giugno 2015
ASSEMBLEA
A pag. 6
ECONOMIA
A pag. 18
INDAGINE
A pag. 26
Pronti per le nuove sfide
Edicola
Editoriale
DI ROBERTO SCAZZOSI
Serve fiducia nella e per la ripresa
“Pronti per le nuove sfide”: nel titolo di questo numero della Voce abbiamo voluto racchiudere il senso del
momento che la nostra BCC sta vivendo. Pronti perché
ci siamo lasciati alle spalle un’assemblea dei soci che
ha dato un mandato forte al nuovo CdA: proseguire
lungo la via tracciata in questi anni. Il che -mi sembra
doveroso sottolinearlo- non è cosa scontata o da poco.
Non dimentichiamoci che i bilanci votati in questi ultimi anni risentono tutti, pesantemente, della crisi. Non
dimentichiamoci che, ancora nel 2014, le risorse che
abbiamo messo a disposizione del credito deteriorato
sono state superiori a quelle dell’anno precedente. Non
dimentichiamoci che, come riporta il Bollettino di Banca
d’Italia i crediti deteriorati valgono qualcosa come 230
miliardi di euro; non proprio bruscolini per cui si possa
far finta di nulla. Ergo, non dimentichiamoci che se
questa è la zavorra, per agganciare una ripresa vera e
duratura occorrerà che il sistema Italia si produca in
un supplemento di fatica. Questo detto, sarebbe ingiusto ignorare quello che di buono si intravede; sforzi in
direzione delle riforme da parte del Governo ci sono,
segnali di inversione di tendenza si affacciano da mesi;
la voglia di cambiare passo si percepisce. Lo dissi già
anni addietro: dopo la crisi nulla sarà più come prima.
Per questo la nostra BCC è attenta nel seguire il progetto
2
di autoriforma che porterà importanti novità nel mondo
cooperativo. Ne ho accennato durante la nostra assemblea e torneremo a parlarne presto perché sviluppi sono
attesi a breve. Ed è sintomatico che la strada imboccata
sia quella dell’autoriforma, il cui impianto concepito da
Federcasse vede totalmente allineato il nostro CdA. È
meglio anticipare i cambiamenti che dovervisi adeguare;
in altre parole meglio che la riforma voluta con forza da
Banca d’Italia e Governo nasca nel mondo cooperativo
piuttosto che segua la via “impositiva” del decreto legge.
In assemblea ho detto che l’economia dei nostri territori
ha ancora bisogno, anzi sempre più bisogno, di Credito
Cooperativo, perché l’esigenza di nuovo welfare, di
nuova occupazione, di un nuovo modo di fare impresa
e di fare credito sono un presente, e non un futuro. Con
la nostra attività all’interno dei territori, continueremo
a essere una risorsa per i territori e per l’Italia. Non era
quindi una promessa ma un resoconto: questo abbiamo
fatto in anni difficili, questo siamo pronti a continuare a
fare adesso, con nuove e più complesse sfide da affrontare. E, su tutte, quella della fiducia. Una sfida che è un
invito a tutti gli attori economici e sociali del territorio
realmente interessati a crescere, una sfida che è impegno
reciproco, responsabilità, visione condivisa di quello che
è utile per il nostro microcosmo locale. La BCC è pronta.
3
SOMMARIO
Edicola
Il Panorama
COPERTINA
DI LUCA BARNI
Pronti per le nuove sfide
L'orgoglio di aver fatto la nostra parte
La BCC ha confermato il proprio CdA per il triennio
2015 - 2017. In vista la decisiva questione della riforma
del Credito Cooperativo e i tanti progetti di sostegno
all'economia del territorio in corso e a venire.
LA VOCE
L'assemblea
6
I soci confermano
il CdA e dicono sì
al bilancio 2014
Solidarietà
20
A Busto Garolfo Comune,
Parrocchia e ACLI insieme
per l'occupazione
giugno 2015
14
Primo Piano
Collocamento
fondi pensione:
la BCC fa più 55%
18
Economia/1
Più domande di mutui
per ristrutturazioni
e riqualificazioni
25
Economia/2
L'intervento di Barni
alle conversazioni
di Folador
26
L'indagine
Come siamo cambiati
negli ultimi 15 anni
fra crisi e web
32
Territorio/1
Il concorso fotografico
su Expo, la mostra del CAI
e le iniziative LILT
33
Edicola
Le principali uscite
della banca sui media
locali e nazionali
34
Territorio/2
La promozione della Bustese,
il concerto a Parabiago
e il trofeo di bocce BCC
35
Associazione Ccr
Il calendario degli
appuntamenti del circolo
da luglio a novembre
Abbiamo chiuso il 2014 parlando di fiducia, della necessità di avere e concedere fiducia in una vera ottica di sistema.
Abbiamo continuato a professare fiducia nel primo scorcio del 2015, quando agli annunci degli ottimisti rispondevano, a
mo’ di controcanto, le smentite di chi inclinava al pessimismo. Va detto che, dati alla mano, non si potevano certo intonare osanna, perché gli indicatori non mostravano una svolta decisa rispetto alla storia recente, quella degli ultimi anni.
Leggiamo proprio in questi primi giorni di giugno che alcuni attori economici vedono un po’ di luce ed elencano indicatori
in positivo; Confcommercio i consumi, altri gli investimenti. Indicatori oggettivi, che si traducono in dati, ma che esprimono, anche e soprattutto, quel valore difficilmente quantificabile che è proprio la fiducia. Certo, siamo consapevoli che non
si tratti di un’inversione a 180 gradi, ma la lancetta del barometro si sta spostando rispetto alle aree occupate negli anni
più bui. Senza arrogarsi meriti per una situazione ancora tutta da decifrare, ci sentiamo comunque di poter dire che, per
quello che è di competenza di una banca locale come la nostra, la BCC ha fatto la sua parte. Carta canta. Il sistema bancario
ha chiuso il 2014 con un -4% negli impieghi, noi con un +1%. E questo dopo che negli anni della crisi, come da tutti riconosciuto, abbiamo sostenuto più delle banche grandi l’economia reale che perdeva colpi. Questi sono fatti. Incontestabili.
Fatti che parlano di una differenza, sì di grandezze in gioco, ma, ancora prima, di forma mentis e di filosofia. Noi non
abbiamo centri studi che producono ponderosi studi, outlook da qui alla fine dei tempi; noi abbiamo, sicuramente, le
suole delle scarpe più consumate. Una prova, questa, che noi il nostro territorio di competenza lo giriamo, lo conosciamo,
incontriamo e parliamo con i suoi attori economici, sociali e istituzionali, conosciamo imprese e famiglie destinatarie degli
impieghi. Insomma ci siamo e siamo attivi. Meglio siamo parte di questa realtà a cavallo tra Altomilanese e Varesotto che,
a dispetto delle difficoltà vissute negli ultimi anni, continua a esprimere una vivacità imprenditoriale che ha pochi eguali,
e non soltanto in Italia. Questo, ci sentiamo in tutta onestà di dire, significa essere BCC: aver tenuto fede alla nostra mission nei giorni più difficili, esattamente come oggi, con quei segnali di schiarita che proviamo in ogni modo a potenziare.
Consentiteci, almeno per la coerenza nella condotta che abbiamo osservato, di provare un po’ di orgoglio. Ci sembra pienamente legittimo alla luce dei fatti. Ho già avuto modo di ricordare una frase significativa di Spencer Klaw, giornalista
e docente alla Columbia graduate school of journalism: “quando scriverete editoriali, datevi sempre aria da pessimisti; la
gente scambia il pessimismo per profonda saggezza, l'ottimismo per ingenua dabbenaggine". Ebbene, consapevoli del suo
avvertimento, continueremo a correre il rischio di apparire ingenui. A volte funziona.
Twitter.it/@lucabarni5
La Voce
Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
giugno 2015
La storia
22
4
La "Ferrazzi Cova"
da quasi 80 anni forma
i nostri agricoltori
Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano
Anno XII n° 2
Stampa: Q-Print - Gallarate
Direttore responsabile: Chiara Porta
Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004
5
ASSEMBLEA
ASSEMBLEA
Ok a CdA e bilancio: la BCC è più forte
L'assemblea dei soci ha approvato il conto economico 2014 e confermato gli
amministratori per il triennio 2015 - 2017. La governance scende a nove componenti
C
onsiglio di amministrazione
confermato e bilancio approvato: esce ancora più forte la
BCC di Busto Garolfo e Buguggiate
dall’assemblea dei soci tenutasi
domenica 10 maggio al Teatro Sociale
di Busto Arsizio e onorata dalla presenza del Prefetto di Varese, Giorgio
Franco Zanzi (il suo intervento a pag.
10). Il mandato della base sociale per il
triennio 2015-2017 conferma l’operato
del CDA uscente (nella foto sopra) e
rende operativa la novità introdotta
nell’assemblea 2014, la riduzione del
6
numero degli amministratori da tredici a nove. «Tutto il mondo bancario è interessato da cambiamenti –ha
ricordato il presidente della BCC di
Busto Garolfo e Buguggiate Roberto
Scazzosi–; per il Credito Cooperativo,
allo stato, i cambiamenti sono gestiti
da un processo di autoriforma che,
se avrà successo, aprirà una pagina
nuova nella storia ultracentenaria del
movimento. Noi, con questa riduzione dei componenti il CdA, abbiamo
voluto dare un segnale recependo le
indicazioni date dall’Organo di con-
trollo in materia di governance. Fino
a qui avevamo lavorato sugli aspetti qualitativi degli organi aziendali,
adesso abbiamo agito anche sotto il
profilo quantitativo in ottemperanza alla decisione presa dall’assemblea dei soci nel 2014». I consiglieri
eletti, per l’area Busto Garolfo, sono
Roberto Scazzosi, Giuseppe Barni,
Vittorio Pinciroli, Rinaldo Borsa e
Danila Battaglia; per l’area provincia
di Milano Mauro Colombo; per l’area
Buguggiate Varese Ignazio Parrinello
e Diego Trogher; per l’area provincia
Varese Andrea Rinaldi. Durante la
prima seduta del CDA, tenutasi martedì 12 maggio, sono state determinate le cariche. All’unanimità Roberto
Scazzosi è stato confermato presidente, Ignazio Parrinello vice presidente vicario, Mauro Colombo vice
presidente. Scazzosi è stato nominato
anche presidente del comitato esecutivo della Bcc; il vice presidente è
Giuseppe Barni. Gli altri componenti
del comitato esecutivo sono Ignazio
Parrinello, Mauro Colombo e Diego
Trogher. Subito dopo la votazione
Scazzosi, a nome proprio, del consiglio di amministrazione, della struttura e di tutti i soci, ha rivolto un
ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni dai tre consiglieri
di amministrazione uscenti che non
si sono più ricandidati per il CdA,
Francesco Gatti, Graziano Porta e
Mario Pozzi. «Li ringrazio di cuore,
e non per dovere –ha detto Scazzosi–
per questi anni spesi al servizio della
nostra BCC e per l’impegno che -sono
certo- anche in futuro non faranno
mancare alla nostra banca. Un grazie
in particolare a Mario Pozzi, che è
stato l’anima del progetto che portò
alla nascita della Bcc di Buguggiate
e davvero una colonna per la nostra
nuova BCC nata dalla fusione del
1999. A lui si devono tanti progetti
per cui in questi anni ci siamo impegnati, tra cui, lo voglio ricordare,
quello dell’ospedale che abbiamo contribuito a far sorgere in Burundi con il
progetto Vispe. Grazie, davvero grazie a Mario, Graziano e Francesco».
Concluso l’argomento rinnovo delle
cariche, si è passati all’altro piatto
forte all’ordine del giorno, il bilancio
2014, che la BCC di Busto Garolfo e
Buguggiate ha chiuso con un utile
di 2 milioni 632mila 986 euro ante
imposte (detratte le imposte, l’utile
ammonta a 1 milione 485mila 786
euro), un +1% di impieghi alla clientela e un incremento del 7% della
raccolta totale. L’illustrazione del
bilancio è cominciata con la lettura
della relazione del CdA da parte di
Scazzosi, che ha tracciato un quadro
della situazione su scala nazionale
del Credito Cooperativo nel contesto
del sistema bancario italiano, da cui
emerge che nel 2014 le BCC hanno
continuato a dare credito a famiglie
e piccole imprese, a dare fiducia
all’auto-imprenditorialità giovanile, a
favorire gli investimenti e a rendere
disponibile liquidità aggiuntiva. Le
banche di credito cooperativo hanno
“accompagnato la realizzazione di
progetti di vita come l’acquisto della
casa di proprietà; sostenuto migliaia
di iniziative del territorio; continuato
a gestire con prudenza, come avviene
da decenni, il risparmio degli italiani”. Nell’ultimo anno il sistema del
Credito Cooperativo ha ulteriormente
ampliato la copertura territoriale, in
controtendenza rispetto alla media
del resto dell’industria bancaria.
A settembre 2014, infatti, le BCC
Il grazie di Trogher
Ringrazio i componenti del CDA
per avermi accordato la propria
fiducia, dandomi la possibilità di
essere, attraverso la nostra Banca,
fautore di operazioni importanti
per l’economia del nostro territorio. Un ringraziamento particolare
va al consigliere Mario Pozzi, sia
per l’opportunità che mi ha dato,
sia per ciò che ha fatto per la Bcc
e per la comunità in tutti questi
anni. Il mio obiettivo è portare
avanti il percorso da lui tracciato,
secondo quei valori di cooperazione, solidarietà e crescita sostenibile
in cui la nostra Banca, da sempre,
si riconosce.
7
ASSEMBLEA
Il saluto di Pozzi
«La BCC è in buone mani, nelle
mani di gente capace, preparata
che sa amministrare in momenti
difficili». È il pensiero con cui
Mario Pozzi, e con lui Graziano
Porta e Francesco Gatti, dal palco
si è congedato dal CDA ringraziando i soci. Pozzi ha definito
straordinaria professionalmente
e umanamente la sua esperienza da amministratore cominciata
nel 1983 e sempre guidata da
«quei valori che ci distinguono
dalle altre banche».
