RENDICONTI Soeleroi Italiana di MineralogIa e Petrologla, 38 (1): pp. 335-351
COmunicazione prellentata al ConguK&O SIMP di Cagliari Il 16 ottobre 1981
POSSIBILITA DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI
MINERALOGICI E GRANULOMETRICI NELLA
RICOSTRUZIONE PALEOGEOGRAFICA DI BACINI
SEDIMENTARI. ESEMPIO DI APPLICAZIONE
A FORMAZIONI PLlO-PLEISTOCENICHE
DELL'ITALIA MERIDIONALE
B. ANSELMI, A. BRONDI,
G. DA'
PRo'.,
O.
FERRETTI
LaboralOrio di Geologia Ambientale dell'ENEA, Casaccia, Roma
RIASSUNTO. - Nel presenle lavoro si mette in
evidenza il contribulo dato dalle caratteriSliche mi.
neralogiche e granulometriche dei sedimenti alla
ricostruzione paleogeografica dei principali bacini
p!io-pleisloccnici della Calabria e della Lucania. Sano stati prelevati ed esaminati 40 campioni di sedi·
menti argillosi e sabbiosi ai fini della caratterizza·
zione granulometrica e litologica; particolare attenzione è stata rivolta allo studio della distribuzione
dei minerali pesanti e di quelli argillosi per il riconoscimento dell'origine e della direzione di tra·
sporlO.
I risultati delle ricerçhe hanno messo in eviden·
za che:
i sedimenti inframesOpliocenici risultano di amo
biente pelagico e quelli plio-pleistocenici di amo
biente infNllitorale;
il complesso dei minerali pesanti permette di
differenziare i sedimenti della Calabria da quelli
della Lucania: fra i sedimenti della Lucania è
possibile, in base alla presenza di minerali pe.
santi tipici del complesso del Vulture, distino
guere quelli del ciclo infNlmesopliocenico da
quelli plio-pleistocenici;
- Il complesso dei minerali argillosi differenzia i
sedimenti dei due cicli; i sedimenti del ciclo
inferiore risultano caratterizzati da iIIite nel camo
pione medio e smenite nella frazione < 2 mi.
eron, q~elli del ciclo superiore dalla presenza
rilevante della clorite, sia nel campione medio
sia nella frazione < 2 micron.
In conclusione i caralleri IZranulometrici e mi.
neralogici dei sedimenti sembrano elementi validi
per un approccio allo studio paleogeografico dei
bacini sedimentari.
ABsTRACT. - The possibility of mineralogic and
gNinulometric charaClerislics IO be ulilized in palcogeographic studies is here: applied lO the main pliopleistocenic basins of Calabria and Lucania (50u·
thero haly). On the whole fourty c1ayey and sandy
samples have been studied. The distribulion patterns
of both heavy and c1ayey min('rals have allowed the
origin and sense of transporl of andent sediments
IO be recognized.
The main achieved rc:sults are here reported:
the infra-mesopliocenic scdiments have been
recognized as deposited in a pelagie environmenI: the plio-pleistocenic sediments have been
resuhed mostly re!ated to an infralittoral
environment;
- Ihe sediments of Calabria and LUC1lnia can be
recognized and separated on the basis of the
occorrence of heavy minerals derived by Vulture
vokano:
- the sediments of the two different cycles can be
distinguished on the basis of their c1ay mineraI
composition: illite in Ihe indifferenliated sample
and smectite in the 2 micron fraClion chamcterize the more ancient cycle: chiorile bener
chamcterizes both lypeS of specimen from the
upper cycle.
As a conclusion both granulometric and minera·
logic fealurcs can be oonsidered an useful 1001 in
the paleogeographic studies of the sedimenlary
basins.
-
Introduzione
Le ricerche svolte si inquadrano negli studi diretti alla ricostruziOne paleogeografica
dei bacini pliocenici e pleistocenici dell'Italia
meridionale che il Laboratorio di Geologia
Ambientale dell'ENEA sta conducendo in
questi anni, a fini sitologici.
Nel presente lavoro si vuoI mettere in evidenza il contributo dato dalle caratteristiche
mineralogiche e granulometriche dei sedimenti alla ricostruzione paleogeografica dei principali bacini plio·pleistocenici della Calabria
e della Lucania.
