distribuzione gratuita w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ IUPPITER EDIZIONI anno V n.9/10 settembre ottobre 2010 SINDACO DI NAPOLI LA POLTRONA ROGNA 1 SOM MARIO CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 pag. 2 SOS CITY EDITORIALI di Max De Francesco e di Marco Mansueto pag. 3 COVER LA POLTRONA ROGNA di Max De Francesco pag. 4 PRIMO PIANO SIANI, LE VERITÀ NASCOSTE di Rita Giuseppone pag. 6 PRIMO PIANO IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRE di Oscar Medina pag. 8 IL RECUPERO IL RITORNO DEI GRADONI di Alvaro Mirabelli pag. 11 QUARTIERISSIME VERNETTI: SUD AIUTA SUD pag. 12 QUARTIERISSIME PIAZZA S. DI GIACOMO, IN PRIMAVERA IL RECUPERO pag. 14 RIFLESSIONI di Mimmo Della Corte e Luigi D’Urso pag. 15 LE PORTE APERTE pag. I pag. II SPIRAGLI BCC CLASSE DIRIGENTE CERCASI pag. III PORTA D’INGRESSO “NON SARÒ UN RE TRAVICELLO” di Laura Cocozza pag. VII PORTA D’INGRESSO LA “PASSIONE” DI TURTURRO RIACCENDE IL TRIANON di Donatella Raggio pag.IX PORTA MAGICA IL SINDACO MANCATO PER UN “MIRACOLO” di Marco Padula pag. XIII PORTA DEL GOL MOMENTI AZZURRI, IN CAMPO PER UN MUSEO di Nicola Sellitti IM-PORTA ALLEGRIA IN SALA PARTO di Oscar Medina pag. XVII IM-PORTA LA SFORTUNA DI RIBERA di Alvaro Mirabelli pag. XX PORTA VIRTUOSA MUSEO DIOCESANO, PARTE L’AUTUNNO DELLA NUOVA SCARLATTI pag. XXIII PORTA VIRTUOSA HARMONT & BLAINE, IL “BASSOTTO” CONQUISTA CHIAIA di Laura Cocozza PORTA DEL GUSTO VIENI AVANTI PANINO di Alessandra Dell’Aquila pag. XXV pag. XXIX SAPER VIVERE ARTE FUTURO A STRISCE di Rita Giuseppone pag. 17 SAPER VIVERE ARTE AUTUNNO, TEMPO DI VERNISSAGE di Valeria Puntuale pag. 20 SAPER VIVERE LIBRI STORIE STRESSATE di di Mario Paciolla pag. 24 SAPER VIVERE LIBRI PIEDIGROTTA, IL MITO DELL’ETERNO RITORNO di Rossella Galletti pag. 26 SAPER VIVERE EVENTI MATTEO RIPA, IL MISSIONARIO CHE AVVICINÒ ORIENTE E OCCIDENTE di n.d.n. pag. 27 SAPER VIVERE LAPILLI IL PREMIO SCANNO OMAGGIA GRISI E IL MEDITERRANEO di Aurora Cacopardo pag. 29 SAPER VIVERE LAPILLI IL GRONCHI ROSA, UN VERO “GIALLO” di Lanfranco Cirillo pag. 30 SAPER VIVERE LAPILLI MARIAGRAZIA POGGIAGLIOLMI, LA CARRIE NAPOLETANA di Tommy Totaro pag. 31 EXIT pag. 32 Saper Vivere 2 SOS CITY CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Hai qualcosa da segnalarci? Scrivi a: [email protected] Lo sapevate che... di Massimo Gallotta IL TRAMONTO DEI FALCHI Lancia il tuo Sos, indica disservizi e problemi del tuo quartiere e proponi soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di te. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 80121 Napoli oppure alla e-mail [email protected] Aggiornamenti quotidiani su www.chiaiamagazine.it Posta in arrivo È sotto gli occhi di tutti l’impennata dei reati di strada verificatasi a Napoli nell’estate appena trascorsa. Un’ondata predatoria che, dopo essersi abbattuta su turisti e visitatori, ora torna ad investire le vittime solite, cioè i napoletani. Un copione amaro che fa il paio con l’altro di sempre: prima le rassicurazioni delle autorità di pubblica sicurezza (compreso il Comune con la sua Polizia locale), condite da piani antiscippo, presìdi speciali, annunci trionfali, seguiti poi, dopo un’estate di raid, dal silenzio eloquente dell’impotenza. Che la Malanapoli abbia messo in ginocchio turismo e commercio, lo dicono le cifre di questa eterne sconfitta della legalità all’ombra del Vesuvio. A Napoli, a proposito, in passato si sono guadagnati i galloni della fama i «falchi» della sezione antiscippo della questura: a vederli si vedono e sono talmente mimetizzati che il turista li scambia puntualmente per avversari. La domanda è: incidono ancora nel controllo del territorio? Il boom delle scorribande malavitose dice di no. Forse perché sono pochi? Forse perché gestiti in modo inadeguato? Probabilmente l’una cosa e l’altra, visto che ora persino la questura invoca l’esercito. Siamo messi maluccio. anno V n.9/10 settembre ottobre 2010 DIRETTORE RESPONSABILE Max De Francesco RESPONSABILE SAPER VIVERE Laura Cocozza PROGETTO E REALIZZAZIONE GRAFICA Ferdinando Polverino De Laureto REDAZIONE Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel. 081 19361500 Fax 081 2140666 [email protected] SOCIETÀ EDITRICE Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ Alabama srl Tel. 081 19573381 - 331 1887959 STAMPA Tuccillo Arti grafiche srl Contrada Regina Trav. via Donadio 80024 Cardito (NA) Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 Iscrizione al Roc n° 18263 Gentile redazione, scrivo per segnalare dei gravi disservizi sulla linea C4 dell’Anm, il bus che da Mergellina raggiunge piazza Municipio passando per piazza Sannazzaro, corso Vittorio Emanuele, via Schipa, via Crispi, piazza Amedeo, via Riviera di Chiaia, servendo un gran numero di utenti. Purtroppo chi è costretto a prendere quest’autobus abitualmente non sa quando e addirittura se arriverà a destinazione. Ormai le attese non sono più brevi di 45 minuti, se non di un’ora o più, è inaccettabile. Ad ogni fermata i conducenti vengono aggrediti verbalmente dalla folla esasperata e alcuni di questi si sono discolpati dicendo che ci sono soltanto due “macchine” a coprire questa linea. Quindi se questi due mezzi sono bloccati nel traffico va da sé che l’attesa diventa infinita. Può la Municipalità far qualcosa? Nel caso del C28 la protesta dei residenti è servita a rendere le corse più regolari. Pagando lo stesso biglietto, mi aspetto lo stesso trattamento. Anna Morano Gentile Direttore, vorrei far presente una situazione che ha dell’incredibile. Le macchinette per acquistare i biglietti poste all’interno della funicolare di Chiaia non danno resto. Ciò vuol dire che un passeggero che non ha con sé un euro e dieci centesimi contati non può acquistare il tagliando. La cosa, oltre che vergognosa, diventa ridicola nel momento in cui si decida di prendere la funicolare in via del Parco Margherita in orari di chiusura degli esercizi commerciali attigui, il fruttivendolo o l’edicola di piazza Amedeo che di solito vendono anche i biglietti. Insomma, se sprovvisti di monete non si può acquistare il tagliando da nessuna parte. Ho provato a chiedere spiegazioni al personale di Metronapoli presente all’interno della funicolare ma non hanno saputo fare altro che allargare le braccia. E poi dicono che a Napoli i passeggeri fanno i “portoghesi”. Giovanni Criscuolo C4, attesa infinita L’ Funicolare di Chiaia, munirsi di monete piazza deimartiri di Nino De Nicola ammissibili: molte imprese istituzione dei Centri dunque restano in attesa. Commerciali NatuLA CHANCE E ora la Confcommercio rali, deliberata nel DEI CENTRI NATURALI chiede che la sovvenzione settembre 2009 dalla sia elargita anche a tutti Giunta regionale, mira a gli altri consorzi, ammessi favorire economia e turial contributo, ma esclusi di smo dei centri storici urfatto. bani (i Centri Naturali, Intanto a Chiaia si pensa appunto) attraverso la già al bando del prossimo sovvenzione di progetti di anno: nel quartiere, insviluppo territoriale, prefatti, si è costituito il Conparati da consorzi di imsorzio dei M i l l e, p r e s e a p p o s i t a mente finalizzato alla redazione costituitisi. Lo scorso 31 di progetti di sostegno alle gennaio è scaduto il terattività commerciali e alle mine di presentazione dei realtà sociali e urbanistipiani proposti dalle assoche del territorio. ciazioni commerciali che Altrove, infatti, i Centri hanno partecipato al Naturali sono già divenbando di finanziamento. Con i 7 milioni disponibili, però, sarà sov- tati formidabile strumento di rilancio dei cenvenzionato solo il 50% dei progetti dichiarati tri storici. 3 EDITO RIALI di Max De Francesco CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 di Marco Mansueto In uno dei suoi energici corsivi, Mimì Rea spiegò che Napoli non aveva bisogno di un sindaco ma di un “rieducatore civico”.“La città scriveva - ha rotto da tempo con le regole del vivere civile”. In un altro pezzullo, di un ventennio fa, denunciava il degrado di Posillipo e la perenne manutenzione delle sue strade. Mario Stefanile, fine saggista partenopeo, sottolineò come il regno di Pulcinella, caotico e immobile da secoli, “non è abitato da rivoluzionari ma da rissosi”. Non è un caso che la categoria, unica al mondo, dei disoccupati organizzati gioca alla rissa ma mai alla rivoluzione: finge la guerra (facimm’ ammuina) e poi tratta (spesso briga), fedele a quella antica pulsione mercantile che vive e sopravvive in ogni buco della città. Un giorno, col tono di chi ha sposato la rassegnazione, l’ex procuratore di Napoli Agostino Cordova disse: “Qui è fallito anche l'uso del braccialetto elettronico per il controllo dei condannati agli arresti Ha destato meraviglia e raffiche di mugugni, la proposta di dichiarare il complesso “Le Vele” quale sito di interesse culturale, in riferimento ai valori della storia, della cultura, della civiltà e della vita sociale, della città e del quartiere di Scampia. Il sovrintendente per i beni architettonici e paesaggistici Stefano Gizzi ha precisato: “Si deve evitare di utilizzare simboli del degrado come un pretesto per demolire. Si tratta di un simbolo contemporaneo e non di un ecomostro. E non sono solo io a considerarlo tale ma anche tra gli esperti del settore è opinione diffusa che sia un’apprezzata opera postrazionalista”. Sarà, ma pensare all’abbattimento definitivo del complesso da decenni epicentro di traffici e, con il film Gomorra, ancora di più entrato nell’immaginario collettivo come cattedrale della camorra, potrebbe essere l’inizio (e non certo la soluzione) per una concreta riqualificazione di Scampia. L’idea dell’abbattimento NESSUN REDENTORE A SGONFIE VELE domiciliari. La legge che funziona a Bologna non funziona a Napoli”. Quando Giorgio Bocca piazzò i napoletani nel girone infernale, Luigi Compagnone tuonò: “In realtà fummo (e siamo) un popolo di complici. Complici di tutti i dominatori. In quanto tali, non appena qualcuno ci mette nell'Inferno, gli diamo del razzista. La nostra complicità consiste anche nel negare il male che ci assedia insultando i nostri 'denigratori'. Perciò i razzisti siamo noi. I razzisti di noi stessi, che vogliamo ignorare i nostri mali fisici e morali”. Vagonate di citazioni e storie quotidiane confermano quanto stiamo per dire: Napoli non conosce salvezza perché non tollera redentori tra i piedi. Chi salverà Napoli? Chi, dopo la sciagura Iervolino, avrà voglia e numeri per una rivoluzionaria rieducazione civica? Circolano nomi, inquietanti e mosci. Per ora abbiamo scelto un’impossibile candidatura extraterrestre. Speranza aliena per una città alienata. non è nuova. Carmelo Conte, ex ministro per le Aree urbane, racconta che già il presidente Cossiga, “picconatore” nato, detestava le Vele tanto da chiedergli una proposta organica per la demolizione. “Fai presto disse scherzando a Conte - o le farò bombardare dalla marina militare”. Recentemente il sindaco di Roma Alemanno ha proposto di radere al suolo e ricostruire ex novo il quartiere periferico di Tor Bella Monaca. Demolire per “ripensare” la città non è un delitto. Anzi, a Scampia è una necessità. Il ruolo urbano e sociale dei territori periferici va sostenuto con coraggio attraverso un decentramento di attività polifuzionali, un’incentivazione delle attività culturali, sportive e del tempo libero, un serio programma di infrastrutture. Ripartire dalle periferie, anche attraverso scelte nette - come mandare giù “un’apprezzata opera postrazionalista” - è un dovere per la politica attiva che non si rifugia nell’immobilismo, procedendo a “sgonfie vele”. 4 CO VER CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 L’eredità Iervolino sarà peggio di quella di Bassolino. Più che un sindaco servirà un eroe. “Non si vedono né Obama bianchi né Maradona in giro”, ha detto il presidente del Pd Campania Maria Grazia Pagano. Non ha tutti i torti. Per il momento, regge ancora la proposta di Chiaia Magazine Ex sottosegretario agli Affari Esteri per ben tre governi di centrosinistra, è il “preferito” di Giorgio Napolitano. Puntare su di lui è una scommessa intellettuale: conosce la città, ma la città non conosce lui. Dalla sua parte ha la Fondazione Mezzogiorno Europa (Andrea Geremicca e compagni) Enrico Letta (forse) e le cricche sparse dei riformisti. In campo per le primarie, parte sfavorito. Umberto Ranieri CENTROSINISTRA E’ il cocco di Rosetta e deve tutto a Bassolino. Votare lui è votare la continuità con il passato. Lo sa anche il Pd. Rosy Bindi ultimamente ha detto: “Oddati? Non so chi sia”. E’ sostenuto dai “sudditi” della Fondazione Sudd (fortino di don Antonio) e dalla classe “digerente” della sinistra. Il Forum Universale delle Culture è la sua dote “apparente”. Pensa di aver già vinto le primarie. Buon per lui. Nicola Oddati CENTROSINISTRA Ex assessore regionale alle Attività produttive, come europarlamentare è stato il più eletto al sud dopo De Magistris e Berlusconi. Come Oddati deve ogni cosa a Bassolino. Ha detto “Io candidato sindaco? Non escludo una simile eventualità”. Se sceglie le primarie fa fuori Oddati, il quale ha chiosato: “E’ anche legittimo che possa candidarsi, ma io mi aspetto che lui appoggi me”. Vedremo. Andrea Cozzolino CENTROSINISTRA Ex presidente della Provincia di Napoli, ha deciso di invischiarsi nelle primarie, un po’ per narcisismo, un po’ perché “la città ha bisogno di un nuovo spirito innovatore, come quello che portò all’accordo rosso-verde del 1993”. Nell’attesa di questo “spirito”, il suo programma per Napoli è chiaro: la città ha bisogno di manutenzione (ma va?) e di meno “egemonia da parte del Pd”. Il “flagello” scalpita e medita il ritorno. Con la Fondazione Sudd, sovvenzionata da soldi pubblici, ha pianificato un’aristocratica sopravvivenza professando un nuovo meridionalismo e uno strategico antileghismo. Conoscendo umori e appetiti della sua società di “sudditi”, non ha rinunciato al sogno di candidarsi a sindaco. Più monta il caos politico e più pensa di ripresentarsi. Inquietante. Antonio Bassolino CENTROSINISTRA LA POLTRONA ROGNA di Max De Francesco Amato Lamberti CENTROSINISTRA Europarlamentare giustizialista, è il paladino di Idv e Sinistra e libertà. Chiede un’investitura senza primarie. Su Oddati ha detto: “Rappresenta il prolungamento di un governo cittadino fallimentare”. Su Ranieri: “Non è il nuovo”. Su una sua possibile candidatura, Rutelli ha tuonato: “Deve finire una volta per tutte la scorrettezza di candidature nelle città dove si è esercitato il potere giudiziario”. Luigi De Magistris CENTROSINISTRA Discontinuità? Meglio allora un sindaco non partenopeo, possibilmente blasonato. Nei meandri del Pd è circolato il suo nome, opzione suggestiva ma da fantapolitica. Un “papa” cinematografico a cui affidare la città delle sceneggiate. Nell’ultima festa del Pd a Napoli ha affermato: “Un buon sindaco devi conoscere le strade, i problemi”. Se pensi alla Iervolino, non è sempre così. Walter Veltroni CENTROSINISTRA E’ il “papa” rosa sognato da Bersani. Siamo ancora nel regno della fantapolitica, ma la giornalista scontrosa e accigliata che interroga i potenti con piglio marziale, può essere una sorpresa. Originaria di Sarno, Napoli la conosce meno di Veltroni. Appena il suo nome è entrato nel circo dei “papabili”, in meno di Mezz’ora (nome della sua trasmissione) ha fatto sapere che “non ci pensa proprio”. Lucia Annunziata CENTROSINISTRA Europarlamentare e coordinatore di Generazione Italia Campania, guida il manipolo dei finiani con indole gigionesca. Dopo aver fatto eleggere consigliere regionale nel Pdl la compagna Bianca D’Angelo (nominata anche Segretario dell’Ufficio di Presidenza), oggi non perde occasione di sputare veleno contro Caldoro. Sul Sole24 ore è dato tra i candidati di Futuro e Libertà per l’Italia per la poltrona di sindaco. Potrebbe trovarsi contro l’ex amico di tante battaglie Tagliatatela. Enzo Rivellini FLI 5 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 di candidare a Palazzo San Giacomo un marziano che abbia superpoteri e non “poteri speciali”. Speranza aliena a parte, nell’attuale caos politico, tra risentimenti e pentimenti, ecco il borsino dei candidati a sindaco per la poltrona più rognosa d’Italia. Cheta cheta, la sua candidatura prende quota. Cresciuto a pane e Opus Dei, il senatore cardiologo, già assessore regionale alla Sanità e presidente del Consiglio regionale della Campania, intercetterebbe anche consensi centristi. Somiglia al governatore Caldoro per equilibrio, compostezza, professionalità e assenza di carisma. Si può vincere anche senza carisma. Raffaele Calabrò CENTRODESTRA È il predestinato. Coordinatore cittadino del Pdl, assessore regionale all’Urbanistica, studia da sindaco da un bel po’. La sua candidatura è stata lanciata da Antonio Rastrelli, gentiluomo di destra ed ex presidente della Regione: “Marcello è l´uomo migliore per fare il sindaco a Napoli”. Lui: “Mi sono dimesso dalla Camera: un passo verso Napoli l´ho già fatto”. Per alcuni è un investitura troppo prematura. Marcello Tagliatatela CENTRODESTRA Presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, piace alla società civile (non tutta) e piaceva a Berlusconi. Per il momento, un po’ come succede cronicamente ad Antonio D’Amato, il suo nome gira come una trottola. Un pool di imprenditori è già pronto a sostenerlo per l’impresa. Cresce il suo consenso su Facebook. Lui glissa: “Sono un imprenditore e voglio continuare a fare questo mestiere”. Gianni Lettieri CENTRODESTRA Avvocato,maritodella“cronistadistrada”CristianaBarone.IlsuomovimentosichiamaPIN. Con lui anche parte del Movimento Politico di InsorgenzaCivile.“DiMonda- secondogli“insorgenti” dimissionari Iannelli e Castagna provienepoliticamentedalcuoredellepartitocrazia“;nelsuocurriculumunaappartenenza al C.C.D. nel quale ha ricoperto incarichi dirigenziali e la direzione nel 2005 della campagna elettorale di Bocchino per la presidenza della regione Campania”. Raffaele Di Monda GIÀ IN CAMPO L’ex ministro della Giustizia e leader dell’Udeur ha lanciato, con la benedizione di un giulivo Giulio Di Donato, la sua candidatura in un gremito Teatro Augusteo. Ha detto: “La mia non è una sfida taroccata, è un’offerta generosa alla città”. Si presenterà con una lista che porterà il suo nome o con una civica. Tra i suoi possibili assessori ha indicato i giornalisti Ernesto Mazzetti e Marco Demarco, l’ex deputato Dc Guido D’Angelo e Fabio Cannavaro. Un calcio al nuovo. Clemente Mastella GIÀ IN CAMPO Presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati e componente della direzione nazionale del Pdl, è politico esperto e uomo di mediazione. Un tempo socialdemocratico (come il fratello Ermanno, assessore regionale alle Politiche sociali), ha le doti giuste per aggregare. Il suo nome circola sottotraccia, anche se la sua candidatura a Palazzo San Giacomo è di difficile realizzazione. Paolo Russo CENTRODESTRA Prodigiosa macchina di voti, recordman di preferenze nel 2001 e 2005, è alla sua quarta esperienza in Regione dove è stato eletto capogruppo del Pdl. Il fratello Antonio, oggi presidente dell’Agcom, sfiorò il successo contro la Iervolino. Un altro Martusciello candidato a sindaco sembra improponibile, ma il suo nome è stato tra i più gettonati in un recente sondaggio del gruppo “Julie”. Fulvio Martusciello CENTRODESTRA Sembrava in pole position, poi la bella salernitana si è smarrita. Con lei si vince (la pensano così i pidiellini Raffaele Ambrosino e Pietro Diodato), ma la sua vicinanza a Italo Bocchino (che ultimamente l’ha ripudiata perché non ha difeso la Tulliani dagli attacchi di Feltri), non è mai piaciuta ai vertici regionali del Pdl. Nel 2011 si sposa: alla fine a Napoli ha preferito Mezzaroma. Mara Carfagna CENTRODESTRA Imprenditore delle cravatte, la sua candidatura è nata alla festa romana per i 50 anni del ministro Rotondi. In quell’occasione c’era anche Berlusconi. “Il premier mi ha detto - ha rivelato Marinella - che rappresento la Napoli positiva e sarebbe bello abbinare il futuro della città al mio nome”. Candidatura ferma al party. Mimmo Carratelli ha scritto su Repubblica: “Questa di Marinella è la storia vera, sindaco di Napoli per una sera”. Maurizio Marinella CENTRODESTRA Per una città alienata, l’ultima speranza è aliena. Marziano cercasi per poltrona rognosa. Deve provenire da un pianeta in cui hanno risolto la questione rifiuti. Proprietario di stelle lontane, conoscitore di tutte le lingue del mondo, è chiamato a ridimensionare la galassia delle partecipate. Disabituato a brigare, possiede superpoteri visto che i “poteri speciali” non servono a nulla. Bisogna trovare un parcheggio capiente per la sua astronave. Soluzione extraterrestre 6 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Giancarlo Siani in una foto dell’epoca. NELLA PAGINA A LATO Maurizio Fiume e Yari Gugliucci sul set ed a Montreal NEL RIQUADRO La sua Citroen Mehari SIANI, LE VERITÀ NASCOSTE MAURIZIO FIUME PARLA DI “E IO TI SEGUO”, IL FILM “SCOMODO” SUL I di Rita Giuseppone Il 23 settembre, in occasione del 25esimo anniversario della morte di Giancarlo Siani, il cronista del Mattino ucciso dalla camorra, la casa di produzione Eskimo ha lanciato sul mercato nazionale delle librerie e sui bookshop on line un nuovo prodotto editoriale, il dvd del film “E io ti seguo” di Maurizio Fiume. Il Dvd, già uscito in edicola con il numero di marzo 2009 in allegato a Chiaia Magazine, è stato arricchito da vari extra, sottotitoli in inglese, francese, tedesco e spagnolo e contenuti speciali come due corti del regista (“Drogheria” e “Confini”), la galleria delle foto scattate sul set, un booklet di 24 pagine con un’intervista a Maurizio Fiume sulla genesi del film e il racconto "Impercettibili sfumature" di Angelo Petrella tratto dal libro "La ferita” sulle vittime innocenti della camorra. Il titolo è stato inserito dalla Eskimo nella collana “Officine italiane” dedicata ai film esclusi dal meccanismo della distribuzione nazionale, proprio com’è successo a “E io ti seguo”. Una pellicola “scomoda”, che ha risentito, in termini di popolarità, della spessa coltre di fumo che ancora oggi copre alcuni aspetti della vicenda. Ne abbiamo parlato con Maurizio Fiume, che ben ricorda il silenzio negli anni successivi all’omicidio. Negli ultimi anni la figura di Siani è diventata