Sistemi di Telecomunicazione Caratteristiche dei cavi a coppie simmetriche (prima parte) Universita’ Politecnica delle Marche A.A. 2013-2014 A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 1/38 Rete di accesso I I I La rete di accesso e’ la parte di una rete di telecomunicazioni (apparati e collegamenti) che raggiunge gli utenti finali Si distingue dalla rete di dorsale, o backbone, che interconnette le sedi (PoP) di un fornitore di servizi di telecomunicazioni Rete di accesso: I I I I I Rete di dorsale: I I I I A.A. 2013-2014 molti collegamenti (anche milioni) bassa velocita’ (≈ Mbit/s) brevi distanze (< 50 Km) frequenti riconfigurazioni pochi collegamenti alta velocita’ (≈ Gbit/s) lunghe distanze (> 100 Km) limitate riconfigurazioni Sistemi di Telecomunicazione 2/38 Aspetti di interesse e tecnologie nelle reti di accesso I Architettura e requisiti delle reti backbone sono abbastanza consolidati. La tecnologia dominante e’ la fibra ottica I La rete di accesso “tocca” l’utente finale e determina le caratteristiche dei servizi di cui esso puo’ usufruire. Le caratteristiche della rete di accesso vincolano le tipologie di contenuti che possono essere trasferiti tra gli elementi terminali della rete I Molteplici tecnologie disponibili per realizzare l’ultimo miglio, con differenti prestazioni e aree di copertura I I I A.A. 2013-2014 Sistemi in rame: legacy (trasmissione analogica o numerica in banda stretta), xDSL, onde convogliate Sistemi in fibra ottica: sistemi SDH, sistemi DWDM, metro Ethernet, PON/GPON Sistemi radio (wireless): ponti radio SDH, fixed wireless (WiFi, WiMAX), mobile wireless (GPRS, EDGE, UMTS, HSDPA, LTE) Sistemi di Telecomunicazione 3/38 Tecnologie per l’ultimo miglio A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 4/38 Linee di trasmissione - I I Una linea a radiofrequenza nella sua interezza non puo’ essere considerata come un solo elemento circuitale, come si fa nello studio delle linee a bassa frequenza, ove viene sostituita, nel suo modello matematico, da una sola impedenza concentrata in un solo punto, da inserire in serie al circuito costituito dal generatore e dall’utilizzatore. I Una linea a radiofrequenza va invece studiata con la teoria delle costanti distribuite, mediante le equazioni differenziali dette dei telegrafisti. Quando la linea e’ molto piu’ corta di un quarto di lunghezza d’onda (alla frequenza di lavoro), viene considerata a bassa frequenza e lo studio viene effettuato con le costanti concentrate. I I A.A. 2013-2014 Se la lunghezza della linea e’ uguale o maggiore di un quarto di lunghezza d’onda, la linea viene considerata ad alta frequenza e lo studio si effettua con la teoria delle costanti distribuite. Sistemi di Telecomunicazione 5/38 Linee di trasmissione - II I Per esaminare il comportamento di una linea di trasmissione occorre partire dalla conoscenza del circuito elettrico equivalente per unita’ di lunghezza e dalle proprieta’ elettriche dei componenti che la costituiscono e che possiamo schematizzare come: resistenza, induttanza, capacita’, conduttanza. I Diversamente da quanto avviene nei circuiti elettrici classici, questi componenti per le linee fisiche non sono entita’ concentrate in qualche punto della linea, ma sono distribuite uniformemente sui due conduttori della stessa. Tuttavia, senza commettere un grosso errore, potremo sempre immaginarle come grandezze concentrate per unita’ di lunghezza della linea. I I valori di questi parametri, detti costanti primarie della linea, dipendono dalle caratteristiche costruttive e fisiche della linea e, piu’ precisamente, dalle dimensioni dei conduttori, dalla loro reciproca distanza, dal materiale isolante utilizzato e dalle proprieta’ elettriche e magnetiche dello spazio circostante. I La resistenza e’ quella presentata dai conduttori metallici al passaggio della corrente; l’induttanza e’ dovuta al campo magnetico che circonda i conduttori percorsi dalla corrente; la capacita’ e’ dovuta alle superfici metalliche dei due conduttori e al dielettrico interposto; la conduttanza tiene conto delle correnti di dispersione dovute all’imperfezione dell’isolante presente fra i conduttori. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 6/38 Linee di trasmissione - III I In dipendenza di queste caratteristiche elettriche, legate alla tecnologia con cui la linea e’ stata costruita, i segnali che percorrono la stessa incontrano nel loro cammino delle cause di perdita di energia la cui entita’ solitamente cresce all’aumentare della frequenza. Naturalmente queste perdite aumentano anche all’aumentare della lunghezza della linea. I Esaminando il comportamento di una linea dal punto di vista elettrico, la resistenza e l’induttanza provocano, lungo la linea, cadute di tensione proporzionali alla corrente longitudinale, ma in quadratura tra loro, mentre la capacita’ e la conduttanza danno luogo a due correnti trasversali, pure in quadratura tra loro, e proporzionali alla tensione esistente in ciascuno dei vari punti della linea in cui si suppone di concentrare i componenti elettrici equivalenti ad una sezione unitaria di linea. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 7/38 Linee di trasmissione - IV I Una linea puo’ essere considerata come il limite a cui tende una successione di cellule elementari, equivalenti ciascuna ad un tratto di linea di lunghezza dx tendente a zero, di numero infinito, collegate fra loro in successione. I La teoria delle linee uniformi definisce, oltre alle costanti primarie, due grandezze derivate da esse: l’impedenza caratteristica Z0 (f ) e la costante di propagazione γ(f ). I Immaginando di misurare l’impedenza d’ingresso di questa linea nel punto di origine e per una determinata frequenza, si otterra’ il valore di impedenza caratteristica Z0 . Tale valore, se la linea e’ infinitamente lunga, rimane costante in ogni punto a distanza x dall’origine, e pari al rapporto tra la tensione e la corrente in quel punto. Trattandosi di valori complessi per Vx e Ix , il valore di Z0 e’ riferito ad uno specifico valore di frequenza, quindi indicato come Z0 (f ). I Se la linea viene terminata su un carico avente impedenza pari a Z0 , permangono le condizioni di linea infinita (regime progressivo). A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 8/38 Parametri di una linea trasmissiva - I La figura mostra una linea di lunghezza d, costituita semplicemente da due conduttori isolati tra loro, collegata in ingresso ad un generatore (che schematizza gli apparati d’utente lato emissione) ed in uscita ad un carico (che schematizza gli apparati d’utente lato ricezione). I Impedenza caratteristica: rappresenta il rapporto tra V (f ) e I (f ) in un generico punto del cavo: Z0 (f ) = R0 (f ) + jX0 (f ) = q r +j2πfl g +j2πfc da cui si puo’ scrivere I (f ) = V (f )/Z0 (f ) I Costante di propagazione: γ(f ) = α(f ) + jβ(f ) = p (r + j2πfl)(g + j2πfc). La costante di attenuazione α(f ) esprime l’attenuazione introdotta sul segnale (in Neper/m); la costante di fase β(f ) esprime il ritardo dovuto alla propagazione (in rad/m). I La grandezza e −γ(f )d rappresenta il rapporto dei valori di tensione presenti tra due punti di un cavo di lunghezza infinita, distanti d, permettendo di scrivere: V (f , x + d) = e −γ(f )d · V (f , x) A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 9/38 Parametri di una linea trasmissiva - II I Qualora il cavo di lunghezza d sia chiuso ai suoi estremi su di un generatore con impedenza Zg (f ) e su di un carico Zc (f ), risultano definiti i coefficienti di riflessione del generatore e del carico: rg (f ) = Zg (f ) − Z0 (f ) Zg (f ) + Z0 (f ) e Zc (f ) − Z0 (f ) Zc (f ) + Z0 (f ) Nel caso Zg (f ) = Zc (f ) = Z0 (f ), risulta rg (f ) = rc (f ) = 0 rc (f ) = I L’impedenza vista dai morsetti di ingresso e di uscita di un cavo, interposto tra generatore e carico, vale rispettivamente: Zi (f ) = Z0 (f ) · 1 + rc (f )e −2dγ(f ) 1 − rc (f )e −2dγ(f ) Zu (f ) = Z0 (f ) · 1 + rg (f )e −2dγ(f ) 1 − rg (f )e −2dγ(f ) e I Funzione di trasferimento intrinseca: Hq (f ) = 2 · A.A. 2013-2014 e −dγ(f ) 1 − rg (f )rc (f )e −2dγ(f ) Sistemi di Telecomunicazione 10/38 Condizioni ideali - I I Condizione di adattamento: Zg (f ) = Zc (f ) = Z0 (f ), da cui rg (f ) = rc (f ) = 0. Si ottiene Zu (f ) = Zi (f ) = Z0 (f ) e Hq (f ) = 2e −dγ(f ) . Il modulo della f.d.t. intrinseca diminuisce esponenzialmente con la lunghezza della linea, mentre la fase, in valore assoluto, cresce linearmente. I Modulo e fase dipendono dalla frequenza e danno luogo a distorsione lineare. I Il cavo si comporta come se avesse lunghezza infinita. I Il guadagno disponibile, ovvero il rapporto tra potenza disponibile in uscita e potenza disponibile del generatore, risulta: Gd = e −2dα(f ) , da cui la attenuazione disponibile (inverso del guadagno): Ad = e 2dα(f ) , che espressa in dB diventa: Ad,dB = 10log10 Ad ≈ 8.68 · α(f ) · d, avendo convertito da Neper in dB. I Si puo’ definire una attenuazione per unita’ di lunghezza Ad,dB/Km data da: Ad,dB/Km = 8.68 · α(f )Neper /Km . Si vede che l’attenuazione introdotta dalla linea, ed espressa in dB, e’ proporzionale ad α(f ) e cresce linearmente con la distanza di propagazione, ovvero la lunghezza della linea d. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 11/38 Condizioni ideali - II I Condizione di Heaviside: i valori delle costanti primarie sono tali da risultare r · c = l · g , da cui: q q √ √ r l = = R0 γ(f ) = rg + j2πf lc e Z0 (f ) = g c I Ovvero risulta: α(f ) costante, e β(f ) linearmente crescente con la frequenza, le cosiddette condizioni di canale perfetto: la linea si comporta come un semplice operatore di ritardo e non introduce distorsioni. I L’impedenza caratteristica risulta Z0 (f ) = R0 , puramente resistiva e indipendente dalla frequenza. Diventa semplice ottenere la condizione di adattamento Zg (f ) = Zc (f ) = R0 che corrisponde al massimo trasferimento di potenza, ed implica rg (f ) = rc (f ) = 0. I La funzione di trasferimento intrinseca diventa: √ √ Hq (f ) = 2e −dα(f ) e −jdβ(f ) = 2e −d rg e −jd2πf I Il canale perfetto presenta un ritardo tR = d √ Ad (f ) = e 2d √ lc lc ed una attenuazione disponibile rg I Questa condizione non e’ mai verificata nei doppini perche’ la componente capacitiva prevale nettamente a causa della vicinanza dei conduttori. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 12/38 Condizioni reali in cavi di rame: impedenza caratteristica della linea I Il valore dell’impedenza lungo tutto il cavo puo’ variare entro determinati limiti rispetto al valore nominale I Variazioni di impedenza comportano riflessione di segnale, attenuazione ed interferenze Cause di variazione della corretta impedenza del cavo: I I I I A.A. 2013-2014 difetti di fabbricazione in fase di cordatura stiramento del cavo in fase di installazione In generale, le costanti primarie del cavo non soddisfano le condizioni di Heaviside, e le impedenze di chiusura non sono adattate. In tal caso si ha rc (f ) 6= 0 e rg (f ) 6= 0. Sistemi di Telecomunicazione 13/38 Condizioni reali in cavi di rame: caratteristiche elettriche dei cavi a coppie simmetriche Le caratteristiche elettriche dei cavi a coppie simmetriche sono: I La costante di attenuazione (detta anche attenuazione chilometrica), misurata in dB al Km, che ha un andamento in frequenza tale da diminuire l’ampiezza del segnale man mano che aumenta la frequenza, con un andamento proporzionale alla radice della frequenza. I La costante di fase, misurata in radianti al Km, la quale ha un andamento pressoche’ lineare in frequenza. I L’impedenza caratteristica: essa dipende dalla frequenza con caratteristica inversamente proporzionale, alle basse frequenze; risulta invece essere pressoche’ costante oltre i 100 KHz. In ogni modo l’effetto che la linea produce su un segnale elettrico e’ simile a quello prodotto da un quadripolo di tipo passa-basso. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 14/38 Condizioni reali: cavo molto lungo I Se il cavo e’ sufficientemente lungo da poter porre e −2dγ(f ) << 1, −2dγ(f ) −2dα(f ) ossia e =e << 1, le equazioni viste in precedenza forniscono: Zi (f ) = Zu (f ) ∼ = Z0 (f ). I La funzione di trasferimento intrinseca diventa: Hq (f ) = e −2dγ(f ) . I Se le impedenze di ingresso e uscita sono adattate, l’attenuazione disponibile e’ data da Ad (f ) = 1/Gd (f ) = e 2dα(f ) I Il comportamento non perfetto di Hq (f ) determina una distorsione lineare, che potrebbe essere corretta soltanto se fossero soddisfate le condizioni di Heaviside, che nella realta’, pero’, non si realizzano. I L’ipotesi di linea lunga puo’ non valere in particolari applicazioni, per esempio nei collegamenti tra antenne ed apparati riceventi o trasmittenti. In questi casi, le condizioni di disadattamento possono produrre gravi condizioni di distorsione poiche’ e’ presente in uscita il segnale del generatore, piu’ le sue copie ritardate, e poco attenuate a causa della breve lunghezza del cavo. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 15/38 Condizioni reali: effetto pelle I Si tratta di un fenomeno legato all’addensamento del moto degli elettroni verso la superficie del cavo, al crescere della frequenza. La corrente tende sempre piu’ a distribuirsi ai bordi del conduttore, diminuendone di fatto la sezione e aumentandone quindi la resistenza per unita’ di lunghezza r . Si puo’ mostrare che, per frequenze maggiori di 50-100 KHz, la resistenza per unita’ di lunghezza √ √ r aumenta proporzionalmente a f e quindi si puo’ scrivere α(f ) = α0 f , in cui la costante α0 dipende dal tipo di cavo. I In tali condizioni, l’attenuazione disponibile in dB diventa: √ A(f )d,dB = A0 · d · f. I Il valore A0 riassume in se’ tutte le costanti coinvolte, e prende il nome di attenuazione chilometrica. E’ espresso in dB/Km, ad una determinata frequenza (ad es. 1 MHz). Pertanto, poiche’ nell’applicare la formula occorre mantenere q congruenza dimensionale, si ottiene in definitiva: A(f )d,dB = A0 (fR ) · dKm · in cui fR rappresenta la frequenza di riferimento per la quale e’ disponibile il valore di A0 . f fR . I Questo risultato puo’ essere usato come formula di progetto, e mette in evidenza come l’attenuazione in dB dei cavi sia linearmente proporzionale alla lunghezza. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 16/38 Condizioni reali: equalizzazione I In presenza di effetto pelle, la funzione di trasferimento intrinseca presenta una dipendenza da f tutt’altro che perfetta, causando potenzialmente distorsioni lineari sui segnali in transito. Un problema analogo sorge, anche in assenza di effetto pelle, qualora si manifesti un disadattamento di impedenze ed il cavo non sia sufficentemente lungo. I Se la banda di segnale e’ sufficientemente estesa da causare una distorsione lineare non trascurabile, o se la particolare natura del segnale (ad es. numerico) richiede la presenza di un ritardo strettamente costante con f , e’ necessario prevedere uno stadio di equalizzazione. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 17/38 Condizioni reali: cavo a basse perdite I I I A.A. 2013-2014 E’ un modello applicabile per tutte quelle frequenze per cui risulti: r << 2πfl e g << 2πfc q √ In tal caso si ha: Z0 (f ) = R0 = cl , reale, e γ(f ) = j2πf lc E’ quindi facile realizzare Zg = Zc = R0 che determina: √ Hq (f ) = 2e −jd2πf lc , quindi il cavo non presenta distorsioni di ampiezza, ha una attenuazione trascurabile, e manifesta una distorsione di fase lineare in f , realizzando quindi le condizioni di canale perfetto. Sistemi di Telecomunicazione 18/38 Condizioni reali: cavo corto I E’ il caso di collegamenti interni agli apparati, o tra un trasmettitore/ricevitore e la relativa antenna. La ridotta lunghezza del cavo permette di scrivere: e −dγ(f ) = e −dα(f ) e −jdβ(f ) ∼ = e −jdβ(f ) I Qualora si verifichi un disadattamento di impedenze, i coefficienti di riflessione rg (f ) e rc (f ) risultano diversi da zero, rendendo: Hq (f ) = 2 · e −jdβ(f ) 1−rg (f )rc (f )e −j2dβ(f ) periodica con d e con f (in assenza di effetto pelle) I In particolare, se il carico viene sconnesso, o l’uscita del cavo posta in corto 1±e −j2dβ(f ) e si vede che 1∓e −j2dβ(f ) e −jdβ(f ) = ±1,l’impedenza circuito, risulta rc (f ) = ±1, e si ha: Zi (f ) = Z0 (f ) · per quei valori (ricorrenti) di frequenza f che rendono ingresso del cavo puo’ risultare infinita (≈ sconnessione della linea dal generatore) o nulla (≈ cortocircuito). di I Evidentemente, le distorsioni lineari prodotte in questo caso hanno un andamento del tutto dipendente dalle particolari condizioni operative, e dunque la loro equalizzazione deve prevedere componenti in grado di adattarsi alla Hq (f ). I D’altra parte, una volta equalizzato il cavo, non sono necessari ulteriori aggiustamenti, a parte problemi di deriva termica. Diverso e’ il caso dal punto di vista di un terminale di rete, per il quale il cavo effettivamente utilizzato puo’ essere diverso da collegamento a collegamento, e pertanto i dispositivi modem a velocita’ piu’ elevate devono disporre di un componente di equalizzazione adattiva, da regolare ogni volta ad inizio del collegamento. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 19/38 Utilizzo linee simmetriche I Il campo di frequenze in cui le linee simmetriche sono utilizzate dipende in modo essenziale dalla lunghezza del collegamento, oltre che dalle esigenze di qualita’ richieste, a causa dei peggioramenti che introducono sul segnale in transito, e che aumentano con la banda e con la lunghezza d del collegamento. I Per ragioni di costo e d’ingombro, le linee aeree sono ormai confinate ad essere utilizzate solo in particolari condizioni in cui e’ sfruttata la loro proprieta’ di bassa attenuazione; i doppini, all’opposto, sono utilizzati ampiamente nella telefonia, soprattutto per realizzare i collegamenti tra utente telefonico e centrale. I In tali applicazioni, i doppini sono utilizzati per la trasmissione del segnale telefonico, che com’e’ noto occupa una banda tra 100 ÷ 300 e ≈ 3500 Hz, ed anche per segnali ben al di fuori di tale banda, utilizzati per fornire all’utente servizi di tipo numerico (come xDSL). I La tabella riporta alcuni valori tipici delle costanti primarie per linea aerea e doppino: A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 20/38 Caratteristica di un doppino 4/10 (sezione 0.4 mm) A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 21/38 Attenuazione al variare della frequenza, per differenti sezioni di cavo Maggiore e’ la sezione del cavo, minore la attenuazione A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 22/38 Esempi di cavi a coppie simmetriche A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 23/38 Peggioramenti introdotti dalle linee - I Da quanto visto, un segnale che transita attraverso una linea adattata subisce una serie di peggioramenti: I Presenza di rumore termico e(t), membro di un processo gaussiano, con spettro di densita’ di potenza bilatero η0 = 2R0 (f )FKT0 , essendo F il fattore di rumore del ricevitore I Presenza di distorsione lineare che, in condizioni d’adattamento, e’ rappresentata dalla funzione di trasferimento Hd (f ) = e −dγ(f ) e che produce, sulle componenti spettrali del segnale, un’attenuazione (in dB) ed una fase proporzionali alla lunghezza della linea e funzioni della frequenza. I La distorsione lineare puo’ eliminarsi, se e’ nota Hd (f ), con un procedimento di equalizzazione, consistente nell’introduzione di filtri a monte dell’ingresso e/o a valle della linea, aventi complessivamente una funzione di trasferimento inversa ad Hd (f ) nella banda di frequenza occupata dal segnale, di modo che la funzione di trasferimento complessiva HT (f ) · Hd (f ) · HR (f ) sia piatta nella banda w occupata dal segnale trasmesso. Si mostra lo schema di una tratta, inclusa la presenza di un amplificatore che ha lo scopo di immettere nella linea un segnale di sufficiente potenza WT : A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 24/38 Peggioramenti introdotti dalle linee - I I Con la presenza di filtri equalizzatori il collegamento diventa uguale a quello di riferimento, e l’aspetto di interesse e’ il calcolo del rapporto segnale/rumore in funzione della potenza immessa nella