VENETO
L’evoluzione delle competenze
infermieristiche:
un valore aggiunto
al sistema salute
Belluno 23 ottobre 2015
Luigino Schiavon
Presidente Coordinamento Regionale Collegi Infermieri (IPASVI) del Veneto
VENETO
“Evoluzione delle competenze infermieristiche” documento approvato dal C.C. della FNC IPASVI del n.79/2015
approfondimento delle competenze cliniche
VENETO
Infermiere con
perfezionamento clinico (livello b)
Si riferisce a un infermiere che ha
seguito un corso di perfezionamento
universitario che lo ha messo in grado
di perfezionare le sue competenze
“core” applicate a un'area tecnico
operativa molto specifica (esempio:
gestione accessi venosi)
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approfondimento delle competenze cliniche
VENETO
Infermiere esperto clinico con master (livello c)
Si riferisce a un infermiere che si è formato con
un master universitario di primo livello che lo ha
messo in grado di approfondire le sue
competenze declinandole in un settore particolare
dell’assistenza infermieristica. È l'infermiere
esperto di parti di processo assistenziale o di
peculiari pratiche assistenziali settoriali (ad
esempio: anestesia/analgesia, strumentazione
e tecnica chirurgica, dialisi,
endoscopia,enterostomia, wound care ecc.)
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approfondimento delle competenze cliniche
VENETO
Infermiere specialista clinico con laurea
magistrale (livello d)
Si riferisce a un infermiere che si è formato con
laurea magistrale in Scienze Infermieristiche con
orientamento in una delle aree previste
dall’accordo Stato Regioni (area cure primarie servizi territoriali/distrettuali; area intensiva e
dell’emergenza/urgenza; area medica; area
chirurgica; area neonatalogica/pediatrica;
area salute mentale e dipendenze). È
l'infermiere specialista clinico in grado di
orientare, governare (impostare, supervisionare,
monitorizzare, valutare) sia i processi
assistenziali tipici di una certa area clinica e
presenti in qualsiasi struttura (dalla più piccola
alla più complessa, dalla più generalista alla più
specializzata), sia le competenze professionali
necessarie per realizzarli.
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espansione delle competenze gestionali
VENETO
Infermiere con
perfezionamento gestionale
(livello b)
Si riferisce a un infermiere che
ha seguito un corso di
perfezionamento universitario
che lo ha messo in grado di
perfezionare le sue capacità in
relazione a specifiche funzioni
organizzative (esempio: bed
management, discarge
management, ecc.).
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espansione delle competenze gestionali
VENETO
Infermiere coordinatore con
master (livello c)
Si riferisce a un infermiere che
si è formato con un master
universitario di primo livello che
lo ha messo in grado di
acquisire conoscenze e
capacità di governo dei processi
organizzativi e di risorse in unità
organizzative.
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espansione delle competenze gestionali
VENETO
Infermiere dirigente con laurea
magistrale (livello d)
Si riferisce a un infermiere che si è
formato con laurea magistrale in
Scienze Infermieristiche e Ostetriche
a indirizzo gestionale/formativo che
lo ha messo in grado di assumere
responsabilità di governo di
processi organizzativi e di risorse
presso strutture e servizi sanitari di
vario livello (dipartimento, area,
piattaforma, presidio, distretto)
nonché presso corsi di laurea e settori
formativi aziendali.
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espansione delle competenze gestionali
VENETO
Regione Veneto
Fondazione Scuola di Sanità
Pubblica
“percorso formativo
per Responsabili
Centrale Operativa
Territoriale o della
Continuità”
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espansione delle competenze gestionali
VENETO
Regione Veneto
Fondazione Scuola di Sanità
Pubblica
“percorso formativo
per coordinatori con
posizioni
organizzative”
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approfondimento delle competenze cliniche
VENETO
Veneto: nasce l'infermiere Care manager
08/09/2015 - La Regione Veneto ha avviato al percorso
formativo per infermieri “Care manager”: dal prossimo
ottobre partirà la formazione al termine della quale
riceveranno un certificato:”.. attestante le
competenze distintive acquisite”. La delibera e i suoi
allegati
La Regione Vento ha avviato al percorso formativo per
infermieri “Care manager”. La decisione arriva con la
delibera 1097 del 18 agosto e dal prossimo ottobre
partirà la formazione per circa 40 infermiere e infermieri
al termine del quale riceveranno un certificato:”..
attestante le competenze distintive acquisite”.
Tra le motivazioni della scelta c'è la necessità ”del
superamento del frazionamento nell'organizzazione
assistenziale, la revisione dei ruoli, competenze e
sfere di responsabilità dei professionisti e
l'abbandono della logica gerarchica per perseguire
una logica di governance reponsabile...”.
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approfondimento delle competenze cliniche
VENETO
Veneto: case manager
Ospedali di comunità
Unità Riabilitativa Territoriale
Research
U.K.
