Depressione, suicidio e problemi alcol- correlati F. Bardicchia S.I. Club La Rinascita- Roselle (Grosseto) Grosseto- 9 Febbraio 2014 PROBLEMI ALCOL CORRELATI DEPRESSIONE SUICIDIO 3 P.A.C. + DEPRESSIONE: quale causa e quale effetto ? PROBLEMI ALCOLCORRELATI DEPRESSIONE M. Catalano, 2000 DEPRESSIONE PROBLEMI ALCOLCORRELATI Corlito, Genova, 23.01.05 PROBLEMI ALCOLCORRELATI DEPRESSIONE I CLUB CONSIDERAZIONI SULLE SITUAZIONI COMPLESSE NON CONOSCIAMO L’ESTENSIONE DEL FENOMENO (la Banca Dati non ci aiuta) ABBIAMO LA PERCEZIONE CHE SIA UN FENOMENO IN AUMENTO (+ invii dai Servizi) (calcolo indiretto dall’utilizzo di psicofarmaci) CI SENTIAMO IMPREPARATI E “DIFENDIAMO I CLUB” O RENDENDO DIFFICILI GLI INGRESSI O FAVORENDO FUORIUSCITE PRECOCI RISCHIO CHE L’APPROCCIO MEDICO SOPPIANTI L’APPROCCIO ECOLOGICO SOCIALE DEPRESSIONE - COME RICONOSCERLA - COS’È - COME AFFRONTARLA Come riconoscerla: I SINTOMI I sintomi principali della depressione sono 2: Umore depresso = sentirsi giù di morale, tristi, infelici, piangere spesso, per la maggior parte del tempo Perdita di interesse e di piacere nel fare le cose che prima piacevano L’umore (tono dell’umore) è lo stato di fondo della nostra affettività (sentimenti, emozioni): come tale condiziona profondamente l’aspetto e la percezione di noi stessi e del mondo! Come riconoscerla: I SINTOMI Gli altri sintomi sono: Mancanza di appetito e dimagrimento o al contrario mangiare smodatamente Difficoltà a dormire o dormire molto come rifugio Sentirsi stanchi e senza forze anche se non si è lavorato tanto Difficoltà a concentrarsi, a ricordare le cose, a prendere decisioni anche banali Essere rallentati, nella mente e nei movimenti, oppure sentirsi agitati (spesso c’è irritabilità) Il tono dell’umore arriva ad alterare il sistema nervoso autonomo (quello che ci fa respirare, battere il cuore, digerire). Infatti ci possono essere anche alterazioni mestruali e dell’attività sessuale (diminuzione dell’interesse sessuale, diminuita capacità sessuale) Come riconoscerla: I SINTOMI E ancora: Avere la sensazione di non valere nulla, sentirsi in colpa, vedere tutto grigio o, peggio, temere che tutto sia rovinato per sempre Pensieri di morte: pensieri frequenti sulla morte, augurarsi di morire Pensieri suicidari: pensare al suicidio (60% delle persone con un disturbo depressivo maggiore!) o, peggio, pensare a come metterlo in pratica o, peggio, tentare il suicidio Spesso sono presenti anche sintomi di tipo ansioso, come palpitazioni, nodo alla gola, allo stomaco, tremarella (“Sindrome ansioso-depressiva”) Come riconoscerla: quando è un DISTURBO PSICHIATRICO? Molti dei sintomi che abbiamo detto sono vissuti da tutti, soprattutto in determinate situazioni della vita (per esempio a seguito di un lutto, o di una malattia). Si possono considerare “normali” se lievi, transitori e collegati a qualcosa che è successo Quando vi è una compromissione del “funzionamento” = i sintomi incidono sulla vita relazionale e professionale, indipendentemente dalla causa, siamo di fronte ad un disturbo depressivo che richiede un intervento. Vi sono forme più lievi e forme più gravi NB: A volte la persona depressa non riesce ad essere consapevole di stare male e di avere un disturbo. Talvolta sono le persone che le stanno vicine ad accorgersene (anche dal cambiamento dell’espressione del volto, che esprime tristezza e disperazione) Cos’è: LE CAUSE La depressione è un disturbo multifattoriale: deriva cioè dal combinarsi di fattori biologici , psicologici (anche le esperienze infantili) e sociali (situazioni attuali di vita) Questi fattori hanno peso diverso a seconda della persona (in una persona cioè possono avere maggior peso i fattori psicologici, in un’altra quelli sociali) Li chiamiamo fattori di rischio perché non necessariamente una persona che li ha svilupperà una depressione! Cos’è: FATTORI DI RISCHIO Quindi sono fattori di rischio per la depressione: Eventi stressanti della vita: per esempio il termine di una relazione sentimentale, la perdita di una persona cara, problemi sul lavoro e pensionamento, problemi economici, soffrire da tempo di una malattia fisica. Esperienze infantili e giovanili. Un fattore di rischio molto importante è la perdita di un genitore prima degli 11 anni. Avere un parente stretto che ha avuto disturbi psichici. Molta differenza la fa se una persona ha qualcuno vicino oppure no = la solitudine è un fattore di rischio Cos’è: FREQUENZA La depressione è un disturbo molto frequente: nell’arco di una vita si ammalano di un disturbo depressivo maggiore: Il 10-25% delle donne Il 5-12% degli uomini Seria disabilità Elevati costi sociali Età di insorgenza: nel 50% dei casi insorge tra i 20 ed i 50 anni. Decorso: un episodio depressivo non curato dura di solito 6-13 mesi. Curato: 3 mesi! Nel 50% dei casi la depressione arriva a guarigione completa 1 persona su 2 avrà nuovi episodi depressivi (il rischio di ricaduta aumenta all’aumentare del numero di episodi) Esistono forme di depressione cronica Cos’è: da non confondere con…. Nella depressione ed in altri disturbi mentali, le malattie mediche sono più frequenti. I disturbi mentali, non compensati, influiscono negativamente sulla guarigione dalle malattie mediche! DIAGNOSI DIFFERENZIALE: Depressione secondaria a Malattie mediche, per es.: Malattie endocrine (es. ipotiroidismo) Malattie neurologiche (es. ictus, demenza) Farmaci (molto frequente con interferone) uso di alcol e/o sostanze Altri disturbi mentali Casi particolari: Nei bambini la depressione si manifesta spesso con: Disturbi somatici Ansia Fobia scolastica e altre fobie Negli adolescenti: uso di sostanze Devianza sociale (atti vandalici, promiscuità sessuale) Irrequietezza Problemi scolastici Casi particolari: GLI ANZIANI Tra gli anziani la depressione è molto frequente (fino al 50%!) Sotto-diagnosticata (e quindi, sotto-trattata) Espressione sintomatologica: Lamentele somatiche (dolori diffusi, mal di testa, stitichezza) “DEPRESSIONE MASCHERATA” Deficit cognitivi “PSEUDO-DEMENZA”, cioè una depressione che simula una demenza NB: stare attenti anche al caso contrario: spesso le fasi iniziali di una demenza vera e propria assomigliano, e vengono scambiate, per depressione! Spesso il trattamento è più lento ad agire Come affrontarla: Un trattamento precoce e per il giusto tempo è il solo modo per diminuire il rischio di ricadute! Terapia farmacologica: Farmaci anti-depressivi: Richiedono di solito 2-3 settimane per l’effetto (talvolta fino a 6) Vanno continuati minimo per 6 mesi da quando la persona si sente meglio Alla conclusione, vanno diminuiti gradualmente! Psicoterapia: Ne esistono molte forme, più o meno adatte a seconda del caso Poco spazio nel Servizio Pubblico COMUNITA’ Attivazione Condivisione Reciprocità Legame Fiducia Rispetto Responsabilità Sono invece da evitare: Il conformismo alle regole del gruppo La “confessione” fine a sé stessa La chiusura rispetto alla comunità Comunità si condivide la propria esperienza con persone che vivono in situazioni simili e ci si aiuta mostrando l’uno all’altro come affrontare problemi comuni Si ascolta e si è ascoltati senza giudizio e pregiudizio in un clima armonioso, empatico e di solidarietà Si chiede il rispetto di regole condivise necessarie per il funzionamento del gruppo stesso Si sperimentano nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi modi di sentire e trasmettere i propri vissuti Si creano nuove amicizie CLUB o GRUPPI AMA che si ispirano al funzionamento del CLUB Vorremmo che vi ricordaste: La depressione è un disturbo molto frequente Ma curabile nella maggior parte dei casi Soffrire di depressione non è colpa di nessuno Soffrire di depressione non è per mancanza