COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI NUOVO PIANO URBANISTICO COMUNALE CON L'ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI L.R. N. 8/2004 UFFICIO DEL PIANO ASSETTO INSEDIATIVO ING. GIANCARLO BANCHIERO ING. ALFREDO DELOGU ASSETTO AMBIENTALE DOTT. AGR. ILARIO IBBA (AGRONOMIA E PEDOLOGIA) DOTT. AGR. PAOLO CALLIONI (COLLABORATORE) DOTT.GEOL. GIOVANNI ANTONIO ATZENI (GEOLOGIA) DOTT.GEOL. MASSIMO TROGU (COLLABORATORE) ASSETTO STORICO-CULTURALE DOTT.SSA EMANUELA ATZENI (ARCHEOLOGIA) DOTT.SSA FELICITA FARCI (COLLABORATRICE) IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO E COORDINATORE DELL'UFFICIO DEL PIANO P.Ed. SERGIO CAPPAI ADEGUAMENTO AL PAI ING. ALESSANDRO SALIS (IDRAULICA) ING. DANIELA CHIAPPETTI (COLLABORATRICE) DOTT.GEOL. GIOVANNI ANTONIO ATZENI (GEOLOGIA) DOTT.GEOL. MASSIMO TROGU (COLLABORATORE) SUPPORTO AL R.U.P. E CARTOGRAFIA ING. VANESSA MARELLI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOTT. AGR. PAOLO CALLIONI IL SINDACO P.A. IGNAZIO PUDDU STUDIO SOCIO-ECONOMICO DEMOGRAFICO CRES s.a.s. di LUCETTA MILANI ASSETTO AMBIENTALE - GEOLOGIA ALLEGATO 1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA DATA LUGLIO 2013 DOTT. GEOL. GIOVANNI ANTONIO ATZENI DOTT. GEOL. MASSIMO TROGU (COLLABORATORE) Indice 1. Premessa .................................................................................................................... 1 2. Inquadramento Amministrativo .................................................................................... 2 3. Inquadramento Geografico del Comune di Monastir ................................................... 3 4. Geologia ...................................................................................................................... 3 4.1. Inquadramento Geologico e Tettonico del Campidano .......................................... 3 4.2. Inquadramento Geologico del Settore di Monastir ................................................. 5 4.3. Litostratigrafia .......................................................................................................... 8 4.3.1. Paleozoico ...................................................................................................... 8 4.3.1.1. Formazione di S. Vito ............................................................................. 8 4.3.2. Cenozoico .................................................................................................... 10 4.3.2.1. Formazione del Cixerri ......................................................................... 10 4.3.2.2. Ciclo Vulcanico "Calcoalcalino" ............................................................ 15 4.3.2.3. Formazione di Ussana ......................................................................... 31 4.3.2.4. Formazione di Nurallao ........................................................................ 34 4.3.2.5. "Marne di Gesturi" Auct. ....................................................................... 36 4.3.3. Quaternario ................................................................................................... 38 4.3.3.1. Sintema di Portovesme ........................................................................ 38 4.3.3.2. Coperture detritiche indifferenziate ....................................................... 43 4.4. Tettonica ............................................................................................................ 50 4.5. Caratteristiche Geotecniche dei Litotipi Affioranti ................................................ 55 5. Geomorfologia ............................................................................................................. 57 5.1. Geomorfologia Generale del Settore di Monastir ................................................ 59 5.1.1. Geomorfologia del Settore Sud-Orientale ..................................................... 59 5.1.2. Geomorfologia del Settore Nord ed Occidentale ........................................... 61 5.2. Analisi delle Pendenze ....................................................................................... 62 5.3. Valutazione della Stabilità Geomorfologica del Settore ....................................... 64 6. Climatologia ................................................................................................................ 65 6.1. Precipitazioni ...................................................................................................... 65 6.2. Temperature ....................................................................................................... 66 6.3. Stima dell'evapotraspirazione ............................................................................. 67 7. Idrologia ed Idrogeologia ............................................................................................. 75 7.1. Idrografia Superficiale ......................................................................................... 76 7.2. Bacino Idrografico del Riu Mannu ....................................................................... 77 7.3. Acque Sotterranee .............................................................................................. 78 7.3.1. Permeabilità dei Litotipi Affioranti .................................................................. 80 7.3.2. Risorse Idriche Sotterranee .......................................................................... 82 7.3.3. Sorgenti ........................................................................................................ 83 7.4. Emergenze idrogeologiche con riferimento al P.A.I. ........................................... 84 8. Analisi dell'Assetto Ambientale del Territorio ............................................................... 85 8.1. Situazioni Critiche ed Aree di Pregio da Valorizzare ............................................ 85 8.2. Aree Interessate da Attività Estrattiva ................................................................. 87 8.2.1. Cave Attive ................................................................................................... 87 8.2.2. Cave Dismesse, Progetti di Ripristino e Valorizzazione ................................. 87 9. Allegati ........................................................................................................................ 95 Bibliografia .................................................................................................................. 96 Studio geologico G. A. Atzeni & M. Trogu Via Cavour 17, 09040 Donori (Ca), Tel/Fax 070/4511469 Cell. 338/4456741 E-mail: [email protected] - [email protected] STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 1. PREMESSA La pianificazione territoriale, secondo Panizza, può essere espressa come "l'ordinamento spaziale e temporale dello sviluppo di una regione, comprensivo degli aspetti territoriali, socio-economici, tecnici e culturali, con lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione nel suo insieme ed in equilibrio con le risorse disponibili". In sintonia con la definizione enunciata dall’Autore, lo studio consentirà di conoscere, in relazione alle varie discipline trattate, le principali caratteristiche riguardanti l'ambiente fisico del territorio e valutarne il suo assetto generale allo stato attuale. Si potrà così acquisire una esauriente conoscenza dell'area ed attraverso l’individuazione delle sue peculiarità e potenzialità ambientali, considerando gli aspetti socio-economici e gli indirizzi dettati dall’Amministrazione Comunale e dagli altri Enti competenti, consentire una sua utilizzazione più razionale in sintonia con uno sviluppo ecosostenibile. L’analisi conoscitiva del territorio permetterà, inoltre, di individuare e delimitare meglio tutte le zone soggette a situazioni di pericolosità idrogeologica e/o geomorfologica, in ottemperanza delle disposizioni contenute nelle Norme di Attuazione del P. A. I. Discorso analogo va fatto per i numerosi siti interessati dalle attività estrattive, sia attivi sia dismessi, che hanno prodotto nel territorio di Monastir, numerose aree dissestate. La ragione è sostanzialmente riconducibile all’assenza o alla non corretta pianificazione territoriale da parte degli Enti competenti ed alla sregolata utilizzazione delle georisorse, senza la minima considerazione dell’aspetto ambientale. La situazione è ulteriormente aggravata, dall’assoluta inadempienza delle norme vigenti in materia di ripristino del territorio, da parte dei proprietari delle concessioni minierarie o di cava. L’indagine, quindi, darà l’opportunità all’Amministrazione Comunale di elaborare o promuovere progetti di messa in sicurezza dei siti, atti a favorire l’eliminazione o la riduzione del rischio ed una coerente riqualificazione. Per quanto riguarda le risorse storico-ambientali, in sintonia con le indicazioni dell’Amministrazione Comunale, particolare attenzione verrà dedicata al settore collinoso, di rilevante valenza archeologica, geologico-ambientale e storica. I siti in esso presenti, verranno inseriti nella cartografia tematica che potrà essere un utile strumento di pianificazione e valorizzazione dell’area. Poichè il P.U.C. ha sostanzialmente come obiettivo l’organizzazione, la strutturazione e la ripartizione organica degli spazi geografici, lo studio sarà comprensivo di elaborati cartografici tematici che costituiranno un supporto indispensabile di analisi e sintesi per la pianificazione. L’intero studio è elaborato recependo le disposizioni contenute nel Piano di Assetto Idrogeologico, nel Piano Paesaggistico Regionale e nel Piano Urbanistico Provinciale. 1 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 2. INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO L’area oggetto del presente studio, il territorio comunale di Monastir, ha una superficie complessiva di 31,64 Kmq e ricade all’interno dei limiti amministrativi della Provincia di Cagliari. Confina in maniera estesa con i Comuni di Nuraminis a N, di Ussana ad E, di Sestu a S, di San Sperate e Villasor ad W e per alcuni Km a S-E con Serdiana. L’agglomerato urbano è localizzato nel centro del territorio comunale, alla base del versante occidentale del rilievo collinare di Monte Zara, lungo il tracciato della S.S. 131 “Carlo Felice”. Negli ultimi decenni a causa di numerosi condizionamenti e limitazioni, l’espansione edilizia del centro abitato, si è concentrata quasi esclusivamente verso S-W, nelle aree in cui è più alto il rischio idrogeologico. Dai dati forniti dall’Ufficio Anagrafe del Comune, Monastir ha una popolazione di 4597 abitanti. REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA SEULO SADALI NURALLAO VILLANOVA TULO ISILI NURAGUS ESTERZIL I NURRI SERRI GERGEI SEUI PROVINCIA DI CAGLIARI Comune di Monastir ESCOL CA LAM ADDALENA ESCOL CA S ANTA TERES A DI GALLU RA ORROLI PALAU TEMP IO BAS SACUTENA MA NDAS ESCAL APLA NO GESICO ARZACHENA AGLIENTU LUOGOS ANTO TRINITA' D'AGULTU E VIGNOLA GUAM AGGIORE SIURGUS DONIGALA LURAS SELEGAS BADESI GONI SUELLI GUASILA VALLEDORIA VIDDALBA TELTI S EDIN I TERG U ORTACESUS P ORTO TORRES SAN BA SILIO S ORSO LAERRU NULVI SASSARI BERCHIDDEDDU M ONTI BERCHIDDA TULA OS ILO S ANTEODORO CHIARAM ONTI S ASS ARI BUDDUS O' OS CHIRI BUDONI M UROS SAN NICOL O' GERREI BARRALI CODRONGIANO S TISS I SANT'A NDREA FRIUS ALA' DEI SARDI CARGEGHE P LOA GHE US INI OLMEDO TORPE' P OSADA OS SI OZIERI URI SAMATZ AI ARDARA F LORINA S VILLASALTO ALGHERO ITTIRI DONORI M ORES BESS UDE NUGHEDU DIS AN NICOLO' CHEREM ULE OS IDDA BITTI TORRALBA BULTEI CHEREM ULE NULE BONORVA COS SOINE ANELA MONASTIR DECIMOPUTZU SOLEMINIS M AGOMAD AS OLIENA ONIF ERI S INDIA S ILAN US TINNURA S AGAMA F LUS S IO ORANI BIRORI DUALCHI S ENN ARIOLO OTTAN A NORAGUGU ME S ARULE BORORE M AMOIADA OLLOLA I AIDOM AGGIORE OLZAI S EDILO S ANTULUS SU RG IU NORBELLO VILLAPUTZU TADASUN I S ORRADILE S ANV ERO M ILIS MU RAVERA BAUNEI OVODDA ARDAULI GHILARZA F ONNI AUS TIS NEONELI TIANA ULA' TIRSO M ILIS BAULADU TONARA ORTUERI TRIEI S ORGONO DESU LO ATZARA OGLIASTRA GIRAS OLE ARZANA ARITZO M EAN AS ARDO S IMAXIS LOTZORAI VILLAGRANDE S TRISAILI BELVI' S AMUGH EO S IAPICCIA CABRAS QUARTU SANT 'ELENA TRIEI TALAN A BUS ACHI S ANV ERO M ILIS VILLANOVA TRUSCHEDU TRAMATZA BARATILI F ORDONGIANUS S .P IETRO ZERF ALIU ZEDDIANI NURACHI S OLA RU SS A OLLASTRA S IMAXIS S IAMAGGIO RE ALLAI RIOLAS ARDO CAGLIARI UTA URZULEI TETI BONARCADO PAU LILATINO NARBOLIA QUARTUCCIU GAVOI NUGHEDU S ANTA VITTO RIA BORONEDDU ORISTANO S ENEGHE QUARTUCCIU ORGOS OLO S ORRADILE BIDONI' ABBAS ANTA SELARGIU S DORGALI M ACOMER S CANO DIM ONTIFERRO CUGLIERI SETTIMO S.PIETRO SEST U SIL IQU A OROS EI OROTELLI LEI BORTIG ALI TRES NURAGHES S IAMANNA RUINAS ELIN I ELIN I GADONI ILBONO VILLAURBANA M OGORELLA GAIRO AS UNI LACONI S ANT'ANTONIO RUINAS S ANTA GIUS TA PALM AS ARBOREA US ELLUS CAGLIARI BARI SARDO LOCERI OS INI S EUI AS SOLO NURECI PAU ARBOREA LANUS EI S EULO S ENIS VILLAVERDE CAPOT ERRA TORTOLI' ARZANA ORIS TANO MA RACALAGONIS GALTELLI’ NUORO BOLOTAN A S UNI M ODOLO NUORO ILLO RAI BOS A SIN NAI BENETUTTI BOTTIDDA BURGOS ESP ORLATU S EM ESTENE P OZZOM AGGIORE BURCEI ONIF AI LOCULI ORUNE BONO PAD RIA M ONTRES TA SERDIANA IRGOLI GIAVE M ARA DOLIANOVA LULA COS SOINE SAN VITO USSAN A S.SPERATE S INISCOLA ONANI ITTIREDDU BORUTTA ROM ANA M ONTELEONE ROCCA DORIA LODE' BONNANARO THIESI VILLANOVAM ONTELEONE BUDDUS O' PATTAD A S ILIGO BANARI P UTIF IGARI NURAMINIS ASSE MINI OLBIA P ERF UGAS M ARTIS SENORBI' PIM ENTEL TEMP IOP AUS ANIA S EDIN I BULZI LOIRIP ORTOS .PAOLO ARMUNGIA S ENN ORI VILLASPECIOSA DECIMOM ANNU ASSE MINI OLBIA TEMPIO BORTIG IADAS VILLAPUTZU VILLASOR OLBIA CALANGIANUS CAS TELS ARDO SIL IUS VALLERMO SA S .A.DI GALLURA AGGIUS OLBIA BALLAO S ADALI NURALLAO OS INI US SAS S AI VILLANOVATULO GENONI ALBAGIARA IS ILI M ARRUBIU NURAGUS GONNOS NO' ALES M ORGONGIORI S INI SIN NAI S IRIS TERRALBA URAS VILLASIMIUS P OMU GENURI ESTERZILI NURRI TUILI TURRI GONNOS CODINA GONNOS TRAMATZA S IDDI M OGORO S ERRI BARUM INI GERGEI S AN GAVINO SARROCH ORROLI M ANDAS LOCERI ESCALAP LANO GESICO OS INI VILLAMAR S IURGUS DONIGALA S ELEGAS ARZANA GONI S UELLI GUAS ILA S ANLURI F URTEI S ILIUS ORTACES US P IMENTEL S ANT'ANDREA FRIUS VILLAPUTZU VILLASALTO NURAM INIS S ERRAM ANNA VILLAPUTZU ARM UNGIA S AN NICO LO' GERREI BARRALI S AMATZAI VILLACIDRO BALLAO S AN BA SILIO S ENO RBI' S ERRENTI F LUM INIM AGGIORE LANUS EI JERZU GUAM AGGIORE S EGA RIU S AMAS S I GONNOS FA NADIGA TERTENIA P ERDAS DEF OGU ESCOLCA VILLANOVAFRANCA LUNAM ATRONA VILLANOVAFORRU S ARDARA GUS PINI ARBUS S EUI ESCOLCA LAS P LASS AS PAU LI ARBAREI COLLINAS PABILLONIS GAIRO OS INI BARADILI S ETZU S IMALA BARESS A M ASULLAS US SARAM ANNA S AN NICO LO' D' ARCIDANO MEDIO CAMPIDANO GONNOS FA NADIGA JERZU US SAS S AI GESTURI DONORI' VILLA SA N PIETRO US SANA S ERDIAN A BUGGERRU S ANV ITO CAGLIARI DOLIANOVA M ONASTIR VILLASOR DOM USN OVAS VALLERM OSA IGLESIAS BURCEI S .S P ERATE DECIMOP UTZU S OLEM INIS DECIMOM ANNU VILLASP ECIOSA IGLESIAS M USEI S ES TU S INNAI S ETTIMO S .PIETRO VILLAPUTZU AS SEM INI S ELARGIUS GONNES A PULA S ILIQUA QUARTUCCIU VILLAMAS S ARGIA M URAVERA QUARTUCCIU CAGLIARI QUARTU SANT' ELENA UTA TEULA DA P ORTOS CUSO M ARACALA GONIS NARCAO CARBONIA CARBONIA IGLESIAS P ERDAX IUS CARLOFORTE DOM US DE MARIA NUXIS AS SEM INI CAP OTERRA S AN GIOVAN NIS UERGIU TRATALIAS CALASETTA M ASS AM A S ANTADI CAGLIARI S INNAI VILLASIM IUS S ARROCH GIBA VILLAS AN PIETRO M ASAINAS S ANT'ANTIOCO S ANT'ANNA ARRESI P ULA TEULAD A DOM US DE MARIA DOM US DE MARIA DOM US DE MARIA 2 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DEL COMUNE DI MONASTIR Il territorio comunale presenta una forma assimilabile ad un rettangolo, con l’asse maggiore orientato all’incirca NW-SE. Le coordinate geografiche Gauss-Boaga del Comune di Monastir sono E 1503839 e N 4359737, mentre i più estremi del territorio hanno le seguenti coordinate: meridiano più estremo ad occidente: X 1500269.500 meridiano più estremo ad oriente: X 1507399.750 parallelo più estremo a settentrione: Y 4363442.500 parallelo più estremo a meridione: Y 4354525.500 L’area in esame ricade nel margine Sud-orientale della Pianura del Campidano. Analizzando l’andamento topografico generale, si possono individuare due settori; uno che occupa il quadrante Sud-orientale, prevalentemente collinoso, l’altro localizzato nei quadranti occidentali e settentrionali, che presenta una superficie in generale subpianeggiante. La quota massima rilevata di 235 m, è relativa alla cima del Monte Oladri, mentre quella minima di 51 m è riferita alla località Ferraxiu Becciu, lungo il talweg del Rio Flumineddu. La quota media sul livello del mare, calcolata per l’intero settore è di circa 80 m. Per quanto riguarda i riferimenti cartografici, la superficie in esame è compresa nella cartografia dell’I.G.M.I. in scala 1:25.000 nel Foglio n° 548 Sez. III “Donori” e nel Foglio n° 557 Sez. IV “San Sperate”; nella Carta Tecnica Numerica della Regione Sardegna in scala 1:10.000 nel Foglio n° 548 130 “Nuraminis”, nel Foglio n° 557 010 “Monastir”, Foglio n° 557 020 “Serdiana”e nel Foglio n° 557 050 “Azienda Agricola Picciau”. 4. GEOLOGIA 4.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E TETTONICO DEL CAMPIDANO L’assetto geologico strutturale della Sardegna meridionale, in cui si estende il territorio del Comune di Monastir, risulta fortemente condizionato dagli eventi tettonici che hanno coinvolto il Mediterraneo centro-occidentale dal terziario ad oggi. Tra questi il più importante, dall’Eocene al Miocene, è associato alla deriva della placca sardo-corsa ed alla apertura del Bacino Balearico. Gli estesi movimenti litosferici distensivi e la conseguente frammentazione del basamento paleozoico, nel periodo hanno generato il Rift sardo, esteso dal Golfo di Cagliari al Golfo dell’Asinara, costituito da numerose fosse tettoniche nelle quali inizialmente vengono accumulati ingenti quantità di prodotti clastici continentali, principalmente ghiaie e sabbie, correlabili alla “Formazione del Cixerri” affiorante nell’area in studio. 3 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Durante questo periodo d’instabilità tettonica, l’intera Sardegna è stata interessata da un esteso vulcanismo di tipo sub-alcalino, con età assolute comprese tra 32 e 13 M.a., che ha contribuito a colmare i bacini di sedimentazione e le depressioni. Nella Sardegna meridionale questo ciclo vulcanico “Calcoalcalino” dell’Oligo-Miocene, è rappresentato da prodotti di diversa natura e composizione. Le sequenze prevalentemente laviche, Serie Andesitica, sono a chimismo solitamente basico o intermedio e costituite da domi, cupole di ristagno o piccoli espandimenti lavici, corpi filoniani, dicchi e subordinati episodi piroclastici. Le sequenze prevalentemente piroclastiche con subordinati episodi lavici, Serie Ignimbritica, a chimismo acido ed in minor misura intermedio, sono state generate da grossi eventi piroclastici legati ad episodi esplosivi come surge, flow o depositi di fall. Sono costituite da stratificazioni, a spessore e giacitura variabile, composte da pomici, litici e ceneri che possono rappresentare un unico episodio piroclastico o più spesso una serie di eventi consecutivi. Lungo il bordo orientale del Campidano, è ben visibile una estesa fascia di colline vulcaniche che parte da Monastir sino a Furtei. Questa intensa attività eruttiva prevalentemente lavica, appartenente alla Serie Andesitica, ha dato luogo all’accumulo di prodotti vulcanici e di sedimenti vulcanoclastici ad essi intercalati per uno spessore che supera i 300 m. Al di sopra dei depositi legati al “Ciclo Calcalcalino” si sono depositati sedimenti continentali, principalmente conglomerati con intercalazioni di sabbie e limi, come la “Formazione di Ussana” e la “Formazione di Nurallao”. Dal Burdigaliano superiore fino al Serravaliano, in seguito ad una trasgressione marina, nel rift avviene una sedimentazione, silico-clastica e/o carbonatica. I materiali depositati sulle vulcaniti o intercalati ad esse, vanno dai conglomerati, alle sabbie, alle marne, ai calcari talvolta ricchi di molluschi, echinidi e coralli. Gli spessori raggiungono valori di oltre 500 m, “Marne di Gesturi”, “Argille di Fangario”. Nel Serravalliano durante la regressione del mare miocenico si sono deposte sabbie e arenarie, “Arenarie di Pirri”. La successiva trasgressione del Miocene superiore, legata alla tettonica distensiva che interessa l’intera area tirrenica, è caratterizzata da una sedimentazione silico-clastica e/o carbonatica di mare basso. È riscontrabile nell’area di Cagliari con i “Calcari di Cagliari” degli Auct., suddivisi dagli stessi in “Pietra Cantone”, “Tramezzario” e “Pietra Forte”. I sedimenti affioranti nel settore di Monastir, di età compresa tra l'Eocene ed il Miocene, sono stati messi in relazione da alcuni autori, all’evoluzione del “Rift sardo”. In seguito a studi specifici e correlazioni stratigrafiche con i depositi coevi del dominio pirenaico, sono stati interpretati come sedimenti di pre-rift la “Formazione del Cixerri”, di sinrift la “Formazione di Ussana” e di post-rift i depositi miocenici. Dopo un periodo di quiescenza tettonica, nel Pliocene inizia una nuova distensione crostale che perdura per gran parte del Quaternario. Genera una fossa, il Graben del Campidano e del 4 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Cixerri, che viene colmata da prodotti vulcanici, principalmente lave basaltiche e da depositi sedimentari alluvionali e dalle conoidi pedemontane, “Form. di Samassi” e le “Alluvioni Antiche” degli Auct. Questi depositi Plio-quaternari in parte risultano erosi e/o disarticolati dall’intenso ciclo erosivo che ha interessato in maniera rilevante la Pianura del Campidano, dal Pleistocene sino ai giorni nostri. 