8
o addirittura eliminare le iniziative
e i servizi offerti alla comunità –ha
ricordato Scazzosi–. Così è stato per
tutto il 2014, anno nel quale la nostra
Bcc è stata vicina alle famiglie, alle
imprese e ai lavoratori e ha svolto
un’intensa attività sociale in ambito
culturale, educativo, solidale, sanitario e sportivo». Il presidente ha
ricordato il rinnovo dell’accordo tra
Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate,
Confindustria e Confartigianato
Altomilanese per l’anticipo, a costo
zero per i lavoratori, della cassa
integrazione guadagni straordinaria
e l’analoga iniziativa costruita con
Confcooperative Varese. In tema di
economia solidale è stata citata la
convenzione con Avis Legnano e
Banco Alimentare della Lombardia
per l’iniziativa “Aggiungi un piatto
a tavola”. Inoltre, nel 2014, è nato e
cresciuto il progetto Microcredito che
la banca ha avviato a Busto Garolfo
con il Comune e la Caritas parrocchiale: è stata sostenuta una decina
di progetti. Provvedimento rivolto
al locale e che discende dalle politiche macrofinanziarie della BCE, i 35
milioni di euro assegnati attraverso
il prestito Tltro sono stati destinati
dalla BCC interamente al territorio.
Le prime tranche di queste risorse
sono state impiegate in uno dei set-
tori più duramente colpiti dalla crisi,
l’edilizia. In questo comparto gli unici
rami che presentano un segno positivo sono quelli relativi a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni edilizie; da qui la decisione della banca
di proporre il mutuo MyHome, un
prodotto che stimola gli interventi
migliorativi sul patrimonio edilizio
a condizioni molto interessanti (2%
tasso fisso). «Nel 2014, dunque, nonostante la mancanza di forti segnali di
ripresa e con il permanere di tante
situazioni di sofferenza, la nostra Bcc
Le benemerenze
Sono stati quattordici i soci festeggiati in assemblea (foto sopra)
per i 25 anni di appartenenza
alla compagine sociale: Arturo
Grisotto, Gianlorenzo Gandini,
Carlo Zanzi, Alberto Guerreschi,
Ermes Pozzan, Maurizio Bonza,
Emilio Garavaglia, Attilio Martini,
Mario Martini, Giuseppina
Pollini, Ermanno Oblatore, Nella
Piazzola, Vincenzo Lomolino e
Andrea Borsoi. Per l’occasione è
stato consegnata la spilla con il
simbolo del Credito Cooperativo.
ha saputo mettere in campo le sue
risorse migliori per venire incontro
alle specifiche esigenze delle famiglie,
degli investitori, degli imprenditori
e delle realtà più importanti del territorio –ha sottolineato Scazzosi–».
Per tenere fede alla sua mission di
Banca locale la Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate ha distribuito, nel corso
del 2014, oltre 353.000 euro di contributi al territorio. L’intervento del
direttore generale della BCC, Luca
Barni, oltre a riferire sull’attività della
banca dal punto di vista aziendale
ha gettato uno sguardo ai progetti in
corso e alle prospettive. «La Banca
non smetterà di interpretare il proprio ruolo di supporto all’economia
locale –ha dichiarato il direttore–. Si
conferma la scelta di perseguire tutte
le opportunità di dare credito al territorio; in primis alle aziende medio
piccole, che rappresentano il nostro
target, ma anche alle imprese di maggiori dimensioni in collaborazione
con la nostra banca di secondo livello
IBI-Iccrea Banca Impresa. Dal lato
raccolta perseguiremo con maggior
vigore il cambiamento di mentalità
della nostra clientela in termini di
investimento, che la porti sempre di
più ad avere una visione di medio
lungo termine, quindi a investire sul
risparmio gestito, attraverso il servizio di consulenza avanzata. Saranno
sempre più i servizi a divenire 'core'
per la redditività aziendale, anche, e
soprattutto, in totale coerenza con la
mission di banca locale così come sancito dall’articolo 2 dello Statuto sociale. Non sono ipotizzabili significativi
cambiamenti di trend del margine di
interesse, ed è quindi dai servizi che
trarremo redditività per l’Istituto». Il
quadro disegna pertanto, per il 2015,
uno scenario economico non certo di
ripresa, ma votato al continuo, incessante sforzo per il consolidamento di
numeri e bilanci; in attesa, appunto,
di quel cambio definitivo di trend,
ormai da troppo tempo auspicato.
L’assemblea dei soci ha deliberato
di destinare, come quota dell’utile,
401mila 162 euro ai fini di beneficenza
e mutualità.
press
box
hanno raggiunto quota 4.459 filiali,
pari al 14,3% del sistema bancario.
Passando dal sistema BCC alla nostra
BCC, Scazzosi ha sintetizzato l’attività svolta dalla banca verso il territorio per contribuire all’attività di enti,
amministrazioni locali e associazioni
del territori. «In un momento di difficoltà economica come quello che
stiamo attraversando questa filosofia,
ben espressa nel claim “Aiutiamoci
a crescere”, rappresenta davvero la
sopravvivenza per moltissime realtà
locali, altrimenti costrette a tagliare
ASSEMBLEA
idente della BCC
Roberto Scazzosi confermato pres
9
L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO
L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO
State sempre vicini al nostro territorio
Riforma BCC, ecco la storia che si ripete
Per il prefetto Zanzi operare sul territorio equivale ad avere un indubbio vantaggio
dato da informazioni più complete, rapporti diretti e conoscenza personale della realtà
Pietro Cafaro ricorda che già nella prima metà del secolo scorso si tentò di regolamentare
e dare solidità al mondo delle Casse rurali; il processo si bloccò, ma è bene riprenderlo
Da sempre occasione di riflessioni grazie
ai contributi di personalità del mondo
economico e del territorio, l’assemblea
quest’anno ha ospitato il prefetto di
Varese, Giorgio Franco Zanzi.
“H
o accettato con molto
piacere il vostro invito perché questo mi
permette di attestare la vicinanza a
un istituto come il vostro. Nessuno
meglio di voi, che siete rimasti praticamente l'unica banca del nostro territorio, una banca radicata che quindi
svolge una funzione estremamente
importante per la vita economica e
sociale del territorio stesso sa quanto
siate importanti per il tessuto locale.
Io credo che ripensando al passato,
la perdita, ormai molti anni fa delle
banche territoriali, alcune più grandi
e confluite chissà come in banche più
piccole, abbia inciso sulla competitività di questo territorio. Perché è
evidente come essere sul territorio
10
costituisca un indubbio vantaggio; si
può avere un patrimonio informativo più diretto, più completo; si può
fruire di rapporti interpersonali che
sono vicini, più stretti, e questo può
essere un grande vantaggio sia per il
cliente sia per la banca. Per il cliente
perché vede nella banca un amico, un
vicino, quindi, può vedere nella banca
un soggetto meno spersonalizzato di
quanto accade con le banche di carattere nazionale o con le banche internazionali, ma è un vantaggio anche
per la banca perché ha più elementi di
conoscenza e questo incide sul rischio
quando svolge alcune operazioni.
Questa vostra peculiarità è uno dei
punti forza vostri e di istituti come il
vostro e credo sia stato un elemento
che vi ha aiutato nella crisi ormai
pluriennale che ormai, nonostante
molte professioni di ottimismo, continua a essere sensibile. Non so cosa
accadrà nel futuro del mondo bancario, il sistema finanziario si modifica;
voi tutti sapete cosa è successo alle
banche popolari, anche se alla fine
questa rivoluzione sarà meno impattante di quanto si poteva pensare. Io
auspico che in qualunque variazione
posa riguardarvi non debba fare venire meno questo radicamento, questa
vicinanza al territorio. Io ho potuto
verificare dal rapporto sociale come
il vostro essere vi abbia permesso e vi
permetta di scegliere le operazioni e
i progetti più validi, più concreti per
le nostre realtà, per la nostra gente
per queste aree che sono tra le più
avanzate dal punto di vista economico del Paese. Ho guardato l’elenco
di insigniti dell’attestato dei Maestri
del lavoro il numero di premiati della
provincia di Varese è superiore al
numero delle altre province lombarde, eccetto Milano. Questo significa
che qui c’è la vocazione al lavoro. Del
resto, pensando allo sviluppo vostro,
e vivendo vicino alla Svizzera mi par
di capire che il modello di sviluppo a suo tempo seguito da Federico
Guglielmo Raiffesen, basato su localismo, sui valori etici goda di buona
vita anche nei territori vicini. Da ultimo un accenno a un tema che mi è più
congeniale, la sicurezza. In questi anni
si sono fatti passi da gigante sul piano
della sicurezza degli sportelli bancari,
grazie all’impegno degli istituti stessi
che hanno fatto investimenti importanti, sul piano delle difese passive. I
dati sulla criminalità ci dicono che gli
episodi sono calati, i numeri sono contenuti, ma nonostante si faccia tanto
il rischio non può essere escluso e
permettetemi di esprimere la mia solidarietà alla dipendente della Banca
di Treviglio vittima di un gravissimo
episodio. Auguri perché superi questo
momento. Auguro ogni bene a questa
banca, al vostro modo di essere e di
essere vicini a questa provincia.“
“C'
è sempre un po' di timore di fronte ai punti di
svolta, perché sembra
che cambi tutto.In realtà, la nostra
vita è breve e vediamo le cose nel giro
di una generazione. Fossero con noi
quelli che hanno fondato l’allora Cassa
rurale di Busto Garolfo ci direbbero:
state tranquilli, perché queste cose le
abbiamo passate. Oggi si sta chiudendo un ciclo iniziato nel 1896, il primo
congresso nel quale si parlò di casse
rurali e della necessità di dare un coordinamento compiuto al movimento.
Erano piccole banche, con problemi di
gestione legati alle piccole dimensioni.
Erano costituite da quasi nulla tenenti,
avevano un sistema che doveva fare
affidamento sulla responsabilità illimitata e solidale. Bisognava trovare
il modo, con la coesione, di rendere
efficiente il movimento. Si escogitò un
progetto che fu portato avanti fino al
periodo tra le due guerre. In zona c’erano parecchie casse rurali e dove c’era
un nucleo importante di casse rurali si
pensò di mettere una banca di secondo
grado, quindi con una possibilità di
capitalizzazione più veloce, che facesse da garanzia alle banche di piccole
dimensioni. E nacque a Busto Arsizio
la Banca del Piccolo Credito Bustese,
cui le piccole banche delegavano una
parte della propria sovranità gestionale. Oltre a queste banche di secondo
grado si progettò di avere una o più
banche di terzo grado che fossero il
cappello di tutto il sistema. Se ne fondò
una nel 1898 a Milano con questa funzione, il Banco Ambrosiano. Questo
processo di costruzione di sistemi con
banche di livello basso, di secondo
livello, di terzo livello, caratterizzate
da una diversa forma di garanzia data
dal patrimonio, che poteva essere più
o meno facilmente raccolto, e con una
capacità di essere presenti sul territorio in misura differente, durante il
periodo tra le due guerre si bloccò.
La legge bancaria del 1936 e il testo
unico che venne fatto per le casse
rurali subito dopo tolsero di mezzo
questo sistema; ingessarono il sistema
bancario, diedero a ognuno la propria funzionalità precisa togliendo di
mezzo queste strutture di coordinamento. Questo sistema è durato fino
al ’93. Dopo il ’93 è avvenuto il cambiamento; da quel momento occorreva
una riforma che riprendesse il progetto antico e mettesse il cappello sopra il
sistema. Oggi si va in questa direzione;
quindi non è che cambi chissà cosa; si
consolida un sistema autonomo che
vuole rimanere autonomo, che vuole
rimanere legato al territorio, che vuole
rimanere ugualmente dei soci, ma al
tempo stesso con le capacità di garantire solidità a se stesso e a tutto il
resto del sistema. Qual è l’alternativa?
L’alternativa è andare in ordine sparso
e andando in ordine sparso si rischia
moltissimo. Si rischia sempre di più e
si rischierebbe di cadere come quello
che cercarono di evitare nel 1896 gli
uomini di quell’epoca di fronte a una
grande crisi bancaria. Oggi la crisi va
avanti, la crisi dura, stiamo vedendo
probabilmente il momento di uscita,
ma è una crisi che alla fin fine si ripercuote su coloro che sono all’interno
dell’intermediazione, tra chi chiede i
capitali e chi deve investire, e proprio quell’interconnessione può fare
la funzione in una grave crisi di articolazione, come quando invecchiamo
e diventiamo più fragili, anche nel
muoverci. Per cui nessuna paura: dal
mio punto di vista ritengo che sia una
direzione giusta quella che si sta prendendo, nessuna paura perché i valori,
i valori del credito cooperativo, i valori
che hanno perseguito i nostri nonni
continueranno a essere presenti.“
11
L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO
L'ASSEMBLEA - IL FUTURO
Trasformiamo la crisi in opportunità
“Tre mi sembrano i punti cui accennare: il 28 febbraio Papa Francesco
ha voluto ricevere le banche di credito cooperativo e Confcooperative per
un mandato fortissimo. Ha detto che
il denaro è lo sterco del diavolo, ma
ha detto anche: investite e investite
bene. Il Papa che viene dalla fine del
mondo sa benissimo qual è il ruolo e
quale può essere il peso del credito
locale, perché da loro il micro credito
fa la differenza tra la miseria e una
povertà virtuosa. Ha dato un mandato tremendo dicendo: il denaro è
come lo si usa. Il mandato riguarda tutti; riguarda la dirigenza, ma
riguarda i soci. Secondo, il mondo
cooperativo: quando sono chiacchierate un paio di cooperative sono
chiacchierate tutte le cooperative. E
questo ci dà un ulteriore mandato
fortissimo; la buona cooperazione
si deve caricare sulle spalle l’intero
mondo cooperativo facendo vedere
che le buone prassi, il buon andamento sono la nostra cifra. L’ultima
cosa che voglio dire è sul progetto
di autoriforma. Non dobbiamo averne paura. Come Confcooperative
Varese siamo partiti da una situazione di crisi e l’abbiamo fatta diventare un’ opportunità. Un po’ come
dice Papa Francesco: uno più uno fa
tre. Per voi è già successo molti anni
fa: uno più uno fa tre. Eravate due
banche di interesse inferiore e siete
diventati una banca che è più della
somma delle due. Io credo che anche
in questo processo di autoriforma
è opportuno si diventi protagonisti
per evitare di diventarne vittime.
