S.E.C. SPA - ANNO XII - N. 17 - SUPPLEMENTO AL NUMERO 115 DEL 27 APRILE 2013 DE «LA PROVINCIA» - P.T. Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 (L. 46/04) Art. 1 C. 1 - Cremona
GUIDA PROGRAMMI TV
da sabato 27 aprile
a venerdì 3 maggio 2013
Da Casteldidone al Canada per realizzare un sogno
Matteo Saradini regista
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VIAGGIO DELLA MEMORIA
BUONO COME IL PANE
pag. 12
pag. 27
Gli studenti cremonesi
cremaschi e casalaschi
a Strasburgo e Struthof
Su questo numero
l’ultimo coupon
che vale 50 punti
EDITORIALE
Gli studenti delle scuole superiori
della nostra provincia
durante il ‘Viaggio della Memoria’
Per non dimenticare mai
‘Viaggio della Memoria’, Matteo Saradini e ‘Le invasioni botaniche’
di Daniele Duchi
E’
davvero ricco di argomenti questo numero
del nostro settimanale,
che dedica la copertina
e il servizio di apertura al 32enne videomaker casalasco Matteo Saradini, partito dalla natìa Casteldidone
per attraversare l’oceano Atlantico e
trasferirsi a Vancouver (Canada) per
realizzare il proprio sogno. Il regista
si racconta e parla della sua ultima
ideazione ‘Residenz’, una serie di
fantascienza interattiva all’avanguardia che è possibile seguire attraverso
il web ma alla quale sono interessati
due ‘giganti’ del calibro di Microsoft
e Warner Bros per una distribuzione
sul piccolo schermo.
Come ogni anno, poi, in primavera
si tiene il ‘Viaggio della Memoria’
che coinvolge gli studenti degli istituti superiori di tutto il territorio provinciale; in questa diciannovesima
edizione, come sempre coordinata
da Ilde Bottoli, i ragazzi hanno visitato sui Vosgi il terribile campo di concentramento nazista di Natzweiler-Struthof, il Centro Europeo del
Resistente Deportato e anche il Memoriale dell’Alsazia Mosella, nel villaggio di Schirmeck. Un’esperienza
importante, un tuffo in una delle pagine più terribili della nostra storia,
una trasferta che deve far capire e soprattutto non deve far dimenticare.
Questo numero speciale, con più pagine rispetto al solito, dà anche ampio spazio a temi cari agli appassionati del pollice verde, con la presentazione della manifestazione ‘Le invasioni botaniche’ — che animerà le
strade del centro storico in questo
week-end — e grazie ai due appuntamenti periodici con ‘Le note di Florita’ e la rubrica ‘Piante e Giardini’.
Buona lettura a tutti.
3
PRIMO PIANO
Dentro al cuore dell’Europa
Dal campo di concentramento di Natzweiler-Struthof a Strasburgo
500 studenti di 15 scuole
di Cremona, Crema, Soresina
e Casalmaggiore in Alsazia
e al Parlamento europeo
Gli studenti
cremonesi
al campo di
concentramento
di NatzweilerStruthof
in Alsazia
Sotto:
un momento
della cerimonia
durante
il ‘Viaggio
della Memoria’
IL VIAGGIO
DELLA MEMORIA
di Felice Staboli
Q
uasi 500 studenti di 15
scuole superiori cremonesi di Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore hanno partecipato
al 19˚ Viaggio della Memoria a Strasburgo e in Alsazia. I ragazzi hanno visitato sui Vosgi il terribile campo di
concentramento nazista di Natzweiler-Struthof e il Centro Europeo del
Resistente Deportato e anche il Memoriale dell’Alsazia Mosella, nel villaggio di Schirmeck, che racconta la
12
storia tormentata di questa regione
contesa da Francia e Germania a partire dalla guerra franco-prussiana. La
quarta edizione del progetto «Essere
cittadini europei — Per una Memoria europea attiva», coordinata dalla
professoressa Ilde Bottoli, ideatrice e
coordinatrice dei Viaggi della Memoria degli studenti delle scuole superiori di Cremona a partire dal 1996, e referente storico-scientifico del progetto, si è concluso anche quest’anno
con un forte e sentito coinvolgimen-
to dei docenti, dei dirigenti e degli
studenti, dimostrato anche dalla
quantità e dalla qualità degli elaborati esposti presso l’atrio dell’Itis fino al
30 aprile.
