La mia Arca
La mia Arca
Mensile della parrocchia Beata Vergine Addolorata
N° 2 - Novembre 2012
Cercasi Sponsor o Benefattori!!!
Siamo arrivati al secondo numero del giornalino La Mia Arca. Perché possa continuare ad essere pubblicato, noi dello staff “le
maranteghe” cerchiamo sponsor. è presuntuoso dirlo, ma ci piacerebbe aggiungere
qualche pagina o magari fare la copertina a
colori. Noi siamo a vostra disposizione tutti
i giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 17.00
in sala computer della Parrocchia, o tramite
e-mail [email protected].
Ci divertiamo a pubblicare sul giornalino un
po’ di tutto, dalle ricette di cucina, all’arte, a
qualche fiaba per i più piccinie a notizie della
parrocchia ecc…
Se volete aiutarci a realizzare tutto questo,
noi ve ne saremo molto grate così il giornalino potrà continuare ad essere pubblicato
una volta al mese.
Per contattarci: Gildo tel. 3335024269
Ringraziamo anticipatamente chi ci aiuterà a portare avanti questa iniziativa.
GIOVANI
PER LA FESTA
DELLA SALUTE
ASSIEME
AL PATRIARCA
Il gruppo dei giovani il 20 Novembre si è recato assieme al Patriarca Francesco in processione alla Madonna della Salute, un incontro che ormai è tappa fissa che anche il nuovo Patriarca a voluto mantenere.
Notizie utili
sulla
parrocchia
Racconti vari
“Uno spettatore
invisibile”,
“Da padre a figlio”
Moda
e bellezza
perché no?
pagine 2
pagine 6 e 7
pagina 10
Il dito
nella
piaga
Iniziativa
europea
pro-life
Il Patriarca
in Duomo
a Mestre
pagina 4
pagina 8
pagina 11
Curiosità
veneziane
Tortiera
da gas
per
ciambelle
Pomeriggio
danzante
“A gonfie
vele”
pagine 3
pagina 9
pagina 12
1
Notizie Utili
La mia Arca
27 MAGGIO - PENTECOSTE
Festa dei lustri
di matrimonio
a cura di Annamaria Nardo
Nella 4a domenica di Pentecoste
nel mese di Maggio, durante la S.
Messa delle ore 11, sono stati festeggiati i lustri. Erano presenti alcune coppie del gruppo fidanzati,
altre coppie che festeggiavano chi
10, chi 25, altri ancora, e direi con
molto piacere, 50 anni, ma non li
dimostrano. La presenza e le testimonianze di queste persone sono
fondamentali per questi giovani
che si stanno preparando a compiere un sacramento così importante come il matrimonio. Dopo la
Santa Messa tutte le persone sono
state invitate a condividere assieme al parroco, il pranzo nel salone San Giuseppe. In conclusione
della bella giornata come ringraziamento il signor Ambrosetto ha
recitato una sua personale poesia.
Dedica agli sposi che il 27 maggio hanno festeggiano i lustri
LA MIA ARCA
IL BUON SAMARITANO
Mensile della Parrocchia
Beata Vergine Addolorata
Collaborano in redazione:
- Barban Luigino
- Bognolo Roberto
- Naccari Graziella
- Nardo Annamaria
- Rossi Margherita
- Tacchia Gabriella
- Visentin Speranza
Sito web:
- Pilla Ermenegildo
- www.lamiaarca.it
- [email protected]
In questo giorno, allegro e gioioso,
con la grazia dello Spirito Santo,
siamo qui riuniti con l’animo armonioso,
innalziamo a Lui il nostro lieto canto.
Il giorno in cui il Creatore ci ha riuniti
per formare una famiglia nuova
con la Sua grazia ci ha custoditi,
la forza in Lui il nostro cuor ritrova.
Ci troviamo ancor oggi in armonia
con grande gioia per la Sua venuta
in un soave “Agape” in allegria
con inni e canti, il Suo amor ci aiuta.