di forza di volontà Accanto ad una terapia farmacologica, esiste l’opportunità della gruppalità. SUICIDIO Nei paesi occidentali il suicidio rappresenta almeno l’1% di tutti i decessi, costituendo per gli adolescenti la seconda-terza causa di morte e per gli anziani la nona-decima. Si calcola che ogni medico, mediamente, possa entrare in contatto con almeno tre pazienti gravemente suicidari ogni anno, mentre il numero di soggetti che riportano spontaneamente ideazioni autosoppressive sarebbe cinque volte più grande. suicidio: «l’atto umano di autoinfliggersi intenzionalmente la cessazione della vita» (Shneidman, per l’edizione 1973 dell’Enciclopedia Britannica) Suicidio: tutti i casi di morte risultanti direttamente o indirettamente da un atto positivo o negativo della vittima, consapevole delle conseguenze del proprio agito. (Durkheim, Le Suicide del 1897) parasuicidio: tutti i comportamenti suicidari non letali senza riferimento all’intenzionalità degli stessi, riservando il termine di suicidio mancato (“failed suicide”) per i più rari casi di sopravvivenza fortuita. L’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Copenhagen) ha proposto nel 1986 la seguente definizione di parasuicidio: «Atto con esito non fatale che induca un individuo, deliberatamente, ad un comportamento non abituale che, senza l’aiuto di altri, danneggia se stesso, oppure all’ingestione di una sostanza generalmente riconosciuta come terapeutica che gli/le era stata prescritta, mirando ad ottenere, in diretta conseguenza di ciò, un danno fisico». In Europa il fenomeno del suicidio varia notevolmente da uno stato all’altro, le zone più colpite sono quelle del nord-est, mentre gli stati meno esposti risultano quelli del mediterraneo. WORLD HEALT ORGANIZATION Suicidi in Italia – per regione. tasso di mortalità /10.000 – Anno 2003 Tasso mortalità sucidio,autolesione M+F 2003 ITALIA 0.69 Superiore 4-a 3-a 2-a Inferiore No dati Min = 0.38 Health For All - Italia – ISTAT 2007 Osservatorio Epidemiologico – APSS – Trento Tentativi di suicidio e suicidio Circa il 20% dei suicidi ha avuto un precedente tentativo Dal 10 al 12% di chi ha effettuato un tentativo suicidario ripete l’atto entro i 12 mesi successivi Tra chi ha tentato un suicidio l’1% lo realizza entro un anno e più del 5% entro 10 anni Chang et al. Emerg Med Pract 2011 Suicidio come Conseguenze sulla rete familiare e amicale Atto personale Evento sociale Condizionato dal contesto sociale e comunitario Indicatore negativo del benessere psichico della comunità Il suicidio è una risposta individuale, non necessariamente o non esclusivamente patologica in sé e per sé, che può essere però considerata traduzione di una condizione patologica esistente, se non a livello individuale almeno a livello relazionale, o sociale o generalmente esistenziale… Siciliani O. Fondamenti critici di psicopatologia generale 1978 Trasversalità del comportamento suicidario L’atto suicidario: è l’esito finale di una complessa catena di cause predisponenti e fattori precipitanti, e attraversa diverse dimensioni cliniche si inserisce in un complesso modello di diatesi allo stress, secondo il quale su diversi fattori di rischio agiscono - con intensità differente a seconda della predisposizione individuale -, diversi fattori precipitanti, e in cui elevati livelli di impulsività consentono il passaggio all’atto, al di là della presenza di un disturbo psichiatrico Lo stato mentale del paziente che tenta il suicidio Scopo: ricerca di una soluzione Obiettivo: cessazione della sensazione di consapevolezza nei confronti della sofferenza e dei problemi Stimolo: insopportabilità della sofferenza psicologica Stressor: frustrazione dei bisogni psicologici Sensazione emotiva: disperazione e abbandono (hopelessness-helplessness) Ed Schniedman Lo stato mentale del paziente che tenta il suicidio