Sopralluogo Siamo andati a pedalare quella che sarà la prova jolly del Prestigio La Grande Mela ci aspetta con un evento... mondiale Si corre il 19 maggio e le emozioni sono assicurate Maglia in regalo e percorso da 177 chilometri (per passisti) Beato chi ci sarà... di Daniele Simonetti 1 Tracciato suggestivo (con stile italiano) 2 L’Expo? All’ombra del Madison Sq. Garden 3 E ora le (6) proposte per entrare nel mito... 28 NEW YORK... Chi viene con noi? 1 Un unico tracciato agonistico Lo start “sospesi” sul ponte George Washington poi tanti saliscendi (dislivello insidioso) prima di rivedere New York dalle rive dell’Hudson Partecipare costa circa 190 euro Un po’ tanto ma ne vale la pena... Tracciato suggestivo (con stile italiano) N EW YORK - Magari in testa te lo sei immaginato più di una volta, ma trovarsi in mezzo a questo tourbillon di luci, colori e gente chiassosa che si muove frenetica ma ordinata, rigorosamente con il bicchiere di caffè in mano, fa tutto un altro effetto. Sarà stata la nebbia e le nuvole basse al nostro arrivo, che hanno nascosto allo sguardo i grattacieli imponenti di Manhattan fino all’ultimo istante. Non si vedeva nulla all’orizzonte, poi tutto d’un tratto sono apparsi come ovattati. Successivamente si sono mostrati in tutta la loro lucentezza. E’ stato come entrare di colpo nel cast di un film e anche se il jet lag è traditore e tenta di chiuderti gli occhi, d’un tratto hai energie a sufficienza per lasciare il bagaglio in albergo e catapultarti fuori, attirato dal richiamo della gente in fila per entrare nei teatri di Broadway. Lo sguardo? Quello di un bambino che non crede ai propri occhi e che rimane come esterrefatto dalla bellezza e dalla diversità di quello che vede. Cosa ci facciamo noi di Cicloturismo nella Grande Mela. Presto detto: siamo venuti a scoprire i segreti della prossima edizione della Gran Fondo New York, perché saranno in tanti quelli che hanno in mente il Prestigio e vorranno impreziosirlo con questa “perla” particolare. Non una Gran Fondo come le altre, qui non si viene per caso. E’ una gara giovane, ma sarà una delle prove internazionali più importanti dell’anno, una delle più belle. Il fascino, la storia, le tragedie dell’11 settembre, l’orgoglio americano, si mischieranno alle due ruote di chi avrà il coraggio e la possibilità di attraversare l’Altantico e raccogliere questa sfida affascinante. La notte passa veloce e la mattina seguente si parte alla scoperta. Una veloce pedalata intorno a Central Park, con il suo giro di 10 chilometri utile per scaldare le gambe, poi prima tappa al George Washington Bridge, il ponte più at- Le colline della gara (ora imbiancate) non superano i 465 metri di quota ponte, infatti, giriamo a destra per costeggiarlo e dirigerci verso Nord. C’è ancora un po’ di neve sulla strada. Gli alberi sono spogli e ci sono ancora i segni del passaggio dell’uragano Sandy, che poco prima della Maratona, in novembre, ha causato moltissimi danni. Si costeggia il fiume sulla strada litoranea, ma forse per la gara si potrà percorrere una parte di superstrada, che sentiamo con l’udito sopra di noi. E’ solo un’ipotesi, ma potrebbe agevolare il tragitto di partenza del gruppo, che qui sarà a ranghi molto compatti. Seguiamo il corso della Palisades Interstate Parkway, una strada che ai più può sembrare piatta perché ripercorre in sostanza il tragitto del fiume verso le colline, ma che di pianura vera e propria ne presenta davvero poca. Saliscendi a non finire che terranno i muscoli dei granfondisti sempre in tiro. Qui il ritmo sarà altissimo, sopra i 40 orari, soprattutto per chi vorrà tenere le ruote del gruppo principale. Subito una collina, fino a 539 piedi (circa 170 metri di quota), poi ancora mangia e bevi. Si esce in direzione del Lamont Doherty Earth Observatory, poi costeggiando da sinistra il Tallman Mountain State Park, si passa dalla piccola Piermont, caratterizzata da case arroccate sul costone della riva. Prima di tutto, una bella panoramica Poi, si parte per le colline fuori città La trasferta americana sarà anche l’occasione per una vacanza Primissimi chilometri in New Jersey E si arriva al paesino di Piermont 32 traversato al mondo (circa 300 mila “passaggi” al giorno). E’ un’opera di alta