La punteggiatura
Ungaretti, La notte bella
Quale canto s’è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora sono ubriaco
d’universo
Joyce, Ulisse
Sì perché non l’aveva mai fatto di chiedere la colazione a letto
con due uova dai tempi del City Arms Hotel quando faceva la
scena del malato là steso che neanche un re con la vocina per
incantare quella befana della Riordan ma lei neanche un soldo ci
ha lasciato tutto per le messe per lei e l’anima sua una spilorcia
così mai vista giuro le veniva male a tirar fuori 4 soldi per l’alcool
metilico mi raccontava i suoi mali sempre a cicalare sulla politica
e i terremoti e la fine del mondo ma sant’Iddio godiamocela un
po’ se tutte le donne fossero come lei contro costumi da bagno e
scollature si capisce che non erano cose per una del suo stampo
io dico che era diventata bigotta perché nessun uomo le aveva
mai messo gli occhi addosso spero di non diventare mica come
lei
I Promessi Sposi, cap. XIV
A questa parola, abbassò la testa, e stette qualche tempo,
come assorto in un pensiero: poi mise un gran sospiro, e
alzò il viso, con due occhi inumiditi e lustri, con un certo
accoramento così svenevole, così sguaiato, che guai se
chi n’era l’oggetto avesse potuto vederlo un momento.
Ma quegli omacci che già avevan cominciato a prendersi
spasso dell’eloquenza appassionata e imbrogliata di
Renzo, tanto più se ne presero della sua aria compunta;
i più vicini dicevano agli altri: guardate; e tutti si
voltavano a lui; tanto che divenne lo zimbello della
brigata.
da un articolo di giornale
Non può sorprendere, questo esito. Ma serve a ricordare, a
ribadire ciò che lo stesso voto politico di un anno fa
aveva detto. Ma si tende spesso a dimenticare. Che
l’Italia non ha un colore politico dominante. Che il
centrodestra è maggioranza. Ma le distanze fra
schieramenti non sono incolmabili. Che il futuro è aperto.
E il vizio di riassumere tutto e sempre in chiave
nazionale non funziona e non fa bene. La politica non è
solo tivù. Non si fa solo nei palazzi romani. È – anche –
rapporto con i problemi del territorio, con le domande
della società. È fatta da persone. Da persone. Magari
poco note, fuori dal loro contesto. (Ilvo Diamanti, «la
Repubblica», 29/5/2002)
da un articolo di giornale
Sotto i riflettori accesi e gli sguardi dei
cronisti, Federico Valle, il ventunenne
indagato per l’omicidio di Simonetta
Cesaroni, la ragazza uccisa in via Poma
con ventinove coltellate il 7 agosto del
1990, un giovane magro magro e con fare
impacciato, si toglie la giacca blu e, in
maglietta bianca a maniche corte, mostra
il braccio.
Funzione segmentatrice
I gitanti che erano arrivati in ritardo persero il
treno.
I gitanti, che erano arrivati in ritardo, persero
il treno.
I banditi uscirono a precipizio; sparando un
poliziotto li rincorse.
I banditi uscirono a precipizio sparando; un
poliziotto li rincorse.
Funzione sintattica
- Il tennis – rispose Carla; dopo di che
senza abbracciarsi andarono ciascuno
nella propria stanza.
Si guardò intorno: la stanza per molti aspetti
pareva quella di una bambina di tre o
quattro anni.
(da Moravia, Gli indifferenti)
Funzione emotivo-intonativa
Quando vieni?
Quando vieni!
Quando vieni…
Funzione metalinguistica
«Quel ramo del lago di Como, che volge a
mezzogiorno, tra due catene non interrotte
di monti» è il celeberrimo incipit dei
Promessi Sposi.
Il punto fermo (.) introduce una pausa forte.
.
- pausa forte, che conclude una frase o un
periodo;
- sigle (può essere omesso: FIAT) e
abbreviazioni (gent.mo, chiar.mo prof.,
p.s., S.P.M., ecc.);
- a capo sì, a capo no?
?!
Tu ci credi ≠ Tu ci credi? ≠ Tu ci credi!
¿A cuantos estamos hoy?
¡Que alegrìa!
Anche tu qui?!
;
- tra due proposizioni coordinate complesse: «La lotta dei
signori tra loro non ha nulla a che fare con una ‘vendetta’
tramandata di padre in figlio; né si tratta di una lotta
politica reale, fra conservatori e progressisti, anche
quando, per caso, prende quest’ultima forma» (Carlo
Levi, Cristo si è fermato ad Eboli)
- nelle enumerazioni di unità complesse: «Artemisia era
tutta intesa a guardare e a guardare soltanto. Tre
diverse qualità di sciancati, tutti con bisaccia; un frate
cercatore; due cavallanti carichi di cavezze e finimenti;
due soldati che entrarono pingui e smilzi uscirono»
(Anna Banti, Artemisia)
:
- funzione sintattico-argomentativa: «Batté le mani:
entrarono due servitori recanti ciascuno una coppia di
secchi» (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo)
- funzione sintattico-descrittiva: «L’Islanda è anche un
paese vivo, fatto di gente: bella, ospitale, cordiale» (Qui
Touring)
- funzione appositiva: «Leccò rapida la ferita: una specie
di piccolo bacio affettuoso» (Bassani, Il giardino dei
Finzi-Contini)
- funzione segmentatrice (tra discorso indiretto e diretto)
:
ERRORE:
Il Vocabolario della Crusca introdusse:
precisi criteri di lemmatizzazione,
tendenziale razionalizzazione delle
definizioni, originali espedienti tipografici.