Stato cognitivo: ambivalenza ( impulso di morte/fantasie di salvezza) Stato percettivo: costrizione che interessa le emozioni e il pensiero Azione: fuga o uscita dalla situazione (“almeno mi tirerò fuori”) Gesto interpersonale: comunicazione delle intenzioni Quadro comune: “maniacalizzazione” nel momento dell’atto (grandiosità, onnipotenza) Ed Schniedman Le caratteristiche psicologiche che sottendono l’atto suicidario Disperazione Ansia persistente Agitazione psichica Impulsività Disinibizione Senso di vergogna o umiliazione Ridotta autostima Rigidità cognitiva (pensiero dicotomico aut-aut), scarse capacità di coping (adattamento alle situazioni di difficoltà) e problem solving ( risoluzione dei problemi) Indicatori di suicidalità acuta Pensieri suicidari incalzanti Disperazione e forti sentimenti di colpa Forte desiderio di azione (“non ce la faccio più”) Sia aperti che velati annunci di suicidio Piani attuali o preparativi di atti suicidali Letalità dei piani suicidali Non si riesce più a creare una distanza dalle idee suicidarie o dal desiderio di compiere il suicidio anche dopo una lunga consultazione Stati del rischio di suicidio Numero di persone affette Richio medio di suicidio Desiderio di morire Pensieri o idee di suicidio considerazione Alto rischio di suicidio Piani e preparativi suicidari ambivalenza atti suicidari decisione Fattori clinici di rischio suicidario Precedenti TS Presenza di una patologia psichiatrica e/o un disturbo da uso di sostanze Presenza di specifiche caratteristiche psicopatologiche (impulsività-aggressività, stati misti e instabilità affettiva, disperazionepessimismo) Patologie fisiche croniche o invalidanti Il suicidio è un fenomeno complesso che nasce dalla molteplice interazione di fattori genetici, biologici, psicologici, sociali e ambientali. La comprensione delle condotte suicidarie è possibile soltanto andando ad analizzarle secondo una prospettiva multifattoriale. Modello di valutazione del rischio suicidario RISCHIO SUICIDARIO fattori di rischio generici fattori di rischio a lungo termine fattori di rischio a breve termine fattori precipitanti valutazione predittiva del rischio suicidario fattori protettivi Fattori di rischio generici Età: Le fasce di età più frequentemente colpite sono 45-55 e 65-75 ma sta aumentando l’incidenza nelle fasce giovanili 24-35 Sesso: Rapporto maschi:femmine=3:1 Negli ultimi anni vi è un’inversione di tendenza con aumento dell’incidenza del suicidio nelle donne Fattori di rischio generici Stato civile: Il matrimonio appare un fattore protettivo verso il suicidio, in particolare per gli uomini. Divorzio e separazioni, vedovanza e vivere da soli aumentano il rischio di suicidio. Dis/Occupazione: Alcune categorie professionali sembrano presentare un maggior rischio suicidario (medici, dentisti, farmacisti, chirurghi). Ci sono significative associazioni tra disoccupazione e suicidio, sia per comprensibili motivi di natura economica e sociale, sia forse, perché è più probabile che una persona con disturbi psichiatrici resti senza lavoro. Comunque il rischio aumenta all’aumentare del periodo di disoccupazione. Fattori di rischio generici Aree rurali/ urbane: A seconda della nazione vi sono differenze significative nell’incidenza suicidaria tra zone urbane e periferie. Migrazione: Le difficoltà incontrate (povertà, ricerca di lavoro e casa, mancanza di supporto sociale) possono aumentare il rischio suicidario. Fattori di rischio a lungo-termine Fattori genetici, biologici ed evolutivi: Storia familiare di suicidi o TS Storia familiare di disturbo psichiatrico Storia familiare di problemi legati all’ alcool o a sostanze stupefacenti Storia familiare di abusi e violenze Tratti di personalità: Rigidità del pensiero (pensiero dicotomico, poco modificabile) Perfezionismo Impulsività Bassa autostima, senso di inutilità