La mia Arca La mia Arca Mensile della parrocchia Beata Vergine Addolorata N° 2 - Novembre 2012 Cercasi Sponsor o Benefattori!!! Siamo arrivati al secondo numero del giornalino La Mia Arca. Perché possa continuare ad essere pubblicato, noi dello staff “le maranteghe” cerchiamo sponsor. è presuntuoso dirlo, ma ci piacerebbe aggiungere qualche pagina o magari fare la copertina a colori. Noi siamo a vostra disposizione tutti i giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 17.00 in sala computer della Parrocchia, o tramite e-mail [email protected]. Ci divertiamo a pubblicare sul giornalino un po’ di tutto, dalle ricette di cucina, all’arte, a qualche fiaba per i più piccinie a notizie della parrocchia ecc… Se volete aiutarci a realizzare tutto questo, noi ve ne saremo molto grate così il giornalino potrà continuare ad essere pubblicato una volta al mese. Per contattarci: Gildo tel. 3335024269 Ringraziamo anticipatamente chi ci aiuterà a portare avanti questa iniziativa. GIOVANI PER LA FESTA DELLA SALUTE ASSIEME AL PATRIARCA Il gruppo dei giovani il 20 Novembre si è recato assieme al Patriarca Francesco in processione alla Madonna della Salute, un incontro che ormai è tappa fissa che anche il nuovo Patriarca a voluto mantenere. Notizie utili sulla parrocchia Racconti vari “Uno spettatore invisibile”, “Da padre a figlio” Moda e bellezza perché no? pagine 2 pagine 6 e 7 pagina 10 Il dito nella piaga Iniziativa europea pro-life Il Patriarca in Duomo a Mestre pagina 4 pagina 8 pagina 11 Curiosità veneziane Tortiera da gas per ciambelle Pomeriggio danzante “A gonfie vele” pagine 3 pagina 9 pagina 12 1 Notizie Utili La mia Arca 27 MAGGIO - PENTECOSTE Festa dei lustri di matrimonio a cura di Annamaria Nardo Nella 4a domenica di Pentecoste nel mese di Maggio, durante la S. Messa delle ore 11, sono stati festeggiati i lustri. Erano presenti alcune coppie del gruppo fidanzati, altre coppie che festeggiavano chi 10, chi 25, altri ancora, e direi con molto piacere, 50 anni, ma non li dimostrano. La presenza e le testimonianze di queste persone sono fondamentali per questi giovani che si stanno preparando a compiere un sacramento così importante come il matrimonio. Dopo la Santa Messa tutte le persone sono state invitate a condividere assieme al parroco, il pranzo nel salone San Giuseppe. In conclusione della bella giornata come ringraziamento il signor Ambrosetto ha recitato una sua personale poesia. Dedica agli sposi che il 27 maggio hanno festeggiano i lustri LA MIA ARCA IL BUON SAMARITANO Mensile della Parrocchia Beata Vergine Addolorata Collaborano in redazione: - Barban Luigino - Bognolo Roberto - Naccari Graziella - Nardo Annamaria - Rossi Margherita - Tacchia Gabriella - Visentin Speranza Sito web: - Pilla Ermenegildo - www.lamiaarca.it - [email protected] In questo giorno, allegro e gioioso, con la grazia dello Spirito Santo, siamo qui riuniti con l’animo armonioso, innalziamo a Lui il nostro lieto canto. Il giorno in cui il Creatore ci ha riuniti per formare una famiglia nuova con la Sua grazia ci ha custoditi, la forza in Lui il nostro cuor ritrova. Ci troviamo ancor oggi in armonia con grande gioia per la Sua venuta in un soave “Agape” in allegria con inni e canti, il Suo amor ci aiuta. Procediamo con gioia a operare svolgendo la soave, sacra funzione insegnando ai figli e nipoti a pregare con viva fede e santa intenzione. è bello stare insieme con amore in questo ambiente parrocchiale per festeggiare i lustri con fervore: la gioiosa lode in alto sale. E sia ogni giorno nel nostro cuor letizia, per il tempo che ci dona il Salvatore, viviamo sempre con amore e grazia, sorretti dall’aiuto del Signore Angelo Ambrosetto Operare con amore Nella nostra parrocchia ci sono gruppi di persone che si occupano ad