Sezione Meteo del
36° Stormo
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a cura del Magg. Villasmunta
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Un recentissimo studio effettuato dal
ST.Serini su incarico del Capo Sezione, ha
evidenziato che non sempre le previsioni
di precipitazioni nevose emesse
dall’Ufficio Meteo sono state coronate da
successo.
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Percentuale di successo di eventi previsti (in
verde) nel periodo 1996-2002 (semestre freddo)
40%
60%
non osservati
osservati
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Percentuale di eventi osservati previsti (verde)
e non previsti (rosso) nel periodo 1996-2002
40%
60%
previsti
non previsti
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E’ emersa pertanto la necessità
di migliorare il prodotto
prognostico, anche in relazione
alle conseguenze
sull’operatività che una
previsione errata può produrre.
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Allo scopo di incrementare la
qualità delle previsioni delle
precipitazioni nevose, si è
costituito un gruppo di lavoro
composto da MA.Villasmunta,
ST.Serini, ST.Pariti e M1
Redavid allo scopo di
individuare le migliori
tecniche di previsione oggi
disponibili.
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In questa presentazione
verranno esposte le
considerazioni generali di
carattere termoigrometrico
in relazione alla bassa
troposfera ed in
particolare, allo strato
limite planetario …
… inoltre, verrà presentato
un software sperimentale
elaborato dalla Sezione
Meteo per facilitare l’esame
dei fattori favorevoli alle
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precipitazioni nevose.
Nessun metodo può essere
applicato isolatamente.
Le migliori previsioni si
ottengono considerando tutte le
informazioni a disposizione.
• Esperienza
• Conoscenza dello stato dell’atmosfera
• Climatologia locale
• Modelli numerici
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Il tipo di precipitazione che
raggiunge il suolo in situazioni al
limite dipende essenzialmente da
due condizioni.
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1) Deve esserci uno strato con
temperatura al di sopra dello zero
termico fra il suolo ed il livello a cui la
precipitazione sta avendo inizio;
2) Il suddetto strato deve essere
sufficientemente profondo da
consentire la fusione della neve che
cade prima che essa tocchi il suolo.
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Di conseguenza, una corretta
previsione di pioggia o neve su un
dato luogo dipende in gran parte
dall’accuratezza con cui può
essere prevista la distribuzione
verticale della temperatura, e in
particolar modo dell’altezza dello
zero termico.
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Tipiche situazioni sinottiche
Aria artica continentale (cA)
E' spinta verso sud dall'anticiclone termico
russo-siberiano con venti forti ed impetuosi di
NE. Dato il suo piccolo spessore (2-3 km)
difficilmente scavalca le Alpi e quindi irrompe
sull'Italia e il Mediterraneo attraverso l'alto
Adriatico.
Quando il suddetto anticiclone si protende
sottoforma di promontorio sui Balcani, l'aria
artica si porta nel medio e nel basso Adriatico
attraverso le Alpi Dinariche e la Dalmazia.
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1. La temperatura al suolo
Sappiamo che uno dei fattori
favorevoli alle nevicate è costituito
dalla temperatura al suolo < 2°C.
Infatti, è noto che a temperature
molto basse le nevicate cessano del
tutto.
Pertanto, nel prevedere le nevicate,
prenderemo sempre in considerazione la
temperatura attuale e prevista, in
particolare verificando che essa sia
inferiore a 2°C, o che scenda a questo
valore nelle ore successive.
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LAMI CORSA DELLE 00
ANALISI DELLE 00 UTC
Le carte prodotte
dal LAMI (modello
a scala limitata)
sono disponibili
per previsioni di
tre in tre fino ad
un massimo di 48
ore.
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In alternativa, anche anche l’HRM (High
Resolution Model)fornisce carte di temperature
a 2 metri, con corse delle 00 e delle 12.
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METEOGRAMMA ECMWF DELLA CORSA DELLE 12UTC
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2. Altezza dello zero termico
La quota dello zero termico assume
importanza quando si desidera
valutare se le precipitazioni nevose
raggiungeranno il suolo senza
trasformarsi in acqua.
Si è scelto di fissare a 1200
piedi la quota di soglia, seguendo
quanto riportato sull’argomento in
letteratura. In fase di
sperimentazione, valuteremo se
variare o meno tale quota.
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In media, è abbastanza
corretto dire che lo zero
termico deve essere
almeno 1200 piedi al di
sopra del suolo per essere
sicuri che la neve si
scioglierà prima di
raggiungere il suolo.
0°C: FL 012
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3. Temperatura a 850 hPa
4. Temperatura a 700 hPa
La valutazione di queste temperature ci
consente di considerare se alle quote di
circa 5000 piedi (850 hPa) e di circa
10000 piedi (700 hPa) le condizione
termiche sono favorevoli alle
precipitazioni nevose.
Anche in questo caso seguiamo la
letteratura corrente, fissando come
favorevoli i valori < 0°C per la
850 hPa, e i valori <-4°C per la
700 hPa.
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5. Spessore della topografia
relativa 1000-500 hPa
Le considerazioni circa lo spessore 1000-500 hPa
sono ritenute da sempre fondamentali.
Infatti, lo spessore tra le due superfici
isobariche in questione è funzione
principalmente della temperatura media dello
strato fra esse compreso, e in minor misura del
contenuto di umidità.
Quindi valori bassi di spessore indicheranno la
presenza di aria fredda tra suolo e media
troposfera.
La soglia considerata è 5400 m, che potremo
ragionevolmente portare a 5360 m se
l’osservazione sperimentale, come sospettiamo,
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ce lo indicherà.
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6. Temperatura nello strato 1200 ft700 hPa
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7. Depressione del punto di rugiada
nello strato compreso tra suolo e
700 hPa
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Quando l’esame dei
fattori sarà terminato,
cliccando sul pulsante
RISCHIO NEVE si otterrà
la valutazione
complessiva degli
elementi:
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
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Se nel corso della
sperimentazione, osserviamo che il
software sottostima o sovrastima
la possibilità di neve, possiamo
intervenire sulla “sensibilità”,
aumentandola o diminuendola:
La neve
dipende dalla
compresenza di
più fattori
rispetto al
normale
La neve
dipende dalla
compresenza di
meno fattori
rispetto al
normale
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Un ausilio alla previsione delle precipitazioni nevose