Ringrazio voi tutti per il lavoro che
“Stiamo vedendo dei segnali di
miglioramento, ma come imprenditori c’è ancora molta paura, perché se
è vero che qualcosa questo governo
sta facendo -vediamo con favore il
Jobs Act- mancano altri pilastri che
potrebbero essere motori di ripresa.
Mi riferisco alla pressione fiscale, e
12
In chiusura di Assemblea è stato proiettato il video di Federcasse che illustra
i cardini della svolta che interesserà a breve il mondo del Credito Cooperativo
D
avete fatto e accolgo con grande piacere il fatto che una piccola svolta è
cominciata. Io sono sicuro che sarà
l’inizio di un nuovo rinascimento di
queste cose: speriamo."
Massimo Galli,
vice presidente Confcooperative Insubria
Serve trasparenza fra imprese e banca
anche a un approccio verso il mondo
dell’impresa; questo non solo del
Governo, ma direi più in generale
del sistema Paese, soprattutto verso
la piccola impresa. C’è ancora molta
diffidenza, non ci è riconosciuto
quello che a parole viene detto: poco
si fa per le piccole imprese. Cito
un dato del nostro centro studi e
di Artigianfidi Lombardia: se negli
anni pre-crisi un terzo era richiesto
per la liquidità a breve, un terzo per
la liquidità a medio termine e un
terzo per gli investimenti, oggi il 70%
circa è chiesto per liquidità a breve,
il 10% per gli investimenti e il 20%
per il medio termine. Sono segnali non incoraggianti; però, siccome
voglio portare un messaggio di fiducia, come possiamo metterci a livello
delle nostre imprese per aiutarle nei
Il futuro prossimo si chiama autoriforma
confronti del mondo del credito?
Scendiamo di livello, stiamo al loro
fianco, aumentiamo la consulenza.
Ci lamentiamo delle banche, però
dobbiamo essere anche onesti e sinceri quando andiamo a confrontarci
con loro; dobbiamo essere noi sinceri
per primi. Rappresentare, raccontare
tutta la nostra impresa nelle bontà
e nelle criticità; dobbiamo dire la
verità sulla nostra situazione per poi
poter esigere, in base a quella che è la
nostra reale situazione. Alle banche
cosa chiediamo? Di essere sincere e
trasparenti con noi e di avere quel
rapporto di vicinanza con l’impresa,
di venire nell’impresa come era negli
anni passati."
Davide Galli,
presidente Confartigianato Varese
ue le informative date all’assemblea dei soci: la creazione di una mutua (vedi box
sotto) e il progetto di autoriforma
del Credito Cooperativo, la principale
novità che sta interessando il movimento e che sta tenendo costantemente impegnata a livello di Federazione
Lombarda e Nazionale anche la
nostra BCC. Dopo la riforma delle
Banche Popolari di inizio d’anno, ora
è il turno del Credito Cooperativo.
«Non intendiamo qui aprire né il
dibattito né il confronto sulla questione –ha premesso il presidente Roberto
Scazzosi– perché il dibattito e il confronto li faremo, presumibilmente, in
autunno con una serie di incontri di
zona con la base sociale sull’autoriforma delle BCC». Quello che la BCC ha
presentato in assemblea era un’informativa sullo stato dell’arte, sintetizzato in un video di Federcasse e finalizzato a illustrare gli elementi essenziali
fino a oggi sviluppati nel processo di
autoriforma. Nel video erano riassunti i principali passaggi del processo di
autoriforma che si stanno mettendo
a punto: origine, obiettivi, linee di
indirizzo e rischi, soggetti coinvolti.
A giudizio delle autorità regolatorie i
problemi evidenziati nel sistema BCC
sono: frammentazione, per cui serve
maggiore integrazione tra le singole
banche; scarsa patrimonializzazione,
per cui serve una migliore allocazione
del patrimonio disponibile e la possibilità di ingresso di capitali dall’esterno, la qualità della governance e
della gestione. Le sei linee di indirizzo votate all’unanimità dal Consiglio
nazionale di Federcasse sono: confermare il ruolo delle BCC come banche cooperative delle comunità e dei
territori a vocazione mutualistica;
valorizzare la dimensione territoriale
della rete semplificando e migliorando la filiera organizzativa interna;
adeguare la governance del
sistema agli standard indicati dall’Unione bancaria
migliorando la qualità dei
servizi; assicurare una più
efficiente allocazione delle
risorse patrimoniali disponibili all’interno del sistema;
individuare la modalità più
opportuna per consentire
l’accesso di capitali esterni;
garantire l’unità del sistema
come presupposto di competitività nel medio lungo
periodo. «Nell’indicare gli
obiettivi di cui si parla nel
video si danno ovviamente
dei giudizi e si esprime una
posizione –ha puntualizzato Scazzosi–. E, ci tengo a
precisarlo, io e l’intero consiglio di amministrazione
ci riconosciamo totalmente
nelle posizioni, nei giudizi e
negli obiettivi del percorso
evidenziati dal video».
La mutua
«La mutua è un progetto sul quale stiamo lavorando da oltre un anno e che
è stato portato avanti dalla struttura e dagli ex consiglieri Francesco Gatti e
Graziano Porta, che ringrazio per l’impegno fin qui profuso e per quello che non
faranno mancare nel prosieguo del progetto. Sto parlando dell’imminente costituzione della “Società di mutuo soccorso” rivolta a tutti i nostri soci, ma aperta
anche a clienti e dipendenti». Così il presidente Roberto Scazzosi ha introdotto,
sul finire dell’assemblea, la novità nella vita sociale della BCC, una mutua
che ha l’obiettivo di portare a compimento quanto previsto dall’art. 2 dello
statuto. Campi di azione del nuovo soggetto saranno quelli previdenziale, socioassistenziale, culturale/formativo e di sostegno economico. La Bcc creerà un
fondo patrimoniale che sarà alimentato dai versamenti obbligatori degli iscritti.
Nel percorso di costituzione la BCC sarà assistita da Comipa, il “consorzio tra
mutue italiane di previdenza e assistenza”, che opera a livello nazionale sotto
forma di società cooperativa e ha come scopo quello di sviluppare la mutualità
volontaria soprattutto nel settore sanitario e sociale. Nei prossimi mesi, a ridosso
della costituzione della mutua, saranno organizzate iniziative specifiche.
13
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Fondi pensione: più 55% nel 2014
La BCC registra una crescita a doppia cifra nella collocazione delle soluzioni
di previdenza complementare. Barni: l'educazione finanziaria sta dando i suoi risultati
P
iù 55%: è una crescita a doppia
cifra quella registrata dalla collocazione delle pensioni integrative nel corso del 2014 da parte della
BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. Il
risultato, se si inserisce in un contesto
più generale di progressiva presa di
coscienza dell’importanza della previdenza integrativa (su base nazionale
l’incremento di iscritti alla previdenza
complementare, nel 2014, è stato del
6,1% - dati COVIP-), nel caso della BCC
rappresenta il frutto di una precisa
scelta aziendale: puntare con forza
sulla consulenza e la personalizzazione
14
degli investimenti. Questa performance, in particolare, ha convinto la banca
locale dell’Alto Milanese e del Varesotto
a lanciare un concorso a premi, “Il
fondo pensione ti premia” (box pag.
17), aperto sino al 31 ottobre, per chi
sottoscriverà un fondo pensione di Bcc
Risparmio e Previdenza con un piano
di versamento periodico di almeno
100,00 euro mensili o equivalenti.
«Negli ultimi anni ci siamo orientati in
modo sempre più marcato verso la
clientela con una consulenza personalizzata per prodotti e servizi –dichiara
Luca Barni direttore generale della
BCC di Busto Garolfo e Buguggiate–;
questo concorso rientra nelle iniziative
di “educazione finanziaria” rivolte a
clienti e soci sul proprio futuro previdenziale, alla luce delle novità portate
dal sistema contributivo. Nelle settimane scorse abbiamo distribuito gratuitamente le prime buste arancioni; un
esperimento che ha riscosso successo
proprio perché, oltre a prospettare con
chiarezza la situazione previdenziale,
ha offerto anche la possibilità di una
consulenza qualificata per orientarsi in
un ambito complesso e che non presenta più le sicurezze cui eravamo abitua-
ti. Dopo questi primi passi, per tenere
alta l’attenzione sulla necessità di pensare alla propria pensione, abbiamo
pensato di utilizzare lo strumento del
concorso per veicolare più efficacemente il messaggio». Per fare educazione finanziaria in materia di previdenza complementare, la BCC ha utilizzato anche il canale della busta arancione, il documento contenente la stima
della pensione sulla base della contribuzione in corso di cui da anni l’Inps
parla e che Tito Boeri, nominato presidente a fine 2014, si è impegnato a
garantire a tutti entro il 2016, dopo il
debutto di maggio riservato a dieci
milioni di italiani. Due le tranche di
consegna della busta: la prima si è conclusa a inizio marzo, la seconda è partita il 6 giugno. Destinatarie della prima
tornata sono state cento persone estratte a sorte nella compagine sociale della
BCC; queste hanno ricevuto gratuitamente la “fotografia” della propria
situazione previdenziale in un documento certificato dall’Inps che contiene
i contributi versati, il calcolo del diritto
e dell’erogazione della pensione e la
quantificazione dell’assegno pensionistico. «Si parla da vent’anni almeno di
busta arancione –sottolinea il vice
direttore della BCC Carlo Crugnola– e
il nuovo presidente dell’Inps Tito Boeri
è finalmente riuscito a far partire l’operazione, fondamentale per capire la
propria posizione previdenziale.
Consapevoli che conoscerla sia il pre-
Il Fondo
Pensione
ti premia
supposto per garantirsi una vita pensionistica più tranquilla, abbiamo deciso di offrire gratuitamente ai soci un
servizio che li può aiutare a pianificare
al meglio il futuro; un servizio che
assume, alla luce dei grandi cambiamenti nel mondo previdenziale e del
welfare, per come si sta rimodellando,
una forte valenza sociale». «Per individuare le persone abbiamo orientativamente fissato nella fascia d’età 40 – 55
anni i soggetti interessati dall’iniziativa
–spiega Luca Barni, direttore generale
della Bcc-. Sono soggetti, questi, che
hanno già alle spalle un percorso lavorativo significativo, ma che sono ancora in tempo per intervenire sulla propria situazione previdenziale. Ai soci,
oltre alla busta arancione, è stata offerta gratuitamente la possibilità di una
consulenza in ambito previdenziale,
che è un modo per orientarsi in una
materia non semplice e cui bisogna
prestare la massima attenzione per non
avere brutte sorprese». Molto buona la
risposta dei cento soci coinvolti nell’iniziativa, che hanno trovato di semplice
lettura la busta e che, in qualche caso,
sono anche venuti a conoscenza di contributi non versati. È il caso di Giancarlo
Prandoni, oggi consulente farmaceutico: «Ero interessato ad avere un quadro
della mia situazione previdenziale
dopo molti anni di lavoro dipendente
e, dal 2014, come libero professionista.
Ho avuto conferma della bontà delle
scelte previdenziali che stavo già facen-
do e avuto dei buoni suggerimenti su
come implementare queste soluzioni».
«Della busta arancione si parla molto,
ma non sempre in termini chiari –ha
detto Giovanna Bienati 44 anni, impiegata e con 24 anni di lavoro alle spalle-.
Avevo già avuto una stampa della mia
situazione previdenziale e ho visto
cosa sarebbe oggi la mia pensione. Il
punto però è: come sarà fra 20 anni? In
questo senso mi è stata utile la consulenza per ragionare in termini di famiglia, quindi pensare anche per mio
figlio». A fine marzo, visto il successo
raccolto dall’iniziativa, la BCC ha rilanciato invitando i soci interessati a conoscere la propria posizione previdenziale a usufruire gratuitamente dell’opportunità dando il proprio nominativo
in uno dei diciassette sportelli della
banca sul territorio. In questo modo
altre cento persone circa hanno ricevuto il proprio check-up previdenziale;
un’analisi che fornisce gli elementi
indispensabili per costruire la propria previdenza complementare.
«Nell'attuale contesto economicosociale in cui il ridimensionamento
della previdenza pubblica è ormai conclamato, è di fondamentale importanza
per tutti integrare la pensione pubblica
con un piano previdenziale complementare che consenta di mantenere
anche in età pensionabile gli stessi
standard di vita –sottolinea Christian
Croci–. Il fondo pensione però, non è
solo qualcosa che servirà per la vita
Pedaliamo insieme
verso un futuro sereno
Sottoscrivi un fondo pensione
dal 18 maggio al 30 ottobre 2015 e
partecipa all’estrazione* di:
* Per modalità di
assegnazione dei premi vedi
regolamento concorso
disponibile presso le filiali
della BCC di Busto Garolfo e
Buguggiate e su
www.bccbanca1897.It
4 mountain bike
10 coppie di biglietti
per Expo (DATA LIBERA)
15
PRIMO PIANO
post-lavorativa –anche se indubbiamente questo rimane lo scopo principale–, bensì come una forma di risparmio intelligente da implementare il
prima possibile. Infatti, gli aderenti ai
fondi pensioni hanno la possibilità di
richiedere delle prestazioni anticipate,
dopo almeno otto anni di adesione, per
svariati motivi. Per questo, le forme
complementari possono essere viste
anche come una specie di salvadanaio,
da cui poter attingere durante la propria vita». In dettaglio cause e requisiti
per ottenere l’anticipo del fondo pensione sono, in primo luogo, le spese
sanitarie, per sé, per il coniuge o i figli.
