interruttori
Il potere d'interruzione degli interruttori di protezione dovrà essere verificato in funzione della potenza di corto circuito
a monte della fornitura. In ogni caso non sono ammessi interruttori con potere d'interruzione inferiore a 6 kA per
tensioni sia di 220V che di 380V.
Resistenza di isolamento
Per tutte le parti di impianto comprese tra 2 fusibili o interruttori automatici successivi, o poste a valle dell'ultimo
fusibile o interruttore automatico, la resistenza di isolamento verso terra e fra conduttori appartenenti a fasi o polarità
diverse, non deve essere inferiore a:
0,5 MΩ per sistemi a tensione nominale > 50 V
0,25 MΩ per sistemi a tensione nominale < 50 V
Resistenza di terra
Il valore della resistenza di terra deve essere coordinato con il sistema di protezione contro le folgorazioni (norme CEI
64-8) e comunque non deve essere superiore ai 20Ω (DPR 547).
Protezione contro le scariche atmosferiche
In corso d’opera dovranno essere verificate quelle parti di impianto che, a lavori ultimati, risulterebbero difficilmente
ispezionabili:
le parti metalliche dell’edificio utilizzate come conduttori dell’impianto o, comunque, i conduttori dell’impianto
appositamente installato se incorporati nella struttura stessa
tutte le connessioni fra elementi dell’impianto o fra essi e corpi metallici o masse estranee destinate ad essere inglobate
o ricoperte da materiale anticorrosivo
il fissaggio di dispositivi di ancoraggio di conduttori se destinati ad essere ricoperti con materiale di protezione
dell’edificio
le tubazioni e gli elementi metallici naturali interrati, se utilizzati come naturali dispersori
gli elementi normali del dispersore prima del loro interramento
il numero, le dimensioni e la tipologia dei dispositivi adottati per assicurare la continuità elettrica dei ferri di armatura
utilizzati come elementi naturali dell’impianto prima della gettata del cemento
i collegamenti tesi a garantire la continuità elettrica fra l’armatura e corpi o masse metalliche estranei presenti
nell’edificio
i collegamenti fra elementi delle facciate e fra queste ed i corpi o masse metalliche presenti nell’edificio
Le verifiche finali atte ad accertare, indipendentemente dalle prescrizioni di capitolato, la rispondenza dell’impianto
realizzato a regola d’arte; esse dovranno essere articolate in tre fasi:
- esame della documentazione di progetto allegata alla dichiarazione di conformità
- esame a vista
- prove di verifica
L’esame a vista intende accertare che l’impianto, conforme al progetto, sia realizzato a regola d’arte senza presentare
danni visibili che ne compromettano la sicurezza e le prestazioni; in particolare:
l’impianto dovrà essere in buone condizioni
non dovranno esistere conduttori interrotti o scollegati
le parti di impianto non dovranno essere aggredite dalla corrosione
i conduttori e i componenti dell’impianto dovranno essere ben fissati alle superfici di fissaggio e le eventuali protezioni
meccaniche dovranno essere integre
i conduttori di equipotenzialità e le giunzioni dovranno essere integri
i limitatori di tensione non dovranno presentare danni
l’edificio protetto non dovrà aver subito variazioni o alterazioni che richiedano un riesame delle protezioni
i collegamenti equipotenziali con ogni parte metallica aggiunta all’edificio, dopo l’ultimo esame a vista, dovranno
essere accertati con misure di continuità
Le prove di verifica, intese come operazioni e misure atte ad assicurare l’efficacia e l’idoneità delle misure di sicurezza
relative all’impianto in esame, si articoleranno in:
misura della resistività del terreno
misura della resistenza di terra del dispersore dell’impianto di protezione
misura della continuità elettrica degli elementi dell’impianto, ivi compresi gli elementi normali e naturali, quando non
ispezionabili a vista
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Al termine della verifica finale dovrà essere redatto un verbale di verifica integrato dagli schemi e descrizioni
dell’impianto.
