Cifre e altri fatti stilizzati
• Lo sviluppo economico e’ senz’altro un
obbiettivo fondamentale della maggioranza
delle nazioni del mondo. Ogni anno, si
effettuano investimenti e politiche volte a
favorire il processo di sviluppo.
• Come quantificare i risultati raggiunti?
• E, più in generale, come valutare il livello
di sviluppo di un paese? Ovvero, come
valutare quanto un paese sia più o meno
sviluppato rispetto ad altri?
Concetto di sviluppo economico
• Requisiti minimi di una società sviluppata
sono senz’altro :
• Una dotazione individuale di beni e servizi
adeguata a soddisfare esigenze di consumo
primarie come l’alimentazione e la
protezione dagli agenti atmosferici
• Una dotazione individuale di beni e servizi
che consentano un tenore di vita salutare
(ciò include risorse da utilizzare per godere
del tempo libero e via dicendo)
• MA ANCHE:
• Garanzia (reale) dei diritti politici e della liberta’ di
espressione
• Un basso livello di criminalita’
• Un livello adeguato di protezione e tutela dei diritti
dei soggetti piu’ deboli (bambini, per esempio)
• E’ però vero che, senz’altro, un livello di reddito
pro-capite alto e distribuito equamente e’
condizione necessaria per il raggiungimento di
molti degli obbiettivi sopraelencati, a prescindere
dal finanziamento del livello di consumo associato
ad un buon tenore di vita
• Per questo motivo, gli economisti concentrano la
loro attenzione, in larga misura, sul livello del
reddito e sulla sua distribuzione
• Facciamo però attenzione: il ragionamento
condotto non ci deve far concludere che il livello
di sviluppo sia per definizione da identificarsi
con il livello di reddito pro capite (o PIL), ne che
il tasso di sviluppo sia pari al tasso di crescita
del reddito
• Concentriamo l’attenzione sullo sviluppo
economico. Possiamo concludere che questo
concetto sia definito dal PIL pro capite?
• No. Come minimo e’ necessario che il grado di
avanzamento economico misurato dal PIL non
riguardi solo una componente minore della
popolazione, ma piuttosto la maggioranza.
• Senz’altro dunque lo sviluppo passa anche
attraverso la riduzione o eradicazione della
povertà. Dunque il numero di poveri e mal nutriti,
e più in generale la distribuzione del reddito sono
variabili importanti per misurare il grado di
sviluppo tanto quanto il livello di reddito pro capite
• Così pure lo sviluppo economico passa per un
miglioramento delle condizioni sanitarie e per un
aumento della speranza di vita.
• Parte del processo di sviluppo è altresì
l’alfabetizzazione e più in generale il livello di
istruzione
• Perché dunque enfatizzare il reddito pro capite,
concentrando la nostra attenzione su questa
misura?
• Senz’altro il PIL pro-capite non è lo sviluppo,
tuttavia molte delle variabili cui abbiamo fatto
riferimento, come l’aspettativa di vita, l’istruzione,
la salute fisica, la malnutrizione, la povertà, sono
una conseguenza del livello di reddito pro-capite e
del suo tasso di crescita. Ciò non e’ sempre vero,
ma senz’altro e’ così in molti casi
• Qui sta la motivazione del perché studiare le
determinanti del processo di crescita reddito procapite
Reddito e crescita: fatti storici
recenti
• Nel periodo 1960-85 la popolazione facente parte
del 5% più “ricco” del pianeta aveva un reddito procapite 29 volte maggiore a quello del 5% più povero
• In questo periodo, questa distribuzione e’ rimasta
abbastanza costante
• Un fatto eclatante di questo periodo (ed in molti
casi anche degli anni novanta) e’ stato la rapida
crescita dei paesi asiatici: Taiwan, Malesia,
Singapore, Hong- Kong, Indonesia, Korea,
Tailandia e Giappone. Il tasso di crescita del
reddito medio di questi otto paesi e’ stato, nel
periodo 1965-90, del 5.5%.
• Nello stesso periodo e’ stata particolarmente
evidente la situazione di stasi dei paesi LatinoAmericani e dell’Africa Sub-Sahariana. In molti di
questi paesi, durante gli anni ottanta non c’e’ stata
crescita alcuna, ed anzi, in alcuni casi si e’
verificata una contrazione del livello di reddito procapite (crescita negativa)
• Queste storie diverse hanno un impatto notevole
sulla geografia dei livelli di reddito pro-capite
• Per cogliere quest’impatto e’ utile pensare al tempo
necessario, dato un certo tasso di crescita, a
raddoppiare il livello di reddito pro-capite rispetto
al suo livello corrente
• –Un’economia che cresce al 5% raddoppia il proprio livello di
reddito ogni 14 anni circa
• –Un’economia che cresce al 1% impiega invece 70 anni circa,
ovvero 5 volte il tempo necessario alla prima.
