I.P. ORTOFRUTTA NoTIZIE PERO: QUALI NOVITÀ DALLA SPERIMENTAZIONE? GLI AIUTI PER I PRODOTTI TRASFORMATI I NUOVI ORIENTAMENTI DEI CONSUMI DI ORTOFRUTTA MAGGIO 2009 ORTOFRUTTA NoTIZIE MAGGIO 2009 Sommario 4 Finaf: l’Assemblea approva il bilancio di esercizio 2008 MAURO CARDELLI 5 C’è compatibilità tra Ocm e Piani rurali? MASSIMO BASAGLIA 7 Pero: quali novità dalla sperimentazione? GIUSEPPE PALLOTTI 8 Gli aiuti per i prodotti trasformati LUCIANA BERGONZONI 9 Agrintesa accorcia la filiera MAURO PAZZAGLIA 10 Al via la campagna delle ciliegie AUGUSTO RENELLA 11 I nuovi orientamenti dei consumi di ortofrutta MARIO PARISI 12 L’evoluzione della difesa dalle avversità GIAMPIERO REGGIDORI Le foto sono dell’archivio Apo Conerpo Apo Conerpo Via B. Tosarelli, 155 40055 Villanova di Castenaso (BO) Tel. 051 781837 - Fax 051 782680 E-mail: [email protected] Internet: www.apoconerpo.com Più risorse contro le calamità Paolo Bruni Presidente Apo Conerpo A ncora nessuna copertura finanziaria per il Fondo di solidarietà nazionale, lo strumento che aiuta le imprese agricole quando si verificano calamità naturali o avversità atmosferiche eccezionali che compromettono i raccolti. È una situazione di incertezza decisamente pesante che desta non poche preoccupazioni agli operatori del settore ortofrutticolo: senza il finanziamento del Fondo verrebbe infatti a mancare il sostegno alle imprese per pagare le polizze assicurative contro i danni, con conseguenze molto gravi sia per il comparto produttivo che in generale per l’economia italiana. Senza il Fondo di solidarietà le imprese sono lasciate in balia degli eventi meteorologici senza alcuna copertura. Basta un brutto temporale per compromettere un anno di lavoro. Non c’è comparto agroalimentare che presenti livelli di dinamismo paragonabili a quelli che contraddistinguono le aziende ortofrutticole italiane, che negli ultimi anni hanno realizzato notevoli investimenti nel campo dei rinnovamenti varietali, delle innovazioni di prodotto e di processo e della internazionalizzazione. Tutti investimenti che avevano come obiettivo la conquista di nuovi mercati, l’ampliamento del proprio business e una crescita in termini di competitività. Senza una copertura assicurativa agevolata ora la gran parte di questi investimenti sono a rischio, poiché la qualità e la resa delle produzioni ortofrutticole saranno inevitabilmente esposte alle conseguenze degli eventi meteorologici. È per questo che Fedagri/Confcooperative, insieme alle altre centrali cooperative, non ha esitato ad esprimere preoccupazione e “sconcerto” all’indomani del rinvio dell’esame della Proposta di legge per il parziale rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Quello che sembrava un capitolo destinato alla conclusione, anche in virtù dell’esplicita volontà politica più volte espressa, è rimasto purtroppo bloccato nella rete della incertezza finanziaria. A nessuno sfugge la difficoltà economica in cui versa il nostro Paese e comprendiamo la grande attenzione che il Governo e il Parlamento italiano dedicano alla razionalizzazione della spesa pubblica; tuttavia, non possiamo accettare che sia sempre l’agricoltura a doverne fare le spese. Il nostro auspicio è che il governo comprenda la gravità della situazione e non rinvii a data da destinarsi la soluzione del problema. Il ripristino di una adeguata dotazione finanziaria per il Fondo di solidarietà costituisce infatti un fattore irrinunciabile per l'equilibrio del settore e della economia nazionale. ILLUSTRATO AI DELEGATI DAL PRESIDENTE BRUNI Finaf: l’Assemblea approva il bilancio di esercizio 2008 Mauro Cardelli Direttore Operativo Aop Finaf Approvazione del bilancio 2008 e previsioni sullo sviluppo futuro della Aop: questi i temi principali all’ordine del giorno dell’Assemblea di Finaf svoltasi in aprile. I l 2008 si è chiuso con un bilancio decisamente positivo per l’Aop transnazionale Finaf (First International Association Fruit), che ha rispettato pienamente il budget di previsione ed ha ottenuto un utile di esercizio di 3.173 euro, interamente destinati a riserva, come previsto dallo statuto sociale. È quanto emerso dall’Assemblea della Aop nel corso della quale il presidente Paolo Bruni ha illustrato in dettaglio il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2008 ai delegati di Finaf, rappresentanti delle Op Apo Conerpo, Conserve Gard, Orogel Fresco, Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta, Acom, Alpo e Moderna. Evidenziando i risultati positivi ottenuti nel 2008, Bruni ha anche sottolineato che alcune delle variazioni più significative registrate rispetto all’anno precedente derivano dalla applicazione dei nuovi regolamenti comunitari e dalle nuove disposizioni nazionali che hanno caratterizzato l’Esecutivo Annuale. In particolare, la modifica apportata al Programma Operativo dell’anno scorso ha comportato notevoli cambiamenti a livello finanziario in quanto la percentuale di anticipo dei contributi Ocm erogati è passata dal 90% all’80%, mentre è stato possibile aumentare il Fondo di Esercizio dell’1% per sviluppare azioni orientate e destinate alla prevenzione e gestione delle crisi. Queste risorse supplementari, normate dai nuovi Regolamenti comunitari 1234/2007 e 1580/2007, sono destinate esclusivamente alle azioni di prevenzione delle crisi, quali la promozione dei marchi delle Op e l’assicurazione del raccolto, e di gestione delle crisi, che si riferiscono a interventi da attuare a crisi conclamata e si sviluppano in azioni di raccolta prima della maturazione e di ritiro dal mercato. Il presidente ha poi ricordato che in virtù dell’entrata in vigore delle nuove Evoluzione societaria Aop FINAF Apo Conerpo Conserve Gard Villanova di Castenaso (BO) Nimes (F) Apo Conerpo Conserve Gard Orogel Fresco Villanova di Castenaso (BO) Nimes (F) Cesena (FC) Apo Conerpo Conserve Gard Orogel Fresco Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta Villanova di Castenaso (BO) Nimes (F) Cesena (FC) Santa Maria di Mugnano (MO) Apo Conerpo Conserve Gard Orogel Fresco Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta ACOM ALPO Villanova di Castenaso (BO) Nimes (F) Cesena (FC) Santa Maria di Mugnano (MO) Ostra (AN) Tarquinia (RM) Apo Conerpo Conserve Gard Orogel Fresco Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta ACOM ALPO Moderna Villanova di Castenaso (BO) Nimes (F) Cesena (FC) Santa Maria di Mugnano (MO) Ostra (AN) Tarquinia (RM) Campogalliano (MO) norme riguardanti la relazione sulla gestione sono stati inseriti nella relazione di Bilancio due appositi paragrafi nei quali è illustrata in dettaglio la situazione della Aop per quanto concerne i costi, i ricavi, gli investimenti e i principali rischi ai quali Finaf è esposta. Per una maggiore tutela dei soci, il bilancio è stato poi oggetto di revisione, effettuata da una società certificata, che ha attestato che il bilancio è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria, patrimoniale ed economica della Aop Finaf. Cresce la base sociale Il presidente ha quindi fornito ai delegati una visione prospettica sull’evoluzione societaria dell’associazione delineando in un prossimo futuro l’adesione di altre Op a Finaf, che, costituita nel 2001 da Apo Conerpo e Conserve Gard, ha visto la sua base crescere costantemente con l’adesione di altri primari protagonisti del comparto quali Orogel Fresco nel 2003, Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta nel 2004, Acom ed Alpo nel 2006, Moderna nel 2008. Questo continuo aumento della base sociale è il segno evidente della buona politica svolta dalla Aop e dell’efficacia delle sue specifiche attività di competenza. Il successo delle strategie di Finaf è testimoniato inoltre dal costante incremento registrato dal valore del prodotto commercializzato (VPC) dall’Associazione, arrivato nel 2008 a sfiorare i 660 milioni di euro. L’Assemblea dei Delegati ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio chiuso il 31 dicembre 2008. EVITARE LA SOVRAPPOSIZIONE DI FINANZIAMENTI PUBBLICI C’è compatibilità tra Ocm e Piani rurali? Massimo Basaglia Ufficio Tecnico Apo Conerpo Il tema è stato al centro di un incontro organizzato dall’Ufficio Tecnico di Apo Conerpo al quale hanno partecipato i funzionari dell’Ufficio Produzioni Vegetali della Regione Emilia Romagna. L e indicazioni 2009 per la realizzazione dei Programmi Operativi previsti dall’Organizzazione Comune di Mercato (Regolamenti Ce 1234/2007 e 1580/2007) sono state al centro di un incontro organizzato dall’Ufficio Tecnico di Apo Conerpo all’inizio di aprile e svoltosi alla presenza dei funzionari regionali dell’Ufficio Produzioni Vegetali, referenti per l’Ocm. In questa occasione è stato sottolineato che nella nuova Ocm si registra una più precisa demarcazione rispetto al passato con la tendenza ad escludere finanziamenti per ciò che viene ritenuto attività imprenditoriale ordinaria o un normale e necessario costo di produzione. Alla luce di questo principio, sono stati formulati i parametri massimi di spesa ammissibile per tipologia di investimento (il contributo comunitario copre il 50% dell’importo ammesso). Questi valori (indicati come costi forfettari) ed il meccanismo di calcolo utilizzato per la loro definizione sono indicati nell’allegato della Circolare n. 6152 del 24 dicembre 2008. Un altro aspetto importante della nuova Ocm è rappresentato da uno stretto confronto, richiesto dal Regolamento Ce 1234/07, con il Piano di Sviluppo Rurale (Regolamento CE 1698/05). In pratica, si chiede di rapportare i diversi investimenti eseguiti presso le aziende agricole e le cooperative e i diversi interventi della Disciplina ambientale ai parametri previsti dai PSR regionali. Considerando che gli associati di Finaf sono presenti praticamente in quasi tutte le regioni d’Italia (ed anche in Francia) ed i PSR regionali sono tra loro diversi, ci troviamo a dover tarare i singoli interventi nelle varie regioni. Può succedere che attività finanziate nell’ambito dell’Ocm in una determinata regione non possano più essere finanziate nella regione limitrofa oppure possano essere finanziate sottostando a massimali diversi. Si pensi al caso in cui in uno stabilimento conserviero o per la lavorazione di prodotto fresco confluiscono produzioni ortofrutticole provenienti da aziende dislocate in più regioni. Questi produttori sono tenuti a rispettare Disciplinari di Produzione Integrata regionali diversi tra loro ed a conferire un prodotto che non può essere considerato omogeneo per la struttura di ricevimento. Ovviamente, ciò crea alcuni problemi di organizzazione del magazzino, nel rapporto con i clienti e con gli enti certificatori. Ocm e PSR possono finanziare le medesime tipologie di investimento e pertanto è necessario stabilire le Paolo Bruni confermato alla presidenza di Apo Conerpo l 25 maggio si è svolta l’Assemblea di bilancio del gruppo Apo Conerpo che prevedeva, tra l’altro, anche il rinnovo delle cariche sociali. L’Assemblea di Apo Conerpo ha confermato Paolo Bruni alla presidenza e Davide Vernocchi alla vicepresidenza. Dopo aver assolto agli adempimenti statutari, l’Assemblea ha puntato poi i riflettori su alcuni temi di grande attualità e sui nuovi obiettivi di sviluppo del gruppo, che nei prossimi anni punterà su ricerca e innovazione, valorizzazione delle produzioni dei soci, internazionalizzazione delle vendite. In quest’ottica nel quinquennio 2009-2013 Apo Conerpo investirà 313 milioni di euro, pari al 9,2% del fatturato. I 5 importanti (es. nel prezziario della Regione Emilia PSR PSR OCM Romagna al momento si è in attemis 214 az 1 sa che venga pubblicato il costo mis 214 az 2 delle piante fruttiIntervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 cole). INTEGRATA e BIOLOGICA Intervento 1 e 2) produzione Al termine dell’inmis 214 az 1 mis 214 az 2 INTEGRATA e BIOLOGICA contro è stato sotIntervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 tolineato che per INTEGRATA e BIOLOGICA ottenere il finanIntervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 ziamento degli imINTEGRATA e BIOLOGICA pianti frutticoli è Intervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 INTEGRATA e BIOLOGICA necessario utilizIntervento 1 e 2) produzione zare astoni certifimis 214 az 1 mis 214 az 2 INTEGRATA e BIOLOGICA cati virus esenti Intervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 (VE). Anche l’auINTEGRATA e BIOLOGICA toproduzione è Intervento 1 e 2) produzione mis 214 az 1 mis 214 az 2 INTEGRATA e BIOLOGICA ammessa solo se si esegue l’assemNON COMPATIBILE COMPATIBILE blaggio con portainnesto e marza entrambi certificachiesto