Il lavoro si articola nelle seguenti fasi:
- analisi sedimentologiche per la caratte-
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Fig. 1. -
Campionamento.
rizzazione granulometrica dei depositi e
per l'individuazidne dei relativi ambienti
di deposizione;
analisi mineralogica per la classificazione
petrogra6ca;
studio della distribuzione dei minerali
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
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Fig. 2. -
Curve gnnulomctrid'lC'
pesanti e del complesso dei minerali argillosi e loro correlazione con le rocce
madri, per il riconoscimento dell'origine
e della direzione di trasporto.
Cenni geologici
I sedimenti analizzati appartengono alle
formazioni plio-pleistoceniche largamente affioranti in Lucania e Calabria. Si tratta gene·
ralmente di argille, argille marnose, marne,
più o meno siltose, di colore grigio-azzurro,
a volte giallastro. Le argille sicuramente plio·
ceniche si presentano compatte, a struttura
uniforme, a scarsa variabilità composizionale
e rappresentano in genere il Pliocene inferiore e medio. Quelle di età pleistocenica
sono talora trasgressive sulle prime, altre
volte, come nella zona di Pisticc:i, esiste con·
tinuità di sedimentazione ad argille sabbiose
ad Arcfica iJlandica e quindi a depositi regressivi sabbioso<ongiomeratici costituenti la
chiusura del ciclo Calabriano.
-
cumubti~.
Metodi di lrattamento
Sono stati prelevati n. 39 campioni di argille. sabbie e subordinatamente di sabbie
argillose intercalate in formazioni conglome·
ratiche. La località di campionamento e l'età
della formazione campionata sono riportate in
fig. 1. Nella tabella 1 sono invece riportate
le località di campionamento, le caratteristiche Iitologiche del sedimento campionato e
la posizione stratigrafica di ogni campione.
Le anribuzioni di età sono desunte dalla cartografia geologica ufficiale (*).
Le analisi granulometriche sono state effettuate sulla frazione sabbiosa > 0,06 mm
con setacciatura meccanica ad intervalli di
1h 0; la ftalione inferiore a 0,06 rom t:
stata esaminata mediante idrofotometro. dopo agitazione di circa 2 ore in mezzo disperdente. Dai dati ottenuti sono state ricavate
(*) I campIoni segnali con asterisco sono 51alÌ
esaminati dal Prof. V.
CoNATO.
338
B. AN5ELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
TABELLA I
Localizzazione dei campioni e indicazione cronologica
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interni della Luani•.
le curve cumulative e le percentuali di frazione sabbiosa, Iimosa e argillosa.
La composizione mineralogica del campione medio è stata determinata per diffrattometria. Sono stati determinati i contenuti di
quarzo. feldspato sodico, feldspato potassico
e calcite.
La composiZione mineralogica della fra·
zione argillosa « 2 micron) è stata determinata mediante analisi diflrattometriche. Per
ottenere la frazione speci6ca i campioni, dopo
agitazione in soluzione di esametafosfato, sano stati fatti sedimentare in appositi cilindri.
Il ptelevamento è stato eB'ettuato mediante
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
TABELLA 2
Classificazione granulometrica
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ore di sedimemazione.
Per lo studio della composizione mineralogica della frazione pesante si è partiti da
,: kg di campione e con lavaggi successivi
è stata ricavata la frazione sabbiosa (scheletro). Tale frazione è stata separata per via
gravimetrica e magnetica (liquidi pesanti e
Frantz IsoJynamic Separator)_
Il riconoscimento e la stima quantitativa
dei minerali pesanti sono stati eseguiti me-
Risuhati delle analilli granulometriebe
] risultati delle analisi granulometriche s0no riportati nel diagramma di 6g. 2; le curve
a) e b) si riferiscono a due campioni rappresentativi dell'area calabra; le curve c) e J)
si riferiscono a due campioni rappresentativi
della Lucania. Dall'esame delle quattro curo
ve cumulative si nota una presenza più abbondante di frazione argillosa e quasi assen·
za di quella sabbiosa, con andamento granu·
lometrico regolare, per i depositi inframeso-pliocenici. Si può dedurre che i sedimenti
plio-pleistocenici (curva a) e c» si sono de·
positati in ambieme costiero infralitorale,
caratterizzato da apporti con abbondante fra.
zione sabbiosa; i sedimenti inframesopliocenici (curve h) e
presentano invece caratteri granulometrici di ambiente di deposi.
zione più profondo.
In tabella 2 si riportano le percentuali
della frazione sabbiosa, limosa e argillosa dei
vari campioni.
J»
Risultati delle analisi mineralogiehe
Nelle tabelle 3 e 4 e nella 6g. 11 vengono
riportate le composizioni mineralogiche del
campione medio e della frazione argillosa.
