giugno 2015 ASSEMBLEA A pag. 6 ECONOMIA A pag. 18 INDAGINE A pag. 26 Pronti per le nuove sfide Edicola Editoriale DI ROBERTO SCAZZOSI Serve fiducia nella e per la ripresa “Pronti per le nuove sfide”: nel titolo di questo numero della Voce abbiamo voluto racchiudere il senso del momento che la nostra BCC sta vivendo. Pronti perché ci siamo lasciati alle spalle un’assemblea dei soci che ha dato un mandato forte al nuovo CdA: proseguire lungo la via tracciata in questi anni. Il che -mi sembra doveroso sottolinearlo- non è cosa scontata o da poco. Non dimentichiamoci che i bilanci votati in questi ultimi anni risentono tutti, pesantemente, della crisi. Non dimentichiamoci che, ancora nel 2014, le risorse che abbiamo messo a disposizione del credito deteriorato sono state superiori a quelle dell’anno precedente. Non dimentichiamoci che, come riporta il Bollettino di Banca d’Italia i crediti deteriorati valgono qualcosa come 230 miliardi di euro; non proprio bruscolini per cui si possa far finta di nulla. Ergo, non dimentichiamoci che se questa è la zavorra, per agganciare una ripresa vera e duratura occorrerà che il sistema Italia si produca in un supplemento di fatica. Questo detto, sarebbe ingiusto ignorare quello che di buono si intravede; sforzi in direzione delle riforme da parte del Governo ci sono, segnali di inversione di tendenza si affacciano da mesi; la voglia di cambiare passo si percepisce. Lo dissi già anni addietro: dopo la crisi nulla sarà più come prima. Per questo la nostra BCC è attenta nel seguire il progetto 2 di autoriforma che porterà importanti novità nel mondo cooperativo. Ne ho accennato durante la nostra assemblea e torneremo a parlarne presto perché sviluppi sono attesi a breve. Ed è sintomatico che la strada imboccata sia quella dell’autoriforma, il cui impianto concepito da Federcasse vede totalmente allineato il nostro CdA. È meglio anticipare i cambiamenti che dovervisi adeguare; in altre parole meglio che la riforma voluta con forza da Banca d’Italia e Governo nasca nel mondo cooperativo piuttosto che segua la via “impositiva” del decreto legge. In assemblea ho detto che l’economia dei nostri territori ha ancora bisogno, anzi sempre più bisogno, di Credito Cooperativo, perché l’esigenza di nuovo welfare, di nuova occupazione, di un nuovo modo di fare impresa e di fare credito sono un presente, e non un futuro. Con la nostra attività all’interno dei territori, continueremo a essere una risorsa per i territori e per l’Italia. Non era quindi una promessa ma un resoconto: questo abbiamo fatto in anni difficili, questo siamo pronti a continuare a fare adesso, con nuove e più complesse sfide da affrontare. E, su tutte, quella della fiducia. Una sfida che è un invito a tutti gli attori economici e sociali del territorio realmente interessati a crescere, una sfida che è impegno reciproco, responsabilità, visione condivisa di quello che è utile per il nostro microcosmo locale. La BCC è pronta. 3 SOMMARIO Edicola Il Panorama COPERTINA DI LUCA BARNI Pronti per le nuove sfide L'orgoglio di aver fatto la nostra parte La BCC ha confermato il proprio CdA per il triennio 2015 - 2017. In vista la decisiva questione della riforma del Credito Cooperativo e i tanti progetti di sostegno all'economia del territorio in corso e a venire. LA VOCE L'assemblea 6 I soci confermano il CdA e dicono sì al bilancio 2014 Solidarietà 20 A Busto Garolfo Comune, Parrocchia e ACLI insieme per l'occupazione giugno 2015 14 Primo Piano Collocamento fondi pensione: la BCC fa più 55% 18 Economia/1 Più domande di mutui per ristrutturazioni e riqualificazioni 25 Economia/2 L'intervento di Barni alle conversazioni di Folador 26 L'indagine Come siamo cambiati negli ultimi 15 anni fra crisi e web 32 Territorio/1 Il concorso fotografico su Expo, la mostra del CAI e le iniziative LILT 33 Edicola Le principali uscite della banca sui media locali e nazionali 34 Territorio/2 La promozione della Bustese, il concerto a Parabiago e il trofeo di bocce BCC 35 Associazione Ccr Il calendario degli appuntamenti del circolo da luglio a novembre Abbiamo chiuso il 2014 parlando di fiducia, della necessità di avere e concedere fiducia in una vera ottica di sistema. Abbiamo continuato a professare fiducia nel primo scorcio del 2015, quando agli annunci degli ottimisti rispondevano, a mo’ di controcanto, le smentite di chi inclinava al pessimismo. Va detto che, dati alla mano, non si potevano certo intonare osanna, perché gli indicatori non mostravano una svolta decisa rispetto alla storia recente, quella degli ultimi anni. Leggiamo proprio in questi primi giorni di giugno che alcuni attori economici vedono un po’ di luce ed elencano indicatori in positivo; Confcommercio i consumi, altri gli investimenti. Indicatori oggettivi, che si traducono in dati, ma che esprimono, anche e soprattutto, quel valore difficilmente quantificabile che è proprio la fiducia. Certo, siamo consapevoli che non si tratti di un’inversione a 180 gradi, ma la lancetta del barometro si sta spostando rispetto alle aree occupate negli anni più bui. Senza arrogarsi meriti per una situazione ancora tutta da decifrare, ci sentiamo comunque di poter dire che, per quello che è di competenza di una banca locale come la nostra, la BCC ha fatto la sua parte. Carta canta. Il sistema bancario ha chiuso il 2014 con un -4% negli impieghi, noi con un +1%. E questo dopo che negli anni della crisi, come da tutti riconosciuto, abbiamo sostenuto più delle banche grandi l’economia reale che perdeva colpi. Questi sono fatti. Incontestabili. Fatti che parlano di una differenza, sì di grandezze in gioco, ma, ancora prima, di forma mentis e di filosofia. Noi non abbiamo centri studi che producono ponderosi studi, outlook da qui alla fine dei tempi; noi abbiamo, sicuramente, le suole delle scarpe più consumate. Una prova, questa, che noi il nostro territorio di competenza lo giriamo, lo conosciamo, incontriamo e parliamo con i suoi attori economici, sociali e istituzionali, conosciamo imprese e famiglie destinatarie degli impieghi. Insomma ci siamo e siamo attivi. Meglio siamo parte di questa realtà a cavallo tra Altomilanese e Varesotto che, a dispetto delle difficoltà vissute negli ultimi anni, continua a esprimere una vivacità imprenditoriale che ha pochi eguali, e non soltanto in Italia. Questo, ci sentiamo in tutta onestà di dire, significa essere BCC: aver tenuto fede alla nostra mission nei giorni più difficili, esattamente come oggi, con quei segnali di schiarita che proviamo in ogni modo a potenziare. Consentiteci, almeno per la coerenza nella condotta che abbiamo osservato, di provare un po’ di orgoglio. Ci sembra pienamente legittimo alla luce dei fatti. Ho già avuto modo di ricordare una frase significativa di Spencer Klaw, giornalista e docente alla Columbia graduate school of journalism: “quando scriverete editoriali, datevi sempre aria da pessimisti; la gente scambia il pessimismo per profonda saggezza, l'ottimismo per ingenua dabbenaggine". Ebbene, consapevoli del suo avvertimento, continueremo a correre il rischio di apparire ingenui. A volte funziona. Twitter.it/@lucabarni5 La Voce Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate giugno 2015 La storia 22 4 La "Ferrazzi Cova" da quasi 80 anni forma i nostri agricoltori Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano Anno XII n° 2 Stampa: Q-Print - Gallarate Direttore responsabile: Chiara Porta Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004 5 ASSEMBLEA ASSEMBLEA Ok a CdA e bilancio: la BCC è più forte L'assemblea dei soci ha approvato il conto economico 2014 e confermato gli amministratori per il triennio 2015 - 2017. La governance scende a nove componenti C onsiglio di amministrazione confermato e bilancio approvato: esce ancora più forte la BCC di Busto Garolfo e Buguggiate dall’assemblea dei soci tenutasi domenica 10 maggio al Teatro Sociale di Busto Arsizio e onorata dalla presenza del Prefetto di Varese, Giorgio Franco Zanzi (il suo intervento a pag. 10). Il mandato della base sociale per il triennio 2015-2017 conferma l’operato del CDA uscente (nella foto sopra) e rende operativa la novità introdotta nell’assemblea 2014, la riduzione del 6 numero degli amministratori da tredici a nove. «Tutto il mondo bancario è interessato da cambiamenti –ha ricordato il presidente della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Scazzosi–; per il Credito Cooperativo, allo stato, i cambiamenti sono gestiti da un processo di autoriforma che, se avrà successo, aprirà una pagina nuova nella storia ultracentenaria del movimento. Noi, con questa riduzione dei componenti il CdA, abbiamo voluto dare un segnale recependo le indicazioni date dall’Organo di con- trollo in materia di governance. Fino a qui avevamo lavorato sugli aspetti qualitativi degli organi aziendali, adesso abbiamo agito anche sotto il profilo quantitativo in ottemperanza alla decisione presa dall’assemblea dei soci nel 2014». I consiglieri eletti, per l’area Busto Garolfo, sono Roberto Scazzosi, Giuseppe Barni, Vittorio Pinciroli, Rinaldo Borsa e Danila Battaglia; per l’area provincia di Milano Mauro Colombo; per l’area Buguggiate Varese Ignazio Parrinello e Diego Trogher; per l’area provincia Varese Andrea Rinaldi. Durante la prima seduta del CDA, tenutasi martedì 12 maggio, sono state determinate le cariche. All’unanimità Roberto Scazzosi è stato confermato presidente, Ignazio Parrinello vice presidente vicario, Mauro Colombo vice presidente. Scazzosi è stato nominato anche presidente del comitato esecutivo della Bcc; il vice presidente è Giuseppe Barni. Gli altri componenti del comitato esecutivo sono Ignazio Parrinello, Mauro Colombo e Diego Trogher. Subito dopo la votazione Scazzosi, a nome proprio, del consiglio di amministrazione, della struttura e di tutti i soci, ha rivolto un ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni dai tre consiglieri di amministrazione uscenti che non si sono più ricandidati per il CdA, Francesco Gatti, Graziano Porta e Mario Pozzi. «Li ringrazio di cuore, e non per dovere –ha detto Scazzosi– per questi anni spesi al servizio della nostra BCC e per l’impegno che -sono certo- anche in futuro non faranno mancare alla nostra banca. Un grazie in particolare a Mario Pozzi, che è stato l’anima del progetto che portò alla nascita della Bcc di Buguggiate e davvero una colonna per la nostra nuova BCC nata dalla fusione del 1999. A lui si devono tanti progetti per cui in questi anni ci siamo impegnati, tra cui, lo voglio ricordare, quello dell’ospedale che abbiamo contribuito a far sorgere in Burundi con il progetto Vispe. Grazie, davvero grazie a Mario, Graziano e Francesco». Concluso l’argomento rinnovo delle cariche, si è passati all’altro piatto forte all’ordine del giorno, il bilancio 2014, che la BCC di Busto Garolfo e Buguggiate ha chiuso con un utile di 2 milioni 632mila 986 euro ante imposte (detratte le imposte, l’utile ammonta a 1 milione 485mila 786 euro), un +1% di impieghi alla clientela e un incremento del 7% della raccolta totale. L’illustrazione del bilancio è cominciata con la lettura della relazione del CdA da parte di Scazzosi, che ha tracciato un quadro della situazione su scala nazionale del Credito Cooperativo nel contesto del sistema bancario italiano, da cui emerge che nel 2014 le BCC hanno continuato a dare credito a famiglie e piccole imprese, a dare fiducia all’auto-imprenditorialità giovanile, a favorire gli investimenti e a rendere disponibile liquidità aggiuntiva. Le banche di credito cooperativo hanno “accompagnato la realizzazione di progetti di vita come l’acquisto della casa di proprietà; sostenuto migliaia di iniziative del territorio; continuato a gestire con prudenza, come avviene da decenni, il risparmio degli italiani”. Nell’ultimo anno il sistema del Credito Cooperativo ha ulteriormente ampliato la copertura territoriale, in controtendenza rispetto alla media del resto dell’industria bancaria. A settembre 2014, infatti, le BCC Il grazie di Trogher Ringrazio i componenti del CDA per avermi accordato la propria fiducia, dandomi la possibilità di essere, attraverso la nostra Banca, fautore di operazioni importanti per l’economia del nostro territorio. Un ringraziamento particolare va al consigliere Mario Pozzi, sia per l’opportunità che mi ha dato, sia per ciò che ha fatto per la Bcc e per la comunità in tutti questi anni. Il mio obiettivo è portare avanti il percorso da lui tracciato, secondo quei valori di cooperazione, solidarietà e crescita sostenibile in cui la nostra Banca, da sempre, si riconosce. 7 ASSEMBLEA Il saluto di Pozzi «La BCC è in buone mani, nelle mani di gente capace, preparata che sa amministrare in momenti difficili». È il pensiero con cui Mario Pozzi, e con lui Graziano Porta e Francesco Gatti, dal palco si è congedato dal CDA ringraziando i soci. Pozzi ha definito straordinaria professionalmente e umanamente la sua esperienza da amministratore cominciata nel 1983 e sempre guidata da «quei valori che ci distinguono dalle altre banche». 