A Strasburgo, nel Palais des Congrès,
Salle Schuman, si è svolto l’incontro
con i parlamentari europei Pier Antonio Panzeri (Pd), Lara Comi (Pdl),
Marc Tarabella (socialisti e democratici del Belgio) Lara Comi (spesso
presente nei programmi tv dedicati
alla politica) ha salutato i ragazzi cre-
PRIMO PIANO
Istituti da tutta la provincia
Il Torriani ancora capofila
Sostenitori e patrocinio
Anche quest’anno il progetto ha visto
come scuola capofila l’Iis Torriani di
Cremona diretto da Roberta Mozzi. Ecco le scuole che hanno partecipato
La delegazione cremonese che ha visitato il parlamento europeo a Strasburgo. Sotto,
il Centro Europeo del Resistente Deportato nei pressi del campo di concentramento di Struthof
Rete scuole superiori della provincia
di Cremona Scuola capofila Iis J. Torriani Cremona
CREMONA
liceo scientifico statale Aselli
liceo classico e scientifico par. Vida
liceo delle scienze umane ed economico sociale Anguissola
istituto Stanga
istituto Einaudi
istituto Torriani
i.t.c. Beltrami
istituto superiore A. Ghisleri – A. Stradivari
liceo artistico statale B. Munari
CREMA
liceo classico statale A. Racchetti
liceo scientifico statale L. da Vinci
istituto di istruzione sup. G. Galilei
i.p.i.a. F. Marazzi
liceo classico e scientifico D. Alighieri
– fondazione C. Manziana
SORESINA
Istituto di istruzione superiore A. Ghisleri – Ponzini
Oreste Perri, Rosolino Azzali, Jane Alquati,
Carlaberto Ghidotti, Ilde Bottoli, Roberta Mozzi
monesi: «Mi sento un po’ la vostra sorella maggiore. Il futuro è nelle vostre mani ed è giusto che crediate in
questa Europa. Dalla tragedia è nata
l’Unione europea, che si regge sulla
pace. Noi siamo e dobbiamo essere
uniti anche nella diversità».
Pier Antonio Panzeri ha sottolineato
il valore della memoria: «E’ difficile
costruire il futuro se si dimentica il
passato. Pensiamo al grande lavoro
dei padri fondatori dell’Europa e riflettiamo anche sul fatto che da 70 anni l’Europa vive in pace. Oggi esistono evidenti difficoltà dei singoli Stati
anche economiche e finanziarie. Ma
serve più Europa, non meno Europa».
CASALMAGGIORE Istituto di istruzione superiore G. Romani
Con il contributo di: Comuni di Cremona, Crema, Casalmaggiore, Corte
de’ Frati; Associazione Industriali Cremona; Società Autostrade Centropadane; Libera Associazione Agricoltori
Cremonesi; Società Editrice Cremonese; Ente CremonaFiere; Coop Lombardia; Fondazione Berlinguer Soresina.
CON IL PATROCINIO DI: Parlamento
Europeo – Ufficio a Milano; Comuni di
Cremona, Crema, Casalmaggiore; Provincia di Cremona; Coordinamento
provinciale Enti Locali per la Pace.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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PRIMO PIANO
Alcuni degli studenti che hanno
partecipato al ‘Viaggio
della Memoria’ in Alsazia durante
la cerimonia al campo di Struthof
Quell’abisso disumano
che ha generato atrocità
di Ilde Bottoli*
N
ella serata di mercoledì
17 aprile sono rientrati i
dieci pullman che hanno
condotto 500 studenti,
docenti, cittadini e rappresentanti degli Enti locali cremonesi in Alsazia,
tormentata regione di confine del
Nord Est della Francia. Solo il mitico
Reno la separa, oggi, da una Germania diventata amica grazie alla nascita
dell’Europa Unita. Un simbolico
ponte d’Europa unisce, oggi, i due
Paesi. Il confine centro-orientale dell’UE si è spostato sempre più a Est,
grazie all’allargamento a 27 avvenuto
nel 2007.
Partiti all’alba di lunedì 15, partecipando al 19˚ Viaggio della Memoria, i
docenti e gli studenti appartenenti alla Rete di quindici scuole superiori di
Cremona, Crema, Casalmaggiore e
Soresina hanno completato un percorso iniziato a settembre.
Erano accompagnati dal sindaco di
Cremona, Oreste Perri, dall’assessore alle Politiche educative, Jane Alquati, dal presidente del consiglio
provinciale, Carlalberto Ghidotti e
dalla consigliera provinciale di minoranza, Vera Castellani.