,
- NO tra soggetto e predicato, predicato e oggetto,
sostantivo e aggettivo, tra reggente e complemento di
specificazione;
- in enumerazioni e coordinazioni asindetiche;
- prima di un’apposizione (ho visto Marta, la sorella di
Sara);
- prima e/o dopo un vocativo;
- a delimitare un inciso: «gli altri oggetti, a differenza dei
loro compagni morti e inconsistenti sparsi nell’ombra del
salotto, rivelavano tutti i loro colori e la loro solidità»
(Moravia, Gli indifferenti);
- nelle elissi: «il primo indossava un berretto; il secondo,
un cappello di feltro».
,
ERRORE
Ma sono solo pretesti, infatti nessuno vuole
proporre l’esperanto in sostituzione delle
lingue madri.
…
«Veramente… se vossignoria illustrissima
sapesse… che intimazioni… che comandi
terribili ho avuto di non parlare…» (I Promessi
Sposi, cap. XXV)
«Il De vulgari eloquentia, composto nell’esilio tra il
1303 e il 1304, è un trattato in latino rimasto
interrotto […] e pressoché sconosciuto fino ai
primi del Cinquecento» (Elementi di linguistica
italiana)
«» “ ” ‘ ’
«»: introducono citazioni o discorsi diretti
“ ”: introducono discorsi diretti o citazioni
interne, sottolineano una parola impiegata
in senso metaforico, iperbolico, ironico…
‘ ’: per indicare il significato di una parola (in
Dante, donna vale ‘signora’ e ‘femmina
dell’uomo’)
“”
«Ho 29 anni, sono laureato in ingegneria
chimica e […] sono ancora disoccupato.
Ho “subito” altresì 11 colloqui di tutti i
generi (compresi quelli di gruppo stile
“combattimento tra gladiatori”, nel senso
che si saggia il carattere dei candidati
facendoli “sbranare” tra loro)» («Corriere
della sera», 19/5/2002)
–
• Introducono un discorso diretto (al posto
delle virgolette)
• Delimitano un inciso (in alternanza con
virgola e parentesi tonda)
• Delimitano le informazioni bibliografiche di
una citazione
(
)
• Introducono una specificazione, un
commento, un’indicazione di minore
importanza
• Delimitano un inciso (in alternanza con
virgole e trattino)
[
]
• Si usano per indicare che una parte del
testo che si sta citando è stata omessa
([…])
• Si usano per integrare una parola o parte
di essa non presente nel testo:
«Questa storia [è] il massimo del tragico»
(T35)
Esercizio (T42)
Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso e
sosterrò le ragioni della leggerezza.; questo non vuol dire che io
consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza
penso d’aver più cose da dire. dopo quarant’anni che scrivo fiction.,
dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è
venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio
lavoro;.: proporrei questa:. la mia operazione è stata il più delle volte
una sottrazione di peso;,: ho cercato di togliere peso ora alle figure
umane, ora ai corpi celesti, ora alle città;. soprattutto ho cercato di
togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio. in questa
conferenza cercherò di spiegare a me stesso e a voi perché sono stato
portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto, quali
sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di
leggerezza, come situo questo valore nel presente e come lo proietto
nel futuro.
Esercizio (T42)
Comincerò dall’ultimo punto. quando ho iniziato la mia attività il dovere di
rappresentare il nostro tempo era l’imperativo categorico d’ogni giovane
scrittore pieno di buona volontà. cercavo d’immedesimarmi nell’energia
spietata, che muove la storia del nostro secolo, nelle sue vicende collettive e
individuali;., cercavo di cogliere una sintonia tra il movimentato spettacolo del
mondo, ora drammatico, ora grottesco, e il ritmo interiore picaresco e
avventuroso che mi spingeva a scrivere.; presto mi sono accorto che, tra i fatti
della vita, che avrebbero dovuto essere la mia materia prima, e l’agilità
scattante e tagliente, che volevo animasse la mia scrittura, c’era un divario che
mi costava sempre più sforzo superare. forse stavo scoprendo solo allora la
pesantezza, l’inerzia, l’opacità del mondo,:; qualità che s’attaccano subito alla
scrittura se non si trova il modo di sfuggirle. in certi momenti, mi sembrava che
il mondo stesse diventando tutto di pietra,; una lenta pietrificazione più o meno
avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava
nessun aspetto della vita. era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo
inesorabile della Medusa.
Indicazioni bibliografiche:
Esempi tratti da:
Elementi di linguistica italiana, Roma,
Carocci 2010
Fornasiero-Tamiozzo Goldmann, Scrivere
l’italiano. Galateo della comunicazione
scritta, Bologna, il Mulino 2005
Luca Serianni, Italiani scritti, Bologna, il
Mulino 2012
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