I.P.
ORTOFRUTTA
NoTIZIE
PERO: QUALI NOVITÀ
DALLA SPERIMENTAZIONE?
GLI AIUTI
PER I PRODOTTI TRASFORMATI
I NUOVI ORIENTAMENTI
DEI CONSUMI DI ORTOFRUTTA
MAGGIO 2009
ORTOFRUTTA
NoTIZIE
MAGGIO 2009
Sommario
4
Finaf: l’Assemblea approva
il bilancio di esercizio 2008
MAURO CARDELLI
5
C’è compatibilità
tra Ocm e Piani rurali?
MASSIMO BASAGLIA
7
Pero: quali novità
dalla sperimentazione?
GIUSEPPE PALLOTTI
8
Gli aiuti per i prodotti trasformati
LUCIANA BERGONZONI
9
Agrintesa accorcia la filiera
MAURO PAZZAGLIA
10 Al via la campagna delle ciliegie
AUGUSTO RENELLA
11 I nuovi orientamenti
dei consumi di ortofrutta
MARIO PARISI
12 L’evoluzione della difesa
dalle avversità
GIAMPIERO REGGIDORI
Le foto sono dell’archivio Apo Conerpo
Apo Conerpo
Via B. Tosarelli, 155
40055 Villanova di Castenaso (BO)
Tel. 051 781837 - Fax 051 782680
E-mail: [email protected]
Internet: www.apoconerpo.com
Più risorse
contro le calamità
Paolo Bruni
Presidente Apo Conerpo
A
ncora nessuna copertura
finanziaria per il Fondo di
solidarietà nazionale, lo strumento che aiuta le imprese agricole
quando si verificano calamità naturali o avversità atmosferiche eccezionali che compromettono i raccolti. È una situazione di incertezza
decisamente pesante che desta non
poche preoccupazioni agli operatori del settore ortofrutticolo: senza il finanziamento del
Fondo verrebbe infatti a mancare il sostegno alle imprese per pagare le polizze assicurative contro i danni, con
conseguenze molto gravi sia per il comparto produttivo
che in generale per l’economia italiana.
Senza il Fondo di solidarietà le imprese sono lasciate in
balia degli eventi meteorologici senza alcuna copertura.
Basta un brutto temporale per compromettere un anno
di lavoro.
Non c’è comparto agroalimentare che presenti livelli di
dinamismo paragonabili a quelli che contraddistinguono le aziende ortofrutticole italiane, che negli ultimi anni
hanno realizzato notevoli investimenti nel campo dei
rinnovamenti varietali, delle innovazioni di prodotto e di
processo e della internazionalizzazione. Tutti investimenti che avevano come obiettivo la conquista di nuovi
mercati, l’ampliamento del proprio business e una crescita in termini di competitività.
Senza una copertura assicurativa agevolata ora la gran
parte di questi investimenti sono a rischio, poiché la qualità e la resa delle produzioni ortofrutticole saranno inevitabilmente esposte alle conseguenze degli eventi
meteorologici. È per questo che Fedagri/Confcooperative, insieme alle altre centrali cooperative, non ha esitato
ad esprimere preoccupazione e “sconcerto” all’indomani
del rinvio dell’esame della Proposta di legge per il parziale rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Quello che sembrava un capitolo destinato alla conclusione, anche in virtù dell’esplicita volontà politica più
volte espressa, è rimasto purtroppo bloccato nella rete
della incertezza finanziaria.
A nessuno sfugge la difficoltà economica in cui versa il
nostro Paese e comprendiamo la grande attenzione che
il Governo e il Parlamento italiano dedicano alla razionalizzazione della spesa pubblica; tuttavia, non possiamo accettare che sia sempre l’agricoltura a doverne fare le
spese. Il nostro auspicio è che il governo comprenda la
gravità della situazione e non rinvii a data da destinarsi la
soluzione del problema. Il ripristino di una adeguata
dotazione finanziaria per il Fondo di solidarietà costituisce infatti un fattore irrinunciabile per l'equilibrio del settore e della economia nazionale.
ILLUSTRATO AI DELEGATI DAL PRESIDENTE BRUNI
Finaf: l’Assemblea approva
il bilancio di esercizio 2008
Mauro Cardelli
Direttore Operativo Aop Finaf
Approvazione del bilancio 2008 e
previsioni sullo sviluppo futuro
della Aop: questi i temi principali
all’ordine del giorno dell’Assemblea di Finaf svoltasi in aprile.
I
l 2008 si è chiuso con un bilancio
decisamente positivo per l’Aop
transnazionale Finaf (First International Association Fruit), che ha
rispettato pienamente il budget di
previsione ed ha ottenuto un utile di
esercizio di 3.173 euro, interamente
destinati a riserva, come previsto dallo
statuto sociale.
È quanto emerso dall’Assemblea della
Aop nel corso della quale il presidente Paolo Bruni ha illustrato in dettaglio il bilancio di esercizio chiuso al
31 dicembre 2008 ai delegati di Finaf,
rappresentanti delle Op Apo Conerpo, Conserve Gard, Orogel Fresco,
Cooperativa Modenese Essiccazione
Frutta, Acom, Alpo e Moderna.
Evidenziando i risultati positivi ottenuti nel 2008, Bruni ha anche sottolineato che alcune delle variazioni più
significative registrate rispetto all’anno
precedente derivano dalla applicazione dei nuovi regolamenti comunitari
e dalle nuove disposizioni nazionali
che hanno caratterizzato l’Esecutivo
Annuale.
In particolare, la modifica apportata al
Programma Operativo dell’anno scorso ha comportato notevoli cambiamenti a livello finanziario in quanto
la percentuale di anticipo dei contributi Ocm erogati è passata dal 90% all’80%, mentre è stato possibile aumentare il Fondo di Esercizio dell’1%
per sviluppare azioni orientate e destinate alla prevenzione e gestione delle
crisi.
Queste risorse supplementari, normate dai nuovi Regolamenti comunitari
1234/2007 e 1580/2007, sono destinate esclusivamente alle azioni di prevenzione delle crisi, quali la promozione dei marchi delle Op e l’assicurazione del raccolto, e di gestione delle
crisi, che si riferiscono a interventi da
attuare a crisi conclamata e si sviluppano in azioni di raccolta prima della
maturazione e di ritiro dal mercato.
