S.E.C. SPA - ANNO XII - N. 17 - SUPPLEMENTO AL NUMERO 115 DEL 27 APRILE 2013 DE «LA PROVINCIA» - P.T. Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 (L. 46/04) Art. 1 C. 1 - Cremona GUIDA PROGRAMMI TV da sabato 27 aprile a venerdì 3 maggio 2013 Da Casteldidone al Canada per realizzare un sogno Matteo Saradini regista 7aFCK9HzWy4y92Q/pxKRk+CMW0eD56RTn/aMyPAFPgs= VIAGGIO DELLA MEMORIA BUONO COME IL PANE pag. 12 pag. 27 Gli studenti cremonesi cremaschi e casalaschi a Strasburgo e Struthof Su questo numero l’ultimo coupon che vale 50 punti EDITORIALE Gli studenti delle scuole superiori della nostra provincia durante il ‘Viaggio della Memoria’ Per non dimenticare mai ‘Viaggio della Memoria’, Matteo Saradini e ‘Le invasioni botaniche’ di Daniele Duchi E’ davvero ricco di argomenti questo numero del nostro settimanale, che dedica la copertina e il servizio di apertura al 32enne videomaker casalasco Matteo Saradini, partito dalla natìa Casteldidone per attraversare l’oceano Atlantico e trasferirsi a Vancouver (Canada) per realizzare il proprio sogno. Il regista si racconta e parla della sua ultima ideazione ‘Residenz’, una serie di fantascienza interattiva all’avanguardia che è possibile seguire attraverso il web ma alla quale sono interessati due ‘giganti’ del calibro di Microsoft e Warner Bros per una distribuzione sul piccolo schermo. Come ogni anno, poi, in primavera si tiene il ‘Viaggio della Memoria’ che coinvolge gli studenti degli istituti superiori di tutto il territorio provinciale; in questa diciannovesima edizione, come sempre coordinata da Ilde Bottoli, i ragazzi hanno visitato sui Vosgi il terribile campo di concentramento nazista di Natzweiler-Struthof, il Centro Europeo del Resistente Deportato e anche il Memoriale dell’Alsazia Mosella, nel villaggio di Schirmeck. Un’esperienza importante, un tuffo in una delle pagine più terribili della nostra storia, una trasferta che deve far capire e soprattutto non deve far dimenticare. Questo numero speciale, con più pagine rispetto al solito, dà anche ampio spazio a temi cari agli appassionati del pollice verde, con la presentazione della manifestazione ‘Le invasioni botaniche’ — che animerà le strade del centro storico in questo week-end — e grazie ai due appuntamenti periodici con ‘Le note di Florita’ e la rubrica ‘Piante e Giardini’. Buona lettura a tutti. 3 PRIMO PIANO Dentro al cuore dell’Europa Dal campo di concentramento di Natzweiler-Struthof a Strasburgo 500 studenti di 15 scuole di Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore in Alsazia e al Parlamento europeo Gli studenti cremonesi al campo di concentramento di NatzweilerStruthof in Alsazia Sotto: un momento della cerimonia durante il ‘Viaggio della Memoria’ IL VIAGGIO DELLA MEMORIA di Felice Staboli Q uasi 500 studenti di 15 scuole superiori cremonesi di Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore hanno partecipato al 19˚ Viaggio della Memoria a Strasburgo e in Alsazia. I ragazzi hanno visitato sui Vosgi il terribile campo di concentramento nazista di Natzweiler-Struthof e il Centro Europeo del Resistente Deportato e anche il Memoriale dell’Alsazia Mosella, nel villaggio di Schirmeck, che racconta la 12 storia tormentata di questa regione contesa da Francia e Germania a partire dalla guerra franco-prussiana. La quarta edizione del progetto «Essere cittadini europei — Per una Memoria europea attiva», coordinata dalla professoressa Ilde Bottoli, ideatrice e coordinatrice dei Viaggi della Memoria degli studenti delle scuole superiori di Cremona a partire dal 1996, e referente storico-scientifico del progetto, si è concluso anche quest’anno con un forte e sentito coinvolgimen- to dei docenti, dei dirigenti e degli studenti, dimostrato anche dalla quantità e dalla qualità degli elaborati esposti presso l’atrio dell’Itis fino al 30 aprile. A Strasburgo, nel Palais des Congrès, Salle Schuman, si è svolto l’incontro con i parlamentari europei Pier Antonio Panzeri (Pd), Lara Comi (Pdl), Marc Tarabella (socialisti e democratici del Belgio) Lara Comi (spesso presente nei programmi tv dedicati alla politica) ha salutato i ragazzi cre- PRIMO PIANO Istituti da tutta la provincia Il Torriani ancora capofila Sostenitori e patrocinio Anche quest’anno il progetto ha visto come scuola capofila l’Iis Torriani di Cremona diretto da Roberta Mozzi. Ecco le scuole che hanno partecipato La delegazione cremonese che ha visitato il parlamento europeo a Strasburgo. Sotto, il Centro Europeo del Resistente Deportato nei pressi del campo di concentramento di Struthof Rete scuole superiori della provincia di Cremona Scuola capofila Iis J. Torriani Cremona CREMONA liceo scientifico statale Aselli liceo classico e scientifico par. Vida liceo delle scienze umane ed economico sociale Anguissola istituto Stanga istituto Einaudi istituto Torriani i.t.c. Beltrami istituto superiore A. Ghisleri – A. Stradivari liceo artistico statale B. Munari CREMA liceo classico statale A. Racchetti liceo scientifico statale L. da Vinci istituto di istruzione sup. G. Galilei i.p.i.a. F. Marazzi liceo classico e scientifico D. Alighieri – fondazione C. Manziana SORESINA Istituto di istruzione superiore A. Ghisleri – Ponzini Oreste Perri, Rosolino Azzali, Jane Alquati, Carlaberto Ghidotti, Ilde Bottoli, Roberta Mozzi monesi: «Mi sento un po’ la vostra sorella maggiore. Il futuro è nelle vostre mani ed è giusto che crediate in questa Europa. Dalla tragedia è nata l’Unione europea, che si regge sulla pace. Noi siamo e dobbiamo essere uniti anche nella diversità». Pier Antonio Panzeri ha sottolineato il valore della memoria: «E’ difficile costruire il futuro se si dimentica il passato. Pensiamo al grande lavoro dei padri fondatori dell’Europa e riflettiamo anche sul fatto che da 70 anni l’Europa vive in pace. Oggi esistono evidenti difficoltà dei singoli Stati anche economiche e finanziarie. Ma serve più Europa, non meno Europa». CASALMAGGIORE Istituto di istruzione superiore G. Romani Con il contributo di: Comuni di Cremona, Crema, Casalmaggiore, Corte de’ Frati; Associazione Industriali Cremona; Società Autostrade Centropadane; Libera Associazione Agricoltori Cremonesi; Società Editrice Cremonese; Ente CremonaFiere; Coop Lombardia; Fondazione Berlinguer Soresina. CON IL PATROCINIO DI: Parlamento Europeo – Ufficio a Milano; Comuni di Cremona, Crema, Casalmaggiore; Provincia di Cremona; Coordinamento provinciale Enti Locali per la Pace. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 13 PRIMO PIANO Alcuni degli studenti che hanno partecipato al ‘Viaggio della Memoria’ in Alsazia durante la cerimonia al campo di Struthof Quell’abisso disumano che ha generato atrocità di Ilde Bottoli* N ella serata di mercoledì 17 aprile sono rientrati i dieci pullman che hanno condotto 500 studenti, docenti, cittadini e rappresentanti degli Enti locali cremonesi in Alsazia, tormentata regione di confine del Nord Est della Francia. Solo il mitico Reno la separa, oggi, da una Germania diventata amica grazie alla nascita dell’Europa Unita. Un simbolico ponte d’Europa unisce, oggi, i due Paesi. Il confine centro-orientale dell’UE si è spostato sempre più a Est, grazie all’allargamento a 27 avvenuto nel 2007. Partiti all’alba di lunedì 15, partecipando al 19˚ Viaggio della Memoria, i docenti e gli studenti appartenenti alla Rete di quindici scuole superiori di Cremona, Crema, Casalmaggiore e Soresina hanno completato un percorso iniziato a settembre. Erano accompagnati dal sindaco di Cremona, Oreste Perri, dall’assessore alle Politiche educative, Jane Alquati, dal presidente del consiglio provinciale, Carlalberto Ghidotti e dalla consigliera provinciale di minoranza, Vera Castellani. 