4.2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO DEL SETTORE DI MONASTIR L’area oggetto del presente studio, si colloca al margine Sud-orientale della “Fossa del Campidano” ed è contraddistinta da affioramenti di origine sedimentaria e vulcanica, ascrivibili unicamente al Cenozoico ed al Quaternario. Questa sequenza vulcano-sedimentaria post-mesozoica poggia sul basamento cristallino paleozoico, testimoniato da un piccolo affioramento di metamorfiti paleozoiche localizzato oltre il confine comunale Nord-orientale. Infatti da recenti studi geofisici effettuati nell’area si è potuto constatare che nel sottosuolo, sotto la copertura vulcanica e sedimentaria, sono presenti le metamorfiti tettonizzate. Queste, inoltre, sono interessate da una serie di faglie listriche di importanza regionale, che hanno contribuito a generare la struttura tettonica a gradoni del graben del Campidano. Il basamento cristallino è stato rilevato nel M.te Assorgia, in un piccolo settore al confine Nord-orientale dell’area comunale che dista qualche chilometro dal centro urbano di Monastir. L’affioramento è attribuito da alcuni Autori alla “Formazione di S. Vito” del Cambriano – Ordoviciano inferiore e da altri alla “Formazione di Punta Serpeddì” dell’Ordoviciano superiore. Nel presente studio, si propende assegnare l’affioramento alla “Formazione di S. Vito” per l’affinità litologica esistente con il vicino rilievo paleozoico di M. Su Zurru, affiorante tra Donori ed Ussana. Il territorio comunale, dal punto di vista geologico, può essere suddiviso in due parti, una ristretta sud-orientale ed una più estesa settentrionale ed occidentale. Nel settore sud-orientale, sono stati rilevati i termini della successione che ha colmato il rift sardo dall’Eocene al Miocene. In esso affiorano, la sequenza vulcanica e vulcanoclastica che costituisce la struttura dell’allineamento collinare e la successione sedimentaria nelle aree pianeggianti, su cui giace anche un esiguo strato di alluvioni quaternarie. I litotipi rilevati, attribuibili ai vari eventi geodinamici del Cenozoico, sono legati ad un’iniziale sedimentazione continentale principalmente conglomeratica con intercalazioni di lenti arenacee ed argillose, denominata “Formazione del Cixerri”. Sopra questi depositi sedimentari, giace una potente sequenza vulcanica legata al “Ciclo Vulcanico Calcoalcalino”, inizialmente contraddistinta da lave andesitiche in cupole di ristagno, seguita da un evento piroclastico e sedimentario a sua volta sovrastato da lave andesitiche sempre in cupole di ristagno. Questi depositi raggiungono 5 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI uno spessore di circa 300 m e nella zona in esame costituiscono la struttura delle colline più importanti, M.te Oladri 235 m, M.te Zara 226 m, M.te Crabas 215 m e M.te Perderas 126 m, che sono allineate lungo la già citata discontinuità tettonica regionale, avente un’orientazione NW-SE. Sulla successione vulcanica, avviene la deposizione di prodotti alluvionali conglomeratici in una matrice sabbioso-siltosa arrossata, nota col nome di “Formazione di Ussana”, a cui segue la deposizione di sedimenti del Miocene, inizialmente marini di ambiente poco profondo e di prodotti d’ambiente costiero sino a prodotti di mare più profondo. La geometria dei depositi sedimentari cenozoici, che raggiungono potenze di alcune centinaia di m, è di tipo stratiforme con eteropie di facies laterali e verticali. In alcune zone di quest’area orientale la sequenza geologica terziaria, è ricoperta da depositi quaternari di esiguo spessore costituiti da materiali sciolti, ghiaie e sabbie con una matrice siltosa ad alto contenuto organico. Nel settore settentrionale ed occidentale, il substrato della pianura è costituito da depositi sedimentari continentali, noti col nome di “Formazione di Samassi” ascrivibile al Pliocene ed al Pleistocene inferiore. Si tratta di una sequenza deposizionale fluvio-deltizia eterogenea ed arealmente molto estesa. Generalmente alla base è costituita da conglomerati grossolani e medi, che attraverso delle eteropie di facies laterali e verticali passano a prodotti marnoso arenacei con intercalazioni di conglomerati più fini, argille e silt. I conglomerati eterometrici e poligenici, hanno una matrice argillosa biancastra; gli elementi derivano principalmente dal rimaneggiamento di formazioni mioceniche e dall’accumulo del materiale eroso dal basamento paleozoico. Nella parte basale i ciottoli possono raggiungere dimensioni fino a 50 cm di diametro. Al di sopra dei conglomerati giacciono marne siltose chiare, con noduli argillosi e calcarei, sabbie, argille varicolori con lenti di conglomerati poco cementati. La geometria deposizionale dei prodotti di questa successione, è lenticolare con eteropie di facies verticali e laterali. La “Formazione di Samassi” poggia in discordanza stratigrafica sui termini della successione sedimentaria miocenica che affiora a NE del paese e rappresenta il riempimento sintettonico della Fossa del Campidano. Nella pianura ad W del centro abitato, affiorano estesamente le “Alluvioni Antiche” degli Auct. che poggiano sui depositi della “Formazione di Samassi”. Si tratta prevalentemente di sedimenti fluviali di conoide e di piana alluvionale, spesso terrazzati, rappresentati da conglomerati eterometrici e poligenici, ghiaie e sabbie più o meno costipate, spesso con abbondante matrice siltoso-argillosa arrossata a luoghi ferrettizzata. La geometria dei corpi sedimentari di questa successione è di tipo lenticolare con eteropie di facies verticali e laterali. Il deposito ha uno spessore variabile e tende ad aumentare verso occidente, raggiungendo uno spessore massimo di circa 25-30 m. 6 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Lungo i corsi d’acqua principali e nella fascia tra il Riu Mannu ed il Riu Flumineddu, a N del centro abitato, sono presenti depositi alluvionali a geometria lenticolare, ascrivibili all’Olocene, costituiti dall’accumulo di prodotti a granulometria variabile, ghiaie, sabbie e limi; derivano principalmente dal rimaneggiamento delle formazioni quaternarie, precedentemente descritte. Foto a. Area collinosa nel settore sud-orientale del territorio comunale. a b Foto b. Settore pianeggiante sud-occidentale, a, e nord-occidentale, b. 7 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3. LITOSTRATIGRAFIA Di seguito sono descritte, suddivise per ere geologiche, le varie formazioni ed i litotipi affioranti nell’area cartografata. 4.3.1. PALEOZOICO 4.3.1.1. Formazione di S. Vito (Cambriano - Ordoviciano inf.) Basamento metamorfico ercinico L’unico lembo paleozoico presente al contorno del territorio Comunale di Monastir, localizzato lungo il confine NE oltre il corso del Riu Mannu, costituisce la struttura del colle M.te Assorgia. Dalla bibliografia risulta che il basamento nel settore si trova a profondità non elevate e tende ad aumentare da E verso l’asse del Campidano. L'assenza di resti fossili e la mancanza di rapporti giaciturali con le altre formazioni paleozoiche, ne rende incerta l’attribuzione e quindi la datazione. In accordo con alcuni autori e sulla base della notevole affinità litologica, si attribuisce questo affioramento alla “Formazione di S. Vito”, risalente al Cambriano - Ordoviciano inferiore, che affiora a pochi Km a NE. Dal punto di vista litologico, è costituita da rocce metamorfiche di basso grado aventi un’origine sedimentaria, prevalentemente metarenarie micacee in alternanza con metapeliti, color marrone-nocciola e grigio-verdastre. In molte parti della sequenza, si conservano ancora le strutture di deposizione originarie. Si possono individuare stratificazioni di metarenarie da metriche a centimetriche alternate a metasiltiti e metapeliti, metaconglomerati minuti o raramente grossolani con livelli di quarziti e sequenze torbiditiche. All’interno delle stratificazioni sono visibili numerose strutture come ripple mark, stratificazioni piano-parallele ed incrociate, slumping e canali d’erosione. L’affioramento roccioso di M.te Assorgia non presenta le originarie strutture sedimentarie a causa del metamorfismo, che seppur di basso grado, ha obliterato le strutture deposizionali, generato una diffusa scistosità di frattura ed un clivaggio molto pervasivo di tipo slaty cleavage, conferendo all’ammasso roccioso una spiccata fissilità e fratturazione. Questi due clivaggi associati, determinano un degrado del litotipo attraverso numerose piccole scaglie, con dimensione massima di 10 cm o in piccoli blocchi dovuti all’interferenza dei sistemi di fratture relativi sia alla tettonica ercinica sia ai successivi movimenti crostali terziari e quaternari. 8 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a. Affioramento della Form. di S. Vito sul M.te Assorgia, al confine NE del Comune. Foto b. Scistosità e pieghe indotte dal metamorfismo nelle metarenarie e filladi. 9 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.2. CENOZOICO 4.3.2.1. Formazione del Cixerri (Eocene - Oligocene sup.?) Successione sedimentaria Paleogenica Questa formazione è un complesso sedimentario in facies continentale e rappresenta i primi sedimenti continentali che vanno a colmare il nascente rift sardo. È costituita da un'alternanza ben stratificata di arenarie quarzoso-feldspatiche con matrice siltosa, con strutture di sedimentazione piano parallela ed incrociata, di colore variabile dal grigio, al bianco-verdastro oppure giallo-rossiccia. In essa sono intercalate lenti e livelli di argille siltose e marne giallo-biancastre o violacee e strati di conglomerati da minuti a grossolani, generalmente poco classati, più frequenti nella parte alta della formazione. La componente clastica eterometrica e poligenica, ben arrotondata, deriva principalmente dall’erosione del basamento cristallino e dagli affioramenti mesozoici ed è immersa, generalmente, in una matrice sabbioso siltosa con alta percentuale di ossidi ferrosi. La provenienza dei clasti, secondo alcuni autori, è probabilmente pirenaica. Valutando il grado di rotondità dei clasti che costituiscono il deposito sedimentario in oggetto, si può dedurre che hanno subito un lungo trasporto in ambiente fluviale. Considerando, inoltre, l’alta percentuale di ossidi di ferro nella matrice, si può presumere che l’ambiente di sedimentazione è di tipo fluvio-deltizio in una condizione climatica temperata-calda. La giacitura delle stratificazioni, che in alcuni casi hanno uno spessore superiore a 2,5 m, per cause tettoniche è variabile da sub-orizzontale ad inclinata. La potenza complessiva della formazione nell'area indagata non è stata quantificata, ma si può affermare con certezza che supera i 150 m, riscontrabili in località Su Pardu ad E di Monastir. In questa zona, a Monte Agutzu 190 m s.l.m., i depositi della “Formazione del Cixerri” non erosi per la presenza delle lave andesitiche al tetto, che affiorano nella parte alta della collina, mostrano uno spessore intorno ai 140 m. Sommandoci lo spessore dei sedimenti misurati in un sondaggio realizzato nella valle al piede della collina, profondo circa 10 m, otteniamo circa 150 m di spessore minimo del deposito. Secondo gli Autori, dal punto di vista paleogeografico la “Formazione del Cixerri” è costituita dai sedimenti continentali deposti prima dell'apertura del bacino Mediterraneo occidentale, durante la Fase Pirenaica. Ad avvalorare questa ipotesi, sono i numerosi ciottoli che la compongono ed i resti biologici, appartenenti al Dominio Europeo meridionale. Nel territorio comunale di Monastir, la “Formazione del Cixerri” affiora nel settore ad oriente delle colline vulcaniche, Monte Zara, Monte Crabas e Monte Oladri, ed in località Margatzori alla base del versante N di Monte Zara. Costituisce quasi per intero la collina Monte Agutzu, di cui il suo versante orientale rappresenta il limite dell’affioramento e la si ritrova ad una 10 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI modesta profondità al di sotto delle “Alluvioni Antiche” degli Auct. e recenti, nei pressi dell’alveo dell’adiacente Riu Flumineddu ed in alcuni punti lungo il corso del Riu Mannu tra Monastir ed Ussana. Lungo il corso del Riu Mixeddu si può verificare che sotto una coltre di alluvioni quaternarie di spessore intorno ai 2,0 o 3,0 m, è presente una bancata di arenaria ben cementata debolmente inclinata a S, avente uno spessore variabile dagli 0,8 m a circa 2,0 m. La misurazione è stata effettuata in un pozzo a largo diametro e lungo l’alveo del torrente. Questo strato giace su un livello, di spessore ignoto, costituito da materiali prevalentemente arenaceo-siltosi e siltoso-argillosi. Nel settore in esame è ben rilevabile la posizione stratigrafica della “Formazione del Cixerri” rispetto alla sequenza vulcanica oligo-miocenica, ai depositi della trasgressione miocenica o ad sedimenti alluvionali quaternari, che la sovrastano attraverso una discordanza stratigrafica. Per quanto riguarda il letto della formazione è presumibile, senza averne prova diretta attraverso un affioramento o un sondaggio, che la “Formazione del Cixerri” poggi in discordanza direttamente sul basamento paleozoico. Foto a. Versante W del M.te Agutzu in cui affiora la Form. del Cixerri con al tetto le andesiti. 11 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto b. Versante NE M.te Zara: pacco di livelli argillosi su un banco arenaceo-ghiaioso fine. Foto c. Strato arenaceo-conglomeratico con in evidenza livelli di sedimentazione incrociati. 12 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto d. Versante NE M.te Zara: sequenza di livelli arenacei ed arenaceo-siltosi. Foto e. Versante NE M.te Zara: sequenza di livelli argillosi e siltoso-arenacei 3 13 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI aq ar Foto f. Riu Mixeddu banchi arenacei quarzosi compatti ar, sotto le alluvioni quaternarie aq. ar la Foto g. Arenarie quarzose cementate, ar, su livelli limoso-argillosi a ossidi di Fe, la. 14 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.2.2. Ciclo Vulcanico “Calcoalcalino” (Oligocene sup.) Distretto vulcanico di Monastir Nel settore indagato è presente un vasto affioramento di prodotti vulcanici lavici e subordinate piroclastiti, risalenti all’Oligocene superiore, che gli Autori attribuiscono alla “Sequenza lavica basica-intermedia inferiore” del “Ciclo Calcoalcalino” Cenozoico. Secondo alcune datazioni radiometriche, l’inizio dell’attività vulcanica nel settore è ipotizzato intorno ai 28 M.a. mentre la fine della sequenza è compresa tra 22,5 e 22,6 M.a. Questo trova conferma anche in alcuni studi stratigrafici e biostratigrafici sui sedimenti continentali e marini del Miocene contenenti ciottoli di andesiti, alle quali le vulcaniti sono state correlate, che indicano la fine dell’attività vulcanica precisamente nell'Oligocene superiore. M. Oladri M. Zara M. Cabras Cuc.ru Mussu Filippu Su Cuccumenu Foto a. Panorama dell’area vulcanica nel territorio di Monastir. Le vulcaniti sono localizzate nella parte centro-orientale del territorio comunale, sul quale è eretto anche parte del centro abitato di Monastir. Costituiscono la struttura affiorante delle colline, M.te Perderas, M.te Zara, M.te Crabas, M.te Oladri e Cuc.ru Mussu Filippu, allineate secondo una direzione NNW-SSE, lungo il bordo orientale del Campidano; anche sulla sommità di M.te Agutzu, è presente un affioramento di lave andesitiche in cui è ben visibile il rapporto stratigrafico tra le vulcaniti e la più antica “Formazione del Cixerri”, al letto. Il limite meridionale del dominio vulcanico, è riscontrabile sul versante meridionale di Cuc.ru Mussu Filippu nei pressi della chiesa campestre di S. Lucia, mentre quello settentrionale è 15 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI segnato dal Riu Flumineddu che scorre a N di Monastir. Il confine occidentale con le alluvioni quaternarie, è individuabile lungo la zona di raccordo dei versanti collinari vulcanici con la pianura sottostante. Il limite orientale dell’affioramento è definito dai contatti con la “Formazione del Cixerri” e la “Formazione di Ussana”, passanti rispettivamente nella parte mediana dei versanti orientali delle colline vulcaniche e di Cuc.ru Mussu Filippu. Se si esclude la periferia occidentale, dove si rileva un’esigua copertura quaternaria, la gran parte del centro abitato di Monastir sorge sull’affioramento vulcanico. Le vulcaniti nell’area in esame sono state suddivise dagli Autori in tre unità che, dalla più antica alla più recente, sono: le “Andesiti di M.te Oladri”, le “Vulcanoclastiti di Su Pardu” e le “Andesiti di M.te Zara”. La successione in posto delle tre unità, si può osservare partendo dal piede del versante Norientale di M.te Zara in località Margatzori, dove affiora anche la sottostante “Formazione del Cixerri”. Un altro sito dove si può visualizzare una bella sezione dell’intera sequenza, si trova nel fronte della cava dismessa di M.te Oladri, dove si distingue nella parte bassa l’Unità delle “Andesiti di M.te Oladri” costituita dai prodotti lavici, sulla quale giace l’Unità delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu” rappresentata in prevalenza da piroclastiti; entrambe vengono attraversate da un condotto lavico dell’unità che chiude la sequenza, Unità delle “Andesiti di M.te Zara”, che affiora sulla sommita della collina. La frequenza delle discontinuità che interessano la sequenza è assai variabile, sono generate dalla coesistenza di fratture sub verticali, riconducibili alla contrazione termica per il raffreddamento delle colate, fratture orizzontali lungo i piani di flusso delle lave e verticali di origine tettonica. Si può passare da situazioni con spaziatura dei giunti molto stretta, prossima o molto vicina, a condizioni di fratturazione poco pervasiva, molto lontana. Le aree con una fratturazione molto spinta, con spaziatura delle discontinuità inferiore ai 2 cm, coincidono con le fasce cataclastiche delle faglie principali. Le altre in cui le faglie e diaclasi distano tra loro da 5 cm a 60 cm si presentano ampiamente frastagliate, a causa della presenza di blocchi generati dall’interferenza delle fratture mentre le zone con spaziature da 60 cm ad oltre 2 m si presentano con superfici più regolari. Lo spessore della sequenza vulcanica, è compreso tra i pochi metri misurati in alcune aree limitrofe del dominio vulcanico ed i circa i 300 m raggiunti presso M.te Zara. In una perforazione effettuata in agro di Villasor, il pozzo Campidano 1, si è constatato che la sequenza raggiunge una potenza di circa 400 m, dimostrando inoltre, che queste vulcaniti hanno contribuito a colmare il rift sardo. Di seguito vengono descritti i caratteri generali di ogni unità e le località più rappresentative dell’area comunale ove affiorano. 16 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Unità delle “Andesiti di M.te Oladri” Hanno un chimismo sub-alcalino da basico ad intermedio, rappresentate da prodotti andesitici e dacitici prevalentemente in lave massive, cupole di ristagno e da corpi ipoabissali come laccoliti, sill e filoni. Per quanto riguarda i caratteri macroscopici queste rocce effusive si presentano prevalentemente di colore grigio con una struttura isotropa ed una tessitura porfirica per fenocristalli di Plagioclasio, Anfibolo e Clinopirosseno, immersi in una pasta di fondo vetrosa. I minerali femici di prima paragenesi, Anfiboli e Clinopirosseni, sono poco alterati e ben visibili. La maggior parte di essi ha dimensioni dai 2 ai 5 mm ed una minima percentuale anche intorno al centimetro. I sialici, Plagioclasi, che non presentano alcuna alterazione sono molto numerosi e conferiscono alla roccia un aspetto puntinato. Raramente raggiungono una dimensione superiore al millimetro. Nella tessitura del litotipo non sono visibili strutture fluidali legate alla sua messa in posto. L’unità affiora nella parte bassa dei versanti NE del M.te Zara in località Margatzori, a SW di M.te Crabas in località Mitza Beccia e costituisce per intero la parte occidentale dell’apparato vulcanogenico di M.te Oladri, dal piede sino alla parte alta della cima. Foto b. Affioramento delle andesiti dell’Unità di M.te Oladri nella cava di M.te Oladri. 17 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto c. Tessitura ad anfiboli nelle lave andesitiche autobrecciate dell’Unità di M.te Oladri. Hbl Pl Foto d. Tessitura delle andesiti con fenocristalli di Anfiboli (Hbl) e Plagioclasio (Pl). 