8 o addirittura eliminare le iniziative e i servizi offerti alla comunità –ha ricordato Scazzosi–. Così è stato per tutto il 2014, anno nel quale la nostra Bcc è stata vicina alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori e ha svolto un’intensa attività sociale in ambito culturale, educativo, solidale, sanitario e sportivo». Il presidente ha ricordato il rinnovo dell’accordo tra Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Confindustria e Confartigianato Altomilanese per l’anticipo, a costo zero per i lavoratori, della cassa integrazione guadagni straordinaria e l’analoga iniziativa costruita con Confcooperative Varese. In tema di economia solidale è stata citata la convenzione con Avis Legnano e Banco Alimentare della Lombardia per l’iniziativa “Aggiungi un piatto a tavola”. Inoltre, nel 2014, è nato e cresciuto il progetto Microcredito che la banca ha avviato a Busto Garolfo con il Comune e la Caritas parrocchiale: è stata sostenuta una decina di progetti. Provvedimento rivolto al locale e che discende dalle politiche macrofinanziarie della BCE, i 35 milioni di euro assegnati attraverso il prestito Tltro sono stati destinati dalla BCC interamente al territorio. Le prime tranche di queste risorse sono state impiegate in uno dei set- tori più duramente colpiti dalla crisi, l’edilizia. In questo comparto gli unici rami che presentano un segno positivo sono quelli relativi a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni edilizie; da qui la decisione della banca di proporre il mutuo MyHome, un prodotto che stimola gli interventi migliorativi sul patrimonio edilizio a condizioni molto interessanti (2% tasso fisso). «Nel 2014, dunque, nonostante la mancanza di forti segnali di ripresa e con il permanere di tante situazioni di sofferenza, la nostra Bcc Le benemerenze Sono stati quattordici i soci festeggiati in assemblea (foto sopra) per i 25 anni di appartenenza alla compagine sociale: Arturo Grisotto, Gianlorenzo Gandini, Carlo Zanzi, Alberto Guerreschi, Ermes Pozzan, Maurizio Bonza, Emilio Garavaglia, Attilio Martini, Mario Martini, Giuseppina Pollini, Ermanno Oblatore, Nella Piazzola, Vincenzo Lomolino e Andrea Borsoi. Per l’occasione è stato consegnata la spilla con il simbolo del Credito Cooperativo. ha saputo mettere in campo le sue risorse migliori per venire incontro alle specifiche esigenze delle famiglie, degli investitori, degli imprenditori e delle realtà più importanti del territorio –ha sottolineato Scazzosi–». Per tenere fede alla sua mission di Banca locale la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha distribuito, nel corso del 2014, oltre 353.000 euro di contributi al territorio. L’intervento del direttore generale della BCC, Luca Barni, oltre a riferire sull’attività della banca dal punto di vista aziendale ha gettato uno sguardo ai progetti in corso e alle prospettive. «La Banca non smetterà di interpretare il proprio ruolo di supporto all’economia locale –ha dichiarato il direttore–. Si conferma la scelta di perseguire tutte le opportunità di dare credito al territorio; in primis alle aziende medio piccole, che rappresentano il nostro target, ma anche alle imprese di maggiori dimensioni in collaborazione con la nostra banca di secondo livello IBI-Iccrea Banca Impresa. Dal lato raccolta perseguiremo con maggior vigore il cambiamento di mentalità della nostra clientela in termini di investimento, che la porti sempre di più ad avere una visione di medio lungo termine, quindi a investire sul risparmio gestito, attraverso il servizio di consulenza avanzata. Saranno sempre più i servizi a divenire 'core' per la redditività aziendale, anche, e soprattutto, in totale coerenza con la mission di banca locale così come sancito dall’articolo 2 dello Statuto sociale. Non sono ipotizzabili significativi cambiamenti di trend del margine di interesse, ed è quindi dai servizi che trarremo redditività per l’Istituto». Il quadro disegna pertanto, per il 2015, uno scenario economico non certo di ripresa, ma votato al continuo, incessante sforzo per il consolidamento di numeri e bilanci; in attesa, appunto, di quel cambio definitivo di trend, ormai da troppo tempo auspicato. L’assemblea dei soci ha deliberato di destinare, come quota dell’utile, 401mila 162 euro ai fini di beneficenza e mutualità. press box hanno raggiunto quota 4.459 filiali, pari al 14,3% del sistema bancario. Passando dal sistema BCC alla nostra BCC, Scazzosi ha sintetizzato l’attività svolta dalla banca verso il territorio per contribuire all’attività di enti, amministrazioni locali e associazioni del territori. «In un momento di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando questa filosofia, ben espressa nel claim “Aiutiamoci a crescere”, rappresenta davvero la sopravvivenza per moltissime realtà locali, altrimenti costrette a tagliare ASSEMBLEA idente della BCC Roberto Scazzosi confermato pres 9 L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO State sempre vicini al nostro territorio Riforma BCC, ecco la storia che si ripete Per il prefetto Zanzi operare sul territorio equivale ad avere un indubbio vantaggio dato da informazioni più complete, rapporti diretti e conoscenza personale della realtà Pietro Cafaro ricorda che già nella prima metà del secolo scorso si tentò di regolamentare e dare solidità al mondo delle Casse rurali; il processo si bloccò, ma è bene riprenderlo Da sempre occasione di riflessioni grazie ai contributi di personalità del mondo economico e del territorio, l’assemblea quest’anno ha ospitato il prefetto di Varese, Giorgio Franco Zanzi. “H o accettato con molto piacere il vostro invito perché questo mi permette di attestare la vicinanza a un istituto come il vostro. Nessuno meglio di voi, che siete rimasti praticamente l'unica banca del nostro territorio, una banca radicata che quindi svolge una funzione estremamente importante per la vita economica e sociale del territorio stesso sa quanto siate importanti per il tessuto locale. Io credo che ripensando al passato, la perdita, ormai molti anni fa delle banche territoriali, alcune più grandi e confluite chissà come in banche più piccole, abbia inciso sulla competitività di questo territorio. Perché è evidente come essere sul territorio 10 costituisca un indubbio vantaggio; si può avere un patrimonio informativo più diretto, più completo; si può fruire di rapporti interpersonali che sono vicini, più stretti, e questo può essere un grande vantaggio sia per il cliente sia per la banca. Per il cliente perché vede nella banca un amico, un vicino, quindi, può vedere nella banca un soggetto meno spersonalizzato di quanto accade con le banche di carattere nazionale o con le banche internazionali, ma è un vantaggio anche per la banca perché ha più elementi di conoscenza e questo incide sul rischio quando svolge alcune operazioni. Questa vostra peculiarità è uno dei punti forza vostri e di istituti come il vostro e credo sia stato un elemento che vi ha aiutato nella crisi ormai pluriennale che ormai, nonostante molte professioni di ottimismo, continua a essere sensibile. Non so cosa accadrà nel futuro del mondo bancario, il sistema finanziario si modifica; voi tutti sapete cosa è successo alle banche popolari, anche se alla fine questa rivoluzione sarà meno impattante di quanto si poteva pensare. Io auspico che in qualunque variazione posa riguardarvi non debba fare venire meno questo radicamento, questa vicinanza al territorio. Io ho potuto verificare dal rapporto sociale come il vostro essere vi abbia permesso e vi permetta di scegliere le operazioni e i progetti più validi, più concreti per le nostre realtà, per la nostra gente per queste aree che sono tra le più avanzate dal punto di vista economico del Paese. Ho guardato l’elenco di insigniti dell’attestato dei Maestri del lavoro il numero di premiati della provincia di Varese è superiore al numero delle altre province lombarde, eccetto Milano. Questo significa che qui c’è la vocazione al lavoro. Del resto, pensando allo sviluppo vostro, e vivendo vicino alla Svizzera mi par di capire che il modello di sviluppo a suo tempo seguito da Federico Guglielmo Raiffesen, basato su localismo, sui valori etici goda di buona vita anche nei territori vicini. Da ultimo un accenno a un tema che mi è più congeniale, la sicurezza. In questi anni si sono fatti passi da gigante sul piano della sicurezza degli sportelli bancari, grazie all’impegno degli istituti stessi che hanno fatto investimenti importanti, sul piano delle difese passive. I dati sulla criminalità ci dicono che gli episodi sono calati, i numeri sono contenuti, ma nonostante si faccia tanto il rischio non può essere escluso e permettetemi di esprimere la mia solidarietà alla dipendente della Banca di Treviglio vittima di un gravissimo episodio. Auguri perché superi questo momento. Auguro ogni bene a questa banca, al vostro modo di essere e di essere vicini a questa provincia.“ “C' è sempre un po' di timore di fronte ai punti di svolta, perché sembra che cambi tutto.In realtà, la nostra vita è breve e vediamo le cose nel giro di una generazione. Fossero con noi quelli che hanno fondato l’allora Cassa rurale di Busto Garolfo ci direbbero: state tranquilli, perché queste cose le abbiamo passate. Oggi si sta chiudendo un ciclo iniziato nel 1896, il primo congresso nel quale si parlò di casse rurali e della necessità di dare un coordinamento compiuto al movimento. Erano piccole banche, con problemi di gestione legati alle piccole dimensioni. Erano costituite da quasi nulla tenenti, avevano un sistema che doveva fare affidamento sulla responsabilità illimitata e solidale. Bisognava trovare il modo, con la coesione, di rendere efficiente il movimento. Si escogitò un progetto che fu portato avanti fino al periodo tra le due guerre. In zona c’erano parecchie casse rurali e dove c’era un nucleo importante di casse rurali si pensò di mettere una banca di secondo grado, quindi con una possibilità di capitalizzazione più veloce, che facesse da garanzia alle banche di piccole dimensioni. E nacque a Busto Arsizio la Banca del Piccolo Credito Bustese, cui le piccole banche delegavano una parte della propria sovranità gestionale. Oltre a queste banche di secondo grado si progettò di avere una o più banche di terzo grado che fossero il cappello di tutto il sistema. Se ne fondò una nel 1898 a Milano con questa funzione, il Banco Ambrosiano. Questo processo di costruzione di sistemi con banche di livello basso, di secondo livello, di terzo livello, caratterizzate da una diversa forma di garanzia data dal patrimonio, che poteva essere più o meno facilmente raccolto, e con una capacità di essere presenti sul territorio in misura differente, durante il periodo tra le due guerre si bloccò. La legge bancaria del 1936 e il testo unico che venne fatto per le casse rurali subito dopo tolsero di mezzo questo sistema; ingessarono il sistema bancario, diedero a ognuno la propria funzionalità precisa togliendo di mezzo queste strutture di coordinamento. Questo sistema è durato fino al ’93. Dopo il ’93 è avvenuto il cambiamento; da quel momento occorreva una riforma che riprendesse il progetto antico e mettesse il cappello sopra il sistema. Oggi si va in questa direzione; quindi non è che cambi chissà cosa; si consolida un sistema autonomo che vuole rimanere autonomo, che vuole rimanere legato al territorio, che vuole rimanere ugualmente dei soci, ma al tempo stesso con le capacità di garantire solidità a se stesso e a tutto il resto del sistema. Qual è l’alternativa? L’alternativa è andare in ordine sparso e andando in ordine sparso si rischia moltissimo. Si rischia sempre di più e si rischierebbe di cadere come quello che cercarono di evitare nel 1896 gli uomini di quell’epoca di fronte a una grande crisi bancaria. Oggi la crisi va avanti, la crisi dura, stiamo vedendo probabilmente il momento di uscita, ma è una crisi che alla fin fine si ripercuote su coloro che sono all’interno dell’intermediazione, tra chi chiede i capitali e chi deve investire, e proprio quell’interconnessione può fare la funzione in una grave crisi di articolazione, come quando invecchiamo e diventiamo più fragili, anche nel muoverci. Per cui nessuna paura: dal mio punto di vista ritengo che sia una direzione giusta quella che si sta prendendo, nessuna paura perché i valori, i valori del credito cooperativo, i valori che hanno perseguito i nostri nonni continueranno a essere presenti.