GUIDA TECNICA INDICE Norme di riferimento pagina 2 Classificazione o Grado di protezione IP o Grado di protezione meccanica IK o La protezione contro gli effetti termici o La protezione contro gli incendi o La protezione contro le ustioni o Resistenza al fuoco ed al calore anormale o L'infiammabilità del piano d'appoggio o La protezione contro la scossa elettrica o Il comportamento degli agenti chimici 2 2 5 5 6 7 7 8 8 10 Le norme 11 Dichiarazioni di conformità, certificati, marchi 13 Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 1di 15 1.0 - Norme di riferimento Gli standard dimensionali e prestazionali dei nostri prodotti sono unificati a livello internazionale e recepiti dalla normativa europea ed italiana: IEC 598-1 CEI EN 60598-1 CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione - Parte 1: Prescrizioni generali e prove IEC 598-2-1 CEI EN 60598-2-1 CEI 34-21/2 Apparecchi d'illuminazione - Parte 2: Prescrizioni particolari - Apparecchi fissi per uso generale Specifica le prescrizioni per gli apparecchi d'illuminazione fissi per uso generale che impiegano lampade ad incandescenza, lampade fluorescenti ed altri tipi di lampade a scarica, alimentati con tensione non superiore a 1000 V. 2.0 - La classificazione 2.1 - Grado di protezione IP Per garantire la sicurezza d'esercizio, i corpi illuminanti devono essere protetti contro la penetrazione di polvere, corpi solidi e di liquidi. La norma CEI EN 60529 permette di indicare attraverso il codice IP gradi di protezione previsti per le apparecchiature elettriche contro l'accesso alle parti in tensione e contro la penetrazione dell'acqua e dei corpi solidi estranei. Questa norma non considera la protezione contro i rischi d'esplosione o contro situazioni ambientali come l'umidità, i vapori corrosivi, le muffe o gli insetti. Il codice IP (Increased Protection= Protezione aumentata) è composto da 2 cifre caratteristiche e può essere esteso con una lettera addizionale nel caso in cui la protezione delle persone contro l'accesso alle parti in tensione risulti essere superiore a quella indicata dalla prima cifra. Altre lettere supplementari consentono di fornire indicazioni supplementari per la protezione delle persone o del materiale. Osservazioni Il grado di protezione IP deve sempre essere letto cifra per cifra e non globalmente. Per esempio un involucro con grado di protezione IP31 è adatto in un ambiente che esige un grado di protezione minimo IP21. In questo caso non può essere utilizzato un apparecchio con involucro con grado di protezione IP30. In generale, i gradi di protezione indicati dai costruttori sono validi alle condizioni previste dai cataloghi. Tuttavia, soltanto il montaggio, l'installazione e la manutenzione effettuati secondo le regole dell'arte garantiscono il mantenimento del grado di protezione originale. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 2di 15 2.1.1 - Protezione contro l'ingresso di corpi estranei e contro l'accesso a parti pericolose 1° cifra Descrizione 0 Nessuna protezione 1 Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 5 mm Non devono poter penetrare parti del corpo umano , per esempio una mano , o corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm di diametro. 2 Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm Non devono poter penetrare le dita od oggetti analoghi di lunghezza non eccedente gli 80 mm o corpi solidi di diametro superiore a 12 mm. 3 Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm Non devono poter penetrare fili di diametro o spessore superiore a 2,5 mm o corpi solidi di diametro superiore a 2,5 mm 4 Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 1,0 mm Non devono poter penetrare fili o piattine di diametro o spessore superiore a 1mm o corpi solidi di diametro superiore a 1mm 5 Protetto contro la polvere La penetrazione di polvere non è totalmente esclusa ma il quantitativo penetrato non è tale da nuocere al buon funzionamento del materiale. 