simbolo del giornalismo anticamorra. L’accoglienza riservata al tuo film però dimostra che non è stato sempre così. Perché? Prima di arrivare al processo negli anni ‘90 sulla vicenda Siani si erano sviluppati due, tre filoni di inchiesta completamente sballati, alcuni dei quali volti a screditare la figura di Giancarlo come le indagini su Giorgio Rubolino e la casa di appuntamenti di via Palizzi. Questo perché 25 anni fa la camorra era considerata un affare coreografico locale, diversa dalla strutturata mafia siciliana. Un’uccisione di camorra era poca cosa. Siani coi suoi articoli già da allora aveva individuato connessioni tra i Nuvoletta e la mafia corleonese, connivenze tra malaffare e politica. È stato comodo dimenticare lui e il suo lavoro. Pensi che la sua condizione di “abusivo”, oggi diremmo precario, l’abbia maggiormente esposto al pericolo? Assolutamente sì. Basti pensare alle minacce ricevute dalla Capacchione, il Mattino si mobilita per difenderla. Allora per un Siani qualunque non si faceva 7 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 IN NOME DI GIANCARLO Alla figura di Giancarlo Siani sono stati intitolati diversi premi, borse di studio e associazioni. Portano il suo nome anche le rampe del Vomero che percorreva per andare a scuola, una radio, una biblioteca comunale, un teatro, la sala conferenze del Mattino, un’aula della Scuola di giornalismo di Napoli, il primo circolo didattico di Quarto, l’Itc Siani di via Pietravalle, una scuola media a Villaricca, un istituto comprensivo di Benevento, il secondo circolo di Torre Annunziata, il terzo circolo di Marano. La sua vicenda ha ispirato libri, come “L’abusivo” di Antonio Franchini, i film “E io ti seguo”, “Fortapàsc” e il corto “Mehari”, il reportage “Per amore di verità” di Sandro Di Domenico e Federico Tosi e una puntata speciale della trasmissione “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli. Diverse le iniziative organizzate a Napoli lo scorso 23 settembre, in occasione del 25esimo anniversario dell’omicidio. Al cinema Filangieri è stato proiettato il film “E io ti seguo” di Maurizio Fiume, alla presenza del regista e dell’attore Yari Gugliucci che hanno partecipato al successivo dibattito con studenti, giornalisti e rappresentanti della società civile. Ampio spazio è stato dedicato alla pellicola di Fiume nel nuovo numero di Iustitia (www.iustitia.it) che ha raccolto i pareri di Francesco Barbagallo, Riccardo Brun, Domenico Ciruzzi, Matteo Cosenza, Massimiliano De Francesco, Dario Del Porto, Antonio Franchini, don Tonino Palmese, Roberto Paolo, Francesca Pilla e Nicola Quatrano sul film che non manca di suscitare interesse e polemiche per la rappresentazione del contesto nel quale si muoveva e lavorava Siani e i rapporti oscuri tra esponenti della politica e la malavita organizzata. A tal proposito hanno suscitato scalpore le rivelazioni del quotidiano “Roma” che qualche giorno fa ha pubblicato un capitolo del libro di prossima uscita “Viaggio nel silenzio imperfetto” dove Giacomo Cavalcanti racconta che un suo compagno di cella nel carcere di Avellino gli avrebbe confessato di essere uno degli esecutori del delitto. Secondo la versione di Cavalcanti, ormai libero da 20 anni, Siani sarebbe stato ucciso per ordine del clan Giuliano, in quanto stava per pubblicare lo scoop su un patto stabilito tra politici corrotti e camorra per la spartizione dei soldi destinati alle cooperative di ex detenuti. (rg) CRONISTA ASSASSINATO 25 ANNI FA nulla. Purtroppo ancora oggi ci sono tanti cronisti esposti maggiormente ai ricatti della criminalità a causa della loro condizione precaria. Quelli “protetti”, Lirio Abbate ne è un esempio, ce la fanno, gli altri sono costretti a ritirarsi e a cedere perché non si può combattere da soli per 800 euro al mese, o anche meno, se ti bruciano l’auto per intimidirti. Ora, rispetto a 25 anni fa, esiste una cultura che spinge la comunità a ribellarsi, allora non era così. Il tuo film solleva delle domande, per esempio sugli appunti di Siani e il materiale per il librodossier sulla camorra di Torre Annunziata, mai più ritrovati. Ci saranno delle risposte? Era mio interesse porre degli interrogativi, sollevare dei dubbi che andassero al di là dell’acquisita verità giudiziaria. Mi sarebbe piaciuto aprire un dibattito, magari anche acceso, su questi temi ancora oscuri della vicenda Siani, ma ho riscontrato una chiusura in questo senso. Purtroppo è difficile che 25 anni dopo la sua morte qualcuno voglia riaprire la discussione, anche perché facendolo ci sarebbe il rischio di ribaltare alcune realtà di cui si è venuti a conoscenza durante il processo. Insomma, il caso resta aperto. Inoltre, le risposte a queste domande potrebbero essere dolorose per qualcuno, quindi si preferisce ignorarle. Questo certo non fa onore alla memoria della figura di Giancarlo. “E io ti seguo” è stato protagonista di festival italiani e internazionali e proiettato in diverse scuole. Come è stato accolto? Che idea si è fatto il pubblico del tuo Siani? È senza dubbio un film che divide, ad alcuni è piaciuto, ad altri no. Non mette tutti d’accordo. Il confronto col pubblico è stato importante perché ha sollevato ulteriori riflessioni. Il film affronta le questioni fondamentali della vicenda e il Siani interpretato da Yari Gugliucci è molto fedele al ricordo che ne ho io. Allo stesso tempo non si tratta di un semplice documentario. La vicenda, il contesto vengono narrati per emozionare più che per sobillare lo spettatore con dati e nozioni. Sono soddisfatto del film, meno soddisfatto del fatto che per molti non è stato facile vedere “E io ti seguo” e farlo vedere. Si tratta di un film indipendente, che resta fresco. Per questo si è pensato a questa nuova distribuzione del Dvd che ha ricevuto un’ottima accoglienza, prova del fatto che la memoria di Giancarlo è ancora viva. 8 C CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 di Oscar Medina Chi figlio e chi figliastro: spese folli per l’arte contemporanea, briciole al patrimonio artisticomonumentale devastato dall’inerzia colpevole. È durata 15 anni la politica del doppio binario nella gestione della cultura in città: istituzioni e intellettuali radical-chic a braccetto nel segno del provincialismo e degli effetti speciali. Un giochetto costato miliardi ai contribuenti: e un fegato grosso così. E chi ha alzato la voce, è stato messo in castigo. Qualcuno, però, in piazza c’è andato e le cose scomode le ha dette e le ha fatte. Uno, ad esempio, come Vincenzo Pepe, presidente della «Fondazione Vico» e dell’associazione «Fare Ambiente». Con lui il punto Jannis Kounellis - Senza Titolo esposta al Madre nel 2005 La questione immorale: 15 anni di sprechi sull’altare dell’arte contemporanea. La crociata di Vincenzo Pepe contro la malacultura Il sonno della ragione della situazione. «Il museo Madre? Mostre miliardarie per snob miliardari. E i giovani artisti napoletani non ci sono»: così Vittorio Sgarbi. Condivide? Ha ragione. Il direttore, Eduardo Cicelyn ha puntato solo sui guru internazionali dell’arte contemporanea, ospiti privilegiati delle sale di via Settembrini. Ai giovani napoletani, invece, ha sbarrato le porte: l’identità del nostro territorio non gli interessa. Cicelyn si dimetta: per il bene del Madre. Può sintetizzare le sue critiche economiche al Madre? Un fallimento economico che ha ingoiato risorse stellari. Con un direttore che dà lezioni di marketing aziendale e culturale e non capisce che la cultura non risponde solo a logiche d’impresa: così si fallisce in partenza. 9 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Lei, invece, difende i piccoli musei campani sull’orlo dell’estinzione. Qual è lo scenario? I piccoli musei campani sono ben 240 e 87 hanno «rilevanza regionale», cioè coi requisiti per ottenere finanziamenti. Sono la nostra tradizione culturale ma i vecchi governi regionali li hanno sempre esclusi da ogni finanziamento. Non meraviglia visto che, ad esempio, a febbraio la Regione ha deliberato 20 milioni per il Madre e 11 per Festival Teatro Italia o che le mongolfiere natalizie, durate 3 giorni in piazza Plebiscito, sono costate 500mila euro. Non ce n’era più per nessuno. Quella delibera milionaria, però, è stata azzerata dalla giunta Caldoro che ora invece vuole valorizzare la piccola Vincenzo Pepe, presidente dell'associazione Fare Ambiente Eduardo Cicelyn direttore del Museo Madre Spese avventate. Al Pan di via dei Mille le 15 mostre più significative (tra marzo 2005 e febbraio 2009) sono costate quasi 5 milioni di euro e con pochi visitatori. Che ne pensa? Il Pan è un caso che va approfondito. In ogni caso deve valere la regola che occorre progettare piani culturali di lunga durata, spendendo anche meno e guadagnando pubblico e consensi. Delle gestioni culturali della politica napoletana ormai nessuno si fida. Gli intellettuali radical chic, funzionali al potere, hanno poi fatto grossi danni. Come se ne esce? Gli intellettuali napoletani non si indignano più, i politici non osano alzare la voce, glorie come Gerardo Marotta alzano i toni solo quando non ricevono fondi, istituzioni come «Città della Scienza» si ribellano quando non possono pagare gli stipendi: cultura e dignità dove sono? A Palazzo Santa Lucia, però, si sta invertendo la rotta. E la vera società civile si farà sentire. Per l’autunno ho in agenda un bel po’ di girotondi di protesta. genera mostre rete museale campana: vedi il museo di Capua o i musei provinciali. Strutture che a volte non possono pagarsi neanche la bolletta della luce. Mentre il celebrato Kounellis che nel 2005 ha esposto al Madre una stalla con 15 cavalli, ovviamente non gratis, si è permesso di dichiarare: «I cavalli che fanno cacca nel cortile del Madre esprimono la vivacità della vita e dell’arte». Lei guiderà una delegazione dei piccoli musei dal governatore Caldoro: cosa chiederà? Finanziamenti: quanto ho chiesto per 3 anni, senza essere ricevuto, alla giunta Bassolino che concedeva udienza solo agli «eletti». Il governo Caldoro, invece, ha capito che privilegiare le grandi firme contemporanee e snobbare i fermenti del territorio, ha ridotto musei come il Madre ad una vetrina omologata del gusto globale. MADRE E PAN, COMPAGNI SPRECONI Alcune spese del Museo d’arte contemporanea Donnaregina (Madre), sostenute dalla Regione Campania, dal 2005 al 2009 1) Acquisto nel 2005 del Palazzo Donnaregina per destinarlo al Madre: 38 milioni di euro 2) Finanziamento del 13 ottobre 2005: 1.337.000 euro 3) Mostra di Jannis Kounellis (sovvenzione del 28 luglio 2006): 1.500.000 euro 4) Finanziamento del 28 luglio 2006: 1.460.000 euro 5) Finanziamento del 21 dicembre 2007: 1.009.000 euro 6) Finanziamento del 16 maggio 2008: 3.700.000 euro 7) Evento «Una politica dell’arte per i giovani» (sovvenzione del 9 maggio 2009): 1.500.000 euro 8) Finanziamento del «Progetto di valorizzazione del Madre» dell’8 0ttobre 2009: 1.200.000 euro 9) Installazione delle «Mongolfiere» in piazza Plebiscito del Natale 2009: 500.000 euro 10) Acquisto, su perizia di Achille Bonito Oliva, di opere di Kounellis, Le Witt e Horn: 2.100.000 euro I costi delle principali mostre organizzate dal Museo Pan dal 2005 al 2009 1) «The giving person» : 800mila euro 2) «Napoli Presente»: 640mila euro 3) «Giardino, luoghi della piccola realtà»: 190mila euro 4) «The Children of Uranium»: 400mila euro 5) «Ciclo sull’Architettura»: 200mila euro 6) «Linguaggi del Contemporaneo»: 100mila euro 7) «Dedica»: 220mila euro 8) «Eroi come noi»: 245mila euro 9) «Dangerous Beauty»: 300mila euro 10) «12 x 12»: 30mila euro 11) «Tracce nel futuro»: 240mila euro 12) «My Space. Cosa vuol dire pubblico?»: 180mila euro 13) «Senza Titolo»: 600mila euro 14) «Performing the City»: 60mila euro 15) «PANoramica dei linguaggi»: 30mila euro 11 IL RECUPERO CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 CHIAIA IL RITORNO DEI GRADONI G di Alvaro Mirabelli Gradoni di Chiaia. Nel giro di 4 mesi la cartolina ottocentesca tornerà a vivere. Riappariranno, insomma, gli antichi gradini quale elemento di maggior suggestione del complesso restyling previsto per la caratteristica promenade obliqua che parte da via Chiaia e raggiunge corso Vittorio Emanuele. La riqualificazione si limita per ora al tratto tra via Chiaia e via Nardones. I gradini, circa una ventina, saranno in realtà meno alti degli originari: impossibile, infatti, rifarli come in antico perché gli accessi dei fabbricati nel tempo si sono modificati, ma l’effetto a gradonata sarà garantito. La ripavimentazione sarà in pietra lavica. Ai lati della strada saranno collocate due file di fioriere tra cui potranno passare le auto dei residenti per raggiungere l’interno dei palazzi ma, a metà salita, il design cambia. Inizia infatti una zona totalmente pedonalizzata: non solo fioriere ai lati, ma anche un filare di piante al progettista e direttore dei lavori. Nei 4 mesi a disposizione, però, Iovanna eseguirà in contemporanea anche i ritocchi di completamento alla riqualificazione di piazzetta S. Caterina da Siena (collocazione di panchine e di una palma monumentale e attivazione dell’illuminazione e della fontana), vicoletto Mondragone (dissuasori a colonnina disposti sui lati per eliminare sosta selvaggia), Gradoni della Pietà dei Turchini (restauro della E M O C con corrimano ERANO algradinata centro, riqualificazione del sagrato della chiesa con demolizione del vecchio casotto, risistemazione della pavimentazione, collocazione di fioriere e panchine: insomma uno spazio protetto), piazzetta Cariati (delimitazione della piazzetta con corrimano in acciaio, panchine e una nuova palma), infine il tratto gimkana, affiancata al suo attiguo di corso Vittorio esterno da dissuasori in pietra lavica con catena. Emanuele (i due marciapiedi saranno delimitati da L’intera operazione, 180mila ringhiere in acciaio per euro di spesa, è firmata orientare dall’architetto Franco il flusso pedonale). Iovanna nella doppia veste di E a monte rinasce il sagrato della Pietà de’ Turchini centro e persino panchine. E qui nessuna speranza per gli invasori a due ruote: all’incrocio con via Nardones, infatti ci sarà una vera e propria barriera di ringhiere metalliche disposte a 12 QUART IERISSIME CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Vernetti: Sud aiuta Sud Appello per Piazza dei Martiri, via il telone dall’ex Bar Cristallo Si scrive «Consorzio Consuma Sud», si legge «svolta epocale per l’economia del Sud»: ovvero grammatica e sintassi della rimonta del Meridione, riformulate alla luce dell’iniziativa privata. Una creatura partorita dall’estro imprenditoriale di Massimo Vernetti (nella foto), presidente di Napoletana Parcheggi Spa. «5 anni di gestazione e ora si scende in campo»: annuncia il tycoon di Posillipo. Nell’era del federalismo fiscale, infatti, Vernetti ha riunito dietro le insegne del neonato consorzio un pool di cervelli doc - «un gruppo di lavoro», puntualizza lui -, incaricato di individuare e promuovere «tutte le imprese che lasciano i loro utili al Mezzogiorno, rispettando legalità e corretta retribuzione del personale». In soldoni: una onlus strategica al servizio di quelle aziende che nel Sud producono, vendono, e pagano contributi ed imposte. Vernetti spiega: «Tra gli obiettivi c’è una inedita superanagrafe dei consumi meridionali che ci dirà lo scarto tra ciò che produciamo e ciò che consumiamo. Se, ad esempio, in un comparto economico consumiamo 100 e produciamo 10, il 90 che resta siamo costretti ad acquistarlo al Nord: ebbene, questa dipendenza dai poteri forti dell’economia nordista deve finire. Quel 90 se lo produca il Sud che di contributi a pioggia non ne può più: anzi, con la nuova anagrafe, saremo noi ad indicare ai sistemi produttivi e politici i settori da incentivare». Da clienti spremuti ad artefici del proprio futuro: un gran salto di qualità. Che però farà i conti con la zavorra antica della metafisica meridionalista e della malapratica assistenzialista. Ma il patron non ha dubbi: «Alle imprese che si riconosceranno nella parola d’ordine “Produci quello che consumi” il “Consorzio Consuma Sud” fornirà strategie di sviluppo e un autorevole marchio di provenienza certificata». «Una forza tutta da costruire sull’orgoglio e sulla cultura di appartenenza: e senza patronati politici», insiste il manager, che chiama a raccolta industriali, camere di commercio, artigiani, Ascom, associazioni professionali, istituti di statistica e banche del Sud. Partenariati tutti da edificare dietro lo slogan «Sud aiuta Sud»: «Già, perché - si infiamma Vernetti - a chi acquista al sud e dal sud dovranno spettare sacrosante agevolazioni bancarie e finanziarie». Nel Consorzio Amedeo Manzo, presidente della Banca di Credito Operativo, Carlo Lauro, docente di Statistica, Ugo Righi, esperto di strategie della comunicazione, il commercialista Enzo Romano, il notaio Dino Falcone, Elena Aceto di Capriglia, presidente della Casa del Consumatore, Alfonso Ruffo, editore del Denaro, l’ex City Manager Luigi Massa e Maria Rosaria Di Mauro con compiti di coordinamento e segreteria. Chiaia Magazine se ne è occupato già diverse volte, come quando nel numero di marzo 2008 ha dato voce ai lettori che sono insorti scrivendo fiumi di lettere contro quello che hanno definito “il mostro” di piazza dei Martiri, anche noto come “catafalco”, insomma, il telone che ricopre l’ex Gran Caffè Cristallo. Lettere che hanno ricostruito la storia dello scempio, lungo ben oltre dieci anni, le norme violate, i reiterati illeciti, la cecità della Soprintendenza e la mancata tutela di una delle piazze più belle d’Italia, l’unica con pianta triangolare in tutta la nazione. A quello di residenti e cittadini si aggiunge anche lo sdegno dei rappresentanti della Municipalità1. Il presidente Fabio Chiosi e il suo vice Maurizio Tesorone, infatti, hanno fatto sentire la propria voce con interventi congiunti presso il Comune di Napoli e la Soprintendenza. “Pretendiamo - si legge in una nota - che sia rimosso l’orribile telone verde e venga sistemata una copertura decorosa e priva di impatto ambientale. Saranno poi i privati, d’accordo con la Soprintendenza, in ossequio a tutte le sentenze dei tribunali amministrativi, a stabilire l’utilizzo futuro di quegli spazi. Ma al momento è necessario eliminare lo scempio”. A monte, interessi privati, beghe condominiali e cavilli legali che di volta in volta rimandano la soluzione del problema. “Abbiamo appreso, nel corso degli ultimi anni - proseguono Chiosi e Tesorone - di giudizi pendenti dinanzi al Consi- glio di Stato, di ricorsi, di contrapposizioni tra i proprietari del locale e condomini di Cappella Vecchia, di divieti della Soprintendenza, di prescrizioni poco chiare. Insomma, un vero ginepraio tra interessi contrapposti che, però, vede una sola vittima, e cioè la piazza, il suo decoro e la sua vivibilità”. 13 QUART IERISSIME Fiamme in via Cavallerizza, la rabbia dei commercianti Un’auto parcheggiata davanti la vetrina di un noto store di via Cavallerizza, un cumulo di sacchetti di immondizia, un corto circuito all’interno dell’auto o una sigaretta non spenta, questi i possibili elementi che avrebbero favorito l’incendio propagatosi nella notte tra il 21 e il 22 settembre scorso. Come sempre a pagarne le conseguenze sono stati i cittadini onesti che ogni giorno mandano avanti con fatica la propria attività. In questo caso la brutta sorpresa è capitata ai fratelli Massimo e Daniela Anastasio, titolari di Okkey Kappa-o, che hanno visto andare in fiamme il loro negozio. Il fuoco ha divorato tutta la parte esterna dello store con le due grandi vetrine ridotte in frantumi e l’intero impianto elettrico danneggiato: le fiamme hanno interessato anche il primo piano del civico 63 di via Cavallerizza mentre il fumo è giunto fino ai piani alti. Una situazione di pericolo che, stranamente, non è stata avvertita dai residenti del palazzo interessato, nonostante il forte calore sprigionato dalle fiamme, il fumo nero e l’intenso odore di bruciato. “Siamo stati avvertiti nella notte da un amico che abita in via Bisignano - racconta Daniela Anastasio, visibilmente scossa dall’accaduto - ma quando io e mio fratello siamo arrivati, ormai il danno era già stato fatto”. I Vigili del Fuoco avvertiti dell’accaduto, sono giunti sul luogo dell’incendio e hanno spento le fiamme, ma sia l’auto che il negozio erano irrimediabilmente danneggiati. “Sono anni insiste la proprietaria di Okkey Kappa-o, allegro punto di riferimento per gli amanti dello shopping a Chiaia - che chiediamo una maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine ma soprattutto delle istituzioni affinché questa zona non si trasformi ogni notte in un parcheggio per i fruitori dei bar della zona, che sostano ovunque, ostruendo le entrate dei palazzi e quelle dei negozi”. Una situazione difficile quella della zona, eternamente sospesa tra l’aspirazione di “salotto buono” e vetrina della città e la realtà di essere troppo spesso solo un “salotto” per persone senza scrupoli che parcheggiano ovunque, buttano l’immondizia in strada ad ogni ora della notte e del giorno e non si curano affatto degli arredi che puntualmente vengono distrutti. Donatella Raggio CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Quei cuccioli spariti a Chiaia Riceviamo e pubblichiamo la lettera del signor Carlo Gentile in merito alle violenze subite dai cuccioli di una colonia felina stabilitasi da tempo nella scuola dell’infanzia “C. Poerio” di via Bisignano, ad angolo con via Carlo Poerio. Gentile redazione, vorrei segnalare degli abusi insopportabili che si consumano in un edifico scolastico, posto nel salotto di Napoli, e che dovrebbe, quale struttura educativa, dare il buon esempio sul corretto comportamento da tenere nei confronti degli animali. La scuola dell’infanzia “C. Poerio”, 1° Circolo Comunale, sita in via Bisignano a Chiaia, da tempo è teatro di ripetute violenze contro i cuccioli che nascono all’interno di una colonia felina che ha stabilito il suo legittimo habitat all’interno del cortile della scuola. Chi vi scrive è il responsabile della colonia, regolarmente registrata presso l’ASL veterinaria e censita dal comando dei vigili urbani. In questa scuola da tempo spariscono intere cucciolate. Due settimane fa, alcuni abitanti della zona hanno ritrovato, in