H INTERLAND 69 CASTEL MELLA IL PAESE DEL GRANDE BOOM di Alessandra Tonizzo N tonda, rinnovare un palazzo, per la piazza Nuova che aspetta di diventare il cuore aggregante del paese, il centro che non c’era. C’è aria di movimento, insomma, sarà anche perché i castelmellesi aspettano di riunirsi, da Colorne, Onzato, Fornaci e Macina, per la sagra stagionale dell’asparago selvatico, quel loertis che porta a fare comunella, a scendere in strada e vivere davvero la propria realtà. Ecco s’incontrano tradizioni e generazioni, volti e colori che nella loro diversità sono pronti a conoscersi con curiosità. Ecco che Castel Mella fa rinascere l’orgoglio di appartenere a una terra che si è fatta da sola, temprata dal fuoco delle fornaci, ed è una fierezza che si legge negli occhi di tutti. s el 1963 aveva meno di 3 mila abitanti. Oggi ne ha 11 mila. Non è un indovinello, ma una realtà: Castel Mella è uno dei paesi lombardi in vetta al boom demografico dei nostri tempi, e queste cifre, come si dice dell’età, a dire il vero le porta bene. Anche perché questo paesino a sud ovest di Brescia, vicinissimo alla città, ha una popolazione giovane e la fetta degli stranieri, integrati, benvoluti e lavoratori, si aggira attorno alle 700 unità. Cosa spinge la gente a trasferirsi, dalla città e dalla zone limitrofe, a Castel Mella? “Criminalità contenuta, ottimi servizi, vicinanza ai posti di lavoro in città, zone verdi, poco traffico, tranquillità”. Parole, queste, di chi ci abita, non importa se da qualche anno o da una vita intera. Le aziende locali, poche, sono dislocate nella zona sud, mentre centralmente si estende il grande parco pubblico attrezzato, dedicato a Papa Giovanni Paolo II, sul cui lato ovest trovano spazio centinaia di abitazioni nuove, “un paese nel paese”, dicono in molti. Castel Mella, infatti, non accoglie silenziosamente, ma si adopera costantemente per adeguarsi alle necessità dei nuovi arrivi. Lo dimostrano transenne, trapani e calcinacci lungo la via, per sistemare una ro- MESI 2011 12aprile 70 H INTERLAND CI RACCONTANO castel mella URANO LODRINI (TABACCHERIA) via Marconi Urbano Lodrini. Lei è un personaggio storico del paese: quali cambiamenti sostanziali ha visto a Castel Mella, nel tempo? “Qui attorno, innanzitutto, c’erano solo stalle, e gli uomini facevano i fornaciai, cuocevano i mattoni. C’era gente povera, poco istruita, mentre ora sono tutti diplomati e laureati. Poi la popolazione, neanche troppo lentamente, è passata da 3 mila a 11 mila abitanti”. E questo è positivo o negativo? “Entrambe le cose: più gente, per noi commercianti, significa più lavoro, ma in questo modo il paese non è più come una volta”. I dati dicono che il paese è giovane, gli stranieri una percentuale contenuta: è vero? “Sì, ci sono tante giovani coppie, anche se spesso rincasano solo alla sera dopo aver lavorato in città. Gli stranieri sono pochi, lavoratori, per lo più cinesi, marocchini e sudamericani”. MESI 2011 12aprile Commercialmente com’è Castel Mella? “Le faccio un esempio: noi eravamo il classico negozio di una volta, onnicomprensivo, che accanto ai tabacchi affettava i salumi. Adesso non c’è più spazio per queste cose”. OLIVIERO VERGA (EDICOLA CARTOLIBERIA) via Cortivazzo Qual è lo stile di vita dei castelmellesi? “Di gente ‘storica’ ormai ce n’è poca. I nuovi arrivati vivono bene, in tranquillità”. Come mai questo aumento demografico forte, in paese? “Perché molti, soprattutto giovani, cercano, appunto, la tranquillità, a due passi dalla città: si è costruito praticamente un quartiere apposito, dove non c’è traffico, e in tutto il paese la criminalità e molto contenuta”. Questo boom ha creato problemi? “Forse all’inizio, per le infrastrutture scolastiche, tenendo conto che molti vengono anche da fuori per usufruirne. Ma il comune ha costruito un nuovo polo, con palestra e auditorium, a disposizione di circa 1.500 bambini”. Cosa manca a Castel Mella? “Sicuramente un punto d’aggregazione forte per i giovani: l’oratorio, infatti, è condizionato