Orario lezioni. Lunedì, ore 16.00-18.00, aula b14 Mercoledì, ore 16.00-18.00, aula b14 Venerdì, ore 16.00-18.00, aula b14 Sociologia dei processi culturali Sociologia della cultura Prof. Luca Salmieri Lezione 2 ‘Componenti e caratteristiche della cultura’ Differenze tra Sociologia e Antropologia • La Sociologia classica considera la cultura come una componente centrale dell’analisi della società: secondo Durkheim e Weber per la sociologia è importante comprendere come gli aspetti simbolici e ideazionali (le idee, le ideologie, le concezioni del mondo) si legano al livello delle relazioni sociali e della struttura sociale. • 1) In Sociologia si ravvisa da subito una distinzione analitica tra società e cultura (Scuola Chicago, Tradizione durkheimiana, Weber e Simmel). In Antropologia la distinzione è più sfumata. • 2) In Sociologia si presta attenzione alle differenziazioni interne alla cultura (culture industriali e metropolitane, stratificazione sociale, divisione del lavoro, comunicazione di massa). (Durkheim: anomia: Simmel: moda, metropoli, denaro; Weber: culture di ceto; Scuola di Chicago: bagli culturali, città nelle città). Per Mannheim e Weber è importante la dimensione storica. In Antropologia la cultura è omogenea. Differenze tra Sociologia e Antropologia • 3) La Sociologia sottolinea le dinamiche di creatività e innovazione che riguardano i fenomeni culturali (Weber: la forza dei valori nelle trasformazioni sociali, il carisma nei nuovi sistemi di idee religiose o poitiche; Simmel: imitazione e distinzione nelle mode, stili di vita metropolitani; Scuola di Chicago: adattamento delle culture degli immigrati alla situazione sociale). In Antropologia: la cultura è statica. • 4) La Sociologia si presta attenzione ai conflitti ed ai cambiamenti che possono nascere nei processi di trasmissione culturale da una generazione all’altra, soprattutto nei casi di interazione sociale: giovani da un lato e famiglia, scuola, gruppo dei pari dall’altro. (Mead: la generazione precedente influenza la successiva, ma dall’interazione possono sorgere cambiamenti culturali; Simmel: gli individui oltre a recepire e seguire le norme esistenti, le interpretano e le modellano). In Antropologia la cultura condiziona le nuove generazioni. Differenze tra Sociologia e Antropologia 1. 2. 3. 4. Antropologia Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale Stabilità e tradizione Condizionamento 1. 2. 3. 4. Sociologia Distinzione società/cultura Differenziazione culturale Innovazione e cambiamento Interazione 1. Distinzione società/cultura: tutte e tre le tradizioni sociologiche e quella durkheimiana in particolare, ritengono che almeno analiticamente cultura e società siano da vedere su due piani diversi. 2. Differenziazione culturale: le culture non sono intese come strutture atemporali, fisse e tendenti ad autoriprodursi. Soprattutto la tradizione americana, con l’enfasi sulla differenziazione interna della cultura dovuta alle società industriali metropolitane con vari strati sociali, gruppi e movimenti e quella tedesca con l’enfasi sulla dimensione storica, rafforzano il concetto di differenziazione interna. 3. Innovazione/cambiamento: la capacità creativa e innovativa della cultura è messa in luce in particolare dalla Scuola di Chicago e dalla tradizione tedesca. 4. Interazione: soprattutto Simmel e la scuola americana e in particolare George Herbert Mead anticipano l’idea che l’aspetto adattivo e graduale del processo di trasmissione culturale non si fonda soltanto sulla trasmissione automatica. La sistematizzazione di Parsons • Stati Uniti, anni ’40 e ’50. Lo struttural-funzionalismo sostituisce la Scuola di Chicago. Talcott Parsons (1902-1979) è il sociologo che più di ogni altro segnerà la sociologia per almeno 30 anni. Lo struttural-funzionalismo le strutture sociali e il principio che ciascun sistema sociale funziona in modo da rispondere alle esigenze di riproduzione della società. • Teoria generale dell’azione sociale (sociologia scienza autentica, autonoma e posizionata rispetto alle altre scienze) • Collegamento alla sociologia europea (Weber, Durkheim) • Parsons crea una definizione più ristretta dell’ambito