alle Op i dati catastali distinti VE (l’obiettivo è scoraggiare la prati per singola particella delle aziende tica dell’autoproduzione aziendale di che saranno oggetto di contributo materiale vivaistico). Sono accettate Ocm della Disciplina Ambientale varietà di drupacee moltiplicate in (Produzione Integrata e Produzione base all’accordo regionale del “BolliBiologica) per confrontarli con i dati no Blu” solo dopo aver verificato inseriti nel PSR e garantire la non presso il Centro Attività Vivaistiche sovrapposizione del contributo. (CAV) di Tebano (RA) la mancata Questa scelta ci impone di attuare disponibilità in commercio, presso i una revisione completa del nostro vivaisti, di piante certificate della catasto e definire la superficie delvarietà scelta. Nel caso delle nuove l’impianto per singola particella. varietà di mele, quando non è ancoAllo scopo di chiarire la compatibilira presente materiale certificato quetà tra gli interventi previsti dalla ste vengono accettate solo se è stata Disciplina Ambientale ed i contribuiniziata la pratica per ottenere la certi programmati dalla misura 214 del tificazione del materiale vivaistico. Si PSR Emilia Romagna, durante l’inè poi ricordato che anche la producontro sono state presentate anche zione aziendale di piantine di pomoalcune tabelle. doro, in regione, deve sottostare a Anche per gli investimenti, presso le regole precise. aziende agricole si richiamano i mecInfine, sono state invitate le cooperacanismi del PSR, ossia spese congrue tive a scoraggiare eventuali agricoltocon i prezziari regionali e i preventivi ri che pensano ad impianti non autodelle ditte, rispettando però i massirizzati di varietà brevettate aderenti a mali forfettari indicati nell’allegato club. In questo senso è stato auspicadella circolare n. 6152 del 2008. In to un forte interessamento perché questo caso emerge la presenza di Apo Conerpo si attivi per la tutela prezziari non aggiornati (alcuni sono delle privative vegetali, in particolare ancore espressi in lire), la difficoltà di in raccordo con altre Op, soprattutto individuare nel prezziario tutte le quelle socie di New Plant, costituita voci di riferimento (ad esempio tutte per la ricerca dell’innovazione variequelle di cui si compongono gli tale e di prodotto fra Apo Conerpo, impianti irrigui), la mancanza di voci Apofruit Italia e Orogel Fresco. Compatibilità di remunerazione tra OCM e PSR OCM Disciplina ambientale (remunerazione per l'impegno) Intervento 1) produzione INTEGRATA Intervento 2) produzione BIOLOGICA Intervento 3) verifica IRRORATRICI Intervento 4) gestione ecologica dei Rifiuti Intervento 5 ) utilizzo macchine di precisione Intervento 6 ) utilizzo mezzi tecnici a basso impatto ambientale (vedi distinta) Intervento 7 ) utilizzo piante microinnestate Intervento 8 ) gestione del suolo - analisi terreno Intervento 8 ) gestione del suolo sovesci con biocide Intervento 9 ) tutela risparmio idrico Compatibilità modalità di delimitazione tra le due fonti per evitare la possibile sovrapposizione di finanziamenti pubblici. Attualmente, la delimitazione fra i due regolamenti è definita dall’azienda agricola, vale a dire che l’impresa può ricevere il contributo dal Piano di Sviluppo Rurale o dall’Ocm in base a requisiti ben definiti. Fatta eccezione per alcuni casi, non vi è delimitazione fra l’uno e l’altro regolamento in base alla tipologia dell’investimento. Il Ministero delle Politiche Agricole propone di finanziare esclusivamente all’interno del PSR la Produzione Integrata e la Produzione Biologica. Questa proposta si scontra con l’insufficienza delle risorse del Piano di Sviluppo Rurale per soddisfare tutte le aziende che applicano i disciplinari. Una gestione più razionale nella produzione integrata Inoltre, le Op hanno la necessità di una gestione più razionale della Produzione Integrata, finalizzata oltre che all’adozione delle tecniche di basso impatto ambientale anche alle esigenze di qualità e rintracciabilità della filiera. La Regione Emilia Romagna ha ri- 6 AL CENTRO DI DUE SEMINARI ORGANIZZATI DA APO CONERPO Pero: quali novità dalla sperimentazione? Giuseppe Pallotti Ufficio Tecnico Apo Conerpo Pericoltura di precisione, tecniche di coltivazione utilizzate nei diversi paesi europei, attività realizzata da Apo Conerpo i temi all’ordine del giorno degli incontri. N ei mesi scorsi, l’ufficio tecnico di Apo Conerpo ha organizzato due momenti di aggiornamento per fare il punto su alcune interessanti sperimentazioni effettuate sul pero. Nel primo incontro, svoltosi all’inizio di novembre, è stato affrontato il tema della pericoltura di precisione, un progetto di sperimentazione pluriennale realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Coltivazioni Arboree dell’Università di Bologna sotto la responsabilità scientifica del Prof. Corelli Grappadelli. Durante la riunione, alla quale hanno partecipato oltre trenta tecnici delle strutture associate, il Prof. Corelli ha presentato i dati della sperimentazione triennale condotta sulle cultivar Abate e Conference illustrata anche in occasione del convegno nazionale sul pero organizzato a Ferrara. Questa sperimentazione, che proseguirà nei prossimi 3-4 anni, si propone di mettere a disposizione dei produttori strumenti che in tempo reale possano permettere il controllo del processo di fruttificazione, quindi la definizione a priori dei giusti limiti produttivi specifici per ogni frutteto. Tale metodo si basa sulla rilevazione dei diametri di 100 frutti/ettaro (si sta lavorando per ridurli a 30-50) scelti casualmente ad altezza d’uomo che, tramite un algoritmo, vengono utilizzati per la valutazione della crescita dei frutti e per la previsione del diametro nella fase della raccolta. Proprio sulla base di questi rilievi che si eseguono settimanalmente tra la fine di giugno e la prima decade di agosto, vengono suggerite eventuali modifiche alla tecnica colturale (irrigazione, fertilizzazione, diradamento, ecc.) in grado di variare la tendenza dell’accrescimento mostrata dai frutti. Sono stati necessari quattro anni di lavoro e la raccolta di migliaia di dati (calibro e peso dei frutti nelle diverse epoche di sviluppo ed in raccolta) per raggiungere questo primo obiettivo che sarà ulteriormente validato nei prossimi anni. Dal 2008 si è iniziato a