dagli orari di apertura e chiusura. Patto di stabilità permettendo, aspettiamo la piscina e speriamo che anche la piazza di nuova costruzione mobiliti le associazioni e i vari gruppi che ci sono, come la nostra banda, che si sta dando una svecchiata, per diventare un po’ rock”. Che problemi ci sono, invece, in paese? “Direi la viabilità. Nelle ora di punta si blocca un po’ tutto: stiamo aspettando una bretella, anche se già le nuove rotonde smaltiscono un po’ di traffico, concentrato soprattutto intorno alle 7 di mattina”. ERMANNO NOVENTA (PANIFICIO ANTICO FORNO) via Roma Ermanno Noventa. Da quanto lavora qui? “Sono un oriundo che lavora a Castel Mella da 30 anni, e che poi si è trasferito qui”. Ha sentito la crisi? “Enormemente: qui siamo attorniati da supermercati che ci stanno stroncando. La gente poi cerca la comodità invece della qualità, così frequenta questi posti facendo una spesa unica, generale”. Quindi, in concreto? “Oltre ad essere cambiate le abitudini 71 Alcuni scorci di Castel Mella: via Reccagni (a sinistra), via Torbole (al centro) e il nuovo Municipio (a destra). alimentari in generale, e il pane ne fa spesso le spese, oggi giorno una famiglia di 4-5 persone compra al massimo 2 pani. Tutto il resto si vende esclusivamente ad assaggi”. AMEDEO ALBERTI (OFFICINA MOTOCICLETTE) via Marconi Anche lei è un’istituzione di Castel Mella: che cosa è cambiato, in paese, dai suoi tempi a oggi? “Sono nato qui nel ’42 ed ho aperto quest’officina nel ’67, che è rimasta pressoché uguale da allora. Il paese, nel tempo, è esploso a livello di popolazione”. E secondo lei questo è un bene o un male? “Per me è un male quando i paesi diventano così grandi. Anche se i servizi si stanno facendo, passare da 3 mila a 11 mila persone non è uno scherzo, bisogna continuare a metter mano. Anche la piazza, senza offendere il comune, perché rifarla?”. Le tradizioni si sono perse o sopravvivono? “Devo dire che non ci sono più. Nel mio settore ricordo grandi corse in motocicletta il sabato e la domenica, verso la pista di Capriano: io portavo la griglia e preparavamo le salsicce all’aperto”. Come lavora oggi? “Da quattro anni si lavora meno della metà: a parte qualche scooter mi dedico alle moto d’epoca, ma sono già in pen- sione da 10 anni, perché la mia è una passione”. Cosa mi dice della viabilità? “Solo questo: anni fa, da Capriano ci mettevo 10 minuti a raggiungere Castel Mella, ora ne impiego 40”. AGATA GNOFFO (LA MICIA BAR OSTERIA) via Raccagni Agata Gnoffo. La vostra attività è nuova? “Sì, abbiamo aperto il 23 settembre scorso. Abitiamo a Flero ma conosciamo bene il paese, mio figlio ha frequentato le scuole a Castel Mella, e devo dire che quest’avventura è cominciata bene”. La clientela com’è? “Tolto il bar, frequentato più dagli anziani, l’osteria è vissuta da molte compagnie giovani e coppiette, non solo del posto, grazie ad un buon passaparola”. Com’è la gente del paese? “Molto disponibile, scrupolosa, solerte. Ci hanno accolto bene e devo confessare che mi trasferirei qui subito”. VOCE AI PASSANTI Angelo, 53 anni “Il fiume Mella riqualificato? Era ora, speriamo che torni come una volta, quando ci facevamo il bagno, e che porti tanta gente per la pesca di cavedani e scardole”. Gianna, 46 anni “Il paese ha perso un po’ le sue tradizioni. La festa del loertis è molto bella ma recente, ha solo 5-6 anni” Alberto, 61 anni “Campanilismo tra le frazioni? C’era fino a 20-30 anni fa, ora ci consideriamo tutti dello stesso paese”. Simone, 36 anni “Ci sono stranieri, specialmente pakistani e cinesi: sono tutti grandi lavoratori e brave persone”. Umberto, 34 anni “Qui si vive bene. Unico appunto le strade disastrate, rotte”. Giancarlo, 64 anni “Il paese si è ingrandito troppo, direi. Basta guardare le nuove costruzioni: mi sembra di tornare ai tempi in cui ero soldato a Bari”. Simona, 42 anni “La grande distribuzione ci fa comodo, ma a lungo andare danneggia i paesini come questo, facendo scomparire i lavori di una volta”. MESI 2011 12aprile