, CAPITOLO QUINTO MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE 71 così che la quota piezometrica costituisce l'energia totale dell'acqua. Una fondamentale relazione tra la velocità di filtrazione e il carico idrau lico è stata trovata sperimentalmente da d'Arcy ("Les fontaines publiques de la Ville de Dijon", 1856). Per la legge di d'Arcy, la velocità di fIltrazione si esprime nella forma: -+ -t v= -k \1 h= -kl ovvero, in componenti, Vx =- ah k x ·ax vy - - ky Vz =- kz (5.7a) ah (5.7b) ay ah (5.7c) az dove h è il carico idraulico posseduto da un elemento liquido e k x , ky e kz so no detti "coefficienti di permeabilità". Le derivate parziali ix = ah ah ah y z ax ' i = ay , i = az -+ rappresentano le componenti del gradiente idraulico i. Sostituendo le (5.7) nella (5.5) si ottiene l'equazione a2 h k x -.-2ax + ky a2 h -a 2 y + a2 h k z - 2a = z o (5.8a) che prende il nome di "equazione di Laplace" e che, risolta per le assegnate condizioni al contorno, permette di ricavare la distribuzione dei carichi idrau lici in ogni punto del terreno in cui è presente un moto di fIltrazione. Ottenuti i valori di h, mediante la (5.6) si determina immediatamente la distribuzione delle pressioni interstiziali u. ' Nel caso in cui k x = k y = kz = k = cost, la (5.8a) si riduce alla equazione: a2 h ax 2 - a2 h ay 2 a2 h az 2 + -- + - =O e, per un moto di ftltrazione piano, alla equazione .~. (5.8b) 5.1 - Introduzione Il principio delle tensioni efficaci stabilisce chiaramente il ruolo delle pressioni interstizial i nella definizione del comportamento meccanico delle terre. Ha pertanto interesse esaminare in dettaglio i fenomeni connessi con la presenza dell'acqua nel terreno, sia in condizioni di quiete che di moto relati vo tra le fasi (filtrazione). L'acqua a cui ci si riferisce è quella cosidetta "libe ra", non adsorbita dai granuli, in grado cioè di muoversi per effetto di una va riazione delle tensioni totali applicate o della pressione interstiziale. L'obbiettivo dello studio è quello di descrivere geometricamente il moto dell 'acqua nel terreno, di valutare le portate in gioco e di conoscere lo stato di sforzo nella fase liquida e in quella solida. Nel far ciò ii terreno viene schema tizzato con un modello di mezzo poroso che soddisfi l'ipotesi, verificate in pratica entro ampi limi ti, di incompressibilità del fluido interstiziale e dei gra~ nuli solidi; di conseguenza, se il mezzo poroso è saturo ogni sua variazione volumetrica è accompagnata, per il principio di conservazione della massa, da una identica variazione del contenuto volumetrico d'acqua. 5.2 - Equazioni generali della filtrazione La descrizione del moto di un fluido in un mezzo poroso richiede che sia no soddisfatte le condizioni di continuità e le equazioni di stato sia per la fase fluida che per quella solida. TI principio delle tensioni efficaci consente, inol tre, di completare la descrizione dello stato di sforzo nel mezzo. Prima di illustrare in dettaglio le condizioni anzidette è necessario intro durre il concetto di "velocità di filtrazione". Nel moto di filtrazione, l'acqua percorre gli spazi -intergranulari attraverso sezioni di dimensioni molto variabi li. Risultano di conseguenza variabili i valori locali delle velocità nei diversi .punti del mezzo poroso. E' quindi necessario descrivere il moto del fluido in termini di quantità medie, riferite all'area lorda della sezione attraversata o al la frazione di area lorda corrispondente ai vuoti. Indicando con Q la portata passante attraverso un elemento