14. Februar 2014
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Passaparola
Valentinstag
EIGENTLICH WOLLTE ICH IHR EIN BLÜMCHEN SCHENKEN...
von Niklaus Starck
Eigentlich wollte ich ihr zum Valentinstag ein Blümchen schenken
und ihr damit alles Liebe und Gute wünschen. Aber das kam mir
dann doch plötzlich etwas billig vor, etwas gar gewöhnlich. Darum
habe ich mich hingesetzt und begonnen, ihr eine Valentinsgeschichte zu schreiben. Geschichten sind zwar nicht schöner als
Blumen, persönlicher eigentlich auch nicht, aber – immerhin – sie
wird wissen, dass ich mir Zeit für sie genommen habe.
Also, Valentinstag. Der geht zurück auf Bischof Valentin von Terni,
der heimlich Verliebte vermählte und ihnen Blumen aus seinem
Garten schenkte. Das hat ihm das Leben gekostet, denn seinerzeit
war es verboten, ohne den ausdrücklichen Segen der Familien zu
heiraten. Kaiser Claudius II. hatte es so befohlen. Bischof Valentin
soll am 14. Februar des Jahres 269 in Terni, einer Provinzhauptstadt in Umbrien, hingerichtet worden sein. Papst Gelasius der Erste habe den Gedenktag an Valentin am 14. Februar 469 für die römisch-katholische Kirche einführt. Deshalb feiern wir heute Valentinstag. Das sagen die einen. Die andern sagen, der Valentinstag sei
eine Erfindung der Blumen- oder der Pralinenindustrie. Nochmals
andere vertreten die Ansicht, dass am 14. Februar die Paarungszeit
der Vögel beginne und dieser Tag deshalb als Hommage an die Liebe gefeiert werde. Eine weitere Variante erzählt von der römischen
Göttin Juno, Schützerin von Ehe und Familie, der man jeweils
pünktlich zum 14. Februar ein Blumenopfer brachte. Und in Indien
gab es den alten Brauch, wonach Männer am 14. Februar ihren Geliebten Liebesschwüre senden sollten, um damit den Gott der Ehe
gut zu stimmen. Ein anderer alter Volksglaube besagt, eine Frau
werde den Mann heiraten, den sie am Valentinstag als ersten erblikke; deshalb waren seinerzeit am 14. Februar in aller Herrgottsfrühe
so viele Menschen unterwegs. Und noch eine alte Reminiszenz:
Die Kaufleute und Seefahrer des Mittelalters pflegten den Brauch,
am 14. Februar ein Freundschaftsmahl zu bereiten. Auch die Pessimisten kommen zum Zug: Er sei ein Unglückstag, der Valentinstag, weil nämlich Jesu’ Verräter, Judas, an einem 14. Februar geboren sei. Und um das ganze Valentins-Wirrwarr noch komplizierter
zu machen: Auch für das Vieh bringe er Unglück, weshalb Arbeitstieren dann jeweils Ferien verordnet wurden und Bruthennen nicht
auf ihren Eiern sitzen durften. Schliesslich trägt auch die Tatsache,
dass der 14. Februar gleichzeitig auch Namenstag von Cyrill und
Methodius ist, nicht wirklich etwas zur Klärung der Situation bei. –
Ein ganz schönes Durcheinander hat sich da aufgebaut, aus meiner
Geschichte kann so nichts werden... Also doch ein Blümchen? – Da
kommt mir dieser wunderschöne Rosenstrauch am Rand der Piazza in den Sinn, eine Rosa canina. Dort schneide ich einige stachlige
Zweige mit diesen herrlich roten Früchten ab. Ich werde ihr den
Rosenstrauss übergeben, und dazu zumindest die kleine Geschichte um ihren Namen erzählen können. Der hat nichts mit einem
Hund, cane, zu tun, sondern mit “hundsgemein”, denn die Hundsrose ist die in Mitteleuropa mit Abstand häufigste wild wachsende
Rosenart. Und, fällt mir ein, auch eine Geschichte aus meiner Jugend werde ich ihr erzählen können, die von der Buttenmostfrau,
die mit ihrem Leiterwagen von Haus zu Haus zog...