“ 11 L'ASSEMBLEA - IL DIBATTITO L'ASSEMBLEA - IL FUTURO Trasformiamo la crisi in opportunità “Tre mi sembrano i punti cui accennare: il 28 febbraio Papa Francesco ha voluto ricevere le banche di credito cooperativo e Confcooperative per un mandato fortissimo. Ha detto che il denaro è lo sterco del diavolo, ma ha detto anche: investite e investite bene. Il Papa che viene dalla fine del mondo sa benissimo qual è il ruolo e quale può essere il peso del credito locale, perché da loro il micro credito fa la differenza tra la miseria e una povertà virtuosa. Ha dato un mandato tremendo dicendo: il denaro è come lo si usa. Il mandato riguarda tutti; riguarda la dirigenza, ma riguarda i soci. Secondo, il mondo cooperativo: quando sono chiacchierate un paio di cooperative sono chiacchierate tutte le cooperative. E questo ci dà un ulteriore mandato fortissimo; la buona cooperazione si deve caricare sulle spalle l’intero mondo cooperativo facendo vedere che le buone prassi, il buon andamento sono la nostra cifra. L’ultima cosa che voglio dire è sul progetto di autoriforma. Non dobbiamo averne paura. Come Confcooperative Varese siamo partiti da una situazione di crisi e l’abbiamo fatta diventare un’ opportunità. Un po’ come dice Papa Francesco: uno più uno fa tre. Per voi è già successo molti anni fa: uno più uno fa tre. Eravate due banche di interesse inferiore e siete diventati una banca che è più della somma delle due. Io credo che anche in questo processo di autoriforma è opportuno si diventi protagonisti per evitare di diventarne vittime. Ringrazio voi tutti per il lavoro che “Stiamo vedendo dei segnali di miglioramento, ma come imprenditori c’è ancora molta paura, perché se è vero che qualcosa questo governo sta facendo -vediamo con favore il Jobs Act- mancano altri pilastri che potrebbero essere motori di ripresa. Mi riferisco alla pressione fiscale, e 12 In chiusura di Assemblea è stato proiettato il video di Federcasse che illustra i cardini della svolta che interesserà a breve il mondo del Credito Cooperativo D avete fatto e accolgo con grande piacere il fatto che una piccola svolta è cominciata. Io sono sicuro che sarà l’inizio di un nuovo rinascimento di queste cose: speriamo." Massimo Galli, vice presidente Confcooperative Insubria Serve trasparenza fra imprese e banca anche a un approccio verso il mondo dell’impresa; questo non solo del Governo, ma direi più in generale del sistema Paese, soprattutto verso la piccola impresa. C’è ancora molta diffidenza, non ci è riconosciuto quello che a parole viene detto: poco si fa per le piccole imprese. Cito un dato del nostro centro studi e di Artigianfidi Lombardia: se negli anni pre-crisi un terzo era richiesto per la liquidità a breve, un terzo per la liquidità a medio termine e un terzo per gli investimenti, oggi il 70% circa è chiesto per liquidità a breve, il 10% per gli investimenti e il 20% per il medio termine. Sono segnali non incoraggianti; però, siccome voglio portare un messaggio di fiducia, come possiamo metterci a livello delle nostre imprese per aiutarle nei Il futuro prossimo si chiama autoriforma confronti del mondo del credito? Scendiamo di livello, stiamo al loro fianco, aumentiamo la consulenza. Ci lamentiamo delle banche, però dobbiamo essere anche onesti e sinceri quando andiamo a confrontarci con loro; dobbiamo essere noi sinceri per primi. Rappresentare, raccontare tutta la nostra impresa nelle bontà e nelle criticità; dobbiamo dire la verità sulla nostra situazione per poi poter esigere, in base a quella che è la nostra reale situazione. Alle banche cosa chiediamo? Di essere sincere e trasparenti con noi e di avere quel rapporto di vicinanza con l’impresa, di venire nell’impresa come era negli anni passati." Davide Galli, presidente Confartigianato Varese ue le informative date all’assemblea dei soci: la creazione di una mutua (vedi box sotto) e il progetto di autoriforma del Credito Cooperativo, la principale novità che sta interessando il movimento e che sta tenendo costantemente impegnata a livello di Federazione Lombarda e Nazionale anche la nostra BCC. Dopo la riforma delle Banche Popolari di inizio d’anno, ora è il turno del Credito Cooperativo. «Non intendiamo qui aprire né il dibattito né il confronto sulla questione –ha premesso il presidente Roberto Scazzosi– perché il dibattito e il confronto li faremo, presumibilmente, in autunno con una serie di incontri di zona con la base sociale sull’autoriforma delle BCC». Quello che la BCC ha presentato in assemblea era un’informativa sullo stato dell’arte, sintetizzato in un video di Federcasse e finalizzato a illustrare gli elementi essenziali fino a oggi sviluppati nel processo di autoriforma. Nel video erano riassunti i principali passaggi del processo di autoriforma che si stanno mettendo a punto: origine, obiettivi, linee di indirizzo e rischi, soggetti coinvolti. A giudizio delle autorità regolatorie i problemi evidenziati nel sistema BCC sono: frammentazione, per cui serve maggiore integrazione tra le singole banche; scarsa patrimonializzazione, per cui serve una migliore allocazione del patrimonio disponibile e la possibilità di ingresso di capitali dall’esterno, la qualità della governance e della gestione. Le sei linee di indirizzo votate all’unanimità dal Consiglio nazionale di Federcasse sono: confermare il ruolo delle BCC come banche cooperative delle comunità e dei territori a vocazione mutualistica; valorizzare la dimensione territoriale della rete semplificando e migliorando la filiera organizzativa interna; adeguare la governance del sistema agli standard indicati dall’Unione bancaria migliorando la qualità dei servizi; assicurare una più efficiente allocazione delle risorse patrimoniali disponibili all’interno del sistema; individuare la modalità più opportuna per consentire l’accesso di capitali esterni; garantire l’unità del sistema come presupposto di competitività nel medio lungo periodo. «Nell’indicare gli obiettivi di cui si parla nel video si danno ovviamente dei giudizi e si esprime una posizione –ha puntualizzato Scazzosi–. E, ci tengo a precisarlo, io e l’intero consiglio di amministrazione ci riconosciamo totalmente nelle posizioni, nei giudizi e negli obiettivi del percorso evidenziati dal video». La mutua «La mutua è un progetto sul quale stiamo lavorando da oltre un anno e che è stato portato avanti dalla struttura e dagli ex consiglieri Francesco Gatti e Graziano Porta, che ringrazio per l’impegno fin qui profuso e per quello che non faranno mancare nel prosieguo del progetto. Sto parlando dell’imminente costituzione della “Società di mutuo soccorso” rivolta a tutti i nostri soci, ma aperta anche a clienti e dipendenti». Così il presidente Roberto Scazzosi ha introdotto, sul finire dell’assemblea, la novità nella vita sociale della BCC, una mutua che ha l’obiettivo di portare a compimento quanto previsto dall’art. 2 dello statuto. Campi di azione del nuovo soggetto saranno quelli previdenziale, socioassistenziale, culturale/formativo e di sostegno economico. La Bcc creerà un fondo patrimoniale che sarà alimentato dai versamenti obbligatori degli iscritti. Nel percorso di costituzione la BCC sarà assistita da Comipa, il “consorzio tra mutue italiane di previdenza e assistenza”, che opera a livello nazionale sotto forma di società cooperativa e ha come scopo quello di sviluppare la mutualità volontaria soprattutto nel settore sanitario e sociale. Nei prossimi mesi, a ridosso della costituzione della mutua, saranno organizzate iniziative specifiche. 13 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Fondi pensione: più 55% nel 2014 La BCC registra una crescita a doppia cifra nella collocazione delle soluzioni di previdenza complementare. Barni: l'educazione finanziaria sta dando i suoi risultati P iù 55%: è una crescita a doppia cifra quella registrata dalla collocazione delle pensioni integrative nel corso del 2014 da parte della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. Il risultato, se si inserisce in un contesto più generale di progressiva presa di coscienza dell’importanza della previdenza integrativa (su base nazionale l’incremento di iscritti alla previdenza complementare, nel 2014, è stato del 6,1% - dati COVIP-), nel caso della BCC rappresenta il frutto di una precisa scelta aziendale: puntare con forza sulla consulenza e la personalizzazione 14 degli investimenti. Questa performance, in particolare, ha convinto la banca locale dell’Alto Milanese e del Varesotto a lanciare un concorso a premi, “Il fondo pensione ti premia” (box pag. 17), aperto sino al 31 ottobre, per chi sottoscriverà un fondo pensione di Bcc Risparmio e Previdenza con un piano di versamento periodico di almeno 100,00 euro mensili o equivalenti. «Negli ultimi anni ci siamo orientati in modo sempre più marcato verso la clientela con una consulenza personalizzata per prodotti e servizi –dichiara Luca Barni direttore generale della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate–; questo concorso rientra nelle iniziative di “educazione finanziaria” rivolte a clienti e soci sul proprio futuro previdenziale, alla luce delle novità portate dal sistema contributivo. Nelle settimane scorse abbiamo distribuito gratuitamente le prime buste arancioni; un esperimento che ha riscosso successo proprio perché, oltre a prospettare con chiarezza la situazione previdenziale, ha offerto anche la possibilità di una consulenza qualificata per orientarsi in un ambito complesso e che non presenta più le sicurezze cui eravamo abitua- ti. Dopo questi primi passi, per tenere alta l’attenzione sulla necessità di pensare alla propria pensione, abbiamo pensato di utilizzare lo strumento del concorso per veicolare più efficacemente il messaggio». Per fare educazione finanziaria in materia di previdenza complementare, la BCC ha utilizzato anche il canale della busta arancione, il documento contenente la stima della pensione sulla base della contribuzione in corso di cui da anni l’Inps parla e che Tito Boeri, nominato presidente a fine 2014, si è impegnato a garantire a tutti entro il 2016, dopo il debutto di maggio riservato a dieci milioni di italiani. Due le tranche di consegna della busta: la prima si è conclusa a inizio marzo, la seconda è partita il 6 giugno. Destinatarie della prima tornata sono state cento persone estratte a sorte nella compagine sociale della BCC; queste hanno ricevuto gratuitamente la “fotografia” della propria situazione previdenziale in un documento certificato dall’Inps che contiene i contributi versati, il calcolo del diritto e dell’erogazione della pensione e la quantificazione dell’assegno pensionistico. «Si parla da vent’anni almeno di busta arancione –sottolinea il vice direttore della BCC Carlo Crugnola– e il nuovo presidente dell’Inps Tito Boeri è finalmente riuscito a far partire l’operazione, fondamentale per capire la propria posizione previdenziale. Consapevoli che conoscerla sia il pre- Il Fondo Pensione ti premia supposto per garantirsi una vita pensionistica più tranquilla, abbiamo deciso di offrire gratuitamente ai soci un servizio che li può aiutare a pianificare al meglio il futuro; un servizio che assume, alla luce dei grandi cambiamenti nel mondo previdenziale e del welfare, per come si sta rimodellando, una forte valenza sociale». «Per individuare le persone abbiamo orientativamente fissato nella fascia d’età 40 – 55 anni i soggetti interessati dall’iniziativa –spiega Luca Barni, direttore generale della Bcc-. Sono soggetti, questi, che hanno già alle spalle un percorso lavorativo significativo, ma che sono ancora in tempo per intervenire sulla propria situazione previdenziale. Ai soci, oltre alla busta arancione, è stata offerta gratuitamente la possibilità di una consulenza in ambito previdenziale, che è un modo per orientarsi in una materia non semplice e cui bisogna prestare la massima attenzione per non avere brutte sorprese». Molto buona la risposta dei cento soci coinvolti nell’iniziativa, che hanno trovato di semplice lettura la busta e che, in qualche caso, sono anche venuti a conoscenza di contributi non versati. È il caso di Giancarlo Prandoni, oggi consulente farmaceutico: «Ero interessato ad avere un quadro della mia situazione previdenziale dopo molti anni di lavoro dipendente e, dal 2014, come libero professionista. Ho avuto conferma della bontà delle scelte previdenziali che stavo già facen- do e avuto dei buoni suggerimenti su come implementare queste soluzioni». «Della busta arancione si parla molto, ma non sempre in termini chiari –ha detto Giovanna Bienati 44 anni, impiegata e con 24 anni di lavoro alle spalle-. Avevo già avuto una stampa della mia situazione previdenziale e ho visto cosa sarebbe oggi la mia pensione. Il punto però è: come sarà fra 20 anni? In questo senso mi è stata utile la consulenza per ragionare in termini di famiglia, quindi pensare anche per mio figlio». A fine marzo, visto il successo raccolto dall’iniziativa, la BCC ha rilanciato invitando i soci interessati a conoscere la propria posizione previdenziale a usufruire gratuitamente dell’opportunità dando il proprio nominativo in uno dei diciassette sportelli della banca sul territorio. In questo modo altre cento persone circa hanno ricevuto il proprio check-up previdenziale; un’analisi che fornisce gli elementi indispensabili per costruire la propria previdenza complementare. «Nell'attuale contesto economicosociale in cui il ridimensionamento della previdenza pubblica è ormai conclamato, è di fondamentale importanza per tutti integrare la pensione pubblica con un piano previdenziale complementare che consenta di mantenere anche in età pensionabile gli stessi standard di vita –sottolinea Christian Croci–. Il fondo pensione però, non è solo qualcosa che servirà per la vita Pedaliamo insieme verso un futuro sereno Sottoscrivi un fondo pensione dal 18 maggio al 30 ottobre 2015 e partecipa all’estrazione* di: * Per modalità di assegnazione dei premi vedi regolamento concorso disponibile presso le filiali della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate e su www.bccbanca1897.It 4 mountain bike 10 coppie di biglietti per Expo (DATA LIBERA) 15 PRIMO PIANO post-lavorativa –anche se indubbiamente questo rimane lo scopo principale–, bensì come una forma di risparmio intelligente da implementare il prima possibile. Infatti, gli aderenti ai fondi pensioni hanno la possibilità di richiedere delle prestazioni anticipate, dopo almeno otto anni di adesione, per svariati motivi. Per questo, le forme complementari possono essere viste anche come una specie di salvadanaio, da cui poter attingere durante la propria vita». In dettaglio cause e requisiti per ottenere l’anticipo del fondo pensione sono, in primo luogo, le spese sanitarie, per sé, per il coniuge o i figli. In questo solo caso l’anticipo è richiedibile in qualsiasi momento, l’importo può arrivare sino al 75% della posizione individuale maturata e la tassazione varia dal 9% al 15%. L’anticipo per l’acquisto della prima casa (oppure per la ristrutturazione, manutenzione, restauro e risanamento sulla prima casa di abitazione), per sé o i figli, si può richiedere dopo 8 anni di iscrizione; l’importo anticipato può arrivare al 75% di quanto maturato e la tassazione ha un’aliquota fissa del 23%. Per altre esigenze l’anticipo si può chiedere dopo otto anni di iscrizione; l’importo può arrivare al 30% della posizione maturata e l’aliquota è fissata al 23%. I fondi pensione si dividono in tre fami- 16 PRIMO PIANO In Italia numeri in crescita Sulla base dei dati COVIP (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione), a fine 2014 gli iscritti totali alla previdenza complementare ammontano a 6 milioni 585mila unità; al netto delle uscite, la crescita nell’anno è stata di circa 380.000 unità (pari al 6,1%). Gli iscritti ai PIP “nuovi” (piani individuali pensionistici di tipo assicurativo) sono 2 milioni 454mila, circa 320.000 in più (15%) rispetto all’anno precedente; il ritmo di crescita, seppur sostenuto, è decelerato rispetto al 18,9% registrato nel corso del 2013. Nei fondi pensione aperti gli iscritti sono aumentati di 69.000 unità (7%), portando il totale degli aderenti alla fine del 2014 a quota 1,053 milioni. A fine 2014, gli iscritti totali ai fondi negoziali sono 1,944 milioni, quasi tutti sono lavoratori dipendenti privati; nell’anno trascorso hanno perso circa 6.000 aderenti, confermando la tendenza decrescente degli ultimi anni. Il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche ammonta alla fine del 2014 a circa 126,3 miliardi di euro, in aumento di 8,5 punti percentuali rispetto a fine 2013. Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 39,6 miliardi, in crescita del 14,9% rispetto a dicembre 2013. I PIP “nuovi” dispongono di un patrimonio di 15,8 miliardi e i fondi aperti di 13,9; l’incremento nell’anno è stato, rispettivamente, del 21,2 e del 16,4 per cento. I rendimenti medi sono stati positivi per tutte le tipologie di forma pensionistica e per i rispettivi comparti. I fondi negoziali e i fondi aperti hanno reso in media, rispettivamente, il 7,3 per cento e il 7,5 per cento al netto dei costi di gestione e degli oneri fiscali. Per i PIP “nuovi” di ramo III, il rendimento medio è stato del 7,3 per cento al netto dei costi di gestione e al lordo della fiscalità. Nel 2014 il TFR si è rivalutato, al netto dell’imposta sostitutiva, dell’1,3%. Questi rendimenti non considerano il nuovo regime fiscale delle forme pensionistiche complementari previsto dalla Legge di stabilità. glie: aperti (ossia accessibili a tutti), che sono quelli proposti dalla BCC; chiusi (ossia negoziati da accordi fra imprenditori e rappresentanze sindacali e riservati a specifiche categorie di lavoratori, come i metalmeccanici o i chimici) e PIP (piani individuali pensionistici), dove la controparte è di tipo assicurativo e che trovano nei promotori finanziari e in Poste italiane i canali di maggiore diffusione. Se il passaggio dal regime retributivo a quello contributivo sta facendo aumentare le adesioni alla previdenza complementare, una recente relazione di Banca d’Italia evidenzia la minor propensione degli italiani a sottoscrivere fondi pensione e assicurazioni rispetto a francesi e tedeschi. Sui quasi 4 mila miliardi di attività finanziarie, gli italiani impiegano il 20,4% per fondi pensione e assicurazioni contro il 36,2% dei francesi e il 36,8% dei tedeschi. Gli spagnoli, invece, sono a quota 16,2 per cento. La media dell’area euro è del 32,6 per cento. Da segnalare comunque che, benché minimo, vi è stato in Italia un incremento della percentuale di attività finanziarie destinate a polizze e fondi pensione: nel 2013, infatti, la quota si assestava al 19,2 per cento. «È comunque evidente che, con il nuovo sistema pensionistico, si impone una riflessione –conclude Croci–: il regime contributivo, ossia l’assegno pensionistico commisurato ai versamenti e l’allungamento delle aspettative di vita obbligano a privilegiare un pilastro previdenziale in aggiunta al pilastro Inps o a quello delle casse previdenziali che esistono per i professionisti. In caso contrario, la forbice fra stipendio e pensione diverrà ancora più ampia e sarà impossibile mantenere uno standard di vita simile a quello degli anni del lavoro. Con l’eccezione di un numero ormai molto ristretto di persone, che avevano già maturato 18 anni di anzianità all’entrata in vigore del nuovo regime fiscale e che adesso hanno davanti a sé pochi anni di lavoro, la previdenza complementare è conveniente per tutti; non soltanto perché irrobustirà il nostro assegno pensionistico, ma anche per i benefici fiscali che derivano dalla sotto- Busta arancione, questa sconosciuta Busta arancione questa sconosciuta: in cosa consiste il documento-radiografia della nostra situazione previdenziale attuale? L’INPS soltanto nelle ultime settimane è riuscita a mantenere promesse e impegni spesi per anni ed è partita, dopo una sperimentazione su un campione di 10mila contribuenti, con la simulazione on line della pensione. Il sistema consente di simulare la pensione futura sulla base di quanto finora versato, della retribuzione attesa e della data di ritiro dal lavoro. Ogni contribuente sarà dotato di un Pin personale per accedere ai servizi online dell’Inps. - dal 1° maggio 2015 i lavoratori sotto i 40 anni; - dal 1° giugno, i lavoratori sotto i 50 anni; - dal 1° luglio, tutti i lavoratori sopra i 50 anni. Dal 2016, il servizio sarà disponibile anche per i dipendenti pubblici e per i lavoratori con contribuzione versata agli altri Fondi e Gestioni amministrate dall’Inps. La busta arancione distribuita dalla BCC è costituita dall’analisi della situazione registrata presso l’Inps, che prende in considerazione l’anno, il periodo, il tipo di retribuzione, gli utili ai fini pensionistici, il reddito e il datore di lavoro; la sintesi della situazione in tempo quasi “reale” (ultima contribuzione, numero di settimane valevoli per il requisito di anzianità contributiva e data del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia); il calcolo del diritto e dell’importo mensile lordo in caso di pensione anticipata e di pensione di vecchiaia. scrizione di un fondo». Sul tema previdenza complementare la COVIP pubblica ogni anno una guida, che orienta nella materia. Aderire alla previdenza complementare significa accantonare regolarmente una parte dei risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione che si aggiunge a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria. La previdenza complementare rappresenta un’opportunità di risparmio cui lo Stato riconosce agevolazioni fiscali (la deducibilità fino ai vecchi 10 milioni di lire) di cui altre forme di risparmio non beneficiano. L’agevolazione vale anche nel caso in cui si effettuino versamenti a favore di familiari che sono fiscalmente a carico. Ecco perché, prima di aderire alla previdenza complementare, è importante che ognuno compia alcune valutazioni sulla propria situazione lavorativa, sul patrimonio personale e sulle aspettative pensionistiche: • se si è un lavoratore giovane, per il quale le modifiche del sistema pensio- nistico provocano un abbassamento significativo della pensione obbligatoria, rispetto a quella degli attuali pensionati, diventa importante pensare per tempo a costruirti una pensione complementare • aderendo alla previdenza complementare si può beneficiare di vantaggi fiscali e, in caso di lavoratore dipendente, si può avere diritto al contributo del datore di lavoro. Il concorso L’iniziativa “Il fondo pensione ti premia” mette in palio 4 mountain bike e 20 biglietti per EXPO; premi che saranno estratti a sorte in diverse fasi da giugno a novembre. Info su: http://www.bccbanca1897.it/ 17 ECONOMIA ECONOMIA My Home, l'attenzione all'ambiente fa crescere l'economia del territorio L a BCC ha fatto centro; riqualificazione energetica e ristrutturazione edilizia hanno mantenuto le promesse: nei primi quattro mesi del 2015 i mutui accesi hanno già doppiato quelli del 2014. Focalizzata nell’aiutare l’economia a intercettare ogni più piccolo segnale di ripresa, la BCC, non appena ricevuto il prestito di 35 milioni di euro dalla BCE, alla fine dello scorso mese di settembre, ha deciso di riversarlo interamente sul territorio destinando la prima tranche all’unico ramo dell’edilizia che, nella crisi profonda in cui versa da anni il settore, dava qualche prova di vitalità; appunto le riqualificazio- 18 ni e le ristrutturazioni sul patrimonio esistente. «Il mutuo, che abbiamo chiamato My Home, presenta condizioni molto interessanti –dichiara il direttore generale della BCC Luca Barni– il 2% tasso fisso; un modo non soltanto per stimolare l'economia locale, ma anche per salvaguardare un territorio già massicciamente urbanizzato». L’intuizione ha dimostrato di funzionare da subito con una ventina di mutui sottoscritti da inizio ottobre a fine anno. «La risposta è stata incoraggiante –ricorda il responsabile dell’area Mercato Adalberto Tomasello– ; abbiamo impostato una campagna di comunicazione mirata, non abbiamo perso occasione per parlarne illustrando i vantaggi di un investimento vero, ampiamente ripagato grazie anche ai benefici fiscali (50% in dieci anni) riconosciuti dal Governo, e che guarda avanti, perché valorizza la propria abitazione, fa risparmiare sui consumi e aiuta l’ambiente. I risultati di questa “semina” si sono visti quest’anno; a fine aprile abbiamo raccolto il doppio delle adesioni registrate negli ultimi tre mesi del 2014 e, sulla base dell’esperienza e della mancanza di certezze sul mantenimento dei benefici fiscali, mi sento di dire che, nei prossimi mesi, saranno ancora in molti a fare questa scelta». A sensibilizzare il territorio su queste opportunità, a fine febbraio, Elmec Solar ha rilanciato “400mila tetti fotovoltaici”, l’iniziativa finalizzata ad agevolare la formazione di un gruppo d’acquisto privato tra i cittadini del Varesotto per abbassare i costi degli impianti. La campagna ha visto il Green Team di Elmec Solar affiancato da due partner in una rete di cooperazione delle risorse: Naturcoop e BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. Il risultato di questa sinergia è stata una modalità di acquisto “condiviso e consapevole”, ulteriormente facilitata da opportunità dedicate. A inizio giugno erano 33 gli impianti acquistati e oltre una decina le trattative in corso. Sopra, da sinistra Paolo Cova direttore di Naturcoop Andrea Grimaldi di Elmec Solar e Adalberto Tomasello della Numeri che soddisfano nostra BCC alla conferenza stampa del febbraio scorso per il lancio dell'iniziativa "400.000 tetti fotovoltaici". Elmec Solar per diversi in particolare, sul settore edilizio, c’è 2013 (l’anno record), 27 miliardi e motivi: un buon risultato di vendita e chi, come la Confederazione nazionale 725 milioni nel 2014 e, infine, quasi fatturato in un tempo limitato; buona dell’Artigianato, ha ipotizzando l’am3 miliardi nei primi 60 giorni del risposta a un modello di business montare della perdita di investimenti 2015 con la detrazione del 50% per le nuovo, che premia trasparenza ed e di posti di lavoro se gli sgravi fiscali ristrutturazioni edilizie, e del 65% per etica; un’opera di informazione “posicessassero o venissero ridimensionati il risanamento energetico degli edifitiva” sul “fotovoltaico”; la proficua di molto. Anticipazioni dello studio ci. Se il mercato dell’energia da solare collaborazione con BCC e Naturcoop dicono che nel solo 2014 gli investivede l’Italia ai vertici, è da registrare grazie alla condivisione di compementi che si sarebbero persi senza la forte sensibilità oltreoceano e di tenze e ambiti. Volendo quantificasgravi Irpef, secondo il Cresme, sarebalcune multinazionali per le rinnore, sotto un profilo tecnico, il valore bero stati pari a 15,9 miliardi di euro vabili. La California si sta muovendell’operazione, gli impianti venduti su un totale di 28,4 miliardi, mentre do sulle industrie che emettono più hanno una potenza totale di 133,92 la perdita in termini di occupazione anidride carbonica per rimborsare la KWp. Da registrare l’attenzione posta diretta sarebbe stata di 158.591 posti comunità: invece di compensazioni dal Green team di Elmec Solar nel di lavoro. Riferendosi al quadrienin denaro, le industrie finanzieranno tracciare i contatti, dovuti per il 18% al nio 2011-2014, gli investimenti persi acquisto e installazione di pannelli passa parola, per la stessa percentuale sarebbero cresciuti a 47,1 miliardi, solari sui tetti delle abitazioni delle ai media locali e per il 17% al contrimentre l'occupazione diretta si sarebfamiglie meno abbienti. Il colosso buto dei partner BCC e Naturcoop. «Si be ridotta di 468.769 posti. La Cna svedese Ikea prova a ridurre l'impatè trattato di un’esperienza positiva – ha inoltre misurato l’effetto di questi to sull'ambiente investendo nell'eneraggiunge Tomasello– . Abbiamo avuto investimenti dal primo gennaio 2011 gia verde e nella lotta al cambiamenuno scambio continuo di informazioni a febbraio 2015: quasi 16 miliardi nel to climatico. La società ha promesso e abbiamo fatto squadra indirizzando 2011 (con la detrazione del 36% per di