lavorare sulla previsione della distribuzione dei frutti nelle classi commerciali di calibro, così da poter fornire in anticipo i dati qualitativi agli uffici commerciali. Il secondo incontro di aggiornamento tecnico si è svolto in marzo ed in questa occasione sono stati trattati argomenti come le tecniche di coltivazione utilizzate in diversi Paesi europei e la sperimentazione effettuata dall’ufficio tecnico di Apo Conerpo. Nel corso dell’incontro sono state esposte le tecniche agronomiche adottate in Belgio, Olanda, Spagna e Francia ed i relativi dati per diverse cultivar (Conference, Abate, Decana, Blanquilla, William), discussi in occasione di Interpera 2008, forum internazionale della pera, oltre ai principali programmi di miglioramento genetico mondiali ed alle innovazioni varietali da essi derivanti (Sweet Sensation, Gold Sensation, Xenia, Isolda, Hortensia, Elliot, Herman, Carmen, ecc), elencandone le selezioni più promettenti, alcune delle quali dotate di resistenze o tolleranze (psilla, colpo di fuoco batterico, ticchiolatura, ecc.). Sono poi stati presentati i dati rilevati da Apo Conerpo su Conference e Abate Fetel riguardanti il numero ottimale di frutti/metro quadro di superficie della parete produttiva; i calibri ed i pesi medi (rilevati su migliaia di frutti per ogni singolo diametro); il miglioramento del calibro medio grazie al diradamento manuale o chimico, considerandone anche la valutazione economica; l’entità dell’accrescimento giornaliero in grammi e in millimetri per il raggiungimento dei calibri ottimali; l’efficacia a breve e a medio termine delle giberelline e del prohexadione calcio applicati su numerose aziende e per tre anni consecutivi ed infine i primi dati della rete antigrandine sull’effetto della colorazione (verde, grigia, nera, rossa) e sulla attività vegetativa e produttiva delle mele Fuji. Tutte le presentazioni sono pubblicate sul portale di Apo Conerpo. Al termine di questo incontro si è aperta una discussione vivace ed approfondita in particolare sulle tecniche chimiche ed agronomiche utilizzate in alcuni Paesi europei. 7 DEFINITE MODALITÀ E SCADENZE PER LE DOMANDE Gli aiuti per i prodotti trasformati Luciana Bergonzoni Responsabile Servizio Associazione Apo Conerpo Tempi e modalità di compilazione della Domanda Unica per la dichiarazione delle superfici investite a pomodoro, pesche e pere da industria. C ome ogni anno, entro la metà di maggio i produttori soci di Op hanno presentato, tramite il proprio Centro di Assistenza Agricola, la Domanda Unica nella quale sono dichiarate anche le superfici investite a pomodoro, pesche (da sciroppo) e pere (William ed ibridi) destinate alla trasformazione industriale oggetto di aiuto accoppiato a fronte di contratti stipulati dalla Op di cui sono soci o direttamente o attraverso la cooperativa di appartenenza. Per quanto riguarda il pomodoro, al momento della dichiarazione deve essere indicata anche la tipologia di prodotto (lungo – tondo – biologico – pomodorino), indispensabile per valutare se la produzione consegnata alla industria rispetterà la resa minima per percepire tutto l’aiuto, vale a dire il 70% della resa media regionale. La superficie dichiarata deve essere complessivamente pari ad almeno 0,3 ettari per ogni specie con un limite minimo di 500 metri quadri per appezzamento e per specie. Sempre entro il 15 maggio il produttore poteva modificare le superfici dichiarate nella domanda unica, sia aumentandole che diminuendole, senza alcun tipo di sanzione; dopo questa data e fino al 31 maggio le modifiche apportate (senza sanzione) possono invece riguardare solo eventuali diminuzioni. Dal 1° al 9 giugno in caso di modifiche o di presentazione di Domanda Unica in ritardo sono previste sanzioni dell’1% sull’aiuto per ogni giorno di ritardo. Entro il 30 giugno per il pomodoro ed entro il 31 luglio per le pesche e le pere l’Op deve integrare l’elenco dei soci produttori trasmesso all’Organismo Pagatore Regionale attraverso gli appositi canali informatici, predisposti entro il 15 marzo per il pomodoro ed entro aprile per pesche e pere, con l’indicazione degli ettari dichiarati da ciascun produttore nella Domanda Unica e del quantitativo stimato di consegna che per il pomodoro non deve essere inferiore alla resa regionale stabilita. Il quantitativo previsto per ogni socio deve essere correlato al quantitativo Le rese del pomodoro in alcune regioni Pomodoro Pomodorino convenzionale Resa ton/Ha 70% resa Resa ton/Ha Basilicata 74,73 52,31 40,28 Emilia Romagna 61,78 43,25 33,30 Lazio 73,70 51,59 39,72 Lombardia 62,77 43,94 33,83 Toscana 71,16 49,81 38,35 Veneto 57,01 39,91 30,73 Regione Pomodoro Biologico Resa ton/Ha 41,85 34,60 41,27 35,15 39,85 31,93 complessivo contrattato dalla Op con le industrie di trasformazione. Entro il 31 ottobre per le pesche, il 15 novembre per il pomodoro ed il 1° dicembre per le pere, al termine delle consegne alle industrie, l’Op deve comunicare all’Organismo Pagatore Regionale i quantitativi idonei alla trasformazione consegnati da ogni produttore (al netto dello scarto). Per pesche e pere la superficie dichiarata viene riconosciuta per intero a fronte di una consegna all’industria di trasformazione di 25 tonnellate ad ettaro per le pere e di 24 tonnellate ad ettaro per le pesche; in caso di consegne inferiori la superficie che ha diritto all’aiuto verrà ridotta in modo proporzionale senza applicazione di alcuna sanzione. Per il pomodoro la superficie ha diritto ad aiuto intero in caso di consegne che rispettino il 70% della resa regionale stabilita, mentre se le consegne sono inferiori la superficie viene ridotta in modo proporzionale, ma in mancanza di accertamento di calamità naturale la diminuzione della superficie determina una sanzione. In caso di cause di forza maggiore o di calamità che compromettano la produzione e la consegna del prodotto all’industria il produttore deve recarsi presso il proprio CAA per denunciare l’evento, attivando quindi i controlli degli Enti preposti, entro 48 ore. A chiusura delle consegne per ogni calamità accertata, documentata con il verbale rilasciato dall’Ente preposto ai controlli dall’Organismo Pagatore Regionale e/o con perizia rilasciata da agronomi, l’Op compilerà un’apposita domanda controfirmata dal produttore per avviare l’istruttoria