VENETO
VENETO
VENETO
Band 9
da 77.850 a 98.453 £
Band 8
da 39.239 a 81.618 £
Band 7
da 30.764 a 40.558 £
Band 6
da 25.783 a 34.530 £
Band 5
da 25.783 a 34.530 £
Education
U.K.
VENETO
rivedere i modelli erogativi
VENETO
l'Ocse ha, da una parte,
confermato che il SSN
italiano garantisce buone
performance a fronte di una
spesa contenuta, e, dall'altra,
ha invitato il nostro Paese a
rivedere i modelli erogativi
e i luoghi dell'offerta
sanitaria, stante l'oggettiva
modificazione dei bisogni di
salute e della domanda di
servizi conseguenti
all'aumento delle patologie
cronico degenerative,
a l l ' in v e c c h i a me n to d e l l a
popolazione e alle molteplici
forme di fragilità.
Frammentazione specialistica
VS
intensità di cura –complessiatà
assistenziale
logica gerarchica
VS
una logica di governance
reponsabile
rivedere i luoghi
dell'offerta sanitaria
Ospedali
Strutture intermedie
MGI
Verso l’ambulatorio
infermieristico di prossimità
Centri Servizi
VENETO
Revisione degli
standands
Assistenziali
nei centri servizi
VENETO
Il riconoscimento
delle
Competenze
infermieristiche
Può facilitare la
governance delle
Liste d’attesa:
•Codificazione dei
flussi
•Individuazione
ambiti d’intervento
VENETO
© World Health
Organization 2015
(acting as the host
organization for, and
secretariat of, the
European Observatory
on Health Systems and
Policies).
An innovation agenda for the future of primary care
Derived from the challenges that the health sector is currently facing and taking
into account what primary care has – potentially – to offer in response to the
challenges, a number of specific themes can be identified for primary care in
the future, including:
• development of chains of care managed by evidence-based protocols and
guidelines, developed by GPs;
• integration of services, between primary and secondary care and with
public health;
• integration between the health sector and social services, in particular
related to home care (the urgency of this point was recently stressed in a
European study on home care (Genet et al., 2012);
• systematic approaches to population-based prevention and health
education should be integrated in primary care service routines. This
requires better information systems and the application of new technology
to support self-monitoring;
• new skill-mixes, in particular new roles for nurses in primary care;
• a new role for patients, shared decision-making and patient empowerment
are ingredients to make care for chronically ill people and prevention
more effective;
• responsibility for individual episodic patient care should be extended to
include the promotion of health and welfare of a community.
Elements of diversity: three types
Diversities among European primary care systems are related to the specific
cultural and historical backgrounds of each nation, which have had a notable
influence on the design of their health care systems. The diversity among the
European systems can be captured by a classification in which the following
three types of primary care organization are distinguished (Bourgueil, Marek
& Mousques, 2009):
• In the public hierarchical normative model primary care has a central
place in the health care system, and is run by the state rather than by
professionals. These systems rely on voluntary coverage mechanisms of the
territory by health care facilities, governed by decentralized authorities,
for example regions, and which consist of multidisciplinary teams with
usually salaried GPs. Examples are Finland, Lithuania, Portugal, Spain
and Sweden.
• In the professional hierarchical gatekeeper model GPs are the cornerstone
and usually in a gatekeeping role. The regulation of accessibility to
professionals is less strict than in the previous model. Primary care
professionals are also often accountable for the management of resources
used for health care
In the free professional non-hierarchical model health professionals
try to organize primary care delivery independently, at least without
strong regulation from the state or health insurance fund. The model
has put emphasis on patients’ and professionals’ freedom, meaning
the absence of a list system or gatekeeping and professionals having a
self-employed status. Primary care professionals work alongside each
other, in “silos”, rather than in a cooperation. Many specialists are also
considered as primary care professionals and the academic status of
general practice is quite low. Examples are Austria, Belgium, France,
Germany and Switzerland.
Not all countries clearly fit into
this classification: for example,
Italy is at the borders between
the first two models, with a
decentralization of health care
responsibilities, strong
willingness to organize
primary care at a regional
level with advanced primary
care management strategies,
but with self-employed
practitioners paid mainly by
capitation, a low academic
level for general practice
and no nurse practitioners.
Non tutti i Paesi rientrano
chiaramente in questa
classificazione. Per esempio
l’Italia è al confine tra i primi
due modelli, con un
decentramento della
responsabilità delle cure
sanitarie, forte volontà di
organizzare l’assistenza
primaria a livello regionale con
strategie avanzate di gestione
delle cure primarie, ma con
professionisti autonomi
(MMG/PLS ndr) pagati
principalmente con quota
capitaria, un livello accademico
basso per la medicina generale
e operatori non infermieri
(badanti ndr).
VENETO
È sufficiente la revisione
dei modelli organizzativi
senza la rimodulazione
dei modelli professionali?