Procediamo con gioia a operare
svolgendo la soave, sacra funzione
insegnando ai figli e nipoti a pregare
con viva fede e santa intenzione.
è bello stare insieme con amore
in questo ambiente parrocchiale
per festeggiare i lustri con fervore:
la gioiosa lode in alto sale.
E sia ogni giorno nel nostro cuor letizia,
per il tempo che ci dona il Salvatore,
viviamo sempre con amore e grazia,
sorretti dall’aiuto del Signore
Angelo Ambrosetto
Operare con amore
Nella nostra parrocchia ci sono
gruppi di persone che si occupano ad aiutare i più bisognosi, tra
questi esiste da molti anni il Buon
Samaritano, si tratta di un gruppo di signore che si incontrano
ogni martedì dalle ore 16 alle 18,
accolgono e ascoltano con tanto
amore in modo particolare gli extracomunitari, distribuiscono generi alimentari, vestiario e quando
arrivano alcuni con dei bambini
regalano anche dei giocattoli. Il
servizio volontario di queste silenziose amiche è lodevole. Hanno
2
voluto raccontarci di una recente
gradita visita.
Oggi è venuta una signora, originaria del Marocco per farci conoscere la sua ultima nata di pochi giorni, una graziosa bambina. Questa
visita è stata per noi gratificante:
ci ha ricompensato dell’aiuto e
del sostegno che abbiamo dato a
questa mamma, conquistando, nel
tempo anche la sua amicizia e il
suo affetto.
Grazie di cuore a tutto il gruppo,
presto saranno presenti come ogni
anno, anche nella casa di Riposo di
via Spalti a portare vari indumenti
e tante altre cose buone.
Curiosità
La mia Arca
Curiosità
veneziane
di Gildo Pilla e Paola P.
4 Novembre 1966:
Venezia in ginocchio
cinta mi portò a casa della nonna che abitava al primo piano alla Bragora vicino alla riva degli Schiavoni così fece anche con mia sorella, un giorno indimenticabile.
Ore 18.00 l’alta marea raggiunge il metro e novantaquattro centimetri.
Avevo otto anni, abitavo in calle San Domenico al
1290 vicino alla via Garibaldi (Castello), un appartamento piano terra
Alle 22,00 del 3 novembre l’acqua iniziò a salire, alle 5 del mattino del 4 novembre la casa era tutta allagata, si attendeva il deflusso, il ritorno dell’acqua
al mare, (sei ore cresce sei ore cala) ma lo scirocco,
un vento caldo, e altri fattori meteorologici causarono un ulteriore aumento del livello del mare.
Mia sorella aveva la febbre e i miei genitori speravano di non dover abbandonare la casa.
Verso le nove del mattino la situazione stava precipitando, mio papà mi fece salire a cavalcioni sulle
sue spalle e con l’acqua che ormai gli arrivava alla
LA TERZA COLONNA A SAN MARCO
In tempi assai remoti, pare che l’acqua del Bacino di
San Marco (a Venezia), si addentrasse assai verso la
base del campanile e il fianco della Basilica: le stesse due colossali Colonne di Marco e Todaro, portate
dall’Oriente nel XII secolo, sorgevano originariamente a poca distanza dall’acqua.
è riferito che, durante lo sbarco, una delle 3 colonne,
precipitata in acqua e sommersasi, non fu più possibile ripescarla: è tradizione anche che i 2 fusti colossali fossero stati eretti nel 1172 da Nicolò Barattieri
costruttore del primo Ponte di Rialto in legno; per
questa sua fatica, egli avrebbe ottenuto la facoltà di
tenere fra le 2 colonne pubblico gioco d’azzardo (di
baratto), altrove proibito, donde il nome a lui derivato
di Barattieri. Fra le 2 colonne si usava anche rizzare il
palco per le esecuzioni capitali.
Ho trascritto direttamente la ricerca dalla guida storico-artistica di Giulio Lorenzetti.