una busta chiusa all’interno di un cassonetto, quattro cuccioli di circa un mese appartenenti alla colonia. I cuccioli sono stati salvati e portati dal veterinario che, dopo averne accertato lo stato di buona salute, ci ha consigliato di rimetterli all’interno della colonia per consentire alla mamma di allattarli. Purtroppo, dopo qualche giorno i cuccioli sono nuovamente e misteriosamente spariti, ma questa volta non siamo riusciti a ritrovarli. È stato straziante assistere alla disperazione della mamma che per giorni si è rifiutata di mangiare e che provava a richiamare i cuccioli miagolando. Mi sono rivolto ad associazioni per la tutela degli animali, ho scritto alla sezione dei carabinieri di Chiaia, al sindaco di Napoli, alla ASL veterinaria ed al dirigente scolastico della scuola per avere giustizia e per ricordare a tutti che esistono leggi dello stato, leggi regionali ed articoli del codice penale che vietano qualsiasi azione violenta su animali ed in particolar modo tutelano le colonie feline che liberamente stabiliscono il loro habitat in un suolo pubblico o privato. Purtroppo a questa mia disponibilità non è stata ancora data risposta. Vi chiedo di dare voce a questa mia protesta, che è la protesta di altri volontari che collaborano ad accudire questa bellissima colonia felina, e per rimarcare che un istituto didattico dell’infanzia dovrebbe rappresentare un esempio civico per la comunità. Cordiali saluti, Carlo Gentile 14 QUART IERISSIME CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Piazza Salvatore Di Giacomo, in primavera il recupero Il morso della Taranta di Paolo D’Angelo DALLA CINA CON LIVORE O ggi parlo del posto dove ora mi trovo: la Cina, anzi Shanghai, 16 milioni di abitanti, perla dell'economia cinese. È noto il boom economico cinese che ha stracciato l'Occidente, complici le supercrisi di USA e Giappone. Cose risapute, ma a vederle da vicino le si capisce anche meglio. Vivo a Napoli e scrivo su Chiaia Magazine da sempre: chi ci legge sa bene quante ne abbiamo dette sulla sciagurata amministrazione della città, la peggiore che io mi ricordi. Ma vivendo questo periodo in Cina, tutte le critiche sulla nostra pessima classe dirigente assumono un valore diverso: come guardare le cose dall'alto verso il basso, verso il baratro. Non è pessimismo: il fatto è che ho trovato una Cina che cresce non per demerito dell'Occidente, ma perché ha progettato il futuro. La classe dirigente si è concentrata nella ricerca tecnologica, realizzando città perfette che producono persone migliori che a loro volta producono un economia solidale di eccellenza. E’ questo il punto: progettare il futuro e le città, muoversi di continuo pensando alle nuove generazioni. Un esempio? Il museo più visitato illustra i progetti urbanistici per Shanghai nei prossimi 50 anni. In questo soggiorno, prima a Shanghai e poi a Pechino, mi sono sentito a disagio: io, cittadino di una Napoli terzomondista che insegnò al mondo arte, musica, industria, artigianato, e che ora agonizza nell'immobilismo di chi vorrebbe vivere di rendita il proprio futuro e che rimane indietro. E ora è umiliante parlare di Napoli, con quel suo mezzo centro direzionale, con quelle sue cose a metà in tutto. Questo articolo l'ho scritto con un iPhone dal letto di un albergo di Shanghai: il mondo oggi è questo. Parola della Taranta. Degrado addio: restyling in vista per marciapiedi, aiuole e fontana di piazza Salvatore Di Giacomo. Firma l’operazione la Municipalità1 grazie all’impegno di Maurizio Tesorone, assessore a Verde, Parchi e Giardini del governo di quartiere, e di Francesca De Sanctis, presidente della Comm. Ambiente della stessa Municipalità: la direzione dei lavori è affidata all’ingegner Aldo Zaccà, responsabile del Sevizio Manutenzione Urbana di Chiaia-Posillipo-S. Ferdinando. Costo dell’intervento: 80mila euro, stanziati dal parlamentino locale. Si comincia a marzo, si conclude a luglio. A disposizione anche un secondo finanziamento di 180mila euro del ministero dell’Economia che consentirà l’elaborazione di un progetto di complessiva riqualificazione delle superfici stradali, affidato al Servizio Arredo Urbano del Comune e alla Municipalità1. Resta in sospeso un vecchio progetto, malvisto dal Comitato di zona, di insediare due bagni pubblici: «Comunicazioni formali dell’iniziativa - puntualizza Alberto Boccalatte, assessore alla Manutenzione di Chiaia - non sono mai giunte in Municipalità». Galleria Umberto, lo scudetto del “rappezzo” «Se provassimo a blasonare cioè a descrivere lo stemma civico utilizzando il linguaggio convenzionale dell'araldica, il risultato sarebbe: "Troncato d'oro e di rosso" che, tradotto in linguaggio corrente, indica uno scudo (in questo caso di tipo sannitico) diviso in due parti orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di rosso». Così sul sito del Comune di Napoli si descrive il simbolo della città, esaltandone il valore storico e illustrando le variazioni che ha subito nel tempo, come la “P” del popolo aggiunta dopo la rivolta di Masaniello o il fascio littorio che fu posto “in capo” allo scudo nel 1933. Chissà il linguaggio convenzionale dell’araldica come descriverebbe gli scudi sannitici, originariamente realizzati con la tecnica del mosaico, che adornano le pavimentazioni della Galleria Umberto I di Napoli. Danneggiati da atti vandalici, usura e dal lungo permanere delle impalcature per i lavori di restauro delle vetrate, gli scudi sono stati sommariamente colmati di calce e ridipinti grossolanamente, eliminando di fatto il mosaico. Stupisce il silenzio, o meglio, la cecità della Sovrintendenza che, sempre in Galleria Umberto, ha dimostrato di non essere disposta a contravvenire ai propri criteri, nemmeno quando si trattava di sicurezza, tanto da osteggiare aspramente la proposta di chiudere la struttura di notte con delle cancellate o porte in vetro (come nella Galleria Alberto Sordi in pieno centro a Roma), al punto che si è dovuti ricorrere alla sorveglianza 24 ore su 24 per contrastare il degrado imperante. La Sovrintendenza liquidò la proposta come “una mera alterazione architettonica”, chissà cosa penserà degli scudi sannitici “troncati d’oro e di rosso” colmati di calce e ridipinti alla meno peggio. (rg) 15 RIFLE SSIONI di Mimmo Della Corte REGIONE, RISCHIO OVERDOSE DI FINANZIAMENTI “Siamo molto preoccupati sia dei numerosi progetti 2000/2006 non coerenti con lo sviluppo e, quindi, da decertificare e riprogrammare in tempi strettissimi, che per la notevole quantità, oltre i 1.300 milioni di euro all’anno, di spese da certificare a partire dal 31 dicembre 2011, indispensabile ad evitare il rischio di disimpegno dei fondi”. È questa la conclusione cui è giunto il comitato di sorveglianza al termine della verifica del rapporto finale di esecuzione del Por 2000/2006 e del Rapporto Annuale di Esecuzione 2009, del Por Fesr 2007/2013. Il Comitato, insomma, ha rilevato le stesse criticità precedentemente sottolineate dal Tavolo di Partenariato regionale. L’eredità di Bassolino è talmente pesante - ha sottolineato Luciano Schifone, presidente del tavolo del partenariato - da farci rischiare, da qui al 2011, una vera e propria overdose di finanziamenti”. E in verità, ha ragione di essere preoccupato. Infatti, tra “rinveniente” - ovvero risorse che potrebbero liberarsi per spese da decertificare e riprogrammare del sessennio passato - e i progetti a cavallo tra quest’ultimo e quello in corso, cominciati e non ancora ultimati, e quelli ancora non partiti e per i quali c’è da valutare se vanno rimodulati, c’è oltre 1 miliardo di euro a rischio già oggi. Di più, se al miliardo e 300 milioni da spendere entro il 2011, aggiungiamo i fondi Fas, il tesoretto a disposizione per l’anno prossimo arriva circa a 2 di Luigi D’Urso IL COMMERCIO NELLE AREE PUBBLICHE: LA QUESTIONE MERCATINI In tutte le città italiane il commercio su aree pubbliche viene ormai svolto quotidianamente anche nelle strade di quartieri molto popolati. Accantonando l’aspetto meramente giuridico del fenomeno, resta da affrontare il tema della sicurezza. Un problema molto frequente nelle aree metropolitane, infatti, riguarda le occupazioni di suolo pubblico collegate al fenomeno del commercio cosiddetto “ambulante”. Il folklore di un mercatino storico esercita un grande fascino e col tempo diviene una vera e propria “istituzione cittadina” che fa persino da richiamo a turisti e visitatori. A prescindere dall’ammortizzatore sociale che un luogo del genere incarna e altri vantaggi che esso determina sul piano economico, bisogna evidenziare anche gli aspetti negativi a danno della vivibilità dei residenti. La normativa al riguardo ha previsto obblighi per gli enti territoriali che autorizzano tale attività, come la costruzione e destinazione di aree appositamente attrezzate, nell’interesse dei venditori e delle popolazioni dei quartieri che, in alcuni giorni della settimana, si vedono invasi e privati in buona parte dei propri spazi. Tutto ciò nella nostra realtà cittadina non è avvenuto perché, eccetto sporadici casi, le CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 “Il governatore Caldoro sottolinea l’esigenza di un patto per il Sud fra le regioni meridionali per la gestione dei grandi progetti interregionali” miliardi di euro che sommati al miliardo residuale 2006 portano ad oltre 3 miliardi da spendere entro dicembre dell’anno prossimo. Una somma da brivido. Un impegno, però, che il Tavolo del Partenariato regionale intende affrontare nella maniera più determinata e concreta possibile. Tant’è che sta mettendo a punto un documento unitario per definire il quadro di riprogrammazione del miliardo e 300 milioni di euro di “rinveniente”, ma anche nel contesto della riprogrammazione 2007/2013. Solo così potrà essere possibile da un lato evitarne il disimpegno da parte dell’Ue e, dall’altro, limitare al massimo il rischio di centralizzazione di tali risorse nelle mani della cabina di regia nazionale. Una considerazione: si può essere d’accordo con il governatore Caldoro quando sottolinea l’esigenza di un “patto per il Sud” fra le regioni meridionali per la gestione dei grandi progetti interregionali, ma è opportuno che, per quanto attiene quelli territoriali regionali, la centralità debba restare nelle mani delle singole regioni che più di ogni altro conoscono esigenze e necessità del proprio territorio. Purché, naturalmente, dimostrino di avere chiarezza di idee, capacità e tempestività nel trasformare le parole in fatti. Esattamente il contrario di quanto ha fatto Bassolino nelle ultime due legislature regionali. aree attrezzate sono in buona sostanza solo enunciate dal dettato legislativo ma non ancora realizzate nei vari mercatini rionali. Se si considera che la disciplina giuridica risale al lontano 1998, la dilazione è davvero notevole. Il fenomeno sociale e commerciale è e resta sicuramente predominante, ma, in base ai canoni di una pacifica convivenza e nel rispetto della “sicurezza urbana”, sarebbe il caso di dare corso ad una definitiva sistemazione di tutte queste aree, considerando che un concentramento di persone in ambiti limitati finisce purtroppo con l’attirare anche la presenza di borseggiatori e abusivi. Per dare definitiva sistemazione a tutto il territorio cittadino, andrebbero velocizzati i tempi ed avviate le soluzioni del caso. Non basta limitarsi a semplici monitoraggi del territorio al solo fine di individuare aree decentrate, che il più delle volte non conciliano i vari interessi delle parti in causa, ma bisogna affrontare concretamente almeno quelle problematiche urgenti connesse all’attività in questione. “Un problema molto frequente nelle aree metropolitane riguarda le occupazioni di suolo pubblico collegate al fenomeno del commercio cosiddetto ambulante” w w w . i l 1 0 . i t anno II numero 8 /9 apri le 1O porte del piacere irtuosa laPortaV cliente Napoli nuova ncita del sigla una ativo, la rivi orante per 1I/GHP ign rchico dito Coo XXX/Cre rara, ana Rock lto este Fer ario Mo XXXI/Or n Centen XXXII/U nario immagi co olario a di Bac 19/Epist 6/La buc gli ulivi e fra c’è pec 8/Non Questo mese abbiamo aperto per voi La Porta d’ingresso La Porta magica La Porta del gol L’imPorta La Porta dei sensi La Porta virtuosa eisensi laportad E TOCCAR VEDERE SENTIRE GUSTARE RE: ANNUSA TE LA MEN CIBO PER SPIRAGLI Convivere con l’Alzheimer: “La Bimbamamma” BCC, classe dirigente cercasi anno 2 n.9/10 settembre/ottobre 2010 Periodico edito da Associazione Napoli Via Carlo Poerio, 89/A 80121 Napoli STAMPA Tuccillo Arti grafiche srl Contrada Regina Trav. via Donadio 80024 Cardito (NA) Sito web: www.il10.it Iscrizione al Tribunale di Napoli N° 7 del 03/02/2009 Nicola Sellitti Iscrizione ROC 16538 In copertina 1O sembra la testata del magazine ma non lo è: 1O diventa così una parte integrante della PASS1ONE. Forse quella più evidente. Semplicemente la CHIAVE d’eccellenza che conduce alle 1O PORTE DEL PIACERE selezionate di volta in volta, che il lettore dovrà aprire con curiosità (fra quelle che ogni mese la redazione selezionerà) magari anche solo “sbirciando” dal buco della serratura. Ogni PORTA rappresenta un pretesto per consentire al lettore di spaziare dove non è mai stato. O, meglio, dove in fondo vorrebbe essere. Una CHIAVE D’ACCESSO per tutto ciò che è aspettativa, pulsione e desiderio, fonte inesauribile di idee, viaggi in luoghi del buon vivere e non, incontri con personaggi must, curiosità, divertissement ma anche una miriade di aspetti della realtà che gioco non sono. II “Quando si parla di classe dirigente è evidente che innanzitutto bisogna averla, bisogna trattenerla, bisogna formarla, questo sia nel campo dell’impresa che in quello istituzionale e di tutti i settori nei quali i giovani devono inserirsi e sostituire coloro che hanno già dato tanto”. Lo ha affermato Amedeo Manzo, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Napoli (da destra nella foto con il vice presidente di BCC Napoli, Ferdinando Flagiello), nel suo intervento alla manifestazione nazionale “Classe dirigente, bene comune, sviluppo - Ripartire dai valori per un nuovo Mezzogiorno”, svoltasi lo scorso 28 settembre al Teatro Mediterraneo, che ha visto intervenire anche il cardinale Crescenzo Sepe e il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni. “È necessario che il privato - ha aggiunto Manzo lavori, in una sinergia propositiva con il pubblico, per lo sviluppo del territorio attraverso iniziative che agevolino la strada alle nuove generazioni”. Nel corso del suo intervento, Amedeo Manzo, si è soffermato sull’esempio positivo della Banca di Credito Cooperativo di Napoli, che in un anno ha operato uno sviluppo armonico su tutto il territorio con operazioni di affidamento, di sostegno, di inclusione e di solidarietà. L’importanza dei valori al fine di una rinascita del Mezzogiorno è alla base del sistema di Credito Cooperativo, presente nel Sud Italia con 107 banche e 600 sportelli. A Napoli la BCC ha contato sull’appoggio di 1500 soci nella fase costitutiva, diventati 3000 in un solo anno, e copre il territorio cittadino e i comuni limitrofi per un totale di quattro milioni di abitanti. “Etica e impresa - ha proseguito Manzo - non sono due mondi diversi ma devono essere facce della stessa medaglia. La carta dei valori del Credito Cooperativo parla chiaro e sancisce la centralità dell’uomo rispetto al capitale. È fondamentale, soprattutto oggi, raccogliere la lezione che la crisi internazionale ci ha portato, cioè quella di fare finanza per lo sviluppo e non finanza per la finanza”. Ferdinando Polverino ART Ferdinando Polverino De Laureto Laura Cocozza Lo scorso 28 settembre l’Associazione Napoli ha ospitato nella Sala della Loggia del Maschio Angioino la presentazione del libro “La bimbamamma - Cosa vuol dire convivere con l’Alzheimer. Il diario di una figlia” (Iuppiter Edizioni). Sono intervenuti l’autrice del volume, la sociologa milanese Nucci A. Rota, Marco Mansueto, presidente dell’Associazione Napoli, Gabriele Peperoni, geriatra e presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Vincenzo Canonico, presidente dell’Associazione Italiana Psicogeriatria sezione Campania, Clelia Volpe, presidente dell’Associazione Geriatri Extraospedalieri della Campania, la giornalista Laura Cocozza, e la saggista Aurora Cacopardo. Il dibattito ha toccato i temi delicati trattati nel libro che affronta l’aspetto umano di un male che per molti è ancora un tabù. “Si tratta di un lavoro frutto dell’esperienza personale vissuta con mia mamma - ha spiegato l’autrice - ho davvero capito quanto sia dolorosa questa malattia e quanto siano necessari l’amore verso il proprio caro e una qualificata assistenza”. Per il presidente Peperoni “il libro tratta in modo semplice una patologia molto complessa. Colpisce soprattutto il contrasto tra l’amore che i familiari nutrono verso l’ammalato e l’ineluttabilità del male, così come la figura del nonno, che da risorsa della famiglia spesso diventa un vincolo”. In merito alla tematica dell’assistenza ai malati di Alzheimer è stata lanciata una proposta: un corso formativo per badanti, ancora poco preparate nel fronteggiare le molteplici problematiche della patologia. “La bimbamamma” (vedi recensione a pagina 25 di Chiaia Magazine) è uno dei pochi libri non scientifici che riguardano il morbo di Alzheimer, una pubblicazione importante, in quanto nel corso della giornata mondiale dell’Alzheimer, celebrata il 21 settembre, gli scenziati hanno sottolineato le drammatiche cifre della malattia. Si calcola, infatti, che nel mondo ne siano affette 35,6 milioni di persone. COMITATO DEL GARANTE DEI LETTORI Raffaele Bellucci Giuseppe Savona Gabriella Napoli Alessandra Dell’Aquila DIRETTORE RESPONSABILE Alessandra Fabbroni In questo numero hanno scritto DIRETTORE EDITORIALE Marco Mansueto IV/“Non saro’ un re travicello” VII/La “Passione” di Turturro riaccende il Trianon IN BASSO DA SINISTRA Caprara alla presentazione del romanzo "Il broncio" di Vanina Iodice (seduta alla sua sinistra) Caprara con Lino Banfi e la sorella Fulvia, redattrice de "La Stampa" al Premio Bacco a Berlino Caprara con il regista napoletano Vincenzo Terracciano ("Tris di donne & abiti nuziali") e dietro la moglie Marosella NELL’ALTRA PAGINA AL CENTRO Al San Paolo subito prima dell'inizio di un Napoli-Roma 0-3 “Non saro’ un re travicello” Valerio Caprara alla guida di Film Commission Campania. Progetti, gusti e giudizi del critico cinematografico che non rinuncerebbe mai a Wilder, Hitchcock e... Totti IV I Il cinema e la Roma: due passioni che dire sfegatate è poco. Una nata a Portici quando, bambino, accompagnava la madre anche due volte al giorno a vedere i film, e l’altra impressa come un marchio indelebile dalla città che gli ha dato i natali. Della prima ha fatto il suo mestiere, della seconda la sua lucida follia. Già, perché, per sua stessa ammissione, Valerio Caprara, classe ’46, giornalista, critico cinematografico, professore universitario di Storia e critica del cinema, recentemente nominato presidente della Film Commission Campania, «ogni volta che sta per scendere in campo la “Magica”», si scopre «alterato come un personaggio di Apocalypse Now». Con molta autoironia lo ha scritto lui stesso in un imperdibile articolo uscito sul Corriere della Sera (ediz. Firenze) il giorno prima del match Fiorentina-Roma: davanti alla fede calcistica, il placido e distinto critico dalla compassata e pungente ironia, si trasforma in una bellicosa versione giallorossa del colonnello Kilgore che sussurra tra sé e sé: «adoro l’odore della Roma al mattino….». Che la devozione romanista sia un conferito la carica, ma sono innanzitutto uno scrittore, un critico e un professore e porterò avanti le mie idee e i miei giudizi. Sono disposto a mettermi al servizio della comunità ma non sarò un re Travicello. Credo infatti che la Film Commission sia un organismo essenziale per lo sviluppo perché serve a far lavorare il grande corpo del cinema. A me piace pensare al cinema come ad un corpo umano dove tutti gli organi devono funzionare bene, altrimenti l’organismo intero ne soffre. È un’arte di èquipe, ma è anche un’industria che ha un indotto importante e in una regione come la Campania, con un oggettivo handicap societario, la capacità di ricaduta sul territorio diventa ancora più significativa. Bisogna uscire dalla logica dei piccoli clan dei soliti noti che condiziona lo sviluppo e privilegiare le nuove soprattutto col cinema italiano. Dicono che sono un “americanista” ma non si tratta di tifo, di viscere o di fegato, semplicemente di specializzazione: ne ho scritto di più. Credo invece di avere uno sguardo abbastanza oggettivo e personale sul cinema italiano, non in linea con la vulgata della critica: quando non è all’altezza della sua storia, lo dico. La mia più grande paura è che il cinema sia stata l’arte del ‘900 e che i grandi film siano già stati fatti. Ora ci sono ripetizioni, rifacimenti e nostalgici piagnistei che servono a poco. Però non credo che manchino i registi coraggiosi, piuttosto mancano produttori coraggiosi che vogliano sperimentare nuove tecnologie, nuove storie, per riprodurre con le armi del cinema lo spirito del tempo. Non mi sognerei mai di fare scenate contro i cinepanettoni e i film di massa perché, se fisiologicamente coordinati, possono servire, ma non ci deve essere solo quel tipo di cinema né il cinema per pochi, spesso masturbatorio, che mi amareggia lo stesso. Occorre sperimentare nuove forme di narratività, come sta facendo ad esempio il cinema maestranze giovanili che vanno incoraggiate soprattutto nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Penso alla banda larga e al digitale, ad esempio, ma anche all’utilizzo dei new media per contribuire a diffondere di più e meglio il prodotto realizzato in Campania. americano, che pure è in crisi, con i sequel come Lost, i Soprano...non saranno film da sala ma sicuramente sono meglio di tanti blockbuster. C’è un tipo di ricerca nuova sull’evoluzione dei personaggi che potrà fare da apripista se non per i contenuti, almeno in senso artistico. di Laura Cocozza valore non negoziabile lo fa capire mettendo subito le mani avanti quando gli chiediamo della sua nomina a presidente della Film Commission Campania, la società che si occupa