di lunghezza L e sezione lorda A, si definisce "velocità di filtrazione" il rapporto ~ v-+ = -Q -. A Si definisce inoltre "velocità media effettiva" il rapporto ~ Q v --- ~, A v 68 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE dove Av è la somma delle aree degli spazi intergranulari (media lungo L). Dal la definizione di porosità, n, risulta A v =nA e quindi tra la velocità di filtrazione e quella media effettiva sussiste la relazio ne ..... -. v = n v'. Se si assume indicativamente per i terreni n =0.5, si ricava che la velocità me dia effettiva è circa il doppio della velocità di filtrazione. Per semplicità, nel descrivere il moto di un fluido- nei mezzi porosi ~si fa st'neralmente riferimento alla velocità di filtrazione. La. condizione di continuità per la fase liquida si esprime mediante il principio di conservazione della massa. Considerando un elemento di terra, completamente saturo, di dimensioni dx, dy, dz (fig. 5.l), z H G I I I D Yw V x -~ lE ,-- / C Ò dz Yw Vx + -<-r w Vx ) òx F / / A B dx , o x Fig. 5.1 - Filtrazione in un volume elementare di terra. in un assegnato intervallo di tempo l'acqua può entrare o uscire dall'elemento attraverso le sue facce, così come può accumularsi (con segno positivo e nega CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE 69 tivo) nel suo interno per effetto, ad esempio, della compressibilità dello sche letro solido. li rispetto del principio di conservazione della massa impone che, in tale intervallo di tempo, la quantità d'acqua che entra nell'elemento meno la quan tità di acqua che ne esce sia uguale alla quantità d'acqua accumulata nell'ele mento stesso. Se si indica con Vx la componente della velocità di filtrazione lungo la di rezione x, la quantità d'açqua che nell'unità di tempo entra nella faccia ADHE è pari a 'Yw Vx dy dz, mentre la quantità d'acqua che esce dalla faccia BCGF è data dalla espressione [. 'Yw Vx + _a_ ('Yw vx ) dx] dy dz ax . _ - La quantità netta d'acqua che entra o che esce dall'elemento attraverso le fac ce ADHE e BCGF risulta di conseguenza: + ['Yw V x a~ ('Yw vx) dx ] dy dz - 'Yw Vx dy dz = a~ ('Yw V(l:) dx dy dz (5.l) Quantità analoghe alla (5.1) possono essere ricavate per le componenti della· velocità di filtrazione lungo gli assi y 'e z. Indicando con Pw il peso dell'acqua accumulata nell'elemento di terra, il principio di conservazione della massa si esprime mediante l'equazione: a [- ax ('Yw vx) a a y z ] apw + -a' ('Yw vy ) + -a- ('Yw vz) <ix dy dz + - - = at ° (5.2) ap Nel caso particolare in cui __w_ = 0, l'equazione si semplifica nella at a - ax ) . . ('Yw vx) a +- ay ('Yw Vy) +~ a az ('Yw vz)=O. (5.3) che esprime il principio di conservazione della massa in asse~za di variazioni nel tempo delle grandezze in gioco. Qu~ste condizioni -sono dette di moto permanente o stazionario. L'impiego dell'equazione (5.2) o (5.3) richiede la conoscenza delle equazioni di stato della fase fluida, cioè delle relazioni che legano la densità del fluido al la pressione e alla temperatura. 70 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE Per i liquidi, e in particolare per l'acqua, può ess~re impiegata la semplice espressione (che non considera, perchè trascurabile, l'effetto della temperatura) (5.4) dove u è la pressione relativa (riferita a quella atmosferica, u a ), 'Ywo è il peso specifico dell'acqua per u = U a e {J è la compressibilità dell'acqua (l/{J = = 21.000 kg/cm 2 ). L'ipotesi di incompressibilità dell'acqua, fatta all'inizio del capitolo, comporta la riduzione della (5.4) alla condizione cost 'Yw = 'Ywo = ~ quindi ad una ulteriore semplificazione della equazione (5.3) che diviene: av x ax + 3vy· . 