In questo solo caso l’anticipo è richiedibile in qualsiasi momento, l’importo
può arrivare sino al 75% della posizione individuale maturata e la tassazione
varia dal 9% al 15%. L’anticipo per
l’acquisto della prima casa (oppure per
la ristrutturazione, manutenzione,
restauro e risanamento sulla prima
casa di abitazione), per sé o i figli, si
può richiedere dopo 8 anni di iscrizione; l’importo anticipato può arrivare al
75% di quanto maturato e la tassazione
ha un’aliquota fissa del 23%. Per altre
esigenze l’anticipo si può chiedere
dopo otto anni di iscrizione; l’importo
può arrivare al 30% della posizione
maturata e l’aliquota è fissata al 23%. I
fondi pensione si dividono in tre fami-
16
PRIMO PIANO
In Italia numeri in crescita
Sulla base dei dati COVIP
(Commissione di Vigilanza sui
fondi pensione), a fine 2014 gli
iscritti totali alla previdenza complementare ammontano a 6 milioni
585mila unità; al netto delle uscite,
la crescita nell’anno è stata di circa
380.000 unità (pari al 6,1%). Gli
iscritti ai PIP “nuovi” (piani individuali pensionistici di tipo assicurativo) sono 2 milioni 454mila,
circa 320.000 in più (15%) rispetto
all’anno precedente; il ritmo di crescita, seppur sostenuto, è decelerato
rispetto al 18,9% registrato nel
corso del 2013. Nei fondi pensione
aperti gli iscritti sono aumentati di
69.000 unità (7%), portando il totale degli aderenti alla fine del 2014 a
quota 1,053 milioni. A fine 2014, gli
iscritti totali ai fondi negoziali sono
1,944 milioni, quasi tutti sono lavoratori dipendenti privati; nell’anno
trascorso hanno perso circa 6.000
aderenti, confermando la tendenza
decrescente degli ultimi anni. Il
patrimonio accumulato dalle forme
pensionistiche ammonta alla fine
del 2014 a circa 126,3 miliardi
di euro, in aumento di 8,5 punti
percentuali rispetto a fine 2013. Le
risorse dei fondi negoziali ammontano a 39,6 miliardi, in crescita del
14,9% rispetto a dicembre 2013.
I PIP “nuovi” dispongono di un
patrimonio di 15,8 miliardi e i fondi
aperti di 13,9; l’incremento nell’anno è stato, rispettivamente, del 21,2
e del 16,4 per cento. I rendimenti
medi sono stati positivi per tutte
le tipologie di forma pensionistica
e per i rispettivi comparti. I fondi
negoziali e i fondi aperti hanno reso
in media, rispettivamente, il 7,3 per
cento e il 7,5 per cento al netto dei
costi di gestione e degli oneri fiscali.
Per i PIP “nuovi” di ramo III, il
rendimento medio è stato del 7,3 per
cento al netto dei costi di gestione
e al lordo della fiscalità. Nel 2014
il TFR si è rivalutato, al netto
dell’imposta sostitutiva, dell’1,3%.
Questi rendimenti non considerano
il nuovo regime fiscale delle forme
pensionistiche complementari previsto dalla Legge di stabilità.
glie: aperti (ossia accessibili a tutti), che
sono quelli proposti dalla BCC; chiusi
(ossia negoziati da accordi fra imprenditori e rappresentanze sindacali e
riservati a specifiche categorie di lavoratori, come i metalmeccanici o i chimici) e PIP (piani individuali pensionistici), dove la controparte è di tipo assicurativo e che trovano nei promotori
finanziari e in Poste italiane i canali di
maggiore diffusione. Se il passaggio
dal regime retributivo a quello contributivo sta facendo aumentare le adesioni alla previdenza complementare,
una recente relazione di Banca d’Italia
evidenzia la minor propensione degli
italiani a sottoscrivere fondi pensione e
assicurazioni rispetto a francesi e tedeschi. Sui quasi 4 mila miliardi di attività
finanziarie, gli italiani impiegano il
20,4% per fondi pensione e assicurazioni contro il 36,2% dei francesi e il 36,8%
dei tedeschi. Gli spagnoli, invece, sono
a quota 16,2 per cento. La media dell’area euro è del 32,6 per cento. Da segnalare comunque che, benché minimo, vi
è stato in Italia un incremento della
percentuale di attività finanziarie destinate a polizze e fondi pensione: nel
2013, infatti, la quota si assestava al
19,2 per cento. «È comunque evidente
che, con il nuovo sistema pensionistico,
si impone una riflessione –conclude
Croci–: il regime contributivo, ossia
l’assegno pensionistico commisurato ai
versamenti e l’allungamento delle
aspettative di vita obbligano a privilegiare un pilastro previdenziale in
aggiunta al pilastro Inps o a quello
delle casse previdenziali che esistono
per i professionisti. In caso contrario, la
forbice fra stipendio e pensione diverrà
ancora più ampia e sarà impossibile
mantenere uno standard di vita simile
a quello degli anni del lavoro. Con l’eccezione di un numero ormai molto
ristretto di persone, che avevano già
maturato 18 anni di anzianità all’entrata in vigore del nuovo regime fiscale e
che adesso hanno davanti a sé pochi
anni di lavoro, la previdenza complementare è conveniente per tutti; non
soltanto perché irrobustirà il nostro
assegno pensionistico, ma anche per i
benefici fiscali che derivano dalla sotto-
Busta arancione, questa sconosciuta
Busta arancione questa sconosciuta: in cosa consiste il documento-radiografia della nostra situazione previdenziale attuale? L’INPS soltanto nelle
ultime settimane è riuscita a mantenere promesse e impegni spesi per
anni ed è partita, dopo una sperimentazione su un campione di 10mila
contribuenti, con la simulazione on line della pensione. Il sistema consente
di simulare la pensione futura sulla base di quanto finora versato, della
retribuzione attesa e della data di ritiro dal lavoro. Ogni contribuente sarà
dotato di un Pin personale per accedere ai servizi online dell’Inps.
- dal 1° maggio 2015 i lavoratori sotto i 40 anni;
- dal 1° giugno, i lavoratori sotto i 50 anni;
- dal 1° luglio, tutti i lavoratori sopra i 50 anni.
Dal 2016, il servizio sarà disponibile anche per i dipendenti pubblici e per
i lavoratori con contribuzione versata agli altri Fondi e Gestioni amministrate dall’Inps. La busta arancione distribuita dalla BCC è costituita
dall’analisi della situazione registrata presso l’Inps, che prende in considerazione l’anno, il periodo, il tipo di retribuzione, gli utili ai fini pensionistici, il reddito e il datore di lavoro; la sintesi della situazione in tempo
quasi “reale” (ultima contribuzione, numero di settimane valevoli per il
requisito di anzianità contributiva e data del raggiungimento dei requisiti
per la pensione di vecchiaia); il calcolo del diritto e dell’importo mensile
lordo in caso di pensione anticipata e di pensione di vecchiaia.
scrizione di un fondo». Sul tema previdenza complementare la COVIP pubblica ogni anno una guida, che orienta
nella materia. Aderire alla previdenza
complementare significa accantonare
regolarmente una parte dei risparmi
durante la vita lavorativa per ottenere
una pensione che si aggiunge a quella
corrisposta dalla previdenza obbligatoria. La previdenza complementare rappresenta un’opportunità di risparmio
cui lo Stato riconosce agevolazioni
fiscali (la deducibilità fino ai vecchi 10
milioni di lire) di cui altre forme di
risparmio non beneficiano.
L’agevolazione vale anche nel caso in
cui si effettuino versamenti a favore di
familiari che sono fiscalmente a carico.
Ecco perché, prima di aderire alla previdenza complementare, è importante
che ognuno compia alcune valutazioni
sulla propria situazione lavorativa, sul
patrimonio personale e sulle aspettative pensionistiche:
• se si è un lavoratore giovane, per il
quale le modifiche del sistema pensio-
nistico provocano un abbassamento
significativo della pensione obbligatoria, rispetto a quella degli attuali
pensionati, diventa importante pensare per tempo a costruirti una pensione complementare
• aderendo alla previdenza complementare si può beneficiare di vantaggi fiscali e, in caso di lavoratore
dipendente, si può avere diritto al
contributo del datore di lavoro.
Il concorso
L’iniziativa “Il fondo pensione ti premia” mette in palio
4 mountain bike e 20 biglietti
per EXPO; premi che saranno
estratti a sorte in diverse fasi
da giugno a novembre. Info su:
http://www.bccbanca1897.it/
17
ECONOMIA
ECONOMIA
My Home, l'attenzione all'ambiente
fa crescere l'economia del territorio
L
a BCC ha fatto centro; riqualificazione energetica e ristrutturazione edilizia hanno mantenuto
le promesse: nei primi quattro mesi
del 2015 i mutui accesi hanno già
doppiato quelli del 2014. Focalizzata
nell’aiutare l’economia a intercettare
ogni più piccolo segnale di ripresa, la
BCC, non appena ricevuto il prestito
di 35 milioni di euro dalla BCE, alla
fine dello scorso mese di settembre,
ha deciso di riversarlo interamente sul
territorio destinando la prima tranche all’unico ramo dell’edilizia che,
nella crisi profonda in cui versa da
anni il settore, dava qualche prova
di vitalità; appunto le riqualificazio-
18
ni e le ristrutturazioni sul patrimonio esistente. «Il mutuo, che abbiamo
chiamato My Home, presenta condizioni molto interessanti –dichiara
il direttore generale della BCC Luca
Barni– il 2% tasso fisso; un modo
non soltanto per stimolare l'economia
locale, ma anche per salvaguardare
un territorio già massicciamente urbanizzato». L’intuizione ha dimostrato di funzionare da subito con una
ventina di mutui sottoscritti da inizio
ottobre a fine anno. «La risposta è
stata incoraggiante –ricorda il responsabile dell’area Mercato Adalberto
Tomasello– ; abbiamo impostato una
campagna di comunicazione mirata,
non abbiamo perso occasione per parlarne illustrando i vantaggi di un investimento vero, ampiamente ripagato
grazie anche ai benefici fiscali (50% in
dieci anni) riconosciuti dal Governo,
e che guarda avanti, perché valorizza
la propria abitazione, fa risparmiare sui consumi e aiuta l’ambiente. I
risultati di questa “semina” si sono
visti quest’anno; a fine aprile abbiamo
raccolto il doppio delle adesioni registrate negli ultimi tre mesi del 2014
e, sulla base dell’esperienza e della
mancanza di certezze sul mantenimento dei benefici fiscali, mi sento di
dire che, nei prossimi mesi, saranno
ancora in molti a fare questa scelta». A
sensibilizzare il territorio
su queste opportunità, a
fine febbraio, Elmec Solar
ha rilanciato “400mila tetti
fotovoltaici”, l’iniziativa
finalizzata ad agevolare
la formazione di un gruppo d’acquisto privato tra
i cittadini del Varesotto
per abbassare i costi degli
impianti. La campagna
ha visto il Green Team di
Elmec Solar affiancato da
due partner in una rete di
cooperazione delle risorse:
Naturcoop e BCC di Busto
Garolfo e Buguggiate. Il
risultato di questa sinergia
è stata una modalità di
acquisto “condiviso e consapevole”, ulteriormente
facilitata da opportunità
dedicate. A inizio giugno erano 33 gli impianti
acquistati e oltre una decina le trattative in corso. Sopra, da sinistra Paolo Cova direttore di Naturcoop Andrea Grimaldi di Elmec Solar e Adalberto Tomasello della
Numeri che soddisfano nostra BCC alla conferenza stampa del febbraio scorso per il lancio dell'iniziativa "400.000 tetti fotovoltaici".
Elmec Solar per diversi
in particolare, sul settore edilizio, c’è
2013 (l’anno record), 27 miliardi e
motivi: un buon risultato di vendita e
chi, come la Confederazione nazionale
725 milioni nel 2014 e, infine, quasi
fatturato in un tempo limitato; buona
dell’Artigianato, ha ipotizzando l’am3 miliardi nei primi 60 giorni del
risposta a un modello di business
montare della perdita di investimenti
2015 con la detrazione del 50% per le
nuovo, che premia trasparenza ed
e di posti di lavoro se gli sgravi fiscali
ristrutturazioni edilizie, e del 65% per
etica; un’opera di informazione “posicessassero o venissero ridimensionati
il risanamento energetico degli edifitiva” sul “fotovoltaico”; la proficua
di molto. Anticipazioni dello studio
ci. Se il mercato dell’energia da solare
collaborazione con BCC e Naturcoop
dicono che nel solo 2014 gli investivede l’Italia ai vertici, è da registrare
grazie alla condivisione di compementi che si sarebbero persi senza
la forte sensibilità oltreoceano e di
tenze e ambiti. Volendo quantificasgravi Irpef, secondo il Cresme, sarebalcune multinazionali per le rinnore, sotto un profilo tecnico, il valore
bero stati pari a 15,9 miliardi di euro
vabili. La California si sta muovendell’operazione, gli impianti venduti
su un totale di 28,4 miliardi, mentre
do sulle industrie che emettono più
hanno una potenza totale di 133,92
la perdita in termini di occupazione
anidride carbonica per rimborsare la
KWp. Da registrare l’attenzione posta
diretta sarebbe stata di 158.591 posti
comunità: invece di compensazioni
dal Green team di Elmec Solar nel
di lavoro. Riferendosi al quadrienin denaro, le industrie finanzieranno
tracciare i contatti, dovuti per il 18% al
nio 2011-2014, gli investimenti persi
acquisto e installazione di pannelli
passa parola, per la stessa percentuale
sarebbero cresciuti a 47,1 miliardi,
solari sui tetti delle abitazioni delle
ai media locali e per il 17% al contrimentre l'occupazione diretta si sarebfamiglie meno abbienti. Il colosso
buto dei partner BCC e Naturcoop. «Si
be ridotta di 468.769 posti. La Cna
svedese Ikea prova a ridurre l'impatè trattato di un’esperienza positiva –
ha inoltre misurato l’effetto di questi
to sull'ambiente investendo nell'eneraggiunge Tomasello– . Abbiamo avuto
investimenti dal primo gennaio 2011
gia verde e nella lotta al cambiamenuno scambio continuo di informazioni
a febbraio 2015: quasi 16 miliardi nel
to climatico. La società ha promesso
e abbiamo fatto squadra indirizzando
2011 (con la detrazione del 36% per
di investire 1 miliardo di euro in
i potenziali clienti in modo che potesle ristrutturazioni delle abitazioni e
energie rinnovabili e azioni contro
sero avere tutti i ragguagli su ogni
del 55% per il risanamento energetico
il riscaldamento globale; una mossa
aspetto dell’offerta, quindi nel caso
degli edifici), più di 19 miliardi nel
che supera di gran lunga le risorse
della BCC per i mutui». Sull’effetto
2012, 30 miliardi e 373 milioni nel
messe in campo da interi Stati.
di questi interventi sull’economia e,
19
SOLIDARIETÀ
SOLIDARIETÀ
A Busto una rete per l'occupazione
Con "Solidarietà per il lavoro" Comune, Parrocchia e ACLI, con il sostegno della
BCC fanno sistema per aiutare i cittadini in situazione di difficoltà socio - economica
S
ono già quattro i lavoratori
avviati all’inizio di giugno
da “Solidarietà per il lavoro”,
il progetto concepito e realizzato
dall’Amministrazione Comunale di
Busto Garolfo, dall’Unità pastorale e
dal circolo Acli cittadino. Il progetto
è finalizzato alla sperimentazione di
opportunità di lavoro temporaneo
in favore di cittadini che versano
in difficoltà socio-economiche. Tra i
primi sostenitori del progetto, la Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate, la
sezione locale Croce Azzurra Ticinia
Onlus, la Consulta del Volontariato
e il Gruppo Anziani e Pensionati,
ma il progetto è, per sua natura,
aperto, avendo un obiettivo complesso come rispondere all’emergenza occupazione dei cittadini in
20
situazione di fragilità socio-economica; una risposta che si sta provando a dare con la logica della rete
e ricettiva nei confronti dei contributi del territorio. Con questi presupposti Comune di Busto Garolfo,
Unità pastorale di Busto e Olcella
e Circolo Acli hanno dato vita al
progetto costituendo un comitato
per gestire puntualmente, in tutte le
fasi, i percorsi di sperimentazione di
opportunità lavorative temporanee.