I paesi del più e quelli del meno
BODIO SENZA RISORSE
di Angelo Rossi
Come la Svizzera, anche il Cantone Ticino è povero di materie prime. Questo almeno è quanto leggiamo oggi nei manuali di geografia economica. Luigi Lavizzari, un naturalista che percorse il Ticino a piedi verso la metà dell’Ottocento non si stancava invece di indicare quante risorse esistessero, quante ne venivano sfruttate (dalla
torba al ghiaccio, dalla pietra al ferro e all’oro) e quante invece non
venivano utilizzate, prime fra tutte la forza idraulica. Poi vennero,
con la fine del secolo, le prime applicazioni industriali dell’energia
idroelettrica e, improvvisamente, si prospettò anche per il Ticino
un avvenire industriale. Di fatto, però, l’elettricità portò l’industria
in una sola località: Bodio, nella Bassa Leventina. La storia industriale di Bodio è caratterizzata da due fasi che si chiusero con due
catastrofi. La prima, tra il 1900 e il 1920, terminò con l’esplosione
della Nitrum nel 1921, una disgrazia che fece 15 morti e avviò un
lungo periodo di stagnazione. Nel secondo dopoguerra l’industria
ricominciò a svilupparsi grazie alla fondazione delle acciaierie
Monteforno S.A. che, però, furono chiuse, seconda catastrofe, nel
1994 per l’inasprirsi della concorrenza internazionale. Per anni, la
Monteforno fu l’azienda industriale più grande del Cantone giungendo ad occupare anche un migliaio di persone. Dalla data della
sua chiusura, Bodio sta cercando, ma per ora senza, successo, nuove
soluzioni per ridar vita alla sua zona industriale. Le alterne vicende
dell’industria si rifletterono anche sull’evoluzione della popolazione. Dal 1900 al 1920, grazie alla prima fase di industrializzazione,
la popolazione di Bodio passò da 356 a 860 abitanti, una dinamica
di sviluppo demografico eccezionale. Poi, nel periodo tra le due
guerre mondiali, la popolazione scese a 737 abitanti per poi salire e
toccare il suo vertice a 1447 abitanti nel 1980, gli anni d’oro della
Monteforno. Nel 2010, infine, la popolazione di Bodio era scesa a
980 abitanti, tanti quanti ne contava agli inizi degli anni Cinquanta
dello scorso secolo. Un comune a base industriale non conta molti
ricchi. Di conseguenza il suo substrato fiscale non è molto forte, almeno per quanto riguarda le persone fisiche. Può però contare,
quando la congiuntura è buona, sul gettito fiscale delle aziende.
Oggi, purtroppo, il Comune di Bodio non ha grandi entrate. I suoi
contribuenti sono persone dal reddito modesto e ugualmente modesti sono gli apporti fiscali delle aziende industriali che continuano a
svolgere la loro attività in questo comune. Nella classifica delle risorse fiscali pro-capite, Bodio occupa il penultimo posto. L’ultimo
posto è occupato dal suo vicino, il comune di Personico, che soffre
dello stesso male. Nonostante che le superfici a vocazione industriale siano disponibili, per l’industria o per nuovi usi, è difficile che
Bodio ritrovi una nuova fase di espansione. La disponibilità di energia idroelettrica non è più sufficiente, oggi, per giustificare la localizzazione di nuove industrie. Anche perché prima che si possano
istallare nuove attività, occorrerà risolvere il costoso problema del
disinquinamento delle vecchie superfici industriali. Alcuni hanno
preconizzato per Bodio uno sviluppo nel campo della logistica e dei
trasporti stradali. Ma, si sa, i TIR fanno rumore e inquinano l’aria e
quindi la realizzazione del progetto prosegue con lentezza. L’unico
progetto che, oggi, promette di migliorare la situazione di Bodio è
quello dell’aggregazione dei comuni della Bassa Leventina.
povero di materie prime: arm an Rohstoffen
un naturalista: ein Naturforscher
energia idroelettrica: Wasserkraft
avvenire industriale: industrielle Zukunft
Nitrum: Name einer Firma, die Stickstoffderivate produzierte
acciaierie Monteforno S.A.: Stahlwerk Monteforno AG
le alterne vicende: die Höhen und Tiefen
evoluzione della popolazione: Entwicklung der Bevölkerung
gettito fiscale delle aziende: Steuereinnahmen von Firmen
il penultimo posto: zweitletzter Platz
disinquinamento: Dekontaminierung (Sanierung)
aggregazione: Fusion
Alphornwerkstatt bringt
Leben ins Dorf:
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