frutticoltura
Dall’incontro di aggiornamento a Campodenno e Maso Maiano del 5 settembre 2006
IL DIRADAMENTO
DELLA FUJI
L’alternanza di produzione è il più grave
problema della Fuji. Ma dalle esperienze
realizzate negli ultimi anni si può affermare
che il fenomeno può essere tecnicamente
governato e ben gestito.
Ufficio frutticoltura Centro assistenza tecnica IASMA
Comportamento vegetativo
dell’impianto in relazione
al diradamento
ideale è avere una pianta
equilibrata
piante deboli allegano in
maniera eccessiva e rendono difficile il diradamento
chimico
negli impianti giovani limitare le produzioni iniziali per assicurare la crescita
delle piante ed evitare l’alternanza
necessità di avere un elevato rapporto tra foglie e
frutti
sulle piante adulte garantire una sufficiente presenza
di legno a frutto non invecchiato.
Valutazione dell’intensità
di fioritura
Per definire in modo oggettivo
l’intensità di fioritura si possono fornire i seguenti parametri che indicano il rapporto tra
Terra Trentina
Le valutazioni
del frutticoltore
La Fuji presenta generalmente
una forte allegagione, quindi il
diradamento deve essere particolarmente energico. Il diradamento chimico è comunque
meno efficace rispetto a quello
sulla Golden. Su piante non diradate è frequente rilevare allegagioni che superano abbondantemente il 100% (oltre 1
frutto per ogni mazzetto fiorale). Questa caratteristica è positiva in quanto dimostra che
Fuji è una varietà molto produttiva, ma contemporaneamente determina una elevata
predisposizione all’alternanza
di produzione. Risulta quindi
indispensabile ridurre precocemente il numero di frutti ed
in maniera consistente.
Per la Fuji solamente il diradamento chimico tempestivo ed
energico è in grado di favorire un sufficiente ritorno a fiore nell’anno successivo.
Considerate le difficoltà nell’attuare il diradamento chimico il
frutticoltore deve considerare
tutti gli elementi che possono
avere un’influenza sull’esito di
questa operazione.
Prima di effettuare il diradamento il frutticoltore deve valutare il comportamento vegetativo del frutto ed il suo
potenziale produttivo, successivamente stimare l’intensità di
fioritura, analizzare i fattori che
influenzano l’allegagione e valutare la sua intensità. In base a
queste considerazioni il frutticoltore può razionalmente scegliere quali interventi diradanti
è opportuno applicare.
29
Terra Trentina
frutticoltura
il numero delle gemme a fiore sul totale delle gemme presenti in pianta:
fioritura scarsa: 30% delle
gemme sono a fiore
fioritura media: 50% delle
gemme sono a fiore
fioritura abbondante: oltre
il 70% delle gemme sono a
fiore.
30
Definizione del potenziale
produttivo
ogni pianta ha un potenziale produttivo che per la
Fuji va rispettato in maniera assoluta. In base al numero di frutti per pianta si
stabilisce il potenziale produttivo del frutteto.
Il livello produttivo è determinato sia dal numero dei
frutti che dalla loro pezzatura. L’obiettivo di produrre pezzature oltre i 75 mm
di diametro permette di ottenere frutta con ottime caratteristiche commerciali e
di favorire il regolare ritorno a fiore negli anni.
Per favorire un adeguato
ritorno a fiore è fondamentale limitare le produzioni
già dai primi anni, intervenendo con il diradamento chimico a partire già dal
secondo anno e completare precocemente con il
passaggio manuale.
Con i moderni impianti realizzati a densità di circa 3.000
piante ad ettaro, dal 5°-6° anno è possibile ottenere i 500600 quintali/ettaro, con produzioni per pianta di circa
17-20 kg, che corrispondono
indicativamente a 75-90 mele
per pianta.
