Comitato paritetico sul fenomeno mobbing
Mobbing
Due giornate di studio
Fernando Cecchini
INAS CISL
9 -10 Novembre 2010
Aula Gini
Mobbing? Stalking? Straining?Burn out?
Stress?
Cinque termini che stanno entrando prepotentemente nella vita
quotidiana ed il cui significato spesso sfugge
Le trasformazioni, proprie dell’ attuale contesto lavorativo,
hanno come logica conseguenza l’affacciarsi prepotente di
malattie di natura psico-sociale
Cosa è lo STRESS ?
Lo stress è parte del nostro vivere sia negli eventi positivi sia nelle avversità.
Se non provassimo nessuna forma di stress, non saremmo vivi!
Quando non ci sentiamo sicuri nell’affrontare un evento comincia la preoccupazione e
ci sentiamo “stressati”.
Stress = Sforzo
cosa genera lo stress ?
gli eventi importanti della vita
preoccupazioni a lungo termine
problemi quotidiani
Lo stress ha una valenza positiva (eustress) quando è un fenomeno di breve durata
Lo stress diventa nocivo (distress) quando si protrae per lunghi periodi di tempo
MOBBING ; STRAINING ; BURN OUT ; STALKING
= STRESS
STRESS
= SFORZO DI ADATTAMENTO = stress = (dovuto a) EVENTI VITA
MOBBING
= SERIE VIOLENZE MORALI =
BURN OUT = ESAURIMENTO EMOTIVO=
stress
= (dovuto a) MOBBER
stress = (dovuto a) LAVORO
STRAINING = SOFFERENZA SITUAZIONALE = stress = (dovuto a) STRAINER
STALKING = SOFFERENZA COSTANTE =
stress = (dovuto a) STALKER
Da cui si evince che detti termini definiscono lo stimolo con cui è generato lo
stress
mobbing è normalmente generato sul lavoro da terzi e legato secondi fini
burn out è normalmente generato da obiettivi personali e carenze organizzative
straining è normalmente generato da un superiore gerarchico
stalking è normalmente generato da chiunque
 Danneggiano il lavoratore causando: danni alla salute irreversibili, all’ immagine,
economici, alla vita di relazione, la perdita di professionalità, il consumo eccessivo
di alcool, tabacco, farmaci e ……… incidenti sul lavoro
 Danneggiano la famiglia: quanto sopra, assieme a problematiche di natura
relazionale e quotidiana ( figli, coniuge, genitori ), nel tempo può condurre ad atti di
violenza e alla dissoluzione del nucleo famigliare
 Danneggiano l’azienda: aumentano gli incidenti lavorativi, colpisce l’ efficienza,
la produttività, diminuisce la motivazione, aumenta l’ assenteismo, la conflittualità,
lo scarso interesse, il contenzioso, crea un clima negativo, l’ azienda sostituirà il
lavoratore assente con ulteriori costi, aumenterà il costo del prodotto diminuirà la
qualità. Per altro il lavoratore avrà grosse difficoltà a trovare altra occupazione per
cui l’ azienda dovrà affrontale costi legali, di risarcimento e di immagine.
 Danneggiano lo Stato: il sistema sanitario nazionale sosterrà costi per terapie,
ricoveri, medicine, ecc. Per lo Stato aumenteranno oneri sociali, quali sussidi ,
pensioni anticipate, mobilità, invalidità, ammortizzatori, ecc.
Le malattie psico-sociali
non pagano !!