I tre soggetti hanno stipulato alla
fine del 2014 una convenzione che
stabilisce competenze e azioni di
ognuno: il Comune ha approntato
l’avviso pubblico per i requisiti di
accesso, tiene i contatti organizzativi e funzionali con le cooperative
o enti ospitanti; l’Unità pastorale
(tramite la Caritas) coadiuva gli altri
soggetti in tutte le fasi di progettazione e realizzazione del progetto;
il circolo Acli raccoglie le domande,
gestisce i rapporti con i lavoratori e
le informazioni sulla graduatoria.
I tre soggetti, inoltre, danno vita a
una commissione tecnica mista e
hanno versato una quota per l’avvio
del progetto. «Intendiamo sottolineare la positività della collaborazione
tra i diversi attori del territorio, che
sottende la logica del farsi carico
insieme delle difficoltà della comunità –hanno dichiarato il sindaco
Susanna Biondi e l’assessore alle
Politiche sociali Stefano Carnevali,
intervenuti nella conferenza stampa
di presentazione di fine marzo–.
Si tratta di un’iniziativa improntata
alla massima trasparenza e a regole
chiare; queste sono le caratteristiche
che contraddistinguono il progetto,
nel quale crediamo molto, e nel
quale abbiamo investito energie e
risorse, sia economiche sia progettuali. Nel progetto vi è anche una
valenza restitutiva. Infatti, grazie a
uno specifico accordo con le cooperative sociali coinvolte, i lavoratori
avviati prendono servizio sul territorio bustese “ripagando” la solidarietà della comunità che li finanzia.
L’intenzione dell’Amministrazione
Comunale è di protrarre ed espandere quanto più possibile il progetto; ci auguriamo che il budget a
disposizione cresca, ampliando le
possibilità di avvio di altre esperienze lavorative». Due le cooperative
individuate al momento per l’impiego temporaneo dei lavoratori, la
Jolly Service di Canegrate e l’Arcadia di Rescaldina; la graduatoria è
sempre aperta ed è aggiornata ogni
sei mesi. «Solidarietà per il lavoro
è un’iniziativa dove si vuole affermare che le povertà hanno necessità di risposte –ha sottolineato don
Ambrogio Colombo, prevosto di
Busto Garolfo–.
E le risposte arrivano dal territorio.
Il progetto vuole aiutare le persone
che hanno perso il lavoro dando
loro la possibilità di un reinserimento lavorativo temporaneo; non vuole
essere assistenza, ma ridare dignità
Nella pagina a sinistra, Santino Boioli delle ACLI Bustesi, Roberto Scazzosi presidente della Bcc,
il parroco don Ambrogio Colombo, il sindaco Susanna Biondi e l'assessore alle Politiche sociali Stefano Carnevali. Sopra, una della attività che propone il progetto "Solidarietà per il lavoro".
a persone che difficilmente avrebbero altre opportunità di impiego.
Crediamo che la rete con associazioni, volontari e istituzioni possa
sostenere bisogni sempre più numerosi». Tutti i soggetti del territorio
possono sostenere il progetto, tramite il versamento di quote libere:
enti, associazioni e privati cittadini.
Al momento, i sostenitori del progetto sono: la Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate, la Croce Azzurra
Ticinia onlus (sezione di Busto
Garolfo), la Consulta del volontariato cittadina, il Gruppo anziani
e pensionati e diversi privati cittadini che hanno scelto l’anonimato.
«Un’iniziativa come “Solidarietà per
il lavoro” incontra perfettamente
la nostra sensibilità di banca locale
di ispirazione mutualistica –dichiara il presidente Roberto Scazzosi–;
in presenza di problemi profondi,
come quello del lavoro, specie dopo
anni di crisi, la risposta, in tanti casi,
arriva dal basso, dalle forze vive del
territorio che fanno quel passo in
più fondamentale; uniscono le forze
per un obiettivo comune.
È un segnale significativo in un
momento in cui il modello di welfare, come lo conosciamo da sempre, è
in discussione».
Il termine della convenzione, rinnovabile, è fissato al 31 dicembre
2017. L’Iban per sostenere il progetto “Solidarietà per il lavoro” è:
IT02F 08404 32690 000000026087
21
LA STORIA
LA STORIA
Coltivare la qualità e amare il territorio:
questi sono i segreti per aiutare i giovani
L’azienda Ferrazzi Cova, divenuta nel 1938 Fondazione, si racconta e indica la strada
delle tante potenzialità ancora inespresse «per tutti coloro che credono nella terra e nei
suoi prodotti». E per il futuro spunta l’idea di introdurre la produzione di birre artigianali
"L
a responsabilità e l’impatto che un’azienda ha sul
territorio": così potremmo
definire la responsabilità sociale d’impresa o, più semplicemente, potremmo parlare di lungimiranza. Che
significa: saper osservare la comunità
circostante, le difficoltà che l’attanagliano e i possibili spiragli per uno
sviluppo, investire nel territorio con
la consapevolezza che la crescita che
ne deriva porterà con sé anche quella
aziendale. Questi concetti, da alcuni anni, trovano spazio all’interno di
trattati e studi economici, ma soffermandoci sulla realtà di Villa Cortese
si resta colpiti da chi, quasi un secolo
fa, aveva già realizzato opere per la
22
valorizzazione del territorio e la soluzione dei problemi locali. L’azienda
Ferrazzi – Cova, divenuta Fondazione
alla morte del fondatore (1938), affonda le sue origini nel lontano 1893,
quando Francesco Ferrazzi acquistò i
“beni fino ad allora avuti in affitto”.
L’agricoltore-imprenditore ha dedicato tutta la sua vita alla terra e al
lavoro nei campi, cercando soluzioni
che rendessero il lavoro più semplice
e meno faticoso e lo elevassero dal
rango di attività di pura sussistenza.
Alla sua morte Ferrazzi volle che tutto
il patrimonio fosse affidato, quale esecutore delle sue volontà, al Comune
di Busto Garolfo, che allora inglobava
Villa Cortese. L’“esecutore” doveva
impegnarsi a fondare una scuola teorico-pratico di agricoltura, con sede
a Villa Cortese, nei terreni e nelle
cascine totalmente a lui devolute. La
Fondazione, che opera senza scopo di
lucro da 77 anni, ha mantenuto costante l’impegno e l’interesse per l’attività
di diffusione del sapere in agricoltura
e l’istruzione tecnico-culturale con lo
scopo di migliorare le condizioni di
tutti coloro che operano in agricoltura.
Il consiglio d’amministrazione, oggi
composto da sette membri –tre dei
quali, come voluto da Ferrazzi, cittadini di Villa Cortese– ha ben chiaro lo
scopo della Fondazione e il presidente, Bruno Dell’Acqua, sottolinea: «La
Fondazione vuole salvaguardare le
tradizioni e la cultura agricola applicando modalità colturali e tecniche
innovative; si tratta di progredire e
crescere sviluppando nuovi settori e
nuovi metodi. Vogliamo salvaguardare il territorio creando nuove opportunità per i giovani». Inizialmente la
Fondazione operava per preservare e
migliorare le tecniche e le condizioni
in cui vivevano gli agricoltori locali,
condizioni determinate da: scarsità
d’acqua, terreni non fertili, malattie
e epidemie batteriologiche, oltre alla
concorrenza straniera. Per far tutto
questo Ferrazzi volle creare un Istituto
Agrario che offrisse ai giovani la possibilità di apprendere, sia teoricamente sia manualmente, le migliori tecniche agrarie, lavorando nelle proprietà
agricole da lui messe a disposizione. L’attività della Fondazione nel
corso di questi anni è ulteriormente
cresciuta. All’agricoltura, praticata
negli appezzamenti che si estendono in otto comuni limitrofi, si sono
aggiunti nuovi settori produttivi come
l’allevamento di bovini, la viticultura,
la produzione di vini, la produzione
di energia elettrica grazie all’installazione di diversi impianti fotovoltaici
(anche di tipo sperimentale dove sono
confrontate le tre diverse tipologie di
pannelli in silicio) e, l’ultimo traguardo nel 2013, la realizzazione di una
centrale di produzione di energia da
biogas, originato, per gran parte, dalla
trasformazione di sottoprodotti agricoli. Le dimensioni della Fondazione
sono rimaste invariate, il personale è
costituito da un nucleo di dipendenti, cui si aggiungono periodicamente
collaboratori esterni nei periodi di
raccolto e vendemmia.
La Fondazione, gestendo al meglio
il patrimonio, opera attraverso la
sua Società Agricola –ora guidata da
Alessandro Ubiali– e secondo una
logica di differenziazione del prodotto. «L’intento è creare una microeconomia; non vogliamo essere “mono
specialistici”. La nostra è un’azienda
orticola, cerealicola, zootecnica, frutticola, vitivinicola ed energetica» afferma Renato Arienti, direttore tecnico
della Fondazione. Una strategia di
Ferrazzi: storia di un uomo lungimirante
Francesco Ferrazzi nacque nel 1849,
terzo erede di una famiglia che gli
permise di dedicarsi agli studi e all’attività agricola. Nel 1876 Francesco
prese in affitto alcuni possedimenti nel territorio di Villa Cortese e
tre anni dopo sposò Luigia Cova;
dal matrimonio nacquero due figli,
deceduti prematuramente. Ferrazzi
dedicò tutta la sua vita all’attività
agricola, tanto che nel 1893 acquistò
le proprietà fino ad allora avute in
affitto. In quegli anni la vita contadina non era semplice; le difficoltà erano costanti: le epidemie che
danneggiavano il raccolto, scarsità
d’acqua e importazione di prodotti
a prezzi più bassi. Gli anni a cavallo del 1900 furono caratterizzati da
importanti cambiamenti come l’introduzione della corrente elettrica,
dei concimi chimici e di nuovi macchinari. Ferrazzi fu parte attiva in
questi processi di innovazione nel
territorio locale. Si impegnò in una
trasformazione fondiaria ed edilizia
e fu attivo sull’intero territorio contribuendo significativamente alla
costruzione della nuova chiesa parrocchiale, non solo a Villa Cortese
ma anche nella piccola frazione di
Olcella, dove fece costruire la casa
per il sacerdote e un istituto in cui
tenere le lezioni scolastiche ai figli dei
contadini. Nel 1930 Luigia Cova si
spense nel cordoglio generale. Dopo
la scomparsa dei due figli e nell’impossibilità di averne altri, Luigia si
era dedicata a Giuseppe Stefanetti,
un orfano residente a Villa Cortese, e
aiutò il marito facendo da tramite tra
lui e coloni. Nel 1933, assistito dalla
nipote Pia Cova, anche Francesco si
spense. Quest’uomo, che anche negli
ultimi mesi della sua vita rimase fortemente legato alla terra e che nella
vita ha ben compreso quanta fatica
richiedesse tale lavoro, a testamento
dispose che fosse nominato esecutore
il Comune di Busto Garolfo (allora
Villa Cortese ne era una frazione);
pose inoltre il vincolo che si creasse
una Fondazione, proprietaria di tutti
i suoi beni, con il fine primario di
promuovere l’insegnamento tecnicopratico nel settore agricolo attraverso
l’istituzione di una scuola gratuita
per i figli dei contadini. Il suo desiderio è stato realizzato e, a ottant’anni
dalla fondazione, la Scuola Ferrazzi Cova continua a perseguire i desideri
del suo fondatore.
23
LA STORIA
ECONOMIA
Nella foto sopra, da sinistra: Renato Arienti direttore tecnico della fondazione, Bruno dell'Acqua
presidente della fondazione Ferrazzi Cova e Alessandro Ubiali presidente della società agricola
business che fa fronte alla situazione
di costante incertezza del mercato e
ai sempre maggiori controlli imposti.
Differenziare la produzione si è rivelato fondamentale sia per una ragione istituzionale –proseguire la storica
collaborazione con l’Istituto Tecnico
Agrario Statale G. Mendel e permettere ai futuri operatori del settore di
sperimentare l’attività agricola, anche
attraverso degli stage effettuati presso
l’azienda– sia per far fronte a momenti di calo della domanda o di cattiva
produzione. «Se un settore non dovesse produrre a sufficienza si potrebbe
sopperire a tale calo con le altre aree
di produzione» prosegue il direttore
Arienti. Per raggiungere una maggiore autonomia la Fondazione nel 2013
ha investito un significativo capitale
nella creazione di una piccola centrale
di produzione di energia da biogas.
Uno degli obiettivi di questa continua
espansione e ricerca di autosufficienza
è di essere un esempio per le realtà
locali del settore agricolo e allo stesso
tempo educare le persone alla valorizzazione dei prodotti tipici facendone
comprendere le qualità intrinseche.