Tutti gli impianti dovranno essere collaudati ai sensi della normativa vigente, con restituzione di idonea scorta
documentale.
Dovranno essere riscontrati valori in rispondenza a:
¾ protezione contro i contatti diretti
¾ protezione contro i contatti indiretti
¾ protezione contro i cortocircuiti
¾ protezione contro i sovraccarichi
¾ protezione contro il pericolo di incendi o di ustioni
¾ protezione contro le scariche elettrostatiche
¾ protezione contro gli abbassamenti di tensione
¾ protezione con comando di emergenza
¾ protezione con arresto di emergenza
¾ prescrizione per ambienti particolari (bagni, locali medici, chirurgici, ecc…)
a) Verifica provvisoria e consegna degli impianti
Durante l'esecuzione dei lavori e in modo che risultino completate subito dopo l'ultimazione dei lavori stessi, si
effettueranno delle verifiche provvisorie (a carico dell’appaltatore) con lo scopo di consentire, in caso di esito
favorevole, l’inizio del funzionamento degli impianti ad uso degli utenti a cui sono destinati. Ad ultimazione di ciascuna
verifica provvisoria, la Stazione Appaltante, nella figura del D.L., potrà decidere la messa in funzione o meno a seguito
delle singole valutazioni con presa in consegna degli impianti o solo ed esclusivamente a seguito del rilascio del
collaudo tecnico effettuato da tecnico abilitato a discrezione della stazione appaltante scelto all’interno di una terna
proposta dall’appaltatore, nonché del rilascio del certificato di conformità corredato di elaborati grafici di cantiere AS
BUILT.
La verifica provvisoria dovrà avere la finalità (anche durante l’esecuzione dei lavori) di accertare che gli impianti siano
in condizioni di poter funzionare normalmente in condizioni sicure e che siano state effettuate e rispettate le vigenti
norme di legge per la prevenzione degli infortuni:
¾ stato di isolamento dei circuiti
¾ continuità elettrica dei conduttori
¾ grado di isolamento e sezioni dei conduttori
¾ efficienza dei comandi e delle protezioni nelle condizioni di massimo carico previsto
¾ efficienze delle prese di terra
¾ efficienza delle protezioni contro i contatti indiretti
¾ efficienza delle protezioni contro i contatti diretti
¾ resistenza del collegamento al circuito di protezione delle singole apparecchiature
¾ verifica del valore dell’impedenza dell’anello di guasto Zs
¾ rispondenza alle normative CEI relative a ciascun tipo di impianto
b) Collaudo definitivo degli impianti
Introduzione
Subito dopo l'ultimazione dei lavori ed entro il termine stabilito dal capitolato speciale di appalto ed in difetto, non oltre
sei mesi dalla data dell’emissione del certificato di regolare esecuzione, dovrà essere consegnato alla stazione
appaltante il collaudo tecnico definitivo degli impianti (a carico dell’appaltatore) in modo tale da dover accertare che i
lavori, per quanto riguarda i materiali impiegati, l’esecuzione e la funzionalità corrispondano a quanto prescritto nei
documento di appalto, tenuto conto delle eventuali modifiche concordate e certificate in sede di aggiudicazione ed in
fase di esecuzione dei lavori stessi.
In particolare, nel collaudo definitivo dovranno effettuarsi come minimo le seguenti verifiche:
verifica dell’osservazione delle norme tecniche generali
verifica della rispondenza degli impianti alle richieste e preventive indicazioni, inerenti lo specifico appalto, precisate
dalla Stazione Appaltante confermate e concordate dalla documentazione amministrativa e contabile della D.L.