3
Padre Pio
La mia Arca
Padre Pio
Il dito nella piaga
a cura di Speranza Visentin
(3 . . . segue “Il dito nella piaga”)
Presi a frequentare i circoli religiosi, a cercare la compagnia di
sacerdoti, pregai anche davanti ai
tabernacoli delle chiese, ma Dio
rimaneva ostinatamente, disperatamente assente.
Ma c’era veramente quel Dio che invocavo nei momenti di sconforto?
Inoltre ammessa l’esistenza di Dio,
quale religione era la vera fra le
tante esistenti al mondo?
Mi si presentavano due grossi problemi: se c’era veramente un Dio e
se i cattolici erano i veri credenti.
Impresa difficilissima.
Considerando primario l’interesse
al solo problema dell’esistenza di
Dio, mi si presentavano non lievi
difficoltà.
Tra le varie difficoltà mi si aggiungeva la preoccupazione viva di
“conoscere”
Dio troppo tardi, nella vecchiaia, o
di non conoscerlo mai.
Dovevo trovare una soluzione
subito senza ulteriori rallentamenti, poiché non c’era nulla per
me di più bello e più meritorio
dell’amare Dio nel fiore degli anni, in un’età in cui le tendenze si
mescolano con le lusinghe del
mondo per tenerci lontani da Lui.
“O Dio se ci sei fammi luce”
Dovetti attendere diversi anni prima di avere la luce tanto invocata, altri anni di attesa esasperante, di inquietudine e di tormento.
Incominciata a circa quattordici
anni, la mia crisi si risolveva a ven-
tisette, dopo ben tredici anni.
Avvenne la mia redenzione nella
Chiesa Madre di San Giovanni Rotondo.
Non ricordo bene come mi trovai a
passare vicino alla chiesa.
Fu un istante.
Alla vista del tempio di Dio ebbi un
improvviso, irresistibile impulso:
“Va dentro! Cerca un prete!”.
Parve spingermi una voce.
Risposi all’impulso prontamente,
con docilità senza esitare un istante, e mi avviai verso il portale della
chiesa con passo svelto e risoluto,
che esprimeva la mia inflessibile
determinazione di finirla una volta per sempre con una situazione
divenuta assurda e insostenibile.
Fatto veramente strano, perché
il pensiero di dover dire i miei
peccati ad un sacerdote mi aveva
sempre terrorizzato, mi confessai
4
da un prete di passaggio, venuto a
San Giovanni Rotondo per Padre
Pio, preso nella rete come si dice,
dall’arciprete della Chiesa Madre il
cui clero era assottigliato di numero in maniera preoccupante, per la
vecchiaia e la mancanza di nuove
leve sacerdotali.
Il buon ministro di Dio mi accolse con estrema semplicità e con
un sorriso cordiale, ciò valse a
dissipare l’esitazione e il timore
che mi presero al primo momento che lo vidi. Feci una confessione generale alquanto lunga.
Dopo tredici anni!
Avevo dimenticato l’Atto di dolore
e dovetti dirlo, non senza un po’ di
confusione assieme al confessore,
poi la sua mano si levò sul mio capo
e il mio cuore provò il colmo della
gioia quando egli scandì la parole:
“Ego te absolvo a peccatis tui in
nomine Patris et Filii et Spiritus
Sancti”.
Una gioia quale può intendere solamente chi l’ha provata e che Iddio
rifiuta a tutti gli infelici avversari di
questo grande Sacramento, istituito dal cuore infinitamente buono
e misericordioso di Cristo, che si
chiama tribunale della Penitenza.
“ Siete di qui?”.
Mi domandò il sacerdote, risposi
affermativamente, allora il buon
prete esclamò:
“Quale privilegio vivere nel paese
di Padre Pio! Vi basta una passeggiata per vederlo. Perché non andate a trovarlo?”. Questo richiamo mi colpì, perché a Padre Pio,
Padre Pio
specialmente negli ultimi tempi
avevo pensato frequentemente.
Promisi al sacerdote che avrei seguito il consiglio e me ne andai.