Valutazione dell’allegagione
Prima di decidere la strategia
del diradamento è necessario
valutare l’intensità dell’allegagione in relazione al tipo di
fioritura (scarsa, media, abbondante). L’allegagione è influen-
% allegagione N° mele/pianta
% ritorno a fiore
60
50
40
30
20
10
0
Test
Dirado
manuale BA+ NAA
Ethephon
+
Carbaryl+ BA
Grafico 3: effetto del tipo di diradamento sul ritorno a fiore
(Romagnano – 2005/2006)
zata da diversi fattori sia climatici che agronomici, tra cui:
andamento meteorologico
durante la fioritura
presenza di varietà impollinanti
attività degli insetti pronubi.
Per valutare l’intensità dell’allegagione il frutticoltore ha
la possibilità di rilevare i seguenti parametri:
colatura di fiori e mazzetti
n° di frutti allegati per mazzetto
differenziazione dei frutti
all’interno del mazzetto
allegagione sul legno dell’anno
presenza e numero di semi
nei frutticini.
È opportuno ricordare che in
presenza di una fioritura media per ottenere una buona
produzione è sufficiente raggiungere una allegagione del
20-30%.
I prodotti diradanti e i momenti di intervento
Dopo aver valutato l’intensità
dell’allegagione, è necessario
determinare il grado di azione diradante necessaria per
avvicinarsi alla carica ottimale della pianta, al fine di ottenere un sufficiente ritorno a
fiore per l’anno successivo e
il raggiungimento degli stan-
dard qualitativi ottimali della
produzione.
Per la Fuji solamente il diradamento chimico ben eseguito è in grado di migliorare il
ritorno a fiore nell’anno successivo. Esperienze di diradamento manuale precoce (entro 40 giorni dalla fioritura),
con riduzione del numero di
frutti per pianta paragonabile
a quello del diradamento chimico, hanno determinato un
ritorno a fiore simile a quello del testimone e soprattutto inferiore alle piante diradate chimicamente.
Per ridurre l’alternanza è fondamentale inoltre regolare la
carica produttiva con il diradamento chimico già dal primo anno di produzione (2°
anno d’impianto).
Prodotti diradanti
Già dai primi anni di realizzazione degli impianti, sono
stati provati sulla Fuji numerosi prodotti diradanti. I prodotti che si possono utilizzare su questa varietà sono
l’Ethephon, il Carbaryl, l’Acido Nafalenacetico (NAA), la
Benziladenina (BA) ed eventualmente la combinazione
di questi prodotti; l’Amide
(NAD) invece non viene consigliata perché provoca la formazione di frutti pigmei.
Test
allegagione
60
50
40
30
20
10
0
2002
allegagione
%
2003
2004
Grafico 5: confronto fra diradamento con Carbaryl e miscela
(Carbaryl + BA)
Il Carbaryl esplica la maggiore
attività se impiegato in miscela con olio bianco, che ne migliora l’efficacia anche a bassi dosaggi, e se utilizzato con
diametro del frutto centrale
compreso tra i 10 e i 15 mm.
Anche la miscela NAA + BA
ha dimostrato in alcune esperienze un’azione diradante paragonabile alla miscela di Carbaryl con NAA o BA.
Note
indicando il Carbaryl si intende l’impiego di prodotti
al 43% di Carbaryl (es. impiegati alla dose di 50 cc/
hl in miscela con 100 cc/hl
di olio bianco).
indicando il NAA si intende l’impiego di prodotti al
3,3% di NAA (es. Dirager)
Ethephon
80
60
40
20
0
2003
Carbaryl + BA
90
80
70
100
2002
Carbaryl
Anno
2004
Grafico 4: effetto del diradamento con Ethephon,
esperienze di più anni
2005
indicando la BA si intende l’impiego di prodotti al
9,4% di BA (es. Brancher
dirado)
Strategie diradanti
La strategia diradante più o
meno energica da adottare sarà correlata all’intensità di allegagione riscontrata ed all’obiettivo di carica previsto
per il frutteto.
Forte allegagione
È necessario puntare ad
un’energica azione diradante;
per tale motivo si consiglia di
impiegare, quando i frutticini
centrali su legno vecchio hanno raggiunto un diametro massimo di 12 mm, la miscela:
Carbaryl 50 cc/hl + NAA 15
– 20 cc/hl
A distanza di 4–6 giorni è necessario intervenire con un successivo diradamento chimico per
rafforzare l’azione del primo.
