Maria Luigia Ingallati
Il Tarocchino Bolognese
Stampa di tarocchini impressi in
cromolitografia –NAPOLI- FINE
800-
Storia del tarocchino bolognese
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IL TAROCCO BOLOGNESE
(da il Mondo e l’Angelo di Michael Dummett)
“Il più antico riferimento accertato a carte da tarocchi a Bologna
risale al 1459, quando un mazzo di tarocchi risulta fra gli oggetti
rubati a un mercante in una rapina. Questa data, di diciassette anni
posteriore al primo accenno ai tarocchi a Ferrara, è coerente con l’ipotesi
che il gioco si sia diffuso da Ferrara a Bologna nel 1435, o poco
dopo. Esistono, tuttavia, due indicazioni estremamente problematiche
di una sua presenza molto più antica a Bologna.
Nel 1423 San Bernardino da Siena predicò a Bologna un sermone
di Quaresima contro i giochi: dopo il sermone, la gente portò oggetti da
gioco - dadi, tabelle da tavola reale, carte - in piazza davanti alla chiesa
di San Patronio e ne fece un falò. L’Acta Sanctorum Bollandista contiene
tre vite di San Bernardino.Di queste, la prima è quella scritta per
ultima, essendo stata composta qualche tempo dopo la traslazione del
corpo di San Bernardino (nel 1472), della quale dà notizia. Fra gli
oggetti destinati al falò, vengono elencati
triumphales charticellae, cioè carte da tarocchi
Inoltre, nel sermone San Bernardino
parla diffusamente del gioco delle carte, ma
non fa alcun cenno ai triumphi.
È vero che egli menziona sia reges atque
reginae (Re e Regine) che milites superiores
et inferiores (soldati superiori e inferiori) in
relazione alle carte da gioco, dimostrando
di conoscere mazzi con quattro figure per
seme, ma non ne consegue affatto che si
trattasse di mazzi da tarocchi.
Una prova è il ritratto al palazzo
Fibbia del principe Francesco Antelminelli
Castracani Fibbia (1360 -1419). Il primo
accenno in fonti a stampa a questo ritratto
è del conte Leopoldo Cicognara nel 1831. Il
ritratto fa parte di una serie che si trova
nella grande sala del palazzo, ora divisa in
uffici per l’Associazione Artigiani, e che
rappresenta membri della famiglia Fibbia;
a giudicare dallo stile, deve risalire alla
seconda metà del XVII secolo. Mostra il
principe in piedi accanto a un tavolo, con
un mazzo di tarocchi bolognesi nella mano
destra; parecchie carte scoperte sono cadute
o stanno cadendo sul pavimento.
FRANCESCO ANTELMINELLI
CASTROCANI(1360-1419)
L’INVENTORE DEL TAROCCHINO
BOLOGNESE
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La leggenda principale dice:
Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, principe di Pisa,Monte
Giori, e Pietra Santa, e signore di Fusechio, filio di Giovanni, nato di
Castruccio duca di Lucca, Pistoia, Pisa. Fugito in Bologna datosi a’
Bentivoglj, fu fatto generalissimo delle arme bolognese, et il primo
di
questa famiglia che fu detto in Bologna dalle Fibbie, ebbe per moglie
Francesca, filia di Giovanni Bentivoglj.
Sotto di essa è scritto in lettere più piccole:
Inventore del gioco del tarocchino di Bologna. Dalli XVI
Riformatori della città ebbe per privilegio di porre l’arma Fibbia nella
regina di Bastoni e quella della di lui moglie nella regina di denari.
Nato l’anno 1360 morto l’anno 1419”
PORTA SAN FELICE
Napoleone Buonaparte e il tarocco
bolognese
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I tarocchi furono grande strumento di oracolismo, tra la fine del
‘700 e metà del ‘800.
Questo periodo corrisponde al passaggio storico-culturale,
dall’Illuminismo al Romanticismo, dove si mette in evidenza il ripudio
della ragione illuministica che analizzava le idee e riconduceva
tutto all’esperienza e dove si afferma che la ragione è incapace di
comprendere la realtà profonda dell’uomo, dell’universo e di Dio.
Il Romanticismo perciò è un indirizzo culturale che esalta il sentimento
e riscopre la natura come forza onnipotente e creatrice di
vita e al contrario del razionalismo illuministico, che disprezzava i
miti e le superstizioni, rivaluta il soprannaturale, il fantastico e il
visionario: cerca la magia non negli oggetti ma nell’attività inconscia
dello spirito.
In tale contesto di idee si afferma la cartomanzia del tarocco
bolognese, già nato nel ’400 come gioco di carte nella pianura
Padana.
Se la storia ci dice che Napoleone governò a Bologna dal 1796 al
1815 circa, possiamo affermare che l’oracolismo del tarocco bolognese,
nasce a Bologna presso i salotti delle belle dame francesi, con
un connubio, quindi, di idee con le signore bolognesi.
Il 19 giugno 1796 i francesi, capeggiati dal generale Napoleone
Bonaparte, entrando a Bologna da Porta San Felice e incamminandosi
sino alla Porta di Strada Maggiore,
Via Galliera 14
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La leggenda principale dice:
Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, principe di Pisa,Monte
Giori, e Pietra Santa, e signore di Fusechio, filio di Giovanni, nato di
Castruccio duca di Lucca, Pistoia, Pisa. Fugito in Bologna datosi a’
Bentivoglj, fu fatto generalissimo delle arme bolognese, et il primo
di
questa famiglia che fu detto in Bologna dalle Fibbie, ebbe per moglie
Francesca, filia di Giovanni Bentivoglj.
Sotto di essa è scritto in lettere più piccole:
Inventore del gioco del tarocchino di Bologna. Dalli XVI
Riformatori della città ebbe per privilegio di porre l’arma Fibbia nella
regina di Bastoni e quella della di lui moglie nella regina di denari.
Nato l’anno 1360 morto l’anno 1419”
Via fondazza
Maria, nota cartomante deg
’60-70, abitava a Bologna,
Fondazza, diceva:
“I caval, i portan sempre b
polan esser, on, du, tri, qua
né, mei l’è.”
(I cavalli portano sempre b
possono essere, uno, due,
quattro; più ce ne sono, m
I cavàl i porten sànper bàn e i
polen eser òn,dù,trì,quater;piò an
è,mèi l è
Il Re di Bastoni
Lo Spadino : a san un Spaden, avì
.
da èser bòn con mè
La tradizione popolare
Quater regine l’è na sgrazia
 Tri regine l’è on spiaseir
 Do regine l’è na tristazza
 Na regina l’è un sconfort

