Italia e Unione Europea verso gli obiettivi di Kyoto?
Riccardo Liburdi - [email protected]
Le emissioni di gas serra italiane nel 2004 sono cresciute dello 0,9% rispetto all’anno precedente e del
12,1% sui livelli dell’anno base (1990). L’incremento è dovuto principalmente all’uso di combustibili
fossili nella produzione termoelettrica e per il riscaldamento, insieme al trasporto su strada,
raffinazione e consumo di HFC (Halocarbons o CFC - clorofluorocarburi).
130
120
Andamento delle emissioni
di CO2eq rispetto all’anno
base 1990=100
Rifiuti
Energia (incl. Trasporti)
110
Totale (senza assorbimenti)
100
Agricoltura
90
Obiettivo di
Kyoto: -6,5%
Solventi
Processi industriali
Fonte: Inventario Nazionale delle Emissioni (APAT 2006).
80
…ma quanto pesano i settori?
1. Energia (inclusi trasporti)
3. Solventi
6. Rifiuti
2. Processi industriali
4. Agricultura
Totale (senza assorbimenti)
70
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Le emissioni di gas serra italiane nel 2004 sono per il 59% dovute al settore energetico, per
il 23% a quello dei trasporti, per il 7 % ai processi industriali (89%: in crescita), per il 7 %
all’agricoltura, per il 3% ai rifiuti e per meno dell’1% all’uso dei solventi. Questi ultimi settori
sono in riduzione, ma pesano poco (10%)
Agricultura
6,6%
Rifiuti
3,4%
Emissioni Gas serra 2004
582,5 CO2eq (Mt)
Solventi
0,4%
Processi
industriali
7,2%
Trasporti
22,8%
Energia (esclusi
trasporti)
58,7%
Dati: Inventario Nazionale delle Emissioni (APAT 2006).
Con le misure attualmente previste l’Italia non potrà raggiungere l’obiettivo di
Kyoto, e neanche con le misure addizionali, il ricorso all’acquisto di crediti e il
conteggio dei sink.
L’analisi per settore evidenzia le tendenze con le misure attuali e con quelle
addizionali.
All sectors
GHG emissions (base year=100)
140
120
114
112
104
103
100
94
80
2010
2005
2000
1995
1990
60
Past trends
Projections with existing measures
Projections with additional measures
Kyoto target
Target with KMs and sinks
Fonte: “Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2006” (EEA Report N. 9/2006)
Energy excluding transport
GHG emissions (1990=100)
140
120
109
109
101
100
80
2010
2005
2000
Past trends
Projections with existing measures
180
Projections with additional measures
Transport
160
141
140
128
125
120
100
Past trends
Projections with existing measures
Projections with additional measures
2010
2005
2000
1995
80
1990
GHG emissions (1990=100)
1995
1990
60
128
120
115
106
100
Agriculture
80
93
Projections
with existing measures
Waste
Projections with additional measures
80
100
Past trends
87
84
80
Past trends
Projections with existing measures
Projections with additional measures
2010
2005
2000
1995
60
1990
89
86
Projections with existing measures
Projections with additional measures
2010
60
2000
119
1995
120
1990
140
GHG emissions (1990=100)
100
2005
Past trends
120
2010
2005
2000
1995
60
GHG emissions (1990=100)
140
1990
GHG emissions (base year=100)
Industrial processes
140
L’approccio scelto dal Governo per raggiungere l’obiettivo di Kyoto, consiste nel
provvedere per l’80% della riduzione prefissata (-6.5% sui livelli del 1990) con
politiche e misure da applicarsi a livello nazionale (domestiche) e per il 20% con il
ricorso ai meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto.
Considerando i crediti CDM/JI già acquistati (4 Mt CO2eq/a) e le misure già in
essere, le proiezioni al 2010 portano a un totale annuo di 583,3 Mt
CO2eq/a.
Il gap con il livello del 1990 (485,7 Mt CO2eq/a) corrisponderebbe a 97,6 Mt
CO2eq/a, da colmare con le misure seguenti:
- Misure domestiche addizionali:
- Attivita' domestiche di LULUCF (art 3.3/3.4 KP):
- Implementazione del EU-ETS:
- Crediti da attività addizionali progetti CDM/JI:
52,8 Mt CO2eq/a
16,2 Mt CO2eq/a
10,5 Mt CO2eq/a
16,0 Mt CO2eq/a
Il cui totale è pari a 95,5 Mt CO2eq/a. Il che porta il disavanzo a 2,1 Mt
CO2eq/a.
Fonte: “Italian Report On Demonstrable Progress Under Article 3.2 Of The Kyoto Protocol”
(MATT 2006).