Questo intervento deve essere eseguito senza aver verificato l’efficacia del primo diradamento e permette di ampliare
l’azione anche sui frutti allegati
sul legno dell’anno e favorisce
l’anticipo della cascola.
Si consiglia di impiegare dopo
4 – 6 giorni dal primo diradamento la miscela:
Carbaryl 50 cc/hl + BA 100
cc/hl
Terra Trentina
CARBARYL (es. Sevin)
Fra i prodotti diradanti che
hanno dimostrato una buona
efficacia troviamo soprattutto
il Carbaryl. L’azione del Carbaryl è potenziata dall’aggiunta di prodotti a base di NAA
(acido naftalenacetico) o di
BA (benziladenina).
Test
%
ETHEPHON (es. Ethrel)
L’Ethrel è un prodotto con
azione ustionante sui fiori e
deve essere impiegato dalla fase di prefioritura fino alla
piena fioritura. Le difficoltà di
utilizzo di questo prodotto sono dovute all’epoca precoce
di impiego (momento in cui
non si conosce ancora quale
sarà l’andamento della fioritura) e alla sua efficacia non
sempre costante e prevedibile negli anni; infatti ha spesso dimostrato una scarsa azione diradante.
Il prodotto Ethrel da solo non
riesce a ridurre in misura interessante la carica di frutti di
Fuji, anche se migliora l’efficacia dei prodotti diradanti successivamente impiegati.
L’Ethephon viene consigliato essenzialmente nei casi di
abbondante fioritura, situazione frequente nei frutteti in alternanza di produzione, nell’anno successivo a quello di
scarsa produzione.
31
100
allegagione
frutticoltura
Carbaryl 50 cc/hl + NAA 15
– 20 cc/hl
Carbaryl 50 cc/hl + BA 100
cc/hl
NAA 15 – 20 cc/hl + BA 100
cc/hl
80
60
%
40
81 %
65 %
20
38 %
43 %
28 %
0
Test
Ethephon
Ethephon -
Ethephon
(Naa+BA)
(Naa + BA)
Ethephon(Carbaryl+BA)
(Carbaryl+BA)
Grafico 6: efficacia di diverse strategie di diradamento
con forte allegagione, Nanno – 2005
% gemme a fiore
100
80
60
40
20
0
44
3
9
Test
Ethephon
54
Ethephon -
Ethephon
(Naa+BA)
(Naa + BA)
42
Ethephon(Carbaryl+BA)
(Carbaryl+BA)
% allegagione
Grafico 7: ritorno a fiore (in percentuale) nell’anno successivo,
Nanno 2006
80
70
60
50
40
30
20
10
0
68 %
Testimone
51 %
Carbaryl
50+BA100+olio
Carbaryl
Terra Trentina
15 mm
32
39 %
50+BA100+olio
13 mm
Grafico 8: efficacia di diverse strategie di diradamento
con allegagione media, Rallo 2006
Media allegagione
In questi casi è necessario avere un buona riduzione della
carica dei frutti, che dovrebbe essere garantita da un unico intervento diradante ese-
guito però in epoca precoce
(diametro massimo di 12 mm
del frutto centrale). In questa
situazione è possibile ricorrere ad una delle seguenti miscele:
Scarsa allegagione
Trattandosi della Fuji, anche
con scarsa allegagione è necessario eseguire la seguente
miscela quando i frutti centrali raggiungono i 15 mm:
Carbaryl 50 cc/hl + BA 100
cc/hl
Diradamento manuale
Come già premesso, il diradamento manuale della Fuji,
anche se eseguito precocemente, non è in grado di influenzare il ritorno a fiore per
l’anno successivo.
Il diradamento manuale è un
intervento di correzione della
carica della pianta; e quantitativamente il numero di mele che viene diradato manualmente deve essere nettamente
inferiore a quello dei frutti lasciati in pianta.
Su piante giovani è importante lasciare un numero di mele correlate allo sviluppo vegetativo della pianta cercando
di non lasciare in ogni caso
più di 2–3 mele per branchetta ben sviluppata.