E’ dimostrato che le patologie stress-correlate, riducendo la capacità di
elaborazione mentale, inducano ad errori umani di vario tipo :
A livello di intenzione
A causa di stanchezza non viene eseguita una procedura
A livello di controllo
Si avrà deficit di memoria nella sequenza delle operazioni da compiere
Per improprietà esecutive
Mancanza di coordinamento nella priorità tra le azioni
tutto questo può essere causa di incidenti sul lavoro
Lo stress legato al lavoro rappresenta la seconda malattia professionale più
diffusa nell’Unione Europea dopo il mal di schiena. In Europa ne è affetto un
lavoratore su quattro; le donne risultano essere più colpite. Lo stress legato
all’attività lavorativa può essere provocato da rischi psicosociali, quali la
progettazione, l’organizzazione e la gestione del lavoro, nonché da problemi
come le vessazioni e la violenza sul lavoro, ma anche da rischi fisici come la
rumorosità e la temperatura. Nel 2005, più del 20 % dei lavoratori dei 25
Stati membri dell’Unione europea ha creduto che la sua salute fosse a
rischio a causa dello stress sul lavoro. (Fourth European Working Conditions
Survey, 2007)
I costi derivanti dallo stress legato all’attività lavorativa ammontino a circa
20.000 milioni di euro all’anno. Il fenomeno riguarda almeno 40 milioni di
lavoratori nei 15 Stati membri dell’UE. (Commissione Europea - Direzione generale per
l’Occupazione e gli Affari Sociali, 2002)
Accordo quadro europeo su stress lavoro-correlato concluso l’ 8 ottobre
2004 tra UNICE/UEAPME, CEEP e CES
Firmato il 9 giugno 2008 da:
CONFINDUSTRIA , CONFARTIGIANATO e ecc, e CGIL, CISL, UIL
………e realizzato su base volontaria a seguito dell’ invito rivolto alle parti sociali
dalla Commissione delle Comunità europee ……..
Articolo 1 punto 3 Affrontare la questione dello stress lavoro-correlato può condurre
ad una maggiore efficienza e ad un miglioramento della salute e sicurezza dei
lavoratori, con conseguenti benefici economici e sociali per le compagnie , i lavoratori
e la società nel suo complesso ……….
Articolo 2 punto 3 Le parti sociali europee , riconoscendo che le molestie e la violenza
sul posto di lavoro sono potenziali fattori di stress lavoro-correlato , verificheranno nel
programma di lavoro del dialogo sociale 2003-2005, la possibilità di negoziare uno
specifico accordo su tali temi. Pertanto, il presente accodo non concerne la violenza, le
molestie e lo stress post-traumatico.
Interpretazione / commenti
Le parti sociali europee riconoscono anche che lo stress espresso sul
lavoro non è necessariamente originato dal luogo di lavoro, ma piuttosto
nella sfera privata. Va compreso che risolvere tali situazioni non è
direttamente un "obbligo datore di lavoro", ma che il datore di lavoro
dovrebbe assistere / aiutare / facilitare il lavoratore in questione a
superare, per quanto possibile, la situazione la quale continuando a lungo
può influenzare negativamente il luogo di lavoro
D. Lgs. 81/08
Articolo 28 Oggetto della valutazione dei rischi
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche
nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei
preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di
lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei
lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori
esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress
lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo
dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di
gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26
marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di
genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi.
Entro il 31 Dicembre 2010 tutti i datori di lavoro di
aziende pubbliche e private dovranno rilevare questo
fattore attraverso test che ne consentano la valutazione
al fine di prevenirlo e segnalarlo nel DVR
Perché si è sentita la necessità di creare degli sportelli dedicati al Mobbing?
la necessità nasce dalla definizione del mobbing:
“azioni di per se legittime ripetute nel tempo in maniera abnorme e volutamente
persecutoria al fine di fiaccare e distruggere la vittima predestinata”
va evidenziato che il mobbing colpisce il lavoratore in maniera individuale
per cui solo lui/lei è in grado di organizzare una sua strategia difensiva
Da cui possiamo differenziare:
gli “uffici vertenze” nei contenziosi per azioni
contrattualmente illegittime: demansionamento, negazione di
retribuzioni, lavorazioni pericolose o nocive, trasferimenti
immotivati, ecc.
gli “sportelli d’orientamento mobbing” nei contenziosi dove il
lavoratore è perseguitato tramite azioni contrattualmente
legittime o quantomeno al limite, poste in essere con modalità
lesive tali da danneggiarlo: accanimento disciplinare, negazione di
permessi o ferie, esclusione da attività aziendale, isolamento,ecc.