investire 1 miliardo di euro in i potenziali clienti in modo che potesle ristrutturazioni delle abitazioni e energie rinnovabili e azioni contro sero avere tutti i ragguagli su ogni del 55% per il risanamento energetico il riscaldamento globale; una mossa aspetto dell’offerta, quindi nel caso degli edifici), più di 19 miliardi nel che supera di gran lunga le risorse della BCC per i mutui». Sull’effetto 2012, 30 miliardi e 373 milioni nel messe in campo da interi Stati. di questi interventi sull’economia e, 19 SOLIDARIETÀ SOLIDARIETÀ A Busto una rete per l'occupazione Con "Solidarietà per il lavoro" Comune, Parrocchia e ACLI, con il sostegno della BCC fanno sistema per aiutare i cittadini in situazione di difficoltà socio - economica S ono già quattro i lavoratori avviati all’inizio di giugno da “Solidarietà per il lavoro”, il progetto concepito e realizzato dall’Amministrazione Comunale di Busto Garolfo, dall’Unità pastorale e dal circolo Acli cittadino. Il progetto è finalizzato alla sperimentazione di opportunità di lavoro temporaneo in favore di cittadini che versano in difficoltà socio-economiche. Tra i primi sostenitori del progetto, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, la sezione locale Croce Azzurra Ticinia Onlus, la Consulta del Volontariato e il Gruppo Anziani e Pensionati, ma il progetto è, per sua natura, aperto, avendo un obiettivo complesso come rispondere all’emergenza occupazione dei cittadini in 20 situazione di fragilità socio-economica; una risposta che si sta provando a dare con la logica della rete e ricettiva nei confronti dei contributi del territorio. Con questi presupposti Comune di Busto Garolfo, Unità pastorale di Busto e Olcella e Circolo Acli hanno dato vita al progetto costituendo un comitato per gestire puntualmente, in tutte le fasi, i percorsi di sperimentazione di opportunità lavorative temporanee. I tre soggetti hanno stipulato alla fine del 2014 una convenzione che stabilisce competenze e azioni di ognuno: il Comune ha approntato l’avviso pubblico per i requisiti di accesso, tiene i contatti organizzativi e funzionali con le cooperative o enti ospitanti; l’Unità pastorale (tramite la Caritas) coadiuva gli altri soggetti in tutte le fasi di progettazione e realizzazione del progetto; il circolo Acli raccoglie le domande, gestisce i rapporti con i lavoratori e le informazioni sulla graduatoria. I tre soggetti, inoltre, danno vita a una commissione tecnica mista e hanno versato una quota per l’avvio del progetto. «Intendiamo sottolineare la positività della collaborazione tra i diversi attori del territorio, che sottende la logica del farsi carico insieme delle difficoltà della comunità –hanno dichiarato il sindaco Susanna Biondi e l’assessore alle Politiche sociali Stefano Carnevali, intervenuti nella conferenza stampa di presentazione di fine marzo–. Si tratta di un’iniziativa improntata alla massima trasparenza e a regole chiare; queste sono le caratteristiche che contraddistinguono il progetto, nel quale crediamo molto, e nel quale abbiamo investito energie e risorse, sia economiche sia progettuali. Nel progetto vi è anche una valenza restitutiva. Infatti, grazie a uno specifico accordo con le cooperative sociali coinvolte, i lavoratori avviati prendono servizio sul territorio bustese “ripagando” la solidarietà della comunità che li finanzia. L’intenzione dell’Amministrazione Comunale è di protrarre ed espandere quanto più possibile il progetto; ci auguriamo che il budget a disposizione cresca, ampliando le possibilità di avvio di altre esperienze lavorative». Due le cooperative individuate al momento per l’impiego temporaneo dei lavoratori, la Jolly Service di Canegrate e l’Arcadia di Rescaldina; la graduatoria è sempre aperta ed è aggiornata ogni sei mesi. «Solidarietà per il lavoro è un’iniziativa dove si vuole affermare che le povertà hanno necessità di risposte –ha sottolineato don Ambrogio Colombo, prevosto di Busto Garolfo–. E le risposte arrivano dal territorio. Il progetto vuole aiutare le persone che hanno perso il lavoro dando loro la possibilità di un reinserimento lavorativo temporaneo; non vuole essere assistenza, ma ridare dignità Nella pagina a sinistra, Santino Boioli delle ACLI Bustesi, Roberto Scazzosi presidente della Bcc, il parroco don Ambrogio Colombo, il sindaco Susanna Biondi e l'assessore alle Politiche sociali Stefano Carnevali. Sopra, una della attività che propone il progetto "Solidarietà per il lavoro". a persone che difficilmente avrebbero altre opportunità di impiego. Crediamo che la rete con associazioni, volontari e istituzioni possa sostenere bisogni sempre più numerosi». Tutti i soggetti del territorio possono sostenere il progetto, tramite il versamento di quote libere: enti, associazioni e privati cittadini. Al momento, i sostenitori del progetto sono: la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, la Croce Azzurra Ticinia onlus (sezione di Busto Garolfo), la Consulta del volontariato cittadina, il Gruppo anziani e pensionati e diversi privati cittadini che hanno scelto l’anonimato. «Un’iniziativa come “Solidarietà per il lavoro” incontra perfettamente la nostra sensibilità di banca locale di ispirazione mutualistica –dichiara il presidente Roberto Scazzosi–; in presenza di problemi profondi, come quello del lavoro, specie dopo anni di crisi, la risposta, in tanti casi, arriva dal basso, dalle forze vive del territorio che fanno quel passo in più fondamentale; uniscono le forze per un obiettivo comune. È un segnale significativo in un momento in cui il modello di welfare, come lo conosciamo da sempre, è in discussione». Il termine della convenzione, rinnovabile, è fissato al 31 dicembre 2017. L’Iban per sostenere il progetto “Solidarietà per il lavoro” è: IT02F 08404 32690 000000026087 21 LA STORIA LA STORIA Coltivare la qualità e amare il territorio: questi sono i segreti per aiutare i giovani L’azienda Ferrazzi Cova, divenuta nel 1938 Fondazione, si racconta e indica la strada delle tante potenzialità ancora inespresse «per tutti coloro che credono nella terra e nei suoi prodotti». E per il futuro spunta l’idea di introdurre la produzione di birre artigianali "L a responsabilità e l’impatto che un’azienda ha sul territorio": così potremmo definire la responsabilità sociale d’impresa o, più semplicemente, potremmo parlare di lungimiranza. Che significa: saper osservare la comunità circostante, le difficoltà che l’attanagliano e i possibili spiragli per uno sviluppo, investire nel territorio con la consapevolezza che la crescita che ne deriva porterà con sé anche quella aziendale. Questi concetti, da alcuni anni, trovano spazio all’interno di trattati e studi economici, ma soffermandoci sulla realtà di Villa Cortese si resta colpiti da chi, quasi un secolo fa, aveva già realizzato opere per la 22 valorizzazione del territorio e la soluzione dei problemi locali. L’azienda Ferrazzi – Cova, divenuta Fondazione alla morte del fondatore (1938), affonda le sue origini nel lontano 1893, quando Francesco Ferrazzi acquistò i “beni fino ad allora avuti in affitto”. L’agricoltore-imprenditore ha dedicato tutta la sua vita alla terra e al lavoro nei campi, cercando soluzioni che rendessero il lavoro più semplice e meno faticoso e lo elevassero dal rango di attività di pura sussistenza. Alla sua morte Ferrazzi volle che tutto il patrimonio fosse affidato, quale esecutore delle sue volontà, al Comune di Busto Garolfo, che allora inglobava Villa Cortese. L’“esecutore” doveva impegnarsi a fondare una scuola teorico-pratico di agricoltura, con sede a Villa Cortese, nei terreni e nelle cascine totalmente a lui devolute. La Fondazione, che opera senza scopo di lucro da 77 anni, ha mantenuto costante l’impegno e l’interesse per l’attività di diffusione del sapere in agricoltura e l’istruzione tecnico-culturale con lo scopo di migliorare le condizioni di tutti coloro che operano in agricoltura. Il consiglio d’amministrazione, oggi composto da sette membri –tre dei quali, come voluto da Ferrazzi, cittadini di Villa Cortese– ha ben chiaro lo scopo della Fondazione e il presidente, Bruno Dell’Acqua, sottolinea: «La Fondazione vuole salvaguardare le tradizioni e la cultura agricola applicando modalità colturali e tecniche innovative; si tratta di progredire e crescere sviluppando nuovi settori e nuovi metodi. Vogliamo salvaguardare il territorio creando nuove opportunità per i giovani». Inizialmente la Fondazione operava per preservare e migliorare le tecniche e le condizioni in cui vivevano gli agricoltori locali, condizioni determinate da: scarsità d’acqua, terreni non fertili, malattie e epidemie batteriologiche, oltre alla concorrenza straniera. Per far tutto questo Ferrazzi volle creare un Istituto Agrario che offrisse ai giovani la possibilità di apprendere, sia teoricamente sia manualmente, le migliori tecniche agrarie, lavorando nelle proprietà agricole da lui messe a disposizione. L’attività della Fondazione nel corso di questi anni è ulteriormente cresciuta. All’agricoltura, praticata negli appezzamenti che si estendono in otto comuni limitrofi, si sono aggiunti nuovi settori produttivi come l’allevamento di bovini, la viticultura, la produzione di vini, la produzione di energia elettrica grazie all’installazione di diversi impianti fotovoltaici (anche di tipo sperimentale dove sono confrontate le tre diverse tipologie di pannelli in silicio) e, l’ultimo traguardo nel 2013, la realizzazione di una centrale di produzione di energia da biogas, originato, per gran parte, dalla trasformazione di sottoprodotti agricoli. Le dimensioni della Fondazione sono rimaste invariate, il personale è costituito da un nucleo di dipendenti, cui si aggiungono periodicamente collaboratori esterni nei periodi di raccolto e vendemmia. La Fondazione, gestendo al meglio il patrimonio, opera attraverso la sua Società Agricola –ora guidata da Alessandro Ubiali– e secondo una logica di differenziazione del prodotto. «L’intento è creare una microeconomia; non vogliamo essere “mono specialistici”. La nostra è un’azienda orticola, cerealicola, zootecnica, frutticola, vitivinicola ed energetica» afferma Renato Arienti, direttore tecnico della Fondazione. Una strategia di Ferrazzi: storia di un uomo lungimirante Francesco Ferrazzi nacque nel 1849, terzo erede di una famiglia che gli permise di dedicarsi agli studi e all’attività agricola. Nel 1876 Francesco prese in affitto alcuni possedimenti nel territorio di Villa Cortese e tre anni dopo sposò Luigia Cova; dal matrimonio nacquero due figli, deceduti prematuramente. Ferrazzi dedicò tutta la sua vita all’attività agricola, tanto che nel 1893 acquistò le proprietà fino ad allora avute in affitto. In quegli anni la vita contadina non era semplice; le difficoltà erano costanti: le epidemie che danneggiavano il raccolto, scarsità d’acqua e importazione di prodotti a prezzi più bassi. Gli anni a cavallo del 1900 furono caratterizzati da importanti cambiamenti come l’introduzione della corrente elettrica, dei concimi chimici e di nuovi macchinari. Ferrazzi fu parte attiva in questi processi di innovazione nel territorio locale. Si impegnò in una trasformazione fondiaria ed edilizia e fu attivo sull’intero territorio contribuendo significativamente alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale, non solo a Villa Cortese ma anche nella piccola frazione di Olcella, dove fece costruire la casa per il sacerdote e un istituto in cui tenere le lezioni scolastiche ai figli dei contadini. Nel 1930 Luigia Cova si spense nel cordoglio generale. Dopo la scomparsa dei due figli e nell’impossibilità di averne altri, Luigia si era dedicata a Giuseppe Stefanetti, un orfano residente a Villa Cortese, e aiutò il marito facendo da tramite tra lui e coloni. Nel 1933, assistito dalla nipote Pia Cova, anche Francesco si spense. Quest’uomo, che anche negli ultimi mesi della sua vita rimase fortemente legato alla terra e che nella vita ha ben compreso quanta fatica richiedesse tale lavoro, a testamento dispose che fosse nominato esecutore il Comune di Busto Garolfo (allora Villa Cortese ne era una frazione); pose inoltre il vincolo che si creasse una Fondazione, proprietaria di tutti i suoi beni, con il fine primario di promuovere l’insegnamento tecnicopratico nel settore agricolo attraverso l’istituzione di una scuola gratuita per i figli dei contadini. Il suo desiderio è stato realizzato e, a ottant’anni dalla fondazione, la Scuola Ferrazzi Cova continua a perseguire i desideri del suo fondatore. 