verifica della rispondenza delle opere realizzate con gli elaborati progettuali
verifica della rispondenza delle opere realizzate con tutte le modifiche richieste dalla Stazione Appaltante sulla base
della documentazione comprovante tutte le varianti rispetto al progetto
verifica della bontà dei materiali impiegati nell’esecuzione degli impianti, dei quali dovranno essere stati presentati
idonei campioni ed accettati dalla stazione appaltante, con certificazione della corrispondenza degli stessi alle
campionatura
SPECIFICHE TECNICHE
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Inoltre nel collaudo definitivo dovranno essere ripetuti i controlli delle verifiche provvisorie al fine dell’accettabilità di
quanto segue:
¾ lo stato di isolamento dei circuiti
¾ il corretto coordinamento conduttori e protezioni elettriche
¾ la continuità elettrica dei circuiti
¾ il grado di isolamento e la sezione dei conduttori
¾ l’efficienza dei comandi e delle protezioni nelle condizioni del massimo carico previsto
¾ la selettività degli organi di protezione
¾ l’efficienza delle prese di terra
¾ la resistenza del collegamento al circuito di protezione delle singole apparecchiature e prese di corrente
¾ il valore dell’impedenza dell’anello di guasto Zs rapportato alle caratteristiche degli interruttori di protezione
¾ la protezione contro gli effetti termici e gli incendi
¾ la corretta esecuzione degli impianti (esami a vista e strumentali)
¾ l’accessibilità per gli interventi di manutenzione
¾ i livelli di illuminamento
¾ i collegamenti equipotenziali
¾ gli impianti entro i locali ad uso medico
¾ i certificati di collaudo delle varie apparecchiature principali
¾ tutta la documentazione tecnica (documentazione finale) comprovante l’esecuzione AS BUILT e le prove
strumentali
Tale ripetuto controllo dovrà avere lo scopo di verificare se le condizioni per le quali la verifica provvisoria diede esito
favorevole non si siano alterate nel periodo intercorrente fra la verifica provvisoria ed il collaudo definitivo, mentre per
quelle condizioni per le quali nella verifica provvisoria si siano riscontrate delle deficienze, il ripetuto controllo, in sede
di collaudo definitivo, dovrà avere lo scopo di accertare se, dopo la verifica provvisoria, si sia provveduto ad ovviare
alle deficienze stesse. A maggior ragione, gli anzidetti accertamenti prescrittivi per le prove provvisorie dovranno
effettuarsi in sede di collaudo definitivo, qualora la verifica provvisoria non abbia avuto luogo o sia stata solo
parzialmente eseguita.
Anche del collaudo definitivo dovrà essere redatto regolare verbale.
In seguito alle verifiche eseguite si dovrà fornire una relazione di verifica e collaudo dove saranno riportate tutte le
verifiche ed i controlli eseguiti; dovranno essere compilate idonee schede riproducenti i valori delle verifiche
strumentali, in particolare modo relative ai locali ad uso medico (come richiesto dalle norme CEI 64-8/7 V2 e di riflesso
62/5). La documentazione di collaudo degli impianti dovrà essere consegnata alla Stazione Appaltante unitamente ai
seguenti elaborati da considerarsi scorta minima per l’accettazione:
¾ Disegni planimetrici ed in alzata degli impianti installati
¾ Schemi elettrici e dimensioni dei quadri elettrici
¾ Schemi planimetrici
¾ Schemi funzionali
¾ Certificati di collaudo delle varie apparecchiature
¾ Schede di verifica strumentale
¾ Manuali d’uso delle apparecchiature
¾ Relazione sulla tipologia degli impianti
¾ Relazione sui materiali installati
¾ Documentazione comprovante la denuncia degli impianti installati
Tutta la documentazione di fine lavori sopra elencata dovrà essere considerata parte integrante della fornitura degli
impianti in oggetto senza che per questo l’Appaltatore possa chiedere oneri aggiuntivi o variazioni di prezzi.
