BROCHURE TECNICA LA RISPOSTA DEL COSTRUIRE ITALIANO ALLE ESIGENZE DEL RISPARMIO ENERGETICO SOMMARIO InERZIA TERMICA Pag. 6 Costruzioni massive Pag. 8 Edifici pesanti e leggeri Pag. 10 traspirabilità Pag. 17 SOLUZIONI PROGETTUALI Pag. 18 Sintesi quadro normativo Pag. 23 VOCABOLATER Pag. 44 I veri protagonisti siamo noi, produttori di materiali, progettisti e costruttori; noi possiamo contribuire concretamente a creare un’armonia costruttiva che doni benessere fisico ed emozionale. Concetti che spesso si perdono di fronte ai numeri, che da soli non riescono e non possono garantire il benessere, rappresentato dai valori di comfort ideale che consentono il perfetto equilibrio del nostro corpo. La risposta sta nell’uso di materiali naturali, ecologici, recuperabili e riutilizzabili. Materiali che ci permettano di respirare, di isolarci ma non soffocarci, che ci proteggano nel tempo senza l’onere di una continua manutenzione. Viviamo l’80% del nostro tempo all’interno di “scatole-edificio”: vivere bene è un diritto di tutti noi. LA RISPOSTA C’È: IL LATERIZIO Un gruppo in continua crescita STABILIMENTI ITALIANI LATERIZI La nostra data di nascita “ufficiale” è il 1998, anno in cui realizziamo la fusione di tre storiche aziende quali La Capiterlina di Isola Vicentina (Vi), Atesina e Zaf di Ronco all’Adige (Vr). L’espansione prosegue con l’aggregazione della Fornace di Dosson di Dosson di Casier (Tv) e l’acquisizione della Sel di Modena. L’attuale configurazione del nostro Gruppo si completa con la partecipazione e la gestione di aziende di primaria importanza come Gruppo Sereni con stabilimenti a Casalmaggiore (CR) e Colorno (PR), Fornaci Giuliane di Cormòns e Sagrado (Go) e Gruppo Laternova con stabilimenti a Massa Lombarda (Ra) e Ronchi di Palidano (Mn). Un obiettivo centrato e altri da raggiungere Oggi siamo leader in Italia nella produzione di laterizi strutturali con una produzione di oltre un milione di tonnellate all’anno. Abbiamo dunque dato forma al nostro progetto imprenditoriale: perseguire la crescita industriale consapevoli che il nostro mondo si evolve continuamente e certi che integrando professionalità diverse possiamo, e potremo, rispondere al meglio alle sempre nuove esigenze della moderna edilizia. 4 www.gruppostabila.it Consapevoli di essere specialisti Conosciamo il nostro prodotto e le grandi qualità che lo caratterizzano: isolamento termo-acustico, inerzia termica, traspirabilità, resistenza meccanica e al fuoco. Ci identifichiamo per la produzione di blocchi ad alte prestazioni termiche nel marchio Alveolter®, associazione dove insieme ai principali produttori italiani realizziamo prove sperimentali sul prodotto e ricerche sulle prestazioni ed il miglioramento degli involucri in laterizio, oltre a pubblicare documentazione tecnica e software di calcolo. La nostra divisione tecnica è riferimento aggiornato e competente per progettisti e termotecnici, e fornisce supporto alla divisione commerciale nell’intervento diretto in cantiere e nell’opera di divulgazione e informazione. La scelta di configurare la divisione commerciale del Gruppo in una società Laterpoint, specializzata nella distribuzione capillare di servizi oltre che di prodotti, conferma la volontà di proseguire nello sviluppo della partnership con i più qualificati operatori del mercato. Consapevoli dei valori importanti Divisione commerciale LATERPOINT 36033 Isola Vicentina (VI) Via Capiterlina, 141 Tel. 0444 599011 Fax 0444 599040 Mail [email protected] www.gruppostabila.it www.gruppostabila.it Oggi, più che mai, la sfida da vincere è coniugare le attuali e future esigenze di risparmio energetico con il rispetto dell’ambiente. Costruendo in laterizio cogliamo entrambi gli obiettivi, fondendo l’affidabilità della tradizione con prestazioni tecniche all’altezza dei continui mutamenti normativi. Il nostro impegno per un’edilizia sostenibile inizia nelle produzioni controllate e certificate – Sistema di Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001:2004 – Sistema di Gestione per la qualità UNI EN ISO 9001:2000 – marcatura CE categoria I –, e continua, a fianco delle Istituzioni e delle principali Organizzazioni Ambientali, nel ripristino e nella riqualificazione delle aree di cava. 5 INERZIA TERMICA 6 www.gruppostabila.it INERZIA TERMICA l’energia gratuita Le tecniche dei paesi centro-europei del nord, dove il contenimento delle dispersioni termiche viene attuato con l’applicazione di elevati spessori di isolanti, sono ormai diventati un diffuso vademecum di progettazione. Questa mentalità è figlia di soluzioni costruttive, dove l’efficienza energetica viene perseguita esclusivamente attraverso valori di trasmittanza particolarmente performanti. Tutto questo, se può essere accettato per i climi freddi e rigidi, si rivela assolutamente inappropriato per il nostro clima mediterraneo. Considerare la trasmittanza termica come unico fattore discriminante vuol dire “immergere” l’involucro edilizio in un regime stazionario, un errore che ci allontana dalla realtà, soprattutto se la nostra analisi viene effettuata nell’arco di una giornata e meglio (o peggio) ancora nell’intero anno solare (dove si riscontrano elevate escursioni termiche). TAMPONAMENTO LEGGERO Trasmittanza K = 0,50 W/mk Massa frontale = 52 kg/mq Attenuazione f = 0,95 Sfasamento = 1,89 h Temperatura (°C) Sfasamento 1,89 h Tempo (h) PARETE MONOSTRATO LATERIZIO Trasmittanza K = 0,50 W/mk Massa frontale = 305 kg/mq Temperatura (°C) Attenuazione f = 0,13 Sfasamento = 14,10 h Sfasamento 14,10 h Tempo (h) www.gruppostabila.it Solo attraverso un calcolo in regime dinamico periodico è possibile simulare il comportamento reale di un edificio, in relazione alle fluttuazioni della temperatura esterna. In particolare, nel calcolo dinamico si fa riferimento alle seguenti proprietà termiche: l’inerzia termica, lo sfasamento, l’attenuazione (o fattore di decremento), la capacità termica e la diffusività termica. Il termine inerzia termica è generalmente utilizzato per descrivere la capacità di un materiale o di una struttura edilizia di immagazzinare energia termica e ritardarne la trasmissione. Ogni elemento di massa non trascurabile possiede una capacità termica che si caratterizza attraverso la definizione dello sfasamento, che è la capacità di ritardare nel tempo gli effetti termici esterni (ore), e dell’attenuazione, che è uguale al rapporto dell’ampiezza dell’onda esterna e dell’onda interna (adimensionale). La configurazione ottimale di un involucro si ottiene soddisfacendo il massimo sfasamento e il minimo valore di attenuazione. L’incidenza della massa, sinonimo di inerzia termica, sulla prestazione dell’involucro edilizio dipende principalmente da alcuni fattori quali, la localizzazione dell’edificio (zona climatica e orientamento), la forma, la destinazione d’uso e la stratificazione della sezione muraria (in particolare, la posizione dello strato massivo all’interno del muro). I comprovati vantaggi di una chiusura verticale massiva sono dovuti alla capacità della parete di regolare i processi di trasmissione di calore, con rallentamento dello scambio termico attraverso la sezione muraria e un l’accumulo di energia interna che riesce a generare uno sfasamento dei picchi di fabbisogno energetico. I molteplici effetti positivi negli ambienti: 1. Un tempo di risposta più basso, che una struttura dotata di elevata inerzia ha rispetto a una struttura leggera, nel moderare le fluttuazioni di temperatura all’interno dovute alle variazioni cicliche della temperatura esterna. 2. Lo spostamento temporale dei picchi di domanda dell’impianto riscaldamento/climatizzazione in ore in cui l’uso degli ambienti è limitato se non nullo, risultato dell’accumulo di energia nella massa dell’edificio. 3. Una riduzione del consumo di energia, che per un edificio ad alta inerzia termica sono inferiori al 30% di quelli di un edificio leggero (vd. ricerca). Inoltre, le fluttuazioni di temperatura all’interno dell’edificio sono ridotte, soprattutto in condizioni climatiche caratterizzate da elevate escursioni termiche giornaliere e stagionali, con evidenti vantaggi di comfort e di abitabilità. 7 COSTRUZIONI MASSIVE e comfort estivo COSTRUZIONI MASSIVE E COMFORT ESTIVO La costruzione massiva, combinazione di isolamento e inerzia termica tipica del linguaggio architettonico vernacolare, viene riproposta anche nella nuova normativa energetica, quale valida alternativa alle soluzioni leggere e adiabatiche, per il controllo dei consumi di energia per il condizionamento degli ambienti in regime invernale ed estivo. 8 LA NUOVA NORMATIVA ENERGETICA Il D.Lgs. 311/2006 ha finalmente allineato il sistema di certificazione energetica degli edifici, non solo alla normativa europea, ma anche agli standard da tempo in uso, abrogando le verifiche del Cd e del FEN, retaggio della Legge 10/1991, e introducendo, quali parametri di verifica, il calcolo del fabbisogno energetico primario FEP o la verifica delle trasmittanze dei componenti, come previsto dal regime transitorio. Il FEP tiene conto della dispersione energetica dell’involucro, della ventilazione, degli apporti gratuiti e del rendimento globale medio stagionale degli impianti, relazionando il fabbisogno energetico primario della superficie utile dell’edificio, secondo il medesimo criterio adottato dai principali sistemi di certificazione attualmente vigenti in Europa. I limiti imposti, così come riportato nell’Allegato C del decreto, non definiscono però una scala assoluta, valida su tutto il territorio nazionale, ma mantengono il riferimento alle sei zone climatiche, individuando, sulla base del rapporto di forma [S/V] e dei Gradi Giorno [GG], valori massimi ammissibili per la climatizzazione invernale. Limiti che, a dispetto di una condizione climatica che sposta sempre più l’attenzione verso i consumi in regime estivo, valgono dunque solo per il periodo di riscaldamento. INVOLUCRO E CLIMA Di fatto, il modello di riferimento scelto per la modifica della normativa energetica è stato quello sviluppato e adottato da tempo nei Paesi nordici e, più vicino a noi, nella provincia autonoma di Bolzano, che concentra l’attenzione sull’isolamento termico dell’involucro quale prestazione essenziale per il raggiungimento dei livelli di efficienza previsti. Prestazioni che, in clima mediterraneo, da un lato possono assestarsi su valori più alti (in termini degli elementi verticali opachi; ad esempio, il decreto prevede l’allineamento con lo standard CasaClima solo dopo il 1 gennaio 2010), mentre dall’altro risultano non sufficienti, non solo a garantire il comfort dell’ambiente interno, ma soprattutto a rappresentare l’effettivo consumo stagionale dell’edificio. Il concetto di casa iperisolata, ermetica e adiabatica, e le tecnologie ad esso correlate non sembrano, infatti, particolarmente idonei ad essere trasferiti tout-court in un clima mediterraneo, in cui le abitudini e le estati calde richiedono involucri molto più permeabili e attivi. Il fabbisogno di raffrescamento, anche durante le medie stagioni, è un’esigenza prioritaria in tali ambiti climatici, così come testimoniato da un’architettura tradizionale che da sempre si esprime attraverso strutture dinamiche , in grado cioè di scambiare calore con l’ambiente esterno in www.gruppostabila.it base alle condizioni di temperatura e ventilazione. Questa dinamicità è tecnologicamente tradotta nella capacità termica delle superfici esterne, ossia nella loro attitudine ad accumulare calore per poi