LA GUERRA DEI VENT’ANNI
Intervista a Silvio Berlusconi: “Vi
racconto le cene di Arcore” 4/7
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente
Interviste a cura di Giovanni Toti, direttore del TG4
INTERVISTA A SILVIO BERLUSCONI: “VI RACCONTO LE
CENE DI ARCORE”
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Presidente Berlusconi allora tutto il cosiddetto processo
Ruby comincia da alcune cene che si sono svolte o che si
svolgevano o si sono svolte per un periodo di tempo, nella
sua residenza privata, qui dove ci troviamo per questa
intervista ad Arcore, allora cominciamo da qui, se
possiamo, cosa succedeva in queste cene? Che genere di
eventi erano?
Secondo lei cosa può succedere ad una cena?
Ma io di solito mangio signor Presidente!
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CENE DI ARCORE”
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Ecco appunto! Non c’era un qualcosa di differente rispetto alla
normalità. Queste cene su cui si è favoleggiato, si è detto di tutto
e di più, si è ironizzato e quasi sempre con intenti malevoli nei
miei confronti. Erano cene con molte persone;
Intanto come sono nate? Sono nate in un periodo dove io
lavoravo tantissimo, come ho sempre lavorato in vita mia, e una
volta un amico mio mi ha trovato il sabato sera solo qui dopo
una settimana di lavoro di giorno, di sera e di notte e mi ha detto
“Ma non puoi andare avanti così, devi trovare un momento di
svago eccetera”.
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Abbiamo cominciato ad invitare un po’ di persone, a queste
persone se ne sono aggiunte altre perché ciascuno degli ospiti la
volta dopo, essendosi evidentemente trovate molto bene,
chiedeva di poter invitare altri amici e quindi si è creata una
specie di compagnia di club che pretendeva ogni 15 giorni di
trovarsi per passare una serata di svago;
Grande tavolo unico, 30/40 persone intorno al tavolo, io che
ero al centro del tavolo e che attiravo sempre l’attenzione.
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Vede mentre io sono andato quelle poche volte a cena a Roma
succede che nelle varie situazioni anche quando ci sono grandi
tavoli unici, i commensali parlano con quello che hanno a destra
e a sinistra e magari con i due che hanno di fronte;
No, io sono uno che attira su di sé ogni attenzione quindi tenevo
la conversazione di tutti, ero io che davo il via a interventi di
tutti con domande e risposte ma io parlavo di tutto, di gossip, di
sport, di calcio, di politica, di tutto e poi naturalmente sfogavo
la mia voglia di battute e mi piaceva cantare le mie canzoni, o
quelle che avevo scritto insieme ad Apicella o le canzoni del mio
vecchio repertorio francese.
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C’erano diversi camerieri presenti, quelli sempre di agenzie
esterne. C’era una parte musicale che dominava tutta la tavolata
con il maestro Danilo Mariani e sua moglie, una professionista,
che canta anche lei e che è nostra capogruppo in un comune
della Toscana. Danilo Mariani più Apicella e a volte altri cantanti
e strumentisti che di volta in volta si esibivano e rallegravano la
serata;
Le mie guardie entravano e uscivano, portandomi le agenzie che
mi arrivano con continuità sempre, a volte entravano i miei figli
per salutarmi.
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Erano cene in cui non poteva succedere altro che cose positive,
normali; nulla che potesse essere definito scorretto o
imbarazzante tanto è vero che a nessuno mai fu chiesto di
lasciare il telefonino per cui tutti potevano registrare quello che
volevano, filmare, fotografare, raccontare, perché non c’era
alcunché potesse essere raccontato che fosse non raccontabile e
quindi erano delle normalissime cene, questa è la pura e assoluta
realtà.
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Lei non ha mai chiesto ai suoi ospiti di lasciare telefonini o
di mantenere riservate conversazioni che c’erano state?
Io non l’ho mai chiesto in vita mia. Non lo chiedo nemmeno nei
rapporti politici. Io non ho niente da nascondere, sono una
persona chiara, trasparente, nonostante sia il primo a sostenere
che uno Stato non sia uno Stato veramente civile, una vera
democrazia, se non c’è più la possibilità di parlare al telefono;
Io personalmente continuo a parlare al telefono perché nella mia
vita non c’è nulla che non possa essere ascoltato da tutti.
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Presidente ad una di queste cene o a più cene di queste
partecipò Ruby, cioè Karima El Mahroug, questa ragazza
che è al centro del procedimento in corso al Tribunale di
Milano. Come l’ha conosciuta? Come è arrivata qui? Per
quanto lei possa ricostruire insomma.
si si si, è molto semplice. Lei venne una sera accompagnata mi
pare da Lele Mora, dico mi pare perché poi so che Lele Mora
non ricordava più questo fatto.
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CENE DI ARCORE”
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Si accomodò in mezzo agli altri e ad un certo momento divenne
la protagonista di una parte della serata, perché?
Perché raccontò una storia drammatica, la sua storia, disse di
essere figlia di una famiglia importante egiziana, imparentata in
qualche modo con il presidente egiziano Mubarak; che i genitori
l’avevano cacciata da casa per la sua decisione di abbracciare
la religione cattolica.