ingegneria sopra al fiume Hudson ed è ancora più incredibile il fatto che sia a due piani. Da qui, dal piano inferiore del ponte, nelle ultime due edizioni sono state allestite le griglie della Gran Fondo ed è incredibile come il serpentone dei 5.000 ciclisti del 2012 l’abbia riempito in tutti i suoi 1.450 metri di lunghezza. Per arrivarci facciamo lo slalom tra i classici tombini fumanti e seguiamo le orme delle nostre due guide d’eccezione, i giovanissimi organizzatori della Gran Fondo, Ulrich e Lidia Fluhme, che ci spiegano che si stanno anche va- gliando idee alternative per lo start, ma il passaggio sul GWB, come lo chiamano qui, è in ogni modo obbligato per prendere il largo verso le montagne. E all’imbocco ci sarà un grosso punto assistenza per i ciclisti, uno dei più frequentati. Entriamo nello stato del New Jersey e sarà l’unica eccezione che la Gran Fondo farà, solo per pochissime migliaia di metri, poi ritorneremo tra i confini di New York. Possiamo solo immaginare l’emozione della partenza sospesi sul fiume dai racconti di chi l’ha vissuta veramente, ma questo è solo all’inizio... Il fiume Hudson sarà uno dei protagonisti del percorso. Subito dopo il Start dal ponte come nel 2012 Lo start della corsa newyorkese sarà come lo scorso anno dal piano inferiore del George Washington Bridge. Uno start fascinoso, con i ciclisti sospesi sul ponte, con la città alle spalle, anche se gli organizzatori non hanno nascosto il desiderio di poter partire da Central Park. Nella foto a destra, una vista del ponte, il più trafficato del mondo. C’è anche una corsia esterna per le biciclette. Nella foto sopra, una sosta a Central Park, nel cuore di Manhattan. Si sale seguendo il Palisades Park Entriamo nel centro di Nyack evitando il ponte che attraversa il fiume. Ancora pochi chilometri di saliscendi, poi chi ha scelto il percorso cicloturistico potrà fare inversione e addentrarsi verso le colline di Nyack Ovest, superando un tratto interlocutorio senza troppe difficoltà e ripercorrendo il percorso che abbiamo fatto fino a questo momento per tornare verso Manhattan. Noi tiriamo dritto, ovviamente verso Nord. Superiamo la cittadina fluviale di Haverstraw, poi verso il lago Rockland, spesso ghiacciato in questo periodo, pedaliamo sulla sinistra lo Stony Point State Park, per la roccia che le dà il nome. Qui inizia la prima vera salita della corsa, anche se, come detto, di pianura ne abbiamo fatta davvero poca. Arriva il Passo del Daino, la prima salita cronometrata, che sicuramente prende il nome dalla tanta quantità di fauna presente da queste parti. E’ una salita corta, poco più di mille metri che arrivano dopo circa 35 miglia (56 chilometri) nelle gambe. Le pendenze crescono p r o - Seguendo il corso dell’Hudson... Partenza “nervosa” con saliscendi a non finire E si transita per il centro di Nyack Dislivello duro di 2.800 metri gressivamente fino al 14 per cento e sarà importante gestire le energie per non ritrovarsi con le gambe doloranti nell’ultima parte, quando la mano destra sarà costretta a cercare i rapporti più agili. Salita decisa sulla Bear Mountain 34 Discesa tecnica, poi il bivio per invertire la rotta, ma prima Nonostante la gara non presenti vette altissime (la cima più alta, la Montagna dell’Orso, scollina a 465 metri), il dislivello dei 177 chilometri è di 2.800 metri. Questo perché non esistono veri tratti di pianura, ma il tragitto è un continuo saliscendi. Del resto, il territorio di New York non possiede grandi montagne, ma solo vaste colline. L'Hudson sarà il dominatore incontrastato della corsa. c’è la “Cima Coppi” da dominare e si chiama Montagna dell’Orso. Giriamo a destra e passiamo di fianco all’isola di Iona, poi finalmente la catena potrà scendere decisa sul 39 per affrontare l’ascesa. I cartelli che indicano Bear Mountain si susseguono, ma la scalata inizia dopo la rotonda che segna anche l’ultimo vero momento per tirare il fiato. Qui nelle edizioni passate era posto un punto di ristoro, ma quasi sicuramente verrà spostato in cima perché la strada potrebbe creare problemi per il blocco del traffico. Bear Mountain ha molte cose in comune con il passo del Daino. Inizio 35 Un’unica “opzione” per chi vuole aspirare allo scudetto di CT C’è anche un