6 Totalmente protetto contro la povere Non è ammessa alcuna penetrazione di polvere Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 3di 15 2.1.2 - Protezione contro la penetrazione dell’acqua 2° cifra Descrizione 0 Nessuna protezione 1 Protetto contro la caduta verticale di gocce d'acqua Le gocce d'acqua che cadono verticalmente non devono causare effetti dannosi, 2 Protetto contro la caduta d'acqua con inclinazione massima di 15° Le gocce d'acqua che cadono verticalmente non devono causare effetti dannosi quando l'involucro è inclinato di qualsiasi angolo sino a 15° rispetto alla sua posizione originaria. 3 Protetto contro la pioggia L'acqua che cade a pioggia con una direzione facente con la verticale un angolo fino a 60° non deve provocare effetti dannosi. 4 Protetto contro gli spruzzi d'acqua L'acqua proiettata con un ugello sull'involucro da tutte le direzioni non deve provocare effetti dannosi. 5 Protetto contro i getti d'acqua L'acqua proiettata con un ugello sull'involucro da tutte le direzioni non deve provocare effetti dannosi 6 Protetto contro i getti d'acqua potenti Nel caso di ondate o di getti potenti l'acqua non deve penetrare negli involucri in quantità dannosa. 7 Protetto contro gli effetti dell'immersione temporanea Non deve essere possibile la penetrazione di acqua in quantità dannosa all'interno dell'involucro immerso in condizioni determinate di pressione e durata. 8 Protetto contro gli effetti dell'immersione continua Il materiale è idoneo essere sommerso in acqua nelle condizioni specificate dal costruttore. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 4di 15 2.2 - Grado di protezione meccanica La norma CEI EN 50102 definisce il grado di protezione contro gli impatti meccanici, caratterizzandolo con le lettere IK seguite da un valore numerico. La tabella seguente illustra i valori di impatto in joule rappresentati da ogni indice Codice IK Energia di impatto in Joule 00 non protetto 01 0,15 02 0,2 03 0,35 04 0,5 05 0,7 06 1 07 2 08 5 09 10 10 20 2.3 - La protezione contro gli effetti termici Il capitolo 42 delle Norma CEI 64-8 tratta delle misure di protezione che debbono essere messe in atto ai fini di proteggere le persone, i componenti elettrici fissi ed i materiali fissi , non facenti parte dell'impianto elettrico, posti in vicinanza di componenti elettrici, contro gli effetti dannosi del calore sviluppato dai componenti elettrici o contro gli effetti dell'irraggiamento termico, in particolare per quanto riguarda: la combustione o i deterioramento di materiali il rischio di ustioni la riduzione della sicurezza di funzionamento dei componenti elettrici installati. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 5di 15 2.4 - La protezione contro gli incendi I criteri riguardanti il pericolo di innesco o di propagazione di incendi, per la scelta e prove di comportamento dei componenti elettrici sono specificate nelle Norme CEI relative ai diversi componenti. In assenza di queste Norme, al paragrafo 422 della Norma CEI 64-8 vengono indicati i criteri di prova da adottare per i componenti elettrici costruiti con materiali isolanti. In particolare, in funzione delle diverse condizioni d impiego dei componenti elettrici vengono proposti i livelli minimi di resistenza al riscaldamento in funzionamento ordinario e nelle fasi di installazione mediante la prova in stufa e la verifica dell'attitudine a non innescare incendi in caso di riscaldamento eccessivo dovuto a guasti mediante la prova del filo incandescente (Glow wire test) secondo la Pubblicazione IEC 695-2-1. La tabella 1 sotto riportata propone questi criteri di prova mentre di seguito sono illustrati i metodi di prova normalmente utilizzati nelle diverse normative per la verifica del comportamento al fuoco dei diversi componenti realizzati in materiale organico. 