Gap al 2010: 97,6 Mt CO2 eq/a
MtCO2eq/anno
600
519,5
500
Proiezione 2010:
583,3 Mt CO2eq/a
2,1
16
10,5
16,2
101,6
52,8
Livello anno
base 1990
4
Gap al 2010 con obiettivo di Kyoto (tutte
le misure)
Crediti da attività addizionali progetti
CDM/JI
485,7
Implementazione del EU-ETS
400
300
Obiettivo di
Kyoto
(- 6,5% )
Attivita' domestiche di LULUCF (art 3.3/3.4
KP)
misure domestiche addizionali
crediti CDM/JI già acquistati
200
Gap complessivo tra lo scenario "con
misure" e il target di Kyoto
100
Kyoto target (-6,5% rispetto al 1990)
Emissioni gas serra anno base 1990
0
Questioni aperte ineludibili su cui i responsabili politici (MATTM e MSE) devono
attivarsi (1):
1 - Riconoscimento legislativo del “National System” (obbligo di Kyoto), altrimenti
“non si hanno i numeri” e si va fuori Protocollo. Per la redazione dell’Inventario
Nazionale delle Emissioni e delle attività correlate le competenze sono in APAT che
opera in ambito SISTAN.
(Possibile integrazione nella revisione della legge delega sull’Ambiente o nelle
proposte legislative della commissione per la contabilità ambientale istituita dal MEF).
2 - La 4a Comunicazione Nazionale all’UNFCCC deve essere coerente con il
“Demonstrable progress”. Doveva essere trasmessa il 31/12/2005. Come anche la
nuova delibera CIPE che deve realizzare quegli obiettivi ... dove sono? ritardi
inspiegabili. Alla prossima conferenza Energia e Clima è necessario arrivare con un
quadro ampio di possibili scenari anche molto spinti verso Fonti Energetiche
Rinnovabili, Risparmio ed Efficienza Energetica, su cui operare coraggiose scelte
politiche.
3 – Emissions Trading (EU-ETS 2003/87/EC): Attivare realmente il sistema dei
registri (attualmente basato sul “volontariato” di APAT e di un co.co.pro...), integrarlo
nell’Inventario Nazionale delle emissioni, come richiesto dal WG3 della CE (insieme a
EPER 1996/61/EC, LCP 2001/80/EC già in APAT).
Questioni aperte ineludibili su cui i responsabili politici (MATTM e MSE)
devono attivarsi (2):
4 - Progetti CDM/JI: non disperdere le competenze – coordinamento reale delle
iniziative MATTM-MSE finalizzate alla creazione di un vero e proprio sistema nazionale
per il CDM:
a) definizione del contesto istituzionale e costituzione dell’Autorità nazionale
per il CDM (DNA, Designated National Authority);
b) definizione del contesto nazionale in termini di cooperazione partecipativa
e di realizzazione di tecnologia appropriata ai relativi contesti socioculturali;
c)
definizione rigorosa dei riferimenti per la valutazione dei crediti generati
dai progetti per ciascun tipo di tecnologia;
d) formazione dei certificatori destinati a validare la produzione dei crediti da
parte delle attività progettuali;
e)
formazione degli operatori del settore privato.
5 - Crediti forestali: (Registro dei sink) il finanziamento per l’inventario forestale e le
relative attività scientifiche non é stato confermato in finanziaria, rischio di gravi costi
per la perdita di crediti (1 Mld Euro/a) da attività già proposte come “elegibili” (16,2 Mt
CO2eq gestione forestale e riforestazione, art. 3.3/3.4 KP).
6 – Definizione e avvio di politiche di adattamento “integrate” (misure tecniche,
economiche, sanitarie, sociali, culturali). Pericoloso gap culturale e di competenze
istituzionali.
EU-15:
chi sta sopra
e chi sta
sotto
Scarti relativi riferiti alle differenze rispetto all’anno
base per le proiezioni al 2010 di diversi scenari di
politiche e misure nazionali (attive e previste)
includenti meccanismi flessibili e assorbimenti
forestali.
Fonte: “Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2006” (EEA Report N. 9/2006)
Gli obiettivi di Kyoto per ciascun
paese EU15 e le riduzioni
percentuali del gap per
l’attuazione cumulativa di:
1) Politiche e misure esistenti
2) Politiche e misure addizionali
3) Meccanismi flessibili
4) Assorbimenti forestali
2.1
Scarto rimanente (in
MtCO2eq/a) sugli obiettivi di
Kyoto per ciascun EU15 a
seguito dell’applicazione di
tutte le politiche e misure,
meccanismi flessibili e
assorbimenti
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Obiettivo di Kyoto: -6,5%