tracciato cicloturistico Il percorso Gran Fondo misura 177 chilometri e sarà l’unico agonistico. Dall’altimetria sottostante si può notare come manchino totalmente i tratti di pura pianura. Lo si intuisce dal dislivello, che raggiunge quota 2.800 metri. Quattro saranno le salite, tutte con il traffico chiuso alle automobili. La Cima Coppi è la Montagna dell’Orso che misura meno di sei chilometri di lunghezza. Le pendenze massime raggiungeranno il 14 per cento. Per chi vuole solo fare una pedalata in allegria, ci sarà un tracciato cicloturistico di 60 miglia (96 chilometri) che non prevede classifica finale. PERCORSO LUNGO: 177 CHILOMETRI - DISLIVELLO: 2.800 METRI Scollinamento a 465 metri di quota Chilometri 465 Montagna dell’Orso 170 Passo del Daino 0 New York 0 chilometri Un caffé in uno dei tanti coffee shop Poi si riparte verso Tallman Park Bisogna sfruttare le ruote veloci... 36 leggero, poi gradualmente la pendenza aumenta, anche se è molto più lunga, circa 5 chilometri e mezzo, da zero a 465 metri. È uno dei punti di riferimento dei ciclisti della zona e non è raro incontrare gruppi che la affrontano in allenamento. L’atmosfera adesso è natalizia, con la neve abbondante ammucchiata al bordo della carreggiata, ma regala uno scenario da favola. C’è una quiete surreale. Il prossimo 19 maggio il panorama sarà tutto diverso. Altri colori, altre temperature. Qualche daino oggi ci fa compagnia, poi sparisce tra gli alberi spogli, quegli stessi alberi che tra quattro mesi saranno di un verde rigoglioso. Si sale disegnando un anello attorno alla montagna, con le rocce vive sulla destra e la folta vegetazione di rimpetto che spesso si apre per permettere di apprezzarne i panorami. Di contro, la pendenza non è mai altissima e non supera il 10 per cento. Dalla cima, la vista può spaziare a 360 gradi. Da qui, nelle giornate più limpide, lo sguardo può spingersi fino a New York, che si intravede in mezzo alle colline, quelle stesse colline che sa- 0 10 20 251 Colle di Formaggio 0 New York 177 ranno il nostro obiettivo da qui in avanti e che si intrometteranno tra noi e la conquista della Grande Mela. Dietro front, un piccolo “anello” e ritorniamo sui nostri passi, scendendo dalla stessa strada. Uno strappo, poi inizia il Colle Andrea Pinarello. «Andrea è stato un grande amico - ci dice Lidia - e uno dei primi ambasciatori in Italia della nostra corsa. Avevamo le stesse idee, era un appassionato di bicicletta prima ancora di essere un uomo marketing e tra noi è nata subito un’amicizia vera. Per questo abbiamo deciso di intitolargli una salita all’interno della corsa e di mettere il suo logo sulle nuove maglie». Per i ciclisti newyorkesi questa ascesa è famosa come Gate Hill Road, una collina di circa tre chilometri con pendenze abbordabili e con un piccolo tratto di trecento metri dove poter respirare, ma molti potrebbero pagare dazio in considerazione del fatto che subito dopo sarà la volta di un altro colle. Si chiama “cheesecote”, letteralmente Colle di Formag- gio e così è stato soprannominato dall’organizzazione. Un’ascesa quasi nascosta, tanto che gli abitanti del luogo l’hanno soprannominata anche “overlook road”. E’ in un certo senso l’ultima vera asperità, dall’alto, si fa per dire, dei suoi 824 piedi di quota (251 metri). Sulla cima, come successo per la Montagna dell’Orso, si farà inversione e si ritornerà a valle sulla stessa strada per riprendere la via verso New York City. Abbiamo percorso circa 112 chilometri e ne restano una sessantina per tornare a casa. Sembra facile, ma il percorso ha ancora molte insidie nascoste, con dossi a non finire e una piccola sa- Una zona expo ancora più grande litella (affrontata in senso inverso all’andata) all’interno del Palisades Interstate Park. Festeggerà il 3° anno anche il New York Bike Expo, l’importante zona esposizione della Gran Fondo che allieterà ciclisti e accompagnatori nei due giorni precedenti alla corsa (17 e 18 maggio). Sarà organizzato in una zona centralissima di Manhattan, alla fine del Madison Square Garden, tra la 33ª strada e la 7ª Avenue. Più di sessanta espositori, con i brand più importanti del mondo (tanti italiani) settore ciclismo e non, che esporranno le loro novità. Manca veramente poco ormai. La