di produzioni cinematografiche che valorizzano le bellezze e la storia della Campania: «Amo Napoli, che è la mia città di adozione, e come presidente sarò un supporter dei film napoletani. Ma sia ben chiaro che il mio tifo non potrà mai estendersi alla squadra di calcio». Fede calcistica a parte, ha già in mente una sua linea programmatica? Inutile negare che la mia è stata una nomina politica e che sono in sintonia con chi mi ha In un recente intervento sul Mattino, Mario Monicelli, parlando del cinema italiano, ha sottolineato che i registi oggi non osano abbastanza, forse anche per colpa dei critici troppo “buonisti”. È d’accordo? Per quanto riguarda l’accusa ai critici, io sono fuori dalla mischia, visto che sono considerato, in maniera superficiale, un “cattivo”, V Insomma occorre rivoluzionare gli schemi...ma l’emozione del grande schermo non si perderà? Ogni epoca ha le sue emozioni. E non credo che si perderanno, ma che avranno una chimica diversa. La formula ideale del cinema, cioè il mix tra voyeurismo e suono, si è un po’ usurato. Ed è necessaria una rivoluzione. I film “sovvenzionati” dai fondi statali possono essere rivoluzionari? C’è chi sostiene che la sovvenzione è necessaria per impedire al cinema di soccombere in un mercato darwiniano che lo sottoporrebbe a dover aderire solo ai gusti di massa e chi, invece, dice che un’arte assistita rischia di essere referenziale e portatrice delle ideologie del potente di turno. A mio parere lo stato può farsi impresario del cinema ma non deve mai emanare una poetica: gli spettatori si devono conquistare con le proprie armi. Mi dichiaro ostile alle forme di assistenzialismo statale, mentre sono favorevole al tax shelter, ovvero all’introduzione delle agevolazioni fiscali per gli investitori privati, agli aiuti per le produzioni giovanili, per la distribuzione nelle sale, in alcuni casi anche alle produzioni, ma stando attenti a non trasformarsi in depositari di poetiche. Lo stato non deve avere preferenze di genere o di contenuti ma favorire il mantenimento del binomio arteindustria omogeneo ed equilibrato. cronaca, è lo stesso: senza quelle qualità il cinema non mi interessa per niente. Come quando interviene sulle grandi questioni civili e politiche e diventa querulo, fazioso, spesso povero sul piano artistico. Mi piace quando è aperto e sorprendente. Un esempio di cinema che non mi interessa è quello di Sabina Guzzanti che fa il prosieguo delle sue “intemerate” televisive. Perché me lo voglio fare io il pensiero critico alla fine del film, non voglio che qualcuno me lo impartisca sotto forma di slogan. Si può essere impegnati nel vivere, nel morire, nell’amore, nell’odio, non nella contestazione. “La prima cosa bella” di Paolo Virzì candidato all’Oscar 2011... La candidatura all'Oscar va bene, il film prescelto è carino e merita, ma il problema è che la corsa per il Migliore Film Straniero prescinde dalla nostra logica e dal peso specifico del concorrente. Il grosso dei votanti dell'Academy non vede i film stranieri e non ne sa nulla: nel campicello possono così dettare legge lobbies corporative, qualche grande elettore alla Scorsese o Redford e gli uffici stampa. L’ultimo bel film che ha visto? Bastardi senza gloria di Tarantino è un film per cui sono pronto a litigare ed anche The Hurt Locker della Bigelow che ho sostenuto molto prima che vincesse gli oscar, cioè quando era stato presentato a Venezia e ci avevano sputato sopra... Il presidente Napolitano al Giffoni Festival ha sottolineato l’importanza del nostro cinema impegnato, citando come esempio il film “20 sigarette”. Condivide questo giudizio? E per lei cosa significa cinema “impegnato”? Ho apprezzato il film, ma non per l’impegno. Per me i tre elementi principali sono sempre il linguaggio, l’emozione e lo stile. Quando ci sono, allora per me c’è l’impegno. Che poi il film tratti di problemi civili, di sesso, di In un ipotetico film sull’Unità di Italia che personaggio le piacerebbe interpretare? Un piemontese no, perché non stimo la monarchia sabauda. Un brigante no perché non ho simpatie barricadere e populiste, un garibaldino neppure...vorrei essere un borbonico illuminato: Gaetano Filangieri. C’è qualche giovane regista o attore italiano che preferisce? Ce ne sono vari. VI Garrone e Sorrentino sono eccezionali. Poi Vincenzo Terracciano, Michele Soavi come regista di genere. Come attore direi Kim Rossi Stuart. I film che porterebbe con sé ovunque? Tutta la cinematografia di John Ford, Alfred Hitchock e Billy Wilder. Come singoli non posso non citare C’era una volta in America di Sergio Leone, Un mercoledì da leoni di John Milius, Il Cacciatore di Michael Cimino e La bestia di Walerian Borowczyk. Il libro sul comodino e quelli che preferisce? Ora sto leggendo Mai ci fu pietà di Angela Camuso, un saggio sulla banda della Magliana. Tra i miei libri preferiti ci sono il romanzo Eravamo giovani in Vietnam dal quale è stato tratto il film We were soldiers, Generation Kill, sulla guerra in Iraq. Mi piacciono i libri verità sui grandi conflitti mondiali. Ma un mio libro del cuore è anche Avventure della ragazza cattiva di Vargas Llosa, che consiglio assolutamente. Qual è stato il personaggio cinematografico che le ha dato più soddisfazione intervistare? Il vecchio regista americano Samuel Fuller, che era un pazzo anticonformista. Ma non è stanco di vedere film? E come fa a vederne tanti? Per fortuna non ho ancora avuto il calo di desiderio. I film li vedo in tutti i modi: al cinema, in DVD, a casa e li “scarico” anche. M Metti una Napoli viscerale. Metti un regista tra i più sperimentali al mondo. Metti 20 artisti del calibro di Lina Sastri, Massimo Ranieri, Peppe Servillo, Peppe Barra, Pietra Montecorvino, Fiorello. Metti le voci di Mina e Pino Daniele. Tutto questo ma anche di più è “Passione”, l’ultimo film di John Turturro, già presentato e apprezzato alla 67° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione fuori concorso. Canzoni e cantanti, musicisti e poeti, personaggi reali e leggendari sono i protagonisti di un film che attraversa una delle metropoli più belle, famose e controverse del mondo, una delle pochissime in grado di incarnare un’idea della vita. L’occhio straniero, ma non troppo, dell’italoamericano John Turturro attraversa la città e le sue musiche, dal “Canto delle lavandaie del Vomero” del 1200 a “Napul’è” di Pino Daniele, rievoca storie lontane e miti vicini, alterna l’amarcord alla ricostruzione, i caroselli canori alle voci di strada, la sceneggiata al videoclip, la storia della canzone alle storie che le canzoni narrano e nascondono. Immagini, spesso inedite, delle grandi voci di un passato ormai remoto si sovrappongono con quelle di interpreti moderni, capaci di proseguire una tradizione gloriosa, ricreandola e rinnovandola. Così la classe senza tempo di Mina apre la strada all’eleganza disarmante di Pietra Montecorvino, e le seduzioni sperimentali di Raiz, Almamegretta e M’Barka Ben Taleb incorniciano il toccante incontro di Massimo Ranieri con Lina Sastri; tra gli exploit travolgenti di Fiorello e Gennaro Cosmo Parlato e le memorie in musica degli Avion Travel. Ogni canzone diventa una piccola sceneggiata, una Il miracolo napoletano di Francesco Tripodi Un film tutto partenopeo ha trionfato nella prima edizione di “Cinema al Castello”, la rassegna di cinque giorni svoltasi a Castel Sant’Elmo che valorizza il lavoro di ricerca dei nuovi registi, iniziato già da diversi anni al “Napoli Film Festival” con le sezioni Schermo Napoli, Corti e Documentari. “La sera della prima”, film di Loretta Cavallaro, prodotto e interpretato da Francesco Tripodi, è stato votato come migliore in concorso dalla giuria composta da studenti universitari di cinema. Paola Casella, Massimiliano Colonna, Mariano Rigillo, Gigio Morra, Lucio Allocca, Giulio Adinolfi, Cicci Rossini, Angela Rago e Norma Martelli hanno affiancato Tripodi nel cast di una pellicola che propone la visione di una Napoli pulita e propositiva, senza cadere nei luoghi comuni legati a degrado e camorra, con un finale a sorpresa impreziosito dallo straordinario cameo di Enzo Cannavale. Grazie alla vittoria nella manifestazione “La sera della prima” si è aggiudicato la possibilità di stampa di tre copie in 35 mm offerte da AugustusColor ed è in trattative con alcuni distributori per una possibile uscita nelle sale cinematografiche. Da sinistra Massimiliano Colonna, Lucio Allocca e Francesco Tripodi La “Passione” di Turturro riaccende il Trianon John l’italoamericano, da Giovinazzo ai fantasmi di Eduardo Ha origini italiane doc John Michael Turturro, nato nel ’57 a Brooklin da un carpentiere di Giovinazzo, in provincia di Bari, e una cantante jazz originaria di Aragona in Sicilia. La passione per la recitazione sembra essere insita nel patrimonio genetico della famiglia: anche uno dei due fratelli di John, Nicholas, fa l’attore e sua cugina Aida è celebre per avere interpretato il ruolo di Janice Soprano, sorella del mafioso italoamericano Tony, nel telefilm cult “I Soprano”. Sposato con Katerine Borowitz, attrice anche lei, e con due figli, Turturro, dopo aver completato il Master of Fine Arts alla Yale School of Drama, ha partecipato come comparsa nel film del 1980 “Toro scatenato”, per poi conquistare il suo primo ruolo minore in “Cercasi Susan disperatamente” nel 1985. L’anno successivo arriva la consacrazione grazie al film “Il colore dei soldi” di Martin Scorsese. Da allora Turturro ha recitato in oltre 60 pellicole, lavorando con registi del calibro di Woody Allen, i fratelli Cohen, Francesco Rosi, Michael Cimino e Spike Lee, che l’ha voluto in molti suoi film di successo. Dal ’92 all’attività di attore Turturro unisce anche quella di regista, autore e sceneggiatore, come nel caso del suo ultimo lavoro, “Passione”, che celebra la canzone di Donatella Raggio napoletana. Un vincolo di sangue con l’Italia che si è rinsaldato nel 2005, quando Turturro ha calcato le scene del Duke Theatre di New York con “Souls of Naples”, adattamento del regista Roman Paska della celebre opera teatrale “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo. Una produzione fortemente voluta dall’attore italoamericano che ha recitato proprio nel ruolo che fu di Eduardo di fronte ad una platea entusiasta di newyorkesi e di giovinazzesi residenti nella grande mela, invitati personalmente da Turturro in occasione della prima. A Napoli, invece, i rappresentanti del Pdl hanno chiesto la cittadinanza onoraria per l’attore che, al dilà dell’accettazione di quest’ultima, ne uscirà confermato sempre più come “eroe di due mondi”.(rg) storia a sé: il tributo del regista a quello che lui stesso definisce “il più grande juke-box” esistente al mondo, cioè Napoli, con le sue mille contraddizioni, i suoi mille colori, le sue mille paure. E così il 12 ottobre, dieci giorni prima dell’uscita ufficiale nelle sale, Napoli è stata la protagonista di un altro importante evento: l’anteprima mondiale del film al Teatro Trianon, il teatro del popolo. Alla presenza dell’intero cast, ha avuto luogo un importante momento di incontro tra le principali cariche istituzionali della città e una parte cospicua del patrimonio musicale partenopeo in una cornice, quella del Teatro Trianon, che la stessa Regione Campania mira a far diventare il “tempio del popolo e della canzone napoletana”, superando così le polemiche scoppiate dopo la fine della vecchia gestione. VII CENTRO IPPICO ADRIANA ASD-FISE Il Centro ippico Adriana ASD, affiliato olimpico FISE, è situato a pochi chilometri dall'uscita Benevento centro (Contrada Coluonni, 1). Circondato da alti pini e immerso in una folta vegetazione, è il luogo ideale dove praticare l’equitazione, per cavalieri e amazzoni grandi e piccoli, sotto la guida professionale di istruttori federali. La struttura Le attività • Maneggio in sabbia 30x45mt dotato di illuminazione • Tondino diam.15mt. per addestramento cavalli • Paddocks su larghe superfici con 15 box • Scuderia con 14 box al coperto e selleria • Abbeveratoi, mangiatoie, lettiere in truciolo biologico • Lavatoio con docce e lampade per asciugatura cavalli • Clinica veterinaria con sala operatoria, sala raggi e laboratorio • Club house per soci • Ampio parcheggio riservato e illuminato • Giardino ombreggiato per relax cavalieri e non • Scuola pony per bambini dai 4 anni in poi • Scuola di equitazione preagonistica ed agonistica • Passeggiate, escursioni, trekking • Stazione di monta naturale ed artificiale equina • Centro di cura e riabilitazione equina • Centro di inseminazione artificiale equina Aperto tutti i giorni la mattina dalle 9 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 20 nel periodo estivo e dalle 15 alle 18 nel periodo invernale. Centro Ippico Adriana ASD Contrada Coluonni, 1-82100 Benevento Per info e contatti: Dott.ssa Adriana Donatiello 3355436464 - 3289734637 -3346677304 e-mail: [email protected] Ogni favola è un gioco ed è vera soltanto a metà IX/Il sindaco mancato per un “miracolo” “A “’A rieccolo!” Ora che Antonio Martusciello è riemerso, è tornato alla ribalta come commissario dell’Agcom - la potente “Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - la sua elezione, votata dal Senato, non ha carattere risarcitorio per una ingiustizia subita, è tutt’altra cosa: è il riconoscimento dovuto a un politico, che ha avuto il coraggio di cambiare aria, di farsi da parte, pur avendo possibilità, titoli e benemerenze per restare in campo su una panchina d’oro. Uno dei La vittoria del maggio del 2001 della Iervolino, avvenuta per “intercessione” della Curia, alla luce dei flop e del degrado che oggi ci lascia, rappresenta per Antonio Martusciello, di recente nominato commissario dell’Agcom, una rivincita amara pochi e rari casi di “esodo intelligente” nella storia repubblicana - o meglio, dall’annessione del Regno delle due Sicilie all’editto di Mirabello - senza sputare veleni, minacciare fulmini, ritorsioni e inversioni di marcia. Le “santabarbare” del voltagabbana. È un caso da studiare. Ex parlamentare, ex coordinatore regionale di Forza Italia - che, nel giugno del 2001 fece tremare un’“icona” democristiana come Rosa Russo Ievolino, (vincitrice su di lui nel ballottaggio a sindaco di Napoli, per un soffio, per “grazia ricevuta”, il soccorso decisivo della curia di Napoli) - ex sottosegretario all’Ambiente, ex viceministro dei Beni Culturali, mentre veleggiava con il vento in poppa, da ammiraglio indiscusso sulla tolda della corazzata di Forza Italia, nessuno come lui ha saputo disfarsi di una cosi rilevante “pila” di In un lontano discorso, ebbe a dire: “Da cristiano non cerco né rivincite né vendette, lascio manzonianamente fare tutto alla Provvidenza” X poltrone nel mezzo di una travolgente carriera politica. Se si pensa che, nel 1993, fu lui a costruire Forza Italia a Napoli, dalle ceneri di Tangentopoli e sotto una pioggia rovente di lapilli giudiziari e dei primi sinistri linciaggi, viene spontaneo domandarsi perché sia accaduto tutto questo. Abbiamo cercato di saperlo direttamente da lui, inutilmente. Se prima Martusciello rispondeva a monosillabi, con arcane e misurate l’uomo del casco giallo, l’ex eroe dei “picchettaggi” ai cancelli dell’Italsider, già condannata dal mercato. E non è finita, sempre lui fu, tra i primi, a suggerire al “pensatoio di Arcore” di strutturare subito il partito sul territorio, di dar vita al reale radicamento, con uno slogan: “Lealtà al premier e fedeltà al territorio”, che oggi, in presenza di scismi che non nascondono più il disagio per anacronistiche egemonie dovrebbe far fischiare le per le Garanzie delle Comunicazioni, volando sapientemente in un mondo, ingolfato di insidie, insulti e trappole. Un silenzio che se qualifica ulteriormente il rigore di Martusciello - mai sfiorato da scandali, da un solo gossip - lascia sospesi questi e altri interrogativi, bisognosi di risposte, ora che la lotta politica vede cadere anche le ultime tradizionali segnaletiche. A parte certi conti interni al partito, ormai prescritti, rispetto agli effetti del “Tifone Fini”, l’unico pesante interrogativo, che meriterebbe seri approfondimenti, riguarda la scottante verità, accennata in precedenza del lontano ballottaggio con la Iervolino, svelata in un insospettabile libro - “Napoli Anno Zero” a cura di Corrado Castiglione (Edizioni Intra Moenia) uscito di recente con l’imprimatur del mondo cattolico - una verità sfuggita purtroppo a questa città smemorata. La vittoria del maggio del 2001 di Rosetta, avvenuta per “intercessione”, per un “miracoloso aiutino” della Curia, alla luce dei flop e del degrado che oggi ci di Marco Padula Ilsindaco mancato perun“miracolo” parole, peggio della Sibilla Cumana, ora alla Torre Francesco del Centro direzionale, sede dell’Agcom, è addirittura muto. Quand’anche si riuscisse a chiedergli di fare luce sul suo “esilio” - ci riferiamo alla mancata riconferma alle elezioni del 2008 a parte che non lo direbbe mai, neanche sotto tortura, c’è il rischio, se si insiste, di essere cortesemente invitati a prendere il largo. Tra centinaia di politici di ogni livello che hanno ingaggiato un “duello” con Bassolino, Martusciello è stato l’unico capace di fargli saltare i nervi, di irritare orecchie a non pochi soloni, consiglieri del re. Basterebbe già questo a potergli far dire di aver avuto ragione. Ma lui non ama il chiasso, è un temporeggiatore, ragiona per tempi lunghi. La discrezione, la consegna del silenzio, anche quando il silenzio sembra nuocergli, sono la sua invulnerabile forza, che, in questi anni di solitudine, gli ha consentito di volare alto - non solo in termini figurati ma anche di concreta produttività - alla Presidenza della Mistral dove ha raggiunto eccellenti risultati, e oggi di continuarlo a fare all’Autorità XI lascia, rappresenta per Antonio Martusciello una solare rivincita morale e politica, anche se amara per come ritrova Napoli. Certamente ora non rincorrerà rivincite clamorose da Edmond Dantès, da Conte di Montecristo, ma, chi lo conosce, non esclude qualche tentazione andreottiana. Non a caso in un lontano discorso, ebbe a dire: “Da cristiano non cerco né rivincite né vendette, lascio manzonianamente fare tutto alla Provvidenza”. La Provvidenza però - vivaddio! che vede tutto molto prima di noi mortali, avrebbe potuto, vivaddio! regolarsi meglio a Napoli. E non lasciarci, in questi dieci indescrivibili anni, dannare ogni giorno, con un sindaco, “turista per caos”. Una “Rosetta”, prima in classifica per “maglie nere” e “zeru tituli”. Impaazzaa su Facebook la Cavani-mania: l’attacante uruguaggio che il Napoli ha acquiistato quest’estate dal Palermo sta facendo dimenticare a suon di gol l’ex punta azzurra, il napolettano Fabiio Quagliarella, cedduto alla Juventus. Sul social network più popolare della rete si contano più di cento tra pagine e grruppi dedicati al “Matador”, al secolo Edinson Robeerto Gòmez Cavvani,, claasse ’87 e un destro che in poche partite è diveentato l’’incubo dei portieri avversari e la gioia dei tifosi naapoleetani. Oltre cinquuantamila gli internauti in tutto il mondo che hanno clicccato “mi piace” o aderito a gruppi come “Scommetto che Cavani avrà più fan di Quagliarella”, “IIl babà di Cavani”, “Il fendeente mortifero del Matador”, “Ecce Cavaani” e “Cavani partimonio dell’Unesco”. Tra i più divertenti quellli chhe giocano sulle parme “La macticolarità fisiche del nuovo idollo partenopeo, com chinetta di Cavani” (pagina dediccata al vistoso apparecchio per i denti portato dall’attaccante)) o sullle svarriatte somiglianze attribuitegli con lo scrittore Pier Paoolo Pasolini, il tennista Rafael Nadal e il calciatoore Mark Lendders (protagonista del cartone animato “Holly e Benji”). E se qualche palermitano deluso lo prende in giro perr la sua magrezza col gruppo “Cavani mancatilla na fedda i cannee”, a Napoli sono giià in tanti ad essersi iscritti al “Pdc - Il paartito di Cavani”. (rg) Tutti pazzi per Cavani LAPORTA DELGOL XIV/Momenti azzurri, in campo per un museo In qualunque angolo del mondo c’è un bambino che tira calci ad un pallone e milioni di adulti che vorrebbero essere quel bambino “La collezione include anche 800-900 esemplari: dalle casacche del Napoli dal 1949 a oggi a quelle dei grandi calciatori che hanno affrontato gli azzurri, sino alle divise nazionali indossate dai tesserati del club Flashback azzurri. Non solo di Maradona. I due collezionisti aprono lo scrigno dei ricordi sugli aneddoti per costruire il tesoretto destinato al museo azzurro. Comincia Alinei: “Ebbi notizia che in una cittadina vicino Budapest c’era la possibilità di re- Follie di una passione cuperare i quaderni di Garbutt, tecnico del Napoli negli anni trenta. Era solito associare notizie e foto della città della squadra avversaria”. Segue Montanino: “Partecipai a un’asta da Christie’s a Londra. In palio c’era la maglia che Altafini scambiò con Pelè durante una delle tre amichevoli che videro protagonisti Napoli e Santos negli anni’70, un particolare di cui molti tifosi non sono a conoscenza. Doveva essere mia”. Luis Vinicio è stata la vera passione del radiologo: “Sino ai 14 anni giravo per casa tutto il giorno con la sua maglia”. (ns) Il duo Montanino-Alinei, fondatori dell’associazione: “Abbiamo un patto con De Laurentiis” Momenti azzurri, in campo per un museo XIV M Il primo inno azzurro. Il primo statuto. Poi l’oggettistica: gadget, canzoni, discografie, sciarpe, foulard, bandiere, trombette da stadio. È Stardust Napoli, il cui piatto principale è il repertorio delle maglie da gioco. Una stima di 800900 esemplari, dalle casacche del Napoli dal 1949 a oggi a quelle dei grandi calciatori che hanno affrontato gli azzurri sino alle divise nazionali indossate dai tesserati del club. Il museo Napoli è in fase di stallo. I due collezionisti-tifosi, “ci consideriamo i veri storici del Napoli”, hanno illustrato il progetto al patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. “Il presidente si è mostrato molto interessato all’idea, anzi ci ha esortato a recuperare - una volta realizzata - parte dei nostri investimenti”. Il numero uno azzurro si è impegnato personalmente con Alinei e Montanino per la realizzazione del museo. Un patto verbale, il cui step successivo passa attraverso l’accordo con le istituzioni cittadine