Questa multi settorialità, abbinata a
24
una gestione attenta, ha permesso alla
Fondazione di superare questi ultimi
anni critici. Precisa il presidente: «Il
mondo agricolo, settore primario della
catena economica, ma anche alimentare, è sempre penalizzato; le piccole
realtà tendono a rimetterci. Possono
sopravvivere o i grandi nuclei familiari, con una gestione interna del
patrimonio, o le grandi imprese». In
seconda battuta, a influenzare un settore che vive una congiuntura molto
complessa, vi è la questione che i prezzi dei prodotti agricoli sono condizionati dai mercati mondiali e vengono
imposti ai produttori (basti pensare
che i prezzi dei cereali sono determinati dall’andamento della Borsa di
Chicago). La Fondazione ha però cercato ulteriori possibilità di sviluppo,
abbattendo una parte dei costi portando all’interno alcuni processi di
trasformazione. Ma di fronte a un tale
impegno verso il territorio e la realtà
locale è inevitabile confrontarsi con
le istituzioni; infatti tutte le attività
produttive, per poter essere esercitate, abbisognano di certificazioni e
permessi. Bruno Dell’Acqua, presidente della Fondazione, aggiunge:
«Sebbene questa affermazione sembri
paradossale, mi sento di dire che per i
buoni coltivatori e i buoni allevatori la
burocrazia può diventare una difesa
per i loro prodotti di qualità, soprattutto per proteggerli dalla contraffazione alimentare sempre più diffusa.
Queste certificazioni aiutano a creare
consapevolezza e sicurezza nei consumatori, sulla qualità del prodotto;
elemento per noi fondamentale». Tra
le istituzioni con cui la Fondazione,
ancora oggi, collabora vi è la Banca di
Credito Cooperativo di Busto Garolfo
e Buguggiate. Due diverse realtà con
un’unica finalità di intenti e visione:
valorizzare il territorio per favorirne
lo sviluppo. «Come la fondazione
anche la BCC è vicina ai problemi
aziendali e del mondo contadino
(tanto è vero che la sua prima denominazione sociale era Cassa Rurale
ed Artigiana) e ci sostiene da sempre;
siamo suoi soci e correntisti. La Banca,
esaminati il progetto della centrale e
tutta la documentazione necessaria, ci
ha aiutato finanziandoci nella costruzione dell’impianto a biogas» precisa
il presidente. La Fondazione Ferrazzi
Cova è un ente che, al momento, gode
di buona salute e vanta una pluralità
di progetti finalizzati alla valorizzazione e promozione delle loro piccole
eccellenze territoriali. Ma cosa c’è nel
suo futuro? Il presidente e il direttore
sono consapevoli che sia necessario
rafforzare le attività commerciali e la
specializzazione. Infatti, tra gli obiettivi, con la dovuta prudenza e cautela,
dichiarano di voler aprire uno spaccio
aziendale nel quale vendere i prodotti da loro raccolti direttamente ai
consumatori, eliminando gli intermediari: il così detto “chilometro zero”.
«Pensando ancora più in grande ci
piacerebbe introdurre la produzione
di birre artigianali.
L’idea nasce dalla considerazione
che è una nicchia di mercato ancora
poco sviluppata nel nostro territorio. Vorremo essere un esempio e
far comprendere che ci sono grosse potenzialità ancora inespresse per
tutti coloro che credono nella terra e
nei suoi prodotti».
Basta colletti bianchi: siamo un'azienda di
servizi per la crescita del nostro territorio
Nelle conversazioni sul lavoro con Massimo Folador, il direttore Luca Barni ha parlato
della trasformazione del bancario: da tipico lavoro impiegatizio a professionista proattivo
L
a banca è un’azienda di servizi per far crescere il territorio: è il messaggio mandato dal
direttore generale della BCC di Busto
Garolfo e Buguggiate, Luca Barni,
all’incontro dal titolo “Un’impresa
possibile. Conversazioni sul lavoro con Massimo Folador”, tenutosi il 23 marzo nell’auditorium della
Fondazione San Giacomo a Busto
Arsizio. Barni, insieme con i giovani imprenditori Stefano Aschieri,
di Wood’d, e Giacomo Casati,
della Fonderia Casati S.p.A., partendo dall’ultimo libro di Folador,
“Un’impresa possibile”, ha affrontato
le questioni dell’impresa, dei giovani
e del rinnovamento per il miglioramento. Titolo dell’intervento di Barni
è stato il rapporto tra bene comune e
banca, svolto a partire dalle trasformazioni che hanno investito il mondo
bancario negli ultimi anni, ridisegnato il mestiere e scosso molte convinzioni a riguardo. «Fare il bancario
oggi non significa più sedersi dietro
una scrivania o uno sportello in attesa
di fare operazioni richieste dal cliente:
oggi il lavoro del bancario deve essere
una professione proattiva orientata
a fornire un servizio consulenziale
altamente qualificato –ha affermato
Barni–. Questo è il modus operandi
per dare un sostegno effettivo all’economia reale del territorio, ossia a
famiglie e imprese». Una svolta, la
trasformazione in chiave schiettamente aziendalistica del lavoro bancario,
che passa di necessità da una valorizzazione delle risorse umane presenti: «All’interno della nostra BCC
abbiamo sostituito il termine banca
con quello di azienda, a sottolineare
il diverso approccio che devono avere
verso il lavoro i nostri collaboratori
–ha spiegato il direttore–. È fondamentale, per trasformare la natura di
questo lavoro, puntare sulle persone,
sullo sviluppo dei talenti, sulla loro
valorizzazione e professionalizzazione. Soltanto coinvolgendo i collaboratori tramite i responsabili di progetto
si arriva a elevare il benessere sul
luogo di lavoro, la realizzazione per-
sonale; quindi a influire in maniera
decisiva sui servizi erogati al cliente.
Questo, nel nostro caso, quello di una
banca-azienda locale orientata all’economia reale, si traduce sempre più
in un’attività consulenziale: la banca,
in altre parole, non è più soltanto un
salvadanaio per i risparmi ma, ad
esempio, un luogo dove si decide con
il cliente come investire al meglio, a
seconda delle necessità, questi soldi».
Parole che, negli ultimi anni, in BCC
sono diventate fatti, principi che si
sono trasformate nel lavoro quotidiano e che hanno dimostrato di essere una risposta alle esigenze sempre
più complesse della clientela odierna.
«Con il venir meno delle sicurezze garantite per decenni dal welfare
statale, la mia banca, ad esempio, fa
consulenza in materia di previdenza
complementare e, più in generale,
svolge un’opera di educazione finanziaria. Ma per far questo –ha concluso
Barni- bisogna coinvolgere, professionalizzare e motivare adeguatamente
i propri collaboratori. Questo, oggi, è
il modo con cui una azienda come è
la banca può contribuire alla crescita
del bene comune: proporre soluzioni
e servizi tagliati su misura per i clienti, siano questi privati o aziende».
“Un’impresa possibile”, il testo di
Folador, consulente e formatore, oltre
che direttore dell'unità di studi dell'Etica della Liuc, è il frutto di dieci anni
di lavoro a contatto con le imprese e
con le persone. Il libro propone un
percorso che unisce pratica e pensiero, sulla base dell’insegnamento dei
monaci benedettini. La dottrina sociale, in quest'ottica, entra a far parte
dell’economia civile e costituisce la
prospettiva preferenziale per la ripresa delle imprese e del nostro Paese.
25
L'INDAGINE
L'INDAGINE
Dal Novanta al nuovo millennio:
un cambiamento durato 15 anni
Tra luci e ombre, il passaggio nel nuovo secolo è stato caratterizzato da tre lustri
vissuti tra una rivoluzione tecnologica e una crisi economica senza precedenti
I
l nuovo millennio ha portato con
sé numerosi cambiamenti: negli
ultimi 15 anni il volto del nostro
Paese, in particolare, è mutato e si
è evoluto, anche se non sempre in
meglio. Come siamo oggi rispetto a
quando, forse troppo ottimisti e fiduciosi, abbiamo girato il calendario
sulla pagina del nuovo millennio?
«Questi anni sono stati incredibilmente veloci e hanno rivoluzionato
il nostro modo di vivere e di disegnare i rapporti umani – afferma il
presidente della nostra Bcc, Roberto
Scazzosi -. I cambiamenti sono avvenuti così rapidamente che è stato
quasi difficile percepirli: gli strumenti tecnologici e di comunicazione ci
permettono di fare cose che fino a
26
ieri erano inimmaginabili. Si tratta di
modifiche radicali, i cui risultati sembrano tuttavia offuscati da una crisi
perdurante». Gli anni di crisi economica hanno costretto molti a fare i
conti con le proprie capacità e potenzialità. Un aspetto che non è necessariamente negativo: «Tutto dipende
da quale prospettiva si guardano le
cose – osserva il direttore della Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate, Luca
Barni -. Il mondo odierno è più veloce e complesso: per qualcuno questo
rappresenta una difficoltà, mentre
per altri, tra cui mi ci metto anch’io,
è un’opportunità. Oggi non è più il
pesce grande che mangia il piccolo,
ma il pesce veloce che mangia quello
lento: bisogna avere la capacità di
adattarsi e cambiare e per riuscirci
bisogna avere sempre una visione
complessiva delle situazioni, cogliendo anche l’invisibile. In questo modo
tutto è più stressante, ma anche più
stimolante». Secondo il sondaggio
condotto da SWG “Scenari di un’Italia che cambia”, pubblicato a maggio
2015, tre sono gli aspetti principali
su cui soffermarsi per analizzare i
cambiamenti di questo squarcio di
secolo: primo, le difficoltà nel passaggio intergenerazionale, caratterizzate da una parte dalla voglia di
cambiare e dall’altra dalle difficoltà nel fidarsi dei giovani dall’altra;
secondo, lo sgretolamento del tessuto
sociale, conseguenza delle difficoltà
economiche di questo periodo; terzo,
la spinta verso la vita green, che ha
conosciuto in questi anni un vero e
proprio boom. Tra i mutamenti principali avvenuti nel nuovo millennio
c’è quello della frattura tra vecchie
e nuove generazioni, con l’aumento
dello scetticismo nei confronti dei
giovani. Un dato che cela una contraddizione: se da un lato si sente
la mancanza di futuro e si avverte il
bisogno di cambiamento, dall’altro il
nostro Paese appare arroccato sulla
difensiva, aggrappato alle consuetudini del passato e diffidente verso le
nuove generazioni che sono giudicate
poco affidabili e capaci.
Dal 2003 al 2014, la non fiducia verso
i giovani è passata dal 54% al 62%,
mentre la fiducia nel fatto che i ragazzi di oggi abbiano energie e risorse
pari alle generazioni che li hanno
preceduti e siano in grado di offrire
un apporto significativo al presente
è passata dal 46% del 2003 al 31%
del 2010, per risalire al 38% del 2014.
«La percezione diffusa è che la difficoltà del passaggio generazionale sia
aumentata negli ultimi anni, ma in
realtà non è mai stato facile – argomenta Scazzosi -. Si pensi al nerbo
dell’economia italiana, che è composto da piccole e piccolissime imprese, molto spesso basate su un’unica
persona che fatica a passare il timone
ad altre, soprattutto in un momento
in cui le acque sono agitate. Bisogna
prendere atto del fatto che esiste
una generazione di uomini che si è
fatta da sé, per i quali è fisiologicamente difficile fare un passo indietro
e lasciare il posto. Più che di una
questione di fiducia verso i giovani,
è una questione di personalismo».
Secondo il nostro direttore generale,
Luca Barni, il problema è il contrasto
tra la generazione dei diritti acquisiti e quella della flessibilità totale.
«Ci sono difficoltà di comunicazione tra persone con un vissuto completamente diverso: da una parte le
vecchie generazioni che vivono di
diritti acquisiti che, come ha detto il
Ministro del Lavoro Poletti, quando
non sono fondati sono dei privilegi; dall’altra i giovani che vivono
Cresce la frattura intergenerazionale
54
46
58
59
57
65
69
67
65
63
62
Non fiducia
42
41
2003 2004 2005
43
35
2007 2009
33
31
2010
2011
37
35
38
Fiducia
2012 2013 2014
Valori espressi in %
I dati si riferiscono alla fiducia verso i giovani: dopo fasi altalenanti, è in crescita l'atteggiamento positivo
Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015
nella flessibilità più totale e per cui
ogni giorno è diverso dal precedente.
Quando un giovane entra da dipendente in banca è pieno di entusiasmo
e voglia di fare: mette a disposizione
il proprio tempo libero facendo straordinari e frequenta corsi di aggiornamento. Un atteggiamento profondamente diverso da quello della vecchia generazione, che troppo spesso
crede di sapere già tutto. Il dialogo
tra generazioni è da incentivare perché, quando avviene, è molto proficuo: chi ha più esperienza ha molto
da insegnare e i giovani sono molto
ricettivi e disponibili a imparare».
Una testimonianza in controtendenza
è quella di Mirko Reto, 39enne titolare della TPS Packaging di Ternate,
che ha cominciato la propria avventura imprenditoriale poco più che
trentenne, nel 2007, appena prima
dell’inizio della crisi. «Non sono
figlio di imprenditori, ma di operai
e impiegati – racconta–. Ho deciso
di prendere in mano un’azienda mia
dopo una carriera da direttore com-
HANNO DETTO
Ignazio Parrinello
Vice presidente vicario
Bcc Busto Garolfo
e Buguggiate
Due elementi intangibili,
ma a mio avviso importanti quanto il capitale, devono mettere in
campo i giovani che desiderano
fare impresa. La prima condizione
è di farlo per convinzione, non
sentendosi forzati da ragioni di
passaggio generazionale. Spesso
nelle imprese familiari i genitori
costringono, quasi, i figli a seguire
le proprie orme, ma il proprio percorso uno deve sceglierselo liberamente. La seconda risorsa è l’orgoglio. Orgoglio ed entusiasmo sono
indispensabili per conquistare e
mantenere la fiducia e per ottenere
i migliori risultati.