Il presidente ha poi ricordato che in virtù dell’entrata in vigore delle nuove
Evoluzione societaria Aop FINAF
Apo Conerpo
Conserve Gard
Villanova di Castenaso
(BO)
Nimes (F)
Apo Conerpo
Conserve Gard
Orogel Fresco
Villanova di Castenaso
(BO)
Nimes (F)
Cesena (FC)
Apo Conerpo
Conserve Gard
Orogel Fresco
Cooperativa
Modenese
Essiccazione Frutta
Villanova di Castenaso
(BO)
Nimes (F)
Cesena (FC)
Santa Maria di Mugnano
(MO)
Apo Conerpo
Conserve Gard
Orogel Fresco
Cooperativa
Modenese
Essiccazione Frutta
ACOM
ALPO
Villanova di Castenaso
(BO)
Nimes (F)
Cesena (FC)
Santa Maria di Mugnano
(MO)
Ostra (AN)
Tarquinia (RM)
Apo Conerpo
Conserve Gard
Orogel Fresco
Cooperativa
Modenese
Essiccazione Frutta
ACOM
ALPO
Moderna
Villanova di Castenaso
(BO)
Nimes (F)
Cesena (FC)
Santa Maria di Mugnano
(MO)
Ostra (AN)
Tarquinia (RM)
Campogalliano (MO)
norme riguardanti la relazione sulla
gestione sono stati inseriti nella relazione di Bilancio due appositi paragrafi
nei quali è illustrata in dettaglio la
situazione della Aop per quanto concerne i costi, i ricavi, gli investimenti e i
principali rischi ai quali Finaf è esposta.
Per una maggiore tutela dei soci, il
bilancio è stato poi oggetto di revisione, effettuata da una società certificata,
che ha attestato che il bilancio è conforme alle norme che ne disciplinano
i criteri di redazione e rappresenta in
modo veritiero e corretto la situazione
finanziaria, patrimoniale ed economica della Aop Finaf.
Cresce la base sociale
Il presidente ha quindi fornito ai delegati una visione prospettica sull’evoluzione societaria dell’associazione delineando in un prossimo futuro l’adesione di altre Op a Finaf, che, costituita nel 2001 da Apo Conerpo e Conserve Gard, ha visto la sua base crescere costantemente con l’adesione di
altri primari protagonisti del comparto quali Orogel Fresco nel 2003,
Cooperativa Modenese Essiccazione
Frutta nel 2004, Acom ed Alpo nel
2006, Moderna nel 2008. Questo
continuo aumento della base sociale è
il segno evidente della buona politica
svolta dalla Aop e dell’efficacia delle
sue specifiche attività di competenza.
Il successo delle strategie di Finaf è
testimoniato inoltre dal costante
incremento registrato dal valore del
prodotto commercializzato (VPC)
dall’Associazione, arrivato nel 2008 a
sfiorare i 660 milioni di euro.
L’Assemblea dei Delegati ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio chiuso il 31 dicembre 2008.
EVITARE LA SOVRAPPOSIZIONE DI FINANZIAMENTI PUBBLICI
C’è compatibilità
tra Ocm e Piani rurali?
Massimo Basaglia
Ufficio Tecnico Apo Conerpo
Il tema è stato al centro di un
incontro organizzato dall’Ufficio
Tecnico di Apo Conerpo al quale
hanno partecipato i funzionari
dell’Ufficio Produzioni Vegetali
della Regione Emilia Romagna.
L
e indicazioni 2009 per la realizzazione dei Programmi Operativi previsti dall’Organizzazione
Comune di Mercato (Regolamenti
Ce 1234/2007 e 1580/2007) sono
state al centro di un incontro organizzato dall’Ufficio Tecnico di Apo
Conerpo all’inizio di aprile e svoltosi
alla presenza dei funzionari regionali dell’Ufficio Produzioni Vegetali,
referenti per l’Ocm.
In questa occasione è stato sottolineato che nella nuova Ocm si registra
una più precisa demarcazione rispetto al passato con la tendenza ad
escludere finanziamenti per ciò che
viene ritenuto attività imprenditoriale ordinaria o un normale e necessario costo di produzione. Alla luce di
questo principio, sono stati formulati i parametri massimi di spesa
ammissibile per tipologia di investimento (il contributo comunitario
copre il 50% dell’importo ammesso). Questi valori (indicati come
costi forfettari) ed il meccanismo di
calcolo utilizzato per la loro definizione sono indicati nell’allegato della Circolare n. 6152 del 24 dicembre
2008.
Un altro aspetto importante della
nuova Ocm è rappresentato da uno
stretto confronto, richiesto dal Regolamento Ce 1234/07, con il Piano di
Sviluppo Rurale (Regolamento CE
1698/05). In pratica, si chiede di rapportare i diversi investimenti eseguiti
presso le aziende agricole e le cooperative e i diversi interventi della
Disciplina ambientale ai parametri previsti dai PSR regionali. Considerando che gli associati di Finaf sono presenti
praticamente in quasi tutte
le regioni d’Italia (ed anche
in Francia) ed i PSR regionali sono tra loro diversi, ci troviamo a dover tarare i singoli
interventi nelle varie regioni.
Può succedere che attività finanziate
nell’ambito dell’Ocm in una determinata regione non possano più
essere finanziate nella regione limitrofa oppure possano essere finanziate sottostando a massimali diversi.
Si pensi al caso in cui in uno stabilimento conserviero o per la lavorazione di prodotto fresco confluiscono
produzioni ortofrutticole provenienti da aziende dislocate in più regioni.
Questi produttori sono tenuti a
rispettare Disciplinari di Produzione
Integrata regionali diversi tra loro ed
a conferire un prodotto che non può
essere considerato omogeneo per la
struttura di ricevimento. Ovviamente, ciò crea alcuni problemi di organizzazione del magazzino, nel rapporto con i clienti e con gli enti certificatori.
Ocm e PSR possono finanziare le
medesime tipologie di investimento
e pertanto è necessario stabilire le
Paolo Bruni confermato
alla presidenza di Apo Conerpo
l 25 maggio si è svolta l’Assemblea di bilancio del
gruppo Apo Conerpo che prevedeva, tra l’altro,
anche il rinnovo delle cariche sociali.
L’Assemblea di Apo Conerpo ha confermato Paolo
Bruni alla presidenza e Davide Vernocchi alla vicepresidenza.
Dopo aver assolto agli adempimenti statutari, l’Assemblea ha puntato poi i riflettori su alcuni temi di
grande attualità e sui nuovi obiettivi di sviluppo del gruppo, che nei
prossimi anni punterà su ricerca e innovazione, valorizzazione delle produzioni dei soci, internazionalizzazione delle vendite.
In quest’ottica nel quinquennio 2009-2013 Apo Conerpo investirà 313
milioni di euro, pari al 9,2% del fatturato.
I
5
importanti (es.
nel prezziario della Regione Emilia
PSR
PSR
OCM
Romagna al momento si è in attemis 214 az 1
sa che venga pubblicato il costo
mis 214 az 2
delle piante fruttiIntervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
cole).