Norme Generali
Per le prove di funzionamento e rendimento delle apparecchiature e degli impianti, prima di iniziare, il collaudatore
dovrà verificare tutta la documentazione tradizionale proveniente dalla D.L. nonché le caratteristiche della corrente di
alimentazione, disponibile al punto di consegna (specificatamente tensione, frequenza, potenza disponibile, ecc....)
siano conformi a quelle previste nel capitolato speciale d’appalto e cioè quelle in base alle quali vennero progettati ed
eseguiti gli impianti. Qualora le anzidette caratteristiche della corrente di alimentazione all’atto delle verifiche e del
collaudo non fossero conformi a quelle contrattualmente previste, le prove stesse dovranno essere rinviate a quando sarà
possibile disporre di corrente di alimentazione delle caratteristiche contrattualmente previste, purché ciò non implichi
dilazioni delle verifiche provvisorie o del collaudo definitivo superiore ad un massimo di 15 giorni, termine oltre il
quale le prove dovranno essere comunque effettuate a seguito di documento di accettazione inoltrato dall’Appaltatore e
controfirmato per accettazione dalla D.L.. In tale situazione il collaudatore dovrà tenere conto nelle verifiche di
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funzionamento e nelle determinazioni dei rendimenti, delle variazioni delle caratteristiche della corrente disponibile per
l’alimentazione, rispetto a quelle contrattualmente previste e secondo le quali gli impianti sono stati progettati ed
eseguiti.
Per tutte le operazioni di misura strumentale e verifica sarà onere dell’Appaltatore mettere a disposizione sia gli operai
che tutte le apparecchiature e strumentazioni adatte per le misure necessarie, senza poter per ciò accampare diritti a
maggiori compensi.
Modalità di esecuzione e prove degli impianti
L’installatore dovrà produrre un programma di massima delle prove che dovrà sottoporre all’approvazione della D.L..
Variazioni apportate dovranno essere comunicate tempestivamente all’installatore, alla D.L. e con questa concordate
onde evitare problemi ove specialmente vengano coinvolti terzi. In ogni caso la comunicazione dovrà essere per iscritto,
secondo modalità da definire con congruo anticipo con la D.L., per la definizione delle date di intervento onde
approntare i luoghi ed i mezzi nonché predisporre il personale istruito di sua competenza.
Tutte le prove dovranno essere confermate dalla D.L. e per accettazione controfirmate. Le prove in cui non sarà
presente la committenza, fatte salve diverse indicazioni riportate per iscritto, dovranno essere ripetute. Qualora per
necessità particolari l’installatore dovesse mettere in tensione delle apparecchiature al di fuori delle pianificazioni
prestabilite, dovrà essere chiesto uno specifico permesso alla D.L. secondo modalità che saranno definite in luogo con
debito anticipo.
Tutte le prove preliminari per l’accertamento dei materiali, eseguite nel corso del lavoro per verificare lo stato di
manutenzione dei materiali, non possono in alcun modo essere utilizzate come prove di collaudo di accettazione.
Qualora l’impianto o l’apparecchiatura non entri in funzione o non venga consegnato immediatamente dopo
l’esecuzione delle prove, al momento dell’effettiva messa in esercizio della consegna definitiva dell’impianto dovranno
essere eseguite delle prove supplementari di verifica che, nel tempo intercorso dalle prove ufficiali, nulla è intervenuto a
cambiare o a modificare la funzionalità e la perfetta efficienza dell’impianto stesso e dei suoi componenti. L’installatore
si dovrà quindi rendere disponibile ad effettuare delle prove supplementari a richiesta della D.L. nella quantità e qualità
necessarie ed esse saranno compensate secondo modalità da concordare al momento con la D.L. solamente qualora
questa riconosca il carattere dell’eccezionalità.
Opportune cautele dovranno essere messe in atto a cura e carico dell’installatore, previa approvazione della D.L., per
conservare l’integrità degli impianti prima della loro entrata in servizio. Tali cautele potranno essere per lo meno
individuabili nell’etichettatura opportuna delle apparecchiature collaudate, emissione di permessi di lavoro per
l’esecuzione di opere interessanti apparecchi collaudati, chiusura dei locali ove siano installate apparecchiature
collaudate, ecc.....