aiutare i più bisognosi, tra questi esiste da molti anni il Buon Samaritano, si tratta di un gruppo di signore che si incontrano ogni martedì dalle ore 16 alle 18, accolgono e ascoltano con tanto amore in modo particolare gli extracomunitari, distribuiscono generi alimentari, vestiario e quando arrivano alcuni con dei bambini regalano anche dei giocattoli. Il servizio volontario di queste silenziose amiche è lodevole. Hanno 2 voluto raccontarci di una recente gradita visita. Oggi è venuta una signora, originaria del Marocco per farci conoscere la sua ultima nata di pochi giorni, una graziosa bambina. Questa visita è stata per noi gratificante: ci ha ricompensato dell’aiuto e del sostegno che abbiamo dato a questa mamma, conquistando, nel tempo anche la sua amicizia e il suo affetto. Grazie di cuore a tutto il gruppo, presto saranno presenti come ogni anno, anche nella casa di Riposo di via Spalti a portare vari indumenti e tante altre cose buone. Curiosità La mia Arca Curiosità veneziane di Gildo Pilla e Paola P. 4 Novembre 1966: Venezia in ginocchio cinta mi portò a casa della nonna che abitava al primo piano alla Bragora vicino alla riva degli Schiavoni così fece anche con mia sorella, un giorno indimenticabile. Ore 18.00 l’alta marea raggiunge il metro e novantaquattro centimetri. Avevo otto anni, abitavo in calle San Domenico al 1290 vicino alla via Garibaldi (Castello), un appartamento piano terra Alle 22,00 del 3 novembre l’acqua iniziò a salire, alle 5 del mattino del 4 novembre la casa era tutta allagata, si attendeva il deflusso, il ritorno dell’acqua al mare, (sei ore cresce sei ore cala) ma lo scirocco, un vento caldo, e altri fattori meteorologici causarono un ulteriore aumento del livello del mare. Mia sorella aveva la febbre e i miei genitori speravano di non dover abbandonare la casa. Verso le nove del mattino la situazione stava precipitando, mio papà mi fece salire a cavalcioni sulle sue spalle e con l’acqua che ormai gli arrivava alla LA TERZA COLONNA A SAN MARCO In tempi assai remoti, pare che l’acqua del Bacino di San Marco (a Venezia), si addentrasse assai verso la base del campanile e il fianco della Basilica: le stesse due colossali Colonne di Marco e Todaro, portate dall’Oriente nel XII secolo, sorgevano originariamente a poca distanza dall’acqua. è riferito che, durante lo sbarco, una delle 3 colonne, precipitata in acqua e sommersasi, non fu più possibile ripescarla: è tradizione anche che i 2 fusti colossali fossero stati eretti nel 1172 da Nicolò Barattieri costruttore del primo Ponte di Rialto in legno; per questa sua fatica, egli avrebbe ottenuto la facoltà di tenere fra le 2 colonne pubblico gioco d’azzardo (di baratto), altrove proibito, donde il nome a lui derivato di Barattieri. Fra le 2 colonne si usava anche rizzare il palco per le esecuzioni capitali. Ho trascritto direttamente la ricerca dalla guida storico-artistica di Giulio Lorenzetti. 3 Padre Pio La mia Arca Padre Pio Il dito nella piaga a cura di Speranza Visentin (3 . . . segue “Il dito nella piaga”) Presi a frequentare i circoli religiosi, a cercare la compagnia di sacerdoti, pregai anche davanti ai tabernacoli delle chiese, ma Dio rimaneva ostinatamente, disperatamente assente. Ma c’era veramente quel Dio che invocavo nei momenti di sconforto? Inoltre ammessa l’esistenza di Dio, quale religione era la vera fra le tante esistenti al mondo? Mi si presentavano due grossi problemi: se c’era veramente un Dio e se i cattolici erano i veri credenti. Impresa difficilissima. Considerando primario l’interesse al solo problema dell’esistenza di Dio, mi si presentavano non lievi difficoltà. Tra le varie difficoltà mi si aggiungeva la preoccupazione viva di “conoscere” Dio troppo tardi, nella vecchiaia, o di non conoscerlo