Confidai l’accaduto a mia madre,
agli amici, senza nascondere l’intera gioia che ne era seguita, e la
sera non dissi più:
“Signore, se ci sei fammi luce, ma:
Signore ti ringrazio!”.
Sera felice in cui per la prima volta, dopo tanti anni, mi segnavo
con incontenibile commozione
del Segno dei credenti, baciavo il
Crocifisso e, recitando l’Ave Maria, esprimevo tutta la mia confidenza filiale alla Mamma del cielo, per quindi addormentarmi con
una dolcezza infinita nel cuore.
Prima di decidermi di andare da
Padre Pio lasciai trascorrere del
tempo, ero un po’ infastidito delle
cose che lo circondavano, banca-
La mia Arca
relle, santini, statuette e quant’altro, inoltre c’era in me ancora della
prudenza, avevo una sensazione di
biasimo nei confronti nel fanatismo di chi gli andava attorno, avrei
voluto che attorno a lui ci fossero
persone sagge e di buon senso, solo pregavo il buon Dio ogni sera:
“Se Padre Pio è quello che si dice
da tutti, fa’ o Signore che io lo conosca”.
Fui esaudito, dopo una settimana
ero su, al convento, per confessarmi per la prima volta da lui,
sull’inginocchiatoio tarlato.
L’incontro fu molto semplice.
Appena egli mi vide, sorrise.
Con la più amabile ironia, finse di
non conoscermi e mi chiese se ero
di San Giovanni e come mi chiamavo. Glielo dissi mentre egli assentiva col capo, senza smettere di
sorridere. Quell’assenso ripetuto
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col capo me ne fece ricordare un
altro, di diversi anni prima.
In un attimo rividi la sua figura
snella, ritta nel vano della porta,
circondata da un gruppo di giovinetti, fra i quali c’ero anch’io.
Rividi i suoi occhi indugiare vivi e
pensosi, tempo fa sopra di me e mi
parve di udire le mie stesse parole
di allora:
“Padre si spegne, si spegne sempre più”, ed egli che affondava lo
sguardo lontano lontano, forse
all’epoca in cui, dopo un’esperienza dolorosissima di delusioni e di
inganni, sarei venuto a ritrovarlo.
Fui preso come un pesce all’amo.
Un senso misto di entusiasmo, di
venerazione e di affetto mi legò alla persona del Padre fino dal primo giorno.
(Continua...)
Racconto
La mia Arca
PENSIERI DEL MIO IO
Uno spettatore
invisibile
di Graziella Naccari
Non c’è un momento preciso, né
un giorno fissato, l’evento non ti
sarà preannunciato da alcun segno esteriore, nulla di diverso da
tutti i giorni.
Una bella giornata di sole, la gente passeggia distratta, lo studente
seduto sulla panchina che legge, il
bambino che piange, il gatto che
miagola, il cane che abbaia, il vecchio che brontola, il pesco in fiore,
il semaforo verde, le strade polverose. Tutto normale in un giorno
normale…come il cuore mio cessa
di battere!
Lumicini accesi e rose gialle nella
chiesetta del cimitero.
La bara davanti all’altare racchiude il corpo che mi ha ospitato per
tanti anni.
Io, la sua anima immortale su permesso divino, assisto come spettatore invisibile, al mio funerale sul
timpano del tabernacolo
Fuori piove a dirotto. Erano settimane che non si vedeva un filo
d’acqua, ed ora d’improvviso il diluvio: il cielo piange perché presto
salirò io lassù a portare scompiglio!
Arrivano i parenti. Ecco il mio
amato consorte, serio serio, compitamente avanza in testa con il
sacerdote. è vestito di tutto punto.
Chissà quanta fatica gli è costato
mettersi in giacca e cravatta, ma lo
sa che ci tengo…
Gli vado vicino: “Ehi barba… che
serio che sei! Ma non dicevi sempre che morto un papa se ne fa un
altro? Dai non fare così, fammi un
sorriso, ti prego guardami sono
quassù, sì bravo, alza gli occhi
sopra il tabernacolo…Ah già non
mi vedi. Aspetta un secondo, ora
scendo e ti do un pizzicotto… Stupida, non ho più carne e tu non mi
senti. Tanti anni fa mi giurasti: Nel
bene e nel male saremo uniti, neppure la morte ci separerà, e invece
eccomi qui da sola, una bara singola ad una sola piazza. Promesse
da marinaio le tue, mio caro marito”.
