incontro PERIODICO TRIMESTRALE R E A LTÀ www.incontro alla realta.it GRATUITO ALL A N.1 MARZO 2008 IN UN MONDO DI FUGGIASCHI (TUTTI INFATTI FUGGONO DI FRONTE ALL’INEVITABILITÀ DI STABILIRE UN SENSO PER LA VITA), LA PERSONA CHE PRENDE LA DIREZIONE OPPOSTA SEMBRA CHE FUGGA. IL CRISTIANO È COLUI CHE AVANZA NELLA DIREZIONE OPPOSTA. PERCIÒ VA INCONTRO ALLA REALTÀ (T.S. ELIOT) IL COMPITO URGENTE DELL’EDUCAZIONE Foto di Roberto di Donato Incontro degli insegnanti di Montesacro sulla lettera del Papa Benedetto XVI “Il compito urgente dell’educazione” presso la scuola Cocchetti La prova più grande della resurrezione di Gesù è la resurrezione che avviene continuamente nella nostra vita, resi capaci di uno sguardo più penetrante sulle cose. E questo sguardo è la fede. In questo numero abbiamo voluto raccontare alcune esperienze di resurrezione, tante esperienze di persone la cui esistenza di fronte a difficoltà piccole o grandi ha mostrato un giudizio nuovo, una capacità nuova di sguardo sulle cose, una energia non propria, che abita oramai la loro persona, non come un ospite fastidioso e ingombrante, ma come un amico che apre l'intelligenza, la libertà ad orizzonti prima sconosciuti. da pag.20 a pag.24 Maestro di Fossa: dossale con storie di Cristo (part.) Vaticano, appartamento pontificio, sala S.Ambrogio Sono risorto, e ancora sono con te Alleluia! (Messale Romano) Benedetto PP XVI Nella Solennità Pasquale 2008 www.incontro alla realta.it PAG. 2 SOMMARIO 3 Dal pane accolto...al pane condiviso 4 Santa Maria delle Grazie 5 San Giovanni Battista raccontato da mille riflessi colorati 6 Foulard Bianchi della parrocchia di S. Maria assunta 8 Diario trimestrale 9 Una firma per la famiglia 10 Festa diocesana della famiglia al Divino Amore 11 L’amore che fa rifiorire il deserto 12 Il compito urgente dell’educazione 14 Incontro insegnanti di Montesacro alla scuola Cocchetti 15 A tre anni dalla scomparsa di Don Giussani incontro PERIODICO GRATUITO - ANNO 3 R E A LTÀ N.4 /2006 ALL A www.incontro alla realta.it 16 Le foto vincenti del primo concorso fotografico IN UN MONDO DI FUGGIASCHI (TUTTI INFATTI FUGGONO DI FRONTE ALL’INEVITABILITÀ DI STABILIRE UN SENSO PER LA VITA), LA PERSONA CHE PRENDE LA DIREZIONE OPPOSTA SEMBRA CHE FUGGA. IL CRISTIANO È COLUI CHE AVANZA NELLA DIREZIONE OPPOSTA. PERCIÒ VA INCONTRO ALLA REALTÀ Periodico gratuito Direttore Responsabile: Rossana Ansuini Direttore: Giovanni Sozi Segreteria di Redazione: Alessandro Candi, Carlo Fiorini, Franco Pietrosanti, Francesco Pandolfi. Antonio Pasquale, Mauro Raffaeli Redazione: Franco Cardano, Giampiero Petrilli Marco Stocchi, Bruna Cola Ferruccio Croia, Giorgio Signori Rosario Cuglietta, Mauro Fumanti, Vito Puce, Cesare Masala, Antonio Zarola Don Mimmo Monteforte Sergio Buratti, Tina Riccardi Hanno partecipato a questo numero: Giovanni Sozi, Laura De Gregori Alessandro Candi, Antonio Bosco Scandella, Gianni Martino Ferruccio Croia, Piera Iozzi Donatella Regoliosi, Don Donato Perron Paolo Cremonesi, Marco Salvatori Don Giampaolo Perugini Francesco Pandolfi, Cico Arianna Saglimbene, Tonino Pasquale Editrice Associazione “Grazie al Cielo” Via Peralba 16 - 00141 Roma Reg. Trib. di Roma 563/07 del 17/12/2007 Pubblicità cell. 335 5844441 Stampa: Capitolina ‘52 sas - Roma web engineering Marco Primarosa Coordinatore editoriale [email protected] Cell. 333 4338502 17 Il miracolo 18 Sulle tracce di Cristo 19 Via crucis in ceramica nella parrocchia di S. Gemma 20 San Frumenzio progetto “Mamre” casa famiglia 21 Il villaggio della speranza 22 In Caritativa alla mensa dei poveri al Redentore 23 E finalmente arriva il Gabbiano! 24 “Grazie al Cielo” incontro alla realtà incontro alla realtà www.incontro alla realta.it PAG. 3 “Dal pane accolto....al pane condiviso” San Francesco Caracciolo, fondatore dei Chierici Regolari Minori: un carisma sempre attuale di Giovanni Sozi I convenuti (da sinistra a destra) Padre Raffaele Mandolesi, prof. Roberto Morozzo Della Rocca, il vescovo Mons. Vincenzo Paglia, Cardinale Agostino Cacciavillan, Pade Nello Morrea, dott. Gino Agnese. In occasione del quarto centenario della nascita al cielo del loro fondatore, i Chierici Regolari Minori hanno indetto un Convegno di Studio sull'attualità del carisma del santo il giorno 29 febbraio 2008 u.s. presso l'Aula Magna “Paolo VI” della Università Pontificia Salesiana (P.U.S.) di Roma. I convenuti, numerosissimi, già assiepavano gli scranni dell'aula prima dell'orario prefissato delle ore 16.30 ed erano in trepida attesa delle personalità che sarebbero intervenute al convegno di studio come da programma: il dott. Gino Agnese scrittore e giornalista, il Preposito Generale dell'Ordine Caracciolino Padre Raffaele Mandolesi, Sua Em. il Cardinale Agostino Cacciavillan Presidente Emerito dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e cardinale titolare della nostra Chiesa dei Santi Angeli Custodi a Montesacro, il prof. universitario Roberto Morozzo Della Rocca, il padre Nello Morrea crm, Sua Ecc. Mons. Vincenzo Paglia Vescovo di Terni-NarniAmelia. Per rallegrare l'uditorio era presente il Coro “Angeli Custodi” che ha aperto la cerimonia con l'Inno al Santo ed ha eseguito vari brani musicali in polifonia come intermezzo. Dietro l'invito del moderatore dott. Agnese, il Preposito Padre Raffaele ha brevemente presentato il programma ed ha rivolto un saluto di benvenuto alle autorità e ai convenuti, mettendo il punto chiaramente sulla straordinaria ricorrenza del IV Centenario della nascita al cielo del Santo Fondatore (1608 2008) e sul suo bicentenario della Canonizzazione. Anno straordinario, quindi, dichiarato dall'Ordine e dalla Chiesa solenneAnno Giubilare. Ha preso, poi, la parola il cardinale Cacciavillan che ha rammentato l'intenso amore di San Francesco per l'Eucaristia da cui egli prendeva forza per diventare “pane spezzato” per i fratelli carcerati, poveri, malati nel corpo e nello spirito. Non, quindi, soltanto omaggio e memoria del santo, quanto più riconferma della validità di quegli stessi valori nel mondo di oggi sempre più bisognoso di solidarietà, di giustizia, di carità sociale. Per meglio inserire la figura del Santo nella quotidianità del suo tempo e specialmente nella Roma socio-religiosa di fine '500, il prof. Della Rocca ha fatto un ampio excursus storico sulla situazione della popolazione romana, sui ricorrenti problemi sociali, sulle necessità della gente, sull'intensa vita religiosa che nonostante tutto permeava fortemente lo strato sociale della città, fino a spingersi al grande rinnovamento spirituale tridentino ed a quello ancor più complesso del Rinascimento che dalla Firenze quattrocentesca passa nel Cinquecento a Roma ad opera esclusiva del papato. Avvincente l'intervento del padre Nello Morrea che ha posto l'attenzione dei convenuti sull'importanza del primitivo impegno dei tre Fondatori, sulla loro azione spirituali- stica e caritativa tra la povera gente di Napoli. Ha detto ancora che la pietra angolare dell'istituzione dell'Ordine è stata e rimane quella della preghiera, preghiera continua del santo davanti a Gesù Eucaristia, preghiera circolare diurna e notturna ribadita nella Regola per i suoi frati e prolungata di ben due ore per se stesso ginocchioni ai piedi del tabernacolo. San Francesco è veramente un uomo dei nostri giorni, che ha ancora tanto da proporre nella vita del chierico e del cristiano comune, ai primi per indurli alla santità propria della loro chiamata, a questi ultimi per indurli a somigliare al Cristo Figlio di Dio Padre ma anche Uomo sofferente, povero tra i sofferenti. La conclusione del Vescovo mons. Paglia, oltre alla ricorrente qualifica spirituale di San Francesco Caracciolo come devoto dell'Eucaristia, non poteva non calcare la mano sulla dimensione caritativa del santo, dimensione attualissima, binomio inseparabile tra sacramento dell'altare e sacramento del povero, l'uno come contemplazione reale di Gesù fatto cibo, l'altro come carico delle angosce e dei bisogni spirituali e materiali dell'indigente. Si è assistito ad un riflessivo convegno, ad un reale approfondimento della vita di san Francesco Caracciolo, delle sue virtù, dei suoi tanti carismi e che, sicuramente, ci ha consegnato una ventata di singolare spiritualità ma ci ha indicato anche un modello umano da seguire,un personaggio d'altri tempi e d'altra tempra, ma che ci ricorda che la gioia è maggiore nel dare che nel ricevere. Il coro parrocchiale SS. Angeli Custodi Padre Mario, Padre Nello e i convenisti. www.incontro alla realta.it PAG. 4 incontro alla realtà S. Maria delle Grazie In costruzione la nuova chiesa di Laura De Gregori Come vi abbiamo informato nel numero di settembre, il 15 giugno 2007 è stata posta la Prima Pietra, alla presenza del Vescovo Mons. Dieci, del Parroco, di Autorità Civili e Religiose e di una folla di fedeli in festa. Prima pietra 15 Giugno 2007 Ad maiorem Dei gloriam Il Vicariato di Roma, dopo tante difficoltà, ha iniziato i lavori per l'edificazione del complesso parrocchiale, che vedrà oltre la Chiesa, la casa del Parroco, l'oratorio, con il campo di calcetto (un eventuale spogliatoio), i giochi per i bambini (scivoli ed altalene…) ecc.. Salone teatro fotografia scattata il 25 febbraio 2008 La struttura muraria è finanziata dall'Opera Romana per la Preservazione della Fede e Costruzione Nuove Chiese a Roma, ma ci informa il Parroco che per la parte funzionale e accessoria , “tutti sono invitati a partecipare per consentire l'avverarsi di un sogno”. Ci presenta quindi un elenco di opere indispensabili: 90 banchi (€ 450 ciascuno), 16 panche (€ 240 ciascuna), Crocefisso, ciborio per il tabernacolo, altare, ambone, presbiterio, armadio e tavolo per la Sagrestia, 14 stazioni Via Crucis, 5 campane per il Campanile e relativo impianto elettrico, organo, cantoria, vetrata, Battistero, sistema di amplificazione per la chiesa e la sala parrocchiale, allestimento della Cappellina dedicata alla Madonna che conterrà il bellissimo quadro del '500 donato da un parrocchiano. Inoltre il Parroco ci informa che alcune opere sono state donate, ma molte altre aspettano offerenti. Per questo invita e ringrazia anticipatamente tutti a sentirsi e diventare partecipi attraverso un Bonifico (Banca di Credito Cooperativo IBAN: IT 14° 08327 03243 000000001302) oppure con un Versamento (C/c postale 52889466) Intestati a Parrocchia S. Maria delle Grazie a Casal Boccone. Operai al lavoro mentre preparano l’innalzamento delle mura A MAGGIOR GLORIA DI DIO E PER IL BENE DEGLI UOMINI www.incontro alla realta.it incontro alla realtà PAG. 5 San Giovanni Battista raccontato da mille riflessi colorati Nella chiesa a lui intitolato al Collatino di Alessandro Candi Dedicato all'amico Giò Maria Poles. Il giorno otto di dicembre dello scorso anno, festa dell'Immacolata, Monsignor Rino Fisichella ha benedetto le nuove vetrate della chiesa di San Giovanni Battista nel cuore dei quartieri Tiburtino e Collatino. La gioia e l'emozione dei fedeli presenti: coppie giovani con bambini, anziani, studenti del Centro di studi e formazione ELIS con i familiari, alcuni immigrati, che si sono stretti in un clima festoso intorno al Vescovo Fisichella ed al parroco don Franco Calzona per la benedizione con cui inaugurare le nuove vetrate che adornano i vari lati della grande chiesa. Festa che certamente avrebbe riempito di gioia anche il cuore di san Josemaría Escrivá a cui la chiesa fu affidata dal Papa Giovanni XXIII, e che invita alla preghiera con una bella e assorta espressione che lo ritrae nella seconda vetrata dove la Madonna visita Elisabetta, madre del Battista. Otto grandi vetrate che partendo dalla sinistra dell'ingresso ed in senso orario narrano la storia di San Giovanni Battista, questo Umile che preparò la via al Cristo: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali. Ecco allora che con arte e profonda maestria una pittrice come Paola Grossi Gondi ed una azienda artigiana di elevata fattura, la VetroCreare specializzata nella realizzazione di vetrate artistiche, danno vita e luce a questa opera che copre una superficie di 220 metri quadri. Questa grande ed impegnativa opera è stata realizzata grazie alla generosità, all'impegno ed