27
L'INDAGINE
merciale e da amministratore delegato di una Spa. Ho cominciato con
un’impresa che sviluppa packaging
e dopo un paio d’anni ne ho fondato
un’altra, conseguenza del bisogno di
servizi che ho riscontrato fra la mia
clientela». Tutto è nato dalla volontà
di rimettersi in gioco, esponendosi in
prima persona: «Quando ho deciso di
mettere le mie capacità al servizio di
un progetto mio – prosegue Reto – ho
chiesto supporto alle banche dando
una garanzia reale, la mia casa. I
miei interlocutori hanno accettato la
sfida e mi hanno dato fiducia. Sono
partito con un piccolo ufficio e oggi
abbiamo una sede di 1.500 metri quadri per due aziende in crescita continua». Nel convincere partner, fornitori, finanziatori e stakeholder l’età,
secondo Mirko Reto, passa presto in
secondo piano: contano la correttezza
e la serietà. Due parole d’ordine che,
secondo l’imprenditore di Ternate,
valgono soprattutto adesso che siamo
reduci da una crisi pesante: «Se oggi
avessi trent’anni, rifarei tutto. Vedo
piccoli segnali di ripresa e spazi di
crescita che è fondamentale occupare
L'INDAGINE
ora». Diversa l’esperienza di Gilberto
Alberti, titolare della Alpa Plastic
di Galliate Lombardo, imprenditore
con oltre quarant’anni di esperienza,
che ricorda i tempi in cui essere un
“self made man”, com’è stato lui,
era indubbiamente più semplice. «I
giovani con coraggio e capacità ci
sono oggi come c’erano quarant’anni
fa: ciò che è cambiato è il conte-
Una società funziona
quando tutti
fanno il proprio
dovere: questo oggi
significa mettere
in circolo fiducia
sto –afferma–. Una volta le difficoltà
erano dentro di noi, ora si aggiungono quelle che arrivano dall’esterno, sia per gli effetti della crisi, sia
per la burocrazia e le regolamentazioni che si accumulano e rendono
difficile lavorare nel quotidiano. A
questo si aggiunga un sistema ban-
cario che è sempre meno propenso a
rischiare». Se i problemi di passaggio
tra generazioni puntano i riflettori
sulla fragilità del futuro, per fare luce
sulla debolezza del tessuto sociale
e relazionale è indicativo concentrarsi sulla dicotomia inclusione ed
esclusione. Rispetto al 2005, oggi la
forbice tra quanti si sentivano inclusi
nel proprio contesto si è invertita e
l’ampiezza dell’apertura tra le lame
si è andata ampliando, fino al gap di
46 punti di oggi. Dieci anni fa quelli
che si sentivano inclusi erano il 54%,
dieci anni dopo il 27%. Viceversa, gli
esclusi sono cresciuti in modo lento e
inesorabile, passando dal 46% al 73%
nello stesso periodo. Un processo
preoccupante che è riflesso di un’economia traballante, ma anche segnale d’allarme di un possibile rischio
sociale. «La crisi che il mondo ha
conosciuto in questi anni è stata anzitutto di valori: non dimentichiamoci
che tutto è iniziato con le esagerazioni delle finanze statunitensi, ad
opera di supermanager che hanno,
di fatto, mandato all’aria i rapporti di
fiducia esistenti –ricorda il presidente
Mirko Reto - Tps Packaging (Ternate, VA)
Gilberto Alberti - Alpa Plastic (Galliate Lombardo, VA)
«Un giovane imprenditore non pensi che l’azienda serve ad
arricchirsi. Bisogna lavorare per dare valore all’azienda»
«Ai giovani imprenditori manca il tempo per maturare,
riflettere e crescere»
Serietà e correttezza generano fiducia e crescita. Questo è ciò
che ho imparato lavorando prima come direttore commerciale
e amministratore delegato, e poi diventando imprenditore,
nel 2007, quando avevo poco più di trent’anni. All’inizio
non è stato facile arrivare davanti a persone di sessant’anni,
con moltissima esperienza, e convincerle ad avere fiducia in
me e nelle mie idee. Ma ho cominciato dando garanzie reali e
dimostrando a finanziatori, fornitori e collaboratori la serietà
del mio progetto. Bisogna avere una visione orientata agli
altri: per prima cosa ai clienti, che vanno approcciati non con
l’idea di proporre loro il proprio prodotto, ma sviluppando
il prodotto stesso in base alle loro esigenze, per dare loro
una risposta valida. Io credo che un giovane imprenditore
sia veramente forte quando non considera l’azienda come
un mezzo per arricchirsi personalmente, ma lavora per dare
valore all’azienda, patrimonializzandola. Questo è un aspetto
fondamentale per rapportarsi con le banche, i fornitori e gli
stakeholder, un modo di operare che genera sviluppo per tutti.
Ai miei tempi un giovane che voleva “farsi da sé” cominciava presto e seguiva un percorso quasi obbligato: gli
studi, il servizio militare e poi il mettersi alla prova sul
campo. Contavano le capacità del singolo. Oggi non è più
così. Una grossa differenza che io vedo nelle giovani generazioni è che sono state derubate del tempo. Conosco giovani che lavorano anche dodici ore al giorno, con una routine
oppressiva. A queste persone è stato portato via il tempo, e
senza tempo per riflettere non si matura, non si cresce. Il
tempo di un imprenditore, oggi, viene speso in gran parte
per tenere dietro alle difficoltà burocratiche, alle leggi che
cambiano in continuazione, alle regolamentazioni confuse
e a una tassazione esasperata. Naturalmente non dico che
i controlli e le regole non debbano esistere, ma è diventato
impossibile soddisfare tutti gli adempimenti richiesti senza
impazzire. Il tempo perso dietro queste cose è immane, ed è
tutto spazio rubato ai progetti, alla creatività, alla maturazione di una persona.
28
HANNO DETTO
Lo sgretolamento del tessuto sociale
54 51
46 49
2005
2007
58
57
63
64
37
36
2011
2012
42 43
2009
2010
69
73
Esclusi
Inclusi
31
2013
27
2014
Valori espressi in %
Il trend rivela il senso di integrazione e inclusione rispetto al contesto sociale ed economico
Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015
della Bcc, Roberto Scazzosi-. È chiaro
che se si hanno in portafoglio titoli
che non valgono nulla o se si presta
del denaro che non torna indietro,
i rapporti si sfaldano. Allo stesso
modo, se si fa domanda per accedere al credito senza averne i titoli, si
perde la fiducia, che è la vera moneta
dell’economia. La crisi ha reso tutto
più guardinghi: nel momento in cui
si stringono i cordoni, la diffidenza deflagra ancora di più. Quindi
se è vero che tanti giovani demo-
tivati si siedono perché alle spalle
hanno famiglie che ne garantiscono la
sopravvivenza, ma è fuori di dubbio
che oggi è più difficile trovare il proprio posto. Diceva Giovanni Falcone
che una società funziona quando tutti
fanno il proprio dovere. Oggi fare
il proprio dovere significa favorire
la compattezza e mettere in circolo
fiducia. Come banca è fondamentale
dare e ricevere fiducia: per riavviare i
motori tutti devono mettersi in gioco
e concedere fiducia all’altra parte.
Mauro Colombo
Vice presidente Bcc
Busto Garolfo e Buguggiate
Gli italiani hanno finalmente capito che la sensibilità
ambientale non è solo una moda,
ma un’esigenza per lo sviluppo del
Paese. Anche i numeri confermano che è la giusta scelta da fare.
Secondo il rapporto Greenitaly
2014, l’economia verde in Italia
è una realtà: lo spread green (la
differenza nell’emissione di anidride carbonica per la produzione
industriale) è di 98,5 tonnelate di
CO2 per ogni milione di euro di
prodotti realizzati, a fronte di una
media europea di 141,3 tonnellate.
Le evoluzioni del mondo del lavoro
sono continue e seguono paradigmi
di una complessità che prima era sconosciuta. I cambiamenti non devono
essere solo un deterrente per qualsiasi iniziativa: è una sfida e soltanto
adeguandosi si può restare in gioco».
Molti in questo nuovo millennio si
sono rimessi in discussione.
Se nel 2003 il 64% delle persone si
sentiva inadeguato di fronte ai cambiamenti, oggi la curva si è invertita
e la maggioranza degli italiani (il
29
L'INDAGINE
HANNO DETTO
Giuseppe Barni
Componente comitato
esecutivo Bcc Busto
Garolfo e Buguggiate
In questi ultimi anni c’è stata
senza dubbio una crescente propensione alla eco-sostenibilità, che viene
vista come opportunità e non più
come obbligo. Ho potuto constatare
in prima persona questo cambiamento grazie al mio lavoro come
imprenditore nel settore della vendita e distribuzione di elettrodomestici. È vero che è la legge a imporre la
classe A su alcuni elettrodomestici,
ma sono gli stessi clienti a prestare attenzione alla classe energetica,
cosa che non accadeva qualche anno
fa. Oggi la gente ha capito che con la
classe giusta si può risparmiare fino
al 60% di consumi.
52% per la precisione) si sente adeguato alle sfide. La capacità di adattamento verso le novità, anche se non
sempre gradite, non è certo da sottovalutare. Certo, la quota di inadeguatezza resta sempre ampia, ma la
strada appare meno in salita rispetto
allo scorso millennio. «Una volta c’erano i lavori “secolarizzati” e questo,
per gran parte della classe media,
comportava un certo reddito –spiega
Luca Barni-. Oggi stiamo assistendo
allo sfaldamento della classe media,
che ha problemi di perdita del reddito e che ha difficoltà di riconversione.
Si va verso un low cost generalizzato e sempre più senza intermediari.
Pensiamo al conto bancario online,
che piace perché è comodo, senza
spese e anche perché consente di non
avere contatti con le banche che di
solito non sono molto simpatiche.
La disintermediazione sta interessando altri settori, come i tassisti
che vedono il proprio potere eroso
a suon di app dagli autisti di Uber:
una recente sentenza ha dato ragio-
30
L'INDAGINE
Cooperazione e mutualismo contro le fragilità
Il senso di esclusione, non solo economica, sperimentato da una parte sempre più
grande della popolazione italiana è frutto di una serie di fenomeni ai quali chi
opera nel sociale guarda con molta attenzione, cercando risposte al passo con i
tempi. Gian Piero Colombo, assessore alle Politiche sociali a Legnano, spiega che
negli ultimi anni si sono riscontrati tre fenomeni dirompenti. «L’invecchiamento
della popolazione determina l’aumento della domanda di servizi di tipo sanitario; l’immigrazione ha modificato la composizione delle famiglie e reso necessari
interventi di mediazione culturale e integrazione, soprattutto scolastica; infine,
crisi economica e disoccupazione hanno fatto sì che nuove fasce di popolazione,
un tempo autonome, ora manifestino nuovi bisogni. La domanda di sostegno al
reddito è cresciuta in modo drammatico». Con il progetto So.Le, acronimo di
Sociale Legnanese, undici comuni del territorio si sono associati per gestire questi servizi in maniera congiunta. Bisogna fare rete per sostituire quelle reti che
non esistono più: «Un welfare esclusivamente distributivo non è più concepibile
–afferma Colombo– Oggi occorre pensare a un welfare di comunità, mettendo
insieme competenze, specializzazioni e servizi per operare in modo integrato».
Mutualismo e sussidiarietà sono le parole chiave per affrontare le sfide del futuro
anche secondo Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria: «Di fronte
alla contrazione della spesa pubblica da una parte e all’aumentare, dall’altra,
delle fragilità, quello cooperativo è un modello che dimostra tutta la sua validità.
Non si tratta solo di dare risposte di tipo assistenziale. Le cooperative creano
innanzitutto occupazione, e in molti casi, come accade per le cooperative sociali
di tipo B, reinseriscono in un contesto lavorativo proprio le persone più escluse».
Le cooperative coinvolgono tanti diversi soggetti, che diventano così protagonisti
e parte attiva delle comunità in cui operano. «È questa l’unica strada da percorrere –conclude Frangi– di fronte a un welfare pubblico che non garantisce più
risposte e a un welfare privato che è però fattore di divario sociale ed esclusione».
ne ai tassisti, ma è solo questione di
tempo. Il punto è che oggi la classe media è in difficoltà perché non
vuole rimettersi in gioco, adattarsi e
accettare i cambiamenti. Molti lavori,
magari poco prestigiosi ma molto
redditizi, sono quasi completamente
appannaggio di immigrati. La verità
è che con la pancia piena è possibile
scegliere quale tipo di lavoro si preferisce, mentre se la pancia è vuota
si prende tutto quello che viene: è
necessario essere flessibili». Un trend
in netta ascesa in questi anni è invece
quello ambientale.
I favorevoli ai comportamenti green
e una società sempre più ecologica
sono passati dal 57% del 2007 al
71% di oggi. Gli italiani sono entrati
nel nuovo millennio con la sensazione che l’essere sensibili all’ambiente
fosse una moda e nel corso degli anni
hanno acquisito la consapevolezza
che il tema green sia uno dei più
importanti: un comportamento che
esprime la convinzione che la tutela
dell’ambiente non sia solo una moda,
ma una vera e propria esigenza per
lo sviluppo del Paese. I “green” sono
passati dal 57% del 2007 al 71% del
2014, mentre, nello stesso periodo,
i “no green” sono precipitati dal 43
al 29%. Secondo il contenuto del
rapporto sulla green economy 2014
(«Le imprese della green economy:
la via maestra per uscire dalla crisi»)
realizzato dalla Fondazione per lo
Sviluppo sostenibile e dall'Enea, sono
sempre più numerose le aziende che
puntano sulla riconversione ecologica. L'ambiente non è più percepito, da molti imprenditori, come
ostacolo o vincolo, ma sempre più
spesso come opportunità di nuovo
sviluppo. E in Italia l'eco-innovazione
mostra una tendenza positiva. Nel
2012, secondo la classifica europea,
era al quindicesimo posto, nel 2013 è
salita al dodicesimo, tanto che 'il 98%
degli imprenditori italiani afferma
che si deve puntare sul risparmio e
l'uso sempre più efficiente di energia e risorse. Secondo il rapporto
GreenItaly 2014, presentato dalla fondazione Symbola e da Unioncamere,
l’economia verde italiana è in continua crescita. Sono 341.500 le aziende
di almeno un dipendente nel nostro
paese che negli ultimi sei anni hanno
investito in prodotti o tecnologie ecosostenibili. Una scelta che, dati alla
mano, sembra pagare, visto che il
18,8% delle aziende “verdi” ha visto
crescere il proprio fatturato nel 2013,
contro il 12.6% della media italiana.