23 LA STORIA ECONOMIA Nella foto sopra, da sinistra: Renato Arienti direttore tecnico della fondazione, Bruno dell'Acqua presidente della fondazione Ferrazzi Cova e Alessandro Ubiali presidente della società agricola business che fa fronte alla situazione di costante incertezza del mercato e ai sempre maggiori controlli imposti. Differenziare la produzione si è rivelato fondamentale sia per una ragione istituzionale –proseguire la storica collaborazione con l’Istituto Tecnico Agrario Statale G. Mendel e permettere ai futuri operatori del settore di sperimentare l’attività agricola, anche attraverso degli stage effettuati presso l’azienda– sia per far fronte a momenti di calo della domanda o di cattiva produzione. «Se un settore non dovesse produrre a sufficienza si potrebbe sopperire a tale calo con le altre aree di produzione» prosegue il direttore Arienti. Per raggiungere una maggiore autonomia la Fondazione nel 2013 ha investito un significativo capitale nella creazione di una piccola centrale di produzione di energia da biogas. Uno degli obiettivi di questa continua espansione e ricerca di autosufficienza è di essere un esempio per le realtà locali del settore agricolo e allo stesso tempo educare le persone alla valorizzazione dei prodotti tipici facendone comprendere le qualità intrinseche. Questa multi settorialità, abbinata a 24 una gestione attenta, ha permesso alla Fondazione di superare questi ultimi anni critici. Precisa il presidente: «Il mondo agricolo, settore primario della catena economica, ma anche alimentare, è sempre penalizzato; le piccole realtà tendono a rimetterci. Possono sopravvivere o i grandi nuclei familiari, con una gestione interna del patrimonio, o le grandi imprese». In seconda battuta, a influenzare un settore che vive una congiuntura molto complessa, vi è la questione che i prezzi dei prodotti agricoli sono condizionati dai mercati mondiali e vengono imposti ai produttori (basti pensare che i prezzi dei cereali sono determinati dall’andamento della Borsa di Chicago). La Fondazione ha però cercato ulteriori possibilità di sviluppo, abbattendo una parte dei costi portando all’interno alcuni processi di trasformazione. Ma di fronte a un tale impegno verso il territorio e la realtà locale è inevitabile confrontarsi con le istituzioni; infatti tutte le attività produttive, per poter essere esercitate, abbisognano di certificazioni e permessi. Bruno Dell’Acqua, presidente della Fondazione, aggiunge: «Sebbene questa affermazione sembri paradossale, mi sento di dire che per i buoni coltivatori e i buoni allevatori la burocrazia può diventare una difesa per i loro prodotti di qualità, soprattutto per proteggerli dalla contraffazione alimentare sempre più diffusa. Queste certificazioni aiutano a creare consapevolezza e sicurezza nei consumatori, sulla qualità del prodotto; elemento per noi fondamentale». Tra le istituzioni con cui la Fondazione, ancora oggi, collabora vi è la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate. Due diverse realtà con un’unica finalità di intenti e visione: valorizzare il territorio per favorirne lo sviluppo. «Come la fondazione anche la BCC è vicina ai problemi aziendali e del mondo contadino (tanto è vero che la sua prima denominazione sociale era Cassa Rurale ed Artigiana) e ci sostiene da sempre; siamo suoi soci e correntisti. La Banca, esaminati il progetto della centrale e tutta la documentazione necessaria, ci ha aiutato finanziandoci nella costruzione dell’impianto a biogas» precisa il presidente. La Fondazione Ferrazzi Cova è un ente che, al momento, gode di buona salute e vanta una pluralità di progetti finalizzati alla valorizzazione e promozione delle loro piccole eccellenze territoriali. Ma cosa c’è nel suo futuro? Il presidente e il direttore sono consapevoli che sia necessario rafforzare le attività commerciali e la specializzazione. Infatti, tra gli obiettivi, con la dovuta prudenza e cautela, dichiarano di voler aprire uno spaccio aziendale nel quale vendere i prodotti da loro raccolti direttamente ai consumatori, eliminando gli intermediari: il così detto “chilometro zero”. «Pensando ancora più in grande ci piacerebbe introdurre la produzione di birre artigianali. L’idea nasce dalla considerazione che è una nicchia di mercato ancora poco sviluppata nel nostro territorio. Vorremo essere un esempio e far comprendere che ci sono grosse potenzialità ancora inespresse per tutti coloro che credono nella terra e nei suoi prodotti». Basta colletti bianchi: siamo un'azienda di servizi per la crescita del nostro territorio Nelle conversazioni sul lavoro con Massimo Folador, il direttore Luca Barni ha parlato della trasformazione del bancario: da tipico lavoro impiegatizio a professionista proattivo L a banca è un’azienda di servizi per far crescere il territorio: è il messaggio mandato dal direttore generale della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate, Luca Barni, all’incontro dal titolo “Un’impresa possibile. Conversazioni sul lavoro con Massimo Folador”, tenutosi il 23 marzo nell’auditorium della Fondazione San Giacomo a Busto Arsizio. Barni, insieme con i giovani imprenditori Stefano Aschieri, di Wood’d, e Giacomo Casati, della Fonderia Casati S.p.A., partendo dall’ultimo libro di Folador, “Un’impresa possibile”, ha affrontato le questioni dell’impresa, dei giovani e del rinnovamento per il miglioramento. Titolo dell’intervento di Barni è stato il rapporto tra bene comune e banca, svolto a partire dalle trasformazioni che hanno investito il mondo bancario negli ultimi anni, ridisegnato il mestiere e scosso molte convinzioni a riguardo. «Fare il bancario oggi non significa più sedersi dietro una scrivania o uno sportello in attesa di fare operazioni richieste dal cliente: oggi il lavoro del bancario deve essere una professione proattiva orientata a fornire un servizio consulenziale altamente qualificato –ha affermato Barni–. Questo è il modus operandi per dare un sostegno effettivo all’economia reale del territorio, ossia a famiglie e imprese». Una svolta, la trasformazione in chiave schiettamente aziendalistica del lavoro bancario, che passa di necessità da una valorizzazione delle risorse umane presenti: «All’interno della nostra BCC abbiamo sostituito il termine banca con quello di azienda, a sottolineare il diverso approccio che devono avere verso il lavoro i nostri collaboratori –ha spiegato il direttore–. È fondamentale, per trasformare la natura di questo lavoro, puntare sulle persone, sullo sviluppo dei talenti, sulla loro valorizzazione e professionalizzazione. Soltanto coinvolgendo i collaboratori tramite i responsabili di progetto si arriva a elevare il benessere sul luogo di lavoro, la realizzazione per- sonale; quindi a influire in maniera decisiva sui servizi erogati al cliente. Questo, nel nostro caso, quello di una banca-azienda locale orientata all’economia reale, si traduce sempre più in un’attività consulenziale: la banca, in altre parole, non è più soltanto un salvadanaio per i risparmi ma, ad esempio, un luogo dove si decide con il cliente come investire al meglio, a seconda delle necessità, questi soldi». Parole che, negli ultimi anni, in BCC sono diventate fatti, principi che si sono trasformate nel lavoro quotidiano e che hanno dimostrato di essere una risposta alle esigenze sempre più complesse della clientela odierna. «Con il venir meno delle sicurezze garantite per decenni dal welfare statale, la mia banca, ad esempio, fa consulenza in materia di previdenza complementare e, più in generale, svolge un’opera di educazione finanziaria. Ma per far questo –ha concluso Barni- bisogna coinvolgere, professionalizzare e motivare adeguatamente i propri collaboratori. Questo, oggi, è il modo con cui una azienda come è la banca può contribuire alla crescita del bene comune: proporre soluzioni e servizi tagliati su misura per i clienti, siano questi privati o aziende». “Un’impresa possibile”, il testo di Folador, consulente e formatore, oltre che direttore dell'unità di studi dell'Etica della Liuc, è il frutto di dieci anni di lavoro a contatto con le imprese e con le persone. Il libro propone un percorso che unisce pratica e pensiero, sulla base dell’insegnamento dei monaci benedettini. La dottrina sociale, in quest'ottica, entra a far parte dell’economia civile e costituisce la prospettiva preferenziale per la ripresa delle imprese e del nostro Paese. 25 L'INDAGINE L'INDAGINE Dal Novanta al nuovo millennio: un cambiamento durato 15 anni Tra luci e ombre, il passaggio nel nuovo secolo è stato caratterizzato da tre lustri vissuti tra una rivoluzione tecnologica e una crisi economica senza precedenti I l nuovo millennio ha portato con sé numerosi cambiamenti: negli ultimi 15 anni il volto del nostro Paese, in particolare, è mutato e si è evoluto, anche se non sempre in meglio. Come siamo oggi rispetto a quando, forse troppo ottimisti e fiduciosi, abbiamo girato il calendario sulla pagina del nuovo millennio? «Questi anni sono stati incredibilmente veloci e hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e di disegnare i rapporti umani – afferma il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi -. I cambiamenti sono avvenuti così rapidamente che è stato quasi difficile percepirli: gli strumenti tecnologici e di comunicazione ci permettono di fare cose che fino a 26 ieri erano inimmaginabili. Si tratta di modifiche radicali, i cui risultati sembrano tuttavia offuscati da una crisi perdurante». Gli anni di crisi economica hanno costretto molti a fare i conti con le proprie capacità e potenzialità. Un aspetto che non è necessariamente negativo: «Tutto dipende da quale prospettiva si guardano le cose – osserva il direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Luca Barni -. Il mondo odierno è più veloce e complesso: per qualcuno questo rappresenta una difficoltà, mentre per altri, tra cui mi ci metto anch’io, è un’opportunità. Oggi non è più il pesce grande che mangia il piccolo, ma il pesce veloce che mangia quello lento: bisogna avere la capacità di adattarsi e cambiare e per riuscirci bisogna avere sempre una visione complessiva delle situazioni, cogliendo anche l’invisibile. In questo modo tutto è più stressante, ma anche più stimolante». Secondo il sondaggio condotto da SWG “Scenari di un’Italia che cambia”, pubblicato a maggio 2015, tre sono gli aspetti principali su cui soffermarsi per analizzare i cambiamenti di questo squarcio di secolo: primo, le difficoltà nel passaggio intergenerazionale, caratterizzate da una parte dalla voglia di cambiare e dall’altra dalle difficoltà nel fidarsi dei giovani dall’altra; secondo, lo sgretolamento del tessuto sociale, conseguenza delle difficoltà economiche di questo periodo; terzo, la spinta verso la vita green, che ha conosciuto in questi anni un vero e proprio boom. Tra i mutamenti principali avvenuti nel nuovo millennio c’è quello della frattura tra vecchie e nuove generazioni, con l’aumento dello scetticismo nei confronti dei giovani. Un dato che cela una contraddizione: se da un lato si sente la mancanza di futuro e si avverte il bisogno di cambiamento, dall’altro il nostro Paese appare arroccato sulla difensiva, aggrappato alle consuetudini del passato e diffidente verso le nuove generazioni che sono giudicate poco affidabili e capaci. Dal 2003 al 2014, la non fiducia verso i giovani è passata dal 54% al 62%, mentre la fiducia nel fatto che i ragazzi di oggi abbiano energie e risorse pari alle generazioni che li hanno preceduti e siano in grado di offrire un apporto significativo al presente è passata dal 46% del 2003 al 31% del 2010, per risalire al 38% del 2014. «La percezione diffusa è che la difficoltà del passaggio generazionale sia aumentata negli ultimi anni, ma in realtà non è mai stato facile – argomenta Scazzosi -. Si pensi al nerbo dell’economia italiana, che è composto da piccole e piccolissime imprese, molto spesso basate su un’unica persona che fatica a passare il timone ad altre, soprattutto in un momento in cui le acque sono agitate. Bisogna prendere atto del fatto che esiste una generazione di uomini che si è fatta da sé, per i quali è fisiologicamente difficile fare un passo indietro e lasciare il posto. Più che di una questione di fiducia verso i giovani, è una questione di personalismo». Secondo il nostro direttore generale, Luca Barni, il problema è il contrasto tra la generazione dei diritti acquisiti e quella della flessibilità totale. «Ci sono difficoltà di comunicazione tra persone con un vissuto completamente diverso: da una parte le vecchie generazioni che vivono di diritti acquisiti che, come ha detto il Ministro del Lavoro Poletti, quando non sono fondati sono dei privilegi; dall’altra i giovani che vivono Cresce la frattura intergenerazionale 54 46 58 59 57 65 69 67 65 63 62 Non fiducia 42 41 2003 2004 2005 43 35 2007 2009 33 31 2010 2011 37 35 38 Fiducia 2012 2013 2014 Valori espressi in % I dati si riferiscono alla fiducia verso i giovani: dopo fasi altalenanti, è in crescita l'atteggiamento positivo Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015 nella flessibilità più totale e per cui ogni giorno è diverso dal precedente. Quando un giovane entra da dipendente in banca è pieno di entusiasmo e voglia di fare: mette a disposizione il proprio tempo libero facendo straordinari e frequenta corsi di aggiornamento. Un atteggiamento profondamente diverso da quello della vecchia generazione, che troppo spesso crede di sapere già tutto. Il dialogo tra generazioni è da incentivare perché, quando avviene, è molto proficuo: chi ha più esperienza ha molto da insegnare e i giovani sono molto ricettivi e disponibili a imparare». Una testimonianza in controtendenza è quella di Mirko Reto, 39enne titolare della TPS Packaging di Ternate, che ha cominciato la propria avventura imprenditoriale poco più che trentenne, nel 2007, appena prima dell’inizio della crisi. «Non sono figlio di imprenditori, ma di operai e impiegati – racconta–. Ho deciso di prendere in mano un’azienda mia dopo una carriera da direttore com- HANNO DETTO Ignazio Parrinello Vice presidente vicario Bcc Busto Garolfo e Buguggiate Due elementi intangibili, ma a mio avviso importanti quanto il capitale, devono mettere in campo i giovani che desiderano fare impresa. La prima condizione è di farlo per convinzione, non sentendosi forzati da ragioni di passaggio generazionale. Spesso nelle imprese familiari i genitori costringono, quasi, i figli a seguire le proprie orme, ma il proprio percorso uno deve sceglierselo liberamente. La seconda risorsa è l’orgoglio. Orgoglio ed entusiasmo sono indispensabili per conquistare e mantenere la fiducia e per ottenere i migliori risultati. 