18 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Hbl Pl Foto e. Andesiti con fenocristalli di Anfibolo (Hbl) alterati e Plagioclasio (Pl) sani Unità delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu” Hanno un chimismo sub-alcalino generalmente intermedio. È costituita da una sequenza di prodotti piroclastici e sedimentari, brecce ed arenarie, ad elementi prevalentemente di origine vulcanica. Questi depositi si presentano in strati di spessore variabile, in prevalenza centimetrico e decimetrico sino a metrico, in quanto condizionati dalla topografia esistente al momento della messa in posto e dall’energia eruttiva. I livelli piroclastici, presentano strutture di deposizione tipiche di eventi vulcanici esplosivi, falls, surge e flussi piroclastici, flow. Il colore varia dal bianco-giallastro al bianco-rossiccio al rosso violaceo al grigio cenere. Gli elementi che costituiscono le stratificazioni, in percentuali variabili, sono principalmente ceneri, lapilli, pomici e litici strappati dalle pareti del condotto vulcanico o dalle lave andesitiche dell’unità sottostante o dai depositi sedimentari sui quali scorrono i flussi. Intercalati ai prodotti vulcanici si segnalano strati di arenarie e brecce eterometriche con clasti poco elaborati, in prevalenza andesitici, immersi in una matrice fine probabilmente cineritica. Presentano uno spessore variabile e non costante nello sviluppo spaziale, in quanto condizionati dalla topografia esistente al momento della messa in posto o da eventuali erosioni causate dai flussi piroclastici verificatisi successivamente alla loro deposizione. In un affioramento alla base del Colle di S. Sebastiano le Vulcanoclastiti di Su Pardu, mostrano un’alta frazione di litici andesitici eterometrici, aventi dimensioni sino a 25 cm, 19 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI immersi in una matrice prevalentemente pomiceo-cineritica di colore bianco rosata con scarsi cristalli. La proporzione tra cristalli liberi, pomici e litici riscontrata nell’affioramento ha evidenziato la preponderanza degli ultimi due componenti, rispettivamente con massimi di 45% e 35%. Il deposito è costituito da diversi livelli con gradi di compattezza variabile, condizionata sia dal grado di saldatura al momento della messa in posto sia dal suo stato di alterazione generale. Gli strati più saldati si presentano scomposti in blocchi sferoidali, generati da un degrado per esfoliazione cipollare impostatosi nelle numerose fratture e diaclasi. Nei livelli meno saldati del deposito vulcanoclastico, in cui è stata più efficiente la circolazione di fluidi, la matrice pomiceo-cineritica e le pomici hanno quasi raggiunto lo stadio dell’argillificazione oppure condizioni che danno luogo a fenomeni di disgregazione che le rende incoerenti. L’alterazione coinvolge anche i litici andesitici, prevalentemente quelli con diametri minori, che presentano un’alterazione molto avanzata che li rende facilmente disgregabili. L’unità affiora nella parte bassa dei versanti settentrionale ed orientale del M.te Zara, costituisce gran parte della struttura basale di M.te Crabas e di tutte le basse colline a S di esso, compreso la parte alta dell’apparato di M.te Oladri. Un piccolo lembo si trova anche sulla sommità di M.te Agutzu, poggia sopra i depositi sedimentari della Formazione del Cixerri ed ha al tetto le lave dell’Unità delle “Andesiti di M.te Zara”. a b Foto f. Contatto tra l’Unità di Su Pardu, a, e l’Unità di M.te Oladri, b, fagliate e diaclasate 20 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto f1. Sequenza degli eventi piroclastici dell’Unità di Su Pardu nella cava di M.te Oladri. Foto g. Piroclastiti di Su Pardu alterate con sali carbonatici idrotermali nelle fratture. 21 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto h. Unità Vulcanoclastica di Su Pardu in facies piroclastica con esfoliazione cipollare Foto i. Particolare delle piroclastiti con i litici andesitici e le pomici in via d’alterazione. 22 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto l. Affioramento dell’Unità Vulcanoclastica di Su Pardu in facies sedimentaria. Foto m. Breccia non alterata con clasti andesitici eterometrici a matrice arenaceo-cineritica. 23 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto n. Versante N di M.te Zara, vulcanoclastiti di Su Pardu completamente alterate. Foto o. Particolare dei clasti andesitici ad anfiboli e pasta di fondo chiara devetrificata. 24 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto p. Pendio E di M.te Zara, contatto Unità di Su Pardu sulla Form. del Cixerri Foto q. Facies con clasti andesitici alterati e matrice cineritica argillificata. 25 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Unità delle “Andesiti di M.te Zara” Hanno un chimismo sub-alcalino generalmente basico e sono rappresentate da prodotti andesitici ed andesitico-basaltici prevalentemente in lave e cupole di ristagno e subordinatamente da ammassi ipoabissali e filoni. Per quanto riguarda i caratteri macroscopici, queste rocce effusive si presentano di colore grigiastro scuro se poco alterate e grigio chiaro con domini rosso mattone se in avanzato stato di alterazione. La struttura è isotropa con una tessitura porfirica per fenocristalli di Plagioclasio, Pirosseno ed Olivina, immersi in una pastra di fondo vetrosa. I Plagioclasi sono quasi indistinguibili a livello macroscopico, in quanto hanno una dimensione che raramente raggiunge il mm. Le Olivine si presentano con dimensioni massime intorno ai 2-3 mm e fortemente alterate in Iddingsite. Nella roccia con basso grado di alterazione sono individuabili, anche in piccoli domini, per il loro colore giallo-rosso mattone che assume un colore rosso-bruno scuro nel litotipo in avanzato stato di alterazione. I Pirosseni sono i minerali più visibili in quanto raggiungono dimensioni anche di 5 mm; si presentano singoli, in alcuni casi con il loro habitus euedrale ed in aggregati. A livello macroscopico non sono visibili fenomeni di alterazione che li coinvolge in maniera diffusa. I filoni lamprofirici appartenenti a quest’unità, hanno una struttura porfirica per fenocristalli di Plagioclasi e Pirosseni, con dimensione inferiore ai 0,3 mm e tessitura isotropa microcristallina. Dall’analisi dei numerosi affioramenti rocciosi presenti nell’area, si è potuto verificare il diverso grado di alterazione e sopratutto l’estrema variabilità della fratturazione con spaziature da prossima o molto vicina, inferiore ai 6 cm, a molto distante, con massimi di 2 m. Le condizioni di fratturazione assimilabili al primo caso sono state rilevate nelle colline adiacenti la chiesa di S. Sebastiano, in cui la spaziatura e l’interferenza delle varie famiglie di discontinuità determina la suddivisione dell’affioramento in blocchi con lati aventi dimensioni massime intorno ai 20-25 cm sino a dimensioni intorno al centimetro degli elementi della breccia cataclastica. Il valore di spaziatura maggiore è stato riscontrato nel settore collinare di Perderas, dove sui fronti delle due cave abbandonate è stato possibile misurare una distanza massima di circa 1,90 m. In genere queste fratture, nelle porzioni più superficiali si presentano aperte e riempite di materiali d’alterazione lisciviato mentre in profondità essendo chiuse permettono solamente la circolazione dell’acqua. L’unità è presente estesamente nel settore settentrionale del dominio vulcanico e costituisce gran parte dell’apparato vulcanico del M.te Zara. Affiora dalla sommità, su tutto il versante settentrionale ed occidentale sino a Riu Flumineddu nella pianura sottostante e sul pendio 26 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI meridionale sino a M.te Crabas. In questa collina affiora sul fianco settentrionale ed occidentale. Costituisce, inoltre, il substrato roccioso sul quale è edificato il centro urbano di Monastir e la collina di Perderas all’interno del suo perimetro. Nell’estremità meridionale del dominio vulcanico, l’unico affioramento molto esteso costituisce la struttura di Cuc.ru Mussu Filippu a S di M.te Oladri. Due piccoli lembi si segnalano sulla sommità di M.te Agutzu ad oriente di M.te Zara e su quella di M.te Oladri. Foto r. Affioramento di andesiti poco fratturate dell’Unità di M.te Zara nel Colle Pedreras 27 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto r1. Affioramento andesitico dell’Unità di M.te Zara alterato e fratturato nel C. Pedreras Foto s. Cataclasite andesitica nell’Unità di M.te Zara alla base del colle di S. Sebastiano 28 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto t. Interferenza dei piani fluidali delle andesiti con le famiglie di fratture, U. di M.te Zara. Foto u. Filone lamprofirico molto fratturato affiorante alla base del versante W di M.te Zara. 29 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto v. Xenolite granitico, 13 cm, nel filone con tessitura porfirica e pasta di fondo vetrosa. Foto z. Tessitura porfirica del filone e xenolite di 2 cm costituito da femici microcristallini 30 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.2.3. Formazione di Ussana (Oligocene sup. - Aquitaniano inf.) Successione sedimentaria Oligo - Miocenica del Campidano - Sulcis La “Formazione di Ussana” è una sequenza sedimentaria in facies continentale, di ambiente da fluvio-lacustre a lagunare e litorale, costituita da stratificazioni clastiche a granulometria variabile dai conglomerati, litotipo prevalente, alle arenarie ed argille. I ciottoli eterometrici che compongono i conglomerati hanno generalmente dimensioni massime inferiori al decimetro. Derivano quasi esclusivamente dalle rocce paleozoiche che costituiscono i rilievi ai bordi della pianura del Campidano. Nell’area in esame, nel deposito sono stati riscontrati anche ciottoli di andesite derivanti dallo smantellamento dell’apparato vulcanico oligocenico. I sedimenti conglomeratici ed arenacei risultano generalmente cementati rispettivamente da una matrice arenacea o siltosa, di colore giallo rossastro per la presenza di ossidi ferrosi. Nel presente studio si è stabilito di descrivere la sequenza continentale della “Formazione di Ussana” analizzando alcuni scavi e tagli stradali ubicati nel settore tra Ussana e Monastir mentre quella marina è stata descritta esaminando le fronti di coltivazione di una cava dismessa e gli affioramenti limitrofi, in loc. Baccu Scova nel territorio comunale nord-orientale. Lungo la SS 466, nei pressi del confine amministrativo tra Monastir ed Ussana, è presente una scarpata stradale in cui affiora una parte molto rappresentativa della sequenza alluvionale (foto a, b). È ben visibile la facies conglomeratica eterometrica e poligenica con matrice arrossata. La componente clastica deriva prevalentemente dai litotipi paleozoici affioranti nei rilievi del Sarrabus-Gerrei. Il deposito dal punto di vista granulometrico risulta mal classato e la dimensione massima degli elementi, con un grado di elaborazione abbastanza evoluto, è di circa 25 cm. La matrice con un alta concentrazione di ossidi ferrosi, che le conferisce una buona compattezza, varia da un microconglomerato con sabbia e limo ad una sabbia mediofine limosa (foto a1). Nel conglomerato sono intercalati livelli e lenti con spessore variabile, di microconglomerati arenarcei ed arenarie prevalentemente ad elementi quarzosi, mal classati e con una matrice generalmente siltosa giallastra. In questi depositi a granulometria fine talora possono essere osservate delle strutture di sedimentazione piano parallela ed incrociata, (foto b1). Nella Formazione di Ussana, come rilevato nel taglio della S.S 466, sono intercalati numerosi livelli e lenti di limi ed argille che presentano una colorazione variabile dal biancogiallastro al rosso-violaceo al grigio. Questi depositi limoso-argillosi possono raggiungere notevoli estensioni areali e spessori superiori al metro (foto b2). L’origine del deposito è riconducibile ad una sequenza di episodi alluvionali con differente energia che hanno depositato dei corpi sedimentari a geometria prevalentemente lenticolare. 31 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a. Conglomerato alluvionale eterometrico, alto della sezione sulla SS 466 a Ussana Foto b. Intercalazioni lenticolari di arenarie, microconglomerati e limi argillosi. 32 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a1. Conglomerato eterometrico e poligenico a matrice siltoso-sabbiosa ad ossidi di Fe. mca Foto b1. Lente di microconglomerato ed arenarie, mca, intercalati nelle alluvioni grossolane. Foto b2. Lente di argilla e limo bianco-giallastro alla base dell’affioramento delle alluvioni. 33 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.2.4. Formazione di Nurallao (Oligocene sup. – Burdigaliano sup.) Successione sedimentaria Oligo - Miocenica del Campidano - Sulcis I sedimenti clastici continentali della “Formazione di Ussana”, passano superiormente e lateralmente alla “Formazione di Nurallao”, suddivisa in due membri: il “Conglomerato di Duidduru” e le “Arenarie di Serra Longa”. La successione risulta essere costituita alla base, da un conglomerato grossolano eterometrico e poligenico, con elementi sub-arrotondati del basamento cristallino, immersi in una matrice sabbiosa quarzosa e microconglomeratica eterogenica, talora ben cementato da ossidi ferrosi o ben costipato. Sono presenti intercalazioni di strati microconglomeratici, a matrice sabbiosa quarzosa grossolana, compatti (foto a). Foto a. Passaggio tra arenaria-microconglomeratica e un conglomerato a matrice sabbiosa La formazione passa verso l’alto, con il membro di Serra Longa, ad una sequenza di strati metrici prevalentemente di arenarie e sabbie eterometriche con intercalazioni di livelli conglomeratici fini ben costipati a matrice arenacea. Nella sequenza si segnala anche un potente strato marnoso arenaceo e siltitico giallastro o localmente bianco grigiastro in cui sono evidenti numerose bioturbazioni tubolari. La geometria depositi sedimentari, che mostrano delle strutture di sedimentazione piano parallela, incrociata o caotica, è di tipo sia tabulare sia lenticolare con evidenti passaggi in eteropia di facies verticali e laterali. 34 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Nel settore, i due membri della Formazione di Nurallao affiorano nei fronti della cava dismessa in loc. Baccu Scova, nella porzione settentrionale del territorio comunale. Foto b. Formazione di Nurallao, membro di Serra Longa in località Baccu Scova. Foto c. Arenarie quarzoso-feldspatiche medio fini cernite e con scarsa matrice carbonatica. 35 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.2.5. “Marne di Gesturi” Auct. (Burdigaliano sup. - Langhiano) Successione sedimentaria Oligo - Miocenica del Campidano - Sulcis I sedimenti clastici continentali della “Formazione di Ussana”, passano superiormente alla “Formazione di Nurallao”, affiorante nel N del settore, a sua volta sovrastata attraverso una lacuna stratigrafica dalle “Marne di Gesturi”. Queste nel settore in oggetto, sono rappresentate da una successione monotona di livelli con spessore generalmente centimetrico, costituiti prevalentemente da marne arenacee e siltitiche giallastre o localmente bianco grigiastre, con intercalazioni di arenarie grossolane, arenarie fini siltose e calcari. L’affioramento più rappresentativo si trova, arrivando da Cagliari nella SS 131, nei pressi della bretella e del ponte all’ingresso del paese. La giacitura della successione è orizzontale o debolmente inclinata. Nel settore le “Marne di Gesturi” affiorano in sottili strati di colore giallastro, aventi uno spessore non superiore ai 3 cm, quelli prevalentemente marnosi, e 5/6 cm i livelli arenaceo-siltitici. In alcune parti la sequenza assume un colore tendente al bianco per la presenza di estesi addensamenti di sali carbonatici. Foto a. Affioramento delle “Marne di Gesturi” all’ingresso dell’abitato e ZI, dalla SS 131. 36 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI L’affioramento nella parte più superficiale, presenta molteplici e fitte discontinuità subperpendicolari ai piani di stratificazione, le quali isolano numerose piccole scaglie e “mattoncini” che conferiscono all’affioramento un’elevata friabilità e franosità. La causa principale dello scadimento delle proprietà meccaniche del litotipo è legata sia a cause tettoniche sia a fenomeni di alterazione esogena. L’ambiente di deposizione è marino di piattaforma con batimetria non superiore ai 100 m e in misura minore litorale. Lo spessore in alcune zone limitrofe all’area in studio, è di oltre 200 m. Nel territorio in esame due piccoli lembi di “Marne di Gesturi” affiorano, attraverso una discontinuità tettonica, alla base del versante S-occidentale del M.te Oladri e in località Is Argiddas; sono stati inoltre cartografati due affioramenti nella pianura a N-W dell’abitato, dove il deposito costituisce il substrato della copertura sedimentaria quaternaria. Foto b. Livelli marnoso arenacei o siltitici e intercalazioni di strati arenacei fini e grossolani. 37 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.3. QUATERNARIO Le formazioni quaternarie in affioramento occupano una vasta area del settore studiato e si presentano sotto forma di alluvioni terrazzate, depositi in glacis, crostoni calcarei, alluvioni recenti e detriti di falda. 4.3.3.1. Sintema di Portovesme (Olocene) Depositi olocenici dell’area continentale Questi depositi fluviali affioranti nel settore, in base alla bibliografia, facevano parte di un’estesa conoide alluvionale che si diramava verso W dal Sarrabus-Gerrei al Campidano. I sedimenti sono costituiti prevalentemente da ghiaie, eterometriche e poligeniche in matrice limosa ferrettizzata, con subordinate sabbie quarzose e limi; in alcune zone queste alluvioni sono cementate da una matrice con un’alta frazione carbonatica. Gli elementi clastici si presentano arrotondati o sub-arrotondati, con dimensioni variabili fino a vari decimetri. Derivano principalmente dall’erosione dei litotipi paleozoici affioranti nei rilievi ai bordi della pianura del Campidano, granitoidi, scisti, metacalcari, quarziti, quarzo e da quelli collinari terziari che si ergono nel settore, andesiti, calcari, calcareniti ed arenarie. Una parte di questi elementi clastici, sono prodotti anche dal rimaneggiamento della sottostante “Formazione di Samassi” che nell’area costituisce il substrato sul quale le alluvioni poggiano. La geometria deposizionale di queste alluvioni è stratiforme di tipo lenticolare con eteropie di facies laterali e verticali. In alcune aree sono presenti alcuni resti di terrazzamenti che sono meglio visibili in altre zone del Campidano. La potenza massima del deposito nel settore indagato è intorno ai 25 m. con una giacitura delle stratificazioni lenticolari, generalmente sub-orizzontale o debolmente inclinata.Gli affioramenti cartografati sono localizzati nelle aree pianeggianti ad occidente dei rilievi vulcanici e nella fascia ove scorre il Riu Mannu. Nel caso in cui questi sedimenti non siano in successione sulla “Formazione di Samassi” poggiano in discordanza sulla sequenza marnoso-arenacea miocenica e sulle vulcaniti. 38 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a. Piana a N di Monastir dove affiorano in maniera estesa i depositi alluvionali Foto b. Ciottoli eterometrici di litotipi paleozoici immersi in una matrice sabbioso-limosa 39 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto c. Alluvioni mal stratificate esposte nella sezione di scavo del canale a NE di Monastir Foto d. Ciottoli eterometrici di litotipi paleozoici immersi in una matrice ghiaioso-sabbiosa 40 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto e. Blocco di quarzite della Form. di Pta Serpeddì, affiorante nel Sarrabus-Gerrei Foto f. Blocchi di metarenarie, Form. di S. Vito, affiorante nei rilievi del Gerrei e di Donori 41 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto g. Blocco di leucogranito biotitico affiorante nei pressi di Donori Foto h. Blocco di granitoide rossastro a struttura porfirica affiorante nel Parteolla-Gerrei 42 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.3.3.2. Coperture detritiche indifferenziate (Olocene) Depositi olocenici dell’area continentale Questi depositi sedimentari cartografati ai piedi dei versanti dei rilievi vulcano-sedimentari, costituiscono il substrato affiorante sul quale è edificato la gran parte del centro abitato di Monastir e poggiano direttamente su tutti i depositi cenozoici e quaternari affioranti nel settore. Di seguito, per una migliore esposizione, le coperture detritiche indifferenziate affioranti nel settore di Monastir, vengono descritte separatamente come detrito di versante e come deposito eluvio-colluviale, pur essendo nella cartografia tematica indicate come copertura detritica indifferenziata. Detrito di Versante Al piede dei versanti settentrionali ed occidentali dei rilievi collinari, principalmente quelli vulcanici, sono stati rilevati dei depositi superficiali di raccordo con le aree pianeggianti. Sono costituiti da detrito di versante in piccole falde e coni prodotti dall'erosione degli alti morfologici e trasportati a valle dalla gravità o dalle acque di ruscellamento superficiale. Questi depositi si distinguono dai colluvi più a valle, per la presenza quasi esclusiva di elementi andesitici grossolani, con un grado di elaborazione superficiale del tutto assente ed in percentuale molto alta rispetto alla matrice. I ciottoli non alterati sono a spigoli vivi mentre quelli in via di alterazione presentano un fenomeno di esfoliazione cipollare che li rende subarrotondati. La matrice nella quale sono immersi generalmente di colore rosso-violacea, è sabbioso-limosa se i ciottoli sono della dimensione delle ghiaie grossolane oppure limosoargillosa nel caso di ghiaie fini e sabbie. Il detrito di versante è presente al piede dei pendii della dorsale collinare; il contatto con i depositi colluviali più a valle non è ben definito, ma approssimativamente il limite coincide con la diminuzione della pendenza al piede dei versanti. 43 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI V D C Foto a. Versante E M.te Zara: sequenza Form. Cixerri-Vulcaniti-Detriti di versante ag ra Foto b. Detrito deposto per accumulo gravitativo, ag e ruscellamento areale e gravità, ra 44 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto c. Detrito di versante costituito da brecce, sabbia e limo in proporzioni variabili. Foto d. Detrito di versante costituito da brecce a matrice limosa. 