14 Il sindaco di Corte de’ Frati, Rosolino Azzali, ha partecipato al Viaggio della Memoria in rappresentanza del Coordinamento provinciale degli Enti locali per la Pace. I dirigenti scolastici dell’Iis J. Torriani, Roberta Mozzi, del liceo Anguissola, Marzia Maioli di Cremona e del liceo Racchetti, Celestino Cremonesi, di Crema hanno accompagnato i giovani. Il Viaggio della Memoria ha rappresentato la conclusione della quarta edizione del progetto «Essere cittadini europei. Percorsi per una Memoria europea attiva», diventato patrimonio della Rete di scuole superiori che vede nell’Iis J. Torriani la scuola capofila. Nel percorso delineato, Strasburgo, città della pace e il Parlamento europeo sono state le tappe che hanno fatto comprendere ai giovani un percorso di memoria per una attiva cittadinanza europea, partendo dalla storia tormentata degli orrori della seconda guerra mondiale. E’ stato un Viaggio nella Memoria più dolorosa ed atroce dell’annientamento di chi si era opposto, in tutta Europa, ai nazisti, ai fascisti e ai governi collaborazionisti. La visita al lager di Natzweiler – Struthof ha costituito una sorta di discesa nell’inferno rac- contato da Boris Pahor nel suo capolavoro, Necropoli. Il campo rappresenta infatti uno dei luoghi in cui sono stati commessi i crimini più atroci, soprattutto contro gli oppositori politici appartenenti a tutti i movimenti di Resistenza d’Europa. Il progetto del 2012 aveva seguito un percorso dedicato al confine orientale dell’Italia e dell’Europa, tema declinato attraverso il Viaggio della Memoria a Trieste, ma anche in Slovenia. Nel 2013, il confine tra le due storiche nemiche, Francia e Germania, ha completato quel percorso. Obiettivo ambizioso per la costruzione di una cittadinanza europea attiva è infatti quello di rendere consapevoli gli studenti (e non solo loro) della complessità della storia e, per quanto riguarda la storia della prima metà del Novecento, del suo farsi attraverso percorsi determinati da scelte spesso atroci, ma corrispondenti a precisi disegni o ideologie. La storia dell’Alsazia Mosella, regione del Nord-Est della Francia, è quasi paradigmatica. Occupata nel 1940 dalla Wehrmacht allora trionfante e apparentemente invincibile, annessa al Reich nazista, la regione subisce un intenso processo di germanizzazione e di nazificazione raccontata nel Memorial de l’Alsace Moselle di Schirmeck, visitato dagli studenti, accompagnati dal suo direttore, dalle guide e dall’evocazione delle sofferenze della popolazione, attraverso la grande sala dei ritratti di alsaziani che per quattro volte hanno cambia- to nazionalità a partire dal 1870. L’oppressione e il terrore generati dal Nazismo troveranno collaborazione, (ma anche resistenza), tra gli alsaziani ed avranno pesanti conseguenze alla fine della seconda guerra mondiale, dopo il successivo ritorno alla Francia della regione. Alla fine della seconda guerra mondiale l’Alsazia conoscerà un lungo periodo di tensioni nei suoi rapporti con il resto del Paese, in particolare con il Limousin, dopo l’eccidio di Oradour sur Glane del 10 giugno 1944, al quale parteciparono SS alsaziane. La prima, importante, meta del Viaggio è sui Vosgi, a 800 metri di altitudine. Il primo gruppo di cinque pullman (cui faranno seguito il giorno dopo gli altri cinque) risale - tra le verdi pinete e il dolce profilo dei monti -, la strada tortuosa che da Rothau, il villaggio sulla Bruche collegato a Stra- sburgo da 50 km di ferrovia, porta allo Struthof, località di sport invernali che le famigerate SS “Teste da morto” (Totenkopf, in tedesco) trasformeranno in un inferno, a cominciare dal 1941 e fino al novembre 1944, quando il lager sarà liberato dagli Americani. Gli altri cinque pullman vi si recheranno il giorno successivo. La strada di tornanti costeggia quella che le stesse SS fecero costruire ai primi deportati condotti lì dai lager di Sachenhausen, Dachau e Buchenwald a partire dal 1941, per sfruttare la cava di granito rosa che era stata individuata dalle SS per lo sfruttamento del prezioso materiale utile per erigere grandi monumenti a Hitler. A circa 800 metri dal sinistro ingresso del campo, si supera una casetta, dall’aria innocente, di fronte ad un hotel, erede dello Struthof di allora e og- gi frequentato