per identificare un teatro all’altezza di continuare a collezionare per noi stessi. Vogliamo un museo nella nostra città, sarà il presidente poi a decidere se ci sarà un museo del Napoli. Anche se avessimo accettato qualche offerta, le cifre non sarebbero bastate a coprire quanto abbiamo investito negli anni”, dicono entrambi. L’associazione Momenti azzurri attraverso la mostra - mira a diventare nel medio futuro un interlocutore fisso della società di De Laurentiis. Un patto sinergico per valorizzare il passato del club partenopeo. Ci sono poi i cimeli della mente. Montanino volge uno sguardo alle due maglie numero 10 della stagione ‘86/’87 piegate accanto a lui. “Le ha indossate Maradona, dopo moglie e figli la persona più importante della mia vita”. La divisa di Diego cui tiene maggiormente l’ottenne dopo il match di ritorno del primo turno di Coppa dei Campioni al san Paolo contro il Real Madrid. Ecco il ricordo più bello: “Venne a Giugliano qualche anno fa ospitare i cimeli. “Ci è stato prospettato il San Paolo ma è una struttura fatiscente, vorremmo un posto dove consentire alle persone di vivere una giornata nel mondo Napoli, come avviene per il Real Madrid e il Barcellona”. Sino ad allora, il materiale resta off limits. Rifiutate sponsorizzazioni, speciali televisivi. Molti soldi. Il tifo vero non si fa i conti in tasca. “Non siamo interessati ad alcun ritorno economico, se il progetto non sarà realizzato saremo ben lieti di per una partita a scopi benefici. Ebbi addirittura l’onore di marcarlo. Un suo calcio di punizione finì sulla mia spalla. L’accarezzai non so per quanto tempo”. Alinei invece conobbe El Pibe de oro durante un’incontro tra squadra e tifoseria poco prima delle feste natalizie. “Nei parcheggi sotterranei dello stadio vidi un ragazzo che si era sottratto alla folla. Lo chiamai signor Diego, lui rimase sorpreso. Ne seguì una lunga chiacchierata.” di Nicola Sellitti Momenti azzurri. Settant’anni racchiusi in un flusso di ricordi. Il Napoli del dopoguerra, gli anni ’60, la zona totale di Vinicio. L’epoca aurea di Maradona e i suoi seguaci. Dino Alinei e Giuseppe Montanino sono due focosi innamorati della squadra azzurra. Professionisti di Chiaia, medico e ingegnere, presenti al san Paolo da oltre cinquant’anni - “ho dovuto saltarne una per una rottura di costole” precisa Montanino -, tre anni fa hanno messo su un’associazione culturale - Momenti azzurri appunto -, dedicata al calcio Napoli. Nel corso del matrimonio azzurro hanno accumulato cimeli e testimonianze introvabili. Due collezioni da unire in un unico tesoretto per un museo a Napoli. Creando così un’enclave del tifo, meta di un pellegrinaggio laico nella storia del club per nostalgici e nuove leve della tifoseria. Figurine dolciarie e scenette comiche degli anni Trenta, abbonamenti del Napoli anteguerra, biglietti di ogni incontro di campionato, coppe europee e amichevoli. XV XVIII/ALLEGRIA IN SALA PARTO XX/LA SFORTUNA DI RIBERA Non importa ciò che è, ma quello che diventa importante: un’irrinunciabile porta-spia su ciò che non si può non sapere L La primavera scorsa Nicola Gasbarro, ginecologo, 56 anni, da 7 direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli, è stato al centro dell’interesse dei media. E per un’ottima ragione: un autentico colpo di genio. Una trovata magistrale che il professionista ha introdotto in sala operatoria e che gli è valsa le attenzioni dei telegiornali di Rai e Mediaset, e persino France Press. Già, perché il primario si è inventato il cinema in sala chirurgica: pensata spiazzante soprattutto considerando il contesto e le modalità realizzative, adottate dal ginecologo. In concreto, è dal mese di maggio che il professore, nel corso di delicati interventi da eseguire su alcune pazienti in stato di veglia, fa indossare alle gentili signore occhiali virtuali «E il rilassamento è così totale - aggiunge Gasbarro - che spesso partono delle gran risate. L’altro vantaggio, poi, è che la riduzione dello stress intraoperatorio favorisce la successiva ripresa delle pazienti che, in convalescenza, consumano persino meno farmaci». Un solo cruccio per Gasbarro: ormai la cineteca del reparto non basta più. Una ex paziente, però, ha promesso al professore che gli invierà una bella scorta di nuovi titoli. E dunque, sotto i ferri come sulla poltrona del cinema: una tecnica soft che non ha precedenti nel mondo. E il ginecologo, insieme ai suoi collaboratori, un pizzico di compiacimento se lo concede volentieri: «Fra di noi ci siamo auto congratulati», rivela lui. Gasbarro, però, non è nuovo ai riflettori della notorietà. Nel 1999 Film e risate: la rivoluzionaria tecnica adottata da Gasbarro Allegria in sala parto collegati ad un lettore DVD: poi, nelle lenti di questi complessi congegni ottici, proietta un film per alleviare nelle operande il livello di stress, considerato fattore di complicanze, indotto dalla situazione. Ebbene: per l’esperimento firmato Gasbarro è stato centro pieno. Come gli si sia accesa la lampadina, lo spiega lui stesso: «Il fattore ansia è un’incognita temibile nelle donne trattate in anestesia spinale, che restano cioè vigili sul tavolo operatorio. suscitò grande interesse una tecnica di sua ideazione, denominata «Gaslup», che ottimizza la visibilità degli organi addominali, eliminando il ricorso all’anidride carbonica. Adesso, però, il binomio cinema-bisturi ha fatto il giro del pianeta: «Una trovata che prenderà piede», prevede il professore. Che ha un solo timore: «A volte, in frangenti cruciali, le signore ridono troppo: così attendo che si calmino». Troppa grazia. di Oscar Medina Un problema che esigeva delle contromisure. In passato avevo provato con la musicoterapia ma con esiti scarsi. Subito dopo ho puntato sul cinema in camera operatoria: ma un lettore DVD e uno schermo ponevano rischi sulla sterilità dell’ambiente. I miei figli, però, mi hanno dato la dritta giusta: al lettore andavano collegati degli occhiali virtuali di ultima generazione con visione tridimensionale. Congegni costosi che, grazie ad un’autotassazione, abbiamo acquistato in America dove il prezzo è più conveniente. Ne abbiamo due: in sala operatoria e in sala parto». I benefìci? Se le spettatrici, ad esempio, si godono le avventure comiche di Benigni e Troisi, fatalmente l’attenzione si sposta dall’intervento al film. “Se le spettatrici, ad esempio, si godono le avventure comiche di Roberto Benigni e Massimo Troisi, fatalmente l’attenzione si sposta dall’intervento al film. E il rilassamento è così totale...” XVIII “Non ci resta che piangere” in Blu-ray Dal 19 ottobre, infatti, tutti i nostalgici che hanno apprezzato e amato la spassosissima coppia formata dall’attore toscano e quello napoletano (per l’occasione anche sceneggiatori e registi) possono acquistare il Dvd di “Non ci resta che piangere” arricchito da una lunga intervista a Benigni sul rapporto di amicizia e di lavoro con Troisi e 41 minuti di scene inedite non montate nella versione finale del film. Le immagini non inserite nella versione originale ma visibili nella nuova versione del Dvd riguardano il personaggio di Astriaha che preferisce Mario (Troisi) a Saverio (Benigni), causando fra i due un’esilarante rissa. Questa nuova edizione del film, campione di incassi nel 1984, conferma il successo di una pellicola nata, come sottolinea Benigni nella video intervista, “da quel sentimento così uguale e così distante dall’amore che è l’amicizia”. Troisi e Benigni, i più gettonati dalle pazienti del professor Gasbarro per allontanare lo stress dell’intervento chirurgico, tornano alla ribalta anche fuori dalla sala operatoria grazie all’uscita del film cult “Non ci resta che piangere” in Blu-ray Hd con scene inedite mai viste prima. Nobel a Edwards, il papà della PMA Robert Edwards, "padre" della fecondazione in provetta, ha vinto il Nobel per la medicina. Insieme al ginecologo Patrick Steptoe ha messo a punto la tecnica che dal '78 a oggi ha permesso la nascita di almeno quattro milioni di bambini in tutto il mondo. La scelta, criticata dalla Santa Sede, ha incontrato il plauso di tutta la comunità medico-scientifica. Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha sottolineato l’importanza di un tale riconoscimento: “Siamo particolarmente compiaciuti che il premio Nobel per la medicina nel 2010 sia stato assegnato a un solo uomo, un medico che è per noi un maestro ed un vero rivoluzionario. La fecondazione assistita - ha proseguito Vittori - ha offerto una concreta speranza a donne che oggi, per ragioni economiche, sociali e biologiche, giungono sempre più tardi e con sempre più difficoltà alla maternità". I In Italia la fortuna critica è stata avara con lui. Probabilmente il torto di Josè de Ribera, gigante della pittura del ‘600 nato a Jativa in Spagna nel 1591, fu di scegliere Napoli per costruirsi vita, famiglia e carriera artistica. Allo Spagnoletto, così ribattezzato dai napoletani per la sua bassa statura, la storia dell’arte che fa opinione, da sempre monopolio dei poteri intellettuali del Centro-Nord, ha riservato, da 4 secoli in qua, appena una nicchia nei testi sacri della letteratura artistica italiana. Nessuna meraviglia, visto che a monte c’è sempre stato il ridimensionamento storico dell’intera stagione barocca napoletana di cui Ribera è parte integrante. Ghettizzazione appena scalfita, negli ultimi anni, dalle grandi mostre riabilitative di quel sontuoso capitolo storico: il secolo d’oro all’ombra del Vesuvio continua a restare in castigo e i suoi pittori ad essere liquidati come un sottoparagrafo del caravaggismo europeo. capolavori del maestro ispano-napoletano, va anche oltre: «Ribera ha persino influenzato Zurbaràn e Velàzquez». Un riconoscimento che inchioda il gelido sussiego delle caste culturali italiane nei confronti di Ribera. Tranne Napoli, però, dove il maestro spagnolo fu amato e apprezzato. Ribera in Italia c’era venuto ventenne nel 1611. A Roma conosce l’arte di Caravaggio. Nell’estate del 1616 il duca di Osuna, vicerè di Napoli, lo vuole con sé. Lui va a vivere ai Quartieri Spagnoli, a casa di Bernardo Azzolino, mezzo guappo e mezzo pittore, e ne sposa la 16enne figlia Caterina. Poi comincia a riempire Napoli e dintorni di meraviglie, declinate alla maniera del Caravaggio: le facce crude e dolenti dei vicoli diventano santi e filosofi. La Spagna non lo dimentica: le sue opere affluiscono numerose nel paese natale, arricchendo anche le collezioni reali. A Madrid lo rivogliono. Lui replica: «Resto La sfortuna di Ribera a Napoli dove sono stimato e le mie opere ben pagate». E intanto il suo pennello tenebroso si illumina e si addolcisce. Nel 1640 si ammala e fa debiti. Il ventre della città non fa più per lui e va ad abitare a Posillipo. Viene sepolto a Mergellina, nella chiesa di S. Maria del Parto. Ora, almeno nel resto del mondo, è testimone della gloria di Napoli. di Alvaro Mirabelli Vecchia storia: quella di Napoli che paga dazio su tutti i fronti, a cominciare dalla cultura. E la pagina dolorosa dell’antifama di Jusepe Ribera, colosso misconosciuto da Roma in su, ne è l’esempio più lacerante. Oltre frontiera, però, tutt’altra storia: di opere dello Spagnoletto sono pieni i musei del mondo e, ad ogni latitudine artistica, la sua fortuna critica se l’è sempre giocata alla pari con quella degli altri giganti del ‘600. Lo snobismo che l’Italia riserva a Ribera, ad esempio, indispettisce gli spagnoli: c’entra ovviamente lo sciovinismo iberico, ma è un fatto che la storia dell’arte spagnola collochi questo napoletano d’adozione accanto ai 3 grandi del «siglo de oro», cioè Velàzquez, Zurbaràn e Murillo. Miguel Zugaza Miranda, direttore del Prado che contiene molti XX Esaltato nel mondo, snobbato in Italia: per lo “Spagnoletto” quattro secoli di malacritica. Pochi sanno che è sepolto a Mergellina XXI XXII laPortaVirtuosa XXIV/Museo Diocesano, parte l’autunno della nuova Scarlatti XXV/Harmont&Blaine, il “bassotto” conquista Chiaia XXVI/Scuole virtuose, piccoli imprenditori crescono XXVII/Poetè, letture poetiche infuse di teina I Il Museo Diocesano di Napoli, a pochi passi dal Duomo, sarà la location inedita dei sette concerti che compongono l'Autunno Musicale 2010 della Nuova Orchestra Scarlatti. La manifestazione, presentata lo scorso sei ottobre, prenderà il via giovedì 14 ottobre alle ore 21 con un'anteprima al Teatro Delle Palme, dove andrà in scena “Dentro Rigoletto” che concentra nel ritmo e nei tempi di Museo Diocesano parte l’autunno della Nuova Scarlatti Ciclo di sette concerti nel complesso di largo Donnaregina un programma di concerto tutti i passaggi e le emozioni fondamentali del repertorio verdiano. La rassegna si trasferirà poi per altri sette appuntamenti sotto le volte del Museo Diocesano, una cornice non casuale come ha spiegato il direttore artistico della Nuova Scarlatti, Gaetano Russo: «L'accostamento tra i concerti in programma e il Museo Diocesano segue una filosofia che ci contraddistingue da tempo, i nostri programmi sono sempre concepiti in rapporto all'ambiente che li ospita: e così, anche questa volta, se pagine come il mozartiano “Davidde penitente” sono nate proprio per risuonare sotto volte di chiesa come quelle del Diocesano, altre proposte musicali, meno scontate per una cornice sacra, saranno comunque plasmate secondo le peculiarità e le risorse di questo splendido luogo». Alla presentazione della manifestazione erano presenti don Eduardo Parlato, vicario episcopale alla cultura della diocesi di Napoli, il direttore del Museo Diocesano don Adolfo Russo, Gaetano Russo, direttore artistico della Nuova Scarlatti di Napoli Guglielmo Mirra, direttore del Teatro delle Palme (da sinistra nella foto). Il programma vedrà l’apertura del ciclo dei concerti venerdì 22 ottobre con “Pergolesi/Mozart”, pagine vocali e strumentali di Pergolesi, di cui quest'anno si festeggiano i trecento anni dalla nascita, a confronto con il Concerto per clarinetto e orchestra di Mozart. La rassegna prosegue venerdì 29 ottobre con “L’intelligenza in musica: XXIV il flauto”, un itinerario barocco che alterna e intreccia il timbro del flauto dolce ai più moderni flauti traversi alternando pagine dei compositori Mancini, Sammartini, Telemann. Venerdì 5 novembre, sarà di scena “Per i fiati”, un percorso di musica da camera che va dal “Notturno per 11 strumenti” del giovane Mendelssohn ai “Carmina Burana” di Carl Orff in versione strumentale, passando per il “Rondino” per fiati di Beethoven e poi per i Notturni di Mozart. Ancora Mozart per l'appuntamento di sabato 13 novembre che proporrà le pagine sacre del “Davidde penitente”. Venerdì 26 novembre sarà la volta di “Genealogie musicali”, un programma che alterna Rossini, Britten, Honegger, Fritz Kreisler, Max Bruch. Venerdì 3 dicembre, toccherà a “Sperimentar con gl'istromenti cantare” con il racconto in musica dell'evoluzione dello stile strumentale moderno attraverso le pagine di Albinoni e Bach. Venerdì 10 dicembre l'Autunno si chiude fra “Sacro e profano”, con le Antiche danze e arie di Respighi, l'inedito Mater per archi del giovane compositore friulano Cristian Carrara, il Magnificat in si bemolle per coro e orchestra di Durante. Per le informazioni e il programma della manifestazione è possibile consultare www.nuovaorchestrascarlatti.it. (n.d.n) I Inaugurazione in grande stile il 28 settembre scorso per la nuova boutique Harmont & Blaine di piazza dei Martiri, il secondo monomarca aperto in città dopo quello di via Scarlatti al Vomero. A tagliare il nastro di partenza il sindaco Iervolino, che ha poi lasciato la scena ai tanti testimonial del mondo dello spettacolo, ben lieti di posare per fotografi e telecamere in occasione dell’evento Harmont & Blaine il “bassotto” conquista Chiaia Parata di vip per il nuovo store a piazza dei Martiri affidato alla pierre romana Tiziana Rocca. Oltre alle splendide madrine Nina Senicar e Cristina Chiabotto, la serata è stata senza alcun dubbio all’insegna della bellezza maschile. Basti dire che c’erano tra gli altri Massimo Ciavarro, Andrea Montovoli, Giulio Base, Giampaolo Morelli, Fabio Fulco e Massimiliano Rosolino, in compagnia di Natalia Titova. E poi ancora il regista e attore Sergio Rubini, e gli attori Enzo De Caro, Carlo Buccirosso, Maurizio Aiello con la neosposa Ilaria, Francesco Paolantoni, Patrizio Rispo e Mario Porfito. A dare il tocco nobiliare la presenza anche del principe Guglielmo Giovanelli Marconi il quale ci ha rivelato che predilige i capi sportivi Harmont & Blaine soprattutto d’estate, ma trova anche molto pratici i giacconi imbottiti per le sue DA SINISTRA E DALL’ALTO - L’ex Miss Italia Cristina Chiabotto con alcuni ammiratori - Giampaolo Morelli, Giulio Base, Andrea Montovoli, Sergio Rubini e Massimo Ciavarro testimonial della griffe - Giampaolo Morelli, Giulio Base, Massimo Ciavarro, Andrea Montovoli e il principe Guglielmo Giovanelli Marconi - il patron Menniti col presidente dell’Unione Industriali di Napoli Gianni Lettieri e l’artista Lello Esposito - L’ingresso dello store di piazza dei Martiri - Fabio Fulco intervistato all’interno del nuovo store - Nina Senicar posa accanto al logo del bassotto - Massimiliano Rosolino e Natalia Titova vacanze a Cortina. Centocinquanta metri quadrati, quattro vetrine sulla piazza e due su via Calabritto per un investimento di 2 milioni e mezzo di euro: non c’è che dire, i fratelli Menniti e Montefusco hanno fatto le cose in grande. "Dopo alcune stagioni caratterizzate da un'importante crescita dei punti vendita che hanno contribuito a rafforzare il marchio sul piano internazionale - ha commentato l'amministratore delegato Domenico Menniti oggi è arrivata la XXV ciliegina sulla torta con l'approdo nella nostra città nella centralissima piazza dei Martiri. Il progetto di aperture di Harmont & Blaine per il 2010 non si ferma a Napoli ma prosegue con gli opening entro fine anno al Cairo, Beirut, Shanghai, Shenzen, Santo Domingo, Kuwait City che seguono a quelle già avvenute a Pechino, Hong Kong, Hangzhou, Tyumen, Baku, Istanbul, Dubai, Guadalajara, Mexico City, Miami e del flagship store di Madrid”. Laura Cocozza I Il 28 settembre scorso nella Sala Italia del Castel Dell’Ovo si è svolta la cerimonia di premiazione del progetto ''Piccoli Imprenditori'', promosso dall'Unione Industriali di Napoli in collaborazione con l'Associazione ''Tutti per...''. Agli alunni delle scuole elementari e medie del napoletano è stato chiesto di elaborare idee ecosostenibili per migliorare le condizioni di vita quotidiana Ministro - crea lavoro e ricchezza. Per questo combattiamo qualsiasi tipo di criminalità, ma abbiamo bisogno della collaborazione dei cittadini". Scuole virtuose piccoli imprenditori crescono Tra gli istituti premiati “Tito Livio”, “Raffaele Viviani” e “Nino Cortese” utilizzando fonti rinnovabili. Il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, e lo sportivo Ciro Ferrara, affiancati dal presidente di "Tutti per...", Lucia Monisteri, hanno premiato con tre computer portatili i vincitori provenienti dalla “Tito Livio” (presenti all’evento la preside Giovanna Esposito e i docenti Adriana Apolito, Silvana De Crescenzo, Teresa Giustino), dalla “Raffaele Viviani” di Napoli e della “Nino Cortese” di San Giovanni a Teduccio. Oltre ai primi tre premi, sono state assegnate medaglie per "Impegno sociale", "Originalità", "Sensibilità ambientale", "Innovazione", "Solidarietà" e "Umorismo". Tra le idee più innovative proposte dagli aspiranti imprenditori quelle che prevedono la costruzione di alberghi e villaggi con materiale riciclabile in zone nelle quali si possano utilizzare anche le fonti energetiche alternative, la realizzazione di micro pc che sostituiscano libri e quaderni e l’apertura di locali di intrattenimento per bambini. La finalità dell’iniziatva, che ha coinvolto circa 300 ragazzi, è stata quella di indicare ai giovani la possibilità di "mettersi in proprio" come possibile sbocco lavorativo, diffondendo le nozioni basilari della cultura di impresa. Nel suo intervento Maroni ha ribadito come la legalità sia una condizione necessaria per lo sviluppo di un’imprenditoria sana e produttrice di ricchezza: "L'impresa ha un enorme valore sociale per il territorio - ha dichiarato il XXVI I Il Chiaja Hotel de Charme e l’associazione Centro di Poesia di Antonio Cuccurullo ospitano il primo impedibile appuntamento della nuova stagione 20102011 della “Rassegna Poetè - ciclo di letture poetiche (e non solo) infuse di teina”. La manifestazione ha preso il via lo scorso 30 settembre nel salottino del Chiaja Hotel de Charme in via Chiaia 216 dove Claudio Finelli ha Poetè letture poetiche infuse di teina L’evento ha preso il via presso il Chiaja Hotel Unica, per denominazione (PizzAria e non PizzEria: per trovarne un’altra bisogna attraversare l’Atlantico, probabilmente), per Rating (trovate un’altra pizzeria sulla Guida Michelin), per varietà e ricerca (insieme a ben altre poche a Napoli), La Notizia, magica dispensatrice - dal 1995 - del cibo più famoso al mondo, si fa in due. Coronando un desiderio (che ha nel termine Fortuna, la paterna trattoria degli inizi, un beneaugurante precursore filologico), il maestro Enzo Coccia ha inaugurato - in più riprese - la nuova sede, in via Caravaggio, qualche centinaio di metri più in basso della vecchia (tutt’ora funzionante nelle mani dell’“eterno secondo”, il bravissimo Davide Bruno. Tenuta stagna e temperature controllate per una location minimale, ma dalla calda accoglienza, ricca di 28 coperti e la possibilità, per gli avventori più alti, di sbirciare il panorama. E, in più, la maggiore probabilità di parcheggiare l’auto rispetto alla vecchia sede, che rimane Un pezzo che fa Notizia di Ferdinando Polverino De Laureto presentato “Occhio da cui tutto ride” (No Reply Collana Maledizioni) della poetessa e performer Giovanna Marmo (nella foto). L’incontro, che ha visto anche la partecipazione del poeta Bruno Galluccio, è stato condito, come di consueto, da tè e biscotti. Si è proseguito giovedì 14 ottobre alle 18.30 con “La guardia è stanca” di Geraldina Colotti, scrittrice e giornalista del quotidiano “Il Manifesto” e “Le Monde Diplomatique”. Venerdì 19 novembre, sempre alle 18.30, “Asino chi legge” di Antonella Cilento. Scrittrice e giornalista, la Cilento collabora con “L’Indice dei Libri