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CASTEL MELLA
IL PAESE DEL GRANDE BOOM
di Alessandra Tonizzo
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tonda, rinnovare un palazzo, per la piazza
Nuova che aspetta di diventare il cuore aggregante del paese, il centro che non c’era.
C’è aria di movimento, insomma, sarà
anche perché i castelmellesi aspettano di
riunirsi, da Colorne, Onzato, Fornaci e
Macina, per la sagra stagionale dell’asparago selvatico, quel loertis che porta a fare
comunella, a scendere in strada e vivere
davvero la propria realtà. Ecco s’incontrano tradizioni e generazioni, volti e colori che nella loro diversità sono pronti a
conoscersi con curiosità. Ecco che Castel
Mella fa rinascere l’orgoglio di appartenere a una terra che si è fatta da sola, temprata dal fuoco delle fornaci, ed è una fierezza
che si legge negli occhi di tutti.
s
el 1963 aveva meno di
3 mila abitanti. Oggi ne
ha 11 mila. Non è un indovinello, ma una realtà:
Castel Mella è uno dei paesi lombardi
in vetta al boom demografico dei nostri tempi, e queste cifre, come si dice
dell’età, a dire il vero le porta bene. Anche perché questo paesino a sud ovest
di Brescia, vicinissimo alla città, ha una
popolazione giovane e la fetta degli stranieri, integrati, benvoluti e lavoratori, si
aggira attorno alle 700 unità.
Cosa spinge la gente a trasferirsi, dalla città e dalla zone limitrofe, a Castel
Mella? “Criminalità contenuta, ottimi
servizi, vicinanza ai posti di lavoro in
città, zone verdi, poco traffico, tranquillità”. Parole, queste, di chi ci abita, non
importa se da qualche anno o da una vita
intera. Le aziende locali, poche, sono
dislocate nella zona sud, mentre centralmente si estende il grande parco pubblico attrezzato, dedicato a Papa Giovanni
Paolo II, sul cui lato ovest trovano spazio
centinaia di abitazioni nuove, “un paese
nel paese”, dicono in molti.
Castel Mella, infatti, non accoglie silenziosamente, ma si adopera costantemente per
adeguarsi alle necessità dei nuovi arrivi.
Lo dimostrano transenne, trapani e calcinacci lungo la via, per sistemare una ro-
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CI RACCONTANO
castel mella
URANO LODRINI
(TABACCHERIA) via Marconi
Urbano Lodrini.
Lei è un personaggio storico del paese: quali cambiamenti sostanziali ha
visto a Castel Mella, nel tempo?
“Qui attorno, innanzitutto, c’erano solo
stalle, e gli uomini facevano i fornaciai,
cuocevano i mattoni. C’era gente povera, poco istruita, mentre ora sono tutti
diplomati e laureati. Poi la popolazione,
neanche troppo lentamente, è passata da
3 mila a 11 mila abitanti”.
E questo è positivo o negativo?
“Entrambe le cose: più gente, per noi
commercianti, significa più lavoro, ma
in questo modo il paese non è più come
una volta”.
I dati dicono che il paese è giovane, gli
stranieri una percentuale contenuta:
è vero?
“Sì, ci sono tante giovani coppie, anche
se spesso rincasano solo alla sera dopo
aver lavorato in città. Gli stranieri sono
pochi, lavoratori, per lo più cinesi, marocchini e sudamericani”.
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Commercialmente com’è Castel Mella?
“Le faccio un esempio: noi eravamo il
classico negozio di una volta, onnicomprensivo, che accanto ai tabacchi affettava i salumi. Adesso non c’è più spazio
per queste cose”.
OLIVIERO VERGA
(EDICOLA CARTOLIBERIA)
via Cortivazzo
Qual è lo stile di vita dei castelmellesi?
“Di gente ‘storica’ ormai ce n’è poca. I
nuovi arrivati vivono bene, in tranquillità”.
Come mai questo aumento demografico forte, in paese?
“Perché molti, soprattutto giovani, cercano, appunto, la tranquillità, a due passi dalla città: si è costruito praticamente
un quartiere apposito, dove non c’è traffico, e in tutto il paese la criminalità e
molto contenuta”.
Questo boom ha creato problemi?
“Forse all’inizio, per le infrastrutture
scolastiche, tenendo conto che molti
vengono anche da fuori per usufruirne.
Ma il comune ha costruito un nuovo
polo, con palestra e auditorium, a disposizione di circa 1.500 bambini”.
Cosa manca a Castel Mella?
“Sicuramente un punto d’aggregazione forte per i giovani: l’oratorio,
infatti, è condizionato dagli orari di
apertura e chiusura. Patto di stabilità
permettendo, aspettiamo la piscina e
speriamo che anche la piazza di nuova
costruzione mobiliti le associazioni e i
vari gruppi che ci sono, come la nostra
banda, che si sta dando una svecchiata,
per diventare un po’ rock”.