27 L'INDAGINE merciale e da amministratore delegato di una Spa. Ho cominciato con un’impresa che sviluppa packaging e dopo un paio d’anni ne ho fondato un’altra, conseguenza del bisogno di servizi che ho riscontrato fra la mia clientela». Tutto è nato dalla volontà di rimettersi in gioco, esponendosi in prima persona: «Quando ho deciso di mettere le mie capacità al servizio di un progetto mio – prosegue Reto – ho chiesto supporto alle banche dando una garanzia reale, la mia casa. I miei interlocutori hanno accettato la sfida e mi hanno dato fiducia. Sono partito con un piccolo ufficio e oggi abbiamo una sede di 1.500 metri quadri per due aziende in crescita continua». Nel convincere partner, fornitori, finanziatori e stakeholder l’età, secondo Mirko Reto, passa presto in secondo piano: contano la correttezza e la serietà. Due parole d’ordine che, secondo l’imprenditore di Ternate, valgono soprattutto adesso che siamo reduci da una crisi pesante: «Se oggi avessi trent’anni, rifarei tutto. Vedo piccoli segnali di ripresa e spazi di crescita che è fondamentale occupare L'INDAGINE ora». Diversa l’esperienza di Gilberto Alberti, titolare della Alpa Plastic di Galliate Lombardo, imprenditore con oltre quarant’anni di esperienza, che ricorda i tempi in cui essere un “self made man”, com’è stato lui, era indubbiamente più semplice. «I giovani con coraggio e capacità ci sono oggi come c’erano quarant’anni fa: ciò che è cambiato è il conte- Una società funziona quando tutti fanno il proprio dovere: questo oggi significa mettere in circolo fiducia sto –afferma–. Una volta le difficoltà erano dentro di noi, ora si aggiungono quelle che arrivano dall’esterno, sia per gli effetti della crisi, sia per la burocrazia e le regolamentazioni che si accumulano e rendono difficile lavorare nel quotidiano. A questo si aggiunga un sistema ban- cario che è sempre meno propenso a rischiare». Se i problemi di passaggio tra generazioni puntano i riflettori sulla fragilità del futuro, per fare luce sulla debolezza del tessuto sociale e relazionale è indicativo concentrarsi sulla dicotomia inclusione ed esclusione. Rispetto al 2005, oggi la forbice tra quanti si sentivano inclusi nel proprio contesto si è invertita e l’ampiezza dell’apertura tra le lame si è andata ampliando, fino al gap di 46 punti di oggi. Dieci anni fa quelli che si sentivano inclusi erano il 54%, dieci anni dopo il 27%. Viceversa, gli esclusi sono cresciuti in modo lento e inesorabile, passando dal 46% al 73% nello stesso periodo. Un processo preoccupante che è riflesso di un’economia traballante, ma anche segnale d’allarme di un possibile rischio sociale. «La crisi che il mondo ha conosciuto in questi anni è stata anzitutto di valori: non dimentichiamoci che tutto è iniziato con le esagerazioni delle finanze statunitensi, ad opera di supermanager che hanno, di fatto, mandato all’aria i rapporti di fiducia esistenti –ricorda il presidente Mirko Reto - Tps Packaging (Ternate, VA) Gilberto Alberti - Alpa Plastic (Galliate Lombardo, VA) «Un giovane imprenditore non pensi che l’azienda serve ad arricchirsi. Bisogna lavorare per dare valore all’azienda» «Ai giovani imprenditori manca il tempo per maturare, riflettere e crescere» Serietà e correttezza generano fiducia e crescita. Questo è ciò che ho imparato lavorando prima come direttore commerciale e amministratore delegato, e poi diventando imprenditore, nel 2007, quando avevo poco più di trent’anni. All’inizio non è stato facile arrivare davanti a persone di sessant’anni, con moltissima esperienza, e convincerle ad avere fiducia in me e nelle mie idee. Ma ho cominciato dando garanzie reali e dimostrando a finanziatori, fornitori e collaboratori la serietà del mio progetto. Bisogna avere una visione orientata agli altri: per prima cosa ai clienti, che vanno approcciati non con l’idea di proporre loro il proprio prodotto, ma sviluppando il prodotto stesso in base alle loro esigenze, per dare loro una risposta valida. Io credo che un giovane imprenditore sia veramente forte quando non considera l’azienda come un mezzo per arricchirsi personalmente, ma lavora per dare valore all’azienda, patrimonializzandola. Questo è un aspetto fondamentale per rapportarsi con le banche, i fornitori e gli stakeholder, un modo di operare che genera sviluppo per tutti. Ai miei tempi un giovane che voleva “farsi da sé” cominciava presto e seguiva un percorso quasi obbligato: gli studi, il servizio militare e poi il mettersi alla prova sul campo. Contavano le capacità del singolo. Oggi non è più così. Una grossa differenza che io vedo nelle giovani generazioni è che sono state derubate del tempo. Conosco giovani che lavorano anche dodici ore al giorno, con una routine oppressiva. A queste persone è stato portato via il tempo, e senza tempo per riflettere non si matura, non si cresce. Il tempo di un imprenditore, oggi, viene speso in gran parte per tenere dietro alle difficoltà burocratiche, alle leggi che cambiano in continuazione, alle regolamentazioni confuse e a una tassazione esasperata. Naturalmente non dico che i controlli e le regole non debbano esistere, ma è diventato impossibile soddisfare tutti gli adempimenti richiesti senza impazzire. Il tempo perso dietro queste cose è immane, ed è tutto spazio rubato ai progetti, alla creatività, alla maturazione di una persona. 28 HANNO DETTO Lo sgretolamento del tessuto sociale 54 51 46 49 2005 2007 58 57 63 64 37 36 2011 2012 42 43 2009 2010 69 73 Esclusi Inclusi 31 2013 27 2014 Valori espressi in % Il trend rivela il senso di integrazione e inclusione rispetto al contesto sociale ed economico Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015 della Bcc, Roberto Scazzosi-. È chiaro che se si hanno in portafoglio titoli che non valgono nulla o se si presta del denaro che non torna indietro, i rapporti si sfaldano. Allo stesso modo, se si fa domanda per accedere al credito senza averne i titoli, si perde la fiducia, che è la vera moneta dell’economia. La crisi ha reso tutto più guardinghi: nel momento in cui si stringono i cordoni, la diffidenza deflagra ancora di più. Quindi se è vero che tanti giovani demo- tivati si siedono perché alle spalle hanno famiglie che ne garantiscono la sopravvivenza, ma è fuori di dubbio che oggi è più difficile trovare il proprio posto. Diceva Giovanni Falcone che una società funziona quando tutti fanno il proprio dovere. Oggi fare il proprio dovere significa favorire la compattezza e mettere in circolo fiducia. Come banca è fondamentale dare e ricevere fiducia: per riavviare i motori tutti devono mettersi in gioco e concedere fiducia all’altra parte. Mauro Colombo Vice presidente Bcc Busto Garolfo e Buguggiate Gli italiani hanno finalmente capito che la sensibilità ambientale non è solo una moda, ma un’esigenza per lo sviluppo del Paese. Anche i numeri confermano che è la giusta scelta da fare. Secondo il rapporto Greenitaly 2014, l’economia verde in Italia è una realtà: lo spread green (la differenza nell’emissione di anidride carbonica per la produzione industriale) è di 98,5 tonnelate di CO2 per ogni milione di euro di prodotti realizzati, a fronte di una media europea di 141,3 tonnellate. Le evoluzioni del mondo del lavoro sono continue e seguono paradigmi di una complessità che prima era sconosciuta. I cambiamenti non devono essere solo un deterrente per qualsiasi iniziativa: è una sfida e soltanto adeguandosi si può restare in gioco». Molti in questo nuovo millennio si sono rimessi in discussione. Se nel 2003 il 64% delle persone si sentiva inadeguato di fronte ai cambiamenti, oggi la curva si è invertita e la maggioranza degli italiani (il 29 L'INDAGINE HANNO DETTO Giuseppe Barni Componente comitato esecutivo Bcc Busto Garolfo e Buguggiate In questi ultimi anni c’è stata senza dubbio una crescente propensione alla eco-sostenibilità, che viene vista come opportunità e non più come obbligo. Ho potuto constatare in prima persona questo cambiamento grazie al mio lavoro come imprenditore nel settore della vendita e distribuzione di elettrodomestici. È vero che è la legge a imporre la classe A su alcuni elettrodomestici, ma sono gli stessi clienti a prestare attenzione alla classe energetica, cosa che non accadeva qualche anno fa. Oggi la gente ha capito che con la classe giusta si può risparmiare fino al 60% di consumi. 52% per la precisione) si sente adeguato alle sfide. La capacità di adattamento verso le novità, anche se non sempre gradite, non è certo da sottovalutare. Certo, la quota di inadeguatezza resta sempre ampia, ma la strada appare meno in salita rispetto allo scorso millennio. «Una volta c’erano i lavori “secolarizzati” e questo, per gran parte della classe media, comportava un certo reddito –spiega Luca Barni-. Oggi stiamo assistendo allo sfaldamento della classe media, che ha problemi di perdita del reddito e che ha difficoltà di riconversione. Si va verso un low cost generalizzato e sempre più senza intermediari. Pensiamo al conto bancario online, che piace perché è comodo, senza spese e anche perché consente di non avere contatti con le banche che di solito non sono molto simpatiche. La disintermediazione sta interessando altri settori, come i tassisti che vedono il proprio potere eroso a suon di app dagli autisti di Uber: una recente sentenza ha dato ragio- 30 L'INDAGINE Cooperazione e mutualismo contro le fragilità Il senso di esclusione, non solo economica, sperimentato da una parte sempre più grande della popolazione italiana è frutto di una serie di fenomeni ai quali chi opera nel sociale guarda con molta attenzione, cercando risposte al passo con i tempi. Gian Piero Colombo, assessore alle Politiche sociali a Legnano, spiega che negli ultimi anni si sono riscontrati tre fenomeni dirompenti. «L’invecchiamento della popolazione determina l’aumento della domanda di servizi di tipo sanitario; l’immigrazione ha modificato la composizione delle famiglie e reso necessari interventi di mediazione culturale e integrazione, soprattutto scolastica; infine, crisi economica e disoccupazione hanno fatto sì che nuove fasce di popolazione, un tempo autonome, ora manifestino nuovi bisogni. La domanda di sostegno al reddito è cresciuta in modo drammatico». Con il progetto So.Le, acronimo di Sociale Legnanese, undici comuni del territorio si sono associati per gestire questi servizi in maniera congiunta. Bisogna fare rete per sostituire quelle reti che non esistono più: «Un welfare esclusivamente distributivo non è più concepibile –afferma Colombo– Oggi occorre pensare a un welfare di comunità, mettendo insieme competenze, specializzazioni e servizi per operare in modo integrato». Mutualismo e sussidiarietà sono le parole chiave per affrontare le sfide del futuro anche secondo Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria: «Di fronte alla contrazione della spesa pubblica da una parte e all’aumentare, dall’altra, delle fragilità, quello cooperativo è un modello che dimostra tutta la sua validità. Non si tratta solo di dare risposte di tipo assistenziale. Le cooperative creano innanzitutto occupazione, e in molti casi, come accade per le cooperative sociali di tipo B, reinseriscono in un contesto lavorativo proprio le persone più escluse». Le cooperative coinvolgono tanti diversi soggetti, che diventano così protagonisti e parte attiva delle comunità in cui operano. «È questa l’unica strada da percorrere –conclude Frangi– di fronte a un welfare pubblico che non garantisce più risposte e a un welfare privato che è però fattore di divario sociale ed esclusione». ne ai tassisti, ma è solo questione di tempo. Il punto è che oggi la classe media è in difficoltà perché non vuole rimettersi in gioco, adattarsi e accettare i cambiamenti. Molti lavori, magari poco prestigiosi ma molto redditizi, sono quasi completamente appannaggio di immigrati. La verità è che con la pancia piena è possibile scegliere quale tipo di lavoro si preferisce, mentre se la pancia è vuota si prende tutto quello che viene: è necessario essere flessibili». Un trend in netta ascesa in questi anni è invece quello ambientale. I favorevoli ai comportamenti green e una società sempre più ecologica sono passati dal 57% del 2007 al 71% di oggi. Gli italiani sono entrati nel nuovo millennio con la sensazione che l’essere sensibili all’ambiente fosse una moda e nel corso degli anni hanno acquisito la consapevolezza che il tema green sia uno dei più importanti: un comportamento che esprime la convinzione che la tutela dell’ambiente non sia solo una moda, ma una vera e propria esigenza per lo sviluppo del Paese. I “green” sono passati dal 57% del 2007 al 71% del 2014, mentre, nello stesso periodo, i “no green” sono precipitati dal 43 al 29%. Secondo il contenuto del rapporto sulla green economy 2014 («Le imprese della green economy: la via maestra per uscire dalla crisi») realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dall'Enea, sono sempre più numerose le aziende che puntano sulla riconversione ecologica. L'ambiente non è più percepito, da molti