Un marchio nazionale per la
Produzione Integrata:
i vincoli e le opportunità
AGRICOLTURA INTEGRATA
DALLA PRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE
Piacenza, 13-novembre 2009
Gabriele Canali
Istituto di Economia Agroalimentare e
SMEA, Alta Scuola in Economia Agro-alimentare
Università Cattolica S. Cuore - Piacenza e Cremona
Schema dell’intervento
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Richiamare le principali criticità dell’attuale
sistema di identificazione e valorizzazione della PI
Valutare le opportunità offerte dallo sviluppo di
un eventuale Sistema di Qualità Nazionale della
Produzione Integrata
In particolare:
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Valutare la diffusione sui mercati nazionali di prodotti
ortofrutticoli della PI
Valutare la disponibilità e l’interesse della GDO nei
confronti di un SQNPI
Valutare l’attitudine dei consumatori rispetto agli attuali
sistemi di identificazione della PI e ad un possibile nuovo
marchio nazionale
Alcune considerazioni
Il contesto: la PI e la riforma della PAC
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Dal punto di vista normativo:
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I diversi disciplinari regionali, nati progressivamente
dopo il reg. 2078/1992, ed quelli ad essi ispirati utilizzati
dalla GDO per i prodotti destinati alle Private Label (PL),
si sono progressivamente diffusi, anche se con molta
variabilità, sia sul piano territoriale che dei contenuti
Il sostegno assicurato nell’ambito delle politiche di
sviluppo rurale ne ha sostenuto la diffusione
Con la riforma della PAC del 2003, i cambiamenti
sono stati particolarmente radicali e profondi:
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l’eliminazione delle diverse forme di sostegno dei prezzi;
l’introduzione del sostegno diretto e disaccoppiato dei
redditi degli agricoltori (il Pagamento Unico Aziendale)
nell’ortofrutta: scomparsa “pratica” delle misure anticrisi
La PI in transizione: le criticità
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Esistono numerosi (troppi) e diversi disciplinari di
produzione integrata
Ciò determina:
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confusione presso i consumatori e difficoltà di
comunicazione;
un aumento dei costi di produzione a livello di azienda
agricola, dovuti alla necessità di rispettare “diversi”
disciplinari e alla riduzione delle possibilità tecniche di
soluzione dei problemi di lotta;
creazione di barriere tecniche all’accesso al mercato (GDO
nazionale ed estera);
aumento dei costi di transazione nell’intero sistema;
scarsi effetti sull’ambiente.
Il problema dell’approccio “comando e controllo” (costi,
rigidità, inadeguatezza di natura economica, ecc.)
Le diverse finalità, spesso in conflitto tra loro
La PI in transizione: le finalità “nuove”
LA PRODUZIONE INTEGRATA:
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NON DEVE rappresentare semplicemente un altro
impegno di natura ambientale senza effetti economici
(anche se senza costi privati)
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Deve semplificare
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A livello nazionale: VERSO una sola certificazione
A livello UE: in prospettiva UNA SOLA CERTIFICAZIONE
Deve permettere di recuperare efficienza a livello di
sistema produttivo:
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riduzione dei costi dovuti ai diversi standard;
finalizzazione degli sforzi al migliore adeguamento alla
domanda finale in termini di prezzo ma soprattutto di qualità;
adozione delle migliori tecniche in contesti produttivi e
ambientali molto diversi tra loro.
Le opportunità del Sistema di Qualità
Nazionale (reg. 1783/2003)
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Sostegno ai metodi di produzione intesi a
migliorare la qualità dei prodotti agricoli (1) e a
promuoverli (2)
Il sostegno può essere riconosciuto agli agricoltori
“che partecipano volontariamente ai sistemi qualità
comunitari o nazionali” (art. 24 ter)
Specifiche di produzione vincolanti e controllo da
parte di organismi indipendenti
Sistemi aperti a tutti i produttori
Sistemi trasparenti e che assicurano tracciabilità
completa
Coerenza con gli sbocchi di mercato reali o
potenziali
Verso un Sistema di Qualità Nazionale:
della PI: possibili finalità
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Deve permettere di recuperare efficienza anche a livello
della GDO:
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Riduzione dei costi legati all’adozione di PROPRI disciplinari
Possibilità di una più facile comunicazione ai consumatori,
Spostamento dell’attenzione anche su altre caratteristiche
a maggiore “premio” (es. caratteristiche organolettiche, …)
Deve permettere di affrontare razionalmente, e cioè in
modo INFORMATO E FLESSIBILE, il problema della
difesa, e non solo, in un contesto “multi-obiettivi”:
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sicurezza dei consumatori,
sicurezza degli operatori,
quantità e qualità dei prodotti,
costi di produzione,
basso impatto ambientale,
tempi e modalità di lotta,
tempi e modalità di distribuzione degli agrofarmaci.
