L'ASSOLUTISMO FRANCESE La Francia di Richelieu e Luigi XIII Il cardinale Richelieu a sinistra in secondo piano con Luigi XIII, Luigi XIV da bambino e Anna d'Austria, a destra in primo piano, madre di Luigi XIV. Alla morte di Enrico IV, re di Borbone, succedette Luigi XIII sotto la reggenza prima della madre, Maria de' Medici, e poi del cardinale Richelieu, che divenne capo del Consiglio del re nel 1624. Obiettivi di Richelieu: 1. Consolidare il potere e il prestigio della monarchia; 2. Accentrare i poteri politici, fiscali e militari nelle mani di una sola persona (assolutismo) Cosa pensò di fare per raggiungere questi obiettivi? 1. Cancellò l'autonomia concessa da Enrico IV agli ugonotti. Attaccò le loro piazzeforti militari che furono costrette ad arrendersi, tra queste anche la Rochelle. Con l'editto di grazia riconobbe la loro libertà di culto ma impedì loro il diritto di organizzarsi militarmente in maniera autonoma. 2. In politica estera contrastò il potere degli Asburgo (Guerra dei Trent'anni). 3. Per limitare il potere della nobiltà creò dei nuovi funzionari, gli intendenti, con il compito di riscuotere i tributi, amministrare la giustizia e l'ordine pubblico. Nel frattempo alla corte del re di Francia si era diffuso un sistema contraddittorio per incamerare denaro. La vendita delle cariche o venalità delle cariche La pratica, già in uso nel Cinquecento, consisteva nel pagare una tassa per trasmettere in via ereditaria la carica ai possessori degli uffici. Tale sistema determinò l'inquadramento amministrativo del regno ma anche l'indipendenza dei funzionari, che non potevano essere deposti se non col rimborso; per esercitare il controllo sovrano fu perciò istituito il sistema degli intendenti. Il valore degli uffici crebbe continuamente fra XVI e XVII secolo, non tanto per le rendite connesse, assai incerte, ma perché rappresentavano la via per accedere alla nobiltà di toga; calò nel XVIII secolo per l'affermazione del potere degli intendenti e per l'inflazione di cariche inutili. Dove sta la contraddizione? Da un lato ciò permette alla Corona di incamerare nuove risorse economiche, ma dall'altro permette di mantenere al comando degli uffici chi non poteva più essere rimosso. Oltre alla venalità delle cariche Richelieu inasprì la pressione fiscale colpendo in modo particolare i contadini che tra il 1635 e il 1639 portarono avanti una protesta nelle campagne francesi. Nel 1642 Richelieu morì e al suo posto fu nominato Giulio Mazzarino. Nel frattempo morì anche Luigi XIII e succedette il piccolo Luigi XIV, avuto dalla moglie Anna d'Austria. Mazzarino e il dilagare delle proteste Mazzarino aumentò nuovamente la pressione fiscale e attribuì maggiori poteri agli intendenti, voleva che riscuotessero le tasse esclusivamente loro. Scoppia la protesta A questo punto reagisce il Parlamento di Parigi che chiama alla rivolta il popolo, perchè reclami un controllo sulle tasse da parte del Parlamento e chieda di sopprimere gli intedenti. Scoppiò così la rivolta della Fronda Parlamentare prima e della Fronda dei principi dopo. Entrambe le proteste furono un modo per mettere in discussione il modello assolutista. Nel 1661 muore Mazzarino e Luigi XIV assume i pieni poteri. L'assolutismo di Luigi XIV L'erede ufficiale, a soli 22 anni, continuò nella politica intrapresa da Mazzarino. Si circondò di numerosi intendenti, molto preparati e scelti da lui stesso, uomini provenienti dalla borghesia o dalla piccola nobiltà. Questo provocò un progressivo esautoramento (cioè perdita dell'autorità) della cosiddetta nobiltà di spada (nobiltà signorile formatasi nell'XI sec.) favorendo l'ascesa della nobiltà di toga, composta dai nuovi funzionari che avevano il diritto di lasciare in eredità le cariche. Nel frattempo la grande nobiltà (la nobiltà di spada) andava ad abitare a Versailles insieme al re. Nel giro di poco tempo assunse un ruolo puramente “decorativo”, perse infatti le funzioni politiche, militari e amministrative, in questo modo non costituiva più una minaccia per la monarchia. La reggia di Versailles abitata dal re e dalla grande nobiltà Gli obiettivi del Re Sole Consolidamento dello stato e rafforzamento personale del re rappresenteranno gli obiettivi fondamentali dell'azione politica del Re Sole. Egli riteneva che la propria autorità derivasse da Dio stesso, come scriveva nelle Memorie, e che la volontà del re fosse indiscutibile e assoluta: in questa prospettiva la potenza sovrana si presenta come un riflesso dell'onnipotenza divina. Si spiega così l'adozione da parte di Luigi