2.4.1 - Metodo del filo incandescente (Glow wire test) Secondo norme IEC 695-2-1 e CEI 50-11 Scopo delle prova Simulare le sollecitazioni termiche che possono essere prodotte dalle sorgenti di calore e di accensione (elementi incandescenti o resistori sovraccaricati per brevi periodi) in modo da valutare il pericolo di innesco incendio. Condizioni di prova Risultati della prova Sorgente di calore: L'eventuale filo incandescente di 4 manifestazione della mm i diametro. fiamma deve cessare entro 20 s dalla Temperature di prova: rimozione del filo La 650°C - 750°C carta velina posta 850àC - 960°C Durata sotto l'esemplare non della prova deve incendiarsi a Applicazione del filo causa dell'eventuale per 30 s. Elementi caduta di gocce caratteristici Tempo di incendiate spegnimento della fiamma 2.4.2 - Metodo di Prova di fiamma con ago Secondo norme IEC 695-2-2 e CEI 89-1 Scopo delle prova Simulare l'effetto di piccole fiamme che possono manifestarsi per condizioni di guasto all'interno dei prodotti al fine di valutarne il rischio di incendio Guida Tecnica – Edizione 2004 Condizioni di prova Risultati della prova Sorgente di calore: L'esemplare non si fiamma a becco di incendia Bunsen La fiamma e le Durata della prova particelle Applicazione della incandescenti non fiamma per tempi propagano l'incendio variabili secondo norme specifiche: La durata della (Ta) 5-10-20-30-60- combustione è inferiore a 30 s dalla 120 s rimozione della Elementi caratteristici fiamma del becco Tempo di Bunsen applicazione della fiamma pagina 6di 15 2.4.3 - Metodo UL - Underwriter' Laboratories Secondo UL 94 Scopo delle prova Fornire una classificazione del comportamento dei diversi materiali a seguito dell'applicazione della fiamma di un becco Bunsen Condizioni di prova Risultati della prova Sorgente di calore: V0 se il provino brucia fiamma a becco di in media meno di 5 s Bunsen prima di autoestinguersi Durata della prova Applicazione della V1 se brucia in media fiamma per 10 s per meno di 25 s due volte consecutive Elementi caratteristici V2 se brucia in media meno di 25 s con Durata della gocciolature combustione incandescenti HB se brucia per un tempo superiore a 25 s (provino orizz. e velocità di combustione inferiore a 38 mm al minuto. Prova assimilabile a ASTM D-635 2.5 - Protezione contro le ustioni Anche i limiti di temperatura delle parti accessibili dei componenti elettrici ai fini del rischio di ustione per le persone, sono sempre regolamentati dalle rispettive norme di riferimento. In assenza di queste il paragrafo 423 della Norma CEI 64-8 stabilisce i limiti di temperatura nel funzionamento ordinario per tutte le parti accessibili di componenti elettrici (vedi tabella 2). Qualora esistessero parti di impianto che, in funzionamento ordinario e anche se per brevi periodi, possono raggiungere temperature superiori ai limiti indicati in questa tabella, esse devono essere protette con involucri o barriere tali da assicurare almeno il grado di protezione IPXXB. 2.6 - Resistenza al fuoco ed al calore anormale Per tutti i nostri prodotti viene specificato il grado di resistenza al fuoco ed al calore anormale espresso secondo le Norme IEC 695-2-1 e CEI 50-11 che prevede la prova del filo incandescente ( Glow-Wire Test). Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 7di 15 2.7 - Classificazione secondo l'infiammabilità del piano d'appoggio Gli apparecchi d'illuminazione sono apparecchiature elettriche che trasformano in calore il 60-90% dell'energia assorbita. Per questa ragione, nella scelta delle sorgenti luminosi occorre saper tener conto del loro effetto sull'ambiente circostante e sulle superfici di fissaggio, in modo da poter escluder pericoli d'incendio a causa di un'installazione o di un montaggio inadeguato. Occorre pertanto tener conto dei diversi fattori: posizione dell'apparecchio infiammabilità dell'ambiente e della superficie di fissaggio distanze minime dai materiali infiammabili. Tutte le nostre plafoniere sono classificate secondo il montaggio diretto su superfici normalmente infiammabili oppure non infiammabili, nel modo seguente : Apparecchi con marchio F Possono essere installati su superfici normalmente infiammabili in quanto costruiti in modo tale che sulla superficie del piano di appoggio non si sviluppino temperature superiori a 130°C in esercizio e superiori a 180°C in caso di guasto al reattore. Apparecchi con marchio FF Presentano temperature di superficie limitate in quanto soggetti a depositi di materiali facilmente infiammabili come polvere o fibre, e quindi non debbono superare i 95°C nel normale esercizio e i 115°C in caso di guasto al reattore. Apparecchi con marchio M Sono destinati all'incasso in mobili e quindi costruiti in modo tale da non poter causare l'incendio di materiali normalmente infiammabili come il legno, neanche in caso di guasto al reattore. I loro elementi possono essere rivestiti, impiallaciati o verniciati. Apparecchi con marchio MM Destinati all'incasso in mobili realizzati con materiali di cui non si conosce l'infiammabilità. Sono costruiti in modo tale che durante l'esercizio nessuna superficie critica superi i 95°C o i 115°C nel caso di guasto al reattore ad un valore di tensione superiore del 10% di quello nominale. 2.8 - Classificazione secondo il tipo di protezione contro la scossa elettrica Tutte le lampade Lombardo sono previste, a seconda del posizionamento, in classi di protezione che consentono di indicare il tipo di isolamento necessario per assicurare la protezione contro la scossa elettrica. Apparecchi di classe di protezione 0 Guida Tecnica – Edizione 2004 Apparecchio nel quale la protezione contro la scossa elettrica si basa sull'isolamento fondamentale; ciò implica che non sia previsto alcun dispositivo per il collegamento delle parti conduttrici accessibili , eventualmente presenti, ad un conduttore di protezione ( messa a terra) facente parte dello impianto elettrico fisso; in caso di guasto all'isolamento fondamentale la protezione rimane affidata all'ambiente che circonda l'apparecchio. pagina 8di 15 Apparecchi di classe di protezione I Apparecchi di classe di protezione II Apparecchio nel quale la protezione contro la scossa elettrica non si basa unicamente sull'isolamento fondamentale, ma anche su una misura di sicurezza supplementare costituita dal collegamento delle parti conduttrici accessibili ad un conduttore di protezione ( messa a terra) facente parte dello impianto elettrico fisso, in modo tale che le parti conduttrici accessibili non possano diventare pericolose in caso di guasto all'isolamento fondamentale. Apparecchio nel quale la protezione contro la scossa elettrica non si basa unicamente sull'isolamento fondamentale, ma anche su misure supplementari di sicurezza costituite dal doppio isolamento o dall'isolamento rinforzato. Queste misure non comportano dispositivi per la messa a terra e non dipendono dalle condizioni d'installazione. Apparecchi di classe di protezione III Apparecchio nel quale la protezione contro la scossa elettrica si basa sull'alimentazione a bassissima tensione di sicurezza ( 50 V max) ed in cui non si producono tensioni superiori alla stessa. Definizioni Isolamento fondamentale isolamento delle parti in tensione necessario per assicurare la protezione contro la scossa elettrica. Isolamento supplementare isolamento indipendente previsto in aggiunta a quello fondamentale per assicurare la protezione contro la scossa elettrica in caso di guasto all'isolamento fondamentale. Doppio isolamento Isolamento comprendente supplementare Guida Tecnica – Edizione 2004 sia l'isolamento fondamentale che l'isolamento pagina 9di 15 2.9 - Comportamento agli agenti chimici Qualsiasi materiale utilizzato per la realizzazione di componenti d'installazione offre resistenze differenti agli agenti chimici con cui possono entrare in contatto. Al fine di evitare molti inconvenienti può essere utile informarsi sempre, già durante la fase di progettazione, delle condizioni degli ambienti in cui le lampada saranno installate, tenendo in particolare