semantico del concetto di cultura : La cultura si basa su sistemi strutturali o ordinati di simboli che sono gli oggetti dell’orientamento dell’azione, su componenti interiorizzate della personalità dei soggetti agenti individuali e su modelli istituzionalizzati dei sistemi sociali. Parsons e il sistema generale dell’azione • La cultura non è più un sistema attraverso cui l’individuo si adatta, ma un sistema attraverso cui la società trasferisce norme. È l’insieme dei modelli di comportamento che la comunità sociale ritiene validi, su cui esiste un consenso sociale e una condivisione e che i membri di tale società sono tenuti a rispettare e a trasmettere alla generazione successiva. La cultura svolge la funzione di latenza, offrendo agli attori sociali la motivazione e il senso dell’azione attraverso valori, norme, idee che le persone apprendono e interiorizzano durante la socializzazione. L’organismo biologico svolge la funzione di adattamento. La personalità svolge la funzione del conseguimento - goal attainment - cioè produce e riproduce le forme della coesione e della solidarietà. Il sistema sociale ha una funzione di integrazione in quanto produce e riproduce le forme della coesione e della solidarietà. Parsons e il sistema generale dell’azione • • • • Secondo Parsons ogni sistema si basa sulla compresenza di energia e informazione: le parti che possiedono maggiore energia, detengono meno informazioni e viceversa. Le parti ricche di informazioni controllano quelle dotate di energia. Il sistema culturale possiede soprattutto le informazioni ed è il più povero di energia. Per l’organismo biologico è il contrario. Dunque la cultura non agisce. Esiste, è presente, ma non è attiva. Cioè partecipa dall’esterno all’azione degli individui, in quanto fornisce agli individui l’orientamento senza esservi impegnata in maniera esplicita come avviene per gli altri sottosistemi. Il limite di Parsons è che dopo aver individuato uno spazio importante per la cultura, non si dedica al rapporto tra questa e la società, preferendo analizzare le strutture e le funzioni sociali. La cultura viene data per scontata. Norme e valori sono dati per acquisiti. Non si interroga l’origine, il cambiamento, l’interpretazione. Ma la critica più importante, anche se non si riferisce a Parsons, ma a tutta la sociologia empirica che segue Parsons, è rivolta al mito dell’integrazione culturale: una cosa è la coerenza logica tra i vari tratti culturali di un sistema, altra cosa è l’integrazione sociale. Sistema culturale e sistema sociale La sociologia della cultura ha poi sottolineato che i comportamenti sociali (sistema sociale) non derivano automaticamente dai valori e dalle norme dominanti (sistema culturale). Mito dell’integrazione culturale, Margaret Archer, 1985: vi sono contraddizioni e incongruenze nel sistema culturale; è importante dare spazio all’innovazione culturale, al dissenso, al non-conformismo; è importante indagare meglio come si passa dalla cultura all’azione. Ann Swidler (1986): cultura come cassetta degli attrezzi per le azioni degli individui. La coerenza culturale diventa un oggetto da indagare, più che un dato di partenza. Di Maggio: gli individui partecipano attivamente, tramite interpretazioni, scostamenti alla produzione di cultura. Sociologia della cultura: Richard Peterson, prospettiva della produzione della cultura, sostiene che essa è costituita da norme, valori, credenze e simboli espressivi. (1979) Le dimensioni della cultura Gli elementi della cultura Coerenza ≈ Incoerenza Pubblico ≈ Privato Oggettività ≈ Soggettività Esplicito ≈ Implicito Valori Norme Concetti Simboli Non bisogna confondere la coerenza Peterson (1979): la cultura è costituita del sistema culturale con da 4 tipi di elementi: norme, valori, l’integrazione della società. credenze e simboli. Il conflitto non è per forza di cose un fattore di disgregazione, ma può essere un processo che porta ordine. Per Simmel l’esistenza di un nemico porta al mantenimento del gruppo. Differenziazione simbolica complessità sociale. Modelli culturali contrastanti. e Ne fanno parte anche gli oggetti materiali - cultura materiale - in qualità di simboli perché veicolano