3y + 3vz az = O (5.5) Poiché al momento l'interesse è rivolto ai moti di filtrazione in regime penna~ nente (ap~ /at = O), non è necessario introdurre la condizione di continuità e descrivere l'equazione di stato per la fase solida. Le componenti vx , Vy, Vz della velocità di filtrazione possono essere mes se in relazione alle caratteristiche del mezzo e alle variazioni deile condizioni idrauliche al contorno. Prima di far ciò è però opportuno definire alcune grandezze legate al con tenuto di energia che possiede un elemento liquido in moto. L'energia totale di un elemento liquido, per unità di peso, è espressa dalla relazione seguente, in termini di quote rispetto ad un arbitrario riferimento e), h =r + - u 'Yw v2 +- 2g (5.6)· dove h rappresenta l' "altezza di energia totale" o "carico totale" o, più spesso e semplicemente, "carico idraulico";'r è la "quota geometrica"; u/'Yw è l'''al tezza piezometrica" e v2 /2g è l' "altezza cinetic~".La somma dei termini r + ul'Yw· è detta "quota' piezometrica". Poiché nei problemi di fIltrazione le velocità del fluido sono molto piccole, l'altezza cinetica può essere trascurata (1) Il riferimento può essere arbitrario perchè nei campi di forze conservativi quello che conta sono· solo le differenze di energia. 72 li LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE a2 h ax 2 + a2 h az 2 = O. (5.8c) La risoluzione delle equazioni (5.8) permette di ricavare due famiglie di superfici (o curve): la prima è costituita dalle superfici o linee equipotenziali, per le quali si ha h = cost; la seconda dalle superfici o linee di flusso la cuitan gente in ogni punto determina la direzione della velocità di filtrazione. Se il mezzo è isotropo rispetto a k, la distribuzione dei carichi idraulici è indipen dente dalle caratteristiche di permeabilità del mezzo; inoltre le linee di flusso e le linee equipotenziali sono ortogonali tra loro. 5.3 - Moti di fIltrazione in regime permanente . La condizione di moto permanente, definita nel paragrafo 5.2, comporta che la velocità di filtrazione sia, in ogni punto, costante nel tempo. In altre pa role, indicando con V il vettore velocità di filtrazione, la condizione di moto permanente implica av/at = O. Un particolare moto permanente è quello per cui vale anche la condizio.. . ne av/as =0, cioè il vettore velocità è uguale in tutti i punti. A tale moto si dà il nome di "moto uniforme" e, in questo caso, le linee di flusso sono rettilinee e parallele tra loro. Ne consegUe che i moti uniformi sono descritti da una sola variabile geometrica e, per tale motivo, sono detti anche moti di filtrazione monodimensionale. In queste condizioni l'equazione di Laplace (5.8) si sem plifica e assume la forma seguente: .. . a2 h ~=O. (5.9) Integrando una prima volta la (5.9), si ottiene dh dz -- = i= cost. Quindi, in un moto di filtrazione uniforme, il gradiente idraulico è co stante, ovvero il carico idraulico varia linearmente lungo le linee di flusso. Per chiarire meglio i concetti esposti si riportano due esempi di filtrazio~ ne monodirezionali in semplici esperienze dimostrative (figg. 5.2 e 5.3). Le velocità dell'acqua sono molto basse, così che si può ritenere nullala perdita di carico nei tubi che collegano le vaschette con il mezzo poroso: tutta l'ener gia è dissipata nella filtrazione. Nelle figure sono diagrammati i carichi idrauli ci h, le altezze piezometriche u/'Yw e le quote geometriche lungo la verticale .. In tutti i casi le linee di flusso sono verticali e parallele tra loro. 73 CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE 3c) : di ali, an ~ il en sso ,rta riferimento pa arbitrario ~.