Dall'esame della tabella risulta che la com·
posizione mineralogica generale è piuttosto
uniforme; i contenuti in quarzo oscillano dal
20 % per i campioni più souili, 6no al 50 %
per quelli più grossolani. I feldspati hanno
una distribuzione simile a quella del quarzo,
con l'eccezione della serie di Ruvo del Monte e di Melfi che risentono più direttamente
l'influenza delle vulcaniti del Vulture, dove
i feldspati aumentano indipendentemente dal
contenuto di quarzo. I carbonati presentano
una distribuzione più differenziata, con contenuti più elevati nelle serie di Melfi e di
Ruvo (30 %), contenuti medi nelle serie
plio-pleistoceniche della Lucania (20 %) e
contenuti minori nei campioni inframesopliocenici della Lucania (lO 9b).
Dali 'esame dei dali dei minerali argillosi
nel campione medio dei sedimenti lucani
e calabri (strme semiquantitative) (tab. 3;
6&8. 3, 4 e 8). si dedu~ quanto segue:
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8. ANSELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
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il caolino t1Ippresenta un minerale comu·
ne e presente in quantità relativamente
costante nelle due serie argillose; come
tale non può essere utilizzato come ele·
mento differenziante;
illite In quantità elevate e smectite ca-
rauerizzano i sedimenti inframesopliocenlCI. Di questi quelli settentrionali pre-.
sCOlano anche un contenuto rilevante di
clorite;
iIlite in quantità meno elevate e incrementO di clorite, nonchè presenza di In-
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
TABELLA 4
Composizione mineralogica percentuale della
Irazione argillosa
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a 550") e non usando alcun fattore di correzione.
terstratificati, caratterizz'ano i sedimenti
pleistocenici rispetto a quelli inframesopliocenici.
I dati della frazione argillosa (tab. 4, fig. 3,
4 e 8) forniscono le seguenti indicazioni;
i sedimenti dei due cicli presentano un
fondo non differenziante di caolino e il-
34]
lite;
i sedimenti inframesopliocenici della Calabria (fig. 3 a) (Fiume Neto) e dei bacini interni della Lucania (6g. 3 hl sono
caratterizzati dalla presenza di un elevato
contenuto in smectite. Le argille di Tarsia (Calabria) sono fondamentalmente iIlirico-caolinitiche e pertanto anomale in
questo quadro;
i sedimenti pliopleistocenici della Calabria, del bacino di S. Arcangelo e dell'avanfossa bradanica sono caratterizzati
da presenza rimarchevole di interstratificati e doriti (figg. 3 c,3d e 4 b);
i sedimenti della serie di Ruvo del Monte
e di Melfi, a prescindere dalla collocazione cronologica, sono caratterizzati da un
contenuto elevato di smectire e di intero
stratificati (fig. 4 a).
In tabella :5 si riporta la composizione mineralogica percentuale della frazione pesante.
Nella fig. 5 è messa a confronto la composizione mineralogica della frazione pesante dei
diversi campioni. Nei sedimenti inframesopliocenici sono presenti i minerali tipici
delle formazioni granitiche e kinzigitiche,
quali anfiboli, minerali metamorfici, granati,
magnetite e biotite. Nei sedimenti plio·pleistocenici argillosi sono invece presenti principalmente fossili piritizzati con scarsi mi·
nerali detritici.
I sedimenti del bacino di S. Arcangelo
sono caratterizzati da minerali metamorfici e
anfibolici, giustificati da apporti da formazioni gneissiche e ofiolitiche, e da titanite e pirosseno di probabile origine vulcanica. I sedimenti pleisrocenici della Fossa Bradanica hanno una frazione pesante costituita da fossili
piritizzati o dalla presenza di minerali vulcanici tipici del Vulture, quali pirosseno, granato scuro, an6bolo scuro e titanite. Anche
la serie di Melfi presenta un contenuto abbondante degli stessi minerali che è comune a
campioni di età diversa.
I depositi argillosi e sabbiosi della serie
inframesoplioceniche dei bacini interni lucani
sono caratterizzati da una associazione di minerali pesanti particolarmente stabili, quali
tormalina, zircone, futilo, staufolite. Quelli
di Conza della Campania e di Ruvo del Monte
contengono olivina e pirosseno augitico, provenienti probabilmente da apparati vulcanici
miocenici.