cederlo all’ambiente al variare delle condizioni al contorno. Un elemento dotato di grande massa, e conseguentemente di un’elevata capacità termica, attenuerà il propagarsi delle onde termiche esterne fungendo da volano, contrariamente, invece, ad una parete a bassa capacità termica che non potrà svolgere un’altrettanto efficace azione smorzatrice. Temperatura (°C) 26°C Smorzamento e sfasamento sono, infatti, i parametri di misura di questa dinamicità, della capacità, cioè, di abbattere la temperatura del flusso di calore entrante dall’esterno e ritardarne temporalmente il passaggio all’interno, in modo che la consegna d’energia verso gli spazi abitati avvenga soltanto durante le ore fresche notturne. esterno in regime estivo interno non climatizzato 33°C Θ 6 12 18 24 Tempo (h) Un elemento pesante, grazie alla sua capacità di accumulo, quando investito dalla radiazione solare si riscalderà lentamente e altrettanto lentamente si raffredderà una volta in ombra. La misura di questa lentezza, ossia l’inerzia termica, costituisce allora, assieme alla trasmittanza, la qualità energetica dell’involucro della casa mediterranea. L’esigenza di assicurare anche in estate, alle nostre latitudini, una situazione di comfort, e ridurre al contempo i consumi di energia e le emissioni di gas serra, è stata solo sommariamente affrontata dal D. Lgs. 311/2006 che, all’Allegato I comma 9 lettera b, introduce un valore prescrittivo minimo di massa, pari a 230 kg/m², per la realizzazione di tutte le strutture opache (verticali, orizzontali o inclinate) in località nelle quali il valor medio mensile dell’irradianza su piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva (lms), sia maggiore o uguale a 290 W/m². Estratto da l’articolo “Costruzioni massive e comfort estivo” di C. Gargari (Dip. di Tecnologie dell’Architettura e Design “P.L. Spadolini” Università di Firenze) L’industria dei Laterizi luglio-agosto2008 LA TRASMITTANZA NON BASTA… • Non basta a rappresentare un risultato esaustivo del bilancio energetico dell’involucro edilizio; • Non basta a rappresentare tutte le qualità e caratteristiche della muratura. Un comprimario per eccellenza è il fattore massa, oggetto di una ricerca universitaria che attraverso il raffronto tra due edifici realizzati ne ha confermato l’importanza. www.gruppostabila.it 9 EDIFICI PESANTI E LEGGERI a confronto EDIFICI PESANTI E LEGGERI A CONFRONTO Un’approfondita ricerca condotta dal Dapt (Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale) dell’Università di Bologna ha sviluppato l’analisi di confronto fra due edifici: uno “pesante”, e cioè con una consistente massa delle chiusure opache (blocchi di laterizio Alveolater®), ed uno “leggero”, di uguale progetto in termini di trasmittanza, ma con chiusure opache di massa molto inferiore. Nella simulazione l’edificio pesante ha fatto registrare un fabbisogno energetico per il riscaldamento inferiore del 30 per cento rispetto a quello leggero. Il confronto, in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere, si è avvalso di simulazioni in regime dinamico effettuate sia in periodo invernale sia in periodo estivo, riferendosi a un caso di studio concreto: un edificio in muratura pesante progettato (e realizzato) secondo strategie bioclimatiche. La ricerca, pensata ancor prima che si parlasse di una nuova normativa energetica, voleva valutare il peso che avrebbe avuto l’introduzione nelle norme italiane nazionali e locali di sistemi di valutazione delle prestazioni energetiche mutuati da quelli di contesti climatici di altre parti dell’Europa, senza una seria verifica sulla loro efficace applicabilità alle reali sollecitazioni climatiche dell’area mediterranea. La direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia ha poi dato impulso a un rinnovamento legislativo, che in Italia ha prodotto, a livello nazionale, il decreto 19 agosto 2005 n. 192 e il dlgs 311/06) e, a livello locale, una nuova serie di regolamenti improntati alla riduzione dei consumi e alla certificazione energetica. Nell’applicazione pratica, però, si è ritenuto sufficiente il rispetto passivo e acritico dei limiti di trasmittanza posti dalla nuova normativa. Questo atteggiamento ha conseguenze gravi, perché incoraggia una pericolosa omologazione degli organismi edilizi a livello europeo: gli innumerevoli esempi di edifici a basso consumo che ci giungono dai paesi centro-europei, Austria e Germania in primis, hanno creato l’illusione che quei modelli edificativi, spesso estranei alla nostra tradizione costruttiva, si possano imitare tali e quali nel territorio italiano, ripetendone i successi. Ci si dimentica che le sollecitazioni climatiche dell’Europa continentale sono ben diverse da quelle dell’ambiente mediterraneo, caratteristico di buona parte della nostra penisola: trattandosi in generale di climi freddi con estati miti, nel primo caso è del tutto prioritaria la valutazione delle dispersioni in periodo invernale. Ma in molte parti d’Italia la situazione è completamente diversa: si consuma più energia per raffrescare che per riscaldare, tanto che nell’estate del 2006, per la prima volta, il picco dei consumi elettrici estivi ha superato quello invernale. È quindi indispensabile che, nel progetto quanto nell’ordinamento normativo, la questione dell’efficienza energetica in periodo estivo rivesta almeno la stessa importanza che già merita per il periodo invernale. La direttiva 2002/91/CE sottolinea in più passaggi come l’adozione di tecniche di raffrescamento passivo sia prioritaria nei paesi dell’Europa meridionale, ma nei fatti essa è stata recepita da un decreto che per ora, su questo tema, stabilisce disposizioni poco più che qualitative. 10 www.gruppostabila.it Affrontare la progettazione limitando l’attenzione alla trasmittanza dei componenti edilizi potrebbe portare a edifici certificati come energeticamente efficienti, ma che invece potrebbero essere poco adatti a rispondere alle reali sollecitazioni climatiche dell’area mediterranea. Assumendo la trasmittanza come unico indicatore si possono eseguire analisi energetiche semplificate, cioè in regime stazionario, per le quali sono sufficienti dati climatici molto aggregati, su base mensile o addirittura stagionale e da questo approccio (e soprattutto dai suoi vantaggi semplificativi in fase di progettazione) scaturisce la tendenza acritica a isolare sempre più: ma un isolamento estremo può avere effetti incerti nel periodo estivo! Nei climi caldi è fondamentale adottare adeguati sistemi per controllare e gestire i guadagni gratuiti (fonti di calore all’interno dell’edificio, radiazione solare attraverso le superficie trasparenti, ecc.), altrimenti si determina un sensibile deterioramento delle condizioni di benessere e sorge la necessità di raffrescare artificialmente. L’isolamento che trattiene il prezioso calore in inverno, durante l’estate svolge la medesima funzione, determinando il surriscaldamento degli ambienti. Al contrario le murature in laterizio sono dotate di una massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, non solo smorzando i picchi di temperatura dell’esterno, ma differendoli nel tempo: si tratta della cosiddetta inerzia termica, che genera ripercussioni molto rilevanti sulle prestazioni energetiche, tanto in estate quanto in inverno. L’adozione di strategie di raffrescamento passivo basate sulla massa richiede di condurre un’analisi in regime dinamico, che significa porsi in una scala temporale molto ristretta, dell’ordine delle ore; questo permette di considerare con il giusto peso fenomeni come, ad esempio, l’escursione termica giorno-notte e le variazioni giornaliere dell’irraggiamento solare. Le chiusure verticali in laterizio alleggerito in pasta utilizzate nella costruzione realizzata non si limitano solo a rispettare i valori di trasmittanza imposti dal d.lgs. 192/05, ma sono il frutto di una riflessione più attenta sul rapporto con il clima e con gli altri aspetti progettuali: sono dotate delle opportune proprietà dinamiche in modo da modulare l’impatto del clima, specialmente in estate, e sono differenziate in relazione all’orientamento. Fig. 1 - Planimetria dell’intera costruzione: i muri contrassegnati in rosso indicano la muratura esterna portante intonacata lato sud, mentre quelli in blu indicano la muratura esterna portante con finitura faccia a vista lato nord. www.gruppostabila.it 11 EDIFICI PESANTI E LEGGERI a confronto EDIFICI PESANTI E LEGGERI A CONFRONTO A sud è stato scelto un muro massiccio caratterizzato da isolamento diffuso, che meglio valorizza e regola gli apporti solari; a nord i pacchetti costruttivi contengono anche strati di puro isolamento, per contenere le dispersioni termiche. Fig. 2a - Vista del fronte lato sud dell’edificio realizzato Parallelamente, le simulazioni hanno riguardato anche un edificio gemello, a rappresentare il sistema edilizio leggero, di tipo struttura-isolamento, che si differenzia dall’edificio realizzato soltanto per via della massa inferiore, dovuta a pareti e solai più leggeri. Fig. 2b - Vista del fronte lato sud dell’edificio realizzato. Tutte le altre caratteristiche, in particolare le trasmittanze, sono state mantenute perfettamente invariate. 12 www.gruppostabila.it Muratura esterna portante intonacata, lato sud Allettamento Blocco porizzato Intonaco a base di calce idraulica INTERNO ESTERNO Intonaco a base di calce idraulica 1,5 38 1,5 Spessore complessivo 41 cm Trasmittanza 0,37 W/m2K Massa frontale 405 kg/m2 Fattore di decremento 0,06 Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 19,02 h 41 Muratura esterna portante con finitura faccia a vista, lato nord Allettamento Blocco porizzato Muratura faccia vista Intercapedine d’aria Lastra isolante INTERNO ESTERNO Intonaco a base di calce idraulica 12 1,5 5 38 45 1,5 Spessore complessivo 45 cm Trasmittanza 0,29 W/m2K Massa frontale 361 kg/m2 Fattore di decremento 0,08 Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 16,68 h Fig. 3 - Particolari costruttivi e caratteristiche termiche delle pareti “pesanti” (lato nord e sud) utilizzate per la costruzione dell’edificio. L’analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta secondo le standardizzazioni ormai consolidate, non solo mediante la simulazione in regime dinamico (Energy plus), ma anche con l’ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus), rappresentativi dei vari livelli di approfondimento con cui si può condurre oggi l’analisi termica degli edifici, al fine di dimostrare il semplice rispetto dei limiti di legge, di certificare l’efficienza energetica di un involucro edilizio, o di indagarne il rapporto con il clima nel corso della progettazione. Simulare il medesimo edificio utilizzando più strumenti, stazionari e dinamici, ha consentito di mettere in chiara luce quali sono le informazioni a cui si rinuncia, scegliendo di utilizzare modelli che tengono conto in misura nulla o molto limitata degli effetti dinamici della massa e dell’inerzia termica. Gli strumenti stazionari, che sono quelli più comunemente utilizzati nel dialogo con le istituzioni, le amministrazioni e la società, hanno il pregio della semplicità, ma non valorizzano in misura sufficiente le differenze tra un edificio che si www.gruppostabila.it 13 EDIFICI PESANTI E LEGGERI a confronto limita a rispettare i limiti di legge, e uno progettato per rispondere in modo appropriato e naturale alle sollecitazioni climatiche dell’ambiente circostante. Seppure gli effetti più eclatanti della massa