all'entusiasmo dell'intera comunità parrocchiale, dice don Calzona. Egli ha voluto ricordare come imprese così grandi, quasi al limite dell'impossibile si possono realizzare grazie al cuore della gente. A tal proposito ha portato come esempio la ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame a Chartres, in Francia. Nel 1220 la struttura originale venne distrutta da un furioso incendio. Tutta la cittadinanza partecipò alla ricostruzione. L'opera di tanti artigiani e artisti, operai vetrai e scalpellini che in modo umile e anonimo si impegnarono eseguendo il loro lavoro a regola d'arte, dando così gloria a Dio con la loro opera umana: in 3000 metri quadri di vetrate avevano riprodotto l'intera storia della cristianità, Antico e Nuovo Testamento, una vera e propria Bibbia di Vetro. Questo, allora, il nome che il parroco ed i suoi fedeli hanno dato al loro progetto:”Operazione Bibbia di vetro”. Ogni persona, ogni fami- glia, ogni associazione, ogni commerciante del quartiere ha adottato tutta o parte di una vetrata, realizzando così questo nuovo volto della chiesa di San Giovanni Battista. Abbiamo qui un esempio di quella che potremo chiamare “nuova estetica”, molto importante quando parliamo di luoghi di culto. Il fedele deve essere accolto in un ambiente confortevole, pregevole alla vista, che metta a proprio agio, tanto da toccare in profondità la sensibilità di chi viene nella casa del Signore. Un luogo ove la preghiera è ispirata sia nella condivisione assembleare che come fatto strettamente personale. A questo molto contribuiscono la profondità del tratto, la brillantezza dei colori, tutti realizzati solo con vetro senza uso di pittura integrativa, l'immediatezza della comunicazione visiva resa dalle efficaci figure disegnate dall'artista Gondi, che l'abilità dei maestri vetrai hanno plasmato nel vetro come se fosse pittura, rendono l'atmosfera in questa chiesa particolarmente accogliente e idonea a favorire il raccoglimento e la preghiera; dalle immagini sembra scaturire l'intera profezia di Giovanni racchiusa nell'esortazione, “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Espressione simile nella sostanza a quanto Gesù affermerà nella salita verso Gerusalemme, verso il Calvario. Un turbinio di sensazioni e di colori che dalle vetrate profonde verso l'osservatore: figure maestose, belle e che ispirano amore e pace come il Cristo del Battesimo, o le donne Maria ed Elisabetta, o ancora la figura del Giovanni Battista che nella vetrata sull'ingresso mostra questo uomo semplice che compie un gesto altrettanto semplice, alza la lucerna verso il Sole di Giustizia, verso la fonte dello Spirito, inviandoci un messaggio quasi subliminale che dalla vetrata prorompe nei nostri cuori: “Egli non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla Luce” (Gv.1,8), questa lampada con cui Giovanni sembra rischiarare le tenebre dell'umanità andando incontro al Cristo ci ricorda che anche noi in questo luogo possiamo prendere l'olio dello Spirito Santo per testimoniare con la nostra vita la Resurrezione di Nostro Signore. Particolare del Battista con la lampada, vetrata d’ingresso Battesimo del Cristo, particolare del volto. CIAO CHIARA! diAlessandro Candi Mentre stiamo andando in stampa ci è giunta la triste notizia che nella notte (13/14 marzo) ci ha lasciato per tornare alla casa del Padre Chiara Lubich, fondatrice ed instancabile animatrice del movimento dei Focolari. Chiara si è spenta all'età di 88 anni nella casa di Mariapoli, nei pressi di Roma. Con Lei viene a mancare un'altra delle grandi figure cattoliche del nostro tempo; limpido esempio di adesione totale al Vangelo che ha testimoniato, armata della sola forza della fede e della propria semplicità, al mondo intero un messaggio di speranza, di amore e di solidarietà che ha ridestato il cuore di milioni di donne e di uomini. A Lei dedicheremo più spazio nel nostro prossimo numero. PAG. 6 www.incontro alla realta.it incontro alla realtà Foulard Bianchi della parrocchia di S. Maria Assunta Si sono recati a Lourdes in pellegrinaggio per il 150° anniversario della prima apparizione di Maria Immacolata a Bernadette Soubirous di Antonio Bosco Antonio (in ginocchio) con Mario e i suoi amici della parrocchia Il Clan des Hospitalier Notre Dame de Lourdes Foulard Bianchi Italiani della Regione Lazio della Parrocchia di Santa Maria Assunta al Tufello si sono recati a Lourdes proprio nelle giornate di celebrazione del 150° Anniversario della prima Apparizione di Maria Immacolata a Bernadette Soubirous. I Foulard Bianchi, per chi non lo sapesse, sono una particolare “branca” dello scoutismo che è dedita al servizio ai malati dovunque essi si trovino. I Foulard Bianchi, più semplicemente F.B., nascono proprio a Lourdes circa 80 anni fa ed il cui “fazzolettone” scout, bianco per l'appunto, è il simbolo di “quel” lenzuolo che avvolge il malato, quello grave quello il cui mezzo di trasporto è il medesimo lettino del paralitico per il quale gli amici, scoperto il tetto di paglia della casa, calandolo dall'alto lo presentano a Gesù nella casa perché lo possa guarire, proprio come a Lourdes dove essi si presentano ai piedi della Mamma Celeste con tutto il carico di angosce e speranze. Eravamo in tanti quella mattina del 9 Febbraio 2008 all'aeroporto di Roma Ciampino. Inaspettatamente tutti in coda per il medesimo aereo quello che conduceva a Saragozza (Spagna) da dove con delle auto a noleggio, travalicando i confini tra Spagna e Francia attraverso i Pirenei, si raggiunge agevolmente Lourdes. Mai i nostri 9 in tutto tra “romani” e “campani” come mostra la foto in apertura avrebbero sospettato che quel grande numero di persone incontrate all'aeroporto di Roma tutte con la medesima destinazione sarebbe stato ben poca cosa rispetto alla folla “oceanica” che avrebbero trovato nel Santuario. E dire che sono tutte persone esperte famigliari per quei luoghi visitati più volte l'anno. Quest'anno, infatti, sono stati programmati almeno 3 viaggi e… forse un 4° potrebbe arrivare all'ultimo Quest’anno si celebra il giubileo del santuario di lourdes. Qui, 150 anni fa, la Madonna apparve ripetutamente a una ragazzina povera e pressocchè analfabeta, Bernadette Soubirous. Qui, da allora, 67 persone sono miracolosamente guarite nel corpo e milioni di persone da ogni parte del mondo continuano ad arrivare alla ricerca del volto di Dio e della sua tenerezza. Un flusso continuo di domande instancabili di grazia, di anime alla ricerca, di corpi malati che chiedono la guarigione nell’abbraccio miracoloso di quella grotta che tutti accoglie. momento, verso la fine dell'anno, con la chiusura dell'Anno Giubilare Lourdiano (8 Dicembre 2008). Appena giunti a Lourdes ed aver preso possesso dell'alloggio anche questo, come il Santuario, è molto famigliare dato che si tratta di una pensione modesta, decorosa, ma di carattere, appunto, famigliare e che a furia di ospitare i nostri F.B. ha consentito l'instaurarsi di un rapporto molto più che amichevole, anzi proprio famigliare, con la direzione (Famiglia Ourthiag), Alain in testa ci si reca al Santuario per rendere omaggio alla Nostra Signora. Alcuni parrocchiani intanto avendo raccolto l'invito lanciato durante gli avvisi predisposti per la Domenica 3 Febbraio, hanno inviato, per tramite dei nostri F.B., delle intenzioni di preghiera in totale 51 lettere che sono state depositate come mostra la foto ai piedi della Vergine nell'apposita urna e che sono presentate a Maria durante la celebrazione Eucaristica nella Grotta di Massabielle delle ore 23.00 della stessa sera. Ma lo stupore non era ancora al culmine. Il giorno Dopo Domenica 10 Febbraio ed ancora di più il successivo Lunedì 11 Febbraio giornata della ricorrenza della prima Apparizione i nostri occhi han potuto vedere “meraviglie”, tutte quelle che molti di voi avranno senz'altro visto nei programmi trasmessi dalla televisione italiana. Gente che è aivata anche per un sol giorno tramite voli di linea rinforzati ed aerei organizzati in voli charter andata/ritorno. Insomma eravamo lì insieme ad altre 70.000 persone. Tutti fratelli malati e non, senza differenza alcuna, tutti accorsi per ringraziare e lodare la loro mamma che volendosi rivelare (1858) ad una piccola, umile ed analfabeta ragazzina Bernardette Soubirous ha innalzato gli umili ribadendo la nostra eguaglianza dinnanzi al Signore e per confermare il dogma dell'Immacolata Concezione pronunciato solamente pochi anni prima (1854). Il Santo Padre Benedetto XVI, in occasione del 150° Anniversario della manifestazione della Beata Vergine Maria nella Grotta di Massabielle, ha voluto concedere l'Indulgenza plenaria ai fedeli, che quotidianamente, dal giorno 8 Dicembre 2007 fino al giorno 8 Dicembre 2008, piamente e alle condizioni stabilite, visiteranno la Vergine Maria e qualsiasi tempio, oratorio, o altro luogo che ricorda la vicenda e la vita della piccola Bernadette durante apparizioni. Per questo è stato istituito in Lourdes un apposito percorso detto “Il Cammino di incontro alla realtà Bernadette” che transita per 4 luoghi fondamentali della sua vita: la casa natìa ovvero il Mulino di Boly; il Fonte Battesimale nella Chiesa Parrocchiale di San Pietro unica cosa originale del tempo; la Grotta di Massabielle dove avvennero le apparizioni; l'Hospice ovvero il ricovero delle Suore della Carità, le cosidette Suore di Nvers dove Berenadette fu accolta dopo le apparizioni e nel quale ordine decise di entrare assumendo il nome di Suor Maria Bernarda. Gli stessi scout torneranno a Lourdes alla fine del mese di Aprile il giorno 26 per www.incontro alla realta.it L'ULTIMA VISITA DEL PAPA POLACCO Mario Panone Mario Panone e Antonio Mazza prestare la loro consueta settimana di Servizio a favore di tanti fratelli e sorelle che trovandosi nella sofferenza si recano a Lourdes per chiedere a Maria il sostegno materno alla loro condizione ed implorare anche la loro guarigione. Chi intendesse ancora “utilizzare” questi scout come messaggeri per le intenzioni di preghiera da affidare alla Vergine Maria può scrivere il proprio messaggio ed inserirlo in una busta chiusa sulla quale si scriva il Cognome/Nome del mittente e la dicitura: “Messaggio per Maria”. Il messaggio può essere consegnarlo alla Segreteria della Parrocchia di Santa Maria Assunta al Tufello che provvederà alla raccolta. Ovviamente si raccomanda di non inserire danaro nelle buste e tantomeno di chiedere di inviarlo per qualsivoglia motivo. PAG. 7 “Dffendete la libertà” Malato fra i malati, Giovanni Paolo II si recò un'ultima volta a Lourdes nel 2004. Queste le sue parole nell'omelia del 15 agosto: «Da questa grotta di Massabielle la Vergine parla anche a noi, cristiani del terzo millennio. Mettiamoci in ascolto! Ascoltate innanzitutto voi, giovani, che cercate una risposta capace di dare senso alla vostra vita. Qui la potete trovare. È una risposta esigente, ma la sola pienamente appagante. In essa sta il segreto della gioia vera e della pace. Da questa grotta parte uno speciale appello anche per voi, donne. Apparendo nella grotta, Maria ha affidato il suo messaggio ad una ragazza, quasi a sottolineare la particolare missione che spetta alla donna in questo nostro tempo, tentato dal materialismo e dalla secolarizzazione: essere nella società di oggi testimoni di quei valori essenziali che si vedono solo con gli occhi del cuore. A voi, donne, il compito di essere sentinelle dell'Invisibile! A tutti voi, fratelli e sorelle, lancio un pressante appello perché facciate tutto ciò che è in vostro potere affinché la vita, tutta la vita, sia rispettata dal concepimento sino alla sua fine naturale. La vita è un dono sacro, di cui nessuno può farsi padrone. La Vergine di Lourdes ha infine un messaggio per tutti. Eccolo: siate donne e uomini liberi! Ma . ricordate: la libertà umana è una libertà ferita dal peccato. Ha bisogno essa stessa di essere liberata Cristo ne è il liberatore, Lui che "ci ha liberati perché restassimo liberi" (Gal 5,1). Difendete la vostra libertà!». RISTORANTE PIZZERIA Forno a legna Specialità carne e pesce (Lunedì chiuso) Via Nomentana, 442 - 448 (P.zza Sempione - P.te Vecchio) 00141 Roma - Tel. 0682003894 -Tel.e