La fotografia dell’Italia nel 2015 è
quella di un Paese in cerca di solidità, rabbioso per ciò che ha perso,
impaurito dalle contraddizioni, ma
energico, alla ricerca di una guida,
di una classe dirigente in grado di
ridare dinamismo, forza ed entusiasmo. Lo stesso rinnovato clima di
In crescita la sensibilità ambientale
Green
57
54
2007
62
54
2009
69
69
72
72
71
No Green
54
54
2010
2011
54
54
2012
2013
54
2014
Valori espressi in %
Per gli italiani la tutela dell'ambiente non è una moda, ma una necessità per lo sviluppo del Paese
Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015
fiducia emerge dal rapporto annuale
dell’Istat, secondo cui il 2015 si è
aperto con una serie di indicazioni
positive, in particolare per quel che
riguarda il clima di fiducia di fami-
«La realtà non è quella del Mulino Bianco»
Da vent’anni guida una delle migliori aziende agricole della provincia di
Varese, che fa della selezione genetica il suo fiore all'occhiello. Michele
Pianezza, 42 anni, titolare dell’azienda agricola Cascina Prada a Casalzuigno,
che si occupa di allevamento di bovini e vendita di latte, è “imprenditore
green” quasi per caso: «L’azienda è stata fondata da mio nonno, che già nel
1986 aveva investito in genetica, precorrendo i tempi – racconta Michele -.
Purtroppo è morto improvvisamente quando avevo 22 anni e così ho deciso
di rilevare l’azienda. Sono partito da zero, facendo tutta la gavetta e imparando moltissimo». Nel frattempo Michele è riuscito a terminare gli studi e
si occupa anche della parte creativa dell’altra azienda di famiglia, che tratta
complementi d’arredo e di oggettistica. Oggi l’azienda agricola è una realtà
ben avviata, con 80 capi in mungitura e altri 90 che compongono il giovane
bestiame, distribuiti su una superficie di 50 ettari. «Sicuramente negli ultimi
anni c’è più attenzione verso il “green”, anche se è molto idealizzato rispetto
alla realtà: la gente si immagina le praterie della pubblicità, ma la realtà è
molto diversa. Si lavora con del capitale vivo e ci sono molte variabili, bisogna
essere bravi a limitare il più possibile gli imprevisti».
glie e imprese. Insomma, i segnali di
speranza perché questo nuovo millennio, dopo un inizio difficile, porti
con sé un vento di rinnovamento,
non mancano.
HANNO DETTO
Diego Trogher
Componente comitato
esecutivo Bcc Busto
Garolfo e Buguggiate
Sono le cose semplici che possono aiutare a tenere insieme un
tessuto sociale che si sta sgretolando
sempre di più. Le azioni concrete e
incisive portate avanti dalle piccole
associazioni e dalle piccole imprese,
che trovano forza nell’aggregarsi per
aiutare chi è in difficoltà. La nostra
Banca da sempre opera in questa
dimensione e oggi, ancora una volta,
dimostra l’importanza dei propri
valori e del proprio modo di essere,
intervenendo per costruire reti che
sono, prima di tutto, umane.
31
TERRITORIO
EDICOLA
Il settimo concorso fotografico
N
ell’anno dell’esposizione internazionale di Milano, la nostra
Bcc dedica ad Expo il concorso
fotografico. “Il Nostro Expo” è infatti
il titolo della settima edizione dell’iniziativa che, organizzata dal Circolo
culturale e ricreativo della nostra banca,
mira a valorizzare il territorio facendo
leva sulla passione per la fotografia
che molti coltivano. L’intento è quello
di raccogliere una particolare testimonianza di ciò che è l’esposizione internazionale e di quello che rappresenta
per l’Altomilanese e il Varesotto. Il
concorso è gratuito e aperto a tutti. Due
le sezioni previste - fotografie a colori
e in bianco e nero - a tema unico. Ogni
autore può partecipare con un massimo di quattro fotografie per sezione; le foto devono essere presentate
sia in formato cartaceo (stampa 20x30
cm) con sul retro riportati il numero
progressivo, il titolo, il luogo, la data,
oltre al nome e cognome dell’autore;
sia in formato digitale (jpg) in risoluzione 300 dpi su cd o chiavetta usb. I
materiali possono essere consegnati a
mano nelle filiali della Bcc, presso la
sede del Ccr tutti i giovedì dalle 21 alle
22, oppure inviati a “Concorso fotografico - Circolo Culturale, Bcc Busto
Garolfo e Buguggiate, via Manzoni 50,
20020 Busto Garolfo (Mi)”. Le opere
dovranno pervenire entro e non oltre
il prossimo 5 novembre. Previsti premi
nelle due sezioni per i primi tre classificati; saranno inoltre riconosciuti
premi speciali per la miglior fotografia
ai soci Ccr e Bcc e ai ragazzi under 16;
le dieci migliori opere segnalate dalla
giuria riceveranno una menzione. La
premiazione, con la mostra delle opere
ammesse, è in programma sabato 28
novembre nell’auditorium Don Besana.
CON LA LILT
Si rafforza la collaborazione tra la
Lilt di Legnano e la nostra Bcc. Il 25
marzo, in occasione della Settimana
Nazionale per la Prevenzione, per il
decimo anno consecutivo la nostra
banca ha voluto promuovere il tour
della prevenzione a Busto Garolfo:
le oltre 110 visite per la diagnosi
precoce dei tumori confermano la
grande attenzione che viene riposta nell’iniziativa. Presenti anche il
presidente della nostra Bcc Roberto
Scazzosi e il presidente del Ccr
Maria Carla Ceriotti. Si è invece
concluso il 30 maggio il concorso
“Agente 00Sigarette” promosso
dalla Lilt legnanese in 50 scuole
per la prevenzione sul fumo. Il
disegno vincitore è stato quello
elaborato dalla classe 4 A delle
“Mazzini” di Legnano: grazie alla
nostra Bcc l’illustrazione diventerà
il manifesto della prossima edizione
del concorso.
IL "RITRATTO DI MONTAGNA" DEL CAI DI CASTELLANZA
Ha celebrato un doppio anniversario la
mostra fotografica “Ritratto di montagna”
organizzata dal CAI di Castellanza: i 70 anni
della sezione cittadina e i 150 anni della conquista del Monte Cervino. Dal 23 maggio al
7 giugno Villa Pomini a Castellanza ha ospitato un centinaio di foto, tutte rigorosamente
in bianco e nero, scattate da Franco Restelli.
All’inaugurazione è intervenuto il consigliere
della nostra banca Vittorio Pinciroli.
32
"Merito casa" ha fatto scuola
nel settore immobiliare
33
ASSOCIAZIONE CCR
TERRITORIO
La Bustese calcio in serie D
Giuseppe Fierro - AsseFocale
DONNE IN CANTO
Ha fatto tappa a Busto Garolfo il
20 maggio la settima edizione del
festival “Donne in Canto”. Al teatro
Sacro Cuore Teresa Bruno ha messo
in scena lo spettacolo di clownerie
“Rosa”, terza puntata della rassegna di musica e parole al femminile
ideata e diretta da Giorgio Almasio
e realizzata con il sostegno della
nostra Bcc. Presente in sala il consigliere Vittorio Pinciroli. L’edizione
2015 di “Donne in Canto” ha avuto
come madrina la cantante Mietta e
ha coinvolto otto comuni dell’ovest
milanese.
MUSICA SACRA A PARABIAGO
Anche la nostra Bcc ha voluto
ricordare monsignor Marco Ceriani
nel ventennale della sua scomparsa. La nostra banca ha sostenuto il
concerto di musica sacra che la parrocchia Santi Gervaso e Protaso ha
dedicato al sacerdote rimasto per
oltre 65 anni attivo a Parabiago e
che si è svolto domenica 24 maggio. Protagonisti sono stati la corale Santa Cecilia di Parabiago (fondata da mons. Ceriani nel 1943) e
il coro e l’orchestra MusiCuMozart
di Nerviano diretti dal maestro
Carlo Roman.
34
Il Circolo Culturale Ricreativo
attento a giovani, arte e cultura
C
L
a promozione in sedie D ha
suggellato una stagione storica
per la US Bustese calcio. La
squadra di Busto Garolfo ha chiuso il
campionato d’eccellenza con 72 punti,
ben 10 di distacco sulla seconda classificata, 75 gol fatti e solamente 25
subiti, zero sconfitte e una media di
2,4 punti a partita. Non solo. E per
festeggiare ha voluto al suo fianco la
nostra Bcc, storico partner dell’unione
sportiva. Domenica 26 aprile i colori
granata hanno riempito la sala Don
Besana in occasione della festa che
la società sportiva ha voluto organizzare con tutto il team e la tifoseria
per celebrare non solamente il primo
posto in classifica e promozione, ma
anche la vittoria della Coppa Italia
Lombardia e la finale della Coppa
Italia nazionale dilettanti. «Siamo
orgogliosi di vedere la Bustese raggiungere risultati così prestigiosi», ha
detto il presidente della nostra banca
Roberto Scazzosi, presente insieme
con il sindaco Susanna Biondi e il
presidente della Lega Nazionale
Dilettanti Felice Belloli. «Da sempre la
Bcc sostiene la Bustese perché lo sport
è un momento oltre che agonistico, soprattutto educativo». Non sono
mancati i ringraziamenti di Giancarlo
Piatti, presidente della Bustese: «Il
risultato è merito di tutto lo staff, giocatori, allenatore ma anche di chi ha
continuato a sostenerci come la Bcc».
on un calendario davvero fitto,
il Circolo Culturale e Ricreativo
si conferma il braccio operativo
della nostra Bcc. Da Firenze, passando
per Milano e Sirmione, le attività promosse sono arrivate fino all’Inghilterra
raccogliendo sempre grandi consensi. Il CCR ha vissuto una primavera
molto intensa proponendo la visita
alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano
per ammirare il Codice Atlantico di
Leonardo, una due giorni per scoprire
Firenze e la gita fuori porta per una
tappa sul lago di Garda alla scoperta di
Sirmione. Non sono mancati gli appuntamenti dedicati agli amanti della fotografia con il corso base di fotografia
digitale e il “Maggio Fotografico” organizzati in collaborazione con il circolo
fotografico Chiaroscuro. Anche per il
2015 è stata confermata la vacanza
studio d’inizio luglio per i giovani dai
13 ai 16 anni in uno dei più prestigiosi college inglesi: il Kings College di
Bournemouth. Sempre guardando ai
più giovani, il CCR ha sostenuto il progetto “Imparare con gli asini: orecchie
lunghe e passo lento per passeggiare
con la Costituzione” che è stato promosso dalla scuola materna Rossetti
Martorelli di Dairago con le associazioni “ComuneMente” e “Passi e Crinali”.
Guardando al futuro, l’estate si preannuncia altrettanto intensa: tutti confermati gli appuntamenti divenuti ormai
tradizionali, come l’uscita sul lago nel
mese di agosto e la settimana dedicata
alla scoperta di una particolare zona
d’Italia (la meta di quest’anno è la
costiera amalfitana). Sempre grande
attenzione il CCR dedica ad Expo. Alle
due uscite che sono già state previste
per il 13 e il 21 giugno che hanno ottenuto il tutto esaurito in pochi giorni,
è stata aggiunta una terza visita in
programma il 12 luglio. Per restare
aggiornati sulle iniziative consultare la
sezione del CCR sul sito della Bcc.
I PROSSIMI
APPUNTAMENTI
5 LUGLIO
Visita alla Villa Reale di Monza, un
gioiello architettonico progettato da
Giuseppe Piermarini e impreziosito da
750 ettari di parco.
12 LUGLIO
Viste le numerose adesioni riscontrate
nelle date precedentei, il CCR propone una nuova visita all’Expo.
8 AGOSTO
Uscita pomeridiana per visitare Como.
27 AGOSTO - Cena sociale per i soci
e i simpatizzanti dell’associazione.
13 - 18 SETTEMBRE - La settimana
dedicata alla scoperta di una zona
d’Italia, quest’anno avrà come meta
la costiera amalfitana, una delle zone
più affascinanti della Campania.
17 OTTOBRE - Giornata dedicata
alla terra dei motori: dopo Ferrari e
Lamborghini, una nuova proposta per
visitare un gioiello tecnologico dell’Emilia Romagna.
13 - 25 NOVEMBRE - Dodici giorni
per fare il tour del Rajastan in India.
A sinistra il gruppo che ha partecipato all'uscita
a Firenze. Sotto la visita alla Certosa di Pavia.
UZZO VINCE IL TORNEO DI BOCCE BCC
Alfredo Uzzo (Lilla Legnano) si è aggiudicato
il tredicesimo torneo di bocce organizzato dal
Gruppo Bocciofilo Bustese, trofeo Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate. Al secondo posto Gennaro
La Regina (Bocciofila Nervianese) che ha preceduto i giovani atleti di “casa” Matteo Borsani e
Daniele Gelosi. Le premiazioni si sono svolte il 5
giugno alla presenza del consigliere della nostra
Bcc Vittorio Pinciroli, del presidente della Bustese
Giovanni Clementi e del vicesindaco Ilaria Cova.
35
Aiutiamoci a crescere
www.eoipso.it
My-Home
perchè la ripresa
non può attendere
Tutti i soldi
avuti dalla Bce
li mettiamo
sul territorio.
2%
*
Tasso fisso
Mutuo
chirografario
per interventi di
ristrutturazione
e riqualificazione
energetica sul
patrimonio edilizio
…perché noi finanziamo la ripresa
*Taeg 2,921% (calcolato su mutuo 36 mesi - 25.000 e). Offerta per nuovi clienti. Condizioni economiche contrattuali e calcolo Taeg sui fogli informativi nelle filiali.
SEDI: Busto Garolfo - via A. Manzoni, 50 - 0331 560111
Buguggiate - via Cavour, 71 - 0332 458258
FILIALI: Varese, Busto Arsizio, Legnano, Gallarate, Parabiago, Somma Lombardo,
Cassano Magnago, Castellanza, Samarate, Canegrate, Villa Cortese,
San Giorgio su Legnano, Dairago, Bodio Lomnago, Olcella di Busto Garolfo.
www.bccbanca1897.it
Scarica

giugno 2015 - Scarica il PDF