INTEGRATA e BIOLOGICA
Intervento 1 e 2) produzione
Al termine dell’inmis 214 az 1
mis 214 az 2
INTEGRATA e BIOLOGICA
contro è stato sotIntervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
tolineato che per
INTEGRATA e BIOLOGICA
ottenere il finanIntervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
ziamento degli imINTEGRATA e BIOLOGICA
pianti frutticoli è
Intervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
INTEGRATA e BIOLOGICA
necessario utilizIntervento 1 e 2) produzione
zare astoni certifimis 214 az 1
mis 214 az 2
INTEGRATA e BIOLOGICA
cati virus esenti
Intervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
(VE). Anche l’auINTEGRATA e BIOLOGICA
toproduzione è
Intervento 1 e 2) produzione
mis 214 az 1
mis 214 az 2
INTEGRATA e BIOLOGICA
ammessa solo se
si esegue l’assemNON COMPATIBILE COMPATIBILE
blaggio con portainnesto e marza
entrambi certificachiesto alle Op i dati catastali distinti VE (l’obiettivo è scoraggiare la prati per singola particella delle aziende
tica dell’autoproduzione aziendale di
che saranno oggetto di contributo
materiale vivaistico). Sono accettate
Ocm della Disciplina Ambientale
varietà di drupacee moltiplicate in
(Produzione Integrata e Produzione
base all’accordo regionale del “BolliBiologica) per confrontarli con i dati
no Blu” solo dopo aver verificato
inseriti nel PSR e garantire la non
presso il Centro Attività Vivaistiche
sovrapposizione del contributo.
(CAV) di Tebano (RA) la mancata
Questa scelta ci impone di attuare
disponibilità in commercio, presso i
una revisione completa del nostro
vivaisti, di piante certificate della
catasto e definire la superficie delvarietà scelta. Nel caso delle nuove
l’impianto per singola particella.
varietà di mele, quando non è ancoAllo scopo di chiarire la compatibilira presente materiale certificato quetà tra gli interventi previsti dalla
ste vengono accettate solo se è stata
Disciplina Ambientale ed i contribuiniziata la pratica per ottenere la certi programmati dalla misura 214 del
tificazione del materiale vivaistico. Si
PSR Emilia Romagna, durante l’inè poi ricordato che anche la producontro sono state presentate anche
zione aziendale di piantine di pomoalcune tabelle.
doro, in regione, deve sottostare a
Anche per gli investimenti, presso le
regole precise.
aziende agricole si richiamano i mecInfine, sono state invitate le cooperacanismi del PSR, ossia spese congrue
tive a scoraggiare eventuali agricoltocon i prezziari regionali e i preventivi
ri che pensano ad impianti non autodelle ditte, rispettando però i massirizzati di varietà brevettate aderenti a
mali forfettari indicati nell’allegato
club. In questo senso è stato auspicadella circolare n. 6152 del 2008. In
to un forte interessamento perché
questo caso emerge la presenza di
Apo Conerpo si attivi per la tutela
prezziari non aggiornati (alcuni sono
delle privative vegetali, in particolare
ancore espressi in lire), la difficoltà di
in raccordo con altre Op, soprattutto
individuare nel prezziario tutte le
quelle socie di New Plant, costituita
voci di riferimento (ad esempio tutte
per la ricerca dell’innovazione variequelle di cui si compongono gli
tale e di prodotto fra Apo Conerpo,
impianti irrigui), la mancanza di voci
Apofruit Italia e Orogel Fresco.
Compatibilità di remunerazione tra OCM e PSR
OCM Disciplina ambientale
(remunerazione per l'impegno)
Intervento 1) produzione INTEGRATA
Intervento 2) produzione BIOLOGICA
Intervento 3) verifica IRRORATRICI
Intervento 4) gestione ecologica dei Rifiuti
Intervento 5 ) utilizzo macchine di precisione
Intervento 6 ) utilizzo mezzi tecnici
a basso impatto ambientale (vedi distinta)
Intervento 7 ) utilizzo piante microinnestate
Intervento 8 ) gestione del suolo - analisi terreno
Intervento 8 ) gestione del suolo
sovesci con biocide
Intervento 9 ) tutela risparmio idrico
Compatibilità
modalità di delimitazione tra le due
fonti per evitare la possibile sovrapposizione di finanziamenti pubblici.
Attualmente, la delimitazione fra i
due regolamenti è definita dall’azienda agricola, vale a dire che l’impresa
può ricevere il contributo dal Piano
di Sviluppo Rurale o dall’Ocm in
base a requisiti ben definiti. Fatta
eccezione per alcuni casi, non vi è
delimitazione fra l’uno e l’altro regolamento in base alla tipologia dell’investimento. Il Ministero delle
Politiche Agricole propone di finanziare esclusivamente all’interno del
PSR la Produzione Integrata e la Produzione Biologica. Questa proposta
si scontra con l’insufficienza delle
risorse del Piano di Sviluppo Rurale
per soddisfare tutte le aziende che
applicano i disciplinari.
Una gestione più razionale
nella produzione integrata
Inoltre, le Op hanno la necessità di
una gestione più razionale della Produzione Integrata, finalizzata oltre
che all’adozione delle tecniche di
basso impatto ambientale anche alle
esigenze di qualità e rintracciabilità
della filiera.
La Regione Emilia Romagna ha ri-
6
AL CENTRO DI DUE SEMINARI ORGANIZZATI DA APO CONERPO
Pero: quali novità
dalla sperimentazione?
Giuseppe Pallotti
Ufficio Tecnico Apo Conerpo
Pericoltura di precisione, tecniche
di coltivazione utilizzate nei diversi paesi europei, attività realizzata
da Apo Conerpo i temi all’ordine
del giorno degli incontri.
N
ei mesi scorsi, l’ufficio tecnico di Apo Conerpo ha organizzato due momenti di
aggiornamento per fare il punto su
alcune interessanti sperimentazioni
effettuate sul pero. Nel primo incontro, svoltosi all’inizio di novembre, è
stato affrontato il tema della pericoltura di precisione, un progetto di
sperimentazione pluriennale realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Coltivazioni Arboree dell’Università di Bologna sotto la
responsabilità scientifica del Prof.
Corelli Grappadelli. Durante la
riunione, alla quale hanno partecipato oltre trenta tecnici delle strutture associate, il Prof. Corelli ha presentato i dati della sperimentazione
triennale condotta sulle cultivar
Abate e Conference illustrata anche
in occasione del convegno nazionale sul pero organizzato a Ferrara.