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B. ANSELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
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F. Pn:: fruione pesaOle; Mag = magnelite; Bio = biotite; G,,, = granati; Epi = epidoti; AnI = a06boli; Piro = pirosscni; SIa = stauroljll~; Sif = siUimanite; CiJl = cilniu~; Tar = tonnalinl; Til = Illtoite;
Rul = nuilo; Zi, = urcooe; Aplll = apatite; Pi, =pirite; Osso /~,. = ossidi di ferro.
Confronto dei caratteri granulometrici
e mineralogici
NeUe 6gg. 6, 7, 8, 9 e IO sono messi a
confronto sinteticamente i risultati granulometrici e mineralogici. Dalla 6g. 6 che: ilIu·
stra la distribuzione granulometrica si può
osservare quantO segue:
le formazioni del ciclo inframesopliocenico sia calabresi che lueane risultano p~­
valenlemenle argillose:;
i sedimenti plio-pldstocenici sono sem-
POSSl81LJTÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
CALABRIA -
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NETO
ARIANO IRPINO
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CALABRIA - CROTONE
Fig. 3. -
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343
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LUCANIA - PISTICCI
Diffrattogrammi dei sedimenti plio-pleistoccnici e in{ramesopliocenici.
pre più ricchi in frazione Iimosa rispetto
a quelli sottostanti.
Dall'esame della 6g. 7. che riporta la distribuzione percentuale della calcite. si nota che:
il contenuto più elevato di calcite si
riscontra nelle serie di Melfi e di Ruvo del
Monte;
i sedimenti inframesopliocenici dei bacini interni della Lucania hanno un contenuto di calcite inferiore a quello dei sedimenti calabriani costieri;
i depositi della Calabria hanno un contenuto medio in calcite.
Nelle figg. 8 e 9 sono riportati schematicamente la disrribuzione delle associazioni
tipo dei minerali argillosi nella frazione
< 2 micron e nel campione medio. Dall'esame di quesle associazioni si osserva che:
-
i sedimenti inframesopliocenici della Ca.
labria (fiume Neto) e della Lucania sono
caratterizzati da un contenuto elevato in
smectite;
i sedimenti plio-pleistocenici della Calabria e della Lucania e quelli del bacino
di S. Arcangelo sono caratterizzati dalla
presenza di minerali argillosi interstrati6cati e doritici;
i sedimenti dei bacini interni più setlen·
tdonali (Benevento e Ariano Irpino) p~
sentano una composizione leggermente
differente da quella dei sedimenti degli
altri bacini interni con un elevato contenuto in dorite;
344
B. ANSELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
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LUCANIA - Ruvo DEL MONTE
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IO
2Ò
30
LUCANIA - SANT'ARCANGELO
Diflrattogrammi delle serie di Ruvo e di S. Arangelo.
345
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
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l GRANATO
4 PIROSSENO
,
5 ANFIBOLO
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Fig. 5. -
7
3
9
lO
11
MINERALI METAMORFICI
TORMALI NA
TlTANlTE
ZIRCONE-RUTILO-APATITE
FOSSILI PIRITlZZATl
OSSIDI DI FERRO
FP
FRAZIONE PESANTE
C
SCARSO
O
MEDIO
D
ABBONOANTE
D
MOLTO ABBONDANTE
Composizione mineralogica percentuale della frazione pesante.
346
B. ANSELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
....
.....
Metti _
Benevento
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S~lerno
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Bari
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Calvello
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F.Neto
G
TIPI DI DISTRIBUZIONE GRANULOMETRICA
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PREVALENTEMENTE ARG IlLOSO
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LlMOSO
I:: :: J
SABBIOSO
Fig. 6. -
•
La CasteUa
Catanzaro
•
F:"""l
~
Distribuzionc: ucale dei risuhui granulometric:i.
i ~menti inframesopliocenid e pliopleistocenici di Ruvo del Monte sono
sempre caratterizzati, nella fI'1l2ione < 2
mieron, da minerali smectitici e interslTati.6cali. Nel campione medio si nota in·
vece una diffe~nz.iazione dovuta alla
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
M"~I
Ariano
•
Benevento
•
•
Salerno
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347
Bari
S.Angelo. a;ahtrl
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F.Neto
CALCITE
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10% - 15%
U
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.:I
15% - 20l
20% -
•
Le Castella
Catanzaro
•
25~
151
Fig. 7. -
Disrribul:ione percentuale di calcite.
scomparsa della clorite al passaggio fra
i due cicli sedimentari.