imprenditori, come ostacolo o vincolo, ma sempre più spesso come opportunità di nuovo sviluppo. E in Italia l'eco-innovazione mostra una tendenza positiva. Nel 2012, secondo la classifica europea, era al quindicesimo posto, nel 2013 è salita al dodicesimo, tanto che 'il 98% degli imprenditori italiani afferma che si deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente di energia e risorse. Secondo il rapporto GreenItaly 2014, presentato dalla fondazione Symbola e da Unioncamere, l’economia verde italiana è in continua crescita. Sono 341.500 le aziende di almeno un dipendente nel nostro paese che negli ultimi sei anni hanno investito in prodotti o tecnologie ecosostenibili. Una scelta che, dati alla mano, sembra pagare, visto che il 18,8% delle aziende “verdi” ha visto crescere il proprio fatturato nel 2013, contro il 12.6% della media italiana. La fotografia dell’Italia nel 2015 è quella di un Paese in cerca di solidità, rabbioso per ciò che ha perso, impaurito dalle contraddizioni, ma energico, alla ricerca di una guida, di una classe dirigente in grado di ridare dinamismo, forza ed entusiasmo. Lo stesso rinnovato clima di In crescita la sensibilità ambientale Green 57 54 2007 62 54 2009 69 69 72 72 71 No Green 54 54 2010 2011 54 54 2012 2013 54 2014 Valori espressi in % Per gli italiani la tutela dell'ambiente non è una moda, ma una necessità per lo sviluppo del Paese Fonte: SWG Lab - Scenari di un'Italia che cambia - maggio 2015 fiducia emerge dal rapporto annuale dell’Istat, secondo cui il 2015 si è aperto con una serie di indicazioni positive, in particolare per quel che riguarda il clima di fiducia di fami- «La realtà non è quella del Mulino Bianco» Da vent’anni guida una delle migliori aziende agricole della provincia di Varese, che fa della selezione genetica il suo fiore all'occhiello. Michele Pianezza, 42 anni, titolare dell’azienda agricola Cascina Prada a Casalzuigno, che si occupa di allevamento di bovini e vendita di latte, è “imprenditore green” quasi per caso: «L’azienda è stata fondata da mio nonno, che già nel 1986 aveva investito in genetica, precorrendo i tempi – racconta Michele -. Purtroppo è morto improvvisamente quando avevo 22 anni e così ho deciso di rilevare l’azienda. Sono partito da zero, facendo tutta la gavetta e imparando moltissimo». Nel frattempo Michele è riuscito a terminare gli studi e si occupa anche della parte creativa dell’altra azienda di famiglia, che tratta complementi d’arredo e di oggettistica. Oggi l’azienda agricola è una realtà ben avviata, con 80 capi in mungitura e altri 90 che compongono il giovane bestiame, distribuiti su una superficie di 50 ettari. «Sicuramente negli ultimi anni c’è più attenzione verso il “green”, anche se è molto idealizzato rispetto alla realtà: la gente si immagina le praterie della pubblicità, ma la realtà è molto diversa. Si lavora con del capitale vivo e ci sono molte variabili, bisogna essere bravi a limitare il più possibile gli imprevisti». glie e imprese. Insomma, i segnali di speranza perché questo nuovo millennio, dopo un inizio difficile, porti con sé un vento di rinnovamento, non mancano. HANNO DETTO Diego Trogher Componente comitato esecutivo Bcc Busto Garolfo e Buguggiate Sono le cose semplici che possono aiutare a tenere insieme un tessuto sociale che si sta sgretolando sempre di più. Le azioni concrete e incisive portate avanti dalle piccole associazioni e dalle piccole imprese, che trovano forza nell’aggregarsi per aiutare chi è in difficoltà. La nostra Banca da sempre opera in questa dimensione e oggi, ancora una volta, dimostra l’importanza dei propri valori e del proprio modo di essere, intervenendo per costruire reti che sono, prima di tutto, umane. 31 TERRITORIO EDICOLA Il settimo concorso fotografico N ell’anno dell’esposizione internazionale di Milano, la nostra Bcc dedica ad Expo il concorso fotografico. “Il Nostro Expo” è infatti il titolo della settima edizione dell’iniziativa che, organizzata dal Circolo culturale e ricreativo della nostra banca, mira a valorizzare il territorio facendo leva sulla passione per la fotografia che molti coltivano. L’intento è quello di raccogliere una particolare testimonianza di ciò che è l’esposizione internazionale e di quello che rappresenta per l’Altomilanese e il Varesotto. Il concorso è gratuito e aperto a tutti. Due le sezioni previste - fotografie a colori e in bianco e nero - a tema unico. Ogni autore può partecipare con un massimo di quattro fotografie per sezione; le foto devono essere presentate sia in formato cartaceo (stampa 20x30 cm) con sul retro riportati il numero progressivo, il titolo, il luogo, la data, oltre al nome e cognome dell’autore; sia in formato digitale (jpg) in risoluzione 300 dpi su cd o chiavetta usb. I materiali possono essere consegnati a mano nelle filiali della Bcc, presso la sede del Ccr tutti i giovedì dalle 21 alle 22, oppure inviati a “Concorso fotografico - Circolo Culturale, Bcc Busto Garolfo e Buguggiate, via Manzoni 50, 20020 Busto Garolfo (Mi)”. Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il prossimo 5 novembre. Previsti premi nelle due sezioni per i primi tre classificati; saranno inoltre riconosciuti premi speciali per la miglior fotografia ai soci Ccr e Bcc e ai ragazzi under 16; le dieci migliori opere segnalate dalla giuria riceveranno una menzione. La premiazione, con la mostra delle opere ammesse, è in programma sabato 28 novembre nell’auditorium Don Besana. CON LA LILT Si rafforza la collaborazione tra la Lilt di Legnano e la nostra Bcc. Il 25 marzo, in occasione della Settimana Nazionale per la Prevenzione, per il decimo anno consecutivo la nostra banca ha voluto promuovere il tour della prevenzione a Busto Garolfo: le oltre 110 visite per la diagnosi precoce dei tumori confermano la grande attenzione che viene riposta nell’iniziativa. Presenti anche il presidente della nostra Bcc Roberto Scazzosi e il presidente del Ccr Maria Carla Ceriotti. Si è invece concluso il 30 maggio il concorso “Agente 00Sigarette” promosso dalla Lilt legnanese in 50 scuole per la prevenzione sul fumo. Il disegno vincitore è stato quello elaborato dalla classe 4 A delle “Mazzini” di Legnano: grazie alla nostra Bcc l’illustrazione diventerà il manifesto della prossima edizione del concorso. IL "RITRATTO DI MONTAGNA" DEL CAI DI CASTELLANZA Ha celebrato un doppio anniversario la mostra fotografica “Ritratto di montagna” organizzata dal CAI di Castellanza: i 70 anni della sezione cittadina e i 150 anni della conquista del Monte Cervino. Dal 23 maggio al 7 giugno Villa Pomini a Castellanza ha ospitato un centinaio di foto, tutte rigorosamente in bianco e nero, scattate da Franco Restelli. All’inaugurazione è intervenuto il consigliere della nostra banca Vittorio Pinciroli. 32 "Merito casa" ha fatto scuola nel settore immobiliare 33 ASSOCIAZIONE CCR TERRITORIO La Bustese calcio in serie D Giuseppe Fierro - AsseFocale DONNE IN CANTO Ha fatto tappa a Busto Garolfo il 20 maggio la settima edizione del festival “Donne in Canto”. Al teatro Sacro Cuore Teresa Bruno ha messo in scena lo spettacolo di clownerie “Rosa”, terza puntata della rassegna di musica e parole al femminile ideata e diretta da Giorgio Almasio e realizzata con il sostegno della nostra Bcc. Presente in sala il consigliere Vittorio Pinciroli. L’edizione 2015 di “Donne in Canto” ha avuto come madrina la cantante Mietta e ha coinvolto otto comuni dell’ovest milanese. MUSICA SACRA A PARABIAGO Anche la nostra Bcc ha voluto ricordare monsignor Marco Ceriani nel ventennale della sua scomparsa. La nostra banca ha sostenuto il concerto di musica sacra che la parrocchia Santi Gervaso e Protaso ha dedicato al sacerdote rimasto per oltre 65 anni attivo a Parabiago e che si è svolto domenica 24 maggio. Protagonisti sono stati la corale Santa Cecilia di Parabiago (fondata da mons. Ceriani nel 1943) e il coro e l’orchestra MusiCuMozart di Nerviano diretti dal maestro Carlo Roman. 34 Il Circolo Culturale Ricreativo attento a giovani, arte e cultura C L a promozione in sedie D ha suggellato una stagione storica per la US Bustese calcio. La squadra di Busto Garolfo ha chiuso il campionato d’eccellenza con 72 punti, ben 10 di distacco sulla seconda classificata, 75 gol fatti e solamente 25 subiti, zero sconfitte e una media di 2,4 punti a partita. Non solo. E per festeggiare ha voluto al suo fianco la nostra Bcc, storico partner dell’unione sportiva. Domenica 26 aprile i colori granata hanno riempito la sala Don Besana in occasione della festa che la società sportiva ha voluto organizzare con tutto il team e la tifoseria per celebrare non solamente il primo posto in classifica e promozione, ma anche la vittoria della Coppa Italia Lombardia e la finale della Coppa Italia nazionale dilettanti. «Siamo orgogliosi di vedere la Bustese raggiungere risultati così prestigiosi», ha detto il presidente della nostra banca Roberto Scazzosi, presente insieme con il sindaco Susanna Biondi e il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Felice Belloli. «Da sempre la Bcc sostiene la Bustese perché lo sport è un momento oltre che agonistico, soprattutto educativo». Non sono mancati i ringraziamenti di Giancarlo Piatti, presidente della Bustese: «Il risultato è merito di tutto lo staff, giocatori, allenatore ma anche di chi ha continuato a sostenerci come la Bcc». on un calendario davvero fitto, il Circolo Culturale e Ricreativo si conferma il braccio operativo della nostra Bcc. Da Firenze, passando per Milano e Sirmione, le attività promosse sono arrivate fino all’Inghilterra raccogliendo sempre grandi consensi. Il CCR ha vissuto una primavera molto intensa proponendo la visita alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano per ammirare il Codice Atlantico di Leonardo, una due giorni per scoprire Firenze e la gita fuori porta per una tappa sul lago di Garda alla scoperta di Sirmione. Non sono mancati gli appuntamenti dedicati agli amanti della fotografia con il corso base di fotografia digitale e il “Maggio Fotografico” organizzati in collaborazione con il circolo fotografico Chiaroscuro. Anche per il 2015 è stata confermata la vacanza studio d’inizio luglio per i giovani dai 13 ai 16 anni in uno dei più prestigiosi college inglesi: il Kings College di Bournemouth. Sempre guardando ai più giovani, il CCR ha sostenuto il progetto “Imparare con gli asini: orecchie lunghe e passo lento per passeggiare con la Costituzione” che è stato promosso dalla scuola materna Rossetti Martorelli di Dairago con le associazioni “ComuneMente” e “Passi e Crinali”. Guardando al futuro, l’estate si preannuncia altrettanto intensa: tutti confermati gli appuntamenti divenuti ormai tradizionali, come l’uscita sul lago nel mese di agosto e la settimana dedicata alla scoperta di una particolare zona d’Italia (la meta di quest’anno è la costiera amalfitana). Sempre grande attenzione il CCR dedica ad Expo. Alle due uscite che sono già state previste per il 13 e il 21 giugno che hanno ottenuto il tutto esaurito in pochi giorni, è stata aggiunta una terza visita in programma il 12 luglio. Per restare aggiornati sulle iniziative consultare la sezione del CCR sul sito della Bcc. I PROSSIMI APPUNTAMENTI 5 LUGLIO Visita alla Villa Reale di Monza, un gioiello architettonico progettato da Giuseppe Piermarini e impreziosito da 750 ettari di parco. 12 LUGLIO Viste le numerose adesioni riscontrate nelle date precedentei, il CCR propone una nuova visita all’Expo. 8 AGOSTO Uscita pomeridiana per visitare Como. 27 AGOSTO - Cena sociale per i soci e i simpatizzanti dell’associazione. 13 - 18 SETTEMBRE - La settimana dedicata alla scoperta di una zona d’Italia, quest’anno avrà come meta la costiera amalfitana, una delle zone più affascinanti della Campania. 17 OTTOBRE - Giornata dedicata alla terra dei motori: dopo Ferrari e Lamborghini, una nuova proposta per visitare un gioiello tecnologico dell’Emilia Romagna. 13 - 25 NOVEMBRE - Dodici giorni per fare il tour del Rajastan in India. A sinistra il gruppo che ha partecipato all'uscita a Firenze. Sotto la visita alla Certosa di Pavia. UZZO VINCE IL TORNEO DI BOCCE BCC Alfredo Uzzo (Lilla Legnano) si è aggiudicato il tredicesimo torneo di bocce organizzato dal Gruppo Bocciofilo Bustese, trofeo Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Al secondo posto Gennaro La Regina (Bocciofila Nervianese) che ha preceduto i giovani atleti di “casa” Matteo Borsani e Daniele Gelosi. Le premiazioni si sono svolte il 5 giugno alla presenza del consigliere della nostra Bcc Vittorio Pinciroli, del presidente della Bustese Giovanni Clementi e del vicesindaco Ilaria Cova. 35 Aiutiamoci a crescere www.eoipso.it My-Home perchè la ripresa non può attendere Tutti i soldi avuti dalla Bce li mettiamo sul territorio. 2% * Tasso fisso Mutuo chirografario per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica sul patrimonio edilizio …perché noi finanziamo la ripresa *Taeg 2,921% (calcolato su mutuo 36 mesi - 25.000 e). Offerta per nuovi clienti. Condizioni economiche contrattuali e calcolo Taeg sui fogli informativi nelle filiali. SEDI: Busto Garolfo - via A. Manzoni, 50 - 0331 560111 Buguggiate - via Cavour, 71 - 0332 458258 FILIALI: Varese, Busto Arsizio, Legnano, Gallarate, Parabiago, Somma Lombardo, Cassano Magnago, Castellanza, Samarate, Canegrate, Villa Cortese, San Giorgio su Legnano, Dairago, Bodio Lomnago, Olcella di Busto Garolfo. www.bccbanca1897.it