45 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Coltri eluvio colluviali Nelle aree di raccordo con la pianura, in eteropia di facies con il detrito di versante e le alluvioni della pianura, sono stati rilevati dei depositi superficiali costituiti prevalentemente da coltri colluviali. Gli elementi a spigoli vivi che costituiscono il deposito, trasportati a valle dalle acque di ruscellamento superficiale, sono prodotti dall’erosione dei materiali affioranti negli alti morfologici e dal rimaneggiamento del detrito di versante. La granulometria di questi sedimenti prevalentemente andesitici, varia da ghiaie fini a limi. Congiuntamente ai detriti di versante, costituiscono la struttura dei piccoli coni di deiezione che hanno contribuito a colmare la pianura del Campidano nel periodo di subsidenza del Quaternario. I limiti tra questo glacis d’accumulo e le alluvioni recenti non è ben definito, ma approssimativamente a N di M.te Zara segue l'andamento del Riu Flumineddu mentre nella pianura ad occidente il contatto è in eteropia, quindi difficilmente individuabile. Talora nel deposito si segnalano anche delle aree con forte concentrazione di carbonati, che conferiscono ai sedimenti un caratteristico colore biancastro, legato alle risalite capillari, fenomeno che interessa anche le sequenze sottostanti marnoso-arenacea e le alluvioni. Sempre legato alle risalite capillari sporadicamente si ritrovano in affioramento, alcuni crostoni carbonatici immersi nella copertura detritica. Depositi Alluvionali Attuali Lungo i corsi d’acqua più importanti, Riu Mannu e Riu Flumineddu, sono presenti depositi alluvionali di fondo valle costituiti prevalentemente da ghiaie, sabbie e subordinati limi. Derivano principalmente dal rimaneggiamento dei depositi sedimentari quaternari che i fiumi attraversano e dall’erosione dei litotipi paleozoici presenti a monte, quarziti, granitoidi, scisti ed in subordine da rocce cenozoiche, arenarie e calcari. Il deposito, a struttura di tipo lenticolare, è formato da ciottoli poligenici ed eterometrici, con dimensioni anche decimetriche. 46 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI MG Ca MG Foto e. Paleoalveo nelle “Marne di Gesturi” con sedimentazione di conoide alluvionale, Ca. Foto f. Deposito colluviale-alluvionale con ciottoli andesiti in matrice sabbioso-siltosa 47 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto g. Deposito colluviale-alluvionale ad elementi monogenici andesitici eterometrici gg gs gg Foto h. Alternanza di depositi colluviali monogenici, ghiaiosi grossolani e ghiaioso-sabbiosi 48 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a. Barra fluviale di ghiaie eterometriche in matrice sabbioso-ghiaiosa nel Riu Mannu. Foto b. Ciottoli di litotipi paleozoici eterometrici rimaneggiati dalle “Alluvioni Antiche”. 49 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4.4. TETTONICA Come già accennato in precedenza, al § 4.1, l’evoluzione geodinamica nel Mediterraneo centro-occidentale, che ha avuto inizio nell’Eocene, ha prodotto la rototraslazione verso oriente della microplacca sardo-corsa, determinando nel corso della sua deriva, l’apertura del bacino balearico e la subduzione di crosta oceanica nell’area tirrenica. In Sardegna questi complessi eventi geodinamici, nell’Oligocene, hanno cominciato a produrre un’instabilità crostale, che ha determinato l’instaurarsi di un fenomeno di rifting culminato con la formazione di una fossa tettonica, dal Golfo di Cagliari a quello dell’Asinara; a questi fenomeni tettonici distensivi collegati ai margini di subduzione, è associato un vulcanismo di tipo “calcoalcalino” come è avvenuto su gran parte del territorio della Sardegna nell’Oligo-Miocene. Da un punto di vista strutturale, il rift sardo è il risultato della sovrapposizione di numerose strutture ad horst e graben generate da un’intricato sistema di discontinuità principali e secondarie, originatesi nel paleozoico o di neoformazione, di tipo transtensivo e transpressivo, con componente diretta od inversa e faglie listriche. Queste faglie in parte sono state riattivate nel Pliocene, in occasione di un’altro fenomeno di distensione crostale, senza subduzione, culminato nella formazione del “Graben del Campidano”, che si estendeva dal Golfo di Cagliari a quello di Oristano. In questa situazione geodinamica, con associate manifestazioni vulcaniche di tipo lavico a chimismo basico, le faglie prevalenti sono distensive di tipo listrico ma non mancano anche locali dislocazioni a componente orizzontale. L'area in esame, localizzata nel bordo S-orientale del Campidano, ricadeva nell’oligo-miocene nel settore meridionale del “Rift Sardo” e nel margine orientale del “Graben del Campidano” durante il plio-quaternario. Le tracce di questi eventi tettonici, sono ben visibili analizzando le sequenze vulcaniche e sedimentarie ed i contatti tra esse spesso determinati da faglie. Il settore è interessato da una serie di faglie, delle quali una di importanza regionale, che hanno contribuito a generare la struttura tettonica a gradoni, facente parte del “Graben del Campidano”. L'elemento tettonico più importante del settore in esame, è rappresentato dalla faglia d’importanza regionale, avente una direzione NNW-SSE ed un’immersione WSW, denominata dagli Autori “dorsale campidanese”. È individuabile in quanto, lungo la discontinuità sono impostati i punti di emissione dei rilievi vulcanici localizzati da Monastir a Furtei e che delimitano la pianura del Campidano ad oriente. Il rigetto di questa faglia, in seguito a studi effettuati da alcuni Autori, risulta essere dell’ordine di 400 m. 50 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Alla faglia principale, passante nella fascia ad oriente del centro abitato di Monastir, sono associate una serie di faglie parallele di tipo sintetico che dislocano il basamento cristallino su vari livelli, ribassati verso l’asse del Campidano, generando una struttura a gradoni; sono visibili inoltre, alcune faglie antitetiche una delle quali è localizzata nel settore occupato dall’abitato. Gran parte di queste discontinuità spesso coincidono con limiti delle formazioni affioranti nell’area e si è constatato che i contatti tettonici sono ben individuabili tra la sequenza vulcanica ed i depositi sedimentari. Un’esempio si può osservare all’inizio del taglio stradale lungo la SS 131, al bivio di Monastir, dove i depositi terziari risultano inclinati verso occidente oppure al piede del versante Soccidentale di M.te Oladri nei pressi di una cava di inerti ancora attiva. Altri contatti di faglia ben evidenti, tra la Formazione del Cixerri o quella di Ussana con l’Unità delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu” avente identica direzione della discontinuità principale ma con immersione ad E, si possono osservare sui fronti di cava presenti nel territorio nelle località di Is Serras, Su Pardu e Bidda de Nuxis. Nel settore sono state rilevate anche alcune faglie con disposizione spaziale circa perpendicolare alle dislocazioni precedentemente descritte. Una faglia diretta, avente orientazione ENE-WSW, è individuabile lungo la sella tra M.te Zara e M.te Crabas e mette in contatto l’unità delle “Andesiti di M.te Zara” con quella delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu” più antiche. Un’altra faglia diretta, con orientazione NE-SW, è cartografabile sul versante S-orientale di colle Su Cuccumenu e mette a contatto la Formazione del Cixerri con l’unità delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu”. Tutte queste faglie pur discontinue in affioramento, a causa della copertura superficiale che ne impedisce l’osservazione diretta, si estendono per lunghezze variabili dal Km sino ad alcune decine di Km, come le discontinuità principali di importanza regionale. Alle fratture litosferiche di ordine superiore precedentemente descritte, sono associate numerose faglie poco estese con un modesto rigetto, aventi direzione ed immersione variabili, riconducibili alle tensioni interne o all’assestamento degli strati in seguito ai movimenti tettonici principali. Sono da segnalare inoltre, numerose diaclasi nei materiali litificati come le arenarie ed i prodotti vulcanici e fessure da contrazione termica nelle andesiti e piroclastiti saldate, che conferiscono agli ammassi rocciosi un grado di fratturazione abbastanza spinto. 51 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto a. Faglia tra l’andesite di M. Zara e le piroclastiti di Su Pardu nel taglio della SS 131. I II Foto b. Faglia tra l’andesite di M. Zara, fratturata e foliata, e le piroclastiti di Su Pardu. 52 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Bc Foto c. Faglia con fascia di breccia cataclastica andesitica nelle andesiti dell’U. di M. Zara. bl bt bt bl Foto d. Specchio della faglia principale con i blocchi al letto bl, e al tetto bt, e faglie minori. 53 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto e. Concrezione carbonatica nello specchio di faglia principale e nelle fratture. Foto f. Cataclasite a spese delle andesiti con precipitazione carbonatica nelle fratture 54 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Foto g. Cataclasite a spese delle andesiti con precipitazione carbonatica nelle fratture 4.5. CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEI LITOTIPI AFFIORANTI Il presente paragrafo, riguardante gli aspetti fisico-meccanici dei litotipi presenti nel territorio comunale di Monastir, non dovrà in alcun caso sostituire il rilevamento geologico, le indagini in situ e le prove di laboratorio, da predisporre in funzione delle peculiarità dell’opera in progetto, ma è solamente la trattazione sommaria ed orientativa di un aspetto importante che caratterizza i terreni affioranti o gruppi di essi. Infatti, come previsto dalle leggi vigenti in materia, la progettazione di ogni manufatto deve essere supportata necessariamente dalle indagini geologiche e geotecniche indispensabili per valutare complessivamente l’impatto e l’interazione che l’opera esercita sul territorio. Le peculiarità geologico-tecniche che caratterizzano i terreni delle formazioni presenti nel territorio, permettono di attribuirle ad una delle quattro classi illustrate di seguito: 55 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Classe Caratteristiche dei terreni I OTTIMI: assenza di limitazioni all’edificabilità Necessità di indagini geologiche e geotecniche specifiche solo per edifici particolari per entità e/o distribuzione dei carichi o per opere che alterino i pendii naturali. II BUONI: limitazioni all’edificabilità solo per edifici di particolare rilevanza Indagini geologiche e geotecniche specifiche di norma neccessarie tranne che per costruzioni di modesto rilievo in rapporto alla stabilità globale dell’insieme opera-terreno. III MEDIOCRI: edificabilità possibile ma richiede interventi specifici Indagini geologiche e geotecniche specifiche sempre indispensabili, tranne che per costruzioni di rilievo molto modesto, in rapporto alla stabilità globale dell’insieme opera-terreno. IV SCADENTI: edificabilità sconsigliata ma possibile realizzando specifici interventi correttivi Indagini geologiche e geotecniche specifiche sempre indispensabili anche per costruzioni di rilievo molto modesto in rapporto alla stabilità globale dell’insieme opera-terreno. Nell’esposizione ci si riferirà alle varie formazioni senza ripetere la descrizione degli elementi che le costituiscono, indicando comunque il paragrafo al quale fare riferimento. Classe I - II, terreni da ottimi a buoni Appartengono a queste classi le Unità delle “Andesiti di M.te Zara” e delle “Andesiti di M.te Oladri”, § 4.3.2.2. Le caratteristiche fisico-meccaniche di queste sequenze vulcaniche sono esclusivamente condizionate dall’elevata variabilità della giacitura e spaziatura delle discontinuità. Si può affermare in generale che solo gli ammassi rocciosi interessati da un alto grado di fratturazione presentano parametri meccanici medi o bassi se in condizioni cataclastiche ed in presenza di una circolazione idrica nelle diaclasi mentre risultano buoni nelle parti meno disturbate. Classe II - III, terreni da buoni a mediocri Appartengono a queste classi la Formazione del Cixerri, § 4.3.2.1, l’Unità delle “Vulcanoclastiti di Su Pardu”, § 4.3.2.2, la Formazione di Ussana, § 4.3.2.3 e le “Marne di Gesturi” Auct., 4.3.2.4. Essendo delle sequenze di strati a granulometria e coerenza molto differenti, si hanno dei valori dell’angolo d’attrito interno e di coesione molto variabili. In generale le caratteristiche fisico meccaniche migliori si riscontrano nei prodotti arenacei litificati e nei grossolani a matrice sabbiosa con cemento ad ossidi ferrosi mentre quelle più scadenti nei sedimenti marnosi ed argillosi. Nelle valutazioni concernenti la sequenza delle “Marne di Gesturi”, si dovrà considerare anche l’andamento della fratturazione che generalmente interessa le parti più superficiali e la 56 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI variabilità del cemento carbonatico. Nelle aree collinari, trattandosi di sequenze stratificate, si dovrà valutare con particolare attenzione il rapporto esistente tra la giacitura degli strati e l’andamento del pendio. Non potendo dare valori indicativi dell’angolo di attrito interno e coesione, si può affermare che in condizioni indisturbate e senza la presenza di circolazione idrica nel substrato, si hanno ottime garanzie di resistenza ai carichi nelle condizioni poco disturbate mentre nelle situazioni peggiori si possono avere delle portanze molto limitate. Classe III - IV, terreni da mediocri a scadenti Fanno parte di queste classi la Formazione di Samassi, § 4.3.3.1, le “Alluvioni Antiche” Auct, § 4.3.3.2 ed i Depositi Olocenici, § 4.3.3.3. I depositi che costituiscono queste formazioni generalmente incoerenti sono molto eterogenei dal punto di vista granulometrico, con la prevalenza di ghiaie a matrice sabbioso-limosa. L’andamento dei valori, se pur indicativi, dell’angolo d’attrito interno e di coesione in questi sedimenti grossolani, stimati sulla matrice, risultano fortemente influenzati dalla frazione limosa; si è constatato invece che l’aspetto più importante da prendere in considerazione è il grado di addensamento degli elementi ghiaiosi, in quanto un suo aumento comporta il miglioramento delle capacità portanti dei terreni e la riduzione della compressibilità. Nelle valutazioni geotecniche attraverso l’analisi della stratigrafia, si dovrà verificare l’eventuale presenza di lenti di materiale fine e l’andamento del rapporto tra le varie classi granulometriche nella sequenza, per prevedere il comportamento del sedimento in funzione dell’oscillazione della falda superficiale che induce delle variazioni di volume e della consistenza nei materiali fini. Lungo i versanti collinari, trattandosi di accumuli superficiali detritici o colluviali talora non consolidati e stabilizzati, si dovrà valutare con particolare attenzione il rapporto esistente tra la loro giacitura e l’andamento del pendio. I carichi ammissibili su questi terreni possono variare da valori medi a molto bassi quando la frazione limosa nel sedimento diventa preponderante. 5. GEOMORFOLOGIA L’evoluzione geomorfologica del basso Campidano e del Parteolla, dal Terziario sino al Quaternario, è stata fortemente condizionata dai movimenti tettonici, dal vulcanismo dell’oligomiocenico e del quaternario e dai cambiamenti climatici con associati movimenti eustatici. Il territorio dal punto di vista morfologico, è generalmente sub-pianeggiante e caratterizzato nella parte settentrionale ed orientale dalla presenza di un settore nel quale si ergono delle basse colline aventi un profilo dolce che fanno parte della fascia di raccordo tra i rilievi 57 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI montuosi paleozoici del Sarrabus-Gerrei e la pianura del Campidano che si estende dalla Marmilla -Trexenta sino alla costa di Quartu S. E. La struttura delle colline è costituita dal rocce sedimentarie oligo-mioceniche ed in alcuni casi dalle vulcaniti oligo-mioceniche o piccoli affioramenti di rocce paleozoiche. Il substrato oligo-miocenico, rappresentato da prodotti sedimentari eterogenei, forma essenzialmente dei rilievi con altezza e forma variabile, frutto del condizionamento riconducibile alle diverse modalità d’erosione ed alla differente resistenza delle rocce al modellamento. I colli, spesso isolati o in piccoli complessi, costituiscono un paesaggio dalla morfologia dolce; il profilo dei versanti è generalmente convesso, spesso interrotto da piccole scarpate in prossimità di banchi lapidei con maggior resistenza all’erosione, tipo arenarie o conglomerati. I compluvi, a “V”, sono in larga misura poco profondi e con un profilo trasversale molto aperto. Tra le colline isolate dall’erosione, sono presenti dei piccoli bacini subpianeggianti nel quale si accumulano i prodotti colluviali medio-fini o quelli alluvionali dei corsi d’acqua che vi scorrono incassati di qualche metro dal piano di campagna. La pendenza di queste aree pianeggianti, di raccordo tra i rilievi e il Campidano, è debole e decrescente in direzione della pianura. I rilievi costituiti dalle vulcaniti sono caratterizzati da forme collinari generalmente con fianchi aspri ad elevate pendenze, contornate da aree con morfologia sub-pianeggiante, ricoperti al piede da depositi colluviali fini e detriti di versante medio grossolani. Dalla bibliografia risulta che l’area pianeggiante è il risultato dell’alternanza di episodi d’accumulo ed erosivi verificatisi dal Pliocene ad oggi, i quali hanno generato un glacis diramato verso W, dalla base dei rilievi paleozoici a quelli generati dall’allineamento vulcanico di Monastir-Serrenti e giungeva probabilmente fino all’asse della fossa del Campidano. I primi eventi alluvionali hanno prevalentemente colmato i dislivelli esistenti nel bacino del Parteolla e bassa Trexenta, dai rilievi del Sarrabus-Gerrei sino ai colli vulcanici della soglia del Campidano. Tracce di questi terrazzi, poggianti in discordanza sui depositi miocenici rimaneggiati in superficie, sono disseminati in tutta la fascia da Monastir a Cagliari. Lo spessore del primo evento è di circa 3 m mentre quello del secondo, sovrastante, intorno ai 10 m come verificato sui relitti dei terrazzi risparmiati dall’erosione. Si presentano costituiti da ciottoli elaborati di litotipi paleozoici a granulometria variabile, immersi in una matrice limosa rossastra per un’alta percentuale di ossidi ferrosi. In seguito all’aumento dei dislivelli topografici, per abbassamento del livello del mare legato agli ultimi episodi glaciali ed ai movimenti tettonici del Campidano orientale, questo glacis d’accumulo è stato smembrato dall’erosione dei corsi d’acqua, facendo riaffiorare in alcuni settori della pianura il substrato sedimentario terziario. Relitti di questo glacis d’accumulo sono cartografabili lungo tutto il bordo orientale del Campidano oppure possono ritrovarsi coperti da un livello di sedimenti recenti costituito da alluvioni nelle parti pianeggianti e da detriti di versante al piede dei rilievi 58 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 5.1. GEOMORFOLOGIA GENERALE DEL SETTORE DI MONASTIR Dall’analisi generale della morfologia dell’area, si evince che il suo assetto geomorfologico è legato principalmente agli eventi tettonici plio-quaternari ed al successivo riequilibrio con rimodellamento della superficie terrestre da parte degli agenti esogeni, tuttora attivi. Il settore in esame è composto da una vasta zona settentrionale e occidentale pressochè pianeggiante, con una quota media intorno ai 70 m slm, e da una parte Sud-orientale nella quale si ergono dei colli che non superano i 250 m slm. I maggiori rilievi con allineamento NNO-SSE, sono localizzati nella parte orientale e sono costituiti dalle formazioni vulcaniche e mioceniche più resistenti all'erosione; nella pianura affiorano i sedimenti del substrato terziario e quelli quaternari prodotti dall’erosione ed accumulati dai corsi d’acqua o dalla gravità. Per quanto riguarda il centro abitato del Comune di Monastir, la sua porzione orientale risulta edificata su una dorsale collinare compresa tra i colli Pedreras e S. Sebastiano in cui il substrato è costituito dalle vulcaniti oligomioceniche mentre la restante parte occidentale è fondata nella fascia subpianeggiante o debolmente inclinata, di raccordo tra i colli vulcanici e la pianura del Campidano nella quale affiorano i sedimenti miocenici e il deposito costituito da detrito di versante e colluviali del quaternario. L’analisi della morfologia evidenzia superfici molto inclinate e rotture di pendio solo nei versanti del Colle di S. Sebastiano e di Pedreras, mentre l’andamento topografico della parte subpianeggiante occidentale risulta essere graduale ed omogeneo. Nell’ area urbana non sono state rilevate situazioni di disequilibrio geomorfologico in atto, se si eccettua la situazione generata dal taglio stradale della SS 131. Di seguito per una migliore esposizione, l’area pianeggiante e quella collinare vengono trattate separatamente. 