14
Il sindaco di Corte de’ Frati, Rosolino
Azzali, ha partecipato al Viaggio della
Memoria in rappresentanza del Coordinamento provinciale degli Enti locali per la Pace. I dirigenti scolastici
dell’Iis J. Torriani, Roberta Mozzi,
del liceo Anguissola, Marzia Maioli di
Cremona e del liceo Racchetti, Celestino Cremonesi, di Crema hanno accompagnato i giovani.
Il Viaggio della Memoria ha rappresentato la conclusione della quarta
edizione del progetto «Essere cittadini europei. Percorsi per una Memoria europea attiva», diventato patrimonio della Rete di scuole superiori
che vede nell’Iis J. Torriani la scuola
capofila.
Nel percorso delineato, Strasburgo,
città della pace e il Parlamento europeo sono state le tappe che hanno fatto comprendere ai giovani un percorso di memoria per una attiva cittadinanza europea, partendo dalla storia
tormentata degli orrori della seconda guerra mondiale.
E’ stato un Viaggio nella Memoria
più dolorosa ed atroce dell’annientamento di chi si era opposto, in tutta
Europa, ai nazisti, ai fascisti e ai governi collaborazionisti. La visita al lager
di Natzweiler – Struthof ha costituito
una sorta di discesa nell’inferno rac-
contato da Boris Pahor nel suo capolavoro, Necropoli. Il campo rappresenta infatti uno dei luoghi in cui sono stati commessi i crimini più atroci,
soprattutto contro gli oppositori politici appartenenti a tutti i movimenti
di Resistenza d’Europa.
Il progetto del 2012 aveva seguito un
percorso dedicato al confine orientale dell’Italia e dell’Europa, tema declinato attraverso il Viaggio della Memoria a Trieste, ma anche in Slovenia.
Nel 2013, il confine tra le due storiche nemiche, Francia e Germania,
ha completato quel percorso.
Obiettivo ambizioso per la costruzione di una cittadinanza europea attiva
è infatti quello di rendere consapevoli gli studenti (e non solo loro) della
complessità della storia e, per quanto
riguarda la storia della prima metà
del Novecento, del suo farsi attraverso percorsi determinati da scelte spesso atroci, ma corrispondenti a precisi
disegni o ideologie.
La storia dell’Alsazia Mosella, regione del Nord-Est della Francia, è quasi
paradigmatica. Occupata nel 1940
dalla Wehrmacht allora trionfante e
apparentemente invincibile, annessa
al Reich nazista, la regione subisce
un intenso processo di germanizzazione e di nazificazione raccontata
nel Memorial de l’Alsace Moselle di
Schirmeck, visitato dagli studenti, accompagnati dal suo direttore, dalle
guide e dall’evocazione delle sofferenze della popolazione, attraverso
la grande sala dei ritratti di alsaziani
che per quattro volte hanno cambia-
to nazionalità a partire dal 1870.
L’oppressione e il terrore generati
dal Nazismo troveranno collaborazione, (ma anche resistenza), tra gli alsaziani ed avranno pesanti conseguenze alla fine della seconda guerra mondiale, dopo il successivo ritorno alla
Francia della regione. Alla fine della
seconda guerra mondiale l’Alsazia conoscerà un lungo periodo di tensioni
nei suoi rapporti con il resto del Paese, in particolare con il Limousin, dopo l’eccidio di Oradour sur Glane del
10 giugno 1944, al quale parteciparono SS alsaziane.
La prima, importante, meta del Viaggio è sui Vosgi, a 800 metri di altitudine. Il primo gruppo di cinque pullman (cui faranno seguito il giorno
dopo gli altri cinque) risale - tra le verdi pinete e il dolce profilo dei monti -,
la strada tortuosa che da Rothau, il villaggio sulla Bruche collegato a Stra-
sburgo da 50 km di ferrovia, porta allo Struthof, località di sport invernali
che le famigerate SS “Teste da morto” (Totenkopf, in tedesco) trasformeranno in un inferno, a cominciare
dal 1941 e fino al novembre 1944,
quando il lager sarà liberato dagli
Americani. Gli altri cinque pullman
vi si recheranno il giorno successivo.
La strada di tornanti costeggia quella
che le stesse SS fecero costruire ai primi deportati condotti lì dai lager di
Sachenhausen, Dachau e Buchenwald a partire dal 1941, per sfruttare la cava di granito rosa che era stata individuata dalle SS per lo sfruttamento del prezioso materiale utile
per erigere grandi monumenti a Hitler.