brezza dell’Oceano inizia a farsi sentire e funge da richiamo. Ultimi chilometri. La strada sembra uscire dalla città, che scompare dietro le curve e non ti rendi conto di dove sei, fino a quando Manhattan e il suo skyline non ti fanno stropicciare gli occhi. Ci arrivi da una via secondaria che passa sulla costa ovest e forse è meglio così. Hai il tempo di vederla, di emozionarti. Arrivando direttamente nella City avresti potuto ammirarne lo sfarzo, la 37 C’è neve, ma a maggio sarà diverso sua imponenza, ma non la sua vera bellezza. La nebbia e le nuvole si sono alzate e ora il sole si riflette nei vetri specchiati dei grattacieli. E’ un’emozione incredibile, difficile da spiegare. Sei ad un passo e sembra di poter toccare l’Empire State Building con un dito. Più giù c’è la Statua della Libertà che fa bella mostra di sé e attende tutti i granfondisti per una visita, ma solo dopo aver gustato il pasta party ed essere ritornati sull’isola di Manhattan con il traghetto. C’è da visitare Wall Street, Broadway, il Moma e tanto altro. Il resto? Decidetelo voi, avete solo l’imbarazzo della scelta. New York è una città fuori dal comune, di quelle che ti sorprende ad ogni angolo. Ci prendiamo il giorno successivo per fare un giro ed ammirarla. L’odore delle ciambelle riscaldate dai venditori ambulanti che inebriano Manhattan si sente ad ogni curva. Signorotti in giacca e cravatta che aspettano alla hall dell’hotel per aprire la porta del taxi alla gente d’affari, i tipici taxi gialli e i camion dei pompieri… E’ tutto una novità. Spazio anche alla solidarietà tarla, da più di 70 paesi. Troveranno una popolazione simpatica, sempre pronta allo scherzo. Molti qui sono di origine italiana e un po’ ci assomigliano. Gente che parla in modo un po’ strano, con uno slang particolare, ma sempre pronta al sorriso, una popolazione frenetica che però ha un suo ordine. Così lontani, eppure così vicini. La benzina si conta in galloni, si ragiona in miglia e si paga in dollari. Ma tra 5 mesi parleranno tutti la stessa lingua, quella della bicicletta. Segnate questa data: 19 maggio. Il sogno americano di molti ciclisti inizierà proprio quel giorno… Daniele Simonetti La corsa sarà impegnativa, con 2.700 metri di dislivello. Non come la Nove Colli, ma non pensate che sia facile. Arriveranno da tutto il mondo per dispu- Strade larghe e sicurezza al top L’arrivo è sulla riva destra del fiume E questa è la maglia ufficiale La prova è gemellata con la Gran Fondo Campagnolo Roma ed entrambe sono associate con la stessa charity. A New York ci sarà spazio per la solidarietà: si costruiranno venti minisquadre, capitanate da un vip, che raccoglieranno fondi per Operation Smile, la Onlus che aiuta i bambini con malformazioni al volto. La gara ha ricevuto il patrocinio della Federazione Italiana, con il presidente Di Rocco che si è complimentato per lo “stile tricolore” della manifestazione. 39 2 Gli organizzatori Lidia e Ulrich Fluhme ci hanno raccontato tutti i segreti della prova newyorkese Dai costi altissimi dell’allestimento di un evento mondiale fino alla ricercatezza dello “stile italiano” Sarà la terza edizione e al via sono attesi 7.000 pedalatori Di questi almeno 1.000 saranno italiani... L’Expo? All’ombra del Madison Sq. Garden N EW YORK - Simpatici, giovani e con le idee chiare. Ulrich e Lidia Fluhme, prima di essere gli organizzatori della Gran Fondo, sono grandi appassionati di sport. Ulrich è di origine tedesca, ha un passato da corridore e da vent’anni è un profondo conoscitore delle Gran Fondo italiane; Lidia ha alle spalle prove sportive di durata (ironman). Li abbiamo fatti parlare della loro “creazione”: la storia, le curiosità e le prospettive della prossima edizione. «Faccio Gran Fondo in Italia - ci dice Ulrich - da quando avevo venti anni. Poi cinque anni fa sono arrivato a New York. Lidia abita qui da 22 anni…». «La mia prima Gran Fondo - ribatte Lidia - l’ho fatta nel 2010, ovviamente in Italia. La ricordo ancora adesso. Era la Stockalper e l’abbiamo terminata con la classifica “Lui e Lei”. Ne sono rimasta affascinata. Siamo tornati a New York e abbiamo detto “dobbiamo organizzare una Gran Fondo”». Una novità incredibile nella Grande Mela e alla prima edizione (nel 2011) ha totalizzato