Apparecchiature o parti di impianto predisposte operativamente per funzionare connesse con altre apparecchiature
dovranno essere provate insieme a queste ultime per garantire il perfetto funzionamento dell’insieme. Ad esempio si
riporta come unicità elettrica l’insieme di un avviatore di un motore, i relativi cavi di collegamento, il motore stesso ed
il quadro da cui prende l’alimentazione compresi gli impianti di sicurezza accessori.
I risultati di tutte le prove dovranno essere riportati su appositi formati da fornire in visione alla Direzione Lavori per
accettazione. Tali risultati dovranno essere catalogati, raccolti ed aggiornati corredati di verbale riassuntivo attestante
che il collaudo r tutte le prove sono stati eseguiti in accordo con la programmazione e con quanto richiesto dalla
Committenza
Tutte le prove dovranno essere svolte dal collaudatore assistito da personale specializzato messo a disposizione
dell’installatore a carico dello stesso. Un elenco riportante le qualifiche di detto personale dovrà preventivamente essere
sottoposto all’approvazione del collaudatore e della D.L. che si riserveranno il diritto di giudicare le qualità e le quantità
messe a disposizione.
Tutte le prove saranno eseguite con strumenti ed apparecchiature fornite dall’installatore. Un elenco di detti strumenti
sarà fornito preventivamente per un giudizio di qualità al Collaudatore ed alla D.L.. Resta in ogni caso inteso che
l’installatore dovrà in ogni caso fornire strumenti ed accessori adatti alle specifiche prove da effettuare
L’installatore dovrà fornire inoltre tutti quegli accessori e mettere in atto tutti gli accorgimenti affinché le prove siano
effettuate in sicurezza specialmente durante i periodi in cui altro personale svolgente altre attività potrebbe essere
presente nell’area nella quale si dovranno svolgere le prove stesse
I valori minimi risultanti dai collaudi dovranno essere in accordo con le istruzioni dei fabbricanti delle apparecchiature e
con le relative norme di applicazione nonché con le prescrizioni contrattuali
Le misure che daranno risultati inferiori al 25% rispetto alla media delle misure su impianti o apparecchiature simili a
quelle in questione, saranno sottoposte alla D.L. per l’approvazione specifica anche nel caso che siano migliori dei
valori minimi accettabili
Nel caso che le prove diano esiti negativi, l’installatore dovrà effettuare opportune riparazioni nel caso in cui i difetti
siano imputabili a difetti di installazione o a materiali forniti dall’installatore. A riparazioni effettuate i collaudi di
pertinenza dovranno essere ripetuti
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Nel caso le prove dessero risultati inferiori ai minimi accettabili, l’installatore dovrà essere chiamato ad individuarne le
cause ed a comunicarle per iscritto al collaudatore ed alla D.L.. le correzioni di dette cause saranno a carico
dell’esecutore delle relative opere. Ove si tratti di apparecchiature complesse potrà essere richiesto l’intervento dei
relativi fornitori.
I collaudi finali saranno effettuati solo se gli impianti saranno stati certificati.
Collaudo dell’Impianto di cablaggio
Il collaudo dell’impianto di cablaggio dovrà essere a carico dell’Appaltatore ed effettuato da tecnico abilitato esterno a
discrezione della D.L.; costui dovrà effettuare in fase di realizzazione tutte le prove previste dalla normativa vigente su
ogni 25% del 20% dell’opera realizzata per giungere al collaudo dell’impianto nella sua interezza.