Le associazioni tipiche di minerali pesanti
riscontrate sono riportate in sintesi nella
fig. 10, ave si nota che:
i sedimenti della Calabria SOni;! caranerizzati da associazioni di minerali grani·
tici e kinzigitici;
348
B. AN5ELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
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Ariano
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Benevento
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Salerno
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Bari
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Taranto
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F.Neto
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(MENO ABBOND,o\NTE)~ CL (PIO AllBONDANTE>- INT - SM
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$H: SMECTITE
I:
ILLlTE
Fig. 8. -
CL: CLORITE
INT:
-
Catanzaro
"'..,-.,',, ,:
.'.::
INTERSTRATlFICATI / - _ . /
K: CAOLINO
Distribuzione di
associazioni
diJJeremianti di minerali argillosi nel campidanO medio.
j minerali pesanti dei sedimenti calabria·
ni costieri della Lucania, presenti sempre
in quantità ridom:, sono attribuibili al
complesso vulcanico del Monte Vulture;
i minerali pesanti dei bacini interni infrB- .
mesopliocenici della Lucania sono fra
quelli resistenti (resistati) a più cicli di
erosione e provengono dal Bysch appeno
349
POSSIBILITÀ Dt UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
Ariano
Benevento
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Salerno
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~Mj9lionico Cal.
Calvello
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SM: SMECTlTE
I: ILLtTE
Fig. 9. -
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(PIÙ A880NDANTE)-
"
F.Neto
Le Castella
"
(PIÙ ABBONDANTe)
CL: CLORITE
IHT:
INTERSTRATIFICATI
K: CAOLINO
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Distribuzione di associazioni differenziami di minerali argillosi nella frazione
ninieo.
Da quanto sopra detto emerge che i bacini inframesopliocenici della Lucania hanno
granulometrie prevalentemente argillose e
<
2 micron.
contenuti poco elevati in carbonati, sono caratterizzati da abbondanza di smectite nella
frazione < 2 mieron e dalla presenza di minerali pesanti molto resistenti, provenienti
350
B. ANSELMI, A. BRONDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
Ariano
Bari
•
Benevento
•
Il III IIIcalitri
S.Angelo.
Salerno
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II~;'~I
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liII
Picerno.
Il
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TIPI DI
Tanlnto
S. ,Arcan alo.
ASSOCtAZIONI DI MINERALI PESANTI
( FORMAZIONE DI ORIGINE)
~arsia
<
/ulFIBOLI + HIN. METAI'IORFICI + GRANATO + BIOTITE + ~GNETITE ,COMPLESSI
GRAHITlCO-KETA/'lOlIfICI DELLA CALABRIA)
?
FOSSiLI PIRlflZZATI + OSSIDI 01 FE
(MINERALI AUTIGENI)
~
F....to
PIRQSSENO + GRANATI SCURI E ROSSI + f[lAMITE + MAGNETITE (C~LESS[ VULCANICl DEL
VULTURE Elo PRECEDENTI)
TeRMAlINA + STAUROLITE + ZIRCONE + RUTILO t
APATITE + GRANATO + EPlDOTO (COMPLESSI DEL
fLVSCH APPENNINICO)
t~m+j
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•
-
E3
Catanzaro
+ +
•
TIPO MiSTO
Fig. lO. -
Dimibuzione delle associazioni lipo di minerali pesanti.
quindi da formazioni sedimenlarie costitui·
te da elementi interessati da più cidi deposizionali (ftysch appenninico). Quelli invece
plio-pleistocenici costieri (avanfossa) hanno
granulometrie di tipo Iimoso e contenuto più
elevato in carbonati. Sono caratterizzati inoltre dalla presenza di minerali argillosi interstrati6cati e doritici sia nella frazione < 2
POSSIBILITÀ DI UTILIZZAZIONE DEI PARAMETRI MINERALOGICI ETC.
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Fig. IL _ Tavola riassuntiva dei risultAti delle analisi diffratlometriche del Campione medio e della
fruione < 2 micron. Altezze in cm dei riflessi più intensi dei componenti principali.
mieron che nel campione medio e da un complesso di minerali pesanti tipici delle rocce
vulcaniche del Monte Vulture.
l bacini inframesoplioceniei della Calabria
pr~ntano un contenuto elevato di frazione
argillosa, un complesso di minenli argillosi
a volre smectitiei, a volte cloritici sia nella
frazione < 2 micron sia nel campione medio,
un'associazione di minerali pesanti costituita
da minerali tipici delle formazioni graniticometamorfiche della Calabria. Quelli plio-pleistocenici hanno gli stessi caratteri di quelli
coevi della Lucania, ma ne differiscono per
il tipo di associazione di minerali pesanti.
l sedimenti del bacino di S. Arcangelo che
presentano granulometrie argillose, un contenuto in carbonati elevato, minerali argillosi
differenzianti quali interstratincati e cloriti
sono assimilabili, a parte i minerali pesanti
metamorfici e vulcanici, ai sedimenti dell'avanfossa bradanica.