già 2.000 iscritti. Poi è arrivata la consacrazione dello scorso anno. Ulrich lavorava in banca a Wall Street, ma ora si dedica a tempo pieno alla manifestazione. «E’ stato il giusto premio per il nostro impegno, perché non abbiamo lesinato energie. E’ una mossa 40 che dovevamo fare, dovevamo rischiare. A New York tutto ha un costo, è una sorta di mentalità. Quando ci siamo buttati in questa impresa sapevamo che avrebbe avuto un costo enorme. Per farsi apprezzare da Manhattan, dovevamo metter su un evento pressoché perfetto e pensiamo di esserci riusciti. Ma lo vogliamo migliorare sempre di più, per questo giriamo il mondo per promuoverlo». - Saranno 70 i Paesi rappresentati. Un trend positivo delle iscrizioni che toccherà quota settemila. Sono numeri da capogiro. - Sono i numeri che merita un evento di New York. Abbiamo deciso di esportare dall’Italia un prodotto che gli americani non conoscevano. Qui esistevano solo due specialità: o le gare “criterium” o le cicloturistiche. E abbiamo scelto lo stile italiano perché ci piace il vostro modo di correre, la vostra mentalità. - E quali saranno gli obiettivi della prossima edizione? - Prima di tutto far divertire i ciclisti, poi la sicurezza. Tutto il percorso deve essere sicuro ed è per questo che stiamo lavorando. La sicurezza e la chiusura delle strade è certamente la voce di spesa che incide di più sul costo finale, ecco spiegato il prezzo del pettorale. Solo chiudere la strada che porta a Bear Mountain ha un costo di 70.000 dollari, potete immaginare tutto il resto. - Ma ci sono anche i volontari… - Sì, e sono indispensabili. Ci aiuta- La prima edizione nel 2011. Allo start si presentarono 2.000 granfondisti Strade “ad hoc” per chi pedala... - Ci piacerebbe, sullo stesso tracciato, poter far disputare una corsa professionistica, da far partire con 15 minuti di anticipo. L’abbiamo proposta all’Uci e stiamo aspettando una risposta. Può essere un bel biglietto da visita e aiutare a coinvolgere molti più tifosi. Si parla di Italia e America e l’accostamento non può essere evitato. I newyorkesi che praticano ciclismo sono davvero tanti. Ce lo fa notare Lidia parlando di quante persone s’incontrano la mattina a Central Park, tutta gente che si allena in bicicletta all’alba, prima del lavoro. - Ma in cosa differiscono i ciclisti italiani da quelli statunitensi? - Fino a qualche anno fa - continua Li- Tutte le bici hanno l’adesivo della corsa Il costo più alto: la chiusura delle strade Manhattan è una città con regole ferree 42 no nei ristori e nella zona expo. I volontari “guidano” i ciclisti, la polizia guida e chiude il traffico automobilistico. - Le strade saranno chiuse? - Le salite saranno tutte chiuse al traffico, così come lo sarà anche la prima e l’ultima parte del percorso, a cui stiamo lavorando. Tutto il resto del percorso sarà a traffico moderato, controllato dalla polizia. - E’ impensabile realizzare, come è stato fatto per la Gran Fondo di Roma, un giro turistico della città prima di prendere il via? - Quasi certamente si partirà di nuovo dal George Washington Bridge. E’ uno start particolare, sospesi sul ponte con Manhattan alle spalle, ma non nascondo che ci piacerebbe poter partire da Central Park. Credo sia il posto ideale, anche se dopo l’11 settembre la città ha regole molto strette. Non si possono più organizzare nuovi eventi a Manhattan e questo è un problema perché per New York la Gran Fondo può rappresentare una ricchezza da sfruttare. E’ una lotta politica, ma ci stiamo lavorando ormai da tre anni. Stesso discorso per quanto riguarda fare un giro della città. Le regole sono molto ferree. - Il vostro slogan è in italiano, “la corsa la fanno i corridori”. Perché? - Questa per noi è una cosa molto importante. E’ scritto in italiano non a caso. Significa che ognuno deve sentirsi “il E c’è anche il consolato italiano Gli italiani a New York sono molto numerosi (c’è anche un quartiere che si chiama “Little Italy”). La gara sarà preceduta anche da un evento di benvenuto dedicato all’Italia, con la collaborazione del consolato italiano a New York. Sopra, l’incontro dei due organizzatori Lidia e Ulrich Fluhme con il console Natalia Quintavalle (seconda da destra) e il vice console Sabato Sorrentino (il