In prima fila, inginocchiati sulle
6
panche, famigliari parenti e amici
e conoscenti. Guarda ci sono proprio tutti, anche i curiosi. Così…
curioso anch’io. Mia cognata è vicino ai miei figli, cerca di confortarli, parla e parla, anche in questo
frangente non sa tacere. “Accidenti, taci, rispetta il dolore del prossimo, oggi è il mio giorno, sono io
la prima donna”.
Mio fratello Pietro è triste. “Mi
dispiace caro, non volevo causarti tanto dolore, lo so che mi vuoi
bene, mi fa male vederti così. Comunque non venire tutti i giorni
a portarmi i fiori, continua a vivere la tua vita, mi basteranno due
margheritine di campo, io da lassù
ti sorriderò”.
Già, io parlo, ma nessuno mi sente.
Toh! Guarda chi si vede, la mia
amica Nadia, e piange pure! “Non
fare la scena come il tuo solito,
tanto… non ti crede nessuno”.
E anche voi mie care vicine non
strappatevi i capelli, tanto oggi
pomeriggio vi troverete davanti ad
una tazza di caffè per spettegolare
sul mio funerale”.
In fondo alla chiesa, discosto c’è
un uomo, lo osservo meglio, ma si
è proprio lui il mio ex fidanzato:
“Hai visto? Ho sempre ragione io,
ho fatto bene quella volta a mollarti, adesso saresti vedovo!”.
Il tempo passa e il mio permesso
divino sta per scadere, tra poco
sarò lassù per sempre.
La messa è finita andate in pace!
Lettera di un anziano
La mia Arca
Da padre a figlio
Pochi minuti fa su facebook ho letto una lettera di un
padre al figlio, stupenda! Sarò forse troppo sensibile
ma mi sono commossa per le cose che c'erano scritte.
Beh! ora sapete che faccio? lascio leggerla anche a
voi... forse penserete: "è troppo lunga, che barba”...
io la lascio qui, se avete un po’ di tempo per leggerla non vi costerà nulla, anzi non ve ne pentirete.
a cura di Graziella Naccari
Se un giorno mi vedrai vecchio:
se mi sporco quando mangio e
non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho
trascorso ad insegnartelo. Se
quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri
piccolo dovevo raccontarti ogni
sera la stessa storia finché non ti
addormentavi. Quando non voglio
lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando
dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi
fare il bagno. Quando vedi la mia
ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e
non guardarmi con quel sorrisetto
ironico ho avuto tutta la pazienza
per insegnarti l’abc; quando ad un
certo punto non riesco a ricordare
o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante
non è quello che dico ma il mio
bisogno di essere con te ed averti
li che mi ascolti. Quando le mie
gambe stanche non mi consentono
di tenere il tuo passo non trattarmi
come fossi un peso, vieni verso
di me con le tue mani forti nello
stesso modo con cui io l’ho fatto
con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei
essere morto... non arrabbiarti,
un giorno comprenderai che cosa
mi spinge a dirlo. Cerca di capire
che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che
nonostante i miei errori ho sempre
voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi
un po’ del tuo tempo, dammi un
po’ della tua pazienza, dammi una
spalla su cui poggiare la testa allo
stesso modo in cui io l’ho fatto per
te. Aiutami a camminare, aiutami
a finire i miei giorni con amore e
pazienza in cambio io ti darò un
sorriso e l’immenso amore che ho
sempre avuto per te.
Ti amo figlio mio
Storiella fantascientifica
Una signora di circa quarant’anni ha un attacco di cuore che la porta vicino alla morte.