ConclUllioni
A conclusione di quanto sopra esposto i
dati granulometrici aiutano, anche in questo
caso, a caratterizzare l'ambiente di deposizi<>
ne. I sedimenti inframesopliocenici presentano in genere granulometria sottile e regolare a dimostrazione di una sedimentazione
in ambiente pelagico. I sedimenti plio-pleist.ocenici, più grossolani e limosi, si sono depositati verosimilmente in ambiente infralitorale.
II complesso dei minerali pesanti può contribuire a identificare le rocce madri ed i
Bussi alimentatori dei bacini di sedimentazione. l depositi della Calabria presentano
minerali tipici dei graniti e delle kinzigiti del
massiccio calabro. l sedimenti calabriani della Lucania contengono minerali resistenti a
più cicli di alterazione e pertanto possono
essete attribuiti ai sedimenti argillosi f1yscioidi dell'Appennino.
I minerali pesanti con le loro associazioni
caratteristiche possono essete di aiuto anche
nella datazione dei sedimenti, specialmente
nel caso di quelli sabbiosi, poveri di specie
fossili significative. Nel caso in esame l'associazione di minerali pesanti vulcanici tipici
dell'apparato vulcanico pleistocenico del Vulture, può contribuire a differenziare i sedimenti pliocenici da quelli pleistocenici. ~ da
segnalare la presenza di minerali pesanti quali
olivina e augite in alcuni terreni argillosi del
ciclo inframesopliocenico (Conza della Campania e Ruvo del Monte), che inducono a ritenere probabile l'esistenza di apparati vulcanici miocenici O più antichi.
352
B. ANSELMI, A. 8RQNDI, G. DAI PRA, O. FERRETTI
Il complesso dei minerali argillosi pre· i sedimenti argillosi del ciclo inframesoplioseme nel campione medio e nella frazione ecnico e quelli sabbioso-conglomeratici attri·
< 2 miecon appare differenziare i sedimenti buiti al ciclo superiore presentano sempre
plio-pleistocenici da quelli inframesoplioce- contenuti differenzianti di smo:tire nella framci. Questi ultimi evidenziano nel campione zione argillosa ( < 2 micron). Tuttavia se si
medio un elevato contenuto di minerale illi- osserva la composizione del campione medio,
tiro mentre quelli plio-pleislocenici sono ca- si nOta la scomparsa della clorite al passaggio
canerizzati da abbondanza di minernli dori. fra le argille inframesoplioceniche e le sabbie
tiei. Si può perlanto ritenere che le rocce e i conglomerati sovrastanti, attribuiti al pliomadri alimentatrici siano litologieamente dif- pleistocene. Si evidenzia pertanto che la com·
feremi.
.
posizione del complesso argilloso cambia pasI sedimenti inframesopliocenici, caratteriz- sando dal ciclo inferiore a quello superiore.
zati da smectite nella frazione argillosa, con- Questo fatto può essere dovuto a una diversa
cordemente anche con i risultati granulome- origine degli apporti.
In conclusione le caratteristiche granu'lotrici, sono di ambiente pelagico, mentre quelli più c10ritici del plio-pleistocene risultano metriche e lirologiche dei sedimenti e in pardi ambiente costiero. Pertanto la diversa com· ticolare lo studio della distribuzione dei mi·
posizione dei complessi argillosi può essere nerali pesanti e di quelli argillosi, sembrano
attribuibile anche ad un diverso ambiente di elememi validi per un approccio allo studio
sedimentazione. Infatti la smo:tite per la li- paleogeografico dei bacini plio-pleistocenici.
mitatezza delle sue dimensioni viene normal- Ringra'liamenti. - Le analisi diffrallometriche dei
minerali argillosi sono state estguite presso l'Isti·
mente depositata in ambienti pelagici.
tuto di Mineralogi adell'Università di Pavia. Si rinNella serie di Ruvo del Monte si deve no- grazia il Prof. VENIALE per la collaborazione scientare che, contrariamente a quanto visto finora, ti/iu pre$l.t•.
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