A circa 800 metri dal sinistro ingresso
del campo, si supera una casetta, dall’aria innocente, di fronte ad un hotel, erede dello Struthof di allora e og-
gi frequentato dagli alsaziani. Ma oggi una candida freccia indica, con sole tre parole: Chambre à Gaz. Camera a gas, messa in funzione a partire
dal 1943.
In quella camera a gas vennero compiuti, tra gli altri, esperimenti criminali con l’iprite, un gas che provocava terribili e dolorosissime ustioni sui
prigionieri. Le menti criminali erano
uno staff di scienziati nazisti che avevano fondato a Strasburgo una delle
tre Università del Reich che avrebbero dovuto preparare una nuova classe dirigente germanofona e ideologizzata per la nuova Europa nazificata. Il
dottor Hirt aveva proposto di costituire una collezione di modelli anatomici di una specifica razza ebraico-bolscevica.
segue a pag. 16 h
In primo piano, il sindaco di Cremona Perri, il sindaco di Corte de Frati Azzali e
l’assessore comunale Alquati. A lato: gli europarlamentari Panzeri, Comi, Tarabella
15
PRIMO PIANO
g continua da pag. 15
Un gigantesco monolite nero è stato
eretto su quella che era la kartoffelkeller (cantina delle patate) costruita dai deportati Notte e Nebbia
del campo, (mai utilizzata), riportata alla luce durante i lavori per la costruzione del Centro Europeo del
Deportato Resistente, inaugurato
nel 2005. Sfilano i giovani lungo
quel lugubre sarcofago nero e penetrano, attraverso il minaccioso cancello, nel campo.
I loro sguardi dominano con un solo
colpo d’occhio tutta la struttura dei
terrazzamenti, scavati con grande fatica dai deportati lì condotti per trasformare quello che era il pendio
della montagna più esposto ai gelidi
venti del Nord in un lager, il cui scopo principale era l’annientamento
di qualsiasi parvenza di umanità sia
nei corpi che nelle menti dei deportati. Nemmeno le ceneri dovevano
restare di quegli oppositori politici
europei, di cui tanto parla Boris
Pahor in Necropoli. Le ceneri infatti
venivano mescolate agli escrementi
umani e servivano per concimare gli
orti e i giardini delle SS. In fondo ai
terrazzamenti, vicino alle baracche
del Bunker e del forno crematorio,là dove c’era la cloaca di tutto il
campo dove venivano smaltite le ceneri di quei poveri ‘ciocchi umani’,
oggi una grande croce e una scritta
‘Ossa Humiliata’ rende omaggio ai
16
resti di chi lì è stato totalmente annientato.
Solo le terrazze più alte e quelle più
basse sono oggi occupate dalle baracche. In alto era ancora la vita, in basso, la morte. In mezzo ai gradoni degradanti verso il basso, la forca per le
impiccagioni pubbliche.
In basso, il bunker, baracca delle prigioni e delle punizioni, e la baracca
del forno crematorio, costruito nel
1943. Le fiamme degli stecchi umani
bruciati nel forno crematorio riscaldavano l’acqua per le docce. Il bianco raggelante del tavolo anatomico
su cui avvenivano sia la dissezione
dei cadaveri che la vivisezione di prigionieri ancora vivi è ancora lì, muto
testimone. I sinistri ganci delle impiccagioni segrete dietro al forno
crematorio. La sala delle esecuzioni
segrete col colpo alla nuca e il pozzetto per far defluire il sangue delle vittime. Il colore rossastro della terra cotta di centinaia di urne cinerarie, destinate a contenere le ceneri dei deportati tedeschi, che le famiglie potevano ritirare alla posta dietro pagamento. I pancacci sui quali giacevano le cavie umane degli atroci esperimenti. Polverosi, ma non silenti, nel
loro muto rievocare.
Per respirare l’atmosfera del lager,
per comprenderne l’atrocità, la forza dell’annientamento, molti giovani, oltre ad ascoltare la guida, ripensano alle parole di Boris Pahor, all’incontro avvenuto con lui a gennaio in
occasione della Giornata della Memoria e a quelle scritte in quel capolavoro che è Necropoli e citate più
volte dagli studenti.