~.h i'w ato do- .. i dà Fig. 5.2 - Schema di filtrazione monodimensionale con flusso rivolto verso il basso. nee ;ola one em . ).9) / / / '" ~// co .sso.. zio . Le / ./ / '" dita ner lUli :ale.. arbitrario ~.~.h . . i'w Fig. 5.3 - Schema di filtrazione monodimensionale con flusso rivolto verso l'alto. 74 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE La portata d'acqua in un moto di filtrazione monodimensionale si ricava immediatamente dalla legge di d'Arcy: ... .... -+ Q=Av=kAl ... dove A è la sezione lorda attraversata, i è il gradiente idraulico e k il coeffi ciente di permeabilità. Alcuni valori caratteristici del coefficiente di permeabilità sono riportati nella tabella seguente: TIPO DI TERRA COEFFICIENTE DI PERMEABILITA' (cm/s) Sabbie e ghiaie Sabbie limose Limi Argille 10-2 10-3 10-5 10-7 10-4 10-5 10-7 10-10 Come si vede, il campo dei valori del coefficiente di permeabilità per le divers"e terre è molto esteso e copre una decina di ordini di grandezza. E' interessante allora mostrare cosa accade quando si stabilisce un moto di filtrazione unifor me in due terreni di permeabilità diversa. Ci si riferisca allo schema di fig. 5.4. t=~~--r--""""--~-------- Fig. 5.4 - Filtrazione uniforme. Distribuzione dei carichi idraulici in un mez zo poroso d.isomogeneo. CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE 75 La distribuzione dei carichi idraulici nei mezzi di permeabilità k. e k 2 si ricava facilmente come segue. Per la legge di d'Arcy devono valere le uguaglianze: = k. i. A. = k 2 i 2 A 2· Q. Q2 Se la sezione lorda è costante risulta A. = A 2 ; inoltre per la condizione di con tinuità devé essere Q. =Q2. Di conseguenza si ottiene: (5.10) Dalla definiziorie di gradiente idraulico si ha . l. . 12 fili. = --o . L. = . fili 2 --o ~. La (5.1 O) diviene allora fili 2 K fili. - - = - 1- - - ~ K2 L. Tenendo conto che 6h. &. + 6h2 = H si ottiene infine l =H L2 . L. 1+ ~ -- L. k. k2 k. -k2 &2 - H --=---..........;;-- L 2 k.· 1+ L. k2 Supponendo L. = L 2 e k. = 100 k 2 (come-se, ad esempio, il mezzo l fosse costituito da ghiaia e il mezzo 2 da sabbia) la variazione di carico idraulico nei due mezzi vale: . l , &. =lOlH &2 100 - - - H. 101 76 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE Si può pertanto concludere che tutta la perdita di carico è localizzata nel mez zo 2, mentre il mezzo l, che non è in pratica interessato dal fenomeno della filtrazione, agisce come un prolungamento del serbatoio di monte. Questo esempio ha lo scopo di mostrare l'importanza della permeabilità nella localizzazione degli strati in cui la filtrazione può produrre effetti rileva bili. Di ciò si deve accuratamente tener conto, come si vedrà in seguito, nella definizione delle condizioni al contorno in problemi di filtrazione geometrica mente più complessi. La soluzione di problemi di filtrazione unifonne non mostra, come si è visto, alcuna difficoltà analitica in quanto l'equazione di Laplace si riduce ad un solo termine. . Altrettanto non può dirsi quando le variabili geometriche aumentano; an che in condizioni piane !'integrazione dell'equazione di Laplace per via analiti ca è praticamente impossibile se non nel caso di condizioni al contorno parti colarmente semplici. Si preferisce allora usare metodi risolutivi diversi, nume rici, grafici e