linea, della sua lunghezza e del rumore. I Nel caso semplificato in cui l’impedenza caratteristica e’ un semplice resistore di valore R0 (come nei doppini usati per trasmissioni a larga banda), e lo spettro di densita’ di potenza del segnale s(t) e’ uniforme e di banda w - unica ipotesi possibile se non si conosce il tipo di segnale in transito, coerente con molti casi effettivi - si ottiene, dopo qualche passaggio, la seguente espressione: SNR = WU WT = WN FKT0 · 2w 1 1 2w Rw −w |HT (f )|2 df · 1 2w Rw −w |HR (f )|2 df = WT 1 · FKT0 · 2w a(d) dove: I I I WU e WN sono la potenza del segnale e del rumore ricevuti, rispettivamente Rw Rw 1 1 a(d) ≡ 2w |HT (f )|2 df · 2w |HR (f )|2 df −w −w η0 = 2R0 (f )FKT0 , KT0 = −174 dBm /Hz I a(d) dipende da Hd (f ) attraverso le funzioni HT (f ) e HR (f ), per la condizione di perfetta equalizzazione che comporta: |HT (f ) · Hd (f ) · HR (f )| = 1 A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 25/38 Peggioramenti introdotti dalle linee - II I Il termine WT /FKT0 2w ha l’evidente significato fisico di rapporto segnale/rumore all’ingresso della linea, e dunque la quantita’ a(d) costituisce l’attenuazione equivalente della linea equalizzata, dipendente da come si scelgono i filtri HT (f ) e HR (f ), nel rispetto della condizione |HT (f ) · Hd (f ) · HR (f )| = 1. I La loro scelta migliore e’ naturalmente quella che minimizza a(d); questo porta ad una relazione di proporzionalita’ tra HT (f ) e HR (f ), e infine al seguente minimo valore per a(d): 16 · e x a(d)min ∼ = x2 √ A0 con x = 4.34 · dKm · wMHz I L’uso di due filtri d’equalizzazione (a monte e a valle della linea) conduce ad un sensibile miglioramento rispetto all’uso, piu’ semplice ed economico, di un solo filtro equalizzatore, da disporsi all’uscita della linea e di funzione di trasferimento HR (f ) = 1/Hd (f ). In questo caso, va posto HT (f ) = 1, e a(d) assume la seguente espressione: Z w 1 2e x 1 df ∼ a(d)sempl ≡ = 2w −w |Hd (f )|2 x I Tale caso produce un peggioramento del rapporto segnale/rumore rispetto al caso ottimo cosi’ valutabile: 10log10 A.A. 2013-2014 a(d)sempl a(d)min = 10log10 (x/8) Sistemi di Telecomunicazione 26/38 Peggioramenti introdotti dalle linee - III I Un terzo peggioramento, tipico dei doppini, e’ prodotto dal fatto che, molto spesso, essi vengono affasciati insieme in un unico cavo. Cio’ e’ sempre verificato nella rete d’accesso in rame del sistema telefonico pubblico, in cui le centrali di commutazione sono collegate ai singoli utenti da doppini. In effetti, sono utilizzati cavi comprendenti 50 ÷ 200 doppini affasciati insieme; tali cavi, o loro ulteriori affasciamenti, collegano ogni centrale con una molteplicita’ di punti intermedi chiamati armadi, da cui si dipartono altri cavi verso i singoli utenti. I Cio’ puo’ provocare accoppiamenti elettrici tra segnali convogliati da coppie differenti, e quindi la presenza, all’uscita di una coppia, di un ulteriore rumore, detto di DIAFONIA, costituito da una copia (di solito molto attenuata e distorta) del segnale che transita attraverso una coppia adiacente. Quindi la diafonia, o Cross-Talk, misura l’entita’ di scambio di energia tra due cavi adiacenti, ed e’ espressa in dB. I Paradiafonia (Near End Cross - Talk o NEXT): misura del segnale indotto dallo stesso lato del trasmettitore I Telediafonia (Far End Cross - Talk o FEXT): misura del segnale indotto all’estremita’ opposta del trasmettitore A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 27/38 Diafonia (Cross Talk) I L’accoppiamento puo’ avvenire lungo tutto il percorso comune alla coppia disturbante e alle coppie disturbate I L’entita’ dell’accoppiamento viene di solito misurata attraverso l’attenuazione di potenza tra l’ingresso della coppia disturbante e l’uscita della coppia disturbata. Puo’ accadere che l’uscita della coppia disturbata sia allocata in prossimita’ del punto d’ingresso della coppia disturbante (NEXT) oppure in prossimita’ del punto d’uscita (FEXT), per modo che possono definirsi due tipi d’attenuazione di potenza, ANEXT (f ) nel