secondo da sinistra). In apertura, a sinistra, il pacco gara. protagonista” della corsa. Ci sono tante storie, tante vittorie. Le motivazioni sono fondamentali e con questo slogan vogliamo dimostrarlo a tutti. Saranno 7.000 imprese, tutte uniche, sia per portare all’arrivo la bici in 8 ore, sia per arrivare nei primissimi posti. - Può la Gran Fondo diventare un evento simile della portata della Maratona di New York? - Senza fare troppi paragoni, credo che nonostante la giovane età, la Gran Fondo sia già molto importante. Una bicicletta ingombra come quattro corridori (sorride, ndr) quindi già ci siamo vicini… - Ci potrebbe essere qualche altra sorpresa a maggio? dia - si praticava un ciclismo diverso, fatto di gare di durata e cicloturismo. Per questo motivo per noi era importante che gli americani conoscessero il termine Gran Fondo. Adesso ci sono molti più “granfondisti” e la vittoria più grande è stata in campo femminile. Mentre nelle corse italiane, infatti, la quota femminile è molto bassa, da noi il 15 per cento dei partecipanti sono donne. - Si trattava solo di cambiare la mentalità dei ciclisti di Manhattan… - E’ venuto naturale. Ora sono tutti più preparati. - Cosa significa per voi essere parte del Prestigio, che in Italia è il circuito più importante e impegnativo? - Il Prestigio riflette il nostro modo di pensare: corse dure, di resistenza. Una sfida contro se stessi e poi con gli altri. Ci piacerebbe portarlo a termine (lo scorso anno hanno fatto 5 prove, ndr), ma purtroppo vivendo a New York è difficile. Fare parte del Prestigio ci inorgoglisce e ci permette di dare ulteriore visibilità alla Gran Fondo. Siamo i primi in America, la prima prova extraeuropea che ci riesce. Questo conta tantissimo per noi. In più, è una grande occasione per esportare il Made in Italy. Dopo gli americani, gli italiani saranno la componente più importante della Gran Fondo. - Torniamo al percorso: sarà riproposto anche il tracciato ridotto? - Come nel 2012, ci saranno un corto, cicloturistico, e un tracciato Gran Fondo. - E la classifica? - Nel 2012 la classifica era in base ai tempi impiegati sulle salite, mentre la graduatoria con il tempo di arrivo era in ordine alfabetico. Quest’anno stiamo vagliando due ipotesi: lasciare tutto inalterato, oppure fare una classifica classica in base al tempo totale, con la cronoscalata speciale della Bear Mountain. Riguardo alle iscrizioni, invece, vi possiamo dire che saranno aperte fino all’ultimo giorno e al momento di andare in stampa erano già più di tremila i ciclisti iscritti. La zona expo, poi sarà ancor più estesa. Una vera festa della bici, con protagonisti i marchi più importanti e una location d’eccezione, alla fine del Madison Square Garden. Il rientro poi, dopo il pasta party nella zona di Weehawken, sarà con un battello sul fiume Hudson (gratuito per i ciclisti e le famiglie). Non resta che seguire il consiglio di Ulrich e Lidia: «Venite a New York. Sarà una festa dello sport, ma godetevi tutta la città che a maggio è stupenda!». Daniele Simonetti 3 Tanti tour operator proporranno idee e pacchetti per visitare la città e pedalare. Ecco alcune offerte da non perdere utili anche per tutta la famiglia 44 E ora le (6) proposte per entrare nel mito... F ino ad ora vi abbiamo mostrato tutte le bellezze che vi aspettano nella Grande Mela e siamo sicuri di aver accresciuto il vostro desiderio. Nove ore di viaggio, sei di fuso che ti fanno arrivare a destinazione tre ore dopo esser partito. Ma gli italiani che desiderano partecipare alla Gran Fondo newyorkese, cosa devono fare per essere al via? Molte importanti agenzie di viaggi organizzano voli e pernottamenti per l’evento. Ci sono servizi esclusivi per chi desidera pedalare e pacchetti pensati appositamente per chi verrà solo da accompagnatore. I pacchetti permetteranno ai tantissimi italiani di essere al via per la terza edizione della Gran Fondo, valida anche come prova jolly del Prestigio. Lo scorso anno sono stati più di 500 i partecipanti provenienti dal nostro Paese e quest’anno se ne prevedono almeno mille. Andiamo a vedere nel dettaglio qualche offerta. to, tra cui accompagnatori, massaggiatore e un meccanico, tutti con esperienza in squadre ciclistiche. Con il gruppo pedalerà