ad accertamento e convalida del danno subìto. ATTRAVERSO I PUNTI VENDITA DISTRIBUITI SUL TERRITORIO Agrintesa accorcia la filiera Mauro Pazzaglia Responsabile Comunicazione Agrintesa Inaugurato il nuovo punto vendita presso lo stabilimento di Castelfranco Emilia (Mo). Offre un’ampia gamma dei migliori prodotti ortofrutticoli arricchita da altre referenze tra cui i trasformati del Conserve Italia ed anche i vini prodotti da Agrintesa. Con questo salgono a 17 i punti vendita della cooperativa faentina, distribuiti sull’intero territorio regionale. C on l’inaugurazione del nuovo punto vendita aperto presso lo stabilimento di Castelfranco Emilia (Modena) salgono a 17 i negozi al dettaglio che la cooperativa Agrintesa di Faenza può contare sull’intero territorio emiliano-romagnolo. Decisamente ampia la gamma di prodotti offerta in questo punto vendita, facilmente raggiungibile per tutti gli abitanti dei Comuni limitrofi grazie anche all’ottimo collegamento con le principali vie di accesso: oltre ad una vasta scelta delle migliori produzioni ortofrutticole tipiche dell’Emilia Romagna, si possono trovare anche altri prodotti eccellenti come i trasformati del Conserve Italia, olio di oliva, miele ed i vini, sfusi ed imbottigliati, della cantina Agrintesa, che in questi anni hanno saputo guadagnarsi numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. In un locale moderno e confortevole i consumatori possono quindi compiere un piacevole percorso alla scoperta di ottimi sapori, scegliendo tra numerose referenze, garantite dai produttori, che abbinano un elevato livello qualitativo ad un prezzo decisamente conveniente, in particolare per i soci della cooperativa ai quali, in questo come negli altri punti vendita, è applicato uno sconto del 5%. “L’apertura di questo nuovo punto vendita – sottolinea Gianni Amidei, direttore di Agrintesa – è in linea con la missione della nostra azienda che si propone innanzitutto di affiancare i produttori anche con iniziative di questo genere in cui qualità, genuinità, capacità di offrire servizi moderni e di ‘fare sistema’ a livello di filiera rappresentano l’espressione migliore della nostra professionalità. Le ambizioni di Agrintesa vanno comunque oltre: la nostra cooperativa vuole infatti porsi come punto di riferimento sul territorio per tutti i consumatori, ai quali può proporre la genuinità dei prodotti locali, coltivati nelle migliori aziende agricole emiliano romagnole, garantiti da un controllo rigoroso e completo di tutte le fasi della filiera produttiva, frutto soprattutto della grande professionalità dello staff tecnico di Agrintesa al servizio della produzione”. L’ortofrutta che troviamo esposta sui banchi del punto vendita proviene principalmente da aziende agricole dove vengono utilizzati processi produttivi certificati per quanto riguarda l’applicazione in campo di buone pratiche agricole rispettando scrupolosamente i disciplinari di produzione integrata. Sotto il profilo merceologico, Agrin- tesa oggi è in grado di offrire ai consumatori un’ampia gamma di prodotti, che spaziano dalle ciliegie e susine di Vignola alle fragole di Cesena, dalle Pesche e Nettarine romagnole ai kiwi e kaki di Faenza, dalle lattughe della riviera alle pere emiliane. L’offerta proposta è poi completata per quanto riguarda gli ortofrutticoli non coltivabili nel nostro territorio o provenienti in contro stagione da prodotti qualificati e verificati secondo quanto previsto dal Sistema di Qualità aziendale. Attualmente, la piccola catena di negozi di Agrintesa sviluppa complessivamente un fatturato superiore ai 10 milioni di Euro con una gestione economica costantemente monitorata e verificata che consente le migliori sinergie con la gestione complessiva della cooperativa. “Offrire ai consumatori un servizio in grado di valorizzare le produzioni locali, nazionali, tipiche di un territorio in cui l’agricoltura ha rivestito e ricopre tutt’ora un ruolo tanto importante – conclude Raffaele Drei, presidente di Agrintesa – è una missione che evidenzia anche il forte impatto sociale della nostra azienda nella realtà emiliano romagnola, un ruolo proprio del movimento cooperativo di cui ci sentiamo una delle principali espressioni”. 9 INIZIATA LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO PUGLIESE Al via la campagna delle ciliegie Augusto Renella Responsabile Marketing Naturitalia La produzione si mostra sostanzialmente stazionaria sui livelli del 2008. Decisamente positivo il livello qualitativo dei frutti. Il 30% della produzione di Naturitalia è indirizzato all’esportazione. Il cestino da 250 grammi è la confezione più richiesta. L a ciliegia rappresenta un prodotto decisamente importante nell’ampia gamma di Naturitalia, un sistema di aziende leader nella coltivazione dell’ortofrutta, concentrate nelle aree più vocate del paese, che utilizzano le moderne tecniche della produzione integrata e dell’agricoltura biologica. La commercializzazione delle prime quantità di questo frutto è iniziata nel mese di maggio ed ha interessato il prodotto proveniente dal Sud Italia, per l’esattezza dalla Puglia. Successivamente, la campagna proseguirà con la produzione emiliano-romagnola, che sarà collocata sul mercato nei mesi di giugno e luglio. Le prime varietà commercializzate sono Bigarreaux, Durone Nero e Ferrovia, che assieme a Giorgia, Lapins e Sweet Heart sono le cultivar più diffuse del panorama italiano. Un buon livello qualitativo Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, secondo le previsioni attuali la produzione 2009 di Naturitalia dovrebbe attestarsi sulle 6.000 tonnellate circa, mantenendosi quindi sostanzialmente in linea con i livelli dell’anno scorso. Decisamente soddi- Il kiwi giallo alla conquista del mercato asiatico positivo il bilancio delle promozioni sul kiwi a polpa gialla Jingold realizzate a Taiwan dal Consorzio Kiwigold con il coinvolgimento del dettaglio tradizionale e di alcune importanti catene commerciali come Wellcome e Jasons. “Gli incoraggianti successi che stiamo ottenendo a Taiwan – sottolinea Alessandro Fornari, direttore del Consorzio Kiwigold di Cesena, titolare a livello mondiale del diritto di produzione e distribuzione di questo frutto – sono il risultato del programma di espansione delle vendite di kiwi Jingold sui mercati