5.1.1. GEOMORFOLOGIA DEL SETTORE SUD-ORIENTALE Il settore è caratterizzato da due allineamenti collinari paralleli, sfalsati di circa 400 m, con la direzione degli assi avente un’orientazione circa NNW-SSE, la struttura del gruppo dei rilievi Sud-occidentale, più esteso ed elevato, è costituita dalle vulcaniti mentre l’altro è impostato sui sedimenti terziari. Per l’apparato vulcanico, le quote sul livello del mare misurate da N verso S, sono 126 m di Monte Pedreras, 226 m di Monte Zara, 215 m di Monte Crabas, 191 m del colle Su Cuccumenu, 235 m di Monte Oladri e 173 m di Cuccuru Mussu Filippu, per quello più a N, nei depositi sedimentari terziari, 187 m di M.te Agutzu e 204 m di Bruncu Arrubiu. L’aspetto morfologico dell’area collinare è aspro nelle zone in cui il substrato è costituito dai prodotti vulcanici e con deboli ondulazioni nel settore con le litologie sedimentarie. Tutte le 59 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI colline presenti nel settore, eccetto Bruncu Arrubiu la cui struttura è composta dai sedimenti della “Formazione di Ussana” e M.te Agutzu dalla “Formazione del Cixerri”, sono costituite dai prodotti della sequenza vulcanica. L’andamento dei versanti è variabile; le pendenze più alte sono state misurate nei colli vulcanici, dove gli affioramenti andesitici mostrano generalmente acclività superiori rispetto alla sequenza piroclastica. Nelle colline con profili dolci costituite dai sedimenti miocenici, invece, le inclinazioni sono inferiori ai 35°. Nella parte alta dei rilievi vulcanici è generalmente assente la copertura di suolo ben strutturata, infatti, è ben visibile la roccia affiorante fortemente fratturata e con fenomeni d’alterazione che hanno prodotto numerose tafonature, utilizzate nel periodo neolitico come ripari o luoghi di culto. Le forti pendenze esistenti nelle aree in cui affiora la roccia, associata all’alto grado di fratturazione, generano numerosi distacchi di materiale e piccole frane gravitative che si accumulano alla base delle scarpate formando coni o piccole falde detritiche di ciottoli vulcanogenici eterometrici. Questo degrado è accentuato in alcune zone dove gli affioramenti rocciosi generano delle scarpate quasi sub-verticali, come nel Monte Zara o nel versante settentrionale del colle di S. Sebastiano. Nella parte pianeggiante al piede dei pendii collinari vulcanici, interposta con la pianura circostante, affiora una copertura detritica indifferenziata costituita in prevalenza da detrito di versante, colluvi ed anche il prodotto di alterazione in situ delle vulcaniti. Questo deposito che spesso poggia sul substrato vulcanico, ha un’inclinazione che raccorda la forte pendenza dei versanti rocciosi con quella debole riscontrabile nella pianura circostante al piede. Dal punto di vista morfologico può essere definito un glacis d’accumulo, con pendenze intorno al 10%. I sedimenti che costituiscono il glacis d’accumulo si differenziano da quelli alluvionali presenti nella pianura, in quanto sono prevalentemente composti da elementi andesitici a spigoli vivi e mal classati, per il limitato trasporto, ed immersi in una matrice sabbiosa limosa rosso violacea. Le colline formatesi sui sedimenti terziari generalmente si raccordano alla pianura senza brusche variazioni di pendenza; talora sono presenti rotture di pendio per la differente erodibilità litologica o per la presenza di faglie. La forma a “V” delle piccole valli scavate dai corsi d’acqua è generalmente più aperta nelle litologie sedimentarie, come per il Riu Santu Milanu e di Gora is Serras, e stretta nelle aree occupate dalle vulcaniti. Nel caso di compluvi impostati in prossimità di contatti tra litologie a diverso grado di erodibilità, si riscontra un profilo trasversale delle valli di tipo asimmetrico, con maggiore inclinazione sul versante con litotipi più resistenti, come nella valle della Gora di M.te Agutzu tra M.te Zara e M.te Agutzu. 60 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Sui versanti in cui è assente la vegetazione e nelle aree di cava dismesse, in cui il substrato è costituito da materiale sedimentario fine, le acque di ruscellamento superficiale generano un’erosione a calanchi, talora con profonde incisioni, che lasciano in posto la frazione di materiale grossolano. Anche l’incidenza antropica ha un ruolo primario nell’assetto geomorfologico della zona, infatti, sono numerose le rotture di pendio e le scarpate con forti dislivelli, conseguenti alle opere di sbancamento per l’attività estrattiva o per la viabilità. Per quanto riguarda le aree soggette nel passato a modifiche sostanziali dell’andamento topografico, generate per lo sfruttamento di georisorse, vi sono state riscontrate situazioni anche di forte disequilibrio, come sul versante orientale di M.te Zara in loc. Su Pardu e nel pendio occidentale di M.te Agutzu. Il dissesto provoca smottamenti e piccole frane, tuttora in atto, con la formazione di cumuli e coni di detriti al piede dei fronti di scavo per effetto della gravità e coltri colluviali nei piazzali, deposti dalle acque di ruscellamento superficiale. Nelle aree sono presenti anche numerose depressioni topografiche colme d'acqua, alcune delle quali perenni, dovute alla scarsa permeabilità dei terreni. Nei diversi siti in cui si è svolta l’attività estrattiva, si è riscontrato la quasi totale assenza di suolo agrario o dell’orizzonte superficiale di alterazione, pertanto le aree non possono essere riconvertite per attività produttive di tipo primario se non previa ricostruzione del suolo agricolo. Nel settore collinare, un’altra opera che ha comportato delle forti modifiche morfologiche, con l’innesco di piccoli fenomeni franosi ad alto rischio, è la trincea stradale della SS 131 sul versante occidentale del M.te Zara. Si è potuto constatare che alla base del taglio stradale, lungo tutto il suo sviluppo, sono presenti degli smottamenti e crolli di detriti grossolani indizio di una condizione d’instabilità del fronte. Se si considera, inoltre, l’estensione completa del versante dalla cima sino alla base, coincidente con la sede stradale, l’aumento della pendenza accentua la pericolosità di un versante già intrinsecamente franoso. 5.1.2. GEOMORFOLOGIA DEL SETTORE NORD ED OCCIDENTALE La parte pianeggiante che occupa i settori settentrionale e occidentale si presenta con una debole pendenza verso W. Ha quote variabili dai 110 m s. l. m. misurate nell’estremità Nordorientale del territorio comunale, nei pressi di M.te Assorgia, ed i circa 54 m rilevati nel lembo di terra tra gli alvei del Riu Mannu e Flumineddu nel limite comunale occidentale. Tutta l’area in esame è interamente occupata dai sedimenti alluvionali ascrivibili al Quaternario se si esclude l’area Nord-orientale, delimitata ad W dal Riu Mixeddu ed a S dal Riu Mannu, dove affiorano i sedimenti miocenici marnosi. È stato già illustrato in precedenza, che i sedimenti quaternari presenti nell’area sono stati interpretati come una successione di glacis d’accumulo smembrati da fiumi ad andamento 61 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI trasversale. I numerosi relitti risparmiati dall’erosione, hanno comunque reso possibile una ricostruzione della fisionomia originaria di questa struttura sedimentaria, prevalentemente lungo la linea Monastir-Cagliari e lungo tutto il bordo del Campidano alla base dei rilievi del Sarrabus-Gerrei. Dall’analisi delle caratteristiche dei depositi, costituiti da ciottoli cristallini sub-arrotondati immersi in una matrice limoso sabbiosa ferrettizzata e spessi complessivamente circa 15 m, si può affermare quasi con certezza che i materiali costituenti il glacis d’accumulo provengono dal complesso paleozoico del Sarrabus-Gerrei, come confermano i dati bibliografici. L’andamento della superficie topografica, debolmente ondulata, è interrotta dagli alvei dei due corsi d’acqua più importanti e da alcuni piccoli rivoli loro affluenti, che drenano il settore collinoso o la pianura. I percorsi fluviali del Rio Mannu e Flumineddu, generalmente delimitati da dei piccoli argini longitudinali o da terrazzi, possono essere di tipo meandriforme ed anastomizzato. Quando l’alveo è a canali intrecciati, nel letto sono presenti depositi alluvionali in barre e cordoni, aventi granulometria da grossolana a fine e canali abbandonati. Queste alluvioni recenti, attribuite all'Olocene, costituiscono il deposito superficiale in una fascia che si estende tra il Rio Mannu ed il Rio Flumineddu e sono riconoscibili per il debole grado di cementazione del materiale. Nei piccoli affluenti invece si è riscontrato la prevalenza dei fenomeni erosivi con conseguente approfondimento del letto fluviale, che risulta generalmente incassato nelle alluvioni quaternarie. L’area sub-pianeggiante essendo completamente antropizzata non mostra evidenti fenomeni morfogenetici naturali attivi, infatti, la pressione antropica legata alle numerose aziende agricole presenti, non permette agli agenti esogeni il modellamento della superficie terrestre in funzione dell’equilibrio esistente. Nella pianura sono presenti solamente limitati fenomeni di erosione canalizzata mentre al contrario sono numerosi i cambiamenti dell’assetto topografico legato all’azione dell’uomo, come le canalizzazioni delle acque superficiali e tutte le opere per la viabilità sia principale che agricola. Queste opere pur creando delle forti modificazioni dell’assetto geomorfologico non generano disequilibri e nuove condizioni di pericolosità. 5.2. ANALISI DELLE PENDENZE Nella pianificazione territoriale, per l’utilizzo funzionale di un settore alle esigenze di sviluppo economico ed ecosostenibile di una comunità, uno dei parametri principali da considerare è l’analisi dell’acclività generale di un’area. Infatti, per operare delle scelte mirate alla corretta destinazione d’uso del territorio comunale, è indispensabile considerare l'entità e la distribuzione areale delle pendenze. L’acclività della superficie topografica ed i suoi valori, dipendono dai caratteri intrinseci delle rocce che costituiscono il substrato affiorante quali tipo 62 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI di litologia, giaciture e grado di fratturazione, dall’esposizione agli agenti esogeni e dall’attività antropica. Nel programmare l'utilizzazione di una superficie, soprattutto dove la destinazione d'uso presunta è quella agricola, si deve considerare la scelta della coltura da impiantare ed il tipo d’irrigazione utilizzabile in quanto condizionate dalla pendenza del terreno. Secondo le indicazioni di alcuni Autori al di sopra del 25-30% non è più possibile la meccanizzazione agricola; per pendenze comprese tra il 20 e il 30% di solito vengono previste le colture arboree, mentre per pendenze superiori al 30%, si devono prevedere il bosco ed il pascolo. Da alcuni studi risulta che la pendenza del 35% rappresenta il valore massimo di acclività oltre la quale, almeno nel territorio italiano, i terreni non sono più suscettibili di coltivazioni. Discorso analogo va fatto per una corretta utilizzazione del territorio nell’ambito dell’espansione del centro abitato, dove per gli insediamenti ad uso residenziale non sono indispensabili valori bassi di pendenza come al contrario necessitano le aree da destinare agli insediamenti produttivi. Analizzando la carta clivometrica è possibile visualizzare l’andamento generale della pendenza. Si possono distinguere due zone; una sub-pianeggiante molto estesa, nei quadranti settentrionali ed occidentali, avente pendenze inferiori al 5% con una limitata area localizzata nei pressi del confine comunale Nord-orientale, dove si raggiungono valori variabili dal 10% al 20%; mentre l’altra Sud-orientale, collinosa, mostra delle pendeze intorno al 5-10% al piede dei versanti con un progressivo aumento dei valori, generalmente compresi tra il 25% e 75%, che raggiungono anche misure superiori al 75% nelle aree più impervie, lungo le scarpate degli affioramenti rocciosi. La distribuzione percentuale dei diversi range di pendenza, rispetto alla totalità del territorio comunale, la si può visualizzare nella seguente tabella. Range di pendenza Acclività Percentuale sulla Percentuale area totale espressa in Kmq 0 – 2,5% 0,00 - 1,43° 48.54% 15.422 >2,5% - 5% 1,43° - 2,86° 20.81% 6.61 >5% - 10% 2,86° - 5,71° 12.37% 3.93 >10% - 20% 5,71° - 11,30° 9.16% 2.91 >20% - 40% 11,30° – 21,80° 7.62% 2.42 >40% - 60% 21,80° – 30,96° 1.32% 0.42 >60% - 80% 30,96° – 38,66° 0.16% 0.05 >80% >38,66° 0.03% 0.01 Tab. 5.1 - Distribuzione percentuale dei range di pendenza nel settore di Monastir 63 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Dai valori esposti nella tabella 5.1, si evince che il territorio comunale di Monastir è in larga misura pianeggiante. Si può notare che circa l’83% del territorio ha una pendenza inferiore al 10%, il 16% ha una pendenza compresa tra il 10 ed il 40% e solo il 1% presenta un’acclività superiore ai 21°, che risulta circoscritta al settore occupato dalle colline. Nella porzione occupata dal centro abitato, la ripartizione dei range di pendenza rispecchia in linea generale quella esistente nel territorio, in cui circa 80% dell’area presenta pendenze inferiori al 15%, mentre il restante 20% è ristretta alle colline di M.te Pedreras e di S. Sebastiano dove si raggiungono pendenze anche molto alte. Per avere un quadro d'insieme delle pendenze nel territorio comunale di Monastrir è stata realizzata la "carta dell’acclività". 5.3. VALUTAZIONE DELLA STABILITÀ GEOMORFOLOGICA DEL SETTORE Nel territorio del Comune di Monastir è stato individuato dagli organi competenti della Regione Autonoma della Sardegna, un esteso settore nel quale sono accertate delle condizioni con diverso grado di pericolosità legata a fenomeni franosi con conseguente rischio gravante sui vari elementi presenti nell’area. Le carte tematiche del P.A.I. relative alla pericolosità, al rischio ed agli elementi a rischio, tavole B7 Hg 016/69, B7 Rg 016/69 e B7 Eg 016/69, sono redatte sulla base topografica del C.T.R. Numerico della R. A. S. in scala 1:10.000. Nella carta tematica di Monastir relativa alla pericolosità per frana è circoscritta una zona che si estende sull’allineamento dei rilievi vulcanici di M.te Zara, M.te Crabas e colle Su Cuccumenu. La quasi totalità dell’area ha una pericolosità d’intensità Hg2 e comprende anche alcune porzioni delle aree di cava dismesse che in alcuni punti verosimilmente dovrebbero essere valutate Hg3. La classe di pericolosità Hg4, è assegnata a due piccoli settori allungati che si estendono sul versante occidentale di M.te Zara, ubicati lungo la cresta rocciosa ed in corrispondenza del taglio stradale della SS 131 alla base del pendio. Nell’ambito della redazione del PUC, come previsto dalle “Linee guida per l’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali al PPR ed al PAI”, è stato eseguito lo studio di compatibilità geologica di dettaglio, finalizzato alla verifica e revisione dei limiti delle aree soggette a pericolosità, perimetrate dal PAI vigente ed al loro adeguamento alla scala della cartografia del Piano. Come previsto dalle direttive contenute nelle Norme di Attuazione del P.A.I., Art. 8 comma 2, i risultati acquisiti saranno recepiti in sede di redazione del PUC e coerentemente, l’Amministrazione comunale sarà tenuta ad introdurre nello strumento urbanistico, i vincoli e le limitazioni d’uso per le aree soggette a pericolosità geologico-geotecnica previsti nel Capo III, dagli articoli 31, 32, 33 e 34 delle Norme di Attuazione del P.A.I. I risultati ottenuti nell’analisi di compatibilità geologica e la relativa catrografia tematica aggiornata sono consultabili nello studio allegato. 64 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 6. CLIMATOLOGIA Per valutare l’andamento climatico nel territorio di Monastir e le risorse idriche disponibili, sono stati analizzati i dati relativi alle stazioni meteorologiche presenti a pochi chilometri dal confine comunale, in quanto nell’area indagata non è presente alcuna stazione di misurazione. I parametri calcolati nello studio daranno l’opportunità di stimare meglio i processi morfogenetici naturali agenti sul substrato e l’evoluzione del paesaggio ed indicazioni agronomiche sulla densità e tipo di copertura forestale. Le caratteristiche climatiche dell'area, possono essere definite attraverso l'elaborazione statistica dei dati disponibili sulle temperature e precipitazioni, considerando inoltre la ventosità, la nuvolosità e l’umidità relativa. Per valutare l’andamento pluviometrico nell’area, si sono utilizzati i dati relativi alle stazioni più vicine di Nuraminis e Sestu, distanti una decina di Km e localizzate rispettivamente a N e S del settore in esame. Le osservazioni sono relative al periodo 1922-1992 con delle lacune; nelle misurazioni della stazione di Nuraminis mancano del tutto le osservazioni del 1944, 1945, 1948 mentre in quella di Sestu sono assenti i dati del 1944, 1945, 1992. Per quanto riguarda i dati sulle temperature, si sono utilizzati i valori della stazione meteorologica di Elmas distante circa 15 Km, anzichè quelli delle stazioni considerate in precedenza essendo incompleti. Alla stazione di Elmas sono riferiti anche i dati sulla nuvolosità, umidità relativa e ventosità. 6.1. PRECIPITAZIONI L'andamento pluviometrico nell’arco dell’anno è caratterizzato dal minimo di piovosità nel periodo estivo e da un massimo in autunno ed inverno. Nelle stazioni di Nuraminis e Sestu si osserva che le precipitazioni medie mensili assumono valori abbastanza simili, con una certa prevalenza delle altezze di pioggia in quella di Nuraminis. Nella seguente tabella 6.1 sono esposti i dati relativi alle precipitazioni nel periodo compreso tra il 1922 ed il 1992. Per ogni singola stazione, è riportato il valore medio mensile ed annuale dei 70 anni considerati. I valori attribuiti al settore in esame, nella riga “Monastir”, sono la media aritmetica dei dati relativi alle due stazioni considerate. Dal calcolo risulta che nell'area studiata, la piovosità media annuale nel periodo dal 1922 al 1992, è pari a 505,7 mm. 65 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Media Stazioni Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Nuraminis 62,6 65,1 56,3 44,5 33,2 11,8 5,8 12,7 35,2 60,4 72,2 80,9 536,8 Sestu 51,2 54,7 47,3 40,1 31,6 11,6 3,8 7,3 35,2 58,2 63,4 66,3 467,2 Monastir 56,9 59,9 51,8 42,3 32,4 11,7 4,8 10,0 35,2 59,3 67,8 73,6 505,7 annuale Tab. 6.1 - Pluviometria media mensile ed annuale per il periodo 1922-1992, nelle stazioni di Nuraminis, Sestu e Monastir. Dai dati si evince che i mesi più secchi sono giugno, luglio ed agosto, mentre quelli più piovosi mm di pioggia sono ottobre, novembre, dicembre, gennaio e febbraio. 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 nuraminis sestu monastir Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Grafico 6.1 - Andamento delle precipitazioni medie mensili nelle stazioni di Nuraminis, Sestu e Monastir. Dall’analisi delle curve del grafico 6.1, si può appurare che l’andamento pluviometrico relativo alle due stazioni è similare ed in alcuni mesi praticamente identico; si noti che le due curve evolvono con una tendenza molto simile ed hanno la coincidenza dei massimi nei mesi di febbraio e dicembre e del minimo nel mese di luglio. 6.2. TEMPERATURE I valori termometrici utilizzati sono relativi alla stazione meteorologica di Cagliari-Elmas distante circa 15 Km da Monastir. L’andamento termometrico è stato ricostruito sulla base delle misurazioni eseguite in un periodo compreso tra il 1922 e il 1992. In questo periodo di osservazione, 71 anni, mensilmente sono state effettuate mediamente dalle 63 alle 64 osservazioni. Nella tabella 6.2 si riportano la media delle temperature mensili e annua, il numero di osservazioni e la deviazione standard, STD. 66 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Stazione Media Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 64 64 64 64 64 64 64 64 63 64 64 64 64 Media 10,6 11,0 12,7 14,9 18,4 22,6 25,3 25,5 23,1 19,3 15,1 11,9 17,6 Dev. Stand. 1,3 1,4 1,3 0,9 1,0 1,2 1,2 1,1 1,1 1,1 1,5 1,4 1,2 Cagliari-Elmas N°. misure annuale Tab. 6.2 - Valori termometrici medi, mensili ed annuale, in °C relativi alla Stazione Meteo di Cagliari-Elmas, nel periodo 1922-1992. La temperatura media annua, calcolata con i valori medi mensili degli anni compresi tra il 1922 ed il 1992, è di 17.6 °C. Il mese più freddo è Gennaio con 10.6 °C, mentre quello più caldo è Agosto con 25.5 °C; negli anni di osservazione, l’anno più caldo è stato il 1940 con una media annua di 16,4 °C. Nel grafico 6.2 è mostrata la curva che rappresenta l’andamento della media delle temperature massime mensili, nell’arco di un anno, relativa al periodo 1922 – 1992. 28 26 24 Temperature °C 22 20 18 16 14 12 10 8 6 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Grafico 6.2 - Andamento della media delle temperature massime mensili nella Stazione Meteo di Cagliari -Elmas nel periodo 1922-1992. 6.3. STIMA DELL'EVAPOTRASPIRAZIONE La temperatura e il regime delle precipitazioni sono le variabili indipendenti considerate per calcolare l’evapotraspirazione che avviene in un settore. È uno dei parametri più significativi nell’ambito di un bilancio idrologico e rappresenta la perdita di una parte delle acque di precipitazione, per evaporazione dal suolo e per traspirazione della vegetazione. Alcuni parametri climatici come la nuvolosità, l’umidità relativa e la ventosità, pur non figurando come variabili indipendenti nelle formule più usate per il calcolo dell’evapotraspirazione, rivestono comunque una grande importanza. 67 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Di seguito questi tre fattori climatici, vengono illustrati e stimati attraverso i dati relativi alla stazione meteorologica di Cagliari-Elmas. Il primo parametro di notevole importanza nella definizione del clima è la nuvolosità da cui dipende l’irraggiamento solare. Nella Tabella 6.3 sono sintetizzati il numero medio mensile ed annuo dei giorni in condizioni di sereno (nuvolosità < 2/8), nuvoloso (2/8 < nuvolosità < 6/8) e coperto (nuvolosità > 6/8), riferiti al periodo compreso tra il 1922 ed il 1992. Stazione Media Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic sereno 6 5 6 7 8 12 22 18 10 6 6 7 113 nuvoloso 14 13 15 14 14 14 7 10 14 17 17 15 164 coperto 11 10 10 9 9 4 2 3 6 8 7 9 88 Cagliari-Elmas annuale Tab. 6.3 - Valutazione media, mensile ed annuale nel periodo 1922–1992, dei giorni di sereno, nuvoloso e coperto nella Stazione Meteo di Cagliari-Elmas. Dall’esame dei valori riportati nella tabella 6.3 si evince che il numero massimo di giornate serene si ha nei mesi di Luglio ed Agosto, rispettivamente con 22 e 18 giorni, mentre il minimo si registra nei mesi del periodo tra Ottobre e Aprile, dai 5 ai 7 giorni. Il valore minimo di giornate nuvolose si ha nel mese di Luglio, 7 giorni, mentre il massimo si osserva nei mesi di Ottobre e Novembre con 17 giorni. Le giornate in condizioni di coperto raggiungono il massimo di 11 giorni nel mese di Gennaio ed un minimo di 2 giorni in Luglio. I dati relativi alla media annua, indicano che nel settore si hanno 113 giorni di sereno, il 30.96 %, 88 giorni di cielo coperto, il 24.11 %, e nei restanti 164 giorni nuvoloso, il 44.93 %. Un altro parametro molto importante è l’andamento del vento al suolo, ventosità, rappresentato dall’intensità, direzione e frequenza. I dati anemometrici esposti nell’istogramma, rilevati nella stazione meteorologica di Cagliari-Elmas, riportano i dati medi acquisiti in 100 osservazioni. Stazione Cagliari-Elmas % Intensità 0 m/s calme N NE E SE S SW W NW 16,00 - - - - - - - - % Intensità 0-5 m/s - 12,40 2,20 3,30 6,00 7,30 0,50 4,30 18,00 % Intensità 5-10 m/s - 4,15 0,32 0,86 3,70 5,06 0,78 2,71 9,90 % Intensità 10-15 m/s - 0,07 0 0,01 0,03 0 0 0,08 0,33 Tab. 6.4 - Distribuzione, intensità e direzione dei venti nella stazione meteorologica di Cagliari-Elmas del vento, Stazione Meteo di Cagliari-Elmas 68 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI CALME 100 NW 10 18 16 N 12,4 1 9,9 0,1 0,33 W 4,15 NE 0,07 2,71 4,3 0,08 0,01 0,01 2,2 0,32 % Intensità 0-5 m/s 0,03 0,78 0,86 0,5 % Intensità 5-10 m/s 3,3 SW 3,7 5,06 % Intensità 10-15 m/s E % calme 6,0 7,3 S SE Grafico 6.3 – Distribuzione logaritmica sulla ventosità nella Stazione di Cagliari-Elmas. 