anche Andrea Tonti (ex pro’). «Le nostre offerte si caratterizzano per la flessibilità. Non ci sono pacchetti né giorni predeterminati. Tutto sarà disegnato su misura dei ciclisti, per offrire la massima personalizzazione. Per chi non vuole portare la propria specialissima, offriremo la possibilità di noleggiare bici con telaio in carbonio, perché sappiamo quanto i ciclisti ci tengono a questo. Abbiamo pensato anche a offerte per le famiglie, ideali anche per gli accompagnatori». A fine gara, poi, Bike Division organizzerà una cena per tutti i propri partecipanti, con gadget per i migliori atleti e tanti premi a sorteggio, tra cui bellissimi viaggi (per info: www.granfondonewyork.it). 1) Bike Division 2) Terramia Lo scorso anno è stato premiato come il tour operator che ha portato più italiani: ben 150, di cui 90 ciclisti ai nastri di partenza. E’ partner ufficiale della manifestazione e quest’anno chi si iscriverà con loro avrà diritto alla prima griglia, subito dietro alla griglia Vip. «Il nostro staff - ci ha detto Michela Matteucci, responsabile di Bike Division - è formato da personale molto qualifica- E’ un tour operator storico per chi si vuole recare a New York per correre la Maratona. Per la Gran Fondo offre tantissime forme di assistenza, che vanno dallo studio di un pacchetto completo fino singolarmente al volo o all’hotel. «Principalmente le offerte per il tutto incluso La vista notturna di Manhattan... Un’immagine indimenticabile Il tipico tombino fumante della città Il ponte di Brooklyn, un classico - ci ha detto Antonio Baldisserotto di Terramia - sono della durata di 3 o 7 notti. Mettiamo tutta la nostra esperienza maturata in tanti anni di maratone a disposizione dei ciclisti, con servizi dedicati. Le quote sono assolutamente personalizzabili e c’è la possibilità di noleggiare la valigia rigida per il trasporto della bicicletta, al costo di 79 euro. Inoltre, ai clienti che usufruiscono dei nostri servizi regaliamo il “case” al terzo noleggio». Sul sito internet potrete trovare consigli e guide per muoversi in città e piani per le famiglie, perché anche gli accompagnatori la faranno da padrone. Quindi consigli su cosa c’è da vedere in base alle proprie passioni e su dove mangiare. Si organizzano, inoltre, visite con guida italiana e apposito pullman di accompagnamento. L’hotel “campo base” di Terramia sarà il New Yorker, ma i pacchetti includono anche altre sistemazioni. Sul sito Terramia troverete un comodo prospetto informativo che vi permetterà di calcolare facilmente il preventivo con le quote suddivise in base all’hotel, al tipo di camera e alle date di arrivo e di partenza dalla City. L’iscrizione alla Gran Fondo con Terramia costa 190 euro, in cui è compreso anche il “kit Terramia”, con zaino e cappello personalizzati (per informazioni: www.terramia.com). 3) Effetto Italy Muoversi in metro è semplice e veloce Questa, invece, è Columbus Circle 46 E’ nata solo tre anni fa e si è orientata subito verso un turismo sportivo che ha modificato le esigenze dei clienti. Si compone di un team di circa 25 addetti, specializzato soprattutto sugli eventi della città di New York (tra cui la New York City Marathon). Le proposte, anche se i programmi della trasferta non sono stati ancora svelati ma saranno disponibile a breve, si basano su pochi essenziali punti cardine: comodità di viaggio, sicurezza e affidabilità. Saranno resi disponibili pacchetti che comprendono solo il viaggio in aereo, solo allog- gio, oppure entrambi, ed avranno tutti compreso nel prezzo l’assistenza ai partecipanti e le polizze per la sicurezza, nonché tutte le informazioni sulla città e sulla Gran Fondo. Per prenotare basta compilare il facile modulo online e attendere la risposta, di solito velocissima (per informazioni: www.effettoitaly.com). 