Fax 0682086637 www.ristorantecittagiardino.it e-mail: [email protected] PAG. 8 www.incontro alla realta.it incontro alla realtà DIARIO TRIMESTRALE di Scandella Gennaio Domenica 13 Gennaio Festa e premiazione del IV Concorso Presepi Interparrocchiali presso il teatro della Parrocchia S. Anchille, coinvolte 36 parrocchie del nostro territorio con la partecipazione straordinaria della Banda Musicale Bellini. II primo classificato 2007 è stato il presepio della Parrocchia Redentore, esegui- Domenica 20 Gennaio Presentazione dell'associazione ALAS alla comunità di Montesacro presso la parrocchia S.S.Angeli Custodi Lunedì 21 Gennaio A S. Ponziano nell'ambito delle conferenze del lunedì il Card. Georges Cottier ha presentato l'enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI Dal 28 Gennaio al 3 Febbraio "Facciamo Mamre" presso la parrocchia S. Frumenzio "cantieri di futuro" quando sognare fa bene e realizzare il sogno fa meglio. Martedì 29 Gennaio Presso I'UPS presentazione della mostra "La parola tradotta insieme". La Bibbia nelle iniziative cristiane comuni dal Concilio Vaticano II ad oggi che rimarrà esposta nella biblioteca dell'università Pontificia Salesiana fino al 29 aprile 2008. Marzo Febbraio Domenica 13 gennaio La solenne presa di possesso del Card. Navarrete della parrocchia S. Ponziano. Venerdì 1 Febbraio Presso la parrocchia S. Mattia incontro alle ore18.00 con il prof. Sandro Barlone s.j. sulla Resurrezione di Gesù Cristo. Domenica 3 Febbraio Trentesima giornata per la vita. Messaggio del Consiglio Episcopale (servire la vita) Sabato 9 Febbraio Ottava Giornata Nazionale di raccolta del farmaco, un 6% in più rispetto all'anno scorso. La raccolta ha fruttato 302.500 farmaci di un controvalore in denaro pari a 1 milione 905.750 euro Lunedì 25 Febbraio Cambio del pastore per il gregge di Sacco Pastore padre Gianfranco Salticchioli sostituisce don Tonino De Siati. Ringraziamo don Tonino per il lavoro svolto e lo salutiamo con l’augurio che il Signore lo ricolmi della Sua grazia. Don Gianfranco è nato in provincia di Terni. Giunto a Roma per lavoro, ha scoperto la chiamata vocazionale e l'ha seguita, fidandosi di Dio ed entrando nel 1992 nel seminario maggiore romano. E' divenuto presbitero nel maggio del 1998. Con lui sono presenti don Oscar, don Orlando e don Manuel, collaboratori parrocchiali. Don Gino con il Card. Navarrete Al centro Don Gianfranco con i collaboratori to da Ugo Bellini e da Sesto Vicari. Domenica 2 marzo Raccolta di firme "Meno tasse per chi ha figli" coordinata dal Forum delle Associazioni Familiari. Si può firmare fino al 15Aprile. Martedì 7 Marzo Incontro presso la parrocchia S. Mattia alle ore 18.00 con il prof. Sandro Barlone per il tema "La nostra Resurrezione" Sabato 29 Marzo Ore 17.30 Monsignor Enzo Dieci presiederà la celebrazione di ingresso del nuovo parroco del Redentore, padre Gaetano, originario di Monte S. Angelo (Foggia), entrato in seminario all'età di 12 anni e ordinato presbitero nel 1997. Don Gaetano della famiglia Scalabrinana sostituisce il confratello padre Roberto che ringraziamo vivamente per il lavoro svolto. Padre Gaetano nuovo parroco del Redentore www.incontro alla realta.it incontro alla realtà PAG. 9 Una firma per la famiglia Per una politica fiscale che non consideri i figli un lusso di Gianni Martino un lusso! Impegnarsi nelle iniziative a sostegno della famiglia, dunque, non rientra nell'interesse ristretto di pochi cattolici impegnati o delle giovani coppie, ma di tutti i cittadini responsabili. La raccolta delle firme non si è ancora conclusa. Fino al 15 aprile giorno in cui le firme saranno consegnate al Presidente della Repubblica Napolitano - sarà possibile aggiungere la propria sottoscrizione anche via internet, sul sito www.forumfamiglie.org. Sullo stesso sito, ovviamente, sono disponibili tutte le informazioni di dettaglio per conoscere nel merito le proposte di agevolazioni fiscali. La scorsa domenica 2 marzo, di fronte alla chiesa dei SS. Angeli Custodi, abbiamo raccolto le firme per la petizione popolare “Meno tasse per chi ha figli”. Questa iniziativa è organizzata dal Forum delle associazioni familiari, di cui fanno parte oltre cinquanta associazioni di rilevanza nazionale (Azione cattolica, ACLI, Coldiretti, MCL, Movimento per la Vita, Rinnovamento nello Spirito, ecc.) sensibili alla tematica della famiglia. Il Forum ha già organizzato il grande evento del Family Day 2007, il raduno di oltre un milione di italiani a San Giovanni; consapevole che bisogna dare continuità all'azione di sensibilizzazione culturale e istituzionale in difesa della famiglia, quest'anno chiede il sostegno dei cittadini ad una serie di proposte concrete, soprattutto sul piano fiscale. Si tratta di un'azione di sensibilizzazione che è anzitutto culturale, perché deve sfatare una serie di luoghi comuni troppo stesso ripetuti con superficialità. Si sente dire, ad esempio, “i cattolici non possono imporre la loro sensibilità religiosa sul tema della famiglia”. Ebbene: i cattolici non potrebbero certo imporre (ammesso che ne abbiano l'intenzione...) la propria sensibilità religiosa su temi come la partecipazione alla messa domenicale o l'astinenza dalle carni nei venerdì di quaresima. Ma difendere la famiglia significa difendere le basi della convivenza civile. È un tema “laico”, che sta (dovrebbe stare) a cuore a tutti i cittadini, credenti e non credenti. Un secondo luogo comune da sfatare è quello per cui “fare i figli è una libera scelta, per cui è bene che chi fa questa scelta ne sostenga i costi”. Non è così. Innanzitutto, oggi in Italia chi fa figli non solo non è aiutato, ma è addirittura penalizzato dalla particolare modulazione di tasse e tariffe (non c'è qui lo spazio per argomentare in dettaglio). In secondo luogo, dare al mondo e crescere figli è un investimento onerosissimo - di cui si fanno carico solo i genitori, ma di cui beneficia la società tutta: i nuovi cittadini lavoreranno e produrranno la ricchezza con cui verranno finanziati i servizi sociali anche a favore di chi i figli non li ha fatti... In terzo luogo, è la nostra stessa Costituzione che prescrive aiuti economici alle famiglie (art.31) e una politica fiscale basata sulla “capacità contributiva” (art.53), che è indubbiamente inferiore per il contribuente che ha familiari a carico. Infine ma solo per non dilungarci oltre l'Italia è fanalino di coda, in Europa, nelle politiche fiscali a favore delle famiglie: da noi chi ha figli a carico paga tasse da due a cinque volte più alte che in Germania, Belgio, Francia! Fare figli è certo una libera scelta. Ma non è VITO PUCE Dottore commercialista Revisore contabile 00195 Roma Via Giuseppe Palumbo, 3 Tel. 06.39.74.11.18 - 06.39.72.67.75 Tel. e Fax 06.39.73.43.61 e-mail:[email protected] www.incontro alla realta.it PAG. 10 incontro alla realtà Festa diocesana della famiglia al Divino Amore La parrocchia di S. Maria Assunta partecipa all’evento di Ferruccio Croia Sabato 10 febbraio, organizzata dal Centro per la Pastorale Familiare della Diocesi di Roma, si è svolta al Divino Amore la festa diocesana della Famiglia. Don Gianni, attivissimo parroco di S. Maria Assunta, intuendo l'importanza della manifestazione ha invitato le famiglie della Parrocchia a partecipare numerose all'evento. Per farci illustrare lo svolgimento della giornata abbiamo preso contatto con Giancarlo, uno dei vari collaboratori del parroco, il quale ci ha riportato l'entusiasmo con cui molti parrocchiani hanno aderito, per il secondo anno consecutivo, all'iniziativa. La giornata, perfettamente organizzata anche nei minimi particolari dalla Diocesi, si è aperta con la S. Messa presieduta da Sua Eminenza il Card. Vicario Camillo Ruini e concelebrata da vari sacerdoti presenti. Nella sua omelia il Cardinale, dopo aver salutato tutti gli intervenuti, ha ribadito il valore della famiglia e del dono ricevuto dai coniugi di poter dare nuova vita, ha ricordato i molteplici problemi che devono affrontare le famiglie di oggi e di come tanteAssociazioni diocesane si dedichino all'aiuto delle famiglie in difficoltà. Per la gioia dei bambini c'erano numerosi carretti con zucchero filato e pop corn ed in più è stato messo a disposizione il trenino del Santuario per allegri giri nelle vicinanze. A seguire, organizzati dal Centro Sportivo Italiano, si sono svolti giochi ed attività sportive che hanno simpaticamente coinvolto tutte le famiglie presenti. II finale della giornata, sapientemente condito con musiche, canti ed uno spettacolo teatrale, ha visto l'immancabile estrazione dei biglietti della lotteria avente come primo premio un viaggio a Lourdes per due persone offerto dall'Opera Romana Pellegrinaggi. La giornata, una bella festa per tutti, grandi e piccoli, ha regalato momenti di sana gioia e spensieratezza favorendo, tra i partecipanti, una vera e fraterna comunione che certamente porterà ad un proficuo seguito nella propria realtà parrocchiale ed i cui frutti saranno a beneficio di tutti. Il poeta tedesco Rainer Maria Rilke ha identificato con singolare efficacia il dramma del rapporto amoroso, intuendo che entrare in questa spirale non può essere l'unica via d'uscita: «Questo è il paradosso dell'amore fra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare. E solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno». Solo nell'orizzonte di un amore più grande si può evitare di consumarsi nella pretesa, carica di violenza, che l'altro, che è limitato, risponda al desiderio infinito che desta, rendendo così impossibile il compimento di sé e della persona amata. Per scoprirlo bisogna essere disposti ad assecondare la dinamica del segno, restando aperti alla sorpresa che questa possa riservarci. di Giancarlo Cesana (Professore di Medicina del lavoro Università di Milano) Una parola centrale - che caratterizza la posizione di chi è a sostegno della famiglia - è «esperienza». L'esperienza non definisce la verità, ma è l'offerta di una proposta per approssimarsi ad essa. Insistere sulla documentazione dell'esperienza di umanità che la famiglia produce, vuol dire insistere su un'evidenza che evita lo scontro ideologico e che all'ideologia, al progetto sociale, antepone la speranza. Esperienza della famiglia e speranza di una società migliore: su cosa si fondano? Per rispondere, è molto difficile trascurare il problema di Gesù Cristo. È la presenza di Cristo che ha introdotto una speranza positiva e definitiva per la vita, per i suoi legami e le sue conseguenze generative. Allora, forse, la parola che più ha bisogno di diventare un neologismo, di essere appresa e riconosciuta, è Cristo. Come ripetuto più volte in questo seminario, facendo eco al richiamo del Papa e dei Vescovi, il problema centrale a riguardo della famiglia è quello del rispetto di un ordine naturale, ossia dell'originalità della struttura umana. Il rispetto di un ordine naturale richiede sacrificio, richiede di arrendersi a Dio, alla verità di chi ci ha fatto, proprio perché non ci siamo fatti da noi. Non si può fare un sacrificio se non ne vale la pena, se non c'è, appunto, una speranza, un fascino, che lo sostenga. Per vivere intensamente e decisamente la famiglia, con tutto il sacrificio che essa comporta, bisogna essere affascinati da ciò che la sostiene e da ciò, che essa "produce". TUTELA E DIFESA CIVICA DEL MATRIMONIO DELLA FAMIGLIA E DELlA PERSONA disponibilità di esperti, consulenti ed opera tori per sostenerti ed affiancarti nei tuoi pro blemi medici, legali, psicologici, morali Ogni giovedì dalle 16,30 alle 18,30 Via dei Prati Fiscali, 258 Tel 06.88.32.75.57 www.incontro alla realta.it incontro alla realtà PAG. 11 “L’amore che fa rifiorire il deserto” Evangelizzazione, famiglia e movimenti ecclesiali presso la Pontificia Università Lateranense di Massimiliano Nespola Che cosa ha da dire lo Spirito alla famiglia e a chi ne ha la cura pastorale, Lui, che ha fatto scaturire i movimenti ecclesiali e le nuove comunità suscitando lo slancio per una nuova evangelizzazione? Questa la tematica al centro dell'incontro “L'amore umano come cammino di pienezza verso Cristo”, inserita nella cornice del ciclo di conferenze “L'amore che fa rifiorire il deserto”, organizzate dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per questo anno accademico. In particolare, di grande rilevanza, il 28 febbraio, è stata la presenza del Rev. D. Julián Carrón, presidente della Fraternità Comunione e Liberazione. «Non si può dare per scontata la maturità del soggetto umano che si accosta al matrimonio, neanche per i giovani cristiani. Questa carenza di coscienza non si può risolvere con i corsi prematrimoniali che conosciamo, i quali per loro propria natura non possono dare risposta alla situazione di quanti li frequentano. Grande è la sfida che si presenta all'intera comunità cristiana: è messa alla prova la sua capacità di generare personalità adulte, uomini e donne, in grado di accostarsi al matrimonio con una minima prospettiva di un esito positivo». Carrón ha sottolineato come sia impossibile, in un singolo intervento, affrontare tutta la problematica del matrimonio e della famiglia. Ma la crisi della famiglia appare essere, nelle sue parole, «una conseguenza della crisi antropologica nella quale ci troviamo. Gli sposi infatti sono due soggetti umani, un io e un tu, un uomo e una donna, che decidono di camminare insieme verso il destino, verso la felicità. Come impostano il loro rapporto, come lo concepiscono, dipende dall'immagine che ciascuno si fa della propria vita, della realizzazione di sé. Ciò implica una concezione dell'uomo e del suo mistero. Per questo il primo aiuto che si può offrire a quanti vogliono unirsi in matrimonio è l'aiuto a prendere coscienza del mistero del loro essere uomini. La mancanza di tale coscienza del destino dell'uomo conduce a fondare tutto il rapporto su un inganno, che si può formulare così: la convinzione che il tu può rendere felice l'io. Il rapporto di coppia, in questo modo, si trasforma in un rifugio, tanto desiderato quanto inutile, per risolvere il problema affettivo. E quando l'inganno si manifesta, è inevitabile la delusione perché l'altro non ha compiuto l'aspettativa». Nelle parole di Carrón, un coraggioso appello al nuovo in arrivo, legato anche alle tematiche del convegno, orientato a comprendere che cosa possa significare per i movimenti e le nuove comunità irradiare la novità degli affetti, dei legami familiari. L'amore tra un uomo e una donna racchiude in sé una infinita carica di rinnovamento e rinascita. Perché tende all'infinito, come già aveva intuito Leopardi, che il presidente della fraternità di Comunione e Liberazione ha ripreso più volte nel corso della serata. È l'esperienza che testimonia il poeta italiano Giacomo Leopardi nel suo inno ad Aspasia: «Raggio divino al mio pensiero apparve, Donna, la tua beltà». La bellezza della donna è percepita dal poeta come un “raggio divino”, come la presenza della divinità. Attraverso la sua bellezza, è Dio che bussa alla porta dell'uomo. Se l'uomo non comprende la natura di questa chiamata, e invece di assecondarla si ferma alla bellezza che vede davanti a sé, presto essa si manifesta incapace di compiere la sua promessa di felicità, di infinito. www.incontro alla realta.it PAG. 12 incontro alla realtà Il compito urgente dell’educazione Educare al bene è possibile. Anche oggi, nelle nostre scuole di Piera Iozzi Dal finestrino del pullman guardavo avvicinarsi i contorni merlati, tassativamente “guelfi”, delle mura di Castel Sant'Angelo, e riflettevo che per una volta tanto non portavo i miei alunni a visitare né la Mole Adriana (in quanto Mausoleo, o castello, o prigione nei secoli), né i tesori dell'arte rinascimentale attentamente conservati e custoditi in Vaticano, ma ci stavamo recando (incredibile ma vero per una scuola statale “laica”!), docenti ed alunni, in P.zza S. Pietro, dove ci avrebbero raggiunto alcuni genitori, ad ascoltare quello che il Papa ci avrebbe detto sull' “emergenza educativa”. I docenti di religione della nostra Scuola Media Fucini di Talenti, avevano accolto l'invito del papa di far pervenire la sua lettera a più famiglie possibile della diocesi, ed essi l'avevano distribuita agli alunni della scuola. Ed eccoci, insieme ad altri centocinquantamila in P.zza S. Pietro, tutti compresi nel grande abbraccio delle colonne del Bernini. E scorro mentalmente i volti dei colleghi che conosco delle tante scuole cattoliche che sicuramente sono lì in piazza e che potrei incontrare ( Nazareno, Cristo Re, S. Orsola, Cocchetti…), ed intanto cogli occhi cerco istintivamente di scorgere quanti, come me, sapevo essere lì presenti, provenienti dalle scuole “laiche” del nostro quartiere, insieme ai loro colleghi ed alunni, dalla Ferrini, dalla Majorana, dall'Esopo, dalla Buenos Aires… testimoni solleciti di una preoccupazione educativa che coinvolge la persona non solo come “cristiano”, ma soprattutto come “uomo”, e insieme convenuti ad ascoltare quanto il Vescovo di Roma aveva da dire sull'educazione. Un'aria di festa domina la piazza, animata dal concerto delle “Matite Colorate”, il coro della Chiesa di S. Croce in Gerusalemme, i cui canti sono intercalati dalla voce calda di Pino Insegno, che dà lettura ai brani della lettera del papa. Finalmente un fremito percorre la folla, quasi un impercettibile passaparola che dall'estremo della piazza giunge fino a noi, annuncio dell'arrivo imminente del papa. E non appena la papa-mobile comincia a svettare al di sopra del mare ondulante delle teste, l'agitazione dei giovani e la naturale esultanza dell'età che mi circonda si fa più incontrollata. “Il papa come Vasco Rossi, ma questa volta è il Papa …” penso quasi istintivamente. Ed il papa è lì che saluta, tre file avanti a noi, potremmo quasi toccarlo… Ed inizia a parlare, rivolgendosi ai docenti, ai genitori, ai catechisti, ai religiosi, a quanti cioè svolgono nella loro vita un ruolo educativo, ed ai giovani stessi dei quali, soprattutto, nell'educazione viene messa in gioco la responsabilità e la libertà. Infatti “a differenza di quanto avviene in campo tecnico o economico, dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell'ambito della formazione e della crescita morale delle persone non esiste una simile possibilità di accumulazione, perché la libertà dell'uomo è sempre nuova e quindi ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, ed in proprio, le sue decisioni. Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale” Il Santo Padre con il Prof. Carlo Regoliosi, sullo sfondo Cristian e Martino Penso che esattamente un anno fa presso la scuola Cocchetti” di Montesacro la Dott.ssa Ivana Sandrin teneva un conve- gno sull'educazione, a partire da un documento sottoscritto da alcuni intellettuali italiani dal titolo “Se ci fosse un'educazione del popolo tutti starebbero meglio”; che lo scorso mese di ottobre, al Palasharp di Milano, Julian Carron teneva un convegno nazionale di insegnanti sul tema dell'educazione; e che, solo poco tempo fa, qui a Roma, presso l'Istituto S. Orsola di via Livorno il prof. Nembrini di Bergamo ha presenziato un'assemblea “pluridistrettuale” sul “Rischio educativo” di don Luigi Giussani: davvero possiamo affermare con le parole del Santo Padre, che siamo di fronte ad una “emergenza educativa”!. “Educare non è mai stato facile…” afferma la lettera del papa dove si parla, per l'appunto, di emergenza educativa “per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Viene spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla di frattura fra le generazioni, che certamente esiste, e pesa, ma che è l'effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori” Ed è a questo livello, in questa consegna generazionale di valori e tradizioni culturali, ed in questa “formazione” al retto uso della libertà, che si gioca il ruolo educativo di ogni educatore in ogni momento storico. Ma perché questa consegna generazionale sia liberamente accettata occorrono due cose, come ricordava il Papa a S. Pietro 1) lo sguardo al reale e al nesso con il suo significato: solo il reale infatti è capace di suscitare il nostro interesse e affascinarci, quando scopriamo il nesso col suo significato ultimo . Ad un bambino non basta avere un giocattolo e conoscerne, tutt'al più, la struttura chimica, le misure, il peso ecc…: se non ne capisce il nesso col reale, e il suo significato, dopo un po' lo abbandona., perché “già in un piccolo bambino c'è un grande desiderio di sapere e di capire, che si manifesta in domande e richieste di spiegazioni. Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere guida alla vita”, perché, come ricordava anche Carron a Milano commentando il “Rischio Educativo” di don Giussani, “l'educazione è introduzione alla realtà totale” e solo di fronte alla verità possiamo esclamare, come i discepoli di Emmaus, “non ci sentivamo anche noi ardere il cuore in petto mentre ci incontro alla realtà parlava?” Questo è il livello in cui “si gioca” l'educazione: far ardere il petto porgendo all'altro qualcosa di bello e di vero-per-sé. 2) Non si conosce (e quindi non si educa) se non nell'amore, come ricordava anche Saint- Exupèry nel “Piccolo Principe” innaffiando la sua rosa. Perché l'educazione è una comunicazione-di-sé, non tanto di pensieri e parole, quanto del proprio modo di rapportarsi con il reale . Pertanto “un'autentica educazione ha bisogno anzitutto di quella vicinanza, di quella fiducia che nascono dall'amore…essa è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coinvolgimento personale, espressione dell'amore vero: l'educatore è quindi un testimone della verità e del bene… c'è bisogno di ciascuno di noi: di ogni persona, famiglia o gruppo sociale, perché la società diventi un ambiente più favorevole all'educazione... Perché anche nel nostro tempo educare al bene è ancora possibile…e ciascuno è chiamato a recare il proprio contributo…” L'incontro col Santo Padre in S. Pietro è continuato con gli interventi di Danilo Cartacci, accompagnato dalla sua famiglia (educazione in famiglia); di don Attilio Nostro, parroco di San Taddeo (educazione in parrocchia); del Dirigente Scolastico Francesco La Rosa (educazione nella scuola); di Annamaria Favorini (educazione nell'università); infine ha parlato Anna Debenedettis, studentessa di seconda liceo classico, che ha evidenziato quanto può essere affascinante anche per i giovani di oggi scoprire nella propria vita Cristo, come il Significato del reale e del Destino dell'uomo. Alla fine di questa ricca mattinata, così diversa dalle ben note “educazioni scolastiche”, non posso fare a meno di chiedermi quanto di questa giornata rimarrà nei ricordi dei miei alunni, accanto alle tante nozioni di scuola, e alle tante “uscite culturali” che faranno parte del loro “iter”scolastico. E mi chiedevo anche quanto delle parole del papa rimarrà e darà frutto nei tanti “educatori” convenuti in S. Pietro: docenti (me compresa), genitori (me compresa…), catechisti (me compresa, sic!), religiosi… a ciascuno dei quali il papa ha affidato le sue preoccupazioni educative. Ma sicuramente ciascuno di noi se ne andrà con una certezza nel cuore: che educare è aiutare l'uomo a camminare verso il suo destino e verso il vero, e che, se la www.incontro alla realta.it Verità è una, il vero educatore saprà sempre riconoscere frammenti di verità in chiunque e ovunque essi siano. Solo così possiamo essere certi di essere davvero liberi, perché, come tante volte ho sentito ripetere: o l'uomo dipende da un'unica Verità ed allora è libero nelle circostanze, oppure, per essere libero dall'unico Signore, finirà per essere schiavo di ogni circostanza e di ogni ideologia. Papa Benedetto XVI con Anna Testimonianza di Anna de Benedettis alunna di scuola statale Santità, sono Anna, una studentessa di secondo liceo classico. La Sua lettera mi ha aiutato ad accorgermi di alcune cose. Quest'anno la scuola è molto faticosa e i prof danno sempre più peso alle regole e a quanto siamo capaci o meno di soddisfare le loro richieste. Sembra, a volte, che abbiano davanti delle macchine invece che delle persone! «Sarebbe dunque una ben povera educazione - Lei ci ha scritto - quella che si limitasse à dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo la verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita». Ed è proprio questo grido di verità che non si può, per grazia di