Che problemi ci sono, invece, in paese?
“Direi la viabilità. Nelle ora di punta si
blocca un po’ tutto: stiamo aspettando una bretella, anche se già le nuove
rotonde smaltiscono un po’ di traffico,
concentrato soprattutto intorno alle 7
di mattina”.
ERMANNO NOVENTA
(PANIFICIO ANTICO FORNO)
via Roma
Ermanno Noventa.
Da quanto lavora qui?
“Sono un oriundo che lavora a Castel Mella da 30 anni, e che poi si è trasferito qui”.
Ha sentito la crisi?
“Enormemente: qui siamo attorniati da
supermercati che ci stanno stroncando.
La gente poi cerca la comodità invece
della qualità, così frequenta questi posti
facendo una spesa unica, generale”.
Quindi, in concreto?
“Oltre ad essere cambiate le abitudini
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Alcuni scorci di Castel Mella: via Reccagni
(a sinistra), via Torbole (al centro)
e il nuovo Municipio (a destra).
alimentari in generale, e il pane ne fa
spesso le spese, oggi giorno una famiglia di 4-5 persone compra al massimo
2 pani. Tutto il resto si vende esclusivamente ad assaggi”.
AMEDEO ALBERTI
(OFFICINA MOTOCICLETTE)
via Marconi
Anche lei è un’istituzione di Castel
Mella: che cosa è cambiato, in paese,
dai suoi tempi a oggi?
“Sono nato qui nel ’42 ed ho aperto
quest’officina nel ’67, che è rimasta
pressoché uguale da allora. Il paese,
nel tempo, è esploso a livello di popolazione”.
E secondo lei questo è un bene o un
male?
“Per me è un male quando i paesi diventano così grandi. Anche se i servizi si
stanno facendo, passare da 3 mila a 11
mila persone non è uno scherzo, bisogna continuare a metter mano. Anche la
piazza, senza offendere il comune, perché rifarla?”.
Le tradizioni si sono perse o sopravvivono?
“Devo dire che non ci sono più. Nel mio
settore ricordo grandi corse in motocicletta il sabato e la domenica, verso la
pista di Capriano: io portavo la griglia e
preparavamo le salsicce all’aperto”.
Come lavora oggi?
“Da quattro anni si lavora meno della
metà: a parte qualche scooter mi dedico
alle moto d’epoca, ma sono già in pen-
sione da 10 anni, perché la mia è una
passione”.
Cosa mi dice della viabilità?
“Solo questo: anni fa, da Capriano ci
mettevo 10 minuti a raggiungere Castel
Mella, ora ne impiego 40”.
AGATA GNOFFO
(LA MICIA BAR OSTERIA)
via Raccagni
Agata Gnoffo.
La vostra attività è nuova?
“Sì, abbiamo aperto il 23 settembre
scorso. Abitiamo a Flero ma conosciamo bene il paese, mio figlio ha frequentato le scuole a Castel Mella, e devo dire
che quest’avventura è cominciata bene”.
La clientela com’è?
“Tolto il bar, frequentato più dagli anziani, l’osteria è vissuta da molte compagnie giovani e coppiette, non solo del
posto, grazie ad un buon passaparola”.
Com’è la gente del paese?
“Molto disponibile, scrupolosa, solerte.
Ci hanno accolto bene e devo confessare
che mi trasferirei qui subito”.
VOCE AI PASSANTI
Angelo, 53 anni “Il fiume Mella
riqualificato? Era ora, speriamo
che torni come una volta, quando ci facevamo il bagno, e che
porti tanta gente per la pesca
di cavedani e scardole”.
Gianna, 46 anni “Il paese ha
perso un po’ le sue tradizioni.
La festa del loertis è molto bella ma recente, ha solo 5-6 anni”
Alberto, 61 anni “Campanilismo tra le frazioni? C’era fino a
20-30 anni fa, ora ci consideriamo tutti dello stesso paese”.
Simone, 36 anni “Ci sono stranieri, specialmente pakistani e
cinesi: sono tutti grandi lavoratori e brave persone”.
Umberto, 34 anni “Qui si vive
bene. Unico appunto le strade
disastrate, rotte”.
Giancarlo, 64 anni “Il paese
si è ingrandito troppo, direi.
Basta guardare le nuove costruzioni: mi sembra di tornare ai tempi in cui ero soldato
a Bari”.
Simona, 42 anni “La grande
distribuzione ci fa comodo,
ma a lungo andare danneggia
i paesini come questo, facendo scomparire i lavori di una
volta”.
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