Capitan Harlock 3D Prima premessa (di tipo estetico): la computer grafica (per non parlare del 3D) adatta ad un videogame è una cosa, quella necessaria ad un film è tutt’altra. Quando la CG è fatta bene si ottiene “Avatar”, quando è fatta male (come in questo caso) si ottiene qualcosa che ricorda le serie TV con le marionette elettroniche (avete presente i “Thunderbirds”?). I movimenti dei personaggi sono certamente realistici, ma purtroppo non lo sono altrettanto i volti, che risultano inespressivi, plastificati ed in definitiva fasulli. Seconda premessa: è incredibile il numero di esplicite allusioni sessuali, sia “omo” che “etero” (ben poche quelle “etero”) presenti in questo film. Non me ne ricordavo così tante nel cartone originale! A tratti è veramente imbarazzante! Il film si apre con una spiegazione breve, ma incomprensibile. Sembra che ci sia stata una guerra, al termine della quale si è instaurato un governo dittatoriale. Manco a farlo apposta (ed iniziano i richiami “omo”) l’organizzazione a capo del governo si chiama “Gaia Sanction”. Ci viene anche raccontato che esiste un pirata solitario (ed immortale) che si oppone alla Gaia Sanction, oscuro il come ed il perché. Si rimane in attesa di successivi chiarimenti. Nel frattempo assistiamo a varie scene incomprensibili: quattro free-climbers scalano a mani nude uno sperone di roccia, ed arrivati in cima vengono sottoposti alla selezione per “XFactor”. I soliti giudici (Morgan, Mara Maionchi e Simona Ventura) scartano i primi tre scalatori, mentre la performance del quarto (un ragazzotto smilzo di nome Yama) viene approvata. Qualcuno cambia canale, ed il ragazzotto all’improvviso si ritrova in mezzo all’equipaggio di un vascello spaziale, che decolla seminascosto da una nuvola di fumo nerastro, attraverso il quale si erge turgida una prua dall’evidente forma fallica. Arcadia del cartone TV Arcadia “della mia giovinezza” La forma è già fallica, ma ancora metallica Arcadia 3D La forma fallica adesso è anche “carnosa” Per fortuna, a differenza del cartone, dall’equipaggio dell’astronave è stata rimossa l’insopportabile bambina dai capelli turchesi che suonava l’ocarina. La spilungona bionda (Yuki) è invece presente, inguainata in una tutina rossa di latex che desterebbe l’invidia di Silk Spectre di “Watchmen”. Lo spettatore non fa in tempo a chiedersi come una roba così aderente si possa infilare o togliere, che immediatamente la bionda se la sfila per farsi una doccia. Scena del tutto priva di senso e di utilità, se non quella di crearsi un alibi “etero” in mezzo ad un film evidentemente destinato al Gay Pride. Naturalmente l’icona fetish per eccellenza è il capitano: taciturno, tenebroso, guanti di pelle e stivaloni alla coscia. Si sposta in slow-motion tra una posa plastica e l’altra, in un gran svolazzare del mantellone nero (di pelle of course). Ad ogni svolazzo (contati quasi trenta svolazzi durante tutto il film) grandi sospiri si levano da parte degli avventori del “Sad Max”. Non vi ricorda gli effeminati dandy protagonisti di “Intervista con il vampiro”? Yama cerca di sapere qualcosa dai suoi nuovi compagni: - Scusa Yuki, volevo capire come mai mi avete scelto in un modo così ridicolo. Io sono un bravo artigliere e voi ne avete bisogno. Ma non era il caso di chiedermelo prima di farmi salire a bordo, anziché scoprirlo solo nel momento in cui ci attaccano? - Che c’entra! Forse che alle selezioni di X-Factor viene scelto chi sa cantare? O alle selezioni di “MasterChef” chi sa cucinare? O a quelle di “Italia’s got talents” chi ha talento? - Ok, hai ragione. Ma si può almeno sapere chi siete e da dove venite? Perché questa astronave ha la forma di un enorme cazzo nero ? Che diavolo è questo fumo nerastro che avvolge lo scafo? Sono sicuro che anche agli spettatori farebbe piacere sapere queste