e delle proprietà dinamiche dell’involucro si realizzano in periodo estivo, il loro contributo alla riduzione dei consumi per riscaldamento invernale non è affatto trascurabile. Chiusura verticale leggera Lastre in fibrocemento Isolante in lana di roccia Blocchi forati di gesso ESTERNO Rasatura in gesso INTERNO EDIFICI PESANTI E LEGGERI A CONFRONTO Intercapedine d’aria 2 4 8 Spessore complessivo 22,5 cm Trasmittanza 0,29 W/m2K Massa frontale 99 kg/m2 Fattore di decremento 0,75 Ritardo del fattore di smorzamento (sfasamento) 4,76 h 8 0,5 Fig. 4 - Dettaglio di una delle pareti costituenti l’involucro “leggero” utilizzate per la simulazione. Si noti che la trasmittanza termica è pari a quella del muro portante con finitura faccia a vista. Nel caso dell’edificio “leggero” la massa dell’involucro è volutamente molto piccola, e il fabbisogno energetico calcolato dai vari strumenti è piuttosto omogeneo: assumere la trasmittanza come unico parametro caratteristico delle murature può essere un’approssimazione accettabile.Nel caso dell’edificio realizzato in muratura pesante sorge invece un divario profondo: il modello dinamico stima un fabbisogno energetico per riscaldamento fino al 30 per cento inferiore rispetto alle analisi in regime stazionario. L’effetto modulante della massa, lo smorzamento dei picchi di freddo, assumono ora un peso rilevante, che solo la simulazione in regime dinamico mette completamente in luce. Temperatura esterna dell’aria 14 www.gruppostabila.it Edificio di progetto T superficiale interna T aria interna Edificio “leggero” Fig. 5 - Confronto tra l’andamento orario delle temperature nei due casi di studio, in una settimana rappresentativa del periodo invernale. T operante pesante T operante leggero T aria esterna Fig. 6 - Confronto tra l’andamento orario delle temperature “operanti” nei due casi di studio, nell’arco di una giornata rappresentativa del periodo estivo, in assenza di sistemi di condizionamento: i picchi raggiunti nell’edificio “leggero” oltrepassano di circa 1°C quelli dell’edificio di progetto. www.gruppostabila.it 15 EDIFICI PESANTI E LEGGERI A CONFRONTO EDIFICI PESANTI E LEGGERI a confronto 16 Fig. 7 - Nella foto, il nuovo blocco Alveolater® per murature portanti di 38 cm di spessore di Gruppo Stabila di Isola Vicentina (Vi), in grado di soddisfare le richieste del decreto 311/06. Le murature in laterizio sono dotate di una massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, non solo smorzando i picchi di temperatura dell’esterno, ma anche differendoli nel tempo: si tratta della cosiddetta inerzia termica, che genera ripercussioni molto rilevanti sulle prestazioni energetiche, tanto in estate quanto in inverno. L’uso avveduto della massa termica ha un notevole effetto positivo sulle condizioni di benessere, sui consumi energetici e sui carichi per il raffrescamento, in particolare quelli di picco, che costituiscono uno dei motivi dei blackout estivi. www.gruppostabila.it LA TRASPIRABILITÀ Le normative relative al risparmio energetico, partendo dalla L. 373/76, continuando con la L. 10/91 e finendo oggi con i D.Lgs. 192/05 e 311/06, hanno obbligato i progettisti a ridurre, sempre di più, le perdite di calore attraverso le pareti dell’involucro edilizio. L’esigenza di aumentare l’isolamento termico porta spesso a trascurare un’altra fondamentale caratteristica della muratura, la traspirabilità, che viene ad essere ridotta al punto da creare gli ormai “celebri” problemi di condense con le conseguenti e indesiderate muffe. La soluzione a questo problema è utilizzare selezionati materiali che permettano al paramento murario di “respirare”, regolando l’umidità prodotta all’interno di locali abitativi. La muratura in laterizio ha la straordinaria capacità di smaltire l’umidità in eccesso prodotta negli ambienti, (calore latente delle persone, cucina, ecc..), evitando i pericolosi effetti del differenziale di potenziale, tra interno ed esterno, che “spinge” il vapore ad attraversare il paramento. A tal fine però, è necessario che tutti i componenti della stratigrafia muraria siano traspiranti. Gli indicatori della traspirabilità sono due: 1. μ - resistenza alla diffusione al vapore rapporto fra la permeabilità dell’aria (190x10-9 g/s m Pa) e la permeabilità del materiale. (numero adimensionale sempre maggiore di 1) 2. δv - permeabilità al vapore rappresenta la quantità di vapore che passa nell’unità di tempo attraverso una sezione unitaria di una parete di spessore unitario sotto una determinata differenza di pressione. (g/s m Pa – grammo/secondo metro Pascal) La relazione che lega i predetti parametri è rappresentata dalla seguente eguaglianza: μ = 190 x 10-9/ δv (per maggiori chiarimenti vd. Permeabilità al vapore - Vocabo-later) TIPOLOGIA MURATURA MASSA VOLUMICA ρ (kg/m3) FATTORE DI RESISTENZA µ PERMEABILITÀ δv S.I. (g/msPa) x 10-9 Muratura in elementi pieni in laterizio 1600 8 23,44 Muratura in elementi semipieni in laterizio 1000 6 31,25 Muratura in elementi forati in laterizio 600 5 37,25 Setti in c.a. 2400 100 1,88 La configurazione ottimale della muratura si soddisfa non solo con adeguati valori della massa (inerzia termica) e bassi valori della conducibilità termica ma è fondamentale garantire una corretta traspirabilità attraverso bassi valori di resistenza al vapore (o alti di permeabilità al vapore). La massa è necessaria… La trasmittanza è necessaria… La traspirabilità è necessaria… www.gruppostabila.it …ma solo la loro corretta combinazione è garanzia di risparmio energetico e benessere abitativo. 17 SOLUZIONI PROGETTUALI SOLUZIONI PROGETTUALI Le soluzioni progettuali di seguito riportate rappresentano le principali tipologie murarie che soddisfano i parametri di legge (Termica - anno 2010 zona E, Acustica, Resistenza al fuoco e Verifica di Glaser): monostrato, a cassetta ed a cappotto. PARETE MULTISTRATO UNIVERSALE 25/30 h 19 + isolante + ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 1 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 UNIVERSALE 25/30 h 19 0,273 0,916 964 25,00 Pannello isolante 0,033 1,515 30 5,00 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 0,206 0,583 935 12,00 Intonaco a malta di cemento e sabbia 0,900 0,017 1800 1,50 Peso parete (kg/m2) 45 402 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 3 0,310 56 4 R.E.I. 5 180 La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale ESTERNO INTERNO Spessore Complessivo (cm) 1 2 1,5 25 4 12 1,5 44 1 Intonaco a malta di calce e gesso 2 UNIVERSALE 25/30 h 19 3 Pannello isolante 18 4 ALVEOLATER 12/50 Incastro h 24,5 5 Intonaco malta di cemento e sabbia i cemento e sabbia www.gruppostabila.it PARETE MULTISTRATO ALVEOLATER 30 inc. h 24,5 + isolante + ALVEOLATER 8/50 inc. h 24,5 STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 2 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce o cemento e sabbia 0,700 0,021 1400 1,50 ALVEOLATER 30 incastro h 24,5 0,165 1,818 932 30,00 Pannello Isolante 0,033 1,212 30 3,00 Alveolater 8/50 incastro h 24,5 0,225 0,356 934 8,00 Intonaco a malta di cemento e sabbia 0,900 0,017 1800 1,50 ESTERNO INTERNO 1 2 1,5 30 3 8 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 44 400 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 3 0,304 56,50 4 R.E.I. 5 180 La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale 1,5 44 1 Intonaco di calce e gesso 2 ALVEOLATER 30 incastro h 24,5 3 Pannello Isolante 4 ALVEOLATER 8/50 incastro h 24,5 5 Intonaco di cemento e sabbia PARETE A CAPPOTTO ALVEOLATER 30 incastro h 24,5 + isolante STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 3 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce o cemento e sabbia 0,700 0,021 1400 1,50 ALVEOLATER 30 incastro h 24,5 0,165 1,818 932 30,00 Pannello Isolante 0,035 1,143 25 4,00 Rasante a malta di cemento e sabbia 0,900 0,006 1800 0,50 Intonaco a malta di calce o cemento e sabbia 0,900 0,017 1800 1,50 Peso parete (kg/m2) 36 305 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 3 0,317 51,50 4 R.E.I. 5 180 La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale ESTERNO INTERNO Spessore Complessivo (cm) 1 2 1,5 30 4 0,5 36 1 Intonaco di calce e gesso 2 ALVEOLATER 30 incastro h 24,5 3 Pannello Isolante www.gruppostabila.it 4 Malta di allettamento 5 Rasante di cemento e sabbia 19 PARETE A CAPPOTTO ALVEOLATER 35/25 h 19 + isolante STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 4 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 ALVEOLATER 35/25 h 19 0,177 1,977 986 35,00 Pannello isolante 0,035 0,857 25 3,00 Intonaco rasante a malta di cemento e sabbia 0,900 0,006 1800 0,50 INTERNO INTERNO 1 2 3 4 1,5 35 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 40 375 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 0,330 53,50 R.E.I. La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale 240 0,5 3 SOLUZIONI PROGETTUALI 40 1 Intonaco a malta di calce e gesso 2 ALVEOLATER 35/25 h 19 3 Pannello isolante 4 Intonaco rasante PARETE MONOSTRATO ALVEOLATER 38/25 h 19 con malta termica ( = 0,243 W/mK) + int. termoisolante STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 5 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 Alveolater 38/25 h 19 con malta termica 0,149 2,550 992 38,00 Intonaco termoisolante 0,072 0,278 500 2,00 ESTERNO INTERNO 1 2 3 4 1,5 38 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 41,50 410 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 0,331 53,50 R.E.I. La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale 240 2 41,5 1 Intonaco termoisolante 2 ALVEOLATER 38 liscio h 19 3 Malta di allettamento termica 4 Intonaco di cemento e sabbia 20 www.gruppostabila.it PARETE MONOSTRATO ALVEOLATER 38/25 h 19 + intonaco termoisolante STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 6 Descrizione materiale Conduc. (W/m°C) Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco a malta di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 Alveolater 38/25 h 19 0,173 2,197 1089 38,00 Intonaco termoisolante 0,072 0,625 500 4,50 ESTERNO INTERNO 1 2 3 4 1,5 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 44 455 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 0,332 54 R.E.I. La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale 240 4,5 38 44 1 Intonaco isolante 2 ALVEOLATER 38/25 h 19 3 Malta di allettamento 4 Intonaco di calce e gesso PARETE DOPPIA AVEOLATER 12/50 incastro + Isolante + AVEOLATER 8/50 incastro h 24,5 STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K STRATIGRAFIA 7 Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 0,206 0,583 935 12,00 Pannello Isolante 0,033 1,212 30 4,00 Intonaco a malta di cemento e sabbia 0,900 0,011 1800 1,00 ALVEOLATER 8/50 incastro h 24,5 0,225 0,356 934 8,00 Intonaco di calce e gesso 0,700 0,021 1800 1,50 AMBIENTE 2 Conduc. (W/m°C) AMBIENTE 1 Descrizione materiale 1 2 3 4 5 1,5 12 4 1 8 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 28 250 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 0,406 52,50 R.E.I. La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale 180 1,5 28 1 Intonaco di calce e gesso 2 ALVEOLATER 12/50 incastro 3 Pannello Isolante 4 ALVEOLATER 8/50 incastro 5 Intonaco di calce e gesso www.gruppostabila.it 21 SOLUZIONI PROGETTUALI PARETE DOPPIA AVEOLATER 12/50 incastro + Isolante + AVEOLATER 12/50 incastro STRATIGRAFIA Come da tabella COEFFICIENTI LIMINARI Interno = 7,70 W/m2K • Esterno = 25,00 W/m2K Resist. (m2K/W) Massa vol. (kg/m3) Spessore (cm) Intonaco