dagli alsaziani. Ma oggi una candida freccia indica, con sole tre parole: Chambre à Gaz. Camera a gas, messa in funzione a partire dal 1943. In quella camera a gas vennero compiuti, tra gli altri, esperimenti criminali con l’iprite, un gas che provocava terribili e dolorosissime ustioni sui prigionieri. Le menti criminali erano uno staff di scienziati nazisti che avevano fondato a Strasburgo una delle tre Università del Reich che avrebbero dovuto preparare una nuova classe dirigente germanofona e ideologizzata per la nuova Europa nazificata. Il dottor Hirt aveva proposto di costituire una collezione di modelli anatomici di una specifica razza ebraico-bolscevica. segue a pag. 16 h In primo piano, il sindaco di Cremona Perri, il sindaco di Corte de Frati Azzali e l’assessore comunale Alquati. A lato: gli europarlamentari Panzeri, Comi, Tarabella 15 PRIMO PIANO g continua da pag. 15 Un gigantesco monolite nero è stato eretto su quella che era la kartoffelkeller (cantina delle patate) costruita dai deportati Notte e Nebbia del campo, (mai utilizzata), riportata alla luce durante i lavori per la costruzione del Centro Europeo del Deportato Resistente, inaugurato nel 2005. Sfilano i giovani lungo quel lugubre sarcofago nero e penetrano, attraverso il minaccioso cancello, nel campo. I loro sguardi dominano con un solo colpo d’occhio tutta la struttura dei terrazzamenti, scavati con grande fatica dai deportati lì condotti per trasformare quello che era il pendio della montagna più esposto ai gelidi venti del Nord in un lager, il cui scopo principale era l’annientamento di qualsiasi parvenza di umanità sia nei corpi che nelle menti dei deportati. Nemmeno le ceneri dovevano restare di quegli oppositori politici europei, di cui tanto parla Boris Pahor in Necropoli. Le ceneri infatti venivano mescolate agli escrementi umani e servivano per concimare gli orti e i giardini delle SS. In fondo ai terrazzamenti, vicino alle baracche del Bunker e del forno crematorio,là dove c’era la cloaca di tutto il campo dove venivano smaltite le ceneri di quei poveri ‘ciocchi umani’, oggi una grande croce e una scritta ‘Ossa Humiliata’ rende omaggio ai 16 resti di chi lì è stato totalmente annientato. Solo le terrazze più alte e quelle più basse sono oggi occupate dalle baracche. In alto era ancora la vita, in basso, la morte. In mezzo ai gradoni degradanti verso il basso, la forca per le impiccagioni pubbliche. In basso, il bunker, baracca delle prigioni e delle punizioni, e la baracca del forno crematorio, costruito nel 1943. Le fiamme degli stecchi umani bruciati nel forno crematorio riscaldavano l’acqua per le docce. Il bianco raggelante del tavolo anatomico su cui avvenivano sia la dissezione dei cadaveri che la vivisezione di prigionieri ancora vivi è ancora lì, muto testimone. I sinistri ganci delle impiccagioni segrete dietro al forno crematorio. La sala delle esecuzioni segrete col colpo alla nuca e il pozzetto per far defluire il sangue delle vittime. Il colore rossastro della terra cotta di centinaia di urne cinerarie, destinate a contenere le ceneri dei deportati tedeschi, che le famiglie potevano ritirare alla posta dietro pagamento. I pancacci sui quali giacevano le cavie umane degli atroci esperimenti. Polverosi, ma non silenti, nel loro muto rievocare. Per respirare l’atmosfera del lager, per comprenderne l’atrocità, la forza dell’annientamento, molti giovani, oltre ad ascoltare la guida, ripensano alle parole di Boris Pahor, all’incontro avvenuto con lui a gennaio in occasione della Giornata della Memoria e a quelle scritte in quel capolavoro che è Necropoli e citate più volte dagli studenti. La visita è finita con la certezza che il giorno dopo tutti sarebbero tornati alla Necropole del campo, ai piedi della grande fiamma di pietra che s’innalza, fuori dalle recinzioni, per rendere omaggio a tutti i resistenti europei che lì sono morti, privati del PRIMO PIANO Gli studenti cremonesi con insegnanti e accompagnatori a Strasburgo