personale Scarsa capacità di adattamento Scarse capacità di coping Fattori di rischio a breve-termine Precedente tentativo di suicidio Fattori ambientali: divorzio, separazione, vedovanza pensionamento scarsi rapporti sociali disoccupazione Disturbo psichiatrico alcool Consumo di sostanze stupefacenti Malattie fisiche invalidanti o dolorose Fattori precipitanti (life-events) Problematiche relazionali Recente separazione Recente perdita del lavoro Recente perdita della casa Problemi di lavoro o a scuola Lutti o altre perdite significative Incarcerazione Gravidanza non desiderata Violenze, traumi Migrazione, mobilità sociale Ambienti particolari (es caserme) Fattori protettivi Flessibilità cognitiva Forte supporto sociale e/o familiare Senso di speranza Assenza di eventi traumatici durante l’età evolutiva Trattamento adeguato di eventuali disturbi psichiatrici Non utilizzo di alcol e sostanze Catena multi-fattoriale della condotta suicidari FATTORI FATTORI FATTORI DI RISCHIO DI RISCHIO DI RISCHIO A LUNGO A BREVE GENERICI TERMINE TERMINE FATTORI PROTETTIVI FATTORI PRECIPITANTI Condotta suicidiaria E’ essenziale non ignorare o negare il rischio Condividere i propri pensieri con qualcuno capace di ascoltarli può essere utile a sentirsi meno soli e spesso riduce l’ansia, facendo sentire la persona sollevata di essere stata compresa, non giudicata. Parlare del problema non aumenterà il rischio che la persona commetta un suicidio Suicidio: costi sociali L’ impatto sociale e psicologico del suicidio sulla famiglia e sulla comunità è enorme. In media si stima che un solo suicidio colpirà emotivamente e in maniera profonda almeno 6 persone, tra familiari, colleghi, amici. ATTENZIONE! Il suicidio di per sé non è una malattia, né è necessariamente la manifestazione di una malattia, ma i disturbo mentali sono i fattori più frequentemente associati al suicidio World Health Organization, 2000 Patologia Psichiatrica e Condotte Suicidarie Più del 90% circa delle persone che si toglie la vita soffre di un disturbo psichico o presenta una problema da uso di alcool o di altre sostanze Dal 30 al 87% dei suicidi sono commessi da soggetti affetti da disturbo depressivo Tra i giovani che commettono suicidio, il 20-50% presenta un disturbo di personalità, in prevalenza di tipo borderline e antisociale Il Problema Sostanze, da solo o in comorbilità con disturbo psichiatrico, è presente nel 19-50% dei soggetti che si suicidano L’82% presenta una comorbilità Patologia psichiatrica e mortalità lifetime per suicidio Disturbo Bipolare: 20% Il 29-50% dei soggetti commette almeno un TS. Il rischio è 15 volte più alto rispetto alla popolazione generale. Depressione Maggiore: 15% Il 12% ha più di un TS. Schizofrenia: 10% PAC e Problemi di Sostanze: 18% Disturbo Borderline e Antisociale di personalità: 5-10% Mann 2002 Depressione e condotte suicidarie Il suicidio è un rischio rilevante che corrono le persone affette da depressione, a maggior ragione se non diagnosticata e trattata. Si stima che circa il 30% delle persone viste da un mmg soffra di depressione, talvolta mascherata da disturbi somatici. FATTORI DI RISCHIO SUICIDARIO NELLA DEPRESSIONE: • • • • • • • Precedenti TS Maschio sotto i 25 anni Prime fasi del disturbo Presenza di sintomi depressivi quali: hopelessness, agitazione psicomotoria, insonnia, irritabilità, trascuratezza, attacchi di panico. Presenza di sintomi psicotici (deliri di colpa, indegnità, rovina, ipocondriaci) Grave compromissione sociolavorativa Comorbilità: -PAC e Sostanze (16-30%) -Disturbo di Personalità Borderline e Antisociale Alcool, sostanze stupefacenti e condotte suicidarie (1) I PAC e i Problemi da uso di sostanze incrementano il rischio di TS, ma soprattutto di suicidio Il rischio di suicidio aumenta proporzionalmente agli anni di persistenza del problema Il rischio aumenta