18,5 18 17,5 17 16,5 16 15,5 15 14,5 14 13,5 Percentuale % 13 12,5 12 11,5 11 % Intensità 0-5 m/s 10,5 10 % Intensità 5-10 m/s 9,5 9 8,5 8 % Intensità 10-15 m/s 7,5 7 6,5 % calme 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 CALME N NE E SE S SW W NW Grafico 6.4 - Istogramma sulla direzione, distribuzione ed intensità del vento, Staz. di Cagliari-Elmas. Dalla distribuzione dei venti, vedi grafici 6.3 e 6.4, si desume che nel settore il vento dominante, con direzione NW, ha un’intensità massima compresa tra 10 e 15 m/s, mentre 69 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI quello più frequente, 18 %, ha una velocità inferiore ai 5 m/s; le calme registrate non superano il 16 % delle osservazioni. L’ultima variabile significativa che condiziona l’evapotraspirazione è l’umidità relativa che rappresenta il rapporto in percentuale della quantità di vapore acqueo esistente in una data massa d’aria e la quantità massima di umidità che la stessa potrebbe contenere rispetto alla sua temperatura, al momento dell’osservazione. L’umidità relativa media dei valori registrati nella stazione di Cagliari-Elmas, nel 1975, sono sintetizzati nella tabella 6.5 e permettono di avere un quadro generale delle misure mensili medie dell’umidità dell’aria e del valore medio annuo, 75%. Stazione Cagliari-Elmas Umidità rel. % Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 80 78 77 75 75 70 69 71 73 76 77 80 Media Annuale 75 Tab. 6.5 - Valori di umidità relativa media mensile nel periodo 1922-1992 relativa alla Staz. Meteo Cagliari-Elmas Nel grafico 6.5 si può visualizzare l’andamento dell’umidità relativa media nell’arco di un anno. Si può notare che l’umidità relativa è più alta nei mesi invernali, 80% a Dicembre e Gennaio e raggiunge un valore minimo nel mese di Luglio, circa 70 %. 81 80 Umidità relativa % 79 78 80 80 78 77 76 75 77 76 77 75 75 74 73 72 73 71 71 70 70 69 68 69 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Grafico 6.5 – Andamento annuale dell’umidità relativa media nella Stazione meteo di Cagliari-Elmas nel periodo 1922-1992. I dati sulla temperatura media e le precipitazioni medie hanno consentito la realizzazione del diagramma ombrotermico relativo al settore di Monastir, grafico 6.6 illustrato di seguito, che permette di analizzare e comparare contemporaneamente i regimi medi mesili termici e pluviometrici nell’arco dell’anno. 70 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI L’andamento delle curve consente di visualizzare che nei mesi estivi di Giugno, Luglio ed Agosto, dove la temperatura media mensile raggiunge valori al di sopra di 22,6 °C, si hanno valori di piovosità inferiori ad 11,7 mm con il minimo in Luglio di 4,8 mm, mentre nei mesi di Ottobre, Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo, dove le temperature medie mensili oscillano tra i 10,6 °C e i 19.3 °C, si raggiungono le piovosità più elevate maggiori di 50 mm. Il clima è caratterizzato da un periodo caldo con scarsa piovosità ed uno più o meno freddo e piovoso. Nel grafico si può notare che la curva delle temperature giace al di sotto di quella delle precipitazioni nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto situazione che rappresenta una condizione di deficit idrico con prevalenza dei consumi d’acqua per evapotraspirazione rispetto agli apporti meteorici; quindi il periodo in esame è classificato come secco. L’analisi delle medie mensili di temperatura e piovosità, consentono di individuare il tipo di clima. Il valore di temperatura media annua di 17,6 °C, la temperature media mai inferiore ai 10 °C, quattro mesi con la temperatura media superiore a 22 °C, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre e le precipitazioni medie annue intorno ai 505,7 mm annui, permettono di classificare il clima come mediterraneo con estate calda. 80 73,6 70 T e P medie mensili 60 50 67,8 59,9 59,3 56,9 51,8 42,3 40 22,6 25,3 10,6 11 12,7 19,3 18,4 14,9 P media in mm 23,1 25,5 20 10 35,2 32,4 30 T media in °C 15,1 10 11,7 11,9 4,8 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Grafico 6.6 - Diagramma climatico di Walter e Lieth per il settore di Monastir Dal climogramma illustrato di seguito, grafico 6.7, risulta evidente che il settore in studio è caratterizzato da due periodi, uno considerevole di caldo arido e l’altro più limitato freddo umido. Infatti, si può apprezzare la porzione rilevante dell’area all’interno del poligono che ricade nel IV quadrante caldo secco e quella nel II quadrante freddo umido. 71 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 75 dic nov 70 60 II 55 gen 65 freddo umido feb caldo umido mar 50 Precipitazioni mm ott III 45 apr 40 I 35 30 set freddo arido mag 25 20 15 10 IV 5 giu ago caldo arido lug 0 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25 Tem peratura °C Grafico 6.7 - Climogramma per il settore di Monastir La classificazione fatta sul clima della regione in esame è confermata anche dall’analisi dell’andamento dell’indice di aridità mensile nell’arco di un anno. Gli indici di aridità medi mensili, visualizzati nella tabella 6.6, sono stati calcolati mediante la formula di De Martonne Ia = 12Pm /(10+t), dove Pm e t corrispondono rispettivamente la media mensile delle precipitazioni e la media mensile della temperatura, nel periodo 19221992. Settore di Monastir Indici medi di aridità Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 33,15 34,23 27,38 20,38 13,69 4,31 1,63 3,38 12,76 24,29 34,41 40,33 Tab. 6.6 - Indici di aridità medi mensili nel settore di Monastir per il periodo 1922-1992. 72 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Nel grafico 6.8 è rappresentata la curva relativa all’indice di aridità nell’arco di un anno. 45 40,33 40 34,23 35 Indice di aridità Ia 32,41 33,15 30 27,38 25 24,29 20,38 20 15 13,69 12,76 10 5 4,31 1,63 3,38 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Grafico 6.8 - Diagramma dell’indice di aridità medio mensile nel settore di Monastir Alle stesse considerazioni si arriva osservando le curve che rappresentano l'andamento annuo degli indici di aridità mensili. Queste mostrano che i mesi più aridi con aridità totale inferiore a 21 sono Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre mentre i più umidi con l’indice superiore a 32 sono Gennaio, Febbraio, Novembre e Dicembre. Con i valori medi annui di precipitazione P, di temperatura T, di precipitazione media p e temperatura media t, relativi al mese più arido, utilizzando la relazione Ia = {P/[(T+10)+12p/t]}/2, si è calcolato il valore dell’indice di aridità medio annuo corrispondente a: Ia = 8.46. Per la valutazione dell'evapotraspirazione reale annua nel settore in esame, si è adottata la formula di Turc, valida per qualsiasi tipo di clima e quella di Coutagne. Nel calcolo si sono utilizzati i valori medi annui di precipitazione, P, e di temperatura, T, relativi all’area in studio. Il valore di Er ottenuto nel calcolo con la formula di Turc è di 471,69 mm. Er = P / [ 0,9 + P2/ L2 ]1/2 dove: L = 300 + 25 T + 0,05 T3; P = 505,7 mm/a; T = 17,6 °C. Il valore di Er ottenuto nel calcolo con la formula di Coutagne è di 427,5 mm/a. 73 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Er = P - P2 dove: = 1/(0,8 + 0,14 T); P = 0,506 m/a; T = 17,6 °C. I dati termici, pluviometrici, gli indici di aridità media mensile ed i diagrammi climatici elaborati, permettono di affermare che nel settore in studio il regime climatico è di tipo mediterraneo caratterizzato da estate calda e secca ed un periodo invernale fresco umido. Viene confermato, quindi, l’andamento climatico rilevato in quasi tutta la Sardegna, nettamente bistagionale con le stagioni caldo arida e fresca umida che si alternano nel corso dell’anno, intervallate da due brevi stagioni a carattere intermedio. 74 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 7. IDROLOGIA ED IDROGEOLOGIA Nell’area in esame, il reticolo idrografico è poco sviluppato; se si eccettuano il Riu Mannu ed il Riu Flumineddu, che drenano la pianura a settentrione ed occidente del centro abitato e non sono presenti corsi d’acqua degni di nota. A ridosso delle colline, si segnalano alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio, tutti tributari dei corsi d’acqua principali. Nell’area collinosa del settore in esame, si segnalano alcune emergenze idriche, localizzate in prossimità dei contatti tra le formazioni di tipo tettonico o in zone rocciose fortemente fratturate, che in questo momento risultano essere a carattere stagionale. La circolazione delle acque sotterranee è condizionata sia dalle variazioni di permeabilità dei vari litotipi, sia dal sistema di faglie e diaclasi oligomioceniche e quaternarie. Nel settore in studio, affiorano litotipi pressochè impermeabili, l’unico buon acquifero è costituito dai depositi sedimentari arenaceo-conglomeratici della “Form. di Samassi”, mentre le Unità Vulcaniche, la “Form. del Cixerri” e la “Form. di Ussana”, i sedimenti terziari marnosoarenacei delle “Marne di Gesturi, sono pressochè impermeabili o dei cattivi acquiferi. La profondità della superficie freatica nelle aree, ove è presente una circolazione idrica sotterranea, è variabile in quanto condizionata dall’assetto geologico e stratigrafico dell’acquifero. Riu Mannu nei pressi del ponte della SS 131. 75 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 7.1. IDROGRAFIA SUPERFICIALE Nel territorio del Comune di Monastir il più importante corso d'acqua che vi scorre, sia per lo sviluppo sia per la portata, è il Riu Mannu che riceve le acque di tutti i torrenti che fluiscono nel settore. Il suo alveo si sviluppa nella pianura a settentrione dell'abitato di Monastir, con direzione NE-SW, scorrendo a meno di mezzo Km di distanza. Nella periferia N ed occidentale del centro urbano di Monastir, con andamento circa NE-SW è presente anche l’alveo abbandonato del Riu Flumineddu, tributario di sinistra del Riu Mannu, che in seguito ad una canalizzazione artificiale oramai scorre a N di Ussana prima di immettersi nel Riu Mannu; questo alveo abbandonato risulta per un lungo tratto parallelo al corso del Riu Mannu ed interposto tra quest’ultimo ed il centro abitato. Questi corsi d’acqua hanno la loro area di alimentazione al di fuori della regione in studio, il Riu Mannu nasce nel settore montuoso della Trexenta-Gerrei a N dell’abitato di S. Basilio ed il Rio Flumineddu nei rilievi del Gerrei-Sarrabus. Il Rio Mannu è l'unico corso d'acqua dell'area di studio caratterizzato da un regime in linea di massima permanente, con portate molto variabili e condizionate fortemente dall’andamento pluviale, mentre gli altri ruscelli presentano un regime temporaneo. Tra questi il Riu Flumineddu, è caratterizzato da portate altamente irregolari ed in passato è stato causa di pericolose alluvioni nei territori attraversati. In seguito a questo fatto, come già accennato, il torrente ha subito un intervento di canalizzazione a N di Ussana che ne ha deviato il suo corso verso il Riu Mannu, evitando così pericolose inondazioni nell’abitato di Monastir. Attualmente nell’alveo abbandonato del Riu Flumineddu, vi scorre esclusivamente l’acqua raccolta in un ristretto bacino imbrifero a NE di Monastir; in futuro le portate saranno ulteriormente diminuite per l’ultimazione a N dell’abitato di un canale che convoglierà parte di queste acque al Riu Mannu. I restanti corsi d'acqua presenti nel settore sono piccoli torrenti e canali di irrigazione costruiti dall'Ente per il Flumendosa per scopi agricoli. Tra questi piccoli torrenti si possono citare il Rio Saliu e il Rio Mixeddu, che drenano la pianura di Monastir dalle colline a N del M.te Assorgia sino alla destra del Rio Mannu. Gli unici rivoli diretti verso N che nascono nel settore collinoso e si immettono nell’alveo abbandonato del Riu Flumineddu, sono la Gora di M.te Acutzu ed il Canale di Gutturu Colombus. Altri piccoli rigagnoli, che nascono nelle colline si segnalano nel settore a meridione del centro abitato tra cui Gora di Mitza Corista che nasce su M.te Zara e M.te Crabas ed il Riu Abis che nasce su M.te Oladri entrambi defluiscono con andamento E-W verso la pianura dove vengono intercettati dalle opere di canalizzazione della SS 131. Si segnalano inoltre, il Riu S. Milanu e Gora de Is Serras con andamento N-S che drenano tutto il settore collinare meridionale per poi scorrere nella pianura sottostante verso W. 76 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Dallo studio delle foto aeree e della cartografia disponibile si osserva che la densità della rete idrografica è molto bassa ed il reticolo idrografico poco sviluppato. Si possono discriminare due aree, una collinosa in cui affiorano le unità vulcaniche, dove l'idrografia si presenta disposta con un andamento radiale centrifugo e l’altra in cui affiorano i depositi sedimentari avente un pattern idrografico poco sviluppato assimilabile alla tipologia a graticcio. Nel settore in esame sono state rilevate alcune importanti opere idrauliche; la prima lungo il Riu Mannu in cui è stata realizzata una diga per la raccolta e regimazione delle acque, costituita da una traversa in calcestruzzo provvista di paratie autolivellanti che genera un piccolo invaso avente una capacità di circa 20.000 mc, la seconda è rappresentata dai canali ripartitori, uno con andamento N-S e l’altro circa E-W, realizzati dall’Ente Autonomo Flumendosa e finalizzati all’alimentazione del bacino di raccolta Simbirizzi. Nell’area orientale del territorio comunale, sono presenti alcuni laghetti collinari temporanei generatisi per l’accumulo delle acque superficiali nelle depressioni lasciate dalle attività di cava e/o di miniera dismesse. Da segnalare infine alcune piccole sorgenti temporanee che generano dei rigagnoli, localizzate lungo discontinuità stratigrafiche o in prossimità delle fratture più importanti dell’affioramento vulcanico tra cui l’unica indicata nella Carta Tecnica Regionale 1:10.000, è Mitza Beccia sul versante occidentale del colle Su Cuccumenu; sono note anche delle sorgenti non cartografate, ora quasi perennemente asciutte, Mitza S’Ilixi nel versante E di M.te Zara e Mitza Su Guvernu a NE di M.te Oladri. Per quanto riguarda lo studio finalizzato alla valutazione delle aree a pericolosità idraulica, l’adeguamento alla scala comunale della cartografia vigente è stata eseguita rispettando le disposizioni contenute nelle Norme di Attuazione del P.A.I. 7.2. BACINO IDROGRAFICO DEL RIU MANNU Dai dati disponibili in bibliografia il Rio Mannu è il corso d’acqua più importante del settore in studio, ha una lunghezza di 54 Km e un bacino imbrifero di circa 510 Kmq; il Rio Flumineddu affluente di sinistra del Mannu, ha un'asta principale che misura circa 25 Km e drena un bacino di 131 Kmq. Avendo deviato il corso del Riu Flumineddu a N dell’abitato di Ussana gran parte dell’acqua piovana raccolta nel bacino idrografico del Riu Mannu, attraversa la sezione del ponte sulla SS 131 a N dell’abitato di Monastir. Le aree di alimentazione di questi corsi d’acqua si trovano al di fuori dell'area di studio, il Rio Mannu ha origine nella Trexenta-Gerrei nei pressi del comune di S. Basilio mentre il Rio Flumineddu nei monti del Gerrei-Sarrabus. Il bacino del Riu Mannu è drenato complessivamente da 2.020 aste torrentizie per una lunghezza complessiva di 1.451,9 Km, lo 77 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI spartiacque è marcato dai rilievi di Coa Margine 238 m, Nuraghe Siocco 312 m, M.te S. Mauro 501 m, M.te Corongedda 495 m, Monte M.te Turri 585 m, M.te Ixi 833 m, M.te Tronu 932 m, M.te Terramala 485 m, M.te Sibiola 217m e M.te Cabras 214 m. Il deflusso del Rio Mannu corrispondente a 123,5 mm, tratto dalla bibliografia, è stato valutato presso una sezione di riferimento nel ponte di Monastir sulla SS 131 che sottende un bacino di 467,38 Kmq comprendente anche il bacino del Riu Flumineddu. Con un afflusso di 613,3 mm, il coefficiente di deflusso che rappresenta l’aliquota d’acqua meteorica disponibile sulla superficie, dato dal rapporto tra i deflussi e gli afflussi, è pari a . La portata massima del Rio Mannu, misurata sempre alla sezione di riferimento al ponte di Monastir, è di 430 mc/s con un contributo unitario di 0,91 mc/s per Kmq. 7.3. ACQUE SOTTERRANEE Per valutare l’andamento della circolazione idrica sotterranea nel territorio comunale, confinata prevalentemente nei terreni di copertura quaternari, è stata realizzata nel periodo Gennaio-Febbraio una campagna di misurazioni della superficie piezometrica nei pozzi a largo diametro. Interpolando i dati del rilevamento, riferiti alle quote della C.T.R. Numerica in scala 1:10.000, sono state ottenute le curve isofreatiche relative alla falda superficiale; di queste le più precise sono quelle tracciate sull’area limitrofa ed in quella occupata dagli alvei del Mannu e Flumineddu e nella pianura a S di essi sino alla SS 131, in cui, data l’alta densità di pozzi, è stato possibile acquisire un cospicuo numero di misurazioni. Al contrario le curve rappresentate nel settore al confine settentrionale, sono il risultato dell’interpolazione dei dati relativi ad un numero limitato di pozzi che comunque hanno permesso una rappresentazione abbastanza precisa dello schema della circolazione idrica. Nell’area occupata dai rilievi vulcanici ed in quella a S ed E di essi, per la totale assenza o per l’insufficiente numero di dati, non è stato possibile rappresentare in carta la configurazione della falda superficiale. Dal punto di vista idrogeologico, il settore è caratterizzato da un substrato impermeabile costituito dal basamento cristallino e dai depositi terziari vulcanici o sedimentari quali l’Unità detritico-carbonatica Eocenica, l’Unità delle vulcaniti Oligo-mioceniche, l’Unità detriticocarbonatica Oligo-miocenica inferiore, l’Unità detritico-carbonatica Oligo-miocenica superiore. Al di sopra del basamento impermeabile giace una coltre alluvionale quaternaria ghiaiososabbiosa, Unità delle Alluvioni Plio-Quaternaria e Unità detritico-carbonatica Quaternaria, che nell’area di Monastir rappresenta l’unico acquifero esteso. Il suo spessore aumenta dai rilievi e/o da oriente verso l’asse della piana del Campidano, in alcune zone anche in maniera 78 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI repentina, per il condizionamento della paleotopografia esistente, al momento della messa in posto dei sedimenti o per cause tettoniche. Dalle indagini svolte sul posto e dai dati di bibliografia risulta che nel settore in esame, lo spessore massimo raggiunto dalla coltre sedimentaria si trova in corrispondenza della fascia che segue l’andamento del Rio Mannu e del Riu Flumineddu, area in cui è avvenuta una profonda erosione del substrato impermeabile terziario con la successiva sedimentazione delle alluvioni recenti. Dal rilevamento si è constatato che nella zona collinare Sud-orientale, a causa dell’impermeabilità delle andesiti o delle Formazioni di Ussana e del Cixerri, sono pressochè assenti i pozzi; di conseguenza tutta l’acqua piovana che cade in quest’area viene convogliata nei rivoli o si infiltra nelle alluvioni della pianura attraverso discontinuità stratigrafiche o tettoniche alimentando la falda. Come si può constatare nella carta idrogeologica, la massima densità di pozzi poco profondi a largo diametro si ha nella pianura ad occidente del centro abitato, in cui sono localizzate le più importanti direttrici del drenaggio sotterraneo. La profondità media alla quale staziona la superficie piezometrica nel periodo di piena è intorno ai 3.0 m, con un abbassamento nel periodo di magra di alcuni metri, proporzionalmente alla quantità d’acqua emunta dal sottosuolo attraverso i pozzi. Il deflusso sotterraneo, riscontrabile nella carta tematica dall’andamento delle isopieze, è orientato dai quadranti orientali verso S-W. La potenza dell’acquifero superficiale alluvionale nell’area in esame, è variabile da pochi metri a circa 14 m. Gli spessori minori sono stati riscontrati nella sezione dell’alveo del Riu Mixeddu, settore N-E, dove poggia sulle arenarie mioceniche e nella Zona Industriale sulle “Marne di Gesturi”, rinvenute alla base di alcuni tagli stradali e scavi. Lo spessore massimo di circa 14 m, è stato misurato al confine Sud-occidentale del territorio comunale. In generale lo spessore del deposito alluvionale che ospita la falda superficiale aumenta da E ad W, verso il centro del Campidano, dove raggiunge notevoli spessori. Nel territorio di Monastir è stata inoltre riscontrata, la quasi totale assenza di pozzi profondi a piccolo diametro, in quanto le perforazioni profonde generalmente attraversano sempre i sedimenti miocenici o le vulcaniti, senza intercettare falde estese con portate significative. Questo è un’ulteriore conferma della scarsa permeabilità o impermeabilità di questi litotipi. È possibile comunque che nelle sequenze sedimentarie terziarie possano trovarsi limitate aree in cui siano presenti accumuli d’acqua alimentati prevalentemente dalle infiltrazioni nelle fratture. In bibliografia sono segnalati alcuni pozzi a piccolo diametro, perforati nel settore occidentale del territorio comunale, che intercettano una falda profonda con una buona portata, il cui acquifero a geometria presumibilmente lenticolare è costituito da sabbie e conglomerati incassati nella sequenza marnosa e marnoso-arenacea. 