LE REGINE
(La zdora
La coppina: la Cupénna
I MORETTI:il medico, la
forestierata, l’intrigo
La Torre : al sacrifèzzi
Anzèl e Dièvel i èn cunsulaziàn
avsèn ;al tagg’ cunfairma; famun
tragg’
LE BARONATE

Sgnureina a iè al baronè què”
Esiste un manoscritto, trovato da Franco Pratesi, che indica
una tecnica cartomantica con trentacinque carte del mazzo del
tarocchino bolognese. La data è indiziaria, precedente al 1750 e
porrebbe Bologna, come prima località, che utilizza, tali carte
per
l’oracolismo
AI MARTEL AD CA
“Ai martel ad ca’” (Ai martelli di casa)
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Ordine in cui appaiono le 35 carte
trovate da Franco Pratesi intorno al
1750
L’ordine del manoscritto è il seguente, osservate come l’asso di
bastoni è denominato “baronate”
“Re di Denari: l’Uomo
Cavallo Denari: Pensier dell’uomo
Fantina Coppe: la Donna
Fante Bastoni: Pensiere de la donna
Asso Coppe: la Casa
Stella: Regalo
Asso di Bastoni: Baronate
Asso di Spade: Lettera
Asso Denari: la Tavola
Angelo: Sposalizio e Accomodamento
Carro (a destra la carta del XVII sec.):Viaggio
Mondo:Viaggio lungo
Cavallo di Bastoni:Martello della porta
Traditore: Tradimento
Diavolo: Rabbia
Luna: Notte
Sole: Giorno
Bagattino: Uomo maritato
Matto: Pazzia
Amore (a destra la carta non colorata del XVII secolo): Amore
Cavallo di Coppe: Accomodamento
10 di Spade: Lacrime
10 di Coppe: Coppi (tetto) della casa
10 di Denari: Denari
Forza:Violenza
Fantina di Denari Signorina
Regina di Bastoni: Puttana
Regina di Coppe: Donna maritata
Morte: Morte
Regina di Denari:Verità
Tempra: Tempo
Re di Spade:Mala lingua
Re di Coppe: un Vecchio
Re di Bastoni: un Signore non ammogliato
IL BAGATTO
(anzel, dieval,
e bagatten)
La tradizione popolare
(cosa el in d’la testa, cosa al guerda, cosa
al pesta, cosa as lasa de
 drì, cosa el in del cor)

Al Blòc
I DUE ROSSI: il sole e la luna Al
sàul-al dè—La lonna –la sìra
Stesa del tarocchino bolognese
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Maria Luigia