Questa sperimentazione, che proseguirà nei prossimi 3-4 anni, si propone di mettere a disposizione dei
produttori strumenti che in tempo
reale possano permettere il controllo
del processo di fruttificazione, quindi la definizione a priori dei giusti
limiti produttivi specifici per ogni
frutteto. Tale metodo si basa sulla
rilevazione dei diametri di 100 frutti/ettaro (si sta lavorando per ridurli
a 30-50) scelti casualmente ad altezza d’uomo che, tramite un algoritmo, vengono utilizzati per la valutazione della crescita dei frutti e per la
previsione del diametro nella fase
della raccolta. Proprio sulla base di
questi rilievi che si eseguono settimanalmente tra la fine di giugno e la prima decade di agosto,
vengono suggerite eventuali
modifiche alla tecnica colturale
(irrigazione, fertilizzazione, diradamento, ecc.) in grado di variare
la tendenza dell’accrescimento
mostrata dai frutti. Sono stati necessari quattro anni di lavoro e la raccolta di migliaia di dati (calibro e
peso dei frutti nelle diverse epoche
di sviluppo ed in raccolta) per raggiungere questo primo obiettivo che
sarà ulteriormente validato nei prossimi anni. Dal 2008 si è iniziato a
lavorare sulla previsione della distribuzione dei frutti nelle classi commerciali di calibro, così da poter fornire in anticipo i dati qualitativi agli
uffici commerciali.
Il secondo incontro di aggiornamento tecnico si è svolto in marzo ed in
questa occasione sono stati trattati
argomenti come le tecniche di coltivazione utilizzate in diversi Paesi
europei e la sperimentazione effettuata dall’ufficio tecnico di Apo
Conerpo.
Nel corso dell’incontro sono state
esposte le tecniche agronomiche
adottate in Belgio, Olanda, Spagna e
Francia ed i relativi dati per diverse
cultivar (Conference, Abate, Decana,
Blanquilla, William), discussi in
occasione di Interpera 2008, forum
internazionale della pera, oltre ai
principali programmi di miglioramento genetico mondiali ed alle
innovazioni varietali da essi derivanti (Sweet Sensation, Gold Sensation,
Xenia, Isolda, Hortensia, Elliot, Herman, Carmen, ecc), elencandone le
selezioni più promettenti, alcune
delle quali dotate di resistenze o tolleranze (psilla, colpo di fuoco batterico, ticchiolatura, ecc.).
Sono poi stati presentati i dati rilevati da Apo Conerpo su Conference e
Abate Fetel riguardanti il numero
ottimale di frutti/metro quadro di
superficie della parete produttiva; i
calibri ed i pesi medi (rilevati su
migliaia di frutti per ogni singolo
diametro); il miglioramento del calibro medio grazie al diradamento
manuale o chimico, considerandone
anche la valutazione economica;
l’entità dell’accrescimento giornaliero in grammi e in millimetri per il
raggiungimento dei calibri ottimali;
l’efficacia a breve e a medio termine
delle giberelline e del prohexadione
calcio applicati su numerose aziende
e per tre anni consecutivi ed infine i
primi dati della rete antigrandine
sull’effetto della colorazione (verde,
grigia, nera, rossa) e sulla attività
vegetativa e produttiva delle mele
Fuji. Tutte le presentazioni sono
pubblicate sul portale di Apo Conerpo. Al termine di questo incontro si
è aperta una discussione vivace ed
approfondita in particolare sulle tecniche chimiche ed agronomiche utilizzate in alcuni Paesi europei.
7
DEFINITE MODALITÀ E SCADENZE PER LE DOMANDE
Gli aiuti
per i prodotti trasformati
Luciana Bergonzoni
Responsabile Servizio Associazione Apo Conerpo
Tempi e modalità di compilazione
della Domanda Unica per la
dichiarazione delle superfici investite a pomodoro, pesche e pere da
industria.
C
ome ogni anno, entro la metà
di maggio i produttori soci di
Op hanno presentato, tramite
il proprio Centro di Assistenza Agricola, la Domanda Unica nella quale
sono dichiarate anche le superfici
investite a pomodoro, pesche (da sciroppo) e pere (William ed ibridi)
destinate alla trasformazione industriale oggetto di aiuto accoppiato a
fronte di contratti stipulati dalla Op di
cui sono soci o direttamente o attraverso la cooperativa di appartenenza.
Per quanto riguarda il pomodoro, al
momento della dichiarazione deve
essere indicata anche la tipologia di
prodotto (lungo – tondo – biologico
– pomodorino), indispensabile per
valutare se la produzione consegnata
alla industria rispetterà la resa minima
per percepire tutto l’aiuto, vale a dire il
70% della resa media regionale.
La superficie dichiarata deve essere
complessivamente pari ad almeno 0,3
ettari per ogni specie con un limite
minimo di 500 metri quadri per
appezzamento e per specie.
Sempre entro il 15 maggio il produttore poteva modificare le superfici
dichiarate nella domanda unica, sia
aumentandole che diminuendole,
senza alcun tipo di sanzione; dopo
questa data e fino al 31 maggio le
modifiche apportate (senza sanzione)
possono invece riguardare solo eventuali diminuzioni. Dal 1° al 9 giugno
in caso di modifiche o di presentazione di Domanda Unica in ritardo sono
previste sanzioni dell’1% sull’aiuto
per ogni giorno di ritardo. Entro il 30
giugno per il pomodoro ed entro il 31
luglio per le pesche e le pere l’Op deve
integrare l’elenco dei soci produttori
trasmesso all’Organismo Pagatore
Regionale attraverso gli appositi canali informatici, predisposti entro il 15
marzo per il pomodoro ed entro aprile per pesche e pere, con l’indicazione
degli ettari dichiarati da ciascun produttore nella Domanda Unica e del
quantitativo stimato di consegna che
per il pomodoro non deve essere inferiore alla resa regionale stabilita.
Il quantitativo previsto per ogni socio
deve essere correlato al quantitativo
Le rese del pomodoro in alcune regioni
Pomodoro
Pomodorino
convenzionale
Resa ton/Ha 70% resa
Resa ton/Ha
Basilicata
74,73
52,31
40,28
Emilia Romagna
61,78
43,25
33,30
Lazio
73,70
51,59
39,72
Lombardia
62,77
43,94
33,83
Toscana
71,16
49,81
38,35
Veneto
57,01
39,91
30,73
Regione
Pomodoro
Biologico
Resa ton/Ha
41,85
34,60
41,27
35,15
39,85
31,93
complessivo contrattato dalla Op con
le industrie di trasformazione.
Entro il 31 ottobre per le pesche, il 15
novembre per il pomodoro ed il 1°
dicembre per le pere, al termine delle
consegne alle industrie, l’Op deve
comunicare all’Organismo Pagatore
Regionale i quantitativi idonei alla trasformazione consegnati da ogni produttore (al netto dello scarto).
Per pesche e pere la superficie dichiarata viene riconosciuta per intero a
fronte di una consegna all’industria di
trasformazione di 25 tonnellate ad
ettaro per le pere e di 24 tonnellate ad
ettaro per le pesche; in caso di consegne inferiori la superficie che ha diritto all’aiuto verrà ridotta in modo proporzionale senza applicazione di alcuna sanzione.