del sud-est asiatico avviato circa un anno fa attraverso la proficua collaborazione con alcuni qualificati importatori e distributori locali”. La produzione italiana di Jingold, commercializzata in esclusiva da Naturitalia, dovrebbe attestarsi quest’anno sulle 4.000 tonnellate, facendo registrare un netto incremento rispetto al 2008 ed al 2007. È 10 sfacente appare il livello qualitativo dei frutti. Grazie a queste buone caratteristiche organolettiche la produzione di Naturitalia dovrebbe trovare buon collocamento sia sul mercato italiano, che su quelli esteri. La percentuale di ciliegie destinate all’esportazione dalla business unit di Apo Conerpo si attesta mediamente sul 30% ed interessa le varietà Ferrovia e Durone; i principali paesi stranieri riforniti sono l’Austria e la Germania. In base ai diversi mercati di destinazione per raffreddare i frutti vengono utilizzate tecniche differenti; quelle maggiormente usate negli impianti di Naturitalia sono il raffreddamento ad aria ed il lavaggio del prodotto in idrocooling con acqua ionizzata. Anche per quanto riguarda gli imballaggi, l’offerta cambia a seconda dei mercati riforniti; in generale comunque la confezione più richiesta è il cestino da 250 grammi con fondo antiurto per preservare la qualità dei singoli frutti. La strategia di marketing seguita da Naturitalia per valorizzare al massimo la produzione di ciliegie si basa sulla segmentazione dell’offerta e punta sulla comunicazione dell’origine italiana e della sicurezza alimentare garantita da questi frutti: caratteristiche estremamente importanti e sempre più apprezzate dai consumatori moderni. AL CENTRO DELL’ASSEMBLEA DI FEDAGRI/CONFCOOPERATIVE I nuovi orientamenti dei consumi di ortofrutta Mario Parisi Centro Stampa Le famiglie italiane spendono complessivamente 10 milioni di euro per frutta e verdura: è quanto emerge dalla ricerca Nielsen commissionata da Fedagri/Confcooperative secondo la quale inoltre diminuiscono i consumi fuori casa di prodotti alimentari. Boom dei prodotti salutistici e già pronti. L a crisi cambia le abitudini dei consumatori, che fanno sempre più attenzione a quello che comprano e rendono la spesa “scientifica”: lo rivela una ricerca Nielsen sui comportamenti e le abitudini di acquisto, commissionata da Fedagri-Confcooperative, secondo la quale gli italiani cercano soprattutto promozioni sui prodotti alimentari acquistati abitualmente e in alternativa si indirizzano verso prodotti di marche più economiche, tendendo a cambiare punto vendita alla ricerca di un miglior rapporto-qualità prezzo. Lo studio è stato presentato nel corso dell’Assemblea nazionale delle cooperative ortofrutticole di Fedagri, incentrata sul tema “Tendenze dei mercati ortofrutticoli e nuovi orientamenti di consumo: quali strategie della cooperazione per rispondere alla crisi”, svoltasi presso il Castello di Lagnasco (Cuneo). I comportamenti dei consumatori delineati dalla ricerca emergono da alcuni indicatori quali l’aumento dei prodotti alimentari a “marca privata” (quelli delle insegne dei supermercati), il cui trend è cresciuto (+26%), e la crescente preferenza accordata al discount, che pur non essendo il canale preferito dagli italiani (8,6% contro il 67% di supermercati e ipermercati), ha regi- strato un trend positivo nel 2008 con un aumento del 16%. Gli italiani tendono a rinunciare alla colazione al bar e a consumare meno pasti fuori casa: lo rileva il paniere degli alimentari maggiormente acquistati nel 2008, in cui gli unici prodotti in crescita risultano essere gli alimenti per la prima colazione (confetture, burro, miele, fette biscottate) insieme ai prodotti ad alto contenuto di servizio (primi piatti già pronti, surgelati, salse e condimenti pronti, ecc.). In crescita anche l’acquisto di prodotti legati alla sfera salutistica e al benessere (prodotti light, integrali, probiotici, ad alta digeribilità, arricchiti di omega 3, ecc.). E la frutta e verdura, parte integrante del regime alimentare della dieta mediterranea? Per fortuna non sono scomparse dalle nostre tavole. L’indagine Nielsen ha rilevato che le famiglie italiane spendono complessivamente 10 miliardi di euro per acquistare prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati (bevande, passate, surgelati, ortaggi in scatola, ecc). In particolare, la frutta fresca è al terzo posto nella classifica dei prodotti più consumati dagli italiani (3.959 milioni di euro), dopo carne e formaggi e si caratterizza anche per una elevata ripetizione d’acquisto (è acquistata mediamente ogni settimana). Se è vero che oltre il 60% della frutta e verdura viene acquistata nel canale moderno (supermercati e ipermercati), resta importante il canale tradizionale, il mercato rionale, al quale si rivolgono la metà delle famiglie italiane e che è frequentato mediamente una volta al mese, al quale si sta aggiungendo il canale diretto, ossia l’acquisto direttamente dal produttore, che rimane comunque un fenomeno di nicchia (vale l’1%, con 4 atti di acquisto annuali). Come cogliere le opportunità connesse ai nuovi comportamenti di consumo delle famiglie? “Occorre puntare – commenta Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative – sulla distintività dei prodotti freschi e trasformati e sulla forza dei nostri brand, che sono patrimonio dell’agroalimentare italiano. Bisogna anche crescere in termini di recupero dei prezzi all’interno della catena del valore e proseguire sulla strada del rapporto con il territorio, punto di forza del modello imprenditoriale cooperativo: le oltre 500 cooperative nostre aderenti lavorano quasi esclusivamente (86%) il prodotto conferito dai propri soci, fatturando 4.600 milioni di euro”. 