di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 0,206 0,583 935 12,00 Pannello Isolante 0,033 1,212 25 4,00 Intonaco a malta di cemento e sabbia 0,900 0,011 1800 1,00 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 0,206 0,583 935 12,00 Intonaco di calce e gesso 0,700 0,021 1400 1,50 Spessore Complessivo (cm) Peso parete (kg/m2) 32 285 Trasmittanza della parete U W/m2K Potere fonoisolante* Rw (dB) 0,372 53,50 4 R.E.I. 5 180 La struttura non forma condensa intersiziale e superficiale AMBIENTE 2 AMBIENTE 1 Conduc. (W/m°C) 2 3 SOLUZIONI PROGETTUALI 8 Descrizione materiale 1 22 STRATIGRAFIA 1,5 12 4 1 12 1,5 32 1 Intonaco di calce e gesso 2 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 3 Pannello Isolante 4 ALVEOLATER 12/50 incastro h 24,5 5 Intonaco malta di cemento e sabbia www.gruppostabila.it SINTESI DEL QUADRO NORMATIVO Termica: Direttiva Europea 2002/91/CE D.Lgs 192/2005 D.Lgs 311/2006 Acustica: L. 447 del 26/10/1995 D.P.C.M. 05/12/1997 Strutturale: D.M. 20/11/1987 D.M. 16/01/1996 D.M. 09/01/1996 (norme tecniche per edifici in muratura) (norme tecniche per edifici in zona sismica) (norme tecniche per le strutture in c.a. e strutture metalliche) NTC 14/01/2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni cogenti dal 30/06/2009 – attualmente coesistenti con le predette Resistenza al fuoco: D.M. 16/02/2007 (abrogata la circolare n°91 del 14/09/1961) CIRCOLARE N° 1968 del 15 febbraio 2008 – Murature portanti Reazione al fuoco: D.M. 25/10/2007 Radioattività: Norma europea Radiation Protection 112 Marcatura CE UNI EN 771-1 www.gruppostabila.it 23 TERMICA norme Direttiva europea sul rendimento energetico nell’edilizia 2002/91/CE Obiettivo principale della Direttiva è quello di spingere gli Stati membri a dotarsi degli strumenti Normativi e Legislativi (entro il 04/01/2006) per “Promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici della Comunità Europea, tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne. Le applicazioni sono relative al settore residenziale e quello terziario (uffici, edifici pubblici, ecc.), escludendo gli edifci storici, i siti industriali ecc. sintesi DEL quadro normativo L’Italia recepisce la direttiva europea attraverso i seguenti decreti: 24 D. Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia” • Emanato il 19 agosto 2005 • Entrato in vigore l’8 ottobre 2005 Cogente per i progetti presentati dopo la data: 8 ottobre 2005 D. Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” • Emanato il 29 dicembre 2006 • Entrato in vigore il 2 febbraio 2007 Cogente per i progetti presentati dopo la data: 2 febbraio 2007 Indice di prestazione energetica Il D.Lgs n. 311 introduce l’indice EPi che esprime il consumo di energia primaria per il riscaldamento riferito all’unità di superficie o di volume lordo, espresso rispettivamente in kWh/m2 o kWh/m3 anno. Il decreto prevede in sede progettuale, per tutte le categorie di edifici di nuova costruzione e nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti (previsti dall’art. 3, comma 2 lettera a) b) del D.Lgs 192), la determinazione dell’EPi e la verifica che questo risulti inferiore ai valori limite riportati nelle tabelle. Le tabelle riportano i valori, in relazione ai gradi giorno (che caratterizzano ogni località), dell’Energia Primaria - Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi ) in relazione alla destinazione degli edifici e all’anno di verifica. www.gruppostabila.it Edifici residenziali di classe E1 di tutte le altre categorie di edifici (E2,E3..E8) www.gruppostabila.it 25 TERMICA verifiche Nuove costruzioni e ristrutturazioni integrali Tutte le categorie, (esclusi gli immobili che ricadono nella disciplina del codice dei beni culturali e del paesaggio, i fabbricati industriali, artigianali e agricoli -non residenziali- riscaldati da processi al loro interno e i fabbricati isolati con superficie utile totale inferiore a 50 m2), nel caso di edifici di nuova costruzione e nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti (ristrutturazioni integrali di edifici esistenti > 1000mq e per ampliamenti > 20% dell’intero edificio) devono soddisfare le seguenti condizioni: sintesi DEL quadro normativo 1. EPi < EPi limite 2. Rendimento hg > (75 + 3 log Pn)% se Pn < 1000kW 3. Rendimento hg > 84 % se Pn ≥ 1000kW 4. Trasmittanza termica (U) delle strutture opache e trasparenti delimitanti l’edificio sia: U ≤ (Ulimite x 1,30) Se si verifica che la superficie trasparente / superficie utile < 0,18 è ammessa l’uguaglianza EPi = EPi limite A condizione che: 1. Si rispettino i limiti delle trasmittanze (U) 2. Fluido termovettore Tm < 60°C 3. Che si disponga di una centralina programmabile in ogni unità immobiliare e dispositivi per la regolazione della temperatura ambiente nelle zone omogenee dell’edificio. Nuove ristrutturazioni parziali o manutenzioni straordinarie Nei casi di ristrutturazioni o le manutenzioni straordinarie (per es. rifacimento pareti esterne, intonaci esterni, tetto, impermeabilizzazione coperture) bisogna soddisfare una sola condizione: • Trasmittanza termica delle strutture opache e trasparenti oggetto dell’intervento U ≤ Ulimite Paramenti divisori Gli elementi divisori (ORIZZONTALI E VERTICALI), che separano differenti unità abitative, degli edifici di tutte le categorie (tranne E8) in zona climatica C, D, E e F devono avere la trasmittanza termica: U ≤ 0,80 W/m2K La condensa - diagramma di Glaser La normativa vigente prevede, attraverso un’analisi delle pressioni all’interno delle murature che dividono ambienti con un differenziale di temperatura e pressione, una verifica sulla formazione della condensa. La condensa, che si forma quando la curva di saturazione (rossa) interseca la curva delle pressioni (blu), può essere: • Superficiale: se compare sulle facce della parete • Interstiziale: se si forma all’interno del paramento murario. 26 www.gruppostabila.it I paramenti orizzontali e verticali degli edifici di tutte le categorie (tranne E8), e per tutte le zone climatiche devono rispettare le seguenti condizioni: 1. Nessuna presenza di CONDENSA SUPERFICIALE 2. Presenza di CONDENSA INTERSTIZIALE se rievaporabile nel periodo estivo Inv. Uri 65% Est. Uri 0% INT. Inv. Ure 95,7% Est. Ure 0% EST. 19,23 2,64 2231 1521 739 695 LA STRUTTURA NON FORMA CONDENSA Massa delle pareti Le pareti degli edifici di tutte le categorie (tranne E6 - E8), e per tutte le zone climatiche (tranne F) devono rispettare la seguente condizione: Se valore dove Im,s ≥ 290 W/mq Ms > 230 kg/mq Im,s è l’irradianza caratteristica di ogni località Ms è la massa superficiale della parete al netto dello strato d’intonaco. Trasmittanza termica I valori riportati nelle seguenti tabelle, considerano i ponti termici a norma. Il valore è da considerarsi a norma quando il valore della trasmittanza della parete fittizia non supera più del 15% la trasmittanza della parete corrente. Nel caso questo non sia verificato, bisogna confrontare il valore di tabella con la trasmittanza media della struttura. Trasmittanza termica delle strutture opache verticali www.gruppostabila.it ZONA CLIMATICA dal 1 gennaio 2006 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2008 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2010 U (W/m2K) A 0,85 0,72 0,62 B 0,64 0,54 0,48 C 0,57 0,46 0,40 D 0,50 0,40 0,36 E 0,46 0,37 0,34 F 0,44 0,35 0,33 27 TERMICA verifiche Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate (Coperture) ZONA CLIMATICA dal 1 gennaio 2006 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2008 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2010 U (W/m2K) A 0,80 0,42 0,38 B 0,60 0,42 0,38 C 0,55 0,42 0,38 D 0,46 0,35 0,32 E 0,43 0,32 0,30 F 0,41 0,31 0,29 sintesi DEL quadro normativo Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate (Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l’esterno) ZONA CLIMATICA dal 1 gennaio 2006 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2008 U (W/m2K) dal 1 gennaio 2010 U (W/m2K) A 0,80 0,74 0,65 B 0,60 0,55 0,49 C 0,55 0,49 0,42 D 0,46 0,41 0,36 E 0,43 0,38 0,33 F 0,41 0,36 0,32 ESEMPIO: FABBRICATO RESIDENZIALE - A NORMA ANNO 2010 Locali riscaldati Locali non riscaldati APPARTAMENTO 2 VANO ASCENDORE/SCALE PIANEROTTOLO APPARTAMENTO 1 APPARTAMENTO 3 APPARTAMENTO 4 APPARTAMENTO 2 GARAGE APPARTAMENTO 5 Valori delle trasmittanze limite max - W/mqK ZONA A 28 ZONA B ZONA C ZONA D ZONA E ZONA F U= 0,65 U= 0,49 U= 0,42 U= 0,36 U= 0,33 U= 0,32 NESSUNA PRESCRIZIONE NESSUNA PRESCRIZIONE NESSUNA PRESCRIZIONE NESSUNA PRESCRIZIONE NESSUNA PRESCRIZIONE NESSUNA PRESCRIZIONE U= 0,62 U= 0,38 U= 0,80 U= 0,48 U= 0,38 U= 0,80 U= 0,40 U= 0,38 U= 0,80 U= 0,36 U= 0,32 U= 0,80 U= 0,34 U= 0,30 U= 0,80 U= 0,33 U= 0,29 U= 0,80 www.gruppostabila.it Consumi energetici Il certificato energetico, attualmente e temporaneamente sostituito, (fino all’approvazione dei decreti attuativi), con l’attestato energetico, riporta in calce una tabella (vd. diagramma) che evidenzia in maniera chiara e di sicuro impatto la “classe di consumo” dell’edifico verificato. Questa “targa”, che da qualche anno accompagna ogni nostro elettrodomestico, è diventata un simbolo di prestazione anche per i nostri “involucri” edilizi. L’immediatezza della lettura si scontra con la complessità delle variabili da considerare. La classe di prestazione di un edificio è legata indissolubilmente a fattori quali: la trasmittanza (pareti, solai e serramenti), l’eliminazione dei ponti termici, l’orientamento dell’edificio, il fattore di forma (rapporto S/V), gli impianti tecnologici e l’esecuzione dell’opera. La valorizzazione di questi parametri è resa possibile da agenzie, quali CasaClima (Bolzano), EcoDomus (Vicenza), e altre operanti nel territorio italiano, che hanno colto e messo in pratica la pluralità dei fattori concorrenti a creare il benessere abitativo. Il loro operato ha consentito lo sviluppo tecnico dei professionisti, attraverso la creazione di protocolli di certificazione: la loro validità è tale da aver spinto sempre più province ad adottarli, e in alcuni casi a renderli cogenti. Bassi consumi Alti consumi SOLUZIONI GRUPPO STABILA Una muratura monostrato dello spessore di 42 cm realizzata con blocco Stabila Alveolater 38/25 h19 e intonaco su ambo le facce ha una trasmittanza termica di 0,33 W/m2K a norma per l’anno 2010 in zona E. Conducibilità malta di allettamento λ = 0,25 W/mK – conducibilità intonaco interno (sp=1,5 cm) λ = 0,90 W/mK – conducibilità intonaco esterno (sp=2cm) λ = 0,072 W/mK www.gruppostabila.it 29 ACUSTICA norme D.P.C.M. 5/12/1997 Al fine di ridurre l’esposizione umana al rumore la norma in oggetto definisce i valori limite, riportati nella tabella B, di grandezze che determinano i requisiti passivi dei componenti degli edifici e delle sorgenti sonore interne. Grandezze di riferimento Rw: Indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti D2m,nT,w: Indice dell’isolamento acustico standardizzato di facciata Ln,w: Indice del livello di rumore di calpestio dei solai, normalizzato sintesi DEL quadro normativo LASmax: Livello massimo di pressione sonora per gli impianti a funzionamento discontinuo LAeq: Livello continuo equivalente di pressione sonora per gli impianti a funzionamento continuo Tabelle di classificazione TABELLA A: CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI CATEGORIA A edifici adibiti a residenza o assimilabili CATEGORIA B edifici adibiti ad uffici e assimilabili CATEGORIA C edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività e assimilabili CATEGORIA D edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili CATEGORIA E edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili CATEGORIA F edifici adibiti ad attività ricreative o di culto assimilabili CATEGORIA G edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili TABELLA B: REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI PARAMETRI CATEGORIE RW (*) D2m,n,T,W L n,W L ASmax L Aeq 1.D 55 45 58 35 25 2.A,C 50 40 63 35 35 3.E 50 48 58 35 25 4.B,F,G 50 42 55 35 35 (*) Valori di Rw riferiti ad elementi di separazione tra due unità immobiliari. 