Il Nostro Intervento
Spiegare che denunciare azioni di mobbing non è una soluzione al problema,
ma è il problema. Che la migliore soluzione è trovare un compromesso con
l’azienda cercando contemporaneamente soluzioni alternative. Contattare le
strutture sindacali: RSU, RLS ecc. cercando di risolvere le controversie
tramite una mediazione con i vertici aziendali
Nel caso di situazioni insanabili, dove esista nel
lavoratore la determinazione di procedere per vie
legali, spiegare che non è il sindacato che può
imporre un corretto comportamento all’azienda ma il
giudice a cui si dovranno dimostrare i fatti in
maniera chiara ed inequivocabile. Va chiarito che la
durata di una causa di lavoro è lunga e che nel
frattempo i rapporti con l’azienda peggioreranno in
maniera esponenziale e l’ esito giudiziale è sempre
incerto
Da questo momento si sostiene il lavoratore con una
serie di consigli / suggerimenti orientativi / supporti
Ma il Goal è :
Prevenire o arginare il mobbing formulando
clausole contrattuali con il datore di lavoro
seguendo per sommi capi il seguente schema: (accordo di clima)
 Definire il fenomeno nella maniera più ampia.
 Elaborare un codice di comportamento aziendale che ponga all’ indice
atteggiamenti offensivi, vessatori, persecutori, immorali.
 Fare formazione ed informazione sul fenomeno.
 Formare una commissione mista composta da azienda e parti sociali,
presieduta da un soggetto esterno.
 Porre il datore di lavoro in condizione di procedere a sanzioni
disciplinari verso chi crea turbamento in azienda
Il disagio nelle relazioni lavorative Anni 2008-2009 L’Istat
Le vittime di vessazioni sul lavoro (mobbing). 2milioni e 91mila i
lavoratori , il 7,2 %, che hanno dichiarato di aver subito vessazioni in
ambito lavorativo nel corso della vita. Abbiamo una crescita rispetto al
1,5 milioni (4,2%) valutato nel ’98 dalla E.F.I.L.W.C.
Analizzando gli ultimi 3 anni, i comportamenti persecutori e
discriminatori riguardano.
91,0 % la sfera della comunicazione,
63,9 % la qualità della situazione professionale,
64,1 % l’immagine sociale,
50,4 % le relazioni sociali
3,9 % aggressioni vere e proprie
79,9 % le critiche senza motivo e l’essere incolpati di qualsiasi problema
o errore
62,7 % le scenate e/o sfuriate.
tra il 34 e il 38 % sono messi a lavorare in condizioni estremamente
disagevoli o senza gli strumenti necessari, calunniate, derise e oggetto di
scherzi pesanti, soggetti a cui vengono affidate temporaneamente
mansioni inferiori o superiori con l’intento di umiliarli o metterli in
difficoltà e le persone che vengono umiliate o prese a parolacce.
30,3 % è stato loro impedito di ottenere incentivi, promozioni o
riconoscimenti assegnati ad altri
27-29 % sono state escluse volutamente da occasioni di incontro, cene
sociali, riunioni di lavoro e non viene più rivolta loro la parola.
20,7 % viene loro impedito di incontrare o parlare con i colleghi con cui
si trovano bene,
18,1 % sono attaccati rispetto alle loro opinioni politiche e religiose,
12,1 % subiscono controlli o sanzioni disciplinari,
7,9 % offerte di tipo sessuale
3,5 % aggressioni.
COME IL MOBBING HA CAMBIATO LA MIA VITA
Fernando Cecchini INAS CISL
La ricerca che segue è stata presentata ai seguenti convegni internazionali
9ª Conferenza
European Academy of Occupational Health Psychology
29-31 Marzo
Pontificia Università Urbaniana
Via Urbano VIII, 16 – Roma
Health and safety and vulnerable workers
in a changing world of work
The Law Department
Adapt – Centro Studi Marco Biagi
Middlesex London
University of Modena
International Conference
at the Hendon campus of Middlesex University
London on Tuesday 8 June 2010
Ringrazio per il supporto: Francesco Chicco, Giovanna Fasciani, Sandrina
Fersurella, Silvia Franco, Ilaria Rossi
La ricerca è stata condotta su un gruppo selezionato di 200 lavoratori,
esposti a molestie sul posto di lavoro, intervistati nel periodo gennaiogiugno 2009; è ispirata dall’ esperienza maturata dal “punto di ascolto
INAS CISL”, ed è stata pianificata con lo scopo di denunciare che il
mobbing non è solo un fenomeno transitorio, ma che genera e determina
nella vita di un lavoratore cambiamenti spesso drammatici.
COME IL MOBBING HA CAMBIATO LA MIA VITA
Due sono i questionari utilizzati con circa 40 domande ciascuno: l’uno
per lavoratori che hanno lasciato l’ azienda, l’altro per lavoratori ancora
presenti.