Dio, tacitare in nessuna circostanza ed emerge di più quando le situazioni sono stringenti. Io e i miei compagni, dal più studioso al più svogliato, sentiamo questa urgenza anche se, a volte, confusamente so che siamo fatti per qualcosa di infinito e questo grido nessuno ce lo può togliere! C'è bisogno di uno che risponda e raccolga questo grido, che ci dia una possibilità nuova di gustare le cose, se no tutto prima o poi diventa noia! Infatti torno da scuola contenta solo quando ho sorpreso in quelle 5 ore una Bellezza che mi riguarda. Tutti, in fondo, vorrebbero essere lieti; chi non vorrebbe conoscere il significato di tutte le cose? Chi non vorrebbe entrare a scuola contento? L'incontro che ho fatto con Cristo attraverso la compagnia del movimento di cui faccio parte mi ha così sorpreso come avrà sorpreso altri giovani che hanno fatto la stessa esperienza in altre aggregazioni laicali, perché mi ha fatto spe- PAG. 13 rimentare un modo nuovo di stare dentro le cose solite. Mi ha conquistato perché Cristo è l'unico che prende in considerazione ogni angolo della realtà, è una promessa di pienezza in qualsiasi circostanza io viva, anche nello studio di materie nelle quali ho difficoltà e sulle quali non avrei mai scommesso. Ho scoperto così che il mio desiderio, la mia esigenza di una certezza presente lo avevano, per esempio, anche i greci. Oppure studiando in biologia la struttura del Dna, quale stupore la scoperta che è proprio quello che fa sì che io sia così come sono, come se qualcuno avesse pensato a me ancor prima che io nascessi. Quante questioni accadute in classe o con gli amici, o nel mondo, mi provocano! E così chiedo a qualche amico più grande di aiutarmi a giudicare tutto per verificare, capire, perché dopo un incontro così la brama di conoscenza si accende, e davvero ho la possibilità di crescere e imparare da ogni angolo della realtà. Anche i miei genitori hanno sempre educato me e i miei fratelli a essere leali con il desiderio del nostro cuore: io desidero vivere intensamente; certo, gli esiti non sono sempre come io li ho in mente, ma ho scoperto che la realtà non mi è mai nemica, perché sempre in essa posso scoprire Chi c’è. Tante volte, per i miei capricci, non mi arrendo all'evidenza di Lui e faccio resistenza, ma è inevitabile che mi salga una grande tristezza, perché non posso più accontentarmi di qualcosa di meno di quella Bellezza. Ho incontrato adulti che mi educano a dare spazio alle mie domande sulla realtà: perché vale la pena studiare tanto? Perché vale la pena alzarsi la mattina? Perché? Per questo sono testimoni della verità, mi spingono a ricercarla sempre più appassionatamente, più della mia stessa capacità di applicarla, e più della mia fragilità. Allora tutti i giorni, con tutte le loro difficoltà non sono infelici, come dice Sofocle. Questo autore, come anche Ariosto, che sto studiando, dicono che siamo fatti per l'infelicità, per l'insoddisfazione, dovuta ai nostri desideri per sempre inappagati; ma io invece, per grazia, ho incontrato chi mi dice il contrario: che liberazione! Come non dirlo ai miei compagni?! Così nella mia scuola si è formato un gruppetto di ragazzi stupiti dal fatto che c'è Uno, presente tra di noi, che prende sul serio le nostre preoccupazioni! il bello è che nell'incontro con Cristo non ci rimettiamo nulla; anzi, la Sua presenza valorizza tutto di noi: prima, di tutto la nostra ragione è la nostra libertà con le quali sta a noi verificare per essere sempre più certi come, nell'amicizia con Cristo, tutta la realtà diventi cammino al destino, cioè alla Felicità. La ringrazio di cuore perché Lei, Santità, è la testimonianza più grande che il desiderio che ci costituisce non è impossibile, né irrazionale, ma è una strada percorribile e si può viverlo fino in fondo, perché conduce alla grande Presenza che Lei continuamente ci testimonia. www.incontro alla realta.it PAG. 14 incontro alla realtà Incontro insegnanti di Montesacro alla scuola Cocchetti Sulla lettera del Papa “il compito urgente dell’educazione” di Donatella Regoliosi Il relatore Don Sandro Bonicalzi con alcuni insegnanti Il giorno 25 febbraio alle ore 18.00 ci siamo ritrovati in una trentina di persone nei locali della scuola “ Cocchetti” per riflettere insieme sulla “ Lettera del Santo Padre alla diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell'educazione”. I presenti erano insegnanti, catechisti, genitori, mossi dalle parole del Papa, che avevano chiesto a don Sandro Bonicalzi, della Fraternità sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, responsabile a Roma di Comunione e Liberazione, di essere aiutati ad approfondire la lettura del testo del Pontefice, perché fosse sostegno e aiuto alla loro vita. Don Sandro ha iniziato sottolineando soprattutto il fatto che questa lettera è una provocazione a ciascuno di noi, un richiamo alla “responsabilità”, cioè all'essere chiamati a dare una risposta personale a ciò che ci accade: questo innanzi tutto per noi stessi, per essere più lieti noi. Il testo del Papa, non dà “istruzioni per l'uso”, ma rileva questo compito, che significa mettersi in gioco continuamente, dare una risposta alle esigenze più profonde di noi stessi e di quelli che abbiamo davanti. Sabato 23, in piazza S. Pietro, Benedetto XVI ha presentato lui stesso la sua lettera e di questa presentazione don Sandro ci ha aiutato a cogliere gli spunti più significativi: soprattutto le parole finali, così piene di incoraggiamento, rivolte ai ragazzi, ma in realtà applicabili a tutti. “In questo non facile cammino non siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e che è l'ospite segreto dei nostri cuori. Egli illumina dal di dentro la nostra intelligenza, Egli orienta al bene la nostra libertà, che spesso avvertiamo fragile e incostante, Egli è la vera speranza e il fondamento solido della nostra vita. Di Lui, anzitutto, ci possiamo fidare”. Negli interventi che sono seguiti si sono messi in luce gli aspetti concreti e operativi di un'educazione fondata sull'amore e ci si è interrogati sul rapporto libertà - disciplina; si è anche sottolineato il compito di testimonianza che ciascun adulto ha nei confronti dei più giovani. Nella sua conclusione don Sandro ha raccolto gli spunti emersi ricordandoci che lo scopo dell'educazione è la libertà: dall'incontro di due libertà, quella dell'educatore e quella del discepolo, può nascere un'autorevolezza che rilancia verso un ideale. In un tempo di orizzonti ristretti e di visioni individualistiche c'è qualcosa per cui vale la pena di spendere la propria vita? Con questa sfida, ma anche con la speranza di poter aiutare i ragazzi a “mettere a fuoco” tutta la loro libertà, senza riduzioni di nessun tipo, ci si è lasciati, per tornare ciascuno al lavoro nel proprio ambito, fortificati dal messaggio semplice di amore e di fiducia del Santo Padre, invitando alla testimonianza reciproca, perché non sono i discorsi che cambiano, ma qualcosa che possiamo incontrare. incontro alla realtà www.incontro alla realta.it PAG. 15 A tre anni dalla scomparsa di Don Giussani Don Donato, parroco di S. Alberto Magno ci racconta di un legame più vivo che mai di Don Donato Perron Don Giussani con Don Donato Perron e alcuni ragazzi. Negli ormai lontani anni Sessanta, mi stavo preparando alla vita sacerdotale nel Seminario di Aosta: la mia vocazione era emersa fin da bambino, anche per il fascino che esercitavano su di me alcune figure di preti. Durante i miei studi però, si stava affievolendo l'attrattiva del sacerdozio, circondato com'ero dai modi formali di vivere il cristianesimo ed emergevano altre prospettive per il mio futuro. Ma nell'estate del 1962, mentre trascorrevo le mie vacanze a Courmayeur, mi capitò di incontrare un gruppo di studenti milanesi, in vacanza con le loro famiglie, che mi colpirono per la vivacità, la cordialità, la voglia di stare insieme e soprattutto per la contentezza di dichiararsi appartenenti ad una comunità cristiana di nome Gioventù Studentesca che, mi dissero, faceva capo ad un insegnante di religione, don Luigi Giussani. Era la prima volta che ne sentivo parlare: l'ho conosciuto così, attraverso i suoi alunni, attraverso quello che loro mi riferivano. Leggevo con interesse gli appunti che riportavano i suoi interventi e coltivavo il desiderio di conoscerlo personalmente. Nel frattempo l'amicizia con quei giovani risultò fondamentale per riprendere con decisione e letizia il cammino verso il sacerdozio. Non vedevo l'ora di coinvolgermi nella vita ecclesiale dei paesi di montagna, mettendo a servizio il mio ministero di sacerdote. Fui invece inviato dal mio vescovo a Roma, per proseguire gli studi teologici. E qui, di nuovo, ebbi modo di imbattermi in persone che mi evocarono l'incontro con quei giovani milanesi e, di nuovo, il nome di don Giussani veniva pronunciato con una familiarità e una riverenza sorprendenti. Per loro tramite fu quanto mai facile entrare in rapporto diretto con "don Giuss" (così lo chiamavano), dapprima in varie occasioni a Roma e successivamente in altre parti d'Italia. Nel trovarmi di fronte a lui, mi sorprese subito il fatto che mi metteva a mio agio, mi ispirava una grande fiducia e dimostrava una profondità di ascolto per nulla imbarazzante, anzi carica di accoglienza. E ciò succedeva anche quando, con molta nettezza, formulava giudizi puntuali mai accomodanti. La sua schietta e prorompente umanità si palesava nelle occasioni più disparate. Quando lo accompagnavo in auto dentro il cuore di Roma si esaltava nel vedere le meraviglie da cui eravamo circondati e spesso esprimeva il suo stupore con canti anche desueti, ma in sintonia con l'ambiente. Dimostrava inoltre di apprezzare le cose più semplici: un buon bicchiere di vino, un sigaro fumato con gusto, un viaggio in auto leggermente audace, per guadagnare tempo. Questo piacere della vita sprigionava da un grande cuore che offriva amicizia vera e che era capace di gesti spontanei di elemosina nei confronti dei poveri in cui si imbatteva. Era evidente che in lui vibrava un'umanità insolita, appassionata. Capii come non si poteva restare insensibili di fronte ad una presenza così affascinante! Ecco perché tanti giovani hanno trovato interessante il cristianesimo ad un punto tale da suggerire loro delle scelte di vita coraggiose: alcuni sono partiti verso terre di missione, altri si sono consacrati a Cristo, altri ancora hanno corso rischi reali per la loro testimonianza spregiudicata negli ambienti di vita permeati di ideologie ostili alla Chiesa. Anche il mio servizio sacerdotale si è spon- taneamente orientato verso l'ambiente che vedeva raccolti i giovani per gran parte del loro tempo, cioè la scuola, dove ho insegnato religione: l'impeto e la passione di don Giussani nel rivolgersi al mondo giovanile della scuola mi avevano contagiato. Nel tempo mi divenne sempre più chiaro che il segreto di una testimonianza umana così suggestiva stava nel suo essere innamorato di Gesù Cristo. A lui si addicevano le parole del Laudario di Cortona (sec. XIII), che ha contribuito a rendere familiari per tantissimi giovani: "Troppo perde il tempo chi ben non t'ama, dolc'amor Jesù sovr'ogni amore". Quando parlava di Gesù i suoi occhi si illuminavano e tutta la persona ne era coinvolta. Comprendiamo bene perché avesse fatto propria l'affermazione del grande teologo J. A. Móhler: "lo penso che non potrei più vivere se non Lo sentissi più parlare". Per lui veramente Gesù Cristo era tutto, come ebbe a scrivere san Paolo "per me vivere è Cristo". L'ho sentito parlare tante volte, ma ogni volta vibravano in lui l'amore e la compassione di Gesù e ogni volta ridestava in me la commozione per essere implicato nell'avventura dei cristiani che seguono Gesù riponendo in Lui tutta la propria fiducia. Il suo sguardo a Gesù, le sue parole su di Lui, non hanno mai avuto nulla di affettato, nulla di "spiritualistico": nella preghiera mostrava una dignità umana che esaltava la sua personalità. Spesso succede che l'attenzione su Gesù sia sollecitata in alternativa alla contraddittorietà della Chiesa che presenta un volto istituzionale talvolta rigido o dei comportamenti non conformi alla bellezza di Gesù. In don