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Fece vedere delle cicatrici importanti in testa, dicendo che le
erano state provocate da dell’olio bollente gettatole contro dal
padre, raccontò di vicissitudini varie molto dolorose e
drammatiche;
Raccontò poi una storia fatta di difficoltà enormi con l’uscita e
l’entrata da varie comunità; e poi di essere arrivata a Milano
qualche tempo prima, di essere andata al cinematografo,
alloggiata da un’amica, tornata a casa ed essersi trovata le
valigie davanti a casa con l’amica che era partita e lei che, ci
disse, portò le valigie su un marciapiede e rimase per 3 ore
seduta sulle valigie sotto la pioggia non avendo un soldo in
tasca e non sapendo dove andare. Finché si fermò un taxi e ne
discese un signore che le chiese se aveva bisogno di qualcosa.
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Lei gli disse che non aveva soldi e che non sapeva dove andare a
dormire e lui fu molto gentile, l’accompagnò a casa sua, si
comportò da perfetto gentiluomo e le trovò anche un lavoro da
cameriera in un ristorante ma in questo ristorante il proprietario
continuava a farle delle pressioni per avere con lei rapporti
intimi e lei era disperata e non sapeva che fare;
E la sua storia, fatta di tanti particolari che dovrebbe raccontare
lei, non posso riferire io.
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Sentiremo anche il suo racconto.
Ecco allora fatevi raccontare da lei. So che fu una storia
veramente tragica in certi momenti e spinse al pianto diverse
delle persone sedute al tavolo;
Quindi io mi offrii immediatamente di aiutarla per farle trovare
un residence, per non costringerla a restare nel ristorante, e lei
poi facendo amicizia con alcune delle ospiti di quella sera,
ritornò qualche volta alle altre cene.
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Ad una di queste cene mi chiese di parlarmi e mi disse che aveva
la possibilità di entrare in società con una sua amica aprendo un
centro estetico, mi ricordo il posto, in via della Spiga a Milano e
mi mostrò un lungo elenco di laser e altre apparecchiature che
portavano ad un totale di 57 mila euro;
Mi disse che se avesse avuto la possibilità di avere lei mi disse un
prestito, io sapevo bene che era una donazione, di 57 mila euro,
lei avrebbe potuto finire con le sue difficoltà e iniziare una vita
di lavoro e poi mi disse con i risultati di quel lavoro avrebbe
potuto anche restituirmi i soldi prestati.
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Io la mandai dai miei amministratori che le concessero questa
somma. Quindi da parte mia ci fu un atto chiamiamolo di
cortesia, di generosità, teso a non costringerla a qualche cosa
che non avrebbe certamente fatto bene a lei e al suo futuro;
Ecco questa è la storia, tutto qui. Se Lei magari crede le racconto
cosa è successo la sera del 27 maggio 2010 perché credo che
sia interessante.
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Ci racconterà tutto Presidente ma Lei sapeva che era
minorenne? Ruby stessa ammette di aver sempre raccontato
bugie sulla sua età.
No, lei appariva come una ragazza di 23/24 anni, molto sicura
nell’espressione, molto profonda nei sentimenti e diceva, aveva
detto a tutti che aveva 24 anni;
Non solo ma nel processo che poi si è svolto ci furono testimoni
dalla Sicilia in su per tutta l’Italia che raccontarono ai giudici che
sempre lei si era presentata a loro dicendo di aver più anni di
quanti in realtà aveva.
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Sì 24 anni a noi ha detto di raccontare di avere.
Lei si era costruita poi tutta una storia poi vedremo
raccontandole le cose del 27 maggio 2010 perché
evidentemente voleva passare dalla sua realtà miserrima ad
un’altra realtà che presentava a coloro che frequentava e che le
facevano assumere un’identità diversa.
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Lei ha mai avuto rapporti con Ruby, intendo rapporti intimi
con Ruby perché è uno dei due reati che le contestano?
Ma Lei scherza? Ma assolutamente no, mai! Ma non si potevano
neppure avere;
Una ragazza che si era presentata come portatrice di una storia
terribile che non induceva nessun sentimento diverso dalla
commiserazione, dalla partecipazione. E d’altronde lei ha sempre
dichiarato di non avere mai avuto nessun rapporto intimo con
me.
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Ma entriamo un po’ più nello specifico delle questioni
processuali;
Una delle 2 accuse, la più grave, è quella di concussione,
ovvero l’avere approfittato della propria posizione di
Presidente del Consiglio per fare affidare Ruby al consigliere
regionale Nicole Minetti, dopo il fermo della ragazza nel
maggio del 2010 presso la Questura di Milano.
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Il vantaggio per l’allora premier sarebbe stato quello di
evitare che Karima El Mahroug, detta Ruby, potesse
prospettare l’altro reato, prostituzione minorile, per cui
Berlusconi ora è imputato e raccontare le cene di Arcore anche
se la documentazione delle serate a processo è riferita solo a
date successive a quel 27 maggio 2010.
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I protagonisti di quella notte sono già stati ascoltati, i
funzionari di polizia, i concussi per l’accusa, non si sono
costituiti parte civile;
Tutte le loro deposizioni permettono ora di ricostruire la
successione delle telefonate e delle scelte per rispondere alle
domande di fondo. Ci furono davvero pressioni nella catena di
comando? Le procedure per l’affido sono state scorrette o
lecite?
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intervista a Silvio Berlusconi – cene di Arcore