In netta controtendenza, il personale addetto agli ospedali ha continuato a
crescere in quasi tutti i paesi considerati. Conseguentemente, la quantità di
personale in rapporto alla capacità ricettiva degli ospedali è notevolmente
aumentata, da 1,8 occupati per posto letto a 2,3 nella media dei paesi OCSE e
da 1,8 a 3,1 in Italia, dove risulta particolarmente elevata anche la quota di
medici sul totale degli occupati. La relativa abbondanza di medici in Italia si
ritrova anche nei dati sulla componente medica del personale ospedaliero: a
fronte del 18 per cento in Italia, si registrano valori inferiori al 16 per cento
in Spagna e Germania e pari al 7,4 in Francia e in Inghilterra. Questa
peculiarità appare particolarmente pronunciata nelle strutture ospedaliere di
minore dimensione; in particolare, mentre negli ospedali tedeschi e
francesi la quota di personale medico cresce al crescere della
dimensione, coerentemente con il presumibile incremento della complessità
dei casi trattati, in Italia tale relazione è sostanzialmente assente. Sempre nel
confronto internazionale, l’Italia appare invece meno dotata di personale
infermieristico.
…
È interessante notare che il maggior costo medio per ricovero rilevato per
l’Italia è quasi interamente dovuto agli ospedali di minore dimensione.
Anche alla luce di questa evidenza, i differenziali di costo potrebbero essere
attribuiti alla funzione di “supplenza” delle carenze che l’Italia evidenzia
nell’assistenza domiciliare svolta da strutture di dimensioni ridotte,
caratterizzate da costi fissi propri della funzione ospedaliera e con un’elevata
incidenza della componente medica all’interno del personale.
* Banca d’Italia, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria .
Comprehensive Discharge Planning With Postdischarge Support for
Older Patients With Congestive Heart Failure
A Meta-analysis
Christopher O. et al. JAMA. 2004
Garantire la sostenibilità
VENETO
•
•
•
•
•
Cronicità
Fragilità fisica e psichica
Continuità -jet lag alle dimissioniOlismo assistenziale
Gestione professionalizzata del
paziente
VEEZIA
VENETO
Intervenire sui bisogni emergenti ed
attuali attivando una forte
cooperazione per garantire
sostenibilità senza diminuire equità,
efficacia, efficienza ed appropiatezza
VENETO
Il paradigma:
Multiprofessionalità
Ovvero
Competenza/
Responsabilità
VENETO
VENETO
VENETO
OCSE – “Revisione sulla qualità
dell’assistenza sanitaria in Italia”
• L’Italia deve confrontarsi con un crescente invecchiamento della
popolazione ed un aumentato carico delle patologie croniche,
che probabilmente si tradurranno in aumentati costi dell’assistenza
ed ulteriore pressione sul settore delle cure primarie;
• attualmente il progresso verso un modello di sistema sanitario
in cui la prevenzione e la gestione di tali patologie siano in
primo piano è piuttosto lento; i servizi per l’assistenza di
comunità, a lungo termine e di prevenzione sono
poco sviluppati rispetto agli altri Paesi OCSE (l’Italia
spende meno di un decimo di quanto spendono
Olanda e Germania per la prevenzione; presenta la
più bassa percentuale di operatori per l’assistenza a
lungo termine osservabile nei Paesi dell’OCSE, in
rapporto alla popolazione con 65 anni di età e oltre).
VENETO
OCSE – “Revisione sulla qualità
dell’assistenza sanitaria in Italia”
• Il sistema sanitario italiano è stato tradizionalmente
caratterizzato da un alto livello di frammentazione e
mancanza di coordinamento dell’assistenza erogata
dai diversi professionisti.
• Il coordinamento delle cure e l’integrazione tra
assistenza sanitaria e sociale sono caratterizzati da
una bassa e disomogenea diffusione sul territorio
nazionale.
• Preoccupa l’osservazione che la spesa sanitaria
nelle ASL appare ancora predominantemente diretta
a tipi tradizionali di servizi di cure primarie, quali
medici individuali, con una piccola spesa allocata a
servizi per pazienti fragili o quelli con condizioni croniche.
VENETO
OCSE – “Revisione sulla qualità
dell’assistenza sanitaria in Italia”
2. Migliorare la qualità dei servizi di cure primarie ed assistenza
territoriale:
• Migliorando il ruolo svolto dagli erogatori di cure
primarie nella prevenzione primaria e
secondaria. Rappresentano possibili opzioni da
considerare lo sviluppo di programmi formativi in
materia di prevenzione e diagnosi precoce
attraverso programmi di Educazione Continua in
Medicina (ECM), e investire maggiormente
nella forza lavoro infermieristica.
VENETO
Il futuro
•Servizi di prossimità
•Ospedali di comunità
•Unità riabilitative
territoriali
VENETO
grazie
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