Il collaudo del cablaggio dovrà soddisfare i seguenti requisiti:
specifiche degli standard TIA/EIA 568A ed ISO/IEC 11801
i cavi UTP, cavetti di permutazione e prese RJ45 dovranno essere almeno di categoria 5.
collegamenti cavi UTP secondo standard EIA/TIA 568A
cavetti di permutazione RJ45-to-RJ45 minimo di categoria 5 del tipo precablato in fabbrica
cavetti di permutazione composti da conduttori sa 24 AWG
verifica delle caratteristiche del cavo [ tipo, diametro, capacità, DCR, frequenza, attenuazione, next nom., SRL nom.,
impedenza, ecc....]
verifica delle specifiche meccaniche dei cavi in fibra ottica
verifica della rispondenza della posa secondo la buona regola dell’arte
verifica del sistema di permutazione
verifica dell’intercettazione delle singole coppie sul lato armadio e sul lato utente
verifica della corrispondenza tra numerazione e codifica sistema
Le misure dei cavi dovranno essere effettuate con uno strumento che sia rigorosamente di livello 2; in pratica dovrà
avere una accuratezza sulla misura di diafonia (NEXT) di +/- 1,6 dB su quella di attenuazione.
Dovranno essere effettuate prove in grado di soddisfare minimo la seguente tabella di attenuazioni con misure effettuate
a 20°C con cavo fisso di MAX 90 mt. ed una lunghezza dei cavi di patch dello strumento di 4 mt.
Dovranno altresì essere soddisfatti i valori della seguente tabella in riferimento alle misure di NEXT loss, per la
configurazione basic Link dove sono riportati i valori di attenuazione di un cavo di categoria 5 con il lato strumento di
misura connettorizzato
Tali prove per i cavi in rame dovranno essere conformi al test BASIC LINK e lo strumento da utilizzare dovrà essere di
tipo WAVETEK XXXXXX e Certificato ISO 9000 impostato sul test EIA/TIA 568-A TSB 36 Categoria 5 Classe D.
Per i cavi in fibra ottica, a seguito di connettoriazione, il test dovrà provvedere alla verifica dell’integrità iniziale e di
buon funzionamento; per eseguire i tests si dovrà usare uno strumento del tipo Optical Time Domain Reflectometer in
grado di fornire grafici delle misure su supporto cartaceo da allegare alla documentazione di impianto, nonché su
supporto magnetico, su cui riportare i dati specifici delle caratteristiche di attenuazione di onda e lunghezza delle
singole fibre, sia in prima finestra (850 nm) che in seconda finestra (1300nm) ed in terza. Tali misure dovranno essere
eseguite su entrambi i lati della fibra in modo da testare ambedue le giunzioni sui connettori agli estremi della tratta.
Per l’hardware dovranno essere effettuati test conformi ad ATM Forum Compliant UNI 3.0 ed UNI 3.1, ETHERNET
IEEE 802.3, 10baseT, 10baseFL e SNMP
Per il sistema di cablaggio (Cabling System) il riferimento normativo dovrà essere EIA/TIA 568-A TSB 36 Categoria 5
Classe D fino a 155 Mhz, ISO/IEC 11801, EN 50173, NEC, UL, EMI/RFI EN 55022 ed EN 50082-1.
L’edificio da cablare dovrà essere completamente numerato utilizzando la tipologia alfa numerica esistente assegnado a
ciascun locale un codice che lo identifichi in modo univoco. Analogamente tutti gli armadi dovranno essere
caratterizzati da apposita numerazione consequenziale a quella esistente così come pure tutti i patch panel all’interno di
ciascun armadio. All’interno di ciascun patch panel dovrà essere possibile identificare ciascun singola posizione che
potrà, a discrezione della D.L., essere riferita a ciascuna coppia o a gruppi di 2, 3, 4 coppie in funzione del tipo di
servizio trasportato. I patch panel dedicati alle dorsali e degli arrivi delle apparecchiature attive dovranno riportare le
scritte su apposite targhette aventi colorazioni distinte a seconda del servizio svolto. Tutti i posti di lavoro dovranno
essere numerati in maniera univoca con riferimento al faceplate. L’etichettatura dovrà essere costituita da supporto
rigido fissato in modo sicuro. Filosofia analoga per la numerazione dei singoli cavi relativi al cablaggio orizzontale
caratterizzati da etichetta indelebile leggibile. Tutte le numerazioni dovranno comunque essere concordate con la D.L..
SPECIFICHE TECNICHE
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