Cosa accade in azienda
Famiglia rapporti sociali
Tempo libero e salute
L’ azienda
Sono
state aggiunte quattro domande a cui
rispondere in sintesi:
- una frase che riassuma l’ accaduto, che fotografa
la mia situazione attuale …..
- se potessi tornare in dietro ……
- il futuro che mi aspetta ………
- note eventuali
Tra i dati più significativi si ricava che il 39% cambia
radicalmente lavoro, il 28% si divide dal partner, il 54
% si isola allontanandosi da parenti ed amici, il 33% ha
problemi economici per spese di medici e avvocati, il
49% ha serie patologie, il 74% si sente svuotato e non
ha nessun interesse, il 75 % subisce una
dequalificazione, il 40% lascia il mondo del lavoro, il
53% ricorre ai tribunali e un intervistato si è suicidato.
Tra le domande 20 sono state di particolare utilità per valutare lo
stato del Sé del mobbizzato e i rischi quindi che questi può correre.
Il lavoro non solo soddisfa i bisogni economici, ma dà anche uno
status socialmente riconosciuto ed apprezzato. Nelle situazioni di
Mobbing il lavoro può diventare fonte di grandi sofferenze, che
provocano in genere trasformazioni negative e durature
nell’individuo.
Ben 12 domande ci dicono che il mobbizzato è invece costretto a subire
continue ferite essendo esposto:
- a prepotenza o discriminazione;
- a molestie sessuali;
- a impedimenti a causa della maternità;
- è dequalificato;
- deve cambiare radicalmente lavoro;
- è lasciato inattivo;
- è isolato;
- deve andare in pensione anticipatamente;
- a grosse difficoltà finanziarie;
- può dover chiedere aiuto economico al partner;
- può accusare serie patologie;
-dopo un duro e costoso percorso legale, può scoprire che la legge non è
uguale per tutti.
Il mobbizzato è esposto quotidianamente a vessazioni e umiliazioni, che
inducono in lui un profondo senso di fallimento
accompagnato da un intenso sentimento di vergogna.
Per le altre 8 domande, invece, si può sospettare che il mobbizzato corra
il rischio dell’insorgenza di una grave sofferenza psichica, per il
riemergere di antichi traumi
-essere fuori, quando tutti sono al lavoro;
-essere estromesso;
-essere isolato dai propri familiari;
-vedere naufragare la propria famiglia;
-perdere l’affetto dei propri figli;
- essere abbandonato dagli amici;
- essere costretto a vivere da solo;
-perdere qualsiasi voglia di vivere, sentirsi svuotati.
Da quanto analizzato si evince che un soggetto la cui identità psicologica
ha antichi traumi rischia la disintegrazione psichica, una profonda caduta
dell’autostima e un disarmante senso di mancanza di significato. E’ un
soggetto con grosse falle e che facilmente andrà incontro a modificazioni
peggiorative quando esposto all’azione traumatica del mobbing sino alle
più estreme conseguenze su di se o su gli altri.
Due storie
Sesso
Età
Titolo studio
dipendenti
Qualifica
Il persecutore
Attività azienda
A
B
m
f
51/60
31/40
media superiore
sup. 150
6 / 15
impiegato
direzione
capo
pub amm commercio
A la mia attuale situazione é di disperazione; Non ho futuro
B - Sfiducia, insicurezza e paura; Al momento non vedo futuro ma spero ci sia.
A stato contattato dai familiari di A i quali ringraziandomi per il sostegno al loro
familiare mi hanno comunicato che si era suicidato
B Non mi spaventa più stare tra la gente e l'attacco di panico è un ricordo. Sto ancora
prendendo la terapia farmacologica Sto molto meglio e di questo devo ringraziare Te
perché sei stata la persona che mi è stata vicino e mi hai dato la forza di andare avanti
non sentendomi sola. Questo fa la differenza
sportello nazionale mobbing INAS-CISL
Aiutare le vittime del mobbing.
E' questo l'obiettivo dello sportello di ascolto attivato dall'INAS-CISL
in grado di fornire risposte esaurienti ai dubbi dei lavoratori.
http://www.inas.it
06/84438364
330967012
n. verde 800 249 307
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"Per conservare il potere e controllare l`altro, ci si serve di manovre