Giussani non ho mai percepito questo dualismo, anzi sono sempre stato colpito dal suo amore alla Chiesa nella sua concretezza storica: la Chiesa che amava perché corpo di Cristo e perché è solo attraverso di essa che si può entrare in rapporto vero con Lui. Proprio per questo desiderava inserirsi nell'alveo della "tradizione" che continua a consegnarci delle espressioni ineguagliabili e tuttora suggestive dell'amore a Gesù (è significativa la sua valorizzazione di tanta produzione artistica e musicale!). In conclusione, sento che il mio cuore si apre alla gratitudine con le parole dei Salmo 130 che ho ripreso in occasione dei miei quaranta anni di sacerdozio: "lo sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre". Se ho il dono di ringraziare e di vivere con serenità la mia vita, anche attualmente, come parroco in una grande e complessa realtà periferica, lo devo all'amico e padre don Giuss che dal cielo continua a starmi vicino. www.incontro alla realta.it PAG. 16 incontro alla realtà Le foto vincenti del 1° concorso fotografico “Come è bello il mondo come è grande Dio” Primo classificato Bruno Brunelli Terzo classificato Nazzareno Buttafuoco Secondo classificato Marco Ballarin Quinto classificato Alberto Pastorino 2° Concorso fotografico Tema “Affetti e legami della famiglia” Le foto, da esporre nell’ambito della festa parrocchiale della Madonna della Misericordia a Montesacro del 23-24-25 maggio p.v., dovranno pervenire entro il 16 maggio 2008 presso la sacrestia della chiesa SS. Angeli Custodi Quarto classificato Anna Salvatori incontro alla realtà www.incontro alla realta.it PAG. 17 IL RACCONTO Il miracolo di Paolo Cremonesi `Mah li' wal ? Cosa vuoi da me .. . `donna' ? A Edo Silveri risuonavano nella testa quelle strane parole del Cristo sentite distrattamente a Messa domenica scorsa. E non tanto perché fosse rimasto particolarmente colpito dall'episodio del miracolo alle nozze di Cana, subito annacquate (è proprio il caso di dirlo) dal sacerdote con un'omelia tanto puntita e infiocchettata quanto innocua. Ma era perché, passando dal giardino di casa sua, aveva notato quello strano colore di un'acqua che sgorgava da una sorgente di cui lui stesso aveva dimenticato l'esistenza. Parlare di vino a casa Silveri era come parlare di tempera nella bottega di Picasso o di spartiti nello studio di Mozart. Terza generazione di un abruzzese che aveva costruito tutto con le sue mani, era a capo di un impero "etilico" con annesso negozio di lusso a due passi dal Senato e produttore di quel famoso "Cannellino" che aveva ridato lustro al vino dei Castelli romani, buono sino a quel momento solo per una bevuta in compagnia sotto qualche frasca. ASilveri pero' quella sorgente rosso amaranto proprio non andava giù. Gliela aveva fatta. notare un frate cappuccino in pellegrinaggio a piedi dal Divino Amore verso i luoghi di padre Pio ( "per adempiere un voto" aveva detto) . Indicata quasi per sdebitarsi del lauto pasto offerto e consumato in silenzio nella casa di campagna del Silveri, immersa nella quiete dei Castelli . E infatti poche ore dopo la partenza del frate, dal terreno era iniziato a sgorgare quel fiotto rosso : un vino eccelso, prelibato (su questo il padrone di casa non sbagliava) dal sapore aspro ma con un retrogusto amabile, come se fosse stato a riposare per anni in quelle botticelle di rovere che lui stesso teneva ben al fresco nell'angolo giusto della cantina per le occasioni importanti :"Hai serbato il vino buono per ultimo.." si ricordava ancora Edo delle parole del direttore di mensa ascoltate nel Vangelo di domenica Fu la moglie Emma, impiegata ministeriale (si sa uno stipendio sicuro è meglio di niente. E poi con tutto il tempo libero che quel lavoro permette....) ad avere l'idea: "Perché non lo vendiamo? " disse " Vino Pio.. vino da Dio!” A Silveri la cosa non piaceva. Non che non fosse convinto della bontà del nettare. Più che altro perché se l'era trovato tra i piedi, senza fatica. Non un seme gettato non un innesto o una potatura o una vendemmia come Dio comanda. Una sorgente ! Quasi come quelle da dove si imbottigliano le acque minerali che paghiamo dieci volte tanto quella del rubinetto . `Vino Pio vino da Dio' ...Difficile quando una moglie ci si mette, non cedere Si fa più fatica a resistere : come il magistrato e la vedova del Vangelo . Fu cosi' che nei negozi di Silveri cominciarono poco a poco ad occhieggiare bottiglie dal colore ambrato con un'etichetta un po' seriosa che spiegava "dai pregiati vitigni dei Castelli romani eccetera eccetera " Naturalmente fu subito successo. Di critica e di pubblico come si suol dire in questi casi. Tanto che accanto alla sorgente prima fu installato un nastro trasportatore, poi direttamente l'impianto di imbottigliatura con gli spedizionieri : "Vino Pio, vino da Dio" divenne il `cuore' di tutta l'azienda. Fu ancora Emma, la moglie, davanti alla mole di richieste ( la notizia della bontà di quel vino si era rapidamente sparsa, via e mail, in tutto il mondo) ad avere l'idea di annacquare un po' il nettare. "Appena appena" si giustificava " tanto per soddisfare tutte le richieste. Sarebbe ingiusto che qualcuno fosse privato di Pio vino da Dio". "D'altro canto " aggiungeva "cosa vuoi che un cinese a Shangai che manco sa cos'e' un Brunello o un Amarone, capisca se e' proprio tutto vino al cento per cento". E dai oggi e dai domani Silveri che non aveva mai neanche gettato un pugno di solfato su una vigna, dovette digerire anche la nuova idea della moglie. Partivano i container per Pechino, le casse pregiate per New York. Nei ristoranti di Montmartre o lungo i Champs Elysees "Vino Pio vino da Dio" non poteva mancare. Sempre più richieste, sempre più acqua. Fu cosi' senza troppo clamore, ma giorno dopo giorno, che la fonte lentamente si inaridi'. All'inizio quasi nessuno se ne accorse. Poi il prezioso liquido tra lo sgomento dei proprietari, diventò prima fiotto, poi rivolo, poi goccia. Il prezioso vino così come aveva fatto la sua comparsa sulla scena del mondo altrettanto rapidamente sparì. “A nulla”, aveva gia ricordato Joseph Roth nella “Leggenda del Santo Bevitore”, si abituano gli uomini più facilmente che non ai miracoli". Ottobre grande festa missionaria MANILANDIA alla Cocchetti Via Monte Argentario - Roma Studio dentistico Dott. Antonio Pasquale Medico Chirurgo Roma - Via Peralba 16 Tel. 0687195524 Cell. 334 7411457 È disponibile presso la Parrocchia SS. Angeli Custodi il nuovo libro fotografico del prof. Giovanni Sozi Un quartiere di Roma MONTESACRO 1907 - 2007 www.incontro alla realta.it PAG. 18 incontro alla realtà Sulle tracce di Cristo Riflessioni dopo un pellegrinaggio in Terra Santa di Marco Salvatori di Don Arnaldo Martinelli Foto di gruppo Basilica Santo Sepolcro Sono riconoscente e grato al Signore per aver potuto fare questo bellissimo pellegrinaggio in Terra Santa I motivi sono tanti, anche se non è possibile esprimerli tutti e compiutamente: il poter vedere i luoghi dove Gesù ha vissuto la sua vita terrena ha rafforzato la mia povera fede nell'unica roccia su cui si può costruire la propria vita senza temere che sia distolta dal primo soffio di vento contrario. Ho avuto la testimonianza di pietre vive che, in mezzo a tante difficoltà continuano a rendere presente, lì come ovunque vive la Chiesa, l'inizio di umanità nuova redenta da Cristo: ho avuto modo di incontrarmi, insieme al mio gruppo, con il Custode della Terra Santa fra Pizzaballa ed abbiamo anche visitato una casa-famiglia in Cisgiordania dove (con grande scandalo per i musulmani benpensanti) vengono accolte bambine senza genitori (Samar). In tutti i luoghi visitati ci è stata data la testimonianza della fedeltà tenace e perseverante dei frati francescani che hanno cercato, scavato, trovato, custodito, costruito lungo i secoli in tutti i posti rilevanti per i fatti narrati nei vangeli ed hanno potuto garantire, nonostante infinite difficoltà, la presenza della Chiesa cattolica in quei luoghi. Per la quarta volta, come ho detto, tornavo in quei luoghi. Il che mi liberava dalla curiosità di scoprire siti e ambienti di cui di cui fino ad allora avevo solamente letto nei Vangeli. Sollevato anche dalla responsabilità di dover condurre il pellegrinaggio potevo concentrarmi su me stesso. Innanzitutto rimasi sorpreso dal non provare particolari emozioni, come inevitabilmente capita la prima volta. Di ciò m'ero persino fatto scrupolo, quasi a sentirmi in colpa.. Poi mi son reso conto che, al contrario, si trattava di una grazia. Infatti non è che non avvertissi particolari emozioni, ma mi rendevo conto come non ci fosse differenza tra ciò che lì stavo sperimentando con quel che m'era dato di vivere in qualunque luogo riconoscessi la presenza del Signore. Mi trovavo “a casa” senza nessuna diversità che fossi a Gerusalemme o nella mia città o in tutti gli altri luoghi dove il Signore mi ha chiesto di vivere e di condividere la fede coi fratelli che man mano mi dava d'incontrare. Per questo ho messo in capo al mio racconto “Egli è qui”. Ovunque si faccia memoria del Signore “Egli è qui”. Non più legato a qualche pietra Il Signore è qui, certamente. Quando siamo tra di noi, quando tutti esprimiamo la stessa fede nello stesso modo, quando in piazza S.Pietro, abbracciati dal colonnato coronato di Santi, accolti dal Vicario di Cristo, cantiamo “Christus vincit…” è facile lasciarsi prendere dalla commozione, riconoscerlo, abbracciarlo. Ma perché proprio là dove è nato, dove è morto e risorto, tutto è così contraddittorio, diviso, confuso? Perché il Signore ha permesso che sue vesti fossero divise e la sua tunica tratta a sorte? (cfr.Mt.27,35) Lo scandalo della Croce permane. Chi andasse a Gerusalemme per trovarvi il segno della vittoria di Cristo e lo sognasse in qualche immagine trionfale lo troverebbe invece di nuovo e per sempre sul trono che Egli scelse per “attirare tutti a Sé” : la Croce (cfr.Gv.12,32) Per arrivare a Roma si deve passare da Gerusalemme.Alla risurrezione, per la croce. Non c'è altra via: per Gesù e per chi voglia seguirlo.(cfr.Lc.14,27) Questo pensavo avendo voluto portare per primo la croce nella nostra Via Crucis che attraversava l'indifferenza del mercato arabo e terminava nell'andirivieni di gente (pellegrini? turisti? credenti? curiosi?) che affollava il Calvario e faceva la fila per entrare al Sepolcro vuoto. Santa Casa di Nazareth consunta dal tempo se non a quella della Chiesa che si riconosce raccolta attorno all'Eucaristia in comunione col Vescovo e col Papa che è la pietra viva su cui si fonda la fede. Come si dice al Battesimo: “Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore”. Le pietre pur sante di quei luoghi e i santuari visitati sembravano ripetermi: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?”