30 www.gruppostabila.it ACUSTICA verifiche Per edifici residenziali le verifiche da soddisfare sono le seguenti: Rw < 50 dB D2m,nT,w < 40 dB > 63 dB LASmax < 35 dB LAeq < 35 dB Ln,w Le numerose prove di laboratorio effettuate dal Consorzio Alveolater, hanno dimostrato la validità della legge empirica della massa: Parete monostrato Rw = 20,5 * log M Parete doppia Rw = 22,3 * log M M = massa della parete / m2 La parete monostrato, realizzata con un unico “strato” di materiale, ha un potere fonoisolante proporzionale alla massa (con funzione logaritmica). La parete doppia, dove si applica il principio della “massa-molla-massa”, realizzata con due elementi pesanti (blocchi in laterizio) a cui si interpone un materiale più leggero (isolante), riesce a garantire un maggiore potere fonoisolante rispetto alla predetta parete (il coefficiente, infatti, passa da 20,5 a 22,3). Indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti Dipende principalmente dalla massa della parete e dalla sua tipologia costruttiva. Indice dell’isolamento acustico standardizzato di facciata In relazione alla destinazione d’uso del fabbricato, il valore da soddisfare è vincolato al potere fonoisolante dei serramenti; ottime murature esterne e pessimi serramenti (acusticamente parlando) difficilmente soddisferanno i valori di legge. Indice del livello di rumore di calpestio dei solai, normalizzato Il solaio, per garantire dei valori superiori ai limiti imposti (vd. tabella B), deve avere il massetto desolarizzato, con un’adeguata guaina separante, dalla struttura portante. www.gruppostabila.it 31 ACUSTICA consigli per la posa in opera sintesi DEL quadro normativo Nella posa in opera dei blocchi in laterizio si consiglia di seguire alcuni accorgimenti per ottenere un ottimale comportamento acustico: 1. I blocchi devono essere uniti con malta di allettamento che non presenti interruzioni nel senso trasversale; la presenza di una fessura anche minima (pochi mm) riesce a far decadere sensibilmente il potere fonoisolante della parete; 2. Le pareti di tamponamento devono presentare perfette sigillature con i pilastri in c.a.; 3. Lo spazio tra l’ultimo corso di blocchi della parete ed il solaio sovrastante deve essere ben costipato; 4. Le assistenze murarie degli impianti, realizzate attraverso le tracce nelle pareti, devono presentare dimensioni limitate e adeguatamente riempite di malta dopo la posa delle canalizzazioni, il tutto ricoperto da un adeguato spessore d’intonaco; 5. Tubazioni e canalizzazioni di consistenti dimensioni è bene che trovino spazio in idonei vani tecnici, per non intaccare la continuità della parete. SOLUZIONI GRUPPO STABILA Una muratura a doppio strato dello spessore di 24 cm realizzata con blocchi Stabila Alveolater 8/50 h24,5 e Alveolater 12/50 h24,5, interposto cm. 4 di materiale isolante, cm.1 di malta e intonaco su ambo le facce ha un potere fonoisolante di 53 dB. Conducibilità intonaco normale interno ed esterno (sp=1,5 cm) λ = 0,90 W/mK Una muratura monostrato dello spessore di 33 cm realizzata con blocco Stabila Alveolater 25/30 h19 e intonaco su ambo le facce ha un potere fonoisolante di 51dB Conducibilità intonaco normale interno ed esterno (sp=1,5 cm) λ = 0,90 W/mK Per ottenere i risultati riportati, la posa in opera deve essere eseguita a perfetta regola d’arte. 32 www.gruppostabila.it STRUTTURALE norme D.M. 20/11/1987 - D.M. 16/01/1996 - O.P.C.M. 3274/03 (e agg. 3431/05) N.T.C. 14/01/2008 La muratura portante deve rispettare i seguenti requisiti: • La resistenza caratteristica a rottura nella direzione portante (fbk) non deve essere inferiore a 5 MPa calcolata sull’area al lordo delle forature • La resistenza caratteristica a rottura nella direzione perpendicolare a quella portante, nel piano di sviluppo della parete (fbk), calcolate nello stesso modo, non deve essere inferiore a 1,5 MPa. • La malta di allettamento dovrà avere una resistenza media non inferiore a 5MPa • I setti perimetrali dei blocchi in laterizio devono avere uno spessore minimo, al netto della rigatura, di 10 mm • I setti interni dei blocchi in laterizio devono avere uno spessore minimo di 8 mm • La percentuale di foratura dei blocchi in laterizio deve essere inferiore al 45% (per le zone sismiche). Le NTC non prevedono più la limitazione degli spessori dei setti interni ed esterni. Resistenze di progetto Le resistenze di progetto da impiegare, rispettivamente, per le verifiche a compressione, pressoflessione e a carichi concentrati (fd) e a taglio (fvd) valgono: fd = fk / γM fvd = fvk / γM dove: è la resistenza caratteristica a compressione della muratura fk è la resistenza caratteristica a taglio della muratura in presenza di fvk effettive tensioni di compressione, valutata con dove: fvko σn γM www.gruppostabila.it fvk = fvko + 0,4 σn è la resistenza caratteristica a taglio della muratura è la tensione normale media dovuta ai carichi verticali agenti sulla sezione di verifica è il coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza a compressione della muratura, comprensivo delle incertezze di modello e di geometria, fornito dalla tabella 1, in funzione delle classi di esecuzione più avanti precisate, e a seconda che gli elementi resistenti siano di categoria I o di categoria II 33 STRUTTURALE sintesi DEL quadro normativo MATERIALE CLASSE DI ESECUZIONE 1 2 Muratura in elementi resistenti di categoria I, malta a prestazione garantita 2,0 2,5 Muratura in elementi resistenti di categoria I, malta a composizione prescritta 2,2 2,7 Muratura in elementi resistenti di categoria II, ogni tipo di malta 2,5 3,0 Tabella 1 Valori del coefficiente γM in funzione della classe di esecuzione della categoria degli elementi Gli elementi in laterizio di categoria I garantiscono, con valori di resistenza meccanica più elevati, verifiche strutturali con spessori più contenuti della muratura. L’attribuzione delle Classi di esecuzione 1 e 2 viene effettuata adottando quanto di seguito indicato. In ogni caso occorre (Classe 2): - disponibilità di specifico personale qualificato e con esperienza, dipendente dell’impresa esecutrice, per la supervisione del lavoro (capocantiere) - disponibilità di specifico personale qualificato e con esperienza, indipendente dall’impresa esecutrice, per il controllo ispettivo del lavoro (direttore dei lavori). Classe 1 è attribuita qualora siano previsti, otre ai controlli di cui sopra, le seguenti operazioni di controllo: disponibilità di specifico personale qualificato e con esperienza, dipendente dell’impresa esecutrice, per la supervisione del lavoro (capocantiere) - controllo e valutazione in loco delle proprietà della malta e del calcestruzzo - dosaggio di componenti della malta “a volume” con l’uso di opportuni contenitori di misura e controllo delle operazioni di miscelazione o uso di malta premiscelata certificata dal produttore. 34 www.gruppostabila.it ELEMENTO PERCENTUALE DI FORATURA AREA MEDIA SINGOLO FORO Pieno φ < 15 f < 900 mm2 Semipieno 15 < φ < 45 f < 1200 mm2 Forato 45 ≤ φ f < 1500 mm2 Tabella 2 Classificazione elementi in laterizio ELEMENTO in muratura ordinaria Pieno Semipieno SPESSORE MINIMO MURATURA (cm) ZONA SISMICA SNELLEZZA λmax (ho/t) ho = altezza muratura t = spessore muro 24 1-2-3 15 15 4 20 24 1-2-3 15 20 4 20 Tabella 3 Spessori minimi della muratura in laterizio 1a categoria 2a categoria 3a categoria 4a categoria www.gruppostabila.it 35 STRUTTURALE sintesi DEL quadro normativo Stima della resistenza a compressione In sede di progetto, per le murature formate da elementi artificiali pieni o semipieni il valore di fk può essere dedotto dalla resistenza a compressione degli elementi e dalla classe di appartenenza della malta tramite la tabella 4. La validità della tabella è limitata a quelle murature aventi giunti orizzontali e verticali riempiti di malta (per blocchi ad incastro rif. Eurocodice 6 – 5.1.5. (3) I giunti perpendicolari possono essere considerati riempiti se la malta è posta su tutta l’altezza del blocco oltre un minimo del 40% della larghezza del blocco stesso…omissis…) e di spessore compreso tra 5 e 15 mm. Per valori non contemplati in tabella è ammessa l’interpolazione lineare; in nessun caso sono ammesse estrapolazioni. Resistenza caratteristica della muratura in funzione della resistenza degli elementi artificiali e della malta di allettamento Resistenza caratteristica a compressione fbk dell’elemento TIPO DI MALTA M15 M10 M5 M2,5 resistenza media a compressione non inferiore a 15 resistenza media a compressione non inferiore a 10 resistenza media a compressione non inferiore a 5 resistenza media a compressione non inferiore a 25 2,0 1,2 1,2 1,2 1,2 3,0 2,2 2,2 2,2 2,0 5,0 3,5 3,4 3,3 3,0 7,0 5,0 4,5 4,1 3,5 10,0 6,2 5,3 4,7 4,1 15,0 8,2 6,7 6,0 5,1 20,0 9,7 8,0 7,0 6,1 30,0 12,0 10,0 8,6 7,2 40,0 14,3 12,0 10,4 -- Tabella 4 Valori di fbk per murature in elementi artificiali pieni e semipieni (valori in N/mm2) SOLUZIONI GRUPPO STABILA I laterizi prodotti da Gruppo Stabila, con foratura ≤ 45% sono blocchi, in relazione allo spessore, che soddisfano tutti i parametri di legge imposti per la realizzazione di muratura portante in zona sismica. 36 www.gruppostabila.it RESISTENZA AL FUOCO norme Decreto 16 febbraio 2007 - Circolare n° 1968 15 febbraio 2008 Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi possono essere determinate in base ai risultati di: 1. Prove - descritte nell’allegato B 2. Calcoli - descritti nell’allegato C 3. Confronti con tabelle - descritte nell’allegato D Di seguito si riportano le tabelle delle murature in blocchi portanti e solai. STRUTTURE IN BLOCCHI DI LATERIZIO Murature Portanti La seguente tabella riporta i valori minimi dello spessore s (cm) di murature portanti di blocchi (escluso l’intonaco) sufficiente a garantire i requisiti R.E.I. per le classi indicate, esposte su un lato, con le seguenti limitazioni che dovranno comunque essere rispettate: - h/s < 20 - h < 8 mt dove h è l’altezza della parete fra due solai (o elementi di irrigidimento con equivalente funzione di vincolo dei solai). MATERIALI R.E.I. TIPO BLOCCO 30 60 90 120 180 240 Laterizio Pieno (foratura ≤ 15%) 120 150 170 200 240 300 Laterizio (*) Semipieno e forato (15% ≤ foratura ≤ 55%) 170 170 200 240 280 330 Tabella REI - muratura portante (*) presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le facce ovvero 20 mm sulla faccia esposta al fuoco, i valori in tabella si riferiscono agli elementi in laterizio sia normale che alleggerito in pasta. Murature da tamponamento La tabella seguente riporta i valori E.I. minimi (mm) dello spessore s di muratura in blocchi di laterizio (escluso l’intonaco) sufficienti a garantire i requisiti di tenuta e isolamento per le classi indicate esposte su un lato che rispettano le seguenti indicazioni: • altezza della parete fra due solai o distanza fra due elementi di irrigidimento con equivalente funzione di vincolo dei solai non superiore a 4 mt. • presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le facce ovvero 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco. www.gruppostabila.it 37 RESISTENZA AL FUOCO Blocco con percentuale di foratura > 55% Blocco con percentuale di foratura > 55% sintesi DEL quadro normativo CLASSE Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio 30 s = 120 80 100 80 60 s = 150 100 120 80 90 s = 180 120 150 100 120 s = 200 150 180 120 180 s = 250 180 200 150 240 s = 300 200 250 180 Tabella EI - muratura da tamponamento Solai La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) dello spessore totale H di solette e solai e della distanza a dall’asse delle armature alla superficie esposta sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate. CLASSE 30 60 90 120 180 240 Solette piene con armatura monodirezionale H=80/a=10 120/20 120/30 160/40 200/55 240/65 Solai misti in lamiera d’acciaio con riempimento di calcestruzzo (1) H=80/a=10 120/20 120/30 160/40 200/55 240/65 Solai a travetti con alleggerimento (2) H=160/a=15 200/30 240/35 240/45 300/60 300/75 Solai a lastra con alleggerimento (3) H=160/a=15 200/30 240/45 240/45 300/60 300/75 Tabella 5.1 (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha unicamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta secondo quanto indicato in D.7.1 (2) Deve sempre essere presente uno strato d’intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante non inferiore a 10 mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappresioni. 