mai. Dovevo trovare una soluzione subito senza ulteriori rallentamenti, poiché non c’era nulla per me di più bello e più meritorio dell’amare Dio nel fiore degli anni, in un’età in cui le tendenze si mescolano con le lusinghe del mondo per tenerci lontani da Lui. “O Dio se ci sei fammi luce” Dovetti attendere diversi anni prima di avere la luce tanto invocata, altri anni di attesa esasperante, di inquietudine e di tormento. Incominciata a circa quattordici anni, la mia crisi si risolveva a ven- tisette, dopo ben tredici anni. Avvenne la mia redenzione nella Chiesa Madre di San Giovanni Rotondo. Non ricordo bene come mi trovai a passare vicino alla chiesa. Fu un istante. Alla vista del tempio di Dio ebbi un improvviso, irresistibile impulso: “Va dentro! Cerca un prete!”. Parve spingermi una voce. Risposi all’impulso prontamente, con docilità senza esitare un istante, e mi avviai verso il portale della chiesa con passo svelto e risoluto, che esprimeva la mia inflessibile determinazione di finirla una volta per sempre con una situazione divenuta assurda e insostenibile. Fatto veramente strano, perché il pensiero di dover dire i miei peccati ad un sacerdote mi aveva sempre terrorizzato, mi confessai 4 da un prete di passaggio, venuto a San Giovanni Rotondo per Padre Pio, preso nella rete come si dice, dall’arciprete della Chiesa Madre il cui clero era assottigliato di numero in maniera preoccupante, per la vecchiaia e la mancanza di nuove leve sacerdotali. Il buon ministro di Dio mi accolse con estrema semplicità e con un sorriso cordiale, ciò valse a dissipare l’esitazione e il timore che mi presero al primo momento che lo vidi. Feci una confessione generale alquanto lunga. Dopo tredici anni! Avevo dimenticato l’Atto di dolore e dovetti dirlo, non senza un po’ di confusione assieme al confessore, poi la sua mano si levò sul mio capo e il mio cuore provò il colmo della gioia quando egli scandì la parole: “Ego te absolvo a peccatis tui in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti”. Una gioia quale può intendere solamente chi l’ha provata e che Iddio rifiuta a tutti gli infelici avversari di questo grande Sacramento, istituito dal cuore infinitamente buono e misericordioso di Cristo, che si chiama tribunale della Penitenza. “ Siete di qui?”. Mi domandò il sacerdote, risposi affermativamente, allora il buon prete esclamò: “Quale privilegio vivere nel paese di Padre Pio! Vi basta una passeggiata per vederlo. Perché non andate a trovarlo?”. Questo richiamo mi colpì, perché a Padre Pio, Padre Pio specialmente negli ultimi tempi avevo pensato frequentemente. Promisi al sacerdote che avrei seguito il consiglio e me ne andai. Confidai l’accaduto a mia madre, agli amici, senza nascondere l’intera gioia che ne era seguita, e la sera non dissi più: “Signore, se ci sei fammi luce, ma: Signore ti ringrazio!”. Sera felice in cui per la prima volta, dopo tanti anni, mi segnavo con incontenibile commozione del Segno dei credenti, baciavo il Crocifisso e, recitando l’Ave Maria, esprimevo tutta la mia confidenza filiale alla Mamma del cielo, per quindi addormentarmi con una dolcezza infinita nel cuore. Prima di decidermi di andare da Padre Pio lasciai trascorrere del tempo, ero un po’ infastidito delle cose che lo circondavano, banca- La mia Arca relle, santini, statuette e quant’altro, inoltre c’era in me ancora della prudenza, avevo una sensazione di biasimo nei confronti nel fanatismo di chi gli andava attorno, avrei voluto che attorno a lui ci fossero persone sagge e di buon senso, solo pregavo il buon Dio ogni sera: “Se Padre Pio è quello che si dice da tutti, fa’ o Signore che io lo conosca”. Fui esaudito, dopo una settimana ero su, al convento, per confessarmi per la prima volta da lui, sull’inginocchiatoio