Per il pomodoro la superficie ha diritto ad aiuto intero in caso di consegne
che rispettino il 70% della resa regionale stabilita, mentre se le consegne
sono inferiori la superficie viene ridotta in modo proporzionale, ma in
mancanza di accertamento di calamità naturale la diminuzione della
superficie determina una sanzione.
In caso di cause di forza maggiore o di
calamità che compromettano la produzione e la consegna del prodotto
all’industria il produttore deve recarsi
presso il proprio CAA per denunciare
l’evento, attivando quindi i controlli
degli Enti preposti, entro 48 ore. A
chiusura delle consegne per ogni calamità accertata, documentata con il verbale rilasciato dall’Ente preposto ai
controlli dall’Organismo Pagatore
Regionale e/o con perizia rilasciata da
agronomi, l’Op compilerà un’apposita
domanda controfirmata dal produttore per avviare l’istruttoria ad accertamento e convalida del danno subìto.
ATTRAVERSO I PUNTI VENDITA DISTRIBUITI SUL TERRITORIO
Agrintesa accorcia la filiera
Mauro Pazzaglia
Responsabile Comunicazione Agrintesa
Inaugurato il nuovo punto vendita
presso lo stabilimento di Castelfranco Emilia (Mo). Offre un’ampia gamma dei migliori prodotti
ortofrutticoli arricchita da altre
referenze tra cui i trasformati del
Conserve Italia ed anche i vini prodotti da Agrintesa.
Con questo salgono a 17 i punti
vendita della cooperativa faentina,
distribuiti sull’intero territorio
regionale.
C
on l’inaugurazione del nuovo
punto vendita aperto presso lo
stabilimento di Castelfranco
Emilia (Modena) salgono a 17 i negozi al dettaglio che la cooperativa
Agrintesa di Faenza può contare sull’intero territorio emiliano-romagnolo.
Decisamente ampia la gamma di
prodotti offerta in questo punto vendita, facilmente raggiungibile per tutti gli abitanti dei Comuni limitrofi
grazie anche all’ottimo collegamento
con le principali vie di accesso: oltre
ad una vasta scelta delle migliori produzioni ortofrutticole tipiche dell’Emilia Romagna, si possono trovare
anche altri prodotti eccellenti come i
trasformati del Conserve Italia, olio
di oliva, miele ed i vini, sfusi ed
imbottigliati, della cantina Agrintesa,
che in questi anni hanno saputo guadagnarsi numerosi riconoscimenti a
livello nazionale ed internazionale.
In un locale moderno e confortevole
i consumatori possono quindi compiere un piacevole percorso alla scoperta di ottimi sapori, scegliendo tra
numerose referenze, garantite dai
produttori, che abbinano un elevato
livello qualitativo ad un prezzo decisamente conveniente, in particolare
per i soci della cooperativa ai quali,
in questo come negli altri punti vendita, è applicato uno sconto del 5%.
“L’apertura di questo nuovo punto
vendita – sottolinea Gianni Amidei,
direttore di Agrintesa – è in linea
con la missione della nostra
azienda che si propone innanzitutto di affiancare i produttori
anche con iniziative di questo
genere in cui qualità, genuinità,
capacità di offrire servizi moderni
e di ‘fare sistema’ a livello di filiera
rappresentano l’espressione migliore
della nostra professionalità. Le ambizioni di Agrintesa vanno comunque
oltre: la nostra cooperativa vuole
infatti porsi come punto di riferimento sul territorio per tutti i consumatori, ai quali può proporre la
genuinità dei prodotti locali, coltivati nelle migliori aziende agricole emiliano romagnole, garantiti da un
controllo rigoroso e completo di tutte le fasi della filiera produttiva, frutto soprattutto della grande professionalità dello staff tecnico di Agrintesa
al servizio della produzione”.
L’ortofrutta che troviamo esposta sui
banchi del punto vendita proviene
principalmente da aziende agricole
dove vengono utilizzati processi produttivi certificati per quanto riguarda
l’applicazione in campo di buone
pratiche agricole rispettando scrupolosamente i disciplinari di produzione integrata.
Sotto il profilo merceologico, Agrin-
tesa oggi è in grado di offrire ai consumatori un’ampia gamma di prodotti, che spaziano dalle ciliegie e
susine di Vignola alle fragole di Cesena, dalle Pesche e Nettarine romagnole ai kiwi e kaki di Faenza, dalle
lattughe della riviera alle pere emiliane.
L’offerta proposta è poi completata
per quanto riguarda gli ortofrutticoli
non coltivabili nel nostro territorio o
provenienti in contro stagione da
prodotti qualificati e verificati secondo quanto previsto dal Sistema di
Qualità aziendale.
Attualmente, la piccola catena di
negozi di Agrintesa sviluppa complessivamente un fatturato superiore
ai 10 milioni di Euro con una gestione economica costantemente monitorata e verificata che consente le
migliori sinergie con la gestione
complessiva della cooperativa.
“Offrire ai consumatori un servizio
in grado di valorizzare le produzioni
locali, nazionali, tipiche di un territorio in cui l’agricoltura ha rivestito e
ricopre tutt’ora un ruolo tanto
importante – conclude Raffaele Drei,
presidente di Agrintesa – è una missione che evidenzia anche il forte
impatto sociale della nostra azienda
nella realtà emiliano romagnola, un
ruolo proprio del movimento cooperativo di cui ci sentiamo una delle
principali espressioni”.
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INIZIATA LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO PUGLIESE
Al via la campagna
delle ciliegie
Augusto Renella
Responsabile Marketing Naturitalia
La produzione si mostra sostanzialmente stazionaria sui livelli del
2008. Decisamente positivo il livello
qualitativo dei frutti.
Il 30% della produzione di Naturitalia è indirizzato all’esportazione.
Il cestino da 250 grammi è la confezione più richiesta.
L
a ciliegia rappresenta un prodotto decisamente importante nell’ampia gamma di Naturitalia,
un sistema di aziende leader nella coltivazione dell’ortofrutta, concentrate
nelle aree più vocate del paese, che utilizzano le moderne tecniche della
produzione integrata e dell’agricoltura
biologica.
La commercializzazione delle prime
quantità di questo frutto è iniziata nel
mese di maggio ed ha interessato il
prodotto proveniente dal Sud Italia, per l’esattezza dalla Puglia.
Successivamente, la campagna
proseguirà con la produzione
emiliano-romagnola, che sarà collocata sul mercato nei mesi di giugno e luglio.
Le prime varietà commercializzate
sono Bigarreaux, Durone Nero e Ferrovia, che assieme a Giorgia, Lapins e
Sweet Heart sono le cultivar più diffuse del panorama italiano.