analogici. L'obiettivo da raggiungere è comunque quello di deter minare la distribuzione dei carichi idraulici, ovvero l'insieme delle linee di flus so e delle linee equipotenziali. Si darà ora un breve cenno ai metodi numerici e ai metodi grafici, che sono i più usati nella risoluzione dei problemi applica tivi. Uno dei metodi numerici più impiegati per la risoluzione delle equazioni differenziali in generale, e dell'equazione di Laplace in particolare, è quello delle differenze finite. La derivazione di tale metodo è pàrticolarmente sem plice e prende l'avvio da una discretizzazione geometrica del mezzo continuo. Riferendosi ad un problema piano e allo schema di fig. 5.5, il mezzo continuo è sostituito da un insieme discreto di punti per ciascuno dei quàli si deve rica vare il valore del carico idraulico h. Se il problema è piano, l'equazione di Laplace assume la forma a2 h kx ·a 2 h ax 2 + kz az 2 = O. (5.11) La variazione del carico idraulico può essere espressa mediante uno svi luppo in serie di Taylor e cioè, con riferimento alla figura 5.5: 3 h =h +& (~) + (&)2 (a~h) + (&)3(a h} 1 o a 2, a 2 3, a 3 +. (5.12) xo ah) h 3 =h o -& (-a- xo . + x o 2 (&)2(a h) -2-'- -a 2 . x . - o x o 2 (&)3 (a h ) -3-'- -a 3 . x + o . (5.13) 77 CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE h~hl 2 ... ---.....----....., I I I I ~O 3 I TT Liz I I .1 I I I '4 I 1 ~---~----' I . Lix I· -I Fig. 5.5 - Discretizzazione del mezzo continuo per la risoluzione alle differenze finite dell'equazione di Laplace. Sommando le (5.12) e (5.13) tra loro si ottiene: ( a2h ) = ax 2 o hl - 2h o + h 3 (box)2 2 (box)4 4 ! ( a4~ . ox ) _ ••• o (5.14) hl - 2h o + h 3 (box)2 Analogamente 2 a ( 2h ) .az o::: ~ h l - 2h o (&.)2 + h4 (5. 15) L'errore che si commette trascurando le derivate di ordine superiore è tanto minore quanto minori sono i valori di 6x e 6z scelti nella discretizzazione geo metrica del mezzo. Sostituendo la (5.14) e la (5.15) nella (5.11) si ottiene: kx · . (box)2 (hl - 2ho + h3) k y + (&.)2 (h2 - 2ho + h 4 ) = O ovvero, ordinando i termini, ~ (box)2 + h 1_ +~ (&.)2 kx (box)2 h 3 + h - 2 [~ 2 (&)2 ky· (&.)2 h 4 + (L),y) ~2 J h o + (5.12) = O. L'insieme delle equazioni (5.12), scritte ciascuna per ogni punto, e delle con dizioni al contorno costituiscono un sistema di equazioni lineari che, risolto, l ---- 78 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE fornisce la distribuzione dei carichi idraulici. Tale metodo numerico, così co me altri basati ad esempio sulla tecnica degli elementi finiti, richiede l'impiego dell 'elaboratore elettronico. Un altro metodo di risoluzione dei problemi di filtrazione piana è basato sulla costruzione grafica della cosiddetta "rete idrodinamica", cioè di un insie me finito di linee di flusso e di linee equipotenziali. Per la derivazione del me todo ci si riferisca allo schema di fig. 5.6. ~r a ~r E . Fig. 5.6 - Rete idrodinamica in un problema di filtrazione piana. Si considerano le maglie ABCD e GADH, appartenenti allo stesso tubò di • flusso. cioè .limi tate entrambe dalle .stesse linee di flusso .. Supponendo çhe il coefficiente di permeabilità sia costante e tenendo conto che in ogni tubo. di flusso la portata è per definizione costante, la legge di d?Arcy pennette ~i scri vere le uguaglianze q= k Mi bi ai . l lili· q = k _ J _ aj • l bj avendo considerato uno spessore unitario nella direzione normale aI" piano del disegno. Risulta di conseguenza: Mi = Lilij - a·J b·J - b'l a'l Se i rapporti tra le dimensioni medie delle maglie appartenenti ad uno