tarlato. L’incontro fu molto semplice. Appena egli mi vide, sorrise. Con la più amabile ironia, finse di non conoscermi e mi chiese se ero di San Giovanni e come mi chiamavo. Glielo dissi mentre egli assentiva col capo, senza smettere di sorridere. Quell’assenso ripetuto 5 col capo me ne fece ricordare un altro, di diversi anni prima. In un attimo rividi la sua figura snella, ritta nel vano della porta, circondata da un gruppo di giovinetti, fra i quali c’ero anch’io. Rividi i suoi occhi indugiare vivi e pensosi, tempo fa sopra di me e mi parve di udire le mie stesse parole di allora: “Padre si spegne, si spegne sempre più”, ed egli che affondava lo sguardo lontano lontano, forse all’epoca in cui, dopo un’esperienza dolorosissima di delusioni e di inganni, sarei venuto a ritrovarlo. Fui preso come un pesce all’amo. Un senso misto di entusiasmo, di venerazione e di affetto mi legò alla persona del Padre fino dal primo giorno. (Continua...) Racconto La mia Arca PENSIERI DEL MIO IO Uno spettatore invisibile di Graziella Naccari Non c’è un momento preciso, né un giorno fissato, l’evento non ti sarà preannunciato da alcun segno esteriore, nulla di diverso da tutti i giorni. Una bella giornata di sole, la gente passeggia distratta, lo studente seduto sulla panchina che legge, il bambino che piange, il gatto che miagola, il cane che abbaia, il vecchio che brontola, il pesco in fiore, il semaforo verde, le strade polverose. Tutto normale in un giorno normale…come il cuore mio cessa di battere! Lumicini accesi e rose gialle nella chiesetta del cimitero. La bara davanti all’altare racchiude il corpo che mi ha ospitato per tanti anni. Io, la sua anima immortale su permesso divino, assisto come spettatore invisibile, al mio funerale sul timpano del tabernacolo Fuori piove a dirotto. Erano settimane che non si vedeva un filo d’acqua, ed ora d’improvviso il diluvio: il cielo piange perché presto salirò io lassù a portare scompiglio! Arrivano i parenti. Ecco il mio amato consorte, serio serio, compitamente avanza in testa con il sacerdote. è vestito di tutto punto. Chissà quanta fatica gli è costato mettersi in giacca e cravatta, ma lo sa che ci tengo… Gli vado vicino: “Ehi barba… che serio che sei! Ma non dicevi sempre che morto un papa se ne fa un altro? Dai non fare così, fammi un sorriso, ti prego guardami sono quassù, sì bravo, alza gli occhi sopra il tabernacolo…Ah già non mi vedi. Aspetta un secondo, ora scendo e ti do un pizzicotto… Stupida, non ho più carne e tu non mi senti. Tanti anni fa mi giurasti: Nel bene e nel male saremo uniti, neppure la morte ci separerà, e invece eccomi qui da sola, una bara singola ad una sola piazza. Promesse da marinaio le tue, mio caro marito”. In prima fila, inginocchiati sulle 6 panche, famigliari parenti e amici e conoscenti. Guarda ci sono proprio tutti, anche i curiosi. Così… curioso anch’io. Mia cognata è vicino ai miei figli, cerca di confortarli, parla e parla, anche in questo frangente non sa tacere. “Accidenti, taci, rispetta il dolore del prossimo, oggi è il mio giorno, sono io la prima donna”. Mio fratello Pietro è triste. “Mi dispiace caro, non volevo causarti tanto dolore, lo so che mi vuoi bene, mi fa male vederti così. Comunque non venire tutti i giorni a portarmi i fiori, continua a vivere la tua vita, mi basteranno due margheritine di campo, io da lassù ti sorriderò”. Già, io parlo, ma nessuno mi sente. Toh! Guarda chi si vede, la mia amica Nadia, e piange pure! “Non fare la scena come il tuo solito, tanto… non ti crede nessuno”. E anche voi mie care vicine non strappatevi i capelli, tanto oggi pomeriggio vi troverete davanti ad una tazza di caffè per spettegolare sul mio funerale”. In fondo alla chiesa, discosto c’è un uomo, lo osservo meglio, ma si è proprio lui il mio ex fidanzato: “Hai visto? Ho sempre ragione io, ho fatto bene quella volta a mollarti, adesso saresti vedovo!”