del mese”, “Il Mattino” e “Grazia”. Ha pubblicato “Il cielo capovolto” (Avagliano, 2000), “Una lunga notte” (Guanda, 2002), “Non è il Paradiso” (Sironi, 2003), “Neronapoletano” (Guanda, 2004), “L’amore, quello vero” (Guanda, 2005) e “Isole senza mare” (Guanda, 2009). Ultimo appuntamento giovedì 9 dicembre con la presentazione-performance di “Incanto”, la nuova raccolta di Federico Saramuccia, giovane autore ligure legato alla linea neomanierista, già autore di "Trilorgìa" (Zona 2006), "The Cal2" (Absolute Poetry 2008), "Ninfuga" (Ogopogo 2008), "Doppia Coppia (2) LoSca" (Gattili 2009) e "Sconcerto Triplo" (Polìmata 2009). un’ideale location mordi e fuggi per chi voglia “asportare” i gioielli di casa Coccia. Ma nella nuova, al civico 94/A, l’offerta è più ampia. E non solo nell’ambito del piatto protagonista. La ricetta che prende il nome del locale, per esempio, avrà sentori di tartufo, mentre altre spazieranno tra le materie prime d’eccellenza campane, come il caciocavallo podolico, il prosciutto di maiale nero di Di Meo, le alici di Cetara etc. Carta delle birre arricchita con collezioni by Menabrea anche Top Limited, St. John’s, Karma e Maneba, tutte assolutamente made in Italy. Solite scelte accurate (ed ampliate) per Vini e Liquori con un’attenzione particolare alle bollicine, da sempre compagne d’eccellenza per il piatto principe de La Notizia. Alla vernice, tra giornalisti, colleghi ed amici, si era in trecento, giovani (più o meno) e forti estimatori di una delle Pizze più riconosciute e riconoscibili al gusto che Napoli possa attualmente offrire: e, visto che Michelin si esprime stellando, mai come in questo caso vale l’antico per aspera ad astra. XXVII XXVIII XXX/Vieni avanti panino XXX/In forma con i wurstel XXXI/America choc, spot contro l’hamburger XXXI/Sì, ma da bere? laportadeisensi TOCCARE VEDERE SENTIRE GUSTARE ANNUSARE XXIX Oltreoceano è famoso come hot dog, in Europa, invece, prende il nome dal termine tedesco “wurst” (insaccare), indipendentemente dal nome, il “salsicciotto” resta il protagonista indiscusso delle grigliate e dei panini più succulenti. Recentemente però, l’attenzione per la linea e la salute ha spinto le maggiori case produttrici a lanciare sul mercato prodotti light, a basso contenuto di grassi e calorie. I wurstel di pollo o tacchino, infatti, risultano più salutari in quanto confezionati con carne bianca. Contenendo sale e nitriti di sodio, sono già saporiti, è preferibile non accompagnarli con salse grasse come maionese e senape. Le calorie oscillano tra le 196 e le 283 per 100 grammi, quindi, associati ad una porzione di ortaggi e un frutto, possono costituire un valido elemento per un pasto R Resiste alla crisi, anzi la batte con le sue armi migliori: costo contenuto, rapida preparazione e nomi da sballo. C’è chi lo chiama “Pocho” e chi “Mattuoglio”, ma l’operazione gusto non cambia: 5 locali giusti per prendere la serata a morsi Nexxt via Riviera di Chiaia, 273 Locale moderno, affacciato sulla centralissima Riviera di Chiaia, con giardino esterno. Panino di punta è quello con l’hamburger di chianina o con porchetta. Prezzo medio €6,00/6,50. Vieni avanti panino! Punch & Judy - via Bisignano, 56 Atmosfera ispirata ai classici pub americani, ricca la carta delle birre. Panino più richiesto hamburger, prosciutto e formaggio. Costo medio €5,00. In forma con i wurstel di Alessandra Dell’Aquila dietetico. Per i più golosi, invece, la novità è il wurstel ripieno di formaggio fuso Leerdammer, che insaporisce senza comportare un aumento cospicuo delle calorie totali. I più salutisti, invece, scelgono il wurstel biologico, certamente più sano, ma da consumare occasionalmente perché contiene una discreta quantità di sodio. Insomma, sì al wurstel ma con moderazione, a meno che non si intenda emulare le gesta di Joey Chestnut, detentore del primato mondiale di mangiatori di hot dog. L’americano ne ha trangugiati ben 68 nel tempo record di dieci minuti all’Hot Dog Eating Contest di New York nel 2009. Il Sombrero - corso Vittorio Emanuele, 114 Locale spazioso, atmosfera calda, tantissime specialità. I panini sono diversi, dal classico special da farcire con ingredienti a piacere a quelli nuovi come il Pocho (hamburger di chianina, uova, prosciutto, tabasco, insalata e pomodoro) e il Texano (hamburger di chianina, bacon, provola, insalata, pomodoro, accompagnato da salsa messicana e tacos). Prezzi da €6.50 . PiadinAilò, la Romagna a Chiaia Nel cuore di Napoli, nelle stradine che conducono a Piazza dei Martiri, in via Alabardieri 26, c’è un pezzo di Romagna dal cuore napoletano, PiadinAilò. In un locale dalle linee moderne, con cucina a vista, per soddisfare la curiosità degli avventori che possono seguire passo dopo passo la preparazione della piadina, Maria ed Ernesto, insieme ai loro figli Pasquale e Carmen e alla nuora Federica, portano avanti quella che si può definire una tradizione, ma soprattutto, una passione familiare. L’avventura della famiglia Zannelli nasce nel 1993, quando Giovanni, padre di Maria, da venditore di cocco al grido di “Ailò cocco”, modo efficace di attirare l’attenzione dei turisti, decise di rilevare un chioschetto, presso il Lido XXX Blackwood piazza Vanvitelli, 9/A via Petrarca, 9 Locali in stile irish, in legno, dall’atmosfera accogliente anche all’esterno. Un must, l’hamburger di chianina con patatine fritte fresche. Prezzo medio €6,00/6,50. “L’hamburger? Eroina. Non inietteresti mai a tuo figlio della spazzatura. Quindi perché glie la fai mangiare? Interrompi le cattive abitudini”. Questo il messaggio alla fine dello spot televisivo che ha scioccato l’America. Le immagini mostrano Spot USAcontro l’hamburger Akuna Matata via del Parco Margherita, 31 È ispirato al motto del celebre cartoon Disney “Il re leone”, il locale a pochi passi da piazza Amedeo che propone panini dall’ottimo rapporto qualità-prezzo e una selezione di birre molto varia. L’estroso proprietario, che possiede una rarissima collezione di robot degli anni ’70, accoglie i clienti in un clima caldo e gioviale, animato dalla serata Karaoke del venerdì. Tra i panini da non perdere il “Mattuoglio” con provola, funghi e porchetta. Prezzo m. €5. una madre che prepara una dose di eroina per suo figlio, la telecamera si sposta e mostra che la siringa con la droga si è trasformata in un panino con l’hamburger che il bambino addenta voracemente per la merenda. L’idea è stata lanciata dalla Texas Pediatric Society per contrastare l’abitudine americana del “junk food”, il cibo spazzatura consumato in grandi quantità. Ormai i pasti a base di patatine fritte e panini farciti con carne rossa, bacon, formaggio e salse ipercaloriche, accompagnati da bevande zuccherate e gassate, hanno provocato l’obesità di quattro bambini su dieci negli Stati Uniti, il 32% della popolazione nella fascia tra i due e i 19 anni. Dati allarmanti, le cui conseguenze per la salute della popolazione risultano drammatiche. Tralasciando (per questo numero) l’ovvia ma sempre raccomandabile birra, che, se consumata in quantità accettabili, oltre ad accarezzare i gusti forti del Pub Food grazie al tono moderatamente alcolico, è anche un buon digestivo, oltre ai vari sidro, karkadè e drink d’importazione, non rimangono che i vini. Sì, ma da bere? di Ferdinando Polverino De Laureto degli Estensi di Ferrara, per la vendita delle famose piadine. Di lì la fortuna e il successo di un prodotto genuino e ormai conosciuto nel mondo quasi quanto la pizza. Una ricetta segreta quella di Piadinailò, tramandata dal signor Giovanni e realizzata con 12 ingredienti, accompagnati da altri tre requisiti altrettanto importanti: qualità, cortesia e prezzo modico. La piadina che si gusta da Piadinailò è interamente prodotta, dall’impasto alla cottura, dalle sapienti mani di Maria e dei suoi figli, che si definiscono “operatori della piadina”, veri e propri artigiani di questo alimento per il quale scelgono rigorosamente ingredienti di prima qualità, che lavorano con dedizione e amore. Famosissima la piada crudo, squacquerone e rucola, tipicamente emiliana, ma che anche i napoletani hanno imparato ad apprezzare. (a.d.a.) XXXI Ma quali? A parte le disponibilità, tipicamente limitate nei Pub, la scelta, in Campania, può spaziare tra alcolicità non spinta e morbidezza: da un Gragnano di qualità (del resto è il classico compagno del mitico Panuozzo), il cui CO2 favorisce lo smaltimento dei grassi e pulisce bene le fauci, ad un Campi Taurasini (Aglianico in odore di Taurasi- Calafè), un rosso che staziona poco in bottiglia: ideale per panini robusti a base di chianina (oggi molto in voga, ma sarà vera?). Un Rosato di media struttura potrebbe essere una scelta ideale. Fuor di Campania: Riesling Renano prima di tutti (freschezza e aromi speciali senza troppo alcol), Barbera (Chiarlo), Grechetto, e ovviamente Lambrusco, un classico amico dei salumi, mortadelle comprese. Saper17 Vivere ARTE CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 NELLE FOTO A LATO E IN BASSO: due disegni di Fabrizio Fiorentino, collaboratore Marvel NELLA FOTO AL CENTRO: una cover di Lorenzo Ruggiero per il mercato americano IN BASSO: Mario Punzo presidente della Scuola Italiana di Comix F Futuro a strisce L’ L’arte sequenziale, ovvero il fumetto secondo la definizione di Will Eisner, non è mai stata così di moda a Napoli e in Campania come in questo momento. Un vero e proprio esercito di virtuosi delle “comic strips” cresce e lavora all’ombra del Vesuvio raggiungendo livelli di eccellenza impensati, al punto che è nata l’esigenza di convogliare i 50 migliori “fumettari” professionisti nel volume-antologia “Nero Napoletano”. continua a pag 18 Arte / Costume / Storie / Personaggi / Cultura / Lifestyle / Eventi / Turismo / Relax / Webmania ARTE Saper Vivere 18 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Futuro a strisce di Rita Giuseppone continua da pag 17 L’idea di creare un’unica storia divisa in 50 microstorie, ognuna composta da due tavole ad opera dei migliori sceneggiatori e disegnatori professionisti coordinati da Sergio Brancato non poteva che venire da Mario Punzo, presidente e docente della Scuola italiana di Comix, dal 1994 agenzia e factory del fumetto made in Naples. La nona arte è il pane quotidiano di talenti cresciuti sotto l’ala protettiva di Comix, che si sono affermati nel panorama nazionale e internazionale grazie alle collaborazioni con le maggiori case editrici quali Bonelli, GG Studio, Star Comics ed Eura in Italia, DC Comics e Marvel Comics in America, Soleil in Francia e tante altre. Questo perché, come spiega Mario Punzo, «quello del disegnatore è diventato un mestiere internazionale grazie alla facilità con cui è possibile stringere contatti con gli editori ed espletare il flusso di lavoro via web. Inoltre, è possibile collaborare con più editori, disegnando tranquillamente a casa propria». Ne è un perfetto esempio Pasquale “Pako” Massimo, docente di Tecnologie multimediali per il restauro e l’illustrazione digitale presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, vicedirettore della Scuola italiana di Comix, che collabora con Il Mattino e in America con la Warner Bros. Altre matite partenopee molto richieste in USA sono gli insegnanti Comix Lorenzo Ruggiero e Fabrizio Fiorentino, che lavorano regolarmente con Marvel e DC per Batman e Spiderman. «Da qualche tempo - spiega Punzo - il fumetto americano ha cambiato direzione. Fino a pochi anni fa si puntava su fisicità, azione e immagini forti. Ora la linea dei cazzotti si è esaurita e si è cominciato a dare più spazio alla trama, ma per far questo c’era bisogno di disegnatori più “sensibili” da questo punto di vista, e sono venuti a pescarli in Europa. Viaggio tra i virtuosi del fumetto “made in Naples” che hanno conquistato USA e Francia. L’esperienza vincente di Comix Significativo è il caso della GG Studio, una piccola casa editrice italiana, distribuita negli Stati Uniti con “The One”, ARTE il fantasy disegnato da Pasquale Qualano». Ma il sogno americano non è l’unico che anima i disegnatori partenopei. Il paradiso dei fumettari, come conferma Punzo, è senz’altro la Francia: «I francesi sono bravi sia a fare i fumetti che a venderli. Il fumetto italiano viene considerato come un prodotto editoriale di serie B, il cui costo oscilla tra i due e i quattro euro, composto al massimo da 100 pagine in bianco e nero e destinato ad una platea di pochi appassionati. In Francia, invece, la cultura del fumetto è molto più diffusa. Attualmente ci sono otto colossi e ben 200 piccoli editori che sfornano fumetti di ottima qualità, in un formato più grande che contiene 40 tavole a colori dallo stile molto cinematografico. Il costo varia dai 10 ai 15 euro, le vendite sono ottime e il loro pubblico è in costante crescita. Questo perché i francesi sono stati capaci di creare un circolo virtuoso che alimenta l’editoria del fumetto, che a sua volta propone un prodotto di qualità altissima e un’offerta molto varia». Nel frattempo la fucina di talenti di via Atri continua ad arricchire il vivaio di fumettisti e sceneggiatori partenopei grazie ai corsi pluriennali di Disegno, Fumetto, Illustrazione, Animazione e Animazione 3D, Sceneggiatura, Graphic Design, Web Design e Colorazione Digitale, oltre ai vari workshop e alle tante iniziative in collaborazione con Comicon, il salone internazionale del fumetto, la cui 13esima edizione si terrà a Napoli dal 29 aprile al p r i m o maggio 2011. Saper Vivere 19 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 SARANNO FAMOSI: LE MATITE DA TENERE D’OCCHIO a tradizione di fumettisti campani vanta grandi nomi a livello nazionale Le internazionale. Oltre a Bruno Brindisi (Dylan Dog) e Roberto De Angelis (Nathan Never), mostri sacri della cosiddetta “scuola salernitana”, tra i più affermati figurano certamente i fratelli Raul e Gianluca Cestaro (disegnatori di Tex) e altri “bonelliani”, quali Alessandro Nespolino, Giuseppe Ricciardi e Luca Raimondo senza contare gli “americani” Lorenzo Ruggiero e Fabrizio Fiorentino. Matite che hanno tracciato una strada verso l’affermazione del talento partenopeo che molti giovani disegnatori si apprestano a percorrere, si spera con successo. Tra le nuove leve scalpitano per farsi largo nel gotha del fumetto la colorista Barbara Ciardo (che già collabora con Marvel e DC), la giovanissima Livia Pastore (apprendista alla GG Studio), Marco Castiello (vincitore del concorso internazionale “Chesterquest” della Marvel), Antonella Vicari (disegnatrice NELL’ALTRA PAGINA IN ALTO Una tavola del "bonelliano" Giuseppe Ricciardi IN BASSO La coertina del volume Nero Napoletano IN QUESTA PAGINA IN ALTO Alacer, un progetto dell'emergente Vincenzo Federici IN BASSO Una tavola di Vincenzo Federici per il fumetto Jonathan Steele di Legs Weaver, primo fumetto della Bonelli interamente dedicato ad una donna), Daniela Di Matteo (che ha lavorato al primo volume della serie francese “Sideline”) e Marcello Di Martino (collaboratore Disney e Planeta/De Agostini). Un talento da seguire è senz’altro il giovanissimo Vincenzo Federici, promettente fumettista in forza alla GG Studio, per la quale lavora a “The One”. Attualmente collabora con lo sceneggiatore milanese Federico Memola, creatore di Jonathan Steele ed è impegnato su un progetto tutto suo concepito per il mercato francese: “Alacer”, la storia di una nave di piratesse. (rg) ARTE Saper Vivere 20 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Gioberto Noro - Camera 7 - Galleria Artiaco IN BASSO Un'opera di Nicola Villa - Galleria Scognamiglio Forme di arte “ibrida” conquistano le gallerie cittadine. Dalle installazioni di Varini alle immagini di Villa, passando per Carl Andre e Gioberto Noro di Valeria Puntuale Lo Studio Trisorio di via Riviera di Chiaia 215 ha inaugurato il 6 ottobre la stagione espositiva con due installazioni “site specific” di Felice Varini, attivo sulla scena internazionale dal 1979 con numerose installazioni in spazi pubblici e privati in Europa, Australia, America e Giappone. L’opera di Varini, visibile fino al 27 novembre, consiste in interventi pittorici realizzati su pareti e superfici diverse. I molteplici segni convergono nella costruzione prospettica di una forma geometrica semplice e rigorosa che appare allo spettatore solo quando la si guarda da un determinato punto di vista, quello che lo stesso Varini definisce un “punto di partenza potenziale”. L’appuntamento con l’arte raddoppia alla galleria Alfonso Artiaco. Fino al 6 novembre gli spazi espositivi di piazza dei Martiri 58, ospitano la personale di Carl Andre dal titolo “9x54 Napoli Rectangle” e, nel nuovo Project Space, quella del duo fotografico Gioberto Noro. Autunno, tempo di Vernissage Andre, che da oltre 40 anni lavora sul concetto di scultura moderna, propone una grande opera che dà il titolo alla mostra composta da 243 lastre d’acciaio laminato a caldo che generano un’opera di forma rettangolare che si estende per tutta la lunghezza della galleria, occupando così quasi tutto lo spazio disponibile. Sergio Gioberto e Marilena Noro, che dal 2005 firmano unitamente le loro opere, espongono i lavori della trilogia “Sguardi ad Occidente”, 2002/2008. Le installazioni fotografiche, assemblate con pannelli in fibra di legno, sono appoggiate su carrelli e spostate in modo casuale nello studio sino ad intercettare le luci che le identificano. Finissage il 30 novembre per la personale di Nicola Villa alla Galleria Mimmo Scognamiglio in via Mariano D’Ayala, 6. “Urbano/Mediterraneo. Storie e volti da una città di mare” è la mostra a cura di Pietro Montone ideata su un progetto specifico dell’artista sviluppato ad hoc per continua a pag. 23 ARTE Saper Vivere Artecinema, la creatività invade il grande schermo 21 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 S Si è svolta la 15esima edizione di “Artecinema”, festival internazionale di film sull’arte contemporanea. Ogni giorno, da giovedì 14 a domenica 17 ottobre, dalle 17 alle 24, al Teatro Augusteo, la rassegna curata da Laura Trisorio ha presentato al grande pubblico le diverse realtà dell’arte contemporanea attraverso una selezione di documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi degli ultimi cinquant’anni: interviste, biografie filmate e narrazioni montate con materiali d’archivio. Seguito da circa 6.000 spettatori ogni anno nelle ultime due edizioni, il festival ha proposto 25 documentari, di cui 22 in prima nazionale, ricercati direttamente presso i registi e i produttori in tutto il mondo. Le proiezioni, in lingua originale con traduzione simultanea, sono state intervallate da incontri-dibattito con i registi, gli artisti e i produttori. L’arte è stata il filo conduttore di tutti gli eventi della rassegna: dai documentari della serie dedicata agli artisti attivi negli Stati Uniti Art:21 IN ALTO Frame dal film Botero Born in Medellín di Peter Schamoni IN BASSO Frame dal film Fantasy della serie - Art in The Twenty-First Century “Art in The Twenty-First Century” al film “Chine, empire de l'art” di Emma Tassy e Sheng Zhimin, che esplora il panorama dell'arte contemporanea cinese, dalla vita di Fernando Botero raccontata in “Botero. Born in Medellin” di Peter Schamoni alle 12 short stories di “Views on Vermeer”, in cui vari artisti celebrano l’opera del pittore olandese, dalla street art di “Next, a Primero on Urban Painting” al film di Elisabetta Sgarbi presentato lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia “Deserto Rosa: Luigi Ghirri”, con musiche originali di Franco Battiato e voci narranti di Toni Servillo e Andrea Renzi che leggono testi di Alexandr Sokurov, mentre sullo sfondo scorrono le immagini poetiche di Luigi Ghirri. (rg) ARTE Saper Vivere 22 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 S L’arte “invisibile” al Castel dell’Ovo Successo di pubblico e critica per la mostra internazionale di arte contemporanea “Visibile è...l’invisibile”, conclusasi lo scorso 4 settembre. L’iniziativa, presentata da Angelo Calabrese, è stata ospitata nella Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo dove ben 70 artisti hanno esposto le proprie opere. Promotrice della collettiva l’Associazione Centro Culturale Arianna presieduta dalla professoressa Imma Maddaloni, curatrice della mostra insieme a Giovanni Boccia e Lorenzo Basile. L’Associazione Arianna, infatti, si occupa fin dal ’99 di promuovere le diverse forme d’arte, organizzando mostre ed eventi mirati a rendere finalmente “visibili” gli artisti emergenti del panorama contemporaneo, in quanto, essendo l’arte una forma di comunicazione e condivisione, è inevitabilmente penalizzata dalle scarse opportunità di esporre per gli artisti da poco affacciatisi sulla scena cittadina. Tra questi, però, hanno trovato spazio anche nomi già noti tra gli intenditori, come i due medici-fotografi Vincenzo Montella e Vincenzo Starnone, e la rivelazione Setyo Mardiyantoro, indonesiano di Java, giunto a Napoli nel ’92 per studiare architettura e seguire la sua vocazione artistica ispiratrice di dipinti originali quanto delicati che miscelano i caratteri di una certa iconografia orientale con paesaggi italiani, creando atmosfere mitologiche arricchite dall’incontro di due culture così varie. Semplici visitatori, turisti, critici, artisti, collezionisti e galleristi hanno decretato il successo dell’evento che ha visto esposti i lavori della stessa Maddaloni che, sotto la guida del Maestro Armando De Stefano, ha iniziato la sua carriera artistica nel 1970 e in questi quasi quarant’anni ha partecipato a centinaia di eventi artistici, riscuotendo notevoli consensi. (rg) ARTE continua da pag. 20 le sale della galleria Scognamiglio che aveva già ospitato una sua personale nel 2008. Villa ha fotografato scene di vita quotidiana per poi riprodurle su tela e carta mediante l’uso della matita, di acquerelli, inchiostri neri e di vari colori. Con un approccio scientifico, al limite tra narrazione e documentazione, queste fugaci immagini divengono testimonianza di oggetti, cose e persone reali collocate in altrettanti luoghi reali. Non solo sculture e installazioni: l’immagine come mezzo di comunicazione si afferma più che mai come espressione artistica. Fino al 24 ottobre, infatti, il Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille ospita la