(Lc.24,5) o anche “Ecco: Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Mt.28,20) e ancora: “Dove due o tre saranno riuniti nel mio Nome, Io sarò in mezzo a loro”(Mt.18,20). Micaela e Nando in visita al Santo Sepolcro Betlemme incontro alla realtà www.incontro alla realta.it PAG. 19 Via crucis in ceramica nella parrocchia S. Gemma Una sorta di “esercizio per lo spirito” che mette a tema emozioni e tormenti vissuti da chi si trova al cospetto del grande mistero pasquale. Il visitatore viene coinvolto direttamente ed invitato a partecipare in prima persona. di Don Giampaolo Perugini La tecnica di lavorazione Le ceramiche della via crucis sono state realizzate dall'artista Elisa Grillini di Faenza con la tecnica del LUSTRO PERSIANO, antichissima lavorazione di origine saracena con influenza mongolo - cinese. Gli arabi la introdussero in Spagna all'epoca dei Califfi e successivamente, sotto il regno di Aragona, raggiunse il massimo splendore. In Italia questa tecnica venne impiegata per la prima volta nel secolo XIV e tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Il "LUSTRO PERSIANO" si ottiene grazie a una cottura speciale che usa l'atmosfera riducente nel raffreddamento e, a differenza di altri preparati che possono modificarsi con il tempo, è assolutamente inalterabile. Gli smalti sono composti da sali metallici, nitrati di oro e di argento. Questi componenti durante la cottura della creta ad altissima temperatura in ambiente riducente, con aggiunta di sostanze organiche introdotte nel forno (zucchero, unghie di cavallo,naftalina, erba appena tagliata, pece nera), bruciano e sviluppano fumi che, colpendo gli oggetti, danno colorazioni riflessanti molto particolari e diverse, a seconda delle sostanze introdotte al momento della riduzione. Il colore e la forma L'aspetto cromatico di tutte le ceramiche mette sempre in evidenza il contrasto tra una parte scura (riflessi ramati, di terra, di legno) e una parte estremamente colorata. Tali parti, spesso collocate in modo da suddividere orizzontalmente o verticalmente a metà la ceramica, rappresentano la realtà dell'uomo (la sofferenza, il male, la morte) e la realtà di Dio (l'amore, il bene, la vita) che intervengono nella via crucis di Gesù. Anche la forma rotonda delle ceramiche ha un preciso significato artistico e teologico. Da sempre, infatti, nell'arte il cerchio è la figura geometrica che simboleggia la perfezione. In questo caso si vuole esprimere la perfezione dell'amore di Dio che opera la salvezza dell'uomo attraverso la passione di Cristo e si vuole esplicitamente rimandare l'osservatore cristiano alla forma rotonda e alla sostanza dell'Eucaristia. Poiché l'ostia consacrata durante la Messa è il corpo di Cristo offerto in sacrificio per la remissione dei peccati, l'Eucaristia stessa costituisce la realtà più profonda e la prosecuzione/attualizzazione della via crucis. Esempio di stazioni della via crucis. La prima stazione raffigura la condanna a morte di Gesù. L'artista ha espresso questo momento attraverso le mani di Pilato (in alto a sinistra) che mentre si lava per togliersi ogni responsabilità di fatto se l'assume e perciò quelle stesse mani grondano sangue. Dal rivolo di acqua mischiata a sangue esce quindi una catena, simbolo delle ingiustizie di tutto il mondo, che circonda il volto di Gesù simbolo di tutti gli innocenti, condannati da chi esercita il potere non come servizio ma come tutela del proprio interesse e diventa volente o nolente complice del male. La quarta stazione raffigura l'incontro tra Gesù e sua madre attraverso elementi particolarmente semplici e poetici. Un cuore grande, il cuore di Maria, “spaccato” per il dolore di vedere suo figlio ridotto in simili condizioni. Sulla mano di Gesù, che porta il legno della croce, appare un fiore simbolo della consolazione provata da Gesù per quell'incrocio di sguardo e per ciò che Egli prova nel suo cuore alla vista di Maria Santissima. Immob.bilia Sviluppo Immobiliare s.r.l 00139 Roma Via Roberto Bracco n. 39/A Tel.0687138321 www.incontro alla realta.it PAG. 20 incontro alla realtà San Frumenzio progetto “Mamre” casa famiglia Si mette su casa: C'è bisogno di te Noi, comunità dí San Frumenzío, Siamo convinti che per accogliere l'altro che bussa alle porte di Mamre dobbiamo fargli spazio, prima ancora che dentro le mura di una casa, nel nostro cuore, nella nostra vita. Per questo crediamo che la lettura della Parola di Dio e la preghiera debbano essere assidue compagne della nostra esperienza, tanto presenti da costituirne gli elementi caratterizzanti e riconoscibili da tutti. Siamo convinti che far spazio nella nostra mente al Signore e al suo disegno su di noi è condizione e fine della preghiera; più gli faremo spazio e più entreremo in una dinamica di silenzio del nostro io e di accoglienza dell'altro che ci è indispensabile per legarci saldamente, proprio come una famiglia, tra noi volontari e con chi intendiamo servire. Non è il successo di una nostra idea quello che cerchiamo; non vogliamo cambiare le mamme, nostre ospiti, per renderle simili a noi; non vogliamo imporre loro le nostre idee. Desideriamo essere uno strumento nelle mani del Signore per accoglierle e condividere, per quanto ci sarà dato possibile, le loro difficoltà. Vogliamo, però, essere strumento utile, capace di mantenere le promesse che fa. Per questo ci formeremo insieme e, con l'aiuto di chi ha più esperienza, acquisiremo le competenze necessarie al nostro servizio, sia quelle che ci servono a renderci più solidi come persone sia quelle "tecniche", non meno importanti. Inizieremo per gradi, facendoci aiutare e seguire da altre case di accoglienza e avendo cura di scegliere situazioni per le quali si hanno gli strumenti per intervenire. Non vogliamo però "scegliere" tra chi busserà alla nostra porta e faremo di tutto per riuscirci il prima possibile. Alle nostre ospiti mamme vorremmo offrire: - una famiglia con cui condividere la quotidianità della giornata, affinché possano confrontarsi con una realtà preziosa per ogni uomo e donna - che forse non hanno conosciuto - ed apprendere il mestiere di genitore. Tutta la vita della casa ruoterà per questo proprio attorno ad una vera famiglia: una giovane coppia con i loro bambini, che colorerà con il suo stile ogni scelta, ogni azione e ogni momento; - una casa per stare con il loro bambino: luogo sicuro, accogliente, pieno di affetto, affinché l'esperienza della maternità non si consumi nella disperazione ma si apra alla speranza di poter uscire dall'emarginazione. Per questo immaginiamo una casa dove possano incontrare persone con cui parlare e con cui condividere tutto ciò che abitualmente si fa in ogni casa; - un cammino, fatto insieme ad altre mamme e insieme ai volontari, per riprendere il controllo della propria vita, riacquistando la dignità che le è propria e maturando un atteggiamento di responsabilità che le è necessario. Per questo ci avvarremo dell'aiuto di persone competenti che già fanno parte della Rete dei volontari e di altre che andremo a chiamare. A loro chiederemo di aiutarci a capire quale specifica attenzione avere verso ogni mamma e quale esperienza è opportuno proporre loro; - una possibilità di affrancarsi dalla vita di strada, offrendo loro occasioni per acquisire autonomia sociale ed economica. Per questo vogliamo mobilitare tutte le energie che la Comunità di San Frumenzio è in grado di esprimere, dal Centro di ascolto fino al singolo parrocchiano. Sono obiettivi ambiziosi, ma se anche riusciremo a raggiungerne un solo, sarà un dono immenso per la persona che lo avrà ricevuto e per tutti quelli che lo avranno consentito. Ai nostri piccoli ospiti vorremmo offrire: - la possibilità di avere quelle cure che sono opportune nei primi anni di vita. Vorremmo garantire loro una adeguata assistenza sanitaria, ove necessario la tutela legale, l'inserimento scolastico se ci sono le condizioni; - la possibilità di frequentare e giocare con altri bambini in un ambiente controllato e in spazi a loro misura. Ci proponiamo quindi di costruire una rete di volontari intorno a loro in grado di intervenire per rendere questo possibile, ma solo rispettando il più possibile le volontà delle mamme, le loro abitudini, i loro costumi. Ma il più grande regalo che potremo fare loro è una mamma più serena con più capacità di prendersi cura di loro. si mette su casa: C'è bisogno di te www.incontro alla realta.it incontro alla realtà PAG. 21 Il villaggio della speranza Il sogno di uno solo rimane un sogno, il sogno di tanti uniti insieme diventa realtà di Francesco Pandolfi Tra i progetti che ospitiamo in queste pagine e che si vanno realizzando sul nostro Territorio, vogliamo comunicare le ultime notizie e sensibilizzare tutti a quest'opera unica e originale. Approvata e sovvenzionata dalla precedente Giunta Regionale, ora ha trovato delle difficoltà burocratiche. dell'AIAS di Roma. Si prevede un complesso di 4 Case Famiglia e di un centro Polifunzionale per attività dirette alla riabilitazione e all'apprendimento dei “diversamente abili”, aperto al territorio, nel contesto del Municipio Roma IV, e si dovrà realizzare su un'area comunale sita in Via Paolo Monelli. L'Associazione alla consegna del terreno designato ha recintato l'area. L'Arch. Siro Cinti ha studiato e realizzato il progetto gratuitamente e la Società Mezzaroma ha sponsorizzato la realizzazione delle fondamenta. In seguito alla raccolta di un fondo dalle Famiglie dei disabili, un contributo regionale, supportato dalla Famiglia Mezzaroma, hanno avuto inizio i lavori realizzando le strutture portanti delle prime due Case Famiglia e delle fondamenta delle altre due. Il Presidente, Sig. Vittorio Toscano, in tutti questi anni non si è mai perso di coraggio ha posto la sua totale fiducia nella Provvidenza. Attraverso la lettura dei molti documenti, che il Presidente ci mostra, rileviamo come il progetto è stato proposto sulla base di esperienze dell'Associazione ed in particolare del suo Presidente che ha vissuto in misura più particolare il problema dell'handicap all'interno di un struttura associativa Foto di Roberto Di Donato Nel 2004, sulla base del costruito, e rappresentando la documentazione del manufatto realizzato e i nuovi oneri finanziari per completare l'opera, fu richiesto alla Regione Lazio, in base ad un provvedimento di legge Regionale Assessorato all'Edilizia pubblica e sovvenzionata, diretta anche a particolari categorie quali i “diversamente abili” venne approvato dalla Giunta Storace un contributo per il completamento dell'opera. Allo stato attuale, dopo aver presentato ogni tipo di documentazione è stato confermato da una seconda Delibera dell'attuale Consiglio Regionale Si rimane perplessi come pure avendo la regione deliberato con D.G.R.L. 381 del 25 marzo 2005 un impegno di spesa a favore dell'associazione “Noi insieme” e che con delibera successiva del 2007 abbia acconsentito all'erogazione di parte di detti fondi a tutt'oggi nulla è stato versato all'Associazione per il completamento delle Opere già in corso di esecuzione. www.incontro alla realta.it PAG. 22 incontro alla realtà In Caritativa alla mensa dei poveri al Redentore Il terzo sabato di ogni mese di Cico Da tempo pensavamo, durante i nostri incontri del mercoledì sera presso i locali della Parrocchia dei SS. Angeli Custodi, che l'esperienza Cristiana, se vissuta con intelligenza e passione, non può non dar vita ad atti di Carità e Missione. Seppur atteso e ricercato, l'incontro con la realtà della Mensa nella Parrocchia del Redentore, per noi è stato, ed è tutt' ora, una Grazia. Forse solo pochi di noi sapevano che da quasi 20 anni la Parrocchia di Val Melaina, retta dai Padri Scalabriniani, offre ogni giorno più di 100 pasti a persone bisognose, italiane o straniere; forse solo pochi di noi fanno caso al sempre maggior numero di anziani in difficoltà nel nostro quartiere. Caterina, Antonio, Michele e Giancarlo La mensa è interamente gestita da volontari che si alternano in cucina e al servizio ai tavoli: una umanità grande e profonda, una amicizia ben collaudata, per noi emozionante e piena di sorprese. A noi ragazzi di Piazza Sempione è stato affidato, oramai da più di un anno, il terzo sabato di ogni mese. Si aiuta ad apparecchiare, si distribuisce equamente il pane e un po' di pizza, si attende l'ingresso degli ospiti, poi una preghiera comunitaria che parla tutte le lingue del mondo... e comincia il viavai per i tavoli. Quella preghiera è come un grido che nasce dal cuore di ciascuno. Il ringraziamento per il pasto caldo si trasforma in un incoraggiamento ad andare avanti, a vivere una vita nuova e ad essere felici. I primi destinatari dell'invito a rialzarsi, a tenere gli occhi e il cuore aperto siamo noi volontari: poco importa che il nostro impegno sia così esiguo, e poco importa la palese sproporzione tra il semplice gesto di servire un pasto e tutto il dolore e la solitudine che molte delle persone sedute a quei tavoli portano con se: appare evidente come la nostra presenza in quel frangente possa unicamente essere veicolo di un Amore più grande. Se da una parte questo ci investe di una grande responsabilità, dall'altra spazza via ogni tentazione di sentirci indispensabili protagonisti della salvezza altrui. Non sempre è immediatamente gratificante il contatto con questo tipo di poveri: alcuni talvolta non sono facili da gestire, altri non alzano la testa dal piatto e di certo non hanno voglia di conversare con chi siede loro accanto. Pochi alla fine ringraziano. La cura e l'attenzione che impieghiamo nel preparare i tavoli, nell'abbellirli con