È in coma e sale in cielo da Dio per chiedergli
se è veramente giunta la sua ora. “No! - le risponde Dio - vivrai sicuramente almeno altri
trenta, quarant’anni”.
Guarisce e appena ha recuperato un po’ le forze, visto che era ancora all’ospedale e approfittando di ciò, decide di farsi fare una revisione generale di chirurgia estetica. Per prima
una leggera liposuzione all’addome, dopo due
settimane si fa stirare le rughe del collo, un
poco di silicone agli zigomi, le rimodellano il
naso, altro silicone alle labbra, via le zampe di
gallina!!! Via le varici e la cellulite alle cosce e
per finire va a farsi fare centoventi sedute di
massaggi ai glutei.
Lei pensa che se ha la prospettiva di vivere ancora tanti anni deve essere almeno stupenda.
Dopo l’ultima operazione viene dimessa
dall’ospedale ma, rincasando, viene investita
proprio da un’ ambulanza che la prende sotto
e così muore miseramente.
Arriva alla presenza del buon Dio che la accoglie amorevolmente. Allora, guardandolo, le
viene spontaneo di rivolgergli una domanda:
“Ma come? non mi avevi detto che sarei vissuta ancora molto, più di quarant’anni?”.
“Si, è vero - le risponde Dio - ma ti giuro che
non ti avevo riconosciuta!!!!!!!!!!!!!”.
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Movimento per la vita
La mia Arca
Movimento per la Vita di Venezia-Mestre - via Altobello n. 7/B - 30172 Mestre (VE) - Tel. 041.984.656
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La mia Arca
Cucina
Ricette di cucina
Tortiera
da gas
a cura di Gabriella Tacchia
Vorrei segnalarvi
una novità:
LA TORTIERA DA GAS.
Con questa nuova tortiera
potrete confezionare
delle ciambelle buonissime
ed economiche
perché cuoceranno
sulla fiamma del gas
e non in forno.
La potete trovare in vendita
anche al mercato
e non costa un patrimonio.
Ciambella n° 1
Ingredienti:
Ingredienti:
- Due uova
- Gr. 150 di zucchero
- Gr.100 di burro sciolto
- Aggiungere una tazza di caffè
- Un bicchiere di latte
- Un pizzico di sale
- Gr. 300 di farina di frumento
- Una bustina di lievito.
- Gr. 300 fecola di patate
- Gr. 150 di zucchero
- 4 uova
- Una bustina di lievito,
- Un cucchiaio di farina.
Istruzioni per l’uso:
Istruzioni per l’uso:
Sbattere bene le uova con lo zucchero, il burro, il caffè, il latte,il
sale, farina e lievito. Lavorare
bene l’impasto, mettere il tutto
nella tortiera imburrata e porla
sul fuoco molto lento per 45 minuti.
Ricetta molto semplice da preparare per una merenda genuina da offrire ai bambini. Si può
eliminare il caffè ed aggiungere
un po’ di latte.
Detti e aforismi
La stupidità deriva dall’avere
una risposta per ogni cosa. La
saggezza deriva invece dall’avere una domanda per ogni cosa.
Milan Kundera
La vera misura di un uomo si
vede dal modo in cui tratta
qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in
cambio.
Samuel Johnson
Ciambella n° 2
Mettere in una terrina zucchero
e rosso d’uova mescolandoli per
qualche minuto. Sbattere a neve
le chiare d’uova che aggiungerete
lentamente al rosso sbattuto.
Amalgamate lentamente fecola
e farina. Imburrate la tortiera,
versate tutto nella teglia e
mettete a fuoco bassissimo
per 20 minuti circa. Lasciatela
raffreddare prima di toglierla.
Non ti dar pensiero della bruttezza
o bellezza fisica.
Ti basti la bellezza dell’anima.
Padre Pio
La donna che è tanto intelligente da chiedere consigli ad
un uomo non è mai tanto stupida da seguirli.
Sii umile di cuore, grave nelle parole, prudente nelle tue risoluzioni.
Padre Pio
I veri amici vedono i tuoi errori
e ti avvertono: i falsi amici vedeno allo stesso modo i tuoi errori e li fanno notare agli altri.