XIV dell'antico simbolo monarchico del sole, come emblema e identificazione del re con l'astro: il Re Sole, appunto. Il Re Sole e la politica religiosa Per rafforzare il controllo politico sul paese, Luigi XIV perseguitò le minoranze religiose: giansenisti e ugonotti. Giansenio estremizzava l'idea di Agostino secondo cui l'uomo, dopo il peccato originale, non è più in grado di volere o compiere il bene con le sole sue forze. All'uomo peccatore Dio non è tenuto a concedere la grazia: questa è data soltanto a coloro che Dio, nella sua volontà imperscrutabile, ha predestinato, indipendentemente e prima di ogni previsione dei meriti. Tale predestinazione non è concessa neppure a tutti i battezzati, ma soltanto a coloro che Dio ha scelto particolarmente. Il Re Sole e la politica economica LUIGI XIV a COLBERT: “Il Re, signor Colbert, deve essere l'unico pilastro dello Stato. Per impedire il ritorno della Fronda e governare non basta appoggiarsi su una persona che sia più devota di un'altra. Bisogna invece che ogni suddito dipenda unicamente dal re, come in natura tutto dipende dal Sole. Il popolo deve avere garantito il suo lavoro e il suo pane, in modo che la miseria non lo spinga tra le braccia di nuovi frondisti. Noi cercheremo di alleggerire le tasse e le imposte. A vostro parere quali mezzi occorreranno?” COLBERT a LUIGI XIV: “Vostra Maestà l'ha detto: bisogna dare alla Francia industrie che ora mancano, industrie che producono armi, vetrerie, tessuti. Bisogna darle una flotta e un impero al di là del mare, per liberarci dal giogo dell'Olanda, che ha il monopolio dei traffici marittimi. All'interno bisogna sostituire il lavoro alla disoccupazione, perché gli oziosi sono facile preda di chi vuole il disordine. Bisogna ridurre le tasse che schiacciano i contadini e controbilanciare questa perdita con l'aumento di imposte dirette, che colpiscano tutte le classi. Questo sistema può assecondare il desiderio di Vostra Maestà di ridurre le tasse che gravano sulle classi meno abbienti? Per aumentare il gettito d'entrata conviene ridurre i casuali e i vantaggi degli esattori delle imposte e farli controllare frequentemente, incoraggiare attivamente la gente di affari, ridurre e convertire le rendite.” Dialogo tratto dal film di Roberto Rossellini, La presa del potere da parte di Luigi XIV, 1966. Jean-Baptiste Colbert Colbert, nominato ministro delle finanze, mise ordine nelle finanze statali, eliminando sprechi e corruzione, e favorì i commerci e le manifatture agevolando le importazioni di materie prime e ostacolando quelle di manufatti con una elevata tariffa doganale (colbertismo è diventato sinonimo di protezionismo). Per esportare nel mondo i prodotti francesi e facilitare l'espansione coloniale nei continenti extraeuropei (Africa, Antille, India)furono create apposite compagnie commerciali (la Compagna delle Indie). I risultati di questa politica economica mercantilista non furono quelli sperati, ma servirono a ribadire il sistema assolutista della monarchia francese. Il Re Sole e la politica estera Luigi XIV propugnò una politica estera che si prefiggeva lo scopo d’ingrandire la base territoriale di sfruttamento della monarchia francese. Questa politica fu facilitata dal grave indebolimento della Spagna e dell’Austria, dall’inesistente politica della Germania, uscita annientata dalla Guerra dei Trent’anni e dalla sempre più grave minaccia portata al Centro dell’Europa dai Turchi. La prima guerra venne condotta contro la Spagna (1667-1668), aveva per obbiettivo la conquista delle Fiandre e venne chiamata guerra di devoluzione, poichè venne addotto come pretesto, che le Fiandre dovevano essere devolute a Maria Teresa, figlia del defunto re di Spagna e moglie di Luigi XIV, in sostituzione della dote che la Spagna non era stata in grado di fornire alla sposa al momento delle nozze. A far naufragare le velleità del sovrano francese, ci pensarono gli Olandesi, che visti minacciati i propri confini da un’eventuale vittoria della Francia, riuscirono a costituire un’alleanza con Inghilterra, Svezia e con la stessa Spagna. Nonostante le numerose vittorie riportate dagli eserciti francesi, Luigi XIV si vide costretto ad accettare la pace di Aquisgrana nel 1668, che gli lasciò solo una parte delle Fiandre costituita da dodici città. Il risentimento contro l’Olanda portò alla Guerra d’Olanda. Questa guerra ebbe termine con la pace di Nimega (1678), che assegnò alla Francia la Franca Contea e altre 16 cittadine delle Fiandre meridionali, precedentemente possedute dalla Spagna. Il territorio