cose! - Ti avviso: meglio che non fai troppe domande. Qui c’è gente che ha segreti da nascondere, te compreso! (ha risposto veramente così). Lo sceneggiatore è evidentemente quello con più segreti da nascondere. Prima però che allo spettatore cominci a calare la palpebra, si passa alla prima battaglia. L’astronave nemica appartiene ovviamente alla “flotta Gaia”, e non è difficilissimo immaginare le allegre scenette tra i commilitoni della “flotta Gaia”: - Oh sì, ammiraglio, come è bello il suo sottomarino! Mi permette di lustrarlo? Ad ogni modo, la tattica militare dei nemici di Harlock è la medesima di “Galactica”: le navi madri si bersagliano da lontano, mentre i veivoli monoposto (i “viper”) mitragliano a distanza ravvicinata. L’Arcadia invece (a differenza del cartone) non ha veivoli monoposto da lanciare, e disdegna quasi di utilizzare i cannoni. Procede invece velocissima verso il vascello nemico, lo sperona, ed infine lo “penetra” sfondandolo (e ci risiamo!). Peraltro, la nave di Harlock ha l’incredibile capacità di rigenerare da sé le falle nello scafo (tipo Wolverine), aggiungiamo che è dotata di un computer centrale in cui risiede la mente del defunto miglior amico di Harlock (era così anche nel cartone). Se ne conclude che l’Arcadia è sostanzialmente un organismo vivente. In effetti è per questo motivo che l’equipaggio è numericamente così scarso (non arriva a 20 persone). Gli intermezzi tra una battaglia e l’altra sono alquanto soporiferi. Tra uno sbadiglio e l’altro, lo spettatore viene informato che: a) A muovere l’Arcadia è un misterioso motore a “Dark Matter” (il fumo nero), realizzato da una razza aliena (detta “i nibelunghi”) di cui l’ultima rappresentante è a bordo. b) Delle quattro navi costruite insieme da umani e nibelunghi, ormai resta solo l’Arcadia, e non è possibile costruirne un’altra perché il segreto della “Dark Matter” è scomparso insieme con gli alieni. c) L’obiettivo della “Gaia Sanction” (avversato da Harlock) è impedire l’immigrazione sulla Terra da parte di umani provenienti da tutto il resto della galassia. In poche parole, a capo di “Gaia” c’è un gran consiglio di leghisti, con Bossi, Borghezio, Calderoli, ecc. che cercano a tutti i costi di bloccare l’orda dei “terroni” che tentano di entrare nel sistema Solare. Poiché nessun tipo di ingresso è consentito, tutti gli immigrati sono per definizione clandestini, da respingere con le cattive, oppure usando la forza. Harlock si oppone a questa situazione, progettando un piano talmente complicato che nessuno lo capisce. In realtà cercano anche di spiegarlo almeno un paio di volte, ma gli spettatori in genere si addormentano a metà della spiegazione, così ci rinunciano: tanto era chiaro che era una stronzata colossale. Yama prova ancora a chiedere spiegazioni: - Capitano, è vero che lei ha oltre 100 anni? Come fa la bandiera nera con il teschio a sventolare nello spazio vuoto? Perché qui tutti indossano guanti di pelle anche per pisciare ? Come fa quella aliena verde a sapere che io sono un traditore? Legge nel pensiero ? Perché combattiamo all’arma bianca se disponiamo di laser, bombe a distorsione dimensionale e di un dispositivo di occultamento degno di uno sparviero Klingon? E poi che cazzo sarebbe una bomba a distorsione dimensionale? - Basta Yama: troppe domande mi fanno arricciare i capelli! Poi chi lo sente Enzo, il mio parrucchiere? Siamo quasi a metà film. Lasciami sventolare il mantello per un’altra decina di minuti e poi siamo pronti per l’attacco frontale al sistema solare! La “flotta Gaia” dispone di un migliaio di navi da combattimento, nonostante ciò l’attacco frontale è meno ridicolo di quanto si possa pensare. Dopotutto l’Arcadia è invulnerabile perché si rigenera da sola come Wolverine, inoltre è molto più veloce delle sue avversarie, che non possono