. Il tempo passa e il mio permesso divino sta per scadere, tra poco sarò lassù per sempre. La messa è finita andate in pace! Lettera di un anziano La mia Arca Da padre a figlio Pochi minuti fa su facebook ho letto una lettera di un padre al figlio, stupenda! Sarò forse troppo sensibile ma mi sono commossa per le cose che c'erano scritte. Beh! ora sapete che faccio? lascio leggerla anche a voi... forse penserete: "è troppo lunga, che barba”... io la lascio qui, se avete un po’ di tempo per leggerla non vi costerà nulla, anzi non ve ne pentirete. a cura di Graziella Naccari Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio Storiella fantascientifica Una signora di circa quarant’anni ha un attacco di cuore che la porta vicino alla morte. È in coma e sale in cielo da Dio per chiedergli se è veramente giunta la sua ora. “No! - le risponde Dio - vivrai sicuramente almeno altri trenta, quarant’anni”. Guarisce e appena ha recuperato un po’ le forze, visto che era ancora all’ospedale e approfittando di ciò, decide di farsi fare una revisione generale di chirurgia estetica. Per prima una leggera liposuzione all’addome, dopo due settimane si fa stirare le rughe del collo, un poco di silicone agli zigomi, le rimodellano il naso, altro silicone alle labbra, via le zampe di gallina!!! Via le varici e la cellulite alle cosce e per finire va a farsi fare centoventi sedute di massaggi ai glutei. Lei pensa che se ha la prospettiva di vivere ancora tanti anni deve essere almeno stupenda. Dopo l’ultima operazione viene dimessa dall’ospedale ma, rincasando, viene investita proprio da un’ ambulanza che la prende sotto e così muore miseramente. Arriva alla presenza del buon Dio che la accoglie amorevolmente. Allora, guardandolo, le viene spontaneo di rivolgergli una domanda: “Ma come? non mi avevi detto che sarei vissuta ancora molto, più di quarant’anni?”. “Si, è vero - le risponde Dio - ma ti giuro che non ti avevo riconosciuta!!!!!!!!!!!!!”. 7 Movimento per la vita La mia Arca Movimento per la Vita di Venezia-Mestre - via Altobello n. 7/B - 30172 Mestre (VE) - Tel. 041.984.656 8 La mia Arca Cucina Ricette di cucina Tortiera da gas a cura di Gabriella Tacchia Vorrei segnalarvi una novità: LA TORTIERA DA GAS. Con questa nuova tortiera potrete confezionare delle ciambelle buonissime ed economiche perché cuoceranno sulla fiamma del gas e non in forno. La potete trovare in vendita anche al mercato e non costa un patrimonio. Ciambella n° 1 Ingredienti: Ingredienti: - Due uova - Gr. 150 di zucchero - Gr.100 di burro sciolto - Aggiungere una tazza di caffè - Un bicchiere di latte - Un pizzico di sale - Gr. 300 di farina di frumento - Una bustina di lievito. - Gr. 300 fecola di patate - Gr. 150 di zucchero - 4 uova - Una bustina di lievito, - Un cucchiaio di farina. Istruzioni per l’uso: Istruzioni per l’uso: Sbattere bene le uova con lo zucchero, il burro, il caffè, il latte,il sale, farina e lievito. Lavorare bene l’impasto, mettere il tutto nella tortiera imburrata e porla sul fuoco molto lento per 45 minuti. Ricetta molto semplice da preparare per una merenda genuina da offrire ai bambini. Si può eliminare il caffè ed aggiungere un po’ di latte. Detti e aforismi La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva invece dall’avere una domanda per ogni cosa. Milan Kundera La vera misura di un uomo si vede dal modo in cui tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio. Samuel Johnson Ciambella n° 2 Mettere in una terrina zucchero e rosso d’uova mescolandoli per qualche minuto. Sbattere a neve le chiare d’uova che aggiungerete lentamente al rosso sbattuto. Amalgamate lentamente fecola