Conclusioni sul diradamento e sulla gestione delle produzioni
Pur essendo l’alternanza di
produzione il più grave problema della Fuji, nelle esperienze realizzate in questi anni si è potuto constatare che
il fenomeno piò essere tecnicamente governato e ben gestito ricorrendo ad un deciso
condizionamento della carica
produttiva, attraverso diradamenti chimici energici.
Il diradamento chimico della Fuji è comunque più difficoltoso rispetto a quello della
Golden, ed è quindi necessario intervenire con miscele diradanti adeguate, già a partire
dalle prime produzioni ed eseguiti alle epoche consigliate.
L’intervento di diradamento manuale costituisce infatti
uno strumento di correzione,
ma non può essere in grado,
da solo, di esercitare l’equilibrio della carica negli anni, neppure se eseguito molto precocemente.
È infatti necessario salvaguardare, attraverso i diradamenti, non solo la produzione dell’annata, bensì anche quella
delle annate successive, riducendo l’alternanza.
Alcuni sindaci di Comuni del Trentino si
sono rivolti all’ufficio per il sostegno alla gestione forestale
e valorizzazione della filiera foresta-legno
del Servizio foreste e
fauna della Provincia
autonoma di Trento
chiedendo l’attivazione di corsi di aggiornamento per i censiti che hanno avuto
in assegnazione lotti
di bosco ceduo per il
taglio di legna da ardere. Si vogliono evitare gli infortuni spesso gravi, addirittura
mortali, che si possono verificare durante le varie operazioni
di esbosco. I dirigenti dell’ufficio interpellato stanno studiando
un piano di azione
che coinvolga il maggior numero possibile
di utenti. Pensano ad
una dispensa di contenuto essenziale, facile da leggere e capire, da distribuire agli
interessati. Si vorrebbe anche individuare in ogni sede di distretto o di stazione
forestale una persona
in grado di dare assistenza e consulenza
in materia.
10,5 %. Nello stesso
periodo la percentuale di stalle con almeno un capo positivo
è diminuita dal 23,1
al 16,8% su un totale di 1487 allevamenti controllati.
Il controllo della IBR
o rinotracheite infettiva dei bovini attuato
in provincia di Trento
attraverso il monitoraggio del patrimonio
bovino, la vaccinazione e l’abbattimento controllato dei capi ammalati sta dando
risultati positivi. Il dr.
Carlo Costanzi, medico veterinario del Settore controllo e qualità dei servizi sanitari
della Provincia autonoma di Trento, riferisce che in un anno
la percentuale dei capi positivi al test Elisa eseguito sul sangue prelevato da 34
mila 120 soggetti di
età superiore a 9 mesi è scesa dal 14,1 al
I vivaisti viticoli trentini aderenti all’omonimo consorzio hanno fissato il prezzo
delle barbatelle all’interno di una forbice
che va da 1,20 a 1,30
euro a piantina radicata di prima qualità.
Nella ripartizione dei
fondi erogati dall’Unione Europea a
sostegno del piano di
sviluppo rurale 20072013 la Provincia di
Trento ha avuto in
assegnazione 92 milioni di euro ai quali
si devono aggiungere
altri 8,6 milioni di euro per finanziamenti residui del piano
2000-2006. Al fondo
europeo si devono
aggiungere le quote
di finanziamento dello Stato italiano e della Provincia di Trento.
Dagli 8 ettari di terreno seminati a grano saraceno i 20
agricoltori della Val
di Gresta e di Castellano aderenti al progetto “cereali minori
in montagna” hanno
ottenuto complessivamente 75 quintali di granella. I chicchi sono stati posti in
sacchi di iuta e trasferiti a Borgo Valsugana per essere
sottoposti a parziale
disidratazione in uno
speciale forno messo a disposizione
dal Leader Plus Valsugana. La granella
asciutta è stata quindi portata al mulino
Pellegrini di Varone
di Riva che ne ha ricavato tre tipi di farina diversi per contenuto di crusca.
Terra Trentina
fatti/previsioni
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IL DIRADAmENTO DELLA fUJI - Provincia autonoma di Trento