11 SI BASERÀ SEMPRE PIÙ SU METODI ECOCOMPATIBILI L’evoluzione della difesa dalle avversità Giampiero Reggidori Ufficio Produzioni Agricole Apo Conerpo e tecnologie innovative ed è definita comunque Buona Pratica Agricola da Direttive e Regolamenti Ce. Non è ancora governata da appositi processi applicativi che regolamentano solo alcuni aspetti quali l’aumento delle rese produttive e la qualità dei prodotti. Complessivamente, a livello europeo, questa tecnica interessa una quota pari a circa il 25% dell’intera superficie coltivata e mostra una costante l settore della difesa delle colture diminuzione. sta attraversando una fase nella 2. Produzione Integrata: in futuro verquale è necessario riflettere sulla rà definita in altro modo, per facilitardirezione che si intende seguire alla ne la comprensione a tutti i livelli delluce della crescente importanza dei la filiera, con termini come Agricoltura processi di coltivazione a basso impatSostenibile o Produzione Sostenibile. to ambientale, sicuri per gli operatori Governata da Disciplinari Tecnici spenonché per i consumatori, applicati cifici per ogni coltura, prevede l’impiealle singole colture all’interno delle go di processi tecnologici a basso diverse aziende agricole. impatto ambientale, sicuri per operaLa riflessione deve partire necessariatori e consumatori. Offre inoltre garanmente dalla segmentazione delle zie documentate, rintracciabili fin daldiverse tecniche di produzione, che l’origine intesa come paese di coltivaper semplificazione possono essere zione. È diffusa in molte regioni d’Eusostanzialmente così suddivise: ropa, le più avanzate, dove si adottano 1. Produzione Convenzionale: prevegià modelli in grado di valutare il de un ampio inserimento di tecniche bilancio energetico (immissioni ed emissioni, misurate tramite il bilancio del carbonio) dei processi e delle tecnologie applicate. È un metodo che genera prodotti con una vera carta d’identità e guida la classifica delle tre tecniche produttive con una quota che in alcune aree geografiche e per cerTrappola sessuale per il monitoraggio degli insetti. te specie raggiunUn settore in continua evoluzione richiede anche un aggiornamento sul piano organizzativo per valorizzare tutti gli attori della filiera, dai produttori ai tecnici, dai ricercatori e sperimentatori alle imprese coinvolte a vario titolo, ognuno nel ruolo imparziale di supporto o di fornitore di mezzi tecnici e/o servizi. I 12 ge anche il 70% del totale. Dovrà aumentare sempre di più erodendo quote al primo segmento. 3. Agricoltura Organica (comunemente chiamata Agricoltura Biologica): disciplinata da Regolamento Ce e realizzata senza mezzi di coltivazione o tecnologie derivate dalla chimica di sintesi. Rappresenta una percentuale pari al 5% del totale, che in molte colture cerealicole e nella vite è anche nettamente superiore. Nelle nostre riflessioni considereremo anche la sicurezza alimentare, un obiettivo importante che coinvolge l’intera filiera, dall’editore di una nuova varietà o prodotto alimentare al vivaista, dal coltivatore al consumatore finale. Vediamo ora i punti sui quali poggiano i processi e le tecnologie applicate, tra l’altro già più volte ribaditi in altri articoli: • sicurezza alimentare e sanità degli alimenti, anche sul piano dietetico; • processi di coltivazione e tecnologie a basso impatto ambientale; • qualità alimentare dei prodotti; • rintracciabilità (e tracciabilità), compresa l’origine intesa come paese di coltivazione della materia prima; • garanzie reali e sostanziali, fra le tante offerte al consumatore. Entrando nel vivo dei processi di coltivazione a basso impatto ambientale con la riflessione sulla difesa delle piante, occorre ricordare che oggi, e probabilmente ancora per lungo tempo anche in futuro, i campi coltivati sono e saranno aggrediti da insetti, acari, funghi, batteri avversi alla pianta, contro i quali è necessario l’ausilio dei fitofarmaci per evitare eccessive perdite quantitative di prodotto e/o elevati problemi qualitativi. Fitofar- maci (chiamati anche agrofarmaci) che a volte sembrano rappresentare l’unico problema per la sicurezza alimentare per buona parte della distribuzione moderna, anche quando i residui di queste sostanze sui prodotti si attestano quantitativamente su livelli inferiori alla norma. Tranne alcuni rari casi, si sta registrando un vero e proprio attacco su questo tema con approccio casuale e libertà di interpretazione che hanno poco di scientifico e non rispondono realmente alle esigenze di sicurezza alimentare. Un atteggiamento che tra l’altro rischia di mettere a repentaglio i grandi sforzi compiuti fino ad oggi proprio per garantire una maggior sicurezza alimentare e tutela ambientale. A nulla vale sottolineare che la legislazione in materia vigente in Europa, ma anche in molti altri paesi del mondo, le modalità di immissione in commercio e d’impiego dei fitofarmaci e i limiti di residui ammessi sulle derrate alimentari sono basati su parametri che offrono ampie garanzie per la salute del consumatore. Tra l’altro non potrebbe essere diversamente dal momento che la stessa norma definisce apposite soglie di accesso all’impiego. E se queste soglie non garantissero la salute del consumatore (e degli operatori) forse varrebbe la pena di rimettere comunque in discussione le norme vigenti in materia invece di costruire ulteriori modelli di fantasia e personalizzati con il rischio di segmentare fortemente un settore, quello della sicurezza alimentare, che invece è un diritto per tutti. La nuova regolamentazione comunitaria sull’immissione in commercio e sull’uso dei fitofarmaci che sostituirà la Direttiva 414/91 utilizzata fino ad oggi innalza sensibilmente le soglie di sicurezza per la registrazione, il commercio e l’impiego di questi prodotti. La revisione di quelli attualmente utilizzati, in corso da anni e già prevista nel tempo dalla Direttiva 414/91, ne ha eliminati circa il 65% (compresi quelli vecchi e obsoleti) e non è ancora terminata. I prodotti nuovi, e quelli vecchi che supereranno la revisione, saranno ancor più sicuri per l’uomo e gli animali in genere, per l’ambiente, più specifici come bersaglio e modalità d’azione, quindi globalmente più sicuri. La Direttiva CE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, che accompagnerà il nuovo Regolamento per la registrazione all’impiego dei fitofarmaci con misure cautelative sulla manipolazione e sulle modalità di gestione/impiego aumenterà ulteriormente la sicurezza dei prodotti autorizzati. Il tema dei residui, tra l’altro disciplinati a livello europeo con norme sul Residuo Massimo Ammesso (RMA), dovrà sempre più essere al centro del confronto anche con i paesi extraeuropei in virtù della comune garanzia di sicurezza da offrire a tutti i consumatori. Occorre poi ricordare che i fitofarmaci 13 si utilizzano per difendere le piante coltivate dalle avversità che minacciano la