e farina. Imburrate la tortiera, versate tutto nella teglia e mettete a fuoco bassissimo per 20 minuti circa. Lasciatela raffreddare prima di toglierla. Non ti dar pensiero della bruttezza o bellezza fisica. Ti basti la bellezza dell’anima. Padre Pio La donna che è tanto intelligente da chiedere consigli ad un uomo non è mai tanto stupida da seguirli. Sii umile di cuore, grave nelle parole, prudente nelle tue risoluzioni. Padre Pio I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono: i falsi amici vedeno allo stesso modo i tuoi errori e li fanno notare agli altri. L’uomo è il capo della famiglia, ma la donna è il collo che muove il capo dove vuole. Proverbio cinese 9 Esistono persone istruite e intelligenti, ma non tutte le persone istruite sono intelligenti. Pensieri in libertà La mia Arca Moda e bellezza: perché no? di Margherita Rossi Moda e bellezza. Questa volta mi occupo di questo. Sì!... e che cosa scrivo? è già difficile scrivere, a parte la lista della spesa. Quella sì che mi viene facile. Ma di moda e bellezza non ho mai scritto anche se sono “argomenti” che mi interessano e parecchio. Ci proverò, in fin dei conti mi è capitato tante volte di non sapere neanche da che parte cominciare eppure ci ho provato, mi sono “buttata”. Anche questa volta come tante altre, non solo per quanto riguarda la scrittura, ce la metto tutta e vado avanti per la mia strada. Senza preoccuparmi d’altro che di scrivere corretto e comprensibile. Parlerò di BB cream. Era da tempo che sentivo parlare di questa crema e non sapevo che cosa volesse dire quel “BB”. Con tutte le difficoltà che ci sono nella vita… era dura continuare a vivere senza saperlo! Comunque, meno ironia, un giorno compero una rivista e trovo la risposta al dilemma: BB sta per blemish balm, vale a dire una crema per il viso che corregge le imperfezioni della pelle, non un semplice fondotinta che andrebbe steso dopo la crema idratante, ma un prodotto che dona un colorito uniforme e che idrata e protegge la pelle donandole luminosità. Tutto in un solo gesto! Non è sorprendente? La BB cream è la novità di quest’anno, la si trova in due tonalità: più chiara e più scura per adattarsi meglio al colorito di ognuna di noi e si può acqui- stare al supermercato o in farmacia o in profumeria per adattarsi meglio alle possibilità di ognuna di noi. è soltanto una crema per il viso, stiamo vivendo un tempo in cui molti non possono permettersi neanche quella del supermercato, ma non ha importanza, non è certo la BB cream che ci cambia la vita, adesso però sappiamo che cos’è e ogni tanto un po’ di leggerezza fa bene. A tutti coloro che cercano di conciliare con passione il desiderio della felicità e il senso del dovere e sanno che le sole cose che contano sono quelle che non possono essere contate. E la moda? È un settore che ha fatturati da capogiro e non conosce crisi, beati quelli che ci lavorano! Non so se a qualcuno è mai capitato di vedere come si svolge il lavoro in un atélier dell’alta moda in preparazione alle sfilate. è incredibile! Tutto viene tagliato e cucito a mano e le sarte hanno davvero le “mani di fata” e quasi sempre a poche ore dalla sfilata c’è da rifare o da sistemare e correggere qualcosa, potete immaginare che cosa significhi…eppure tutto arriva in passerella perfetto. Sono profondamente ammirata dal lavoro dietro le quinte, non si conoscono i nomi delle sarte né i 10 loro volti eppure fanno cose stupende, c’è un lavoro di altissimo livello e questo va riconosciuto. Come sempre nel mondo della moda c’è un po’ di tutto: un ritorno dell’oro sia negli abiti che negli accessori, senza esagerare, c’è il total black (tutto nero) e i colori “bon ton” cioè i toni pastello o quelli più accesi delle caramelle. Non vedremo gli abiti delle sfilate