38 www.gruppostabila.it Per garantire i requisiti di tenuta e isolamento i solai, di cui alla tabella precedente, devono presentare uno strato pieno di materiale isolante, non combustibile e con conducibilità termica non superiore a quella del calcestruzzo, di cui almeno una parte in calcestruzzo armato. La tabella seguente riporta i valori minimi in (cm) dello spessore h dello strato di materiale isolante e della parte d di c.a., sufficienti a garantire i requisiti EI per le classi indicate. CLASSE 30 60 90 120 180 240 Tutte le tipologie h=60/d=40 60/40 100/50 100/50 150/60 150/60 Tabella 5.2 In presenza di intonaco i valori di h e di a ne possono tenere conto nella maniera indicata nella tabella 5.1. In ogni caso a non deve essere inferiore a 40 mm. In presenza di strati superiori di materiali di finitura incombustibili (massetto, malta di allettamento, pavimentazione, etc.) i valori di h ne possono tenere conto. SOLUZIONI GRUPPO STABILA Una muratura monostrato dello spessore di 15 cm realizzata con blocchi Stabila: Alveolater 12/50 h24,5 e intonaco su ambo le facce ha una resistenza al fuoco E.I. 180 Conducibilità intonaco normale interno ed esterno (sp=1,5 cm) λ = 0,90 W/mK Una muratura monostrato dello spessore di 28 cm realizzata con blocchi Stabila: Alveolater 25 incastro h24,5 e intonaco su ambo le facce ha una resistenza al fuoco R.E.I. 180 Conducibilità intonaco normale interno ed esterno (sp=1,5 cm) λ = 0,90 W/mK www.gruppostabila.it 39 REAZIONE AL FUOCO D.M. 10/03/2005 e aggiornamenti (D.M. 25/10/2007) sintesi DEL quadro normativo Ai prodotti definiti Elementi in argilla riportati nell’elenco dell’allegato C del presente decreto, è attribuita una classe di reazione A1 senza che debbano essere sottoposti all’esecuzione delle relative prove di reazione al fuoco in ottemperanza alle decisioni della Commissione dell’Unione Europea. 40 SOLUZIONI GRUPPO STABILA A tutti i laterizi prodotti da Gruppo Stabila è attribuita la CLASSE DI REAZIONE A1- quindi non necessitano di alcuna prova e dichiarazione. www.gruppostabila.it RADIOATTIVITÀ I nostri edifici devono rispondere a requisiti di salubrità, a garanzia della salute delle persone, come prevede anche il D.P.R. 246/93 che impone l’utilizzo di materiali che non ne compromettano l’igiene e salute e che non provochino emissioni pericolose. I blocchi Stabila rispondono a questo; sottoposti a prove di radioattività, hanno dato risultati ampiamente sotto il valore di controllo previsto dalla norma europea Radiaton Protection 112, verificando inoltre che il polistirolo e la farina di legno, utilizzati per creare gli alveoli, non modificano il valore dell’indice di radioattività. SOLUZIONI GRUPPO STABILA Tutti i laterizi prodotti da Gruppo Stabila sono stati analizzati attraverso la misurazione della concentrazione dell’indice di radioattività, ottenendo l’attestazione di idoneità con valori ampiamente sotto i limiti di legge. www.gruppostabila.it 41 MARCATURA CE norme UNI EN 771-1 Per i laterizi per murature la normativa prevede due sistemi di controllo: Sistema di controllo 2+ 4 e due categorie: Prodotto Categoria I Categoria II sintesi DEL quadro normativo Nei Sistemi 4 e 2+ i controlli di processo e di prodotto vengono eseguiti sotto la totale responsabilità del produttore, ma nel sistema 2+ le procedure di controllo sono certificate da un ente terzo, un organismo notificato e accreditato. La differenza tra la Categoria I e II è basata sul metodo usato per definire i valori di resistenza meccanica caratteristica a compressione che il produttore deve dichiarare. Il prodotto di categoria I deve rispettare le tre condizioni di seguito riportate, mentre quello di categoria II è tale se rispetta le prime due condizioni: 1. il valore medio deve essere maggiore del valore dichiarato 2. il valore più basso deve essere maggiore dell’80% del valore dichiarato 3. Il “valore di controllo” = valore medio - (deviazione standard x costante di accettabilità) deve essere maggiore del valore dichiarato. SOLUZIONI GRUPPO STABILA Tutti i laterizi prodotti da Gruppo STABILA sono di CATEGORIA I e certificati, da un ente notificato accreditato (Det Norske Veritas), con il SISTEMA DI CONTROLLO 2+. 42 www.gruppostabila.it www.gruppostabila.it 43 VOCABOLATER il vocabolario dei laterizi ALVEOLATER® Alveolater® è un sistema completo di elementi in laterizio alveolato che si articola in categorie o classi in funzione della percentuale di foratura del laterizio e del campo di impiego dei blocchi. Alveolater® 45: blocchi con percentuale di foratura non superiore al 45%. Sono pertanto blocchi artificiali semipieni (così definiti in passato dal D.M. 20 novembre 1987, dal D.M. 16 gennaio 1996 e ora dalle Norme tecniche per le costruzioni D.M. 14 gennaio 2008) con classificazione BSA 11-31 secondo Uni 8942, o LD secondo Uni EN 771-1, idonei per murature portanti, anche in zone di qualunque grado di sismicità. VOCABOLATER Alveolater® 50: blocchi con percentuale di foratura compresa fra il 45% e il 50%. Sono blocchi artificiali forati (D.M. 14 gennaio 2008) con classificazione Uni BSB 11-31, o LD secondo Uni EN 771-1, idonei per murature portanti in zone a bassa e bassissima sismicità, in funzione di specifiche delibere regionali, o per murature di tamponamento ad elevata inerzia termica, con posa a fori verticali. Alveolater® 55: blocchi con percentuale di foratura compresa fra il 50% e il 55%. Blocchi artificiali forati (D.M. 14 gennaio 2008). Hanno ancora classificazione BSB 11-31 o LD secondo Uni En 771-1, e sono idonei sia per muratura portante in zone a bassa e bassissima sismicità, in funzione di specifiche delibere regionali, o per murature di tamponamento ad elevata inerzia termica, con posa in opera a fori verticali. Alveolater® 60: blocchi con percentuale di foratura superiore al 55%, fino ad un massimo del 70%. Classificazione Uni BF 11-31 (impiego esclusivo per tamponamento, a fori verticali) ovvero BF 00-31 (impiego esclusivo per tamponamento a fori orizzontali) o LD secondo Uni EN 771-1. La norma Uni 8942 è stata ritirata nel 2004, ma può ancora costituire un utile riferimento. ARGILLA Si indica comunemente con “argilla” la materia prima per la produzione dei laterizi. In effetti l’argilla è uno dei componenti delle terre per la produzione di laterizi e terrecotte in genere. Le terre, o materiali argillosi, sono composte da: a) Argilla propriamente detta; b) Scheletro di materiale a dimensione granulometrica più grossolana, che si comporta come inerte; c) Impurità di varia origine; d) Sostanze chimiche diverse; e) Acqua. Le argille vere e proprie sono costituite da composti complessi di silice, allumina e acqua, e sono caratterizzate dall’estrema finezza delle 44 www.gruppostabila.it particelle, mai superiori a 20μm e in parti inferiori a 2μm. Nelle materie prime per laterizi, la frazione < 2μm è generalmente variabile dal 15% al 30%, eccezionalmente può raggiungere il 45% in peso. Lo scheletro è costituito da: • quarzo, comunemente conosciuto come silice libera SiO2 o sabbia silicea, in percentuale variabile dal 15% al 30%, con granulometria per la massima parte superiore a 20μm, fino ad un massimo di 200μm. Durante la cottura, sia in fase di riscaldamento che di raffreddamento, a 570°C circa il quarzo trasforma il reticolo cristallino con sensibile variazione di volume, rispettivamente in aumento e in contrazione; • carbonati di calcio e magnesio CaCO3 e MgCO3. Più frequente è la presenza di carbonato di calcio. I carbonati possono essere presenti in granulometria molto fine, più grossolana (calcinelli) o come resti di fossili. Le percentuali di carbonati variano dal 5% al 25%. • ossidi metallici: ferrico (Fe2O3); ferroso (FeO); ossidi di sodio e potassio (Na2O, K2O). All’ossido ferrico è dovuta la particolare colorazione (generalmente rossa) dei laterizi. • feldspati (composti a base silico-alluminosa) e miche. Fra le sostanze chimiche diverse, sono frequenti i composti facilmente solubili (solfati di sodio, magnesio, potassio, calcio). Le efflorescenze sul prodotto cotto (sottile patina biancastra che compare sulla superficie dei laterizi) sono generalmente dovute a solfati solubili. Eccezionalmente possono essere presenti anche Fluoro e Cloro. Anche l’acqua è un componente essenziale. Si distinguono: • l’acqua di impasto o di idratazione, che si elimina durante l’essiccamento (fase che precede la cottura); • l’acqua di costituzione, che si elimina solo ad alte temperature, in cottura; • l’acqua zeolitica, racchiusa nei vuoti del reticolo di alcune strutture cristalline; • l’acqua di cristallizzazione, che fa parte del reticolo cristallino delle particelle argillose. La sua eliminazione costituisce una trasformazione irreversibile. CALORE LATENTE Quantità di calore da fornire all’unità di massa di una sostanza per produrre un cambiamento di stato (fusione, evaporazione, sublimazione, ecc.) senza variazione di temperatura della sostanza stessa. www.gruppostabila.it 45 VOCABOLATER CALORE SPECIFICO Il calore specifico (o capacità termica specifica) definisce la quantità di calore necessaria per innalzare di un grado la temperatura di 1 chilogrammo di materiale, e si misura in kJ/kgK. In sostanza, rappresenta la capacità di un materiale di accumulare calore in relazione all’unità di massa e alle variazioni di temperatura. I materiali che hanno buona capacità termica possono immagazzinare, e rilasciare lentamente nel tempo, elevate quantità di calore per unità di massa. VOCABOLATER CALORIA Unità di misura della quantità di calore necessaria per innalzare di un grado (da 14,5 a 15,5 °C) la temperatura di un grammo di acqua distillata, alla pressione di 1 atmosfera (ovvero di 1 bar). CAPACITÀ TERMICA di una parete È una caratteristica fisica che indica la quantità di calore che una parete può immagazzinare ed è definita come il rapporto tra il calore fornito e l’aumento di temperatura: C = Q/ΔT [J/K]. Tanto più la capacità termica è elevata, tanto meno cambiano le temperature dell’ambiente interno al variare delle temperature esterne, delle variazioni di funzionamento degli impianti e delle attività interne all’edificio. La capacità termica areica o frontale Cf di una parete di può calcolare con la formula Cf = ρ∙c∙s [kJ/m²K] dove: s = spessore della parete; ρ = peso specifico della parete (densità); c = calore specifico del materiale costituente la parete. La capacità termica volumica Cv di un materiale si ottiene moltiplicando il calore specifico c per la densità: Cv = ρ∙c [kJ/m³K] CARTIGLIO CE Dal mese di aprile 2006 i prodotti in laterizio per murature sono soggetti all’obbligo della marcatura CE sulla base della norma Uni En 771-1. Il produttore è tenuto ad apporre sul blocco, sull’imballo o sui documenti di consegna il simbolo CE e deve rilasciare un documento (il cosiddetto Cartiglio CE) nel quale devono essere riportati esclusivamente i valori delle grandezze previste nell’Allegato ZA della norma e obbligatorie nel Paese di destinazione, esclusa ogni altra caratteristica. È evidente quindi che nel caso di esportazione, così come nel caso di importazione, i cartigli (e, ovviamente, le verifiche e i controlli che consentono la redazione del cartiglio) devono essere adeguati alle normative in vigore nel Paese nel quale i prodotti sono commercializzati. È opportuno chiarire che il Cartiglio fornisce i valori relativi al solo blocco, di cui il produttore è responsabile, e non della muratura. 