4) Xplorenewyork Specializzata nei viaggi in America Settentrionale, Xplorenewyork seguirà la Gran Fondo con i due titolari Federico Giacomelli e Claudio Morrano, il primo appassionatissimo di ciclismo e l’altro conoscitore della città di New York. Inoltre, con loro ci sarà anche Alessandro Ippolito della Ghost Bike, che accompagnerà i ciclisti e sarà il loro angelo custode lungo il percorso, nonché pri- ma e dopo la manifestazione. Massima assistenza, quindi, con consigli preziosi dalle prime operazioni, quelle dell’imballaggio della bicicletta, fino ovviamente all’assistenza meccanica e alle “dritte” per come affrontare la gara. Per chi non pedala, invece, verrà messo a punto un piano parallelo che gli permetterà di godersi le bellezze della città. Si parte il 17 maggio e si rientra il 22 (6 giorni, 4 notti) con partenze dagli aeroporti di Torino e Milano. L’hotel sarà in centro a Manhattan, ma c’è anche l’opportunità di alloggiare in appartamento, una soluzione perfetta per chi vorrà la massima libertà. I pacchetti partono da 990 euro, senza il costo dell’iscrizione, e tutte le informazioni utili, nonché il dettagliato programma di viaggio, le potete trovare sul sito dedicato (per informazioni: www.xplorenewyork.it). 5) Largo Sole Un’agenzia tutta italiana, capitanata da Nico- langiolo Zoppo, uno dei responsabili del Trofeo Centro d’Italia e di altre manifestazioni che vedranno la bicicletta protagonista, come la randonnée Il Ritorno dell’Arrotino e la Gran Fondo del Matese. Questo a garanzia di servizi studiati “ad hoc” per chi pedala e che terranno conto delle esigenze più strette dei ciclisti. Più che tour operator si definiscono “sport partner”, una sorta di ambasciatori dell’evento perché nel viaggio di avvicinamento organizzeranno anche dei meeting e degli stage per la preparazione della Gran Fondo newyorkese. «Ci saranno due opportunità di viaggio - ha dichiarato Zoppo - della durata di 4 anche tabelle e consigli di allenamento e per la gara per conquistare la città sulle rive dell’Hudson. 6) Born2Run Il tour operator Born2Run è nato per i “runner” di tutto il mondo, con l’obiettivo di creare un forte connubio tra lo sport e il turismo, e ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza per tutti i ciclisti che vogliono recarsi in America. Il programma dà massima libertà ai partecipanti. Quattro notti, con pettorale garantito per la Gran Fondo e l’obbligo di prenotare con Born2Run almeno due servizi. Le date di partenza e ritorno saranno flessibili, a richiesta del cliente. Inoltre, il tour operator consiglia di noleggiare sul posto la bicicletta, primo per i costi del trasporto in aereo, secondo poi per l’ottimo servizio che svolgono i noleggiatori convenzionati. Il noleggio per due giorni costa circa 80 euro. Ovviamente, casco, pedali e scarpe le dovrete portare voi (per informazioni: www.born2run.it). Servizi ultra specializzati, quindi, curati nei minimi dettagli. La parola d’ordine sembra essere Il grattacielo più alto è la Freedom Tower costruita dove sorgevano le Torri Gemelle e 7 giorni. L’alloggio sarà in hotel oppure in appartamento e il costo che andremo a proporre sarà completo di pettorale, trasporto della bicicletta in aereo e gadget esclusivo. «Gli stage di allenamento saranno aperti a tutti e, oltre ad una simulazione della Gran Fondo, stiamo pensando anche di creare una maglietta personalizzata per tutti coloro che parteciperanno con noi. Serviranno per entrare nel clima della manifestazione e per non lasciare nulla al caso». Sul sito di riferimento (www.largosole.com) saranno presto disponibili Sognare New York e il suo skyline... Nella foto sopra, la vista della Down Town. Il grattacielo più alto è la Freedom Tower. Nella foto a sinistra, il cartello che riassume tutte le bellezze di Central Park, vero polmone della città. Pensate che il giro completo del parco misura una lunghezza di dieci chilometri e molti newyorkesi si allenano qui all’alba, prima di recarsi in ufficio. Nelle pagine di apertura, la Statua della Libertà e una vista notturna dei grattacieli di Manhattan. la flessibilità, ma dipende sempre da cosa si cerca. Aderire ad offerte già studiate ci consentirà di contenere un po’ i costi finali, ma chi non vuole farsi mancare nulla può studiare nel dettaglio il proprio viaggio per essere libero di girare la città con calma e secondo le proprie esigenze. Questa piccola carrellata serve solo da spunto per iniziare ad entrare in clima Gran Fondo New York, il resto dovrete farlo voi. Vi aspettano una partenza all’alba sotto il George Washington Bridge, 177 chilometri e quattro salite non tenere, prima di vedere di nuovo lo skyline di Manhattan. Daniele Simonetti 47