più importante mostra itinerante di fotogiornalismo internazionale. Le prime 200 foto selezionate come migliori dell’anno dalla Saper Vivere 23 giuria, composta da editori, fotografi e delegati delle agenzie stampa di tutto il mondo, compongono la World Press Photo Exhibition che tocca 50 nazioni ed è visitata da 2 milioni e mezzo di persone. Quest’anno ha vinto il prestigioso premio, giunto alla 53esima edizione, il fotoreporter napoletano Pietro Masturzo in quanto autore del migliore scatto del 2009. “Donne che protestano dai tetti di Teheran” è un’immagine che documenta la notte dopo le contestate elezioni in Iran, quando la gente urlò il proprio dissenso dai tetti e dai balconi, dopo una giornata di proteste nelle strade della città. Il Presidente della giuria Ayperi Karabuda Ecer ha sottolineato che la foto di Masturzo “mostra l’inizio di qualcosa, l’inizio di una storia più grande: aggiunge prospettiva alla notizia”. IN ALTO L'installazione Cing Ellipses Ouvertes di Felice Varini IN BASSO Pietro Masturzo - Dai Tetti di Teheran CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 LIBRI Saper Vivere 24 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 “Non voglio Anna”, l’esordio letterario del medicofotografo Vincenzo Starnone sione per la fotografia. Starnone osserva la realtà che lo circonda sempre con stupore, a volte con tono beffardo, altre con rassegnazione, imparando a convivere con lo stress di una professione bella quanto difficile. L’autore, infatti, mostra come il medico non sia solo quello che può decidere della vita o della morte di un paziente intervenendo su patologie gravi o difficili da diagnosticare, ma anche quello che ha a che fare tutti i giorni con logiche gerarchiche incomprensibili, lotte sindacali, pazienti troppo irruenti e malati immaginari che lamentano malanni inesistenti, o sintomi assurdi che spesso, come rivela Starnone, in assenza di una spiegazione logica vengono catalogati come “fatti di Storie stressate di Mario Paciolla Sono tutti rigorosamente veri i 16 racconti di Vincenzo Starnone, medico napoletano, che ripercorre episodi ironici di una vita stressata nel suo primo libro dal titolo “Non voglio Anna” edito da Iuppiter. L’autore, classe ’53, affianca da trent’anni alla sua carriera di medico la passione per la fotografia, che egli vive come una sorta di indagine antropologica e la stessa cosa si può dire dei suoi racconti. “Non voglio Anna”, infatti, raccoglie sprazzi di vita vissuta dal medico, “un predestinato dalla sfiga” come si defini- sce egli stesso, a causa del suo piglio ingenuo ma curioso che lo porta a vivere situazioni al limite del surreale. Lo sguardo di Starnone riesce a cogliere con grande precisione, come l’obiettivo di una macchina fotografica, gli aspetti più bizzarri e divertenti dei personaggi che osserva e che descrive al lettore con stile immediato e scorrevole. Dall’incontro-scontro con i decani della Facoltà di Medicina alle avventure come perito medico-legale, dagli aneddoti su pazienti insoliti, turni massacranti, colleghi stravaganti e notti in bianco al pronto soccorso, alla pas- origine nervosa”. Non a caso il sottotitolo “Racconti stressati di un medico” fotografa perfettamente i momenti in cui l’autore, posto sotto pressione dalle situazioni che si trova ad affrontare, si astrae completamente perdendosi in ricordi o riflessioni, dando l’impressione di vivere sempre con la testa tra le nuvole. Ciò accade anche nel tragitto in auto verso il suo studio il giorno della morte di Lucio Battisti. Mentre l’autoradio ripropone uno dei successi del celebre cantautore, “Voglio Anna”, il medico si interroga su quale sia il modo più adatto per comunicare il licenziamento ad Anna, la sua assistente pasticciona, ripercorrendone mentalmente pregi e difetti, e quantificando in 15 passi la distanza tra l’ingresso e la porta del suo studio che la distratta segretaria percorreva in soli 12 secondi, nei quali riusciva ad inventare di tutto pur di farsi perdonare. Aneddoti di una vita stressata ma, tutto sommato, appassionata e animata dalla curiosità verso sé stessi e gli altri che rende Starnone un vero antropologo in camice bianco. LIBRI Saper Vivere 25 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 “La bimbamamma”, vita smarrita Il libro rivelazione di Nucci A. Rota sull’Alzheimer di Aurora Cacopardo È un libro autobiografico interessante, ma soprattutto generoso, “La bimbamamma” di Nucci A. Rota; un libro che incoraggia a leggere e insegna ad amare gli altri. L’autrice è una sociologa, pone al centro della sua riflessione la struttura del pensiero, il rapporto tra mente e cuore, quella strana “cosa” che è la coscienza umana, con uno stile piano, garbato, puntuale. Intreccia la sua vita privata con un percorso nuovo che improvvisi avvenimenti la chiamano a sostenere, e lo fa con chiarezza di linguaggio e con l’amore per Luisella (la bimbamamma) che traspare da ogni frase. Condensa in dieci agili capitoli le tappe fondamentali del morbo terribile che colpisce sua madre e la costringe a convivere per molti anni con una malattia impegnativa e crudele. Il libro presenta un excursus narrativo dal linguaggio chiaro, talvolta ironico, poetico nelle descrizioni paesaggistiche, teso ad indagare sulla questione più antica e fondamentale per la specie: che senso possiamo dare alla nostra esperienza di esseri umani quando una devastante malattia come l’Alzheimer improvvisamente ci colpisce? Nucci Rota ha dato il meglio di sé, ed ha dedicato il suo lavoro oltre che alla madre, a tutti coloro che si prendono cura di questi ammalati: figli, mariti, mogli, sorelle, badanti, volontari ed è dedicato anche a coloro, una serie di persone, che tentano invece di evitare il più possibile per paura, per convenienza, per egoismo sociale, questi ammalati. Questo libro dimostra che l’autrice è fornita di una notevole sensibilità umana oltre che di una padronanza della lingua che riesce a trasmettere chiaramente le sue emozioni e le sue sensazioni al lettore. Ne è un esempio il passo dove l’autrice si ferma a riflettere sulla gravità della perdita che comporta l’essere affetti dal tremendo morbo: “È un percorso tristissimo quello con il grande nemico, sia perché tutti i percorsi di malattia non sono mai allegri, ma soprattutto la convivenza con l’Alzheimer ha una sua specificità perché riguarda il concetto di memoria e tutto ciò che questo rappresenta per tutti noi. La stanza immensa, come definì S.Agostino la memoria, ha in sé anche il concetto di identità, di dignità umana, di ragione ma anche di sentimenti. In definitiva la memoria è vita”. IL MORBO IN CIFRE le iniziative organizzate in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, celebrata il 21 settembre, nelle quali studiosi ed esperti hanno Tante fatto il punto della situazione sulla diffusione della malattia e sui nuovi strumenti di prevenzione e di cura nell’ambito di convegni e manifestazioni tutti accomunati dallo slogan: “Alzheimer. È tempo di agire insieme”. Ecco le novità più recenti. Nel mondo i malati di Alzheimer, sono 35,6 milioni. Il costo per curarli ed assisterli è di circa 604 miliardi di dollari, pari all'1% del Pil mondiale lordo. In Europa sono 7,3 milioni le persone colpite da forme di demenza, mentre in Italia circa 1 milione, di cui 600mila affette da Alzheimer. Purtroppo queste cifre sono destinate a salire: si calcola che nel mondo gli affetti da demenza saranno 65,7 milioni nel 2030, ben 115,4 milioni nel 2050. Novità anche per quanto riguarda la prevenzione. La Texas Tech University Health Sciences Center a Lubbock ha messo a punto un test del sangue per diagnosticare l'Alzheimer e che potrebbe addirittura predire il rischio individuale di sviluppare la demenza. Un altro studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha scoperto che il rischio di ammalarsi di Alzheimer è strettamente legato al modo in cui il cervello usa lo zucchero per trasformarlo in energia. Secondo l’articolo presto sarà possibile predire il rischio di sviluppare l'Alzheimer già a 25 anni d’età, cioè molto prima che insorgano i sintomi più evidenti. Sempre in tema di prevenzione, ha fatto molto discutere la recente scoperta di un gruppo di ricercatori di Oxford, i quali sostengono che, assunta in dosi elevate, la vitamina B possa alleviare i sintomi iniziali dell’Alzheimer, dimezzando il tasso di restringimento del cervello nelle persone anziane colpite dai primi segni della malattia neurodegenerativa. AL CENTRO Nucci A. Rota, autrice de “La bimbamamma” IN BASSO La copertina del libro, edito da Iuppiter LIBRI Saper Vivere 26 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Il saggio dell’antropologa Helga Sanità ripercorre la storia della festa più famosa di Napoli tra passato e futuro A SINISTRA Helga Sanità, autrice di La festa di Piedigrotta. Il mito di un ritorno ALL’ARCHIVIO PARISIO “PIEDIGROTTA E I BAMBINI” Piedigrotta il mito dell’eterno ritorno di Rossella Galletti A tre anni dal rilancio religioso e turistico della secolare celebrazione, esce nelle librerie “La Festa di Piedigrotta il mito di un ritorno” (ed. L’ancora del mediterraneo) di Helga Sanità. Esperta di rituali e pratiche festive della Campania, docente di Antropologia del patrimonio presso l’istituto universitario Suor Orsola Benincasa, l’autrice ha dato vita ad un minuzioso lavoro di indagine storica ed antropologica ricostruendo, sulla base dei numerosi documenti reperibili sulla Piedigrotta e delle immagini fotografiche degli archivi Parisio e Troncone, le fasi storiche in cui i differenti poteri hanno inciso, trasformandola, sulla festività. Dall’edizione del 1935, anno in cui il fascismo ne fece uno strumento di propaganda e consenso popolare, a quelle a cavallo degli anni ’50 e ’60, in cui divenne una sorta di festival della canzone partenopea, fino ad arrivare alla reinvenzione in chiave contemporanea che le ha donato un più ampio respiro internazionale. «La festa è del popolo, ma anche del potere» afferma l’autrice. Diverse le epoche, diversa la festa, ma un elemento ha resistito al tempo: «Per onorare la Madonna di Piedigrotta, - spiega la Sanità - da quando nel 1983 la Piedigrotta fu eliminata dal calendario delle festività cittadine, la comunità religiosa di Mergellina-Chiaia ha istituito “La serenata alla Madonna”, una manifestazione teatrale a cui aderiscono attori professionisti, molti dei quali devoti alla Madonna, che si svolge ogni anno, il 10 settembre, nella chiesa S. Maria di Piedigrotta». Nonostante le politiche locali, anche gli ultimi tre anni hanno visto una “Piedigrotta” più festa dei napoletani che evento turistico. «Da piccola racconta l’autrice vedevo passare i carri. Anni dopo iniziai le ricerche per la tesi di laurea negli archivi fotografici napoletani, tra questi l’Archivio Troncone. Mentre Vittorio Troncone mi raccontava la sua storia tra file di scaffali piene di scatole contenenti lastre negative, vidi che la parola più ri- i è tenuta, presso l’Archivio Fotografico Parisio, la mostra intitolata “Piedigrotta e i bambini”, Sun’esposizione di 50 ristampe di immagini d’epoca di Giulio Parisio, dello Studio Troncone, e due stampe originali di Giorgio Sommer. L’intento è stato quello di documentare storicamente l’antico legame dei bambini con la festa negli anni compresi tra il 1866 e il 1966. La mostra, curata da Helga Sanità in collaborazione con l’Archivio Fotografico Parisio, è stata realizzata con il contributo dell’associazione Uniso Universo Sociale. corrente era “Piedigrotta”». Così da un ricordo d’infanzia è nata la curiosità di capire cosa contenessero quelle scatole e «di studiare la storia attraverso quegli oggetti»; poi Helga Sanità si è avvicinata all’antropologia ed ha iniziato «a guardare questi documenti con sguardo antropologico». Nel 2004 ha fatto parte del comitato scientifico per il recupero di Piedigrotta, diretto da Dario Scala- brini (ex-amministratore dell’EPT di Napoli), il quale grazie ai finanziamenti avuti dalla Regione ha attuato il progetto nel 2007 ottenendo riscontri positivi. «Quest’anno la crisi finanziaria ha colpito la festa: non ci sono stati i fondi fino all’inizio di settembre», dice la studiosa. Ecco perché non abbiamo visto sfilare i tradizionali carri. Ma cosa si può fare per migliorare la festa? «È solo una questione economica e politica, la partecipazione popolare c’è sempre stata». È importante, però, rilanciare le festività di Napoli e della Campania anche da un punto di vista turistico: «tutti i Carnevali Campani avrebbero dignità di essere recuperati, penso al Carnevale di Montemarano, alla Zeza di Bellizzi o a quello di Capua. Il Carnevale ha una componente spettacolare di più immediato impatto, arriva facilmente anche al turista estraneo alla tradizione locale». EVE NTI Saper Vivere 27 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 VITA ED OPERE DI MATTEO RIPA IL MISSIONARIO CHE AVVICINÒ ORIENTE E OCCIDENTE evangelizzazione dei popoli è sempre stata una delle finalità principali della Chiesa cattolica romana a partire dalle prime forme di espansione cristiana che si sono L’susseguite nell’arco di quindici secoli. Una missione, questa, non necessariamente legata all’espansione politico-economica: basti pensare alle imprese autonome di diffusione della fede operate dagli ordini dei Francescani, Cappuccini e Domenicani. La Congregatio generalis de Propaganda Fide, nata nel ‘600, aveva il compito di propagandare il cattolicesimo nel mondo. Questa missione conteneva in sé due “anime”, quella dei Gesuiti, fortemente influenzata da padre Matteo Ricci, che propendeva per un’evangelizzazione mirata soltanto alla élite cinese, mentre la Propaganda riteneva più opportuna un’operazione di cristianizzazione che partisse dal basso e in questo trovò grande realizzazione attraverso l’opera missionaria di Matteo Ripa. Lanfranco Cirillo, ricercatore presso la Seconda Università agli Studi di Napoli, nel suo libro “Il vangelo secondo Matteo Ripa” (edito da Iuppiter) descrive le tappe dell’evangelizzazione della Cina attraverso la vita e le opere del missionario che grazie alla sua visione moderna “internazionalizzò” il cristianesimo non con un proselitismo aggressivo, ma diffondendo la fede attraverso un virtuoso dialogo tra i popoli e un’integrazione segnata da un lungimirante pluralismo culturale. Studioso delle lingue orientali, fondatore del «Collegio Asiatico» - primo nucleo dell’attuale Istituto Orientale di Napoli - inguaribile sognatore e tenace realizzatore, Ripa intuì, a inizio ‘700, nella sua opera di evangelizzazione e di ecumenismo, che bisognava privilegiare l’universalità, scegliendo ciò che unisce e non ciò che divide. Senza mai arrendersi di fronte ad ogni tipo di ostacoli, convinto nel sostenere che la missione evangelica non è un’imposizione ma una proposta di cambiamento, padre Ripa, con poetica caparbietà, s’impegnò profondamente nel realizzare il sogno di un avvicinamento tra Oriente e Occidente. Il volume, arricchito da un’accurata appendice documentaria e fotografica, spiega perché l’azione di Matteo Ripa nel nome del Signore va studiata e riscoperta, soprattutto in un momento in cui la globalizzazione sposta in avanti le vecchie frontiere nazionali e continentali. (ndn) DOPO MESSALINA BALLARATI RITORNA IN LIBRERIA CON IL MITO DI SIBARI rande successo alla Festa del Peperoncino di Castrovillari per Antonino Ballarati, protagonista con alcune letture tratte dal suo piccante romanzo “Così ho sedotto Roma. Amori, vizi e perversioni di GMessalina” edito da Iuppiter. Le avventure spregiudicate della moglie dell’imperatore Claudio sono il tema del terzo libro di Ballarati, originario proprio della provincia cosentina, che all’attività di agente di commercio ha accompagnato da sempre la passione per gli studi storici, il mondo omerico e i protagonisti del mito. Questo interesse per la storia magnogreca ha originato la pubblicazione dei suoi primi due libri “La leggenda della guerra di Troia” nel 2005 e nel 2007 “Il mito della guerra di Sybaris”. Quest’ultimo volume, edito da Coscile, è giunto alla sua seconda edizione e racconta i fatti che hanno immediatamente preceduto la distruzione di Sibari, una splendida e fiorente colonia greca, fulcro, intorno al primo millennio a.C., di una intensa vita culturale e di una non meno frenetica e ricca vita economica e sociale. Come accade in “Così ho sedotto Roma”, anche ne “Il mito della guerra di Sybaris” le vicende inerenti all’ascesa politica, economica e culturale della città vengono narrate attraverso i racconti degli stessi protagonisti storici dell’epoca, in una sorta di reportage giornalistico, dando al lettore diversi punti di vista e chiavi di lettura. (ndn) Il Viandante di Alessandro Sansoni RATZINGER UN PAPA SOTTO ATTACCO “L’ unica vera colpa di Joseph Ratzinger è quella di essere diventato Papa”. Così Paolo Rodari e Andrea Tornielli, autorevoli vaticanisti de Il Foglio e de Il Giornale, chiosano la loro inchiesta, pubblicata da Piemme, intitolata significativamente “Attacco a Ratzinger”. Da quando Benedetto XVI è salito al soglio pontificio il 24 aprile 2005 sono stati rari i momenti tranquilli da lui vissuti. Profeticamente, durante la messa inaugurale, il neo Papa, implorò i fedeli dicendo: “Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”. E numerosi sono i lupi con cui l’ultimo successore di Pietro ha dovuto scontrarsi. Dall’ormai famoso discorso tenuto nella Cattedrale di Ratisbona nel 2006 ai continui scandali sui preti pedofili, i media non hanno risparmiato a Benedetto XVI e alla Chiesa di Roma attacchi anche violentissimi: in molti, dentro e fuori il Vaticano, hanno voluto vedere in questi assalti una strategia volta a colpire mortalmente il cattolicesimo. In effetti, dalla ricostruzione dei due autori, emerge la pretestuosità o l’esagerazione di molte accuse, sebbene Rodari e Tornielli non credano alla tesi del complotto. Piuttosto, preferiscono ricordare come la Chiesa abbia da sempre molti nemici, soprattutto negli ambienti liberal, così forti nell’industria mediatica, e come molti tra i collaboratori di Benedetto XVI non si siano sempre dimostrati all’altezza del suo ambizioso messaggio evanagelico. Benedetto XVI è un personaggio scomodo. Non ha la naturale simpatia mediatica e la scaltrezza politica di Giovanni Paolo II. È un intellettuale e un teologo che tenta di “purificare” la Chiesa dalle sue storture, anche a rischio di crearsi nuovi avversari all’interno. Il suo è un messaggio complesso, che non sempre la semplificazione dei titoli dei giornali aiuta a comprendere. Occorrerebbe, secondo gli autori, rafforzare e coordinare meglio, pertanto, l’apparato vaticano impegnato sul fronte della comunicazione. Inoltre, sempre a proposito del fronte interno che oggi lacera le gerarchie ecclesiastiche, un grosso ruolo gioca la volontà di Papa Benedetto di riportare l’insegnamento e l’azione della Chiesa su binari più coerenti rispetto al dettato del Concilio Vaticano II. Viene fuori, da questo testo, la forte figura di un Papa impegnato senza compromessi a contrastare la schizofrenia morale e culturale di un mondo secolarizzato. Un impegno vissuto con sofferenza, ma anche con naturale coerenza rispetto ad una fede sempre illuminata dalla ragione. Semplicemente, l’”umile lavoratore della vigna del Signore” sconta la colpa di non essere soltanto un Papa “di transizione”, ma anche una delle più robuste personalità intellettuali e politiche del nostro tempo. ARTE Saper Vivere 28 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Sfizi&Note di Massimo Lo Iacono L’AUTUNNO CALDO DEI CONCERTI A NAPOLI A l concerto! Al concerto! E magari all’opera, all’opera! Previsioni d’Autunno-Inverno: sembrano in affanni le note musicali, con poco sfizio e molta preoccupazione, per i problemi di bilancio che colpiscono un po’ tutto il paese. Dovrebbe essere l’inverno del nostro scontento musicale, e invece: si legga oltre! Il pubblico c’è, attende la pubblicazione dei cartelloni per orientarsi nella scelta di un abbonamento da confermare, oppure per azzardare un nuovo abbonamento, magari sostituendo quello di un teatro di prosa con quello di una serie di concerti. Fidando su possibilità trasversali di abbonamento con opera a concerti al San Carlo, attendendo i Sguardi lontani di Francesco Iodice FILANGIERI, IL CAVALIERE DELL’ILLUMINISMO NAPOLETANO giovani universitari soprattutto ma anche i liceali le proposte adatte, gli appassionati e curiosi aspettano pure un po’ di concerti gratuiti. Per ora: sicuramente a Villa Pignatelli “Maggio della Musica” proporrà i suoi ultimi concerti in abbonamento la domenica al mattino in ottobre ed anche la Comunità Luterana a via Carlo Poerio proporrà i suoi concerti, che però sono gratis. In ottobre riprende l’attività della “Scarlatti”, sede a piazza dei Martiri, ma di fatto vomerese, con i concerti a Sant’Elmo location trionfante per la risposta del pubblico. E vomerese resta l’attività del Diana, e resterebbe vomerese l’attività della “Nuova Scarlatti”. Tuttavia al San Carlo ed al teatro Sannazaro pure vi saranno concerti dell’associazione “Scarlatti”. Il San Carlo quindi nella fine di settembre, in occasione della presentazione del programma 2010-2011, finalmente ha presentato il nuovo direttore artistico, l’ottimo maestro Sergio Segalini che ci arriva dal Festival di Martina Franca, presenza graditissima agli appassionati che a lui attribuiscono la presenza in cartellone dei “Vespri siciliani” di Verdi, in originale francese, ed il ritorno di “Carmen”. A Chiaia ancora riprenderanno, si spera, i concerti di “Convivio armonico” al Sancarluccio, poi quelli della “Trabaci” a Santa Caterina a Chiaia. Ed a Palazzo Reale il 7 Novembre ritorna il “Centro di Musica antica”. E l’ANCEM? E la fondazione “F.M. Napoletano” di Maria Sbeglia? Tutti cartelloni in preparazione. Per essere momento di crisi è proprio tanto: la qualità è un impegno esplicito di tutti. Unico vero problema il sovrapporsi delle date e degli orari. Altro che scontento, per ora. i chiedo spesso quanti di quei “poverini” - che in lunga fila aspettano sul marciapiede di via Filangieri l’agognato momento M per poter finalmente acquistare una di quelle mitiche griffe - abbiano mai guardato la targa stradale che sta proprio di fronte a loro, dall’altro