significati immateriali. Dimensioni della cultura 1) Pubblico/Privato: le proposizioni che fanno parte di una cultura sono codificate entro rappresentazioni di gruppi sociali, entro segni e simboli collettivi. (carattere pubblico del linguaggio) 2) Oggettività/soggettività: la dimensione pubblica della cultura porta i sociologi a considerare la cultura come un dato anche oggettivo, sovra-individuale. Il sedimento collettivo, l’eredità sociale costituiscono un dato oggettivo. La cultura pubblica si riferisce sia a ciò che è oggettivo, sia a ciò che soggettivo, mentre la cultura vista come dato oggettivo si riferisce soltanto al lato globale di un sistema culturale. Quando le proposizioni culturali sono apprese da un soggetto, il significato di queste entra nelle loro menti e può essere leggermente diverso dai significati della cultura oggettiva. 3) Esplicito/implicito: la cultura esplicita è quella immediatamente visibile, manifesta, palese, mentre quella implicita si riferisce a molte norme e regole sociali quotidiane che si collocano a livello nascosto e automatico. Elementi della cultura 1) Valori: ideali a cui aspirano gli esseri umani e i principi a cui si ispirano per formulare giudizi. Attraverso tali principi stabiliamo ciò che è giusto o sbagliato quando giudichiamo modi di agire, di pensare e di sentire. Con i valori si indica una dimensione normativa (ciò che dovremmo desiderare). I valori forniscono spesso la motivazione di un comportamento. In questo senso orientano l’agire sociale. Per le società moderne, Parsons ha parlato di dilemmi fondamentali che definisce variabili strutturali dei valori. 1) universalismo/particolarismo; 2) prestazione/qualità; 3) neutralità affettiva/affettività; 4) specificità/diffusione 2) Norme: regole attraverso cui di solito si applicano i valori. Una norma viene enunciata sotto forma di obbligo o di imposizione. A differenza dei valori, il successo delle norme dipende anche dalla presenza di sanzioni (positive o negative) che ne rafforzano l’efficacia. I valori vengono solitamente interiorizzati presto e in modo inconsapevole, mentre le norme vengono apprese lungo l’intero corso della vita. Elementi della cultura 3) Concetti: proposizioni descrittive del mondo che ci circonda. Modi attraverso cui viene organizzata la nostra esperienza cognitiva. Tra i concetti fanno parte le credenze e queste possono dividersi in credenze fattuali e rappresentazionali. 4) Simboli: fanno parte dei segni, ma vanno distinti dai segnali. I simboli sono intersoggettivi e hanno per questo carattere arbitrario. Fanno parte della dimensione implicita della cultura. I simboli sono significanti che veicolano significati. De Saussure: (semiotica: deciffrare i significati e il sistema che li lega). La distinzione tra significante e significato deriva dalla distinzione tra langue e parole. I segni sono la versione figurativa dei linguaggi. Mead:rispetto ai sistemi simbolici, la sociologia si occupa di studiare i processi di identificazione, riflessione, interpretazione che gli individui adoperano all’interno delle relazioni sociali. Baudrillard: primato e dominio dei linguaggi a base di immagini. Produzione simbolica supera quella materiale con sovrapposizione di più segni. Gli oggetti sono diventati puri significanti di una pluralità confusa di significati. I significati. Valori, norme e simboli hanno un significato. I significati sono noti ed espressi sia in maniera conscia che inconscia. È attraverso il livello inconscio dei significati provenienti dai simboli che la cultura orienta l’azione sociale (Weber) e garantisce una funzione di raccordo in base alla condivisione di valori, norme e simboli (Parsons: cultura come funzione latente). Secondo Weber la cultura è ciò che conferisce significato all’azione umana. Attraverso i valori e i simboli gli uomini danno senso al mondo, cioè alla realtà complessa che li circonda, selezionandone una parte, alcuni aspetti piuttosto che altri. Svolta culturale: Geertz, Interpretazioni di culture (1973). La cultura è ciò che offre un senso, un programma di interpretazione, riflessione e azione all’essere umano. Ciò implica che va interpretata come un testo.