olandese rimase inalterato. IL TENTATIVO ASSOLUTISTA INGLESE Gli Stuart contro il Parlamento Alla morte di Elisabetta I il trono d'Inghilterra andò come successore a Giacomo I, figlio della cugina Maria Stuart. Ciò permise di unificare i regni d'Inghilterra e Scozia pur lasciandoli istituzionalmente separati. La politica di Giacomo I e del suo successore, Carlo I, puntava a riprendere il modello assolutista francese, per impedire il sempre maggiore potere esercitato dal Parlamento. Ma che tipo di poteri esercitava il Parlamento 1. Attività legislativa in materia di fede religiosa (i rappresentanti della gentry erano prevalentemente puritani); 2. Esercizio del potere di veto (cioè di vietare) sulle tasse proposte dal sovrano. Inevitabile lo scontro. Vediamo nel dettaglio.... Struttura del Parlamento inglese Fin dal 1215 la Monarchia inglese aveva una costituzione, la Magna Charta, che aveva introdotto un Parlamento bicamerale: Camera dei Lords e Camera dei Comuni La Camera dei Lords era composta da nobili di nomina regia, la Camera dei Comuni era elettiva e composta da borghesi ai quali si aggiunsero nel 1600 i rappresentanti della gentry, la piccola e media nobiltà di campagna. I motivi delle dispute.... Lo scontro tra Carlo I e Cromwell Carlo I riceve, da parte del Parlamento, come condanna della sua politica autoritaria un documento, la Petizione dei diritti, in cui vengono ribaditi i diritti dei sudditi e le prerogative parlamentari. In più il P. accusa Carlo I di eccessivo cattolicesimo. Per tutta risposta Carlo I avvia un processo di dura repressione attraverso la Camera stellata e la Corte di alta commissione (tribunali speciali). Ne segue la guerra civile. I sostenitori del re prendono il nome di cavalieri mentre i sostenitori del parlamento quello di Teste rotonde. I sostenitori del P. erano guidati da un parlamentare democratico: Oliver Cromwell. Cromwell fu un abile comandante e sconfisse più volte l'esercito della corona. Carlo I venne deposto nel 1648 e condannato a morte nel 1649: era la prima volta che in Europa un re veniva condannato da un'assemblea rivoluzionaria. Il Commonwealth Sotto la guida di Cromwell l'Inghilterra diventò una Repubblica, il Commonwealth ma lui esercitò un potere di tipo dittatoriale: represse i dissensi religiosi e riportò l'ordine in Irlanda, dove era scoppiata la rivolta dei cattolici fedeli al re. Promulgò l'Atto di navigazione (Navigation Act - 1651), con il quale si stabiliva che potessero giungere nell'isola solamente merci trasportate da navi inglesi. Tale iniziativa costituiva un atto di aperta ostilità verso gli olandesi, che dal trasporto per conto terzi e dal commercio internazionale fra l'Oriente e l'Europa ricavavano cospicui guadagni. La guerra tra Inghilterra e Olanda si concluse con la vittoria della flotta ilglese. Morto Cromwell nel 1660, le forze fedeli al re e il Parlamento riportarono sul trono gli Stuart con Carlo II. Nuove tensioni tra re e Parlamento Il nuovo re preoccupava il Parlamento per la sua simpatia del sistema assolutista di Luigi XIV. In particolare temevano che potesse succedere al trono il fratello Giacomo, che si era convertito al cattolicesimo. Per tale motivo il Parlamento votò il Test Act, che stabiliva l'esclusione dalle cariche pubbliche dei non anglicani. Dopo qualche anno venne ribadito il diritto di non subire arresti arbitrari (Habeas corpus). Spaccatura in merito alla successione: I Whigs I Tories vogliono la libertà religiosa e rappresentano gli interessi mercantili, sono contrari a Giacomo II vicini alla Chiesa anglicana e difensori delle tradizioni, erano invece favorevoli Nasce la monarchia costituzionale Dopo appena tre anni dalla nomina imperiale whings e tories chiesero l'intervento di Guglielmo III d'Orange, governatore delle Province Unite e marito della figlia di Giacomo II, entrambi di fede protestante. Nel 1689 Guglielmo e Maria accettarono il documento Bill of Rights (legge dei diritti) che regolava e limitava il potere regio attraverso leggi del Parlamento. In particolare il re non poteva più esercitare il diritto di veto sulle proposte di legge del Parlamento e anzi ne riconosceva i poteri di controllo nel governo del paese. Fu emanato il Toleration Act, che sanciva la tolleranza e la libertà religiosa per tutti i protestanti che non si riconoscevano nella chiesa anglicana. Furono invece discriminati i cattolici e ciò acuì la spaccatura con l'Irlanda. FINE PRESENTAZIONE A CURA DELLA PROF.SSA MARIA GRAZIA MASSARI ISTITUTO ALBERGHIERO “F. MARTINI” MONTECATINI TERME (PT)