Sotto: l’ingresso al campo di NatzweilerStruthof (servizio fotografico di Francesco Pinzi) loro stato di uomo, per la libertà dell’Europa. La mattina di martedì 16 aprile un appuntamento importante per tutti i partecipanti. I parlamentari europei delle due più grandi famiglie politiche del Parlamento di Strasburgo, gli onorevoli Antonio Panzeri, Lara Comi e Marc Taraballa, parlamentare del Belgio, hanno accolto in una grande sala appositamente af- fittata l’intero gruppo, al Palazzo dei Congressi di Strasburgo, di fronte al Parlamento europeo. L’incontro, molto cordiale, non ha avuto nulla di rituale. Panzeri ha parlato ai giovani sottolineando l’importanza dell’Unione Europea, a fronte delle gravi minacce che derivano dal momento difficile che anch’essa sta attraversando. Lara Comi aha accolto i giovani con un messaggio di cordiale benvenuto e Marc Tarabella ha ricordato le sue origini italiane, parlando del padre, toscano, che fu costretto ad emigrare in Belgio per fare il minatore, affrontando una vita difficile, insieme a milioni di italiani costretti ad emigrare in Europa dopo la seconda guerra mondiale. A conclusione dell’incontro, i giovani hanno presentato le quattro città cremonesi a cui appartengono le scuole superiori presenti al viaggio e consegneranno una copia degli opuscoli e delle locandine prodotte dalle stesse scuole, mentre il sindaco di Cremona ha donato un libro della città a ringraziamento e a ricordo di quel grande abbraccio con l’Europa. L’incontro con Il Parlamento europeo è proseguito la mattina successiva. Una delegazione di circa quaranta giovani, accompagnati dal sindaco di Cremona Oreste Perri, dal presidente del consiglio provinciale Carlberto Ghidotti, dalla dirigente scolastica della scuola capo-fila Roberta Mozzi, dopo aver visitato l’aula parla- mentare, è stata ricevuta da Antonio Panzeri, essendo gli altri parlamentari impegnati nelle commissioni parlamentari. I giovani, protagonisti di questo incontro, hanno posto moltissime domande, esprimendo dubbi e speranze, quasi increduli di aver toccato con mano un altro modo di fare politica. Il messaggio molto importante che è stato loro trasmesso è quello che l’Europa potrà continuare a vivere se le nuove generazioni ne saranno le protagoniste, se crescerà la loro consapevolezza di essere cittadini europei. Il commiato dalle ombre che sono rimaste sui terrazzamenti, drammatici nel loro vuoto silenzio, circondati dalle recinzioni di filo spinato ormai arrugginito nel lager di Natzweiler, è stato il momento più intenso di tutto il Viaggio. Raggruppati davanti alla grande Fiamma di pietra, i giovani, con i loro canti, con i versi di Primo Levi e le numerose citazioni del grande scrittore e testimone centenario Boris Pahor sono stati pellegrini tra le ombre delle decine di migliaia di deportati che non sono mai più tornati. Consapevoli di non poter comprendere fino in fondo l’abisso disumano che ha generato atrocità e sofferenze inimmaginabili, sono però tornati con la volontà di raccogliere il testimone, raccontando ciò che ormai troppi non possono più testimoniare. *Coordinatrice del 19˚ Viaggio della Memoria 17 PRIMO PIANO Un percorso per i ragazzi che guideranno la società Anche quest’anno, e per la seconda volta da dirigente dell’Iis Torriani capofila della rete delle Scuole della provincia di Cremona, ho vissuto l’esperienza del Viaggio della Memoria. Un percorso forte, interessante, che nelle sue tappe ha coinvolto testimoni d’eccezione, come lo scrittore sloveno Boris Pahor, e che si è snodato lungo tutto l’anno, da novembre ad aprile. Un percorso che ha visto nuovi attori, che ha ampliato le collaborazioni, ma che, soprattutto, ha mostrato quanto gli studenti possano essere protagonisti. I loro lavori, che sono in mostra nell’atrio del Torriani, i loro interventi durante la cerimonia conclusiva di commemorazione dei deportati al campo di Natzweiler-Struthof, la loro emozione al memoriale dell’Alsazia Mosella, il loro contegno, le