46 www.gruppostabila.it È anche necessario ribadire che il professionista dovrà basare i calcoli statici sui valori di resistenza dichiarati dal produttore e non più, come è consuetudine, sui valori ricavati dai rapporti di prove eseguite presso laboratori ufficiali. Eventuali prove presso laboratori ufficiali (non più previste nelle nuove Norme tecniche per la costruzione, D.M. 14 gennaio 2008) serviranno al produttore per avere un valore di raffronto periodico con i risultati delle prove eseguite nel laboratorio interno. I rapporti di prova dovranno essere conservati fra i documenti di controllo, non dovranno essere forniti ai professionisti, e non potranno costituire documento sul quale basare la valutazioni statiche. Nel caso di elementi semipieni, il professionista dovrà ricavare la resistenza della muratura sulla base della tabella 11.9.VI riportata al punto 11.9.5.1.2 Stima della resistenza a compressione delle Norme tecniche, prima richiamate (vd. norme strutturali), in funzione della malta adottata e della resistenza dei laterizi riportata sul Cartiglio CE. Nel caso di progettazione non sismica, e qualora si impieghino elementi forati (con percentuale di foratura minore del 55%) la resistenza della muratura dovrà essere verificata sperimentalmente in funzione del tipo di malta che si vorrà impiegare. Poiché le Norme tecniche specificano che “I provini (muretti) devono avere le stesse caratteristiche della muratura in esame…”, e poiché il produttore di laterizi è ovviamente responsabile dei soli mattoni o blocchi, per i quali rilascia l’attestato CE, le prove dovrebbero essere eseguite cantiere per cantiere a cura dell’Impresa e della Direzione Lavori, al fine di verificare la corrispondenza del risultato al valore di resistenza assunto nei calcoli statici dal professionista calcolatore. Ma i valori di resistenza dei laterizi potrebbero non coincidere con i valori dichiarati dal produttore e quindi potrebbero nascere perplessità sul valore da assumere per la resistenza della muratura. È quindi opportuno che le prove vengano eseguite dal produttore il quale, a richiesta e in documento diverso dal Cartiglio CE indicherà la resistenza della muratura in funzione del tipo di malta. CONDENSA (formazione di -) La condensazione del vapore contenuto nell’aria (condensa) può avvenire sia sulla superficie interna di una parete esterna sia all’interno della parete stessa. Nel primo caso si hanno danneggiamenti degli strati superficiali di finitura con formazione di depositi di polvere per elettroforesi; nel secondo caso si ha degradamento delle caratteristiche di isolamento dei materiali interessati, particolarmente se si tratta di isolanti puri. • Condensazione superficiale: si ha condensa quando la temperatura della superficie interna della parete esterna scende al di sotto della temperatura di rugiada, ovvero al di sotto del valore della temperatura per la quale, in quelle condizioni di temperatura e umidità dell’aria ambiente, si ha condensazione di vapore. Le cause quindi non sono mai da imputare al materiale (spesso si sentono affermazioni del tipo: “Quel materiale fa condensa”) ma esclusivamente www.gruppostabila.it 47 VOCABOLATER ad errate previsioni termoigrometriche della vita del fabbricato. Questo naturalmente purchè il materiale fornito abbia le caratteristiche richieste e promesse. • Condensazione negli strati interni del muro: si ha quando le pressioni relative di vapore raggiungono le pressioni di saturazione. Anche in questo caso la condensa è dovuta a errori commessi nella valutazione delle condizioni termoigrometriche o delle caratteristiche dei materiali usati o nella collocazione di tali materiali o anche nelle modalità di posa in opera. La presenza di condensa superficiale è espressamente esclusa dal Decreto 311/2006, mentre è consentita la condensazione interstiziale, se limitata alla quantità rievaporabile, in conformità alla norma Uni EN ISO 13788:2003. VOCABOLATER CONDUTTANZA TERMICA La conduttanza esprime la quantità di calore che si trasmette in un’ora attraverso 1m2 di superficie per un differenza di temperatura di 1 °C (o di 1 K) tra le facce opposte e parallele di una parete di materiale omogeneo con spessore s e conduttività lambda (λ). C = λ/s [W/m² °C; W/m² K] CONDUTTIVITÀ (o conducibilità) TERMICA Per conduttività o conducibilità di un materiale omogeneo si intende la quantità di calore che, in regime stazionario, si trasmette nell’unità di tempo attraverso 1 m² di superficie di uno strato del materiale in esame, di spessore 1 metro, quando la temperatura fra le due superfici opposte piane e parallele dello strato differisce di 1 grado Celsius (°C) o 1 grado Kelvin (K). Il valore della conduttività, espresso in W/m°C (o W/mK in gradi Kelvin) e indicato dalla lettera λ (lambda), è sensibilmente influenzato dal tenore di umidità presente nel materiale e aumenta con l’aumentare dello stesso. CONDUTTIVITÀ (o conducibilità) TERMICA EQUIVALENTE DI UN BLOCCO Un mattone può essere considerato, con ottima approssimazione, un elemento omogeneo, e quindi può essere accreditato della stessa conduttività della materia prima di cui è composto. Non è così per gli elementi forati, nei quali, oltre alla materia prima (argilla), sono presenti cavità macroscopiche (fori) nelle quali è presente aria in quiete. Pertanto la conduttività sarà variabile in funzione della numerosità e delle caratteristiche geometriche dei fori (fori stretti nella direzione del flusso termico hanno conduttività minore). Si dovrà quindi parlare di conduttività equivalente del blocco. 48 www.gruppostabila.it A titolo di esempio, un mattone 12 x 25 x 5,5 cm, privo di fori, di massa 1600 kg/m³, avrà una conduttività pari a 0,50 W/mK, mentre lo stesso elemento, dotato di tre fori di 3 cm di diametro, ha una conduttività equivalente di 0,40 W/mK sullo spessore di 25 cm e di 0,45 W/mK sullo spessore di 12 cm. CONDUTTIVITÀ (o conducibilità) TERMICA EQUIVALENTE DELLA PARETE La parete è composta di laterizi e di malta, e di conseguenza si dovrà parlare di conduttività equivalente di parete. Considerando giunti di malta di spessore 1 cm, conduttività della malta 0,93 W/mK (Norma Uni EN 1745, Appendice A, Prospetto A 12 per massa di 1800 kg/m³), la parete costruita con i mattoni dell’esempio precedente ha conduttività equivalente di 0,56 (spessore cm 12) e di 0,58 W/mK (spessore cm 25) in mattoni pieni e di 0,50 (spessore cm 12) e di 0,48 W/mK (spessore cm 25) in mattoni a tre fori. Una malta termica di buona qualità porta ad una riduzione non trascurabile (8 ÷ 20 %) della conduttività equivalente della parete. GRADI CELSIUS E GRADI KELVIN Alla fusione del ghiaccio si assegna il valore 0 gradi Celsius, mentre all’ebollizione dell’acqua si assegna il valore di 100 gradi Celsius (°C). Lo zero assoluto (-273 K) definisce la scala dei gradi Kelvin (K). 273 gradi Kelvin corrispondono a 0 gradi Celsius e 373 gradi Kelvin corrispondono a 100 gradi Celsius. Pertanto le unità di misura espresse in °C o in K sono del tutto equivalenti. Ad esempio, la trasmittanza può essere espressa indifferentemente (senza alcuna variazione del valore) in gradi Kelvin [W/m²K] o in gradi centigradi [W/m²°C]. GRADI GIORNO I Gradi Giorno (GG) sono dati dalla sommatoria della differenza tra la temperatura ambiente di riferimento (fissata convenzionalmente a 20°C) e la temperatura esterna media del giorno. La sommatoria è estesa al periodo dell’anno in cui la temperatura esterna è inferiore a 12°C. La rilevazione dei GG estesa al periodo di riscaldamento fornisce un parametro che caratterizza le condizioni climatiche dell’edificio e della località desiderata. INERZIA TERMICA Una parete esterna è soggetta ad una temperatura variabile, assimilabile ad un’onda sinusoidale. Se quindi Te = Ae sin ωt è l’oscillazione termica sinusoidale esterna, Ti = Ai sin (ωt – Φ) sarà l’oscillazione all’interno dell’ambiente abitato, con ampiezza ridotta Ai e sfasamento Φ. Si definisce Attenuazione termica il rapporto τ = Ae / Ai www.gruppostabila.it 49 VOCABOLATER Il rapporto fra sfasamento Φ e pulsazione ω, espresso in ore, rappresenta il ritardo con il quale la parete trasferisce all’ambiente le variazioni della temperatura esterna, attenuate, e si indica con R: R = Φ/ω Una parete pesante, ad elevata inerzia termica, risente poco, e con ritardo, delle variazioni della temperatura esterna. Una parete leggera, anche ben isolata, ne risente invece molto rapidamente. Il calcolo dell’inerzia termica si esegue in accordo con la norma Uni EN ISO 13786:2001. VOCABOLATER Valori di calcolo di pareti in laterizio Alveolater®, spessore 30 cm, senza intonaco CLASSE ALVEOLATER PESO PARETE R (ore) 45 290 11,00 50 265 10,70 55 250 10,50 60 220 9,40 PERMEABILITÀ AL VAPORE Nel periodo invernale, l’aria all’interno delle abitazioni è più calda di quella esterna e quindi può contenere una maggiore quantità di vapore. Si ha così una differenza di pressione, dovuta alla maggiore pressione all’interno rispetto all’esterno. La differenza di pressione genera quindi un flusso di vapore, dall’interno all’esterno, che si diffonde attraverso le porosità dei materiali costituenti il diaframma di separazione fra i due ambienti. Per la legge di Fick, la quantità di vapore che attraversa una parete, fra due facce piane e parallele di materiale omogeneo per unità di superficie e di tempo, è proporzionale alla differenza di pressione fra i due piani e inversamente proporzionale alla distanza fra gli stessi, a condizione che in questo intervallo non si verifichi condensa. Se il diaframma è costituito da un unico materiale omogeneo, in genere al suo interno non si verificano fenomeni di condensa. Se invece il diaframma è costituito da pareti multistrato con differenti caratteristiche termiche, il rischio di condensa è elevato. Il coefficiente di proporzionalità prende il nome di Permeabilità al Vapore δv e rappresenta la quantità di vapore che passa nell’unità di tempo attraverso una sezione unitaria di una parete di spessore unitario sotto una determinata differenza di pressione. 