conto: I materiali che compongono la lampada, che possono essere diversissimi a seconda della funzione che debbono assolvere(armatura, riflettore, guarnizioni, chiusure, entrata cavi, ecc.) Le applicazioni, molte delle quali per loro natura possono presentare ambienti corrosivi per i materiali : o industria chimica e petrolifera o industria alimentare (caseifici, latterie, macellerie,birrerie, ecc.) o agricoltura o industria del pesce o cucine industriali o impianti di lavaggio o industrie ed officine con forte impiego di lubrificanti I composti chimici presenti nell'ambiente e da definire attentamente con i diversi responsabili La saturazione delle sostanze chimiche presenti La temperatura ambiente che, in funzione delle tipo e della saturazione delle sostanze, può contribuire a determinare reazioni chimiche.. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 10di 15 3.0 - Le norme La funzione La Norma è un insieme di regole tecniche che garantiscono la sicurezza e le prestazioni di un prodotto perché possa ritenersi sicuro. Essa rappresenta un buon utensile contrattuale tra Costruttore ed Acquirente per parlare lo stesso linguaggio, per fissare i livelli di prestazione del prodotto e definire le relative prove. Il primo e più importante riconoscimento giuridico della legislazione italiana alle norme, tuttora riconosciuto, è la Legge 186 del 1968 in cui si afferma che la rispondenza alle norme CEI è indice di presunzione di conformità "alla buona regola dell'arte". La regola dell'arte non necessariamente si identifica con la Norma CEI; si possono utilizzare altre norme (IEC, UL, ecc) o trovare soluzioni diverse da quelle previste dalle Norme purché il costruttore garantisca un livello di sicurezza e prestazioni costruttive altrettanto valide. Non è quindi strettamente obbligatorio costruire un apparecchio o realizzare un impianto in conformità alle Norme ma si può affermare che è senz'altro " opportuno, conveniente e comodo" . Le norme mondiali Le norme mondiali di maggiore importanza ed applicazione sono: IEC : norme internazionali UL : norme americane CSA: norme canadesi JIS : norme giapponesi Le norme internazionali IEC La Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) , fondata nel 1906, ha come scopo principale quello di favorire la cooperazione internazionale in materia di normalizzazione nel campo elettrico. I suoi obiettivi principali sono quelli di: migliorare la sicurezza delle persone; valutare la qualità dei prodotti e dei servizi; contribuire alla protezione dell'ambiente. La IEC pubblica una serie di norme approvate a livello internazionale in previsione di una loro utilizzazione in tutto il mondo e più di 100 paesi le adottano e seguono le loro prescrizioni. La IEC garantisce che le norme assicurano la compatibilità e l'intercambiabilità dei prodotti ai sistemi ed agli impianti elettrici ed elettronici. La IEC copre tutto il campo l'elettrotecnica che comprende l'elettronica, l'elettromagnetismo, le fibre ottiche e l'elettroacustica e tutti gli argomenti annessi come la terminologia, i simboli, la metrologia, la sicurezza, la durevolezza e l'attitudine al funzionamento. La IEC è formata dai vari Comitati Nazionali che rappresentano una cinquantina di paesi di tutto il mondo i quali portano i loro contributi alla preparazione della norma ed esprimono il loro voto (positivo o negativo) per l'accettazione. Il lavoro tecnico e la ricerca del consenso per l'approvazione delle norme internazionali viene fatto sulla partecipazione volontaria delle persone dei paesi membri ai Comitati Tecnici. Ciascun Comitato o Sottocomitato è responsabile delle norme per il proprio settore. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 11di 15 Come una norma internazionale diventa norma nazionale Dal 1 luglio 1987 , data di entrata in vigore dell'Atto Unico Europeo, le diverse normative nazionali hanno dovuto armonizzarsi al fine di non determinare svantaggi concorrenziali nell'ambito del mercato unico. Nell'ambito del settore elettrotecnico è stato istituito il Comité Européen de Normalisation ELECtrotechnique (CENELEC) con lo scopo di definire le norme europee concordando anche un marchio unitario che, in futuro, potrà essere utilizzato al posto dei diversi marchi nazionali. Come una norma internazionale diventa oggi norma nazionale: Esistono 3 possibilità: le normativa internazionale IEC viene recepita tale e quale a livello europeo. norme specifiche vengono elaborate dal CENELEC o dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) le norme europee o nazionali vengono elaborate sulla base di norme internazionali IEC : IEC + specifiche europee = EN EN senza modifiche = CEI Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 12di 15 4.0 - Dichiarazioni di conformità, certificati e marchi ll costruttore deve dimostrare la rispondenza dei sui prodotti ai requisiti previsti dalle norme in termini di sicurezza e di prestazioni eseguendo le prove. E' possibile assicurare la presunzione di conformità alle norme mediante le seguenti procedure: con una dichiarazione di conformità stabilita dal costruttore, e nel caso occorra, accompagnata da una certificazione del sistema di qualità. I documenti ufficiali del costruttore (cataloghi, guide, fogli di istruzione, ecc.) possono rappresentare una dichiarazione di conformità. In caso di contestazione, il costruttore deve comprovare la veridicità di quanto ha dichiarato sui suoi apparecchi mediante rapporti di prova, disegni costruttivi, rapporti di qualità, ecc. La dichiarazione di conformità ricade sotto la sola responsabilità del costruttore. mediante un certificato di prova o un certificato di conformità rilasciato da un ente terzo (laboratorio riconosciuto). Nel primo caso lo specifico esemplare del prodotto è provato con le prove richieste dal costruttore e se ha superato con successo una o più prove previste viene rilasciato il certificato di prova. nel caso in cui si voglia la conformità del prodotto alla norma, il laboratorio effettua tutte le prove di tipo previste dalla norma e dopo aver riconosciuto il prodotto dai suoi disegni viene rilasciato il marchio sul prodotto stesso ( marchio IMQ, marchio UL, ecc.). Il marchio garantisce anche la rispondenza di tutta la produzione . Rispondenza alle Direttive CEE Le direttive europee ( leggi della Comunità Europea) fissano degli obbiettivi, chiamati requisiti essenziali di sicurezza, ed al costruttore spetta poi l'obbligo di rispettali. Uno dei mezzi per rispondere alle direttive è quello di applicare le norme armonizzate di riferimento che sono pubblicate sulla gazzetta ufficiale della comunità europea. Le principali direttive europee che riguardano il settore dell'illuminazione sono: La Direttiva Bassa Tensione (BT) : Dir. 73/23/CEE recepita con la Legge del 18/10/77 n.791 e modificata dalla Dir. 93/68/CEE, si applica a tutto il materiale elettrico compreso nel campo di tensione tra 50 e 1000V c.a. e tra 75 e 1500 V c.c. . E' obbligatoria dal 1 Gennaio 97 La Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (EMC) : Dir.89/336/CEE recepita con D.L. del 04/12/92 n.476 e modificata dalla Dir. 93/68/CEE, riguarda le apparecchiature che possono creare delle perturbazioni elettromagnetiche o il cui funzionamento può venire influenzato da queste perturbazioni. E' obbligatoria dal 1-1-96. Per ciascun prodotto, o famiglia di prodotti il costruttore o il suo rappresentante nella comunità europea, sotto la propria responsabilità, deve redigere una dichiarazione di conformità e preparare il fascicolo tecnico. Entrambe sono destinate esclusivamente agli organismi nazionali di controllo ( dogane, ministeri, ispettori, ecc.). Il rispetto delle direttive europee( ed anche delle leggi italiane che le hanno recepite), impone infine l'apposizione della "marcatura CE": Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 13di 15 La marcatura CE CE è una marcatura obbligatoria che attesta la