Un buon livello qualitativo
Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, secondo le previsioni attuali la
produzione 2009 di Naturitalia
dovrebbe attestarsi sulle 6.000 tonnellate circa, mantenendosi quindi
sostanzialmente in linea con i livelli
dell’anno scorso. Decisamente soddi-
Il kiwi giallo alla conquista
del mercato asiatico
positivo il bilancio delle promozioni sul kiwi a polpa gialla Jingold
realizzate a Taiwan dal Consorzio Kiwigold con il coinvolgimento del
dettaglio tradizionale e di alcune importanti catene commerciali come
Wellcome e Jasons. “Gli incoraggianti successi che stiamo ottenendo a Taiwan – sottolinea Alessandro Fornari, direttore del Consorzio Kiwigold di Cesena, titolare a livello mondiale del diritto di produzione e distribuzione di questo frutto – sono il risultato del programma di espansione delle vendite di
kiwi Jingold sui mercati del sud-est asiatico
avviato circa un anno fa attraverso la proficua collaborazione con alcuni qualificati
importatori e distributori locali”.
La produzione italiana di Jingold, commercializzata in esclusiva da Naturitalia, dovrebbe attestarsi quest’anno sulle 4.000 tonnellate, facendo registrare un netto incremento rispetto al 2008 ed al 2007.
È
10
sfacente appare il livello qualitativo
dei frutti.
Grazie a queste buone caratteristiche
organolettiche la produzione di Naturitalia dovrebbe trovare buon collocamento sia sul mercato italiano, che su
quelli esteri. La percentuale di ciliegie
destinate all’esportazione dalla business unit di Apo Conerpo si attesta
mediamente sul 30% ed interessa le
varietà Ferrovia e Durone; i principali
paesi stranieri riforniti sono l’Austria e
la Germania.
In base ai diversi mercati di destinazione per raffreddare i frutti vengono
utilizzate tecniche differenti; quelle
maggiormente usate negli impianti di
Naturitalia sono il raffreddamento ad
aria ed il lavaggio del prodotto in idrocooling con acqua ionizzata. Anche
per quanto riguarda gli imballaggi,
l’offerta cambia a seconda dei mercati
riforniti; in generale comunque la
confezione più richiesta è il cestino da
250 grammi con fondo antiurto per
preservare la qualità dei singoli frutti.
La strategia di marketing seguita da
Naturitalia per valorizzare al massimo
la produzione di ciliegie si basa sulla
segmentazione dell’offerta e punta
sulla comunicazione dell’origine italiana e della sicurezza alimentare
garantita da questi frutti: caratteristiche estremamente importanti e sempre più apprezzate dai consumatori
moderni.
AL CENTRO DELL’ASSEMBLEA DI FEDAGRI/CONFCOOPERATIVE
I nuovi orientamenti
dei consumi di ortofrutta
Mario Parisi
Centro Stampa
Le famiglie italiane spendono complessivamente 10 milioni di euro
per frutta e verdura: è quanto emerge dalla ricerca Nielsen commissionata da Fedagri/Confcooperative
secondo la quale inoltre diminuiscono i consumi fuori casa di prodotti alimentari. Boom dei prodotti
salutistici e già pronti.
L
a crisi cambia le abitudini dei
consumatori, che fanno sempre
più attenzione a quello che comprano e rendono la spesa “scientifica”:
lo rivela una ricerca Nielsen sui comportamenti e le abitudini di acquisto,
commissionata da Fedagri-Confcooperative, secondo la quale gli italiani
cercano soprattutto promozioni sui
prodotti alimentari acquistati abitualmente e in alternativa si indirizzano
verso prodotti di marche più economiche, tendendo a cambiare punto
vendita alla ricerca di un miglior rapporto-qualità prezzo. Lo studio è stato
presentato nel corso dell’Assemblea
nazionale delle cooperative ortofrutticole di Fedagri, incentrata sul tema
“Tendenze dei mercati ortofrutticoli
e nuovi orientamenti di consumo:
quali strategie della cooperazione
per rispondere alla crisi”, svoltasi
presso il Castello di Lagnasco
(Cuneo).
I comportamenti dei consumatori delineati dalla ricerca emergono da alcuni
indicatori quali l’aumento dei prodotti
alimentari a “marca privata” (quelli
delle insegne dei supermercati), il cui
trend è cresciuto (+26%), e la crescente
preferenza accordata al discount, che
pur non essendo il canale preferito
dagli italiani (8,6% contro il 67% di
supermercati e ipermercati), ha regi-
strato un trend
positivo nel 2008
con un aumento
del 16%.
Gli italiani tendono a rinunciare alla colazione
al bar e a consumare meno pasti
fuori casa: lo rileva il paniere degli
alimentari maggiormente acquistati nel 2008, in
cui gli unici prodotti in crescita risultano essere gli alimenti per la prima colazione (confetture, burro, miele, fette biscottate)
insieme ai prodotti ad alto contenuto
di servizio (primi piatti già pronti, surgelati, salse e condimenti pronti, ecc.).
In crescita anche l’acquisto di prodotti legati alla sfera salutistica e al benessere (prodotti light, integrali, probiotici, ad alta digeribilità, arricchiti di
omega 3, ecc.).
E la frutta e verdura, parte integrante
del regime alimentare della dieta
mediterranea?
Per fortuna non sono scomparse dalle
nostre tavole. L’indagine Nielsen ha
rilevato che le famiglie italiane spendono complessivamente 10 miliardi di
euro per acquistare prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati (bevande,
passate, surgelati, ortaggi in scatola,
ecc). In particolare, la frutta fresca è al
terzo posto nella classifica dei prodotti
più consumati dagli italiani (3.959
milioni di euro), dopo carne e formaggi e si caratterizza anche per una
elevata ripetizione d’acquisto (è acquistata mediamente ogni settimana).
Se è vero che oltre il 60% della frutta e
verdura viene acquistata nel canale
moderno (supermercati e ipermercati), resta importante il canale tradizionale, il mercato rionale, al quale si
rivolgono la metà delle famiglie italiane e che è frequentato mediamente
una volta al mese, al quale si sta
aggiungendo il canale diretto, ossia
l’acquisto direttamente dal produttore, che rimane comunque un fenomeno di nicchia (vale l’1%, con 4 atti di
acquisto annuali).
Come cogliere le opportunità connesse ai nuovi comportamenti di consumo delle famiglie? “Occorre puntare –
commenta Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di
Fedagri-Confcooperative – sulla distintività dei prodotti freschi e trasformati
e sulla forza dei nostri brand, che sono
patrimonio dell’agroalimentare italiano. Bisogna anche crescere in termini
di recupero dei prezzi all’interno della
catena del valore e proseguire sulla
strada del rapporto con il territorio,
punto di forza del modello imprenditoriale cooperativo: le oltre 500 cooperative nostre aderenti lavorano quasi
esclusivamente (86%) il prodotto conferito dai propri soci, fatturando 4.600
milioni di euro”.