La visita è finita con la certezza che il
giorno dopo tutti sarebbero tornati
alla Necropole del campo, ai piedi
della grande fiamma di pietra che
s’innalza, fuori dalle recinzioni, per
rendere omaggio a tutti i resistenti
europei che lì sono morti, privati del
PRIMO PIANO
Gli studenti
cremonesi con
insegnanti e
accompagnatori a Strasburgo
Sotto: l’ingresso
al campo di
NatzweilerStruthof
(servizio
fotografico di
Francesco Pinzi)
loro stato di uomo, per la libertà dell’Europa.
La mattina di martedì 16 aprile un
appuntamento importante per tutti
i partecipanti. I parlamentari europei delle due più grandi famiglie politiche del Parlamento di Strasburgo, gli onorevoli Antonio Panzeri,
Lara Comi e Marc Taraballa, parlamentare del Belgio, hanno accolto
in una grande sala appositamente af-
fittata l’intero gruppo, al Palazzo dei
Congressi di Strasburgo, di fronte al
Parlamento europeo.
L’incontro, molto cordiale, non ha
avuto nulla di rituale. Panzeri ha parlato ai giovani sottolineando l’importanza dell’Unione Europea, a fronte
delle gravi minacce che derivano dal
momento difficile che anch’essa sta
attraversando. Lara Comi aha accolto i giovani con un messaggio di cordiale benvenuto e Marc Tarabella ha
ricordato le sue origini italiane, parlando del padre, toscano, che fu costretto ad emigrare in Belgio per fare il minatore, affrontando una vita
difficile, insieme a milioni di italiani
costretti ad emigrare in Europa dopo la seconda guerra mondiale.
A conclusione dell’incontro, i giovani hanno presentato le quattro città
cremonesi a cui appartengono le
scuole superiori presenti al viaggio e
consegneranno una copia degli opuscoli e delle locandine prodotte dalle stesse scuole, mentre il sindaco di
Cremona ha donato un libro della
città a ringraziamento e a ricordo di
quel grande abbraccio con l’Europa.
L’incontro con Il Parlamento europeo è proseguito la mattina successiva. Una delegazione di circa quaranta giovani, accompagnati dal sindaco di Cremona Oreste Perri, dal presidente del consiglio provinciale Carlberto Ghidotti, dalla dirigente scolastica della scuola capo-fila Roberta
Mozzi, dopo aver visitato l’aula parla-
mentare, è stata ricevuta da Antonio
Panzeri, essendo gli altri parlamentari impegnati nelle commissioni parlamentari. I giovani, protagonisti di
questo incontro, hanno posto moltissime domande, esprimendo dubbi e
speranze, quasi increduli di aver toccato con mano un altro modo di fare
politica. Il messaggio molto importante che è stato loro trasmesso è
quello che l’Europa potrà continuare a vivere se le nuove generazioni
ne saranno le protagoniste, se crescerà la loro consapevolezza di essere
cittadini europei.
Il commiato dalle ombre che sono rimaste sui terrazzamenti, drammatici
nel loro vuoto silenzio, circondati
dalle recinzioni di filo spinato ormai
arrugginito nel lager di Natzweiler, è
stato il momento più intenso di tutto
il Viaggio. Raggruppati davanti alla
grande Fiamma di pietra, i giovani,
con i loro canti, con i versi di Primo
Levi e le numerose citazioni del grande scrittore e testimone centenario
Boris Pahor sono stati pellegrini tra
le ombre delle decine di migliaia di
deportati che non sono mai più tornati.
Consapevoli di non poter comprendere fino in fondo l’abisso disumano che ha generato atrocità e sofferenze inimmaginabili, sono però tornati con la volontà di raccogliere il testimone, raccontando ciò che ormai
troppi non possono più testimoniare.
*Coordinatrice
del 19˚ Viaggio della Memoria
17
PRIMO PIANO
Un percorso per i ragazzi
che guideranno la società
Anche quest’anno, e per la seconda
volta da dirigente dell’Iis Torriani capofila della rete delle Scuole della provincia di Cremona, ho vissuto l’esperienza del Viaggio della Memoria. Un
percorso forte, interessante, che nelle
sue tappe ha coinvolto testimoni d’eccezione, come lo scrittore sloveno Boris Pahor, e che si è snodato lungo tutto l’anno, da novembre ad aprile. Un
percorso che ha visto nuovi attori, che
ha ampliato le collaborazioni, ma
che, soprattutto, ha mostrato quanto
gli studenti possano essere protagonisti. I loro lavori, che sono in mostra
nell’atrio del Torriani, i loro interventi durante la cerimonia conclusiva di
commemorazione dei deportati al
campo di Natzweiler-Struthof, la loro
emozione al memoriale dell’Alsazia
Mosella, il loro contegno, le loro domande ai parlamentari durante l’incontro al Parlamento Europeo, mi
hanno commosso e riempito di orgo-
glio. Sono davvero bravi i nostri studenti, ce lo hanno detto tutti quelli
che li hanno incontrati. E pensare
che saranno loro i cittadini e i costruttori dell’Europa che verrà, e anche
dell’Italia che sarà, dà una buona sensazione, una speranza per il futuro.