rispondenza del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza richiesti dalle direttive comunitarie applicabili al prodotto in questione CE è la condizione necessaria per l'immissione dei prodotti sul mercato e la loro libera circolazione all'intero della comunità europea. CE è una marcatura amministrativa destinata alle autorità e non al cittadino CE non indica la conformità alla norma e non è in alcun caso una garanzia di sicurezza di qualità e di funzionamento del prodotto. Viceversa, se il prodotto è a norma sicuramente risponde anche alle direttive. CE è una marcatura che và posta sul prodotto e/o sull'imballaggio e/o sulle avvertenza d'uso che accompagnano il prodotto stesso. La marcatura CE di conformità è costituita dalle iniziali "CE" secondo il simbolo grafico accanto. In caso di riduzione o di ingrandimento della marcatura CE devono essere rispettate le proporzioni indicate dal simbolo graduato illustrato. I diversi elementi della marcatura devono avere essenzialmente la stessa dimensione verticale, che non può essere inferiore a 5 mm. Il marchio ENEC (European Norms Electrical Certification) Dal 1993 gli apparecchi di illuminazione possono circolare in tutta Europa con il marchio ENEC (European Norms Electrical Certification),il quale certifica che un prodotto è conforme alle norme EN 60598. ENEC Marchio europeo di certificazione, istituito nell'ambito del CENELEC (Comitato Europeodi Normazione Elettrotecnica), dagli Organism iEuropei di Certificazione Elettrica che hanno aderito ad un accordo denominato 'Lum Agreement' per un mutuo riconoscimento di un unico marchio 'ENEC' equivalente ai singoli marchi degli Organismi aderenti. Aderiscono all'accordo gli Organismi di Certificazione dei seguenti Paesi: Spagna - Belgio - Italia - Portogallo - Olanda- Irlanda - Lussenburgo - Francia - Grecia Germania - Austria - Regno Unito - Svizzera -Svezia - Danimarca - Finlandia Norvegia - Ungheria - Repubblica Ceca - Slovenia.Possono richiedere l'autorizzazione all'uso del marchio ENEC i costruttori di Apparecchi di illuminazione, Alimentatori, Accenditori, Starter, Condensatori di rifasamento, Portalampade e Portastarter. Il marchio ENEC viene rilasciato da uno qualsiasi degli Organismi certificatori firmatari dell'accordo ed è riconosciuto automaticamente da tutti gli altri Organismi. A fianco del marchio ENEC viene comunque posto un numero che identifica l'Organismo che ha rilasciato la certificazione. Il marchio ENEC si basa sull'applicazione dei quattro principi qui di seguito riportati: La certificazione viene rilasciata solamente sulla base di Norme Europee armonizzate EN : Norme EN 60598 relative agli apparecchi di illuminazione. Il fabbricante deve avere un Sistema di Qualità in conformità alle Norme UNI EN ISO 9002. Il marchio è concesso in maniera indipendente da un Organismo neutro. Il prodotto è sottoposto a sorveglianza nella sua fase produttiva da parte dell'Organismo che ha rilasciato il Certificato di Approvazione. Guida Tecnica – Edizione 2004 pagina 14di 15 Il marchio ENEC dunque è un marchio Europeo di certificazione ad alto valore tecnico basato su dei severi criteri di concessione. Questo marchio offre all'acquirente e all'utilizzatore finale la massima garanzia per quanto riguarda le procedure applicate nella produzione dei prodotti. In ogni Paese si differenzia per un numero di Serie differente. Viene riportata di seguito una tabella che illustra il paese di appartenenza e la sigla corrispondente. Guida Tecnica – Edizione 2004 01 AENOR - Spain 02 CEBEC - Belgium 03 IMQ - Italy 04 IPQ - Portugal 05 KEMA - The Netherlands 06 NSAI - Ireland 07 SEE - Luxembourg 08 LCIE - France 09 ELOT - Greece 10 VDE - Germany 11 OVE - Austria 12 BSI - United Kingdom 13 SEV - Switzerland 14 SEMKO - Sweden 15 DEMKO - Denmark 16 FIMKO - Finland 17 NEMKO - Norway 18 MEEI - Hungary 19 BEAB - United Kingdom 20 ASTA - United Kingdom 21 EZU - Czech republic 22 SIQ - Slovenia pagina 15di 15