stesso tubo di flusso sono costanti, cioè se ai/bi = aj /bj, ne deriva che le linee equipo tenziali ripartiscono la perdita dI carico totale H in parti uguali tra loro. Quindi, indicando con n s il numero di salti equipotenziali, in queste condizioni risulta (5.13) CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE 79 Analoghe considerazioni possono essere svolte riferendosi alle maglie ABCD e CEFD comprese tra due stesse linee equipotenziali. In questo caso le maglie hanno in comune la stessa perdita di carico. Di conseguenza, per la legge di d'Arcy, si ha: fili qi = k - - ai· 1 bi qr = k fili br ar • 1 e quindi qi = qr ~_bi br ai Se le linee di flusso e quelle equipotenziali sono tracciate in modo da avere ai/bi = ar/br risulta qj = qr, cioè la portata è la stessa in tutti i tubi di flusso. Indicando con Q la portata totale, se è soddisfatta la condizione precedente, si ha (5.14) " .1, . 1 .i i , dove nt è il numero dei tubi di flusso . In conclusione, se la rete idrodinamica è costruita in modo da rispettare ~e condizioni geometriche anzidette, e cioè ai/bi = cost, valgono entrambe le condizioni (5.13) e (5.14). Di consèguenza si ha: . Q=ntq =ntk - H ns ~l ;0 ) li, ta - a b = k HC (5.15) avendo indicato con C = nt /n s a/b un coefficiente di forma che tiene conto della geometria definita dalla particolare rete idrodinamica disegnata. L'espres sione della portata totale (5.15) risulta tanto più a,pprossimata quanto maggio re è il numero delle linee di flusso e delle linee equipotenziali considerate. In pratica si ottengono risultati più che accettabili anche còn un numero relativa mente modesto di maglie, te~uto conto ~he i risultati dipendono anche, e so prattutto, dai valori del coefficiente di permeabilità che, anche per uno stesso terreno, mostrano spesso una notevole dispersione. Nota la rete idrodinamica, la distribuzione dei carichi idraulici si ricava Pélrtendo dalle condizioni al contorno, owero dai valori di h sulle linee equi potenziali a - a e b - b e sfruttando la condizione di uguaglianza dei salti idrau lici tra tutte le linee equipotenziali contigue. Dai valori dei carichi idraulici si ricava, tramite la (5.6), la distribuzione delle pressioni interstiziali. P§ 80 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE 5.4 - Effetti della filtrazione sullo stato tensionale Le perdite di carico che l'acqua interstiziale subisce nel moto di filtrazio ne producono una interazione tra le fasi. Si manifestano, cioè, delle forze det te "di filtrazione" dovute alla resistenza dell'acqua all'avanzamento negli spazi intergranulari. Queste forze possono essere ricavate sulla base di considerazio ni di equilibrio. Se il peso proprio è l'unica forza di volume presente, le equazioni indefi nite dell'equilibrio per un volume elementare di terra assumono la fonna aa x ax + aT xy + aT xz ay az =0 (5.16a) aT yx ax + aa y + aT yZ =0 (5 .16b) aT zx ax + ~ + -+1==0 oa z (5.16c) ay az ay az dove (J e T sono le tensioni totali agenti sull'elemento e 'Y il peso dell'unità di volume: In presenza di un moto di filtl1lzioJlt la pre5SÌO'W Ìltfm*We vate u = 1w (h - z) e, quindi, per il principio delle tensioni efficaci aij = aij + 1w (5.17) (h - z) Oij . Sostituendo la (5.17) nelle (5.16) si ottiene aa~ ah xy + aT xz + aT - - +1 az w ax ax òy aT yx + òx ar zx ax + aa' aT yZ ah + +1 az w ay ay ..::2 =0 (5.18a) =0 (5.18b) aa~ - ah aT Zy =0 • + -az +1 w -+1 az b ay (5.18c) Le equazioni (5.18) mostrano che lo scheletro solido è, in generale, in equili- CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE ZlO jet JaZl zio lefi 81 brio sotto l'azione delle tensioni efficaci e delle forze "di filtrazione" ('Yw ahi aXi) che l'acqua in moto esercita su di esso. Se la filtrazione avviene in direzio ne verticale e il flusso dal basso verso l'alto, all'aumentare della perdita di cari co, le forze "di filtrazione" possono equilibrare la forza peso. In queste condizio ni, le tensioni efficaci si riducono fino ad annullarsi e la terra può mostrare un decadimento brusco delle proprie caratteristiche meccaniche, in particolare della resistenza. Tale fenomeno può essere mostrato con riferimento allo schema di fig. 5.7. 6a) H 6b) / s / / / .6c) :à di L l' R / / -~,~,h Yw Fig. 5.7 .17) l8a) Si consideri lo stato tensionale nel punto M nel caso di condizioni idro statiche, supponendo cioè chiuso il rubinetto R. La tensione totale verticale vale Ov l8b) _ l8c) = 'Yw S + 'Y L e la pressione interstiziale è -u = 'Yw(S + L). La tensione efficace risulta, di conseguenza, luili- o; = Ov - U ='Yw S + 'YL - 'Yw (S + L) ='Yb L. 82 LEZIONI DI MECCANICA DELLE TERRE Se il rubinetto R viene aperto si stabilisce un moto di filtrazione e varia quindi la distribuzione delle pressioni interstiziali nel mezzo poroso. Nel punto M si ha allora: Il moto di filtrazione non altera la distribuzione delle tensioni totali; quindi la tensione efficace in M risulta ovvero a~ = L ( 'Y b - ~ 'Y w ) = L ('Y b - i 'Yw). (5.17) Si vede pertanto come la presenza di un moto di filtrazione può modifi care lo stato di sforzo efficace in un terreno. In particolare, con riferimento all'esempio illustrato, se il gradiente idraulico i è sufficientemente elevato, può verificarsi la condizione a.J = 0, cioè (5.19) ovvero . 1 'Y . b = -= lcrit. 'Yw Il gradiente idraulico per cui si verifica la condizione (5.19) è detto "gra diente critico". Per i fini applicativi è necessario controllare che, in presenza di un moto di filtrazione, i valori massimi del gradiente idraulico siano suffi cientemente più bassi di quelli critici e ciò al fine di evitare, particolarmente per i terreni granulari fini, il rischio del fenomeno del "sifonamento" che, per terreni incoerenti, corrisponde infatti al raggiungimento in uno o più punti della condizione a' = O. Dall'esempio precedente risulta evidente che l'unico modo di evitare le condizioni critiche è quello -di aumentare la tensione totale e di diminuire il gradiente idraulico. Dall'esempio illustrato nella fig. 5.4 e per effetto della condizione (5.10), si vede -come sia necessario aumentare la permeabilità per ridurre il gradiente idraulico. Ciò può attenersi mediante l'impiego di un co~ siddetto "filtro", costituito da materiale più grossolano e di granulometria CAP. V - MOTI DI FILTRAZIONE NELLE TERRE indi \tI si 83 appositamente studiata, posto al di sopra del terreno naturale, per il quale i sia inferiore a Ìerit. Per realizzare queste. due condizioni sono state proposte alcune regole empiriche di cui si ricorda quella di Terzaghi: D 15 (filtro) DS5 (terra) ii la D 15 (filtro) <4+5 < - - - - D15 (terra) . e quella dell'U.S.B~R.: 4< .17) } uffi ente , per ,unti re le re il jella l per l co etria 5 D1S (filtro) D 1S (terra) < 20 dove D 1S , al 15,50 e 85% di passante. Se mediante un solo mtro non è possibile ottenere i requisiti necessari, si utiliz zano più strati di granulometria via via crescente ("filtri rovesci"). .19) 'gra < Dso (filtro) < 25 . Dso (terra) Dso e DS5 rappresentano rispettivamente i diametri corrispondenti difi mto può ~nza D15 (filtro) DS5 (terra)