loro domande ai parlamentari durante l’incontro al Parlamento Europeo, mi hanno commosso e riempito di orgo- glio. Sono davvero bravi i nostri studenti, ce lo hanno detto tutti quelli che li hanno incontrati. E pensare che saranno loro i cittadini e i costruttori dell’Europa che verrà, e anche dell’Italia che sarà, dà una buona sensazione, una speranza per il futuro. Roberta Mozzi dirigente Iis Torriani Il sindaco Perri: il Viaggio parla alle nostre coscienze D urante la cerimonia al campo di Struthof, il sindaco Oreste Perri si è rivolto così agli studenti cremonesi: «Ritengo fondamentale che le scuole vadano a visitare luoghi rimasti a testimonianza della sofferenza umana, perché è solo conoscendo e vedendo con i propri occhi fin dove la cattiveria dell’uomo si è spinta, che i giovani possono crescere, imparare ed evitare il ripetersi di tali eventi, sotto qualsiasi altra forma. La scuola ha anche il doveroso compito di far crescere ed educare i giovani ai valori della solidarietà, della libertà e della pace, perché spesso la famiglia non basta. i giorni trascorsi con i ragazzi delle scuole cremonesi è stata per me un’esperienza davvero straordinaria. Così come avevo potuto verificare in passato, ho conosciuto una gioventù che non vuole dimenticare, ma che vuole conoscere. I luoghi visitati coinvolgono tutte le nostre coscienze, tutte le coscienze dell’intera comunità perché tutti ritornino alla pace, al rispetto della dignità della persona e dei diritti dei popoli, al dialogo tra le culture e le religioni. Perché è potuto succedere 18 tutto questo? Con questa domanda che chiama in causa una sconfitta per tutta l’umanità, abbraccio tutti coloro con i quali ho condiviso una bellissima esperienza». Anche l’assessore Jane Alquati sottolinea il valore del Viaggio: «Ho voluto condividere anche quest’anno, insieme a tanti ragazzi cremonesi, questo viaggio perché sono convinta che la pace non si costruisce solo nei palazzi del potere ed al tavolo dove siedono i gover- Uno dei forni crematori del campo di Struthof e alcuni momenti della visita che ha avuto per protagonisti gli studenti cremonesi PRIMO PIANO I ragazzi cremonesi durante il Viaggio della Memoria che il prossimo anno arriva alla ventesima edizione nanti. Non è un compito che pochi svolgono per tutti noi. La pace è un processo che parte dal basso, somma di comportamenti individuali, sintesi di sensibilità e passione. Le generazioni del futuro non sono e non devono essere estranee a questo processo, lo possono e lo devono alimentare, rafforzare con il loro agire quotidiano e con la freschezza che le caratterizza. Ci sono purtroppo forme quotidiane di strisciante razzismo che tendono ad escludere e discriminare il diverso per colore, condizione fisica, provenienza, religione. E’ strisciante razzismo anche l’esercitare prepotenza da bullo verso il compagno di classe offendendolo ed umiliandolo. Forme, comportamenti, percorsi che forse non faranno mai scoppiare una guerra vicino a noi, ma che alimentano un clima di guerra con vinti e vincitori che condiziona in peggio la nostra società. Da tutto questo, come ho detto spesso ai ragazzi, è necessario imparare a prendere le distanze facendosi guidare dai valori alti della convivenza civile e matura. Da qui il mio il mio invito ad agire nel rispetto della legge, a non offendere la dignità altrui, ad alimentare democrazia e partecipazione, ad essere generosi con chi ha bisogno, aperti al confronto e al dialogo con tutti». Infine, Carlalberto Ghidotti, presidente del consiglio provinciale: «In pullman abbiamo visto il film ‘Notte Nebbia’, che ricalca i concetti del buio e dell’incertezza che avvolge l’umanità. Ho detto ai ragazzi di vivere questi anni nella luce, affinché diano il loro contributo perché non si ripetano gli orrori del passato. La conoscenza dei luoghi e della storia ci aiuta a tenerci lontano da questo rischio. Per i ragazzi senz’altro un’esperienza da portare nel cuore». © RIPRODUZIONE RISERVATA 19