L’uomo è il capo della famiglia, ma
la donna è il collo che muove il capo dove vuole.
Proverbio cinese
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Esistono persone istruite e intelligenti, ma non tutte le persone istruite sono intelligenti.
Pensieri in libertà
La mia Arca
Moda e bellezza:
perché no?
di Margherita Rossi
Moda e bellezza. Questa volta mi
occupo di questo. Sì!... e che cosa
scrivo? è già difficile scrivere, a
parte la lista della spesa. Quella
sì che mi viene facile. Ma di moda
e bellezza non ho mai scritto anche se sono “argomenti” che mi
interessano e parecchio. Ci proverò, in fin dei conti mi è capitato
tante volte di non sapere neanche
da che parte cominciare eppure
ci ho provato, mi sono “buttata”.
Anche questa volta come tante
altre, non solo per quanto riguarda la scrittura, ce la metto tutta
e vado avanti per la mia strada.
Senza preoccuparmi d’altro che
di scrivere corretto e comprensibile. Parlerò di BB cream. Era da
tempo che sentivo parlare di questa crema e non sapevo che cosa
volesse dire quel “BB”. Con tutte
le difficoltà che ci sono nella vita…
era dura continuare a vivere senza
saperlo! Comunque, meno ironia,
un giorno compero una rivista e
trovo la risposta al dilemma: BB
sta per blemish balm, vale a dire
una crema per il viso che corregge
le imperfezioni della pelle, non un
semplice fondotinta che andrebbe
steso dopo la crema idratante, ma
un prodotto che dona un colorito
uniforme e che idrata e protegge la pelle donandole luminosità. Tutto in un solo gesto! Non è
sorprendente? La BB cream è la
novità di quest’anno, la si trova in
due tonalità: più chiara e più scura per adattarsi meglio al colorito
di ognuna di noi e si può acqui-
stare al supermercato o in farmacia o in profumeria per adattarsi
meglio alle possibilità di ognuna
di noi.
è soltanto una crema per il viso,
stiamo vivendo un tempo in cui
molti non possono permettersi
neanche quella del supermercato, ma non ha importanza, non è
certo la BB cream che ci cambia
la vita, adesso però sappiamo che
cos’è e ogni tanto un po’ di leggerezza fa bene.
A tutti coloro che cercano di conciliare con passione
il desiderio della felicità e il senso del dovere
e sanno che le sole cose che contano
sono quelle che non possono essere contate.
E la moda? È un settore che ha
fatturati da capogiro e non conosce crisi, beati quelli che ci lavorano! Non so se a qualcuno è mai
capitato di vedere come si svolge il lavoro in un atélier dell’alta
moda in preparazione alle sfilate.
è incredibile! Tutto viene tagliato
e cucito a mano e le sarte hanno
davvero le “mani di fata” e quasi
sempre a poche ore dalla sfilata
c’è da rifare o da sistemare e correggere qualcosa, potete immaginare che cosa significhi…eppure
tutto arriva in passerella perfetto.
Sono profondamente ammirata
dal lavoro dietro le quinte, non si
conoscono i nomi delle sarte né i
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loro volti eppure fanno cose stupende, c’è un lavoro di altissimo
livello e questo va riconosciuto.
Come sempre nel mondo della
moda c’è un po’ di tutto: un ritorno dell’oro sia negli abiti che negli
accessori, senza esagerare, c’è il
total black (tutto nero) e i colori
“bon ton” cioè i toni pastello o
quelli più accesi delle caramelle.
Non vedremo gli abiti delle sfilate nella nostra piccola Mestre ma
vedremo le tendenze che vengono
dalla moda adattate alle esigenze
di chi vive una vita normale, fatta
di lavoro, chi ce l’ha, casa, spesa
e impegni vari. C’è un ritorno del
cappotto, anche se ho il sospetto che per molte non se ne fosse
mai andato, in tutte le fogge: linea
chic, linea militare, a quadri, in
tinta unita e montgomery rivisitato e reso più femminile dai colori
e dalle fantasie dei tessuti. Insomma ce n’è per accontentare tutte le
taglie, le forme e le tasche.