L’indagine specifica sulla PI nella GDO e
presso i consumatori
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Entrambe le indagini sono state svolte per ISMEA
nell’ambito dell’attività di supporto per lo sviluppo
del nuovo SQNPI
L’indagine GDO
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ha interessato un campione di 20 imprese di diversa
dimensione, distribuite a livello nazionale.
è stata svolta tra ottobre e novembre 2008
sono stati intervistati i buyer o i responsabili commerciali
interviste strutturate svolte mediante questionario.
L’indagine presso i consumatori
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per ora solo alcuni dati preliminari
L’indagine sulla PI nella GDO
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Le aree tematiche oggetto di indagine:
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La situazione di mercato (quote) per i prodotti
PI
L’andamento delle vendite ed i prezzi medi di
vendita
La riconoscibilità ed i costi dell’attuale sistema
di PI
L’atteggiamento nei confronti di un sistema di
qualità nazionale della PI
La PI nella GDO: prodotto venduto
nell’ultimo anno per tipologia
Biologico
1%
PI con marca
12%
Convenzionale
64%
Altro
35%
PI senza marca
23%
Prodotto venduto nell’ultimo anno per
tipologia: frutta
Clementine
Actinidia
Pesche e nettarine
Pere
Arance
Uva da tavola
Mele
0%
20%
40%
Convenzionale
Biologico
60%
PI con marca
80%
PI senza marca
100%
Prodotto venduto nell’ultimo anno per
tipologia: prodotti orticoli
Peperoni
Fagioli freschi
Fragole
Carciofi
Zucchine
Lattuga
Patate
Pomodoro
0%
20%
Convenzionale
40%
Biologico
60%
PI con marca
80%
PI senza marca
100%
Andamento delle vendite di ortofrutticoli
freschi nel 2008 rispetto al precedente
PI senza marca
Private Label
Biologico
Convenzionale
0%
10%
20%
<-5%
30%
40%
-5 e -1%
50%
-1 e +1%
60%
70%
+1 e +5%
80%
>+5%
90%
100%
Quanto i consumatori riconoscono la PI
senza PL e quanto sono influenzati negli acquisti
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Prezzo di vendita
Per nulla
Valore acquisti
Quantità acquistate
Poco
Abbastanza
Molto
Non so
Quanto è favorevole la GDO all’adozione di un
sistema di qualità nazionale sulla PI
Abbastanza
25%
Moltissimo
30%
Molto
45%
Quanto è favorevole all’adozione del SQNPI
per la PL
Moltissimo
20%
Molto
25%
Per nulla
5% Poco
10%
Abbastanza
40%
Benefici dall’adozione del SQNPI per le filiere (%
delle risposte)
Qualità e sicurezza
prodotti
14%
Ambiente
14%
Sistema unico e
semplificato
24%
Altro
10%
Fattori economici
38%
Crescita professionale
agricoltori
5%
Ampia gamma
standardizzata
5%
Miglioramento della comunicazione ai
consumatori (% delle risposte)
Moltissimo
20%
Molto
30%
Poco
15%
Abbastanza
35%
Alcuni risultati preliminari dall’indagine sui
consumatori
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I consumatori intervistati non sembrano conoscere la
Produzione Integrata
Di fatto, negli acquisti la PI ha un peso già importante (bio
10,8%, PL 11,4%, altra PI 20,4%, convenzionale 57,4%)
Il 70% dei consumatori intervistati giudicano importante
poter contare su un marchio unico per la PI (45%
importante, 25% molto importante)
Circa il nome: PI non è apprezzato mentre lo sarebbero
assai di più indicazioni più esplicite e facili (sostenibile, …);
bisogna però evitare confusioni con il BIO.
Il 43% degli intervistati sembra attribuire importanza al
marchio di PI come criterio di scelta al momento
dell’acquisto.
Alcune valutazioni conclusive
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L’indagine ha permesso di verificare:
 le buone potenzialità di un sistema di qualità della PI;
 l’interesse da parte della GDO;
 la percezione di un potenziale interesse anche da parte
dei consumatori.
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I possibili benefici sono molti … e per molti

Questo sistema rappresenterebbe una forte innovazione
anche a livello UE … e si potrebbe/dovrebbe puntare ad un
suo sviluppo in quella direzione

Inoltre, una più efficace ed efficiente identificazione e
comunicazione della PI, può anche promuovere lo sviluppo
della PI con benefici non trascurabili sull’ambiente.
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