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SI BASERÀ SEMPRE PIÙ SU METODI ECOCOMPATIBILI
L’evoluzione della difesa
dalle avversità
Giampiero Reggidori
Ufficio Produzioni Agricole Apo Conerpo
e tecnologie innovative ed è definita
comunque Buona Pratica Agricola da
Direttive e Regolamenti Ce. Non è
ancora governata da appositi processi
applicativi che regolamentano solo
alcuni aspetti quali l’aumento delle
rese produttive e la qualità dei prodotti. Complessivamente, a livello europeo, questa tecnica interessa una quota pari a circa il 25% dell’intera superficie coltivata e mostra una costante
l settore della difesa delle colture
diminuzione.
sta attraversando una fase nella
2. Produzione Integrata: in futuro verquale è necessario riflettere sulla
rà definita in altro modo, per facilitardirezione che si intende seguire alla
ne la comprensione a tutti i livelli delluce della crescente importanza dei
la filiera, con termini come Agricoltura
processi di coltivazione a basso impatSostenibile o Produzione Sostenibile.
to ambientale, sicuri per gli operatori
Governata da Disciplinari Tecnici spenonché per i consumatori, applicati
cifici per ogni coltura, prevede l’impiealle singole colture all’interno delle
go di processi tecnologici a basso
diverse aziende agricole.
impatto ambientale, sicuri per operaLa riflessione deve partire necessariatori e consumatori. Offre inoltre garanmente dalla segmentazione delle
zie documentate, rintracciabili fin daldiverse tecniche di produzione, che
l’origine intesa come paese di coltivaper semplificazione possono essere
zione. È diffusa in molte regioni d’Eusostanzialmente così suddivise:
ropa, le più avanzate, dove si adottano
1. Produzione Convenzionale: prevegià modelli in grado di valutare il
de un ampio inserimento di tecniche
bilancio energetico (immissioni ed
emissioni, misurate tramite il
bilancio del carbonio) dei processi e delle tecnologie applicate.
È un metodo che
genera prodotti
con una vera carta d’identità e
guida la classifica
delle tre tecniche
produttive con
una quota che in
alcune aree geografiche e per cerTrappola sessuale per il monitoraggio degli insetti.
te specie raggiunUn settore in continua evoluzione
richiede anche un aggiornamento
sul piano organizzativo per valorizzare tutti gli attori della filiera, dai
produttori ai tecnici, dai ricercatori
e sperimentatori alle imprese coinvolte a vario titolo, ognuno nel ruolo imparziale di supporto o di fornitore di mezzi tecnici e/o servizi.
I
12
ge anche il 70% del totale. Dovrà
aumentare sempre di più erodendo
quote al primo segmento.
3. Agricoltura Organica (comunemente chiamata Agricoltura Biologica):
disciplinata da Regolamento Ce e realizzata senza mezzi di coltivazione o
tecnologie derivate dalla chimica di
sintesi. Rappresenta una percentuale
pari al 5% del totale, che in molte colture cerealicole e nella vite è anche nettamente superiore.
Nelle nostre riflessioni considereremo
anche la sicurezza alimentare, un
obiettivo importante che coinvolge
l’intera filiera, dall’editore di una nuova varietà o prodotto alimentare al
vivaista, dal coltivatore al consumatore finale.
Vediamo ora i punti sui quali poggiano i processi e le tecnologie applicate,
tra l’altro già più volte ribaditi in altri
articoli:
• sicurezza alimentare e sanità degli
alimenti, anche sul piano dietetico;
• processi di coltivazione e tecnologie
a basso impatto ambientale;
• qualità alimentare dei prodotti;
• rintracciabilità (e tracciabilità), compresa l’origine intesa come paese di
coltivazione della materia prima;
• garanzie reali e sostanziali, fra le tante offerte al consumatore.
Entrando nel vivo dei processi di coltivazione a basso impatto ambientale
con la riflessione sulla difesa delle
piante, occorre ricordare che oggi, e
probabilmente ancora per lungo tempo anche in futuro, i campi coltivati
sono e saranno aggrediti da insetti,
acari, funghi, batteri avversi alla pianta, contro i quali è necessario l’ausilio
dei fitofarmaci per evitare eccessive
perdite quantitative di prodotto e/o
elevati problemi qualitativi. Fitofar-
maci (chiamati anche agrofarmaci)
che a volte sembrano rappresentare
l’unico problema per la sicurezza alimentare per buona parte della distribuzione moderna, anche quando i
residui di queste sostanze sui prodotti
si attestano quantitativamente su
livelli inferiori alla norma.
Tranne alcuni rari casi, si sta registrando un vero e proprio attacco su questo
tema con approccio casuale e libertà
di interpretazione che hanno poco di
scientifico e non rispondono realmente alle esigenze di sicurezza alimentare. Un atteggiamento che tra
l’altro rischia di mettere a repentaglio
i grandi sforzi compiuti fino ad oggi
proprio per garantire una maggior
sicurezza alimentare e tutela ambientale. A nulla vale sottolineare che la
legislazione in materia vigente in
Europa, ma anche in molti altri paesi
del mondo, le modalità di immissione in commercio e d’impiego dei fitofarmaci e i limiti di residui ammessi
sulle derrate alimentari sono basati su
parametri che offrono ampie garanzie
per la salute del consumatore. Tra l’altro non potrebbe essere diversamente
dal momento che la stessa norma
definisce apposite soglie di accesso
all’impiego. E se queste soglie non
garantissero la salute del consumatore
(e degli operatori) forse varrebbe la
pena di rimettere comunque in discussione le norme vigenti in materia
invece di costruire ulteriori modelli di
fantasia e personalizzati con il rischio
di segmentare fortemente un settore,
quello della sicurezza alimentare, che
invece è un diritto per tutti.
La nuova regolamentazione comunitaria sull’immissione in commercio e
sull’uso dei fitofarmaci che sostituirà la
Direttiva 414/91 utilizzata fino ad oggi
innalza sensibilmente le soglie di sicurezza per la registrazione, il commercio e l’impiego di questi prodotti.
La revisione di quelli attualmente utilizzati, in corso da anni e già prevista
nel tempo dalla Direttiva 414/91, ne
ha eliminati circa il 65% (compresi
quelli vecchi e obsoleti) e non è ancora terminata. I prodotti nuovi, e quelli
vecchi che supereranno la revisione,
saranno ancor più sicuri per l’uomo e
gli animali in genere, per l’ambiente,
più specifici come bersaglio e modalità d’azione, quindi globalmente più
sicuri. La Direttiva CE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, che accompagnerà
il nuovo Regolamento per la registrazione all’impiego dei fitofarmaci con
misure cautelative sulla manipolazione e sulle modalità di gestione/impiego aumenterà ulteriormente
la sicurezza dei prodotti autorizzati. Il
tema dei residui, tra l’altro disciplinati
a livello europeo con norme sul Residuo Massimo Ammesso (RMA), dovrà
sempre più essere al centro del confronto anche con i paesi extraeuropei
in virtù della comune garanzia di sicurezza da offrire a tutti i consumatori.