produzione dal punto di vista della quantità e della qualità e spesso la stessa vita della pianta. È innegabile che la difesa delle piante non è più solo quella che si realizza con fitofarmaci di sintesi, ma un insieme di operazioni, mezzi tecnologici diversi, metodi alternativi alla chimica di sintesi; ne consegue che i fitofarmaci ricopriranno un ruolo diverso dal passato e saranno uno degli strumenti di difesa, ma non l’unico. La difesa è e sarà sempre di più quella definita Difesa Integrata (o sostenibile), inserita nel contesto più ampio della Produzione Integrata. E forse, per essere più facilmente comunicata e compresa, dovrà chiamarsi Produzione o Agricoltura Sostenibile. In futuro prevarrà sempre più una linea di difesa impostata sui seguenti punti fondamentali: • Maggiore conoscenza della biologia dei patogeni, anche perché da diversi anni questa parte di ricerca è stata un po’ tralasciata a favore dello studio dei diversi punti critici dei fitofarmaci dal punto di vista tossicologico ed ambientale. • Specifico posizionamento dei fitofarmaci in relazione alla biologia del patogeno, anche perché aumenterà la specificità d’azione dei primi. • Maggior sfruttamento e perseguimento delle condizioni di crescita dei parassiti e dei predatori (insetti utili) nell’ambiente di coltivazione. • Inserimento di soglie di intervento più precise e verificate per alcune avversità chiave. • Miglior posizionamento della difesa con l’aiuto di modelli previsionali e di monitoraggi settimanali in aziende di riferimento. Senza trascurare l’ausilio delle trappole sessuali per il monitoraggio di diverse specie fitofaghe. • Maggior inserimento di mezzi di difesa alternativi ai fitofarmaci derivati dalla chimica di sintesi, come la confusione e il disorientamento sessuale, le catture massali, fitofarmaci ottenuti dallo studio delle sostanze naturali e/o da antagonisti presenti in natura come il Bacillus Thuringiensis (ormai affermato) e il carpovirusine (in via di affermazione). Tutti questi elementi richiedono una 14 assistenza tecnica professionale organizzata anche in relazione alle modalità di visita aziendale svincolata dall’esigenza di recuperare il costo del servizio dalla vendita dei fitofarmaci. Un’ottima linea tecnica di difesa deve essere definita anche in base alle valutazioni economiche che comporta. Aggiungiamo che questo aspetto, insieme a quello dell’approvvigionamento del fitofarmaco stesso, diventa sempre più importante perché le società produttrici di fitofarmaci non realizzano più una produzione di massa con lunghi stoccaggi che comportano alti costi finanziari. Le aziende infatti stanno sempre più producendo in relazione a previsioni precise e hanno esigenza di incassare rapidamente. Questo nuovo fenomeno, apparentemente solo commerciale, dimostra però che la linea tecnica di riferimento (difesa integrata) deve essere aggiornata annualmente in anticipo rispetto all’inizio della fase di coltivazione, anche per dar modo a chi è organizzato sul versante di garantire buone condizioni di acquisto del mezzo di produzione per l’agricoltore di posizionare la trattativa commerciale di approvvigionamento dei fitofarmaci su quelli che realmente saranno impiegati nella fase attiva di coltivazione. La cosiddetta “trattativa al buio” ha fatto ormai il suo tempo se vogliamo garantire un costo ad ettaro per la difesa il più basso possibile compatibilmente con i mezzi scelti e disponibili. A questo punto della riflessione c’è un altro elemento critico da valutare. Dal punto di vista del mondo organizzato della produzione il rapporto degli agricoltori con le aziende produttrici di fitofarmaci sta prendendo una “strana piega” che riteniamo non contribuirà ad agevolare l’attività dei frutticoltori. Abbiamo sempre sostenuto che il ruolo principale delle società di fitofarmaci è ricercare continuamente nuove soluzioni da applicare al settore della difesa dalle avversità delle piante coltivate, avendo come base un continuo rapporto con agricoltori e tecnici per comprendere sempre meglio le esigenze del comparto, soprattutto per la messa a punto ottimale delle dinamiche d’impiego e l’ef- ficacia di vecchi e nuovi fitofarmaci. Tutto ciò unito alla necessità di ricercare nuove molecole caratterizzate da bassa tossicologia e minimo impatto ambientale. Questi aspetti tecnicosperimentali risultano sempre meno importanti come compito chiave delle società produttrici (spesso delegato ad esterni) a favore di maggior attività di lobby nei confronti dei decisori delle linee di base della Difesa Integrata o addirittura per costruire proprie linee di sicurezza alimentare da proporre agli agricoltori e alla moderna distribuzione al consumo. Abbiamo la triste sensazione che questo continuo by pass dei produttori agricoli e dei tecnici, che ricevono da tutte le parti “comandi precisi” sul cosa fare e come muoversi, non potrà portare lontano, soprattutto nel momento dell’assunzione delle responsabilità verso l’agricoltore per il risultato di una pratica agricola importante come la difesa delle piante coltivate. Ci sembra che tutti siano pronti a dare consigli o anche ordini con finalità un po’ scollegate fra loro e con obiettivi di parte, ma pochi poi si prendano la responsabilità in caso di errori. Un sistema di filiera che si rispetti concede a ciascun attore di ogni fase l’onore della professionalità derivante dal suo mestiere e dai compiti assegnati, comprese le conseguenti responsabilità. Altrimenti si finisce per sovrapporre i ruoli o, ancora peggio, si corre il rischio che qualche soggetto voglia svolgere il ruolo di altri senza essere “sul campo” a condividerne le responsabilità. In un momento in cui è necessario semplificare le cose “difficili” e rivalutare la professionalità di ogni attore della filiera è importante riflettere anche su questi aspetti. Non intendiamo certamente rinnegare molti dei percorsi positivi compiuti fino ad oggi, soprattutto in relazione all’evoluzione della Produzione Integrata, però siamo arrivati ad uno di quei traguardi intermedi nei quali occorre rifare il punto della situazione, soprattutto sulle questioni di metodo e di organizzazione; in particolare in relazione a ruoli e compiti da svolgere nella materia in gioco. Nel prossimo numero approfondiremo questa tematica. (Fine prima parte)