79 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 7.3.1. PERMEABILITÀ DEI LITOTIPI AFFIORANTI La permeabilità dei litotipi affioranti nel settore è molto variabile in quanto condizionata non solo dalla natura litologica del substrato ma anche dalla giacitura, dal tipo di matrice e cementazione degli elementi o dallo stato di fratturazione delle rocce vulcaniche. Per illustrare i caratteri idrogeologici del settore, di seguito si sono esaminate separatamente, dalla più antica alla più recente, le Unità idrogeologiche affioranti: Unità detritico-carbonatica eocenica. Formazione del Cixerri, costituita nel settore prevalentemente da ghiaie, arenarie ed argille, possiede una conducibilità idraulica per porosità bassa, con un coefficiente di permeabilità K<10-9 m/s, anche se potenzialmente permeabili. Infatti, presentano una cementazione limoso-argillosa limonitica o quando questa è assente un alto grado di costipamento, che inibisce la circolazione dei fluidi anche nei livelli grossolani; pur avendo questi la potenzialità di immagazzinare acqua, trovandosi incassati tra i livelli argillosi e siltosi impermeabili, possono essere raggiunti dalle acque d’infiltrazione solamente attraverso discontinuità tettoniche, quando non sono riempite da materiale a bassa conducibilità idraulica. Questo è confermato anche dalla presenza dei laghetti nelle depressioni delle cave, che hanno come unica alimentazione le acque piovane. La scarsa presenza d’acqua nel sottosuolo si evince anche dalla quasi totale assenza di pozzi nell’area ove affiora la Formazione del Cixerri. Unità delle vulcaniti oligo-mioceniche La sequenza nel settore è rappresentata dalle andesititi e vulcanoclastiti; è da considerarsi a permeabilità bassa o medio-bassa, in funzione del grado di fratturazione, con coefficienti di permeabilità rispettivamente di K<10-9 m/s e 10-4>K>10-9 m/s. La circolazione idrica in questo corpo vulcanico, ove presente, è a carattere stagionale e fortemente influenzata dalle precipitazioni. La conducibilità idraulica è dovuta esclusivamente alla presenza di discontinuità ed interessa prevalentemente le andesiti o le piroclastiti a comportamento lavico. Nei tagli stradali lungo la SS 131, è possibile vedere che ove affiorano le andesiti, interessate da una fratturazione accentuata, vi è nei mesi piovosi una buona circolazione idrica mentre nelle parti in cui affiorano le piroclastiti questa si riduce o è del tutto assente. Essendo abbastanza alterata e con le fratture occluse dall’argilla, l’unità vulcanoclastica nel settore si comporta da substrato impermeabile delle andesiti fratturate, nelle quali è quindi possibile l’accumulo d’acqua. Infatti, le poche sorgenti temporanee rilevate sulla collina vulcanica, sono in prossimità di zone andesitiche molto fratturate con alla base l’Unità vulcanoclastica di Su Pardu. 80 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Unità detritico-carbonatica oligo-miocenica inferiore È costituita da stratificazioni molto eterogenee dal punto di vista granulometrico, con la prevalenza dei conglomerati rispetto alle arenarie ed alle intercalazioni di livelli e lenti siltosoargillose. In linea di principio questa successione è da considerarsi poco permeabile e sono valide le stesse considerazioni fatte precedentemente per la Formazione del Cixerri. La permeabilità di questa sequenza sedimentaria con coefficiente di permeabilità K<10-9 m/s, è molto bassa o quasi inesistente. L’esempio più evidente è rappresentato dai litotipi a granulometria più grossolana, conglomerati e arenarie potenzialmente buoni acquiferi, ma non contenenti alcuna circolazione idrica a causa della matrice siltoso-arenacea ad ossidi ferrosi. Questa formazione fa da substrato impermeabile all’acquifero alluvionale nella zona orientale del territorio di Monastir. Unità detritico-carbonatica oligo-miocenica superiore È rappresentata dalle “Marne di Gesturi” che hanno generalmente una permeabilità bassa in quanto costituita da una monotona alternanza di strati marnosi, marnoso-arenacei ed arenarie con intercalazioni di strati argillosi. Nel settore in esame l’unità è rappresentata prevalentemente da una sequenza di marne e marne-arenacee con subordinate argilliti; complessivamente risulta quasi impermeabile, con un coefficiente di permeabilità K < 10-9 m/s e costituisce nel territorio di Monastir il substrato impermeabile dell’acquifero alluvionale. Rispetto alla bassa permeabilità delle sequenze precedentemene esaminate, che dal punto di vista idrogeologico rappresentano il basamento impermeabile dell’area, fa riscontro la buona permeabilità dei sedimenti quaternari. Come illustrato nel capitolo geologico, i sedimenti quaternari sono rappresentati prevalentemente da depositi alluvionali e nelle fasce pedecollinari da detriti di versante e colluvi. Nel settore costituiscono l’unico corpo sedimentario con un buon coefficiente di permeabilità per porosità. Unità delle alluvioni plio-quaternarie L’andamento della permeabilità in questa unità non è costante in quanto fortemente condizionata dalla geometria deposizionale, dall’assetto dei vari corpi deposizionali e dal tipo di matrice del sedimento. Infatti, dove sono presenti ripetuti livelli siltosi ed argillosi o nei sedimenti con alto grado di ferrettizzazione, si rileva una minore circolazione idrica sotterranea. La permeabilità varia da medio-alta con valori del coefficiente di permeabilità compreso tra 10-2>K>10-4 m/s a medio-bassa 10-4>K>10-9 m/s. 81 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Unità detritico-carbonatica quaternaria Nel settore è rappresentata dagli accumuli di detrito eterometrico andesitico con una variabile percentuale di matrice fine. Sono localizzati generalmente lungo le fasce pedecollinari e nelle parti mediane dei versanti. La permeabilità varia da medio-alta con valori del coefficiente di permeabilità compreso tra 10-2>K>10-4 m/s a medio-bassa 10-4>K>10-9 m/s. Inoltre, nelle aree pianeggianti che bordano i rilievi, sono stati rilevati dei depositi eluvio-colluviali costituiti generalmente da ghiaie medio fini con abbondante matrice limoso-argillosa che condiziona fortemente la permeabilità del corpo sedimentario, compresa tra i 10-4>K>10-9 m/s e l’infiltrazione. 7.3.2. RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE Le considerazioni di seguito esposte sono relative alla circolazione idrica della falda superficiale e riferite al periodo di quasi piena Gennaio - Febbraio del 2007, anno idrologico in cui la piovosità è stata molto limitata. La profondità massima alla quale staziona la superficie della falda freatica è circa 9 m, misurata in località Campu Sa Lua nel settore più estremo Nord-occidentale, mentre le misure minori, con profondità che oscillano dai 2,5 ai 3,5 m dal piano di campagna, si sono riscontrate nelle località Piscina de S’acqua, Ponte Becciu e Su Cadraxiu, che ricadono nel settore adiacente il Riu Mannu e Riu Flumineddu. L’oscillazione massima della piezometrica dal periodo di piena a quello di magra, dalle notizie raccolte e dai dati bibliografici, è di poco superiore ad 2,5 m e risulta fortemente condizionata dall’emungimento per l’attività agricola e dall’andamento delle precipitazioni. Dall’analisi della carta idrogeologica si è constatato che il deflusso della falda procede da N-E verso S-W. L’asse principale di drenaggio coincide con la fascia nella quale si sviluppano gli alvei dei corsi d’acqua principali Riu Mannu e Riu Flumineddu, in cui si misurano le minori profondità della superficie freatica dal piano di campagna. Questi due fiumi sono certamente i maggiori alimentatori della falda sotterranea. Si può osservare inoltre, che il settore pianeggiante è caratterizzato da una distanza fra le isopiezometriche abbastanza regolare da cui si evince che l’acquifero in esame ha un coefficiente di permeabilità abbastanza uniforme e le locali variazioni della trasmissività sono legate pricipalmente alle variazioni della potenza del deposito sedimentario. Valutando l’andamento generale delle isofreatiche nel territorio comunale, nella fascia in cui scorrono il Riu Mannu e Riu Flumineddu dove affiorano le alluvioni più recenti e grossolane, si osserva il più alto coefficiente di permeabilità e la maggiore trasmissività. L’infittimento delle isofreatiche nella parte più orientale, in località Su Pardu, Cannas Beccia e S. Ighenzu, corrispondente ad una diminuzione della trasmissività dell’acquifero, non è da imputare alla 82 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI diminuzione del coefficiente di permeabilità, che peraltro in alcune parti ristrette può anche esserci, bensì alla riduzione del tronco di deflusso causato dall’alto morfologico vulcanico ed agli affioramenti terziari a N della SS 128 nei pressi della Vibrocemento. L’infittimento delle isopieze a N di questa fascia, in località Appassiadroxiu, è legato all’aumento dell’apporto idrico proveniente da N, mentre quello visibile più a S nella località Figu Niedda e Su Cadraxiu è legato quasi certamente alla diminuzione dello spessore dell’acquifero visto che nel settore affiora il substrato marnoso. Ad occidente dell’area vulcanica la diminuzione della trasmissività, pur sempre riferita a piccole portate, è legata alla scarsa potenza dell’acquifero e principalmente alla variabilità del coefficiente di permeabilità fortemente condizionato dalla matrice dei sedimenti molto spesso limoso-argillosa, come si è potuto appurare in località Argiolas Beccia dove sono presenti sedimenti eluvio-colluviali e alluvionali con una cospicua matrice argillosa e limoso-argillosa che limita inoltre l’infiltrazione delle acque meteoriche. La potenza delle alluvioni quaternarie che rappresentano l’acquifero principale, non è costante ed in linea generale nell’area tende ad aumentare verso l’asse della pianura del Campidano, raggiungendo lo spessore massimo, 12 - 15 m, al confine con il territorio di S. Sperate. Sulla carta è stato possibile determinare i gradienti idraulici lungo l’asse di maggior deflusso della falda. Nel settore più orientale, dal confine con Ussana alla loc. Cannas Beccia si ha una pendenza dello 0,8 %, tra quest’ultima e la loc. Pixina de S’acqua si ha un valore intorno allo 0,32 % ed ancora più a valle sino al confine con San Sperate si ha circa lo 0,42 %; secondo una direttrice perpendicolare, dalla loc. Su Ziru alla loc. Pixina di S’acqua, si è calcolato un gradiente dell’1,24 %. I valori di pendenza più alti della superficie freatica sono strati riscontrati tra le loc. di Su Campu e Tuppa Cifraxiu con 2,29 % e 2,96 %. Nel settore in esame è quasi da escludere la presenza di falde profonde estese, data la potenza e l’impermeabilità della sottostante sequenza sedimentaria miocenica. È presente una circolazione idrica sotterranea in alcune direttrici tettoniche di importanza regionale nelle quali circolano fluidi idrotermali aventi una temperatura intorno ai 40 °C. Attraverso il rilevamento idrogeologico è stato possibile appurare che la circolazione idrica sotterranee è quasi del tutto assente nelle aree in cui affiorano le formazioni terziarie, le quali costituiscono il basamento impermeabile del settore, mentre è presente laddove il substrato è costituito dalle alluvioni quaternarie, che come già detto, rappresentano l’acquifero principale del territorio. 7.3.3. SORGENTI Nel settore sono state individuate alcune sorgenti con un regime temporaneo aventi una portata, unicamente nel periodo piovoso, generalmente modesta mentre nel resto dell’anno risultano asciutte. 83 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Sono localizzate solamente lungo versanti del piccolo massiccio collinare vulcanico, in prossimità delle discontinuità stratigrafiche o delle fratture più importanti che interessano gli affioramenti. L’unica sorgente segnalata nella Carta Tecnica Regionale 1:10.000, è Mitza Beccia situata sul versante occidentale del colle Su Cuccumenu. Attraverso il rilevamento è stato possibile individuare alcune manifestazioni sorgentizie, non cartografate, tra cui Mitza Su Guvernu ubicata sul versante orientale del M.te Oladri, in prossimità di una discontinuità tettonica, e Mitza S’Ilixi sul M.te Zara in loc. Su Pardu - Margatzori. Si ha notizia di altre sorgenti localizzate a monte dei compluvi di Gora Mitza Corista, nel versante occidentale di M.te Cabras e di Gutturu de Cabombus sul pendio N di M.te Zara. Da segnalare inoltre, che lungo i pendii di quest’ultimo, nel periodo piovoso sono state individuate numerose emergenze idriche temporanee, ubicate prevalentemente in prossimità delle discontinuità che interessano gli affioramenti rocciosi. 7.4. EMERGENZE IDROGEOLOGICHE CON RIFERIMENTO AL P.A.I. Nel territorio del Comune di Monastir è stato individuato dagli organi competenti della Regione Autonoma della Sardegna, un esteso settore nel quale sono accertate delle condizioni con diverso grado di pericolosità legata a fenomeni idraulici con conseguente rischio gravante sui vari elementi presenti nell’area. Le carte tematiche del P.A.I. relative alla pericolosità, al rischio ed agli elementi a rischio, tavole B7 Hi 06/26, B7 Ri 06/26 e B7 Ei 06/26, sono redatte sulla base topografica del C.T.R. Numerico della R. A. S. in scala 1:10.000. Nella carta tematica vigente relativa alle aree inondabili, Hi 06/26, è circoscritta una zona prospiciente il tronco dell’alveo del Riu Mannu, dalla loc. S’ega de Fenu alla loc. Figu Niedda a S del ponte della SS 131. Nell’area delimitata dal P.A.I. si riscontrano tutti e quattro i gradi di pericolosità previsti e si estendono a monte ed a valle del ponte della SS 131. I più importanti elementi sensibili individuati nelle aree ad elevata pericolosità sono: tutte le aziende agricole con le abitazioni coloniche e gli insediamenti industriali ed artigianali localizzati nelle zone contigue alle sponde del Riu Mannu; le infrastrutture pubbliche e principalmente le vie di comunicazione di rilevanza strategica quali il ponte nella SS 131 e quello della parallela strada comunale ex SS 131. Nell’ambito della redazione del PUC, come previsto dalle “Linee guida per l’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali al PPR ed al PAI”, è stato eseguito lo studio di compatibilità idraulica di dettaglio, finalizzato alla verifica e revisione dei limiti delle aree soggette a 84 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI pericolosità idraulica, e del rischio correlato, perimetrate dal PAI vigente ed al loro adeguamento alla scala della cartografia del Piano. Come previsto dalle direttive contenute nelle Norme di Attuazione del P.A.I., Art. 8 comma 2, i risultati acquisiti saranno recepiti in sede di redazione del PUC e coerentemente, l’Amministrazione comunale sarà tenuta ad introdurre nello strumento urbanistico, i vincoli e le limitazioni d’uso per le aree soggette a pericolosità idraulica previsti nel Capo II, dagli articoli 27, 28, 29 e 30 delle Norme di Attuazione del P.A.I. I risultati ottenuti nell’analisi di compatibilità idraulica e la relativa catrografia tematica aggiornata sono consultabili nello studio allegato. 8. ANALISI DELL’ASSETTO AMBIENTALE DEL TERRITORIO 8.1. SITUAZIONI CRITICHE ED AREE DI PREGIO DA VALORIZZARE Il principale e ricorrente problema ambientale, legato sopratutto allo sfruttamento irrazionale del territorio in seguito all’attività estrattiva, è il ripristino e riqualificazione dei siti dismessi. L’obiettivo fondamentale delle Istituzioni Pubbliche e dei Professionisti che si occupano di tematiche ambientali, nel rispetto delle Leggi vigenti e relative norme attuative, è di preservare e valorizzare le risorse del territorio nel loro complesso e concorrere alla riqualificazione delle aree interessate in passato, da uno sfruttamento insensato delle risorse, senza una adeguata pianificazione del ripristino e del suo compimento. La ricomposizione delle aree dissestate, in relazione alla diminuzione dell’impatto ambientale sul territorio, deve avere come finalità principale l’eliminazione o almeno la riduzione della pericolosità geologica dei fronti di scavo e del sito in generale. Il recupero delle aree implica inoltre una maggiore vigilanza sulle stesse, evitando che diventino sede di discariche incontrollate di rifiuti, anche pericolosi, con conseguente inquinamento delle falde acquifere e del suolo. Il ripristino può essere finalizzato alla ricomposizione integrale dell’area sino alla condizione topografica originaria, caso quasi mai realizzabile se non con la messa in attività di una discarica controllata, oppure sagomando le scarpate in maniera armonica con la topografia dei luoghi naturali adiacenti. Le problematiche inerenti il recupero di siti dismessi e la valorizzazione delle aree di pregio ambientale, sono un aspetto importante dell’azione di governo dell’Amministrazione Comunale di Monastir, essendo parte del suo territorio, in passato ed in minor misura oggi, soggetto a sfruttamento delle risorse attraverso l’attività estrattiva. L’attenzione principale è rivolta al settore collinoso a S-E del centro abitato; infatti questa è la porzione di territorio 85 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI comunale con maggiore valenza geologico-ambientale ed archeologica, nel quale paradossalmente, ricadono il maggior numero di aree degradate ed in completo stato di abbandono. Su quest’area è stato avviato il progetto per la realizzazione dell’”Area Parco di M.te Zara e Pedreras”, che ha come finalità la valorizzazione delle risorse ambientali. È costituita dalle colline vulcaniche caratterizzate da alcune particolarità geologiche quali tafoni e panorami molto suggestivi dal punto di vista paesaggistico-ambientale; di rilevante importanza anche l’aspetto storico-archeologico, rappresentato dalle domus de janas e dai numerosi siti archeologici relativi a vari periodi storici. Il processo di risanamento, riqualificazione e valorizzazione avviato per alcune aree di cava dismesse, risulta di grande utilità anche dal punto di vista della sicurezza. Dall’analisi delle aree dismesse, sono emerse alcune peculiarità comuni a tutte, per esempio, nel fondo delle cavità scavate per la coltivazione col metodo “a fossa”, vi è accumulo d’acqua meteorica per la scarsa permeabilità del substrato, che in taluni casi perdura anche nel periodo secco. Il mantenimento dell’efficienza di questi bacini, oltre all’aspetto naturalistico ed estetico pur importante, ha come finalità principale quella di avere all’interno dell’area parco una riserva idrica strategica per l’antincendio e l’irrigazione delle aree rimboschite. Per la tendenza naturale dei versanti alla regolarizzazione, nei fronti di coltivazione, nelle scarpate delle trincee e dei rilevati è evidente l’azione dei processi morfogenetici prevalentemente gravitativi associati nel periodo piovoso ai fenomeni di dilavamento. L’evoluzione morfogenetica in atto è testimoniata dai numerosi coni di detrito presenti ai piedi delle scarpate, prodotti dalle continue cadute di materiale, piccole frane e smottamenti e dai solchi di erosione o calanchi prodotti dallo scorrimento superficiale delle acque meteoriche nelle aree in cui affiorano o sono accumulati sedimenti fini, e dall’accumulo di depositi eluvio-colluviali nelle parti subpianeggianti e nei piazzali. Valutando gli elementi raccolti, si può ipotizzare una riqualificazione delle aree di scarpata sagomando il loro profilo a gradoni multipli o a gradone unico, compatibilmente al dislivello ed all’angolo di natural declivio dei materiali costituenti il substrato. Le opere comporteranno lo spostamento e l’abbancamento di materiale tout-venant, anche proveniente da altre cave, la ricostituzione del terreno vegetale per la messa a dimora di piante ad alto fusto ed arbustive, tipiche della macchia mediterranea quali roverella, lentischio, cisto, fillirea, etc., ed il ripristino o realizzazione ex-novo della rete di canalizzazione per il deflusso e/o raccolta delle acque meteoriche ed i canali di guardia sul ciglio superiore delle scarpate. L’intento dell’Amministrazione Comunale, in sintonia col processo complessivo di recupero e valorizzazione ambientale, finalizzato alla tutela della risorsa, è favorire anche lo sviluppo all’interno dell’Area Parco di M.te Zara e Pedreras di attività imprenditoriali ecocompatibili collaterali ed allo stesso tempo la sostanziale riduzione della pericolosità delle aree dismesse. 86 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 8.2. AREE INTERESSATE DA ATTIVITÀ ESTRATTIVA 8.2.1. CAVE ATTIVE Le aree sulle quali insiste l'attività estrattiva sono tre ed ubicate tutte nel settore S-orientale del territorio comunale; due cave, una attiva e una a produzione limitata, sono localizzate al confine dell’area parco, mentre la terza, con l’attività estrattiva interrotta, vi ricade all’interno. Gli affioramenti litologici interessati dalle coltivazioni di argille per usi industriali o per la produzione di laterizi e di granulati destinati all’edilizia, sono attribuiti alla Formazione del Cixerri, alla Formazione di Ussana ed alla sequenza Vulcanica di Monastir. La cava più attiva, di proprietà della ditta Dos, sfrutta l’affioramento delle vulcaniti. È impostata con metodo di coltivazione a gradoni multipli, su due distinti fronti localizzati nei versanti occidentale e settentrionale del M.te Oladri; nel primo si estrae il materiale per la produzione di tout venant e ghiaie mentre nell’altro si coltivano le argille destinate alla produzione di laterizi. Le altre due cave, ubicate nelle località Francischettu ed Is Serras, sono impiantate sull'affioramento della Formazione del Cixerri dove si coltivano prevalentemente materiali argillosi e subordinatamente sabbie e ghiaie. In entrambe si coltiva utilizzando sia il metodo a gradoni multipli sia quello a fossa. Delle tre cave attive, quella ubicata sui versanti del M.te Oladri, ha il più alto impatto ambientale in quanto visibile anche a notevole distanza dai quadranti occidentali; anche la cava ubicata a Francischettu ha un alto impatto ambientale ma con una visibilità dalle aree limitrofe molto ridotta essendo ubicata in un compluvio del settore collinare. Per la cava di Is Serras l’impatto visivo è basso sia per la posizione in un’area poco elevata sia in quanto ormai impostata in fossa quindi visibile solo dagli alti morfologici adiacenti. 