all’aumentare della quantità di alcol consumata abitualmente L’ideazione suicidaria è più grave in chi usa anche “cannabis” Alcool, sostanze stupefacenti e condotte suicidarie (2) In persone cocaina e eroina dipendenti è elevato il rischio di overdose intravenosa a scopo suicidario Frequenti sintomi aggressività I disturbi legati alle sostanze aggravano il decorso e le complicanze di un disturbo psichiatrico e compromettono la risposta alla terapia La comorbilità “è la regola”:- Disturbi dell’Umore - Malattie somatiche concomitanti - Disturbo Borderline Personalità quali labilità emotiva, impulsività, Suicidalità e alcool 20% dei soggetti che commettono suicidio è ubriaco al momento del gesto. 25-50% dei suicidi presentano PAC. L’ alcool modifica le capacità di giudizio, accresce l’ impulsività e riduce l’ inibizione con conseguente riduzione dell’ autocontrollo e tendenza all’ agito. Fattori di rischio per il suicidio tra le persone con PAC sono: sesso maschile,vivere soli, disoccupazione, assumere grandi quantità di alcool, storia familiare di PAC, disturbi psichiatrici, uso di altre sostanze, soprattutto cocaina. Malattie fisiche e condotte suicidarie (1) Le malattie croniche, soprattutto se invalidanti e a prognosi negativa, e il dolore cronico, aumentano il rischio di suicidio Tali condizioni mettono a dura prova le capacità di adattamento di una persona, che può considerare il suicidio l’unica via di uscita da una situazione percepita come inaccettabile e priva di senso IL RISCHIO IN ADOLESCENZA Il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti Si verifica 5 volte più spesso nei maschi che nelle femmine, mentre i tentativi di suicidio hanno un tasso 3 volte maggiore nelle ragazze che nei ragazzi. Negli ultimi anni vi è un aumento dell’incidenza del suicidio in età giovanile. Fattori di rischio associati: Disturbi dell’umore Problemi dell’immagine corporea Problemi riferibili alla qualità e quantità del sonno Impulsività e aggressività uso di droghe anche leggere Comportamenti a rischio (alta velocità, promiscuità) Difficoltà relazionali e familiari Difficoltà scolastiche Nei giovani l’uso di sostanze causa instabilità umorale e aggrava gli aspetti di impulsività Il suicidio nell’anziano Il tasso di suicidio cresce con l’avanzare dell’età ed è maggiore negli over 65. Nell’anziano le malattie fisiche e la solitudine giocano un ruolo importante come fattori di rischio. La presenza di un disturbo dell’umore e la disgregazione delle relazioni sociali e familiari sono i maggiori fattori di rischio di suicidio Le malattie fisiche e la riduzione dell’autonomia agiscono indirettamente aggravando la patologia depressiva Prendersi cura delle persone a rischio suicidario: L’ascolto attento ed empatico può essere già sufficiente a alleviare l’angoscia e a prendere tempo per attivare altre opportunità Necessario coinvolgere persone significative (familiari, amici) per ottenere informazioni aggiuntive e attivare quindi reti di sostegno sociale Agire per rimuovere i mezzi letali ove possibile (es farmaci) Prevedere un successivo incontro ravvicinato Mettere in evidenza le risorse della persone e sostenere le sue ragioni per vivere Possibile costruire un “contratto terapeutico” in cui il paziente si impegna ad evitare gesti anticonservativi Evitare prescrizioni non controllate di farmaci Attivare Servizi Specialistici, se necessario, e favorire l’invio, garantendo altresì un appuntamento dopo la visita specialistica CLUB E SUICIDIO 60 Il Club può essere un valido antagonista dei fattori di rischio suddetti: 1. Favorendo la sobrietà 2. Favorendo la diagnosi e il trattamento della depressione 3. Favorendo i rapporti interpersonali 4. Riducendo l’isolamento sociale 5. Ridando speranza Allora la capacità di accoglienza del Club è il fattore decisivo Corlito, Genova, 23.01.05 GRAZIE