Reddito e crescita: fatti storici
recenti
• La distribuzione internazionale del reddito
può rimanere, in termini relativi, stabile
nel tempo (ed in parte ciò è quanto accade)
• Ciò non significa però che non ci possano
essere fenomeni dinamici a livello assoluto
• Diamo uno sguardo ai tassi di crescita
annuali del reddito (relativo rispetto al
reddito americano) dei vari paesi del
mondo, nel periodo 1960-85
Reddito e crescita: dinamica vs
USA
Reddito e crescita, dinamiche della
distribuzione
• I dati relativi ai paesi che, nel periodo 1960-85 hanno avuto
un tasso di crescita maggiore o minore degli stati uniti
presentano una certa simmetria: il numero di paesi che si
sono avvicinati agli stati uniti e’ simile al numero di paesi che
si sono allontanati
• Inoltre i dati mostrano anche che i movimenti da e verso gli
stati uniti sono di simile intensita’, il che spiega la stabilita’
della forma della distribuzione del reddito tra i vari paesi
• Sembrerebbe dunque che non esistano casi di sottosviluppo
irreversibile, ma neanche ricette di sviluppo sicuro
• Cio’ e’ in parte vero, salvo pero’ per i casi estremi ovvero i
molto poveri ed i molto ricchi. La probabilita’ che un paese
molto povero diventi relativamente meno povero e che un
paese molto ricco diventi relativamente meno ricco sono piu’
basse rispetto alle stesse probabilita’ calcolate per paesi
caratterizzati da un livello di reddito medio-basso o medioalto.
Reddito e crescita: dinamiche
della distribuzione
• Come si studiano queste probabilita?
• Dividiamo, ad esempio, i paesi del mondo in 5 categorie:
¼, ½, 1,2,>2:
• La prima categoria comprende i paesi che hanno un
reddito pro-capite minore o uguale di un quarto di
quello medio mondiale.
• La seconda categoria i paesi che hanno un reddito
procapite tra ¼ e ½
• La terza categoria comprende i paesi tra ½ e 1
• La quarta quelli tra 1 e 2 ed infine
• La quinta quelli che hanno un reddito pro-capite
maggiore di due volte di quello medio mondiale
Reddito e crescita: dinamiche
della distribuzione
• Consideriamo poi la seguente tabella a doppia entrata
(matrice di transizione) basata sull’analisi statistica condotta
da Quah (1993)
1/4
1/2
1
2
>2
1/4
76
12
12
0
0
1/2
52
31
10
7
0
1
9
20
46
26
0
2
0
0
24
52
24
>2
0
0
0
5
95
Reddito e crescita: dinamiche della
distribuzione
1/
4
1/
2
1
2
>2
1/
4
76
12
12
0
0
1/
2
52
31
10
7
0
1
9
20
46
26
0
2
0
0
24
52
24
>2
0
0
0
5
95
Per ogni riga e colonna
questa tabella ci dice
quanti paesi sono passati
nel periodo in questione
dalla categoria di cui alla
riga alla categoria di cui
alla colonna
ad esempio, 26 e’ la
percentuale di paesi
(rispetto al totale di paesi)
che sono passati dalla
categoria 1 alla 2
Reddito e crescita: dinamiche
della distribuzione
• Una tabella del genere ci da un’idea della
mobilita’ tra classi di reddito relativo
• Si puo’ notare che la categoria 1 ha una
mobilita’ piu’ alta della categoria ¼: circa il
50% delle economie nella categoria 1 si sono
spostate, o a destra (26%), o a sinistra
(29%).
• Nella categoria >2, il 95% delle economie
sono rimaste dove erano.
• Queste percentuali possono essere
interpretate come probabilita’
Riassumendo:
• 1. Nel periodo 1960-85, la distribuzione mondiale
del reddito-pro capite espresso in termini relativi e’
rimasta abbastanza stabile
• 2. C’e’ stato pero’ un alto grado di mobilita’ tra
classi di reddito
• 3. Cio’ testimonia del fatto che non esistono
situazioni irreversibili
• 4. Tuttavia il piu’ alto grado di mobilita’ delle classi
intermedie rivela che i paesi in situazioni estreme
(molto poveri) hanno relativamente meno chances
di migliorare la loro posizione nella classifica dei
livelli di reddito pro-capite
Riassumendo, alcuni fatti stilizzati
(da Easterly e Levine, 2001)
• Fatto 1: Le differenze di reddito pro-capite tra
paesi sono notevoli (e non diminuiscono).
• Fatto 2: Le differenze di tasso di crescita tra
paesi sono altrettanto notevoli
• Fatto 3: I tassi di crescita non sono
necessariamente costanti nel tempo
• Fatto 4: Il livello di reddito relativo di ciascun
paese rispetto alla media mondiale non e’
immutabile: I singoli paesi possono diventare
nel tempo relativamente più ricchi o più poveri
…
• Fatto 5: Negli stati uniti, negli ultimi cento
anni:
– 1. Il tasso di rendimento sul capitale, r, e’
rimasto pressochè costante nel tempo
– 2. Le quote di prodotto che vanno a remunerare
i fattori lavoro, L, e capitale, K, pari
rispettivamente a wL/Y e rK/Y, sono rimaste
sostanzialmente costanti nel tempo
– 3. Il tasso di crescita del reddito pro-capite e’
stato positivo e relativamente costante nel
tempo
….
• Fatto 6: Il tasso di crescita del reddito
pro-capite ed il volume di commercio
internazionale sono variabili
abbastanza correlate
• Fatto 7: tanto i lavoratori “skilled” che
i lavoratori “unskilled” tendono a
migrare verso i paesi relativamente
più ricchi
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