lato della strada, e se alcuni di essi si siano mai chiesti (di tempo ne hanno, eccome!) chi sia stato il personaggio, cui quella signorile strada del nostro down town è intitolata. Il principe Gaetano Filangieri era nato a Cercola, Napoli, nel 1752 e aveva conseguito nel 1774 la laurea in avvocatura. Dotato di grande eloquenza, unita a profonda conoscenza giuridica, nel 1783 si ritirò a Cava dei Tirreni dove elaborò la celebre “Scienza della Legislazione” in cui attaccava dalle fondamenta i privilegi feudali dei baroni. L'opera fu ovviamente messa all'Indice nel 1784, ma Goethe volle conoscerlo personalmente il 5 marzo 1787 a Napoli - dove Filangieri era rientrato al Supremo Consiglio delle Finanze e provò per lui una profonda ammirazione, tanto che in “Viaggio in Italia” scrisse: “È molto bello che un popolo possieda un simile patriarca”. Filangieri aveva una straordinaria umanità, la sua famiglia rappresentava sin dal ‘300 uno dei casati più potenti, anche se una legge ad personam - la “prammatica Filangeria” - lo aveva privato di tutti i feudi ma non dell’alto lignaggio. Sullo stemma di famiglia c’era scritto “Fait que dois, aviegne que peut”, fa’ quel che devi, ottieni quel che puoi, insomma fa’ il tuo dovere comunque e sempre: quella massima resterà talmente impressa nella mente di bambino che Filangieri la elevò a regola della sua vita. Grazia ed eleganza si univano ad un’indiscutibile statura morale, era convinto che la riforma della legislazione avrebbe portato alla "riforma" dell'umanità e all'instaurazione della felicità attraverso una "rivoluzione pacifica". In una Napoli in preda al lusso e all'ozio degli aristocratici, straziata dalla povertà e dallo sfruttamento del popolo, Filangieri fu uno dei massimi giuristi e pensatori italiani. Il suo illuminismo era “napoletano”, cioè non assimilato dall’estero, ma prodotto in quella Napoli del ‘700, uno dei maggiori laboratori di idee d’Europa. Morì per tubercolosi a soli 36 anni: ciononostante riuscì ad essere in pratica il vero ispiratore di Eleonora Pimentel Fonseca e dei moti rivoluzionari del 1799. Pietro Colletta, in un passaggio della “Storia del reame di Napoli”, scrisse che lo “piansero gli amici ed i sapienti, ma venne un tempo crudelissimo e si consolarono di quella morte che precedette la tirannide”. Come gli aspiranti “griffaiuoli” confermano. ARTE Saper Vivere IL PREMO SCANNO OMAGGIA GRISI E IL MEDITERRANEO di Aurora Cacopardo Scanno, nell’Auditorium delle Anime Sante, si è svolta la proclamazione del vincitore del 38esimo APremio letterario e delle altre sezioni. A fare gli onori di casa il professore Paolo De Nardis e Mandfredi Tanturri, presidente della Fondazione che organizza il Premio Scanno ideato nel 1972 da suo padre, il sempre compianto Riccardo. Valerio Massimo Manfredi ha vinto lo Scanno per la sezione letteratura con il libro “Archanes” (Mondadori), romanzo in cinque racconti che rappresentano la summa delle tematiche dell’autore e dei suoi valori. Vincitore per la sezione della musica Vittorio Antonellini, per meriti artistici e musicali; Emilia De Simoni per l’antropologia culturale e tradizioni popolari; Enzo Giustino sezione economica, per l’importante ruolo ricoperto nella vita economica, 29 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 istituzionale e sociale del nostro Paese. Padre Angelo Panza, ecologia, da oltre vent’anni impegnato nel progetto “Amazonia - foresta viva” per difendere, a rischio della vita (per ben tre volte la congregazione dei Missionari Saveriani di Desio l’ha dovuto richiamare in Italia per salvarlo dal pericolo) il polmone verde, dal disboscamento e dall’uso indiscriminato di prodotti chimici. Il fine della manifestazione del premio è quello di approfondire con continuità temi di grande rilevanza di attualità. Per questo vengono promossi importanti momenti culturali quali convegni, tavole rotonde ed altri eventi. Quest’anno Giulio Rolando (nella foto) - direttore de “Il Cerchio” - ha organizzato, sempre nell’ambito dello Scanno, una tavola rotonda sulla figura letteraria e poetica di Francesco Grisi, il Futurismo e l’influenza del Mediterraneo nella letteratura del ‘900. L’evento si è svolto nella Sala Conciliare del Comune di Scanno. Relatori i professori: Pierfranco Bruni, Marilena Cavallo, Aurora Cacopardo e Francesco D’Episcopo. Pierfranco Bruni ha messo in evidenza che il viaggio letterario ed artistico di Francesco Grisi è un viaggio al centro della memoria, che si racconta nell’intreccio delle avventure: il tempo e la morte. Ma la morte è nel tempo anche se l’ironia è nel vivere dello scrittore. Marilena Cavallo ha parlato del mondo artistico e poetico di Grisi, come crocevia di due civiltà - oriente e occidente - che vivono il Mediterraneo come appartenenza e come eredità. Chi scrive ha sostenuto che il ‘900 letterario sia nella narrativa che nella poesia sembra tratteggiare le eredità omeriche e le dimensioni del sacro. Ciò appare particolarmente in autori come Leonida Repaci, Francesco Grisi, Maria Corti, per cui i luoghi diventano saggi su miti, simboli, viaggi nei segni della grecità e del Mediterraneo. Così il mito è la comprensione dell’essere che diventa consapevolezza di un tempo - memoria. Ha chiuso la tavola rotonda il professor D’Episcopo parlando sul tema: Perché Scanno? Amarcord di Rosario Scavetta I FASTI DELLA CANZONE NAPOLETANA L uglio 1970-luglio 2010: quaranta anni esatti sono trascorsi dalla diciottesima e ultima edizione del leggendario Festival della Canzone Napoletana. La splendida “Piazzetta” di Capri ospitò l’appuntamento musicale, trasmesso in diretta dal “primo canale” della RAI e condotto da Daniele Piombi e Gloria Christian con Enzo Berri. A trionfare in quella edizione del Festival furono Peppino Di Capri e Gianni Nazzaro con il brano “Me Chiamme Ammore”, scritto da Mimmo di Francia (nella foto). Il compositore del brano ha recentemente reinterpretato il brano per il suo CD “Rotta Su Napoli” (Polosud Records). Il compositore del brano è stato recentemente intervistato in esclusiva dal giornalista Giuseppe Varriale dell’emittente radiofonica Radio Marte. Lo scrigno dei ricordi, gli episodi più gustosi e l’atmosfera del Festival della Canzone Napoletana sono stati al centro dell’intervista a Mimmo di Francia, autore - tra le altre - di canzoni leggendarie come “Champagne”, “Balliamo” o “Ammore Scumbinato”, portate al successo da Peppino Di Capri, Fred Bongusto, Roberto Murolo e moltissimi altri. COMUNITÀ LUTERANA, GLI EVENTI DA NON PERDERE Ecco il cartellone completo dei «Concerti d’Autunno», organizzati dalla Comunità Evangelica Luterana di Napoli, presieduta da Riccardo Bachrach. Coordinatrice: Luciana Renzetti. Sede degli eventi: la chiesa luterana in via Carlo Poerio 5. Orario d’inizio: ore 20.30 Giovedì 7 ottobre “La Musica di Stanley Kubrik” Gianluca Iodice - oratore David Romano-vl, Diego Romano-cello, Francesco Buccarella-pf F. Schubert trio op. 100 Mercoledì 13 ottobre Teresa Iodice-soprano, Giuliano Guidone-pf “Musica spagnola tra ‘800 e ‘900” Mercoledì 20 ottobre Matteo Oberto-pianoforte Musiche di L. van Beethoven, F. Liszt, A. Scriabin Mercoledì 27 ottobre Patrizio Rocchino-vl, Fabio Centurione-cello, Massimo Verone-f Musiche di F. Chopin, S. Rachmaninoff Mercoledì 3 novembre R. Wagner – M. Wesendonck “La grande passione” Silvia Del Grosso – soprano, G. Gambardella pf Massimo Lo Iacono – oratore Mercoledì 10 novembre Antonio Grande-chitarra Musiche di Tarrega, Sor, Albeniz Mercoledì 17 novembre “Casa Schumann” Duo Winterreise Stefano Di Fraia-baritono, Natalino Palena-pf, Annie Pempinello Mercoledì 24 novembre Concorso letterario “Una piazza, un racconto” Premiazione e presentazione del XII volume M. Grazia Ritrovato Buonoconto-pf Andrea de Goyzueta - attore Mercoledì 1° dicembre Ilaria Baleani – pianoforte “Musica InAudita” Il volto nascosto del genio femminile Mercoledì 8 dicembre “Polymnia Folk Ensemble” Musiche di A. Mozart, R. Schumann Saper Vivere 30 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 Il Collezionista di Lanfranco Cirillo IL GRONCHI ROSA, UN VERO “GIALLO” el 1960 l’Italia aveva ricevuto, in visita ufficiale, alcuni capi di Stato, tra cui i Presidenti di Perù, Argentina e NUruguay. Nel 1961 il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, decide di ricambiare la cortesia preparando un viaggio, che avrebbe toccato i tre Paesi. Come era avvenuto in precedenza, si pensa di celebrare l’avvenimento con un’emissione filatelica. Il 17 marzo 1961 viene firmato il decreto di emissione che ne stabilisce la composizione in tre valori: un francobollo da 205 lire di colore rosa-lilla dedicato alla visita in Perù, un valore da 170 lire azzurro per l’Argentina e uno da 185 in verde-grigio per l’Uruguay. I tre francobolli dovevano essere emessi il 6 aprile ma, in via eccezionale, sarebbero stati venduti anticipatamente il 3 aprile per consentire ai collezionisti di preparare le affrancature sulle buste, con l’annullo speciale del volo, destinate a viaggiare con la posta caricata sull’aereo presidenziale. Lunedi 3 aprile inizia un vero e proprio “giallo” filatelico: il francobollo da 205 lire, di colore rosa-lilla, riporta una cartina dell’America latina dove i confini fanno riferimento alla situazione antecedente alla guerra combattuta tra Perù ed Ecuador nel 1941-2, per cui manca la provincia dell’Amazzonia. Autore dell’errore è il disegnatore del Poligrafico Renato Mura che si era avvalso di un atlante del 1939, stampato precedentemente. Ad accorgersi dell’errore è Anche il semplice tentativo (non essendoci stato il profitto) di utilizzare illecitamente un qualsiasi documento di pagamento altrui deve considerarsi reato: è ciò che ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione, II Sezione penale, con la sentenza n. 27167/2010. Questi brevemente i fatti: al momento di saldare quanto acquistato, due uomini consegnano al commerciante una carta di credito non propria, caso vuole che quest’ultimo, insospettitosi per aver riconosciuto in uno dei due finti clienti, un volto già noto tra i truffatori, improvvisa un malfunzionamento del POS (il terminale che consente il pagamento), eludendo, così, il raggiro. Chiaramente i due vengono condannati in primo grado ad otto mesi di reclusione (sentenza confermata in Appello); eppure pensano bene di ricorrere in Cassazione, l’ambasciatore peruviano a Roma, il quale, notato subito che sul valore da 205 lire dedicato al Perù mancano circa 170 mila km quadrati di territorio, telefona immediatamente al ministro degli Esteri Antonio Segni, spiegando la delicatezza della situazione ancora oggetto di contrasti tra Perù e Ecuador. Il ministero delle Poste decide di sospendere subito la vendita del francobollo da 205 lire rosa-lilla e di farlo ristampare, corretto, in un nuovo colore, il grigio. Poi, con l’ausilio di 30 impiegati, copre i francobolli da 205 lire rosa, già applicati sulle buste che dovevano viaggiare con il volo presidenziale, con il nuovo valore da 205 lire. Il 6 aprile, agli sportelli filatelici di Roma, non c’è più il Gronchi rosa, ma il Gronchi grigio! Subito si scatena la caccia al Gronchi rosa e il ministro Spallino, per evitare speculazioni, ordina la distruzione di tutte le rimanenze, cosa che avviene successivamente alla presenza del sottosegretario Gaspari, della Commissione e di alcuni funzionari del ministero delle Poste. E proprio sulla reale distruzione delle rimanenze si concentra il “giallo” del Gronchi rosa. Nel 1966 il ministero delle Poste comunica ufficialmente il numero di Gronchi rosa venduti: appena 79.625, anche se diversi operatori ed esperti del settore sospettano che il numero reale dei Gronchi rosa in circolazione sia molto più consistente. Il valore attuale del Gronchi rosa oscilla tra i 1.000 e i 2.000 euro. Ma le poche buste col Gronchi rosa sfuggite all’operazione di “copertura” e regolarmente viaggiate con l’annullo del volo presidenziale sono molto richieste sul mercato, raggiungendo quotazioni di oltre 20-30 mila euro. Diritto&Rovescio di Adelaide Caravaglios CARTE DI CREDITO I RAGGIRI DEI “LUPIN” Terni&Favole: Miracoli e Gol Sogni aperti sui cortili della fortuna: alla Tabaccheria Postiglione a Largo Ferrandina a Chiaia, il nostro Alberto (auguri papà per il piccolo e gioioso Antonio), nella sua postazione sforna numeri e crea combinazioni. “Almeno fino a metà ottobre, consiglio di credere nel terno di Maria, ovvero 8-52-12, da giocare sulle ruote di Napoli e Roma. Per i fedelissimi del calcio, invece, ho due soluzioni: l’ambo della coppa (70-27) e l’ambo del gol (1-90). A questi ambi potete aggiungere il 72 e formare i terni dei campionissimi (70-27-72 e 1-90-72) da giocare almeno per 9 estrazioni su tutte le ruote”. Mentre in tabaccheria s’apre l’ennesima discussione sugli arbitraggi favorevoli all’Inter e sulle ultime news dalla casa Fini-Tulliani di Montecarlo, Postiglione detta ai clienti la combinazione per un autunno da favola: “San Gennaro va inseguito fino a Natale! Il terno del miracolo, infatti, che comprende i numeri 18-19-66, va giocato fino al 23 dicembre sulle ruote di Napoli, Bari e Roma. Gli amanti della quaterna possono aggiungere al terno di San Gennaro il numero 8, per una combinazione di rara potenza e di possibili vincite”. 8+52+12/70+27/1+90/+72/18+19+66 convinti dell’eccessiva severità della sanzione, dal momento che l’imbroglio non era andato a buon fine: mancando, cioè, l’effettivo conseguimento dell’ingiusto profitto - dicevano - il reato non doveva considerarsi “consumato” (cioè perfezionato), ma soltanto “tentato”: ergo la pena doveva essere diminuita. Il Supremo Collegio, però, respinge il ricorso, avvalorando la decisione dei giudici di merito, in quanto - ribadiscono gli ermellini in motivazione - “L’indebita utilizzazione, ai fini di profitto, della carta di credito da parte di chi non ne sia il titolare, integra il reato di cui all’art. 12 della legge n. 143 del 1991, indipendentemente dal conseguimento di un profitto o dal verificarsi di un danno, non essendo richiesto dalla norma che la transazione giunga a buon fine”. Saper Vivere 31 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 BellaGente di Tommy Totaro MARIAGRAZIA POGGIAGLIOLMI /LA CARRIE NAPOLETANA Mariagrazia Poggiagliolmi è laureata con lode in Lettere Moderne con una tesi su «La terza pagina del “Mattino” da 1970 al 1979», giornalista, specializzatasi presso il "Centro Lab" di Roma, scrive sul "Roma", dove cura anche la rubrica “Sex and Naples” che quest’anno è diventata un libro dal titolo omonimo. Danzatrice professionista e appassionata d'arte tout court, da anni spazia dalla ritrattistica alle copie d'autore, dalla pop art alle libere creazioni. A che età hai iniziato a scrivere? Quali libri ti hanno ispirata? Scrivo frammenti sparsi, mai persi, da quando ero piccola. Ho foglietti vaganti, bozze di libri nel cassetto. Stanno lì, ma non chiedono di uscire. Con “Sex and Naples”, invece, il mio primo libro pubblicato, il percorso è stato diverso. Dalle pagine del quotidiano “Roma”, dove curo ogni venerdì la rubrica dal titolo omonimo, alla realizzazione del libro il passo è stato naturale. Non mi sono ispirata a nessun testo in particolare, ma al libro della mia vita. È certo però che “Sex and Naples” prende le mosse dal film cult “Sex and the City”. Ed io mi sento un po', peccherò di presunzione, la Carrie napoletana, come qualcuno mi ha definito. Il filo conduttore del libro è l’eros. Quali sono da sempre i tuoi libri preferiti? Sì, l'eros, ma quello dolce-amaro, che puntella la vita un po' di tutti, per fortuna! Leggo molto. Adoro autori come Fabio Volo (“Un posto nel mondo”), Nicholas Evans (“Come un uragano”), Alessandra Del Prete (“Ridatemi il tempo delle mele”) e le opere dello psicoterapeuta Angelo Bona: “Come riconoscere l'altra metà della mela evitando il bruco” e “L'amore dopo il tramonto”. Il libro che leggevo da piccola ed al quale sono straordinariamente affezionata è “Occhi verdi” di Suzanne Rand, proprio l'altro giorno l'ho riletto tutto di un fiato. I primi palpiti d'amore. Nel tuo libro ti sei ispirata a storie tratte dalla realtà, magari capitate ad amici, o sono di fantasia? In “Sex and Naples” le mie avventure sentimentali s’intrecciano con quelle dei miei amici. Tutto ciò che ho descritto nel libro è pura realtà. Sfogliando le pagine emergono confidenze piccanti, rivelazioni, verità a volte paradossali. Al posto di Samantha, Charlotte e Miranda arrivano Vera, Francesca e Sabrina. Storie di sesso, lacrime e sorrisi, confronti all'ombra del Vesuvio. Quali altri hobby oltre alla scrittura? Amo danzare e dipingere. Ballo da quando avevo 4 anni e da allora non mi sono più fermata. Danzare riempie la mia vita, mi fa star bene. Quando ballo sono veramente me stessa. È il modo più semplice e vero che ho per esprimermi liberamente. In “Sex and Naples” c’è tanto eros, come sei nel privato? C'è una domanda di riserva? Da vera leonessa, sono passionale, molto. Vivo l'eros con il sorriso. Il prossimo libro nel cassetto? Attualmente sto scrivendo a quattro mani con il pittore Pach, un libro molto intrigante dal titolo “Chi sono? Un uomo qualunque con le sue 5000 donne”. Un grande omaggio alle donne da parte di un artista. Per ora posso solo dire che questo libro farà tremare la Napoli bene e non solo. E in ambito di movida, a Chiaia quali locali preferisci? Mi piacciono molto i baretti soprattutto d'estate, per trascorrere un po' di tempo con gli amici in modo spensierato. E logicamente tappa obbligata è il Bluestone di via Alabardieri. Nella foto: Mariagrazia Poggiagliolmi presenta il suo “Sex and Naples”; interventi di Diego Paura, Januaria Piromallo e Aldo Putignano. Prefazione di Antonio Sasso A lessia Onzaca è la Miss Pin Up Chiaia di questo numero. Nata a Napoli 22 anni fa sotto il segno del toro, è alta un metro e 78 centimetri, porta la taglia 42 e vive a Portici in provincia di Napoli. Tipica bellezza mediterranea, mora, occhi scuri, Alessia è laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche con il massimo dei voti e sta per specializzarsi in Mondializzazione e Diritti. La politica non è l’unico interesse “internazionale” della bella porticese che da anni coltiva la passione per le danze caraibiche in cui è diplomata. Tra i suoi hobby c’è spazio anche per la lettura, soprattutto per i romanzi storici come quelli di Valerio Massimo Manfredi che è uno dei suoi autori preferiti. Non solo libri e passi di danza: Alessia lavora come modella, fotomodella e hostess e conduce il programma televisivo “Fitness Cafè” in onda sull’emittente Telecapri. Il sesto posto ottenuto durante la partecipazione del 2006 al concorso di Miss Italia l’ha lanciata definitivamente, dandole la possibilità di girare l’Italia con lo staff della De- Miss Pin Up Chiaia a cura di Fabio Tempesta ALESSIA, LA MORA DELLA PORTA ACCANTO borah e di prendere parte a diversi programmi di Rai Uno come “L’anno che verrà” con Carlo Conti e “Uno Mattina”. Alessia è molto conosciuta e amata anche dagli appassionati di calcio partenopei che possono seguirla e ammirarla nella trasmissione “Number Two” di Canale 34. Determinata, ambiziosa, romantica, solare ed espansiva, Alessia individua la testardaggine e l’orgoglio come i suoi difetti principali, non ama la vita mondana e preferisce una serata tranquilla con le amiche piuttosto che una notte scatenata in discoteca. Tra i suoi locali preferiti c’è il Nabilah che è solita frequentare la domenica pomeriggio per gustare l’aperitivo in spiaggia al calar del sole. EXIT Saper Vivere 32 CHIAIAmagazine 9 /10 settembre ottobre 2010 In questo numero hanno scritto Abbonati a Chiaia magazine Chi decide di abbonarsi a Chiaia Magazine (con in allegato anche il periodico “10”) riceverà a casa il giornale insieme alla Exclusive Card, che consente di avere sconti e agevolazioni nei negozi convenzionati. Due le tipologie di abbonamento: ordinario (30 euro all’anno) e sostenitore (50 euro all’anno). Per saperne di più basta telefonare al numero 081.19361500 Consultaci on line Chiaia Magazine e 10 sono scaricabili in formato pdf sul sito www.chiaiamagazine.it. Chiaia Magazine ora è anche su Facebook.com. Diventa nostro fan oppure iscriviti al gruppo Chiaia Magazine e segnalaci eventi e curiosità. la testata di malatesta Aveva i capelli color ruggine a causa di una memoria di ferro Pessimismo: prendere tutte le scorciatoie per arrivare ultimo L’autore preferito dai calciatori: Go-gol Il goloso: m’illumino di mensa Il tempo passa, ma non mi trova Con Internet tutto il mondo è palese Dal libro “Il Motto che parla. Aforismi, calembours e parole prese al lazzo” (Edizioni Savarese) Luigi D’Urso Alessandro Sansoni Paolo D’Angelo Renato Rocco Tommy Totaro Fabio Tempesta Lanfranco Cirillo Mimmo Della Corte Francesco Iodice Nino De Nicola Alvaro Mirabelli Rita Giuseppone Massimo Gallotta Massimo Lo Iacono Rossella Galletti Per le fotografie si ringrazia Francesco Ruggieri di Renato Rocco Acquisto dvd «e io ti seguo» Ricordiamo ai nostri lettori che il dvd «E io ti seguo», il docufilm sul Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra, scritto, prodotto e diretto da Maurizio Fiume, è acquistabile al prezzo di 3,90 euro. Chi è interessato all’acquisto o è interessato a organizzare una proiezione pubblica, può telefonare al numero 081.19361500 o inviare una mail a [email protected] Colmo di fulmine Vuoi ricevere il giornale? Vuoi anche tu nel tuo studio professionale il nostro mensile? Chiama lo 08119361500 o inviaci una mail a [email protected], con nell’oggetto la dicitura «Richiesta copie Chiaia Magazine». Il nostro distributore, dal mese successivo alla richiesta, consegnerà le copie al domicilio indicatoci. Rosario Scavetta Dove puoi trovarci In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, boutique, studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e nei più importanti eventi culturali e mondani della città. Distribuzione palazzo per palazzo; gazebo nei punti strategici della città per la presentazione del numero e delle iniziative del mensile. Inoltre Chiaia Magazine, con in allegato «10», lo puoi trovare in 700 taxi e nelle sedi ACI di Napoli e Provincia. Aurora Cacopardo La Bacheca Adelaide Caravaglios magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