dei fiori a centro tavola e nell'augurare un buon appetito sono anche per loro, sono anche per quelli che nemmeno ci guardano negli occhi. Si può dare speranza, con una parola od un semplice sorriso, anche a chi sembra non averne più. Si va in Caritativa non per sentirsi più buoni ma per sperimentare ed imparare una tensione verso il bisogno del prossimo: chi tra di noi è da più tempo impegnato in questo gesto, ci assicura che la fedeltà all' appuntamento, anche se talvolta inconsapevole e distratta, alla lunga rappresenta un aiuto concreto, una bussola per la vita di tutti i giorni. Così che gli impegni che tutti abbiamo non siano più un'obiezione a partecipare, ma si trasformino nella domanda di un gesto denso di significato. L'esempio di alcuni "storici" volontari della Mensa è illuminante: testimonia la possibilità di diventare adulti dal cuore grande e dal sorriso sincero. Problemi e preoccupazioni non si possono eliminare, ma un cuore tenace e mai domo non si lascia sopraffare. La Carità lo tiene in allenamento. Dopo aver pulito con cura sedie e tavoli si mette tutto in ordine e si lava il pavimento; poi ci si conta e...si apparecchia un altro tavolo, questa volta tocca a noi! Già, la prima Carità è verso noi stessi: il sedere alla fine tutti a mangiare intorno ad un tavolo è come se ci richiamasse alla nostra dimensione più profondamente umana, quella del povero mendicante. La verità più dirompente è che con i poveri che abbiamo servito fino a pochi minuti prima in fondo condividiamo lo stesso desiderio: essere sfamati e abbracciati dalla Misericordia di Cristo. Massimiliano, sullo sfondo Paolo Carlo in azione Jack con il panettiere Cico Massimiliano www.incontro alla realta.it incontro alla realtà PAG. 23 E finalmente arriva il Gabbiano! Associazione polisportiva che da anni si occupa del recupero e dell’inserimento sociale di ragazzi con problemi di salute mentale di Arianna Saglimbene Sono una volontaria della polisportiva “Il Gabbiano”, associazione che da anni si occupa del recupero e dell'inserimento sociale di ragazzi con problemi di salute mentale e vorrei raccontarvi un po' di noi, attraverso due episodi particolarmente significativi, che ho condiviso con i miei compagni della squadra di pallavolo: la partecipazione alla giornata dedicata alla "colletta alimentare" e la visita a San Pietro per ascoltare la lettera del Santo Padre sulla formazione delle nuove generazioni. Il primo evento risale a diversi mesi fa. La colletta alimentare consiste nel raccogliere viveri da donare a famiglie bisognose. Vengono allestiti dei banchi fuori da vari supermercati e s'invitano i clienti ad offrire generi di prima necessità. Ricordo bene il giorno in cui ci hanno proposto di partecipare alla raccolta, non tutti i ragazzi n'erano entusiasti. Il problema principale era rappresentato dall'imbarazzo di chiedere aiuto a perfetti sconosciuti, ad alcuni sembrava di elemosinare e per questo si sentivano inibiti. A quel punto è intervenuto il dott. Mauro Angelo Divona con il dr. Mauro Raffaeli Raffaeli, psichiatra dell'ASL di Roma4 (ma per noi è soprattutto un amico e un compagno di squadra) e ci ha fatto un discorso molto importante, ci ha ricordato che nella vita non si può soltanto ricevere. “Il Gabbiano” ha dato a tutti noi grandi opportunità, ci ha dato forza, ci ha dato speranza quando sembrava che le porte del mondo fossero tutte chiuse, ci ha fatto credere che potevamo farcela, ci ha fatto sentire importanti, ha dato peso alle nostre azioni e tutto questo va restituito. Ci ha ricordato che nella vita è importante mettersi alla prova, bisogna affrontare i fantasmi che sono dentro di noi, combatterli per migliorarci continuamente. Il progetto de “Il Gabbiano” ha come ideale la voglia di preparare i ragazzi alle sfide della vita, cerca di svegliarli dal torpore che li avvolge, lo stesso torpore da cui tutti noi ci facciamo avvolgere per evitare di pensare. Ricordo che la discussione con un nostro compagno fu molto animata, d'altronde non poteva essere diversamente, visto che l'argomento era nel cuore di tutti noi. Sembrava impossibile arrivare ad un accordo. Fortunatamente Mauro non si è dato per vinto e ha persuaso il nostro amico a partecipare anche solo per un paio d'ore. Quel giorno ho assistito ad un piccolo miracolo. Non solo il ragazzo più reticente è stato uno dei più attivi, ma il suo sorriso ha dato vigore a tutti noi. Abbiamo lavorato con entusiasmo, i nostri ragazzi hanno mostrato una tale organizzazione e precisione, da far invidia ad un'equipe di specialisti! Vivere da dentro certe emozioni non è come spiarle dalla finestra, ti ricorda che sei vivo e puoi ancora dare molto. La nostra società potrebbe essere etichettata come "la società del buco". Ci rintaniamo nei nostri appartamenti e guardiamo il mondo attraverso il buco della serratura, ricevendone un'immagine distorta. Ci nascondiamo dietro convenzioni ed etichettiamo la realtà, perché tutto questo ci fa sentire al sicuro. Fortunatamente nel gruppo del “Gabbiano” non esistono stereotipi entro cui incanalare le persone, ognuno di noi ha un passato e un futuro, ma soprattutto un presente. Ogni giorno va vissuto come quello decisivo, con impegno e partecipazione, solo così ne possiamo succhiare il nettare e godere del suo dolce sapore. Questo piccolo aneddoto racconta di partecipazione attiva, ma ne esiste una passiva ugualmente importante, che può certamente arricchire la nostra anima. Per riportarne un esempio, mi piacerebbe ricor- dare la giornata trascorsa a San Pietro con i miei compagni. Quella mattina il nostro compito era partecipare silenziosamente alla lettura delle esperienze di alcune persone e ascoltare il messaggio che il Santo Padre ha voluto regalare a tutti noi. Solo le nostre menti dovevano essere attive e concentrate, dovevamo aprire il nostro cuore e tenere a riposo il nostro corpo. Eravamo seduti l'uno accanto all'altro e non c'erano differenze, non c'erano ostacoli. Bastava aprirsi e far entrare dentro di noi il grande affetto che veniva direttamente dal nostro Amatissimo Papa. Ricordo che Mauro quel giorno ci disse: "Non tenete per voi la Benedizione, ma passatela.." Era un modo per ricordarci di non essere egoisti. L'animo umano tende alla chiusura, ma una volta provato il calore che può dare un abbraccio, non si riesce più a tornare indietro. Con i miei compagni del Gabbiano ho capito cosa vuol dire "essere visto". Loro ti guardano, ti ascoltano e ti sorridono. Hanno sperimentato che nella vita è bello condividere, stare insieme con la gioia nel cuore. Non sono persone speciali, o meglio, non lo sono più di tutti noi, ma hanno imparato ad aprire il proprio cuore agli altri, hanno capito che è importante dare l'amore che vorremmo ricevere. La vita è un cerchio, tutto torna indietro.. prima o poi. Bisogna avere fede e continuare a vivere secondo i precetti che Dio ci ha insegnato. In questo periodo di Quaresima viene naturale paragonare la rinascita di questi ragazzi ad una “Resurrezione”. Sono risorti dalle loro ceneri e hanno dato a tutti noi una speranza. Non importa quanta sofferenza ci sia nella nostra vita, non importa quanti ostacoli dobbiamo affrontare, se nel nostro cuore c'è Cristo ci sarà sempre la possibilità di Risorgere, di dare luce ad una nuova vita. L'amore di Dio è grande e si fa carico ogni giorno delle nostre pene. Ci ha dato l'opportunità di colorare il mondo con i frutti del Suo Amore, dobbiamo solo avere fede e arriverà per tutti il tempo di Risorgere. Ma non dimentichiamoci di sorridere, perché l'allegria fa sembrare tutto più semplice...non ci credete? Venite a trovarci e scoprirete che la bellezza e la gioia sono nelle piccole cose, che la comunione con gli altri ti regala la forza di dare valore alla tua vita, che le angosce se affrontate insieme fanno meno paura. Noi l'abbiamo capito e ci siamo ritrovati a gridare: "E finalmente arriva il Gabbiano!" www.incontro alla realta.it PAG. 24 incontro alla realtà “Grazie al Cielo” Associazione tra famiglie e universitari fuori sede di Tonino Pasquale Alcuni rappresentanti dell’associazione “Grazie al Cielo” Dall'amicizia tra alcuni universitari fuorisede, giovani lavoratori e famiglie del nostro quartiere è nata un'associazione noprofit dal nome "Grazie al Cielo". Questa è la conseguenza di una storia iniziata da circa tre anni fra alcuni adulti e una compagnia di universitari romani del nostro quartiere Montesacro, fuori sede e giovani lavoratori, che si incontrano nei locali della parrocchia SS. Angeli Custodi il mercoledì sera dalle ore 21 alle 22,30. Leggendo testi di Don Giussani, catechesi del Papa, vedendo film, partecipando alla presentazioni di libri (es. "Don Gnocchi","Barabba"), ascoltando musica classica o di artisti vari, facendo gesti di caritativa alla mensa dei poveri del "Redentore", essi imparano a ridestare nel loro cuore il desiderio di bello, di giusto, di vero, di felicità che è in ognuno di noi e a capire che "solo Cristo ci salva non a dispetto della nostra umanità, ma attraverso di essa". (Benedetto XVI) Siamo consapevoli che il Cristianesimo non è una dottrina ma un avvenimento, un incontro con una Persona e da quest'incontro nasce un amore, un'amicizia, delle opere. Questa occasione può essere per la nostra fede non un altro fardello da aggiungere ai già numerosi problemi della vita, ma la possibilità per accorgerci di una bellezza più grande, un nuovo inizio che spalanca il cuore alla realtà. A noi famiglie è chiesto semplicemente di essere attente e sensibili alle necessità di tanti studenti fuori sede che vivono nel nostro quartiere. Come? Per esempio: - segnalare appartamenti o stanze in affitto; - richieste da parte di amici o parenti di piccoli lavori (tipo baby-sitter, ripetizioni, ecc..); - due volte all'anno (8 dicembre, domenica delle palme) invitare a pranzo un paio di studenti. - Diamo anche la possibilità agli studenti di consultare medici in caso di necessità e avvocati gratuitamente e un padre spirituale (Padre MarioAceto). (vedi sotto) - Sempre per gli studenti ci saranno durante l’anno alcune gite domenicali in luoghi della tradizione cristiana (es. 14-15 Aprile 2007 Assisi), dal 9-11 maggio 2008 esercizi spirituali a Rimini, pellegrinaggi (8 dicembre e mese di Maggio al Santuario del Divino Amore), un piccolo campionato di calcio tra universitari romani e fuori sede. - Chi lo desidera può anche partecipare all'incontro del mercoledì sera che già da tre anni si tiene nei locali della parrocchia SS. Angeli Custodi per approfondire l'esperienza cristiana. Riferimento: Tonino 333/4338502 Questa Associazione cercherà in futuro di coinvolgere altre parrocchie dove sono presenti universitari fuorisede nel nostro quartiere Montesacro. MEDICI E SPECIALISTI VARI: Medico di base dott. Maurizio Ciolfi, via Val di Cogne 12, tel. 06/8100803, cel. 339/5088543 Dott.ssa Maria Guzzo via Monte Conero, 1 tel. 06/82000895 Neurologo Dott.ssa Flavia Pauri presso la clinica Universitaria di Neurologia via dell’Università, 30 tel. 06/49914440 Pscichiatra dott. Mauro Raffaeli, cel. 368/920857 Dott. Mirella Papini, Centro Consulenza Familiare S. Costanza, via S. Costanza 7, tel. 06/86219532 Dentista dott. Antonio Pasquale, via Peralba 16, tel. 06/87195524, cel. 334/7411457 Chirurgo dott. Vittorio Altomare, presso Campus Biomedico, tel. 06/22541523 Ginecologa dott.sa Cleonice Battista, presso Campus Biomedico, tel. 06/22541337 Dermatologo dott. Umberto Salvi, presso Studio POMED, via Valle Scrivia 37, tel. 06/8105747 Ortopedico dott. Alfredo Venafro, via Conca D'Oro 315, cel. 336/865149 Oculista dott Claudia Maccabruni presso Villa Tiberia - cell. 3478455475 Anestesista dott. Alessio Valente, presso Ospedale Sant’Andrea, cel.333/2018531 Studio Legale Sesti, tel. 06/87188174, Avv. Zaira Lobuglio tel. 06/50912722 cell. 347 3304273 Padre Spirituale, Padre Mario Aceto, Parroco SS.Angeli Custodi, tel. 06/86899480 06/82002078 Sabato 29 marzo ore 20,00 Incontro presentazione della Associazione “Grazie al Cielo” presso il salone della parrocchia S. Alberto Magno Via delle Vigne Nuove, 653 con la partecipazione di Claudio Bottini a seguire cena e festa riferimento Tonino cell. 333 4338502