nella nostra piccola Mestre ma vedremo le tendenze che vengono dalla moda adattate alle esigenze di chi vive una vita normale, fatta di lavoro, chi ce l’ha, casa, spesa e impegni vari. C’è un ritorno del cappotto, anche se ho il sospetto che per molte non se ne fosse mai andato, in tutte le fogge: linea chic, linea militare, a quadri, in tinta unita e montgomery rivisitato e reso più femminile dai colori e dalle fantasie dei tessuti. Insomma ce n’è per accontentare tutte le taglie, le forme e le tasche. Sempre che ci sia rimasto qualcosa. Pensieri in libertà La mia Arca Il Patriarca in duomo a Mestre di Margherita Rossi Al centro Cristo. è questo il messaggio che viene dal Sinodo dei Vescovi su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede” al quale ha partecipato come Padre Sinodale il nostro Patriarca Moraglia. Al Sinodo erano presenti Vescovi di tutti i paesi del mondo rappresentanti una pluriformità di lingue e culture diverse da cui è emersa l’unità: tutti per dire Gesù Cristo. L’impressione del nostro Patriarca è stata quella di “una cattolicità in atto” cioè la nostra Chiesa in movimento per aiutarci a riscoprire la nostra fede, a rinnovarla se necessario. Come? Guardando a Gesù Cristo e riscoprendo le nostre radici, appunto ponendo al centro Gesù Cristo. Viviamo un tempo in cui pare che molti uomini e molte donne vivano in superficie, un tempo in cui questi uomini e queste donne si muovono come monadi impazzi- te alla ricerca del soddisfacimento di bisogni che solo in minima parte sono essenziali ma per la gran parte sono indotti, monadi che entrano in contatto tra loro per soddisfare le proprie esigenze senza riuscire a creare relazioni vere e durature ma soltanto vaghi, momentanei e superficiali contatti che lasciano l’Uomo solo con se stesso e con le proprie domande. Se ancora se le pone. Come può il cristiano, la comunità cristiana risvegliare almeno la domanda su se stesso all’Uomo di oggi? Come può il cristiano, la comunità cristiana portare l’Uomo di questo tempo a incontrare Cristo? Fede. Quella fede grazie alla quale il cristiano, la comunità cristiana “testimonia Qualcuno” e non cade nell’errore di voler “convincere su qualcosa”. Il cristiano, la comunità cristiana che ha fede diventa un contemporaneo pozzo di Sichar al quale l’Uomo di oggi può dissetar- PER SORRIDERE 11 si di quell’acqua che è Gesù Cristo. Il Patriarca ha poi posto una domanda che dovrebbe interrogarci tutti, questa :”Un non credente è interpellato nella sua incredulità se incontra una nostra comunità?” E poi ci ha spiegato che una comunità che ha incontrato Cristo è una comunità evangelizzata e soltanto dopo può evangelizzare cioè dire Cristo agli uomini e alle donne, in questo modo è anche una comunità accogliente dove accoglienza diventa saper parlare ai problemi e ai bisogni della gente. Infine, a chi è rivolta la Nuova Evangelizzazione? E’ rivolta a chi ha perso il contatto con la fede, a chi non conosce Gesù Cristo, nuova evangelizzazione è “riproporre il Vangelo di sempre nelle agorà, negli scenari, nelle situazioni del nostro tempo. Quell’unica Parola di Dio da dire oggi in modo chiaro, convinto perché tutti capiscano Gesù Cristo.” Notizie Utili La mia Arca POMERIGGIO DANZANTE A gonfie vele a cura di Annamaria Nardo A gonfie vele il pranzo e il pomeriggio danzante di domenica 18 novembre. La gioia è stata il filo conduttore della giornata. A renderla ancor più viva e “piena di speranza” le coppie che hanno frequentato “il corso fidanzati” e che sposati da 5 mesi, si sono offerti per il servizio ai tavoli. a loro il nostro grande grazie. E ... alla prossima!!! L’orchestra “Gli Dei” del gruppo Auser di Montesori con: Bitente Aldo, Penzo Sergio, Bastianello Alberto, Megrin Ermanno ha allietato le danze. 12