primo caso e AFEXT (f ) nell’altro I E’ possibile dimostrare, sotto opportune ipotesi semplificatrici, che i corrispondenti guadagni disponibili di potenza GNEXT (f ) e GFEXT (f ) valgono: GNEXT (f ) = χ · f 3/2 , GFEXT (f ) = ψ · d · f 2 · |Hd (f )|2 in cui le costanti χ e ψ dipendono da vari fattori caratterizzanti il cavo e dal numero e posizione delle coppie disturbanti/disturbate. I Valori medi sono: χ = 4.4 · 10−14 Hz−3/2 , ψ = 3.28 · 10−16 Hz−2 Km−1 A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 28/38 Andamento relativo di attenuazione e diafonia A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 29/38 Rete di distribuzione con derivazioni - I I Le coppie in cavo possono essere rese utilizzabili da uno solo oppure da piu’ punti di distribuzione. I Il secondo caso si verifica quando, per motivi di utilizzo ottimale, le coppie sono collegate in parallelo, modalita’ chiamata derivazione o Bridge Tap, fra piu’ armadi di distribuzione. Ovviamente una coppia connessa in derivazione a piu’ armadi, potra’ essere utilizzata presso uno soltanto di essi. I I Questo sistema consente di raggiungere con i doppini piu’ zone residenziali in fase di posa dei cavi. In seguito, tali doppini verranno utilizzati nelle zone residenziali in proporzione al numero di utenti che richiederanno il servizio. I In Italia questa elasticita’ in rete di distribuzione e’ stata ampiamente utilizzata in tutte le regioni escluso il Piemonte. Anche all’estero, se si esclude la Norvegia, le reti di distribuzione in rame sono state realizzate con derivazioni in parallelo. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 30/38 Rete di distribuzione con derivazioni - II A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 31/38 Disequalizzazioni dovute a derivazioni - I I Le derivazioni di linee presenti in rete di distribuzione causano dei problemi nel momento in cui si decide di utilizzare le coppie con sistemi xDSL i quali sono caratterizzati da un ampio spettro. I Infatti i tronchi di linea lasciati aperti all’estremo opposto, presentano una impedenza sulla coppia variabile in funzione della frequenza e della lunghezza della derivazione stessa. In particolare tale derivazione, che si comporta come uno stub, presenta una impedenza nulla (attenuazione infinita) alla frequenza corrispondente ad un multiplo intero di l/4. I L’effetto delle derivazioni in parallelo e’ rappresentato da picchi di attenuazione selettivi sulla curva di attenuazione del cavo. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 32/38 Disequalizzazioni dovute a derivazioni - II A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 33/38 Attenuazione d’eco - I I Il circuito analogico e’ ottenuto sul doppino mediante un unico segnale elettrico, somma dei segnali generati dai due utenti che parlano (per mezzo della tecnica FDM). Questi segnali sono trasmessi contemporaneamente nei due versi opposti. Questo tipo di trasmissione e’ chiamato a due fili. I Nei collegamenti a lunga distanza occorre inserire degli amplificatori sulle linee di giunzione, e questi richiedono che i segnali nei due versi siano fisicamente separati. Anche in centrali che effettuano la commutazione usando circuiti elettronici (non meccanici), e’ necessario separare i due versi di percorrenza dei segnali telefonici generati dai due utenti. I Per far cio’ viene inserito nel punto in cui l’utente e’ connesso alla centrale un circuito detto ibrido o forchetta, che opera la separazione fisica dei due canali trasmissivi. Sul doppino di abbonato, la trasmissione bidirezionale avviene su un’unica coppia bilanciata, per mezzo di forchette poste sui terminali. Tale forchetta effettua la trasformazione da 2 fili a 4 fili, mediante trasformatori (forchetta induttiva bilanciata o sbilanciata) oppure mediante resistenze (forchetta resistiva), estraendo da un unico segnale composto due segnali singoli. I L’impedenza di uscita del telefono e’ adattata a quella della linea che lo collega alla centrale, per evitare riflessioni alle estremita’ della linea, che producono echi del segnale telefonico, sia da parte di chi parla, che da parte di chi ascolta. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 34/38 Attenuazione d’eco - II I Le forchette introducono un’eco prodotta da ritorno di forchetta, il quale si verifica quando la forchetta non e’ ben bilanciata e quindi una parte del segnale di trasmissione entra anche sulla ricezione, all’interno della forchetta stessa. Inoltre e’ presente anche un’eco a causa del disadattamento di impedenza sulla linea, pertanto una parte del segnale trasmesso ritorna in ricezione. I In genere l’attenuazione d’eco dei sistemi a 2 fili e’ abbastanza limitata. I L’attenuazione d’eco si puo’ ritenere, in prima approssimazione, indipendente dalla frequenza. I Le limitazioni alla bit rate ed alla lunghezza della tratta, sul doppino di abbonato, sono dovute pertanto anche all’eco introdotto dalla forchetta. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 35/38 Attenuazione d’eco - III I Se le centrali di appartenenza dei due utenti sono vicine tra loro, o coincidono, il collegamento tra esse puo’ essere ancora realizzato tramite doppino e, se la commutazione avviene per via elettromeccanica, la connessione tra i due utenti puo’ essere vista come un’unica linea in cavo I In questi casi eventuali echi dovuti al disadattamento delle impedenze dei punti terminali producono un duplice effetto: il suono emesso ritorna in cuffia con ritardi multipli del doppio del tempo di propagazione del segnale lungo la linea (effetto stimabile mediante il return loss), e a chi ascolta perviene non solo il segnale telefonico, ma anche le sue repliche, ritardate (effetto stimabile mediante l’echo return loss) I Gli effetti di tali echi non sono fastidiosi per le conversazioni telefoniche, se si tiene conto che la lunghezza delle linee coinvolte e’ solo di qualche Km e che i ritardi chilometrici dei doppini sono dell’ordine di 10 microsecondi/Km A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 36/38 Attenuazione d’eco - IV I Si puo’ dimostrare che, supposto Z1 (f ) = Z2 (f ) = Z3 (f ) = Z4 (f ), esiste un opportuno rapporto di spire tra i vari avvolgimenti che consente di realizzare un completo disaccoppiamento tra le quattro porte del circuito. In tal modo, i segnali immessi nella porta 2 vengono trasferiti nella porta 3 e non nella 1 ed i segnali immessi nella porta 3 vengono trasferiti nella porta 1 e non nella porta 2. I Questo accade solo in condizioni di perfetto adattamento, ed in particolare se e’ realizzata la condizione Z3 (f ) = Z4 (f ). I Se cio’ non accade si ha trasferimento di segnale tra la porta 1 e la porta 2, e quindi la generazione di percorsi di eco come evidenziato dalla figura, che mostra i possibili percorsi di eco in un collegamento telefonico. I La presenza di tali echi puo’ essere molto fastidiosa, se i percorsi sono molto lunghi, e persino disastrosa se l’anello a 4 fili presenta un guadagno complessivo maggiore di 1. A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 37/38 Trasmissione bilanciata e sbilanciata I Nella trasmissione sbilanciata, si porta il riferimento di tensione dal trasmettitore al ricevitore tramite un conduttore, e il segnale su un altro conduttore. Dal momento che il conduttorre che trasporta il segnale si comporta come un’antenna rispetto ai campi elettromagnetici in cui e’ immerso (altri conduttori, impianti elettrici, tv, radio, cellulari) il risultato e’ quello di sommare le correnti indotte dai disturbi a quella del segnale, rendendo quest’ultimo non piu’ distinguibile e non decodificabile a destinazione I Nella trasmissione bilanciata, detta anche differential mode, si utilizzano due conduttori perfettamente simmetrici (detti coppia), sui quali viene inviato lo stesso segnale elettrico ma in opposizione di fase. La tensione di riferimento deve quindi essere identica per ricevitore e trasmettitore; il segnale viene ricostruito per differenza delle tensioni presenti sui due conduttori della coppia A.A. 2013-2014 Sistemi di Telecomunicazione 38/38