sfuggirle e si ritrovano tutte inevitabilmente speronate, sfondate e sderenate. In pochi minuti la battaglia è finita con la “flotta Gaia” che si ritira in cerca di vaselina. All’interno della reggia Gaia si consultano preoccupati: - Borghezio, che facciamo adesso? Questo terùn di un mandingo è troppo forte per le nostre navi! Ce l’ha più duro di noi! - Occorre chiedere al Senatùr il permesso per utilizzare le armi segrete! - Quali armi segrete Salvini? Il “tanko” dei padovani? - Ma no, testina! Si tratta comunque di inutili cazzate, ma più tecnologiche! Possiamo Umberto? - Fate, fate… bisogna fermare questo negher ad ogni costo! Vengono quindi attivati in sequenza: il “KaleidoStarSystem”, un incredibile generatore laser, alimentato nientemeno che da una stella di neutroni, e poi un “masturba-pianeti”, che smanaccia e strizza Giove, fino a fargli emettere uno schizzo di plasma (una delle allusioni più imbarazzanti) talmente potente da disintegrare la Luna con un colpo solo. Né l’uno né l’altro ovviamente funzionano: all’Arcadia resta da sderenare soltanto la nave ammiraglia della flotta Gaia. Ormai senza alcuna vergogna né ritegno, gli autori decidono di chiamare questa astronave “Oh che Anos” (giuro che si chiama proprio così, e se non ci credete andate a vedervi il film!). Adesso, dico io, dovete affrontare una astronave a forma di cazzo gigante, che ha appena rotto il culo a tutta la vostra flotta, e ci mandate contro un vascello che si chiama “Oh che Anos” ? Ma allora ditelo che vi piace!! Non vi sto a raccontare quello che succede tra le due navi, tanto potete benissimo immaginarvelo. Interessante invece osservare il confronto finale tra Yama e il suo cattivo fratello paralitico Isra, che comanda la “flotta Gaia”. - Yama, fratello traditore! Ti avevo inviato sull’Arcadia appositamente per uccidere Harlock ed invece hai ceduto anche tu di fronte alle sue sode e fascinose chiappe foderate di pelle nera! - No Isra, lasciami spiegare: inizialmente avevo creduto al piano dei pirati, ma poi ho scoperto che la Terra è stata devastata dai motori dell’Arcadia, quindi ho realizzato che Harlock voleva morire per espiare la sua colpa ed il suo piano era suicida, allora l’ho nuovamente tradito. Ma dopo sono sceso sulla Terra, ed in mezzo alla devastazione e ci ho trovato un fiore, così ho capito che la Terra può rinascere, e l’ha capito anche - Harlock, che adesso non vuole più suicidarsi, quindi sono passato di nuovo dalla sua parte, ma poi per fare un seme ci vuole un frutto, per fare un frutto ci vuole un albero, per fare un albero ci vuole un fio-o-reeee… Tutto chiarissimo, adesso posso ammazzarti! Così i due si gonfiano di mazzate come due zampogne. Il cattivo Isra utilizza il dispositivo di occultamento per rendersi invisibile mentre cerca di accoppare il fratello. Pensate che per tutto il film abbiamo assistito ad abbordaggi e combattimenti corpo a corpo in cui venivano utilizzate spade, asce, pugni, capate e sputi in faccia. Mai a nessuno fosse venuto in mente di rendersi invisibile! Solo un cattivo sulla sedia a rotelle poteva essere così geniale! Mi ha fatto venire in mente il cattivo di “Wild Wild West”. Yama nel combattimento rimedia una cicatrice sul viso e la perdita di un occhio, ma nonostante ciò vince il duello. L’Arcadia raggiunge la Terra, sputtanando così il gran consiglio dei leghisti (che rosicano). Harlock va in pensione e lascia il comando a Yama, che comunque con la benda sull’occhio e la cicatrice è ormai identico a lui (il parrucchiere Enzo già curava la chioma di entrambi). In un tripudio di latex, borchie e stivali in pelle, l’Arcadia riparte per lo spazio profondo. Dalla platea del “Sad Max” si leva il canto: “Fammi volare capitan, senza una meta, tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di piuuuuù…”. (by Paolo)