Sempre che ci sia rimasto qualcosa.
Pensieri in libertà
La mia Arca
Il Patriarca
in duomo
a Mestre
di Margherita Rossi
Al centro Cristo.
è questo il messaggio che viene dal Sinodo dei Vescovi su “La
nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede” al quale ha
partecipato come Padre Sinodale
il nostro Patriarca Moraglia.
Al Sinodo erano presenti Vescovi
di tutti i paesi del mondo rappresentanti una pluriformità di lingue
e culture diverse da cui è emersa
l’unità: tutti per dire Gesù Cristo.
L’impressione del nostro Patriarca
è stata quella di “una cattolicità in
atto” cioè la nostra Chiesa in movimento per aiutarci a riscoprire la
nostra fede, a rinnovarla se necessario. Come? Guardando a Gesù
Cristo e riscoprendo le nostre radici, appunto ponendo al centro
Gesù Cristo.
Viviamo un tempo in cui pare che
molti uomini e molte donne vivano in superficie, un tempo in cui
questi uomini e queste donne si
muovono come monadi impazzi-
te alla ricerca del soddisfacimento di bisogni che solo in minima
parte sono essenziali ma per la
gran parte sono indotti, monadi
che entrano in contatto tra loro
per soddisfare le proprie esigenze
senza riuscire a creare relazioni
vere e durature ma soltanto vaghi,
momentanei e superficiali contatti che lasciano l’Uomo solo con se
stesso e con le proprie domande.
Se ancora se le pone.
Come può il cristiano, la comunità cristiana risvegliare almeno la
domanda su se stesso all’Uomo di
oggi? Come può il cristiano, la comunità cristiana portare l’Uomo di
questo tempo a incontrare Cristo?
Fede. Quella fede grazie alla quale
il cristiano, la comunità cristiana
“testimonia Qualcuno” e non cade
nell’errore di voler “convincere su
qualcosa”. Il cristiano, la comunità cristiana che ha fede diventa un
contemporaneo pozzo di Sichar al
quale l’Uomo di oggi può dissetar-
PER SORRIDERE
11
si di quell’acqua che è Gesù Cristo.
Il Patriarca ha poi posto una domanda che dovrebbe interrogarci
tutti, questa :”Un non credente è
interpellato nella sua incredulità
se incontra una nostra comunità?”
E poi ci ha spiegato che una comunità che ha incontrato Cristo è una
comunità evangelizzata e soltanto
dopo può evangelizzare cioè dire
Cristo agli uomini e alle donne, in
questo modo è anche una comunità accogliente dove accoglienza
diventa saper parlare ai problemi
e ai bisogni della gente.
Infine, a chi è rivolta la Nuova
Evangelizzazione? E’ rivolta a chi
ha perso il contatto con la fede, a
chi non conosce Gesù Cristo, nuova evangelizzazione è “riproporre
il Vangelo di sempre nelle agorà,
negli scenari, nelle situazioni del
nostro tempo. Quell’unica Parola
di Dio da dire oggi in modo chiaro, convinto perché tutti capiscano
Gesù Cristo.”
Notizie Utili
La mia Arca
POMERIGGIO DANZANTE
A gonfie vele
a cura di Annamaria Nardo
A gonfie vele il pranzo
e il pomeriggio danzante
di domenica 18 novembre.
La gioia è stata
il filo conduttore
della giornata.
A renderla ancor più viva e
“piena di speranza”
le coppie
che hanno frequentato
“il corso fidanzati”
e che sposati da 5 mesi,
si sono offerti
per il servizio ai tavoli.
a loro il nostro
grande grazie.
E ... alla prossima!!!
L’orchestra “Gli Dei”
del gruppo Auser
di Montesori
con: Bitente Aldo,
Penzo Sergio,
Bastianello Alberto,
Megrin Ermanno
ha allietato le danze.
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