Roberta Mozzi
dirigente Iis Torriani
Il sindaco Perri: il Viaggio
parla alle nostre coscienze
D
urante la cerimonia al campo di Struthof, il sindaco
Oreste Perri si è rivolto così agli studenti cremonesi:
«Ritengo fondamentale che le scuole
vadano a visitare luoghi rimasti a testimonianza della sofferenza umana, perché è solo conoscendo e vedendo con i
propri occhi fin dove la cattiveria dell’uomo si è spinta, che i giovani possono crescere, imparare ed evitare il ripetersi di tali eventi, sotto qualsiasi altra
forma. La scuola ha anche il doveroso
compito di far crescere ed educare i giovani ai valori della solidarietà, della libertà e della pace, perché spesso la famiglia non basta. i giorni trascorsi con i
ragazzi delle scuole cremonesi è stata
per me un’esperienza davvero straordinaria. Così come avevo potuto verificare in passato, ho conosciuto una gioventù che non vuole dimenticare, ma che
vuole conoscere. I luoghi visitati coinvolgono tutte le nostre coscienze, tutte
le coscienze dell’intera comunità perché tutti ritornino alla pace, al rispetto
della dignità della persona e dei diritti
dei popoli, al dialogo tra le culture e le
religioni. Perché è potuto succedere
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tutto questo? Con questa domanda che
chiama in causa una sconfitta per tutta
l’umanità, abbraccio tutti coloro con i
quali ho condiviso una bellissima esperienza».
Anche l’assessore Jane Alquati sottolinea il valore del Viaggio: «Ho voluto
condividere anche quest’anno, insieme a tanti ragazzi cremonesi, questo
viaggio perché sono convinta che la pace non si costruisce solo nei palazzi del
potere ed al tavolo dove siedono i gover-
Uno dei forni crematori del campo di Struthof
e alcuni momenti della visita che ha
avuto per protagonisti gli studenti cremonesi
PRIMO PIANO
I ragazzi cremonesi durante il Viaggio della Memoria che il prossimo anno arriva alla ventesima edizione
nanti. Non è un compito che pochi svolgono per tutti noi. La pace è un processo che parte dal basso, somma di comportamenti individuali, sintesi di sensibilità e passione. Le generazioni del futuro non sono e non devono essere
estranee a questo processo, lo possono
e lo devono alimentare, rafforzare con
il loro agire quotidiano e con la freschezza che le caratterizza. Ci sono purtroppo forme quotidiane di strisciante
razzismo che tendono ad escludere e discriminare il diverso per colore, condizione fisica, provenienza, religione. E’
strisciante razzismo anche l’esercitare
prepotenza da bullo verso il compagno
di classe offendendolo ed umiliandolo.
Forme, comportamenti, percorsi che
forse non faranno mai scoppiare una
guerra vicino a noi, ma che alimentano
un clima di guerra con vinti e vincitori
che condiziona in peggio la nostra società. Da tutto questo, come ho detto
spesso ai ragazzi, è necessario imparare
a prendere le distanze facendosi guidare dai valori alti della convivenza civile e
matura. Da qui il mio il mio invito ad
agire nel rispetto della legge, a non offendere la dignità altrui, ad alimentare
democrazia e partecipazione, ad essere
generosi con chi ha bisogno, aperti al
confronto e al dialogo con tutti».
Infine, Carlalberto Ghidotti, presidente del consiglio provinciale: «In pullman abbiamo visto il film ‘Notte Nebbia’, che ricalca i concetti del buio e dell’incertezza che avvolge l’umanità. Ho
detto ai ragazzi di vivere questi anni nella luce, affinché diano il loro contributo perché non si ripetano gli orrori del
passato. La conoscenza dei luoghi e della storia ci aiuta a tenerci lontano da
questo rischio. Per i ragazzi senz’altro
un’esperienza da portare nel cuore».
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