8.2.2. CAVE DISMESSE, PROGETTI DI RIPRISTINO E VALORIZZAZIONE Le aree nelle quali in passato era operante l’attività estrattiva ricadono principalmente negli affioramenti della Formazione del Cixerri e di Ussana dove si coltivavano argille per l’industria ceramica ed inerti per costruzioni. Alcune piccole attività hanno interessato anche le due Unità Andesitiche, laviche, dalle quali si estraevano blocchi ed inerti per l’edilizia e l’Unità Vulcanoclastica per le argille destinate all’industria. Le problematiche riscontrate nell’analisi dell’assetto del territorio, sono principalmente riconducibili alle tecniche di coltivazione utilizzate, “a fossa” nelle aree subpianeggianti, “a gradone unico” o “a gradoni multipli” sui versanti collinari. Nei siti dismessi, come già esposto in precedenza, si rilevano situazioni di pericolosità da frana, che possono raggiungere un’intensità elevata o molto elevata, legata principalmente all’evidente instabilità dei versanti sui quali insistono le cave e dei fronti di coltivazione. Per 87 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI alcuni siti, oltre al notevole impatto visivo ed ambientale, si aggiunge anche il rischio di contaminazione delle acque superficiali e di quelle sotterranee, dovuto alla presenza nei piazzali di rifiuti anche pericolosi. Nei progetti di ripristino, messa in sicurezza e risanamento, previsti dall’Amministrazione comunale, tendenti alla ricomposizione e riprofilatura della topografia originaria, i fattori più vincolanti sono lo stato attuale dei vari siti conseguente alle tecniche di coltivazione dei giacimenti, attuato in passato e l’instabilità esistente prodotta dalle condizioni di disequilibrio. Di seguito sono descritte le aree di cava dismesse e gli interventi di ripristino o di risanamento, contenuti nel Progetto di risanamento ambientale e valorizzazione archeologica all’interno dell’Area Parco di M.te Zara e di Pedreras del territorio di Monastir. Cava comunale in loc. Margatzori La cava del tipo a mezza costa, impiantata per l’estrazione di argille con il metodo di coltivazione “a gradone unico”, è ubicata nella parte medio-bassa del versante NE della collina di Monte Zara. Si estende su una superficie di circa 3 ettari, di cui 7000 mq sono occupati dal piazzale posto ad una quota media di 110 m slm, dal quale si innalza l’unico fronte di coltivazione che presenta un’altezza sino a 4-5 m ed un’inclinazione variabile, inferiore ai 55°. Il versante sul quale insiste la cava, parzialmente dissestato in seguito alle operazioni di scavo, si trova attualmente in una condizione di leggero disequilibrio. Si rilevano lungo il fronte di coltivazione abbandonato, dei limitati fenomeni di crollo che hanno prodotto un accumulo di materiale prevalentemente fine alla sua base. Dall’analisi sommaria del versante, si è constatato che questi fenomeni sono tuttora in atto e che l’evoluzione naturale di sagomatura del profilo per il raggiungimento dell’equilibrio, non produce gravi problemi d’instabilità geologica generale. Il ripristino è teso alla ricomposizione del versante attraverso la realizzazione di gradoni, con l’accumulo di materiale misto e terreno vegetale, sui quali saranno messe a dimora specie arboree autoctone che assieme alle opere complementari di sistemazione del drenaggio superficiale delle acque, contribuiranno alla stabilizzazione del versante, alla sua messa in sicurezza ed alla ulteriore riduzione dell’impatto visivo. Ultimato il recupero, vista la posizione dell’area, il piazzale potrà essere valorizzato come area di parcheggio del parco e diventare punto di partenza di un percorso ciclabile. Cava Comunale Monte Zara in loc. Su Pardu La cava del tipo pedemontana, impiantata per l’estrazione di argille con il metodo di coltivazione “a gradone multiplo”, è ubicata nella parte bassa del versante E della collina di M.te Zara. L’area interessata dagli scavi si estende per una superficie di circa 3 ettari di cui 88 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 4500 mq sono occupati dal piazzale, posto a quota media di 120 m sul livello del mare, dal quale si innalza un’unico fronte di coltivazione che raggiunge un’altezza massima di 25 m con una pendenza variabile sino alla subverticalità. Alcune sue porzioni si trovano in una condizione di dissesto tuttora attivo, testimoniato dalla presenza di numerosi coni di detrito alla base. Nell’area interessata dalla coltivazione, non si individuano iniziative post coltivazione volte al ripristino ed alla messa in sicurezza o opere per regimare le acque superficiali. Questa carenza comporta una maggiore efficacia dell’azione erosiva da parte dei fenomeni di ruscellamento diffuso ed incanalato ad opera delle acque meteoriche che concorrono ad innescare piccoli smottamenti o generano profondi solchi d’erosione. In considerazione di questi fenomeni, essendo gran parte del piazzale occupato da cumuli di scarto della coltivazione e di ciottoli grossolani, per impedire l’allontanamento verso valle di una parte di essi ad opera delle acque meteoriche, i materiali sono stati combinati e ridistribuiti nella parte meridionale della cava in gradoni, ottenendo contestualmente una parziale ricomposizione del versante e la riduzione del dislivello. L’analisi generale dell’area ha evidenziato che pur essendo completamente ricoperto ed in parte stabilizzato da piante arbustive e graminacee, il pendio mostra segni di instabilità dovuta all’elevata pendenza ed all’assestamento dei sedimenti; tale dissesto produce situazioni di pericolosità d’intensità media e moderata con conseguente rischio geologico. A tal proposito, gli interventi previsti dall’Amministrazione Comunale, nell’ambito dell’istituzione del Parco Archeologico ed Ambientale di M.te Zara, sono finalizzati in primo luogo alla messa in sicurezza del sito attraverso la sua riqualificazione ambientale. Il ripristino tenderà, alla ricomposizione topografica dei luoghi con la riprofilatura del versante utilizzando il materiale dei cumuli presenti, al miglioramento e regimazione del deflusso superficiale delle acque meteoriche ed alla ricostituzione del terreno vegetale per la piantumazione di specie autoctone. Cava denominata “Sorrentino” in loc. Is Serras La cava impiantata per l’estrazione di materiali argillosi è ubicata nella località di Is Serras, ad una quota media di 140 m. sul livello del mare. La morfologia dell’area nella quale insiste la cava è subpianeggiante, con un andamento ondulato determinato da piccoli rilievi con profili dolci. L’area dissestata dall’attività estrattiva, si estende per una superficie di circa 11 ettari su tre piani di coltivazione. I metodi di coltivazione utilizzati, che hanno condizionato fortemente l’assetto del sito sono, “a fossa” nel piano più a valle pianeggiante ed “a gradoni multipli” sul versante della collinetta. Nei due ettari in cui avveniva la coltivazione in fossa, è visibile un esteso laghetto delimitato dalle scarpate dello scavo, che presentano una forte pendenza ed 89 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI un’altezza che raggiunge i 20 m. Nei restanti 9 ettari, la coltivazione “a gradoni multipli” ha prodotto due ampi piazzali sfalsati da una grande scarpata subverticale, alta sino a 30 m., lungo la cui base sono presenti numerosi coni di detrito alti anche alcuni metri. In tutta l’area è ben evidente l’azione erosiva delle acque meteoriche che, prima di confluire nel laghetto, ha generato dei profondi solchi e calanchi sia nei piazzali e nelle strade di servizio sia sulle scarpate. L’area in oggetto, in seguito ad un’analisi geologica risulta fortemente dissestata con situazioni di pericolosità ad intensità medio-elevata legata principalmente all’instabilità delle scarpate di scavo. Un eventuale progetto di ripristino della cava dismessa dovrà prevedere, in relazione alle caratteristiche geologiche e morfologiche dell’area, in primo luogo l’eliminazione dell’instabilità geologica dei fronti attraverso la loro profilatura a gradoni ed il rimboschimento con specie arboree autoctone allo scopo di stabilizzare e rinverdire i nuovi versanti. L’intervento non potrà prescindere dalla realizzazione di un’adeguata rete di canalizzazione superficiale che minimizzi l’erosione concentrata o il dilavamento e favorisca al contempo la raccolta delle acque meteoriche nel laghetto presente con la possibilità di valorizzarlo, sia per finalità estetiche sia come riserva idrica strategica per l’irrigazione o l’antincendio. L’ipotesi illustrata risulta coerente ai progetti in essere finalizzati alla realizzazione dell’area parco. Cava denominata “Vacca” in loc. Bidda de Nuxis La cava ubicata in località Bidda de Nuxis, è impostata in un settore che presenta una morfologia ondulata generata da piccoli rilievi con profili dolci aventi quote inferiori ai 240 m. sul livello del mare. L’area dissestata dall’attività estrattiva di materiali argillosi, si estende per una superficie di circa 8 ettari. Il metodo utilizzato nella prima fase di coltivazione, sul versante della collinetta, è “a gradoni multipli” abbandonato poi nella seconda fase a favore di una coltivazione “a fossa”, nel gradone più a valle. Nelle cavità non ripristinate sono presenti tre laghetti collinari delimitati dalle scarpate di scavo, estesi circa 6500 mq, 3000 mq e 1000 mq. Nel sito sono presenti numerosi fronti di scavo, tra i quali il principale raggiunge un’altezza di 20-25 m. mentre quelli secondari non superano i 10 m. Le inclinazioni sono variabili dai 30° ai 50°. Pur essendo presenti questi notevoli dislivelli il sito in esame ha un basso impatto paesaggistico in quanto non è visibile dalle principali arterie viarie e dai centri abitati limitrofi. In tutta l’area l’azione di modellamento morfologico predominante è prodotta dalla circolazione idrica superficiale che, prima di alimentare i laghetti, genera dei profondi solchi d’erosione ed estese zone a calanchi sulle superfici inclinate. I fenomeni gravitativi sono limitati nelle scarpate, con piccoli crolli e smottamenti che generano esigui coni di detrito generalmente rimossi dalle acque meteoriche. 90 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Dall’analisi si è constatato che l’area presenta un dissesto accentuato nelle scarpate più estese ed un sostanziale cambiamento morfologico nella parte pianeggiante, con la conseguente alterazione dell’assetto idrogeologico. Cava denominata “Giuntelli” in loc. M.te Agutzu La cava, utilizzata in passato per l’estrazione dell’argilla ed inerti è impostata sul versante Soccidentale del M.te Agutzu. Può essere considerata una cava del tipo “a mezza costa” con la caratteristica conformazione “a gradoni multipli” nella parte alta del pendio mentre è del tipo pedemontana a valle, in cui si è utilizzato un metodo di coltivazione “a fossa” che ha prodotto uno scavo in cui è presente un laghetto collinare esteso circa 4000 mq. L’intero settore interessato dalla coltivazione, esteso su una superficie di circa 10 ettari, presenta un forte dissesto. La parte più a valle dell’area è caratterizzata da un andamento topografico molto ondulato ed accidentato, determinato dai numerosi accumuli del materiale di scarto prodotto durante la coltivazione e da alcuni estesi pianori. Sul versante sono ancora ben riconoscibili i fronti di coltivazione e le rampe d’accesso che generano numerose rotture di pendio. Le scarpate presentano dislivelli sino a 10-12 m mentre le inclinazioni raggiungono valori 45-50°. Nell’area è ben visibile sia il risultato dell’azione erosiva delle acque superficiali, che ha prodotto nelle superfici inclinate degli estesi settori a calanchi e profondi solchi, sia gli effetti dei movimenti gravitativi che coinvolgono anche blocchi di notevoli dimensioni. Le parti subpianeggianti a valle ed i piazzali, si caratterizzano per essere le aree di accumulo dei prodotti eluvio-colluviali. Da quanto sopra esposto, si evince che nel versante di M.te Acutzu è in atto un fenomeno naturale di rimodellamento del profilo. L’analisi generale dell’area ha evidenziato una forte l’instabilità che produce delle situazioni di pericolosità geologica e conseguente rischio; queste potranno essere eliminate o minimizzate attraverso un ripristino che preveda la riprofilatura e la ricomposizione del sistema di drenaggio superficiale del versante ed il suo consolidamento con l’impianto di un rimboschimento. Inoltre, si potrà valorizzare come riserva idrica il laghetto collinare presente a valle. Cava denominata “Mozzarini” in loc. M.te Oladri La cava in oggetto è ubicata sui versanti orientale e meridionale della collina di M.te Oladri. L’area interessata dall’attività estrattiva, impostata su tre piani di coltivazione, si estende su una superficie complessiva di circa 7 ettari di cui 7.000 mq occupati dal piazzale, posto ad una quota di circa 140 m sul livello del mare. 91 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI È il sito dismesso a più alto impatto ambientale e paesaggistico presente nel territorio comunale, in quanto visibile dalle arterie viarie più importanti della provincia di Cagliari. Il metodo utilizzato per la coltivazione degli inerti per costruzioni, era “a gradoni multipli” impostato su tre livelli che attualmente risultano separati da fronti sub-verticali. Il piano di coltivazione più a valle con il piazzale di manovra, occupa una superficie di circa 13.000 mq ed un fronte alto circa 20 m., il secondo, esteso 12.000 mq ad una quota media di 160 m ha una scarpata di 10 m, mentre l’ultimo, con una superficie di circa 5.500 mq ad una quota media di 180 m, ha il fronte che non supera gli 8 m. La parete sub-verticale a N dell’area di cava, dal piazzale più basso sino quasi alla cima del M.te Oladri ha un dislivello di circa 70 m.. Nella parte bassa del fronte, per un’altezza di 40 m affiora la roccia andesitica mentre nei restanti 30 m è visibile la sequenza vulcanoclastica ed il terreno vegetale. L’area fortemente dissestata, versa in uno stato di completo abbandono. In seguito alle verifiche nel sito, si sono constatate situazioni di elevata pericolosità geologica legata all’instabilità del fronte di scavo più esteso. I movimenti gravitativi interessano principalmente le porzioni in cui affiorano le vulcanoclastiti, a causa della loro scarsa coerenza, e sono talora innescati ed amplificati dall’opera erosiva delle acque superficiali ed agevolati dalle discontinuità che interessano il deposito. Infatti, alla base delle scarpate sono stati rilevati cumuli costituiti prevalentemente da materiali piroclastici, alti alcuni metri, sulla cui superficie sono evidenti fenomeni di ruscellamento originato dalle acque meteoriche. I coni di brecce andesitiche alla base delle scarpate rocciose risultano molto meno estesi e d’altezza inferiore ad 1,5 m. Constatata l’impossibilità di realizzare la ricomposizione topografica originale dell’area per l’alto costo del ripristino, tenendo conto delle caratteristiche geologiche, morfologiche del territorio nel quale ricade il sito e della destinazione d’uso prevista dall’Amministrazione Comunale, il recupero ambientale dovrà essere principalmente indirizzato alla messa in sicurezza dei versanti per la riduzione della pericolosità geologica. Trovandosi all’interno del Parco di M.te Zara e di Pedreras, in un’area di grande interesse archeologico, l’Amministrazione comunale intende utilizzare il sito anche come punto di osservazione panoramico e valorizzare la scarpata principale per scopi didattici, in quanto mostra un dicco lavico ed una bella sequenza di prodotti vulcanici piroclastici. Cave Colle Pedreras Sul colle Pedreras localizzato all’interno del parco urbano, sono ubicate due piccole cave impiantate sull’affioramento delle andesiti con lo scopo di estrarre blocchi per costruzione. Sono del tipo a “mezza costa”, realizzate su un unico piano di coltivazione dal quale si innalza 92 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI un unico fronte sub-verticale con la caratteristica conformazione a “teatro”, avente nel punto più alto un dislivello intorno ai 7 m. La cava più estesa, il cui piazzale è posto sul versante settentrionale ad una quota di 120 m slm, occupa una superficie di circa 2500 mq; l’altra estesa 1500 mq ricade sul pendio occidentale ad una quota di 115 m slm. Le pareti di entrambi i fronti si presentano ampiamente frastagliate, a causa della presenza di blocchi poliedrici generatisi per la coesistenza di famiglie di piani di discontinuità con giacitura ed orientazione variabili, di origine principalmente tettonica. Queste fratture nei periodi piovosi possono essere la sede di una limitata circolazione idrica. L’analisi preliminare dell’equilibrio geologico dei versanti modificati dall’attività antropica, attualmente, non ha evidenziato particolari problemi di instabilità che possano generare situazioni di pericolosità; un’unica eccezione si rileva sul versante settentrionale, a valle del piano di coltivazione della cava più estesa, dove è stata individuata la presenza di un cumulo di scarti di coltivazione che andrà rimosso o messo in sicurezza con un opportuno muro di sottoscarpa. In seguito ad una stima indicativa delle caratteristiche generali dell’ammasso roccioso, sui fronti, si intende intervenire con il disgaggio dei blocchi instabili e la chiodatura di alcune parti delle scarpate che garantiscono un ampio margine di sicurezza; infatti, è da scartare l’ipotesi di un risanamento finalizzato alla ricomposizione topografica originale della collina, in quanto molto onerosa e di difficile attuazione per l’ubicazione e configurazione delle cave all’interno dell’abitato, oltre che di dubbio effetto paesaggistico. Considerata la posizione della cava all’interno del parco urbano di Pedreras, della sua conformazione morfologica, della penuria e necessità di spazi ricreativi e culturali che svolgano l’importante compito di centri d’aggregazione sociale, l’intento dell’Amministrazione comunale è sfruttare lo spazio con la realizzazione di un piccolo teatro all’aperto, il quale, congiuntamente all’intervento di messa in sicurezza dell’intera area si inserisce perfettamente nel progetto di ampliamento e completamento del parco. Cava in loc. Baccu Scova Impiantata per l’estrazione di argille ed inerti per costruzioni, è ubicata sul versante di una bassa collina adiacente la SS 128. Si estende su una superficie di circa 8 ettari ampiamente compromessa per la totale assenza delle opere di ripristino. I metodi di coltivazione utilizzati per l’estrazione sono “a gradoni multipli” ed “a fossa”. Il gradone più basso, esteso circa 3 ettari, è delimitato da una scarpata lunga circa 180 m in gran parte a media inclinazione, interrotta dalla rampa d’accesso del piano di coltivazione più alto. Il livello superiore, di circa 2.5 ettari, presenta un fronte di coltivazione continuo lungo 200 m ed alto alcuni metri, che definisce il lato meridionale dell’area di coltivazione. 93 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI Nella parte nord-orientale della cava sono presenti altri due livelli secondari, che occupano complessivamente la superficie di un ettaro, separati da un’alzata alta alcuni metri e lunga circa 50 m; il fronte del piano superiore risulta altrettanto esteso in lunghezza ma limitato in altezza a non oltre 2.5 m. Il limite occidentale della cava è definito quasi per tutta la sua estensione, da una scarpata che raggiunge un’altezza intorno ai 5 m, posizionata lateralmente ai piani di coltivazione principali. Le aree non ripristinate in cui è stato utilizzato il metodo a fossa, a causa dell’impermeabilità del substrato, sono ora occupate da due laghetti collinari alimentati dalle acque meteoriche. Il bacino nel piano a valle si estende per una superficie di circa 1200 mq mentre quello nel livello alto, poco profondo, è di 800 mq. L’area dissestata è a basso impatto paesaggistico per la scarsa visibilità del sito dalle arterie viarie più importanti, adiacente SS 128 e SS 131; in essa sono stati rilevati alcuni problemi di inquinamento per la presenza di rifiuti anche speciali, quali ruote e componenti di mezzi meccanici usurati, barili contenenti probabilmente liquidi oleosi e rifiuti plastici degradati. Al momento l’Amministrazione Comunale non è a conoscenza del progetto di ripristino e dei tempi previsti per la sua realizzazione. 94 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI 9. ALLEGATI Tavola AG1: Carta geolitologica Tavola AG2: Carta geomorfologica Tavola AG3: Carta idrogeologica Tavola AG4: Carta geologico-tecnica Tavola AG5: Carta dell’acclività 95 STUDIO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO E DI FATTIBILITÀ GEOTECNICA PIANO URBANISTICO COMUNALE DI MONASTIR COMUNE DI MONASTIR PROVINCIA DI CAGLIARI BIBLIOGRAFIA A.A.V.V. (1989) - Zone ad alto impatto: progetto, gestione e recupero di discariche, cave, miniere ed aree difficili o inquinate. Pirola Editore, Milano. ARRIGONI P. V. (1968) - Fitoclimatologia della Sardegna. Webbia 23. ARU A., BALDACCINI P., VACCA A. (1991) - Nota illustrattiva alla carta dei suoli della Sardegna. 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