50 www.gruppostabila.it Le unità di misura della permeabilità sono: • Sistema internazionale S.I.: g/s m Pa (grammo/secondo metro Pascal) • Sistema tecnico S.T.: g/h m mmHg (grammo/ora metro mm di mercurio) La relazione fra le due unità di misura è: δv S.I. = 2,0835 x 10-6 δv S.T. Spesso si fa ricorso al Fattore di resistenza al passaggio del vapore μ, rapporto fra la permeabilità dell’aria (190x10-9 g/s m Pa) e la permeabilità del materiale. È un numero adimensionale, sempre maggiore di 1 in quanto la permeabilità dell’aria è la massima possibile: μ = 190 x 10-9/ δv FATTORE DI RESISTENZA µ PERMEABILITÀ δv S.I. (g/msPa) x 10-9 PERMEABILITÀ δv S.T. (g/msPa) x 10-2 1600 (trafilato alleggerito con perlite) 12 15,9 0,76 1630 (confezionato a mano) 10 19,4 0,93 1619 (trafilato) 9 21,6 1,04 1580 (trafilato alleggerito con polisti- 8 23,8 1,14 1390 (trafilato a mano alleggerito con polistirolo) 6 32,3 1,55 MASSA VOLUMICA ρ (kg/m3) Prove condotte dal Consorzio Alveolater®, secondo la norma Uni 9233, hanno fornito i seguenti valori: La norma Uni EN 771-1 indica un valore μ variabile fra 5 e 10. PERMEANZA Se uno strato di permeabilità δv ha uno spessore s, il rapporto δv/s esprime la permeanza (come il rapporto λ/s esprime la conduttanza termica). L’inverso s/δv esprime la resistenza alla diffusione del vapore (come s/λ esprime la resistenza termica). La permeanza si esprime in (g/s m² Pa). www.gruppostabila.it 51 VOCABOLATER VOCABOLATER PONTE TERMICO Con ponte termico si indica una zona del fabbricato o della singola parete nella quale si concentra il passaggio del calore. Esempi caratteristici di ponte termico in una costruzione sono: • I cordoli in calcestruzzo; • Gli architravi delle porte e delle finestre; • Le strutture portanti in cemento armato (nel caso di strutture intelaiate); • Gli angoli dei muri perimetrali. È certamente interessante poter quantificare le dispersioni dovute ai ponti termici, ai fini del calcolo termico dei fabbricati secondo le norme vigenti; ma ancora più importante è la conoscenza dell’ubicazione delle isoterme 12°C e 14°C. Infatti a queste temperature, con umidità relativa interna pari o superiore al 70%, si innescano muffe e macchie di umidità dovute alla formazione di condensa. Naturalmente è importante anche l’andamento dell’isoterma 0°C, che indica se c’è possibilità di formazione di ghiaccio all’interno della parete. Se ad esempio in un nodo solaio-parete le isoterme 12°C e 14°C arretrano all’interno dello spessore del muro senza però incontrare il solaio, non si avranno condense superficiali. Viceversa se le isoterme 12°C e 14°C intersecano il solaio si avrà, in quella zona, formazione di condensa, deposito di pulviscolo e formazione di muffe. PONTE TERMICO CORRETTO Un ponte termico è definito dal D.L. 311 come la discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza degli innesti di elementi strutturali (ad esempio, solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro). Un ponte termico viene definito “corretto” dal D.L. 311 quando la trasmittanza termica della parete fittizia, intesa come il tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico, non supera per più del 15% la trasmittanza termica della parete corrente. Se il ponte termico non è corretto, si deve fare riferimento alla trasmittanza media. Per determinare la trasmittanza media, è necessario tener conto del contributo del ponte termico alla trasmittanza della parete corrente. I concetti di “ponte termico corretto” e di “trasmittanza media” sono fondamentali per eseguire correttamente i confronti con i valori di trasmittanza limite riportati nelle tabelle dell’Allegato C al D.L. 311. Ovviamente la verifica risulta più severa per le strutture a ponte termico non corretto. PRESSIONE PARZIALE DI VAPORE Secondo la legge di Dalton, la pressione totale di una miscela di gas è uguale alla somma delle pressioni che i singoli componenti gassosi eserciterebbero se occupassero da soli l’intero volume della miscela. Il contributo individuale di ogni componente alla pressione totale della miscela è detto pressione parziale. Pertanto, la somma delle pressioni parziali di un gas in una miscela è uguale alla pressione totale esercitata dall’intero gas, determinata dal numero complessivo di urti molecolari 52 www.gruppostabila.it sulle pareti del contenitore (per unità di superficie e per unità di tempo). Ciascun componente dà un contributo determinato dal numero degli urti con cui le sue molecole colpiscono la superficie, numero che dipende dalla concentrazione delle sue molecole e che non è influenzato dalla presenza nel contenitore delle molecole degli altri componenti. Questo vale anche per l’aria, che è appunto una miscela di vari gas: ciascuna specie gassosa (azoto, ossigeno, vapor acqueo…) contribuisce alla pressione atmosferica per una parte proporzionale al numero di molecole al numero di molecole di quel gas. Per esempio, se la pressione atmosferica è pari a 1000 millibar, essa è dovuta ai vari gas che la compongono. Se supponiamo che l’aria sia composta per il 78% di azoto, 21% di ossigeno e il rimanente 1% di vapore acqueo, allora la pressione avrà un contributo proporzionale dai vari gas: 780 millibar per l’azoto, 210 millibar per l’ossigeno e 10 millibar per il vapore acqueo. La pressione parziale di vapore è quindi la pressione che eserciterebbe una quantità di vapore sulle pareti di un ambiente chiuso senza presenza d’aria. Se la percentuale di vapor acqueo nell’atmosfera aumenta, aumenta proporzionalmente anche la pressione del vapore. Quindi, la pressione del vapore è una misura esatta della quantità di vapore nell’aria e dipende dalla temperatura. L’unità di misura è il millibar [mbar] o ettoPascal [hPa]. PRESTAZIONI TERMICHE DI UNA PARETE IN REGIME STAZIONARIO Le prestazioni di una parete in regime stazionario sono valutate sulla base della differenza di temperatura, fissata per legge in funzione delle zone climatiche, tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno, considerata costante nell’arco del tempo. Pertanto anche il flusso termico che attraversa la parete risulta costante. Le grandezze fisiche considerate sono: resistenza termica, trasmittanza termica e conduttanza termica. PRESTAZIONI TERMICHE DI UNA PARETE IN REGIME DINAMICO Le prestazioni in regime dinamico tengono conto anche della capacità dei materiali di accumulare calore. Si devono considerare le escursioni termiche nel corso della giornata, a carattere tipicamente periodico. Le nuove proprietà termofisiche considerate sono: diffusità termica; effusità termica; capacità termica; attenuazione (smorzamento) e ritardo temporale (sfasamento). Un ritardo di 10÷12 ore consente di risentire dei picchi di calore esterno durante le ore notturne, ore nelle quali si può raffrescare con la semplice ventilazione naturale. RESISTENZA TERMICA Si definisce Resistenza termica di una parete l’inverso della conduttanza C, ovvero della trasmittanza U depurata dei coefficienti liminari. La parete si oppone al flusso termico con una resistenza R che è la somma delle resistenze interne (ΣSi/λi) messe in serie, ovvero la somma dei rapporti fra spessore e conduttività termica dei singoli componenti. www.gruppostabila.it 53 VOCABOLATER Infatti, nel caso la parete sia costituita da più strati di materiale di diversa conduttività λi di spessore si, paralleli fra loro e perpendicolari al flusso di calore, si avrà: R = ΣSi/λi SFASAMENTO Lo sfasamento definisce il tempo che l’onda termica impiega per passare dal lato esterno al lato interno di una parete d’ambito esterno di una costruzione. Per le pareti esterne di fabbricati destinati a residenza generalmente sono da raccomandare questi valori minimi: - pareti a est, nord-est e nord-ovest 8 ore - pareti a sud e sud-est 8 ÷ 10 ore - pareti a ovest e sud-ovest 10 ÷ 12 ore Un muro in laterizio alveolato, di 30 cm di spessore, intonacato da entrambi i lati, ha uno sfasamento di circa 11 ÷ 12 ore. VOCABOLATER TRASMITTANZA in regime stazionario Il flusso di calore Q che attraversa una parete di superficie S, a facce piane e parallele, costituita da materiale omogeneo e isotropo, posta fra due ambienti a temperatura diversa, è dato dalla formula generale: Q= posto U= Si ha Q = U (ti-te) S Dove U e detta Trasmittanza, ed esprime la quantità di calore che si propaga in un’ora in regime stazionario attraverso 1 m2 di parete quando la differenza di temperatura dell’aria a contatto con le due facce delimitanti la parete stessa è di 1°C (grado centigrado) o 1K (grado Kelvin). L’unità di misura è: (kcal/hm2°C) oppure (W/m2K) La trasmittanza è legata alle caratteristiche del materiale che costituisce la struttura e alle condizioni di scambio termico liminare che si assume pari all’inverso della sommatoria delle resistenze termiche degli strati: U = 1 / RT 54 www.gruppostabila.it Dove RT = Rsi + R1 + R2 + …+ Rn + Rse con: Rsi R1, R2,…, Rn Rse resistenza superficie interna = 1/αi resistenze termiche di ciascun strato; resistenza superficie esterna = 1/αe Le resistenze termiche R sono ottenute dal rapporto fra lo spessore del materiale componente e la sua conduttività termica = s/λ La conduttività termica dell’argilla si ricava da prove di laboratorio autorizzato (Uni En 1745, punto 5) o da valori tabulati (Uni En 1745 Appendice A, Prospetto A1). TRASMITTANZA in regime dinamico (trasmittanza termica periodica) La risposta di una parete ad una sollecitazione sinusoidale di temperatura su di una delle due facce è caratterizzata da una grandezza in campo complesso, denominata trasmittanza termica periodica. Se la temperatura dell’ambiente esterno Θ oscilla attorno ad un valore medio Θe(t) = Θe + ΔΘecos[ω(t+te)] e la temperatura dell’ambiente interno Θi è costante: Θi(i) = Θi allora il flusso entrante nell’ambiente interno attraverso la parete è dato dalla somma di due contributi qi(t) = qstaz + qdin(t) Il termine qstaz rappresenta il flusso termico stazionario dovuto alla differenza di temperatura media tra esterno e interno qstaz = U (Θe – Θi) Il termine qdin rappresenta la componente dipendente dal tempo, numero complesso in cui è presente un modulo |Yie| ed una fase Δtf. Il rapporto f = |Yie|/U è detto fattore di attenuazione. È compreso fra 0 e 1 e rappresenta il decremento dell’ampiezza dell’onda termica; mentre lo sfasamento Δtf fornisce il ritardo temporale. www.gruppostabila.it 55 NOTE 56 www.gruppostabila.it www.gruppostabila.it 57 NOTE 58 www.gruppostabila.it Si ringrazia per la preziosa collaborazione l’Ing. Giorgio Zanarini, Direttore Consorzio Alveolater. Credits Contenuti | Area tecnica Laterpoint - Gruppo Stabila Spa | Isola Vicentina (VI) Foto | Giuliano Rancan | Arzignano (VI) Progetto grafico e impaginazione | UNITADV | San Martino Buon Albergo (VR) Stampa | Cora | Arzignano (VI) I dati indicati sono soggetti a possibili variazioni. Gruppo Stabila Spa si riserva di apportare modifiche alle specifiche dei prodotti senza alcun preavviso. © Gruppo Stabila Spa - Edizione Ottobre 2008 È vietata la riproduzione e l’utilizzo non autorizzato anche parziale e con qualsiasi mezzo. GRUPPO STABILA Spa Via Capiterlina,141 - 36033 Isola Vicentina (VI) Tel. 0444 977009 r.a. - Fax 0444 976780 [email protected] Unità Produttive Isola Vicentina (VI) Modena Ronco all’Adige (VR) Dosson di Casier (TV), Fornace di Dosson S.p.A. Divisione Commerciale LATERPOINT srl Società Unipersonale Via Capiterlina,141 - 36033 Isola Vicentina (VI) Tel. 0444 599011 r.a. - Fax 0444 599040 [email protected] www.gruppostabila.it