Occorre poi ricordare che i fitofarmaci
13
si utilizzano per difendere le piante
coltivate dalle avversità che minacciano la produzione dal punto di vista
della quantità e della qualità e spesso
la stessa vita della pianta. È innegabile
che la difesa delle piante non è più
solo quella che si realizza con fitofarmaci di sintesi, ma un insieme di operazioni, mezzi tecnologici diversi,
metodi alternativi alla chimica di sintesi; ne consegue che i fitofarmaci ricopriranno un ruolo diverso dal passato
e saranno uno degli strumenti di difesa, ma non l’unico. La difesa è e sarà
sempre di più quella definita Difesa
Integrata (o sostenibile), inserita nel
contesto più ampio della Produzione
Integrata. E forse, per essere più facilmente comunicata e compresa, dovrà
chiamarsi Produzione o Agricoltura
Sostenibile. In futuro prevarrà sempre
più una linea di difesa impostata sui
seguenti punti fondamentali:
• Maggiore conoscenza della biologia
dei patogeni, anche perché da diversi
anni questa parte di ricerca è stata un
po’ tralasciata a favore dello studio dei
diversi punti critici dei fitofarmaci dal
punto di vista tossicologico ed
ambientale.
• Specifico posizionamento dei fitofarmaci in relazione alla biologia del
patogeno, anche perché aumenterà la
specificità d’azione dei primi.
• Maggior sfruttamento e perseguimento delle condizioni di crescita dei
parassiti e dei predatori (insetti utili)
nell’ambiente di coltivazione.
• Inserimento di soglie di intervento
più precise e verificate per alcune
avversità chiave.
• Miglior posizionamento della difesa
con l’aiuto di modelli previsionali e di
monitoraggi settimanali in aziende di
riferimento. Senza trascurare l’ausilio
delle trappole sessuali per il monitoraggio di diverse specie fitofaghe.
• Maggior inserimento di mezzi di
difesa alternativi ai fitofarmaci derivati dalla chimica di sintesi, come la
confusione e il disorientamento sessuale, le catture massali, fitofarmaci
ottenuti dallo studio delle sostanze
naturali e/o da antagonisti presenti in
natura come il Bacillus Thuringiensis
(ormai affermato) e il carpovirusine
(in via di affermazione).
Tutti questi elementi richiedono una
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assistenza tecnica professionale organizzata anche in relazione alle modalità di visita aziendale svincolata dall’esigenza di recuperare il costo del
servizio dalla vendita dei fitofarmaci.
Un’ottima linea tecnica di difesa deve
essere definita anche in base alle valutazioni economiche che comporta.
Aggiungiamo che questo aspetto,
insieme a quello dell’approvvigionamento del fitofarmaco stesso, diventa
sempre più importante perché le
società produttrici di fitofarmaci non
realizzano più una produzione di
massa con lunghi stoccaggi che comportano alti costi finanziari. Le aziende infatti stanno sempre più producendo in relazione a previsioni precise
e hanno esigenza di incassare rapidamente. Questo nuovo fenomeno,
apparentemente solo commerciale,
dimostra però che la linea tecnica di
riferimento (difesa integrata) deve
essere aggiornata annualmente in
anticipo rispetto all’inizio della fase di
coltivazione, anche per dar modo a
chi è organizzato sul versante di
garantire buone condizioni di acquisto del mezzo di produzione per l’agricoltore di posizionare la trattativa
commerciale di approvvigionamento
dei fitofarmaci su quelli che realmente saranno impiegati nella fase attiva
di coltivazione. La cosiddetta “trattativa al buio” ha fatto ormai il suo tempo se vogliamo garantire un costo ad
ettaro per la difesa il più basso possibile compatibilmente con i mezzi
scelti e disponibili.
A questo punto della riflessione c’è un
altro elemento critico da valutare. Dal
punto di vista del mondo organizzato
della produzione il rapporto degli
agricoltori con le aziende produttrici
di fitofarmaci sta prendendo una
“strana piega” che riteniamo non contribuirà ad agevolare l’attività dei frutticoltori. Abbiamo sempre sostenuto
che il ruolo principale delle società di
fitofarmaci è ricercare continuamente
nuove soluzioni da applicare al settore della difesa dalle avversità delle
piante coltivate, avendo come base un
continuo rapporto con agricoltori e
tecnici per comprendere sempre
meglio le esigenze del comparto,
soprattutto per la messa a punto ottimale delle dinamiche d’impiego e l’ef-
ficacia di vecchi e nuovi fitofarmaci.
Tutto ciò unito alla necessità di ricercare nuove molecole caratterizzate da
bassa tossicologia e minimo impatto
ambientale. Questi aspetti tecnicosperimentali risultano sempre meno
importanti come compito chiave delle società produttrici (spesso delegato
ad esterni) a favore di maggior attività
di lobby nei confronti dei decisori delle linee di base della Difesa Integrata o
addirittura per costruire proprie linee
di sicurezza alimentare da proporre
agli agricoltori e alla moderna distribuzione al consumo.
Abbiamo la triste sensazione che questo continuo by pass dei produttori
agricoli e dei tecnici, che ricevono da
tutte le parti “comandi precisi” sul cosa
fare e come muoversi, non potrà portare lontano, soprattutto nel momento dell’assunzione delle responsabilità
verso l’agricoltore per il risultato di una
pratica agricola importante come la
difesa delle piante coltivate. Ci sembra
che tutti siano pronti a dare consigli o
anche ordini con finalità un po’ scollegate fra loro e con obiettivi di parte, ma
pochi poi si prendano la responsabilità in caso di errori. Un sistema di filiera che si rispetti concede a ciascun attore di ogni fase l’onore della professionalità derivante dal suo mestiere e dai
compiti assegnati, comprese le conseguenti responsabilità. Altrimenti si
finisce per sovrapporre i ruoli o, ancora peggio, si corre il rischio che qualche soggetto voglia svolgere il ruolo di
altri senza essere “sul campo” a condividerne le responsabilità. In un
momento in cui è necessario semplificare le cose “difficili” e rivalutare la
professionalità di ogni attore della
filiera è importante riflettere anche su
questi aspetti. Non intendiamo certamente rinnegare molti dei percorsi
positivi compiuti fino ad oggi, soprattutto in relazione all’evoluzione della
Produzione Integrata, però siamo arrivati ad uno di quei traguardi intermedi nei quali occorre rifare il punto della situazione, soprattutto sulle questioni di metodo e di organizzazione; in
particolare in relazione a ruoli e compiti da svolgere nella materia in gioco.
Nel prossimo numero approfondiremo questa tematica.
(Fine prima parte)
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IMP. MAGGIO x intern..